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Notiziario Marketpress di Mercoledì 28 Aprile 2004
 
   
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  UE: CON ALLARGAMENTO 1,1 MILIONI IMMIGRATI PERMANENTI DALL’EST  
   
  Roma, 28 aprile 2004 - Nell’unione europea, su un totale di 20 milioni di immigrati, 3,4 milioni sono originari dell’Est Europa e, di questi, solo 1,1 provengono dai Paesi dell’allargamento. Nella prima fase dell’Europa a 25 l’andamento dei flussi non sarà molto diverso e interesserà prevalentemente Germania, Austria e Italia. Si stimano, infatti, circa 1,1 milioni di migranti permanenti e 2,2 di temporanei in cinque anni. E’ quanto emerge dal volume “Europa, allargamento a Est e immigrazione”, curato dalla Caritas italiana con il patrocinio del Cnel, presentato oggi a Villa Lubin, tra gli altri da: Pietro Larizza (presidente del Cnel), Don Giancarlo Perego (responsabile immigrazione Caritas italiana), Giorgio Alessandrini (presidente vicario Organismo nazionale di coordinamento per le politiche di integrazione sociale degli stranieri). L’italia, per il fatto di ospitare in misura crescente l’immigrazione dall’Est Europa, diventerà sempre più uno Stato di immigrazione comunitaria. Il nostro Paese, infatti, è ormai il secondo nella Ue per numero di immigrati provenienti dall’area europea (quasi 900.000 unità, dopo la regolarizzazione), preceduto solo dalla Germania (poco più di 2 milioni di persone) e davanti all’Austria (quasi mezzo milione di immigrati). I soggiornanti in Italia originari dei Paesi candidati all’adesione erano 143.543 al 31 dicembre 2002, ma, tenendo conto delle provenienze dagli altri 14 Stati membri dell’Unione (154.076), si arrivava a un totale di 297.619 persone, pari al 19,7% dell’intera presenza straniera. Se, poi, si prendono in considerazione gli immigrati dalla Romania (98.834) e dalla Bulgaria (8.552), candidati ad aderire successivamente, la presenza risulta ben più consistente (405.005 persone, pari al 26,8% del totale). Inserendo nel conteggio anche i 264.464 immigrati dai Paesi balcanici, a partire dall’Albania (168.973), seguita nell’ordine da Jugoslavia, Macedonia, Croazia e Bosnia Erzegovina, la presenza europea arriva a 666.469 unità, con un’incidenza del 44,1% sulla presenza immigrata totale di fine 2002. La presenza di immigrati dall’Est Europa in Italia è stata confermata dall’ultima regolarizzazione (2002). Se nelle due precedenti (1986 e 1990) predomina la presenza africana, in quelle del 1995, 1998 e, soprattutto, nell’ultima del 2002 l’incidenza dell’Europa orientale è cresciuta progressivamente. Le domande presentate da immigrati dell’Est sono state, infatti, 409.191, pari al 58,9% del totale. Di queste, la metà riguarda gli Stati aderenti, con 188.498 domande, seguita dagli altri Paesi dell’Est Europa (144.569) e da quelli balcanici (76.124). Nella graduatoria provvisoria che si può stilare in seguito alla regolarizzazione, tra i primi dieci Paesi ve ne sono cinque dell’Est Europa. La Romania (240.000) diventa il primo gruppo di immigrati in Italia, seguito dall’Albania (224.000). Nel complesso, la provenienza dall’Est Europa è quasi raddoppiata (+89,4%). Gli immigrati dall’Europa orientale sono presenti in Italia nel 53,5% dei casi per motivi di lavoro e nel 35,9% di famiglia. Nel complesso, i lavoratori dell’Est, così come tutti gli europei in generale, appaiono abbastanza graditi ai datori di lavoro italiani, con un indice di accesso all’occupazione che supera il 50%. Tra loro, però, è meno spiccata la propensione all’esercizio di un’attività autonoma imprenditoriale (5,1% dei soggiornanti). Inoltre, il 3,1% è presente per studio - per ampliare questa realtà andrebbero messe in campo politiche mirate - e l’1,2% per motivi religiosi. Abbastanza frequenti i matrimoni misti: nel 2002 su 9.278 acquisizioni di cittadinanza a seguito di matrimonio il 40,3% riguardano cittadini dell’Est, mentre sono rari i casi di naturalizzazione (solo 156 su 917).  
     
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