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GIOVEDI

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Notiziario Marketpress di Giovedì 14 Novembre 2013
SEMESTRE EUROPEO 2014: CONSOLIDARE LA RIPRESA  
 
Bruxelles, 14 novembre 2013 - Il messaggio principale dell´analisi annuale della crescita di quest´anno adottata ieri dalla Commissione è chiaro: la sfida più impegnativa cui è ora confrontata l´economia europea è trovare il modo di sostenere il processo di ripresa in corso. L´adozione dell´analisi annuale della crescita dà inizio al quarto semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche in un contesto in cui la crescita sta ripartendo e gli Stati membri stanno facendo progressi verso la correzione degli squilibri economici accumulatisi prima della crisi. Questo è il motivo per cui nei prossimi dodici mesi la Commissione intende mantenere la sua strategia equilibrata per la crescita e l´occupazione e le sue cinque priorità principali: portare avanti un risanamento di bilancio differenziato e favorevole alla crescita; ripristinare l´erogazione di prestiti all´economia; promuovere la crescita e la competitività, adesso e in futuro; lottare contro la disoccupazione e le conseguenze sociali della crisi modernizzare la pubblica amministrazione. Il Presidente Barroso ha dichiarato: "L´economia dell´Ue è giunta a una svolta. Gli sforzi dell´Ue cominciano a dare risultati e la crescita sta lentamente ripartendo. L´analisi annuale della crescita per il 2014 individua gli ambiti in cui devono essere intraprese riforme più ambiziose per costruire una ripresa duratura e che sia fonte di occupazione." L´analisi annuale della crescita illustra in che modo gli Stati membri si stiano adeguando al processo di coordinamento delle politiche economiche, recentemente rafforzato, nel quadro del semestre europeo e lavorino meglio insieme in base a norme comuni. Quest´anno il coordinamento di bilancio nella zona euro ha raggiunto un livello senza precedenti: per la prima volta, la Commissione valuterà i documenti programmatici di bilancio della zona euro per il 2014 prima che i bilanci siano adottati dai parlamenti nazionali e presenterà una panoramica della politica di bilancio della zona euro considerata nel suo insieme. I risultati della valutazione saranno pubblicati il 15 novembre. Analisi annuale della crescita: relazione sui progressi - Gli Stati membri hanno fatto progressi per ciascuna delle cinque priorità individuate dalla Commissione nel 2013. Per il 2014 vengono proposte le stesse priorità, anche se l´accento è posto su settori diversi per tener conto dell´evoluzione del contesto economico a livello di Ue e internazionale. Risanamento di bilancio - Sono stati compiuti notevoli progressi e il disavanzo di bilancio medio nell´Ue è stato ridotto di circa metà rispetto alla punta di quasi il 7% del Pil raggiunta nel 2009. I livelli del debito rimangono tuttavia elevati e dovrebbero arrivare quasi al 90% del Pil nel 2014 per poi iniziare a scendere. Grazie alla tempestività degli interventi gli Stati membri possono rallentare il ritmo del risanamento e puntare maggiormente a migliorare la qualità della spesa pubblica e a modernizzare la pubblica amministrazione a tutti i livelli. I paesi con un maggior margine di bilancio dovrebbero stimolare gli investimenti e i consumi privati, mentre gli investimenti a lungo termine nell´istruzione, nella ricerca e innovazione, nell´energia e nella tutela dai cambiamenti climatici dovrebbero sfuggire ai tagli di bilancio. Il carico fiscale dovrebbe essere trasferito dal lavoro al consumo, ai beni immobili o all´inquinamento. Ripristinare l´erogazione di crediti - Il settore finanziario è stato in parte risanato e le tensioni sui mercati si sono notevolmente allentate dalla metà del 2012. Gli sforzi prodigati dall´Ue per costruire un´Unione bancaria aumenteranno la capacità delle banche di gestire i rischi futuri. A breve termine, tuttavia, si deve fare di più per ridurre l´elevato debito privato (ad esempio, introducendo o migliorando i regimi di insolvenza per le imprese e le persone fisiche), preparare le banche ai nuovi requisiti patrimoniali e alle prove di stress e agevolare l´accesso delle imprese ai finanziamenti. Crescita e competitività - In seguito alla crisi è stato avviato in tutta Europa un processo di riequilibrio orientato verso una crescita maggiormente basata sulle esportazioni. I progressi sono tuttavia insufficienti in termini di apertura dei mercati dei prodotti e dei servizi alla concorrenza, specie per quanto riguarda il mercato dell´energia e le professioni regolamentate. Occorre inoltre modernizzare i sistemi di ricerca. Disoccupazione e sviluppi sociali - Gli Stati membri hanno fatto progressi per quanto riguarda la modernizzazione del mercato del lavoro e col tempo questo dovrebbe permettere di integrare un maggior numero di persone nella popolazione attiva. Ora bisogna aumentare il sostegno attivo e la formazione per i disoccupati, –anche attraverso il miglioramento dei servizi pubblici per l´impiego e l´introduzione di garanzie per i giovani–, e modernizzare i sistemi di istruzione. Gli Stati membri dovrebbero inoltre monitorare le retribuzioni, per assicurare che siano atte a sostenere sia la competitività sia la domanda interna, e dovrebbero garantire che i sistemi di sicurezza sociale inglobino i soggetti più vulnerabili. Pubblica amministrazione - Diversi Stati membri stanno cercando di migliorare l´efficienza del settore pubblico nazionale, anche attraverso una maggiore cooperazione fra i vari livelli di governo. L´obiettivo prioritario dovrebbe essere la promozione dei servizi pubblici online e la riduzione delle formalità burocratiche. L´analisi annuale della crescita contiene anche raccomandazioni su come approfondire il semestre europeo. Occorre rafforzare la titolarità nazionale delle raccomandazioni specifiche per paese formulate a livello di Ue; a tal fine gli Stati membri dovrebbero coinvolgere maggiormente nel processo i parlamenti nazionali, le parti sociali e i cittadini per garantire che le riforme fondamentali siano capite e accettate. Gli Stati membri della zona euro dovrebbero dedicare più tempo al coordinamento delle grandi riforme, specialmente quelle dei mercati del lavoro e dei prodotti, prima che siano adottate a livello nazionale. Gli Stati membri devono inoltre attuare meglio le raccomandazioni specifiche per paese che ricevono ogni anno a primavera. La Commissione fornirà un contributo su tali questioni per il Consiglio europeo di dicembre. Relazione sul meccanismo di allerta: verso una ripresa equilibrata La relazione 2014 sul meccanismo di allerta, che lancia il prossimo ciclo annuale della procedura per gli squilibri macroeconomici, contiene un´analisi obiettiva delle economie degli Stati membri basata su un quadro di valutazione comprendente indicatori che misurano la competitività interna e esterna. La relazione di quest´anno constata che vari Stati membri stanno compiendo progressi nella riduzione dei disavanzi delle partite correnti e nel recupero delle perdite di competitività. Rileva tuttavia la necessità di intervenire ancora per risolvere i problemi del debito elevato e della posizione patrimoniale netta sull´estero nelle economie maggiormente indebitate, mentre in alcuni paesi persistono avanzi consistenti delle partite correnti che possono essere indice di livelli insufficienti di risparmio e di investimento e dell´esigenza di rafforzare la domanda interna. La relazione raccomanda un esame approfondito dell´evoluzione economica per 16 Stati membri che devono affrontare sfide e rischi potenziali diversi con possibili ripercussioni sul resto della zona euro e sull´intera Ue. La relazione lascia impregiudicati i risultati di tali esami, il cui obiettivo è appurare se esistano squilibri e verificare se gli squilibri individuati in precedenza persistano o siano in via di correzione. Gli esami approfonditi del ciclo precedente pubblicati nell´aprile scorso hanno constatato la presenza di squilibri eccessivi nel caso della Spagna e della Slovenia. I prossimi esami approfonditi valuteranno quindi la persistenza o il rientro degli squilibri eccessivi nonché il contributo delle politiche attuate da questi Stati membri alla loro correzione. Per quanto riguarda la Francia, l´Italia e l´Ungheria, nel ciclo precedente gli esami approfonditi hanno riscontrato la presenza di squilibri che richiedevano un´azione politica risoluta. I prossimi esami approfonditi valuteranno la persistenza degli squilibri. Per gli altri Stati membri per i quali erano stati individuati squilibri (Belgio, Bulgaria, Danimarca, Malta, Paesi Bassi, Finlandia, Svezia e Regno Unito), l´esame approfondito contribuirà a valutare la misura in cui gli squilibri persistono o sono stati corretti. Così come gli squilibri vengono individuati in base alle analisi dettagliate contenute negli esami approfonditi, per concludere che uno squilibrio è stato superato si dovrebbe tenere debitamente conto di tutti i fattori pertinenti con un altro esame approfondito. Si prepareranno esami approfonditi anche per la Germania e il Lussemburgo per esaminarne meglio le posizioni sull´estero e gli sviluppi interni, in modo da verificare l´eventuale esistenza di squilibri in questi paesi. Si giustifica un esame approfondito anche per la Croazia, nuovo membro dell´Ue, perché occorre comprendere la natura e i potenziali rischi che ne caratterizzano la posizione sull´estero, l´andamento degli scambi e la competitività, oltre che gli sviluppi interni. Progetto di relazione comune sull´occupazione: lavoro e sviluppi sociali in primo piano La relazione comune sull´occupazione, allegata all´analisi annuale della crescita, evidenzia segnali incoraggianti di un arresto dell´aumento della disoccupazione e la realizzazione di progressi da parte degli Stati membri nelle riforme del mercato del lavoro nel corso dell´ultimo anno. La disoccupazione resta tuttavia a livelli inaccettabilmente elevati, soprattutto per giovani e disoccupati di lunga durata; inoltre, i dati relativi agli indicatori occupazionali e sociali presentati in un nuovo quadro di valutazione, incluso per la prima volta nella relazione, rilevano che tra gli Stati membri, e soprattutto all´interno della zona euro, si sono scavati solchi persistenti nei tassi inerenti a disoccupazione, disoccupazione giovanile, reddito delle famiglie, ineguaglianza e povertà. È pertanto di fondamentale importanza perseverare negli sforzi volti a migliorare la resilienza dei mercati del lavoro. Altrettanto importante sarà favorire la creazione di occupazione nei settori in rapida crescita, contribuendo a ridurre nel tempo le ineguaglianze e la povertà, rafforzando la protezione sociale ed effettuando investimenti sociali mirati. Relazione sull´integrazione del mercato unico: migliorare il funzionamento del mercato unico - La seconda relazione annuale della Commissione sull´integrazione del mercato unico espone un´analisi dello stato di tale integrazione nei settori che presentano le maggiori potenzialità di crescita. Dalla relazione di quest´anno emerge che, nonostante i progressi compiuti nella riforma dei settori finanziario, digitale e dei trasporti, occorre continuare a adoperarsi in tali settori per migliorare il flusso degli investimenti, creare occupazione e migliorare la soddisfazione del cliente. È in particolare posta in evidenza la mancanza di progressi nell´apertura dei mercati dell´energia: due anni dopo il termine fissato, infatti, 14 Stati membri non hanno ancora recepito adeguatamente il terzo pacchetto energetico dell´Ue nella normativa nazionale. La relazione rileva altresì che gli Stati membri non hanno ancora dato attuazione integrale alla direttiva dell´Ue sui servizi, che presenta la potenzialità di aumentare la crescita complessiva di un 2,6% del Pil nei prossimi 5‑10 anni. Prossime tappe - Venerdì 15 novembre la Commissione adotterà i pareri sui documenti programmatici di bilancio presentati da 13 Stati membri della zona euro (esclusi i 4 paesi inseriti in programmi di assistenza macroeconomica) e le proposte di pareri del Consiglio sui programmi di partenariato economico presentati dai 5 Stati membri della zona euro sottoposti alla procedura per disavanzi eccessivi. Presenterà altresì una panoramica delle prospettive di bilancio della zona euro nel suo complesso e riferirà sugli interventi attuati dai paesi che non appartengono alla zona euro nel quadro della procedura per disavanzi eccessivi. L´analisi annuale della crescita sarà discussa dai ministri nazionali (in sede di Consiglio) e avallata dai leader dell´Ue nel vertice del marzo 2014. La Commissione attende con interesse anche il contributo del Parlamento europeo. La relazione sul meccanismo di allerta sarà discussa in dicembre dai ministri delle finanze e dai leader dell´Ue, che concorderanno gli aspetti principali sui quali procedere ad un ulteriore coordinamento delle politiche e delle riforme economiche. Nel frattempo la Commissione elaborerà gli esami approfonditi per i 16 Stati membri individuati nella relazione sul meccanismo di allerta, che saranno poi pubblicati nella primavera 2014. Contesto - Il semestre europeo, introdotto nel 2010, assicura che gli Stati membri discutano i loro programmi economici e di bilancio con i partner dell´Ue in momenti specifici dell´anno. Ciò consente loro di fare osservazioni sui programmi degli altri e permette alla Commissione di offrire un orientamento politico in tempo utile prima che vengano adottate decisioni a livello nazionale. La Commissione verifica altresì se gli Stati membri stiano lavorando per la realizzazione degli obiettivi in materia di occupazione, istruzione, innovazione, clima e riduzione della povertà fissati da Europa 2020, la strategia di crescita a lungo termine dell´Ue. Il ciclo inizia ogni anno a novembre (si veda il grafico infra) con l´analisi annuale della crescita della Commissione (priorità economiche generali per l´Ue), che fornisce agli Stati membri orientamenti politici per l´anno successivo. Le raccomandazioni specifiche per paese pubblicate in primavera offrono agli Stati membri consigli specifici sulle riforme strutturali di più vasta portata, il cui completamento richiede spesso più di un anno. La sorveglianza di bilancio nella zona euro si intensifica verso la fine dell´anno, quando gli Stati membri presentano i documenti programmatici di bilancio che vengono valutati dalla Commissione e discussi dai ministri delle finanze della zona euro. La Commissione esamina anche la politica di bilancio della zona euro considerata nel suo insieme. La Commissione verifica l´attuazione delle priorità e delle riforme durante tutto l´anno, concentrandosi sulla zona euro e sugli Stati membri con problemi finanziari o di bilancio. Per maggiori particolari, si veda il Memo/13/979  
   
