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Notiziario Marketpress di Lunedì 05 Aprile 2004
 
   
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  SERVIZI FINANZIARI E DI INVESTIMENTO  
   
  Strasburgo, 5 aprile 2004 - La commissione per gli affari economici e monetari ha adottato due relazioni riguardo ai servizi finanziari ed ai servizi di investimento, ora all'esame della Plenaria. Servizi finanziari: bocciate le relazioni trimestrali La relazione di Peter Skinner (Pse, Uk) riguarda la proposta di direttiva sull'armonizzazione degli obblighi di trasparenza degli emittenti di valori mobiliari ed è stata adottata dalla commissione competente in prima lettura della procedura di codecisione. L'obiettivo generale della direttiva, che s'iscrive nel quadro del Piano d'azione per i servizi finanziari deciso in occasione del Vertice di Lisbona, è di promuovere l'armonizzazione delle esigenze in materia di informazione imposte alle società che operano sui mercati regolamentati, in particolare per quanto riguarda le informazioni che debbono figurare nelle relazioni finanziarie o le partecipazioni importanti. La trasparenza delle società emittenti dei titoli sui mercati pubblici è considerata essenziale per fare funzionare efficacemente i mercati dei capitali e per accrescere la fiducia degli investitori. Con la relazione adottata, i deputati respingono la clausola che impone a tali società emittenti di pubblicare delle relazioni finanziarie trimestrali perché ritengono che tale onere costituisca un metodo inadeguato per potenziare i livelli di informazione a disposizione degli investitori e rappresenti una falsa promessa agli investitori di miglioramento nei livelli di informazione. Le informazioni trimestrali, inoltre, sono considerate un meccanismo estremamente costoso e, secondo i deputati, possono incoraggiare i gestori a focalizzarsi su guadagni a breve termine piuttosto che sulle strategie di lungo termine. Per gli investitori è la disponibilità puntuale di informazioni interessanti che conta, non tanto la loro frequenza. Riguardo alle relazioni annuali, la proposta della Commissione prevede che esse comprendano la situazione finanziaria certificata, la relazione di gestione e, nel rispetto del diritto societario vigente, le dichiarazioni delle persone responsabili di tale informazione. I deputati chiedono che tali relazioni comprendano anche le «informazioni in merito alle griglie di retribuzione dell'emittente, compresi la retribuzione globale pagata (inclusi compensi contingenti o differiti) e i benefici in natura concessi a ciascun membro degli organi di amministrazione, direzione e controllo, ai dirigenti e al personale che ricopre posizioni chiave». La relazione, inoltre, invita gli emittenti a indicare nelle loro relazioni annuali - anche se su base volontaria - ogni pagamento effettuato a un governo, d'uno Stato membro o di un Paese terzo. Lo scopo è di porre l'accento sull'importanza della trasparenza in casi simili, in particolare nell'industria estrattiva, al fine di scoraggiare la corruzione. Per quanto riguarda i mezzi di comunicazione da utilizzare per diffondere tali informazioni regolamentate, un emendamento autorizza gli Stati membri ad esigere la loro pubblicazione su un giornale. Attualmente la legislazione comunitaria impone relazioni semestrali unicamente agli emittenti di azioni, mentre gli emittenti di titoli di credito non sono sottoposti ad alcuna esigenza di relazioni intermedie. A tale proposito, i deputati sono favorevoli ad estendere anche alle società che emettono obbligazioni l'imposizione di pubblicare le relazioni semestrali, come proposto dalla Commissione. Tuttavia, prevedono una deroga per i piccoli emittenti. Peraltro, è stato già concluso un accordo con il Consiglio per non imporre tali obblighi agli emittenti di titoli con valori nominali elevati, in particolare gli eurobond. Servizi d'investimento: più equilibrio e meno ambiguità La raccomandazione per la seconda lettura di Theresa Villiers (Ppe/de, Uk) riguarda la posizione comune del Consiglio in vista dell'adozione della direttiva relativa ai mercati degli strumenti finanziari. Gli obiettivi della direttiva sono di creare mercati finanziari integrati, con maggiore liquidità, trasparenti e competitivi nell'Unione, garantendo al contempo una migliore tutela degli investitori. La direttiva - parte integrante del Piano d'azione sui servizi finanziari - aggiorna la normativa del 1993 che stabiliva un «passaporto unico» per le società di investimento che fornivano servizi in Europa. La nuova proposta amplia il ventaglio di prodotti che possono essere offerti dalle società che usufruiscono del passaporto unico, aumenta la concorrenza tra le borse tradizionali e i nuovi operatori, stabilisce regole comuni per la negoziazione e l'esecuzione delle transazioni finanziarie e armonizza i criteri che regolano le attività degli intermediari per proteggere gli investitori. Il Parlamento, pur condividendo gli obiettivi generali, ha criticato sia la proposta della Commissione sia la posizione comune del Consiglio, in particolare per quanto attiene alle restrizioni imposte alle attività svolte dagli «internalizzatori» (le imprese di investimento o le banche che cumulano le funzioni di negoziazione per conto proprio e di negoziazione per conto terzi, al di fuori di un mercato regolamentato, utilizzando fondi propri oppure facendo incontrare le domande dei propri clienti) ed ha insistito sulla necessità di un approccio più equilibrato che tenga conto delle diverse pratiche esercitate sui mercati. I deputati, inoltre, hanno ritenuto ambigua la posizione comune e hanno criticato il fatto che diverse questioni rimaste aperte dovessero essere decise successivamente dalla Commissione. Uno degli aspetti maggiormente controversi riguarda l'articolo 27. Gli emendamenti della seconda lettura insistono sulla questione della trasparenza prima delle transazioni e cercano di chiarire le disposizioni relative alla dimensione di mercato a partire della quale scatta l'obbligo di pubblicare le quotazioni. In proposito, la relazione, reintroduce il concetto di «dimensioni normali» che esclude un ampio gruppo di transazioni dagli obblighi di trasparenza. La relazione reintroduce anche la possibilità di miglioramenti dei prezzi per offrire ai clienti prezzi più convenienti rispetto alle quotazioni pubbliche. Mentre la proposta della Commissione non menzionava questa possibilità e la posizione comune del Consiglio ne limitava molto la portata, l'emendamento della seconda lettura la prevede principalmente per i clienti professionisti. Per quelli privati le condizioni sono invece molto rigorose. A seguito di negoziati informali tra il Parlamento ed il Consiglio, il Coreper ha adottato all'unanimità un progetto di compromesso che riprende in parte la raccomandazione parlamentare e, in particolare, il concetto di «dimensioni normali». Va notato in proposito che, a suo tempo, la posizione comune del Consiglio era stata adottata con i voti contrari di Regno Unito, Irlanda, Svezia, Finlandia e Lussemburgo.  
     
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