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SCHIZOFRENIA: RICERCA EUROPEA SU NUOVO APPROCCIO TERAPEUTICO ATIPICO

Londra, 12 maggio 1999 - La società farmaceutica Eli Lilly ha riferito che, secondo i risultati di una nuova ricerca, condotta su quasi 900 psichiatri di 9 Paesi europei, l'88% degli psichiatri ritiene che i nuovi antipsicotici "atipici" rappresentino un elemento fondamentale per un efficace trattamento della schizofrenia "a tal punto che l'83% degli intervistati li prescriverebbe ad un familiare". Tuttavia, nonostante i vantaggi offerti rispetto ai vecchi antipsicotici "tipici", il loro uso rimane limitato in Europa: essi rappresentano mediamente il 27% delle prescrizioni per gli antipsicotici in Europa (il 14% in Italia). I risultati della ricerca sono stati presentati durante un meeting a Londra durante il quale i più importanti psichiatri europei e l' EUFAMI, organizzazione che difende i diritti dei malati di schizofrenia e di coloro che se ne prendono cura, hanno chiesto un più completo accesso all'uso dei nuovi farmaci. I preparati atipici permettono di controllare efficacemente le allucinazioni, la depressione e le manie di persecuzione che possono produrre effetti devastanti e persino fatali sulla vita del paziente schizofrenico. Benchè i vecchi antipsicotici tipici consentano di stabilizzare le condizioni dei pazienti, il loro uso è più di frequente associato alla comparsa di effetti collaterali debilitanti (parkinsonismo e movimenti incontrollati) che possono permanere anche dopo la fine del trattamento e possono diventare "un marchio infamante"quanto la stessa malattia, inducendo i pazienti a interrompere l'assunzione della terapia prescritta. La ricerca ha rivelato che i pazienti non verrebbero sottoposti alle nuove terapie sia per i costi che per la riluttanza a cambiare terapia a quei soggetti che risultano 'stabilì sotto l'azione dei trattamenti tradizionali. Tuttavia, gli psichiatri intervistati hanno dichiarato che se i problemi legati al costo venissero superati, essi prescriverebbero gli antipsicotici atipici all'80% dei loro pazienti. Il numero di antipsicotici atipici prescritti è molto più basso in Europa che in USA dove alcuni pazienti hanno denunciato i propri medici curanti a causa dei permanenti effetti collaterali prodotti dal trattamento con farmaci tradizionali. Esther Twomey, vice presidente della Federazione Europea delle Associazioni delle Famiglie dei Malati Mentali (EUFAMI), ha dichiarato che "è uno scandalo che in Europa ai pazienti affetti da schizofrenia venga negato l'accesso alle migliori terapie, compresi i farmaci d' avanguardia". "Esortiamo la comunità medica e le agenzie governative finanziarie europee ha proseguito Twomey a fornire ai malati di schizofrenia l'opportunità di beneficiare delle più efficaci terapie farmacologiche disponibili. Altrettanto importanti sono le cure e le pratiche di supporto che offrono ai malati una possibilità di ritornare a vivere una vita completamente indipendente. Pur riconoscendo che questi farmaci non sono indicati per tutti coloro che soffrono di schizofrenia, chiediamo che a tutti i malati schizofrenici venga data la possibilità di vivere una vita migliore". La ricerca ha rivelato che l'85% degli intervistati crede che per i pazienti schizofrenici il futuro della terapia sia rappresentato da una combinazione di trattamento ospedaliero e comunitario. Ipotesi in linea con gli studi clinici che hanno dimostrato come i nuovi antipsicotici possano favorire l'integrazione dei pazienti nella società , la loro dimissione dalle strutture ospedaliere, il mantenimento dell'attività lavorativa e l'indipendenza dalle sovvenzioni statali. L'indagine ha mostrato come in alcuni paesi quali l'Italia, la Spagna e il Regno Unito esista la convinzione che i finanziamenti governativi siano insufficienti e che le strutture di cura della comunità operino in maniera inadeguata. Queste evidenze sottolineano la necessità di nuovi trattamenti farmacologici e della disponibilità di appropriati servizi sociali di supporto che garantiscano il successo del processo di reintegrazione. Nonostante la ricerca evidenzi che gli psichiatri riconoscono chiaramente i benefici dei nuovi antipsicotici atipici, e sebbene il 70% degli intervistati ammetta che il loro uso è associato ad una riduzione degli effetti collaterali, oltre la metà degli specialisti interpellati si dichiara più riluttante a cambiare la terapia ai pazienti schizofrenici rispetto a quelli colpiti da altre malattie. Il professor Robin Murray, docente di Psicomedicina dell'Institute of Psychiatry del Regno Unito, ha detto che "i risultati della ricerca sono estremamente positivi in quanto mostrano che la maggior parte degli psichiatri europei intervistati riconoscono i benefici clinici dei farmaci atipici. Tuttavia, gli psichiatri sono spesso riluttanti a far passare un paziente da un trattamento convenzionale a una terapia con antipsicotici atipici per paura, principalmente, delle ricadute o della comparsa di effetti collaterali. È importante che i medici informino i propri pazienti dell'esistenza di questi nuovi trattamenti sottolineando che molti sono già passati con successo all'uso degli antipsicotici atipici. I nuovi farmaci atipici bloccano chimicamente a livello cerebrale l'azione di diversi neurotrasmettitori la cui presenza in alte concentrazioni è stata associata alla comparsa della schizofrenia. La Eli Lilly ha concluso affermando che nei trial clinici l'olanzapina, il prodotto che la casa americana ha messo a punto, si è dimostrata efficace nel trattamento dei sintomi positivi, negativi, depressivi e cognitivi della schizofrenia e ha mostrato una bassa incidenza degli effetti collaterali.            

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