   
DICHIARAZIONE DEL PRESIDENTE BARROSO SUL SEMESTRE EUROPEO 2014  
 
 Bruxelles, 14 novembre 2013 – “ Buon pomeriggio signore e signori, Oggi, si dà il via al quarto semestre europeo di governance economica. Con l´adozione della nostra analisi annuale della crescita, la Commissione europea sta definendo le cinque priorità economiche che dovrebbero guidare gli Stati membri quando progettano i loro bilanci e dei piani di riforma economica per il prossimo anno. Ma quest´anno è diverso. Quest´anno, il coordinamento di bilancio nell´area dell´euro è passato ad un nuovo livello. Quest´anno, per la prima volta, gli Stati membri ci hanno inviato i loro progetti di piani di bilancio prima della loro adozione. Venerdì scorso, pubblicheremo le nostre opinioni su di loro, e il vicepresidente Rehn li presenteremo a voi. Questo è un passo in avanti nella governance economica. Quest´anno, per la prima volta, inoltre, la dimensione sociale dell´Unione economica e monetaria è rivolto nella nostra politica economica coordinamento lungo le linee di comunicazione che abbiamo presentato lo scorso mese, in modo da darci una migliore comprensione di ciò che la situazione è negli Stati membri. Commissario Andor spiegherà più dettagliatamente in seguito. Signore e signori, La differenza fondamentale nell´Unione europea di quest´anno, sono lieto di dire, è che l´economia sta raggiungendo un punto di svolta: La crescita sta gradualmente tornando; I mercati finanziari si stanno stabilizzando; I consumatori e le imprese sono più fiducioso per il futuro; E due dei nostri Stati membri - Irlanda e Spagna - stanno concludendo con successo i loro rispettivi programmi. Altri paesi ancora nell´ambito di un programma di assistenza finanziaria sono stati anche facendo notevoli progressi, in particolare correggendo gli squilibri esterni. Abbiamo percorso una lunga strada fin dall´inizio della crisi e molti dei nostri cittadini hanno dovuto fare enormi sacrifici per farci arrivare a questo punto. E grazie agli sforzi che hanno fatto, siamo ora entrati in una fase di ripresa. Quello che dobbiamo fare ora è tenere gli occhi sul premio e assicurarsi di sostenere e rafforzare la ripresa che è in corso. Dobbiamo fare in modo che i nostri sforzi si traducono in una crescita più forte, che genera posti di lavoro. Il modo migliore - Direi che l´unico modo - per farlo è quello di perseguire i nostri sforzi di riforma, evitando la fatica di riforma. Non dobbiamo mettere a repentaglio ciò che è stato realizzato finora. Questo sarà il modo di affrontare in modo sostenibile il problema più grande che stiamo ancora affrontando: la disoccupazione, in particolare dei giovani. La ripresa della crescita dimostra che le nostre politiche stanno lavorando. Ecco perché, in Analisi annuale della crescita di quest´anno, teniamo le stesse cinque priorità, come abbiamo avuto l´anno scorso, ma spostare la nostra attenzione per tener conto delle specifiche sfide che abbiamo di fronte in questa fase di recupero: I disavanzi di bilancio hanno dimezzato rispetto al picco, che ci permette di rallentare il ritmo del consolidamento fiscale e concentriamo ora sulla qualità che sulla quantità - per esempio, abbiamo visto la pressione fiscale in aumento nel corso della crisi, quando quello che ci serve è quello di rendere i sistemi fiscali più alla crescita passando dal reddito ai consumi, alle cose o inquinamento tasse. In secondo luogo, abbiamo bisogno di garantire un adeguato finanziamento dell´economia. I punti di analisi annuale della crescita, tra gli altri punti, la necessità di sviluppare fonti alternative di finanziamento, come i mercati delle obbligazioni societarie o dei capitali di rischio. E abbiamo anche bisogno di affrontare come una questione di urgenza la frammentazione dei mercati finanziari, in particolare attraverso il completamento dell´unione bancaria, perché, come sapete, ci sono molto diverse condizioni di prestito a società che molto spesso non sono legati alla salute di chi aziende, ma con il paese in cui essi operano. In terzo luogo, il miglioramento della competitività è una delle principali priorità per la crescita, in tutte le nostre economie. I paesi con disavanzi delle partite correnti hanno fatto molto per riformare le loro economie e di stimolare le esportazioni. E ´anche a paesi in surplus a fare la loro parte, aprendo i loro mercati per stimolare gli investimenti e la domanda interna. In quarto luogo, mentre la disoccupazione si sta stabilizzando, ma continua ad essere a livelli inaccettabili, politicamente, moralmente, socialmente. Sono stato ieri a Parigi per un vertice su questo tema, e sono stato incoraggiato dai capi di Stato e di governo di un forte impegno tutti i "paesi dell´Unione europea per l´attuazione di politiche per riportare la gente al lavoro - inclusa la garanzia per i giovani proposto dal Commissione di quest´anno. Capi di Stato e di governo impegnati in modo molto chiaro per dare alla Commissione i loro piani nazionali entro dicembre. Questo è di fondamentale importanza per poter lanciare al più presto possibile, per terra, questo molto ambizioso programma di garanzie della Gioventù. Quinto, più deve essere fatto per riformare le nostre amministrazioni pubbliche, anche attraverso la riduzione degli oneri amministrativi per le imprese, soprattutto le Pmi. Ma a parte le priorità annuale della crescita, di cui ho parlato molto brevemente, abbiamo bisogno di guardare ora alla relazione sul meccanismo di allerta. Con la relazione sul meccanismo di allerta, facciamo ogni anno un´analisi obiettiva della competitività delle economie degli Stati membri e dei loro squilibri macro-economici. Guardiamo entrambi deficit e paesi in surplus. Quest´anno dimostra che il progresso è stato fatto da vari Stati membri a ridurre i loro disavanzi di conto corrente e di invertire le perdite di competitività. Questo ha contribuito a riequilibrare l´economia dell´Unione europea. Tuttavia, la Amr, Alert relazione sul meccanismo, mostra anche che sono necessari ulteriori progressi nei paesi in deficit, ma anche nei paesi in surplus. Abbiamo deciso oggi di preparare In-depth Recensioni su 16 paesi. Per 3 di loro, questa sarà la prima volta: per la Germania, il Lussemburgo e Croazia. Tali analisi ci permettono di concludere se esistono squilibri o no, e se sono eccessive oppure no. Vicepresidente Rehn andrà più in dettaglio su questi sviluppi in un momento, ma vorrei dire una parola circa i più grandi economie della zona euro. In virtù delle loro dimensioni nell´economia europea, la Germania e la Francia hanno una speciale responsabilità di contribuire alla ripresa nel resto della zona euro. Oggi, la Commissione ha deciso di lanciare un esame approfondito sulla Germania. Le cifre mostrano che la Germania ha inviato un surplus alta e persistente conto corrente, anche se è vero che la maggior parte di questo surplus di conto corrente non è con i paesi europei, non con i paesi dell´area dell´euro. Un surplus alto non significa necessariamente che ci sia uno squilibrio. Ma abbiamo bisogno di esaminare questo ulteriore e capire se l´elevato surplus in Germania è qualcosa che sta interessando il funzionamento dell´economia europea nel suo complesso. Non si tratta di mettere in discussione la competitività della Germania, no, perché voglio mettere in chiaro: il vero problema per l´Europa non è che la Germania è molto competitivo, questa è davvero una risorsa importante per l´economia di tutta l´Europa. Il problema è molto più che gli altri sono ancora lontani da quel livello di competitività. Quindi, come dicevo, il nostro problema è, naturalmente, che non potrebbe mai essere la competitività tedesca, ma se la Germania, motore economico dell´Unione Europea, potrebbe fare di più per aiutare il riequilibrio dell´economia dell´Unione europea. È per questo che siamo stati raccomandando, già da diversi anni, che la Germania sostiene la domanda interna e gli investimenti, ad esempio aprendo il suo settore dei servizi. Passando ora alla Francia, la Commissione ha concluso nel mese di aprile di quest´anno, che si stava vivendo gli squilibri macroeconomici e ha indicato la necessità di un´azione politica decisiva. La Francia ha visto perdite sostenuti di competitività nel corso degli ultimi 10 anni e sono necessari ulteriori sforzi per porre rimedio a questo. Nel mese di maggio, in Francia è stato concesso più tempo per correggere il disavanzo eccessivo, e dovrebbe utilizzare questo tempo per contrastare la disoccupazione e per migliorare il suo ambiente di business secondo le linee che abbiamo già consigliato. Come ad esempio: rendere la spesa pubblica più efficiente, semplificando le norme per le imprese e garantire il sistema fiscale è la crescita-friendly possibile. Così oggi, abbiamo deciso di lanciare un esame approfondito, che dovrebbe consentire di valutare in dettaglio se gli squilibri persistono. Permettetemi anche di dire una parola su Italia. Credo che sia essenziale che l´Italia rimanga sulla strada delle riforme, che l´instabilità politica non mette a rischio i progressi compiuti e che non vi è alcun compiacimento per quanto riguarda le sfide future, vale a dire il necessario completamento delle riforme promesse dal governo. Noi ora inizia la In-depth Recensioni per tutti i 16 Stati membri. I risultati saranno presentati nella primavera del prossimo anno e informeranno le nostre raccomandazioni specifiche per paese. Signore e signori, Il pacchetto di oggi mostra fino a che punto dobbiamo europeizzata coordinamento delle politiche economiche. E nella zona euro, in particolare, come ho detto prima, abbiamo fatto un vero e proprio balzo in avanti in termini di coordinamento di bilancio. Oggi è possibile discutere tra di noi -, in sede di Consiglio europeo, ma anche in varie formazioni del Consiglio - per discutere tra di noi le riforme di Francia, il surplus della Germania, i settori finanziari in Spagna o Slovenia, i problemi specifici del programma paesi. Questo è un cambiamento importante, non era semplicemente possibile, alcuni anni fa. Ora dobbiamo consolidare questo processo, perché come quella che stiamo davvero mettendo in pratica ciò che è riportata nei nostri trattati, vale a dire che oggi nell´Unione europea - in particolare nelle politiche-economiche dell´area euro non sono più una questione di responsabilità nazionale solo, è anche una questione di interesse europeo. Sì, prima di tutto vi è una responsabilità nazionale. Per esempio, politiche per l´occupazione sono principalmente di competenza nazionale e, dobbiamo sottolineare che. Gli Stati membri hanno gli strumenti, la maggior parte degli strumenti, nelle loro mani, ma, allo stesso tempo, la crisi ha dimostrato molto chiaramente a noi, dobbiamo accettare che in un´economia integrata, in particolare nella zona euro, ci sono ricadute, positive o negative, e che la politica economica deve ora essere fatto, a parte il livello nazionale, anche a livello europeo. E questo è precisamente ciò che è tradotto nei documenti che presentiamo a voi oggi e Venerdì prossimo. Ancora una volta, questo non riguarda la Commissione, cercando di eseguire le economie nazionali al posto dei governi. No. Questo è lo sviluppo di una governance economica europea che rispetti pienamente il livello nazionale di governo. Si tratta anche di garantire che ciò che è bene per i singoli Stati membri è un bene per l´Unione europea nel suo complesso. Credo che sia importante, quando abbiamo visto i livelli estremamente elevati di interdipendenza, che questa interdipendenza è ora tradotto politicamente nella comune volontà di approfondire il nostro sistema di governance economica. Il semestre europeo ci aiuta a concentrarsi sul quadro più grande in modo da poter uscire da questa crisi alle spalle più forti di noi entrammo. Noi crediamo che l´economia europea si uscire da questa crisi molto più forte di prima, molto più resistente, come si è già visto, ma anche più competitivo. Crediamo che questa è una pista in cui siamo ora impegnati ad andare. Il nostro semestre europeo sottolinea anche dove abbiamo bisogno di essere più audace di affrontare le riforme che sono necessarie per costruire una ripresa duratura e fonte di occupazione. Infatti, di posti di lavoro ricco di crescita e competitività sono la priorità assoluta di tutta la nostra azione. Passo ora a consegnare al vicepresidente Rehn, che andare più in dettaglio circa la relazione sul meccanismo di allerta.  
   
   
ECOFIN: PREPARAZIONE DEI MINISTRI DELL´ECONOMIA E DELLE FINANZE AL CONSIGLIO DEL 15 NOVEMBRE A BRUXELLES  
 
Bruxelles, 14 novembre 2013 - Consiglio (Ecofin) ministri economici e finanziari dell´Unione europea si terrà a Bruxelles il 15 novembre alle ore 10.30. La Commissione europea sarà rappresentata da Olli Rehn, vicepresidente e commissario per gli Affari economici e monetari e l´euro e Michel Barnier, commissario per il Mercato interno ei servizi, e Algirdas Š emeta, commissario per la Fiscalità e l´unione doganale, l´audit e la lotta antifrode . Una conferenza stampa è prevista per dopo l´incontro. Tassazione dei redditi da risparmio (Et) Rispondendo all´appello del Consiglio europeo, la proposta di modifica della direttiva sulla tassazione del risparmio sarà presentata al Consiglio Ecofin al fine di raggiungere un accordo politico. La proposta mira a colmare le lacune e migliorare il funzionamento della legislazione attuale. Dal 2005, la Direttiva sul risparmio assicura che gli agenti paganti segnalano interessi attivi ricevuti da contribuenti residenti in altri Stati membri dell´Ue. Tre Stati membri sono stati autorizzati a riscuotere una transizione ritenuta alla fonte su tali interessi (Belgio si è spostata verso lo scambio automatico di informazioni a partire dal 1 ° gennaio 2010 e il Lussemburgo ha annunciato l´intenzione di fare la stessa dal 1 ° gennaio 2015). Nel novembre 2008, la Commissione ha proposto di migliorare la direttiva, in modo da garantire una migliore tassazione dei pagamenti di interessi, che vengono convogliati attraverso le strutture in franchigia d´imposta intermedi (trust, fondazioni ...) (cfr. Ip/08/1697 ). La Commissione ha inoltre proposto di estendere il campo di applicazione della direttiva ai proventi assimilabili a interessi ottenuti attraverso investimenti in alcuni prodotti finanziari innovativi, così come in alcuni pensione e prodotti assicurativi vita. Questa misura è una delle azioni chiave del piano della Commissione per la lotta contro la frode e l´evasione fiscale, del 6 dicembre 2012 ( cfr. Ip/12/1325 ). Standard di dichiarazione Iva (Et) Commissario Š emeta presenterà la proposta della Commissione per la dichiarazione Iva standard per tutti gli Stati membri (cfr. Ip/13/988 ). L´obiettivo di questa proposta è quello di ridurre gli oneri burocratici per le imprese, la facilità la conformità fiscale e rendere le amministrazioni fiscali in tutta l´Unione più efficiente. Si potrebbe risparmiare le imprese dell´Ue fino a € 15 miliardi di euro ogni anno. La proposta prevede un insieme uniforme di requisiti per le imprese al momento della presentazione delle dichiarazioni Iva, indipendentemente dallo Stato membro in cui lo fanno. La dichiarazione Iva di serie - che sostituirà dichiarazioni Iva nazionali - farà in modo che le imprese sono chiesto la stessa informazione di base, entro gli stessi termini, in tutta l´Ue. La proposta riflette pienamente l´impegno della Commissione a legiferare con intelligenza ed è una delle iniziative previste dal recente Refit (Fitness Vigilanza e programma di performance) a semplificare le norme e ridurre gli oneri amministrativi per le imprese (cfr. Ip/13/891 ). Questa proposta è una delle misure per rendere più efficiente e Iva business annunciato nella comunicazione sul futuro dell´Iva (cfr. Ip/11/1508 ). Revisione della direttiva sul riciclaggio di denaro (Ch) Il 5 febbraio 2013 la Commissione ha adottato la proposta di quarta direttiva sul riciclaggio di denaro, al fine di aggiornare il quadro attuale, adattarlo alle minacce emergenti e riflettere la revisione delle norme internazionali da parte della Financial Action Task Force. Buoni progressi sono stati compiuti nei negoziati finora. I seguenti grandi temi sono ancora oggetto di discussione: Come rendere le informazioni utili proprietà a disposizione delle autorità competenti, gli enti obbligati e potenzialmente anche il grande pubblico, al fine di aumentare la trasparenza e impedire ai criminali di nascondersi dietro strutture aziendali; Come strutturare la valutazione del rischio sovranazionale e quali conclusioni trarre da esso, al fine di garantire un approccio armonizzato in materia di rischi, che vanno al di là delle specificità nazionali e condividere comunanze con un certo numero di Stati membri; Sia di istituire un meccanismo di esame Ue per quanto riguarda l´effettiva applicazione negli Stati membri, al fine di concentrarsi sui risultati raggiunti nella riduzione del rischio di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo, e Se introdurre un processo di Unione europea per l´identificazione delle giurisdizioni non cooperative e per armonizzare la reazione ´Stati membri di loro in modo da adottare una posizione ferma contro i paesi con carenze strategiche nei loro regimi antiriciclaggio che rappresentano un rischio per il sistema finanziario. La Commissione accoglie con favore la decisione della Presidenza lituana per portare questi temi all´ordine del giorno del Consiglio. Questo offre l´opportunità di avere uno scambio di vedute su importanti questioni di politica e di fornire un orientamento politico per ulteriori discussioni. Per maggiori informazioni: http://ec.Europa.eu/internal_market/company/financial-crime/index_en.htm  Unico meccanismo Risoluzione: prima lettura (Ch) Il mese scorso, il Consiglio ha dato il via libera definitivo al meccanismo unico di vigilanza ( Ip/12/953 ) , la prima tappa del nostro Union Banking, che affida pienamente la Banca centrale europea (Bce), con la supervisione diretta delle banche nell´area dell´euro zona. Solo duro Vigilanza non è sufficiente. Una unione bancaria comporta anche un´azione per ristrutturare le banche non vitali in caso di necessità. Ecco perché il sistema di vigilanza deve essere integrata da un sistema integrato europeo per la risoluzione di tutti i paesi partecipanti al sindacato bancario. Per questo motivo la Commissione europea ha proposto un meccanismo unico Risoluzione (Srm) per la Union Banking, il 10 luglio 2013 ( Ip/13/674 ), che comprende una scheda di risoluzione e un unico fondo di risoluzione in modo da poter affrontare le future crisi bancaria in modo efficiente con costi minimi per i contribuenti e l´economia. L´srm sarà essenzialmente applicare le norme sostanziali del progetto di recupero della Banca e della direttiva risoluzione (vedi Ip/12/570 e Memo/12/416 ), in modo coerente e centralizzato assicurando decisioni coerenti per la risoluzione delle banche. Nel corso del prossimo Ecofin, la Presidenza lituana informerà gli Stati membri circa la situazione dei lavori in merito alla proposta e valuterà le questioni in sospeso che devono essere ulteriormente discusso al fine di raggiungere un accordo tra gli Stati membri entro la fine del 2013, in linea con le conclusioni del Consiglio europeo. Commissario Barnier accoglie gli sforzi della Presidenza lituana per raggiungere un rapido accordo sulla proposta Srm e supporta l´ultima compromesso presentato come una buona base di discussione. Egli accoglie sostegno globale ´degli Stati membri per un meccanismo di risoluzione efficace per la Union Banking e auspica costruttivo e dettagliato il Venerdì. Per maggiori informazioni: http://ec.Europa.eu/internal_market/finances/banking-union/index_en.htm  Relazione Consigliere speciale Philippe Maystadt sul contributo dell´Ue ai principi contabili internazionali (Ch) Nel mese di aprile, il commissario Barnier ha nominato Philippe Maystadt come consulente speciale al fine di rafforzare il contributo europeo al processo di regolazione International Financial Reporting Standards (Ifrs). In particolare, Philippe Maystadt è stato chiesto di rivedere l´attuale sistema di applicazione degli Ifrs nell´Ue, tra cui il sistema di governance e le operazioni di Efrag ( Segnalazione European Financial Advisory ) e Arc (Comitato di regolamentazione contabile), così come la comunicazione tra i con lo Iasb Internazionale Consiglio Accounting Standards ) . Commissario Barnier ha incaricato questa missione come un follow-up del Consiglio Ecofin del novembre 2012, in cui i ministri hanno chiesto più forte l´influenza dell´Ue per lo sviluppo dei principi contabili internazionali, per una maggiore legittimità Efrag e per un ruolo rafforzato della Arc. Questa missione è parte di un più ampio workstream su principi contabili, compresa una valutazione dei principi Ias (International Accounting Standards), regolamento del 2002, che la Commissione intende completare entro la fine del 2014. Nel corso del prossimo Consiglio Ecofin, Philippe Maystadt presenterà le sue raccomandazioni ai ministri ( cfr. Ip/13/1065 ). La Presidenza lituana è dovuto chiedere ministri di fornire il mandato necessario per procedere con l´attuazione delle raccomandazioni contenute nella relazione Commissario Barnier approva l´eccellente lavoro svolto dal Presidente Maystadt e spera ministri approvare le sue principali raccomandazioni. Per maggiori informazioni: http://ec.Europa.eu/internal_market/finances/banking-union/index_en.htm  Union Banking: stato dei lavori (Ch) Risposte nazionali non coordinate per il fallimento delle banche hanno rafforzato il legame tra banche e governi e ha portato a un preoccupante frammentazione del mercato unico dei prestiti e finanziamenti. Questa frammentazione è particolarmente dannosa all´interno della zona euro, dove la trasmissione della politica monetaria è compromessa e la delimitazione dei fondi impedisce di prestito efficiente per l´economia reale e quindi la crescita. Rapidi progressi verso una Union Banking, che comprende meccanismi centralizzati singoli per la supervisione e la ristrutturazione delle banche, è indispensabile per garantire la stabilità finanziaria e la crescita nella zona euro. Sulla base del forte quadro normativo comune per i 28 membri del mercato unico (codice unico), la Commissione europea ha quindi adottato un approccio inclusivo. La Union Banking riunisce i 17 Stati membri (18 l´anno prossimo), attualmente all´interno della zona euro e rimane potenzialmente aperta a tutti gli Stati membri in una fase successiva. Nel corso del prossimo Ecofin, la Presidenza lituana informerà sulle ultime situazione per quanto riguarda le proposte su cui il sindacato bancario sta costruendo. Esso comprende: Le proposte adottate il 6 Giugno 2012 da parte della Commissione Europea per la normativa Ue per il recupero della banca e risoluzione ( direttiva che istituisce un quadro per il recupero e la risoluzione degli enti creditizi ) mirano a cambiare questo ( Ip/12/570 ). Essi assicurano che le autorità futuro avranno i mezzi per intervenire in modo decisivo sia prima che si verifichino problemi e nelle prime fasi del processo se lo fanno. Http://ec.europa.eu/internal_market/bank/crisis_management/  ) Nel luglio 2010, la Commissione ha proposto di rafforzare le norme vigenti in materia di garanzia dei depositi ( Ip/10/918 - Memo/10/320 ) . La direttiva di rifusione dovrebbe mantenere il forte 100 000 € garanzia introdotta nel 2009, garantire più veloce pay-out (riduzione del ritardo di pay-out dagli attuali 20 giorni a 7 giorni di calendario), e rafforzare il finanziamento, in particolare tramite il finanziamento ex-ante del deposito sistemi di garanzia (livello obiettivo di almeno il 1,5% dei depositi ammissibili per essere raggiunti in 10 anni). Http://ec.europa.eu/internal_market/bank/guarantee/index_en.htm  La Presidenza valuterà anche dove il lavoro dovrebbe concentrarsi al fine di raggiungere un accordo finale tra Stati membri prima e il Parlamento europeo entro la fine del 2013, in linea con le conclusioni del Consiglio europeo. Commissario Barnier accoglie gli sforzi della Presidenza lituana per raggiungere un rapido accordo su tali proposte. Si ricorderà che le proposte della Commissione dovrebbero prevedere un meccanismo di risoluzione efficace per la Union Banking, e attende con interesse discussioni costruttive con gli Stati membri per far fronte in cui si potevano trovare dei compromessi su aspetti della proposta. Per maggiori informazioni: http://europa.Eu/rapid/press-release_memo-13-679_en.htm  http://ec.Europa.eu/internal_market/finances/banking-union/index_en.htm  Pacchetto statistico annuale (Et) - Il pacchetto di statistica fornisce informazioni sullo stato delle statistiche Ue e le principali questioni in autunno 2013. La Commissione ha continuato a rafforzare la governance del sistema statistico europeo, sia a livello europeo e nazionale, attraverso proposte di modifica del regolamento relativo alle statistiche europee , attraverso l´attuazione della decisione della Commissione su dati Eurostat e tramite un protocollo d´intesa tra il sistema statistico europeo e del Sistema europeo di banche centrali. Al fine di modernizzare la produzione delle statistiche dell´Ue, come descritto nella sua comunicazione , la Commissione ha avviato un programma a lungo termine basata su una serie di progetti interdipendenti. La Commissione ha inoltre ulteriormente rafforzato il quadro di garanzia della qualità per le statistiche utilizzate nella governance economica dell´Ue. Esso comprende l´adozione, in data 7 giugno 2013, di una proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo alla fornitura e alla qualità delle statistiche per la procedura per gli squilibri macroeconomici; costante attuazione di procedure di verifica rafforzata in materia di statistiche sulla finanza pubblica , e ulteriori miglioramenti nella disponibilità e qualità dei principali indicatori economici europei. Altri articoli - La colazione Ecofin si concentrerà sulle prospettive economico attuale sulla base di recenti previsioni economiche.  
   
