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Notiziario Marketpress di Lunedì 07 Aprile 2014
RIUNIONI A BRUXELLES DEI COMITATI E GRUPPI POLITICI DELLA SETTIMANA DAL 7 AL 13 APRILE 2014  
 
Bruxelles, 7 aprile 2014 - Il rumore negli aeroporti. Trasporti committeeMeps voterà su un accordo informale con i governi nazionali per garantire che le autorità nazionali e regionali, e non la Commissione, come è stato proposto, avere l´ultima parola nel decidere di applicare restrizioni operative per i voli per limitare il rumore negli aeroporti comunitari. Queste misure restrittive dovranno anche essere prese secondo una procedura uniforme per l´intera Ue. (Giovedi). Restituzione dei beni culturali illecitamente esportati. Recuperare beni culturali usciti illecitamente dal territorio di uno Stato membro dell´Ue dopo il 1993 diventerà più facile e meno costoso sotto le nuove regole informalmente concordate con il Consiglio, che sarà votata per la cultura e l´istruzione comitato. La Commissione stima che circa 8.000 delitti contro il patrimonio nazionale sono impegnati e circa 40.000 beni culturali illecitamente vengono rimossi ogni anno nell´Ue. ( Giovedi ). Promotion di beni agricoli. Misure per aumentare le vendite di prodotti agricoli nell´Ue e all´estero sarà messo a votazione conferma da parte della commissione per l´agricoltura seguito di un accordo provvisorio con il Consiglio. Organizzazioni di agricoltori saranno in grado di ottenere maggiori aiuti finanziari per la promozione di prodotti più, mentre l´Ue sarà in grado di agire più rapidamente per ristabilire la fiducia dei consumatori in caso di preoccupazioni ingiustificate circa la sicurezza di un prodotto. (Lunedi ). Relazione annuale della Bce. Affari economici deputati terranno un incontro con Vítor Constâncio, Banca centrale europea, Vice Presidente e discutere le attività della Bce nel 2013. (Lunedi ). Iniziativa dei cittadini sull´uso di embrioni umani. Il divieto di finanziamento della ricerca e altre attività che implicano la distruzione di embrioni umani sarà il tema chiave discusso nel corso di un´audizione organizzata per seguire una iniziativa dei cittadini europei. Un Eci autorizza il pubblico di presentare una petizione europea per la nuova normativa, a condizione che la petizione è sottoscritta da almeno un milione di cittadini di almeno sette paesi europei. (Giovedi) Preparati plenarie. Gruppi politici si prepareranno per il 14-17 aprile sessione plenaria a Strasburgo, l´ultima prima delle elezioni europee maggio. E ´probabile che dispongono di un gran numero di voti legislative, tra l´altro: unione bancaria, compreso il meccanismo unico di risoluzione, conti bancari, gli aiuti del Fondo di solidarietà dell´Unione europea, sicurezza dei prodotti, il distacco dei lavoratori, diritti alla pensione complementare, riducendo plastica borse e le spedizioni di rifiuti. Il presidente agenda. Presidente Schulz incontrerà il Segretario di Stato belga John Crombez il Martedì. Giovedi ´, incontrerà il presidente Miloš Zeman della Repubblica Ceca a Praga, dove il Venerdì incontrerà anche il primo ministro Bohuslav Sobotka, Camera dei Deputati Speaker Jan Hamáček e Presidente del Senato di Milano stech. Pre-sessione di conferenza stampa. L´press Service Ep terrà una conferenza stampa con i portavoce dei gruppi politici del Pe alle 11.00 il Venerdì . (Ep Sala conferenze stampa, Bruxelles).  
   
   
PARLAMENTO EUROPEO: I DEPUTATI TAGLIANO I DAZI DOGANALI PER LE IMPORTAZIONI DALL’UCRAINA  
 
Bruxelles, 7 aprile 2014 - Circa il 98% dei dazi doganali esistenti sulle importazioni dall’Ucraina di ferro, acciaio, prodotti e macchinari agricoli saranno rimossi grazie a una proposta approvata dal Parlamento giovedì. Questa misura unilaterale dovrebbe aiutare l’economia, oggi in difficoltà, dell´Ucraina facendo risparmiare ai suoi esportatori €487 milioni l´anno. "Il Parlamento europeo ha sostenuto il cammino dell’Ucraina verso l´Ue per molti anni. Questa è la nostra prima occasione per dimostrare il nostro sostegno in termini pratici, per aiutare l´Ucraina durante la crisi economica a fronte della diminuzione delle riserve valutarie e all’aumento della pressione dal Cremlino", ha detto il relatore Pawel Zalewski (Ppe, Pl). "Come Putin chiude mercati russi alle esportazioni ucraine, noi li stiamo aprendo", ha aggiunto. Il Parlamento ha approvato la relazione con 531 voti a 88, con 20 astensioni. Quali tariffe saranno eliminate? Questa misura unilaterale, che entrerà in vigore da maggio 2014, rimuoverà il 94,7% delle tariffe doganali Ue esistenti sui beni industriali importati dall´Ucraina e ridurrà quelle residue per altri beni industriali. Saranno rimossi anche oltre l´80% dei dazi Ue su prodotti agricoli. Tuttavia, l´Ue limiterà la quantità di prodotti "sensibili", come i cereali, carne di maiale, manzo, pollame, e prodotti alimentari trasformati, che possono essere importati senza dazi, in modo da non ledere gli interessi dei produttori europei di questi beni. Una misura temporanea e unilaterale - Questo misura commerciale comunitaria non richiede reciprocità all´Ucraina che non avrà l’obbligo di ricambiare rimuovendo i propri dazi doganali sulle importazioni dall´Ue, ma solo di non aumentarli. Le importazioni nell´Ue provenienti da Ucraina dovranno comunque essere conformi alle norme comunitarie in materia di etichettatura di origine e le autorità ucraine dovranno garantire che le merci dei paesi terzi “mascherate” da ucraine non entreranno nell’Ue attraverso l´Ucraina. Il provvedimento autorizza tuttavia l´Unione europea a reintrodurre i dazi sulle importazioni dall´Ucraina nel caso i beni provenienti da questo paese inondassero il mercato interno causando, o minacciando di causare, gravi difficoltà ai produttori europei degli stessi beni. Il trattamento preferenziale si applicherà dalla data in cui sarà approvato fino massimo al 1° novembre 2014, o fino all’entrata in vigore dell´accordo di associazione Ue-ucraina, che include una liberalizzazione degli scambi bilaterali. Prossime tappe - La normativa richiede ancora l´approvazione formale del Consiglio dei ministri dell´Ue. Il capo della politica estera Ue Catherine Ashton ha già annunciato che le preferenze doganali "inizieranno a essere applicate entro poche settimane".  
   
   
MARIO MONTI PRESIDENTE DEL GRUPPO AD ALTO LIVELLO PER STUDIARE IL FINANZIAMENTO DELL´UE IN FUTURO  
 
 Bruxelles, 7 aprile 2014 - Il gruppo ad alto livello sulle risorse proprie si riunirà per la prima volta quest´oggi a Bruxelles sotto la guida di Mario Monti, ex premier italiano e ex Commissario europeo. La creazione del gruppo ad alto livello era stata annunciata il 25 febbraio 2014 a Strasburgo dal Presidente del Parlamento europeo Martin Schulz, dal presidente di turno del Consiglio Antonis Samaras e dal presidente della Commissione europea José Manuel Barroso, che avevano accolto con soddisfazione la nomina di Mario Monti a presidente del gruppo, carica alla quale era stato designato congiuntamente dalle tre istituzioni. Il gruppo interistituzionale, la cui creazione era stata decisa nel corso delle trattative sul quadro finanziario pluriennale (Qfp) 2014-2020, è incaricato di effettuare un riesame generale del sistema delle risorse proprie e presenterà una prima valutazione entro la fine del 2014. I parlamenti nazionali avranno l´opportunità di discutere sugli esiti di questo esame nell´ambito di una Conferenza interparlamentare nel 2016. Sulla base dei risultati, la Commissione valuterà, in parallelo con il riesame e la revisione del Qfp 2014-2020, l´opportunità di proporre riforme dell´attuale sistema delle risorse proprie per il prossimo periodo di programmazione finanziaria (successivo al 2020). Il prof. Monti ha dichiarato: "Sono onorato di presiedere questo gruppo, composto da eminenti personalità di grande competenza e esperienza politica. Con questa iniziativa, il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione hanno dimostrato di comprendere la necessità di un´approfondita revisione dell´attuale sistema di finanziamento del bilancio dell´Ue. Anche se sono già state redatte varie eccellenti relazioni in materia, non sono stati compiuti finora progressi significativi a livello politico. Sono certo che, sulla base di questa iniziativa comune senza precedenti delle tre istituzioni, il nostro gruppo presenterà varie opzioni ben fondate per future decisioni volte a realizzare un sistema più semplice, più trasparente e più equo e soggetto a un maggiore controllo democratico". Composizione del gruppo: Presidente, Prof. Mario Monti, Presidente dell´Università Bocconi, già Presidente del Consiglio dei Ministri e Commissario europeo. Membri: a) designati dal Parlamento europeo: Ivailo Kalfin (S&d), Alain Lamassoure (Ppe), Guy Verhofstadt (Alde). B) designati dal Consiglio: Daniel Dăianu, già deputato del Parlamento europeo e ministro delle Finanze in Romania. Prof. Clemens Fuest, Presidente del Centro di ricerca economica europea Zew in Germania. Ingrida Šimonytė, già ministro delle Finanze in Lituania. C) designati dalla Commissione: Janusz Lewandowski, Commissario europeo per la Programmazione finanziaria e il bilancio. Maroš Šefčovič, Vicepresidente e Commissario europeo per le Relazioni interistituzionali e l´amministrazione. Algirdas Šemeta, Commissario europeo per Fiscalità, dogane, statistiche, audit interno e lotta antifrode.  
   
   
PARLAMENTO EUROPEO: RIFORMA DEI SERVIZI AUDIT DELL´UE PER RIPRISTINARE FIDUCIA NEGLI INVESTITORI  
 
Bruxelles, 7 aprile 2014 - Il Parlamento, giovedì, ha approvato un accordo con il Consiglio su legislazione per aprire il mercato dei servizi audit dell´Ue a nuove imprese, oltre alle "4 big" che lo dominano attualmente, e rimediare alle debolezze rivelate dalla crisi finanziaria. Il progetto mira anche a migliorare la qualità e la trasparenza dell´audit e prevenire i conflitti d´interesse. Il relazione di Sajjad Karim (Ecr, Uk) sul “pacchetto di riforme dell´audit” comprende un regolamento, approvato con 332 voti a favore a 253, e 26 astensioni, e una direttiva, approvata con 339 voti a favore a 256, e 27 astensioni. Migliore qualità dell´audit - Nella legislazione, i deputati richiedono ai revisori contabili dell´Ue di pubblicare relazioni di audit secondo le norme internazionali. Gli enti d´interesse pubblico, come banche, assicurazioni e società quotate, dovranno fornire agli azionisti e agli investitori informazione dettagliata di ciò che il revisore dei conti ha fatto e una garanzia globale sul suo operato. Apertura del mercato dell´audit per migliorare concorrenza e trasparenza - Nel testo approvato sono vietate le clausole contrattuali che impongono che l´audit debba essere fatto da un’impresa specifica, col fine di aprire il mercato a nuove aziende e migliorare la trasparenza. Ai Pies sarà chiesto di emettere un bando di gara per scegliere il nuovo revisore. Per garantire che le relazioni tra il revisore e la società revisionata non diventino troppo “intime”, i deputati hanno approvato una norma di "rotazione obbligatoria" per cui un revisore può ispezionare i libri contabili di una società per massimo 10 anni, i quali possono essere aumentati di 10 ulteriori anni se sono emessi altri bandi di gara nel frattempo, e fino a 14 anni in caso di audit congiunti, cioè quando l´azienda è controllata da più di una società di audit. La Commissione aveva proposto la rotazione obbligatoria dopo 6 anni, ma la maggioranza ha giudicato che questo sarebbe stato un intervento costoso e non gradito nel mercato dell´audit. Indipendenza dei servizi non-audit - Per prevenire i conflitti d´interesse e i rischi per l´indipendenza, le società europee di audit saranno tenute a rispettare le regole di monitoraggio in vigore a livello internazionale. Alle società europee di audit sarà, inoltre, vietato di fornire una serie di servizi diversi dall´audit dei loro clienti, compresi servizi di consulenza fiscale che interessano direttamente rendiconti finanziari o servizi relativi la strategia d´investimento del cliente. Prossime tappe - L´accordo dovrà anche essere approvato dal Consiglio del Ministri. La maggior parte delle sue disposizioni dovrà entrare in vigore entro 2 anni dall´entrata in vigore del pacchetto.  
   
