Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 







MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web




 


GIOVEDI

PAGINA 1 PAGINA 2 PAGINA 3 PAGINA 4 PAGINA 5 PAGINA 6 ALIMENTAZIONE
Notiziario Marketpress di Giovedì 06 Febbraio 2014
PROSSIMI AL DECOLLO: LA FINALIZZAZIONE DEGLI OBIETTIVI SARÀ LA CHIAVE PER IL SUCCESSO DELLA NUOVA STRATEGIA MACROREGIONALE DELL´UE PER LA REGIONE ADRIATICA E IONICA  
 
Bruxelles, 6 febbraio 2014 - I preparativi hanno segnato un´altra tappa importante ai fini di una nuovissima strategia macroregionale a sostegno della cooperazione tra otto paesi nella regione adriatica e ionica. Ospitata dalla Presidenza greca del Consiglio dell´Unione europea e dalla Commissione europea, una conferenza ad alto livello delle parti interessate si svolgerà ad Atene il 6-7 febbraio. Essa segna la conclusione di un´ampia consultazione cui hanno partecipato la società civile e gli stakeholder degli otto paesi. Più avanti nel corso di quest´anno i risultati delle discussioni serviranno ad alimentare una proposta formale presentata da Johannes Hahn, Commissario responsabile per la Politica regionale, ai fini di una strategia ad hoc che rispecchi i bisogni e le capacità della regione. Ciò fa seguito alla richiesta dei leader dell´Ue, formulata nel dicembre 2012, di predisporre la nuova strategia macroregionale entro la fine del 2014. Questa settimana, nell´arco della conferenza, il Commissario Hahn e la Commissaria Maria Damanaki, responsabile per gli affari marittimi e la pesca, si incontreranno con i ministri degli affari esteri dei paesi interessati. Essi fanno attualmente parte dell´iniziativa adriatico-ionica. Alle discussioni che animeranno la conferenza parteciperanno più di 500 rappresentanti delle amministrazioni nazionali, regionali e locali, del mondo dell´imprenditoria, della società civile, del mondo accademico, dei media e delle associazioni regionali. Antonis Samaras, primo ministro della Grecia, aprirà la conferenza. Questa è la prima volta in cui in una strategia macroregionale si raggiunge un esatto equilibrio tra il numero di paesi dell´Ue (Croazia, Grecia, Italia, Slovenia) e quello dei paesi terzi (Albania, Bosnia e Erzegovina, Montenegro, Serbia) partecipanti che lavorano assieme per affrontare sfide comuni e valorizzare i loro punti di forza condivisi. Cosa importante in una regione che è stata testimone di alcuni dei conflitti più gravi in Europa, la strategia contribuirà ad avvicinare i Balcani occidentali all´Unione europea. I suoi obiettivi riguarderanno soprattutto la crescita blu, i trasporti, il turismo sostenibile e la protezione dell´ambiente. Così facendo essa contribuirà a creare prosperità e posti di lavoro nella regione. Esprimendosi prima della conferenza ad Atene, il Commissario europeo Johannes Hahn, responsabile per la Politica regionale, ha commentato: "Siamo in una fase cruciale dei nostri preparativi per una strategia ad hoc nella macroregione adriatica e ionica. Grazie alle ampie consultazioni che hanno seguito un approccio dal basso verso l´alto la strategia dovrebbe basarsi sulle esigenze e sulle sfide specifiche di questa parte d´Europa e dei suoi abitanti. Con quattro Stati membri e quattro paesi terzi la strategia contribuirà anche a un´ulteriore integrazione dei Balcani occidentali offrendo loro la possibilità di lavorare di concerto con i loro vicini in ambiti d´interesse comune. Questa è la terza strategia macroregionale europea ed abbiamo imparato quanto sia importante che gli impegni politici e i paesi partecipanti si concentrino sull´approccio macroregionale. Questa sarà la chiave del successo di tale strategia." Maria Damanaki, Commissaria responsabile per gli Affari marittimi e la pesca, ha aggiunto "Come ribadito nella nostra strategia per la crescita blu, i mari e gli oceani hanno la potenzialità per generare una grandissima crescita economica e i tanto attesi posti di lavoro. I paesi dell´Adriatico e dello Ionio hanno già dimostrato di condividere la volontà di affrontare assieme le sfide che si pongono alla regione: dal 2007 vi sono stati 135 progetti di cooperazione su tematiche marittime e marine per un valore complessivo di quasi mezzo miliardo. Attendo con impazienza di conoscere i risultati delle discussioni con gli Stati membri e gli stakeholder su come espandere questi risultati e dare al processo l´impulso necessario per superare le sfide restanti in modo da assicurare un uso quanto più produttivo e sostenibile delle risorse offerte dai mari e dalle regioni costiere." La strategia marittima per il Mare Adriatico e il Mar Ionio adottata dalla Commissione il 30 novembre 2012 è integrata in questa strategia che sarà imperniata su quattro ambiti chiave: la crescita marina e marittima, la connessione della regione (trasporti e reti energetiche), la qualità ambientale e il turismo sostenibile. Inoltre, ai quattro ambiti chiave si abbineranno attività di capacity building nonché di ricerca, innovazione e sostegno alle piccole e medie imprese. La consultazione degli stakeholder è avvenuta tra il settembre e il dicembre 2013. Due paesi, uno Stato membro e un paese terzo, erano responsabili di coordinare la consultazione per ciascuno dei quattro pilastri: Grecia e Montenegro per la crescita marina e marittima, Italia e Serbia per i trasporti e l´energia, Slovenia e Bosnia-erzegovina per l´ambiente e Croazia e Albania per il turismo. Dall´ottobre 2013 al gennaio 2014 la Commissione ha indetto una consultazione pubblica on-line a carattere generale sulla strategia.  
   
   
PARLAMENTO EUROPEO: MISURE PIÙ FORTI CONTRO IL DUMPING SULLE IMPORTAZIONI  
 
Strasburgo, 6 febbraio 2014 - L´ue deve alzare i dazi doganali contro il dumping o le sovvenzioni nelle importazioni da paesi terzi e aiutare le piccole imprese a sfruttare le misure disponibili a tale scopo, dicono i deputati con il voto di mercoledì sulle proposte per aggiornare gli "strumenti di difesa commerciale". I deputati hanno inoltre adottato emendamenti che chiedono tariffe più alte contro il dumping sociale o ambientale. Trattare un caso come quello delle tariffe europee antidumping risulta così complesso e costoso che solo le grandi aziende possono permettersi di farlo in base alle norme vigenti. "Stiamo esaminando la parte più controversa della politica commerciale dell´Ue - gli strumenti di difesa commerciale - che normalmente consistono nei dazi antidumping. Casi di alto profilo, come il dazio antidumping del 47% sui pannelli solari cinesi importati, stanno spingendo questa revisione sempre più in alto nelle priorità dell´agenda politica. Abbiamo proposto compromessi ragionevoli nella maggior parte dei casi, dalla trasparenza a più diritti di scrutinio per il Parlamento e abbiamo anche migliorato in modo sostanziale gli aiuti destinati alle piccole imprese", ha affermato il relatore Christofer Fjellner (Ppe, Sv). Le piccole imprese dovrebbero beneficiare di strumenti Ue di difesa commerciale - I deputati sottolineano che la complessità e le spese di avvio delle inchieste antidumping e antisovvenzioni riguardano principalmente i maggiori operatori del settore.Le piccole e medie imprese (Pmi), al contrario, sono svantaggiate nell´accesso agli strumenti di difesa commerciale dell´Ue. Il Parlamento suggerisce la creazione di un helpdesk che aiuti le Pmi a presentare denunce e che fornisca orientamento e assistenza nei procedimenti di indagine. Questo ufficio potrebbe inoltre aiutare il settore colpito, in gran parte in piccole e medie imprese, ad assemblare le prove necessarie sul danneggiamento economico subito, per giustificare il lancio di un´inchiesta antidumping. I deputati aggiungono che per i settori in gran parte costituiti da piccole e medie imprese dovrebbe essere possibile imporre dazi più elevati sulle importazioni di beni oggetto di dumping o di sovvenzioni. Nessun preavviso sulle indagini - I deputati hanno votato per cancellare una proposta secondo cui gli importatori dell´Ue e i paesi terzi che esportano dovrebbero essere avvisati due settimane prima che l´Unione preveda l´imposizione di dazi antidumping provvisori. La Commissione ha proposto tale notifica per assicurarsi che le importazioni già spedite non siano colpite, ma i deputati hanno replicato che ciό potrebbe incoraggiare lo stoccaggio di merci oggetto di dumping e politicizzare il rapporto commerciale. Il dumping sociale e ambientale dovrebbe contare - I deputati suggeriscono che l´Ue dovrebbe modificare le norme per poter imporre dazi più severi sulle merci importate e oggetto di dumping o di sovvenzioni, nel caso in cui il paese terzo esportatore "non disponga di un sufficiente livello di norme sociali e ambientali", giudicate sulla base delle convenzioni sui diritti ambientali e del lavoro. Contemporaneamente, l´Ue dovrebbe imporre dazi più moderati nel caso in cui le importazioni oggetto di sovvenzioni provengano da un paese meno sviluppato che intende perseguire i suoi obiettivi di sviluppo" legittimi". Contesto: la riforma della difesa commerciale - L´attuale legge di difesa commerciale dell´Unione europea risale al 1995. Da allora, le relazioni commerciali dell´Ue con i paesi terzi sono state modificate in modo sostanziale e la catena del valore è diventata molto più globale. La revisione proposta dal Pe mira a rendere il diritto di difesa commerciale dell´Ue più efficace, ad adeguarlo alle sfide commerciali e inoltre, ad aumentarne la trasparenza e la prevedibilità. La maggior parte dei casi antidumping e antisovvenzioni avviati dall´Ue sono stati contro la Cina. Prossimi tappe - I deputati inizieranno i negoziati legislativi con il Consiglio al fine di raggiungere un accordo in prima lettura. L´obiettivo sarà quello di raggiungere un accordo sulla nuova legge prima della fine della legislatura.  
   