   
PARLAMENTO EUROPEO MONITORAGGIO MISSIONE IN UCRAINA  
 
Bruxelles, 14 novembre 2013 - In considerazione della situazione fluida per quanto riguarda il rispetto delle condizioni necessarie per la firma dell´accordo di associazione tra l´Unione europea, i suoi Stati membri e l´Ucraina, compresa la zona di libero scambio globale e approfondita, questa è una dichiarazione intermedia della nostra missione e non la relazione finale. Siamo appena tornati dalla 26 ª missione visita in Ucraina. Prendiamo atto che notevoli progressi sono stati compiuti nel cercare di soddisfare le condizioni di cui sopra. Tuttavia, ci dispiace osservare che in questo momento non siamo ancora in grado di segnalare la piena conformità. Allo stato attuale, due proposte specifiche e di una potenziale proposta di legge necessari per ottenere la conformità sono all´ordine del giorno della Verkhovna Rada. Un progetto di legge sulla s ufficio pubblico ministero `e un progetto di legge che modifica la legge sulle elezioni parlamentari sono state passate con successo in prima lettura nel Verkhovna Rada Venerdì scorso 8 novembre 2013 con il pieno sostegno dell´opposizione. La seconda e ultima lettura di queste leggi è che si terrà la prossima settimana in occasione della sessione parlamentare che inizia il Martedì 19 Novembre 2013. Dopo diversi mesi di riflessione e di discussione delle varie opzioni, la missione ha suggerito il perdono parziale della signora Yulia Tymoshenko come la via più praticabile per risolvere il problema residuo di giustizia selettiva. Questa opzione rappresenta il requisito minimo in grado di produrre il massimo effetto, dipenderebbe unicamente all´autorità e la buona volontà del presidente dell´Ucraina e non comporterebbe delegare responsabilità ad altre istituzioni e non necessiterebbe di cambiare qualsiasi legislazione esistente. Tuttavia, il presidente Viktor Yanukovich ha indicato una preferenza per il percorso alternativo di una legge speciale che avrebbe permesso un trattamento all´estero delle persone condannate in materia di salute e motivi umanitari, inclusa la signora Yulia Tymoshenko. Nelle ultime settimane, una serie di progetti di legge in materia di trattamento medico all´estero è stato registrato in Verkhovna Rada, ma nessuno di questi ha ottenuto il sostegno congiunto del governo e di opposizione. Un gruppo di lavoro ad hoc, presieduto da Mp Vasilyev (Partito delle Regioni) è stata affidata la responsabilità di elaborare il progetto di legge su base consensuale. Ad oggi, nessuna proposta di legge è stata proposta dal Partito delle Regioni, che si rimane contrario a tutte le altre bozze esistenti. Tuttavia, la proposta di avere una legge emanata dal Presidente dell´Ucraina, che ha indicato personalmente ai media, nonché di un certo numero di capi di Stato e ministri degli esteri dell´Unione europea e di rappresentanti del Parlamento europeo Il Parlamento e la Commissione europea la sua intenzione di firmare una legge del genere, se è adottato dalla Verkhovna Rada. Il tempo stringe per ottenere il rispetto delle condizioni richieste per la firma dell´accordo di associazione il 29 novembre 2013. L´ultima sessione parlamentare pre-Vilnius in Ucraina si terrà la prossima settimana. Può essere decisivo nel cedere un insediamento, ma rischia anche di provocare stallo e un gioco di colpa non produttivo. La missione esorta tutte le parti coinvolte di utilizzare in modo costruttivo il poco tempo a disposizione per raggiungere un consenso storico che potrebbe tradursi in un vertice di successo a Vilnius. Notiamo una cronica mancanza di fiducia reciproca tra le parti di governo e opposizione in Verkhovna Rada che rischia di provocare, in caso di mancato rispetto, in ogni lato insistendo sul fatto che l´altro era la colpa di prendere in ostaggio politico di ciò che sta dimostrando di essere un processo end-game molto sensibile ed emotivo. In vista del prossimo Consiglio Affari esteri del 18 novembre 2013, siamo del parere che in questo momento sarebbe prematuro concludere che la conformità con le condizioni di cui è stato raggiunto o, in alternativa tale conformità non può ancora essere raggiunto. A nostro parere, considerato le questioni in sospeso possono essere risolti in un modo o un altro. Ciò che è importante non è la capacità di fornire una soluzione, ma piuttosto la volontà politica di farlo. Ciò che è indispensabile la prossima settimana è quello di trovare che la volontà politica, di agire e di fornire. Alla luce di quanto sopra e in seguito la raccomandazione del Presidente Schulz, sostenuta all´unanimità dalla Conferenza dei presidenti del Parlamento europeo, si è deciso di estendere il mandato della missione fino a che il vertice di Vilnius e di chiedere la missione di tornare in Ucraina prossimo settimana.  
   
   
PARLAMENTO EUROPEO, KOWAL: L´ACCORDO DI ASSOCIAZIONE CON L´UCRAINA È PRONTO PER ESSERE FIRMATO "DIPENDE DA COME IL CASO TIMOSHENKO SARÀ RISOLTO" "GLI UCRAINI POTRANNO SENTIRSI A CASA, ANCHE SE NON SARANNO PARTE DELL´UE"  
 
Strasburgo, 14 novembre 2013 - Il vertice di Vilnius per il Partenariato orientale potrebbe essere una pietra miliare per le relazioni tra l´Ue e l´Ucraina. Entrambe le parti sono pronte a firmare l´accordo di associazione. "L´ue si sta presentando al vertice con un nuovo budget e delle proposte giuridiche concrete. Ci sono le condizioni per un buon accordo" - ha detto Paweł Kowal, membro polacco dei Conservatori europei e presidente della Delegazione del Parlamento europeo per i rapporti con l´Ucraina. Quali sono le aspettative prima del vertice di Vilnius? Paweł Kowal - Stiamo andando a Vilnius con un nuovo bilancio per il Partenariato orientale e delle proposte giuridiche concrete per firmare l´accordo con l´Ucraina, e per iniziare il processo di associazione con la Georgia e la Moldavia. Vorremmo anche proporre la circolazione senza visti per la Moldavia. A loro volta questi paesi ci presenteranno le riforme che hanno messo in atto. Il Partenariato orientale, pur essendo ampiamente criticato per la mancanza di intensità, è diventato uno strumento politico fondamentale. C´è qualcosa che potrebbe compromettere la firma del patto? Se così sarà, c´è un piano di riserva? Quali sono i rischi se questo dovesse succedere? Paweł Kowal - L´accordo è stato negoziato, siglato, tradotto e legalmente rivisto. È pronto per essere firmato. Quello che serve ora è il consenso politico del Consiglio. Dipende da come il caso Timoshenko sarà risolto. Si può rinviare l´accordo, ma mi chiedo, ci sarà la volontà politica di firmare l´accordo in un futuro? Rischiamo di aspettare almeno altri due anni e mezzo. In che maniera l´accordo Ue-ucraina può influenzare i rapporti Ucraina-russia? Paweł Kowal - Gli Ucraini potranno sentirsi a casa, anche se non saranno parte dell´Ue. In 10-15 anni sarà naturale parlare di adesione dell´Ucraina. Dobbiamo inviare un messaggio chiaro ai cittadini che vivono nei paesi del Partenariato orientale, così come a quelli che fanno parte degli accordi di associazione. L´accordo non cambierà molto i rapporti tra Ucraina e Russia. Offrirà certamente nuove opportunità commerciali ai russi. Per essere pragmatico, la Russia probabilmente proporrà nuove e più favorevoli relazioni economiche una volta che l´Ucraina avrà firmato l´accordo. I legami sono troppo stretti per pensare che si possano tagliare.  
   
   
PARLAMENTO EUROPEO, FILIPPINE: “LA RICOSTRUZIONE SARÀ UN PROCESSO LUNGO QUANTO HAITI”  
 
Strasburgo, 14 novembre 2013 - Il tifone Haiyan ha distrutto un intero paese portandosi con sé 10.000 vite. Le Filippine non sono capaci di sostenere i gravi danni subiti. Abbiamo incontrato Werner Langen, deputato tedesco di centro destra e presidente della delegazione per le relazioni con i paesi del Sud Est asiatico e con l’Asean. Come dovrebbe agire l’Ue per venire in aiuto delle Filippine? La Commissione Europea ha già confermato il sostegno dell’Ue inviando risorse umane per gestire la situazione di emergenza, riserve di cibo e medicinali, e i mezzi economici per le azioni di soccorso. La ricostruzione rimane l’azione più complessa. Quali sono i limiti del processo di ricostruzione? Le Filippine sono un paese con grandi difficoltà. Recentemente sono state vittime di terremoti, alluvioni. Nel 2014 sono stati registrati già 25 gravi temporali. La ricostruzione sarà complessa per un paese altamente popolato. Senza considerare i problemi legati alle infrastrutture sulle isole. Saremo presenti, ma credo che sarà un processo lungo quanto Haiti.  
   
