Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 













MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web








  LOGIN


Username
 
Password
 
     
   


 
Notiziario Marketpress di Lunedì 05 Aprile 2004
 
   
  Pagina1  
  DIRITTI DEI CITTADINI UN COMMISSARIO EUROPEO PER I DIRITTI FONDAMENTALI?  
   
  Strasburgo, 5 aprile 2004 - La commissione per le libertà e i diritti dei cittadini, la giustizia e gli affari interni ha adottato il suo rapporto annuale sulla situazione dei diritti fondamentali nell’Unione europea. Esso concerne l'anno 2003 ed è incentrato, tra gli altri, sul razzismo, la xenofobia, il diritto d'asilo, la schiavitù domestica e la lotta alla povertà. Ma la relazione di Alima Boumediene-thiery (Verdi/ale, F), approvata con 19 voti favorevoli, 14 contrari e nessuna astensione, affronta anche temi come l'eutanasia, l'aborto, politiche alternative in materia di droga, il turismo sessuale, le coppie di fatto. L'italia è citata diverse volte in questo rapporto, a proposito del caso Sofri, del 41 bis, della concentrazione dei mezzi d'informazione e dei lettori di lingua straniera. In merito al caso Sofri, l'organo parlamentare chiede che le autorità nazionali competenti effettuino un monitoraggio «in merito all'effettiva legittimità del protrarsi della detenzione dei detenuti il cui vissuto carcerario e la cui attività civile e sociale, successiva al compimento dei reati loro ascritti, dimostrino compiuta la funzione della detenzione quale strumento di recupero e di positiva reintegrazione sociale». I deputati chiedono al Presidente della Repubblica di attivare i poteri che la Costituzione gli affida al riguardo. Riguardo al 41 bis, essi esprimono dei dubbi circa la sua conformità con i diritti fondamentali e chiedono che regimi di questo tipo siano urgentemente rivisti, alla luce soprattutto della sentenza Ganci della Corte europea dei diritti dell'uomo, che ha condannato l'Italia per violazione del diritto a un ricorso effettivo. In merito alla concentrazione dei mezzi d'informazione, i parlamentari deplorano il fatto che, all'interno dell'Unione, il problema della concentrazione dei media nelle mani di pochi grandi gruppi non abbia ancora trovato una soluzione legislativa. L'organo parlamentare «ribadisce la sua preoccupazione per la situazione italiana, in cui si registra il permanere della concentrazione dei mezzi di informazione nelle mani del Primo ministro, in assenza di una adeguata legislazione volta ad evitare un conflitto di interessi». Si constata inoltre che il Governo italiano continua a non applicare la sentenza della Corte di Giustizia relativa ai lettori di lingua straniera, ragion per cui la Commissione chiede ora l'applicazione di sanzioni finanziarie. Nell'ultimo dei paragrafi della risoluzione, la Germania è invitata a risarcire anche gli ex Internati Militari Italiani per il lavoro coatto prestato durante la Ii guerra mondiale. I deputati chiedono che un commissario europeo per i diritti fondamentali venga nominato in seno all'Esecutivo e che venga creata un'unità amministrativa presso la commissione parlamentare competente responsabile dei diritti fondamentali nell'Ue. Essi si compiacciono dell'annuncio, in occasione del Vertice di Bruxelles dello scorso dicembre, della creazione di un'Agenzia europea dei diritti dell'uomo. Essi invitano la Commissione a predisporre un Libro verde sul futuro della politica comunitaria in materia di diritti dell'uomo nell'Unione europea e chiedono di accelerare il processo di adesione della Ue alla Convenzione europea dei Diritti dell'uomo. I parlamentari sottolineano il fatto che a molte donne nell'Unione è tuttora negato il diritto all'aborto ed esortano gli Stati membri a «garantire un accesso equo a tutte le donne giovani, povere o immigrate, all'aborto legale sicuro, alla contraccezione d'emergenza, a servizi per la salute sessuale e riproduttiva a basso costo e all'educazione sessuale». Essi invitano la Comunità a intraprendere azioni verso l'eliminazione della violenza in tutte le sue varie forme, comprese particolari forme di violenza subite dalle donne immigrate, quali il matrimonio forzato e le mutilazioni genitali. L'organo parlamentare «rileva con preoccupazione che gli Stati membri dell'Ue da anni registrano nei commissariati e nelle prigioni comportamenti intollerabili da parte degli agenti di polizia e di altri agenti preposti all'ordine pubblico», invitando gli Stati membri dell'Ue a rispettare meglio le garanzie per i detenuti, nonché ad insediare un organo indipendente che vigili sulle attività degli organi di polizia. Qualsiasi detenuto che si ritenga vittima di maltrattamenti dovrebbe avere il diritto di inoltrare un reclamo con le debite garanzie presso un organo indipendente. I deputati raccomandano, in particolare per combattere il sovrappopolamento delle carceri, di ricorrere per quanto possibile a condanne a piede libero o a pene in regime di semilibertà, per le persone che hanno commesso delitti che non costituiscono un pericolo tale da giustificare l'isolamento, ovvero a soluzioni alternative non penitenziarie in funzione della gravità del delitto, o a dispositivi che consentano la non incarcerazione. Essi notano con preoccupazione che il sovrappopolamento carcerario