   
UE: UNA RADICALE RIDUZIONE DEGLI ONERI AMMINISTRATIVI IN OTTO SETTORI INDUSTRIALI  
 
 Bruxelles, 6 febbraio 2014 - La Commissione europea plaude al voto del Parlamento europeo sulla proposta della Commissione volta a rendere il mercato interno più snello per otto settori industriali tra cui gli ascensori, i dispositivi elettrici ed elettronici, i recipienti semplici a pressione, gli strumenti di pesatura a funzionamento non automatico, gli strumenti di misurazione, gli esplosivi per uso civile, gli apparecchi utilizzati in atmosfera potenzialmente esplosiva e i prodotti che possono causare interferenze elettromagnetiche. L´obiettivo di questa legislazione è di rafforzare la sicurezza dei prodotti in tutta l´Ue e di assicurare una maggiore coerenza e facilità di applicazione delle regole in tutti i settori. Diversi requisiti in materia di etichettatura o di tracciabilità nonché divergenze in relazione alla dichiarazione di conformità e alle definizioni legali applicabili non esisteranno più. L´iniziativa rientra nella modernizzazione della legislazione unionale sui prodotti volta a semplificare le regole, ridurre gli oneri amministrativi e introdurre disposizioni più chiare e coerenti in diversi settori. Ciò ridurrà i costi di ottemperanza per le imprese, soprattutto per le piccole e medie imprese, in linea con la recente comunicazione della Commissione "Una prospettiva per il mercato interno dei prodotti industriali"1. Antonio Tajani, vicepresidente della Commissione europea e commissario responsabile per l´Industria e l´imprenditoria, ha affermato: "Il voto di oggi è un risultato particolarmente importante considerata la complessità dei settori. Un genuino mercato interno dei prodotti che supporti la base industriale nell´Ue richiede norme coerenti in materia di prodotti. Ciò è quanto offriamo ora all´industria unionale. Grazie alla maggiore certezza del diritto i fabbricanti possono ora meglio organizzare i loro processi produttivi, migliorare la qualità e la sicurezza dei prodotti e investire nell´innovazione. La decisione di oggi è in linea con la nostra strategia volta ad accrescere la partecipazione dell´industria alla generazione del Pil." "Una prospettiva per il mercato interno dei prodotti industriali". "Nuovo quadro legislativo" per la commercializzazione dei prodotti. Ip/13/448 - Rendere più sicuri i fuochi d´artificio nell´Ue. Grazie a regole snellite sarà più facile fare affari. Le regole aggiornate intendono assicurare un più agevole accesso al mercato e un livello più elevato di protezione della vita e della proprietà. Esse comporteranno: una più chiara definizione delle responsabilità di fabbricanti, importatori e distributori allorché vendono prodotti (ad esempio in termini di marcatura di conformità, etichettatura e tracciabilità dei prodotti); la possibilità di un più ampio uso di strumenti elettronici per gli operatori economici al fine di dimostrare l´ottemperanza alle regole; ad esempio la documentazione tecnica relativa ai prodotti non dovrà necessariamente essere in formato cartaceo e potrà essere inviata in formato elettronico alle autorità di vigilanza del mercato; maggiori garanzie per la sicurezza dei consumatori grazie a un sistema di tracciabilità che consentirà la tracciabilità dei prodotti difettosi o non sicuri e grazie anche a regole più chiare e a una migliorata supervisione degli organismi di valutazione della conformità; la fornitura alle autorità nazionali di vigilanza del mercato di strumenti migliori affinché queste possano tracciare e bloccare le importazioni pericolose a partire dai paesi terzi. I prodotti che ottemperano a tali requisiti di sicurezza possono recare il ben noto marchio Ce in modo da indicare che soddisfano tutti i requisiti della legislazione unionale aiutando in tal modo i venditori a commercializzare più agevolmente i loro prodotti in tutta Europa visto che gli acquirenti avranno maggiore fiducia negli stessi. L´iniziativa rientra in uno sforzo generale per allineare le regole sui prodotti industriali a un insieme comune di principi. L´obiettivo è evitare la frammentazione settoriale e le incoerenze o le sovrapposizioni dei requisiti che si applicano ai prodotti disciplinati da più di uno strumento legislativo. Tra i settori di prodotti interessati vi sono: i dispositivi elettrici (destinati a essere usati entro certi limiti di tensione) gli esplosivi per usi civili, gli ascensori, i recipienti semplici a pressione, gli strumenti di misurazione, gli strumenti di pesatura a funzionamento non automatico, i dispositivi e sistemi di protezione (destinati ad essere usati in atmosfere, potenzialmente esplosive), i prodotti che possono causare interferenze elettromagnetiche. In che modo le nuove regole andranno a vantaggio dell´industria Le regole attuali sono state sviluppate gradualmente nell´arco degli ultimi 40 anni, il che si traduce in certe discrepanze tra i diversi requisiti settoriali. Sta di fatto però che prodotti complessi possono rientrare nel campo di applicazione di diverse regole settoriali creando così difficoltà agli operatori economici, ad esempio a motivo di diversi requisiti in tema di etichettatura o di tracciabilità, di divergenze in merito alla dichiarazione di conformità e nelle definizioni legali applicabili. Con l´allineamento al nuovo quadro legislativo queste possibili divergenze o discrepanze sono eliminate. Gli operatori economici potranno presentare una dichiarazione unica di conformità per ciascun prodotto. I requisiti di etichettatura e di tracciabilità sono uniformi tra i vari prodotti. Anche le procedure per dimostrare la conformità di un prodotto alle regole vigenti sono armonizzate tenendo conto degli imperativi di sicurezza e della complessità dei prodotti.  
   
   
PROCLAMATI I VINCITORI DEL CONCORSO "JUVENES TRANSLATORES" DELL´UE  
 
Bruxelles, 6 febbraio 2014 - Sono stati resi noti ieri i nomi dei vincitori del concorso annuale della Commissione europea per giovani traduttori "Juvenes Translatores", riservato agli studenti delle scuole secondarie. La vincitrice italiana è la studentessa genovese Laura Barberis, che frequenta il Liceo Internazionale Linguistico "Grazia Deledda". La sua insegnante Rossella Risso ha così commentato la vittoria di Laura: "Dal 1872 la nostra scuola promuove una cultura aperta e internazionale e quindi siamo particolarmente onorati per questo importante riconoscimento europeo al nostro istituto, a Laura e a tutti i nostri studenti che quotidianamente sono impegnati assieme a noi con passione e entusiasmo". Una passione espressa al meglio anche da una frase riportata sul sito della scuola: “La conoscenza delle lingue veicolari europee è una precondizione senza la quale nulla è pensabile”. Più di 3 000 adolescenti di 751 scuole hanno partecipato al concorso e le loro traduzioni sono state valutate dai traduttori professionisti della Commissione. I vincitori, uno per ciascuno Stato membro, saranno invitati alla cerimonia di premiazione a Bruxelles l´8 aprile, quando riceveranno un trofeo direttamente da Androulla Vassiliou, Commissaria europea responsabile per l´Istruzione, la cultura, il multilinguismo e la gioventù. "Le abilità linguistiche aprono la mente, arricchiscono la vita e possono migliorare l´occupabilità. Voglio incoraggiare un maggior numero di giovani a studiare le lingue. Dobbiamo fare in modo che i ragazzi siano consapevoli di tutti i vantaggi pratici che ne derivano, dalla capacità di parlare nella lingua locale quando si viaggia alle maggiori opportunità occupazionali, un fattore molto importante in un´epoca in cui molti hanno difficoltà a trovare lavoro nel proprio paese" ha affermato la Commissaria Vassiliou. I traduttori della Commissione europea organizzano questo concorso dal 2007 per condividere la loro passione per le lingue. Gli studenti che hanno partecipato alle prove lo scorso novembre potevano scegliere una qualsiasi delle centinaia di combinazioni possibili a partire dalle 24 lingue ufficiali dell´Ue: questa volta hanno tradotto complessivamente in 157 combinazioni, il numero più alto mai registrato. La popolarità del concorso è andata crescendo di anno in anno sia per il numero dei partecipanti che per la diffusione geografica: hanno partecipato studenti da La Réunion, 2 000 kilometri a sud dell´Equatore, fino a Kittilä in Finlandia, a nord del Circolo polare artico. Sull´elenco dei vincitori figurano scuole che avevano vinto già in precedenza e scuole che hanno partecipato per la prima volta. La scuola che ha registrato il maggior numero di successi dall´avvio del concorso è la “Salzmannschule Schnepfenthal” in Turingia, Germania, da cui provenivano i vincitori nazionali di quattro concorsi. "Due ore in silenzio trascorse in concentrazione non facevano pensare a un esame" ricorda Paula Schembri, la vincitrice maltese dell´edizione 2008 che ora, cinque anni dopo, è tirocinante presso il servizio di traduzione della Commissione. Per la maggior parte dei giovani vincitori il viaggio a Bruxelles in aprile può essere la prima visita alla capitale belga, ma se seguono l´esempio di Paula potrebbe non essere l´ultima.  
   
