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Notiziario Marketpress di Lunedì 09 Giugno 2014
DISCORSO DI IERI DEL PRESIDENTE BARROSO: EUROPA, ISRAELE E IL FUTURO DEL MEDIO ORIENTE ALLA 14A CONFERENZA ANNUALE DI SICUREZZA  
 
Herzliya Gerusalemme, 8 giugno 2014 Buona sera signore e signori, E ´un grande piacere per me essere qui oggi. Questa è la mia seconda visita in Israele come presidente della Commissione europea. Ogni visitatore è colpito dalla dinamica, aperta verso l´esterno natura del paese e la sua economia, la combinazione di modernità e tradizione, e la società civile dinamica. Israele è una nazione di start-up che già è diventato un marchio globale. Ho visto un po ´di tutto che oggi - in visita all´Istituto Weizmann e alcuni dei più eminenti scienziati del vostro paese, testimoniando con il Primo Ministro Netanyahu la firma del memorandum assicurare la partecipazione di Israele al programma di ricerca europeo Horizon 2020, e tornando alla Hebrew University a Gerusalemme, dove ho ricevuto una laurea honoris causa questo pomeriggio. Sono anche molto onorato di essere stato invitato a partecipare a questa prestigiosa conferenza. Voglio usare questo forum per parlare del ruolo che l´Unione europea può svolgere, e circa l´impegno che abbiamo per quello che speriamo sarà un futuro migliore per i popoli di questa regione. Come tutti sapete, l´Unione europea ha una lunga tradizione di stretti rapporti con israeliani e palestinesi. Abbiamo sempre sostenuto il processo di pace e di una soluzione a due Stati per il conflitto israelo-palestinese. Recentemente abbiamo confermato pienamente la lodevoli sforzi da parte degli Stati Uniti durante l´ultimo round di colloqui di pace. Questo processo è stato ora messo in attesa, ma gli ampi sforzi compiuti negli ultimi 9 mesi non deve andare sprecato. L´attuale ´pausa´ nelle trattative è insostenibile nel lungo periodo. Questo ci dà sia la possibilità e l´obbligo di riflettere su dove andare da qui. L´unione europea è sempre stata pienamente a favore di tutti gli sforzi per cercare di raggiungere un accordo di pace globale su tutte le questioni che sono al centro del conflitto. Siamo consapevoli che gli israeliani hanno bisogno di garanzie robuste che un accordo di pace aumenterà, non diminuire la loro sicurezza, e che finirà il conflitto una volta per tutte. Non possiamo creare un simile accordo - solo tu e palestinesi possono - ma attraverso la comprensione e il sostegno, attraverso l´impegno e il dialogo, speriamo che possiamo fare la nostra parte nella realizzazione. Signore e signori, Per cambiare radicalmente le relazioni tra Stati e popoli è un compito enorme - questo è chiaro dalla storia dell´Unione europea, nonché. E ´un compito che non è mai finito, ma abbiamo bisogno di intraprendere al fine di garantire pace, sicurezza e prosperità per i nostri cittadini. L´integrazione europea è sempre stato un modo per i paesi d´Europa per raggiungere tali obiettivi - e la logica dietro di esso è valido oggi come lo era all´inizio del processo. Vorrei sottolineare brevemente le modifiche che l´Europa, troppo, sta attraversando e come questo ci renderà più forti come un alleato diplomatico e più attraente come partner economico per il futuro. Perché credo che questo a volte è frainteso e spesso sottovalutata. Negli ultimi dieci anni una serie di eventi ed evoluzioni, sia positive che negative, hanno sfidato l´unità e la stabilità dell´Europa. Infatti, l´ultimo decennio di integrazione europea è stata segnata da successi storici, a partire dal 2004 l´allargamento verso l´Europa orientale e altri paesi del Mediterraneo centrale e. Ma è stato anche caratterizzato da importanti sfide. Più di recente dal 2008, la crisi finanziaria che ha trasformato una crisi del debito sovrano in una crisi economica e sociale. Era uno stress test importante per la solidità dell´Unione europea e della moneta unica, l´euro, in particolare. E ha richiesto misure eccezionali per affrontarlo, compresa la creazione di completamente nuovi strumenti politici e meccanismi di solidarietà. Di volta in volta, siamo venuti fuori di queste crisi più uniti, più coerenti e più integrate. Le forze di integrazione dimostrato di essere più forte delle forze della disintegrazione. Contrariamente alle previsioni regolarmente sentito negli ultimi anni, non un solo paese ha lasciato l´unione monetaria, ma invece altri paesi ha deciso di entrarvi - vale a dire la Lettonia lo scorso gennaio e il lituano, che entrerà a far parte del prossimo anno. La decisione di ampliare e approfondire allo stesso tempo - qualcosa che un sacco di gente dubitava era possibile dieci anni fa - era chiaramente la strada giusta da prendere. Questo è ciò che ci dà un vantaggio, per esempio nei negoziati commerciali, dove prendiamo l´iniziativa a livello globale. Questo è anche ciò che ci permette di prendere posizione a livello internazionale, ad esempio nella situazione di stallo dolorosa l´Ucraina, dove solo una Unione europea a parlare con una sola voce e agire come si può tentare di influenzare l´equazione e garantire il pieno rispetto del diritto internazionale. Ma, come il risultato delle elezioni europee del mese scorso ha dimostrato, questi cambiamenti epocali hanno anche causato l´ansia tra alcuni dei nostri cittadini. In una democrazia, facendo la cosa giusta non è sufficiente - si hanno anche per convincere i cittadini che è giusto, che è a loro vantaggio. Dobbiamo continuare a fornire risposte a domande legittime e allo stesso tempo combattere il populismo e l´estremismo ovunque sia necessario e sostenere i valori su cui si basa il progetto europeo. Tempi economici e sociali incerte non possono mai essere una scusa per narrazioni politiche disumanizzanti. Su questo mi permetta di affrontare la questione dell´antisemitismo a testa alta. Europa, il continente dove l´Olocausto ha avuto luogo, ha una particolare responsabilità di condurre la lotta contro ogni recrudescenza di antisemitismo, quando e ovunque si manifesti. L´unione europea rimane estremamente vigile su questo tema e agisce con decisione. Dobbiamo sradicare l´antisemitismo fuori da internet, dobbiamo affrontare nelle scuole, abbiamo bisogno di combattere la criminalità odio sulle nostre strade. Dobbiamo anche riconoscere le sfide particolarmente difficili che affrontano davanti al fenomeno della jihadisti europei radicalizzati ritornano le nostre strade dalla Siria - non ho mai voglia di vedere di nuovo i terribili attacchi che abbiamo visto a Bruxelles il mese scorso, né a Tolosa nel 2012. Mentre gran parte di ciò che deve essere fatto per affrontare questa resta nelle mani dei governi nazionali, forze di polizia e servizi di sicurezza, siamo in grado di agire anche a livello europeo. Nel 2008 l´Unione europea ha adottato quello che noi chiamiamo una decisione quadro sulla lotta contro il razzismo e la xenofobia. Lo scopo di questa decisione è stato quello di garantire che il razzismo e la xenofobia siano passibili di sanzioni penali effettive, proporzionate e dissuasive in tutta l´Unione europea (Ue). Si rivolge anche alla cooperazione giudiziaria in materia migliorare e incoraggiare. Entro la fine di quest´anno, la Commissione europea avrà il potere di agire contro gli Stati membri europei che non hanno adeguatamente adattato i loro sistemi giuridici in linea con la decisione. L´unione europea resterà fedele ai suoi valori e principi. Per consentire l´erosione sarebbe di aprire crepe nella nostra casa comune. In termini di politica estera dell´Unione europea, è stato anche testato come mai prima durante il mio secondo mandato come presidente della Commissione. L´unione europea è profondamente impegnata nella lotta contro la guerra civile in Siria, in particolare, evitando il massiccio afflusso di profughi siriani da sovraccaricare e destabilizzare i paesi vicini, Giordania, Libano e Iraq, e sostenere il processo di mediazione delle Nazioni Unite. L´assenza di unità della comunità internazionale per quanto riguarda la Siria ci sta costando vite umane. E il pedaggio aumenta ogni giorno. Stiamo inoltre sostenendo la stabilizzazione politica ed economica in Egitto, facendo attenzione che le libertà fondamentali siano rispettate. Stiamo affrontando le continue preoccupazioni per la sicurezza e cercando di mettere in atto uno Stato centrale funzionante in Libia. E siamo anche, attraverso il nostro Alto rappresentante, che conduce i negoziati con l´Iran per assicurarsi che il suo programma nucleare è di natura civile e non rappresenta una minaccia per Israele, per la regione e per il mondo. Sono tutte questioni in cui Israele ha interessi nazionali vitali in gioco - interessi che l´Ue sta aiutando a salvaguardare, con le sue azioni concrete. Signore e signori, Come europei, sappiamo anche qualcosa sulla guerra e la pace, in merito risentimento e la riconciliazione. Se abbiamo ricevuto il Premio Nobel per la Pace nel 2012, fu perché le nazioni d´Europa si sono finalmente riuscito a spezzare il circolo vizioso delle offensive militari e ritorsioni che era la forza trainante della storia d´Europa per secoli. Questo è stato davvero un evento storico, ma vale la pena ricordare come di recente è stato davvero - meno di sette decenni fa - e quanto lontano siamo arrivati ​​in un breve periodo di tempo. E vale la pena ricordare lo spirito che era dietro i passi verso l´integrazione europea dai primi momenti: uno spirito di ´insegnamenti´ attraverso privazioni e la guerra; uno spirito di riconciliazione inevitabile; uno spirito di afferrare il futuro insieme, perché avevamo perso così tanto del passato già. La dichiarazione Schuman del 1950, ha affermato che ´l´unione delle nazioni esige l´eliminazione del contrasto secolare di Francia e Germania.´ Tale inversione di tendenza mentale, sapevano, era il presupposto per ulteriori passi, come quelle evidenziate nella celebre frase: ´L´europa non sarà fatto tutto in una volta, o secondo un unico piano. Essa sorgerà da realizzazioni concrete che creino anzitutto una solidarietà di fatto ´. Dico questo perché alcuni di questi elementi sono presenti nel processo di pace in Medio Oriente, nonché: passi difficili ma inevitabili verso la riconciliazione che devono essere prese, opposizioni secolari che devono essere affrontate, realizzazioni concrete che servono a ricostruire la fiducia, e Solo in questo modo un futuro comune che può essere realizzato dal popolo stesso. Alla luce della attuale instabilità nella regione, la pace e la distensione completa sono i veri asset strategici per Israele in termini di sicurezza, ma anche in termini di integrazione di Israele nella regione. Numerose iniziative di pace hanno già esplorato diverse opzioni per le questioni relative allo status finale, progetti di piani di pace sono sul tavolo, ciò che è necessario ora è il coraggio politico su entrambi i lati per compiere il passo decisivo. E ´chiaro che le concessioni necessarie saranno dolorose, che alcuni non piacciono, ma le due parti hanno bisogno di fare una scommessa sulla pace. Lo status quo può sembrare politicamente più sicuro nel breve termine, ma non consegnare tutti i guadagni a lungo termine. Non sto sottovalutando la difficoltà delle decisioni che devono essere prese. In entrambi i casi stiamo parlando di questioni esistenziali per entrambi i popoli israeliano e palestinese. Ma la leadership è di rendere possibile ciò che è necessario. E pace è necessaria nella regione. Sicurezza per Israele e uno Stato per i palestinesi sono imperativi morali per l´intera comunità internazionale. Nel frattempo non si dovrebbe intervenire che comprometterebbe la vitalità di una soluzione a due stati. Siamo profondamente preoccupati che la continua attività di insediamento rende più remota la soluzione dei due Stati, che è nell´interesse fondamentale di Israele. Riteniamo che sarebbe anche nell´interesse generale di un futuro di pace che entrambi leadership israeliane e palestinesi sono in grado di avere un accordo finale applicato sul terreno e abbracciato dalle popolazioni. Questo è il motivo per cui siamo del parere che, nell´interesse di un futuro accordo di pace e di un governo legittimo e rappresentativo, la riconciliazione intra-palestinese sotto i principi enunciati nel discorso del presidente Abbas ´al Cairo nel maggio 2011 - e questa pre-condizione è molto importante - va sostenuta. In altre parole: qualsiasi governo palestinese deve rispettare il principio della non-violenza, restano impegnati a raggiungere una soluzione a due Stati e una soluzione pacifica negoziata del conflitto israelo-palestinese. Ciò significa accettare precedenti accordi e obblighi, compreso il legittimo diritto di Israele ad esistere. Riconciliazione palestinese, se effettuata in conformità a questi principi, non deve essere considerata un ostacolo ai negoziati continui. Al contrario, la riconciliazione è in realtà una condizione per il successo di una soluzione a due stati. Riconciliazione palestinese, se fatto in stretta aderenza ai principi che ho appena citato, non darà in alcun modo una voce ai terroristi. Al contrario, aiuterà il nostro obiettivo di isolare ed emarginare i terroristi e le loro azioni sbagliate e distruttive. Lo sappiamo tutti: il terrorismo è destinato a fallire. Non sarà mai accettata dall´Unione europea o da chiunque altro nella comunità internazionale come un modo per raggiungere obiettivi politici. Signore e Signori, Una pace globale in Medio Oriente è un obiettivo politico fondamentale dell´Unione europea e la nostra politica estera negli ultimi 30 anni. Siamo stati impegnati politicamente ed economicamente per aiutare a fornire una soluzione a due Stati. Recentemente, abbiamo proposto un partenariato speciale privilegiato per Israele e un futuro Stato di Palestina in caso di conclusione positiva dei negoziati di pace. Ciò sarebbe venuto con un pacchetto di sostegno di una grandezza senza precedenti per entrambe le parti, che copre l´intero spettro di iniziative economiche, politiche e di sicurezza. In Europa, crediamo che ciò che l´Unione ha da offrire ha il potenziale per cambiare radicalmente il vostro futuro e le tue relazioni con l´Europa e con il resto del mondo. Il nostro partenariato speciale privilegiata sarebbe la chiave di rinnovata prosperità e di nuove opportunità in Israele e in un futuro stato palestinese. Sarebbe anche ripercussioni positive per l´integrazione regionale. La partnership immaginato sarebbe un quadro molto ampio per la cooperazione tra Europa, Israele e Palestina in una moltitudine di settori politici, tra cui il commercio, gli investimenti, le infrastrutture, l´energia, la tutela dell´ambiente, la cultura e l´istruzione, la ricerca. Sarebbe uno strumento efficace per lo sviluppo dell´economia e della società che le generazioni future hanno bisogno. Sarebbe sviluppare ulteriormente le relazioni bilaterali tra l´Unione europea ed entrambi gli stati e - ancora più importante - includere un formato di cooperazione trilaterale Israele-ue-palestina comune, che legherebbe i due stati a stretto contatto tra loro e verso l´Europa. Quindi questa relazione, anche, sarebbe in grado di sviluppare ´da realizzazioni concrete che creino anzitutto una solidarietà di fatto´, come ha detto Robert Schuman al momento della creazione dell´Unione europea. Signore e signori, Per concludere: riuscire a comprendere appieno le difficoltà che la pace e la riconciliazione nella regione. La pace tra israeliani e palestinesi non è una bacchetta magica che risolverà tutti i problemi del Medio Oriente durante la notte. Ma si occuperà di eliminare una linea di faglia chiave che attraversa la regione e permettere a Israele di affrontare alcune delle reali sfide alla sicurezza che affliggono la regione. L´unione europea non può creare la pace in Medio Oriente, ma se - i popoli della regione - sceglie la pace, l´Unione europea sarà lì a sostenervi. La storia ci insegna che non c´è niente di inevitabile pace. Dobbiamo lavorare per questo e proteggerla. Non può mai essere dato per scontato. Allo stesso tempo, la storia ci insegna anche che non c´è niente di inevitabile conflitto sia. Storia del dopoguerra in Europa dimostra che i vecchi nemici possono essere riconciliate, nemici diventati amici e lo scontro è stato sostituito dalla cooperazione. E più radicalmente ciò che la storia ci insegna è che appartiene a coloro che continuano e andare avanti e non a coloro che dirottare, guardando indietro. Questo posto è pieno di storia - alcuni addirittura dicono troppo Storia - ma le pagine del capitolo pace della Storia libro di Medio Oriente sono ancora in attesa di essere scritta. Vi incoraggio a perseverare sulla via dei negoziati, per fare i compromessi necessari per raggiungere un accordo globale e di aprire le porte a una nuova era di pace in Israele, in uno Stato sovrano di Palestina e oltre. Grazie mille.  
   