   
UE, LOTTA CONTRO I CARTELLI: UNA PRIORITÀ PER IL PRESENTE E PER IL FUTURO  
 
Bruxelles, 7 aprile 2014 – Di seguito l’intervento del 3 aprile di Joaquín Almunia Vice Presidente della Commissione europea responsabile della politica della concorrenza: “ Signore e Signori, Vorrei ringraziare Frank Montag per avermi invitato alla conferenza di nuovo. Quando ci siamo incontrati l´anno scorso, abbiamo parlato di insediamenti di cartello ed i relativi meriti di decisioni di divieto e di impegno in antitrust. Oggi, vorrei prendere la conversazione dove avevamo lasciato - per così dire - e condividere le mie opinioni sulla nostra lotta contro i cartelli, che è stata una priorità costante per me da quando ho assunto il mio incarico. In tutta onestà, cartelli di combattimento è stato un compito fondamentale per l´autorità di concorrenza dell´Unione europea negli ultimi 15 anni almeno; poiché Karel van Miert, che, come commissario per la Concorrenza, ha istituito la prima squadra di esecutori interamente dedicato alla cartelli, il primo programma di trattamento favorevole, ei primi orientamenti sulle ammende. Grazie alla sua visione e la dedizione continua della Dg Concorrenza, oggi abbiamo un potente e flessibile gamma di strumenti per rilevare e sanzionare le aziende che prendono la sconsiderata decisione di istituire un cartello. La Commissione è ampiamente riconosciuto come uno dei migliori busters cartello. Ma non ci riposeremo sugli allori. Negli ultimi cinque anni, il nostro lavoro ha tenuto il passo con la giurisprudenza della Corte e con l´evoluzione di queste pratiche commerciali illegali. In primo luogo, la nostra pratica mostra un crescente numero di cartelli internazionali. Esempi recenti includono i casi di Libor e Euribor manipolazione, i casi di auto-parti, e la decisione cavi di alimentazione di ieri. In secondo luogo, anche se gli economisti spesso sostengono che le industrie in espansione non sono adatte per i cartelli, le nostre molte decisioni nel settore dell´informazione-tecnologia dimostrano che sono. Abbiamo anche visto un effetto domino in questa zona, dove siamo intervenuti nel mercato delle Dram nel 2010, e poi in quelli per gli Lcd, tubi televisivi e monitor di computer, e vetro Crt. Abbiamo anche inviato comunicazione degli addebiti a presunti partecipanti chip smart card e dischi ottici spinge cartelli. Sembra che, quando una tecnologia si espande, le aziende sono tentati di colludere per fissare i prezzi più in alto possibile - come è avvenuto per gli Lcd - e per sostenere in su quando viene gradualmente eliminato, come nei Cathode Ray Tubes casi. Nel corso della mia presentazione mi identificare più di tali tendenze e dirvi come rispondiamo a loro. Ma prima, permettetemi di darvi alcuni dati sul nostro lavoro di esecuzione. Nella attuale mandato, la Commissione europea ha adottato 25 decisioni dell´intesa - tra cui i due abbiamo preso ieri - che coinvolge 167 gruppi e 389 entità. Tali decisioni hanno produced multe per un totale di € 8600000000, un importo che confido sia deterrente e appropriato per le infrazioni abbiamo perseguito. Come sapete, dal 2010 le aziende hanno la possibilità di risolvere casi di cartelli con la Commissione. 13 decisioni di insediamento sono state prese fino ad oggi, con multe per un totale di circa 4 miliardi di €. Quindi, la previsione che ho fatto parlare con voi l´anno scorso che, nel tempo, circa la metà dei casi si tradurrebbe in insediamenti sta guadagnando forza. Le nostre autorità sorella della Rete europea della concorrenza sono stati molto attivi anche. Tra il 2008 e il 2013, hanno riportato circa 145 decisioni di cartello e un caso su tre negli ultimi dieci anni è stato un caso di cartello. Per completare questa breve recensione della nostra azione, vorrei solo citare la proposta tanto atteso di direttiva sul private enforcement. Questa proposta, che sta per diventare legge quando sia il Parlamento e il Consiglio confermano gli accordi politici recenti, raggiunge alle vittime di violazioni delle norme antitrust in modo che possano ottenere il risarcimento del danno subito. Esso comprende anche norme per preservare l´efficacia dell´esecuzione pubblica da parte della Commissione e le autorità nazionali. Più tardi, io vi darò maggiori dettagli su questa importante iniziativa politica così come sugli insediamenti. Signore e Signori: Rilevare i cartelli non è facile, perché sono segreti per definizione e perché in tutte le forme e dimensioni. Ma siamo imperterriti e non lasceremo nulla di intentato. Il nostro portafoglio di casi comprende diversi tipi di infrazione - di ripartizione del mercato, per la fissazione dei prezzi e turbativa d´asta. Esso comprende anche i casi che vanno da cartelli globali per cartelli e reti di regimi regionali che coprono un certo numero di Stati membri europei. Tuttavia, alcune tendenze emergono in mezzo a questa diversità. Uno è il netto aumento l´importanza del rispetto antitrust, che ora i tassi regolarmente come una delle principali preoccupazioni dei consigli generali. Mi piace prendere questo come un segno che la nostra azione sta avendo un impatto. Questa è la buona notizia. La cattiva notizia è che molti cartelli hanno un sempre più complesso set-up, spesso utilizzando le reti artificiose di accordi bilaterali e linee di comunicazione. Questo è probabilmente perché la pressione di esecuzione mondiale sta spingendo partecipanti al cartello di trovare modi nuovi e più subdoli per coprire i loro imbrogli. In diversi casi recenti, abbiamo visto partecipanti al cartello deliberatamente cambiano i loro metodi di lavoro per cercare di evitare il rilevamento, quando i cartelli sono stati scoperti in altri settori. Alcuni partecipanti al cartello hanno anche preso un time-out quando hanno odore di pericolo, solo per riapparire in maniera meno strutturata, senza segreteria e un minor numero di contatti multilaterali. Altre volte, le istruzioni sono state date a inviare rappresentanti di basso livello alle riunioni. La gente era anche detto di usare solo gli account di posta elettronica web-based e telefoni cellulari speciali e schede Sim. Infine, abbiamo visto nomi in codice utilizzati per riunioni, i membri ed i prodotti. Si può ricordare gli spedizionieri parlando del prezzo dell ´asparago´ e ´baby zucchine´ - un dettaglio curioso rivelato nella nostra decisione di due anni fa. Chiaramente, partecipanti al cartello hanno fatto molta strada da quando Adam Smith ha osservato che quando i commercianti incontrano il loro "conversazione finisce in una cospirazione contro il pubblico". Ma noi non siamo stati seduti sulle nostre mani sia. Programmi di clemenza hanno prodotto un flusso costante di buone applicazioni; in media di quattro al mese, comprese le richieste di immunità. La cifra sarà probabilmente salire quando la direttiva privato-enforcement ha effetto a causa dei limiti che essa pone sulla responsabilità congiunta. In secondo luogo, abbiamo sviluppato gli strumenti forensi giusti per l´ambiente di business digitale. Prove digitali è facile da immagazzinare e spirito lontano. Ma i nostri sistemi possono verificare i dati in modo efficiente e mirato e ripristinare le informazioni eliminate. Migliaia di documenti eliminati sono stati recuperati durante le ispezioni nel caso cavi di alimentazione che alla fine si è rivelata cruciale nella decisione di ieri. Vorrei aggiungere qui che le nostre ricerche vengono effettuate nel pieno rispetto dei diritti fondamentali delle parti. Un´altra strategia che adottiamo per la lotta contro i cartelli globali di oggi è la cooperazione internazionale. Ogni autorità garante della concorrenza sa che ha bisogno di lavorare con molti altri a scoprire la migliore prova. Coordinare i tempi della ricerca è diventata una pratica standard. Solo la scorsa settimana di aver letto delle ispezioni presso i locali di produttori di sistemi di scarico. Vorrei citare qui il lavoro svolto nella Rete internazionale della concorrenza. Grazie a questo forum - che ora include 128 agenzie da 114 giurisdizioni - siamo in grado di sviluppare standard e strumenti comuni; imparare gli uni dagli altri; e costruire un ambiente globale di fiducia tra esecutori di concorrenza. Il potere di programmi di clemenza per far cadere un cartello dal di dentro; l´uso di strumenti forensi avanzate; e l´esecuzione globale sarebbe convincere qualsiasi azienda di stare lontano da collusione. Ma per alcuni che potrebbe non essere sufficiente. Quindi, vorrei passare ad ammende - la forma più visibile di deterrenza. Ho già detto che l´attuale Commissione ha inflitto ammende per un totale di € 8600000000 contro le aziende che si erano formate cartelli. Questi includono 1470000000 € per due cartelli nel mercato dei tubi televisivi e monitor del computer che durava da quasi un decennio, 1710000000 € nelle nostre decisioni finanziarie dello scorso dicembre sulla derivati ​​su tassi d´interesse, e quasi € 1 miliardo recente automobilistico cuscinetti a sfera insediamento. Invito i manager ei consigli di considerare attentamente queste cifre - e il costo di una reputazione macchiata - e metterli contro i guadagni che sperano di fare per infrangere la legge. Queste multe sono impostate seguendo le nostre linee guida in materia di ammende del 2006. Il design racconta aziende un messaggio di tre punti semplici. Non fatevi coinvolgere in un cartello. Se avete fatto, uscirne il più velocemente possibile. E quando sei fuori, non farlo di nuovo. Durante gli ultimi anni, la Corte ha confermato tutte le caratteristiche principali delle linee guida; anche sui principi ei diritti fondamentali, la gravità, la durata, quota d´iscrizione, e coefficiente moltiplicatore di dissuasione. Inoltre, durante l´allenamento un elevato livello di controllo sui fatti e le questioni di diritto, la Corte non esita a esercitare la sua illimitata-fine impostazione giurisdizione. Nella sentenza E.on / Gaz de France del 2012, la Corte ha ridotto la durata del cartello, ma impostato multe che erano molto più alti rispetto ai nostri orientamenti avrebbe previsto tale durata. Negli accessori del bagno verdetti dello scorso anno, ma ha anche ridotto il campo di applicazione dell´intesa per un partito senza ridurre la sua fine. Vorrei aggiungere una parola qui in multe e sanzioni penali. Riesco a vedere il punto di coloro che sostengono che pene detentive o altre sanzioni per gli individui hanno un forte effetto deterrente. Ma questo non implica che le ammende inflitte a una società attraverso un sistema amministrativo sono morbidi accanto a loro. Multe Corporate incoraggiare le aziende a impostare programmi di conformità e il loro bisogno è incontrastata, anche in giurisdizioni in cui esistono sanzioni penali. La dissuasione non è solo ammende che corrispondono dell´infrazione e tutte le sue circostanze. Si tratta anche di individuare le aziende che meritano di pagare loro. La nostra politica è di includere le società che, direttamente partecipato al cartello e quelli che li controllano - le cosiddette società madri. La ragione è duplice. In primo luogo, volenti o nolenti, è il genitore che intasca i guadagni del cartello. In secondo luogo, questa politica rende impossibile per le aziende di manipolare la struttura aziendale di scendere franca. Quando può una società essere considerato il padre di un partecipante all´intesa? Chiaramente, quando si ha il pieno controllo. Ma ci sono altri casi, anche. Ancora una volta, il caso cavi di alimentazione mi aiuterà a spiegare questo punto. Nella decisione di ieri, la Commissione ha inflitto un´ammenda a Goldman Sachs come il genitore di Prysmian - uno dei partecipanti al cartello. I fatti della causa hanno rivelato che la banca d´investimento ha esercitato un´influenza determinante sulla politica commerciale di Prysmian durante un certo periodo. La sua influenza era a tutti gli effetti come quello dei proprietari industriali tradizionali, che vengono regolarmente ritenuti responsabili nei casi di cartello. Signore e Signori, Ho detto all´inizio che avrei dare maggiori dettagli su insediamenti e la direttiva sul private enforcement. Lasciami fare questo ora prima che io traggo la mia presentazione al termine. Decisione abrasivi in ​​acciaio di ieri è stato il 13 ° insediamento in quanto la procedura è stata introdotta nel 2010. Dopo quasi quattro anni di applicazione, questo si è sviluppato in una ben consolidata, il sistema caso di risoluzione che è attraente per la comunità imprenditoriale e ci permette di utilizzare le nostre risorse in modo più efficiente. Gli stabilimenti offrono finalità più veloce, una riduzione del 10% dell´importo delle ammende, e le decisioni più brevi. Perché una delle società coinvolte nella decisione abrasivi in ​​acciaio deciso di non accontentarsi, questo era anche il quarto caso ibrido. Anche se mi aspetto casi misti di rimanere l´eccezione, ci permettono di utilizzare la procedura di liquidazione, senza essere ostaggio le strategie delle aziende che preferiscono non accontentarsi. Permettetemi di fare un paio di cose chiare a questo punto. Gli stabilimenti non devono essere intesi come un mezzo per tagliare un´indagine breve o di contrattare per multe inferiori. Niente affatto. Società di assestamento deve venire pulito e pagare per i loro errori. Inoltre, si fa presente che non sono disposti ad accettare a tutti i costi. Se non c´è un vero interesse ad andare avanti velocemente e in uno spirito di collaborazione, si possa interrompere discussioni di transazione in qualsiasi momento - come abbiamo fatto nel caso astuto circuiti integrati della carta. Il caso è iniziato con la prospettiva di un accordo, ma poi la discussione vacillato. Quindi, siamo passati alla procedura normale e nell´aprile dello scorso anno, abbiamo inviato una comunicazione degli addebiti. Quella fu la prima e - finora - unica volta che abbiamo dovuto sospendere discussioni di transazione. Un´altra novità è stata la decisione presa il mese scorso da Société Générale di esercitare il suo diritto di impugnare una decisione di composizione in tribunale. La banca francese chiede alla Corte di esaminare il metodo che abbiamo usato per calcolare l´ammenda di circa 446.000.000 € ha ricevuto per aver partecipato al cartello Euribor, pur accettando la sua responsabilità e concordare una serie bene durante i negoziati di pace. Data la procedura completa e trasparente seguiamo in tutti i casi, non vedo l´ora all´analisi della Corte del ricorso. Come ho detto prima, la Corte ha piena competenza in materia di ammende - sia per ridurre o aumentare la loro. Per quanto riguarda la direttiva private enforcement, lasciatemi dire che questo è anche un primo. E ´la prima iniziativa nel dominio concorso mai discusso dal Parlamento e dal Consiglio nell´ambito della procedura legislativa ordinaria. Questo è stato uno straordinario esempio di cooperazione tra le istituzioni, perché hanno raggiunto un accordo politico alla fine del mese scorso solo nove mesi dopo la proposta è stata depositata. Si prevede Tale accordo deve essere formalmente approvata dal Parlamento a metà aprile e, successivamente, dal Consiglio. Gli Stati membri avranno due anni per recepire la direttiva, ma questo importante pezzo di legislazione è già inviando un chiaro messaggio alle vittime di violazioni delle norme antitrust in Europa. Si dice che sarà potenziare queste vittime per ottenere il risarcimento del danno subito a causa di violazioni delle norme antitrust. La direttiva va al centro degli ostacoli procedurali che devono affrontare oggi e stabilisce uno standard minimo al quale i consumatori e le imprese possono contare su ovunque si trovino nell´Ue. Questa iniziativa è stata anche l´occasione per ottimizzare l´interazione tra le azioni di risarcimento danni intentate dalle vittime e l´esecuzione pubblica effettuata dalla Commissione e autorità garanti della concorrenza. Ad esempio, le nuove regole preservare programmi di clemenza. Mentre faranno più prove a disposizione delle vittime, ma anche rendere chiaro che i documenti cruciali per l´esecuzione pubblica volontaria presentata dalle parti non possono mai essere comunicati - vale a dire, di trattamento favorevole dichiarazioni delle imprese e proposte di transazione. Inoltre, saranno autorizzati vittime di attendere la Commissione o le autorità nazionali a prendere una decisione definitiva prima di agire in giudizio, e usarlo per chiedere l´indennizzo cui hanno diritto. Le nuove regole possono subordinare l´esecuzione dell´intesa nella Ue più efficiente. Ad esempio, le aziende che ottengono l´immunità dalle ammende in linea di principio non dovranno risarcire i clienti degli altri trasgressori. Signore e Signori: In chiusura, vorrei sottolineare un paio di punti che ho fatto in precedenza. La lotta contro i cartelli è e rimarrà una priorità per la Commissione europea e le autorità nazionali garanti della concorrenza dell´Ue. Le probabilità che un´intesa sia scoperta e sanzionata possono solo salire. Dirigenti, consigli, e tutti in grado di impostare sia un cartello o piedi da esso dovrebbero bilanciare attentamente i fatti. Da un lato, ci sono i benefici attesi di un cartello. Non dimentichiamo che stiamo parlando di una pratica immorale e socialmente irresponsabile che danneggia i consumatori, riduce gli incentivi ad innovare, e mette un freno per l´economia. D´altra parte, c´è il rischio di pagare una pesante multa, danni alle vere vittime, e altri costi indiretti. Quest´ultimo può comprendere perdente imprese e la fiducia dei consumatori e partner commerciali. Vorrei che il giorno verrà presto quando i potenziali partecipanti al cartello capire che le probabilità sono accatastati contro di loro e che la creazione di un cartello non è solo illegale, ma anche una decisione di business terribile. Grazie.”  
   