   
PARLAMENTO EUROPEO: PIÙ DIRITTI E MIGLIORI CONDIZIONI DI LAVORO PER I LAVORATORI STAGIONALI EXTRACOMUNITARI  
 
Strasburgo, 6 febbraio 2014 - I lavoratori stagionali provenienti da paesi terzi potranno beneficiare di migliori condizioni di vita e di lavoro - incluso un alloggio adeguato e un limite all´orario lavorativo - grazie alla legge approvata mercoledì dal Parlamento. La nuova normativa, la prima a livello Ue per questa categoria di lavoratori, mira a porre fine allo sfruttamento e a impedire che i permessi di soggiorno temporanei diventino permanenti. La Commissione europea stima in oltre 100.000 i lavoratori stagionali di paesi terzi che ogni anno entrano nell´Ue. Le nuove regole, approvate con 498 voti favorevoli, 56 voti contrari e 68 astensioni, non pregiudicano il diritto degli Stati membri di decidere quanti lavoratori stagionali ammettere sul loro territorio. Ogni Stato membro dovrà, infatti, fissare una durata massima di permanenza per i lavoratori stagionali, compresa tra i 5 e i 9 mesi su un periodo di 12 mesi. Nel rispetto di detto limite temporale, i lavoratori stagionali potranno estendere i loro contratti o cambiare datore di lavoro. Con queste nuove regole "abbiamo cercato di inviare un messaggio ai datori di lavoro diligenti di continuare a fare quello che stanno facendo, ma abbiamo detto ai datori di lavoro cattivi che è necessario disporre di norme minime a tutela dei lavoratori stagionali. Non si tratta di diritti solo sulla carta, essi permettono effettivamente una certa flessibilità, essenziale perché i lavoratori non siano trattati alla stregua di merce, ma come esseri umani", ha dichiarato il relatore Claude Moraes (S&d, Uk), nel dibattito che ha preceduto il voto. "Questo è il primo dossier sull´immigrazione legale dopo il Trattato di Lisbona e dovremmo esserne orgogliosi, perché - anche se non può ovviare a tutti i problemi dei lavoratori stagionali vulnerabili e allo sfruttamento cui assistiamo in continuazione nell´intera Ue - siamo riusciti a infrangere una barriera e con grande consenso", ha aggiunto. Contratto di lavoro e alloggio adeguato - Sulla base dell´accordo tra Pe e Consiglio, qualsiasi richiesta di soggiornare sul territorio comunitario come lavoratore stagionale dovrà includere un contratto di lavoro o un´offerta vincolante di lavoro, che specifichi, tra l´altro, la retribuzione e l´orario di lavoro. Su richiesta dei deputati, la domanda dovrà inoltre essere accompagnata dalla prova che il lavoratore stagionale disporrà di un alloggio adeguato. Qualora fosse il datore di lavoro a fornire l´alloggio, l´affitto non potrà essere eccessivo o automaticamente detratto dallo stipendio del lavoratore. Parità di trattamento - La normativa sancisce che i lavoratori stagionali extracomunitari avranno gli stessi diritti dei cittadini dell´Ue per quanto riguarda l´età minima lavorativa, la retribuzione, il licenziamento, l´orario di lavoro, le ferie, la copertura sanitaria e i requisiti di sicurezza. Godranno inoltre del diritto di iscriversi a un sindacato, all´accesso alla sicurezza sociale, alla pensione, alla formazione, alla consulenza sul lavoro stagionale offerto dagli uffici di collocamento e da altri servizi pubblici, ma non all´edilizia residenziale pubblica. Le nuove norme agevoleranno, inoltre, il reingresso dei cittadini di paesi terzi nello Stato membro interessato. Sanzioni - Nell´eventualità i datori di lavoro non assolvessero ai loro obblighi, incorrerebbero in sanzioni "effettive, proporzionate e dissuasive", incluso un obbligo di risarcimento al lavoratore stagionale in questione. Anche i subappaltatori possono incorrere in dette sanzioni. Ai datori di lavoro, infine, potrebbe essere imposto il divieto nel futuro di impiegare lavoratori stagionali. Procedure più rapide per il reingresso - Le nuove regole semplificheranno e accelereranno le procedure che consentono ai lavoratori stagionali extracomunitari di tornare nuovamente nell´Ue per soggiorni temporanei e di lavoro. Ciò può essere fatto accelerando le pratiche burocratiche per il ritorno dei candidati, dando loro la priorità per l´ammissione o con il rilascio di diversi permessi di lavoro stagionali in un unico atto amministrativo. Prossime tappe - Gli Stati membri avranno due anni e mezzo per trasporre le nuove regole.  
   
   
PARLAMENTO EUROPEO, COMMERCIO DI ARMI: EVITARE CHE LE ARMI CADANO NELLE MANI DEI TERRORISTI  
 
Strasburgo, 6 febbraio 2014 - 740.000 donne e bambini muiono ogni anno a causa del commercio illegale, e poco regolamentato, delle armi, secondo le stime della Commissione europea. Il trattato sul commercio delle armi mira a regolamentare il mercato internazionale delle armi convenzionali e può entrare in vigoro solamente se ratificato da almeno 50 paesi. I deputati voteranno mercoledì l´autorizzazione a ratificare per gli Stati membri. Abbiamo incontrato il relatore David Martin, deputato di centro sinistra inglese. Il commercio mondiale delle armi rappresenta circa 70 miliardi di dollari all´anno e alcuni paesi europei ne sono i principali attori. Cosa cambierebbe grazie al trattato sul commercio delle armi (Tca)? Il trattato non ridurrebbe necessariamente la produzione di armi, ma eviterebbe che cadano nelle mani dei terroristi e nelle zone d´instabilità. Per esempio, la Repubblica Centroafricana non sarebbe un luogo appropriato alla vendita delle armi seguendo le regole del Tca. Due o tre anni fa avrebbe impedito la vendita di armi in Siria. Secondo lei, la relazione contiene delle lacune rispetto alla definizione delle armi e i criteri di autorizzazione all´esportazioni. Nonostante ciò, difende ancora la relazione. Perché? Ci sono delle debolezze nel trattato, ma resta comunque un grande passo avanti. È la prima volta che le armi convenzionali sono sottomesse ad un controllo. Il fatto che le munizioni non siano incluse nel Tca è una delle debolezze. Un´altra lacuna riguarda il fatto che il registramento delle armi dipenderà dagli Stati membri. Ma la più grande debolezza è che India, Cina e Russia, i principali importatori ed esportatori d´armi, potrebbero non firmare il trattato. Speriamo che tutti gli Stati membri firmeranno il trattato spingendo anche gli altri paesi a farlo.  
   