   
NUOVI PARLAMENTARI EUROPEI: L´ARRIVO A BRUXELLES  
 
Bruxelles, 9 giugno 2014 - Dalla settimana scorsa i deputati europei eletti per la prima volta stanno arrivando a Bruxelles. Prima di diventare ufficialmente membri del Parlamento europeo e di ricevere il primo di luglio il diritto di voto, possono accedere ad un servizio di accoglienza per agevolare il completamento della documentazione necessaria a insediarsi nelle nuove funzioni. I gruppi politici si stanno già formando in vista della sessione costitutiva dell´ottava legislatura che comincerà il primo luglio. Il mandato dei nuovi 751 deputati durerà cinque anni, e 371 sono al loro primo mandato in Parlamento. Tra i nuovi parlamentari figura Brian Hayes, un membro irlandese del partito popolare europeo. Prima di prendere funzione nel Parlamento europeo il 44enne politico di Dublino ha avuto un seggio in entrambe le camere del Parlamento irlandese. Nel 2011 é divenuto Ministro delle finanze irlandese. Anche Mercedes Bresso, un membro italiano dei Socialisti e democratici, é una neo eletta al Parlamento europeo. Nel 2010 Bresso - che compirà 70 anni il prossimo mese - é stata la prima donna ad essere eletta presidente del Comitato delle Regioni. Ha in passato ricoperto il ruolo di Presidente della Regione Piemonte e di professore di economia presso il Politecnico di Torino. Brian Hayes Quali sono le prime impressioni di Bruxelles e del Parlamento europeo? Per prima cosa sono impressionato dalla grandezza. In ogni caso sono stato piuttosto regolarmente al Parlamento europeo negli ultimi tre anni in rappresentanza del governo irlandese. Inoltre qui le persone sono cordiali e disponibili ad aiutare i nuovi membri, cosa che trovo incoraggiante. Quali sono i suoi hobby quando non lavora? Amo sia il golf che il tennis. Mi piace anche correre. Quali sono i suoi modelli dalla storia o dei giorni nostri? Daniel O´connell che ha portato all´emancipazione cattolica e che ha mostrato che le politiche parlamentari basate sulla non violenza possono avere successo. Sono anche un grande ammiratore di Winston Churchill per il coraggio mostrato nel contrastare il fascismo. Quali questioni vorrebbe affrontare nel suo lavoro di deputato europeo? Portare a termine la sfida dell´Unione bancaria ed essere certi che le nuove linee di credito siano aperte alle imprese di piccola e meda dimensione in Europa. Dobbiamo imparare ad usare le migliori prassi ed applicarle alla riforme del sistema della pubblica amministrazione. Ma la priorità é arginare lo scandaloso livello di disoccupazione e ridurre il livello di disoccupazione a lungo termine. Questo deve essere l´obiettivo principale di tutte le istituzioni europee. Le persone aspettano disperatamente di vedere l´economia del mercato sociale in Europa; che sia basata su una cultura dell´ impresa, per migliorare la competitività e raggiungere un alto livello di competenze e di innovazione. Senza il miglioramento di questi problemi, la fiducia nell´importanza dell´ Europa continuerà a ridursi a fronte dell´avanzata di forze più aggressive e neo nazionaliste. Mercedes Bresso Quali sono le prime impressioni di Bruxelles e del Parlamento europeo? Sto lavorando tra Bruxelles e l´Italia dal 2004. É una città che conosco ed amo per la vitalità e la dimensione multiculturale. Per questo ho acquistato una casa qui e sono felice di vivere nella capitale dell´Unione Europea. Inoltre mio marito é francese ed io mi sento profondamente cittadina europea. Quali sono i suoi hobby quando non lavora? Amo i libri, nuotare e viaggiare. Sono un´assidua lettrice e scrivo anche libri. I miei scrittori preferiti sono Jorge Luis Borges, Marguerite Yourcenar ed Italo Calvino. Se ci spostiamo all´economia, ammiro il lavoro di Joseph Stiglitz e di Nicholas Georgescu-roegen. Quali sono i suoi modelli dalla storia o dei giorni nostri? I padri fondatori dell´ Euorpa: Jacques Delors ed Altiero Spinelli. Ed i pensatori politici Carlo Rosselli, Carlo Cattaneo ed Alexis de Tocqueville. Quali questioni vorrebbe affrontare nel suo lavoro di deputato europeo? Voglio ricostruire la fiducia tra cittadini ed istituzioni. Credo che occorra un cambiamento nell´allocazione delle competenze. Le competenze di maggiore importanza dovrebbero andare all´Unione Europea - affari esteri, difesa e finanza... - mentre le competenze di minore importanza dovrebbero essere attribuite ai livelli locali seguendo il principio di sussidiarietà. L´obiettivo finale é uno Stato confederale.  
   
   
LE COMMISSIONI DEL PARLAMENTO: IL CUORE DELLA POLITICA EUROPEA  
 
Bruxelles, 9 giugno 2014 - I deputati s´insedieranno presto nel nuovo Parlamento europeo e una delle prime cose da fare sarà integrare una commissione parlamentare. Si tratta di una decisione importante che stabilisce in quale area i deputati lavoreranno. Le commissioni parlamentari hanno un ruolo essenziale nella costruzione della politica europea. I deputati passano circa due settimane al mese all´interno delle riunioni delle commissioni parlamentari. Discutono le proposte e le relazioni legislative, votano gli emendamenti e seguono le negoziazioni con il Consiglio. Le commissioni organizzano anche le audizioni con gli esperti, preparano le proposte d´iniziativa non vincolanti ed indicano la posizione che il Parlamento dovrà prendere, dopo il voto in plenaria. Duranta la scorsa legislatura sono state create 20 commissioni competenti in materia europea sul commercio internazionale, l´ambiente, la protezione del consumatore, l´uguaglianza di genere... Il Parlmaento può anche creare delle commissioni speciali, tre durante gli ultimi cinque anni, e delle commissioni d´inchiesta riguardanti le violazioni delle leggi dell´Ue. La composizione delle commissioni parlamentari riflettono l´equilibrio politico dell´emiciclo. Nelle commissioni, per ogni tema specifico un dpeutato viene scelto per redigere una relazione che determina la posizione del Parlamento. I gruppi politici possono proporre degli emendamenti che vengono integrati alla relazione votata in sessoine plenaria.  
   
   
EURO: AVANTI IL PROSSIMO  
 
Bruxelles, 9 giugno 2014 - A partire dal prossimo anno, la zona euro potrebbe diventare più grande dopo che l´annuncio della Commissione secondo cui la Lituania soddisfa i cosiddetti "criteri di Maastricht" per l´adozione della moneta comune. Ciò è avvenuto nell´ambito delle relazioni sulla convergenza pubblicate il 4 giugno dalla Commissione e dalla Banca centrale europea. Attualmente la zona euro conta 18 Stati membri. Una decisione finale sarà fatta dal Consiglio in luglio, dopo una consultazione con il Parlamento. 8 più 8 è uguale a 26 . Che dire degli altri due paesi dell´Unione europea ? Le relazioni sulla convergenza (pubblicate almeno una volta ogni due anni o su richiesta di uno Stato membro) vengono preparate solo sui paesi non euro che, secondo i trattati comunitari, sono tenuti ad adottare l´euro presto o tardi, soddisfando i severi criteri di convergenza economica, noti anche come i "criteri di Maastricht". Il Regno Unito e la Danimarca hanno optato per delle deroghe al trattato («opt out») consentendo loro di rimanere al di fuori della zona euro. Guarda la carta della zona euro a destra per saperne di più su chi e quando ha adottato l´euro. Che cosa sono esattamente questi criteri? Per adottare la moneta unica uno Stato membro deve rispettare cinque criteri (stabiliti nel Trattato di Maastricht del 1992): • Tasso annuo di inflazione a più 1,5% al di sopra della media dei tre migliori risultati paesi dell´Ue; • Deficit di bilancio: al massimo il 3% del Pil; • Il debito pubblico: massimo il 60% del Pil o se supera questo limite dovrebbe "ridursi in misura sufficiente avvicinandosi al valore di riferimento con ritmo adeguato"; • i tassi di interesse a lungo termine: massimo 2% al di sopra della media dei tre migliori risultati paesi dell´Ue in termini di stabilità dei prezzi • La partecipazione al meccanismo di cambio europeo (che limita le fluttuazioni tra l´euro e le monete nazionali) per due anni. Inoltre, la legislazione dei paesi deve rispettare pienamente tutti i requisiti per l´adozione dell´euro come stabilito nei trattati dell´Unione europea, soprattutto per quanto riguarda l´indipendenza e il ruolo delle rispettive banche centrali. Come vengono prese le decisioni circa l´adozione dell´euro? A seguito di una relazione sulla convergenza positiva, il Consiglio prende la decisione finale sulla base di una proposta della Commissione e previa consultazione del Parlamento europeo.  
   
   
PRESIDENTE LOMBARDIA: MACROREGIONE ALPINA FUTURO DELL´EUROPA  
 
Milano, 9 giugno 2014 - "Abbiamo ottimi rapporti, la Lombardia rappresenta circa il 35 per cento dello scambio commerciale fra l´Italia e la Germania, siamo protagonisti. Inoltre, abbiamo un legame particolarmente stretto con alcuni Lander, come la Baviera e il Baden Wüttemberg, quindi è l´occasione per rafforzare il nostro rapporto di collaborazione e competizione". Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia al suo arrivo all´Viii Forum economico italo-tedesco in corso all´Auditorium ´Testori´ di Palazzo Lombardia, a Milano. Il governatore ha ricordato che il rapporto con questo partner europeo è particolarmente importante soprattutto in vista "della creazione della Macroregione delle Alpi, che prenderà vita a giugno dell´anno prossimo". "Ai primi di dicembre - ha fatto sapere - faremo una grande riunione a Palazzo Lombardia con i 46 presidenti delle regioni europee coinvolte, con i ministri degli Esteri dei Paesi interessati e con tutti gli stakeholder". "Questo - ha sottolineato - è il futuro dell´Europa"  
   