   
INTEGRAZIONE DEI ROM: I PRIMI RISULTATI DEL QUADRO UE  
 
Bruxelles, 7 aprile 2014  - Grazie all’azione concertata dalla Commissione europea, l’integrazione dei Rom è ormai un punto fermo dell’agenda politica in tutta Europa. Secondo una nuova relazione presentata il 4 aprile sui progressi compiuti dagli Stati membri nell’ambito del Quadro dell’Ue per le strategie nazionali di integrazione dei Rom, lentamente si iniziano a vedere i primi segni di miglioramento nella vita delle comunità. Il Quadro dell’Ue che i leader europei hanno sottoscritto nel 2011 (Ip/11/789) ha instaurato per la prima volta un solido processo di coordinamento dell’azione a favore dell’integrazione dei Rom. Due anni dopo i ministri degli Stati membri hanno adottato all’unanimità il primo strumento giuridico a livello dell’Ue sull’inclusione dei Rom e si sono impegnati ad attuare una serie di raccomandazioni della Commissione al fine di ridurre le diseguaglianze sociali tra i Rom e il resto della popolazione in quattro settori: l’istruzione, l’occupazione, la sanità e l’alloggio (Ip/13/1226). La relazione presentata oggi dalla Commissione valuta i progressi realizzati dal 2011 nell’ambito del Quadro dell’Ue, individuando a livello nazionale sia esempi positivi che punti su cui sono necessari maggiori sforzi. Permangono ancora delle sfide da affrontare, ma i miglioramenti sono visibili: un numero maggiore di bambini Rom frequenta la scuola materna, sono sempre più numerosi i programmi di accompagnamento che aiutano i Rom a trovare lavoro e i programmi di mediazione per colmare il divario tra i Rom e le altre comunità in materia di alloggio e di accesso ai servizi sanitari. Grazie alla nuova normativa europea sull’uso dei fondi dell’Ue, gli Stati membri sono tenuti a destinare il 20% della dotazione del Fondo sociale europeo all’inclusione sociale nel periodo 2014-20. “Soltanto quattro anni fa il tema dell’integrazione dei Rom non rientrava tra i programmi della maggior parte degli Stati membri. Oggi, grazie a un’azione concertata, assistiamo a un cambiamento” ha dichiarato Viviane Reding, Vicepresidente e Commissaria per la Giustizia. “Il Quadro dell’Ue per le strategie nazionali di integrazione dei Rom è un traguardo epocale che comprova l’impegno al più alto livello dei governi nazionali nell’opera di miglioramento dell’integrazione dei Rom. Naturalmente, non possiamo cancellare secoli di esclusione e di discriminazione in un giorno, ma rendere l’integrazione dei Rom un punto fermo dell’agenda politica europea porta i suoi frutti. In tre anni, per esempio, è cresciuto il numero di bambini Rom che frequentano la scuola materna. Come passo successivo, penso a norme più mirate e a uno strumento di finanziamento specificamente destinato ai Rom per garantire che i fondi arrivino dove sono necessari”. “Per produrre differenze concrete nella vita delle comunità Rom emarginate in Europa dobbiamo garantire che finanziamenti adeguati siano utilizzati in modo efficace a sostegno delle strategie nazionali di integrazione. Gli Stati membri dovrebbero anche tener conto dell’integrazione dei Rom nell’elaborazione di politiche in materia di istruzione, occupazione, sanità e alloggio”, ha dichiarato László Andor, Commissario Ue per l’Occupazione, gli affari sociali e l’inclusione. “È tempo che gli Stati membri considerino l’inclusione dei Rom una priorità nell’uso dei fondi che accorderà loro l’Ue nei sette anni del prossimo periodo finanziario”. Sebbene le comunità Rom continuino a vivere in condizioni di povertà, esclusione sociale e discriminazione, la relazione odierna illustra i progressi compiuti e i risultati conseguiti nei 28 Stati membri. Istruzione Al fine di garantire che tutti i bambini Rom completino almeno il ciclo di istruzione primaria sono stati compiuti progressi rilevanti, con un aumento della frequenza della scuola materna dal 2% al 60% in Finlandia; in Ungheria è stata varata una nuova legge che rende obbligatoria per tutti i bambini la frequenza di due anni di scuola materna; anche in Bulgaria la frequenza della scuola materna è obbligatoria per almeno due anni; in Irlanda sono stati istituiti “insegnanti itineranti” che si spostano seguendo le comunità Traveller. Saranno comunque necessari maggiori sforzi per affrontare il problema della segregazione nelle scuole ordinarie in diversi paesi dell’Ue. Occupazione Negli ultimi quattro anni ci sono stati alcuni tentativi di migliorare le possibilità di occupazione dei Rom, ma quasi mai associati a misure sistematiche di lotta contro la discriminazione e di incentivazione rivolte ai datori di lavoro. Si registrano iniziative promettenti in Austria, con la formazione di operatori per assistere i Rom che cercano lavoro, in Finlandia, dove i mediatori per l’occupazione dei Rom sono stati finanziati con fondi dell’Ue e in Spagna, con un programma relativo ai consulenti del lavoro. Alloggio Gli Stati membri hanno compiuto passi avanti nel promuovere l’inclusione dei Rom in quanto processo di avvicinamento reciproco tra le comunità Rom e le altre comunità, ma per ottenere risultati concreti è necessario sviluppare in tutta Europa progetti su piccola scala. Tra le buone pratiche, l’istituzione di 38 mediatori per l’alloggio in Belgio e una task force locale a Berlino, in Germania, per favorire l’integrazione dei Rom nella comunità e l’accoglienza da parte del vicinato. Sanità Molti paesi si sono concentrati sul miglioramento dell’accesso ai servizi sanitari per le fasce più vulnerabili della popolazione Rom: in particolare, in Francia il governo si è impegnato a ridurre gli ostacoli di natura finanziaria alle cure sanitarie, mentre in Romania e in Spagna i governi hanno investito nell’istituzione di mediatori sanitari per le comunità Rom. Garantire l’assistenza sanitaria di base è ancora un problema in alcuni Stati membri. Discriminazione L’azione della Commissione ha garantito che in tutti gli Stati membri fosse istituito un quadro giuridico solido di contrasto alla discriminazione, ma i governi nazionali devono intensificare i loro sforzi per applicare e far rispettare concretamente la normativa (Ip/14/27). A tal fine hanno un ruolo cruciale gli enti nazionali per le pari opportunità. La Slovacchia ha introdotto misure provvisorie a favore dei Rom. Finanziamento L’assegnazione di finanziamenti sufficienti per l’integrazione dei Rom rimane una sfida. Rispetto all’attuale media del 15%, ora per la prima volta è obbligatorio destinare all’inclusione sociale il 20% delle dotazioni che il Fondo sociale europeo mette a disposizione degli Stati membri per la realizzazione dei loro programmi. Per il periodo finanziario successivo al 2020, la Commissione prenderà in esame le modalità per migliorare ulteriormente il sostegno finanziario a favore dell’inclusione dei Rom e renderlo più efficace, ad esempio attraverso uno strumento di finanziamento specifico. Maggiori dettagli specifici per paese sono disponibili nelle schede nazionali. Il vertice Ue sui Rom La valutazione è il frutto dell’incontro tra i politici locali, nazionali e dell’Ue, da una parte, e i rappresentanti della società civile dall’altra, per discutere dei progressi compiuti in materia di integrazione dei Rom in occasione del terzo vertice europeo sui Rom. L’obiettivo è passare in rassegna le modalità di applicazione delle strategie nazionali di integrazione dei Rom presentate annualmente dagli Stati membri in virtù del Quadro dell’Ue e valutare se esse stiano migliorando la vita delle comunità Rom. Circa 500 rappresentanti delle istituzioni dell’Ue, dei governi e dei parlamenti nazionali, delle organizzazioni internazionali, della società civile (in particolare le organizzazioni Rom) e delle autorità locali e regionali esprimeranno il proprio punto di vista su ciò che è stato realizzato finora e sui modi per migliorare ulteriormente l’integrazione dei Rom in futuro. Maggiori informazioni sul programma, gli argomenti e i partecipanti al vertice sui Rom sono disponibili a partire da questo link: Ip/14/317. Contesto L’integrazione dei Rom non è soltanto un problema di inclusione sociale, ma ha anche un impatto economico positivo, in particolare negli Stati membri con una vasta minoranza di Rom. In molti paesi i Rom rappresentano una quota significativa e crescente della popolazione in età scolare e della futura forza lavoro. Per consentire a queste popolazioni di mettere a frutto il loro capitale umano e di partecipare attivamente all’economia e alla società su un piede di parità, è fondamentale predisporre politiche di attivazione del lavoro e servizi personalizzati e accessibili di sostegno per i Rom in cerca di lavoro. L’inclusione sociale e l’integrazione delle comunità Rom sono una responsabilità comune degli Stati membri e dell’Unione europea. La Commissione, che segue i progressi compiuti dagli Stati membri attraverso il Quadro dell’Ue per le strategie nazionali di integrazione dei Rom (Ip/11/400, Memo/11/216), riunisce regolarmente una rete di coordinatori provenienti da tutti i 28 paesi dell’Ue, responsabili di sorvegliare le strategie nazionali di integrazione dei Rom, allo scopo di discutere i progressi e le sfide future (Memo/14/107). Nella relazione del 2013 la Commissione europea invitava gli Stati membri dell’Ue ad attuare le loro strategie nazionali per progredire nell’integrazione socioeconomica dei Rom in Europa (Ip/13/607). I risultati sono utilizzati anche nell’ambito del semestre europeo per il coordinamento annuale delle politiche socioeconomiche, traducendosi in raccomandazioni specifiche per paese relative alla questione dei Rom. Questo ciclo annuale contribuisce a garantire che l’integrazione dei Rom rimanga costantemente e saldamente nell’agenda europea e che le politiche di interesse generale non siano in contrasto con gli obiettivi di inclusione dei Rom. Nel 2013 cinque Stati membri hanno ricevuto raccomandazioni specifiche per paese sull’attuazione delle strategie nazionali di integrazione dei Rom e sull’integrazione di misure specifiche per i Rom (Bulgaria, Repubblica ceca, Ungheria, Romania, Slovacchia). Gli Stati membri possono utilizzare i fondi dell’Ue per finanziare progetti volti, tra l’altro, a migliorare l’integrazione dei Rom in settori quali l’istruzione, l’occupazione, l’alloggio e la sanità. Complessivamente, dal 2007 al 2013 sono stati messi a disposizione circa 26,5 miliardi di euro per progetti di inclusione sociale. Per il nuovo periodo finanziario 2014-2020, tramite il Fondo sociale europeo, saranno destinati agli investimenti in capitale umano, occupazione e inclusione sociale almeno 80 miliardi di euro. Da quest’anno almeno il 20% della dotazione assegnata dal Fondo sociale europeo (circa 16 miliardi di euro) deve essere destinato all’inclusione sociale. L’obiettivo è garantire per l’integrazione dei Rom risorse finanziarie adeguate, della cui gestione sono responsabili gli Stati membri. La Commissione contribuisce offrendo agli Stati membri orientamenti su come strutturare i programmi operativi di spesa dei fondi dell’Ue e i progetti di integrazione dei Rom al fine di assicurare un approccio inclusivo e di rispondere in modo più efficace alle esigenze delle comunità (Memo/14/249).  
   
   
IL PARLAMENTO EUROPEO SOSTIENE LE PROPOSTE DELLA COMMISSIONE SULLE NUOVE REGOLE PER MIGLIORARE LA QUALITÀ DELLA REVISIONE LEGALE DEI CONTI  
 
 Bruxelles, 7 aprile 2014 - Il Parlamento europeo ha adottato il 3 aprile in sessione plenaria alla direttiva modificata sulla revisione legale e il regolamento sui requisiti specifici relativi alla revisione legale dei conti di enti di interesse pubblico. Le nuove regole saranno notevolmente migliorare la qualità della revisione contabile nell´Unione europea e farà in modo che i revisori siano fattori chiave per la stabilità economica e finanziaria. Mercato interno ei servizi Michel Barnier ha dichiarato il commissario: " La crisi finanziaria e le relazioni più recenti ispezioni di vigilanza nazionali hanno evidenziato gravi carenze nel settore della revisione contabile europea. Per far fronte a queste carenze, abbiamo fatto proposte ambiziose nel novembre 2011 per chiarire il ruolo dei sindaci, per rafforzare la loro indipendenza, e per migliorare la vigilanza. Anche se alcune delle misure adottate non sono ambizioso come nelle proposte della Commissione, sono molto soddisfatto del risultato. Lo spirito della riforma è intatto, e avrà un impatto importante per la vasta comunità di attori che si basano sulla qualità della revisione legale dei conti. Misure Landmark includono il rafforzamento dell´indipendenza dei sindaci, rendendo la relazione di revisione più informativo, e migliorando la supervisione di audit in tutta l´Unione. Inoltre, requisiti più rigorosi si applicano alla revisione legale dei conti di enti di interesse pubblico, come le società quotate, gli enti creditizi e le imprese di assicurazione. Queste nuove misure ridurranno i rischi di eccessiva familiarità tra i sindaci ei loro clienti, incoraggiare il pensiero fresco, e limitare i conflitti di interesse. Vorrei rendere omaggio ai relatori, Sajjad Karim e Kay Swinburne, ei relatori ombra, per il loro impegno a questo importante risultato. Sono certo che il Consiglio adotterà formalmente la legislazione nelle prossime settimane. Con questo voto, abbiamo compiuto un altro passo importante verso la fiducia degli investitori che ripristina in informazioni finanziarie, un ingrediente essenziale per gli investimenti e la crescita economica in Europa. " Prossimi passi: Dopo il voto di oggi in Aula, il pacchetto di controllo deve essere formalmente adottato dal Consiglio. La pubblicazione delle nuove norme nella Gazzetta ufficiale dell´Unione europea è prevista per il secondo trimestre del 2014. Nuovo quadro giuridico per la revisione legale dei conti - misure chiave includono: I. Un chiarito il ruolo sociale per i sindaci 1. Aumento della qualità della revisione: Al fine di ridurre il ´gap aspettative´ tra ciò che ci si aspetta da Sindaci e ciò che essi sono tenuti a fornire, le nuove regole richiedono che le relazioni di audit siano più dettagliato e informativo, e comprendono dati significativi per gli investitori. 2. Aumento della trasparenza: saranno introdotti requisiti di trasparenza rigorosi per i sindaci degli obblighi di comunicazione più forti nei confronti dei supervisori. 3. Meglio di responsabilità: Il lavoro dei revisori sarà strettamente controllato da comitati di controllo rafforzato all´interno di organismi controllati. Inoltre, le nuove norme introducono la possibilità per il 5% degli azionisti di una società per avviare azioni di licenziare i revisori. È previsto anche un set migliore di sanzioni amministrative che possono essere applicati dalle autorità competenti. Ii. Un forte regime di indipendenza 1. La rotazione obbligatoria delle società di revisione di enti di interesse pubblico (Pie): enti di interesse pubblico sarà tenuto a cambiare i loro sindaci dopo un periodo massimo impegno di 10 anni. Gli Stati membri possono scegliere di estendere il periodo di 10 anni fino a 10 anni supplementari se le offerte sono svolte, e fino a 14 anni supplementari in caso di audit comune, vale a dire se la società revisionata nomina più di una società di revisione di svolgere la sua revisione. Periodi transitori calibrati tenendo conto della durata dell´incarico di revisione sono inoltre previste per evitare un effetto scogliera, una volta applicate le nuove norme. 2. Divieto di taluni servizi diversi dalla revisione Pies controllati: imprese di revisione contabile sarà vietato di fornire taluni servizi diversi dalla revisione per le torte che di controllo, tra cui consulenza e servizi legati alla strategia finanziaria e di investimento del cliente verifica fiscale. L´obiettivo è quello di limitare il rischio di conflitti di interesse, quando i sindaci sono coinvolti nella realizzazione delle decisioni che incidono sulla gestione delle torte sottoposte ad audit. Questo sarà anche limitare sensibilmente la probabilità che i sindaci «auto-riesame» le loro raccomandazioni per le torte che di controllo. 3. Cap sulla fornitura di servizi diversi dalla revisione a Eip: Per migliorare l´indipendenza dei sindaci, le nuove regole stabilirà un tetto alle commissioni generate per i servizi diversi dalla revisione a Pie. Iii. Un mercato più dinamico e una migliore supervisione di audit Ue 1. Un mercato unico per revisione legale dei conti: Le nuove regole fornirà una parità di condizioni per i sindaci a livello europeo grazie a una maggiore mobilità transfrontaliera e l´empowerment della Commissione di adottare principi di revisione internazionali (Isa) a livello Ue. 2. Più scelta : Al fine di promuovere la diversificazione del mercato, le nuove regole proibiscono ´solo Big Four´ clausole restrittive. Incentivi per la revisione congiunta e di gara, nonché il divieto di taluni servizi diversi dalla revisione a Eip controllate sono tra alcune delle misure che contribuiranno a fornire nuove opportunità di mercato. Strumenti per monitorare la concentrazione del mercato della revisione contabile sono rinforzati. 3. Vigilanza rafforzata nel settore della revisione contabile : cooperazione tra organismi nazionali di controllo di revisione sarà rafforzata a livello Ue attraverso l´istituzione del Comitato di organismi europei Oversight Audit (Ceaob). Un ruolo specifico sarà inoltre conferito degli strumenti finanziari e dei mercati europei (Esma) per quanto riguarda la cooperazione tra Stati membri e paesi terzi in materia di controllo di revisione. Sfondo I revisori legali e le imprese di revisione svolgono un ruolo sociale importante, fornendo agli investitori e gli azionisti con un parere sulla correttezza dei conti delle società. La crisi finanziaria ha evidenziato che un certo numero di banche era stato dato fatture di buona salute nonostante le perdite enormi a partire dal 2007. Inoltre, per quanto riguarda l´economia reale, rapporti di ispezione degli Stati membri hanno rivelato casi di mancanza di scetticismo professionale da parte dei sindaci, errori, e la mancanza di nuove idee nella revisione legale dei conti di grandi imprese. Questo è il motivo per cui la Commissione ha avviato un ampio processo di consultazione su come migliorare il mercato di controllo, nell´ottobre 2010 (cfr. Ip/10/1325 ), e, dopo la relazione d´iniziativa del Parlamento europeo, Antonio Masip Hidalgo Mep su Criteri di controllo: Lezioni da la crisi , ha adottato due proposte legislative nel novembre 2011 (cfr. Ip/11/1480 ): una direttiva che modifica la direttiva revisione legale dei conti esistente, che copre tutti i revisori legali e le imprese di revisione contabile, indipendentemente dal fatto che tale ente è un ente di interesse pubblico o no, e un nuovo regolamento sui requisiti specifici in materia di revisione legale dei conti di enti di interesse pubblico. I due testi sono stati negoziati nel quadro della procedura legislativa ordinaria. Il Parlamento europeo e gli Stati membri hanno raggiunto un accordo preliminare su testi di compromesso su 17 Dicembre 2013 (vedi Memo/13/1171 ).  
   
   
IMMIGRAZIONE. ASSESSORE VENETO: “L’UE AIUTI GLI ENTI LOCALI PER UN’INTEGRAZIONE EFFICACE”  
 
Bruxelles, 7 aprile 2014 - “Dall’unione europea ci aspettiamo una maggiore attenzione alle realtà locali sul fronte delle politiche per l’integrazione. I programmi europei sono troppo generali, lontani dai principi di sussidiarietà”. Questo il messaggio lanciato dall’assessore veneto agli affari europei, bilancio ed enti locali al Commissario europeo per gli Affari interni, Cecilia Malmstrom, in occasione dell’11.Mo forum europeo sull’integrazione, presso il Comitato economico e sociale europeo. Da Bruxelles l’assessore veneto ha evidenziato il ruolo cruciale degli enti locali nell’accogliere i migranti in arrivo in Europa e soprattutto nella gestione del loro inserimento nel tessuto economico e sociale: “Dall’ue ci aspettiamo maggiore sensibilità e adattabilità dei fondi alle realtà regionali, in quanto sono molto diverse le esigenze e i bisogni tra chi, come la Sicilia, affronta la sfida dell’emergenza della prima accoglienza e chi, invece, è chiamato a gestire l’inserimento lavorativo, l’educazione, l’assistenza sanitaria”, ha detto l’assessore nel suo intervento, auspicando un coordinamento più efficace a livello nazionale. Una strategia messa in luce anche dal Commissario Malmstrom, che ha sottolineato l’importanza delle autorità locali e, al tempo stesso, ha richiamato gli Stati membri a una condivisione delle responsabilità nella gestione dei flussi migratori. Il Veneto è stato invitato al forum come Regione di riferimento per l’integrazione a livello europeo, con 500 mila immigrati regolari che rappresentano ad oggi il 10% della popolazione regionale. “Solo nel 2013 il Veneto ha investito in totale 3 milioni 800 mila euro in interventi e progetti per l’accoglienza e l’integrazione, di cui 650 mila euro da fondi regionali e oltre 3 milioni da programmi comunitari. Siamo bravi a sfruttare al meglio i fondi a disposizione, ma manca una regia nazionale realmente attenta alle esigenze locali”, ha precisato l’assessore.  
   