   
LA COMMISSIONE SOLLECITA GLI STATI MEMBRI A GARANTIRE LA PRONTA ATTUAZIONE DELLE NORME SULLA DETENZIONE IN UN ALTRO PAESE UE  
 
Bruxelles, 6 febbraio 2014 - La normativa riguardante la detenzione, adottata all’unanimità dagli Stati membri, risulta applicata in appena la metà dei 28 paesi dell’Unione. È quanto rivela oggi la relazione pubblicata dalla Commissione europea, che esamina l’attuazione di tre decisioni quadro dell’Ue, la prima sul trasferimento dei detenuti, la seconda sulla sospensione condizionale e le sanzioni alternative e la terza sull’ordinanza cautelare europea. In applicazione delle norme emananti da queste tre decisioni, le pene detentive, le decisioni di sospensione condizionale o le sanzioni alternative e le misure cautelari possono essere eseguite in un paese dell’Ue diverso da quello che ha emesso la condanna o nel quale la persona è in attesa di giudizio: nel paese di cittadinanza o di residenza abituale o in un altro paese dell’Ue con il quale l’interessato intrattiene stretti legami. Le tre decisioni, approvate all’unanimità dagli Stati membri tra il 2008 e il 2009, avrebbero dovuto essere attuate rispettivamente entro il 5 dicembre 2011, il 6 dicembre 2011 e il 1º dicembre 2012. A tutt’oggi però la decisione sul trasferimento dei detenuti viene attuata in appena 18 Stati membri, quella sulla sospensione condizionale e le sanzioni alternative in 14 e l’ultima sull’ordinanza cautelare europea in appena 12 (per la ripartizione per paese si veda la tabella in allegato). Le tre decisioni non solo mirano a consolidare la fiducia reciproca tra i sistemi giudiziari europei, elemento essenziale per uno spazio comune europeo di giustizia, ma sono anche importanti strumenti in grado di favorire la riabilitazione sociale dei detenuti e ridurre il ricorso alla custodia cautelare, una ragione di più perché siano adeguatamente attuate. L’attuazione tardiva o incompleta in diversi Stati membri è quanto mai pregiudizievole se si pensa che le tre decisioni potrebbero contribuire a ridurre le condanne alla reclusione emesse a carico dei cittadini non residenti. Una tale riduzione permetterebbe non solo di alleggerire l’affollamento delle carceri, con un conseguente miglioramento delle condizioni di detenzione, ma anche di tagliare i costi del sistema carcerario. La Commissione sollecita quindi tutti gli Stati membri che non l’abbiano ancora fatto a adottare il prima possibile misure atte a garantirne la piena attuazione. La relazione pubblicata oggi si limita a fare un bilancio preliminare sull’attuazione delle tre decisioni quadro negli Stati membri, non potendo valutare la qualità dell’applicazione dal momento che la metà degli Stati membri non ha ancora provveduto a attuarle. Prossime tappe In applicazione dell’articolo 10, paragrafo 1, del protocollo n. 36 dei trattati, attualmente la Commissione non può avviare i procedimenti di infrazione previsti dall’articolo 258 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea perché le tre decisioni quadro sono state adottate prima dell’entrata in vigore del trattato di Lisbona. Per lanciare i procedimenti di infrazione la Commissione dovrà quindi aspettare il 1° dicembre 2014. La relazione di oggi ricorda pertanto agli Stati membri la necessità di provvedere a allineare ulteriormente la legislazione nazionale.  
   
   
MARONI: NESSUN PROBLEMA NELLA MAGGIORANZA  
 
Milano, 6 febbraio 2014 - "Non ci sono problemi, né tensioni all´interno della maggioranza". Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni a margine dell´assemblea di Alleanza cooperative a Milano. Sull´ipotesi di un ´rimpasto´ all´interno dell´Esecutivo lombardo, il presidente ha ribadito che "a marzo, cioè a un anno dall´inizio del mandato, faremo un ´tagliando´ alla Giunta. L´ho detto sei mesi fa e lo confermo. Sarà l´occasione per vedere come sono andate le cose e per valutare l´operato di tutti". "Ma - ha ribadito - non ci sono problemi, né tensioni".  
   
   
REGIONE LIGURIA: ANNUARIO STATISTICO 2013  
 
Genova, 6 febbraio 2014 - Presentato nel pomeriggio, nella sede della Regione Liguria, l’Annuario Statistico Regionale 2013. Fra gli argomenti del report un focus sull´economia ligure negli anni della crisi, l´andamento del mercato del lavoro e delle principali variabili demografiche e sociali. L´annuario è stato presentato dall´assessore regionale alle Politiche abitative, Edilizia e Lavori pubblici Giovanni Boitano, il presidente e il segretario generale di Unioncamere Liguria Paolo Odone e Giorgio Marziano, il direttore di Liguria Ricerche Riccardo Podestà, Mauro Palumbo, Università di Genova. Gli indicatori di struttura della popolazione confermano il fenomeno dell´invecchiamento della popolazione ligure; l´indice di vecchiaia (rapporto percentuale tra il numero degli ultra sessantacinquenni e il numero dei giovani fino ai 14 anni) che passa da 236,2 del 2011 a 238,2 nel 2012. Gli stranieri residenti in Liguria al 31 dicembre 2012 sono 119.946, pari all´8% della popolazione residente complessiva e registrano una crescita rispetto all´anno precedente del 7,1%. Dall´analisi della popolazione straniera per classe di età si evidenzia che, sia tra i maschi che tra le femmine, la maggiore percentuale (11,55% sul totale) è presente nella fascia di età 30-34 anni. Rispetto agli anni precedenti, nel 2012 cala infatti l´indice posti letto per acuti (da 3,49 a 3,22); per contro si rileva un incremento dell´indice dei posti letto relativo alla riabilitazione (da 0,46 a 0,60). Anche il tasso di ospedalizzazione mostra una riduzione per la degenza ordinaria e il day hospital, ma un aumento per la quota relativa alla riabilitazione. Gli studenti immatricolati all´Università degli Studi di Genova per l´anno accademico 2012/2013 sono 5.333, la percentuale maggiore degli stessi ha scelto la Scuola di Scienze Sociali (35,4%), mentre la percentuale maggiore di femmine rispetto ai maschi si registra nella Scuola di Scienze Umanistiche (71,9%). In relazione al livello di istruzione, la Liguria si posiziona in una fascia medio-alta tra le regioni italiane: il 13,7% della popolazione residente di 15 anni e oltre è in possesso di una laurea, dottorato o diploma universitario (la media nazionale si ferma all’11,8%), il 29,1 ha conseguito un livello di istruzione secondaria superiore (a livello nazionale la quota raggiunge il 28,9%). Aumentano le separazioni in Liguria, 3.082 registrate nel 2011 contro le 2.921 dell´anno 2010 mentre diminuiscono i divorzi 2.230 nel 2011 contro i 2.372 dell´anno 2010. In Liguria nel 2010, l´affidamento condiviso di minori è stato applicato nel 92,5% a seguito di separazione (90,3% la media nazionale) e nel 84,1% a seguito di divorzi (75,6% la media nazionale). Nel 2011 sono stati emessi 2.463 provvedimenti esecutivi di sfratto (di cui il 58% concentrati nel capoluogo), l’81% per morosità, il 12% per fine locazione e il 7% per necessità del locatore. Nel biennio 2011-2012 in Liguria 4 famiglie su 10 sono famiglie di single, a livello nazionale il numero scende a 3; rispetto al biennio precedente si assiste a un aumento della tipologia in termini percentuali pari a +6,2%. Nel 2012 in Liguria l´utilizzo del computer e di internet interessa il 55% circa della popolazione, percentuale superiore a quella nazionale (52% circa) e inferiore a quella dell´Italia nord-occidentale (57% circa). Nel 2012 la percentuale di liguri che leggono libri è pari al 52,4% contro una media nazionale del 46,0%. Il tasso di occupazione ligure si attesta nel 2012 sul 62,0%, a fronte di un tasso medio nazionale del 56,8% e di un tasso per il Nord-ovest del 64,2%. Il tasso di disoccupazione raggiunge quota 8,1%, in linea con il Nord-ovest (8,0%) ed è al di sotto del dato nazionale (10,7%). Nel 2012 ilvalore del prodotto interno lordo ligure è pari a 44.064 milioni di euro a prezzi correnti e 39.160 milioni a valori concatenati con anno di riferimento al 2005. Rispetto al 2011 il calo del Pil stimato risulta pari a -2,9% (a valori concatenati al 2005). Il Pil procapite ligure a prezzi di mercato (27.308 euro) si posiziona sopra quello del Paese (25.728 euro). L´indagine sull´industria manifatturiera ligure, realizzata trimestralmente da Unioncamere Liguria, conferma nel 2012 il perdurare di una crisi che ha colpito tutti i settori produttivi: dati incoraggianti provengono dalle imprese esportatrici, che nel 2012 hanno aumentano le vendite del 3,3%. Nel 2012 le imprese artigiane attive, che rappresentano il 33,2% delle imprese liguri, ammontano a 47.192, lo 0,4% in meno rispetto al 2011, in linea con il trend nazionale (-1,6%). Nel 2012 sulla base dei dati forniti dal Ministero dello Sviluppo economico, la consistenza degli esercizi commerciali liguri con attività primaria di commercio al dettaglio in sede fissa passa da 24.636 a 24.389 unità (-1%); a livello nazionale il calo è pari all’1,2%. La consistenza del commercio all’ingrosso passa da 5.613 a 5.535 esercizi (-1,4%), con una riduzione in tutte le voci tranne i prodotti alimentari. Il 2012 si chiude per la Liguria con un calo delle importazioni (-3,2%) e un aumento delle esportazioni (+2,1%), con un contestuale miglioramento della bilancia commerciale che si mantiene comunque negativa. Il calo delle importazioni si presenta più contenuto rispetto a quello registrato nel Paese (-5,3%) e nell´Italia nord-occidentale (-6,9%); allo stesso modo, però, l’incremento dei flussi di export regionali è inferiore rispetto a quello registrato nelle aree di riferimento (Italia: +3.8%; Nord Ovest: +3,6%). Analizzando l´andamento dei primi nove mesi del 2013, si registra un calo tendenziale sia dell´export (-7,1%) sia dell´import (-13,8%) ligure. Il calo delle esportazioni interessa in particolare le vendite in Europa (-13,6%) e in America (-52,3%), mentre aumentano i flussi verso l´Africa (+62,5%) e l´Asia (+32,3%). Per quel che riguarda l´import si rileva un aumento degli acquisti dall´Europa (+1,9%), mentre risultano in calo i flussi da tutte le altre aree di provenienza. I dati relativi al Turismo in Liguria nel 2012 registrano una tenuta del comparto turistico complessivo della nostra Regione, seppur gli arrivi e presenze totali sono in calo rispetto all´anno precedente. Rispetto all´anno precedente diminuiscono gli italiani ma crescono, in modo costante da qualche anno, gli stranieri. Relativamente alla movimentazione delle merci, gli indicatori rilevano una variazione percentuale negativa nel 2012 rispetto all´anno precedente in tutti i porti liguri, in particolare nei porti della Spezia (-9,5%) e Savona-vado (-9,2%). Nel porto di Imperia la riduzione risulta pari a -7,1%, mentre solo per il porto di Genova il calo risultato è minore (-0,4%). Gli incidenti stradali sono calati nel 2012 (-4,2%), 410 incidenti in meno rispetto all’anno precedente; diminuiscono anche il numero di morti a seguito di incidente (-4,7%) e di feriti (-4,6%). I prestiti alle famiglie, in larga parte rappresentati dai mutui per l´acquisto di abitazioni, sono diminuiti dell´1%, mentre quelli verso il settore produttivo (società non finanziarie e famiglie produttrici), che rappresentano il 57% del totale dei prestiti erogati da banche e casse depositi e prestiti, hanno registrato una contrazione del 4,6%. Le imprese straniere, e con esse si intende l´insieme delle imprese in cui la partecipazione di persone non nate in Italia risulta complessivamente superiore al 50% (mediando le composizioni di quote di partecipazione e cariche attribuite), risultano, nel 2012, in Liguria l´11% del totale imprese, superiore di 2,6 punti percentuali alla media nazionale. Le imprese femminili attive nel 2012 ammontano a 36.135 (-0,7% rispetto al 2011), il 25,4% del totale delle imprese, dato superiore alla media nazionale che si ferma al 24,3%. La quota di imprese giovanili, ossia le imprese in cui la partecipazione delle persone "under 35" risulta complessivamente superiore al 50%, in Liguria è pari al 10,2%, contro una media nazionale dell´11,5%. Nel 2013 vengono confermati i valori sulle imprese straniere e femminile mentre in leggero decremento la percentuale di imprese giovanili sul totale delle imprese (9,8%).Analizzando le spese si evidenzia una diminuzione dello -0,59% del totale per la regione Liguria e un aumento del +0,96% per l´Italia. A livello regionale si rileva una diminuzione del -0.49% delle spese correnti (che incidono sul totale per il 90%) e una diminuzione del -1.6% delle spese in conto capitale.  
   