   
PRESIDENTE LOMBARDIA: FARE SISTEMA IN NUOVA UE DELLE REGIONI  
 
Milano, 9 giugno 2014 - ´L´europa delle Regioni e dei popoli è un progetto destinato a infondere, all´interno del processo di integrazione europea, un vero e proprio mutamento di orizzonte, capace di restituire l´Europa ai cittadini´. Questo il fulcro intorno al quale è ruotato il lungo intervento del presidente della Regione Lombardia all´Viii Forum italo-tedesco, che si è tenuto all´Auditorium Testori di Palazzo Lombardia, a Milano. Rapporti Fra Lombardia E Germania - ´La Germania - ha ricordato il governatore - è il primo partner commerciale dell´Italia e della Lombardia, sia come mercato di sbocco dell´export, sia come Paese di provenienza dell´import. Il valore dell´interscambio Germania-italia è stato, nel 2012, pari a circa 105 miliardi di euro, di cui il 35,17 per cento realizzato dalla Lombardia. Germania e Italia condividono una struttura economica ´export oriented´, basata sull´impresa manifatturiera e fortemente integrata con rilevanti stock di investimenti diretti esteri. Sono oltre 1.800 le aziende tedesche in Germania partecipate da aziende italiane, e quasi 1.400 le aziende italiane a capitale tedesco´. Riforme Improrogabili - ´Nonostante i numerosi punti di contatto tra Germania e Italia - ha però osservato - i dati complessivi delle due economie divergono su numerosi fronti. La capacità con cui la Germania ha saputo resistere alla crisi finanziaria, sia a livello occupazionale che in termini di crescita, rappresenta uno stimolo per attuare quelle riforme economiche e sociali ormai improrogabili, pur nel rispetto delle particolarità e delle specificità del nostro Paese´. La Diversità Lombarda - Il presidente ha posto un particolare accento sul fatto che, nel panorama economico italiano, ´la Lombardia ha giocato e gioca un ruolo da traino, grazie alla sua naturale propensione all´innovazione e alla ricerca, con uno sguardo sempre attento sul futuro´. ´Regione Lombardia - ha ricordato - è la prima Regione italiana e tra le più moderne Regioni europee, uno dei Quattro Motori d´Europa. Con 13 Università, 18 Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (Irccs), 500 centri di ricerca e sviluppo, 6 parchi tecnologici e scientifici, la Lombardia è la regione italiana che più investe in ricerca, innovazione e sviluppo´. Più Investimenti Su Ricerca E Infrastrutture - ´È mio preciso impegno - ha sottolineato - portare gli investimenti regionali in ricerca e sviluppo dall´attuale 1,6 per cento al 3 per cento del Pil, in linea con i Paesi europei più all´avanguardia. E ancora. La Lombardia è la regione italiana con il più alto numero di investimenti in infrastrutture, la più estesa e capillare rete ferroviaria (il 10,75 per cento della rete ferroviaria nazionale è lombarda) e la più alta domanda di trasporto pubblico pro capite´. Nuovo Regionalismo - ´Mi sono sempre impegnato per promuovere e tutelare la specificità del modello lombardo, sia in ambito nazionale, promuovendo un regionalismo più marcato, con l´acquisizione di maggiori competenze, sia in ambito europeo, con il rinnovato protagonismo della Lombardia nella nuova Europa delle Regioni´ ha sottolineato il governatore, osservando che, oggi, ´in tutto il Continente è in corso una grande ristrutturazione degli assetti statali e sovrastatali, nella quale le Regioni più forti devono fare sentire comunemente la loro voce´. Ue Troppo Grande - ´Lo Stato - ha argomentato - è diventato troppo piccolo per potere prendere iniziative incisive e governare processi politici e amministrativi irreversibili come la globalizzazione, ma, allo stesso modo, i soggetti sovranazionali, quale è l´Unione europea, paiono incapaci di dare risposte efficaci ai territori, caratterizzati da grandi diversità che devono essere considerate, valorizzate e salvaguardate. E´ la realtà europea che si presenta in modo così multiforme´. ´Man mano che l´Unione ha preso forma - ha osservato - le Istituzioni europee hanno invece perseguito la volontà di uniformare Paesi del tutto diversi per storia, economia e tessuto sociale, con l´effetto di ampliare i divari tra nord e sud del Continente. Per questo si assiste, per esempio, a fenomeni come quelli della Catalogna e della Scozia, dove le rivendicazioni indipendentiste hanno ripreso forza e vigore´. Un´europa Diversa - La risposta a questo fenomeno, secondo il presidente lombardo, ´non è di avere meno Europa o di essere antieuropei, ma volere un´Europa più giusta, più democratica, più attenta ai bisogni dei singoli territori´. ´Il mio modello - ha detto - è l´Europa delle Regioni, dove gli Stati nazionali vengono ripensati e riformati per riaggregare il territorio sulla base di affinità che vanno oltre i confini amministrativi e burocratici. L´europa delle Regioni e dei popoli è un progetto destinato a infondere, all´interno del processo di integrazione europea, un vero e proprio mutamento di orizzonte, capace di restituire l´Europa ai cittadini´. ´Come Governatore della Lombardia - ha ribadito - voglio lavorare in questa direzione e, su questo, ritengo che i rappresentanti dei Paesi europei possano condividere questa prospettiva. Perché significa un migliore governo del Continente, una più efficace redistribuzione delle risorse, e una più proficua collaborazione per risolvere i problemi´. ´La Presidenza italiana del semestre europeo, che inizierà tra meno di un mese - ha aggiunto - deve essere anche un momento di riflessione sull´attuale assetto istituzionale europeo. Un nuovo assetto che non dovrà essere calato dall´alto in basso, ma condiviso dal basso´. I Quattro Motori - ´Per fare sistema - ha proseguito il numero uno di Palazzo Lombardia - occorre che le aree europee più simili dal punto di vista socio-economico facciano quadrato, per creare un cluster di Regioni unite e coese, che assumano la crescita e l´innovazione come punto fondamentale della loro collaborazione. In quest´ottica, ho assunto la Presidenza dei Quattro Motori per l´Europa, un´associazione di cui la Lombardia fa parte insieme a Baden-württemberg, Rhône-alpes e Catalogna, le Regioni più progredite d´Europa´. Bando Europeo Per Ricerca E Innovazione - ´Il programma della mia Presidenza - ha ricordato - prevede, tra le tante cose, un´iniziativa congiunta da parte delle 4 Regioni, per arrivare a un bando europeo sulla ricerca e l´innovazione da realizzare in questo 2014. Ci incontreremo il 4 luglio per fare il punto della situazione. Inoltre, puntiamo anche su un coinvolgimento transnazionale delle Camere di commercio, degli imprenditori, dei manager e delle relative associazioni, che porti a un confronto sul tessuto imprenditoriale, sulle politiche industriali, sulla tassazione e sui modelli per ottenere crescita e competitività delle Regioni della partnership´. La Strategia Della Macroregione - ´L´europa delle Regioni è un modello ineluttabile, auspicato dallo stesso Trattato di Lisbona del 2007´ ha ribadito il governatore, ricordando la storica firma dell´ottobre scorso a Grenoble dell´accordo strategico per la costituzione di una Macroregione alpina, in cui, ha messo in evidenza, ´per la prima volta è stata riconosciuta l´iniziativa politica delle Regioni e dei territori su un livello paritetico con gli Stati e le istituzioni europee´. ´L´accordo - ha affermato - è di assoluto valore, perché riguarda 46 Regioni, divise in 7 Stati, per un totale di 70 milioni di abitanti, sotto la guida della Commissione europea. La Macroregione offrirà comuni opportunità di sviluppo su molteplici temi come l´ambiente e la qualità della vita, il turismo, la tutela e la diffusione del patrimonio culturale e paesaggistico, le risorse naturali, l´energia, la prevenzione dei rischi e il sistema dei trasporti´. Appuntamento A Milano - ´Attraverso lo Steering Committee, una peculiarità della Strategia Alpina, stiamo lavorando per definire le priorità strategiche dei tre pilastri (Sviluppo Economico, Trasporti/connettività, Ambiente/energia), con l´obiettivo di validare il Discussion Paper, base per il Piano d´Azione, nel corso della Conferenza internazionale degli stakeholders di Eusalp, fissata per i prossimi 2 e 3 dicembre a Milano´ ha proseguito il presidente, mettendo in risalto che ´la ´road map´ è ben definita: entro giugno 2015 la Commissione europea e il Consiglio europeo dei capi di Stato e di Governo adotteranno ufficialmente il piano strategico e la Macroregione diventerà operativa a tutti gli effetti´.  
   
   
SARDEGNA: PIGLIARU INCONTRA LO SCEICCO DEL QATAR  
 
Cagliari, 9 Giugno 2014 - Visita della delegazione di Qatar Foundation Endowment il 5 giugno a Villa Devoto. Il Presidente della Regione Francesco Pigliaru e l’assessore della Sanità Luigi Arru hanno incontrato Sheik Faisal Bin Thani Al Thani, Cio di Qfe, accompagnato da Tidu Maini, (Executive Committee Member Qfi & Qfe, Advisor Hrh Sheika Moza Bint Nasser). Hanno partecipato all’incontro Sultan Alflasi, (Head Of Cabinet Sheik Faisal Bin Thani Al Thani) e Lucio Rispo, (Investment Project Manager Qfe). L’attività di ricerca della Qfe e gli investimenti nell´ambito dell´economia della conoscenza sono stati gli argomenti affrontati, con particolare riferimento all’ex ospedale San Raffaele di Olbia. "Con Faisal Bin Thani Al Thani e Tidu Maini abbiamo fatto il punto sul progetto dell’ex ospedale San Raffaele di Olbia", ha detto il presidente della Regione Francesco Pigliaru al termine della visita. "Come ho già avuto modo di dire, nella nostra proposta di governo ci siamo impegnati a dare risposte rapide e in tempi certi a investitori importanti e quindi anche in questo caso stiamo mantenendo l’impegno. Oggi abbiamo ribadito quanto sia importante definire con la Qfe, come stiamo facendo e come abbiamo concordato nella nostra intesa, un percorso armonico con il processo di riorganizzazione e razionalizzazione della rete ospedaliera della Sardegna. È stata un’altra tappa del nostro lavoro per portare all’attenzione del Consiglio regionale, che nei tempi dati prenderà la decisione finale, una proposta soddisfacente per tutto il sistema regionale e di cui siano visibili i vantaggi per l’intera Sardegna", ha proseguito Francesco Pigliaru. "La Qfe investe 6 miliardi di dollari l’anno in ricerca. La visita di questa mattina a Villa Devoto dei vertici di un investitore internazionale di questo livello per la Sardegna e per l’Italia, dimostra che qualcosa sta finalmente cambiando. Uno degli indicatori fondamentali dell’andamento di un’economia, infatti, è attrarre investimenti esteri di qualità, e l’Italia, tra i paesi sviluppati è notoriamente in fondo alla classifica per quanto riguarda l’attrazione di investimenti di questo tipo. Per la Sardegna, in particolare, è una grande opportunità e stiamo lavorando perché questa opportunità possa essere colta nella piena condivisione di tutti. Significa creare centinaia di posti di lavoro in più, contribuire a migliorare l’offerta e i livelli di assistenza sanitaria per i sardi, ridurre i flussi di emigrazione sanitaria passiva, attrarre i flussi dal resto dell’Italia e dall’Europa. Stiamo parlando di creare un hub sanitaria di livello internazionale – ha concluso il presidente della Regione -, un punto di ricerca di eccellenza nel quale i centri di ricerca e le università del nostro sistema regionale potranno essere protagonisti". Al termine dell´incontro gli ospiti hanno visitato la mostra dedicata alle statue di Mont´e Prama nelle sale del Museo Archeologico.  
   
   
QUIRINALE: SERRACCHIANI, CON PRESIDENTE COLLOQUIO MOLTO APPAGANTE  
 
Trieste, 9 giugno 2014 - "Il presidente Napolitano è una garanzia di equilibrio per il Paese e un saldissimo punto di riferimento anche a livello internazionale: il colloquio avuto è stato istituzionalmente e umanamente molto appagante". Lo ha affermato il 5 giugno a Roma la presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani, che è stata ricevuta al Quirinale dal Capo dello Stato. Nel corso dell´incontro la presidente Serracchiani ha illustrato al Capo dello Stato le iniziative che la Regione Friuli Venezia Giulia ha programmato in occasione della ricorrenza del centenario della Grande Guerra, esprimendo a nome del Friuli Venezia Giulia vivi auspici in ordine a una prossima presenza in regione della massima carica della Repubblica. La presidente Serracchiani ha altresì confermato come, anche nella prospettiva del Centenario, prosegua l´impegno del Friuli Venezia Giulia nell´opera di costruzione di pacifiche e operose relazioni con i Paesi del Nord-est Europa e dei Balcani.  
   
   
PRESIDENTE LOMBARDIA: NOMINA CANTONE PERSA IN NEBBIE ROMANE  
 
Milano, 9 giugno 2014 - "L´impressione che l´urgenza e l´importanza di questo provvedimento si sia persa nelle nebbie romane". Così il presidente della Regione Lombardia, conversando con i cronisti a Palazzo Pirelli, ha commentato il mancato decreto di attribuzione di maggiori poteri al Presidente dell´Autorità nazionale anti corruzione da parte del Governo. Fatto Incomprensibile - Un fatto che il governatore, come già aveva fatto in mattinata parlando a margine della conferenza stampa dopo giunta, ha definito "incomprensibile". Non si capisce, ha detto, "vista l´urgenza e la necessità di intervenire, perché ci sia stato un rinvio. Tanto più che secondo le intenzioni del premier, questa decisione si sarebbe dovuta prendere un mese fa. Ogni giorno che passa - ha detto - è un giorno di ritardo, che rischia di compromettere le opere". Una preoccupazione, ha riferito, "condivisa anche dal Commissario unico per Expo Giuseppe Sala". Su Dossier Nezzuna Risposta - Il presidente Lombardo infine, ha fatto accenno anche ad altre questioni poste nei mesi scorsi a Palazzo Chigi, su infrastrutture e altri temi importanti che riguardano la Regione Lombardia. Una serie di questioni, sulle quali "non è ancora pervenuta alcuna risposta. Ho deciso - ha fatto sapere - che ogni mese rimanderò questi dossier a Roma con destinatari la Presidenza del Consiglio, il ministero delle Infrastrutture e il ministero delle politiche agricole. Per risparmiare però - ha concluso con una battuta - invece della raccomandata con ricevuta di ritorno, sfrutterò la Pec, la Posta elettronica certificata".  
   
