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MARKETPRESS
 
Giovedì 4
 
maggio 2000
 
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QUINTO RAPPORTO SULL'ECONOMIA GLOBALE E L'ITALIA : "UN CAPITALISMO BELLO E PERICOLOSO" IN AMERICA LE FAMIGLIE NON RISPARMIANO PIU'...INVESTONO 

Milano, 4 maggio 2000 - E' stato presentata ieri la quinta edizione del rapporto sull'economia globale e l'Italia, un lavoro che nasce dalla collaborazione tra il Centro di Ricerca e Documentazione Luigi Einaudi ( www.centroeinaudi.it  ) e la Lazard Vitale Borghesi & C i cui diritti, derivanti dalla vendita saranno devoluti a favore di attività di ricerca. L'autore del volume è Mario Deaglio , professore di Economia Internazionale all' Università di Torino è stato direttore de " Il Sole 24 Ore " ed e attualmente è anche editorialista de " La Stampa" si su quello che vuole essere un breve riassunto del suo rapporto che, per praticità, è stato suddiviso in 10 punti che sottolineano i passaggi più significativi del volume. 1. Diseconomia beffarda si prende gioco delle previsioni - Sono almeno cinque le grandi previsioni sbagliate del 1999: a) la crisi asiatica è durata meno del previsto; b) l'economia americana non ha rallentato ma anzi accelerato l'espansione; e) l'euro non ha retto il cambio con il dollaro ma anzi ne è stato schiacciato; d) l'economia giapponese è ripartita senza preavviso e, sempre senza preavviso, sembra essersi arenata; e) il prezzo del greggio è salito oltre ogni aspettativa. Questi errori di previsione sono tipici delle epoche di forte transizione tecnologica che genera una grande incertezza. Complessivamente il sistema si è riequilibrato al prezzo di un forte aumento del deficit estero degli Stati Uniti (ormai un miliardo di dollari al giorno) e di tensioni inflazionistiche soprattutto in Europa. 2. Stati Uniti: dietro le nuove tecnologie, aumenti salariali nascosti. Nuove tecnologie, più elevata produttività, più alta "velocità di sicurezza"; tutto questo, però, non è sufficiente a spiegare l'assenza di inflazione. Queste condizioni eccezionali sembrano derivare dalla presenza di due mercati del lavoro separati: nell'economia tradizionale c'è un eccesso di offerta, anche grazie alla forte immigrazione irregolare, ai secondi lavori, alla riduzione dell'assistenzialismo, nella "new economy" c'è un eccesso di domanda da parte delle imprese ma un numero ampio e crescente di addetti è remunerato con "stock options" che sfuggono all'indagine statistica. La "torta" si allarga per tutti ma i vantaggi non sono equamente distribuiti, libertà fa rima con durezza. Nascono di qui i disagi che portano alle proteste contro la globalizzazione. 3. L'Europa non può copiare il "modello americano" ma deve svilupparne uno proprio. E' infatti troppo diversa la demografìa (popolazione europea meno mobile, più vecchia, con un terzo in meno di natalità); la differenza nel tasso di disoccupazione è largamente da attribuire alla maggiore difficoltà del lavoro femminile in Europa, dove le protezioni dello stato sociale portano a una minore occupabilità delle donne; l'istruzione universitaria europea, mediamente di migliore qualità, tocca solo il 20-40 per cento dei giovani contro il 60 per cento negli Stati Uniti e non è sufficiente a diffondere un "alfabetismo di base" nelle nuove tecnologie; le forti spese americane per la difesa hanno forti e positive ricadute tecnologiche ed economiche. L'Europa ha dalla sua qualche vantaggio ma deve lavorare per costruire una propria via. 4. Oltre la sovranità nazionale: invecchiamento e migrazioni, debiti e economia illegale come problemi planetari. Numerosi sviluppi del 1999 hanno mostrato che la dimensione e la sovranità nazionale possono dirsi superate