   
PRESIDENTE COTA, COSTI DELLA POLITICA: SI DIMOSTRI IL RISPARMIO DELLA NORMA SUI VITALIZI O PROPORRO´ L´ABROGAZIONE  
 
Torino, 6 febbraio 2014 - ‘Sulla norma che prevede per i consiglieri regionali la possibilità di rinunciare al vitalizio, non starò certo a farmi triturare dal teatrino mediatico. Ho già detto che giudico la presentazione dell´emendamento un errore dal punto di vista dell’opportunità, un favore per chi vuole strumentalizzare, e sono in tanti. Visto che non si parla mai del contenuto della norma e si fanno inutili schermaglie nei talk show, dico chiaramente che o mi dimostrano inoppugnabilmente i risparmi che da questa norma derivano o presenterò io stesso una proposta di legge abrogativa, ponendo la questione di fiducia”. Lo dichiara il presidente della Regione Piemonte, Roberto Cota.  
   
   
REGIONE CAMPANIA APPROVA PIANO TIRENNALE DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE. CALDORO: TRASPARENZA DEGLI ATTI, RIDUZIONE DEI TEMPI E DECISIONI RAPIDE. PRONTI AD ACCOGLIERE SUGGERIMENTI ED IDEE  
 
Napoli, 6 febbraio 2014 - La Regione Campania ha approvato il piano triennale di prevenzione della corruzione e il programma triennale per la trasparenza e l¡¯integrit¨¤. I provvedimenti, che attuano la legge 190 del 2012 e il dlgs 33 del 2013, insieme al codice di comportamento formano un complesso organico di norme interne per la prevenzione dell¡¯illegalit¨¤ nell¡¯azione amministrativa, il contrasto alle attivit¨¤ corruttive e la diffusione di una cultura improntata sull´etica e sulla trasparenza amministrativa. Con questi piani, si punta in particolare ad assicurare: ¡ñ trasparenza e rafforzamento della capacit¨¤ amministrativa; ¡ñ riduzione dei tempi e delle procedure nell¡¯espletamento delle attivit¨¤ istituzionali; ¡ñ accelerazione delle procedure di spesa e di certificazione dei fondi comunitari; ¡ñ rotazione dei dirigenti, razionalizzazione dell¡¯impiego delle risorse umane e contenimento della relativa spesa; ¡ñ rafforzamento del dialogo con i cittadini. I provvedimenti sono consultabili nella sezione "Amministrazione Trasparente" del sito istituzionale della Regione Campania al link ¡° Disposizioni Generali¡± cliccando sugli allegati files. I cittadini potranno offrire idee e suggerimenti su ulteriori azioni da mettere in campo. ¡°Sono necessari controlli sempre maggiori. Serve una rivoluzione culturale per puntare sulla responsabilit¨¤.¡± Cos¨¬ il presidente della Regione Campania Stefano Caldoro. ¡°La pubblica amministrazione ¨C sottolinea il presidente - pu¨° e deve individuare misure efficaci. Con la trasparenza degli atti, con la riduzione dei tempi, con decisioni rapide. ¡°Cos¨¬ si riducono gli spazi discrezionali, le zone grigie pi¨´ vulnerabili. ¡°La legislazione nazionale deve essere sempre pi¨´ severa, vanno poi snellite le procedure e frenata la burocrazia pesante. Quella che rallenta, che allunga i tempi e dilata le responsabilit¨¤. ¡°Presentiamo il nostro piano. Sar¨¤ sul sito e siamo pronti ad accogliere tutti i suggerimenti e le idee pi¨´ utili¡±, conclude Caldoro.  
   