   
PATTO STABILITÀ E COFINANZIAMENTO. VENDOLA: "IO NON MI RASSEGNO"  
 
Bari, 9 giugno 2014 - Patto di stabilità, nettizzazione del cofinanziamento nazionale della spesa comunitaria, raggiungimento target al 31 maggio, Puglia “punta di diamante di tutto il sistema, non solo regionale ma anche nazionale”. Una dichiarazione del Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola. “Sono giornate segnate da una grande amarezza perché se da una parte registro con soddisfazione come la Puglia, per quanto riguarda il raggiungimento dei target della spesa comunitaria, abbia offerto i dati migliori tra le regioni italiane, dall’altra mi trovo invece costretto a scegliere di rallentare, fin quando non dovrò frenare del tutto, proprio la cosa che abbiamo dimostrato di saper fare meglio, e cioè spendere, con celerità e con qualità, i fondi comunitari. I dati disponibili sul target di maggio dimostrano inconfutabilmente come la Puglia sia la Regione che rappresenta la punta di diamante di tutto il sistema, non solo regionale ma anche nazionale, sia in termini di valori assoluti che in termini di valori percentuali. Se non ci fosse la Puglia le performances dell’Italia sarebbero molto al di sotto del 50% e tuttavia la gestione contraddittoria delle regole sul Patto ci conduce dritti verso un burrone. Ogni giorno che passa, risulta sempre più chiaro come articolazioni strategiche dello Stato, Ragioneria e Mef da una parte e Dps dall’altra, abbiano costruite regole che tra loro non si conciliano. Come si può arrivare al risultato del raggiungimento dei target se contemporaneamente sussiste il divieto di sforare il Patto di stabilità? La Puglia è la prima vittima di questo sistema folle. Poichè oggi per colpa dell’ultima finanziaria non potremo neppure ricorrere allo sforamento controllato, l’unica soluzione è quella di rallentare e poi sospendere la spesa dei programmi comunitari. Questo naturalmente comporterà il rischio di non poter assicurare a ottobre e dicembre prossimi il conseguimento degli obiettivi di spesa, con il paradosso di dover restituire i soldi a Bruxelles. L’ho già detto ieri, ma voglio ribadirlo oggi e ogni prossimo giorno futuro. Io non mi rassegno. Oggi sono costretto a fare delle scelte che mai avrei pensato di poter compiere. Ecco perché voglio rivolgere ancora un appello accorato al Governo di Renzi, in particolare al Sottosegretario Graziano Delrio, perché si metta finalmente mano a questa materia, liberandoci dai limiti imposti dal Patto di stabilità e procedendo subito con la nettizzazione del cofinanziamento nazionale della spesa comunitaria”.  
   
   
PATTO STABILITÀ. APPELLO DI VENDOLA: "SI TOLGA IL CAPPIO AL COLLO DEI PUGLIESI"  
 
 Bari, 9 giugno 2014 - “Vorrei rivolgere un appello appassionato alle forze politiche e ai parlamentari affinché si capisca che la questione, ormai al centro del dibattito nazionale relativa al Patto di Stabilità, assume caratteri di urgenza e immediatezza assolutamente drammatici”. Lo ha detto il 6 giugno il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, parlando con i giornalisti a margine della conferenza stampa “Puglia Taste & Bike” e in vista della Giunta straordinaria convocata per il pomeriggio con all’ordine del giorno proprio la questione legata al Patto di stabilità. “Siamo alla fine di una storia – ha aggiunto Vendola - lo abbiamo raccontato in questi anni, ma oggi concretamente la Regione Puglia, che ancora al 31 di maggio ha offerto i dati migliori d’Italia per quanto riguarda la rendicontazione dei fondi comunitari, è solo in grado di corrispondere gli stipendi, pagare le rate dei mutui e adempiere ai propri doveri. La Regione non è più in grado di spendere risorse per il cofinanziamento della spesa comunitaria”. “Se non ci liberano da questa pietra sepolcrale – ha proseguito il Presidente – la Puglia non ha più futuro. Se non cambia qualcosa nelle prossime settimane, noi, puniti mentre siamo stati i più bravi di tutti nella spesa, saremo costretti a restituire soldi a Bruxelles. Questo è un fatto che non può essere scoperto domani da chi non si è accorto di come stanno le cose oggi”. L’appello di Vendola “è affinché subito intervengano dei fatti concreti. L’ho detto nei giorni scorsi e lo ripeto: noi non vogliamo fiori, ma opere di bene. I fiori servono per fare le corone per i morti, noi non vogliamo essere celebrati in quanto morti. Vogliamo vivere e vogliamo essere liberati da questo cappio che si stringe attorno al collo dei pugliesi. “Oggi tocca alla Regione Puglia – ha concluso Vendola - perché i più bravi sono i primi ad essere penalizzati, ma domani a ruota seguiranno tutte le altre regioni. Allora si faccia qualcosa, non si diano pacche sulle spalle, non ci si dica che abbiamo ragione, ma si cambino le cose”.  
   
   
TOSCANA: LA GIUNTA REGIONALE DI LUNEDÌ 9 GIUGNO IN DIRETTA STREAMING  
 
 Firenze 9 giugno 2014 – I lavori della Giunta regionale di lunedì 9 giugno, saranno trasmessi in diretta online a partire, indicativamente, dalle ore 16.30. Sarà possibile collegarsi allo streaming dalla home page di www.Regione.toscana.it  e www.Toscana-notizie.it  L´ordine del giorno della Giunta sarà disponibile da lunedì nelle risorse correlate. Al termine della seduta sarà resa pubblica la registrazione video.  
   
   
PRESIDENTE LOMBARDIA: LE INCHIESTE NON AIUTANO L´IMMAGINE DELL´ITALIA  
 
Milano, 9 giugno 2014 - "Le responsabilità penali sono sempre personali. Certamente tutto questo non aiuta, è brutto trovare sui giornali vicende come quelle che stiamo leggendo. Questo deve stimolare chi governa, lo Stato e le Regioni, a fare sempre di più, per garantire la massima trasparenza, il massimo livello di competitività fra tutti i soggetti, senza parteggiare per l´uno o per l´altro. È quello che sto facendo e voglio continuare a fare in Lombardia". Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia, a margine dell´Viii Forum economico italo-tedesco, rispondendo ai cronisti, che gli chiedevano un commento sulle recenti inchieste giudiziarie in Veneto e se queste stiano avendo un riflesso sull´immagine dell´Italia all´estero.  
   
   
VENDOLA: "PUGLIA NON PIÙ IN CONDIZIONE DI GARANTIRE IL COFINANZIAMENTO FONDI"  
 
Bari, 9 giugno 2014 - “Vorrei comunicare ufficialmente che, per assicurare prima di tutto l’incolumità dei cittadini ed i livelli minimi di assistenza sociale, la Regione Puglia non è più in condizione di garantire il cofinanziamento dei fondi comunitari e pertanto è obbligata a rallentare la spesa dei fondi comunitari. Pur avendo nuovamente dimostrato il 30 maggio scorso di essere la Regione d’Italia con il più elevato livello di spesa comunitaria in termini assoluti, noi da oggi invertiamo la tendenza con il conseguente rischio di non assicurare a ottobre e dicembre prossimi il conseguimento degli obiettivi di spesa”. Così il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola al termine della Giunta straordinaria del 6 giugno che ha visto la discussione, tra le altre cose, sul Patto di stabilità e sulla mancata nettizzazione della spesa comunitaria. “Siamo stati in paziente attesa di un provvedimento più volte annunciato dal Governo – ha aggiunto Vendola - per la nettizzazione del cofinanziamento comunitario che avrebbe allentato la stretta sui pagamenti. Ringraziamo il Sottosegretario Del Rio per la costante attenzione che ci ha rivolto, ma ci vediamo costretti a comunicargli che in assenza di un riscontro tempestivo e concreto, dinanzi alla perversa alternativa tra la garanzia oggi di alcuni servizi essenziali e inderogabili per i cittadini pugliesi, e l’impegno ad accompagnare il futuro sviluppo sociale ed economico della nostra comunità, abbiamo il dovere di scegliere la prima. Questa è un’alternativa che noi riteniamo assolutamente irrazionale da ogni punto di vista, compreso quello delle politiche per la ripresa. Costringere le istituzioni a scegliere tra l’immediato e il futuro significa negare ad una comunità il diritto a vivere. E in fondo, significa negare gli stessi principi che hanno fondato l’Europa”. “La Regione Puglia – ha ribadito Vendola - da oggi non è più in grado di assicurare le spese minime di funzionamento, così come i livelli essenziali delle prestazioni nel campo dell’istruzione, dell’assistenza, del trasporto pubblico locale. La situazione è così paradossale che non emerge ancora il suo carattere tragico, ma il dato nella sua crudeltà è molto semplice. Oggi non riusciamo a guardare al futuro, mentre la Puglia sta morendo per soffocamento”. “E non possiamo neanche tacere – ha aggiunto il Presidente - l’ulteriore inasprimento della sofferenza del sistema delle imprese che, a causa dei ritardi nei pagamenti, determina fatalmente la precipitazione economica e occupazionale della loro crisi”. Vendola ha poi sottolineato come “nelle prossime settimane, così come lo siamo stati nelle precedenti, saremo obbligati ad affrontare spese improrogabili che riguardano l’incolumità e la sopravvivenza dei cittadini, come quelle per la protezione civile e la prevenzione e repressione degli incendi boschivi, i servizi di assistenza e pronto intervento sociale, il diritto alla casa, il sostegno al reddito e le politiche del lavoro”. “Il limite del patto di stabilità del 2014 – ha concluso Vendola - non ci consente di assolvere ai compiti che il Titolo V della Costituzione ci ha assegnato. Basta ricordare che dal 2009 ad oggi il limite di spesa annua per la Regione è progressivamente crollato da 1,667 miliardi di euro a 1,305 miliardi di euro del 2014, con una riduzione di 362 milioni all’anno. Vale a dire che negli ultimi cinque anni la Regione Puglia ha visto una riduzione della propria capacità di spesa pari a circa 1,5 miliardi di euro per nuove opere talora già finanziate, capaci di fare ripartire economia ed occupazione. Interventi peraltro sottratti a Province, Comuni ed altri enti attuatori. Con il conseguente incremento dei livelli di liquidità giacenti presso le nostre casse”.  
   
   
ORDINANZA DI CUSTODIA PROCURA DI VENEZIA. GIUNTA REGIONALE AFFIDA AD INTERIM INCARICHI DEI DIRIGENTI SOSPESI  
 
Venezia, 9 giugno 2014 - A seguito dei recenti accadimenti inerenti l’esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare ad opera della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Venezia che hanno coinvolto anche alcune strutture regionali di vertice, la giunta veneta riunitasi il 5 giugno sotto la presidenza di Luca Zaia ha proceduto con urgenza alla sostituzione dei dirigenti sospesi d’ufficio, affidando gli incarichi ad interim ad altri dirigenti per evitare interruzioni dell’attività amministrativa. La direzione del Dipartimento Riforma Settore Trasporti e della Sezione Strade Autostrade e Concessioni è stata affidata all’ing. Mariano Carraro, attuale direttore del Dipartimento Lavori Pubblici Sicurezza Urbana Polizia Locale e R.a.s.a. (Provvedimenti per l´applicazione delle norme di settore; rapporti con Istituzioni locali, nazionali ed internazionali; attività informativa e divulgativa; Ocdpc 28.03.2013 n° 68). La direzione del Dipartimento Coordinamento Operativo Recupero Ambientale/territoriale e della Sezione Progetto Venezia è stata conferita al dott. Alessandro Benassi, attuale direttore del Dipartimento Ambiente della Regione. Il conferimento ha effetto immediato.  
   
   
ASSESSORE PUGLIA INCONTRA SOTTOSEG. BOBBA: "CONTINUEREMO DIALOGO CON IL GOVERNO"  
 
Bari, 9 giugno 2014 - Il Governo nazionale ha attivato tra il 13 maggio e il 13 giugno una fase di consultazione aperta sulle Linee Guida per la Riforma del Terzo Settore, al fine di promuovere “il cambiamento economico, sociale, culturale e istituzionale di cui il Paese ha bisogno è necessario che tutte le diverse componenti della società italiana convergano in un grande sforzo comune”. Ed è proprio questo l’obiettivo dell’incontro di lavoro ristretto che si è svolto a Bari presso la sede dell’Assessorato regionale al Welfare e che ha visto la partecipazione di Luigi Bobba, Sottosegretario al Lavoro e Politiche Sociali, con delega al Servizio Civile e il Terzo Settore. “C’è una grande convergenza sulle linee strategiche che sono contenute nel documento che Renzi ha presentato – ha detto Luigi Bobba – adesso si tratta di fare sintesi, in una ventina di giorni, di tutta questa fase di ascolto nei diversi territori, di raccolta delle criticità e degli elementi propositivi in modo che si arrivi ad un testo, almeno in termini di principi, largamente condiviso. 700 persone hanno già scritto all’indirizzo e mail che il Governo ha lanciato per promuovere la consultazione pubblica e già questo in sé è un successo, cioè una mobilitazione positiva e propositiva”. In poche battute Bobba va ai grandi temi che fanno da sfondo alla riforma pensata dal Governo: “Tre sono gli obiettivi, i principi che costituiscono l´anima del terzo settore e le Linee Guida intendono intervenire proprio su questi tre macrotemi – ha spiegato il sottosegretario: prima di tutto la cittadinanza, perché il terzo settore è una grande scuola di appartenenza; poi il welfare perché questo mondo è inevitabilmente intrecciato al welfare, ai servizi alla persona, alla comunità, e siamo di fronte alla creazione di un welfare partecipativo e comunitario, perché i bisogni sono cambiati, il welfare è cambiato e rischiamo una deriva privatistica del welfare mentre invece solo una risposta cooperativa tra istituzioni pubbliche e soggetti del terzo settore, è in grado di generare un welfare partecipativo e comunitario. Infine negli anni è emersa un’economia sociale, impresa che ha incorporato valore sociale come obiettivo imprenditoriale e l’Italia, attraverso la cooperazione sociale, è stata antesignana di questo modello che ora è una politica europea fortemente attraente”. Questi temi sono poi intrecciati alla revisione generale della legislazione di settore, alla dimensione civilistica e fiscale. Cuore della proposta di riforma è poi il grande tema del Servizio civile. “C’è molta attenzione alla proposta sul Servizio civile – ha sottolineato Bobba – che se da una parte consente di mettere al servizio della comunità l’opera prestata dai giovani, dall’altra consente a questi di avvicinarsi ad una dimensione professionale e del lavoro”. “Continueremo questo proficuo dialogo con il Governo – ha annunciato l’Assessore regionale al Welfare Elena Gentile – perché riteniamo di poter mettere al servizio del Paese l’esperienza straordinaria che questa Regione ha promosso in questi anni. Abbiamo promosso un cantiere di grande modernizzazione e innovazione sui temi del welfare tracciando quell’idea che oggi rimbalza sull’ipotesi di riforma che il governo presenta, che è quella di un welfare che sta dentro un’economia civile e sociale. Penso che la Puglia possa essere davvero un riferimento per una riforma attesa, auspicata che noi vogliamo accompagnare partendo però da un’esperienza maturata sul campo. Il terzo settore pugliese, l’associazionismo, il sistema del volontariato hanno vissuto in questi anni un forte protagonismo, il modello pugliese è davvero uno strumento importante per la realizzazione di questo ambizioso progetto del governo. A fronte di questo impegno, però, chiediamo che il Governo investa non solo sul riordino normativo degli strumenti per il rilancio del Terzo Settore, ma anche su risorse finanziarie certe e stabili nel tempo, perché già in questi anni abbiamo visto come gli investimenti delle imprese sociali e delle organizzazioni di volontariato abbiano rappresentato un vero e proprio volano per le economie locali. Chiediamo insomma che il welfare rigenerativo non poggi solo sulla cultura del dono ma su investimenti concreti e distribuiti in modo più equilibrato tra le diverse aree del Paese”.  
   
