Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 







MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web




 


MARTEDI

PAGINA 1 PAGINA 2 PAGINA 3 PAGINA 4 PAGINA 5 PAGINA 6 ALIMENTAZIONE
Notiziario Marketpress di Martedì 15 Aprile 2014
INDRO MONTANELLI: I SUOI EX DIPENDENTI DE “IL GIORNALE NUOVO” CREANO UN SITO SU FACEBOOK – FORSE DUE FESTE PER I QUARANT’ANNI DELLA TESTATA ?  
 

Milano, 15 aprile 2014 – Sembrava un’idea buttata li come solitamente si usa fare, ma l’occasione del 40 esimo anniversario della nascita de “il Giornale nuovo” di Indro Montanelli, che ricorre il prossimo 25 giugno 2014, è stata la scintilla che ha fatto scoccare la fiamma del: “Dai, si rivediamoci, ma come ?” Fra i primi ed ora, non più giovani, dipendenti de “il Giornale nuovo” nonché assunti presso la Società Europea di Edizioni attorno agli anni 1970/80. Alla fine l’idea è stata realizzata sul web e più precisamente su solcial Facebook dove è stato creato uno spazio apposito all´interno del quale i circa 80 iscritti ex di Montanelli si sfogano, scrivendo pagine e pagine di ricordi, ancora molto freschi ed i testi vengono arricchiti mediate una sorta di caccia alle foto vecchie che ogni ex de “il Giornale nuovo” ha conservato in questi ultimi venti anni, dopo la scissione fra Montanelli e Berlusconi. Dal ritmo delle pubblicazioni e dalla voglia di esternare le proprio memorie si comprende perfettamente che si tratta di una vera e propria “bomba” mediatica che non mancherà di produrre degli effetti giornalistici del tutto imprevedibili. Sono migliaia infatti i giornalisti che, ancora oggi, sono in giro per il mondo ed hanno collaborato con la nota testata montanelliana dalla quale, si sono dovuti staccare si, ma in maniera troppo violenta per non lasciare una sorta di desiderio di uscire si, ma con la pace dentro e convinti di aver fatto qualcosa che meritava essere fatto. Il 25 giugno 2014 una cosa è certa gli ex di Montanelli si incontreranno, probilmente presso la statua del direttore situata presso i “Giardini Montanelli” di piazza Cavour a Milano, cosa succederà è ancora da sapere, ci saranno due feste ? Sallusti e Feltri festeggeranno da una parte e gli ex dall’altra ? Ci saranno incontri e abbracci e calorose strette di mano ( almeno per qualche ora) fra ex e attuali dipendenti oppure nulla di tutto ciò ? Non è dato sapersi bisogna attendere il 25 giugno 2014. In merito a questa novità, ancora tutta da definire, gli affezionati o ex de “Il Giornale nuovo” che lo desiderano possono inviare delle e-mail a redazione@marketpress.Info  con le loro impressioni su questo nuovo avvenimento. Il link al sito degli ex "il Giornale nuovo" Collegarsi prima a Facebook e quindi cliccare su questo link https://www.Facebook.com/groups/455850457851730/

 

 
   
   
PARLAMENTO EUROPEO: APERTURA DELLA SESSIONE: NO ALLO SMEMBRAMENTO DELL´UCRAINA, UN MINUTO DI SILENZIO PER LE VITTIME DEL GENOCIDIO IN RUANDA  
 
Strasburgo, 15 aprile 2014 - Il Parlamento europeo non riconosce l´occupazione illegale russa della Crimea e invita il Paese a ritirare le sue truppe dal territorio dell´Ucraina e a rispettare il diritto internazionale, ha detto il Presidente Schulz aprendo l´ultima sessione plenaria di questa legislatura. Schulz ha anche chiesto un minuto di silenzio per commemorare il ventesimo anniversario del genocidio di 800.000 persone in Ruanda. Ucraina - Schulz ha ribadito il sostengo del Parlamento alla sovranità dell´Ucraina e alla sua integrità territoriale, già espresso in varie recenti risoluzioni approvate a grande maggioranza e ha elogiato gli sforzi compiuti dal governo dell´Ucraina per superare le divisioni interne e riaffermare la sua autorità. Il Presidente, ha inoltre accolto con favore l´aiuto economico all´Ucraina annunciato dal Consiglio Ue e sottolineato che il Parlamento voterà giovedì una serie di preferenze commerciali unilaterali per contribuire a rafforzare l´economia dell´Ucraina. I deputati saranno presenti alle elezioni in Ucraina in veste di osservatori, il 25 maggio, elezioni che Schulz sperava potessero essere libere ed eque per iniziare un nuovo capitolo nella storia dell´Ucraina come Stato "libero, moderno e democratico". Il genocidio in Ruanda. Schulz ha chiesto un minuto di silenzio per ricordare il ventesimo anniversario del genocidio in Ruanda, in cui 800.000 persone furono uccise in poco più di 100 giorni con un´operazione pianificata dal governo. Mentre intere famiglie venivano sterminate, la comunità internazionale distoglieva lo sguardo, ha ricordato il Presidente. Le atrocità contro il popolo di uno Stato non sono affare interno di tale Stato e i responsabili di sistematiche violazioni dei diritti umani devono essere ritenuti responsabili, ha detto Schulz, chiedento a tal fine che il diritto internazionale e la Corte penale internazionale siano rafforzati. Dominique Baudis. Schulz ha infine trasmesso le condoglianze del Parlamento alla famiglia e agli amici del Mediatore francese Dominique Baudis, morto il 10 aprile scorso, un difensore dei diritti e dell´uguaglianza dei cittadini ampiamente rispettato, che è stato un deputato europeo per tre legislature. Deputati entranti . Katrin Saks (S&d, Ee), a partire dal 7 aprile Deputati uscenti. Harlem Désir (S&d, Fr), a partire dall´8 aprileIvari Padar (S&d, Ee) a partire dal 6 aprile Cambiamenti all´ordine del giorno . Su richiesta del gruppo Ppe, all´ordine del giorno di lunedì sono stati inseriti il dibattito sulla relazione Macintyre per un ambiente favorevole per le imprese e l´interrogazione orale sul processo di consultazione "top ten" per le Pmi. Su richiesta dei Verdi, infine, la votazione della relazione Meissner sulla gestione integrata delle zone costiere è stata spostata da martedì a giovedì.  
   
   
DIRITTI FONDAMENTALI: CRESCE L´IMPORTANZA DELLA CARTA DELL´UNIONE EUROPEA A BENEFICIO DEI CITTADINI  
 
 Bruxelles, 15 aprile 2014 - La 4a relazione sull´applicazione della Carta dei diritti fondamentali dell´Unione europea, pubblicata oggi dalla Commissione europea, dimostra che questo documento sta assumendo sempre maggiore importanza e rilievo: sempre più spesso la Corte di giustizia dell´Ue applica la Carta nella proprie decisioni e i giudici nazionali sono sempre più consapevoli del suo impatto e chiedono orientamenti alla Corte europea di giustizia. La Commissione europea ha inoltre cercato di far valere sempre di più questo atto prendendo iniziative per promuovere e difendere i diritti dei cittadini ivi sanciti. Dal 2010 la Commissione europea ha introdotto una check-list dei diritti fondamentali e vaglia attentamente tutte le proposte legislativa per garantire che siano "a prova di diritti fondamentali". La relazione annuale sull´applicazione della Carta ripercorre i progressi compiuti e individua sfide e problemi. Ne emerge chiaramente che la Commissione europea pone i diritti fondamentali al centro di tutte le politiche dell´Ue. "Quasi quattro anni dopo che la Commissione europea ha presentato la sua strategia sull´attuazione della Carta, siamo riusciti a rafforzare nelle istituzioni dell´Ue una vera e propria cultura dei diritti fondamentali. Tutti i Commissari giurano sulla Carta dei diritti fondamentali, ogni proposta legislativa europea viene controllata per garantirne la conformità alle disposizioni della Carta e gli organi giurisdizionali europei e nazionali hanno progressivamente reso questo documento un punto di riferimento delle loro decisioni", ha dichiarato la Vice-presidente Viviane Reding, Commissaria Ue per la Giustizia, i diritti fondamentali e la cittadinanza. “Sono lieta di constatare che la Carta dei diritti fondamentali è ora uno strumento vivo che funge sempre più da vera e propria rete di sicurezza e da guida per le istituzioni europee, per gli Stati membri e gli organi giurisdizionali. Posso immaginare che un giorno i cittadini degli Stati membri saranno in grado di appellarsi direttamente alla Carta, senza la necessità di un chiaro legame col diritto europeo. La Carta dovrebbe essere la "Dichiarazione dei diritti" propria dell´Europa." L´odierna relazione fornisce una panoramica completa della riuscita attuazione dei diritti fondamentali nell´Ue lo scorso anno. La relazione mette in evidenza, ad esempio, gli orientamenti dati dalla Corte di giustizia ai giudici nazionali sull´applicabilità della Carta nell´attuazione del diritto dell´Ue a livello nazionale (si veda la sentenza Åkerberg/fransson del 2013, di grande risonanza) e sottolinea come i diritti sanciti dalla Carta siano presi in attenta considerazione dalle istituzioni dell´Ue nel proporre e adottare atti legislativi, mentre gli Stati membri sono vincolati dalla Carta solo quando attuano politiche e norme europee a livello nazionale. La relazione fornisce infine esempi del ruolo svolto dai diritti fondamentali sanciti dalla Carta in alcuni procedimenti di infrazione avviati dalla Commissione nei confronti di Stati membri. Dalla relazione emerge inoltre il grande interesse dei cittadini per le questioni legate ai diritti fondamentali: nel 2013 le domande più frequentemente poste nella corrispondenza del pubblico con i centri di informazione Europe Direct riguardavano la libera circolazione e il soggiorno (48% del numero totale di richieste di informazione), i diritti dei consumatori (12%), la cooperazione giudiziaria (11%), la cittadinanza (10%), i diritti sociali e la lotta contro la discriminazione (5%) e la protezione dei dati (4%) (vedi allegato 1). Due modi di rendere la Carta una realtà 1. L´azione della Commissione per promuovere la Carta Laddove l´Ue ha competenza ad agire, la Commissione può proporre atti legislativi dell´Unione che difendano i diritti e i principi della Carta. Alcuni esempi delle proposte della Commissione del 2013: cinque misure giuridiche per rafforzare le garanzie per i cittadini dell´Ue nei procedimenti penali (Ip/13/1157, Memo/13/1046), fra cui misure per assicurare il rispetto della presunzione d´innocenza per tutti i cittadini sospettati o accusati dalla polizia e dalle autorità giudiziarie; il diritto di essere presenti al processo; particolari garanzie ai minori che affrontano procedimenti penali; l´ammissione al patrocinio provvisorio a spese dello Stato nelle fasi iniziali dei procedimenti, in particolare per le persone oggetto di un mandato d´arresto europeo. Vi era la necessità di controbilanciare le misure di diritto penale già vigenti (come il mandato d´arresto europeo) con strumenti giuridici che conferiscano forti diritti di difesa ai cittadini conformemente alla Carta. Per rafforzare la fiducia reciproca nello spazio europeo di giustizia sono fondamentali norme solide, a livello europeo, sui diritti procedurali e sui diritti delle vittime. A tale riguardo costituisce un´ulteriore pietra miliare l´adozione, nel 2013, di una direttiva sul diritto di accesso a un difensore (Ip/13/921); l´integrazione dei Rom è un altro settore in cui l´Ue continua a rafforzare la tutela della parità dei diritti e a promuovere l´adozione di misure positive. La Commissione ha esaminato i progressi delle strategie nazionali di integrazione dei Rom e ha delineato i primi risultati ottenuti nei 28 paesi dell´Ue (Ip/14/371). Tutti gli Stati membri, inoltre, si sono impegnati a migliorare l´integrazione economica e sociale delle comunità Rom, attraverso l´adozione unanime di una raccomandazione del Consiglio proposta dalla Commissione nel giugno 2013 (Ip/13/1226, Ip/13/607). Alcuni esempi di misure d´esecuzione (infrazioni) nel 2013: a seguito di un´azione legale, la Commissione ha garantito che in Austria l´autorità per la protezione dei dati non faccia più parte della Cancelleria federale ma abbia il proprio bilancio e il proprio personale e sia quindi indipendente. Nel marzo 2013 l´Ungheria ha adottato misure per conformarsi alla sentenza della Corte di giustizia sul prepensionamento forzato di 274 giudici (Memo/12/832). 2. Organi giurisdizionali che si sono richiamati alla Carta dei diritti fondamentali Gli organi giurisdizionali dell´Unione europea fanno sempre più spesso riferimento alla Carta dei diritti fondamentali nelle loro decisioni e ne hanno ulteriormente chiarito l´applicabilità. Il numero di decisioni di tali organi giurisdizionali (Corte di giustizia, Tribunale e Tribunale della funzione pubblica) nella cui motivazione viene citata la Carta è passato da 43 nel 2011 a 87 nel 2012. Nel 2013 il numero di decisioni contenenti citazioni della Carta era 114, ossia quasi il triplo rispetto al 2011 (vedi allegato 2). Analogamente, anche gli organi giurisdizionali nazionali si sono richiamati sempre di più alla Carta nel rivolgere alla Corte di giustizia domande di pronuncia pregiudiziale: nel 2012, tali riferimenti sono aumentati del 65% rispetto al 2011, passando cioè da 27 a 41. Nel 2013 il numero di rinvii è rimasto a 41, come nel 2012. Il ricorso sempre più frequente alla Carta è un importante passo avanti verso la costruzione di un sistema più coerente di protezione dei diritti fondamentali, che garantisca lo stesso livello di diritti e protezione in tutti gli Stati membri nei casi in cui deve essere applicato il diritto dell´Ue. Aumentando i riferimenti pubblici alla Carta si è aumentata la consapevolezza verso questo documento: nel 2013 la Commissione ha ricevuto quasi 4 000 lettere di cittadini relative a questioni legate ai diritti fondamentali. Di queste, solo il 31% riguardava situazioni completamente al di fuori della competenza dell´Ue (contro il 69% nel 2010 e il 42% nel 2012). Questo mostra che l´impegno della Commissione per aumentare la consapevolezza sul come e quando applicare la Carta viene ricompensato. La Commissione ha anche ricevuto più di 900 interrogazioni dal Parlamento europeo e circa 120 petizioni. La relazione sottolinea infine i passi avanti compiuti per quanto riguarda l´adesione dell´Ue alla Convenzione europea dei diritti dell´uomo (Cedu). Nell´aprile 2013 è stato finalizzato il progetto di accordo sull´adesione dell´Ue alla Cedu, tappa fondamentale in tale processo. Come passo successivo, la Commissione ha chiesto alla Corte di formulare il proprio parere sul progetto di accordo. La relazione pubblicata oggi è accompagnata da una relazione sui progressi realizzati nell´attuazione della Strategia europea per la parità tra donne e uomini nel 2013 (vedi Ip/14/423). Contesto Con l´entrata in vigore del trattato di Lisbona il 1° dicembre 2009, la Carta dei diritti fondamentali dell´Unione europea è diventata giuridicamente vincolante. La Carta sancisce diritti fondamentali – come la libertà d´espressione e la protezione dei dati di carattere personale – che rispecchiano i valori comuni dell´Europa e il suo retaggio costituzionale. Nell´ottobre 2010 la Commissione ha adottato una strategia per garantire un´effettiva attuazione della Carta e ha elaborato una check-list dei diritti fondamentali (allegato 3) per rafforzare la valutazione dell´impatto delle sue proposte legislative su tali diritti. Si è anche impegnata a fornire ai cittadini informazioni sulle sue facoltà di intervento nelle questioni legate ai diritti fondamentali e a pubblicare una relazione annuale sull´applicazione della Carta a guisa di controllo sui progressi compiuti. La Commissione sta lavorando con le autorità competenti a livello nazionale, regionale e locale, così come a livello Ue, per garantire ai cittadini una migliore informazione sui loro diritti fondamentali e sugli organi a cui rivolgersi in caso di presunta violazione. Informazioni pratiche sull´esercizio dei propri diritti sono fornite dal Portale europeo della giustizia elettronica; è stato inoltre instaurato un dialogo con i difensori civici, gli organismi per le pari opportunità e le istituzioni di difesa dei diritti dell´uomo sul trattamento delle denunce di violazione dei diritti fondamentali. Destinatarie della Carta sono, in primo luogo, le istituzioni dell´Ue. La Carta integra i sistemi nazionali e non li sostituisce. Gli Stati membri sono soggetti ai propri sistemi costituzionali e rispondono dei diritti fondamentali in essi contenuti. I passi concreti compiuti per l´attuazione della Carta hanno innescato un riflesso relativo ai diritti fondamentali che scatta ogniqualvolta la Commissione prepara nuove proposte legislative e politiche. Si tratta di un approccio fondamentale nell´arco di tutto il processo decisionale dell´Ue, anche in fase di emendamenti del Parlamento europeo e del Consiglio – istanze nelle quali gli Stati membri sono rappresentati - alle proposte preparate dalla Commissione.  
   