   
BILANCIO REGIONE CAMPANIA, AZZERATO IL DEFICIT E RIDOTTO IL DEBITO  
 
Napoli, 6 febbraio 2014 - La pronuncia della Corte dei Conti n. 286/2013, relativa al bilancio di previsione 2013 della Regione Campania, redatta ai sensi del D.l. N.174/2012, pur rilevando delle problematiche ha riconosciuto l’impegno profuso dall’Organo di Governo e dalla struttura burocratica amministrativa regionale per superare criticità ereditate soprattutto dalle passate gestioni. Infatti, al momento dell’insediamento della nuova Giunta la situazione della Regione Campania presentava una condizione di default registrando un indebitamento di oltre 15 miliardi di euro ed un deficit strutturale di circa 1,4 miliardi di euro, di cui 900 milioni relativi al comparto sanità e 500 milioni relativi al bilancio ordinario. Successivamente all’ispezione del Mef, avutasi nel 2010, che ha confermato questa situazione alquanto critica, si è provveduto ad elaborare un piano di stabilizzazione che è stato presentato al Ministero stesso ad aprile 2011, ed approvato solo nel mese di marzo 2012. Il piano di stabilizzazione prevede la riduzione del disavanzo con la riproposizione del bilancio in equilibrio nel termine di 5 anni, la riduzione dell’indebitamento commerciale a livello fisiologico con consolidamento del debito stesso in bilancio. Nel dettaglio il piano si articola in 4 assi di intervento: Spese di funzionamento, Personale e Ee.ll, Trasporti, Ambiente e Partecipate. Si lavora in questa direzione. L’attenzione del Piano è volta, soprattutto, alla riduzione della spesa. Al riguardo si segnala che dal raffronto dei dati contabili 2009/2013 per le spese sopra indicate al 31.12.2009 si impegnava la somma di 2.400 milioni di euro mentre al 31.12.2013 gli importi impegnati si sono assestati a 1.920 milioni di euro. Nel dettaglio le riduzioni per i singoli assi si sono registrate per 230 milioni di euro in riferimento alle spese di funzionamento, Personale e Ee.ll e per 250 milioni di euro per Trasporti, Ambiente e Partecipate. Si segnala, inoltre, che all’atto della formulazione del Piano le unità di personale in ruolo alla Regione Campania erano pari a 6.437, scese a 5.300 al 31.12.2013. E ancora, delle 34 società regionali il Piano ne prevede la riduzione a 10 con l’individuazione di 3 Poli: Ambiente; Trasporti; Ricerca, Sviluppo ed Innovazione e contestuale riduzione dei trasferimenti nella misura del 20%. Anche il comparto Sanità ha fatto registrare consistenti miglioramenti. Al 31.12.2009 il disavanzo ammontava ad euro 773 milioni mentre al 31.12.2013 è quantificato in soli 65 milioni. L’indebitamento verso fornitori è passato da 6.077.415.000,00 al 31.12.2009, oltre ai 4 miliardi consolidati in bilancio (cartolarizzazioni, prestiti obbligazionari), a 2.765.285.000,00 al 31.12.2013 grazie, anche, alla forte immissione di liquidità fatta con le risorse di cui al D.l. N. 35/2013 che ha contribuito ad immettere liquidità nel sistema nel solo 2013 per oltre 900 milioni relativamente a debiti sanitari e ulteriori 400 milioni per debiti verso fornitori, appalti e prestazioni di servizi e debiti verso Ee.ll. A questi 1,3 miliardi del 2013 si aggiungeranno ulteriori 1,8 miliardi nel 2014. Nel complesso, dunque, il Dl n.35/2013 ha consentito di immettere liquidità nel sistema per oltre 3,1 miliardi in due anni. Tali somme costituiscono un prestito da restituire allo Stato in 30 anni. In tema di indebitamento si segnala che fino al 2009 la Regione Campania si indebitava annualmente di oltre 600 milioni. A decorrere dal 2010 non è stato più sottoscritto alcun contratto di mutuo (al netto del prestito Mef). Si precisa infine che lo squilibrio di 1,8 al 30 settembre (sul gestionale) non ha un peso determinante. E’ un dato che si verifica in sede di assestamento o di consuntivo. Il buon lavoro, sulla riorganizzazione del bilancio e sull’equilibrio finanziario, è evidenziato dalla stessa Corte dei Conti nella parte finale e dalle società di rating che seguono la Campania.  
   
   
PIEMONTE: LE DECISIONI DELLA GIUNTA REGIONALE  
 
Torino, 6 febbraio 2014 - La Giunta regionale si è riunita, coordinata dal presidente Roberto Cota, per l’esame di un ordine del giorno formato da delibere con carattere di urgenza e indifferibilità. Tra di esse si segnalano: - su proposta del presidente Roberto Cota, l’adesione della Regione al Comitato per l’Ostensione della Sindone del 2015; - su proposta del vicepresidente Gilberto Pichetto, la presentazione al Consiglio di Stato di appello verso la sentenza del Tar del Piemonte che annullato la delibera del 2.8.2013 sul piano tariffario delle prestazioni di assistenza residenziale per anziani non autosufficienti e la parte della delibera del 25.6.2013 sulle risorse per la presa in carico della persona anziana non autosufficiente, verso l’ordinanza del Tar del Piemonte sulla programmazione dei servizi di trasporto pubblico locale, verso il ricorso del Comune di Antrona Schieranco ed altri per la riforma della sentenza del Tar del Piemonte che ha confermato la disattivazione del punto nascite dell’ospedale di Domodossola; - su proposta dell’assessore Ugo Cavallera, la revisione della rete ospedaliera di post acuzie, con il passaggio di 1135 posti letto alla continuità assistenziale a valenza sanitaria, nonché le linee di indirizzo sull’assistenza psicologica degli adolescenti e nelle cure primarie e sui percorsi diagnostico-terapeutici sulla diagnosi precoce delle demenze e sulle patologie ad elevato carico emotivo; - su proposta degli assessori Ugo Cavallera, Alberto Cirio e Claudia Porchietto, lo schema di protocollo d’intesa con l’Ufficio scolastico regionale per la definizione di modalità uniformi per la diagnosi e il rilascio della certificazione diagnostica per gli alunni sospetti di risentire di disturbi specifici di apprendimento; - su proposta dell’assessore Agostino Ghiglia, la partecipazione della Regione a “2020Togheter”, progetto finanziato nell’ambito del programma Intelligent Energy Europe a sostegno dell’efficienza energetica e delle risorse energetiche nuove o rinnovabili e che ha come partner la Regione, la Provincia e la Città di Torino, Enviroment Park; - su proposta dell’assessore Gian Luca Vignale, i criteri ed i valori economici degli incentivi per l’adesione del personale dipendente a tempo indeterminato delle Comunità montane all’istituto della mobilità volontaria verso i posti vacanti negli organici di altri enti locali.  
   
   
DOMENICA 9 FEBBRAIO PRIMO REFERENDUM CONSULTIVO IN LIGURIA PER FUSIONE COMUNI DI CASTELNUOVO MAGRA E ORTONOVO ALLE URNE 14 MILA ELETTORI NELLO SPEZZINO  
 
 Genova, 6 febbraio 2014 - Verso il voto gli elettori di Castelnuovo Magra e Ortonovo, i due comuni dello Spezzino che domenica prossima, 9 febbraio, sono chiamati alle urne dal referendum consultivo chiesto alla Regione Liguria per fondersi e istituire il nuovo comune di Luni. È il primo referendum consultivo per la fusione di due comuni che si svolge in Liguria. A Castelnuovo Magra gli elettori sono 7.092, a Ortonovo 7.200. Nelle sezioni aperte nei due comuni si voterà dalle 8 alle 21, subito dopo si procederà allo scrutinio dei voti. Solo se il referendum consultivo promuoverà il "sì" ottenendo la maggioranza in entrambi i comuni e rispettando il quorum di votanti previsto, saranno avviate le procedure per l´approvazione della legge regionale di fusione dei due comuni.  
   
   
LAVORO: FVG, REDDITO MINIMO TEMA INELUDIBILE  
 
Trieste, 6 febbraio 2014 - "Per chi si occupa di lavoro, quello del reddito minimo è un tema ineludibile, perché rappresenta indubbiamente una misura decisiva per l´uguaglianza e un fattore anticiclico rispetto alla crisi". Ad affermarlo è l´assessore regionale al Lavoro, Loredana Panariti, che interviene prendendo spunto dalla decisione del gruppo consiliare del Movimento 5 stelle di avviare una consultazione on-line sull´argomento. "Oltre al suo aspetto di sostegno, autonomia e garanzia di stili di vita adeguati - sostiene l´assessore - il reddito minimo può anche essere un importante stimolo economico che non è rivolto solo al sostegno del cittadino, ma pure dell´impresa e del sistema economico nel suo complesso. Si tratta di un aspetto, che sfugge completamente al Movimento 5 stelle, su cui ci si è soffermati poco e che invece è fondamentale". "Quando parlo di stimolo economico - spiega Panariti - non intendo fare riferimento solo agli incentivi che i consumi così innescati possono avviare, ma soprattutto alla flessibilità del sistema da un lato e alla stabilità della forza lavoro disponibile dall´altro. I processi di riconversione industriale, gli spostamenti, le interruzioni di lavoro, la sostituzione di forza lavoro con altra dotata di maggiore competenza sono processi complessi, vischiosi, costosi e che generano profondo malessere". "Avviare un istituto come il reddito minimo - aggiunge l´assessore al Lavoro - renda meno faticosi e dolorosi tali processi, diminuendo la sofferenza sociale, minimizza le resistenze e i costi e pure contrasta i meccanismi di sbandamento e impoverimento della forza lavoro che tali processi causano. Inoltre fa sì che la mobilitazione della forza lavoro, qualora necessaria, risulti meno costosa, più rapida e più semplice. La forza lavoro, infatti, per quantità e qualità, è un manufatto frutto di impegno e investimenti e non è il naturale risultato della somma delle persone viventi: per questo motivo il reddito minimo può diventare un forte incentivo alla crescita". "Dall´altro canto però - osserva ancora Panariti - come mi pare correttamente temano le organizzazioni sindacali, esso può essere un pericoloso elemento di non funzionalità. Infatti, facilitando i processi di riconversione può essere utilizzato per sostituire buon lavoro con cattivo lavoro diventando un ulteriore elemento di rafforzamento di visioni che ritengono che la risposta alla crisi possa risiedere in politiche mirante al ribasso". "Non è sufficiente - prosegue l´assessore Panariti - una consultazione on-line e trovare le risposte a 8 o 10 domande. Il reddito minimo passa certamente per l´erogazione di un beneficio monetario ma anche attraverso un reddito indiretto, cioè beni e servizi, come fanno tutti i Paesi d´Europa, per garantire una dignità di vita e una possibilità di futuro". "Siamo in attesa - osserva l´assessore - di una riorganizzazione, a livello nazionale, degli ammortizzatori sociali e non ci sono, in questo momento, nel bilancio regionale le risorse necessarie per partire con una misura complessiva". "Tuttavia - conclude- il ´welfare to work´, i lavori di pubblica utilità, la garanzia giovani, il contratto di ricollocazione ci permetteranno di sperimentare percorsi nuovi per rispondere immediatamente alle esigenze di coloro i quali sono in difficoltà e di mettere a sistema tutte quelle azioni, anche di protezione sociale, che fino a questo momento sono state slegate e gestite senza che vi fosse una prospettiva generale e condivisa e che, a mio giudizio, andavano proprio nella direzione di danneggiare il lavoro e indebolire il sistema economico".  
   
