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Notiziario Marketpress di Lunedì 14 Marzo 2005
 
   
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  COMMERCIO DI OVOCITI: IL CORPO UMANO NON DEVE ESSERE FONTE DI LUCRO  
   
  Bruxelles, 14 marzo 2005 - Il Parlamento europeo, con 307 voti favorevoli, 199 contrari e 25 astensioni, ha adottato una risoluzione comune sul commercio di ovociti umani con la quale rammenta che la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione «sancisce il divieto di fare del corpo umano e delle sue parti in quanto tali una fonte di lucro». In tale contesto, «va rivolta una particolare attenzione alle persone vulnerabili a rischio di divenire vittime del traffico di organi, in particolare le donne». Inoltre, sottolineando che la direttiva 2004/23/Ce prescrive che gli Stati membri si adoperino per garantire donazioni volontarie e gratuite di tessuti e cellule, i deputati condannano qualsiasi traffico del corpo umano e di sue parti. Considerando che le attività della clinica Global Arts in Romania possono essere considerate «commerciali» e, quindi, «inaccettabili», i deputati chiedono alla Commissione di fare piena luce sulle informazioni riportate dai media a tale proposito. Il Parlamento inoltre invita gli Stati membri ad adottare, prima del 7 aprile 2006, data di entrata in vigore della direttiva 2004/23/Ce, «le misure necessarie per porre in essere una politica trasparente e progressista per quanto concerne l'indennità per le spese e i disagi connessi alla donazione di tessuti e cellule». I deputati, inoltre, invitano la Commissione ad effettuare quanto prima possibile una valutazione delle legislazioni nazionali sulla donazione di ovuli e sul regime di indennità per la donazione di organi e di cellule riproduttive, e a rendere pubblica tale valutazione. D'altra parte, esprimono l'auspicio che la donazione di ovociti, alla stessa stregua della donazione di organi nel loro insieme, «sia rigorosamente disciplinata onde proteggere sia i donatori che i beneficiari e lottare contro qualsiasi forma di sfruttamento dell'individuo». Secondo i deputati, qualsiasi donna costretta a vendere parti del proprio corpo, comprese le cellule riproduttive, «diventa la preda di reti criminali organizzate dedite al traffico di persone e organi». Pertanto, invitano la Commissione ad accertare se si registrano casi del genere anche in altri Stati membri, paesi candidati o paesi terzi, mentre agli Stati membri è chiesto di adottare misure atte ad evitare lo sfruttamento delle donne nell'applicazione delle scienze della vita. Il Parlamento, inoltre, chiede all'Esecutivo di «escludere qualsiasi sostegno o finanziamento alla clonazione umana nei quadri dei programmi Ue», in accordo con la risoluzione adottata l'8 marzo scorso dall'Assemblea generale dell'Onu. Alla Commissione è poi chiesto di applicare il principio di sussidiarietà in relazione ad altre forme di ricerca embrionale e di ricerca sulle cellule staminali embrionali «in modo che gli Stati membri in cui tale tipo di ricerca è legale la finanzino dal bilancio nazionale». Il finanziamento Ue, infatti, dovrebbe concentrarsi su alternative come la ricerca sulle cellule staminali somatiche e la ricerca sulle cellule staminali del cordone ombelicale «che sono accettate in tutti gli Stati membri e che hanno già permesso di trattare con successo alcuni pazienti». Infine, il Parlamento ritiene che una delle questioni essenziali, «sia la necessità di fornire una soluzione concreta alle coppie sterili in attesa della donazione di ovociti» e, a tale proposito, invita la Commissione ad «intensificare e rafforzare le alternative per la prevenzione e il trattamento della sterilità».  
     
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