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Notiziario Marketpress di Lunedì 14 Marzo 2005
 
   
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  DIPINTI ANTICHI E DEL XIX SECOLO, ARREDI, MARMI ANTICHI, MICROMOSAICI, ARGENTI DALL’ABITAZIONE MILANESE DI VIA DEL GESÙ DI GIANNI VERSACE  
   
  Milano, 14 marzo 2005 - La Porro & C metterà all’incanto in due appuntamenti primaverili, dipinti e arredi provenienti dalla collezione di Gianni Versace, dall’abitazione di Via del Gesù a Milano e dalla villa Fontanelle di Moltrasio sul Lago di Como. Le opere d’arte sono state raccolte durante l’arco di vent’anni dal famoso stilista che ha costruito con le sue collezioni degli ambienti sontuosi e di grande eleganza e gusto decorativo. Il costante riferimento al mondo classico caratterizza in modo determinante la collezione Versace che, formatasi a partire dai primi anni ’80, è lo specchio del recupero critico che ha coinvolto l’arte Neoclassica negli ultimi decenni. Il Neoclassicismo, con i suoi apparati decorativi, il suo repertorio di miti e figurazioni era stato lungamente trascurato, soprattutto in Italia, dagli storici e dal collezionismo rimanendo ai margini del gusto dominante. Gli studi di Alvar Gonzalez Palacios e di Francis Haskell hanno contribuito in maniera determinante alla riscoperta della poetica neoclassica, mentre nell’arco di tempo che va dalla mostra napoletana All’ombra del Vesuvio nel 1992 a quella sull’ Età Neoclassica a Milano nel 2002 tale recupero ha assunto piena evidenza. Il rinnovato interesse per il Grand Tour e i suoi protagonisti, il progredire degli studi, va dunque di pari passo col formarsi della collezione che progressivamente accumula non solo arredi, oggetti e dipinti neoclassici, ma anche tutto ciò che all’antichità si riferisce, come i marmi greci, romani e rinascimentali, i micromosaici, le lucerne d’argento dei primi anni del Xix secolo. La collezione si impone come un grande e variegato complesso, ma unificato da una linea decorativa molto coerente. Il catalogo della vendita di Milano presenta una ricchissima offerta di oggetti e in alcuni casi si può parlare di collezioni all’interno della collezione più ampia. Micromosaici Nati come veri e propri souvenirs per il turista, o meglio per il viaggiatore europeo che alla fine del Xviii secolo percorreva l’Italia alla riscoperta dei monumenti antichi micromosaici nascono in ateliers romani a cavallo tra la fine del Settecento e la prima metà dell’Ottocento. Vere e proprie scuole artistiche di arte musiva si specializzano nella produzione di tabacchiere, scatole, piccoli tondi, quadretti, gioielli ma anche pannelli e piani di consoles o gueridons. Di grande qualità è il nucleo costituito dalle vedute dell’Urbe, tipico soggetto del repertorio figurativo neoclassico e qui ben rappresentate da una placca in micromosaico raffigurante una Veduta dell’Arco di Costantino (Roma, Xix secolo, cm 13x18; stima: € 10.000/12.000); una placca in micromosaico raffigurante una Veduta del Colosseo (Roma, Xix secolo, cm 8,8x11,8; stima: € 8.000/10.000); infine un piano circolare in marmo nero decorato da intarsi in micromosaico raffiguranti una Veduta di Piazza San Pietro al centro e attorno otto Vedute di Roma (Roma, Xix secolo, diametro cm 55 ; stima: € 12.000/15.000) lucerne Le lucerne in argento sono tra gli oggetti più stupefacenti usciti dalle botteghe dei grandi argentieri romani tra la fine del Xvii e l’inizio del Xix secolo, manufatti ispirati al repertorio antico e spesso in stile retour d’Egypte di gran voga in Europa dopo la campagna napoleonica. Il catalogo comprende circa trenta lucerne, tra