   
PARLAMETO EUROPEO, UNIONE BANCARIA: UN SISTEMA FINANZIARIO PIÙ STABILE E TUTELA DEI RISPARMI DEI CITTADINI  
 
Strasburgo, 15 aprile 2014 - C´è bisogno di un modo veloce ed efficace per stabilizzare il sistema finanziario europeo e per tutelare i risparmi dei cittadini dagli errori commessi dalle banche. È questo l´obiettivo del Parlamento nelle negoziazioni con gli Stati membri per l´unione bancaria. Martedì, i deputati discuteranno e voteranno anche un elemento chiave bocciato a marzo, il sistema di risoluzione delle banche. L´unione bancaria in tre passi. 1. Se i deputati approvano l´accordo, si aggiungerà un altro importante elemento al più complesso sistema di unione bancaria. Esso permetterà una risoluzione rapida nel caso di bancarotta di un istituto di credito contando su un fondo di 55 miliardi di euro, e non sui risparmi dei cittadini. Nel caso una banca fallisca, saranno gli azionisti e i detentori di obbligazioni. 2. Già in settembre, il Parlamento ha sostenuto il meccanismo unico di supervisione, dando alla Bce la responsabilità di sorvegliare le banchepiù grandi dell´Ue (al momento 128). 3. Per tutelare i risparmi dei cittadini, martedì i deputati voteranno anche un aggiornamento della direttiva dello schema di garanzia dei depositi introducendo una sistema di sorveglianza a livello nazionale (e non europeo!) garantendo i depositi fino a 100.000 euro. Lo schema di garanzia dei depositi è ancora un tema nazionale. Per completare l´unione bancaria, è necessario costituire uno schema di garanzia europeo. Questa è una delle richieste principali del Pe. Rompere il legame tra banche in crisi e debito dello stato. Le banche sono alla base del sistema economico, e dalla loro salute dipende quella di tutti. Se le banche sono in crisi, i governi tendono a salvarle utilizzando il denaro pubblico, anche se questo significa aumentare leggermente il debito pubblico, piuttosto che rischiare la bancarotta. La riforma della legislazione sulle banche ha come obiettivo quello di rompere la logica tra banche in crisi e debito pubblico. Come? attraverso un sistema di supervisione della Bce identificando i problemi in anticipo prima di ricorrere alle risorse pubbliche creando un fondo finanziato dalle banche per le banche in crisi facendo pagare gli azionisti e i detentori di obbligazioni, incendivandoli così a un maggior controllo sulle loro banche costituendo uno schema di garanzia dei depositi bancari. Il Parlamento europeo nel frattempo ha limitato i bonus dei manager bancari, eliminando gli incentivi per gli investimenti a rischio, e ha richiesto alle banche un capitale di buona qualità, capace di essere trasformato facilmente in denaro contante.  
   
   
PARLAMENTO EUROPEO: DIBATTITO SULL´UNIONE BANCARIA E SULLA GARANZIA DEI DEPOSITI  
 
Strasburgo, 15 aprile 2014 - Dalle 08:30 di martedì, i deputati discuteranno il pacchetto legislativo disegnato per evitare che siano i contribuenti a farsi sistematicamente carico delle perdite delle banche. Alla fine del dibattito si procederà al voto di due testi sul meccanismo per soccorrere le banche in difficoltà e della relazione che impone alle banche stesse di garantire il rimborso ai correntisti dei depositi sotto i 100.000 euro in ogni evenienza. Http://ec.europa.eu/avservices/ebs/schedule.cfm?sitelang=it&page=3&institution=0&date=04/15/2014    
   
   
ABUSI DI MERCATO: L’UNIONE EUROPEA ADOTTA SANZIONI PENALI PER TUTELARE L’INTEGRITÀ DEL MERCATO  
 
Bruxelles, 15 aprile 2014 - La Commissione europea si rallegra dell’adozione formale da parte del Consiglio della proposta di regolamento relativo all’abuso di informazioni privilegiate e alla manipolazione del mercato (abusi di mercato) (Ip/11/1217) e della sua proposta di direttiva relativa a sanzioni penali per gli abusi di mercato (Ip/11/1218). L’adozione, avvenuta in data odierna, fa seguito alla votazione della sessione plenaria del Parlamento europeo a favore del regolamento del 10 settembre 2013 (Memo/13/774) e della direttiva del 4 febbraio 2014 (Memo/14/77). Viviane Reding, Vicepresidente della Commissione e Commissaria per la Giustizia, e Michel Barnier, Commissario per il Mercato interno e i servizi, hanno dichiarato: “L’adozione odierna del regolamento e della direttiva rappresenta un messaggio forte di “tolleranza zero” nei confronti di coloro che abusano delle informazioni privilegiate in loro possesso cercando di manipolare il mercato. Dimostra l’impegno dell’Europa nel tutelare l’integrità dei suoi mercati finanziari e scoraggiare i criminali che vogliono arricchirsi manipolando deliberatamente le informazioni. Le autorità amministrative disporranno ora di maggiori poteri per indagare sugli abusi di mercato e imporre sanzioni, per milioni di euro, mentre i colpevoli di abusi di mercato saranno scoraggiati grazie alla prospettiva di essere incarcerati in uno degli Stati membri dell’Unione. Ora dobbiamo passare dalle leggi all’azione: gli Stati membri devono attuare rapidamente le nuove norme in modo che i criminali non possano più nascondersi in nessun luogo in Europa.” Prossime tappe: dopo che i Presidenti del Parlamento europeo e del Consiglio hanno firmato il regolamento e la direttiva e dopo la loro pubblicazione nella Gazzetta ufficiale, prevista per giugno, ci sarà un periodo di 24 mesi per l’adozione delle misure di esecuzione relative al regolamento da parte della Commissione e per il recepimento della direttiva nel diritto nazionale da parte degli Stati membri. L’adozione del regolamento implica quanto segue: le norme esistenti in materia di abusi di mercato saranno ampliate al fine di includere gli abusi sulle piattaforme elettroniche di negoziazione, la cui diffusione è aumentata negli ultimi anni; saranno chiaramente proibite strategie scorrette attuate mediante negoziazioni ad alta frequenza; chiunque manipoli parametri quali il tasso Libor sarà colpevole di abusi di mercato e incorrerà in ammende salate; saranno proibiti gli abusi di mercato nei mercati delle merci e degli strumenti derivati collegati e sarà rinforzata la collaborazione tra le autorità di regolamentazione dei mercati finanziari e delle merci; l’effetto deterrente della legislazione sarà maggiore rispetto a oggi grazie alla possibilità di imporre sanzioni pari a importi fino a tre volte superiori ai profitti ottenuti mediante gli abusi di mercato o almeno pari al 15% del volume d’affari per le imprese. Gli Stati membri possono decidere se andare al di là di tale minimo. L’adozione della direttiva implica: definizioni comuni a livello di Ue di reati di abuso di mercato quali l’abuso di informazioni privilegiate, la divulgazione illecita di informazioni e la manipolazione del mercato; un complesso comune di sanzioni penali, sia pecuniarie che detentive (reclusione di almeno quattro anni in caso di abuso di informazioni privilegiate o manipolazione del mercato e di almeno due anni in caso di divulgazione illecita di informazioni privilegiate; la responsabilità delle persone giuridiche (società) in caso di abusi di mercato; la necessità per gli Stati membri di stabilire la competenza giurisdizionale per tali reati quando questi sono perpetrati sul loro territorio o quando l’autore è un loro cittadino; la necessità per gli Stati membri di fare in modo che le autorità giudiziarie e di polizia che si occupano di questi casi estremamente complessi ricevano una formazione adeguata.  
   