non solo sul piano politico (interventi nel Kossovo e a Timor Est) ma in molti altri aspetti della vita. La popolazione invecchia rapidamente non solo nei paesi avanzati ma anche in quelli emergenti e le migrazioni, determinate largamente da motivi demografico-economici, creano precise linee di "tensione migratoria"; l'indebitamento dei paesi poveri è un problema mondiale e non più bilaterale, così come i circuiti economici illegali. L'approccio alla soluzione di molti di questi problemi, però, continua a essere inteso in senso esclusivamente nazionale o di area . 5. Istituzioni dell'economia globale sofferenti e carenti. Wto contestata, negoziati per ulteriori liberalizzazioni interrotti; dimissioni anticipate del direttore del Fondo Monetario Internazionale e sofferta ricerca di un successore; dimissioni polemiche del vicepresidente della Banca Mondiale, Sono tutti segni di inadeguatezza delle istituzioni dell'economia globale, per la quale si agitano, ma senza troppa incisività, nuovi progetti. 6. Per la Borsa è giustificato un cauto pessimismo, anche prima della recentissima caduta del Nasdaq. Il confronto con grandi cicli espansivi precedenti (lascia supporre la fine dell'espansione ma non necessariamente una caduta rovinosa. Contro la continuazione dell' espansione giocano il possibile ridursi delle grandi fusioni e acquisizioni (le maggiori sono già avvenute), le vulnerabilità derivanti da stock options, dall'online trading, dall'influenza sui mercati di poche grandi case finanziarie, dall'incidenza delle nuove regole (il caso Microsoft-Antitrust) . 7. La mappa del nuovo capitalismo tende a consolidarsi? Il potere di mercato degli Stati Uniti continua ad aumentare, quello del Giappone ha forse arginato il crollo, l'area dell'euro è deboluccia, con meno del 15 per cento della capitalizzazione totale. La "mappa" delle mille maggiori società quotate, redatta in base al valore di mercato mostra una grande rotazione, ma le prime 100 si distaccano nettamente dalle altre e potrebbero consolidarsi ai vertici dell'economia mondiale. Tra queste 100 imprese, il 77, 9 per cento del valore di mercato è anglosassone. Questo quadro fa da sfondo alle grandiose "guerre stellari" di tipo tecnologico-imprenditoriale che hanno cambiato la faccia dell'economia e delle società avanzate. 8. L'Italia, paese vecchio, e i suoi problemi strutturali. Il livello della crescita italiana si è confermato nettamente più basso della media europea nel 1999, rinforzando una tendenza decennale al declino; alla base vi è una struttura demografica nettamente negativa sin dagli anni ottanta che conduce a una spesa sociale rivolta in maniera decisamente preponderante verso gli anziani con il blocco di fatto delle spinte innovative. Le distorsioni italiane non hanno impedito un forte segnale di ripresa congiunturale e occupazionale dopo la metà del 1999 e nella loro valutazione bisogna tener conto dell'importanza, grande e crescente, della occupazione irregolare (pag. 140- 146). In una prospettiva di lungo periodo, il blocco di scuola e trasporti risulta il più dannoso. I tentativi di rinnovamento non sono mancati ma risultano, nel complesso, scarsamente adeguati . 