   
A BRUXELLES: PUGLIA PROTAGONISTA E ATTRATTIVA  
 
Bruxelles, 7 aprile 2014 - “Abbiamo presentato le nostre politiche di innovazione e raccontato gli sforzi che facciamo in Puglia per essere pienamente partecipi dello spirito europeo” Lo ha detto a Bruxelles il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola che nella serata del 2 aprile, ha partecipato all’evento, presso la sede dell’Ambasciatore italiano in Belgio Alfredo Bastianelli, per la presentazione alle istituzioni europee e al settore privato belga, del Forum internazionale sui materiali avanzati che, per la prima volta, si svolgerà in Puglia, a Bari il 9 e il 10 giugno 2014. Un’occasione anche per parlare di Smart Puglia 2020, la Strategia di Specializzazione Intelligente della Regione Puglia che già nella giornata di ieri, il Presidente aveva avuto occasione di presentare al Commissario europeo alle politiche regionali, Johannes Hahn. “Al Commissario Hahn – ha proseguito Vendola – abbiamo presentato il Programma Smart Puglia 2020, incentrato su esperienze che abbiamo già, in qualche maniera preventivamente cominciato a vivere in Puglia. Abbiamo trovato a Bruxelles una grande gratificazione per quello che stiamo facendo, anche perché al centro di queste politiche ci sono realtà industriali che stanno crescendo e che danno occupazione”. “Il Forum internazionale sui materiali avanzati – ha commentato l’Assessore Loredana Capone – offrirà la possibilità di fare incontrare gli innovatori in tutti i settori produttivi, in particolar modo, dell’aerospazio, della meccatronica, dell’agro-industriale, insieme agli imprenditori, coloro i quali vogliono investire nella ricerca e nell’innovazione, convinti che dalla crisi si esca solo così”. “Crediamo – ha proseguito la Capone – che il 9 e 10 giugno sia un’occasione da non perdere per tutti gli investitori, non solo d’Europa, ma del mondo. In un momento in cui il mercato è globale è importante che ci si incontri lì dove le risorse si spendono e la Puglia riesce a spendere i fondi europei, non soltanto sotto il profilo quantitativo, ma anche sotto il profilo della qualità della spesa”. “I materiali avanzati – ha concluso l’Ambasciatore Bastianelli – sono la nuova frontiera del “Made in Italy”. L’italia si posiziona al 5° posto tra i G20 per il surplus nella bilancia dei pagamenti (111 Miliardi di Euro nel 2013), al netto della bolletta energetica. La specializzazione nella produzione di beni “medium-tech”, unita allo sviluppo di cluster tecnologici, è la via maestra per rilanciare il manifatturiero italiano ed europeo. Il forum di Bari, organizzato dalla Regione Puglia, rappresenta quindi una importante occasione per continuare a cogliere la sfida della competitività su scala globale.”  
   
   
CONVEGNO SUL TEMA "UNIONE EUROPEA ED AUTONOMIA DELL´ALTO ADIGE"  
 
Bolzano, 7 aprile 2014 - Si svolgerà venerdì 11 aprile, dalle ore 9, nel cortile interno di Palazzo Widmann, in Piazza Magnago,1 a Bolzano il convegno organizzato dalla Ripartizione Europa, in collaborazione con l´Eurac e le Università di Bolzano ed Innsbruck sul tema "Die Auswirkungen der Eu-mitgliedsschaft auf die Autonomie des Landes Südtirol am Beispiel ausgewählter Gesetzgebungs - und Verwaltungskompetenzen". Prenderanno parte al convegno il presidente della Provincia, Arno Kompatscher, i rettori della Università di Bolzano ed Innsbruck, Walter Lorenz e Tilmann Märk, il presidente dell´Eurac, Werner Stuflesser. Il convegno sarà moderato da Esther Happacher, docente dell´Università di Innsbruck.  
   
   
ASSESSORE LOMBARDIA: SAREMO REGIONE D´ONORE NEGLI USA  
 
New York/usa. 7 aprile 2014 - Regione Lombardia ha accettato di essere la Regione d´Onore del trentanovesimo Gala che si terrà a Washington nel prossimo mese di ottobre. Incontro Con Vertici Niaf - L´assessore regionale all´Istruzione, Formazione e Lavoro ha infatti consegnato al Presidente della Niaf (National Italian American Foundation) Joe De Raso la lettera del presidente di Regione Lombardia con cui viene formalizzata la partecipazione all´evento, un´occasione importante per promuovere l´attrattività della regione e le opportunità offerte da Expo. 25 Milioni Di Italoamericani - Niaf è la fondazione americana che rappresenta gli oltre 25 milioni di cittadini italoamericani che vivono negli Stati Uniti, con lo scopo di mantenere sempre viva la cultura, le tradizioni e il patrimonio di valori dell´Italia, e soprattutto il contributo dato dagli italiani allo sviluppo e al progresso degli Stati Uniti d´America. L´assessore regionale ha incontrato a New York, dove si trova in missione istituzionale, il presidente Joe De Raso e l´amministratore delegato John Viola, alla presenza del consigliere delegato di American Chamber of Commerce in Italy, Simone Crolla. Iniziative Per Promuovere L´esposizione Universale - "Per il presidente di Regione Lombardia e per la Giunta regionale - ha spiegato l´assessore - l´Expo è anche l´occasione per la promozione di investimenti nel territorio lombardo sia per accogliere iniziative imprenditoriali americane, sia per sostenere l´export delle imprese lombarde negli Usa". "Per questo - ha proseguito - assieme al presidente di Regione Lombardia, abbiamo chiesto alla Niaf di organizzare due eventi nelle città statunitensi in cui la presenza della stessa Niaf è più forte, al fine di promuovere gli investimenti in Lombardia e richiamare l´attenzione di aziende ed istituzioni su Expo Milano 2015. Abbiamo inoltre ottenuto di organizzare un business event con tutte le aziende lombarde interessate ai rapporti commerciali con gli Stati Uniti durante il consiglio di amministrazione di Niaf che si tiene ogni anno in Italia". Scambio Studenti - Tra gli accordi di collaborazione chiusi al termine dell´incontro anche l´organizzazione di un programma di interscambio di studenti italiani e americani, "per favorire - ha sottolineato l´assessore regionale all´Istruzione, Formazione e Lavoro - ogni occasione di arricchimento del nostro capitale umano e di crescita internazionale dei nostri giovani lombardi". Presidente Niaf: Occasione Collaborazione - "Consideriamo questa occasione di collaborazione con Regione Lombardia un´opportunità importante - ha dichiarato il Chairman di Niaf, Joe De Raso - per l´organizzazione e la promozione di Expo negli Stati Uniti. Grazie a queste intese Niaf potrà essere il più importante amplificatore di Expo presso i 25 milioni di italiani che vivono e lavorano in America". Impegno A Favore Delle Imprese Lombarde - "Aver favorito l´accordo tra la Regione Lombardia e la Niaf - ha puntualizzato Simone Crolla - è un punto di orgoglio per la nostra organizzazione anche perché ci consentirà di facilitare gli imprenditori lombardi che vorranno investire negli Stati Uniti. Grazie a questo accordo, American Chamber of Commerce in Italy avrà più forza negli Stati Uniti nel raccogliere i fondi necessari per l´organizzazione del Padiglione Americano. Sono certo che con questa opportunità l´obiettivo di internazionalizzazione del sistema lombardo del presidente di Regione Lombardia subirà una forte accelerazione".  
   
   
STATUTO SPECIALE, PRESIDENTE LOM,BARDIA: SERVE PER TRATTENERE 100% DELLE TASSE  
 
 Milano. 7 aprile 2014 - "Sulla proposta di referendum per avere lo Statuto speciale mi aspetto che, una volta tanto, tutte le forze politiche della Lombardia, a qualunque schieramento appartengano, si rendano conto che, se c´è una proposta utile per tutti i cittadini lombardi, a prescindere da chi la presenta, va sostenuta. La domanda da porsi è se questa proposta è utile. E la risposta è certamente sì, è utile, perché la Lombardia a Statuto speciale si terrebbe qui il 100 per cento delle tasse pagate dai cittadini". Lo ha spiegato il 3 aprile il presidente della Regione Lombardia, intervenendo alla conferenza stampa al termine della riunione della Giunta regionale. Modello Regione Sicilia - "Io voglio adottare - ha annunciato il presidente - il modello di Statuto della Sicilia, che dice che tutte le tasse pagate in Sicilia dai residenti e dalle imprese, comprese quelle che hanno sede fuori dalla regione ma hanno un´attività produttiva in Sicilia, restano in Sicilia. Lo Statuto speciale è già previsto dalla Costituzione, è già in vigore. La Sicilia è una Regione a Statuto speciale? Bene, la Lombardia è speciale come regione e non vedo una contraddizione". Proposta Utile Per Cittadini E Imprese - "Mi domando - ha proseguito il governatore -: c´è un Lombardo che possa dirsi contrario a una proposta del genere? Io penso di no". "Per cui - ha proseguito - ora chiedo alle forze di opposizione se sono contrarie a questa prospettiva. E, se lo fossero, non ne capirei il motivo, perché si tratta di una cosa che è utile per i cittadini lombardi e per le imprese lombarde". Vantaggi - "In questo modo - ha spiegato il presidente - potremmo azzerare l´Irap per le imprese, abolire il ticket, dare sostegno ai giovani che non trovano lavoro, potremmo fare tutto e non trovo un solo motivo per cui si possa dire di no". "Mi aspetto - ha auspicato - che vengano deposte le armi ideologiche e superati gli steccati e si entri nel merito; sarebbe davvero una novità rilevante, se, per sostenere una proposta utile ai Lombardi, le forze politiche si mettessero insieme". Nessuno Può Dire Di No - "Sono convinto che, alla fine nessuno possa dire di no - ha proseguito il presidente -, perché questa è la soluzione di tutti i nostri problemi; chi dice di no, dovrà poi andare a spiegarlo a chi deve pagare i ticket, a chi non arriva a fine mese, ai giovani che non trovano lavoro o agli imprenditori che si lamentano delle troppe tasse". Possibili Date Per Referendum - "In settimana - ha quindi aggiunto - sarò a Roma per incontrare il Governo e chiederò di poter svolgere il referendum, in concomitanza con le Elezioni europee. Per noi si può fare, perché il nostro Statuto prevede che debbano passare almeno 30 giorni dall´approvazione del referendum alla sua indizione, per cui, se il Consiglio regionale lo approvasse in tempo utile, ovvero prima del 25 di aprile, si potrebbe fare in contemporanea alle Europee, ma occorre che anche il Governo sia d´accordo. Altrimenti, in caso contrario, si potrebbe fare in altre due date evocative su questi temi, il 18 settembre o il 9 novembre, quando si svolgeranno gli analoghi referendum rispettivamente in Scozia e in Catalogna".  
   
   
PROVINCE, PRESIDENTE LOMBARDIA: L´ABOLIZIONE È UN INGANNO  
 
Milano. 7 aprile 2014 - "Non c´è stata alcuna abolizione delle Province, che rimarranno almeno fino al 31 dicembre, con l´unica novità che non saranno elette alla loro scadenza e che il presidente o il commissario rimarrà con tutti i poteri e il personale degli attuali Enti". Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia a margine della conferenza stampa dopo la seduta di Giunta. "Dire che sono state abolite - ha ribadito - è un inganno per i cittadini, basta leggere cosa dice il Ddl Delrio ora diventato legge". Sovrapposizione Istituzionale - La riforma complicherà la vita? "Temo di sì" ha sostenuto il governatore, "perché si sovrapporranno le ´vecchie´ Province con le ´nuove´ Città metropolitane". "Prendiamo il caso di Milano - ha proseguito -: la legge Delrio dice che la Provincia di Milano rimane almeno fino al 31 dicembre 2014, ma, contemporaneamente, parte la Città metropolitana. E, terzo elemento non trascurabile, le partecipazioni azionarie delle società della Provincia (Pedemontana, Serravalle, Asam) che hanno a che fare con Expo, passano alla Regione entro 90 giorni. Quindi ci saranno tre soggetti: la Regione, la Provincia, che non è ancora morta, e la Città metropolitana, che non è ancora nata, che dovranno occuparsi delle competenze su questa area. Rischia di esserci il caos istituzionale". Grande Preoccupazione - Il numero uno di Palazzo Lombardia si è detto "preoccupato per l´efficienza, soprattutto in vista di Expo, dove non si può perdere nemmeno un giorno". "In settimana - ha fatto sapere - sarò a Roma e incontrerò il Governo, per parlare anche di questo tema. Voglio capire chi farà da ´regia´ per l´attuazione di questa legge. Dopodiché intendo organizzare un incontro con tutti i soggetti coinvolti, a partire dai sindaci dell´Area metropolitana, in primo luogo quello di Milano, per procedere di comune accordo, per chiarire i lati oscuri e sciogliere i nodi, in maniera da evitare che questa legge complichi ancora di più la via verso Expo, perché il rischio è questo".  
   
   
ROSSI, MARONI E KOMPATSCHER: LE REGIONI CHE FUNZIONANO SONO UN VANTAGGIO PER TUTTI  
 
Trento, 7 aprile 2014 - "Premiare le eccellenze conviene a tutti. Diciamo no alla demagogia centralista che cerca di imputare alle Regioni i problemi dei conti dello Stato. Ci sono realtá virtuose che hanno fatto bene: valorizzare questo, conviene prima di tutto ai cittadini, che ricevono servizi di qualitá, ma anche allo Stato che, a conti fatti, risparmia". È questo il pensiero che i presidenti Ugo Rossi (Trentino), Arno Kompatscher (Alto Adige) e Roberto Maroni (Lombardia) hanno condiviso il 6 aprile in un vertice ospitato nella sede della Provincia autonoma di Trento. "Le autonomia locali sono un valore - ha detto Ugo Rossi a margine dell´incontro - e qui diciamo che le regioni virtuose esistono, non importa se ordinarie o speciali. Allo Stato conviene affidare a queste realtá che hanno dato buoni risultati una serie di funzioni, perché solo cosí si puó garantire qualitá nei servizi ai cittadini, oltretutto facendo risparmiare". Questo concetto è ben riassunto nel libretto "Regioni a geometria variabile" che Rossi ha regalato a Maroni ed il cui principio è stato fatto proprio dal governatore della Lombardia che ha annunciato a breve a Milano un nuovo incontro di approfondimento su questi temi, con invitati eccellenti come il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Delrio ed alcuni ministri. "Non mi unisco al coro di chi grida "riduciamo le speciali" - ha aggiunto Maroni - e preferisco dire "a ogni regione la sua Regione". Le misure a "taglia unica" sono sbagliate. Dobbiamo piuttosto estendere, non ridurre le specialitá". Dello stesso avviso Arno Kompatscher che ha posto l´accento sul "valore aggiunto" insito nel concetto di "regime differenziato". "Se lo Stato ci lascia lavorare nel rispetto delle nostre prerogative - ha aggiunto - potremo contribuire ancora da più al risanamento dei conti del Paese". L´approfondimento "tecnico" di questo "sentire comune" verterá sui complessi meccanismi che regolano i rapporti finanziari tra Stato e Regioni, con un occhio di riguardo alla proposta del "residuo fiscale" che Trentino Alto Adige ha da tempo consegnato al Governo. "Penso che altre Regioni come la Lombardia - ha commentato Ugo Rossi - potrebbero essere interessate". E l´assenso è stato confermato "in diretta" dal presidente Maroni che si é detto d´accordo con queste iniziative. "Siamo la Regione piú penalizzata dal punto vista delle risorse finanziarie. Pur in fondo classifica per spesa pubblica pro capite, siamo stati capaci di costruire un sistema di welfare con tante eccellenze. È la prova che anche spendendo poco di puó fare bene. Vorremmo che questo modello fosse esteso a tutte le regioni, perché siamo convinti che scenderebbero tanti costi, come quelli per la sanitá, il personale, i trasporti. Del resto è un dato oggettivo che le Regioni hanno ridotto la spesa del 38 per cento, cosa che lo Stato non ha fatto".  
   