   
VERTICE G7 DI BRUXELLES DEL 4-5 GIUGNO 2014  
 
Bruxelles, 15 aprile 2014-  I leader di Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Regno Unito, gli Stati Uniti, il presidente del Consiglio europeo e il presidente della Commissione europea si riuniranno a Bruxelles il 4-5 giugno 2014 in formato G7. L´incontro di due giorni, concordati dai leader del G7 su 24 marzo a L´aia , avrà inizio la sera di Mercoledì 4 giugno e fine Giovedi 5 giugno nel primo pomeriggio. A advisory media, tra cui informazioni su accrediti stampa, sarà pubblicato a breve.  
   
   
PREMIO PER L´INNOVAZIONE SOCIALE: CHI RAGGIUNGERÀ L´OBIETTIVO OCCUPAZIONE?  
 
Bruxelles, 15 aprile 2014 - In Europa si avverte con urgenza la necessità di nuove idee per ripristinare il nostro welfare socioeconomico. Milioni di persone sono disoccupate o hanno scarse opportunità sul mercato del lavoro. L´innovazione sociale può stimolare un´economia di mercato sociale più dinamica, inclusiva e sostenibile. L´innovazione sociale può offrire alle imprese le opportunità derivanti da esigenze sociali e da sfide societali che non hanno ricevuto una risposta adeguata (ad esempio l´assistenza agli anziani o il riciclaggio). Dopo il successo della prima edizione celebrata l´anno scorso la Commissione europea ha indetto l´11 ottobre 2013 una seconda edizione del Concorso per l´innovazione sociale in memoria di Diogo Vasconcelos1. Questa seconda edizione è intitolata "Obiettivo occupazione". Si tratta di un invito, aperto ad ogni cittadino europeo, a pensare fuori degli schemi, a trovare soluzioni a vantaggio delle persone che cercano lavoro per migliorare la loro occupabilità o per creare nuove imprese in ambito sociale o ambientale. Si tratta di un´innovazione sociale finalizzata all´occupazione. In seguito all´invito a presentare proposte sono pervenuti 1 200 contributi tra i quali sono stati selezionati dieci finalisti. Tre di essi riceveranno ciascuno un premio di 30 000 Eur in occasione della cerimonia di assegnazione del Premio europeo per l´innovazione sociale che si terrà il 20 maggio 2014 a Bruxelles. Breve panoramica dei dieci finalisti Ciascuna delle proposte presentate dai finalisti è un chiaro esempio di innovazione nel rispettivo contesto, presenta un impatto potenziale in termini di creazione di posti di lavoro oltre a lasciare spazio agli aspetti della sostenibilità e della trasferibilità (vale a dire la capacità di venire riproposte in altri Stati membri dell´Ue o di ispirarvi progetti analoghi): "From waste to wow!" (Italia): il settore della moda cerca la perfezione e le grandi marche non possono usare tessuti che siano anche solo leggermente danneggiati. Il progetto intende riciclare questi scarti di elevata qualità per produrre collezioni limitate e quindi offrire un lavoro a donne svantaggiate. Si tratta di creare prodotti altamente commercializzabili e di produrre valore sociale attraverso il riciclaggio; "Mc² Experience @ Work" (Belgio): le grandi imprese tendono a promuovere i prepensionamenti. Allo stesso tempo molti lavoratori anziani desiderano rimanere attivi più a lungo e spesso non è agevole la sostituzione di questi lavoratori sperimentati. Il Multi Company Mobility Centre è una piattaforma che consente ai lavoratori di più di 50 anni di rimanere nel mondo del lavoro cooperando con diverse imprese pur mantenendo nel contempo un rapporto contrattuale con il loro datore di lavoro originale; "Pan-european Food Distribution Network" (Germania): in Europa i mercati al dettaglio del settore alimentare tendono ad essere oligopolistici e a retribuire scarsamente gli agricoltori. Ciò limita la praticabilità e le potenzialità di creazione di posti di lavoro dei modelli di produzione alimentare su piccola scala. La rete prevede di ovviare a tale problema ponendo in contatto diretto i produttori con i consumatori attraverso un portale di vendita online e con un sistema logistico innovativo e low cost che copre l´intera Unione europea; "Ruffboards" (Austria): i mercati di nicchia di fascia alta offrono di solito grandi potenzialità di creazione di posti di lavoro. Ruffboards intende produrre longboard, skateboard e snowboard di design particolare dando lavoro a giovani che hanno avuto in precedenza problemi con la giustizia. Ciò servirà a ridurre i tassi di ricaduta nel crimine offrendo a questi giovani una formazione e inserendoli nel mondo dell´industria una volta che escono di prigione; "Task Squad" (Regno Unito): la prima esperienza lavorativa si configura spesso in una serie di lavoretti temporanei. Task Squad è una piattaforma che interagisce con i telefonini e mette in contatto i giovani con annunci di "microimpieghi" caricati da piccole imprese, organizzazioni senza fini di lucro e start-up: piccoli impieghi che vanno da mezza giornata ad una settimana. La piattaforma aiuterà i giovani a cogliere queste opportunità in modo sicuro aiutandoli nel contempo a progredire verso un´occupazione di più lunga durata; "The Synergise Project" (Regno Unito): gli alloggi sociali e i disoccupati di lunga durata hanno una forte affinità. Il progetto consiste nel fare incontrare coloro che hanno bisogno di un lavoro (gli affittuari disoccupati) e coloro che devono fornire servizi alla collettività (gli erogatori di alloggi sociali). Lo sviluppo di questa interazione presenta le potenzialità per creare posti di lavoro in loco e aprire un accesso al mercato del lavoro; "Urban Farm Lease" (Belgio): a Bruxelles l´agricoltura urbana potrebbe creare 6 000 posti di lavoro diretti e altri 1 500 posti di lavoro se si considera l´occupazione indiretta (distribuzione, gestione dei rifiuti, formazione o eventi). Il progetto intende fornire una formazione, un punto di riferimento e consulenze affinché i disoccupati possano valorizzare le grandi superfici urbane utilizzabili a fini agricoli (ad esempio 908 ettari di terreno o 394 ettari di tetti piatti coltivabili); "Voidstarter" (Irlanda): in Europa tutte le principali città hanno dei "vuoti", unità di alloggi sociali che sono vuote perché le amministrazioni cittadine non hanno denaro sufficiente per renderle abitabili. Nello stesso tempo le stesse città si trovano sotto pressione per offrire un numero adeguato di alloggi sociali e ovviare al problema dei senzatetto. Voidstarter offrirà ai disoccupati la possibilità di apprendere collaborando con artigiani esperti al fine di ripristinare queste cubature "vuote"; "Waste-fab-lab" (Italia): ogni cittadino europeo produce in media più di 500 chili di rifiuti all´anno. L´industria del riciclaggio continua ad espandersi ma molti flussi di rifiuti sono ancora ignorati o non sono correlati a nuovi modelli innovativi (ad esempio l´innovazione aperta, il co-design o la stampa 3D). Il progetto intende fornire una scorciatoia nel percorso dai rifiuti alla creazione di prodotti; "Yourock!" (Regno Unito): molti giovani temono di essere condannati alla disoccupazione e che non troveranno mai un posto di lavoro. Per questo motivo essi evitano le piattaforme invalse delle reti professionali proprio mentre i datori di lavoro vorrebbero prendere contatto con loro per individuare potenziali lavoratori da assumere. Yourock colmerà questa lacuna offrendo ai giovani uno strumento atto ad aumentarne l´occupabilità poiché identificherà le loro competenze lavorative insite nelle attività quotidiane, le presenterà nel contesto di un profilo dinamico e offrirà un avallo da parte di adulti affidabili. La cerimonia di consegna del Premio per l´innovazione sociale europea Il 20 maggio 2014 i dieci finalisti parteciperanno, a Bruxelles, alla cerimonia di assegnazione del Premio europeo per l´innovazione sociale, nella quale saranno annunciati i tre vincitori. I premi saranno consegnati da Antonio Tajani, Vicepresidente della Commissione europea e responsabile della Direzione generale Imprese e industria, organizzatrice del concorso. La cerimonia di premiazione comprenderà anche discussioni interessanti tra gli innovatori sociali, gli investitori privati e i decisori politici. Le idee migliori emerse in occasione del concorso saranno al centro dell´evento per dare evidenza alle realizzazioni pratiche dell´innovazione sociale. L´iscrizione alla cerimonia di premiazione può essere effettuata al seguente indirizzo: http://ec.Europa.eu/enterprise/newsroom/cf/itemdetail.cfm?item_id=7394&lang=en&title=awards-ceremony-of-the-second-european-social-innovation-competition  Potete fare conoscenza con i finalisti e sostenere le loro idee sulla piattaforma dedicata.  
   
   
LIBERA CIRCOLAZIONE DEI LAVORATORI: LA COMMISSIONE EUROPEA ACCOGLIE CON FAVORE L´ADOZIONE DA PARTE DEL CONSIGLIO DI UNA DIRETTIVA VOLTA A MIGLIORARE L´APPLICAZIONE DEI DIRITTI DEI LAVORATORI  
 