9. Verso un nuovo modello di capitalismo italiano: I principali segnali di rinnovamento si sono manifestati nell'assetto finanziario in particolare con le grandi operazioni Olivetti-Telecom Italia e Generali-Ina, dai quali è emersa una struttura proprietaria complessivamente più "contendibile" del passato. I mutamenti nella struttura finanziaria hanno riguardato anche il gruppo Fiat-Ifi e il gruppo Pirelli, per quanto concerne il capitale privato; per le imprese pubbliche ed ex-pubbliche e per le banche la riorganizzazione è stata ancora più profonda, con il dissolvimento delle nette linee di demarcazione che contraddistinguevano i vecchi "imperi economici". Contemporaneamente, nel mondo delle piccole e medie imprese si accentuava Ìl fenomeno delle cosiddette "multinazionali tascabili", il "made in Italy" si ridefiniva in un contesto globale, il settore alimentare "riconquistava" aziende in precedeza cedute all'estero, la meccanica e il commercio mostravano nuove iniziative; e nascevano intanto settori nuovi, dal turismo all'intreccio tra sport, spettacolo e televisione fino alla ragguardevole presenza italiana nella telefonia cellulare e a quella nascente nelle applicazioni delle reti elettronice. 10. Conclusione: perché questo capitalismo è bello?.... In un'ottica globale, si deve registrare il miglioramento deciso e diffuso del reddito e del benessere di gran parte degli abitanti del pianeta (oltre 10 anni di speranza di vita alla nascita guadagnati dalla popolazione mondiale nell'ultimo ventennio) da attribuirsi in buona parte a nuovi sistemi di produzione e di organizzazione nei quali il mercato internazionale assume grande rilevanza, per non parlare delle entusiasmanti conquiste tecnologiche e intellettuali. Naturalmente non vanno nascoste le durezze e le difficoltà, ma le alternative sono decisamente peggiori. ....e perché è pericoloso? Perché questa crescita sta creando forti tensioni di ogni tipo, aumenta i divari, crea di fatto concentrazioni di potere economico con il rischio di brusche chiusure monopolistiche, diventa sotto vari aspetti, più fragile e vulnerabile. E anche per il peso di una gravosa analogia storica con la grande stagione dello sviluppo di fine Ottocento, terminato disastrosamente con la Prima Guerra Mondiale. Edito da Guerrini e associati il volume ha un prezzo di copertina di 32 mila lire. 

SSB: APPROVATO IL BILANCIO 1999, FATTURATO A 130 MILIARDI (+18%) CONTINUA IL TREND POSITIVO DELLA SOCIETÀ CHE INTENDE ESPANDERSI ANCHE A LIVELLO EUROPEO ED INTERNAZIONALE 
Milano, 4 maggio 2000 - Un fatturato di 130 miliardi da lire (+18% rispetto al 1998), un patrimonio netto di circa 47 miliardi di lire (+24%), un risultato operativo di 29 miliardi di lire (+10%); questi i risultati finanziari 1999 di SSB, società leader nella realizzazione e gestione di servizi informatici per le Banche. Costituita nel 1992 con sede a Milano, Ssb ha saputo sviluppare negli anni un know-how e una competenza tecnologica molto elevati, raggiungendo livelli di servizio e capacità gestionali tali da evidenziarla quale società leader nella realizzazione e gestione dei sistemi di pagamento, nel processing dello carte, nel corporate banking, nei servici di pagamento per l'e-commerce e nello sviluppo di sistemi di sicurezza per le transazioni in rete. "/ risultati conseguiti confermano il trend di crescita intrapreso dalla società sin dall'anno della sua costituzione - dichiara Marco Martini, presidente e amministratore delegato di Ssb - Nel corso dell'anno, abbiamo acquisito 78 nuovi clienti di cui 43 banche e 35 aziende. In particolare, il business dei servizi in rete è stato supportato dalla crescita notevole delle utenze Internet che sono aumentate in Italia del 92% passando da 2, 5 a 4, 8 milioni. L'obiettivo che ci siamo prefissati è quello di divenire, nel corso del 2000, un operatore internazionale capace di distinguersi per l'elevata qualità dei servizi offerti in tutte le aree di business nelle quali opera". La compagine azionaria di Ssb è costituita da 192 banche italiane, mentre la sua clientela è composta da tutte le principali banche nazionali e da quelle internazionali operanti in Italia. Guidata da Marco Martini (presidente e amministratore delegato, in carica dal mese di maggio '99) e da Marco Bellinzoni (direttore generale), Ssb, in seguito all'acquisizione del ramo di Servizi Interbancari dedicato al processing delle carte di credito avvenuto nelle) scorso gennaio, è divenuta operatore di riferimento nel settore con oltre 25 milioni di carte gestite (debito e credito). Ad oggi il personale è composto da 395 unità. Per quanto riguarda i principali servici gestiti, Ssb nello scorso anno ha trattato oltre 3 miliardi di operazioni interbancarie. Maggiori dettagli sono fomiti nel sito aziendale. Infolink: www.ssb.net  