è legato altresì al fatto che la maggior parte dei detenuti sono stati condannati per reati connessi alla proibizione delle droghe e sono spesso dei tossicodipendenti. Si invita pertanto gli Stati membri ad assicurare a questi ultimi cure adeguate e a «rivedere la propria legislazione in materia di droga adottando politiche e soluzioni alternative». Secondo i parlamentari, la proibizione della tortura e dei trattamenti disumani e degradanti, come la protezione della dignità umana, comportano «il divieto dell'accanimento terapeutico, l'incentivazione delle cure palliative, il rispetto della volontà del paziente come espressa ad esempio attraverso i testamenti di vita». Essi chiedono agli Stati membri «di valutare la possibilità di modificare le leggi relative alla fine della vita in tal senso, regolamentando l'eutanasia». L'organo parlamentare ritiene che occorra prestare particolare attenzione e prendere misure urgenti per combattere la tratta illegale di esseri umani, soprattutto per quanto riguarda i gruppi più vulnerabili quali donne e bambini; in questo senso, viene rivolto un pressante invito affinché si adotti una strategia europea comune finalizzata a colpire tutte le fasi di tale tratta. Ogni anno, nei paesi dell'Unione europea, ammontano a circa mezzo milione le donne provenienti dai paesi dell'Europa centro-orientale vendute a fini di prostituzione. Gli Stati membri sono invitati a imprimere risoluti impulsi alle attività contro questo fenomeno. I deputati condannano vigorosamente gli abusi sessuali esercitati nei confronti dei bambini nell'ambito delle attività turistiche. Essi invitano la Commissione ad appurare quali Stati membri dell'Ue considerano il turismo sessuale come un'infrazione suscettibile di essere perseguita dinanzi ai tribunali degli Stati membri, quando è praticato da cittadini dell'Unione europea o da persone residenti all'interno dell'Unione. L'organo parlamentare esprime preoccupazione in merito all'obbligo imposto dalle autorità degli Stati Uniti alle compagnie aeree di fornire accesso ai dati personali in loro possesso dei passeggeri sui voli transatlantici. Tale obbligo è ritenuto incompatibile con il diritto comunitario, si chiede dunque la sospensione immediata degli effetti di queste misure, finché non rispetteranno il livello di protezione dei dati garantito dal diritto comunitario. I parlamentari lamentano che gli Stati membri non siano riusciti ad adottare le direttive sulle procedure d'asilo e lo status dei rifugiati sotto la Presidenza italiana. Al contrario, gli Stati membri hanno deciso di introdurre una legislazione comunitaria sull'organizzazione di voli comuni per l'espulsione di cittadini di paesi terzi in situazione irregolare, senza neppure prevedere una clausola di monitoraggio che consentirebbe alle Ong di sorvegliare lo svolgimento delle operazioni e di rendere conto di eventuali incidenti. Numerosi Stati membri si adoperano tra l'altro per inasprire le proprie legislazioni nazionali in materia d'asilo, in modo da rendere il loro territorio meno attraente di quello di altri Stati per i richiedenti asilo. Si constata inoltre con preoccupazione che «la questione dell'asilo tende ad essere assimilata a un problema di gestione dei flussi migratori». L'organo parlamentare si augura che «la preoccupazione di fondo dei Governi non sia soltanto quella di realizzare economie di bilancio in tale settore». I deputati chiedono di «fare della lotta contro il razzismo e la xenofobia una priorità dell'agenda dell'Unione europea». Essi esprimono preoccupazione per l'aumento delle manifestazioni di xenofobia e atti razzisti, che in taluni casi hanno portato all'adozione di legislazioni e politiche restrittive nel campo dell'asilo e dell'immigrazione. Essi invitano poi gli Stati membri a «perseguire una politica esplicita e coerente per combattere la discriminazione degli omosessuali e a riconoscere le coppie di fatto - sia che si tratti di coppie di sesso diverso che dello stesso sesso - e ad attribuire loro gli stessi diritti riconosciuti al matrimonio, segnatamente in materia di adozione, soggiorno e libera circolazione nell'Ue». I parlamentari riconoscono che «i diritti delle persone disabili sono violati ogni giorno come conseguenza della discriminazione diretta e indiretta» e della mancanza di adeguamenti ambientali e sociali, volti a consentire parità di accesso e libero movimento delle persone disabili in tutto gli ambiti della vita. Essi esprimono «seria preoccupazione per le prove presentate nei recenti rapporti di Amnesty International in relazione a coloro che subiscono trattamenti psichiatrici in Europa». I deputati lamentano il fatto che, in diversi Stati membri, si applichino ancora forti restrizioni al diritto di organizzazione, negoziazione collettiva e partecipazione all'azione collettiva per quanto concerne gli impiegati del settore pubblico. Infine, l'organo parlamentare ricorda che «la povertà e in particolare quella estrema e persistente costituisce una lesione della dignità umana che a sua volta costituisce una violazione dei diritti dell'uomo», rilevando il persistere della povertà e dell'esclusione sociale in seno all'Ue e insistendo sulla necessità di dare slancio decisivo all'eliminazione di questo fenomeno.  
     
  <<BACK