   
TERZA RELAZIONE ALERT MECHANISM SUGLI SQUILIBRI MACROECONOMICI NEGLI STATI MEMBRI DELL´UE  
 
Bruxelles, 14 novembre 2013 - Qual è la relazione sul meccanismo di allerta (Amr)? La relazione sul meccanismo di allerta (Amr) è il punto di partenza del ciclo annuale della procedura per gli squilibri macroeconomici (Mip), che mira a individuare e affrontare gli squilibri che ostacolano il buon funzionamento delle economie dell´Ue e può compromettere il buon funzionamento del Comitato economico e Monetary Union . L´amr individua gli Stati membri per i quali si ritenga necessario ulteriori analisi (nella forma di un esame approfondito) al fine di decidere se si verifica uno squilibrio che necessitano di un´azione politica. A questo proposito, la Amr è un dispositivo screening iniziale, sulla base di una tabella di indicatori con soglie indicative, più una serie di indicatori ausiliari. Va sottolineato che l´Amr non è un esercizio meccanico. Non è perché uno Stato membro segnala un indicatore al di là delle soglie indicative che un esame approfondito è lanciato, come la Commissione è del quadro economico completo in considerazione. E ´solo sulla base delle recensioni approfondite che la Commissione dovrà concludere se gli squilibri e gli squilibri potenzialmente eccessivi, esistono e hanno formulato le raccomandazioni politiche appropriate. Le recensioni approfondite saranno pubblicati nella primavera del 2014 e andranno ad alimentare l´analisi alla base di raccomandazioni specifiche per paese del prossimo anno sotto il ´semestre europeo´ di coordinamento delle politiche economiche. Quali paesi sono analizzate nella Amr? L´amr è la prima fase del ciclo annuale del Mip. L´amr guarda tutti gli Stati membri dell´Ue ad eccezione di quelli che stanno beneficiando di assistenza finanziaria ufficiale, in quanto la sorveglianza degli squilibri di questi paesi e il monitoraggio delle misure correttive continuerà nel contesto dei loro programmi di adeguamento economico. Ciò riguarda la Grecia, Cipro, Portogallo e Romania 1 . Situazione dell´Irlanda sarà valutata al termine del suo programma di assistenza finanziaria, che avverrà a breve. Tale valutazione avviene anche per gli altri quattro paesi una volta che non sono più nell´ambito di un programma. Su quali indicatori economici è il quadro di valutazione utilizzato nella Amr base? Il quadro di valutazione utilizzato nella Amr è attualmente composto da undici indicatori, al fine di monitorare gli squilibri esterni e della competitività, nonché squilibri interni. Gli indicatori del quadro di valutazione consentono una identificazione precoce degli squilibri che emergono nel breve termine, nonché degli squilibri che sorgono a causa di tendenze strutturali e di lungo termine. Soglie indicative sono stati fissati per ciascun indicatore. L´attuale Amr comprende per la prima volta una serie di indicatori sociali ausiliari che sono utili per l´interpretazione del quadro di valutazione degli indicatori. Questo include ad esempio il tasso di persone a rischio di povertà o di esclusione sociale e la quota di persone (come percentuale della popolazione totale) che vivono in famiglie con un´intensità di lavoro molto bassa. Tuttavia, vi sono soglie per questi indicatori ausiliari. Il design del quadro di valutazione è attualmente la seguente: Gli squilibri esterni e la competitività 3 media dell´anno saldo delle partite correnti in percentuale del Pil, con soglie indicative del +6% e - 4%; posizione netta degli investimenti internazionali (Niip ) in percentuale del Pil, con una soglia indicativa del -35%, il Niip mostra la differenza tra le attività finanziarie sull´estero di un paese e le sue passività finanziarie sull´estero; 5 anni del cambiamento percentuale di quote di mercato delle esportazioni in valori misurati, con una soglia indicativa del -6%; 3 anni variazione percentuale del costo unitario del lavoro nominale (Ulc), con soglie indicative di +9% per i paesi della zona euro e +12% per i paesi non appartenenti all´area dell´euro. 3 anni variazione percentuale tassi di cambio effettivi (Reer) basate sui deflatori Iapc, relativi a 41 altri paesi industriali 2 ; soglie indicative di - / + 5% per i paesi dell´area dell´euro e - / + 11% per i paesi non appartenenti all´area dell´euro; il Reer mostra competitività di prezzo rispetto ai principali partner commerciali. Squilibri interni debito del settore privato (consolidato) in percentuale del Pil, con una soglia di 133% 3 ; flusso privato settore del credito in percentuale del Pil, con una soglia indicativa del 15%; variazione percentuale anno su anno in deflazionati prezzi delle case , con una soglia indicativa del 6%; debito pubblico in percentuale del Pil, con una soglia indicativa del 60%; Media di 3 anni di tasso di disoccupazione , con una soglia indicativa del 10%; variazione percentuale anno su anno in passività finanziarie totali del settore finanziario, con una soglia indicativa del 16,5%. Che cosa è uno squilibrio? Regolamento n 1176/2011 sulla prevenzione e la correzione degli squilibri macroeconomici definisce uno squilibrio macroeconomico come ´ogni tendenza che possa determinare sviluppi macroeconomici che interessano, o hanno il potenziale per influenzare negativamente, il corretto funzionamento dell´economia di uno Stato membro o dell´Unione economica e monetaria, o dell´Unione nel suo complesso ´, mentre gli squilibri eccessivi sono´ gravi squilibri che compromettono o rischiano di compromettere il corretto funzionamento dell´Unione economica e monetaria ´. In generale, qualsiasi deviazione da un livello desiderabile può essere considerato come uno squilibrio. Tuttavia, non tutti gli squilibri sono dannosi o che richiedono interventi di politica in quanto potrebbero essere parte di regolazione dinamica dell´economia. Squilibri che richiedono un attento monitoraggio e interventi di politica forse si riferiscono a sviluppi che potrebbero ostacolare in modo significativo il corretto funzionamento dell´economia di uno Stato membro, la zona euro o l´Unione europea. In pratica, si tratta di squilibri che sono sia a livelli pericolosi ( ad esempio, i debiti alti) o riflettono dinamiche non sostenibili ( es. Prezzo casa eccessivo o incrementi di credito) che minacciano di provocare bruschi e grandi, e quindi dannoso, regolazione. Ad esempio, avere un deficit delle partite correnti ampio e persistente è considerato uno squilibrio se si corre il rischio di condurre ad un ´arresto improvviso´ e conseguente grandi costi sociali. Quali sono i risultati di questo Amr su sviluppi complessivi nell´Ue? Le economie dell´Ue continuano a progredire nel correggere gli squilibri esterni ed interni. Questi squilibri, in particolare credito abbondante, grandi e persistenti disavanzi delle partite correnti e delle eccedenze, la perdita di competitività e l´accumulo del debito hanno contribuito alla crisi. Nel corso degli ultimi anni, si sono registrati progressi in diversi settori. In particolare, la riduzione dei disavanzi e significativi della competitività di costo sono stati registrati in un certo numero di Stati membri, stimolato da riforme strutturali e la pressione del mercato. In generale, la correzione degli squilibri sta contribuendo a un graduale recupero. Al tempo stesso, la progressiva normalizzazione delle condizioni economiche sta aiutando a ridurre lo squilibrio legate rischi macroeconomici. Le prospettive di crescita è oggi meglio di un anno fa, e il progresso nel riequilibrio aprirà la strada per la crescita e la convergenza 4 . Tuttavia, gli squilibri che aggravato la crisi hanno ridotto ma non scomparso. Ci sono stati pochi progressi nella riduzione del debito eccessivo, anche se la crescita del credito è stata molto bassa o addirittura negativa in molti paesi, il miglioramento della posizione patrimoniale netta delle economie più indebitate sono stati lenti. Quali paesi sono identificati come giustificano un esame approfondito nel corso Amr? L´attuale Amr dimostra che è necessario analizzare in dettaglio l´accumulo e degli squilibri, e dei rischi connessi, in 16 Stati membri dell´Ue. Per alcuni paesi le recensioni approfondite dilungherò sui risultati del ciclo precedente 5 del Mip, mentre per gli altri, sarà la prima volta che la Commissione prepara un esame approfondito. I diversi Stati membri per i quali la Commissione intende preparare un esame approfondito hanno diverse sfide e rischi potenziali tra cui ricadute sui loro partner. Spagna e Slovenia sono stati trovati per essere vivendo squilibri eccessivi nel precedente round del Mip. Pertanto, la prossima revisione approfondita valuterà la persistenza o svolgimento degli squilibri eccessivi, e il contributo delle politiche attuate da questi Stati membri per superare questi squilibri. Francia , Italia e Ungheria sono stati trovati per essere vivendo squilibri nel precedente round del Mip e la Commissione hanno indicato la necessità di adottare azioni politiche decisive . La prossima revisione approfondita valuterà la persistenza di squilibri. Per gli altri Stati membri in precedenza identificato come avvertono gli squilibri ( Belgio , Bulgaria , Danimarca , Malta , l´ Olanda , la Finlandia , la Svezia e il Regno Unito ), l´esame approfondito vi aiuterà a valutare la misura in cui gli squilibri persistono o sono stati superati . Nella logica del Mip, nello stesso modo come gli squilibri sono identificati dopo le analisi dettagliate delle recensioni approfondite, la conclusione che uno squilibrio è stato superato dovrebbe avvenire, tenuto debito conto di tutti i fattori rilevanti in un altro esame approfondito . Recensioni approfondite saranno preparati per la Germania e il Lussemburgo al fine di controllare meglio la loro posizione esterna e analizzare gli sviluppi interni, e concludere se uno di questi paesi presenta degli squilibri. Infine, un esame approfondito si giustifica anche per la Croazia, un nuovo membro della Ue , data la necessità di comprendere la natura e rischi potenziali connessi alla posizione esterna, la performance commerciale e la competitività, nonché sviluppi interni. Nel caso di alcuni paesi come la Germania, la relazione fa riferimento , tra l´altro per l´elevato surplus delle partite correnti. Non è un conto corrente avanzo una buona cosa? Deficit delle partite correnti e le eccedenze non sono necessariamente gli squilibri nel senso di sviluppi che influiscono negativamente - o hanno il potenziale per incidere - il corretto funzionamento delle economie dell´Unione economica e monetaria, o su scala più ampia. Deficit e surplus sono una naturale conseguenza di interazioni economiche tra i paesi. Prestito esterno e prestito consente ai paesi di trasferire il consumo nel tempo. Un paese con un surplus di conto corrente trasferisce consumi da oggi a domani, investendo all´estero. A sua volta, un paese con un deficit di conto corrente può aumentare il suo consumo di oggi, ma deve trasferire reddito futuro all´estero per riscattare il debito estero, consumando meno di quanto produce. L´attuale avanzo o disavanzo corrisponde esportazioni meno importazioni, più il flusso di reddito netto (come interessi e dividendi pagati e ricevuti dall´estero) e trasferimenti correnti netti (come le rimesse dei migranti). Il conto corrente può anche essere calcolato come la differenza tra risparmio interno e investimenti interni. Pertanto un surplus nel conto corrente significa che il paese sta generando più risparmio di quello che sta investendo sul mercato interno o, equivalentemente, che il reddito nazionale supera il consumo interno e gli investimenti interni. Questo implica che il paese sta investendo all´estero, esportando capitali e, di conseguenza, l´accumulo di attività estere (ad esempio crediti, investimenti esteri diretti, ecc) nei confronti del resto del mondo. Tuttavia, le eccedenze possono anche essere il risultato di aspettative non corrette, mispricing dei rischi, o distorsioni del mercato, o possono riflettere interventi di politica sbagliata o carenze nella vigilanza finanziaria. Questi fallimenti del mercato o di politica implicano una cattiva allocazione delle risorse e di un accumulo di squilibri e vulnerabilità in entrambi surplus e deficit di paesi. La cattiva allocazione delle risorse comporterà perdite di benessere anche nei paesi in surplus. In questi casi, sarebbe nell´interesse di questi paesi a ridurre le eccedenze, rimuovendo gli ostacoli che frenano il loro domanda interna. La Commissione ha pubblicato una relazione speciale su avanzi correnti nel mese di dicembre 2012 ( http://ec.Europa.eu/economy_finance/publications/european_economy/2012/pdf/ee-2012-9_en.pdf ). Così sono avanzi correnti così problematica come deficit delle partite correnti? In generale, i rischi sono più elevati per i disavanzi di parte corrente che per conto corrente eccedenze, perché l´ex sollevare preoccupazioni circa la sostenibilità del debito estero di un paese. Ma questo non significa che le eccedenze non può essere il risultato di inefficienze o costituiscono uno squilibrio, soprattutto quando sono grandi. Sorveglianza nell´ambito del Pip copre sia disavanzi delle partite correnti e le eccedenze di conto corrente. L´asimmetria nel quadro di valutazione riflette il fatto che i rischi derivanti da deficit sono più elevati, come la soglia è del 4% del Pil per il disavanzo delle partite correnti e il 6% del Pil per le eccedenze. Qual è il livello del surplus delle partite correnti tedesco? Nel caso della Germania, l´indicatore del quadro di valutazione definito come la media triennale del saldo del conto corrente è del 6,5% e quindi al di sopra della soglia indicativa del 6%. A seguito di revisioni statistiche, l´indicatore ha superato la soglia del 6% del quadro di valutazione nel Amr ogni anno dal 2007. Gli ultimi dati, insieme con le previsioni della Commissione, indicano un´eccedenza annuale nel 2013 allo stesso livello del 2012: il 7% del Pil. Guardando al futuro, l´avanzo dovrebbe rimanere al di sopra del 6% nel periodo di previsione fino al 2015, suggerendo così che non è un fenomeno ciclico di breve durata. L´avanzo delle partite correnti tedesco è uno dei più grandi al mondo in termini assoluti e di un fattore principale dietro l´avanzo delle partite correnti dell´area dell´euro nel suo insieme (l´altro è che i paesi in deficit hanno dovuto ridurre il loro consumo in eccesso a causa della pressione del mercato ). Allora, qual è la Commissione raccomanda alla Germania? Diminuendo le sue esportazioni? No, questo è un falso presupposto. Questo esercizio non per questo mira a frenare la competitività della Germania o delle esportazioni. I vantaggi di competitività tedesca e la sua rilevanza per la crescita - sia per la Germania e il resto d´Europa - sono indiscussi. In generale, va osservato che l´Amr non è di fare raccomandazioni. Come accennato in precedenza, il suo scopo è quello di identificare i paesi che giustificano una revisione approfondita. Una più attenta analisi si ritiene opportuno, al fine di indagare la natura della tedesca equilibrio conto corrente, i fattori specifici alle spalle il suo livello e la persistenza, e il ruolo che le politiche nazionali possono svolgere nel promuovere la domanda interna. E ´solo sulla base della profonda revisione che la Commissione concluderà se esistono squilibri e presentare le raccomandazioni politiche appropriate. Tuttavia, è ovvio che l´ampio avanzo riflette risparmi superiori investimenti nell´economia tedesca. Il tasso di risparmio delle famiglie è tra i più alti della zona euro. Nonostante la quota secondo più basso del debito del settore privato e Pil nell´area dell´euro e di condizioni di tasso favorevoli per i crediti, il settore privato ha continuato a diminuire l´indebitamento - anche se a un ritmo ridotto - mancando pertanto di sostenere una domanda più sostenuta del settore privato . Un aumento degli investimenti e / o riduzione dei loro risparmio complessivo potrebbe essere di beneficio per la Germania e gli altri paesi in surplus, come l´Olanda, senza nuocere alla loro competitività, tanto più da paesi in surplus tendono ad avere rapporti al Pil degli investimenti inferiore alla Ue media. Nel contesto del semestre europeo 2013, il Consiglio dei ministri ha raccomandato alla Germania di sostenere le condizioni che consentano la crescita dei salari per sostenere la domanda interna, ad esempio riducendo le tasse elevate e contributi previdenziali, soprattutto per i lavoratori a basso reddito . Inoltre, è stato raccomanda che la Germania prende misure per stimolare ulteriormente la concorrenza nel settore dei servizi tra cui la costruzione, e - tra le altre misure in materia di politica energetica - di proseguire gli sforzi per accelerare l´espansione delle reti energetiche. Per ulteriori informazioni si prega di consultare: http://register.Consilium.europa.eu/pdf/en/13/st10/st10636-re01.en13.pdf . Quali sono i prossimi passi dopo l´Amr? Le conclusioni della Amr saranno discussi nel dell´Eurogruppo - se riguardano Stati membri dell´area dell´euro - e nel Consiglio Affari economici e finanziari (Ecofin) nel mese di dicembre. La Commissione è anche in attesa per il contributo del Parlamento europeo e le principali parti interessate. Inoltre, il Consiglio europeo terrà una discussione nel dicembre successivo alla pubblicazione della annuale della crescita e l´Amr, con l´obiettivo di concordare le principali aree di coordinamento delle politiche economiche e delle riforme. Prendendo tutte le reazioni in considerazione, la Commissione preparerà specifiche per paese recensioni approfondite nei prossimi mesi e presentarli in primavera. Ciò comporterà un dialogo con gli Stati membri interessati. Qual è il possibile esito di un esame approfondito? Un esame approfondito non porta automaticamente ad una raccomandazione o l´individuazione degli squilibri. L´analisi della Commissione potrebbe risultare in uno dei tre diversi scenari mostrati dal grafico sottostante. La Commissione è in attesa del prossimo round di recensioni approfondite di concludere che alcuni paesi non hanno più gli squilibri? In questo ciclo di tutti i 13 paesi per i quali sono stati individuati gli squilibri nel ciclo precedente sono ancora stati selezionati per un esame approfondito. La persistenza o la scomparsa degli squilibri saranno quindi decisi dopo le recensioni approfondite in primavera. Per alcuni paesi questa sarà la terza generazione di recensioni approfondite e rischi sono stati accuratamente valutati e meglio comprensibili, mentre in alcuni casi le condizioni economiche sono migliorate e rischi vengono gradualmente ridotti. Pertanto è possibile che per alcuni di questi paesi squilibri non saranno identificati nuovamente. Panoramica della procedura per gli squilibri macroeconomici: 1. Se la situazione è considerata priva di problemi, la Commissione concluderà che non sono necessarie ulteriori operazioni nell´ambito del Pip. 2. Se la Commissione ritiene che uno squilibrio macroeconomico esiste o potrebbe insorgere, si presenterà con le raccomandazioni del caso sotto il braccio preventivo del Mip. Lo Stato membro interessato sarà invitato a correggere lo squilibrio o prevenire uno squilibrio che si verificano. Queste raccomandazioni sono presentate nel contesto del semestre europeo come parte del pacchetto di raccomandazioni specifiche per paese (maggio / giugno). 3. Se gli squilibri macroeconomici sono considerate gravi o eccessivi e possono compromettere il corretto funzionamento dell´Unione economica e monetaria, la Commissione può raccomandare al Consiglio Ecofin pone lo Stato membro in virtù di un eccessivo squilibrio interno, questa è la parte correttiva del Mip. Sono le sanzioni previste per garantire che il Mip è correttamente eseguito? Non ci sono multe previste nell´ambito del braccio preventivo del Mip. Per quanto riguarda la parte correttiva, cioè se viene lanciato uno squilibrio interno eccessivo, la situazione è diversa: in questo caso sono previste sanzioni finanziarie (fino al 0,1% del Pil) per gli Stati membri dell´area se ripetutamente non riescono a consegnare una sufficiente azione correttiva piano o di intraprendere azioni concordate. E ´importante notare che è la mancata adozione di misure adeguate che potrebbero essere sanzionato, non il fatto che lo squilibrio non è scomparsa. Qual è il legame tra il meccanismo di allerta e di relazione annuale della crescita che è stato presentato anche oggi? L´attuazione del Mip è incorporato nel ´semestre europeo´, con l´obiettivo di garantire la coerenza con gli altri strumenti di sorveglianza economici. L´analisi annuale della crescita, che appare allo stesso tempo come il Amr, approfondisce le interconnessioni tra la correzione degli squilibri macroeconomici nell´ambito del Pip, e le sfide più urgenti di promuovere la crescita, la lotta alla disoccupazione, garantire politiche fiscali sostenibili e il ripristino di prestito. Si prega di trovare il completo meccanismo di relazione Alert qui: http://ec.Europa.eu/europe2020/pdf/2014/amr2014_en.pdf    
   
   
UE: PROGETTO DI RELAZIONE COMUNE SULL´OCCUPAZIONE - LE DOMANDE PIÙ FREQUENTI  
 
Bruxelles, 14 novembre 2013 - L´ultimo progetto di relazione comune sull´occupazione, pubblicata dalla Commissione europea in allegato al annuale della crescita 2014, analisi occupazionali e sociali tendenze e sfide e le risposte politiche dispiegate dagli Stati membri. Esso funge da base per ulteriori analisi, sorveglianza e del coordinamento per tutto il cosiddetto semestre europeo, annuale ciclo di definizione delle politiche economiche dell´Ue . Quest´anno, per la prima volta, il report include un quadro di valutazione del rapporto di lavoro chiave e indicatori sociali , come annunciato nella della Commissione Comunicazione sul rafforzamento della dimensione sociale dell´Unione economica e monetaria (Uem) - vedi Ip/13/893 e Speech / 13/774 . I risultati del quadro di valutazione, insieme ad altri strumenti come il Performance Monitor per l´occupazione e la protezione sociale Performance Monitor, saranno ulteriormente analizzati dalla Commissione nella preparazione di raccomandazioni specifiche per paese e attraverso la sorveglianza multilaterale con gli Stati membri . Il progetto di relazione comune sull´occupazione sarà approvato dal Consiglio dei ministri dell´occupazione e degli affari sociali dell´Ue e sarà poi presentato al Consiglio europeo, al fine di alimentare il processo semestre europeo e di sorveglianza. Quali sono il mercato del lavoro recente e le tendenze e le sfide sociali? La disoccupazione rimane a livelli inaccettabilmente elevati nei 28 Stati membri dell´Ue, anche se ha smesso di crescere. La disoccupazione giovanile rimane a livelli particolarmente elevati, la disoccupazione a lungo termine è ancora in crescita e la povertà e le disuguaglianze sono aumentate in diversi Stati membri. Inoltre i principali divergenze tra i paesi costruiti nel corso della crisi persistono, in particolare tra il "core" e la "periferia" della zona euro. Tutto questo può ostacolare un rapido ritorno ad una forte crescita del Pil. I tassi di occupazione hanno continuato a diminuire, in particolare a causa della diminuzione del numero di disoccupati che trovano lavoro. Sebbene il numero di offerte di lavoro non è cambiata molto la disoccupazione è in aumento, il che indica che la mancanza di opportunità sul mercato del lavoro non può essere soddisfatta senza investimenti in capitale umano e un migliore supporto per i disoccupati. Perdite di posti di lavoro non sono stati equamente distribuiti e i lavoratori scarsamente qualificati, i cittadini e le persone con contratti di lavoro temporanei non Ue sono state più colpite. Migliorare la capacità di ripresa dei mercati del lavoro, rafforzando le capacità dei servizi pubblici per l´impiego "e favorendo la creazione di posti di lavoro nei settori in rapida crescita come la green economy, il settore sanitario e le tecnologie dell´informazione e della comunicazione sono priorità fondamentali del lavoro per l´anno a venire. Persistenti bassi tassi di transizione da meno a forme di lavoro e di genere paga e divari occupazionali più protette o permanente mostrano che la segmentazione del mercato del lavoro continua ad essere considerevole. Il rischio di povertà e di esclusione sociale, nonché le disuguaglianze sono cresciute in modo significativo in un certo numero di Stati membri di guida un aumento generale nella Ue. Meglio eseguendo la protezione sociale e gli investimenti sociali mirati sono essenziali per ridurre le disuguaglianze e la povertà nel corso del tempo. Che occupazione e le riforme di politica sociale sono state attuate dagli Stati membri? A seguito di orientamenti per l´occupazione e degli orientamenti politici stabiliti dalla Commissione nella Growth Survey annuale 2013, gli Stati membri hanno introdotto riforme per affrontare le sfide sociali e occupazionali. Le raccomandazioni specifiche per paese per il 2013 adottate dal Consiglio dimostrano che ancora di più lo sforzo deve essere avviata Per aumentare la partecipazione al mercato del lavoro , gli Stati membri hanno continuato a rafforzare la loro politica del mercato del lavoro attivo (Almp) misure mentre diversi paesi hanno preso misure per migliorare l´efficacia dei loro servizi pubblici per l´impiego (Spi). Politiche specifiche sono state introdotte per portare più vicino al mercato del lavoro dei disoccupati appartenenti a gruppi svantaggiati, in particolare i disabili, i disoccupati di lunga durata e dei lavoratori da un contesto migratorio. Gli Stati membri hanno affrontato anche la situazione dei giovani sul mercato del lavoro con l´introduzione precoce di alcuni elementi della garanzia per i giovani. Hanno promosso misure per aumentare i tassi di occupazione femminile e di conciliare lavoro e vita privata, introducendo modifiche alla educazione della prima infanzia e di servizi di assistenza e revisione di regolamenti di congedo parentale. Occupazione-promozione di iniziative rivolte anche barriere al prolungamento della vita attiva. Diversi Stati membri hanno proceduto a modificare il livello di minimo o di pubblica salari e indirizzata meccanismi di fissazione dei salari, tra cui indicizzazione dei salari e dei processi di contrattazione collettiva. Molti paesi hanno preso misure fiscali per promuovere la creazione di posti di lavoro e hanno continuato a sostenere le iniziative che esplorano settori di lavoro-ricchi. Alcuni Stati membri hanno utilizzato le sovvenzioni del datore di lavoro e promuovere lo spirito imprenditoriale, mentre sono state adottate ulteriori misure per affrontare la questione del lavoro non dichiarato . Infine, molti Stati membri hanno continuato a introdurre modifiche alle loro legislazione a tutela dell´occupazione per affrontare l´equilibrio tra flessibilità e sicurezza e affrontare la segmentazione del mercato del lavoro. Migliorare la capacità di offerta e promuovere l´apprendimento degli adulti è diventata una priorità in diversi Stati membri Alcuni paesi hanno introdotto misure che facilitano la scuola per lavorare transizioni e incentrato sul miglioramento di istruzione e formazione professionale e dei sistemi. Gli Stati membri hanno attuato quadri delle qualifiche, per collegare meglio l´istruzione generale, istruzione e formazione professionale, e l´istruzione superiore, e di migliorare la trasparenza delle qualifiche attraverso le frontiere. Modifiche rilevanti sono state introdotte per i sistemi di istruzione terziaria nonché primario e secondario. Mentre alcuni Stati membri hanno migliorato benefici affrontare la povertà infantile, altri hanno limitato l´accesso al o benefici ridotti. Allo stesso modo i segni misti si trovano nell´accesso all´istruzione della prima infanzia. Riequilibrio tempo nel lavoro e la pensione è un tema chiave in iniziative di pensione come quasi ovunque l´età pensionabile è stata innalzata e genere pareggia. Altri paesi sono in corso anche il passo cruciale di collegamento dell´età pensionabile alla crescita della speranza di età. Al fine di contenere l´uscita prematura dal mercato del lavoro, la maggior parte degli Stati membri ha adottato misure per limitare l´accesso al pensionamento anticipato . Molti Stati membri stanno aprendo percorsi per le persone a prolungare la loro vita lavorativa e migliorare diritti a pensione posticipando il pensionamento. Gli Stati membri stanno rivedendo sanità spesa e alla ricerca di modi per migliorare il rapporto qualità-prezzo, mentre vengono introdotti strumenti migliori di contenimento dei costi. Resta necessario trovare nuovi modi di affrontare le carenze di personale e di garantire l´accesso alle cure per tutte le chiamate per ulteriori misure. Stati membri sono inoltre adottando misure per garantire una migliore organizzazione di assistenza a lungo termine dei servizi. Maggiori sforzi per contenere o ridurre la povertà degli adulti comprendono grandi revisioni dei sistemi di assistenza sociale. Gli Stati membri hanno introdotto anche i programmi di inclusione speciali per persone in situazioni di particolari svantaggi e per le persone colpite da senzatetto e l´esclusione abitativa. Le riforme sono state avviate o sono in fase di preparazione in tutte le aree di cui sopra. Tuttavia, il grado di avanzamento varia tra i diversi settori e tra gli Stati membri. Sono quindi necessari ulteriori sforzi, anche se in molti casi gli effetti di riforme non sono ancora visibili come in genere prendono tempo per materializzarsi. Anche il ´valore´ delle riforme non può in genere essere giudicato in modo isolato, come una serie di riforme possono essere effettuate contemporaneamente. Gli Stati membri dovrebbero quindi adottare rilevanti trade-off in considerazione durante la progettazione di politiche e di riforme. Fa il progetto di relazione comune sull´occupazione valutare le riforme attuate dagli Stati membri? Il progetto di relazione comune sull´occupazione presenta una panoramica delle riforme e delle misure introdotte dagli Stati Uniti negli ultimi 12 mesi. La valutazione sarà condotta, paese per paese nel contesto del semestre europeo 2014 e presentato nelle proposte di raccomandazioni specifiche per paese l´anno prossimo. Come funziona il nuovo quadro di valutazione degli indicatori di lavoro? La Commissione ha annunciato nella sua ottobre 2013 Comunicazione sul rafforzamento della dimensione sociale dell´Unione economica e monetaria (Uem), che è stato la creazione di un nuovo quadro di controllo per seguire l´occupazione e gli sviluppi sociali rilevanti per il buon funzionamento dell´Uem. Questo serve come uno strumento analitico, che consente per la migliore e più tempestiva identificazione dei principali problemi occupazionali e sociali e quindi consentendo di intervenire tempestivamente. Il quadro di valutazione è costituito da un numero limitato di indicatori chiave di occupazione e sociale tendenze che possono gravemente minare l´occupazione, la coesione sociale e il capitale umano. Esso contiene cinque indicatori principali: disoccupazione. Disoccupazione giovanile e il tasso di quelli non in istruzione, l´occupazione o di formazione (Neet rate). Reddito disponibile delle famiglie. Il tasso a rischio di povertà. Disuguaglianze di reddito (il rapporto S80/s20). Il quadro di valutazione riguarda tutti gli Stati membri e confronti dell´Ue sono quindi realizzati con la media europea. Allo stesso tempo, deviazioni statistiche della zona meritano una particolare attenzione media euro come convergenza nei risultati socio-economici è fondamentale per il buon funzionamento di un´unione monetaria con una politica monetaria unica. Questo è il motivo per cui ci sono due tabelle allegate che mostrano il ´Stati membri situazione vis-à-vis l´Ue e la media dell´Eurozona, rispettive.  
   