IN FORTE CRESCITA LE ATTIVITA' E L'UTILE NEL I° TRIMESTRE PER LA BANCA POPOLARE DI VERONA-BANCO S. GEMINIANO E S. PROSPERO LA RACCOLTA TOTALE A 62.000MILIARDI (+8, 7%) L'UTILE NETTO DEI PRIMI TRE MESI DEL 2000 A 65 MILIARDI (+50%) 
Verona, 4 maggio 2000 - Un avvio d'anno assai positivo quello realizzato dalla Banca Popolare di Verona - Banco S. Geminiano e S. Prospero che al 31/3/2000 e in confronto con gli analoghi dati al 31/3/1999, resi omogenei, ha fatto registrare un andamento in sensibile sviluppo in tutti i comparti di attività e nelle diverse componenti economiche. In particolare la raccolta totale è passata da 57.107 miliardi di fine primo trimestre del 1999 a 62.098 miliardi a fine marzo 2000 con un aumento dell'8, 7% e una variazione in valore assoluto di 4.991 miliardi. La componente relativa alla raccolta indiretta è passata dai 36.544 miliardi di fine marzo 1999 ai 39.780 miliardi di fine trimestre scorso, con una crescita dell'8, 9%. Il dato relativo al risparmio gestito ha espresso la dinamica più vivace passando dai 21.095 miliardi del primo trimestre del 1999 ai 24.689 miliardi al 31/3/2000 con un aumento del 17%. Gli impieghi lordi alla fine del trimestre sono saliti a 21.884 miliardi che rispetto al dato dei dodici mesi precedenti, pari a 17.932 miliardi, pone in luce un incremento del 22%. Il rapporto tra sofferenze lorde/impieghi lordi è sceso ulteriormente passando dal 3, 3% al 2, 7%. Al netto delle svalutazioni l'indice risulta pari all'1, 6% rispetto al 2, 1% del corrispondente periodo del 1999 confermando il trend qualitativo dei crediti erogati dalla Banca. Il positivo andamento delle attività complessive si è quindi riflesso sull'andamento economico del periodo che al 31/3/2000 ha evidenziato risultati positivi in tutte le sue componenti. In dettaglio il margine di interesse è salito a 198 miliardi con un incremento del 9, 2% rispetto ai 181 miliardi di fine primo trimestre del 1999. In evidenza il margine dei servizi che ha raggiunto la consistenza di 165 miliardi che rispetto ai 129 miliardi al 31/3/1999 ha fatto registrare uno sviluppo del 27, 8%. Un rilevante contributo alla performance della voce è stato dato dalle commissioni nette da servizi con un risultato di 153 miliardi rispetto ai 115 miliardi di fine marzo 1999 con un aumento del 33, 9%. Il margine di intermediazione si è quindi saldato in 363 miliardi con una variazione positiva del 16, 9% rispetto ai 311 miliardi risultanti al 31/3/2000 e alla sua formazione concorre il margine di interesse per il 54, 5% e il margine dei servizi per il restante 45, 5% e tale composizione dà significativa evidenza all'attività di diversificazione dei propri flussi reddituali realizzata dalla Banca. Il risultato della gestione è infine passato dai 136 miliardi del 31/3/1999 ai 184 miliardi di fine marzo 2000 con una crescita del 35, 3%. L'utile delle attività ordinarie ha raggiunto la consistenza di 118 miliardi che nel raffronto con i 74 miliardi di fine marzo 1999 esprime un incremento del 59, 3%. L'utile netto del periodo considerato ha espresso un totale di 65 miliardi contro i 43 risultanti alla chiusura del corrispondente 1° trimestre del 1999 con un aumento del 50, 2%. 

