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Notiziario Marketpress di Lunedì 14 Marzo 2005
 
   
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  “I SEGRETI DI MILANO”, DIARIO ANNI CINQUANTA E DIARIO ANNI SESSANTA CON LA COMPAGNIA TEATRO FILODRAMMATICI  
   
  Milano, 14 marzo 2005 - Poteva intitolarsi “storia della nebbia” la biografia di Milano che il Teatro Filodrammatici prova a riscrivere in cinque importanti tappe che, decennio dopo decennio, attraverseranno cinquant’anni di storia, costruendo un personalissimo “diario” della città con le storie e le parole dei suoi grandi scrittori, poeti e musicisti. Per questo articolato progetto è stato invece preso a prestito da Giovanni Testori il titolo del suo straordinario ciclo di romanzi, I Segreti di Milano, che offre una suggestiva sintesi per una storia come questa, un po’ nascosta, dentro le case di ringhiera, nelle periferie, là dove terminano i binari tramviari. Attraverso le microstorie raccontate nei cinque spettacoli che andranno a costituire l’intero percorso alla scoperta di Milano, rivivono sulla scena i grandi cambiamenti che hanno coinvolto la metropoli dal dopoguerra ad oggi. Il punto di vista di questa narrazione è quello di un bar di periferia, che si evolve un po’ più lentamente del resto del mondo, ma cambia, prova ad adeguarsi alla moda ed agli eventi, vedrà passare mezzo secolo di storia, sentirà l’eco di rivoluzioni di piazza e rivoluzioni industriali, vedrà gli operai diventare disoccupati e i sarti diventare stilisti e poi ancora la finanza, la televisione, la pubblicità, la moda e la politica. Protagonisti in questa stagione saranno il decennio del dopoguerra e quello del boom economico, con le prime due tappe “diario anni cinquanta” e “diario anni sessanta”. Quello che il Teatro Filodrammatici propone non è solo un viaggio attraverso il tempo ma anche alla scoperta dei luoghi che sono divenuti per Milano simbolo del suo passato e del suo presente. Ecco allora che il Teatro esce dalle sue mura per andare ad “invadere” la città: nel mese di aprile l’Università Statale, la Fondazione Mondadori, l’Accademia di Brera e lo Spazio Oberdan saranno scenario di quattro appuntamenti dove alla rappresentazione di estratti dei due “Diari” si alterneranno incontri con noti personaggi milanesi che racconteranno la città dal loro punto di vista. Il percorso alla scoperta dell’evoluzione di Milano si arricchisce di una rassegna cinematografica sulla Milano degli Anni Sessanta organizzata allo Spazio Oberdan in collaborazione con la Cineteca Italiana, nella seconda metà del mese di maggio, e di una mostra dedicata a Giovanni Testori allestita dal 8 al 24 marzo all’interno del Teatro Filodrammatici dalla Fondazione Mondadori, che metterà a disposizione i quaderni e i manoscritti del noto autore di Novate custoditi nel proprio archivio. In apertura del progetto i “Segreti di Milano”, che quest’anno proporrà le prime due tappe di questa suggestiva biografia della città, il Teatro Filodrammatici riprende, dopo il successo delle passate stagioni, lo spettacolo “Diario anni cinquanta” che costituisce la prima delle cinque tappe del percorso. Un vecchio bar della periferia milanese degli anni ’50: avvolti dalla nebbia e dal fumo si dipanano le storie di un’umanità che si dibatte tra la miseria quotidiana e la nobiltà di sentimenti, con accenti a volte disperati, a volte comici, ma sempre profondamente intrisi dalla necessità di porre l’uomo al centro della grande poetica di Giovanni Testori. I personaggi della prima tappa della nostra biografia di Milano - anche il primo tentativo teatrale di riduzione per la scena del “ciclo” che Testori ha dedicato a Milano - diventano quindi gli archetipi delle figure incontrate ne Il ponte della Ghisolfa, La Gilda del Mac Mahon, Il Fabbricone, Il Dio di Roserio, protagonisti di una vera e propria “epopea” della povera gente, di quegli “ultimi” che forse non saranno mai i “primi”. Un bar di periferia, un crocevia di destini, un affresco della nostra città negli anni del dopoguerra. I personaggi di Testori si affacciano sulla nostra scena portando con sé amarezze, tradimenti, incanti e disincanti di una Milano che cerca si rialzare la testa e di trovare uno spazio di mondo per urlare la propria fame/ rabbia/ insofferenza, per strappare agli inganni della vita il proprio diritto ad esistere. Sono storie di miserie, di fatiche, di coraggio. Operai, puttane, marchettari, meccanici, si incontrano e si raccontano l’un l’altro, mettendo a nudo le proprie fragilità, tra un bicchiere di vino e un bicchiere di spuma, una sigaretta, una partita di calcetto, una canzone… E in questo raccontarsi tracciano le trame/ i sogni/ le paure di una Milano ormai scomparsa nella nebbia del ricordo, ma che attraverso il linguaggio di Testori torna a riaffiorare in tutta la sua carica emotiva, la sua vibrante umanità, la sua lucida e spietata verità.  
     
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