   
RINNOVATO IL SOSTEGNO DELL´UE ALLE RIFORME CHIAVE IN ALBANIA  
 
Bruxelles, 14 novembre 2013 - Ieri la Commissione europea ha adottato il programma nazionale 2013 per l´Albania nell´ambito dello strumento di assistenza preadesione (Ipa). L´eur programma di 82 milioni di euro finanzierà 19 programmi su misura per le esigenze specifiche del paese, sostenere le riforme e gli investimenti in settori chiave quali la governance, giustizia e affari interni, trasporti, ambiente, occupazione e inclusione sociale, come pure l´agricoltura e lo sviluppo rurale . "L´albania ha dimostrato il suo impegno per il processo di integrazione, che si è riflesso dalla raccomandazione della Commissione recente di concedere lo status di candidato paese. Riforme, tuttavia, hanno bisogno di essere sostenuti e sono fiducioso che il programma di quest´anno aiuterà l´Albania farlo e portare positivo cambiare per la vita dei suoi cittadini ", ha dichiarato il commissario Füle. Come una priorità strategica, il programma contribuirà a rafforzare l´indipendenza e l´efficienza della giustizia e di migliorare la lotta contro la corruzione e la criminalità organizzata. Il finanziamento sosterrà riforme concrete nel settore della pubblica amministrazione, con l´obiettivo finale di aumentare la fiducia degli albanesi nella loro amministrazione dello Stato. Supporto andrà anche alla tutela ambientale, compresa la gestione dei rifiuti, che è una delle sfide più importanti che l´Albania dovrà affrontare negli anni a venire. Sviluppo socio-economico sarà sostenuto con misure dedicate a sostenere le Pmi e per migliorare le prestazioni delle politiche del lavoro e sociali del governo. Il finanziamento sarà ulteriormente aiutare il paese a prepararsi per la futura gestione nazionale dei fondi comunitari per l´agricoltura e finanzierà misure di piccole e medie dimensioni di investimento per sostenere gli agricoltori. Progetti infrastrutturali strategici nelle zone rurali saranno attuate per riabilitare la rete di strade secondarie e di costruire sistemi di approvvigionamento idrico efficiente. Per la prima volta, il programma annuale Ipa comprende una serie di progetti, che saranno attuate direttamente dall´amministrazione albanese attraverso le procedure di sovvenzionamento e di appalto, non appena il paese ottiene il via libera da parte della Commissione per la gestione dei fondi Ipa.  
   
   
UE-KOSOVO: CON IL MINISTRO HOXHAJ SU SAA E LA NORMALIZZAZIONE CON LA SERBIA  
 
Bruxelles, 14 novembre, 2013 - Commissario per l´allargamento e la politica di vicinato Stefan Füle ha incontrato il ministro del Kosovo degli affari esteri Enver Hoxhaj ieri a Bruxelles. Hanno discusso gli sviluppi in Kosovo e nella regione a seguito del recente primo turno delle elezioni locali in Kosovo. Commissario Füle e il Ministro Hoxhaj inoltre esaminato i progressi nei negoziati per un accordo di stabilizzazione e di associazione con il Kosovo, che sono stati lanciato il mese scorso. Commissario Füle ha espresso la sua soddisfazione per il processo e la cooperazione con il Kosovo ad oggi e ha confermato l´ambizione della Commissione europea di avere completato i negoziati nella primavera del prossimo anno. Commissario Füle ha esortato il Kosovo a continuare la sua attività pro-attivo e costruttivo nel processo di normalizzazione delle relazioni con la Serbia, nel quadro del dialogo Ue-agevolata. Ha inoltre incoraggiato il Kosovo a continuare i suoi sforzi nei settori prioritari individuati nello studio di fattibilità della Commissione 2012.  
   
   
ITALIA E RUSSIA: UN LEGAME DA RAFFORZARE PER LO SVILUPPO E L´INNOVAZIONE A TORINO CIRCA 800 OPERATORI ISCRITTI PER LA VENTITREESIMA EDIZIONE DELLA TASK FORCE  
 
Torino, 14 novembre 2013 - Edizione da record per la ventitreesima task force italo-russa sui distretti e le piccole e medie imprese, promossa dal Ministero dello Sviluppo Economico italiano e dalla Rappresentanza Commerciale Russa in Italia, con l’obiettivo di sostenere la collaborazione per lo sviluppo industriale dei due Paesi. Sono circa 800 gli operatori iscritti a Torino, tra rappresentanti istituzionali e imprenditori, di cui oltre 300 piemontesi e circa 180 componenti della delegazione russa. Numeri che in questa edizione sono notevolmente migliorati anche rispetto agli appuntamenti precedenti, che già avevano fatto registrare ampia partecipazione. Stamani, a Torino, al “Centro Torino Incontra”, si è svolta la sessione plenaria di inaugurazione. «Una task force organizzata in modo impeccabile – ha detto il Vice Ministro dello Sviluppo economico della Federazione Russa, Pavel Korolev – I delegati che sono qui presenti hanno le idee ben chiare, per cui sono in campo prospettive di cooperazione molto consistenti, che indubbiamente porteranno risultati a breve termine». «Il Piemonte è una regione industriale che più di altre ha sofferto la crisi – ha aggiunto il Presidente della Regione Piemonte, Roberto Cota - ma proprio da un evento di questo tipo possiamo cogliere l’occasione per ripensare la crisi stessa come opportunità di rilancio dell’economia. Non è infatti possibile superare la congiuntura negativa senza guardare ai mercati esteri. Quello russo è certamente strategico. Il Governo regionale è al fianco delle piccole imprese piemontesi per aiutarle ad affrontare la sfida dell’export». Sullo scambio di opportunità ed esperienze tra gli imprenditori dei due Paesi ha puntato l’attenzione la Presidente della Rappresentanza Commerciale russa in Italia, Natela Scengheliya, secondo la quale «è fondamentale che ci sia la possibilità di discutere concretamente di progetti, che portino poi alla firma di impegni contrattuali». L’occasione della due giorni di Torino è propizia e, da questo punto di vista, il Presidente della Task Force, Pietro Celi, ha voluto sottolineare le tipicità dell’evento. «Non sono molti gli appuntamenti che si svolgono con tanta frequenza e continuità – ha dichiarato Celi – Nelle ventidue sessioni precedenti abbiamo coinvolto 83 regioni russe e 10 italiane, dando così ampia voce ai territori rappresentati». I lavori della mattinata sono stati moderati da Giuseppe Donato , presidente Ceipiemonte, che ha ricordato i temi al centro della task force: «energia, edilizia, meccanica legata all’automotive e aerospazio sono temi in cui l’Italia e il Piemonte hanno molto da dire, soprattutto in termini di proposte progettuali. Comparti che Ceipiemonte segue da vicino coordinando anche numerose azioni volte proprio a favorire sinergie e collaborazioni tra le aziende piemontesi e russe». Il programma dell’evento prosegue anche nel pomeriggio e nella giornata di domani con confronti e dibattiti su efficienza energetica, energie rinnovabili, edilizia, meccanica, automotive, aerospazio e un business forum sul turismo. A quest´ultimo tema viene dedicata particolare attenzione, considerato anche che la ventireesima task force si realizza proprio in occasione dell’anno della promozione reciproca del turismo tra i due paesi. Nell´ambito del forum saranno così presentate le nuove opportunità di collaborazione. Nel 2012 più di 15,3 milioni di turisti russi si sono recati all’estero: un aumento del 6% rispetto al 2011 (dati di fonte russa). Tutti i settori sono di estremo interesse per l’Italia e in particolare il Piemonte, il cui export verso la Russia, nel corso dello scorso anno, ha superato i 787,7 milioni di euro, registrando un aumento del 4,3% rispetto al 2011, mentre il valore delle importazioni dalla Russia ha raggiunto poco più di 66,4 milioni di euro. La Russia è il dodicesimo Paese verso il quale sono destinate le vendite all’estero dei prodotti piemontesi (il terzo tra i cosiddetti "Bric"). Già nell’ambito del Piano Strategico per l’Internazionalizzazione del Piemonte il mercato russo era stato individuato tra i prioritari, tant´è che vi è stato dedicato un apposito progetto integrato di mercato, le cui attività di realizzazione sono state affidate a Ceipiemonte. Nel corso della task force verrà anche dedicato spazio agli strumenti finanziari attraverso cui realizzare le forme di collaborazione, sia sotto il profilo bancario sia riguardo gli investimenti diretti dalla Russia verso l’Italia e viceversa. La Regione, in particolare, ha istituito la formula del contratto di insediamento per attrarre nuovi investimenti, che ha già prodotto diversi risultati. Ne è conferma la presenza a Biella dell´azienda russa Synhesalloys, specializzata nei metalli preziosi per l´industria, che ha un investimento programmato di 13 milioni di euro, con un contributo di 1 milione e 400 mila da parte della Regione. A regime saranno 70 i nuovi posti di lavoro creati. Rispetto agli investimenti in Russia, invece, verrà data testimonianza dell’esperienza dell’azienda Cellino srl (filiera dell’automotive), che si sta rafforzando sul mercato russo con un investimento in loco, senza per questo pregiudicare l’insediamento piemontese: un esempio virtuoso di come è possibile investire all’estero senza necessariamente dover per forza delocalizzare.  
   
   
REGIONE LOMBARDIA-USA: VINCERE INSIEME LA SFIDA DEI MERCATI  
 
Milano, 14 novembre 2013 - Coltivare i già ottimi rapporti che intercorrono fra Stati Uniti, Italia e Lombardia e lavorare insieme per la crescita economica, che passa anche attraverso la promozione delle eccellenze locali sui mercati globali. E´ il messaggio lanciato dall´ambasciatore degli Stati Uniti d´America presso la Repubblica Italiana e la Repubblica di San Marino John R. Phillips, che ha fatto visita al presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni. Auspicio Adesione A Expo - Accogliendo il rappresentante del governo Usa a Palazzo Lombardia, il governatore si è detto "onorato di ospitarlo", e ha fatto sapere che il loro colloquio privato verterà sulle "ottime relazioni e non solo che intercorrono fra la Lombardia, l´Italia e gli Stati Uniti d´America. Spero - ha aggiunto Maroni - che questo incontro sia di buon auspicio per la decisione, mi auguro imminente, della partecipazione degli Stati Uniti a Expo 2015". Prima Visita Ufficiale - Quella dell´alto diplomatico di Washington, è stata la mia prima visita ufficiale da ambasciatore in Lombardia, anche se parlando alla stampa, ha fatto sapere di aver già visitato la regione "da turista e da cittadino privato, perché - ha detto - amo viaggiare e scoprire le bellezze del vostro territorio". L´ambasciatore ha anche rivelato di avere lui stesso origini italiane, friulane per la precisione. "I miei nonni, ormai cent´anni fa, emigrarono da quella terra e anche a distanza di tanti anni, la mia famiglia ha a cuore questa eredità. Anche il mio cognome - ha fatto notare - sembra inglese, ma in realtà ha origine dal nome di nonno, che si chiamava Filippo". Far Crescere L´economia - "Sappiamo che il governatore Maroni è molto impegnato nella promozione dell´economia e questa passa necessariamente attraverso la promozione dell´eccellenza locale sui mercati globali, una visione che mi sento di appoggiare pienamente", ha dichiarato Phillips, sottolineando che "la Lombardia è sicuramente un simbolo del dinamismo e della vitalità dell´Italia. Sarà certamente importante coltivare gli ottimi rapporti fra gli Stati Uniti, la Lombardia e l´Italia perché saranno certamente una ´chiave´ per rafforzare l´economia e farla crescere ulteriormente". Grande Ammirazione Per Lavoro Obama - "Per me è un grande onore rappresentare come ambasciatore gli Stati Uniti in Italia", ha ribadito l´ambasciatore americano concludendo il suo breve intervento di fronte ai giornalisti, nel quale ha voluto anche mettere in risaldo di avere "grande ammirazione per tutto il lavoro che il presidente Barack Obama sta facendo e quindi- ha confermato nuovamente - per me è un onore e un piacere poter ricoprire questo ruolo". Lombardia Motore Del Paese - Prima di lasciare Palazzo Lombardia, Phillips ha ringraziato "il Presidente Maroni per la sua calorosa accoglienza oggi a Milano, in questa città che viene considerata la New York italiana e certamente è la capitale di una regione che è il motore dell´intera nazione. Come sapete ho con l´Italia un rapporto d´amore che deriva dalla storia della mia famiglia e che non si è mai interrotto. Ora, da Ambasciatore degli Stati Uniti nel vostro paese, ho l´opportunità di conoscere da vicino le realtà locali e vi scopro uno spirito imprenditoriale ed un pragmatismo molto simili allo spirito americano".  
   
   
IL SINDACO DI MILANO HA INCONTRATO IERI IL DIRETTIVO DELL’ASSOCIAZIONE “CITTÀ MONDO”  
 
Milano, 14 novembre 2013 - Il Sindaco Giuliano Pisapia ha incontrato ieri, insieme all’assessore alla Cultura Filippo del Corno, il direttivo dell’associazione “Città Mondo”, nata il 25 settembre 2013 a Palazzo Reale come nuovo soggetto giuridico operante in stretta connessione con il Forum Città Mondo. Una struttura nuova, il cui percorso di formazione è stato seguito attivamente dall’Assessorato alla Cultura sin dalla nascita del Forum della Città Mondo nel 2011, in occasione del primo Ipm (International Partecipants Meeting) di Expo. Il Forum resta luogo aperto e privilegiato di dialogo con l’Amministrazione e tra tutte le Associazioni, affermandosi come luogo di partecipazione attiva di oltre 500 associazioni, rappresentative delle numerose comunità internazionali presenti sul territorio milanese “Sono felice e orgoglioso del percorso che ha portato a riunire tanti soggetti che rappresentano la cittadinanza internazionale che vive e lavora a Milano in un’unica associazione, che è lo strumento giusto per poter partecipare con ancora maggiore efficacia nella vita nostra città – ha dichiarato il Sindaco Giuliano Pisapia –. Ringrazio gli assessori che si sono impegnati per realizzare un sogno che avevo ancora prima di diventare Sindaco, perché sono convinto che Milano parli al mondo, ma il mondo guarda attentamente Milano, e non solo per Expo, ma anche per la realizzazione di progetti come questi, che incarnano perfettamente l’idea di coesione sociale che abbiamo in mente e che vogliamo realizzare. Mi auguro che questa esperienza sia anche un mezzo per realizzare nuovi gemellaggi con i Paesi stranieri che fanno parte dell’associazione ’Città Mondo’, non solo in vista di Expo, ma anche dopo, come occasioni di scambio culturale sempre vivo e fecondo”. “Nel territorio milanese a partire dal 25 settembre scorso, a fianco del Forum della Città Mondo, ha preso forma un soggetto giuridico pronto a collaborare concretamente e attivamente con tutti gli Assessorati del Comune – ha dichiarato l’assessore alla Cultura Filippo Del Corno -. Una straordinaria opportunità di collaborazione nel percorso di costruzione di una Città sempre più proiettata verso una cittadinanza compiutamente plurale, intrapreso da questa Amministrazione”. L’associazione Città Mondo è un’”associazione delle associazioni”, la prima nel suo genere in Italia, a cui aderiscono 80 associazioni quali soci fondatori (l’elenco sulla pagina web dedicata, all’indirizzo http://goo.Gl/b9bnfd ), rappresentanti tutti i continenti del pianeta: Africa (23), Americhe (22), Asia/oceania (10) ed Europa (25). Altre 20 associazioni hanno già presentato richiesta e si sta vagliando la documentazione. L’associazione nella sua assemblea costitutiva ha eletto un direttivo di 15 persone, in modo equilibrato per genere e per aree geografiche – provengono da Perù, Cina. Senegal, Filippine, Eritrea, Bangladesh, Albania, Somalia – e un presidente, Michel Koffi, che oggi ha commentato: “Questo è un giorno molto felice per le comunità straniere di Milano, una giornata indimenticabile per noi. Ringrazio il Comune che ci ha dato forza e coraggio, che ci ha detto che era possibile. Ora vogliamo continuare insieme”.  
   
   
MOLISE: BILANCIO 2013, LA CONSULTA BOCCIA LA LEGGE. FRATTURA: UN´ALTRA STELLA AL MERITO DELLA CAPACITÀ AMMINISTRATIVA DI CHI CI HA PRECEDUTI  
 
Campobasso, 13 novembre 2013 - "A distanza di sei mesi dalla prima per il consuntivo 2011, arriva adesso la nuova bocciatura della Corte costituzionale nei confronti dell´amministrazione regionale targata ´Iorio´. Ci risiamo, ora è il turno del bilancio di previsione 2013. Dichiarata l´illegittimità costituzionale di ben 7 articoli sui complessivi 19 della legge finanziaria regionale 5/2013. Ancora una volta ci troviamo a scontare e fronteggiare, noi, la leggerezza amministrativa e la sconsiderata, più che creativa, gestione finanziaria praticata da chi per dodici anni ci ha governati nella convinzione che rispettare le regole fosse un vezzo di cui poter fare anche a meno. Tanto che importa? Saranno altri a rimediare a danni irreparabili. Un´altra stella al merito della loro capacità amministrativa. Nella nuova sentenza della Consulta viene decretata la mancanza di equilibrio nel bilancio dell´esercizio 2013, poiché tutte le violazioni commesse determinano il sovradimensionamento della spesa rispetto alle risorse effettivamente disponibili. Mai verificata, ci dicono i giudici, la disponibilità delle risorse, nonostante che la norma imponga l´obbligo di copertura. Nemmeno la logica dell´economia domestica più elementare. Il nostro saggio legislatore molisano non si è mai preoccupato di rispettare quel precetto in base al quale è suo obbligo, suo dovere, la continua ricerca di un armonico e simmetrico bilanciamento tra risorse disponibili e spese necessarie per il perseguimento delle finalità pubbliche. No, da noi la logica dei nostri ex amministratori ha risposto solo ai principi della discrezionalità e della presunzione dell´avanzo. Presunzione che ci ridicolizza ancora di più agli occhi dei giudici costituzionali. In sentenza oggi la Corte richiama la bocciatura emessa sei mesi fa, ricordando a tutti noi l´irregolare contabilizzazione dei residui attivi. Abbiamo fatto affidamento sui famosi 1,2 miliardi di euro, tutti ancora da rintracciare. Altro che i famosi cinque giorni sufficienti per Michele Iorio, dall´alto della sua cattedra a distanza, a sistemare la faccenda. Questa è la realtà: noi stiamo amministrando, mentre corifei dell´ultima ora ci rinfacciano insipienza, incapacità e immobilismo. Mentre ci danno lezioni di buona amministrazione e correttezza etica nella gestione della cosa pubblica. Forse dovrebbero fare ammenda e imparare a tacere. Per inciso, alla bocciatura del bilancio 2013 si aggiunge sempre oggi la dichiarazione di illegittimità di un´altra legge regionale dell´epoca Iorio, quella per il personale conducente per il trasporto di persone mediante servizi pubblici non di linea. Era riservata solo ai molisani, in spregio evidente al Trattato del funzionamento dell´Unione europea che vieta restrizioni e barriere protezionistiche. Sembra uno scherzo, purtroppo non lo è". Il commento del presidente della Regione Molise, Paolo di Laura Frattura, alle sentenze n.264 e n.266, emesse dalla Corte costituzionale, relative rispettivamente alle leggi regionali 25/2012 e 5/2013.  
   