   
TOSCANA, CASSA IN DEROGA 2013: AUTORIZZATE 2387 DOMANDE, MA QUASI 7 MILA RESTANO SCOPERTE  
 
 Firenze, 6 febbraio 2014 - Saranno 2387 le domande di cassa integrazione e 40 quelle di mobilità in deroga, presentate nel 2013, che potranno essere autorizzate nei prossimi giorni a seguito delle risorse assegnate alla Regione dal governo. I lavoratori coinvolti saranno in tutto 9.813. Le autorizzazioni permetteranno di dare risposta a tutte le domande arrivate tutto il mese di luglio ed entro la prima metà di agosto. Le risorse assegnate, in tutto 26,5 milioni, costituiscono la quota parte destinata alla Toscana dei 400 milioni stanziati dal governo per gli ammortizzatori in deroga con il decreto del 22 gennaio scorso. All´indomani dell´emanazione del parere sul decreto, l´assessore alle attività produttive lavoro formazione Gianfranco Simoncini, coordinatore delle Regioni per il settore lavoro, aveva chiesto espressamente al governo la possibilità di usare queste risorse, pur stanziate nel 2014, per finanziare le autorizzazioni di ammortizzatori sociali in deroga concessi nel 2013 e rimasti in sospeso perchè ben 11 Regioni fra cui la Toscana avevano dovuto bloccare le autorizzazioni per esaurimento dei fondi, mentre altre 6 stavano per farlo. Il ministero del Lavoro ha accolto la proposta, sbloccando così una parte delle domande inevase. A queste risorse la Regione Toscana ha aggiunto circa 4,5 milioni di recuperi su autorizzazioni non utilizzate a pieno, permettendo così lo scorrimento delle domande presentate nel corso dell´anno e ferme ai primi di luglio per esaurimento dei fondi. "Un atto di buon senso – commenta – oltre che dovuto, verso migliaia di lavoratori che da mesi attendono il pagamento dell´indennità. Purtroppo anche questo ulteriore stanziamento non è sufficiente a sanare il pregresso per l´intero 2013, che resta ancora largamente senza risposta". Resteranno ancora prive di copertura 6.950 domande, per oltre 19 mila lavoratori, per far fronte alle quali sarebbero necessari ancora altri 40 milioni di euro. "Questi numeri - osserva Simoncini - rispecchiano situazioni difficilissime, di migliaia di lavoratori senza reddito che, da mesi, aspettano di poter ricevere la copertura cui hanno diritto. Una situazione che continua a profilarsi come un´emergenza sociale che non può essere ignorata e, come ho avuto modo di dire più volte al governo, deve trovare una risposta".  
   
   
SERVIZIO EUROPA; OCCUPAZIONE GIOVANILE, PROGRAMMI EUROPEI E SVILUPPO DI COMPETENZE AL CENTRO DELLE ATTIVITÀ 2013  
 
Perugia, 6 febbraio 2014 - "Opportunità di lavoro per i giovani, sviluppo di competenze professionali e sostegno ad una sempre maggiore apertura del ´sistema Umbria´ verso l´Europa sono stati i temi al centro delle attività organizzate dal Servizio Europa (Seu) nel 2013": lo ha detto Alberto Naticchioni, Amministratore unico del Seu e della Scuola umbra di amministrazione pubblica, tracciando il bilancio dell´attività svolta dal Servizio lo scorso anno. Il Seu - secondo quanto spiegato dall´Amministratore unico - ha realizzato programmi di formazione in affari europei rivolti a giovani, professionisti, imprese e pubblica amministrazione, tra cui il corso in politiche e diritto dell´unione europea per le imprese e il corso in progettazione europea per lo sviluppo economico locale sui temi dell´innovazione e dello sviluppo locale. Le iniziative formative sono state di 400 ore di formazione teorico-pratica che si sono svolte presso Villa Umbra di Perugia e di sei mesi (720 ore) di tirocinio di specializzazione in Umbria, in Italia e all´estero, presso studi legali e di consulenza nazionali ed internazionale, imprese, istituzioni comunitarie e nazionali, istituti di ricerca italiani ed internazionali, fondazioni e società di progettazione. Gli allievi beneficiano di una borsa di studio di mille euro. E´ già in cantiere l´organizzazione di una terza edizione, dopo le due del 2013, del corso di europrogettazione, con l´avvio della nuova programmazione 2014-2020. Tali progetti hanno ottenuto un ottimo risultati sul piano della qualità della formazione grazie al coinvolgimento di esperti di alto profilo nel settore della progettazione europea. Per preparare le future generazioni a tematiche europee il Seu, con il contributo del Consiglio regionale ed il patrocinio dell´Ufficio scolastico regionale, ha realizzato il progetto "porte aperte verso l´Europa" rivolto a studenti degli istituti d´istruzione superiore. Grazie a questo progetto, che ha coinvolto circa 250 studenti impegnati in laboratori e preparazione di euro blog sulla cittadinanza europea, il Seu ha portato 100 dei più meritevoli studenti a Bruxelles per la giornata "porte aperte" delle istituzioni europee svoltasi il 4 maggio. Su temi più settoriali è stato realizzato il convegno sul "futuro del settore delle costruzioni", promosso congiuntamente dal Consiglio regionale su iniziativa della Presidenza della I Commissione consiliare e della Rappresentanza della commissione europea, al quale hanno partecipato imprese del settore e loro associazioni, agenzie regionali, centri di ricerca universitaria per discutere e confrontarsi direttamente con la commissione europea. Sempre in collaborazione con il Consiglio regionale è stato realizzato un incontro pubblico su "emergenza credito sinergia Europa-regione" allo scopo di incidere positivamente sul tessuto produttivo del nostro territorio. La parte finale del 2013 ha visto il Seu impegnato a realizzare, con il contributo della Scuola umbra di amministrazione pubblica, dell´Anci Umbria ed il patrocinio della Rappresentanza in Italia della commissione europea, il convegno "l´Europa che verrà: le politiche per lo sviluppo ed il lavoro". L´incontro è stato l´occasione per approfondire e confrontarsi su alcuni temi centrali delle politiche europee di sviluppo e di rilancio dell´economia e le future tendenze del mercato del lavoro. Il 2014 si è aperto con l´annuncio del contributo assegnato dal programma Leonardo da Vinci, mobilità transnazionale del progetto "Justus Lipsius: strengthening and development of new skills in the European legal sector" proposto nel 2013. L´iniziativa, oltre ad una iniziale attività in aula, prevede un tirocinio formativo retribuito presso studi legali ed affini, del Belgio, Lussemburgo e Spagna, con l´obiettivo di sostenere ed arricchire il percorso di formazione di giovani avvocati già avviati alla professione che intendono rafforzare la propria professionalità. In collaborazione con la Regione Umbria (Sezione rapporti istituzionali con l´Ue, sede di Bruxelles) è stato avviato un ciclo di incontri in video conferenza da Bruxelles per informare i diversi attori locali sia pubblici che privati (Enti locali, Università, Asl, imprese, associazioni ecc.) sulle più recenti opportunità di finanziamento europee con il lancio dei primi bandi della nuova programmazione 2014-2020. I primi incontri hanno approfondito il programma Horizon 2020 e le sue diversi componenti di ricerca. Nel 2014 sono previsti approfondimenti anche su Erasmus Plus, Europa Creativa ed altri programmi europei ad alto contenuto d´impatto per il sistema locale. Nel concludere il quadro del 2013, Naticchioni ha voluto sottolineare come il Seu "rappresenti uno strumento per la diffusione delle politiche comunitarie sul nostro territorio regionale e come sia divenuto uno strumento di supporto all´individuazione delle opportunità occupazionali offerte dell´Europa. È indispensabile che i soci del Seu - ha concluso - garantiscano la piena funzionalità della struttura per poter continuare ad offrire, in modo particolare ai giovani, quei servizi oggi fondamentali per i cittadini umbri".  
   