Bruxelles, 15 aprile 2014 - La Commissione europea esprime la propria soddisfazione per l´adozione da parte del Consiglio dei ministri dell´Ue, in data odierna, di una nuova direttiva volta a garantire una migliore applicazione a livello nazionale del diritto dei cittadini dell´Ue di lavorare in un altro Stato membro. Le nuove norme, proposte dalla Commissione nell´aprile 2013, intendono colmare il divario esistente tra diritti e realtà e aiuteranno i cittadini che lavorano o cercano un lavoro in un altro paese ad esercitare concretamente i loro diritti. Gli Stati membri dispongono ora di due anni per attuare la direttiva a livello nazionale. László Andor, Commissario per l´Occupazione, gli affari sociali e l´inclusione, ha dichiarato: "Mi congratulo vivamente per l´approvazione della direttiva in data odierna, a meno di un anno da quando la Commissione ha presentato la proposta. È una buona notizia per tutti coloro che desiderano lavorare o stanno già lavorando in un altro Stato membro. Indipendentemente dal fatto che le persone desiderino o no lavorare in un altro paese dell’Ue - che è una questione di scelta personale - queste nuove norme faranno comunque sì che tutti i cittadini conoscano meglio i diritti dei lavoratori mobili. In questo modo possiamo contribuire ad agevolare la mobilità all’interno del mercato del lavoro dell’Ue." La direttiva, proposta il 26 aprile 2013 (Ip/13/372), ha per obiettivo di eliminare gli ostacoli esistenti alla libera circolazione dei lavoratori, tra cui la scarsa consapevolezza delle norme Ue da parte dei datori di lavoro sia pubblici che privati e le difficoltà incontrate dai cittadini mobili nell´ottenere informazioni e assistenza negli Stati membri ospitanti. Per superare questi ostacoli e prevenire ogni forma di discriminazione la direttiva imporrà agli Stati membri di garantire: che uno o più organismi a livello nazionale forniscano un sostegno e assistenza giuridica ai lavoratori migranti dell’Ue per quanto riguarda l’applicazione dei loro diritti, una tutela giuridica efficace dei diritti (tra cui, ad esempio, la protezione dalla vittimizzazione per i lavoratori migranti dell’Ue che vogliono far valere i loro diritti) e informazioni facilmente accessibili in più di una lingua dell’Ue sui diritti di cui godono i lavoratori migranti dell’Ue e le persone in cerca di lavoro. Tali norme andranno a vantaggio non solo dei lavoratori mobili ma anche dei datori di lavoro, che saranno meglio informati quando assumeranno persone provenienti da un altro paese dell’Ue. Indipendentemente da questo nuovo atto legislativo, la Commissione, in qualità di custode del trattato, continuerà ad avviare procedimenti di infrazione, ove necessario, nei confronti degli Stati membri il cui diritto nazionale non sia in linea con gli obblighi imposti loro dal diritto dell´Ue. Contesto Il diritto dei cittadini Ue di lavorare in un altro Stato membro, sancito dall´articolo 45 del trattato sul funzionamento dell´Unione europea (Tfue), comprende il diritto a non essere oggetto di discriminazione fondata sulla nazionalità, per quanto riguarda l´accesso all´impiego, la retribuzione e le altre condizioni di lavoro. Il regolamento (Ue) n. 492/2011 elenca dettagliatamente i diritti che derivano dalla libera circolazione dei lavoratori e definisce aree specifiche in cui la discriminazione fondata sulla nazionalità è vietata, in particolare per quanto riguarda: l´accesso all´occupazione, le condizioni di lavoro, i vantaggi sociali e fiscali, l´accesso alla formazione, l´iscrizione alle organizzazioni sindacali, l´alloggio, l´accesso all´istruzione per i figli dei lavoratori. Attualmente il 3,3% della forza lavoro dell´Ue, ossia 8 milioni di persone, vive e lavora in un altro Stato membro. Vanno poi aggiunti 1,2 milioni di persone che vivono in un paese dell´Ue, ma lavorano in un altro. Tuttavia le persone che lavorano o che desiderano lavorare in un altro paese spesso non dispongono di informazioni sui loro diritti nello Stato membro ospitante e possono incontrare difficoltà nell´accedere a un posto di lavoro o nell´ottenere le stesse condizioni di lavoro o gli stessi vantaggi sociali dei lavoratori nazionali. Inoltre i datori di lavoro (sia pubblici che privati) e le amministrazioni pubbliche spesso hanno una scarsa conoscenza dei diritti dei lavoratori mobili. L’assistenza fornita a livello nazionale ai lavoratori mobili dell´Ue per aiutarli a far valere i loro diritti varia notevolmente da un paese all´altro. Tra le comuni pratiche discriminatorie figurano: diverse condizioni di assunzione requisiti di nazionalità per accedere ad alcuni posti di lavoro condizioni di lavoro diverse nella pratica (come le retribuzioni, le prospettive di carriera e di livello) problemi di accesso ai benefici sociali subordinati a requisiti più facilmente soddisfatti dai cittadini nazionali rispetto agli altri cittadini dell´Ue (ad esempio il requisito di residenza) le qualifiche ed esperienze professionali acquisite in altri Stati membri non sono tenute in considerazione o se ne tiene conto in modo differente. La libera circolazione dei lavoratori non è soltanto un elemento fondamentale del mercato unico dell’Unione, ma è anche una risorsa per tutti i paesi dell’Ue. La mobilità può contribuire a combattere i livelli elevati di disoccupazione presenti in alcuni Stati membri e a colmare le carenze di competenze e di manodopera esistenti in altri. Per questo motivo la Commissione si sta inoltre adoperando per migliorare ulteriormente l’efficacia di Eures, la rete paneuropea per la ricerca di lavoro, affinché un maggior numero di candidati in tutta l´Ue possa avere accesso a più offerte di lavoro (Ip/14/26 e Memo/14/23). Vari studi hanno sistematicamente mostrato che una forza lavoro mobile apporta benefici ai paesi ospitanti. I lavoratori mobili integrano la forza lavoro nazionale colmando le carenze di manodopera, hanno maggiori probabilità di trovare un lavoro ed essendo generalmente in età lavorativa - quindi in media più giovani rispetto alla popolazione del paese ospitante - hanno meno probabilità di ricevere prestazioni, per cui sono di norma contribuenti netti alle finanze pubbliche. Grazie alle rimesse inviate in patria, i lavoratori mobili forniscono anche un notevole sostegno alla domanda interna, agli investimenti e all’imprenditorialità nei loro paesi di origine.  
   
   
COMMISSIONE EUROPEA ACCOGLIE CON FAVORE L´ADOZIONE DI RIDUZIONI TARIFFARIE TEMPORANEE PER LE ESPORTAZIONI UCRAINE VERSO L´UE  
 
 Bruxelles, 15 aprile 2014 – Di seguito la dichiarazione di ieri del commissario Ue al commercio Karel De Gucht. "Sono molto contento che l´Ue del Consiglio Affari esteri ha adottato oggi la proposta della Commissione per le misure commerciali autonome che prevedono preferenze tariffarie per l´Ucraina. Questa decisione esprime non solo la nostra solidarietà con il popolo ucraino. Esso dimostra inoltre che l´Ue è disposta e capace ad adottare misure immediate per migliorare la situazione dei nostri vicini orientali. La decisione di oggi segue schiacciante sostegno del Parlamento europeo per la proposta nella sessione plenaria del 2-3 aprile. Il regolamento può ora essere firmato in legge nei prossimi giorni, un record secondo la procedura legislativa ordinaria. Le preferenze commerciali, che si applicheranno a partire dalla fine di aprile, rimuoverà circa mezzo miliardo di euro di dazi doganali dell´Unione europea all´anno. Essi coprono il 94,7% delle attuali tariffe importazioni Ue di prodotti industriali provenienti dall´Ucraina e tutte le tariffe dell´Ue sulle esportazioni di prodotti agricoli producono dell´Ucraina verso l´Ue. Soltanto un numero limitato verrà tagliato entro limiti quantitativi, in altre parole contingenti. Come ho detto in precedenza , questa misura il commercio sarà una componente importante del pacchetto dell´Ue per aiutare l´Ucraina in questo periodo difficile. L´ucraina non ha bisogno di ricambiare rimuovendo i propri dazi doganali sulle importazioni dall´Ue, ma non li deve alzare. Esportazioni ucraine, naturalmente, essere conformi alle norme comunitarie in materia di etichettatura di origine e le autorità ucraine dovranno garantire che le merci dei paesi terzi travestiti da quelli ucraini non entrano nella Ue attraverso l´Ucraina. Il provvedimento autorizza inoltre l´Unione europea a reintrodurre dazi le importazioni dall´Ucraina inondare il mercato Ue dei volumi che causano, o minacciano di causare gravi difficoltà ai produttori europei degli stessi beni. Le preferenze commerciali per l´Ucraina dovrebbero entrare in vigore nel giro di due settimane, dopo la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell´Unione europea. Essi si applicano fino al 1o novembre 2014. Speriamo che nel frattempo la parte globale e approfondita zona di libero scambio (Dcfta), del contratto sarà firmato ed in vigore. Nel medio e lungo termine, solo il completo accordo commerciale sarà modernizzare l´economia dell´Ucraina e costruire i legami commerciali con l´Europa, che offrono un futuro economico più stabile e più luminoso per tutti gli ucraini ".  
   
   
COOPERAZIONE INTERNAZIONALE: UMBRIA E BULGARIA VERSO PROSPETTIVE DI COLLABORAZIONE E INTERSCAMBI ECONOMICI E CULTURALI  
 
Perugia, 15 aprile 2014 – Unite dalla presenza di un diffuso tessuto di piccole e medie imprese, da opportunità turistiche che si basano su paesaggio, storia, arte, pratica sportiva e tipicità dei prodotti agroalimentari, dalla presenza in Umbria di due università, fra cui quella Italiana per Stranieri utile all´apprendimento della lingua e della cultura, Umbria e Bulgaria hanno tutti i necessari punti in comune e le carte in regola, per procedere nel prossimo futuro sulla strada di una proficua collaborazione. È quanto è emerso ieri in un incontro, tenutosi nel pomeriggio a Palazzo Donini, fra la rappresentante della Giunta regionale e la viceministro dell´economia e dell´energia della Repubblica di Bulgaria, Anna Yaneva. La viceministro (che era accompagnata da Boyco Kadronov, dirigente del Ministero, e da rappresentanti di Confindustria Umbria e della Camera di Commercio italiana in Bulgaria) si trova in Italia per partecipare domani a Perugia ad una "Country Presentation", presentazione del paese Bulgaria, che si terrà presso la sede di Confindustria. "Auspichiamo vivamente – ha detto Anna Yaneva – che, nel quadro dei rapporti fra Bulgaria e Italia, terzo partner commerciale del nostro paese dopo Russia e Germania, possa svilupparsi con l´Umbria una collaborazione ed un interscambio di esperienze non soltanto nei settori economici – ha sottolineato, citando i "clusters" della componentistica e dell´innovazione tecnologica, il turismo, le acque minerali e termali -, ma anche sul piano culturale, attraverso uno scambio di studenti delle rispettive università". Il viceministro ha parlato dell´opportunità di "partnership" imprenditoriali italo-bulgare su progetti comuni, che possano avvalersi dei finanziamenti dell´Unione Europea. Dopo una breve presentazione delle principali caratteristiche dell´Umbria, la rappresentante della Giunta regionale ha espresso apprezzamento per l´iniziativa della Camera di Commercio Italiana in Bulgaria e di Confindustria Umbria, auspicando che la collaborazione possa nel prossimo futuro articolarsi su basi e progetti concreti, di cui possano giovarsi entrambe le comunità. Anna Yaneva, per la prima volta in Umbria, si è detta "estremamente colpita dalla bellezza della regione. È un posto magnifico – ha affermato, parlando anche di Palazzo Donini, sede della presidenza della Regione -, in cui la storia si respira nelle architetture".  
   
   
RIFORME COSTITUZIONALI: EMENDAMENTI DI FVG, VAL D´AOSTA, TRENTO E BOLZANO PER LA TUTELA DELLE AUTONOMIE  
 
Trieste, 15 aprile 2014 - Le Regioni autonome Friuli Venezia Giulia e Val d´Aosta e le Province autonome di Trento e Bolzano hanno inviato ai rispettivi parlamentari due proposte di emendamento, già fatte pervenire al Governo, all´articolo 33 del decreto di legge costituzionale di riforma del Titolo V della Costituzione in via di discussione a Roma. I presidenti Debora Serracchiani, Augusto Rollandin, Ugo Rossi e Arno Kompatscher hanno infatti concordato sul testo di un emendamento che, sostituendo l´attuale comma 13 dell´articolo 33, definisce come l´adeguamento degli Statuti speciali delle Autonomie differenziate alle nuove norme debba avvenire secondo una ´´previa intesa´´ per qualsiasi tipo di modifica e, quindi, senza alcun automatismo normativo. Friuli Venezia Giulia, Val d´Aosta, Trento e Bolzano, inoltre, sottolineano i presidenti Serracchiani, Rollandin, Rossi e Kompatscher, hanno proposto (sempre per quanto riguarda l´articolo 33) l´integrazione di un comma aggiuntivo secondo il quale ´´l´esercizio della funzione legislativa e amministrativa in materie o funzioni di competenza esclusiva statale, per le Regioni a Statuto speciale e per le Province autonome di Trento e Bolzano possono essere delegate, anche su richiesta delle stesse, previa intesa, con norme di attuazione, secondo le previsioni dei rispettivi Statuti´´. Dunque, sottolineano i quattro presidenti, le Autonomie italiane potrebbero, sempre attraverso lo strumento dell´´´intesa´´ preventiva, assumere nuove potestà legislative anche in settori oggi di competenza esclusiva dello Stato.  
   