   
TRENTO: UN’ AMMINISTRAZIONE SEMPRE PIU’ TRASPARENTE E ACCESSIBILE  
 

Trento, 7 aprile 2014 - Sul portale della Provincia autonoma di Trento ci sarà una sezione in più: “Amministrazione trasparente”. Oggi inoltre, su proposta del presidente Ugo Rossi, la Giunta provinciale ha approvato il disegno di legge di adeguamento ai principi e alle disposizioni fondamentali contenuti nella più recente normativa statale (legge 6 novembre 2012 numero 190, decreto legislativo 14 marzo 2013 numero 33) in materia di obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni. Con il varo del disegno di legge, sul sito istituzionale www.Provincia.tn.it  vengono quindi integralmente riorganizzati, arricchiti e resi accessibili in una specifica sezione, dedicata appunto all’amministrazione trasparente, moltissime informazioni e documenti, gran parte dei quali peraltro già oggetto di pubblicazione on line. In molti casi l’attuazione delle nuove norme impone solo di integrare banche dati già esistenti. Attraverso un unico punto di accesso sarà però più facile e veloce reperire tutte le informazioni relative all’organizzazione e all´attività dell’ente. Ai fini di questo disegno di legge la trasparenza dell’organizzazione e dell’attività amministrativa è assicurata mediante la pubblicazione nel sito istituzionale dei dati, dei documenti e delle informazioni secondo criteri di facile accessibilità, completezza e semplicità di consultazione. La trasparenza di cui si parla, come previsto dalla normativa più recente, consiste nell’accessibilità totale – senza filtri e mediante pubblicazione sul sito web, in formato aperto - delle informazioni concernenti l´organizzazione e l´attività delle pubbliche amministrazioni. Questo per favorire forme diffuse di controllo sullo svolgimento delle funzioni istituzionali e sull´utilizzo delle risorse pubbliche. Destinatari degli obblighi previsti dal disegno di legge sono tutti i soggetti del sistema pubblico provinciale, quindi oltre alla Provincia e alle sue agenzie anche gli enti strumentali pubblici e privati. Con questo disegno di legge, che ora sarà sottoposto all’esame e al voto del Consiglio provinciale, si vuole completare il quadro normativo provinciale vigente, in coerenza con le disposizioni essenziali previste dalla disciplina statale e in coordinamento con le disposizioni in materia di anticorruzione cui la Provincia si è già tempestivamente allineata. Il disegno di legge fa espressamente salve le numerose specifiche previsioni in materia di trasparenza già contenute nelle leggi provinciali ((affidamento di lavori pubblici, servizi e forniture, provvedimenti e procedimenti amministrativi, norme fondamentali sull’organizzazione e l’attività amministrativa, bilanci, atti di pianificazione territoriale, informazioni ambientali, criteri generali di svolgimento delle procedure, concorsi e procedure selettive, incarichi di consulenza e collaborazione, organizzazione degli uffici, recapiti telefonici e di posta elettronica degli uffici e dei dipendenti, informazioni sul lavoro pubblico provinciale). Sono tutte informazioni, con i relativi documenti, già presenti da tempo sul sito istituzionale della Provincia (www.Provincia.tn.it). Questi contenuti vengono ora integralmente riorganizzati, arricchiti e resi disponibili in una specifica sezione del sito, dedicata appunto all’amministrazione trasparente: un unico punto di accesso per i cittadini nel quale reperire tutte le informazioni sul funzionamento dell´ente, suddivise per macro-argomenti e ulteriormente articolate in sezioni di dettaglio. Questo il link della sezione “Amministrazione trasparente”: http://www.Provincia.tn.it/amministrazione_trasparente_pat/

 

 
   
   
RIFORME COSTITUZIONALI: PRESIDENTE FVG INCONTRA MINISTRO LANZETTA  
 
Trieste, 7 aprile 2014 - La presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani ha incontrato il 3 aprile a Roma il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie Maria Carmela Lanzetta. L´incontro si è tenuto al termine della Conferenza unificata sulle riforme costituzionali che, in assenza di Vasco Errani, è stata presieduta dalla stessa Serracchiani. Al centro dei colloqui la riforma del Titolo V, con particolare riguardo al riparto delle competenze, e le caratteristiche della specialità regionale. Illustrando le peculiarità dei rapporti Stato-regione, la presidente ha evidenziato al ministro l´opportunità di riattivare rapidamente i tavoli d´interesse del Friuli Venezia Giulia, dando priorità ai negoziati sul patto di stabilità e alle istruttorie preliminari alla ridiscussione dei rapporti finanziari con lo Stato.  
   
   
RIFORME: SERRACCHIANI, LE AUTONOMIE SPECIALI VIGILERANNO SUL TESTO DEL DDL  
 
Trieste, 7 aprile 2014 - La presidente della Regione Debora Serracchiani ha partecipato il 3 aprile a Roma alla seduta straordinaria della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, al termine della quale ha assicurato che il Friuli Venezia Giulia lavorerà assieme a tutte le altre Regioni per migliorare il testo del disegno di legge (ddl) sulle riforme istituzionali, nelle parti che riguardano il rapporto Stato-regioni. La presidente ha riferito che le Regioni hanno assunto l´impegno di giungere a una più puntuale definizione del riparto delle competenze con lo Stato, alla luce delle modifiche all´articolo 117 introdotte dal disegno di legge di riforma. Le Regioni avanzeranno inoltre le loro proposte anche su altri punti ancora non condivisi, come la composizione del Senato delle Autonomie. Dopo aver ribadito che le modifiche del Titolo V non si applicheranno alle Regioni speciali, la presidente del Friuli Venezia Giulia e il presidente della Provincia autonoma di Trento Ugo Rossi hanno concordato sulla necessità di vigilare assieme sul testo del ddl ´´nell´intento di aiutare a rafforzare la nostra Specialità´´.  
   
   
REFERENDUM ABRUZZO: SU SITO REGIONE ATTIVATO LINK  
 
L´aquila, 7 aprile 2014 - Sul sito della Regione Abruzzo (www.Regione.abruzzo.it ) è attivo il link per il referendum 2014 - Istituzione del Comune di Nuova Pescara dove è possibile reperire atti della regione e normativa. Il Presidente della Giunta regionale, Gianni Chiodi, ha provveduto con proprio decreto n. 12 del 18 febbraio 2014 ad indire il referendum fissando la data della consultazione referendaria per il 25 maggio 2014 in concomitanza con le elezioni europee e regionali.  
   
   
CITTá METROPOLITANE, ANCI: "I TERRITORI IRROMPONO NELLA POLITICA ITALIANA" A FIRENZE IL CONVEGNO PROMOSSO DA ANCI TOSCANA. NICOTRA (ANCI): "UNA GRANDE SFIDA PERCHÉ PONE AL CENTRO IL RUOLO DEI COMUNI E DEGLI AMMINISTRATORI COMUNALI"  
 
 Firenze, 7 aprile 2014 - Proprio all´indomani dell´approvazione da parte della Camera della Riforma Delrio, si è svolto a Firenze un primo convegno, organizzato da Anci Toscana, che ha così promosso l´avvio dell´istituzione della Cittá metropolitana di Firenze. All´iniziativa, punto di partenza per una più ampia analisi promossa da Anci Toscana sulle conseguenze della Riforma Delrio, hanno preso parte un´ottantina di persone, tra cui alcuni esponenti dell´Associazione nazionale dei comuni. "Questa iniziativa cade in una giornata particolare - commenta il segretario generale Anci Veronica Nicotra - dopo l´approvazione ieri da parte della Camera del Ddl Delrio". Nicotra ha ricordato come negli anni Anci abbia contribuito all´elaborazione di proposte in tema di riordino istituzionale: "Oggi siamo lieti di vedere portato a compimento un riassetto profondo e complessivo delle istituzioni territoriali a livello locale, che rappresenta per Anci una grande sfida perché pone al centro il ruolo dei comuni e degli amministratori comunali". Nicotra ha poi sottolineato come Anci abbia ormai da tempo un gruppo di lavoro dedicato alle Cittá metropolitane, che si sta occupando ad esempio di predisporre un modello tipo di Statuto metropolitano. Infine il segretario generale Anci si è soffermata sugli altri altri aspetti contenuti nella riforma Delrio, con riferimento in particolare alla possibilità introdotta nel provvedimento di un terzo mandato nei comuni fino a 3000 abitanti: "Si tratta di una importante novità, che in una fase come quella attuale - afferma Nicotra - può aiutare a garantire continuità nell´azione amministrativa e nella realizzazione di programmi. Proprio per questo secondo Anci sarebbe stato opportuno estenderla a tutti comuni sotto i 5000 abitanti". Alla tavola rotonda del convegno ha preso parte anche il presidente di Anci Toscana: "Questo convegno cade in un momento tale da consentirci di riflettere, costruire e fornire strumenti di discussione soprattutto agli amministratori, in una modalità che ci sembra l´unica possibile, cioè superare la fase delle polemiche per andare verso una realizzazione razionale attraverso non solo l´applicazione della legge ma anche una riflessione sullo spirito e sulle modalità. Assistiamo ad una irruzione dei territori nella politica italiana. Si tratta di una norma, ancorché perfettibile, innovativa, che costringe la politica a fare una analisi dei ruoli per davvero. Occorre andare verso il superamento di un ruolo statico dei comuni, certamente è per tutti una grande sfida". La Città metropolitana, aggiunge Cosimi, "rappresenta una modalità innovativa di relazione tra territori e governo con cui ha un rapporto diretto, sta nella dialettica della relazione con i fondi europei, ha un valore europeo. Si riorganizzano i servizi sulla sua dimensione, offre modalità diverse di strutturazione delle reti tra enti locali, una maggiore dinamicitá". Nel corso della tavola rotonda ha preso la parola anche il sindaco di Venezia, coordinatore dei sindaci delle Cittá metropolitane di Anci: "Dalla conflittualità al coordinamento tra livelli di Governo, in forme diverse in virtù del riconoscimento delle differenze tra i territori: questa è la vera innovazione di questa riforma", afferma. "Questo rapporto va impostato in termini di collaborazione e coordinamento, ed è proprio da qui che scaturisce la Cittá metropolitana, ovvero semplificazione dei livelli e il riconoscimento che il livello base è quello comunale: il comune è il soggetto a cui si affidano le funzioni amministrative". Il sindaco di Venezia si è soffermato infine sulla figura del sindaco metropolitano che, ha precisato, "non avrà funzioni di governo di un territorio più ampio, funzioni che restano ai comuni: le strutture della Cittá metropolitana serviranno proprio da coordinamento in un´ottica nuova di diverso modello di gestione delle funzioni pubbliche". Alla mattinata, moderata dal giornalista del Corriere fiorentino Marzio Fatucchi, hanno preso parte anche l´assessore allo sviluppo economico del comune di Firenze; l´assessore regionale agli enti locali; il sindaco di Prato; Luciano Vandelli Professore Università di Bologna e Coordinatore Gruppo tecnico Anci; Patrizia Lattarulo, Dirigente Irpet; Gian Franco Cartei, Ordinario di Diritto amministrativo nell’Università di Firenze.  
   
   
MILANO: CITTÀ METROPOLITANA, FINALMENTE SI PARTE. LEGGE NON PERFETTA MA LAVOREREMO PER MIGLIORARE  
 
Milano, 7 aprile 2014 – “Finalmente si parte. La legge non è perfetta, come Milano insieme ad Anci ha più volte evidenziato, ma siamo convinti che ci sia margine di miglioramento. Il percorso che porterà alla nascita vera e propria della Città metropolitana metterà di certo a fuoco i problemi e gradualmente cercheremo di fare proposte per risolverli nel corso del tempo. Milano ha già avviato il confronto con i Sindaci degli altri Comuni e proseguirà coinvolgendo sempre più le parti sociali, economiche e culturali del territorio metropolitano. Senza dimenticare i cittadini, che vogliamo conoscano e partecipino al processo di riforma”. Così l’assessore alla Casa, Demanio e Area metropolitana Daniela Benelli a commento dell’approvazione alla Camera del Ddl Delrio, il disegno di legge recante disposizioni sulle Città metropolitane, sulle Province, sulle Unioni e fusioni di Comuni.  
   
   
TRENTINO: COMUNI E FINANZA LOCALE, MODALITÀ E CRITERI PER I FINANZIAMENTI  
 
Trento, 7 aprile 2014 - La Giunta provinciale ha oggi approvato la deliberazione di Carlo Daldoss, assessore alla coesione territoriale e agli enti locali, con la quale si dà attuazione alla norma introdotta nella finanziaria del 2013 per definire le modalità ed i criteri per anticipare ai Comuni trasferimenti a valere sulle risorse loro spettanti ai sensi della normativa in materia di finanza locale. Modalità e criteri che riguardano il finanziamento di progetti di investimento i cui elementi caratterizzanti devono essere il perseguimento dell´interesse pubblico, un accertato grado di redditività e di ritorno economico. In fase di prima applicazione si prevede di limitare l´applicazione dei benefici introdotti con l´articolo 7 della legge provinciale 25 del 2012 ai progetti di investimento finalizzati alla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, e più in particolare, da impianti idroelettrici ammessi agli incentivi del Decreto Ministeriale 6 luglio 2012 ovvero da impianti iscritti nelle graduatorie del citato Decreto e dunque con un valore di investimento non inferiore ai 150 mila euro. Altro elemento importante, che va nel senso di contestualizzare tali investimenti in un ambito di territorio di Comunità, risiede nell´opportunità per i Comuni di coinvolgere nell´iniziativa la Comunità di appartenenza. L´obiettivo della norma a cui si riferisce il provvedimento oggi adottato è quello: - di favorire il coinvolgimento dei Comuni nel rispetto dell´ambiente e nella valorizzazione del territorio; - di contribuire a favorire la ripresa economica; - valorizzare il territorio provinciale, ricco di fonti di energia rinnovabile; - di realizzare dotazioni infrastrutturali idonee ad assicurare agli enti locali ritorni stabili da destinare alla promozione e allo sviluppo delle comunità locali.  
   
   
BERNAZZOLI: LA NUOVA LEGGE, LA SCELTA DEL FUTURO CONFERENZA STAMPA DEL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI PARMA. GIUNTA E CONSIGLIO ATTIVI FINO AL 25 GIUGNO. INTANTO CONSULTAZIONE CON I SINDACI PER DECIDERE SE RESTARE O APRIRE LA STRADA AL COMMISSARIAMENTO  
 
Parma, 7 aprile 2014 – Parla della riforma delle Province e di quello che accadrà Vincenzo Bernazzoli. Lo fa da Presidente di quella di Parma, nella sede dell’ente dove il 25 di giugno terminerà il secondo mandato. “Per quanto ci riguarda il nostro impegno è concluso” sottolinea chiarendo che “né lui, né i componenti della Giunta” seduti accanto nel lungo bancone della sala del Consiglio, hanno interessi di tipo personale: “il nuovo scenario non incide sulle nostri sorti”.Il punto di partenza del lungo ragionamento che propone ai giornalisti comincia da una considerazione. “Le Province non sono state abolite ma trasformate in ente di secondo livello. Vengono mantenute funzioni fondamentali quali l’ambiente, la programmazione e gestione delle scuole, le strade i trasporti”. Anzi: il decreto Del Rio contempla anche la possibilità di funzioni oggi non presenti, ad esempio ricorda il presidente, “su delega dei Comuni possono essere centri di appalto e di concorsi, gestori di enti economici”. Restano anche le entrate da tributi, invece il destino delle funzioni, con il personale che segue, oggi delegate dalla Regione sarà deciso dalle stesse entro tre mesi. Anche per questo la fase di transizione che si apre è “molto complicata” – dice il presidente - “C’è un disegno finale che ha elementi che devono essere chiariti”.Il punto di arrivo sarà costituito dalle nuove Province che avranno l’assemblea dei sindaci, un consiglio provinciale di 12 componenti che deve essere eletto entro settembre, il nuovo presidente entro l’anno e eventualmente anche un vice. Il voto con il quale si elegge il nuovo organo è ponderato, e secondo una simulazione il comune di Parma dovrebbe pesare circa per il 41,61%..Nel frattempo cosa succede? Il Consiglio provinciale attuale resta in carica fino a fine mandato cioè al 25 giugno. Dopo di che la nuova legge approvata ieri dalla Camera, con quella che Bernazzoli chiama una “bizzarria” , proroga presidente e giunte uscenti fino al 31 dicembre 2014, con impegno gratuito e il bilancio gestito in forma provvisoria. “E’ un problema che si aggiunge per questo come Upi nazionale abbiamo chiesto al governo di fornire una interpretazione diversa della norma perché anche per chi come noi ha approvato il bilancio preventivo non sarà possibile fare il minimo indispensabile”.E poi c’è una questione politica generale sul modello di governo del territorio introdotto con la nuova legge, un cambiamento di cui secondo Bernazzoli “non c’è stata consapevolezza” nel dibattito acceso attorno all’abolizione delle Province.rafforzando il livello regionale e Bologna città metropolitana non è impossibile immaginare un cambio di equilibri con il resto dei territori, problema che si riflette anche su base locale perché anche se la legge prevede unioni e fusioni di Comuni “il riequilibrio territoriale garantito dalla Provincia subisce una modifica che può indurre un accentramento del processo decisionale attorno al capoluogo”. Due elementi a cui sono legati la visione dello sviluppo, la destinazione delle risorse, la programmazione del futuro: aspetti essenziali che fan dire a Bernazzoli che c’è “un tema di come questo territorio sta dentro questo nuovo quadro”.“Parma deve affrontare subito questo tema in modo aperto e profondo e secondo me occorre assumere una visione di area vasta”. In altre parti della regione ricorda Bernazzoli lo hanno già fatto come in Romagna “mentre qui, nella parte occidentale non c’è mai stata una discussione vera”. Un esempio? I trasporti, da Modena fino a Piacenza significherebbe ragionare di un sistema intermodale ovvero di mobilità su ferro e strada, della stazione medio padana, della valorizzazione dell’aeroporto di Parma, degli interporti per le merci.“Non ho condiviso il metodo con cui si è arrivati a questa nuova legge il che non significa che noi non fossimo per la modifica dell’assetto istituzionale del Paese – continua. Quello che è mancato secondo il presidente è una visione di sistema che c’è in altre parti d’Europa dove si sta aggredendo il nodo delle riforme istituzionali e che in Italia non c’è. “Senza il disegno complessivo anche il cittadino è chiamato a esprimersi su una visione parziale”. E adesso? “A noi si impone una scelta: il governo ci chiede di rimanere pretendendo gratuità. E’ un punto delicato – afferma - perché se decidessimo tutti insieme dal presidente del Consiglio al sindaco, tutto il paese, di fare nove mesi di volontariato avrebbe senso. Dirlo solo alle Province no. O siamo ricchi ereditieri oppure viste anche le responsabilità che chi governa deve assumere, la scelta più facile sarebbe quella di dire: l’avete pensata così, la gestite voi. Siamo però consapevoli che significherebbe girare le spalle al territorio e ai dipendenti che sono in mezzo a questo pasticcio preoccupati del loro destino”.L’indecisione c’è, ammette lo stesso Bernazzoli che ha ragionato della cosa con la Giunta riunita prima della conferenza stampa proprio per condividere la posizione da assumere al riguardo.“Vorremmo sciogliere questo nodo prima del 25 giugno e abbiamo pensato di prenderci il tempo che serve per capire se un nostro eventuale impegno possa essere considerato utile da quei sindaci che avranno l’onore e l’onere di prendere in mano dal 1° gennaio questo ente”. Una consultazione che parte subito della quale si conosce renna gli esiti fra una quindicina di giorni.  
   