   
LOMBARDIA, NUOVE PROVINCE, RISCHIO BLOCCO POLITICHE DEL LAVORO  
 
Milano, 9 giugno 2014 - "Come Conferenza delle Regioni stiamo monitorando le competenze trasferite dalle Province alle Regioni, per arrivare, entro la fine del mese, ad avere un quadro complessivo e capire cosa le nuove Province dovranno fare e cosa dovrà tornare alle Regioni". Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia durante la presentazione alla stampa dell´Avviso comune regionale, che individua misure funzionali a favorire lo sviluppo dell´occupazione delle attività economiche correlate ad Expo 2015. Situazione Complicata - Parlando della riforma costituzionale in discussione a Palazzo Madama, il governatore si è detto "preoccupato", perché, nel corso del tempo, "in Regione Lombardia, molto è stato delegato alle Province e, contestualmente, si è ridotto il personale regionale, quindi l´idea di riassumere tutte le competenze, appare un passaggio complicato". Difficile Nuovi Enti Siano Funzionali - Sempre rispetto al riassetto istituzionale in itinere, il numero uno di Palazzo Lombardia ha osservato che "le Province non verranno abolite, ma diventeranno Enti di secondo livello". "A mio giudizio - ha osservato - sarà difficile farle funzionare bene, perché uno dei sindaci di un Comune delle attuali Province, oltre a fare il primo cittadino, dovrà anche fare il presidente della Provincia". "Temo - ha sottolineato - che almeno nella fase iniziale, ci sarà un periodo di blocco". Monitorare Situazione - Facendo riferimento in particolare alle politiche sul lavoro, il presidente lombardo ha invitato sindacati e rappresentanze datoriali "a monitorare la situazione, affinché si eviti questo pericolo, soprattutto prima, durante e dopo Expo". "Noi - ha aggiunto - in Regione abbiamo già costituito un gruppo di lavoro che si occupa di questi aspetti e, se non cambia lo schema a livello nazionale, penso sia utile organizzare una nuova riunione con tutte le parti sociali, per cercare insieme la strada migliore per far funzionare bene le nuove Province, in primo luogo per quanto riguarda le politiche per il Lavoro".  
   
   
FVG, ENTI LOCALI: SERRACCHIANI, IMPEGNO PER PERSONALE PRECARIO  
 
Trieste, 9 giugno 2014 - "Siamo impegnati da tempo per tentare di evitare che sugli Enti locali, e in modo particolarmente pesante sul Comune di Trieste, si riversino gli effetti negativi della sentenza della Corte costituzionale, che ha impugnato la legge regionale 22/2010 dichiarando l´illegittimità di alcune norme relative al personale del comparto unico". Lo afferma la presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani, intervenendo in merito agli effetti della sentenza della Corte costituzionale che impedisce le assunzioni a tempo determinato eccedenti rispetto alle leggi nazionali. Per Serracchiani "la situazione è oggettivamente complessa e la ereditiamo in forza di una legge voluta dalla precedente Giunta regionale ed impugnata dal Governo Berlusconi. Purtroppo i contraccolpi più duri rischiano di verificarsi a Trieste, che oggi deve fare i conti con il rischio di chiusura di importanti e storici servizi socioeducativi forniti dall´Amministrazione comunale". "I contatti che, assieme all´assessore Panontin, stiamo mantenendo assiduamente e direttamente con il Governo nazionale - prosegue la presidente della Regione - sono volti a cercare una via d´uscita che eviti di sconvolgere la vita di centinaia di precari e quella delle famiglie che usufruiscono dei servizi. Anche se la strada è stretta, abbiamo elaborato un´ipotesi di soluzione che consiste nella predisposizione di un articolo aggiuntivo al disegno di legge regionale sulle ´Misure urgenti per le autonomie locali´". "Per ragioni tecniche l´articolo non poteva trovare approvazione in sede di Giunta, in quanto - spiega l´assessore regionale alla Funzione pubblica Paolo Panontin - avrebbe modificato radicalmente il disegno di legge già approvato dal Consiglio delle Autonomie locali, e non vi erano i tempi tecnici per effettuare un nuovo esame da parte del Cal stesso. L´articolo aggiuntivo verrà quindi introdotto in sede di dibattito nella prossima seduta del Consiglio regionale, convocata proprio per l´approvazione del disegno di legge l´11 giugno prossimo".  
   
   
CAMPANIA, FRA I PROVVEDIMENTI DELLA GIUNTA: IMPRESE, SOCIALE, AGRICOLTURA  
 
 Napoli, 9 giugno 2014 - Si è riunita il 5 maggio a palazzo Santa Lucia la Giunta regionale della Campania, presieduta da Stefano Caldoro. Su proposta del presidente e dell’assessore alle Attività produttive Fulvio Martusciello, la Giunta ha rinnovato il Comitato addetto al raccordo con il Fondo Europeo degli Investimenti per la realizzazione di Jeremie, l’iniziativa volta a facilitare l’accesso alla finanza da parte delle piccole, medie e micro imprese. Su proposta congiunta degli assessori all’Istruzione Caterina Miraglia e all’Assistenza sociale Ermanno Russo sono stati approvati criteri e modalità per la concessione dei benefici e dei contributi per il trasporto scolastico e l’assistenza specialistica degli studenti della scuola secondaria di primo e secondo grado. Su proposta dell´assessore all’Agricoltura Daniela Nugnes sono stati individuati i procedimenti di competenza degli enti istituzionali che possono essere istruiti dai Caa riconosciuti dalla Regione. Su proposta dell’assessore ai Trasporti Sergio Vetrella è stato approvato l’atto di indirizzo per l’indizione delle procedure di evidenza pubblica per l’affidamento dei servizi minimi di trasporto pubblico locale su ferro, su gomma e per i collegamenti marittimi. Infine, sulla base dell’istruttoria compiuta dalle Commissioni deputate alla valutazione delle istanze, a seguito di avviso pubblico per il conferimento dell’incarico, la Giunta ha proceduto alla nomina dei direttori generali dell’Arsan, l’Agenzia Regionale Sanitaria, e dell’Aorn Sant’anna e San Sebastiano, l’azienda ospedaliera di rilievo nazionale di Caserta, nelle persone, rispettivamente, di Angelo Montemarano e Luigi Muto.  
   
   
FVG, AUTONOMIE LOCALI: OK DEFINITIVO A MISURE URGENTI  
 
Trieste, 9 giugno 2014 - La Giunta regionale ha approvato il 6 giugno in via definitiva il testo di un disegno di legge che detta "Misure urgenti per le Autonomie Locali". Oltre a disposizioni, prevalentemente di carattere tecnico, finalizzate ad assicurare una più funzionale gestione delle assegnazioni finanziarie a Comuni e Province, il provvedimento ha l´obiettivo di mettere in sicurezza il sistema del Comparto unico del pubblico impiego, dopo la bocciatura da parte della Corte costituzionale di alcune norme e, in particolare, delle deroghe alla legge nazionale che la Regione aveva autorizzato in materia di assunzioni e di rinnovi dei contratti a tempo determinato. Il via libera definitivo al provvedimento, che ora passa all´attenzione del Consiglio regionale, ha tenuto conto delle osservazioni espresse dal Consiglio delle Autonomie, e quindi nel testo è stato modificato il comma che prevedeva l´eliminazione del vincolo del nullaosta agli enti locali soggetti al blocco delle assunzioni.  
   
   
PERSONALE REGIONALE, PUGLIA: 2 DDL PER STABILIZZAZIONI E PREPENSIONAMENTI  
 
Bari, 9 giugno 2014 - La Giunta ha preso atto il 6 giugno del protocollo d’intesa siglato dall’assessore al Personale Leo Caroli lo scorso 29 maggio con la cabina di regia (Cgil Cisl e Uil) ed ha dato mandato al Servizio Personale di avviare immediatamente quanto previsto dall’intesa. Obiettivo del protocollo è il consolidamento delle politiche per il personale, il reclutamento, l’organizzazione e le stabilizzazioni dei precari. La Giunta ha affidato all’assessore l’incarico per le linee di indirizzo per la stabilizzazione dei precari e più in particolare: 1) la stesura di un disegno di legge regionale, per l’applicazione della norma nazionale e rendere esigibile la gradualità della stabilizzazione e per vincolare l’amministrazione a criteri e tempi certi, compatibili con le risorse disponibili. 2) la stesura di un altro disegno di legge (cosiddetto “scivolo”) che consenta la messa in quiescenza anticipata, anche incentivata, di parte del personale storico che sta per perfezionare i requisiti, peggiorati recentemente dalla legge Fornero, in modo da permettere graduali immissioni in servizio di giovani precari al posto dei pensionati. Questo secondo Ddl infatti sarà a sostegno del percorso di stabilizzazione. “Faremo in fretta – si impegna l’assessore Caroli – e proporremo al gruppo di studio costituito con le parti una prima stesura dei disegni di legge entro giugno. Il percorso mi sembra del tutto lineare e rispondente sia alle aspettative dei precari che alle necessità della buona amministrazione”.  
   
   
TOSCANA: INCENTIVI PER LE ASSUNZIONI, OLTRE 6 MILIONI A SOSTEGNO DEI SOGGETTI PIÙ DEBOLI  
 
Firenze, 9 giugno 2014 – Lavoratori disoccupati, persone che hanno perduto il lavoro in prossimità della pensione, disabili e svantaggiati, donne disoccupate con più di 30 anni: sono queste le categorie che potranno fra breve beneficiare degli incentivi che la Regione mette a disposizione delle aziende per assunzioni a tempo indeterminato o determinato, full o part time. La giunta regionale nell´ultima seduta ha deciso, su proposta dell´assessore alle attività produttive credito e lavoro Gianfranco Simoncini, di riconfermare anche per il 2014 una serie di interventi che saranno finanziati dalla Regione grazie a oltre 6 milioni di euro. Ad attivare gli interventi sarà un bando che verrà pubblicato nelle prossime settimane. "Contrastare la disoccupazione e favorire l´ingresso dei giovani, delle donne, dei soggetti più fragili dal punto di vista sociale nel mercato del lavoro sono e devono continuare ad essere le nostre priorità. E´ per questo che, accanto agli ammortizzatori sociali e alle politiche attive per favorire il reinserimento, non possiamo rinunciare a mettere in campo strumenti che, anche in passato e negli anni più difficili della crisi, hanno dimostrato la loro efficacia". Così l´assessore Simoncini ha sottolineato l´importanza di questo strumento che la Regione ha voluto nuovamente finanziare anche per quest´anno, grazie a una parte delle risorse anticipate rispetto alla gestione del fondi europei per gli anni 2014-2020. Simoncini ha ricordato che, nel corso del 2013, gli incentivi per l´occupazione hanno consentito assunzioni per un totale di 2659 lavoratori a fronte di oltre 13 milioni di risorse. Si tratta di interventi che vanno ad affiancarsi a quelle misure più generali, previste a livello nazionale, tendendo particolarmente a sostenere quei soggetti che riscontrano maggiori difficoltà ad inserirsi nel mercato del lavoro. In particolare, gli interventi confermati per il 2014, riguardano: assunzione a tempo determinato di lavoratori licenziati a partire dal gennaio 2008; assunzioni, a tempo determinato o indeterminato, di persone prossime alla pensione che non usufruiscano di ammortizzatori sociali; assunzioni di disabili iscritti agli uffici del collocamento mirato; assunzioni, a tempo determinato o indeterminato, di soggetti svantaggiati (ex detenuti, alcolisti, donne over 40, ecc); assunzioni a tempo indeterminato, part time, di donne disoccupate che abbiano superato i 30 anni di età. Accanto a questi, in linea con gli interventi previsti con Garanzia Giovani, viene riproposta la misura per favorire l´assunzione di giovani laureati o dottori di ricerca, valorizzandone così competenze e capacita.  
   