cui è da segnalare una in argento con fusto modellato in forma di schiavo egizio in atto di portare la lampada con ventola ad ali (presenta i punzoni di Giovacchino Belli, Roma, inizio del Xix secolo, h. Cm 30; stima: € 10.000/12.000). Una lucerna in bronzo brunito e argento, Roma, inizio del Xix secolo, con fusto scolpito a guisa di schiavo egizio presenta i punzoni di Filippo Pacetti,(h. Cm 33; stima: € 9.000/10.000) Di spettacolare e monumentale impatto è una coppia di grandi lucerne in argento con fusti modellati a cariatide in atto di reggere la lampada e ornate da una ventola in forma di farfalla (recano il punzone di Giuseppe Valadier, Roma, inizio del Xix secolo, h. Cm 100; stima: € 150.000/200.000). Marmi antichi Gli oggetti di scavo sono tra le opere più significative della raccolta sia per la rara presenza di sculture greche in marmo, che per le imponenti figure di epoca romana. Da segnalare due Lekytos del Iii secolo a.C. (h. Cm 50; h .Cm 75; stima: € 8.000/10.000 ciascuno) e una elegantissima statua romana in marmo pario, raffigurante Artemide, detta di Dresda, opera del Ii secolo d.C. Da un originale di Prassitele (h. Cm 123. Stima: € 40.000/50.000) arredi I testi pubblicati nella seconda metà del Settecento, come le raccolte di incisioni di Giovanni Battista Piranesi, i testi teorici di Winckelmann e le pubblicazioni che seguono gli scavi e le ricerche a Ercolano e Pompei, divennero veri e propri strumenti fondamentali per la diffusione di modelli decorativi per tutti coloro che si cimentarono nelle arti decorative. Nella collezione, che ben rappresenta questo momento storico si ritrovano riduzioni di famosi modelli scultorei greci e romani, archi di trionfo, obelischi e colonne, e ancora, arredi di gusto “retour d’Egypte”: come un gueridon in bronzo dorato e marmo verde, Francia, Epoca Impero, con piano circolare e montanti ad erme muliebri alate e piedi ferini, (cm 80x75; stima: € 40.000/50.000); una coppia di obelischi in marmo rosso venato, Russia, prima metà del Xix secolo, (h. Cm 310; stima: € 40.000/50.000); una coppia di candelabri in bronzo brunito e dorato, Francia, Epoca Impero, decorati da due figure a tutto tondo dall’antico su una base in malachite, (h. Cm 87; stima: € 25.000/30.000). Di grande eleganza decorativa sono inoltre una coppia di sculture in bronzo dorato e marmo raffiguranti due imperatori romani, seconda metà del Xviii secolo, (h. Cm 25, stima: € 12.000/15.000) e un modello dell’Arco di Costantino in bronzo brunito, Xix secolo, (cm 55x72x32; stima: € 8.000/10.000) Dipinti antichi e del Xix secolo Di grande fascino sono pure le opere pittoriche che si ispirano alla classicità. E’ da menzionare una felice composizione di Giovanni Paolo Panini, Achille che parte dalla reggia di Licomede, (olio su tela, cm 75x100, stima: € 80.000/100.000) mentre Roma, sempre protagonista, riluce nelle 13 delicate tempere di Ippolito Caffi. In catalogo saranno inoltre presentati un gruppo di dipinti della fine del Xix secolo che segnano un nuovo revival dell’antico in stile però più cinematografico, tra questi di grande vivacità descrittiva è l’olio di Ettore Forti, Corsa di bighe nel circo, (olio su tela, cm 69x113; stima: € 25.000/30.000) “Dipinti Antichi e del Xix secolo, Arredi, Marmi antichi, Micromosaici, Argenti dall’abitazione milanese di via del Gesù di Gianni Versace” Milano, Palazzo dei Giureconsulti 7 aprile 2005. “Dipinti Antichi e del Xix secolo, Arredi e oggetti d’arte della collezione di Gianni Versace a Villa Fontanelle a Moltrasio” Cernobbio – Villa d’Este 28 maggio 2005  
     
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