   
RIUNITO IN REGIONE TAVOLO SU ACCOGLIENZA MIGRANTI IN BASILICATA  
 
Potenza, 7 aprile 2014 - Accoglienza dei lavoratori stagionali in agricoltura e norme per la tutela dei migranti nella regione Basilicata. Sono i temi focali affrontati nella sala Verrastro della Regione dal tavolo tecnico convocato e presieduto dal vicepresidente della Giunta ed assessore alle Politiche per la Persona, Flavia Franconi, così come peraltro annunciato venerdì scorso a Venosa dal presidente Marcello Pittella nel corso di un convegno organizzato dalla Caritas sulla emergenza “Boreano”, dal nome della omonima contrada venosina che annualmente diventa meta di centinaia di lavoratori di colore. All’incontro di oggi hanno partecipato, tra gli altri, il vescovo della Diocesi di Melfi, Rapolla e Venosa, mons. Gianfranco Todisco, con il responsabile della Caritas diocesana Giuseppe Grieco, i rappresentanti dei Dipartimenti regionali Presidenza della Giunta, Politiche della Persona, Politiche Agricole e Forestali, della Provincia di Potenza, di Asp, Acquedotto Lucano, Caritas, Cseres, Coldiretti, Osservatorio Migranti, (Associazione Firef Carlo Levi). Sono anche intervenuti i consiglieri regionali Franco Mollica, Carmine Castelgrande e Francesco Pietrantuono e l’assessore provinciale di Potenza, Paolo Pesacane. In primo piano le azioni e le sinergie da attivare per gestire preventivamente e non in fase emergenziale il consistente flusso di lavoratori migranti atteso come ogni anno nelle aree territoriali vocate alle coltivazioni ortofrutticole e del pomodoro in particolare. Nel merito sarà effettuata tempestivamente dal Dipartimento Agricole e Forestali una ricognizione e mappatura puntuale sulle superfici agrarie interessate dal ciclo semina-lavorazione-raccolta e sulle conseguenti unità lavorative previste, per poter programmare e realizzare alcuni Centri di accoglienza territoriali dotati delle infrastrutture adeguate a garantire le condizioni di soggiorno igienico sanitarie rispettose dei diritti umani dei lavoratori. Si approfondirà anche il tema del trasporto dei migranti sui luoghi di lavoro cercando di ridimensionare drasticamente i fenomeni di illegalità collegati alla pratica del caporalato. Il Tavolo si è occupato anche del tema generale dei diritti dei migranti, decidendo di approfondire già nei prossimi giorni, con un gruppo di lavoro specifico, la normativa vigente (europea, nazionale e regionale); riprendendo ed integrando, in particolare, i contenuti di una proposta di legge regionale del 2010 denominata “Norme per l’accoglienza, l’integrazione partecipe e la tutela dei migranti nella regione Basilicata”, con l’obiettivo di sottoporre alla discussione ed approvazione, delle Commissioni permanenti e del Consiglio, di una legge regionale all’avanguardia. Il vicepresidente della Giunta ha infine annunciato la decisione di procedere celermente con le riunioni settoriali, coinvolgendo anche i Dipartimenti regionali Infrastrutture, Lavoro e Formazione, per convocare nuovamente il Tavolo plenario prima delle festività pasquali.  
   
   
LA VOCE AI MIGRANTI UN INCONTRO IN PROVINCIA DI PARMA PER APPROFONDIRE IL TEMA DELL’IMMIGRAZIONE “FORZATA”. APPUNTAMENTO ANTEPRIMA DELLA SETTIMANA DEL MIGRANTE  
 
Parma, 7 aprile 2014 – “La mia è stata un’esperienza migratoria obbligata a causa della guerra in Ruanda. Sono andata a studiare a Genova e il primo anno è stato difficoltoso: è stato faticoso inserirmi e integrarmi nella città, sia perché non conoscevo la lingua, sia per la mentalità delle persone. Mi sono sentita molto sola. Poi grazie a una comunità di suore ho potuto incontrare i bambini nelle scuole e insieme a loro, che mi correggevano di continuo, ho imparato la lingua”. Oggi Alphonsine Mute ha 41 anni, ha una laurea magistrale in scienze religiose ed è insegnante a Parma. Sorride mentre racconta a un pubblico attento e curioso la sua storia: una delle tante storie di migrazione che questo pomeriggio in Provincia hanno potuto essere ascoltate nel corso dell’incontro “Aspettando la Settimana del Migrante: a proposito di immigrazione e asilo, esperienze e riflessioni”, promosso dalla Provincia e dalla Regione Emilia Romagna, in collaborazione con Forum Solidarietà. Un’occasione in cui si è voluto rendere protagonisti i migranti e parlare soprattutto di immigrazione “forzata”, intesa come rifugio dalle persecuzioni. Un’immigrazione ancora troppo spesso fatta di emergenze, di prima accoglienza, di gestione delle necessità. “Con questo incontro vogliamo permettere alle persone di raccontarsi, in modo da capire il percorso che le ha portate lontano dal loro Paese – ha spiegato l’assessore provinciale alle Politiche Sociali Marcella Saccani, aprendo questo pomeriggio l’incontro nell’Ente di piazza della Pace -. Si tratta di un’anteprima della Settimana del migrante, il festival unico e straordinario che riunisce ben 30 associazioni: un modo per rappresentare il tema dell’affermazione e del riconoscimento dei diritti veri, una grande metafora della vita così come esigiamo che sia”. “Oggi vogliamo sfuggire dalle statistiche che spesso fanno perdere l’aspetto soggettivo delle esperienze: le testimonianze ci permettono infatti di raccogliere esperienze, motivazioni, sentimenti e sensazioni. L’immigrazione “forzata” spesso non viene capita, si tende a svilire questa necessità, a dimenticare questa piaga: è invece la coesione sociale che porta allo sviluppo - ha sottolineato il sociologo Francesco Cirillo, mentre leggeva alcuni dei racconti di migranti raccolti nel Report provinciale sull’immigrazione 2013, come quello di un albanese di 40 anni, approdato clandestinamente in Puglia, che nei primi tre anni di permanenza in Italia ha dovuto lavorare per 13 ore al giorno in una fabbrica e oggi è avvocato. E così si passa di storia in storia. A prendere la parola è Don Isaac Paul, un parroco pakistano di 49 anni. “Io sono rimasto a Parma perché avevano bisogno di un sacerdote che parlasse inglese. I primi anni sono stati difficili perché non conoscevo la lingua ma poi ho imparato grazie ai catechisti, agli anziani e ai bambini. Non mi scorderò mai la prima volta che a Calestano sono andato nelle case per la benedizione di Pasqua: quando le persone mi aprivano dicevano che non avevano bisogno di sciarpe, perché avevo la stola e mi scambiavano per un venditore. Poi hanno imparato a conoscermi e sono stato accolto bene”. “La comunicazione con gli immigrati insegna molto in termini di conoscenza, ci aiuta ad essere profondi, ci obbliga a essere onesti, a metterci nei loro panni, a mescolare la nostra vita con la loro”, ha affermato il presidente del Ciac Emilio Rossi, che ha voluto raccontare anche un po’ della sua vita, di quando ha deciso di ospitare a casa sua un ragazzo della Costa d’Avorio che “colpiva per il suo candore e la sua comunicatività. Un ragazzo che adesso mi ha reso nonno di un bambino, Emilio. Loro dicono che sono stati fortunati a incontrarmi, io dico il contrario”. A chiudere il pomeriggio Serena Martini del Servizio centrale dello Sprar, il Sistema protezione richiedenti asilo e rifugiati. “Il nostro obiettivo è di costruire progetti di accoglienza che siano tarati sulla storia e sui bisogni di ogni singola persona: un’accoglienza emancipante che mira a restituire a ognuno tutta la sua autonomia. Da 3mila posti finanziati siamo passati in questo triennio ad averne più di 13mila con 456 progetti finanziati e 415 enti locali coinvolti. Di questi, 4 sono nel Parmense per un totale di 94 posti”. La Settimana del migrante proseguirà a Parma e nei Comuni della provincia fino al 13 aprile. Nove giorni di festival su immigrazione e intercultura, in cui si spazierà dagli spettacoli alle mostre, dagli incontri ai laboratori, dalle speciali cacce al tesoro ai tornei di calcetto, dai dibattiti all’animazione per bambini e ragazzi.  
   
   
PIU EUROPA, ASSESSORE CAPANIA SOTTOSCRIVE CON I SINDACI DI MARANO E PORTICI GLI ATTI AGGIUNTIVI DEL PROGRAMMA  
 
Napoli. 7 aprile 2014 - Sono stati sottoscritti dall´assessore regionale con delega agli Accordi di Programma Ermanno Russo, e dai sindaci Angelo Liccardo di Marano e Nicola Marrone di Portici gli atti aggiuntivi del "Piu Europa". Nel caso di Marano, si tratta della riassegnazione di economie che il Comune ha generato nell´attuazione delle operazioni ricomprese nel Programma, riassegnazione che consentirà il finanziamento di due ulteriori progetti di riqualificazione: uno relativo agli assi stradali del centro storico (3 milioni di euro) ed un altro relativo a via Casalanno - Corso Vittorio Emanuele (circa 1,3 milioni di euro). Il costo complessivo del programma "Piu Europa" Città di Marano è di circa 20 milioni di euro, di cui 16,3 milioni di quota regionale a valere sui fondi Fesr. Per Portici, la sottoscrizione riguarda il secondo atto aggiuntivo dell´accordo di programma per l´ammissione a finanziamento dell´intervento di riqualificazione del waterfront, per un importo di 9,9 milioni di euro. Il costo complessivo del programma "Piu Europa" Città di Portici è pari a 41,2 milioni di euro circa, di cui 29,3 milioni di quota regionale a valere su fondi Fesr.  
   
   
TORINO: NEL QUARTO INCONTRO DELLA SCUOLA PER LA BUONA POLITICA LA GIURISTA E COSTITUZIONALISTA LORENZA CARLASSARE AFFRONTA IL TEMA DELLA RAPPRESENTANZA E DEL RAPPORTO ELETTI-ELETTORI  
 
Torino, 7 aprile 2014 - Giovedì 10 aprile, alle 15 è in programma il quarto incontro del semestre 2014 della Scuola per la Buona Politica di Torino, che la Provincia ospita nella Sala Consiglieri della sua sede storica di Palazzo Dal Pozzo della Cisterna, in via Maria Vittoria 12. Protagonista dell’incontro sarà la giurista Lorenza Carlassare, professoressa emerita di Diritto Costituzionale all’Università di Padova, che tratterà il tema ”Gli eletti e gli elettori: quale rappresentanza?”. La lezione è aperta al pubblico fino ad esaurimento dei posti a sedere. La Scuola, giunta al settimo anno di attività didattiche, è diretta dal professor Michelangelo Bovero, docente di Filosofia Politica all’Università degli Studi di Torino. Nata nel 2008, la prestigiosa istituzione culturale torinese persegue l’obiettivo della rivitalizzazione di un’opinione pubblica critica, diffusa ed estesa: non si rivolge in modo privilegiato agli studiosi, ma a tutti i cittadini, offrendo spazi e strumenti per la formazione e l’autoformazione democratica. Il programma del semestre didattico 2014 è dedicato al tema della Riforma della Costituzione ed ai pericoli per la democrazia in caso di scelte avventate. Per conoscere nel dettaglio i programmi e le modalità per l’iscrizione gli incontri ed ai seminari: www.Sbptorino.org In merito al tema dell’incontro di giovedì 10 aprile, come spiega il professor Bovero, “la diffusa sfiducia dei cittadini nei confronti della politica e delle istituzioni, così come la crescita esponenziale delle astensioni e del voto di protesta, ci dicono che i classici istituti della rappresentanza democratica sono in condizioni di grave sofferenza. C’è allora chi propone di ripensare profondamente il rapporto tra eletti ed elettori, vincolando i primi ad attenersi rigorosamente alle istruzioni ricevute dai secondi. Si tratterebbe di mettere in discussione l’articolo 67 della Costituzione, che vieta il mandato imperativo, al pari di articoli analoghi previsti in tutte le Costituzioni della modernità. È una via sensata e percorribile? Sono ipotizzabili altri strumenti per rendere i cittadini maggiormente partecipi alle decisioni politiche (il referendum propositivo, su modello svizzero, l’istituto americano del recall, il voto attraverso Internet)? Sono auspicabili? Le degenerazioni oligarchiche della democrazia rappresentativa possono essere curate con iniezioni di democrazia diretta o il rimedio rischia di rivelarsi peggiore del male?”. Il Programma Degli Incontri Successivi Del Semestre 2014 Della Scuola Per La Buona Politica - 8 maggio alle 15: incontro con Gaetano Azzariti sul tema ”Vincoli di bilancio e diritti sociali: due visioni incompatibili?”. Nell’aprile del 2012, nel colpevole silenzio della politica e degli organi di stampa, il Parlamento italiano ha modificato a larghissima maggioranza l’articolo 81 della Costituzione, introducendo l’obbligo del pareggio di bilancio e consentendo il ricorso all’indebitamento solo in casi eccezionali, da deliberare con procedure aggravate. Così facendo, l’Italia si è piegata ai diktat liberisti delle istituzioni europee, rendendo di fatto molto difficili – o, secondo alcuni, impossibili – politiche sociali di tipo keynesiano. Ma la Costituzione tuttora in vigore, nella sua prima parte, prevede un ricco catalogo di diritti sociali, che possono essere soddisfatti solo attraverso cospicui investimenti pubblici nei settori della salute, dell’istruzione, del lavoro. Come sono compatibili queste disposizioni costituzionali con la nuova formulazione dell’articolo 81? Come funzionerà concretamente la nuova disciplina, che entrerà in vigore a partire dall’esercizio finanziario del 2014? Segue alle 17 il seminario “La salute è ancora un diritto?” 5 giugno alle 17: incontro con Gianni Ferrara sul tema “Addio al parlamentarismo?”. Il sistema parlamentare era stato scelto dai costituenti dopo l’esperienza del fascismo, perché appariva il meno esposto a rischi di degenerazioni autoritarie. Esso prevede la centralità del Parlamento, come sede di discussione e di determinazione dell’indirizzo politico, che i governi sarebbero tenuti essenzialmente ad “eseguire”. Oggi si vorrebbe abbandonare questo modello, a favore di una forma di governo di tipo presidenziale o semipresidenziale che permetta, la sera stessa delle elezioni, di individuare con chiarezza “chi ha vinto”. Verrebbe così restituito all’elettore il potere di decidere chi lo governa, non solo chi lo rappresenta in parlamento. Ma davvero l’elezione diretta del capo dell’esecutivo (sia esso concepito come Presidente della Repubblica o come Premier) accresce il potere degli elettori? E che dire della presunta maggiore efficienza e “governabilità” dei sistemi di tipo presidenziale?  
   