   
FORMAZIONE IN LIGURIA, CORSI TRIENNALI, AL VIA I NUOVI ESAMI DI QUALIFICA  
 
Genova, 9 Giugno 2014 - Nuovi esami di qualifica dei corsi triennali di istruzione e formazione professionale in Liguria, promossi con il coordinamento della Regione Liguria e dell´Ufficio Regionale Scolastico. Le nuove prove di esame di qualifica e l´insieme del nuovo percorso normativo, presentate in mattinata dall´assessore alla Formazione Pippo Rossetti e dal direttore dell´Ufficio scolastico regionale Giuliana Pupazzoni, prenderanno il via lunedì 9 giugno per gli iscritti al terzo e ultimo anno, per conseguire il riconoscimento della qualifica professionale istruzione e formazione professionale rilasciata dalle Regione Liguria. Per la prima volta dopo un percorso normativo durato alcuni anni e l´approvazione delle linee guida adottate nel 2011 che hanno definito i raccordi tra gli istituti professionali e i percorsi di istruzione e formazione professionale, avranno luogo il Liguria gli esami che sulla base di una disciplina regionale uniformata assegnerà qualifiche professionali secondo standard formativi riconosciuti. Gli esami si svolgeranno dal 9 al 14 giugno per i corsi tenuti negli istituti professionali di Stato e a seguire, dal 23 al 28 giugno, negli enti di formazione professionale accreditati. Le prove di esame prevedono una prova multidisciplinare uguale per tutti - un elemento di maggiore qualificazione del sistema regionale nel panorama italiano - che riguarderà la letteratura italiana, storia e educazione civica e una prova linguistica. Successivamente con modalità differenti, a seconda delle caratteristiche dei corsi giunti a conclusione per il triennio 2011-2014, si terranno le prove pratiche. La Regione Liguria ha già individuato i presidenti di Commissione che presiederanno le Commissioni d´esame interne. Questa prima sessione di esami, "consolida un percorso fortemente voluto dalla Regione Liguria e dall´assessorato all´Istruzione in stretta collaborazione con l´Ufficio Regionale Scolastico che ha avuto come scopo primario l´acquisizione di qualifiche triennali, con criteri riconosciuti che possono fornire maggiore autorevolezza alle qualifiche nate per rispondere alle esigenze specifiche delle aziende e del mondo del lavoro", afferma l´assessore Pippo Rossetti. I corsi triennali si concludono dopo 1050 ore di formazione complessiva per ogni allievo comprensivi di 150 ore di interventi personalizzati per il recupero e lo sviluppo degli apprendimenti con competenze professionali acquisite attraverso attività di laboratorio e di alternanza scuola-lavoro); i corsi sono programmati sulla base dei settori produttivi considerati prioritari per i fabbisogni del territorio ligure. "Con le scelte operate in questi anni e con il lavoro di coordinamento svolto dal Sistema educativo Regionale della Regione Liguria e l´Ufficio Regionale Scolastico, si è arrivati ad un passo importante per costruire un sistema della formazione e istruzione professionale davvero integrato, con standard precisi che danno al percorso della formazione professionale obiettivi qualitativi alti e più vicini alle esigenze effettive del mercato del lavoro. "Non è più una scommessa quella intrapresa dalla Regione Liguria" - ha spiegato Rossetti - "ma una realtà che con l´avvio di questa prima sessione di esami per concretizzare un lungo lavoro di coordinamento e uniformità di criteri e parametri di qualità nella formazione di capitale umano che è e rimarrà il vero motore per il rilancio anche della nostra regione." "Con queste azioni concrete e con la collaborazione stretta tra Sistema Regionale dell´Istruzione e Formazione e Ufficio Regionale Scolastico, Istituti professionali ed Enti accreditati" ha proseguito l´assessore regionale all´Istruzione – "i corsi Iefp escono da un limbo di insufficiente considerazione, per entrare a pieno titolo in un´offerta di formazione di qualità elevata, pensata anche per integrarsi pienamente con i percorsi formativi che vanno oltre i corsi triennali. È un sistema che dà la possibilità di entrare nel mondo del lavoro da subito alla conclusione del periodo di istruzione obbligatoria ma che mantiene intatte le possibilità, per chi lo volesse, di proseguire gli studi. E´una scommessa vinta che potrà ancora crescere e migliorare".  
   
   
EXPO LAVORO, ASSESSORE LOMBARDIA: RISPOSTE CONCRETE FASCE DEBOLI  
 
Milano, 9 giugno 2014 - "Regione Lombardia e l´Assessorato all´Istruzione, Formazione e Lavoro vogliono essere protagoniste di Expo e ritengono di dover affiancare altre iniziative in materia di politiche del lavoro che si aggiungano a ´Dote Unica Lavoro´ e ´Garanzia Giovani´, misure che stanno dando le migliori risposte in un momento di crisi". Attenzione A Fasce Deboli - Lo ha detto l´assessore regionale all´Istruzione, Formazione e Lavoro, intervenendo al momento della firma dell´accordo tra Regione Lombardia, rappresentanti datoriali e sindacati, sottoscritto "Per dare risposte concrete in termini di occupazione alle cosiddette ´fasce deboli´: lavoratori over 50, giovani e donne, persone in mobilità, inoccupati e disoccupati, in perfetta coerenza con tutto il lavoro che abbiamo impostato in questo primo anno di legislatura". Misure Valide Fino Al 2016 - "In particolare - ha proseguito la titolare della delega al Lavoro in Giunta regionale - vogliamo promuovere azioni di valorizzazione degli operatori accreditati, per ampliare offerte di lavoro, dare risposta a bisogni formativi collegati a Expo, anche attraverso i Centri di formazione professionale, attenzione a prevenzione e sicurezza sul lavoro, attivazione di politiche attive di ricollocazione post evento. Per questo ci siamo dati una prospettiva temporale che va da qui al 2016, in modo tale che questi accordi valgano anche per il ´dopo Expo´". Risorse Da Utilizzare Al Meglio - Rivolgendosi agli esponenti delle associazioni imprenditoriali, sindacali di categoria e degli enti accreditati, l´assessore ha anche rivolto un appello: "Così come siete stati bravi a utilizzare al meglio le potenzialità della ´Dote Unica Lavoro´, impiegando 60 milioni di euro, la sfida da accettare e vincere è quella di riuscire a spendere bene gli 89 milioni di ´Garanzia Giovani´ e i 20 della ´Dote Expo´ entro dicembre". I 20 milioni stanziati dalla Giunta regionale per la ´Dote Expo´ potranno comunque essere integrati, come sottolineato dal presidente di Regione Lombardia, con i fondi della programmazione Europea 2014-2020. Tipologie Contratto Estese A Partite Iva E Co.co.pro - Tra gli elementi che qualificano l´accordo firmato il 5 giugno il direttore generale dell´Assessorato all´Istruzione Formazione e Lavoro Gianni Bocchieri ha sottolineato che le tre diverse tipologie contrattuali previste - tempo determinato, apprendistato, somministrazione - si applicheranno non solo ai lavoratori subordinati, ma anche a titolari di Partite Iva e ai Co.co.pro.  
   
   
APPROVATO IL PIANO REGIONALE “GARANZIA GIOVANI”, VIA PUGLIESE AL YOUTH GUARANTEE  
 
Bari, 9 giugno 2014 - Approvato il Piano Regionale per l’attuazione della Garanzia Giovani. È la via pugliese al Programma Europeo “Youth Guarantee”, un Piano che integra le misure previste dal Governo con le esperienze regionali di successo a sostegno dell’occupazione giovanile. Rivolto a tutti i giovani tra i 15 e 29 anni, “Garanzia Giovani” è lo strumento attraverso cui l’Unione Europea vuole garantire ai soggetti in possesso dei requisiti, e cioè privi di occupazione o fuori dal sistema di istruzione formale e della formazione professionale, un percorso di reinserimento nel sistema di istruzione e formazione o di inserimento nel mondo del lavoro attraverso le misure previste dal Programma (orientamento, tirocini, servizio civile, sostegno all’autoimpiego e mobilità professionale transnazionale e territoriale).(...) A fianco degli strumenti classici previsti dal Piano nazionale e dal Pon predisposto dal Ministero, che privilegiano una impostazione fondata su incentivi e bonus economici, la Regione Puglia intende concentrare le proprie risorse sulle politiche di attivazione destinate proprio alle fasce più marginali dei giovani Neet, quella platea di giovani pugliesi disoccupati e scoraggiati. La Regione Puglia, con il suo Piano di attuazione, vuole quindi mettere a valore le consolidate esperienze in tema di politiche giovanili e per l’istruzione, di sostegno all’autoimpiego e all’occupazione giovanile, integrando gli strumenti regionali e le buone pratiche fino ad oggi sviluppate con le azioni previste dal Piano Nazionale. La scelta della Regione Puglia di inserire il programma ‘Garanzia giovani’ nella propria più complessiva strategia di intervento è sottolineata anche dalla decisione di prevedere, nel piano regionale, ben sei misure complementari rispetto a quelle previste a livello nazionale, che saranno attivate con risorse finanziarie della Regione: Principi attivi, Neet, Scuola Bollenti Spiriti, Nidi, Staffetta generazionale, Finmeccanica. Le buone prassi del Piano Straordinario per il Lavoro, del Programma Bollenti Spiriti e dell’Avviso “Diritti a Scuola” trovano quindi una rinnovata applicazione. Tra le novità più rilevanti di Garanzia Giovani in Puglia vi è sicuramente la Rete dei Punti di Accesso che garantiranno un’adeguata attività di informazione, promozione e accesso ai servizi di Youth Guarantee su tutto il territorio pugliese. Lo sforzo della Regione di dare corpo alle opportunità che il Programma europeo intende offrire ai giovani Neet non cancella, tuttavia, le criticità ed i punti critici non ancora chiariti a livello ministeriale e governativo, su cui le Regioni da settimane chiedono al Governo di dare risposte che consentano di partire effettivamente con l’attuazione delle misure. E’ il caso della definizione dei destinatari del programma (non è ancora chiaro se alcune categorie di studenti o lavoratori rientrino o meno nel piano), del ruolo dei Centri per l’Impiego a cui è chiesto uno sforzo straordinario in assenza di qualsivoglia investimento, delle tempistiche con cui garantire il servizio a chi aderisce a Garanzia Giovani. Restano ancora da definire, da parte del ministero le modalità attuative di alcune parti assai rilevanti del Piano a cominciare dal Bonus occupazionale che dovrebbe essere riconosciuto alle imprese che assumeranno i giovani iscritti al programma. Per l´Italia sono previsti finanziamenti per circa un miliardo e mezzo, al cui concorso parteciperanno la Youth Employment Initiative, il Fondo Sociale Europeo e risorse nazionali. La ripartizione delle risorse ha visto assegnare alla Puglia un fondo di oltre 120 milioni di euro, che la Regione Puglia ha, a sua volta, suddiviso a sostegno delle singole azioni che concorrono alla realizzazione del Piano. I commenti «Abbiamo voluto, per le specificità del nostro territorio, integrare le azioni del Piano Nazionale con degli interventi regionali - ha detto l’assessore al Lavoro Leo Caroli - Abbiamo voluto, ed ottenuto, l’ampliamento della platea dei beneficiari ai giovani fino a 29 anni, abbiamo deciso di concedere i bonus esclusivamente alle aziende che assumono a tempo indeterminato e abbiamo scritto un piano che cerca di strappare i giovani dalla condizione di assenza di prospettive in cui sovente versano. Con questo Piano di attuazione, abbiamo fatto uno sforzo straordinario per integrare le scelte del Governo con le politiche regionali di questi anni. Il Governo e il Ministero – conclude Caroli- dovranno certamente definire in tempi brevi alcuni aspetti importanti di un programma che, tuttavia, rischia di non avere effetti se non accompagnato a politiche di sviluppo industriale». Per Alba Sasso, assessore al Diritto allo Studio e alla Formazione «le politiche formative hanno un ruolo di primo livello nel Piano Garanzia Giovani: con i 18 milioni di euro destinati alla relativa misura, continueremo a qualificare e riqualificare i nostri ragazzi, offrendo risposte alle esigenze del mercato del lavoro, operando un match-making tra le necessità delle imprese e le aspirazioni lavorative dei giovani. Per i giovanissimi – conclude Sasso – attiveremo percorsi di istruzione e reinserimento formativo». «Il Piano Regionale Garanzia Giovani – ha dichiarato Guglielmo Minervini, assessore alle politiche giovanili – fa tesoro degli straordinari risultati ottenuti con il Programma Bollenti Spiriti. In Puglia “tutti i giovani sono una risorsa”, e noi vogliamo offrire ai nostri ragazzi una opportuntà che li aiuti a far emergere i propri talenti. Nel Piano Youth Guarantee – ha concluso Minervini – è prevista l’azione relativa al Servizio Civile: anche questa volta provederemo ad innovare, costruendo un processo che coinvolga il maggior numero possibile di giovani in attività al servizio del bene comune. Per l’assessore allo Sviluppo economico Loredana Capone, «lo strumento della garanzia giovani è complementare rispetto alla politica industriale della Regione. Abbiamo previsto misure di accompagnamento rivolte, soprattutto, ai giovani imprenditori con l´obiettivo di migliorare la loro capacità di fare impresa, di preparare un business plain. L´attività di formazione e di accompagnamento – ha continuato Capone - è importante, anzi, fondamentale per migliorare la cultura di impresa e promuovere imprese che resistano nel mercato, che sappiano innovare e promuovere il proprio prodotto». Le azioni del Piano Regionale Garanzia Giovani. Misure complementari sviluppate con risorse regionali. 1. Principi Attivi. 2. Progetti di educazione non formale per Neet. 3. Scuola Bollenti Spiriti. 4. Nidi – Nuove iniziative d’impresa. 5. Staffetta generazionale. 6. Finmeccanica. Attività (rif. Misure Gg) Risorse attribuite. 1. Accoglienza, presa in carico e orientamento € 11.000.000,00. 2. Formazione € 18.000.000,00. 3. Accompagnamento al lavoro € 14.000.000,00. 4. Apprendistato € 5.000.000,00. 5. Tirocinio extra-curriculare, anche in mobilità geografica € 25.000.000,00. 6. Servizio civile € 12.000.000,00. 7. Sostegno all’autoimpiego e all’autoimprenditorialità € 3.000.000,00. 8. Mobilità professionale transnazionale e territoriale € 4.000.000,00. 9. Bonus occupazionale € 28.454.459,00. Totale Misure Yei € 120.454.459,00. Coordinamento generale, gestione At € 2.373.864,00. Sono 15 le azioni che compongono il Piano regionale “Garanzia Giovani”, che integra le nove azioni decise dal Governo con le sei azioni regionali. Le Regioni hanno potuto, all’interno del quadro delle risorse loro assegnate e destinate alle azioni previste dal Piano nazionale, decidere quanto budget destinare ad una misura piuttosto che ad un’altra. La prima azione, definita di “Accoglienza, presa in carico e orientamento” ha una dotazione di 11 milioni di euro, fondamentale per accogliere il giovane e stilare il “Patto di servizio”, propedeutico ad ogni altro intervento, nonché il cosiddetto profiling calcolato dal Ministero sulla base di indicatori che dovrebbero consentire di definire il grado di difficoltà del giovane nell’accedere al mercato del lavoro. Segue l’azione di “Formazione”, 18 milioni di euro destinati al reinserimento dei percorsi di istruzione di chi è ancora in età scolastica e all’attivazione di corsi di formazione professionale. La misura di “Accompagnamento al lavoro”, 14 milioni di euro, finanzia quelle attività utili ad incrociare domanda ed offerta del mercato del lavoro, lo scouting delle opportunità e il matching con queste. La quarta misura “Apprendistato”, con i suoi 5 milioni, intende sostenere e incentivare quelle aziende che ricorrono a questa particolare forma contrattuale per assumere nuovi giovani lavoratori. “Tirocinio extra-curriculare, anche in mobilità geografica” è la quinta azione che, con una dotazione di 25 milioni di euro, vuole sostenere gli stage formativi di sei mesi presso le aziende, nel rispetto della legge regionale che prevede una remunerazione di almeno 450 euro per i tirocinanti. La sesta azione del Piano “Garanzia Giovani” è denominata “Servizio Civile” ed è finanziata con 12 milioni di euro: un’opportunità di impegno e di educazione alla responsabilità sociale, una attività utile a se stessi ma anche agli altri. La settima azione prevede il “Sostegno all’autoimpiego e all’autoimprenditorialità”: 3 milioni di euro, anche a fronte degli altri interventi regionali analoghi, come il bando “Microcredito” e, soprattutto, Nidi. Con l’ottava azione, 4 milioni di euro per la “Mobilità professionale transnazionale e territoriale”, si intende favorire i giovani che si spostano da un Paese ad un altro per lavorare, anche mediante la rete Eures dei servizi per il lavoro europei. La dotazione più cospicua è stata assegnata alla misura che sostiene il “Bonus occupazionale”, oltre 28 milioni di euro utili a promuovere l’inserimento occupazionale dei giovani, attraverso un bonus concesso ai datori di lavoro che, sulla base dell’intermediazione dei servizi competenti, assumano un giovane con contratto a tempo indeterminato. Fondamentale sarà la definizione da parte del Governo nazionale delle modalità attuative di questo bonus, che verrà gestito dall’Inps, e di cui ancora non si conoscono le caratteristiche. Tra le misure complementari, la prima è “Principi Attivi”, l’iniziativa di Bollenti Spiriti per favorire la partecipazione dei giovani pugliesi alla vita attiva e allo sviluppo del territorio attraverso il finanziamento di progetti ideati e realizzati da giovani. Segue l’azione “Progetti di educazione non formale per Neet”, percorsi di apprendimento informale e non-formale orientati alla creazione di impresa, allo sviluppo locale e all’inserimento lavorativo. L’azione tre delle misure complementari è la “Scuola di Bollenti Spiriti”, che forma nuove figure professionali dedicate all´attivazione di progetti di sviluppo locale e di animazione di comunità attraverso il coinvolgimento dei giovani pugliesi. Nidi, bando tuttora attivo, è l’azione numero quattro: l’Avviso prevede la realizzazione di interventi di Sostegno all´avvio di microimprese di nuova costituzione realizzate da soggetti svantaggiati. L’intervento “Staffetta Generazionale” è finalizzato ad erogare un Sostegno al Reddito ai Giovani Disoccupati per evitare la dispersione di competenze ed esperienze acquisite e che, se supportati con un adeguato percorso di Politiche Attive, potrebbero più agevolmente riposizionarsi nel mercato del lavoro. L’ultima misura, tra quelle complementari, è finalizzata al reclutamento di Giovani Under 25 per le aziende del gruppo Finmeccanica. La Rete dei Punti di Accesso - Sulla buona prassi della Rete dei Nodi per l’animazione del Piano Straordinario per il Lavoro, la Regione Puglia sta sviluppando la “Rete dei Punti di Accesso al Piano Regionale Garanzia Giovani”, che garantiranno un’adeguata attività di informazione, promozione e accesso ai servizi di Youth Guarantee su tutto il territorio pugliese. Possono aderire alla Rete dei Punti di Accesso i soggetti già inseriti nella Rete dei Nodi del Piano per il Lavoro. Per essere accreditati in Garanzia Giovani, tuttavia, dovranno obbligatoriamente partecipare alle sessioni informative e formative, organizzate dalla Regione Puglia, al fine di garantire informazioni uniformi e corrette. I soggetti non inseriti nella Rete dei Nodi che volessero partecipare, potranno presentare istanza di adesione, nel rispetto dei requisiti strutturali e funzionali/operativi previsti dal relativo Avviso. Come aderire a Garanzia Giovani - Per aderire a Garanzia Giovani occorre registrarsi al portale www.Sistema.puglia.it. Dopo aver effettuato la registrazione, si potrà aderire al progetto cliccando sul banner “Garanzia Giovani” oppure accedendo direttamente alla pagina www.Sistema.puglia.it/garanziagiovani, e poi sul link "Procedura di Adesione" nella Sezione "Iscriviti al Progetto". In alternativa è possibile iscriversi direttamente sul portale governativo all’indirizzo www.Garanziagiovani.gov.it/. I due sistemi sono integrati ed equivalenti. Dopo l’iscrizione, il giovane sarà contattato per un colloquio da uno dei Centri per l’Impiego. In sede di colloquio sarà redatto il Patto di servizio, e successivamente verrà formalizzata una proposta personalizzata e calibrata tra le 9+6 azioni che compongono il Piano.  
   