   
SARDEGNA, IL PRESIDENTE PIGLIARU ALLA CONFERENZA DELLE REGIONI: "NO A UN CENTRALISMO CHE APPIATTISCE"  
 
Cagliari, 15 Aprile 2014 - Il Presidente della Regione Francesco Pigliaru ha partecipato ieri a Roma, nell´Aula dei gruppi parlamentari della Camera, all´incontro nazionale delle Regioni e delle Province autonome per parlare di riforme costituzionali sulla base della posizione comune sottoscritta nel corso della riunione del 27 marzo scorso. La Conferenza delle Regioni e la Conferenza dei Consigli Regionali hanno trattato in riunione congiunta i temi delle riforme istituzionali, soffermandosi in particolare sul superamento del bicameralismo perfetto e sulla modifica del Titolo V della Costituzione. Relativamente al Titolo V, la posizione unitaria delle Regioni è quella di voler continuare a disciplinare materie importanti; quelle a Statuto speciale ribadiscono la specialità, con i margini di autonomia che ne conseguono. Il Presidente Pigliaru, che era accompagnato all´incontro dall´assessore degli Affari Generali e Riforme Gianmario Demuro e dall´Assessore degli Enti Locali Cristiano Erriu, è intervenuto al dibattito portando un contributo di approfondimento sulle ragioni della specialità e sulle possibilità di miglioramento delle gestioni regionali, sottolineando nello stesso tempo le criticità che può comportare un eccessivo centralismo da parte dello Stato. "Le ragioni della nostra specialità valgono oggi come ieri: non è il diritto a un privilegio", ha detto Francesco Pigliaru. "Sono le ragioni storiche, culturali e geografiche di una differenza, che intendiamo continuare a gestire con livelli adeguati di autonomia. Livelli che abbiamo definito e vogliamo seguitare a definire in un rapporto di leale collaborazione con lo Stato, al riparo dai gravi rischi che deriverebbero da decisioni prese unilateralmente." Il Presidente Pigliaru ha poi proseguito portando le Regioni al centro del discorso. "Non sempre le cose sono state ben gestite, è nostro dovere fare autocritica", ha spiegato. "Siamo davanti a una sfida e dobbiamo accettarla. È necessario entrare nell´ottica di un sistema di valutazione che comporti controllare e confrontare non solo i costi, ma anche l´efficienza e la qualità dei servizi erogati. Noi, da parte nostra siamo pronti a farlo. Le Regioni certamente hanno fatto molti errori, ma hanno anche prodotto eccellenze. Nell´istruzione e nella sanità, per esempio, esistono Regioni che si sono dimostrate molto più efficienti dello Stato. Se parliamo di istruzione, in particolare, alcune Regioni toccano punte d´eccellenza, raggiungendo livelli alti nel confronto europeo. Sarebbe assurdo sostituire queste funzioni - ha evidenziato il Presidente -, cambiarle con un servizio erogato dal Governo centrale: una soluzione centralistica rischia di annullare tali eccellenze, di eliminare alla base la diffusione virtuosa di "migliori pratiche" che invece bisognerebbe prendere e fondere." Nelle conclusioni Francesco Pigliaru ha messo l´accento sulle problematiche che possono derivare da un´eccessiva centralità "Abbiamo forti dubbi che tornare a uno Stato centralista possa migliorare l´efficienza del sistema Italia", ha detto il Presidente. "Una incauta deriva centralista cancellerebbe appunto quelle importanti esperienze e renderebbe impossibile la loro diffusione in tutto il territorio nazionale. Il nostro obiettivo e modo di agire è quello di ispirarci proprio alle "migliori pratiche", e va detto che raramente le "migliori pratiche" sono quelle dello Stato centrale. È chiaro dunque che un centralismo che appiattisce tutto non ci serve. Abbiamo bisogno, piuttosto, della collaborazione virtuosa tra le Regioni, della diffusione delle esperienze di successo, di aiutare chi è rimasto indietro a migliorarsi rapidamente seguendo sentieri già percorsi da altri. Uno Stato saggio non dovrebbe avocare tutto a sé ma favorire questa collaborazione tra territori, perché crescano insieme."  
   
   
PRESENTATO A REGGIO CALABRIA IL DOCUMENTO STRATEGICO PER LA PROGRAMMAZIONE DEI FONDI UE  
 
 Catanzaro, 15 aprile 2014 - L’assessore regionale al bilancio e alla programmazione nazionale e comunitaria Giacomo Mancini ha illustrato, nella sala Giuditta Levato di Palazzo Campanella a Reggio Calabria il Documento di orientamento strategico per la programmazione dei fondi Comunitari relativi al settennio 2014/2020. Alla tappa reggina, parte del ciclo di incontri - informa una nota dell’ufficio stampa della Giunta - promossi dall´assessore Mancini su tutto il territorio calabrese, hanno partecipato anche il presidente della Commissione regionale bilancio Candeloro Imbalzano, i direttori generali Paolo Praticò, dipartimento regionale programmazione nazionale e comunitaria, Saverio Putortì, dipartimento urbanistica e Pasquale Anastasi, dipartimento Turismo. L´assessore Mancini, nel rimarcare le potenzialità della nuova programmazione, ha dichiarato che “è la grande occasione della Calabria perché porterà complessivamente oltre 10 miliardi e mezzo di euro: una cifra straordinariamente grande con cui si potrà cambiare il volto della nostra regione. Un futuro da costruire oggi puntando anche su un regionalismo nuovo, ampio, complessivo. L´idea – ha specificato l’esponente della Giunta regionale - è quella di porre le basi per la definizione di macroregioni, per mettere la Calabria in grado di cogliere e vincere le sfide dello sviluppo, in sinergia con la Sicilia, la Puglia, la Campania anche per potenziare risorse e competenze. Quando parliamo di logistica e pensiamo a Gioia Tauro, per esempio, dobbiamo immaginare una strategia comune con Taranto e la Puglia e Napoli e la Campania. Oppure – ha evidenziato ancora Mancini - declinando la sfida delle nuove fonti energetiche dobbiamo pensare ad un lavoro in comune con la Basilicata per quanto riguarda le politiche estrattive. E anche, sulla politica dei beni culturali dobbiamo disegnare una rete tra Pompei, Reggio Calabria con i Bronzi di Riace, Sibari e la Valle dei Templi. Si tratta solo di alcune idee che, attraverso il coinvolgimento di tutte le rappresentanze che a vario livello operano sul territorio, possono diventare leve su cui fondare il futuro della Calabria e del Mezzogiorno. Una sinergia - ha ribadito l’assessore al bilancio - che deve concretizzarsi oggi con la condivisione del Documento di orientamento strategico che è l´architrave della nuova programmazione. Puntiamo su una nuova occupazione e crescita economica e sociale e vogliamo centrare questi obiettivi. Una sfida che bisogna affrontare tutti insieme: la Regione si è messa in ascolto del territorio per condividere le scelte. Una modalità partecipativa che rende i calabresi protagonisti e responsabili. Abbiamo cambiato impostazione e chiediamo ai calabresi di sentirsi protagonisti di questo cambiamento. Voglio, tra l’altro, sottolineare la doppia valenza dell´attuale fase di mezzo a cavallo di due cicli di programmazione dei fondi comunitari che vede l´Amministrazione regionale impegnata a spendere le risorse del Por Calabria 2007/2013 con il piede sull´acceleratore per arrivare alla saturazione della spesa, ma già a lavoro sulla nuova programmazione per scrivere un nuovo percorso che sia operativo proprio per non ripetere le criticità del passato. I numeri a disposizione di tutti sul sito del Ministero - ha ricordato Mancini - danno contezza di quanto fino ad oggi è stato fatto. In Calabria la spesa ha sempre rispettato i target fissati dalla Comunità Europea e dal Governo. Certamente si poteva fare di più e si potrà fare meglio, ma nessuna risorsa è stata persa. Non è una valutazione di parte. Il ministro competente all´inizio dell´anno ha fatto i complimenti alla Calabria per il grado di accelerazione impresso alla spesa dei fondi comunitari. Siamo orgogliosi dei risultati raggiunti - ha detto ancora l’esponente regionale - ma non ci fermiamo. Lavoreremo fino all´ultimo giorno utile per raggiungere il nostro obiettivo: vincere la partita che porterà in Calabria oltre 10 miliardi e mezzo di euro attraverso direttrici tracciate nel Dos che confluiranno poi nel Programma operativo. Stiamo scrivendo insieme la grande occasione della Calabria - ha concluso l´assessore Mancini - e chi ha a cuore il futuro di questo territorio non può che sentirsi protagonista in questa sfida”.  
   
   
LEGGE FINANZIARIA E BILANCIO, FRATTURA: LA REGIONE MOLISE CAMBIA PASSO. ECONOMIE A BENEFICIO DELLA QUALITÀ DELLA VITA DEI CITTADINI E DELLE IMPRESE  
 
Campobasso, 15 aprile 2014 - "La Regione Molise cambia passo grazie a un bilancio che incardina nella razionalizzazione e nel contenimento della spesa pubblica il rilancio dell´economia territoriale. Tagli e risparmi, praticati e da praticare, tutti a beneficio del miglioramento della qualità della vita dei cittadini e delle imprese del Molise. La maggioranza di centrosinistra dà forma, contenuti e avvio alla rivoluzione dei conti pubblici tra trasparenza e controlli. Il lavoro condotto nel primo anno di governo per mettere ordine in una confusione generale, certificata con rilievi precisi dai tecnici della Ragioneria dello Stato per conto del Ministero dell´economia e dai giudici della Corte dei conti, arriva al punto di svolta: parte la nuova stagione, diversa per modus operandi e per obiettivi. Nella speranza che tutte le forze presenti in Consiglio regionale vogliano dare il loro contributo, archiviando per sempre veleni e contrapposizioni di parte. La nuova programmazione economico-finanziaria, come il nuovo bilancio della Regione Molise, approvati al termine di un importante percorso di confronto e costruzione condivisa, hanno il loro perno nella nuova concezione politica che contraddistingue un modo di amministrare radicalmente diverso rispetto al passato. Quattro, i principi guida che hanno segnato e segneranno ogni nostra scelta: trasparenza, condivisione, semplificazione, controllo. Questi elementi hanno ispirato la nostra legge finanziaria: la trasparenza nella scrittura delle nuove regole contabili, la condivisione nella governance allargata della finanza pubblica a livello territoriale e la semplificazione nella garanzia dei tempi certi per l´attuazione degli impegni e nel sistema dei controlli sicuramente rafforzato anche da noi rispetto a quanto puntualmente è stato contestato a livello centrale con un verdetto impietoso sul passato: disallineamenti tra stanziamenti di spesa del bilancio di previsione e vincoli del patto di stabilità, progressivo peggioramento della situazione economico-patrimoniale delle società partecipate e mancata corrispondenza tra debiti e crediti reciproci nei bilanci societari e in quello regionale, nonché violazione delle norme relative all´evidenza pubblica per personale e acquisto di beni e servizi. Tra le criticità osservate ancora l´illegittima sottoscrizione di contratti derivati che hanno generato indebitamento per la Regione, il mancato esercizio del controllo analogo sulle società in house e la violazione delle norme relative all´acquisizione di beni e servizi. E ancora così per il reclutamento del personale, il ricorso all´indebitamento per finanziare spese correnti e non spese di investimento e, per finire, l´anomalo utilizzo dell´anticipazione di cassa, non rilevabile all´interno dei documenti contabili. A tutto questo abbiamo posto rimedio, mettendo un punto con impegno e serietà. Con un enorme sforzo abbiamo ricostruito il consuntivo 2011 e 2012 per arrivare al giudizio di parificazione resoci dalla Corte dei Conti. Abbiamo avviato il percorso verso l´armonizzazione contabile che ci consentirà di uniformarci alle Regioni più virtuose. Non ci ritroveremo più ad assumere impegni che non hanno capienza nel patto di stabilità. Non ci ritroveremo più a impegnare risorse senza avere certezza della copertura. Questa idea di correttezza amministrativa ha permesso al governo regionale e alla maggioranza già in un solo anno di superare gli 11 milioni di euro di economie: abbiamo ridotto la spesa corrente, abbiamo lavorato per la semplificazione di tutta l´architettura istituzionale regionale finalizzata alla riorganizzazione del Sistema Regione Molise. In campo misure semplici eppure importanti, dalla cancellazione definitiva di attività non prioritarie passando per il monitoraggio costante e continuo delle misure di risparmio adottate fino alla vendita degli automezzi di proprietà della Regione. Così per rispondere con la massima trasparenza a tutti i cittadini. Abbiamo razionalizzato l´uso degli immobili, operazione che ci ha garantito quasi un milione di euro di risparmi sui fitti e sulle spese di gestione delle sedi in locazione. La nostra gestione risponderà a efficacia, efficienza ed economicità. A cominciare dai dirigenti e dal controllo della produttività delle figure apicali delle varie strutture regionali: non ci saranno più premialità elargite senza corrispondenza al merito, come non ci saranno più direttori generali degli enti con indennità più onerose di quelle corrisposte ai direttori d´area della nostra amministrazione. Abbiamo accorpato e accorperemo organismi complementari con funzioni molto spesso analoghe, se non identiche, via poi gli enti privi di finalità strategiche. Questa filosofia nel solo 2013, rispetto all´anno precedente, ci ha consentito di risparmiare oltre un milione di euro nelle governance delle partecipate, attraverso il coinvolgimento dei dirigenti regionali e l´azzeramento dei cda a favore della nomina dell´amministratore unico. A queste misure di contenimento e razionalizzazione, affianchiamo misure per la competitività del nostro territorio. Il nostro bilancio e la nostra legge finanziaria non rispondono solo a logiche di risparmio, ma guardano, con forza, impegno e speranza, alla ripresa sociale, economica e occupazionale, e per questa intervengono. L´obiettivo di razionalizzare, semplificare e garantire economicità della gestione pubblica corrisponde, infatti, all´obiettivo di liberare risorse perché si possa mettere in campo una politica di rilancio della nostra economia. Abbiamo messo a disposizione degli enti locali parte del nostro patto di stabilità per 10 milioni di euro così da consentire alle amministrazioni territoriali di pagare le imprese che vantavano ancora crediti: un modo, questo, per dare respiro al tessuto socioeconomico molisano. Liberiamo 8 milioni di euro di dotazione finanziaria giacenti sui fondi di Finmolise per due missioni: il finanziamento a interventi tesi a favorire l´accesso al credito, misura per noi fondamentale, e la promozione dell´innovazione e dello sviluppo per l´attività imprenditoriale locale. In campo misure importanti anche per la rinascita delle attività culturali del nostro Molise: l´incorporazione della Fondazione Teatro Savoia nella Fondazione Molise Cultura comporta una spesa minore per il funzionamento delle strutture a beneficio delle attività che si potranno sostenere e realizzare. Riproponiamo gli ecoincentivi alla conversione dei veicoli inquinanti verso carburanti con minore impatto ambientale e costi inferiori come il metano e il gpl. Abbiamo dato una interpretazione di norme statali in materia di tasse automobilistiche regionali per assicurare l´efficiente riscossione della tassa ed evitare lunghi e inutili contenziosi tributari tra cittadini e amministrazione. Abbiamo rivisto i parametri della riscossione coattiva per tributi dovuti dai cittadini alla Regione come pure ci siamo interessati alla valorizzazione delle acque minerali. Dovuto per noi come fatto morale assicurare una dotazione finanziaria alla legge regionale 19-2010 che prevedeva un contributo per chi vive in alloggi temporanei, con particolare riferimento ai cittadini di Bonefro. Questo, il lavoro compiuto. Il bene del Molise e dei molisani ha necessità di uno spirito costruttivo, cui tutti, maggioranza e opposizione, siamo chiamati a dare il nostro apporto. Da oggi deve essere così". Il presidente della Regione Molise, Paolo di Laura Frattura, sul bilancio previsionale 2014.  
   