   
GIOVANI IN TRENTINO 2013: È IN RETE IL RAPPORTO BIENNALE  
 
Trento, 7 aprile 2014 - È disponibile da, 3 aprile il "Quinto rapporto biennale dell’Osservatorio permanente sulla condizione dell´infanzia e dei giovani", la più recente edizione del rapporto dedicato ai giovani trentini, curato dal Prof. Carlo Buzzi e dalla ricercatrice Iprase Arianna Bazzanella. Il rapporto presenta una rassegna di studi, ricerche e azioni realizzati dai principali attori che s´interessano e si occupano di giovani in Trentino. Dopo i contributi del Presidente della Provincia autonoma di Trento Ugo Rossi, dell’Assessora Sara Ferrari e del Direttore Iprase Luciano Covi, il testo propone una sezione introduttiva di guida alla lettura e di dati demografici. Seguono riflessioni inerenti scuola, lavoro e transizione; tempo libero e quotidianità; nuove tecnologie e new media e, infine, politiche giovanili e interventi a favore dei giovani trentini. Scuola, stage e (non)lavoro ma anche multiculturalità, montagna, Costituzione, nuove tecnologie, tempo libero, politiche giovanili… un quadro variopinto di dati, analisi, riflessioni molto diversi tra loro sia per approcci sia per temi, che è lo specchio di un mondo giovanile sfaccettato e complesso che richiede un’osservazione puntuale, costante, approfondita che non può né deve limitarsi a Neet, disoccupazione, disagio. Il volume è l’esito di una sinergia preziosa – e per certi aspetti inedita – tra giovani ricercatori di enti diversi del territorio, che ha portato a un testo originale, ricco di spunti e prospettive diverse e complementari, che consentono di aiutare a definire meglio il contesto in cui i nostri adolescenti e giovani vivono e costruiscono la loro quotidianità. Uno spazio virtuale di confronto per capitalizzare quanto realizzato in questi ultimi anni nell’ambito della ricerca e tentare di proporne una sintesi e una rilettura utili a tutti coloro che vogliano andare oltre le facili rappresentazioni dei giovani come sfaccendati, disinteressati, apatici. Il rapporto biennale ha l’obiettivo di raccogliere e sistematizzare dati già disponibili sul territorio, analizzarli in relazione al segmento giovanile della popolazione e restituirli alla collettività in un formato più fruibile. È possibile richiederne copia cartacea rivolgendosi a Sonia Brusco dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 13 (tel. 0461 494379; e-mail sonia.Brusco@iprase.tn.it  ) oppure scaricarlo gratuitamente dalla pagina dedicata del sito di Iprase (http://www.Iprase.tn.it/condizione-giovanile/i-rapporti-biennali/ ) che propone anche una sintesi. Per inviare commenti e richieste di ulteriori informazioni i lettori possono contattare la curatrice del Rapporto, Arianna Bazzanella: arianna.Bazzanella@iprase.tn.it    
   
   
DOPO IL SUCCESSO DELLA SPERIMENTAZIONE MILANO SI PONE COME CAPOFILA DI UNA GIORNATA NAZIONALE DEL LAVORO AGILE LAVORO AGILE, PRESENTATI I RISULTATI DELLA GIORNATA DEL 6 FEBBRAIO  
 
Milano, 7 aprile 2014 – “Il successo è stato tale e i vantaggi che si ottengono, a tutti i livelli, così rilevanti che ci poniamo come città capofila per sperimentare una Giornata Nazionale del Lavoro Agile. L’esperienza milanese ha insegnato che il mondo del lavoro non solo è pronto, ma ne ha bisogno". Lo ha dichiarato l’assessora al Tempo libero, Benessere e Qualità della Vita del Comune di Milano Chiara Bisconti, al termine di un convegno in cui sono stati presentati in dettaglio gli esiti della sperimentazione dello scorso 6 febbraio, la prima giornata in cui aziende private e pubbliche amministrazioni hanno ampliato la possibilità di lavorare ovunque e ne hanno misurato i vantaggi in termini di riduzione dell’inquinamento e risparmio di tempo per le persone. Alla Giornata del lavoro agile hanno aderito 104 tra enti (7) ed aziende (97), di cui 56 avevano già attive forme di lavoro agile, mentre 48 lo hanno sperimentato per la prima volta. Molte le aziende di piccole dimensioni: 40 quelle con meno di 100 lavoratori, 33 enti e aziende tra 100 e 1.000 lavoratori, 31 grandi aziende. L’adesione nelle piccolissime aziende, sotto i 10 dipendenti, è stata pari al 73,4% dei lavoratori; 29,2% nelle imprese tra gli 11 e i 100 dipendenti. In totale, l’81% per la prima volta ha lavorato agilmente per la prima volta. Tra coloro che hanno risposto al questionario è stato registrato un alto gradimento dell’iniziativa: votato 4,7 su scala di 5. Molti (68%) hanno voluto spiegare le motivazioni di questo gradimento. La prevalenza delle ragioni sono legate proprio all’uso del tempo e degli orari (risparmio di tempo, più tempo dedicato alla famiglia, più tempo per sé e maggiore flessibilità degli orari). Sinteticamente, il 69% delle motivazioni espresse indicano vantaggi per la persona, il 19% sono riconducibili agli effetti sull’organizzazione del lavoro, il 9% riconoscono possibili effetti positivi su mobilità e ambiente. Solo il 3% del totale delle motivazioni espresse segnalano criticità, quali l’inadeguatezza della strumentazione informatica in dotazione o la lentezza di alcuni collegamenti, il rischio di isolamento e di riduzione dei rapporti umani con i colleghi. Molto è il tempo risparmiato negli spostamenti dai lavoratori agili il 6 febbraio 2014. Complessivamente sono state risparmiate circa 2.600 ore, circa 108 giorni lavorativi: si rimettono così a disposizione 324 giornate lavorative di otto ore ciascuna, in una sola giornata. Oppure, per fare un secondo esempio, ci si è liberati di un tempo obbligato – quello dello spostamento casa-lavoro – per dedicarlo ad altre attività: se pensiamo a un paio d’ore per andare in piscina o a correre, la Giornata del lavoro agile ha incrementato per 1.300 persone gli accessi a questi centri sportivi, in un solo giorno. Dal punto di vista individuale, in media ciascuno ha risparmiato 112 minuti. Il tempo risparmiato per gli spostamenti è stato prevalentemente trascorso a casa dall’83%dei lavoratori agili ma un 16% lo ha utilizzato fuori casa nella propria città. Se osservato rispetto all’età, il tempo risparmiato è stato usato da chi ha meno di 30 anni per il riposo e le attività domestiche, mentre le persone oltre i 35 anni lo hanno diviso tra la cura della famiglia (con una grande dominanza nei 35-50enni), le attività domestiche e il lavoro. Il 6 febbraio 2014 è stata comunque una giornata di lavoro per chi ha risposto al questionario. La gran parte di loro (89%) ha lavorato da casa propria, mentre il 7% lo ha fatto presso sedi distaccate. La Giornata del lavoro agile del 6 febbraio 2014 ha coinvolto prevalentemente lavoratori e lavoratrici della Lombardia (90%), ma anche piemontesi, liguri, veneti ed emiliani, evitando anche spostamenti particolarmente lunghi dalla Puglia, da Chiasso (Ch) e da Nizza (F) verso Milano. Per gli spostamenti casa-lavoro, il 36% dei lavoratori avrebbe utilizzato un solo mezzo di trasporto, mentre tutti gli altri avrebbero utilizzato almeno due mezzi di trasporto. In particolare, il 53% dei lavoratori e delle lavoratrici avrebbe usato un mezzo pubblico per recarsi al lavoro, di cui un terzo avrebbe effettuato uno scambio modale utilizzando in sequenza un mezzo privato motorizzato e un mezzo pubblico. Il 63% dei lavoratori avrebbe utilizzato un mezzo privato motorizzato (autovettura o motoveicolo) per almeno una parte del tragitto e il 45% per l’intero tragitto. Tenendo conto del fatto che la Giornata del lavoro agile ha intercettato prevalentemente gli spostamenti di scambio fra Milano e il mondo esterno, e che per questo tipo di spostamenti sarebbe stato usato in prevalenza il mezzo privato, si può affermare che l’iniziativa del 6 febbraio ha contribuito a ridurre soprattutto gli spostamenti casa-lavoro di media-lunga percorrenza effettuati con mezzo a motore privato. Focalizzando l’attenzione ai soli spostamenti casa-lavoro con mezzo di trasporto privato a motore (autovettura come conducente o motoveicolo come conducente), la lunghezza media dello spostamento evitato dalla Giornata del lavoro agile è pari a circa 23 chilometri. Si può stimare che le emissioni atmosferiche evitate grazie alla Giornata del lavoro agile siano le seguenti: circa 6 kg di Pm10; circa 87 kg di ossidi di azoto (di cui 32 kg di biossido di azoto); circa 32 tonnellate di anidride carbonica. Queste quantità corrispondono a poco meno dell’1% delle emissioni atmosferiche che mediamente vengono rilasciate dal traffico stradale circolante nella città di Milano in un giorno feriale invernale, tranne per il biossido d’azoto il cui peso percentuale rispetto alla totalità di Milano è compreso tra l’1% e il 2%. Secondo le stesse ipotesi, la Giornata del lavoro agile ha permesso di risparmiare il consumo di circa 13.000 litri di carburanti fossili per trazione.  
   
   
´ROSA CAMUNA´, PRESIDENTE LOMBARDIA: SARÀ L´UNICO PREMIO REGIONALE  
 
Milano. 7 aprile 2014 - "Abbiamo deciso di unificare i vari premi che venivano assegnati in un unico premio denominato ´Rosa camuna´, un nuovo riconoscimento, che sarà conferito a coloro che si sono particolarmente distinti nel contribuire allo sviluppo economico, sociale, culturale e sportivo della Lombardia. Il premio sarà assegnato ogni anno dal presidente della Regione il 29 maggio, in occasione della Festa della Lombardia". Lo ha spiegato il presidente della Regione Lombardia, intervenendo alla conferenza stampa al termine della riunione della Giunta regionale. Regolamento Del Premio - "I premi - ha precisato il presidente - andranno da un minimo di 12 a un massimo di 24, tenendo conto della rappresentanza dei territori. I candidati e chi può proporre le candidature sono persone fisiche, associazioni e fondazioni, enti, imprese residenti od operanti in Lombardia. Il termine per le candidature, che chiunque può inviare, è il 30 di aprile. Ci sarà una commissione di valutazione composta dal presidente della Regione, che poi assegna il premio, dal presidente del Consiglio regionale e dai capigruppo in Consiglio regionale". "Il Premio - ha concluso il governatore - consisterà in una nuova scultura, che è in fase di realizzazione".  
   
   
TRENTO: PRESENTATO IL DEPLIANT "PROGETTO CITTADINO SICURO E INFORMATO"  
 
Trento, 7 aprile 2014 - Il comandante provinciale dell´Arma dei Carabinieri colonnello Maurizio Graziano, che era accompagnato dal capitano Alessandro Firinu e l´assessore provinciale alla coesione territoriale Carlo Daldoss hanno presentato il 3 aprile, presso la Stazione dei Carabinieri di via Barbacovi a Trento, la pubblicazione "Progetto cittadino sicuro e informato", un agile vademecum informativo che riporta una nutrita selezione di suggerimenti che i Carabinieri di solito forniscono ai cittadini, su argomenti legati soprattutto alla tutela della sicurezza. "Siamo grati alla Provincia – ha detto il comandante Graziano, – per la sollecitudine con cui ha risposto alla nostra richiesta di collaborazione: questo vademecum è uno dei molti episodi frutto di sinergie che ci vedono coinvolti al fianco delle istituzioni provinciali". "La sicurezza del territorio – ha invece sottolineato l´assessore Daldoss, – nasce in prima istanza dalla consapevolezza del cittadino dei propri diritti e dal suo spirito di osservazione e di collaborazione. È la rete solidale della comunità il reale antidoto alla criminalità che si costruisce grazie anche ai consigli di questo libretto". Il comandante Maurizio Graziano ha ringraziato la Provincia per il supporto nella realizzazione di questo vademecum. “Una raccolta di utili consigli – ha spiegato il comandante - che vuole essere uno dei nostri strumenti per avvicinarci alla popolazione. Un libretto che raccoglie una serie di consigli, che non sono esaustivi, ma che forniscono una traccia di quello che il cittadino può fare”. Ha preso poi la parola l’assessore Carlo Daldoss. “La mia presenza – ha spiegato l’assessore - sta a significare, a nome anche del presidente Ugo Rossi, in primo luogo la vicinanza delle istituzioni. L’incontro di oggi riveste anche un forte significato sociale: cioè che tutti insieme dobbiamo cogliere quelle che sono le sensibilità e le problematicità che i cittadini tutti i giorni vivono. L’aspetto più rilevante è quello di generare nel cittadino la sensazione di sentirsi comunque in un contesto di sicurezza. Il vademecum vuole quindi dire questo ai cittadini: noi ci siamo, mettiamo in atto tutti gli interventi di presidio che sono necessari”. L’assessore ha concluso sottolineando un altro aspetto positivo dell’iniziativa ossia che “il cittadino, grazie al vademecum, è chiamato ad essere parte attiva della sicurezza. Se il territorio è presidiato in maniera consapevole dalla popolazione allora si crea sinergia e così le stesse persone possono fare attività di prevenzione”. Il fascicoletto "Progetto cittadino sicuro e informato" raccoglie consigli di carattere generale per aiutare il cittadino a conoscere i propri diritti e prevenire situazioni di pericolo. "Negli ultimi anni, in provincia di Trento – si legge nell´introduzione, – il numero di denunce presentate per i cosiddetti "reati predatori" (furti, scippi e rapine) è rimasto sostanzialmente costante, mentre si è registrato un aumento, seppur lieve, del numero di denunce per truffe, operate soprattutto in danno di anziani. Gran parte di questi raggiri colpisce persone con più di 65 anni, che di norma vivono da sole. Sicuramente l´età e la buona fede che li contraddistingue rappresentano elementi che rendono gli anziani la categoria più vulnerabile per tali reati". Sfogliando l´agile pubblicazione balzano subito agli occhi i temi centrali della sicurezza del cittadino: come difendersi dai furti e dagli scippi in strada, come difendersi in abitazionee come difendersi da truffe e da raggiri. Un capitoletto della guida è dedicato esclusivamente ai furti di biciclette, una vera piaga della microcriminalità. Questi i consigli dei carabinieri: parcheggiate la bicicletta in zone di passaggio, dove altre persone potrebbero notare qualcuno intento a rubarla; chiudete la bicicletta assicurandola agli elementi metallici dei portabiciclette messi a disposizione dai Comuni; usate due catene, una per la ruota anteriore e una per quella posteriore, che abbraccino anche il telaio della bicicletta; quando possibile, fate timbrare la bicicletta dalle associazioni che si offrono di “tatuarla” con un codice che permetterà il suo riconoscimento in caso di furto, o comunque dotarla di segni riconoscibili e nascosti, ad esempio all’interno del parafango. Il fascicoletto "Progetto cittadini sicuro e informato" verrà ora distribuito sull´intero territorio provinciale tramite le Comunità di valle e i Comuni, oltre che dalle Stazioni periferiche dell´Arma dei Carabinieri.  
   