   
LESITI "FVG LABOR" CULTURA D´IMPRESA GIOVANI GORIZIA  
 
Gorizia, 9 giugno 2014 - "I progetti d´impresa presentati dimostrano quanto sia importante la formazione ed evidenziano come attraverso proposte con una valenza sociale si possa creare occupazione per i giovani sul territorio". Lo ha affermato l´assessore regionale al Lavoro, alla Formazione e alle Politiche giovanili, Loredana Panariti, a conclusione dell´illustrazione avvenuta a Gorizia dei risultati provinciali di "Fvg Labor - Laboratori di lavoro giovanile - per una nuova cultura d´impresa". Il progetto Fvg Labor, promosso dall´Upi regionale in collaborazione con le Province di Gorizia, Pordenone, Trieste e Udine, la cooperativa sociale onlus Itaca, l´associazione Lucide ed alcune associazioni giovanili, ha come obiettivo creare percorsi innovativi per creare nuove impreditorialità. Al bando, finanziato dalla Presidenza del Consiglio dei inistri e dalla Regione, hanno partecipato in regione 263 progettisti (più della metà sono ragazze). Gli ideatori di 7 progetti per provincia sono stati formati e sostenuti nella creazione di un progetto d´impresa. Dopo un´attenta valutazione verrà selezionato in ogni provincia un progetto, al quale verrà assegnato il contributo di 12 mila euro. I progetti realizzati nell´Isontino riguardano diversi settori. L´essenza del Carso intende coltivare le erbe, i prodotti salutistici, intervenire in modo olistico sulla persona, valorizzare il territorio e tramandare le conoscenze e le tradizioni. Lam (Look at me) vuole mettere in contatto le istituzioni, le aziende di giocattoli e le famiglie con bambini affetti da disabilità per accrescere l´attenzione nei loro confronti. L´altrove del tempo nostro è il progetto per un mensile, che parlerà delle comunità, della loro storia, anche di quella non conosciuta, e della cultura con particolare attenzione alle tematiche riguardanti "il ritorno alla terra". Ital-me è invece un´idea di sviluppo turistico, che ha come obiettivo fare arrivare nel Triveneto i turisti provenienti dai Paesi Bric (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) attraverso l´utilizzo dei social network, dell´offerta delle vacanze su misura e del turismo esperienziale. L´onda quadra vuole essere uno spazio modulare all´interno dell´ex Cotonificio di Piedimonte (Go) di sviluppo di sinergie artistiche underground. Smart It è il nome che gli ideatori vogliono dare ad una agenzia che dovrebbe offrire consulenze e supporto alle piccole imprese interessate ai progetti di cooperazione. Dopo Gorizia sono previste le presentazioni dei progetti a Pordenone, Trieste e a Udine. Ffv Labor si concluderà in autunno. L´incontro nel capoluogo isontino ha messo in evidenza la capacità, l´ambizione, l´originalità e il coraggio dei giovani, che hanno proposto idee d´impresa che rispondono a bisogni non soddisfatti della collettività all´interno delle tematiche della persona, dell´ambiente e della comunità con un forte impatto sociale sul territorio. Rispondendo indirettamente alla proposta del presidente della Provincia di Gorizia, Enrico Gherghetta, che ha ricordato come tutti i progetti illustrati ("poiché di qualità e non assistenziali") andrebbero finanziati, l´assessore regionale Panariti ha richiamato l´attenzione su come "Garanzia giovani e Imprenderò, promossi dalla Regione, apriranno nuovi spazi ai percorsi imprenditoriali dei giovani". Sono intervenuti all´incontro, arricchito da un originale programma scenico e musicale, l´assessore della Provincia di Gorizia Federico Portelli, l´assessore del Comune di Gorizia Stefano Ceretta, in rappresentanza della Camera di commercio isontina Federica Dal Cin e Claudio Cressati per l´Università di Udine; hanno partecipato anche il consigliere regionale Rodolfo Ziberna e l´assessore provinciale Vesna Tomsic.  
   
   
CARCERI, MIGLIORA IN EMILIA-ROMAGNA LA SITUAZIONE DEL SOVRAFFOLLAMENTO.  
 
Bologna, 9 giugno 2014 – Migliora la situazione del sovraffollamento nelle carceri in Emilia-romagna e contribuisce in modo significativo al risultato dell’Italia, che il Consiglio d’Europa ha promosso per l’impegno e i risultati ottenuti. “La decisione del Consiglio d´Europa - sottolinea l’assessore alle Politiche sociali Teresa Marzocchi - riconosce gli sforzi compiuti dal Governo e incoraggia anche noi a proseguire sulla strada intrapresa, che i dati confermano andare nella giusta direzione”. In Emilia-romagna la percentuale di sovraffollamento cala dal 167,08% del 2011 al 144,84% nel 2012, al 142% nel 2013, fino ad arrivare nei primi mesi del 2014 a 115%. Un risultato ottenuto anche grazie ad una seria progettazione di misure alternative alla detenzione elaborate in collaborazione tra la Regione e l’amministrazione penitenziaria. Proprio lo scorso gennaio la Regione ha siglato con il Ministero della Giustizia un protocollo d’intesa che, anche in attuazione del provvedimento di riordino del circuito penitenziario regionale denominato "Umanizzazione della pena", potenzia le misure volte al reinserimento sociale dei detenuti, soprattutto delle persone con caratteristiche di particolare fragilità. Il protocollo, di durata triennale, vede un impegno finanziario dell´Amministrazione centrale per tramite di Cassa Ammende per circa un milione di euro per dare continuità e consolidare il progetto di detenzione alternativa comunitaria "Acero" che nei due anni di sperimentazione ha reinserito 90 persone. La Regione garantisce un impegno economico annuale di 500 mila euro sul Fondo sociale europeo (per la formazione professionale dei detenuti) e di 550mila europer le attività di carattere sociale.  
   
   
LIGURIA: “250MILA EURO PER IL SOSTEGNO AI DETENUTI”  
 
Genova, 9 Giugno 2014 - Duecentocinquantamila euro per il sostegno a detenuti, persone in esecuzione penale esterna e minori sottoposti a provvedimenti penali, per migliorare la qualità della vita nelle carceri liguri di Genova Marassi, Genova Pontedecimo, Savona, Imperia, La Spezia, Sanremo. Sono stati stanziati oggi dalla Giunta regionale su proposta dell´assessore al welfare, Lorena Rambaudi. Il progetto prevede il miglioramento della qualità della vita in carcere, il sostegno alla genitorialità, la mediazione penale minorile tra la vittima e il minore autore del reato con il supporto di personale qualificato per accompagnare i detenuti e i minori in esecuzione penale al reinserimento nella società, l´accoglienza abitativa per consentire ai detenuti senza domicilio di avere a disposizione un alloggio per usufruire del permesso premio. Il progetto è gestito dalla "Rete che unisce", un´associazione temporanea di scopo che ha come capofila il consorzio Agorà di Genova. Nei prossimi giorni verrà avviato il procedimento amministrativo di tipo partecipato, attraverso un percorso ad evidenza pubblica, per individuare le realtà del terzo settore, in possesso di particolari requisiti, che parteciperanno alla realizzazione del progetto. La richiesta di partecipazione alla coprogettazione regionale deve essere inviata all´ufficio protocollo della regione Liguria entro e non oltre le ore 12.00 del 10 luglio 2014. "Dopo la positiva sperimentazione degli anni scorsi – ha spiegato l´assessore Rambaudi – proseguiamo l´offerta dei progetti sociali sulle carceri, attraverso i patti di sussidiarietà, un metodo per utilizzare al meglio le risorse economiche e professionali a disposizione, evitare sovrapposizioni e sostenere la collaborazione tra enti. Un´esperienza tutta ligure, seguita con attenzione anche a livello nazionale, che dimostra la ricchezza del rapporto tra pubblico e settore non profit nel nostro territorio".  
   