   
IL PRESIDENTE DELLA TOSCANA ENRICO ROSSI INVITATO IN URUGUAY PER INCONTRO CON PRESIDENTE MUJICA  
 
Firenze 14 novembre 2013 - Un invito in Uruguay per incontrare il presidente Mujica e siglare un protocollo d´intesa per sviluppare sinergie soprattutto in ambito turistico e agricolo. Lo ha recapitato al presidente delle Regione Toscana Enrico Rossi una delegazione ufficiale del Paese sudamericano durante un incontro svoltosi a palazzo Strozzi Sacrati e cui hanno partecipato anche gli assessori Cristina Scaletti (turismo) e Gianni Salvadori (agricoltura). La visita in Uruguay è stata prospettata già per il prossimo gennaio al fine di definire concretamente gli ambiti di collaborazione evidenziati durante la giornata di lavoro di Firenze. Significativa anche la previsione dell´incontro con il presidente uruguayano, di cui si è occupata molto la stampa internazionale per lo stile di vita estremamente semplice e modesto in relazione all´alta carica ricoperta. Anche a Firenze l´Uruguay si è presentato con una rappresentanza ai massimi livelli, composta, tra l´altro, da Benjamin Liberoff , direttore della commissione nazionale sul turismo, da Oscar de Los Santos, sindaco del dipartimento di Maldonado (un´area a est di Montevideo) e da Leonardo Carbonell presidente di Destino Punta del Este (una società pubblico privata che promuove uno dei principali poli di attrazione turistica dell´Uruguay, quello di Punta del Este). A testimoniare direttamente la potenzialità di scambi anche economici tra le due aree, anche la presenza di un importante imprenditore sudamericano, Alejandro Bulgheroni, che dopo aver operato in vari ambiti della produzione di energia (principalmente petrolio) ha avviato una serie di attività in ambito agroalimentare che hanno coinvolto direttamente la Toscana: Bulgheroni ha infatti acquisito tre tenute agricole nel senese. Ci sono forti parallelismi climatici, ambientali e territoriali tra Uruguay e Toscana: questo il motivo per cui, ha spiegato,sta sviluppando i suoi affari in ambito agricolo (produzione di olio e vino) in parallelo nelle due aree, utilizzando in Uruguay know how e tecnologie provenienti dalla nostra regione. La sua esperienza diretta ha mostrato concretamente alcuni degli spazi di interazione tra Toscana e Uruguay. Nel corso della giornata di incontri ne sono emersi anche altri in ambito turistico, con la possibilità di realizzare interscambi di pacchetti in particolare rivolti a turisti con elevate disponibilità di spesa e coinvolgendo ambiti come quello della nautica, del golf, del turismo open air di qualità. "Questi colloqui – ha sintetizzato il presidente Rossi – hanno evidenziato significative possibilità di collaborazione fra le due aree e a sottolineare reciproche potenzialità di investimento. La Regione è pronta a proseguire su questa strada riconoscendo formalmente questa collaborazione e creando così il terreno necessario per investimenti che possano valorizzare la nostra economia da una parte e permettere dall´altra ai nostri imprenditori di poter allargare i loro mercati".  
   
   
UMBRIA, SPORTELLO “SUAPE”: COSTITUITI OTTO PARTENARIATI DEI COMUNI, PRESTO ATTIVAZIONE STRUMENTO CARDINE SEMPLIFICAZIONE  
 
Perugia, 13 novembre 2013 - "La Giunta regionale, nella seduta di lunedì 11 novembre, sulla base degli indirizzi contenuti nel Programma operativo per lo sviluppo dell´amministrazione digitale, ha preso atto della costituzione degli otto partenariati dei Comuni umbri finalizzati al finanziamento degli Sportelli unici delle attività produttive dell´edilizia, i ´Suape´, che presto verranno attivati negli enti del territorio". Ad annunciarlo è l´assessore regionale all´Innovazione e ai Sistemi informativi, Fabio Paparelli, che sottolinea quanto "lo sforzo fatto da Regione, Anci e da tutti gli enti coinvolti in questi mesi possa ora tradursi in azioni concrete volte alla semplificazione della pubblica amministrazione, con un sensibile miglioramento organizzativo e un conseguente snellimento delle pratiche burocratiche che, in alcuni casi, saranno completamente annullate". "Il ´Suape´ - spiega l´assessore - è uno degli strumenti cardine previsti dalla Regione Umbria per procedere fattivamente con la semplificazione della pubblica amministrazione e sul quale è stato investito complessivamente oltre 1 milione di euro. Ciò permetterà ai cittadini di inoltrare direttamente le proprie istanze agli sportelli dedicati, comunali e intercomunali, con l´obiettivo di garantire maggiore velocità, trasparenza ed accessibilità ai servizi". "Gli otto partenariati costituiti, per un totale di 89 Comuni coinvolti, ad esclusione di Assisi, Bastia Umbra e Cannara - sottolinea Paparelli - rappresentano una prima forma di associazione progettuale capace di dare vita a modelli di organizzazione e di servizi che collocheranno al centro dell´azione amministrativa i cittadini e le imprese e non la burocrazia autoreferenziale. Auspico, pertanto, che anche i tre Comuni che non hanno inteso aderire in questa fase possano presto contribuire anch´essi al completamento dell´intero sistema umbro esclusivamente dedicato al servizio delle esigenze dei cittadini, delle imprese e dell´edilizia".  
   
   
FONDI UE, POSITIVA VERIFICA PER LA LIGURIA. GUCCINELLI: PRONTI A LAVORARE AL PROGRAMMA 2014-2020  
 
Genova, 14 Novembre 2013 - Positiva verifica per la Regione Liguria nel rapporto di spesa dei fondi europei del programma operativo Por-fesr 2007-2013, mercoledì 13 novembre in mattinata al Palazzo della Borsa di Genova, nel corso della quarta Conferenza annuale per fare il punto sui risultati ottenuti e sugli obiettivi strategici del nuovo settenato. "In un quadro della situazione socio economica difficile, la Regione Liguria ha ampiamente superato anche gli obiettivi che ci erano stati posti il 31 ottobre scorso, ora stiamo cominciando a costruire insieme con il mondo delle istituzioni, del lavoro e delle imprese i criteri di utilizzo dei prossimi fondi 2014-2020. Vogliamo fare in modo che non si perda un giorno di tempo per ritardi della Regione Liguria nel nuovo programma operativo regionale", spiega l´assessore regionale allo Sviluppo Economico Renzo Guccinelli, che ha partecipato ai lavori con Gabriella Drago, direttore generale dipartimento Sviluppo Economico Regione Liguria , Riccardo Podestà direttore Liguria Ricerche S.p.a, Claudio Calvaresi (Istituto per la ricerca sociale Irs), Walter Bertini (Filse S.p.a), Maurizio Scajola (Unioncamere Liguria). Dopo che è stato raggiunto l´accordo nazionale sul co-finanziamento del governo italiano ai fondi della nuova programmazione con uno stanziamento di 24 miliardi di euro, si sta definendo in questi giorni, in tavoli tecnici, il riparto delle risorse fra le regioni italiane, "poi ci sarà il negoziato del governo con il partenariato e dei singoli stati con l´Unione Europea. La Regione Liguria conta di arrivare a questi appuntamenti con il programma regionale condiviso a approvato dai territori", ha detto Guccinelli.  
   
   
ABRUZZO, OGGI GIORNATA STUDIO SU ELEZIONI REGIONALI CONOSCERE PROCEDURE FAVORISCE ESERCIZIO DEMOCRAZIA  
 
Pescara, 14 novembre 2013 - l´assessore alle Riforme Istituzionali, Carlo Masci, parteciperà, a Pescara, a partire dalle ore 9.00, presso la sede della Regione in via Raffaello 137, alla seconda delle giornate di studio programmate nell´ambito delle attività dell´Osservatorio Elettorale regionale. "Verso le elezioni regionali. Elezioni regionali e amministrative: normativa, liste elettorali, modalità di presentazione e ammissione" è il tema della giornata di approfondimento. Incaricata dell´organizzazione è l´Istituto Carlo Cattaneo di Bologna. La giornata di studio sarà condotta da Massimo Rubechi, collaboratore dell´Istituto Cattaneo e ricercatore dell´Università di Urbino "Carlo Bo". "Auspico una massiccia partecipazione all´iniziativa da parte degli amministratori locali - ha affermato Masci - anche perchè la finalità di questi incontri previsti dall´Osservatorio elettorale regionale è proprio quella di chiarire dubbi e di fornire un quadro, il più possibile, preciso e dettagliato su tutte quelle incombenze e le formalità che occorre sbrigare in occasione di un appuntamento elettorale come le prossime elezioni regionali. Far conoscere bene le procedure e far capire come attuarle in concreto - ha concluso l´assessore - ritengo sia una maniera intelligente per rendere più agevole per il cittadino impegnato in politica l´esercizio della democrazia".  
   
   
EMILIA ROMAGNA, ERRANI INTERVIENE SUI COSTI DELLE AUTO A NOLEGGIO  
 
Bologna, 14 novembre 2013 – Sui costi delle auto a noleggio interviene il Presidente della Regione Emilia-romagna Vasco Errani. “Sui costi delle auto a noleggio sono assolutamente tranquillo. Stiamo parlando di uno strumento di lavoro: per adempiere ai miei compiti, spostarmi da una parte all’altra della regione è normale e anzi, se non lo facessi, non farei bene il mio lavoro, con l’intensità e l’impegno che sono noti a tutti”. “Mi è sempre stata molto chiara la differenza tra le attività politico-istituzionali del Gruppo al quale appartengo e l’attività di Presidente: proprio per questo ho ritenuto necessario addebitare ai fondi del Gruppo consiliare Pd – come previsto da una specifica delibera dell’Ufficio di Presidenza della Assemblea legislativa, la numero 15/2010 – le spese che ho sostenuto quando sono stato chiamato a svolgere una funzione politica, nell’ambito delle attività del Gruppo stesso, diversa da quella di Presidente della Regione. E questa differenza, per me, è chiarissima e l’ho sempre rispettata”. “D’altra parte, come ha anche di recente sostanzialmente confermato la Corte dei Conti nel suo giudizio di parifica, rivendico che i costi di funzionamento di questa amministrazione sono in linea con i principi di una oculata e contenuta gestione della cosa pubblica. E questo è un risultato raggiunto anche grazie al contenimento della spesa per le auto di servizio.” “Capisco che “l’auto blu del Presidente” possa fare notizia. Ma proprio per questo credo occorra non perdere mai di vista la funzione dell’amministratore pubblico, la cui presenza sul territorio è un elemento di non trascurabile rilevanza. Che poi questo avvenga rispettando strettamente le norme che regolano l’utilizzo di questi servizi, è per me un principio di responsabilità irrinunciabile”.  
   
   
LE SPESE PER LE AUTO UTILIZZATE DAI MEMBRI DELLA GIUNTA REGIONALE  
 
Bologna, 14 novembre 2013  – Ammontano a 177 mila euro le spese per i servizi di noleggio con conducente utilizzato da tutti i membri della Giunta regionale (compreso il presidente) nel primo semestre del 2013. Se si considera la Giunta nel suo complesso il trend di spesa - dal 2006 ad oggi - si presenta in significativa (-31%) e costante diminuzione, con la sola eccezione del 2012, anno caratterizzato dal terremoto in Emilia. Sempre per quanto riguarda il 2013, il dato relativo al 1° semestre fa ritenere probabile l’attestarsi del spesa al di sotto dei 400mila euro annui. Per quanto riguarda il solo presidente della Giunta, il dato è di circa 120mila euro annui, anche in tal caso con un picco nel 2012 e una previsione in riduzione per il 2013.
anni 2006-2013
anno spesa delta annuale delta %
2006 667.216,93
2007 688.394,77 + 21.177,84 + 3,17
2008 658.957,57 - 29.437,20 - 4,28
2009 614.386,69 - 44.570,88 - 6,76
2010 462.676,80 - 151.709,89 - 24,69
2011 428.195,23 - 34.481,57 - 7,45 delta 06-12 delta% 06-13
2012 458.358,53 + 30.163,30 + 7,04 - 208.858,40 - 31,3 %
i° sem. 2013 177.433,51
 
   
   
LA SPESA PENSIONISTICA IN PROVINCIA DI TRENTO DEL 2011  
 
Trento, 14 novembrr 2013 - Il Servizio Statistica della Provincia autonoma di Trento presenta per la prima volta un’analisi della consistenza e della dinamica della spesa pensionistica registrata in provincia di Trento. Nel 2011 sono stati erogati 195.930 trattamenti pensionistici a 141.625 pensionati, per un ammontare complessivo pari a 2.366,6 milioni di euro, valore che costituisce lo 0,9% del totale della spesa per trattamenti pensionistici a livello nazionale. In Trentino l’importo medio annuo delle pensioni si colloca intorno a 12.079 euro; questo valore risulta superiore di quasi 1.000 euro al valore nazionale (11.229 euro). Il 42,3% dei pensionati trentini dispone di un reddito da pensione inferiore ai 1.000 euro mensili; ripartito per genere, il 55,6% delle donne e il 26,8% degli uomini percepisce un reddito mensile da pensione inferiore ai 1.000 euro. Le informazioni sono il frutto dell’elaborazione dei dati sui trattamenti pensionistici che provengono dal “Casellario centrale dei pensionati” gestito dall’Inps. L’archivio riporta i dati relativi a tutte le prestazioni pensionistiche erogate dagli enti previdenziali – sia pubblici che privati – a beneficiari residenti in Trentino per le pensioni di invalidità, le pensioni di vecchiaia e anzianità, le pensioni di reversibilità, le pensioni indennitarie non assistenziali e le pensioni di tipo assistenziale (assegni sociali, assegni di invalidità civile e pensioni di guerra). Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito del Servizio Statistica all’indirizzo: www.Statistica.provincia.tn.it    
   
   
QUALITÀ DELLA VITA. A MILANO LA PRIMA ‘GIORNATA DEL LAVORO AGILE’ IN ITALIA SARÀ IL 6 FEBBRAIO. MILANO LABORATORIO NAZIONALE PER UN NUOVO STILE DI VITA. CHIAMIAMO A RACCOLTA LE ENERGIE DELLA CITTÀ  
 
Milano, 14 novembre 2013 - Lavorare ovunque, organizzare il proprio tempo, conciliare la vita privata con il lavoro in forme nuove. Abbattere le emissioni inquinanti, eliminare i tempi di spostamento, sperimentare alternative possibili. È la Giornata del Lavoro Agile, la prima in Italia, che si terrà a Milano il 6 febbraio 2014. “Ancora una volta – ha dichiarato Chiara Bisconti, assessora al Tempo libero, Benessere e Qualità della Vita - Milano si propone come laboratorio nazionale per un nuovo stile di vita. Sarà la prima città in Italia a organizzare una giornata come questa. Il Comune farà la propria parte: lavoriamo per fare in modo che tra i 15 mila lavoratori e lavoratrici dell’Amministrazione, tanti (dove possibile) per un giorno lavorino da casa o da dove vogliono. Abbiamo già dei partner importanti. Altri possono, e devono, aggiungersi”. “Il 6 febbraio – ha proseguito Chiara Bisconti - è un’occasione unica per questa città. Oggi i tempi di lavoro e di vita richiedono compromessi diversi rispetto al passato, tante abitudini ormai consolidate sono superate o comunque superabili. Favorire una giornata come quella del ‘Lavoro Agile’ significa pensare a un’altra città, regolare diversamente gli orologi della propria quotidianità. È una scommessa che giochiamo volentieri, e sono convinta che il prossimo 6 febbraio saremo in tanti, tutti insieme e ciascuno nel suo”. A lanciare la ‘Giornata del Lavoro Agile’, che andrà a raccogliere nuove adesioni da qui al 6 febbraio, ci sono anche Abi, Aidp, Anci Lombardia, Assolombarda, Cgil Milano, Cisl Milano Metropoli, Uil Milano e Lombardia, Sda Bocconi School of Management, Unione Confcommercio Milano Lodi Monza e Brianza, Valore D. Più tempo per sé, più qualità della vita, meno stress, meno inquinamento sono gli obiettivi dell’iniziativa. Il ‘lavoro agile’ non richiede una postazione fissa in ufficio; consente di lavorare ovunque, da casa, dal bar, dal parco, dalla palestra o da una postazione in co-working. È una modalità che soddisfa chi lavora e rende le imprese più competitive. Diminuire i tempi di spostamento per lavoratori e lavoratrici e ridurre la rigidità degli orari abbassa lo stress, aumenta i momenti da dedicare a se stessi, migliora la qualità del lavoro. Positive anche le ricadute sulla città, con una potenziale riduzione dei momenti di congestione del traffico e delle sostanze inquinanti dovute ai mezzi di trasporto. Possono aderire alla ‘Giornata del lavoro agile’ le aziende private, gli enti pubblici e gli studi professionali. Basta consultare il sito del Comune di Milano (www.Comune.milano.it/giornatalavoroagile ) e compilare la scheda online.  
   
   
CANCELLAZIONE RETROATTIVA INCENTIVI ASSUNZIONI. ZAIA: “E’ UNA TRUFFA E UN’OFFESA A CHI LAVORA PER USCIRE DALLA CRISI”  
 
 Venezia, 14 novembre 2013 - “Quale fiducia possono riporre i cittadini, le famiglie e le aziende in uno Stato che non si accontenta di depredarli con tasse e balzelli, ma addirittura li beffa chiedendo indietro i soldi che aveva dato loro per rilanciare l’occupazione? Questo comportamento ha un nome: si chiama truffa”. Più che amareggiato il presidente della Regione, Luca Zaia, si sente “offeso come cittadino” per la situazione denunciata da Confartigianato, Cna, Casartigiani, Cgil, Cisl e Uil del Veneto, che vede l’Inps pretendere dalle piccole e medie imprese la restituzione degli incentivi loro assegnati per aver assunto, in base a una legge dello Stato, nuovi dipendenti utilizzando le liste di mobilità dei Centri per l’Impiego. “Quello che sta accadendo – spiega Zaia – è un’offesa a tutte quelle persone, siano essi lavoratori, imprenditori privati e amministratori pubblici, che, tra mille difficoltà, lottano quotidianamente con orgoglio e coraggio per uscire dalla crisi, cercando di creare e di mettere a frutto nuove opportunità di ripresa. E lo Stato cosa fa? Illude tutti distribuendo incentivi per l’occupazione, propinandoli come fossero le giuste armi per sconfiggere la recessione e poi quelle stesse armi le fa scoppiare tra le mani della gente. La misura è più che colma, non può essere che a pagare il prezzo salato di queste politiche suicide siano i lavoratori, gli artigiani e le piccole imprese, cioè proprio quelle risorse umane e professionali imprescindibili su cui fare affidamento per superare questa difficile fase economica”. “Non bastassero tutti i denari che Roma carpisce ai nostri territori – conclude Zaia –, adesso, le imprese venete dovrebbero restituire 50 milioni di euro a causa della cancellazione retroattiva degli sgravi sulle oltre 56 mila assunzioni effettuate nel biennio 2011-2012. Se Governo e Parlamento non metteranno una pezza a questa assurda e deplorevole situazione, sappiano che si assumono la responsabilità di aver sferrato l’ennesima mazzata a un sistema già stremato da tante, da troppe e ingiuste vessazioni”.  
   