   
TOSCANA: CASSA IN DEROGA 2013: AUTORIZZATE 2387 DOMANDE QUASI 7 MILA RESTANO SCOPERTE  
 
Firenze, 6 febbraio 2014 - Saranno 2387 le domande di cassa integrazione e 40 quelle di mobilità in deroga, presentate nel 2013, che potranno essere autorizzate nei prossimi giorni a seguito delle risorse assegnate alla Regione dal governo. I lavoratori coinvolti saranno in tutto 9.813. Le autorizzazioni permetteranno di dare risposta a tutte le domande arrivate entro la prima metà di agosto. Le risorse assegnate, in tutto 26,5 milioni, costituiscono la quota parte destinata alla Toscana dei 400 milioni stanziati dal governo per gli ammortizzatori in deroga con il decreto del 22 gennaio scorso. All´indomani dell´emanazione del parere sul decreto, l´assessore alle attività produttive lavoro formazione Gianfranco Simoncini, coordinatore delle Regioni per il settore lavoro, aveva chiesto espressamente al governo la possibilità di usare queste risorse, pur stanziate nel 2014, per finanziare le autorizzazioni di ammortizzatori sociali in deroga concessi nel 2013 e rimasti in sospeso perchè ben 11 Regioni fra cui la Toscana avevano dovuto bloccare le autorizzazioni per esaurimento dei fondi, mentre altre 6 stavano per farlo. Il ministero del Lavoro ha accolto la proposta, sbloccando così una parte delle domande inevase. A queste risorse la Regione Toscana ha aggiunto circa 4,5 milioni di recuperi su autorizzazioni non utilizzate a pieno, permettendo così lo scorrimento delle domande presentate nel corso dell´anno e ferme ai primi di luglio per esaurimento dei fondi. "Un atto di buon senso – commenta – oltre che dovuto, verso migliaia di lavoratori che da mesi attendono il pagamento dell´indennità. Purtroppo anche questo ulteriore stanziamento non è sufficiente a sanare il pregresso per l´intero 2013, che resta ancora largamente senza risposta". Resteranno ancora prive di copertura 6.950 domande, per oltre 19 mila lavoratori, per far fronte alle quali sarebbero necessari ancora altri 40 milioni di euro. "Questi numeri - osserva Simoncini - rispecchiano situazioni difficilissime, di migliaia di lavoratori senza reddito che, da mesi, aspettano di poter ricevere la copertura cui hanno diritto. Una situazione che continua a profilarsi come un´emergenza sociale che non può essere ignorata e, come ho avuto modo di dire più volte al governo, deve trovare una risposta".  
   
   
CRIMINALITÀ, INTESA REGIONE LIGURIA-UNIVERSITÀ DI BOLOGNA PER L´UTILIZZO SOCIALE DI BENI CONFISCATI ALLE MAFIE  
 
Genova, 6 febbraio 2014 - Beni confiscati alle mafie, la Regione Liguria al lavoro con l´associazione "Libera" per promuoverne l´utilizzo sociale. E proprio per ottenere una costante mappatura dei beni confiscati alla criminalità organizzata e fornire assistenza agli enti interessati all´assegnazione, la Regione Liguria e l´Università di Bologna hanno sottoscritto una convenzione. L´intesa prevede l´avvio in Regione Liguria di uno stage formativo nell´ambito del percorso di master "Pio la Torre" sulla gestione e il riutilizzo dei beni sequestrati e confiscati alle mafie. "Il progetto, promosso a livello nazionale dall´associazione Libera, nasce dalla necessità di realizzare una mappatura georeferenziata che formi una carta tematica del Piano territoriale regionale, inserendosi nel contesto locale, come stabilito dalla legge regionale in tema di prevenzione del crimine organizzato e mafioso e per la promozione della cultura della legalità e impegnando la Regione Liguria ad assicurare un proficuo riutilizzo a fini sociali dei beni sequestrati", spiega l´assessore al personale della regione Liguria Matteo Rossi. Sono 58, fino a oggi, i beni confiscati alla criminalità organizzata, tra immobili e imprese economiche. Aggiunge l´assessore ligure: "L´obiettivo di questo provvedimento è dar vita a un monitoraggio degli immobili sequestrati, per capire quanti, quali e a cosa siano stati destinati e quali, invece, abbiano subito rallentamenti o problematiche nel stabilirne il loro riutilizzo, analizzando e valutando a quale funzione sociale potrebbero essere destinati, anche per restituire alla collettività ciò che le era stato illegalmente tolto".  
   
   
MARCHE: CONCILIAZIONE DEI TEMPI DI VITA E DI LAVORO, IL PROTOCOLLO DI INTESA  
 
Ancona, 6 febbraio 2014 - Una strategia di intervento condivisa per rendere effettivi gli obiettivi di miglioramento delle condizioni di vita e lavoro di lavoratori e lavoratrici: è quanto sancisce il protocollo d’intesa, firmato questa mattina in Regione, dall’assessore ai Diritti e Pari Opportunità, Paola Giorgi, con Anci, Upi, organizzazioni sindacali regionali (Cgil, Cisl, Uil), Associazioni regionali dei datori di lavoro (Confapi, Confesercenti, Cgia, Cna, Cia, Coldiretti, Confcooperative, Confindustria). A diretta regia regionale, “il progetto richiede una forte condivisione da parte dei vari attori sociali e istituzionali del territorio - spiega l’assessore Paola Giorgi - per rendere effettivo l’obiettivo di realizzare un sistema di interventi che favoriscano la conciliazione tra tempi di vita e di lavoro. Allo stesso tempo, incoraggino lo sviluppo dell’occupazione femminile nel territorio in relazione alle problematiche di conciliazione che gravano soprattutto sulle donne, ancora purtroppo soggetto debole del mercato del lavoro. Interventi che, inoltre, diano sostegno alle famiglie con maggiore efficacia ed estesa fruibilità dei servizi e promuovano la cultura della condivisione delle responsabilità familiari tra uomini e donne”. Il contributo statale di 381.600 euro sarà messo a bando e destinato alle aziende con madri lavoratrici che hanno partorito e con figli fino a 10 anni di età, con priorità fino a tre anni. Questa flessibilità dovrà interessare anche i padri, con una premialità alle aziende che la proporranno. “La promozione della conciliazione – aggiunge l’assessore - è un fattore di competitività del territorio, può svolgere il ruolo di leva per superare i problemi connessi all´invecchiamento della popolazione e con l’organizzazione prevalente del mercato del lavoro e rilanciare l´economia contribuendo all´aumento del ‘ben-essere’ delle persone e famiglie”. Nell’ottica delle piena condivisione è stato costituito il tavolo tecnico con Anci, Upi, Oo.ss. Rappresentanti categoria e datoriali per pianificare l’attuazione dell’intervento regionale formalizzando l´impegno con la firma del protocollo resa pubblica in conferenza stampa per dare la massima risonanza all’avvio ufficiale del progetto attraverso l’Avviso pubblico per la selezione dei progetti. “Questo è un risultato che va valutato molto positivamente perché la misura contrattuale integrativa verrà portata avanti da parte di tutti gli attori sociali con il massimo impegno, nella convinzione che in tempo di crisi anche migliorare la qualità della vita dei lavoratori è una conquista che può compensare le difficoltà economiche. Se poi tali iniziative incideranno su un auspicabile cambiamento culturale, ovvero su misure che continueranno ad avere efficacia nel tempo, pur senza il contributo pubblico, il risultato sarebbe ottimale ed è l’obiettivo che si intende perseguire” conclude Giorgi. Il documento Le parti firmatarie concordano nel: sensibilizzare le imprese e i lavoratori sull´importanza delle misure che consentono di conciliare meglio l´attività lavorativa con gli impegni personali e familiari e degli interventi formativi successivi a periodi di congedo; nel promuovere la stipulazione di contratti collettivi di secondo livello l´opportunità di prevedere la flessibilità degli orari di lavoro e la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, anche sperimentando nuove forme o modalità di organizzazione del lavoro, e di articolazione elastica dell´orario di lavoro; a costituire un Tavolo tra i soggetti stipulanti il presente accordo al fine di monitorare, con cadenza semestrale, i progetti che verranno avviati, prevedendo anche la possibilità di ampliare la partecipazione alle aziende ed alle rappresentanze sindacali interne ai luoghi di lavoro interessati (Rsu). Il Protocollo d’Intesa avrà la durata di anni due e potrà essere rinnovato a seguito dell’espressa volontà delle parti.