   
FVG, ELEZIONI: FISSATI I COMPENSI PER PRESIDENTI E SCRUTATORI  
 
Trieste, 15 aprile 2014 - La Giunta regionale, su proposta dell´assessore per le Autonomie locali Paolo Panontin, ha stabilito i compensi per i componenti delle Sezioni elettorali e per quelli dell´Adunanza dei presidenti di sezione in vista della consultazione amministrativa del 25 maggio. Poiché le elezioni si svolgono in contemporanea con le europee, al primo turno i compensi sono quelli fissati dalla normativa statale: presidente della Sezione 120 euro, scrutatori e segretari 96 euro. Questi importi sono maggiorati, rispettivamente di 37 e 25 euro, nei 131 comuni del Friuli Venezia Giulia nei quali si svolgono anche le elezioni comunali. Al presidente e ai componenti del Seggio speciale per la raccolta del voto dei degenti e dei detenuti spettano invece 72 e 49 euro, indipendentemente dal numero di consultazioni. Per quanto riguarda invece il secondo turno, che i riguarda i soli Comuni di Porcia e Sacile, la Regione ha fissato direttamente i compensi, che sono di 130 euro per il presidente e 100 euro per gli scrutatori e il segretario (70 euro e 45 euro rispettivamente per il Seggio speciale). Per i componenti dell´Adunanza dei presidenti di sezione, che è l´organo competente per l´assegnazione dei seggi e la proclamazione degli eletti, la Giunta ha fissato i compensi per entrambi i turni, distinguendo fra Comuni con popolazione superiore o inferiore a 15.000 abitanti, per la diversa complessità delle operazioni. Il compenso sarà di 70 euro sia per il presidente che per i componenti nei Comuni con popolazione superiore, senza variazioni fra primo e secondo turno, di 50 euro per gli altri.  
   
   
FONDI UE 2014-2020. GIOVEDI CONVEGNO NAZIONALE A SESTRI LEVANTE  
 
Sestri Levante, 15 Aprile 2014. “La Liguria nel sistema Europa: opportunità di sviluppo territoriale e di rilancio dell’economia” è il tema del convegno nazionale su competitività e innovazione e fondi europei Por-fesr Liguria 2014-2020, in programma giovedì 17 aprile, dalle 9.30 alle 17.30, nell’ex Convento dell’Annunziata, nella Baia di Portobello, a Sestri Levante. Interverranno, fra gli altri, il direttore centrale infrastrutture Enac Roberto Vergari, il presidente di Filse Spa Piero Biglia Di Saronno, il vicepresidente di Banca Carige Giovanni Castellaneta, il presidente di Confindustria Genova Giuseppe Zampini. Previsti anche interventi del presidente Sace Giovanni Castellaneta, di Marinella Loddo (Ice), di Carlo Magrassi (Ministero della Difesa), del presidente Fondazione Economia Tor Vergata Luigi Paganetto e per la presidenza del Consiglio dei Ministri Giovanni Vetritto. La Regione Liguria sarà presente con gli assessori Renzo Guccinelli (Sviluppo Economico), Gabriele Cascino (Urbanistica e Pianificazione Territoriale) e Pippo Rossetti (Finanze, Formazione, Istruzione).  
   
   
FVG, ENTI LOCALI: CAL, UNANIMITÀ SUL REGOLAMENTO DEL FONDO PER L´AUTONOMIA POSSIBILE  
 
Udine, 15 aprile 2014 - Il Cal-consiglio delle Autonomie Locali, riunito sotto la presidenza di Ettore Romoli, ha approvato all´unanimità il Regolamento con il quale verranno distribuiti i 35 milioni di euro che la Giunta regionale ha stanziato nel Fondo per l´Autonomia Possibile (Fap) e per l´assistenza a lungo termine. Il testo, già approvato nel corso della Conferenza permanente per la programmazione socio-sanitaria riunitasi poco prima del Cal, ha ricevuto il parere positivo del Consiglio anche grazie all´accoglimento da parte dell´assessore regionale alla Salute Maria Sandra Telesca di alcune proposte avanzate dalla Commissione tecnica del Cal. Soddisfazione è stata espressa dall´assessore Telesca, alla fine di un lungo iter che aveva tra l´altro subìto una battuta d´arresto nel luglio scorso proprio per le rimostranze del Consiglio e della Conferenza. Tra i nodi che erano stati fonte delle rimostranze vi era la richiesta di rendicontazione che, in effetti, nell´ultima stesura del Regolamento è stata introdotta al 50 per cento. Tra le osservazioni della Commissione del Cal che sono state accolte senza riserve da Telesca vi sono lo slittamento dell´entrata in vigore del Regolamento dal 1° luglio al 1° ottobre e l´introduzione della semestralità (nel testo originale era prevista la trimestralità) per la gestione delle liste d´attesa per le procedure di erogazione dei benefici. Accolta, ma previa verifica contabile, la possibilità di utilizzo degli eventuali residui e sempre accolta, ma questa volta previo confronto con la Consulta regionale dei disabili, la possibilità di rivedere alcuni criteri delle tabelle che stabiliscono i criteri di accesso e la valutazione del grado di autosufficienza. Altri due pareri favorevoli sono stati espressi all´unanimità sul Regolamento per la determinazione della quota 2014 per favorire il superamento delle disomogeneità territoriali nell´offerta di servizi a tutela dei diritti di cittadinanza sociale, e sulle modifiche al Regolamento per il sostegno al figlio minore. Su entrambi i provvedimenti l´assessore Telesca ha assicurato l´impegno dell´Amministrazione regionale a giungere ad una ulteriore semplificazione delle procedure burocratiche per potere accedere ai benefici previsti dalla normativa, richiesta con sollecitudine dalla Commissione del Cal. Infine, il Consiglio oggi ha espresso l’intesa (due le astensioni, della Provincia di Gorizia e di Udine) sul Piano di valorizzazione territoriale che per l´anno 2014 destina 5 milioni di euro per gli incentivi alle forme associative tra Comuni e per le fusioni tra Enti locali.  
   
   
RIFORME: LA REGIONE FVG RINNOVAMENTO DELLA COSTITUZIONE "NON" A SCAPITO DELLE AUTONOMIE  
 
Trieste, 15 aprile 2014 - Le condizioni di specialità riconosciute dalla Costituzione del 1947 ad alcuni territori, sulla base di indiscutibili specificità territoriali, economiche ed etnico-linguistiche, vanno mantenute ed anzi meglio tutelate. È quanto ha dichiarato il vicepresidente della Regione Sergio Bolzonello, a Roma a margine dell´Assemblea plenaria dei Consigli regionali, in cui la Regione Friuli Venezia Giulia è stata rappresentata dal presidente del Consiglio Franco Iacop e dallo stesso Bolzonello, per l´Esecutivo regionale. La Presidenza della Regione è impegnata ad agire attivamente per una nuova regolazione delle relazioni finanziarie tra Stato e Regione fondata sul modello collaborativo e consensualistico, anche nell´intento di evitare che incrinature della Specialità possano verificarsi in forma indiretta. Le azioni della Regione non sono intese a negare il diritto di altre Regioni a rivendicare maggiori condizioni di autonomia. Anzi il Friuli Venezia Giulia ritiene che la differenziazione delle competenze regionali sia un elemento che può rafforzare la coesione dei diversi territori, assecondando le legittime aspirazioni di maggior autonomia che provengono da diverse parti del Paese. Oggi a Roma il Friuli Venezia Giulia ha inoltre voluto sottolineare come alcune manovre di finanza pubblica adottate "unilateralmente" dallo Stato centrale abbiano comportato per la stessa Regione una pesantissima riduzione delle entrate di natura tributaria, ad invarianza delle funzioni e dei compiti che lo Statuto e le norme di attuazione statutaria assegnano proprio alla Regione: è stato così ricordato che il Ssr-servizio Sanitario Regionale, il sistema degli Enti locali e il Tpl-trasporto Pubblico Locale del Friuli Venezia Giulia sono integralmente finanziati con le entrate statutarie.  
   
   
REFERENDUM CONSULTIVI PER UNICO COMUNE ORVIETANO: VINCE IL NO CON IL 51,33 PER CENTO  
 
Perugia, 15 aprile 2014 - Vince il no nei referendum consultivi indetti dalla Regione Umbria per l´istituzione di un nuovo Comune, attraverso la fusione dei Comuni di Fabro, Ficulle, Montegabbione, Monteleone di Orvieto e Parrano. I voti contrari alla costituzione del Comune unico infatti sono stati 2184, pari al 51,33 per cento, mentre i voti favorevoli sono stati 2071, pari al 48,67 per cento. I voti contrari hanno prevalso nei comuni di Ficulle (71,06 per cento), Montegabbione (58,19 per cento) e Monteleone di Orvieto (56,07 per cento). I voti favorevoli alla fusione invece hanno vinto a Fabro con il 64,27 per cento ed a Parrano con il 68,97 per cento. Bassissimo il numero dei voti non validi. Soltanto 59, per il primo quesito, nel totale nei cinque comuni. Con questi risultati è diventato pressochè inutile il secondo referendum visto che i comuni di Fabro e Parrano non sono contigui e dunque non potrebbero essere uniti in un solo municipio.  
   