AIR LIQUIDE ITALIA ARCHIVIA POSITIVAMENTE IL BILANCIO 1999
Milano, 4 maggio 2000 - Il Gruppo Air Liquide Italia, leader in Italia nel settore dei gas industriali, medicinali e dei servizi a loro associati, conclude positivamente il 1999. Il fatturato consolidato è stato di 804, 5 miliardi di lire e l' utile netto di 42, 6 miliardi di lire, con una crescita rispettivamente di 80, 1 miliardi (+ 11, 1%), e +14, 7 miliardi (+ 52, 7%) sui valori del 1998. I dati sono depurati dell'attività saldatura a seguito della sua uscita dal perimetro di consolidamento. Fatturato: (miliardi di Lit): 1997 663, 8 ; 1998- 724, 4; 1999 -804, 5 crescita (98-99) 11, 1%. Utile netto: 1997- 25, 4; 1998-27, 9; 1999-42, 6 crescita (98-99) 52, 7. Pur in un clima non favorevole dell'economia italiana, caratterizzato da un andamento negativo della produzione industriale sino a novembre, Air Liquide Italia ha continuato la sua crescita grazie all'allargamento della propria offerta, agli investimenti nei "Grandi progetti" ed allo sviluppo di nuovi servizi sia per il mercato dell'industria che della sanità. La crescita del fatturato e dell'utile netto che negli ultimi sette anni sono aumentati mediamente e rispettivamente del 7, 9 % e del 22, 3 % hanno permesso nel 1999 ad Air Liquide di continuare ad investire in Italia superando, considerando lo stesso periodo, la soglia dei 1000 miliardi. Gli investimenti più importanti si sono indirizzati verso la produzione primaria dei gas dell'aria per i grandi progetti , il rinnovamento della struttura produttiva e l'estensione delle attività. E' proseguita inoltre l'opera di semplificazione e razionalizzazione della struttura societaria con la creazione di una società di produzione alla quale sono stati conferiti i principali impianti di produzione e con la fusione per incorporazione di Fro Saldatura S.r.l. e Venetogas S.r.l. Nell'anno è stata inoltre realizzata l'acquisizione di un ulteriore 39 % della I.S.O. S.p.a. di Palermo portando al 98 % la partecipazione complessiva. Franco Moscetti, Amministratore Delegato di Air Liquide Italia, ha così sintetizzato i risultati del 1999: "I risultati ottenuti in Italia sono il frutto di un lavoro che ci ha visto impegnati nell'allargamento della nostra offerta e lo sviluppo di servizi al mondo dell'industria e della sanità. L' attività Sanità, svolta attraverso la controllata Air Liquide Sanità, ha avuto una crescita del fatturato a due cifre rispetto al 98, soprattutto grazie allo sviluppo di nuovi prodotti e servizi sia per il canale ospedaliero che per quello domiciliare. E' un settore molto importante nel quale abbiamo grandi opportunità di crescita e dove possiamo proporre una offerta molto innovativa con una serie di servizi legati allo sviluppo delle moderne tecnologie ( telemedicina, telesoccorso ecc.). Per il 2000 il Gruppo Air Liquide si aspetta di trarre importanti benefici dalla ripresa dell'economia italiana, dal continuo impegno nello sviluppo di nuove applicazioni per i gas convenzionali e di nuovi servizi e tecnologie che andranno ad ampliare la propria offerta." Aggiunge Olivier Imbault, Direttore Generale di Air Liquide Italia: " A livello industriale è stato importante per la crescita del fatturato l'avviamento dell'unità di produzione di ossigeno gassoso in Sicilia per la Isab Energy. Questa nuova unità produttiva, la terza al mondo per capacità installata, soddisferà i fabbisogni dell'impianto di cogenerazione (512MW) realizzato da Isab Energy, destinato a coprire il 2% circa del fabbisogno nazionale energetico. Inoltre la forte crescita della divisione elettronica (+64%) e l'ulteriore crescita degli impianti on site e dei servizi ci conferma nella nostra strategia di diversificazione e innovazione. Per il 2000 è prevista l'entrata a regime di una nuova unità produttiva, ancora più grande di quella di Priolo, per alimentare l'impianto di cogenerazione realizzato dalla Sarlux in Sardegna." Conclude Franco Moscetti: "I risultati italiani sono in linea con quelli ottenuti dal Gruppo Air Liquide nel mondo. Il Gruppo, grazie ad una forte accelerazione della crescita del suo fatturato nel secondo semestre 99, ha archiviato l'anno con un incremento della cifra d'affari del +10, 2% e del risultato netto del +9, 6% rispetto all1998 continuando l'andamento positivo registrato negli ultimi anni. La strategia di "ascolto del cliente", che da sempre caratterizza il Gruppo, ci ha permesso di costruire una base solida di clienti sia nell'industria che nella sanità, ed un modello di crescita dinamica tesa ad allargare sempre di più la nostra offerta con lo sviluppo di servizi ad alto valore aggiunto. " Il Gruppo Air Liquide occupa, nel mondo, 28.000 addetti e realizza un fatturato di oltre 6, 5 miliardi di euro. E' quotato alla borsa di Parigi ed opera con 125 consociate in oltre 60 paesi, servendo un milione di clienti. In Italia, il Gruppo impiega circa 1.500 dipendenti ed è radicato sul territorio nazionale con ben 18 unità operative. A guidare Air Liquide Italia sono l'amministratore delegato Franco Moscetti e il direttore generale Olivier Imbault. 