   
UN TAVOLO PERMANENTE PER FARE PROGETTI SUI BENI CONFISCATI PRESENTATA LA MAPPA DEI BENI CONFISCATI ALLE MAFIE IN LIGURIA  
 
Genova, 9 Giugno 2014 - "Un tavolo permanente per fare progetti sui beni confiscati e restituirli pienamente alla cittadinanza grazie anche ai fondi europei". Lo ha proposto l´assessore al bilancio e alla formazione della Regione Liguria, Pippo Rossetti intervenendo alla presentazione in Regione della mappa dei beni confiscati alla criminalità organizzata a cui hanno preso parte, tra gli altri, gli assessori allo sport Matteo Rossi e alle politiche abitative Giovanni Boitano, il consigliere regionale Lorenzo Pellerano, i parlamentari Mario Tullo e Lorenzo Basso e l´europarlamentare Renata Briano. "Partiamo dal censimento – ha detto Rossetti – per continuare nell´opera di confisca che da sola però non basta, in quanto è necessario che le cooperative sociali e le associazioni di volontariato siano messi in condizione di poterli utilizzare". Rossetti nel suo intervento ha rimarcato la necessità di un "nuovo patto tra i Comuni, la Regione e il terzo settore per rilanciare l´utilizzo dei beni e ha sottolineato "l´importanza di contrastare la criminalità organizzata in Liguria dove due Comuni sono stati sciolti per mafia, mettendo a disposizione dei cittadini quei beni che sono stati sottratti alla criminalità e consentendo a molti giovani di partecipare in modo attivo alla cultura della legalità, attraverso l´impegno concreto nelle associazioni". Dal canto suo l´assessore allo sport Matteo Rossi ha ricordato il piano triennale della corruzione che è stato approvato dalla Regione e illustrato questa mattina che prevede la massima divulgazione dei procedimenti e dei controlli sui dipartimenti regionali più sensibili dove vengono sviluppati i bandi e si gestiscono gli appalti pubblici. L´attività di mappatura dei beni promossa e curata dalla Presidenza della Regione è stata realizzata grazie anche ad uno stage attivato con l´Università di Bologna, con la collaborazione di Libera e con il supporto delle strutture regionali e di Datasiel Spa. Un lavoro che ha coinvolto 142 beni di tipo civile dei quali 131 in Provincia di Genova e che verrà esteso prossimamente anche ai beni aziendali come è stato proposto da Luca Parodi dirigente degli Affari della Presidenza della Regione Liguria. La banca dati che è oggi liberamente consultabile sul sito istituzionale di Regione al link http://www.Regione.liguria.it/argomenti/ente/mappatura-dei-beni-confiscati-alla-criminalita-organizzata-in-liguria-html  consente un viaggio sul territorio ligure alla scoperta dei beni e del loro riutilizzo a fini sociali e verrà aggiornata continuamente grazie all´intesa siglata tra Regione Liguria e Libera.  
   
   
SLOT, ASSESSORE LOMBARDIA: ANCHE A LECCO PER DIRE NO  
 
 Lecco, 9 giugno 2014 - "Anche a Lecco e provincia politica e società civile sono in prima linea per dire no al gioco d´azzardo patologico. Lo testimoniano le tante iniziative proposte in questi mesi, a partire dall´ordinanza del Comune, che ha imposto la chiusura delle attività delle sale giochi dalle 22 alle 10, che ha ricevuto l´ok del Consiglio di Stato e che può rappresentare un altro caso-scuola applicabile in Lombardia". Lo ha detto l´assessore regionale al Territorio, Urbanistica e Difesa del suolo, che, a Lecco, ha continuato il suo tour per illustrare la legge regionale contro le ludopatie. Dati Lecco - "Secondo le statistiche - ha proseguito - anche nella provincia di Lecco il fenomeno è purtroppo in continua crescita: basti pensare che tre anni fa questo territorio era al quarantunesimo posto nazionale per spesa pro capite dedicata al gioco, per passare al diciannovesimo già un anno dopo con 1398 euro l´anno". Secondo i dati forniti dall´Asl, che segnala 130 casi di persone seguite per ludopatia, nel Lecchese sono circa 3800 i "giocatori problematici", 150.000 i "giocatori sociali" e 2200 le slot machine presenti nei locali del territorio, in costante aumento. Legge Regionale Efficace - "Segnali, questi - ha commentato l´assessore - che ci spronano ancora di più ad andare avanti con la nostra legge, che, giorno dopo giorno, si dimostra efficace, come è avvenuto anche ieri a Milano, con due nuove sale che non apriranno, grazie alla normativa sulla distanza minima dai luoghi sensibili". "In questi giorni - ha concluso - abbiamo rafforzato notevolmente la collaborazione con le Prefetture e le Questure, di fatto iniziando a limare i problemi su tempistica e interpretazioni dei soggetti che devono intervenire nel rilascio delle autorizzazioni. C´è piena sintonia, anche con Anci, per colpire in modo efficace questa vera e propria emergenza sociale".  
   
   
FAMIGLIA CARDINE DEL SISTEMA SOCIALE DEL FVG  
 
Udine, 9 giugno 2014 - "Nell´ambito del sistema del welfare del Friuli Venezia Giulia la famiglia si conferma una vera ricchezza sociale", ha sottolineato l´assessore regionale alla Salute e alle Politiche sociali Maria Sandra Telesca, che il 5 giugno ad Udine ha aperto il convegno "Con le famiglie, per le famiglie - Associazionismo familiare in Friuli Venezia Giulia´. L´incontro è stato promosso dalla Regione per fare il punto sugli effetti del primo bando (previsto dalla legge regionale 11 del 2006, art.18) che ha permesso di erogare risorse alla rete dell´associazionismo familiare. L´assessore Telesca ha ricordato che il tessuto sociale rappresentato dalle famiglie "è ciò che tiene in vita le comunità" e ne costituisce il cardine. In questi anni, ha aggiunto, il contesto sociale e la struttura della nostra comunità si sono modificate in modo importante per effetto della crisi e di altri fattori, ma il welfare del Friuli Venezia Giulia, che la Telesca ha definito "straordinario", costruito con efficacia, è riuscito a fare fronte ai cambiamenti: ora, però, ha osservato, va adeguato alle rinnovate esigenze. "L´obiettivo che ci dobbiamo porre - ha precisato l´assessore - è quello di dare alle famiglie la possibilità di progettare il proprio futuro". Con questo obiettivo la riforma della sanità dovrà rispondere anche alle attese del sociale e dovrà puntare a sostenere realmente chi ne ha maggiormente bisogno. Sarà altresì volta a mantenere il raccordo con l´associazionismo e il Terzo Settore, in quanto, ha concluso Telesca, "rappresentano un valore forte per la nostra comunità, e insieme costituiscono la rete necessaria per costruire sistemi di protezione sociale". I progetti che sono stati finanziati dalla Regione nei due anni dall´emanazione del bando (2012-2013), ha poi sostenuto Nicoletta Pavesi, dell´Università Cattolica di Milano, hanno dimostrato una buona qualità, rispondendo alle esigenze delle famiglie, stimolandole ad essere protagoniste dei progetti sul territorio, nonchè a promuovere il capitale sociale che esse rappresentano in seno alle rispettive comunità. Una comunità, quella del Friuli Venezia Giulia, che nell´ultimo decennio è notevolmente cambiata. Come infatti ha riferito il direttore dell´area Politiche sociali e Integrazione sociosanitaria della Regione, Pier Oreste Brusori, la crisi della natalità e l´invecchiamento della popolazione sono gli elementi che hanno caratterizzato un aumento limitato della popolazione, che dal 2001 al 2013 si è incrementata soltanto del 3 per cento. Nello stesso periodo è però diminuito del 2 per cento il numero di cittadini italiani, mentre è aumentato del 4,3 per cento quello degli stranieri. Al contempo gli anziani ultra ottantacinquenni sono aumentati del 37 per cento. Dati che evidenziano l´accresciuto "carico assistenziale" che il sistema socio-sanitario del Friuli Venezia Giulia deve sopportare. Sempre nella nostra regione, il numero delle famiglie, dal 1971 al 2011, si è incrementato del 38 per cento, passando da 400 mila a 550 mila unità; quasi 200 mila famiglie sono costituite da una sola persona. In questo contesto, la Regione è intervenuta finanziando un bando emesso nel febbraio del 2012, che ha promosso 123 progetti dei quali 119 portati a conclusione: 7 sono stati realizzati in provincia di Gorizia, 33 in quella di Pordenone, 19 in provincia di Trieste e 60 in quella di Udine. Rientravano principalmente in due grandi ambiti: l´auto-organizzazione di servizi a sostegno dei compiti familiari educativi e di cura (98 progetti) e la promozione di reti di scambio sociale fra le famiglie, anche per favorire iniziative di mutuo aiuto e di gestione associate per l´acquisto di beni e servizi con fini solidaristici (25 progetti).  
   
   
RETE QUID: VENETO CONCLUDE IL PROGETTO A SOSTEGNO DEI CENTRI REGIONALI QUIDONNA  
 
Venezia, 9 giugno 2014 - “Un certo Quid: il fattoreD per lo sviluppo e la crescita” è il titolo dato all’evento conclusivo del percorso biennale di ‘empowerment’ (formazione, informazione e comunicazione) intrapreso dalle operatrici e dagli operatori degli sportelli Quid (Quidonna) - il servizio che rende concrete le Pari Opportunità sul territorio - per valorizzare le attività svolte da questi sportelli e le loro relazioni con il mondo del sociale, della tutela della salute, del lavoro. L’incontro, promosso dalla Regione Veneto con la collaborazione tecnica della Fondazione Centro Produttività Veneto, si è tenuto stamattina a Creazzo (Vicenza) nella sede dell’Università del Gusto con la partecipazione dell’´assessore regionale ai diritti umani e alle politiche di genere Isi Coppola. Innovazione è stabilire delle priorità e cambiare il modo di lavorare. Su questi presupposti è nato il progetto regionale Quidonna Diritti e Risposte, che collega gli sportelli di ascolto e supporto alle donne presenti nei comuni del Veneto. Ad oggi i comuni coinvolti in rete sono oltre 90 con 29 sportelli che hanno conseguito il marchio di qualità Quidonna. "Abbiamo voluto distinguere le politiche delle pari opportunità dai centri anti violenza, perché pensiamo che abbiano differenti obiettivi e debbano prevedere azioni e collaborazioni di diversa entità. Il percorso di empowerment e formazione della rete Quidonna degli ultimi due anni, che è servito a consolidare e promuovere i servizi dei centri riconosciuti, è una best practice che presto sarà estesa anche agli organismi di parità dei Comuni”, ha detto l´assessore Coppola. “La nuova programmazione europea sulle questioni di genere – ha aggiunto - potrà essere per la rete Quidonna una nuova opportunità per implementare le attività e trasferire competenze e professionalità. Dal 2004 al 2014 le Pari Opportunità hanno ricevuto dalla Regione circa 1.700.000 euro; anche per quest’anno, nonostante la situazione congiunturale non facile, sono stati stanziati 200.000 euro, che saranno erogati come sempre a bando". Le rappresentanti dei centri intervenute hanno evidenziato, oltre ai singoli servizi offerti, le caratteristiche del loro lavoro, esprimendo alcune specificità che fanno comprendere il valore e il ruolo sul territorio delle loro attività. Non si è parlato solo di ascolto ed accompagnamento, ma anche di promozione dei bisogni delle donne, empowerment personale, punto di riferimento per servizi differenti, creazione di nuove aggregazioni, monitoraggio sui diritti delle donne per l´orientamento delle politiche di genere dei singoli comuni. Dai piccoli comuni dell´area pedemontana fino alle città di Padova e Vicenza, il filo conduttore è la capacità di questi servizi permanenti sul territorio di adattarsi alle circostanze e di muoversi all´interno delle comunità locali. Nel corso dell’evento, oltre che della rete Quid e del fattoreD o fattore Donna come motore di sviluppo e di crescita, si è parlato anche di imprenditorialità femminile, conciliazione e bilanciamento tra tempi di vita e di lavoro, reti ed esperienze d’impresa creative, performance esperienziali, ospitalità e destinazioni che propongono un’offerta turistica dedicata alle donne.  
   
   
PARI OPPORTUNITÀ, LIGURIA: “270MILA EURO PER I CENTRI ANTI-VIOLENZA”  
 
Genova, 9 Giugno 2014 - Duecentosettantamila euro per continuare a gestire e a far funzionare i centri anti-violenza presenti in Liguria. Sono stati stanziati dalla Giunta regionale su proposta dell´assessore al welfare Lorena Rambaudi. Il contributo è destinato ai cinque Comuni capofila delle conferenze dei sindaci, per garantire a ogni territorio le iniziative e i servizi previsti dalla Regione Liguria attraverso la legge 12 del 2007. Le risorse serviranno anche per i 7 centri anti-violenza e per gli alloggi di secondo livello, luoghi fisici dove una donna può andare per fuggire da maltrattamenti e violenze. Sul totale dei finanziamenti 90.000 euro saranno destinati a Genova, 45.000 euro a Savona, 45.000 euro a Sanremo, 45.000 euro a Chiavari e 45.000 euro a Las Spezia. "Ogni conferenza dei sindaci – spiega l´assessore Rambaudi – dovrà predisporre un piano particolareggiato di contrasto alla violenza di genere, contenente le attività, i servizi avviati o che si intendono avviare. Le azioni previste possono essere realizzate anche attraverso patti di sussidiarietà che riconoscono e sostengono l´autonoma iniziativa del terzo settore, valorizzando le reti di collaborazione". Ai fondi regionali si aggiungeranno nei prossimi mesi i fondi nazionali che non sono ancora stati erogati e che per la Liguria ammonteranno a circa 300.000 euro.