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Notiziario Marketpress di Venerdì 30 Aprile 2004
Web alimentazione e benessere
LA CRISI ECONOMICA SEGNA IL TERMALE TRADIZIONALE TOSCANO DIMEZZATI I CLIENTI, SI CERCA UNA RISPOSTA CON OFFERTE SUL BENESSERE  
 
Il sistema termale tradizionale toscano è in crisi, ma potrà risollevarsi facendo leva sul comparto del benessere e creando altre tipologie di turismo complementare. E’ questo in sintesi il risultato che emerge dall’indagine congiunturale 2003 del Sistema Informativo Terme Toscane, realizzato da Unioncamere Toscana in collaborazione con il Consorzio termale della Toscana, sotto la direzione scientifica del Prof. Emilio Becheri della società Mercury. Sulla base delle stime effettuate, gli arrivi di clienti termali e benessere sono diminuiti in Toscana di 3,7 punti percentuali nel 2003, performance più negativa di quanto si sia verificato nella nostra regione nel triennio 2000-2002 ma leggermente meno pesante di quanto registrato nel 2003 a livello nazionale (-4,1%). L’andamento congiunturale fortemente in discesa si inserisce peraltro in un trend di lungo periodo che ha già visto una forte riduzione nel numero degli arrivi dei clienti termali a livello nazionale (-41,5% nel periodo 1991-2003, con -44,6% per le sole cure convenzionate), ancora più accentuata in Toscana (-47% nello stesso periodo di riferimento, addirittura del 50% circa per le sole cure convenzionate). La situazione preoccupa, inoltre, anche perché si colloca in un contesto che vede aumentare l’importanza assoluta e relativa delle cosiddette cure benessere, fatto che almeno teoricamente sembrerebbe favorevole anche allo sviluppo delle cure termali, ma che continua a presentare una forte separazione tra clientela benessere e clientela termale. Resta infine latente la tendenza a preferire le cure benessere, spesso meno rigide e più fondate sul self made rispetto a quelle termali. “A livello complessivo – ha spiegato il Presidente di Unioncamere Toscana Piefrancesco Pacini – la discriminante sta nella localizzazione, nel rapporto in atto con gli altri turismi e nel modo in cui accanto alle cure termali si propongono le cure benessere. Se non sembrano esistere differenziazioni significative fra le dinamiche delle differenti macroaree territoriali nazionali, si può infatti osservare che all’interno di ogni area esistono casi di andamenti comunque positivi determinati dalla capacità di reazione individuale, dalla diversa collocazione rispetto alle tipologie di turismo complementari e/o integrate, e dal diverso peso della componente del benessere termale”. Così, in Toscana, hanno perso di più le grandi terme storiche come Montecatini e Chianciano, mentre hanno avuto un andamento complessivamente positivo le poche già orientate all’integrazione dell’offerta fra terme e benessere, o che hanno saputo sviluppare tipologie di turismo complementare (gastronomiche, culturali, ambientali). E sul fronte nazionale sembrano aver risentito meno degli effetti della crisi le località dove le terme sono associate ad altri turismi, come a Cervia, Ischia, Levico, etc. Ma, secondo gli operatori, quali sono le vere cause della crisi del settore? Dalle risposte raccolte dal S.i.te.t. Si evidenzia una forte differenza di opinione fra offerta e domanda. L’imprenditore termale pone ai primi posti della graduatoria la scarsa promozione, l’incertezza normativa e il disimpegno del Sistema Sanitario nazionale per le cure ritenute più soft (idropiniche e inalatorie), che da sole rappresentano la maggior quota di mercato e costituiscono la struttura portante del sistema termale tradizionale, determinando il trascinamento in basso del sistema. Per i clienti, invece, non sembra abbia avuto peso nelle loro scelte l’aumento del ticket, ma piuttosto cause come il caldo eccessivo o la voglia di fare una vacanza diversa. Nel complesso, l’indagine del S.i.te.t. Rileva che a determinare la crisi del 2003, e del triennio 2001-2003, siano stati fattori di tipo strutturale come lo sviluppo di terapie alternative di carattere farmacologico; l’atteggiamento del Ssn che non è favorevole alle cure termali e pone dubbi sulla loro efficacia; una immagine che ancora lega il settore ad “età avanzate”; la divaricazione tra l’immagine del comparto benessere (ritenuto “in” e di gran moda) e quello propriamente termale (concepito secondo standard antiquati che tendono a spingerlo ai margini del mercato della salute); la mancanza di un ricambio fra classi di età; la carenza di una intermediazione da parte di tour operator specializzati o, comunque, di agenzie di viaggio adeguatamente informate sul prodotto terme. Http://www.starnet.unioncamere.it/intranet/area-terri/toscana/index.htm  Selezionando dal menu di sinistra 'Analisi e dati', 'Turismo', 'S.i.t.e.t.', '2003'.