   
IL FERMANO PROTAGONISTA DELLA NUOVA PROGRAMMAZIONE EUROPEA 2014/2020.  
 
Ancona, 15 aprile 2014 - Dopo un percorso di quattro incontri che hanno attraversato l’intero territorio regionale, da Ancona a Camerino, da Urbino a Comunanza (Ascoli Piceno), si è chiuso sabato nel fermano il ciclo di appuntamenti con cui la Regione Marche ha incontrato gli attori territoriali per disegnare il nuovo Programma Operativo regionale Fesr 2014-2020. E come nelle tappe precedenti, anche all’Hotel Horizon di Montegranaro (Fm), la partecipazione di tecnici, imprenditori, rappresentanti delle settore bancario, istituzioni locali e regionali è stata piuttosto attiva. “Ancora una volta – ha dichiarato l’assessore alle Politiche comunitarie Paola Giorgi – la partecipazione degli attori locali presenti ci ha consentito di trarre spunti proficui e significativi per programmare gli investimenti dei fondi europei sul territorio marchigiano”. “In questa carovana di ascolto che portiamo avanti dal luglio 2013 – ha continuato l’Assessore – abbiamo più volte dichiarato di voler fare delle Marche una regione intelligente, sostenibile ed inclusiva. Questo obiettivo non poteva che fondarsi sulla capacità di cogliere le esigenze e le opportunità di chi quotidianamente opera nell’economia, nelle istituzioni, nel mondo associativo e nella società marchigiana”. Dopo l’introduzione e l’apertura dell’assessore Giorgi, i lavori della giornata sono proseguiti con la relazione del responsabile dell’Autorità di Gestione del Por Fesr e Fse Marche 2007-2013, Mauro Terzoni. Nella tavola rotonda, inoltre, si sono confrontati i rappresentanti delle associazioni di categoria e dei sindacati: Paola Bichisecchi (Confindustria), Marco Manzotti (Cgil), Giorgio Cippitelli (Confartigianato), Gino Sabbatini (Cna), Marco Ferracuti (Cisl). Dal confronto sono emerse alcune parole chiave: innovazione e internazionalizzazione, made in Italy, nuove imprese, accesso al credito, energia e mobilità. Dalla discussione sono emersi alcuni spunti su cui il territorio marchigiano e i suoi attori istituzionali, imprenditoriali e sociali saranno chiamati a scommettere per investire al meglio le risorse della programmazione 2014-2020. Primo fra tutti il dialogo continuo fra istituzioni e partenariato, ma anche e soprattutto la capacità progettuale e la tempestività nell’attuazione degli interventi.  
   
   
FVG, LAVORO: APPROVATO IL PROGETTO PER POTENZIARE I CENTRI PER L´IMPIEGO  
 
Trieste, 15 aprile 2014 - Le dotazioni informatiche dei Centri per l´Impiego del Friuli Venezia Giulia saranno potenziate con un investimento di oltre 4 milioni di euro, per adeguarle al cambiamento delle esigenze degli utenti del servizio, per quanto riguarda le funzioni di registrazione, accesso, circolazione e interscambio delle informazioni. Lo prevede una delibera approvata oggi dalla Giunta regionale, su proposta dell´assessore al Lavoro Loredana Panariti. Con la decisione di oggi è stata definita la "scheda di attività" relativa al Progetto, premessa per accedere ai finanziamenti europei del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione (Par Fsc). La rete dei Centri per l´Impiego è formata da 18 sedi presenti nelle quattro province del Friuli Venezia Giulia. Questo sistema, come si precisa nella "scheda", ha bisogno di accrescere la propria produttività, in termini di qualità e quantità, con azioni di sviluppo del personale ma anche attraverso l´innovazione tecnologica e delle infrastrutture informatiche.  
   
   
LAVORO, ASSESSORE LOMBARDIA: CASSA IN DEROGA, ATTENDIAMO FONDI  
 
Milano,14 aprile 2014 - Si è riunita il la Sottocommissione mobilità/ammortizzatori sociali in deroga, convocata urgentemente dall´assessore all´Istruzione, Formazione e Lavoro di Regione Lombardia. Durante la riunione sono stati presentati i dati sull´utilizzo della cassa in deroga dai quali emerge un fabbisogno di 159 milioni di euro per concludere le autorizzazioni del 2013 e ulteriori 125 milioni a copertura del primo trimestre del 2014. Urgente Intervento Da Parte Governo - Tutte le parti sociali e datoriali hanno sostenuto la proposta dell´Assessorato di sollecitare il Governo ad intervenire urgentemente, assicurando la copertura finanziaria delle richieste legittimamente pervenute sulla base degli accordi sottoscritti a seguito delle indicazioni del Ministero, per tutto il tempo necessario alla definizione del superamento degli ammortizzatori in deroga. Garantito Funzionamento Sistema - "Regione Lombardia - ha sottolineato l´assessore - ha garantito fino ad oggi il funzionamento del sistema anche grazie al modello dell´overbooking controllato, che ha permesso di autorizzare le richieste in virtù di un monitoraggio costante delle risorse evitando migliaia di licenziamenti". "Sarebbe auspicabile - ha proseguito - che l´Inps fornisse al più presto il dato consuntivo dell´utilizzo effettivo delle risorse". Situazione Critica - Regione Lombardia ad oggi ha esaurito le risorse per proseguire con le decretazioni. Le parti hanno quindi condiviso l´esigenza di richiamare nuovamente e con maggior allarme l´attenzione del Governo sulla necessità di operare urgentemente il riparto delle risorse già stanziate dalla finanziaria ed individuare nuove risorse per concludere il 2014. In questo contesto anche un intervento di Inps per la definizione dei residui 2013 potrebbe contribuire ad incrementare le risorse ancora disponibili. Ripercussioni Gravi - A fronte dell´esaurimento delle risorse regionali e nel caso in cui la posizione del Governo non dovesse cambiare, le ripercussioni che ci saranno su lavoratori e aziende saranno gravi. Regione Lombardia convocherà al più presto un incontro con Abi e le parti sociali affinché tale incertezza non si ripercuota anche sull´iniziativa dell´anticipazione sociale. Risorse Anche Per Contratti Solidarieta´ - Le parti sociali hanno anche convenuto di chiedere il rifinanziamento dei contratti di solidarietà su cui avevano già denunciato l´insufficiente finanziamento in sede di approvazione della Legge di Stabilità.  
   
   
CAMPANIA: CASSA IN DEROGA, 6 MILIONI PER ALTRI 1500 ADDETTI. PROSEGUE IMPEGNO PER SOSTEGNO LAVORATORI VITTIME DELLA CRISI  
 
Napoli, 15 aprile 2014 - L’assessorato al Lavoro ha autorizzato ulteriori finanziamenti pari ad oltre 6 milioni di euro per la cassa in deroga in favore di altri 1500 lavoratori circa. Nello specifico, il trattamento in deroga è così ripartito su base provinciale: Avellino: 96 lavoratori per 2 aziende, Benevento: 77 lavoratori per 12 aziende, Caserta: 372 lavoratori per 15 aziende, Napoli: 390 lavoratori per 32 aziende, Salerno: 541 lavoratori per 48 aziende, "Prosegue - sottolinea l’assessore al Lavoro della Regione Campania Severino Nappi - il nostro impegno sul fronte del sostegno ai lavoratori vittime della crisi. “Nelle prossime settimane, la nostra attenzione si sposterà sulle nuove regole che il Ministero del Lavoro intenderà mettere in campo per i lavoratori più svantaggiati. La Campania sarà ancora una volta in prima linea per dar voce a chi ne ha più bisogno e a chi, essendo in età più avanzata, ha molteplici difficoltà di reinserimento e ricollocazione”, conclude Nappi.  
   
   
DISOCCUPATI: "AL VIA" I NUOVI CANTIERI LAVORO  
 
Trieste, 15 aprile 2014 - Gli enti locali del Friuli Venezia Giulia potranno presentare alla Regione, dal 6 al 20 maggio prossimo, le domande di finanziamento per organizzare i Cantieri lavoro per disoccupati, da impiegare in attività di tipo forestale e di costruzione di opere di pubblica utilità per migliorare l´ambiente e gli spazi urbani. Lo prevede l´Avviso pubblico, approvato oggi dalla Giunta regionale su proposta dell´assessore regionale al Lavoro Loredana Panariti. I Cantieri lavoro, riservati a coloro che sono disoccupati da almeno otto mesi, dovranno svolgersi dal 31 agosto 2014 al 30 aprile 2015 con una durata variabile da tre a sei mesi. Le graduatorie dei disoccupati saranno stilate dai Centri per l´Impiego. La Regione garantirà agli enti locali l´intero importo dell´indennità giornaliera per i partecipanti, pari 34,19 euro.  
   
   
IMMIGRAZIONE: PROGETTO REGIONE FVG PER LAVORO CITTADINI PAESI TERZI  
 
Trieste, 15 aprile 2014 - La Regione, in collaborazione con i Centri regionali di Orientamento ed i Centri per l´Impiego, presenterà al ministero dell´Interno un proprio progetto per promuovere l´orientamento al lavoro e sostenere l´"occupabilità" lavorativa di migranti disoccupati e richiedenti protezione umanitaria. L´iniziativa si inquadra nell´ambito delle progettualità "Solidarietà e gestione dei flussi migratori" finanziate dal Fondo europeo per l´Integrazione di cittadini di Paesi terzi (Fei) e non prevede cofinanziamenti da parte dell´Amministrazione del Friuli Venezia Giulia, come ha sottolineato oggi l´assessore regionale al Lavoro e alla Formazione, Loredana Panariti, nel corso dell´odierna seduta di Giunta. Alla Regione potrebbero essere assegnati risorse per complessivi 250 mila euro. In particolare il progetto si rivolgerà a donne vittime di tratta e di violenze (con permesso di soggiorno per motivi umanitari), nonché a donne e uomini titolari di permesso di soggiorno per motivi umanitari e disoccupati iscritti alle liste di collocamento. Il programma del Fei è promosso e finanziato dal ministero dell´Interno in accordo con il dicastero del Lavoro e delle Politiche sociali.  
   
   
BENI BENIUS", PROGETTI FORMATIVI DESTINATI AGLI IMMIGRATI IN SARDEGNA  
 
Cagliari, 15 Aprile 2014 - Pubblicato dall’Assessorato regionale del Lavoro il bando "Beni Benius" per la realizzazione di progetti formativi destinati agli immigrati in Sardegna finanziato dal Por Sardegna Fse 2007-2013 - Asse Ii - Occupabilità - Obiettivo specifico e.2, linea di attività e.2.1 “Percorsi formativi per migranti con particolare attenzione all´integrazione culturale, lavorativa e all´autoimpiego”. Le azioni sono rivolte ai cittadini di paesi terzi regolarmente soggiornanti nel territorio regionale, che abbiano compiuto la maggiore età. Per l´intervento sono complessivamente disponibili 372.562,08 euro. Obiettivo delle azioni quello di tendere allo sviluppo e alla valorizzazione di competenze coerenti con esigenze effettivamente espresse e spendibili nel mercato del lavoro. La progettazione delle attività dovrà, pertanto, tener conto dei fabbisogni formativi espressi secondo le seguenti modalità: - specifiche richieste pervenute da aziende insediate nel territorio che abbiano definito programmi di sviluppo aziendale che prevedano un incremento dell’occupazione; - richieste presentate da associazioni datoriali che indichino specifiche esigenze espresse dai propri associati; - programmi di sviluppo territoriale a finanziamento pubblico o privato nei quali siano coinvolti enti pubblici territoriali finalizzati a promuovere l’occupazione nei territori interessati; - altri programmi di investimento con finanziamento pubblico e/o privato che siano stati approvati con atti amministrativi o con decisioni documentabili. Possono partecipare, in forma singola o come raggruppamento temporaneo le agenzie formative in raccordo con una rete di collaborazione di organismi pubblici e privati che operano con gli immigrati (Centri servizi per l’immigrazione, associazioni di immigrati, associazioni di assistenza all’immigrazione, associazioni di volontariato, cooperative, associazioni culturali, onlus). I progetti e la documentazione allegata dovranno pervenire entro le ore 13 del 19 maggio 2014 a: Regione Autonoma della Sardegna. Assessorato del Lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale . Servizio della governance della formazione professionale . Settore programmazione, Via Xxviii febbraio, n. 1 - 09131 Cagliari . Quesiti di carattere generale sull´avviso dovranno, invece, essere richiesti tramite e-mail all’indirizzo cghironi@regione.Sardegna.it    
   
