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CONGIUNTURA TESSILE/ABBIGLIAMENTO: VENTI DI CRISI

Milano, 19 gennaio 1999 - Nella 98ma rilevazione dell'Osservatorio Congiunturale Tessile-Abbigliamento, realizzata dalla SNIA e dalla Federtessile, si afferma che "gli effetti diretti e/o indiretti delle crisi esterne (Paesi del Sud Est asiatico, recessione del Giappone e problemi della Cina, crisi della Russia, rallentamenti e precarietà in Sud America) hanno inciso ancora negativamente sull'evoluzione dei settori industriali in Europa e Nord America, togliendo crescita, affievolendo, rendendo più incerte e rischiose le prospettive sulle più recenti congiunture del Tessile/ Abbigliamento in Italia, Europa e USA". Rilevando che l'economia italiana registra una crescita largamente inferiore rispetto al resto dell'Europa e alle aspettative, sia per il 1998 che nelle previsioni per il 1999, nella rilevazione si afferma che anche il T/A italiano è stato colpito dalla crisi in misura maggiore di quanto accaduto agli altri paesi europei (nel Regno Unito il ciclo è differente). Le vendite al dettaglio dei prodotti T/A nei primi 11 mesi 1998 hanno avuto andamenti positivi nei principali paesi europei ad eccezione della Germania (quasi -1%) e con il Regno Unito in rallentamento molto marcato rispetto agli elevati livelli del 1997. Buoni livelli in USA con inizio della Christmas Season molto positivo. Nel rapporto, presentato da Gianluigi Berrini della SNIA, si afferma che la situazione per l'intero anno non dovrebbe cambiare, con qualche possibile recupero (temperature favorevoli, vendite natalizie). Nel sistema T/A italiano la pressione dell'import, specie di quello a prezzi più bassi (paesi del Sud Est asiatico con forti svalutazioni, Turchia, ecc. ) è cresciuta ulteriormente in tutta la filiera, dalle fibre ai prodotti finiti, aiutata anche dall'indebolimento del dollaro, con una gamma prodotto molto allargata soprattutto nei fili man made e nei primi stadi a monte. I prezzi dei prodotti della tasformazione tessile, non sostenuti dalle materie prime o in calo o su bassi livelli, con domanda in contrazione, aspra concorrenza e import ad ogni prezzo, hanno registrato flessioni di rilievo soprattutto nei tipi standard. I prezzi degli articoli finiti sono sempre sottoposti a forti pressioni anche nelle fasce più alte per i vincoli posti dalla distribuzione su tutti i mercati, per l'accresciuta concorrenza e per l'aumento rilevante delle importazioni. I margini delle aziende risultano ancora fortemente compressi. Il T/A italiano, pur con consumi finali in crescita sul mercato interno, non riesce a compensare gli effetti negativi delle situazioni delle crisi esterne (minor export, forte aumento dell'import) con la domanda europea che risulta più faticosa anche se in tenuta per diversi prodotti con quella nord americana e con gli sforzi di penetrazione su nuovi mercati . Anche la domanda interna delle aziende risente in termini di volumi e di prezzi dell'erosione delle importazioni, sia nella trasformazione che nella maglieria e nell'abbigliamento. Nei confronti della precedente rilevazione ( autunno/inverno 1998/1999) gli ordini risultano ancora in calo (particolarmente dall'estero) in tutti i comparti della trasformazione tessile : ordini Italia (compreso l'export delle aziende clienti) -6% circa; ordini estero -9%. Nella confezione gli ordini Italia hanno una flessione molto leggera nel complesso (mediamente inferiori al normale solo la maglieria e di poco l'abbigliamento uomo ); gli ordini dall'estero hanno contrazioni meno accentuate, con l'eccezione delle calze donna, di quelle dei settori a monte. I cali della domanda, spesso repentini e superiori alle attese, le flessioni delle materie prime (particolarmente elevate nella lana e anche nel cotone, nei fili poliestere, nei fiocchi acrilici e poliestere) insieme a clienti che ritardano gli acquisti comprando al minimo a fronte di una offerta eccedente e a prezzi calanti, hanno portato a rilevanti aumenti degli stocks di prodotti finiti nella trasformazione - ulteriormente appesantiti in diversi comparti e segmenti e deprezzati per la flessione dei prezzi delle materie prime ed in tali casi anche negli stadi a valle (calze donna, soprattutto). In numerosi comparti e segmenti questa situazione ha portato a lavorazioni a tempo ridotto e cassa integrazione e ha aumentato la selettività del mercato, con difficoltà specie per le strutture aziendali poco flessibili. Il flusso della stagione primavera/estate 1999, largamente inferiore nel complesso rispetto alla