   
"ACCENTI IN TOUR" ARRIVA MARTEDÌ 19 A MASSA-CARRARA  
 
Firenze, 14 novembre 2013 – Prosegue in provincia di Massa-carrara il tour di "Accenti", 10 incontri nelle province toscane organizzati dall´Ufficio Giovanisì in collaborazione coi suoi referenti provinciali, durante i quali i giovani beneficiari delle azioni del progetto Giovanisì della Regione Toscana stanno raccontando ad altri giovani le loro esperienze di tirocini, casa, servizio civile, fare impresa, lavoro, studio e formazione. Gli incontri sono anche occasione di discussione, approfondimento e raccolta istanze sul progetto con i giovani del territorio. Dopo Siena e Livorno, Pistoia e Lucca, Grosseto e Pisa, la settima tappa di ‘Accenti in Tour‘ si terrà a Massa, martedì 19 novembre dalle 17 alle 19.30, presso P.one nel Centro Astor di via Bastione 6. Alcune tappe del tour vedono la presenza di giovani scrittori le cui storie sono pubblicate nel libro "Accenti - autonomi racconti di Giovanisì", che raccoglie 30 storie di beneficiari del progetto Giovanisì della Regione Toscana. Gli scrittori sono Simona Baldanzi, Cosimo Calamini, Laura Del Lama, Ico Gattai, Emiliano Gucci, Ilaria Mavilla, Sasha Naspini, Lindsay Paiva, Matteo Salimbeni, e Vanni Santoni. Per consultare il calendario di tutti gli eventi di "Accenti in tour" vai sul Blog di Accenti. Cos´è Accenti - Giovanisì, il progetto della Regione Toscana per l´autonomia dei giovani, ha raccolto intorno a sé centinaia di storie, speranze, obiettivi, idee. ‘Accenti - autonomi racconti di Giovanisì´ è una ‘piattaforma´ capace di comunicare quanto è scaturito e scaturisce da questo progetto. Un percorso che racconta e racconterà una, cento, mille carriere di giovani toscani che hanno usufruito o stanno usufruendo delle opportunità del progetto Giovanisì attraverso un blog, un libro, un video e degli eventi.  
   
   
PIANO GIOVANI. VALLE D’ASTA: «PER IL 2014 UN ULTERIORE IMPEGNO DI 7 MILIONI DI EURO»  
 
Aosta, 14 novembre 2013 - L’assessore alle attività produttive, energia e politiche del lavoro Pierluigi Marquis, in occasione della seduta del Consiglio regionale ha annunciato che per l’esercizio finanziario 2014 saranno a disposizione 7 milioni di euro, che saranno impegnati nella prossima seduta della Giunta regionale, per arrivare ad un investimento complessivo di 16 milioni di euro per il triennio 20113/2015. «La Regione – ha sottolineato Marquis – ha avviato una programmazione di dettaglio delle azioni complessive previste nel Piano giovani, per il triennio 2013-2015. Nel dettaglio, per il 2013, sono stati approvati una serie di atti per dare attuazione ad alcuni interventi, per fronteggiare l’emergenza e soprattutto per dare risposta alle esigenze di questo target». A seguire i provvedimenti citati dall’Assessore Marquis in Consiglio: - nel mese di maggio 2013 è stato approvato un invito a presentare progetti relativi ai percorsi biennali di formazione professionale post obbligo di istruzione, rivolti a giovani in diritto-dovere di istruzione e formazione; - con deliberazione di Giunta n. 703 del 26 aprile 2013, è stata approvata la procedura per la presentazione, da parte di istituzioni scolastiche pubbliche e paritarie della regione, di progetti di stage rivolti a studenti delle scuole secondarie di secondo grado. In particolare stage estivi per studenti delle superiori e stage linguistici all’estero. - nel mese di giugno, è stata approvata l’attività relativa al programma Eurodyssée, finalizzata a promuovere la mobilità europea dei giovani, attraverso esperienze di studio e di lavoro all’estero; - sempre nel mese di giugno, è stata approvata la procedura per la presentazione, da parte delle istituzioni scolastiche, di progetti denominati Interventi sperimentali volti a promuovere il successo scolastico, destinati a studenti delle scuole secondarie di secondo grado. Ulteriori atti – ha aggiunto Marquis – stanno per essere predisposti. Le iniziative sono tutte state individuate in accordo con la Sovrintendenza regionale agli Studi. Per divulgare opportunità e iniziative per i giovani è inoltre prevista una specifica campagna informazione. Oltre all’attivazione di un sito Internet, è prevista l’attivazione di uno sportello informativo e di orientamento che gestisca anche le integrazione tra le misure del Piano e quanto verrà attuato con la Garanzia giovane, importante strumento, attivato dall’Unione europea per affrontare il problema della disoccupazione giovanile»  
   
   
FORMAZIONE PROFESSIONALE, LOMBARDIA CONFERMA LE RISORSE  
 
Milano, 14 novembre 2013 - "In Regione Lombardia abbiamo avuto una forte evoluzione della Iefp e oggi possiamo dire che abbiamo un sistema compiuto, innovativo, efficace ed efficiente. Siamo partiti con 600 iscritti nell´anno formativo 2002/03 e arrivati agli attuali 61.500 allievi". Lo ha ricordato l´assessore all´Istruzione, Formazione e Lavoro Valentina Aprea intervenendo all´incontro organizzato per promuovere l´iniziativa nazionale "Perché nessuno si perda" proposta da Acli, Compagnia delle Opere e dai Salesiani a sostegno della formazione professionale. Appello Sottoscritto Da Assessore - L´appello per sostenere il futuro dei giovani nel nostro Paese, sottoscritto dall´assessore Aprea, insieme ai dieci punti del programma è disponibile sul sito www.Formazioneprofessionalelombardia.it. Il documento considera l´istruzione e formazione professionale (Iefp) risorsa strategica per combattere gli abbandoni scolastici e aiutare i giovani a entrare nel mondo del lavoro. L´impegno Di Regione Lombardia - L´assessore regionale ha assicurato il massimo impegno personale e della Giunta guidata dal presidente Maroni per sostenere i percorsi formativi professionalizzanti post terza media e post diploma superiore. Riparto Fondi Penalizzante - "Nel bilancio di Regione Lombardia di quest´anno - ha dichiarato Aprea - sono garantiti i finanziamenti, per il 2015-2016 arriveranno i fondi dell´Unione Europea. Devo però lamentare che nel riparto nazionale stabilito dal Ministero del Lavoro per la formazione professionale delle Regioni la Lombardia, insieme a Veneto e a Friuli Venezia, è rimasta penalizzata in quanto le risorse assegnate non premiano gli sforzi che stiamo sostenendo per questi percorsi". Numeri In Crescita - "Dal 2009 - ha sottolineato Aprea - abbiamo attivato anche il quarto anno per il diploma professionale, a cui ormai si iscrive più del 50% dei qualificati. Dal 2010 è attivo il corso annuale per l´accesso all´esame di Stato, ma anche la possibilità di raggiungere la qualifica di Iefp attraverso l´apprendistato, secondo quel modello duale tedesco che tutti guardano come alla base del successo della Germania". Ogni anno in Lombardia si iscrive alla Iefp ben il 18% dei ragazzi che escono dalla scuola media inferiore e, insieme alle competenze chiave di cittadinanza, apprendono quei mestieri portanti per la nostra economia: la ristorazione, l´elettronica, la meccanica, i servizi per la persona, la grafica, la moda e l´abbigliamento, la trasformazione agroalimentare, la chimica.  
   
   
IMMIGRAZIONE: FVG, I DATI STATISTICI SONO UTILI ALLA PROGRAMMAZIONE  
 
Trieste, 14 novembre 2013 - Sono duemila gli studenti stranieri che frequentano le università della Regione, per lo più iscritti ad ingegneria ed economia. Tantissimi sono i piccoli delle scuole materne e delle primarie (oltre 10.000) e, nel complesso, su una popolazione di 1,2 milioni di abitanti quella straniera si assesta attorno alle 100.000 unità, con oltre 21.000 extracomunitari in regione per motivi di lavoro. L´età media degli stranieri che vivono in Friuli Venezia Giulia è di circa trent´anni, ma il 23 per cento è minorenne. Un quadro complesso, rivelato dall´Annuario statistico dell´Immigrazione 2013 che riporta i dati relativi al quindicesimo censimento effettuato in regione nel 2011. L´annuario è stato presentato questa mattina a Trieste, nella sede del dipartimento di Studi umanistici dell´Università, assieme al Dossier Statistico Immigrazione 2013 curato dal Centro studi e ricerche Idos, proposto oggi in contemporanea in diverse regioni italiane. All´evento, coordinato dal professor Francesco Lazzari, ha partecipato anche l´assessore regionale a Cultura, Sport e Solidarietà Gianni Torrenti, che ha sottolineato l´importanza di un´analisi attenta dei dati riportati dai due studi ai fini di un´adeguata valutazione della valenza del fenomeno immigrazione in Italia, che secondo i dati del 2012 coinvolge 4.387.721 persone, pari al 7,4 per cento della popolazione. Un numero importante, che però diventa poca cosa davanti ai 232 milioni di migranti nel mondo certificati dall´Onu. Torrenti ha rilevato come in questo settore l´attività della Regione sia stata coerente nel tempo ed ha confermato la volontà dell´Amministrazione regionale di portare avanti, in questa legislatura, politiche che all´interno delle normative vigenti consentano agli immigrati di avere gli stessi diritti e doveri della popolazione d´origine italiana. "E non è così semplice - ha detto l´assessore - perché la risposta sta nei meccanismi di mediazione linguistica e culturale per i quali dobbiamo fornire servizi adeguati". Secondo Torrenti, infatti, "va fatta un´attività più incisiva per favorire la parità di diritti percepita e, attraverso dati che dimostrino quanto sia importante l´immigrazione per il nostro territorio, recepita dalla società come utile e non penalizzante". Torrenti ha quindi auspicato che il Governo condivida la posizione della Regione riguardo la chiusura del Cie-centro di Identificazione ed Espulsione, inadeguato, oltre che da un punto di vista sociale e strutturale, anche per la sua collocazione nell´area di Gradisca e confermato la propensione dell´Amministrazione regionale per il mantenimento ed il sostegno dei Cara-centri di Accoglienza per i Richiedenti Asilo. Per quanto concerne gli interventi regionali per l´immigrazione, nel corso dell´incontro è stato evidenziato il lavoro fatto a livello normativo con l´istituzione, nell´agosto 2008, del "Fondo per gli interventi in materia di immigrazione", che nell´anno in corso ha consentito azioni a favore dell´istruzione per un totale, tra bando per l´integrazione scolastica degli studenti stranieri (700.000 euro) e progetti territoriali (280.000 euro) di quasi un milione di euro. Mezzo milione di euro è servito a sostenere azioni finalizzate ad interventi in situazioni di emergenza abitativa, e 160.000 euro sono stati utilizzati per iniziative di mediazione linguistica in ambito socio-sanitario ed assistenziale. Ulteriori 720.000 euro sono andati a coprire operazioni di tipo informativo, socio-occupazionale ed interculturale ed altri fondi ancora sono stati impiegati ai fini della protezione sociale o di ricerche, indagini e sperimentazioni.  
   
   
IMMIGRAZIONE: CRESCONO I RESIDENTI IN EMILA ROMAGNA, ANCHE SE A UN RITMO INFERIORE RISPETTO AL PASSATO  
 
Bologna, 14 novembre 2013 - Per la prima volta in ogni provincia le donne superano gli uomini, mentre tra i banchi di scuola l’incidenza percentuale degli alunni stranieri si conferma la più alta d’Italia. In base alle stime del Rapporto Unar 2013, sarebbero 577mila i cittadini stranieri regolarmente soggiornanti in Emilia-romagna (al 31 dicembre 2012); si tratta del 12,9% della popolazione complessiva residente. Dall’indagine a cura dell’Osservatorio sul fenomeno migratorio della Regione, emerge un quadro all’insegna della stabilità, confermato dai dati relativi ai cittadini stranieri residenti. Si rileva infatti un progressivo aumento dell’incidenza percentuale, che passa dal 7,5% del 2007 al 10,5% del 2010, fino ad attestarsi al 12,2% del 2012. Confermata la crescita della popolazione straniera residente, anche se a un ritmo inferiore rispetto al passato: l’incremento nel 2012 è del 3,3%, dunque decisamente più basso degli anni precedenti (+5,9% fra il 2011 e il 2012, +8% circa fra il 2010 e il 2011, +9,8% l’anno precedente e +15% fra il 2008 e il 2009 e fra il 2007 e il 2008). “I dati sono positivi – ha sottolineato la vicepresidente della giunta regionale Simonetta Saliera, presentando oggi il Dossier – . Mi riferisco in particolare a quelli relativi alla scuola, alla presenza femminile, ai bambini nati qui, in Emilia-romagna: tutto questo rappresenta una grande potenzialità di sviluppo verso il futuro, attraverso politiche che la Regione ha fatto e continuerà a fare. E’ fondamentale – ha ricordato Saliera – non pensare in un’ottica ‘noi e loro’: solo così la presenza degli stranieri può essere realmente uno stimolo all’innovazione”. E a proposito dei bambini e dei giovani, “per noi devono essere cittadini a tutti gli effetti – ha aggiunto la vicepresidente – e avere le stesse opportunità dei coetanei”. I Comuni emiliano-romagnoli che superano il 10% dei residenti stranieri passano dai 22 del 2004 ai 185 del 2012 sui complessivi 348, con Galeata (Fc) al 23,4%, Luzzara (Re) al 21,7% e Castel San Giovanni (Pc) al 21,1% e altri 39 Comuni con valori percentuali compresi fra il 15 e il 20%. I principali Paesi di provenienza degli stranieri residenti sono, nell’ordine, la Romania (14,3%, in aumento rispetto al 13,7% rilevato nel 2011), il Marocco (13,4%, in leggero decremento), l’Albania al 11,6% in leggera diminuzione. Tutti gli altri Paesi risultano piuttosto distanziati, anche se va evidenziato il peso percentuale della Moldavia (5,8%, stabile rispetto all’anno precedente), dell’Ucraina (5,5%, a sua volta stabile). Seguono la Cina con il 5,1% e la Tunisia con il 4,3%. Per la prima volta la Romania diventa la nazionalità più presente in regione. Inoltre, se da una parte i primi tre Paesi per numero di stranieri residenti in Emilia-romagna raccolgono circa il 39% del totale, occorre sottolineare l’eterogeneità delle provenienze con ben 176 Paesi rappresentati. I minori stranieri rappresentano il 17,5% del totale in regione, mostrando un lieve incremento rispetto all’anno precedente. Nell’anno scolastico 2012/2013 l’Emilia-romagna si conferma al primo posto fra le regioni italiane per incidenza di alunni stranieri (15% del totale, a fronte di una media nazionale dell’8,8%). L’incidenza percentuale è quindi cresciuta ulteriormente rispetto al 14,6% dell’anno scolastico 2011/2012; nell’anno scolastico 2008/2009 il valore percentuale era inferiore al 13%. In particolare, rispetto al dato medio (15%), ci sono valori più elevati nella scuola primaria (16,2%) e nella secondaria di primo grado (15,9%) e dell’infanzia (15,4%). Per la prima volta, i nati in Italia risultano oltre la metà (50,2%) degli alunni stranieri iscritti alle scuole di ogni ordine e grado della regione. Si conferma il crescente processo di femminilizzazione: per la prima volta in tutte le province le donne straniere superano gli uomini (52% a livello regionale). Aumentano le acquisizioni di cittadinanza. Anche se l’Italia è tra gli ultimi posti in Europa in materia di concessioni di nazionalità, da un punto di vista quantitativo sono comunque aumentati i casi di ottenimento della cittadinanza italiana da parte di cittadini stranieri in Emilia-romagna: se nel 2008 risultavano 6.350 nel 2010 raggiungono le 7.912 persone e nel 2012 arrivano a 8744. Nel corso del 2012 la banca-dati Inail mostra 353.184 lavoratori dipendenti stranieri occupati in Emilia-romagna, pari al 19,1% dei lavoratori complessivi: valore in linea con quello registrato lo scorso anno. Oltre la metà (52,2%) degli occupati lavora nel macro-settore dei servizi (valore percentuale in crescita rispetto al 51% registrato nel 2011). Seguono l’industria (35,2%, in flessione di circa due punti percentuali rispetto all’anno precedente) e infine stabile l’agricoltura (9,9%). I Paesi più rappresentati fra i lavoratori dipendenti sono, nell’ordine, Romania, Marocco, Albania, Cina. Secondo i dati del Registro delle Imprese - Infocamere, al 31 dicembre 2012 le imprese con titolare straniero sono oltre 35mila e costituiscono l’8,3% del totale delle attive in regione. Questo dato è in crescita rispetto a quello dell’anno precedente; infatti nel 2011 le imprese erano circa 34.000 e rappresentavano il 7,9% del totale delle imprese. Si tratta indubbiamente di un altro significativo indicatore di integrazione e stabilizzazione della popolazione straniera. I principali settori economici sono le costruzioni (45,1%), il commercio (24,5%), le attività manifatturiere (11,3%) e la ristorazione (5,2%). I Paesi di provenienza più rappresentati sono, nell’ordine, Albania, Marocco e Cina. L’apporto dei lavoratori stranieri è importante non solo sul versante produttivo, ma anche su quello fiscale, contributivo e dei consumi. Secondo i dati elaborati dall’Agenzia socio-sanitaria regionale i lavoratori stranieri percepiscono un reddito medio di 1.027 euro netti al mese con una differenza di 314 euro medi in meno rispetto ai lavoratori italiani, pari a -23,4%. Prendendo in considerazione i contributi versati a carico del lavoratore e quelli a carico dell’impresa e le tre diverse aliquote contributive, l’ammontare economico contributivo generato dal lavoro degli immigrati risulta di quasi 900 milioni di euro. Il gettito fiscale complessivo dei lavoratori stranieri si può valutare intorno ai 500 milioni di euro, per un totale di 1 miliardo e 400 milioni di entrate.  
   
   
MARCHE: IMMIGRAZIONE E INTEGRAZIONE 2013. IL PANORAMA MIGRATORIO NELLA REGIONE.  
 