SUL MERCATO ITALIANO ED INTERNAZIONALE UNIBON SALUMI 275 MILIARDI E SENFTER 240 MILIARDI 
Milano, 4 maggio 2000 - Da unajoint venture paritetica tra Unibon Salumi E Senfter nasce il "multi-specialista" di salumi italiani più importante a livello internazionale, che offrirà una gamma completa di salumi prodotti in casa sotto il proprio controllo e ne curerà la commercializzazione, attraverso una sapiente integrazione del meglio dell 'arte salumiera italiana, che sempre più sta affermandosi nel mondo. E' cominciato il 3 maggio 2000 a Milano il lungo cammino che Unibon Salumi (Modena) e Senfter (San Candido - Bz) hanno deciso di intraprendere insieme, ognuna con la propria storia e la propria esperienza" per creare un patrimonio comune per affrontare meglio i mercati di tutto il mondo. La joint venture, che sarà completamente operativa a partire dal 1° gennaio 2001, ha come obiettivo principale quello di creare una sinergia di valori tra due aziende leader nel proprio settore, affinchè il sapere dell'una possa affiancarsi al sapere dell'altra. Le due aziende, che mettono insieme tutta la "catena del valore" (acquisti, marketing, ricerca e sviluppo, vendite, logistica, ecc, in Italia e all'estero) saranno gestite come se fossero un'unica azienda, sotto un'unica direzione anche per la parte produttiva. Come dice Gianluigi Nicoletti, attuale Direttore Operativo di Unibon Salumi e futuro direttore generale di Italia Salumi, l'odierna joint venture "permetterà alle due aziende di dare maggior valore a tutta la filiera, con il controllo di tutto il percorso dalla materia prima alla trasformazione e distribuzione dei prodotti fino al cliente finale, creando efficienze che possano liberare risorse per lo sviluppo ed il miglioramento del servizio. Con questa joint venture le aziende insieme raggiungeranno un giro d'affari che già nel 2001 supererà i 600 miliardi di cui oltre il 20% all'estero. Infolink: www.unibon.it  www.senfter.it 

DA SAS E TIM: UN PROGETTO DI CUSTOMER PROFILING CHE ANALIZZA IL COMPORTAMENTO DEI CLIENTI PERSONALIZZA LE INIZIATIVE DI MARKETING E CALIBRA L'OFFERTA AI BISOGNI DEL MERCATO 
Milano, 4 maggio 2000 - Tim, primo al mondo nella telefonia Gsm, ha scelto SAS per l'ambizioso progetto di Customer Profiling destinato a massimizzare la conoscenza dei clienti e potenziare l'incisività delle iniziative di Marketing. L'obiettivo del progetto è stato quello di segmentare i bisogni dei clienti, sempre più attenti al rapporto prezzo/qualità del servizio e sempre più propensi a passare da un operatore all'altro a seconda della convenienza che gli viene offerta. Per dare un'idea dell'entità del progetto si tratta di analizzare secondo una pluralità di variabili predefinite qualcosa come 18 milioni di linee telefoniche e di ricavare per ciascuna circa 200 indici descrittivi. A regime sono circa 4 terabyte di dati da estrarre dai sistemi informativi aziendali, collocarli nell'apposito data warehouse di Sas, sottoporre a successive elaborazioni e distribuire agli utilizzatori. La soluzione Sas per il Customer Profiling è stata scelta per la flessibilità e robustezza della tecnologia che sono indispensabili per gestire enormi quantità di dati nonché per le competenze specifiche di Sas nell'area del Customer Relationship Management. La soluzione di Customer Profiling di Sas è composta di quattro sottosistemi: Data Warehouse e metadati; sistema di segmentazione che permette di analizzare