corrispondente stagione 1998, non ha ridato tono alla situazione difficile della maglieria esterna e della sua filiera, se non parzialmente nella circolare, che presenta migliori andamenti nelle fasce medio alte e alte per maglieria molto leggera, con ricerca di mano e aspetti diversi per uscire dal prodotto più corrente, che subisce fortemente, come in molti altri comparti e/o segmenti, la pressione delle importazioni a basso prezzo. Nella trasformazione è risultato largamente positivo il comparto della maglieria indemagliabile nel misto elastomero, ma con diffuse preoccupazioni per le prospettive della prossima stagione mentre, pur con contrazioni, hanno registrato livelli normali gli ordini totali della tessitura cotoniera, maglieria circolare, raschel. Alcuni comparti, come la testurizzazione (specie nel poliestere) i prodotti tessili speciali e recentemente la torcitura, hanno avuto contrazioni di rilievo, con ordini totali sotto i livelli normali, ancora per un marcato effetto import a tutti i livelli della filiera e per un ridimensionamento degli ordini estero diretti e/o delle aziende clienti. La situazione è divenuta più difficile, con ulteriori cali negli ordini già insoddisfacenti, nelle filature laniere pettinate soprattutto per i filati maglieria, nelle filature cardate, nelle filature cotoniere specie per maglieria, nelle tessiture laniere (in una stagione che ha anche ridato tono al cotone e alle mischie), nelle tessiture fili continui, soprattutto per quelle aziende che non hanno costruito una identità propria anche di prodotto. Le tintorie risentono della situazione generale, con sottoutilizzi di capacità e cassa integrazione in diversi segmenti. La stampa continua ad essere globalmente molto depressa, specie nel distretto di Como, con spunti positivi in alcuni impieghi. Negli stadi della confezione risultano superiori al normale solo gli ordini totali dell'abbigliamento donna mentre hanno ordini normali l'abbigliamento bambino, il corredo casa e la pavimentazione tessile. Tutti gli altri comparti hanno ordini insoddisfacenti, con ordini estero in forte flessione nelle calze donna. Il mercato - si dice nella rilevazione è sul breve, alla giornata in diversi segmenti, con prospettive molto incerte. Le variazioni degli indici di sintesi del Sistema T/A in confronto con la rilevazione di settembre con quella di marzo sono: previsioni -6, 4% Ordini Italia -3, 7% Ordini estero -7, 8% stocks materie prime -1, 1% stocks prodotti finiti +4, 7%. Ordini Italia e estero sono inferiori ai livelli valutati normali; gli stocks di prodotti finiti sono molto appesantiti e superiori al normale. Nei confronti della corrispondente stagione precedente le variazioni degli indici di sintesi sono : Ordini Italia -6, 1% Ordini Estero -13, 6% stocks di prodotti finiti +16, 4%. Per il commercio internazionale, il trend di crescita dell'import in Europa Occidentale continua in modo preoccupante anche nei primi 7 mesi 1998: l'import di prodotti tessili è ancora aumentato dell'11% circa in quantità e quello dell'abbigliamento del 6%, nonostante le rilevanti quote di penetrazione raggiunte. Gli scambi con l'estero del T/A italiano nei primi 8 mesi 1998 confermano un ulteriore rallentamento dell'export (+3, 1% in quantità e + 5% in valore). L'export di abbigliamento è complessivamente in tenuta (+4, 9% in quantità e +6, 2% in valore) ; quello di maglieria e calzetteria è fortemente rallentato in quantità (0, 0 %) ed è cresciuto in valore (+3, 5%). L'export tessile è rallentato sia in quantità (+3, 5%) sia in valore (+5%). L'export T/A è cresciuto in modo contenuto (+1, 9% in quantità e +4, 2% in valore) verso l' UE ma soprattutto verso l'Europa centro orientale (+19, 9% e +30, 4% rispettivamente ) e in minore misura verso il Nord, Centro e Sud America. È calato verso l'Asia con variazioni negative in quantità e valore (-15, 5 e -14, %). L'import (T. P. P. compreso) è ancora aumentato (+8, 6% in quantità e +14, 3% in valore) dopo la forte crescita del 1997. Nell'abbigliamento è stato di +9, 8% in quantità e + 15 % in valore ma in maglieria e calzetteria la crescita è stata molto accentuata dopo quella elevata del 1997: +21, 4% in quantità +24, 2% in valore. Nel tessile l'aumento è stato rispettivamente +6, 6% e +10, 6% specie nei tessuti di cotone e di fili continui chimici. Il saldo in valore del T/A è sceso dell'1, 5%. Berrini ha detto che "le previsioni degli operatori scontano per il 1999 un quadro macroeconomico complesso e molto incerto, con forti rischi"

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