 Ancona, 14 novembre 2013 - Si è svolta ieri mattina, presso la Regione Marche, la presentazione del Dossier statistico immigrazione Unar – Idos cui hanno partecipato Paolo Mannucci (Regione Marche), Gabriele Sospiro e Fausto Spegni (Idos) e Francesco Comi (Consigliere regionale delle Marche). Il Dossier ha evidenziato la costante crescita della popolazione straniera nel territorio regionale. Secondo il Dossier, infatti, a conclusione del 2012 venivano stimati in 165mila le presenze di persone di origine immigrata nella regione Marche. Il dato della crescita della popolazione straniera si spiega principalmente grazie alle nuove nascite e ai ricongiungimenti familiari che continuano a plasmare il movimento migratorio in direzione della regione. Tale incremento è determinato dalla combinazione del tasso di crescita naturale (16,3 per mille) e dei due tassi migratori che riguardano gli immigrati, quello interno (negativo: -5,4 per mille) e quello con l’estero (positivo: 53 per mille), quest’ultimo leggermente inferiore a quello registrato nel 2011 (55,7 per mille). Del resto, è significativo che ben il 18,5% dei nati in regione durante l’anno siano stranieri (la media nazionale è del 15%). La distribuzione territoriale degli stranieri residenti in regione mostra una modesta prevalenza della provincia di Ancona, nella quale se ne concentra il 30,6% (quasi 43mila individui, di cui oltre un quarto – quasi 11.400, pari al 26,6% – nel Comune capoluogo). Seguono le province di Macerata (24% del totale regionale) e Pesaro e Urbino (23,6%), mentre Fermo e Ascoli Piceno ne ospitano di meno (rispettivamente l’11,9% e il 9,8%). Al 2012, le collettività più numerose tra i non comunitari sono l’albanese (poco più di 22mila individui, il 17,5% di tutti i soggiornanti), la marocchina (circa 15.500, il 12,4%) e la cinese (14.300, l’11,3%). Tuttavia i dati Istat sui residenti (comprensivi anche dei comunitari) al 1° gennaio 2011 indicano la nazionalità romena come quella prevalente a tale data. Per quanto invece riguarda il percorso di integrazione degli stranieri residenti nella Regione, secondo il Ix Rapporto Cnel sugli Indici di integrazione degli immigrati in Italia (Roma, luglio 2013) le Marche possiedono il 6° più alto potenziale di integrazione tra tutte le regioni italiane, in virtù di un indice di 60,1 su scala da 1 a 100 che le colloca nella fascia alta. Dei due indici che concorrono a determinare questo potenziale complessivo, è significativo che sia quello di inserimento sociale degli immigrati (61,6) a contribuirvi maggiormente in termini positivi, sia pur di poco, dato che l’indice di inserimento lavorativo si attesta a un valore lievemente inferiore (58,7) a causa di aspetti più problematici che lo riguardano e che ne tengono più basso il livello. È da segnalare che, tra tutte le province italiane, è la marchigiana Macerata a detenere il più alto potenziale di integrazione (indice di 66,4) e che Pesaro Urbino (63,3) segue a breve distanza (13a).  
   
   
UMBRIA, IMMIGRAZIONE: PRESENTATO DOSSIER STATISTICO IMMIGRAZIONE 2013  
 
Perugia, 14 novembre 2013 - In Umbria su 886 mila residenti, 93 mila sono cittadini stranieri, con un´incidenza del 10,5 per cento, un valore superiore a quello medio nazionale (7,4 per cento) e inferiore solo a quelli di Emilia Romagna e Lombardia: è quanto riportato nel capitolo dedicato all´Umbria dal Dossier Statistico Immigrazione 2013, a cura di Unar e Idos, la cui presentazione si è tenuta ufficialmente, ieri a Roma e, in contemporanea, in tutte le Regioni italiane. All´appuntamento umbro, organizzato a Perugia, al Salone d´Onore di Palazzo Donini, sono intervenuti la vicepresidente della Regione Umbria, Carla Casciari, Luca Di Sciullo del Centro Studi e Ricerche Idos, che ha illustrato i punti salienti del Rapporto, il dirigente della Regione Umbria, Alessandro Maria Vestrelli. Dal rapporto si evince che a partire dal 2012, l´aumento della popolazione straniera residente è stato del 5,4 per cento, un dato inferiore rispetto al livello medio nazionale dell´8,2 per cento. Sempre durante lo stesso anno, il tasso di crescita naturale della popolazione immigrata è risultato del 14,3 per mille (contro una media nazionale del 17,6 per mille) e la quota di nati stranieri sul totale dei nati in regione è stata del 18,8 per cento. Le acquisizioni di cittadinanza italiana avvenute durante il 2012 in regione sono state quasi 1.200. La distribuzione degli stranieri sul territorio umbro mostra che in provincia di Perugia se ne concentra ancora il numero di gran lunga più alto (quasi 72mila, il 77,5 per cento di quelli residenti in regione). Il solo Comune capoluogo ne conta quasi 19.700, ma si evidenzia una presenza distribuita anche negli altri Comuni della provincia in particolari in quelli più piccoli. I dati del Ministero dell´Interno, elaborati dall´Istat, sui cittadini non comunitari regolarmente soggiornanti ne attestano in Umbria poco meno di 68.500, di cui la maggior parte (51,4 per cento, oltre 35mila) sono donne, il 25 per cento (oltre 17mila) sono minori, mentre i titolari di permesso di soggiorno di durata illimitata sono oltre 37.800 (il 55,3 per cento). Tra i restanti oltre 30.600 possessori di un titolo soggetto a scadenza, il motivo prevalente del soggiorno è quello familiare (15mila casi, il 49 per cento del totale); seguono i motivi di lavoro (oltre 12.300, il 40,3 per cento). I motivi di studio assommano ad un ulteriore 5,2 per cento (quasi 1.600 soggiornanti), anche in virtù della presenza, a Perugia, dell´Università per stranieri. Per la restante parte (5,5 per cento) si tratta di motivi di asilo, umanitari o altri. Infine, se le collettività maggiormente rappresentate tra i non comunitari sono l´albanese (24,2 per cento, pari a circa 16.600 persone), la marocchina (15,9 per cento, quasi 11mila individui) e l´Ucraina (7,3 per cento, quasi 5mila), i dati dell´Istat sui residenti stranieri (comprensivi dei comunitari) al 1° gennaio 2011 attestano la presenza in Umbria di molti cittadini romeni, la prima collettività estera in regione per numerosità a tale data. Secondo il Ix Rapporto Cnel sugli Indici di integrazione degli immigrati in Italia, l´Umbria ha il 12 /mo più alto potenziale di integrazione degli immigrati tra le regioni italiane, con un indice di 53,3 su scala da 1 a 100. Inoltre, l´Umbria è 11/ma in Italia per capacità di attirare e trattenere al proprio interno quanta più popolazione immigrata presente a livello nazionale, grazie a un indice di attrattività pari a 50,4 su scala 1-100, mentre in riferimento all´inserimento sociale, con un indice di 60,2 su scala 1-100, l´Umbria si colloca al sesto posto, in fascia alta, nella graduatoria delle regioni per più alto grado di inserimento sociale degli immigrati. Nella graduatoria nazionale delle regioni a più alto grado di inserimento occupazionale degli immigrati l´Umbria è 13/ma, in fascia media, con un indice di 46,5 su scala 1-100, con punteggi di merito più alti, in rapporto al resto d´Italia, negli indicatori di tenuta occupazionale (79,1), di partecipazione al mercato occupazionale (64,9) e di impiego lavorativo (91,5). Un punteggio più basso (39,5) risulta attribuito alla regione per continuità dei permessi di lavoro, ovvero per quota di quelli scaduti senza venir rinnovati nel corso dell´anno, mentre il tasso di imprenditorialità straniero e di appena 2,1 per cento, più di 3 volte inferiore a quello complessivo della regione (6,9 per cento, per uno scarto negativo di 4,9 punti. "Il dossier - ha commentato la vicepresidente della Regione Umbria, Carla Casciari - rappresenta un valido strumento per orientare le politiche in materia di immigrazione. Lo studio ci conferma l´elevata presenza di cittadini stranieri nella nostra regione e, a livello nazionale, evidenzia aspetti importanti, come ad esempio il fatto che sull´occupazione complessiva, anche negli anni della crisi, seppure con ritmi contenuti, si segnala un aumento degli occupati stranieri in termini assoluti e con un´incidenza percentuale del 10 per cento sull´occupazione totale, anche se si tratta di impieghi a bassa qualificazione e retribuzione, poco ambiti dagli italiani". La vicepresidente ha sottolineato anche l´importanza della parte dello studio dedicata ai costi e benefici dell´immigrazione per le casse statali: "Il rapporto tra la spesa pubblica per l´immigrazione, da una parte, e i contributi previdenziali e le tasse pagate dagli immigrati, dall´altra, - ha detto - mostra che, anche nell´ ipotesi meno favorevole di calcolo, nel 2011 gli introiti dello Stato riconducibili agli immigrati sono stati pari a 13,3 miliardi di euro, mentre le uscite sostenute per loro sono state di 11,9 miliardi, con una differenza in positivo per il Paese di 1,4 miliardi. L´obiezione ricorrente secondo cui l´integrazione degli immigrati costa troppo all´Italia quindi, non trova riscontro nell´analisi delle singole voci di spesa. L´italia invece, sostiene una spese di rilevante portata, più per le politiche di integrazione, per interventi di contrasto all´irregolarità o gestione dei flussi in un´ottica emergenziale". Altra riflessione significativa per la vicepresidente Casciari è quella relativa all´integrazione degli immigrati, e al diritto di voto:"Il tema della cittadinanza per ´ius soli´ è attualissimo anche in Umbria - ha concluso Casciari - La giunta regionale infatti, ha aderito alla campagna ´L´italia sono anch´io´ promuovendo, in collaborazione con l´Ufficio Scolastico regionale, nelle scuole superiori di secondo grado percorsi di conoscenza per l´acquisizione della cittadinanza italiana al 18 anno di età con una semplice dichiarazione di volontà".  
   
   
120 MILA GLI IMMIGRATI IN LIGURIA  
 
Genova, 14 Novembre 2013. All´inizio del 2013 sono quasi 120mila le persone di cittadinanza straniera residenti in Liguria (119.946), ma si possono stimare in 141mila le persone regolarmente presenti sul territorio. Il dato emerge dal dossier statistico sull´immigrazione 2013-Diritti e pari opportunità, Rapporto Unar presentato in mattinata nella sede della Regione Liguria. I dati della Liguria sono stati illustrati dalla ricercatrice Debora Erminio. Nonostante la congiuntura economia l´immigrazione continua a presentarsi come una realtà stabile, come dimostrano numerosi indicatori: la quota di minori (22,9%), la presenza di lavoratori e imprenditori nati all´estero, il numero sempre maggiore di soggiornanti di lungo periodo (56,3%). La crisi ha avuto importanti effetti negativi, ma non ha bloccato i flussi migratori, anche se li ha indubbiamente rallentati rispetto al passato. Semmai ha influito pesantemente sulle condizioni lavorative, sia in termini quantitativi (è salito al 19% il tasso di disoccupazione delle persone straniere) sia qualitativi (sono aumentati gli occupati sotto-inquadrati, la quota di lavoro sommerso, i lavori a carattere temporaneo o a bassa qualificazione). "Una migrazione, che ha un carattere strutturale e via via è andata differenziandosi (rifugiati e richiedenti asilo, persone che vivono in Italia da diversi decenni, seconde generazioni, ecc.), non può essere considerata come un corpus omogeneo: è bensì una realtà complessa che necessita di politiche nazionali di ampio respiro", è stato affermato nel corso della presentazione del dossier.  
   
   
MINORI, APRE EUROCHILD ANNUAL CONFERENCE: REGIONE LOMBARDIA ISTITUISCA IL GARANTE DEI DIRITTI DELL’INFANZIA  
 
Milano, 14 novembre 2013 - “Non possiamo più perdere tempo e abbiamo bisogno che Regione Lombardia istituisca al più presto il Garante regionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza così come previsto dalla legge”. Lo ha detto l’assessore alle Politiche sociali e Cultura della Salute, Pierfrancesco Majorino, aprendo ieri pomeriggio Eurochild Annual Conference 2013, l’appuntamento organizzato dalla rete di organizzazioni e individui operanti in tutta Europa per migliorare la qualità della vita di bambini e ragazzi. “Le idee e i principi non bastano, c’è bisogno anche di buone pratiche e di iniziative concrete – ha aggiunto l’assessore –. Per questo rilanciamo da qui l’appello alla Regione, affinché dia seguito all’istituzione di una figura indipendente che si occupi della tutela e della promozione dei diritti dei più piccoli oltre a valorizzare gli enti che si occupano di minori. E per questo, come Comune di Milano, nel mese di gennaio 2014 lanceremo un Piano per l’infanzia”. Eurochild Annual Conference 2013 è una manifestazione che si svolge alla Fabbrica del Vapore dal 13 al 15 novembre. In Italia è organizzata dalla Fondazione L’albero della Vita in collaborazione con il Garante Nazionale per l’Infanzia e l’Adolescenza, il Comune di Milano e la rete Pidida-coordinamento per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.  
   
   
CONSIGLIERA DI PARITÀ: OGGI A LECCE SEMINARIO SU DIMISSIONI LAVORATRICI MADRI  
 
Bari, 14 novembre 2013 - L’ufficio della consigliera di parità comunica che giovedì 14 Novembre, presso la Sala del Rettorato dell’Università del Salento - piazza Tancredi, 7 - a Lecce, si terrà, dalle 15.00 alle 20.00, il Seminario di formazione “Genere, Maternità e Lavoro” sul tema delle dimissioni delle lavoratrici madri. Il seminario è promosso dalla Consigliera di Parità della Regione Puglia, dalla Direzione Regionale del Lavoro di Puglia e dall’Università del Salento, in collaborazione con Regione Puglia Assessorato al Welfare, le Consigliere di Parità della Provincia di Lecce e Brindisi e con il patrocinio dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro di Lecce e dell’Ordine degli Avvocati di Lecce. Dopo i saluti della delegata del Rettore prof. Marisa Forcina, della Consigliera di Parità Regionale e dei Presidenti degli Ordini: Antonio Lezzi (Ordine Consulenti del Lavoro), Raffaele Fatano (Ordine Avvocati), il Seminario nella I sessione di lavoro presenterà: • un approfondimento della normativa relativa alle dimissioni delle lavoratrici madri e i dati di monitoraggio quantitativo con l’intervento del dott. Virginio Villanova, direttore delle Direzioni Provinciali del Lavoro di Lecce e Brindisi; • gli esiti della ricerca qualitativa,promossa e finanziata dalla Consigliera regionale e dalle Consigliere di Brindisi e Lecce, e svolta a cura del Dipartimento dell’Università del Salento con interventi dei/delle Prof. Enrico Ciavolino, Claudia Sunna, Mariangela Nitti. Nella Ii sessione di Lavoro saranno presentati: • gli interventi regionali di prevenzione delle discriminazioni nei confronti delle lavoratrici madri con l’intervento della Consigliera Regionale di parità Serenella Molendini; • gli interventi di Italia Lavoro e del Progetto La.fem.me per migliorare il benessere delle lavoratrici/lavoratori e incrementare la produttività delle aziende con gli Interventi di Emanuela Mastropietro e Anna Zavaritt di Italia Lavoro. Due gli interventi programmati: la Consigliera di Parità provinciale di Lecce Alessia Ferreri e la Consigliera di Parità provinciale di Brindisi Dina Nani. Le conclusioni saranno affidate all’Assessora al Welfare, Pari Opportunità e Politiche della Salute della Regione Puglia Elena Gentile “L’assessorato al Welfare e l’Ufficio della Consigliera di parità – ha dichiarato per l’occasione l’assessore Elena Gentile - in quest’ultimo periodo hanno cominciato ad ideare una nuova fase di progettualità che punti all’integrazione di welfare pubblico e privato per fronteggiare i nuovi bisogni sociali che richiedono non solo prestazioni monetarie, ma servizi personalizzati alla persona e alle famiglie. Il nodo centrale sta, non nella riduzione di welfare pubblico, che comunque deve essere capace di rinnovarsi, ma nell’arricchire il sistema attraverso iniziative di welfare contrattuale che possano rivelarsi un significativo investimento per lavoratori e lavoratrici, per le loro famiglie, per il territorio e nello stesso tempo per l’azienda”. Secondo la Consigliera di parità Serenella Molendini “proprio dalle tante storie ascoltate e raccolte dall’Ufficio, in una sorta di luogo simbolico e protetto, possiamo sostenere che la marcia delle donne italiane verso la conquista del mondo del lavoro finora si è sempre infranta contro questo scoglio: la gravidanza, i figli, le assenze, i congedi. Spesso l’arrivo di un figlio diventa, in un contesto malato che baratta la professionalità con un’ipotetica assoluta disponibilità, il fattore limite di un’organizzazione del lavoro rigida e incapace di evolversi. Da queste considerazioni è scaturita la necessità di andare oltre il dato quantitativo – già di per sé elevato, viste le 1014 dimissioni in Puglia nel 2012 - affidando l’incarico di una ricerca qualitativa all’Università del Salento,in quanto la sperimentazione ha coinvolto, in accordo con la Direzione Regionale del Lavoro, le province, e dunque le Consigliere e le Direzioni Provinciali, di Lecce e Brindisi.” Come è emerso con chiarezza dai diversi livelli di indagine, quantitativo e qualitativo, esplicitati nei diversi settori della ricerca, il fenomeno delle dimissioni volontarie in Puglia rappresenta un motivo di preoccupazione date le sue dimensioni e dato che si inserisce in un contesto economico di recessione e in un mercato del lavoro del Mezzogiorno, già caratterizzato da un basso tasso di partecipazione femminile. Da una considerazione generale su questi aspetti, la dinamica crescente delle dimissioni in Puglia costituisce un fenomeno per molti versi inspiegabile. In altri termini, visto che ci si trova in un contesto in cui solo una minoranza delle donne lavora e visto che molte imprese si trovano in una situazione di difficoltà a causa della recessione economica, perché le donne che hanno un lavoro decidono di dimettersi volontariamente in corrispondenza del periodo di maternità? I dati pugliesi non lasciano dubbi e descrivono un fenomeno in rapida ascesa visto che si passa da 666 dimissioni confermate presso gli uffici regionali del lavoro nell’aprile del 2009 a 1014 dimissioni nel 2012. Se si dovesse descrivere sinteticamente la tipologia di donne dimissionarie in Puglia si otterrebbe il modello di una giovane donna, dai 25 ai 35 anni, che lavora nel settore dei servizi e del commercio e che è stata assunta, in prevalenza con un contratto a tempo indeterminato, in un periodo che va da uno ai cinque anni precedenti alla data delle dimissioni. Questa donna ha in prevalenza un figlio (nel 44% dei casi) oppure 2 (41%). Il dato comune che emerge con maggiore evidenza è che l’impresa in cui lavorava questa donna è una piccola impresa con meno di 15 dipendenti (72% dei casi). Questo dato, di per sé, fornisce un’informazione molto importante circa la eventuale tipologia di intervento di politica economica necessario per contrastare il fenomeno delle dimissioni. Come è emerso da questo lavoro di ricerca, l’ambiguità nella definizione del fenomeno deriva dal fatto che la decisione delle dimissioni scaturisce da un molteplicità di cause, di ordine economico, sociale e culturale che si intrecciano a livello aggregato ed individuale. In altri termini, dalla ricerca è emerso che ci sono alcune motivazioni che concorrono alla determinazione della decisione delle donne di dimettersi. Queste cause ricorrenti riguardano, per quanto concerne la sfera economica, la comparazione fra i costi dei servizi di cura con il reddito percepito; per la sfera sociale, la disponibilità del gruppo familiare di riferimento a condividere il carico di cura; per la sfera culturale, il ruolo dell’identità di madre in conflitto con il ruolo di donna lavoratrice. Questo set di cause è stato esplicitato attraverso un’indagine che non si è limitata a giustapporre le diverse competenze disciplinari allo scopo di indagare un fenomeno complesso. L’integrazione dell’analisi statistica, economica-cognitiva e sociologica ha prodotto un lavoro che ha chiarito le caratteristiche multidimensionali del fenomeno delle dimissioni. L’interpretazione dei dati raccolti e lo studio del fenomeno ci offre, oltre alle indicazioni citate in precedenza riguardo alla possibilità di politiche mirate alle piccole imprese, due importanti suggerimenti per orientare le politiche di intervento: da un lato la necessità di adeguare i servizi di cura ad un modello di “welfare in transizione” e, dall’altro, ribadisce con forza la centralità dei servizi di cura per prevenire il fenomeno delle dimissioni.