   
UGUAGLIANZA DI GENERE: PROGRESSI COSTANTI SU IMPULSO DELL´UNIONE EUROPEA  
 
Bruxelles, 15 aprile 2014 - Nel 2013 è continuata l´azione della Commissione europea volta a migliorare la parità tra donne e uomini, grazie a misure per colmare il divario di genere occupazionale, retributivo e pensionistico, a combattere la violenza e promuovere la parità nel processo decisionale. Gli sforzi pagano: il divario retributivo di genere va concretamente riducendosi – in particolare grazie a un´iniziativa della Commissione per la trasparenza delle retribuzioni (Ip/14/222) – e aumenta il numero di donne ai vertici aziendali (vedi allegato). Sono questi i principali risultati della relazione annuale della Commissione sulle pari opportunità pubblicata oggi insieme alla relazione annuale sui diritti fondamentali (Ip/14/422). Molto resta ancora da fare: al ritmo attuale ci vorranno circa 30 anni per raggiungere l´obiettivo Ue del 75% di donne occupate, 70 anni affinché la parità retributiva diventi realtà e 20 anni per una pari rappresentanza nei parlamenti nazionali (almeno il 40% per ciascun genere). "L´europa promuove l´uguaglianza di genere dal 1957: è nel nostro Dna e la crisi economica non l´ha cambiato i nostri geni" ha dichiarato la Vicepresidente Viviane Reding, Commissaria europea per la Giustizia. "Per noi europei l´uguaglianza di genere non è un optional o un lusso: è un imperativo. Possiamo essere orgogliosi dei risultati conseguiti dall´Europa negli ultimi anni. L´uguaglianza di genere non è un sogno remoto, ma una realtà europea sempre più concreta. Sono certa che insieme possiamo colmare il divario retributivo, occupazionale e decisionale ancora presente." Dalla relazione annuale della Commissione sulle pari opportunità emerge che negli ultimi anni il divario di genere si è notevolmente ridotto, con progressi però variabili tra gli Stati membri e con differenze ancora presenti in diversi ambiti – a danno dell´economia europea. L´azione dell´Ue accelera i progressi verso l´uguaglianza di genere Aumentare il tasso di occupazione delle donne: rispetto al 58% del 2002, il tasso di occupazione delle donne nell´Ue è ora del 63%. Il contributo dei finanziamenti dell´Ue è stato fondamentale: nel periodo di finanziamento 2007-2013 si stima siano stati stanziati 3,2 miliardi dai Fondi strutturali per strutture di assistenza all´infanzia e per promuovere la partecipazione delle donne al mercato del lavoro, iniziative che hanno avuto un significativo effetto leva (vedi allegato). Ridurre il divario retributivo che continua ad attestarsi al 16,4% a livello europeo: la Commissione europea ha intensificato gli sforzi con attività di sensibilizzazione sul divario retributivo di genere tuttora presente, con la Giornata europea per la parità retributiva (Ip/14/190) e con il controllo sull´applicazione della legislazione in materia di parità di trattamento tra donne e uomini (Ip/13/1227). A marzo 2014 la Commissione ha inoltre esortato gli Stati membri a compiere ulteriori progressi, raccomandando di migliorare la trasparenza retributiva per ridurre il divario di retribuzione tra donne e uomini (Ip/14/222). Infrangere il soffitto di cristallo: la proposta di direttiva della Commissione, che fissa come obiettivo per il 2020 una percentuale del 40% di amministratori senza incarichi esecutivi del sesso sottorappresentato, ha compiuto buoni progressi nell´iter legislativo e ha ricevuto il sostegno convinto del Parlamento europeo a novembre 2013 (Ip/13/1118). Da quando, a ottobre 2010, la Commissione ha annunciato la possibilità di un´azione legislativa, si è registrato un continuo aumento della percentuale di donne nei consigli di amministrazione, passata dall´11% del 2010 al 17,8% del 2014. I progressi compiuti sono stati di 4 volte superiori rispetto a quelli registrati dal 2003 al 2010 (vedi allegato). Nel 2013 l´Ue ha agito per proteggere le donne e le ragazze dalla violenza di genere attraverso norme, misure pratiche sui diritti delle vittime e un ampio pacchetto programmatico contro la mutilazione genitale femminile (Ip/13/1153). L´unione ha cofinanziato inoltre 14 campagne governative nazionali contro la violenza di genere (con un contributo di 3,7 milioni di euro), come pure progetti gestiti da organizzazioni non governative (con un contributo di 11,4 milioni di euro). Assistenza all´infanzia: dal 2007 la percentuale di bambini che frequentano strutture formali di assistenza è aumentata notevolmente (dal 26% del 2007 al 30% del 2011 per i bambini al di sotto dei tre anni e dall´81% all´86% per i bambini fra i tre anni e l´età della scuola obbligatoria (Ip/13/495). Nel 2013 la Commissione ha adottato una relazione dettagliata sul conseguimento degli "obiettivi di Barcellona" in materia di assistenza all´infanzia. Quali sfide restano da affrontare? Malgrado il 60% dei laureati siano donne, le retribuzioni femminili sono ancora del 16% inferiori rispetto a quelle degli uomini per ora lavorata. Inoltre le donne tendono più spesso a lavorare a tempo parziale (il 32% contro l´8,2% degli uomini) e interrompono la carriera per occuparsi di altri membri della famiglia. Ne consegue un divario di genere pensionistico del 39%. Le vedove e i genitori singoli — il più delle volte madri — sono tra i gruppi più vulnerabili, e oltre un terzo delle famiglie monogenitoriali ha un reddito insufficiente. Sebbene sia aumentato, il tasso di occupazione femminile si attesta tuttora al 63% contro il 75% per gli uomini. Questa situazione è dovuta soprattutto alla crisi economica, che ha visto peggiorare l´occupazione maschile. Sulle donne continua a gravare il lavoro non retribuito in casa e in famiglia. Le donne dedicano in media 26 ore a settimana a attività domestiche e di assistenza, contro le 9 ore degli uomini. La presenza di donne ai posti di comando è ancora poco diffusa. Le donne costituiscono in media il 17,8% dei membri dei consigli di amministrazione delle maggiori società quotate in borsa, il 2,8% degli amministratori delegati, il 27% dei ministri e il 27% dei parlamentari. I risultati della prima indagine Ue sulla violenza contro le donne, svolta dall´Agenzia dell´Unione europea per i diritti fondamentali che ha intervistato 42 000 donne, mostrano che una donna su tre (33%) ha subito violenza fisica e/o sessuale dall´età di 15 anni. Contesto La relazione pubblicata oggi passa in rassegna i principali sviluppi delle politiche e della legislazione dell´Ue sull´uguaglianza di genere dell´ultimo anno e fornisce alcuni esempi di strategie e azioni adottate negli Stati membri. La relazione analizza inoltre le tendenze recenti, sulla base di dati scientifici e dei principali indicatori che nutrono il dibattito sull´uguaglianza di genere, e riporta in allegato i dati statistici dettagliati sui risultati conseguiti a livello nazionale. La relazione è strutturata attorno alle cinque priorità della strategia della Commissione europea per la parità tra donne e uomini 2010-2015: pari indipendenza economica; pari retribuzione per lo stesso lavoro e lavoro di pari valore; parità nel processo decisionale; dignità, integrità e fine della violenza nei confronti delle donne, parità tra donne e uomini nelle azioni esterne e questioni orizzontali.  
   
   
LOMBARDIA: UN MILIONE PER SCONFIGGERE LA VIOLENZA SULLE DONNE  
 
Milano, 15 aprile 2014 - Sono 13 i progetti che si sono aggiudicati il finanziamento di 980.000 euro che la Regione Lombardia ha stanziato per tutelare le donne vittima di violenza. L´iniziativa è stata presentata, ieri mattina, dall´assessore regionale alla Casa, Housing sociale e Pari opportunità, che ha sottoscritto gli Accordi con i rappresentanti dei Comuni capofila (Bergamo, Busto Arsizio/va, Cinisello Balsamo/mi, Cremona, Darfo Boario Terme/bs, Lecco, Mantova, Mariano comense/Co, Milano, Monza, Pavia, Treviglio/bg e Varese). Un Aiuto Concreto - Con questi fondi - ha spiegato l´assessore - sosteniamo concretamente l´attività di Istituzioni, soggetti pubblici e privati coinvolti nel campo della prevenzione e del contrasto del fenomeno della violenza e dello stalking, favorendo la costituzione o il potenziamento delle reti antiviolenza locali". Obiettivi Specifici - "Incrementandone e potenziandone il numero, - ha proseguito l´assessore - l´offerta e l´efficacia dei servizi rivolti alle donne vittime di violenza e ai loro figli, aumenta il livello di copertura regionale e, indirettamente, quella nazionale". In quest´ottica, dunque, l´assessore ha auspicato che venga redatto quanto prima anche un Piano nazionale antiviolenza con i relativi fondi. I Fondi - I finanziamenti permetteranno di coinvolgere nella rete 247 soggetti. Fra questi, 19 centri antiviolenza, 9 sportelli e 19 case di accoglienza su tutto il territorio lombardo. I Comuni capofila hanno individuato le realtà alle quali concedere i contributi. Un Altro Stanziamento Per Il 2014 - L´assessore ha anche garantito tutto il proprio impegno, affinché tali stanziamenti possano essere garantiti anche per l´anno in corso.  
   
   
MILANO: UN NUMERO ATTIVO 24 ORE SU 24 PER LE DONNE VITTIME DI VIOLENZA UN SERVIZIO RINNOVATO PER RAFFORZARE LE AZIONI DELLA RETE DEI CENTRI ANTIVIOLENZA”  
 
Milano, 15 aprile 2014 – Una linea telefonica attiva 24 ore su 24 contro la violenza sulle donne. La proposta è stata fatta dall’assessore alle Politiche sociali, Pierfrancesco Majorino in occasione della firma in Regione dell’accordo sul tema del contrasto alla violenza sulle donne e dell’assegnazione di risorse da destinare alle attività dei centri che si occupano delle donne maltrattate. Nell´incontro si è paralto anche del potenziamento del lavoro con gli altri enti ed istituzioni del territorio. A Milano sono stati assegnati 100mila euro che saranno impiegati dalla Rete dei centri antiviolenza costituita nel giugno del 2012 Negli ultimi tre anni il Comune di Milano tramite questi centri ha contribuito a sostenere 3.778 donne, di cui il 63 per cento italiane. “Utilizzeremo queste nuove risorse – spiega l’assessore alle Politiche sociali, Pierfrancesco Majorino – per continuare le azioni che abbiamo già intrapreso a sostegno delle donne maltrattate, dall’accoglienza in abitazioni protette, all’assistenza psicologica e legale, alla realizzazione di campagne di sensibilizzazione da diffondere anche nelle scuole. Uno dei servizi che intendiamo attivare, in coordinamento con quelli già esistenti, è una linea telefonica attiva 24 ore su 24 per accogliere le richieste di aiuto e avviare percorsi di difesa e di accompagnamento delle donne e dei loro figli”. La Rete dei Centri Antiviolenza ad oggi compende: Associazione Svs Donna Aiuta Donna Onlus; Associazione Telefono Donna Onlus; Cooperativa Sociale Cerchi d’Acqua Onlus; Fondazione Caritas Ambrosiana; Centro Ambrosiano di Solidarietà Onlus; Soccorso Violenza Sessuale e Domestica della Fondazione Irccs Ca’ Granda Policlinico Ospedale Maggiore, Soccorso Rosa Ospedale San Carlo e Fondazione Padri Somaschi.