i dati secondo statistiche precalcolate o di esaminarli in dettaglio; sistema per il calcolo degli indici predittivi e la cluster analysis che permette dopo la segmentazione di estrarre liste di clienti e ricavare un insieme di indici preziosi per predire il comportamento futuro (ad esempio: indice di margine, di frode, di rischio di insolvenza, di churn - o più semplicemente la propensione del cliente a passare da un operatore all'altro). L'ultimo sottosistema è quello di reporting multidimensionale su Web basato su una molteplicità di data mart che consente a Tim di formulare una quantità rilevante di report significativi e di distribuirli in tempi rapidi a tutta la struttura aziendale. "La scelta compiuta da Tim - commenta Fabrizio Padua, Responsabile della Business Unit di Sas per il settore delle Telecomunicazioni - è un'ulteriore conferma che le nostre soluzioni sono in grado di soddisfare le richieste diversificate di ogni cliente e adattarle alla loro realtà aziendali. Grazie alla modularità, alla scalabilità della nostra offerta e al know-how delle nostre persone, siamo in grado di affiancare l'azienda in un percorso evolutivo graduale che parte dalla definizione di un data warehouse per arrivare alle più sofisticate applicazioni di Customer Relationship Management". Sas è l'azienda leader nelle soluzioni per il supporto decisionale, e-Intelligence, Data Warehousing, Crm, Business Intelligence e Data Mining. Attualmente le soluzioni di SAS Institute sono utilizzate da oltre 3, 5 milioni di professionisti che operano in 33.000 installazioni in 115 Paesi. La filiale italiana, aperta nel 1987 è presente a Milano (Direzione Generale), Roma e Venezia. Conta oltre 600 clienti tra le più importanti aziende italiane ed Enti Pubblici. Infolink: www.sas.com/italy  

APPUNTAMENTO DI ACNIELSEN CON IL MONDO DELLA PRODUZIONE, DISTRIBUZIONE, COMUNICAZIONE E TECNOLOGIA 
Milano, 4 maggio 2000 - Si svolgera' da giovedi' 11 a domenica 14 maggio, nella cornice del Forte Village Resort a Santa Margherita di Pula (Ca), il consueto incontro di Acnielsen - l'azienda leader mondiale nelle ricerche, informazioni e analisi di mercato - con i protagonisti della Business Community. Per il secondo anno consecutivo, Didasco aim - Web Agency sempre piu' chiaramente orientata a proporre soluzioni di marketing communication - concretizzera' il rapporto di collaborazione ormai consolidato con il convegno di Acnielsen Sardegna 2000 nella trasmissione in diretta su Internet di tutti i momenti del Meeting. Didasco aim ripropone questo servizio nella piena convinzione, supportata dai trends di crescita dell'utilizzo del mezzo Internet, che le iniziative di comunicazione delle aziende, entrate ormai di diritto e di fatto nel regime della New Economy, non possono piu' prescindere dal ricorso a tecnologie che fino a poco tempo fa erano esclusivamente opzionali. L'iniziativa si e' resa possibile grazie al contributo di Itnet, societa' del gruppo Wind leader nella fornitura di connettivita' che affianca Didasco aim per l'Incontro Sardegna 2000, garantendo servizi di streaming audio e video. Gli interventi saranno fruibili per intero e rimarranno consultabili agli indirizzi http://www.acnielsen.it  e http://www.didasco.it   per i sei mesi successivi alla conclusione dell'Evento. Disponibili fin da oggi, invece, tutte le informazioni sugli argomenti dell'Incontro. 

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