   
LUDOPATIE IN LOMBARDIA: LEGGE DI TUTTI  
 
Bergamo. 7 aprile 2014 - "L´incontro dimostra come Bergamo e il suo territorio siano un vero modello nel contrastare il fenomeno del gioco d´azzardo. Istituzioni, Curia, mondo dell´associazionismo e del volontariato stanno lavorando fianco a fianco per un obiettivo comune e sanno di poter contare su uno strumento valido come la legge regionale contro le ludopatie". Così l´assessore al Territorio, Urbanistica e Difesa del suolo di Regione Lombardia, durante il suo intervento al Seminario sulla legge sulla Ludopatia, nella sede territoriale di Bergamo. Si tratta del primo ciclo di incontri organizzato dall´assessore al Territorio, team leader per la Giunta sul tema ludopatie, che toccherà nelle prossime settimane tutte le province lombarde: lunedì a Brescia, mercoledì a Cremona e giovedì a Pavia sono i prossimi appuntamenti. Voto Unanime - "Una legge - ha proseguito la team leader della legge regionale di contrasto al gioco d´azzardo patologico e alle ludopatie - che, va ricordato, è stata votata all´unanimità da tutte le forze politiche presenti in Consiglio regionale e che è quindi la legge di tutti. Spiace constatare che altrove - ha ammesso - anche un tema che causa problemi gravissimi a migliaia di persone sia utilizzato strumentalmente per sterili polemiche". Tour Nelle Province - "La legge regionale che presentiamo a Bergamo e nei prossimi giorni in tutte le province lombarde - ha precisato la titolare regionale al Territorio - è diventato un esempio per altre regioni e soprattutto ha il merito di riconoscere il gioco d´azzardo come vera e propria emergenza sociale. Oggi - ha concluso - è necessario tutti insieme mantenere alta l´attenzione e la tensione per la soluzione di un problema che Regione Lombardia, con coraggio, ha voluto approcciare come tale e non, come appare in una visione distorta, come la facile scappatoia per assicurare entrate allo Stato in un momento di crisi". Comuni Usino Legge Regionale - "Ogni giorno - ha continuato l´assessore al Territorio - arrivano ai miei uffici richieste di aiuto da parte di sindaci e rappresentanti del mondo del volontariato, che, sul proprio territorio, cercano di contrastare l´apertura di nuove sale. Ora tutti questi soggetti dispongono finalmente di uno strumento normativo efficace, per evitare il proliferare di questa piaga sociale, con regolamenti che fissano la distanza dai luoghi sensibili per l´installazione di nuove macchinette, un pacchetto sulle attività di prevenzione e cura della malattia, incentivi fiscali per i gestori che decideranno di disinstallare le slot dai loro locali" inoltre ha proseguito l´assessore, "abbiamo fortemente voluto coinvolgere i giovani, che rappresentano una categoria ad altissimo rischio, lanciando un concorso nelle scuole superiori e professionali, con cui verrà scelto il logo regionale che potranno esporre i gestori fieramente no slot". Forma Di Dipendenza - "Siamo a Bergamo per presentare una legge regionale che ingaggia una vera e propria lotta ad un fenomeno che sta diventando un´autentica piaga sociale: la ludopatia". Così l´assessore all´Ambiente, Energia e Sviluppo sostenibile di Regione Lombardia, durante il suo saluto intervento. "La ludopatia è di fatto una droga - ha aggiunto l´assessore - perché chi è affetto da ludopatia è affetto da una forma di dipendenza patologica, vicina e paragonabile alla dipendenza da altre sostanze". Dati Sconcertanti - "Ieri, in preparazione all´incontro di oggi - ha proseguito la titolare regionale all´Ambiente - ho letto i risultati di un rapporto del 2012 redatto dell´Assessorato alla Famiglia. I dati emersi sono a dir poco sconcertanti, e mostrano un climax ascendente, con sempre maggior tempo dedicato delle giocate e un crescendo delle somme messe a disposizione, il che di fatto si traduce in meno tempo per il lavoro, meno tempo per la famiglia, meno soldi per la famiglia. La ludopatia - ha fatto notare ancora l´assessore - non colpisce solo l´individuo, ma ha necessariamente ricadute negative e devastanti anche su chi lo circonda e interagisce con lui. L´aspetto più preoccupante è che colpisce anche i giovani; se nessuna fascia di età ne è totalmente esente, dallo studio risulta che gli uomini sono maggiormente soggetti a questa dipendenza". Bergamo Terza Provincia - "Da questo rapporto - ha spiegato - si evince anche che Bergamo è la terza provincia all´interno del territorio lombardo in termini di dipendenza, e che qui negli ultimi due anni, dal 2010 al 2012, si è registrato un aumento del 70 per cento, mentre a Milano addirittura del 400 per cento. Sono dati che ci devono veramente far riflettere". Costi Sociali - "Un altro aspetto da considerare, come per tutte le dipendenze - ha proseguito l´assessore - è che la ludopatia ha dei costi sociali elevati proprio perché ha effetti sulle famiglie e sulla società. Spesso poi in periodi di crisi - ha ammesso - si pensa che il gioco d´azzardo possa risolvere tutti i problemi, e quindi immancabilmente si assiste ad un aumento esponenziale di questo tipo di fenomeno. Infine - ha aggiunto - l´altra questione su cui bisognerebbe riflettere, per riprendere le parole del Sindaco Tentorio, è: quanto potere hanno i sindaci e i rappresentanti delle istituzioni che stanno sul territorio per gestire drammi come quello della dipendenza dal gioco d´azzardo? Nulla di fatto - ha constatato - perché le sale gioco non le autorizzano i Sindaci, loro possono solo mettere in atto regolamenti, ma non è campo d´azione del Sindaco. Probabilmente - ha concluso l´assessore - la rendita economica elevata che garantisce allo Stato questo tipo di dipendenza, giustifica una certa inattività".  
   
   
LUDOPATIE, LOMBARDIA: SU LEGGE NON SERVE DIVIDERSI  
 
Milano. 7 aprile 2014 - "Istituzioni e politica non si possono dividere su provvedimenti mirati a contrastare il gioco d´azzardo patologico e la ludopatia". L´assessore regionale al Territorio, Urbanistica e Difesa del suolo, team leader della Giunta regionale per la legge al contrasto del gioco d´azzardo patologico e della ludopatia, interviene così sugli effetti del provvedimento entrato in vigore qualche settimana fa. Approvata All´unanimità - "E non è un caso che la nuova legge della Lombardia che regolamenta questa materia sia stata approvata all´unanimità dal Consiglio regionale. Se poi, proprio attraverso il confronto e il dialogo con altre Istituzioni, qualcuno ritiene che la normativa possa essere affinata, noi siamo disponibili alla massima collaborazione. In tal senso attendo proposte concrete, a partire da quelle del Comune di Milano. Intanto, a Bergamo si è svolto il primo di una serie di seminari, programmati in tutti i capoluoghi di provincia, per illustrare ai sindaci e agli altri soggetti interessati il contenuto della nuova legge regionale". Legge Non Ha Effetti Retroattivi - "Al Comune di Milano, ricordo - spiega l´assessore - che la legge regionale non può certamente avere effetti retroattivi, regolamenta unicamente i locali pubblici con slot o macchinette varie e che è applicabile anche su provvedimenti sottoposti a Scia (Semplice Comunicazione Inizio Attività)". Norma Ha Prodotto Effetti Importanti - "Ben vengano le interrogazioni al Governo - prosegue l´assessore, commentando l´iniziativa di alcuni parlamentari su questo argomento - anche se vorrei sottolineare che, già nel mese di luglio, non appena la Giunta aveva votato il provvedimento, insieme al presidente, avevo scritto una lettera al presidente della Repubblica, all´allora premier e al ministro dell´Interno per illustrare la nostra iniziativa e chiedere sostegno in ogni sede istituzionale". "E´ necessario ricordare - conclude l´assessore regionale - che, se bene applicata, la legge fortemente voluta da Regione Lombardia ha già prodotto effetti importanti".  
   
   
UE: UN REGIME GIURIDICO CHIARO PER I FAMILIARI DI CITTADINI EXTRACOMUNITARI  
 
Bruxelles, 7 aprile 2014 - Diritto al ricongiungimento familiare dei migranti è riconosciuta in tutta l´Ue. Norme comuni sono in atto delle condizioni in cui i familiari di un cittadino extracomunitario, legalmente residenti in uno Stato membro, sono autorizzati a entrare e soggiornare nell´Ue. L´esperienza tuttavia dimostra la necessità di garantire una maggiore coerenza nella attuazione di tali norme . Per questo motivo la Commissione presenta una guida per la corretta e significativa della direttiva sul ricongiungimento familiare ( 2003/86/Ce ) tra gli Stati membri, evitando possibili abusi. " Il diritto alla vita familiare è un diritto fondamentale. Mantenere legami familiari è fondamentale per il benessere e facilita l´integrazione degli immigrati che sono arrivati ​​in Europa. ´importante per la felicità e il benessere, e aiuta l´integrazione dei migranti nella società " , ha sottolineato Cecilia Malmström, Commissario per gli Affari interni. La comunicazione di oggi fa seguito a una consultazione pubblica relativa al ricongiungimento familiare dei cittadini di paesi terzi, che ha invitato la Commissione a intraprendere ulteriori azioni verso il raggiungimento di un regime ricongiungimento familiare più efficace a livello europeo. T egli comunicazione affronta una vasta gamma di problemi che sono stati individuati nel corso della consultazione pubblica e nella relazione sull´attuazione della direttiva. T ha diritto al ricongiungimento familiare deve essere effettivamente applicato secondo le norme della direttiva. Mentre gli Stati membri conservano un certo margine di apprezzamento in sede di applicazione alcune disposizioni facoltative della direttiva, le linee guida garantiranno che tale potere non leda i diritti degli individui. Allo stesso tempo, il diritto al ricongiungimento familiare non è illimitato e le linee guida consentono di possibili frodi e abusi da parte di candidati da affrontare in modo efficace. Complessivamente essi prevedono una comprensione più trasparente e più chiara delle norme sul ricongiungimento famigliare e norme comuni a livello europeo, anche per quanto riguarda: Il campo di applicazione della direttiva (ad esempio chiarendo la definizione e concetti applicabili per i migranti che beneficiano delle norme Ue); La presentazione e l´esame della domanda (ad esempio, le prove richieste, la lunghezza delle procedure); I requisiti per l´esercizio del diritto al ricongiungimento familiare (es. Alloggio, assicurazione malattia, di risorse sufficienti, misure di integrazione); L´ingresso e il soggiorno dei familiari (ad esempio soggiorni di lunga durata di visti e permessi di soggiorno, l´accesso al lavoro); La situazione dei beneficiari di protezione internazionale; Principi generali relativi ad esempio alla disponibilità di informazioni, il miglior interesse del bambino, abuso e frode, il diritto di contestazione. Sfondo Il diritto alla vita familiare è un diritto fondamentale garantito dalla Carta dei diritti fondamentali dell´Ue e la Convenzione europea dei diritti dell´uomo, e protetta dalle alte giurisdizioni dell´Ue. Il ricongiungimento familiare è uno strumento necessario per permettere la vita familiare ei migranti hanno il diritto di avere i loro stretti familiari unirsi a loro se sono soddisfatte tutte le condizioni della direttiva sul ricongiungimento familiare. Essendo vicino alla propria famiglia aiuta a creare stabilità socio-culturale, facilitando così l´integrazione dei migranti negli Stati membri e promuovere la coesione economica e sociale. I membri della famiglia offrono anche un sostegno concreto nel processo di familiarizzare con il nuovo paese. I cittadini non comunitari che siano familiari di soggiornanti legalmente cittadini di paesi terzi hanno il diritto di entrare e soggiornare nell´Ue se lo sponsor abbia risieduto "per un anno o più" con "una fondata prospettiva di ottenere il diritto di soggiorno permanente". Gli Stati membri possono esigere l´adempimento di altre condizioni, quali risorse sufficienti, di un alloggio adeguato e di un´assicurazione malattia, così come "misure di integrazione". Nel 2011 la Commissione ha avviato una consultazione pubblica su come migliorare l´efficacia dei migranti diritto al ricongiungimento familiare nell´Ue ( Libro Verde ). Più di 120 risposte sono pervenute da organizzazioni non governative, gli Stati membri, locali e regionali, le amministrazioni, le organizzazioni internazionali, le parti sociali e gli individui. Nel 2012, la Commissione ha organizzato un´audizione pubblica a cui hanno partecipato 230 rappresentanti. Come risultato, le linee guida attuali tengono conto dei pareri espressi dalle parti interessate alla consultazione pubblica, insieme con la giurisprudenza della Corte di giustizia dell´Unione europea sul ricongiungimento familiare e di altre direttive comunitarie, così come la Carta dei diritti fondamentali dell´Ue . Nel 2012, 364 929 membri della famiglia sono uniti un cittadino extracomunitario nei 25 Stati membri che applicano la direttiva Ricongiungimento familiare (tutti i paesi Ue, ma la Danimarca, l´Irlanda e il Regno Unito). Di questi ci sono stati 126 155 i coniugi o partner e 180 395 bambini.  
   
   
UN FONDO PER LE DONNE VITTIME DI VIOLENZA  
 
Trento, 7 aprile 2014 - Le donne che subiscono violenza non saranno più sole, neanche per quanto riguarda le spese legali che dovranno sostenere: è in arrivo infatti il Fondo di solidarietà per le donne vittime di violenza. Si tratta di un fondo istituito dalla legge provinciale 6/2010, "Interventi per la prevenzione della violenza di genere e per la tutela delle donne che ne sono vittime", di cui oggi la Giunta provinciale, su proposta delle assessore alla salute e solidarietà sociale Donata Borgonovo Re e alle pari opportunità Sara Ferrari, ha approvato in via preliminare la disciplina di accesso. Con il fondo saranno coperte le spese di giustizia da sostenere per la costituzione di parte civile nell’ambito dei procedimenti penali e quelle relative a procedimenti civili - già intrapresi o da intraprendere sempre in conseguenza della violenza subita - per separazione, divorzio, responsabilità genitoriale e affidamento minori, risarcimento danni ed eventuali procedure connesse. Per ogni grado di giudizio le spese sono coperte nel limite massimo di 800 euro. Con tale strumento la Provincia autonoma di Trento persegue l´obbiettivo di estendere le garanzie già previste a livello nazionale dalla normativa sulle spese di giustizia, assicurando il raccordo con l´istituto del gratuito patrocinio a spese dello Stato (che consente di riconoscere l´assistenza legale gratuita ai non abbienti) ed evitando sovrapposizioni tra questi due strumenti. Il fine del fondo è quello di sostenere in maniera concreta, per mezzo di un aiuto economico, le donne che decidono di compiere quel passo, faticoso e difficile, che consente di fare emergere comportamenti troppo spesso destinati altrimenti a rimanere nascosti, confinati nella dimensione privata, nonché quello di incoraggiarle nella scelta di allontanarsi dall´autore della violenza. La Giunta provinciale ha approvato oggi in via preliminare i criteri e le condizioni di accesso al Fondo di solidarietà previsto dalla legge provinciale 6 del 2010. Il Fondo è destinato alle donne vittime di violenza in possesso dei seguenti requisiti: • residenza in provincia di Trento, sia alla data di presentazione della domanda sia nel momento in cui è stata subita la violenza; • indicatore della condizione economica del nucleo familiare (Icef) inferiore o uguale a 0,40 calcolato in base alla relativa disciplina vigente al momento della presentazione della domanda; • inammissibilità al gratuito patrocinio a spese dello Stato. Ai fini della determinazione dell’indicatore della condizione economica, il nucleo familiare da valutare è costituito dalla donna e da eventuali figli minori o equiparati a minori o da eventuali minori affidati, con lei conviventi. Per accedere al Fondo deve essere soddisfatta almeno una di queste condizioni: • l´instaurazione di un procedimento penale per un reato di violenza, consumato o tentato sul territorio italiano, di cui la richiedente è parte offesa; • l’intervenuto ammonimento del Questore a tutela della richiedente; La domanda di accesso al fondo dovrà essere presentata, per ogni grado di giudizio, al Servizio politiche sociali della Provincia autonoma di Trento anche in via telematica. Saranno a disposizione per questo scopo gli sportelli di informazione e assistenza al pubblico della Provincia previsti dalla legge.  
   
   
TRENTO: INTERVENTI DI INSERIMENTO LAVORATIVO PER LE DONNE VITTIME DI VIOLENZA  
 
Trento, 7 aprile 2014 - Il sistema di rilevazione delle denunce relative alla violenza contro le donne, creato nel 2012, ha evidenziato che anche nelle aree del Trentino è presente il fenomeno delle violenze sulle donne, in modo proporzionale alla distribuzione della popolazione femminile, e che la maggior parte delle violenze sulle donne viene perpetrata (più dell´80%) da autori conosciuti, in particolare da partner ed ex partner; inoltre il circa 70% delle donne vittime di violenza in Trentino non lavora. Poiché spesso le vittime si trovano in una situazione di disoccupazione che non consente loro di affrancarsi dalla dipendenza economica nei confronti del familiare autore della violenza, per poter intraprendere un percorso di reinserimento sociale è indispensabile attivare azioni di inserimento lavorativo. Di qui la decisione odierna dell´esecutivo provinciale, su proposta del vicepresidente Alessandro Olivi, che dà mandato all´Agenzia del Lavoro di attivare una serie di interventi specifici e di prevedere, in alcuni casi, canali privilegiati di accesso. "Le politiche del lavoro - sottolinea Olivi - devono avere come obiettivo primario quello di promuovere le persone, con le loro potenzialità, le loro legittime aspettative. Questo è tantopiù vero per le donne vittime di violenza, che sono oggettivamente in una condizione di grave difficoltà e disagio, accentuato da una crisi economica che non fa sconti e a cui molte di loro si trovano ad essere, spesso, ancora più esposte. Le misure che possiamo mettere in campo devono puntare quindi a restituire a queste persone fiducia, ruoli, spazi reali di libertà e di emancipazione, anche nei confronti di quelle situazioni familiari da cui si sono dovute sottrarre". Destinatarie degli interventi sono dunque le donne vittime di violenza segnalate dai servizi sociale; cinque le linee di azione individuate: 1. Attività di accoglienza e orientamento a favore della donna vittima di violenza da parte di personale specializzato di Agenzia del Lavoro, con professionalità idonea a gestire questo tipo di situazioni; 2. Previsione della categoria specifica delle donne vittima di violenza segnalate dai servizi sociali nell´ambito della classe generale dei soggetti svantaggiati destinatari di interventi di politica del lavoro; 3. Previsione della possibilità di utilizzo del sostegno all´inserimento lavorativo in cooperative, a favore delle donne vittime di violenza, come categoria degna di attenzione specifica e con un intervento finanziario maggiore rispetto a quello previsto per la generalità degli svantaggiati, attraverso una percentuale di riconoscimento dei costi del lavoro maggiorata di almeno 10 punti percentuali a favore di tale categoria (ovvero viene finanziato il costo del lavoro al 70%, anziché al 60%, il primo anno e poi al 60%, anziché al 50%, il secondo anno, quindi al 50% anziché al 40% il terzo anno); 4. Previsione della possibilità di accesso all´intervento 19 (Progetti per l´accompagnamento alla occupabilità attraverso lavori socialmente utili) del Documento degli interventi di politica del lavoro a favore delle donne vittime di violenza, segnalate dai servizi sociali, come categoria degna di attenzione specifica, individuando canali privilegiati di accesso; 5. Estensione alle donne vittime di violenza di tutti gli interventi previsti nel Documento degli interventi di politica del lavoro a favore delle persone svantaggiate, compresi gli incentivi all´assunzione e i tirocini.