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Notiziario Marketpress di Mercoledì 18 Giugno 2014
Politica
LA CONFERENZA DEI PRESIDENTI: LA COLONNA VERTEBRALE DEL PARLAMENTO EUROPEO  
 
Bruxelles, 18 giugno 2014 - Composta dai capogruppi politici e dal presidente del Parlamento europeo, la Conferenza dei Presidenti è essenziale all´organizzazione del Parlamento. Ma sai come funziona? Leggi qui per fartene un´idea. La Conferenza dei Presidenti è composta dai presidenti dei gruppi politici, dal Presidente del Parlamento europeo e da un deputato non iscritto (cioè che non appartiene a nessuno dei gruppi politici) che può assistere ma senza il diritto al voto. Le decisioni sono prese per consenso e secondo un voto in cui il peso dipende dal numero di daputati rappresentati. Maggiori è il numero di deputati e maggiore sarà il peso del voto. La Conferenza dei Presidenti stabilisce l´organizzazione del lavoro del Parlamento europeo e delle relazioni con le altre istituzioni. È anche incaricata di determinare l´agenda delle sessioni plenarie e dell´organizzazione dei tempi di parola dei deputati durante le sessioni. Inoltre, determina anche la composizione delle commissioni parlamentari: quanti deputati ci sono in ogni gruppo politico e quali sono i temi sui quali lavoreranno le commissioni. Infine, la Conferenza dei Presidenti è incaricata di validare i rapporti d´iniziativa, quelli cioè redatti su iniziativa di un deputato. La Conferenza dei Presidenti selezioni anche il vincitore del Premio Sacharov sulla base dei candidati proposti dalla commissione agli Affari esteri e allo sviluppo.  
   
   
DISCORSO DI APERTURA DEL COMMISSARIO FüLE AL GRUPPO DI LAVORO UE-TURCHIA SUL CAPITOLO 23  
 
 Ankara, 18 giugno 2014 – “ Sono lieto di essere qui oggi con i ministri Cavusoglu e Bozdag in questa terza riunione del gruppo di lavoro sul capitolo 23 - giudiziario e diritti fondamentali. Questo incontro è un elemento fondamentale nei nostri sforzi comuni per affrontare le questioni rilevanti per i progressi nel processo di adesione. Come ben sapete io attribuisco grande importanza di impegnarsi con la Turchia su tutte le questioni relative criteri politici che sono così tanto al centro del processo di adesione. Un sistema giudiziario indipendente e imparziale e il rispetto dei diritti fondamentali sono di importanza cruciale per l´adesione all´Ue. Essi sono al centro dei valori europei. Da qui il nostro forte insistenza di continuare l´impegno con i partner turchi su tali questioni. Non si tratta di confrontare la lingua esatta dei pezzi particolari della legislazione turca con le leggi Ue esistenti. Si tratta di garantire che i principi fondamentali e le norme della Ue sono seguiti in modo tale da salvaguardare i valori europei - quali l´indipendenza del potere giudiziario e la separazione dei poteri. Non funzionerà mai meno la fiducia guadagni pubbliche che i cambiamenti hanno un impatto reale sui cittadini turchi: li autorizzano, fornendo loro maggiori garanzie per i loro diritti e delle libertà. Non sto parlando di un esercizio accademico, ma circa gli sforzi dove l´obiettivo generale è che le persone si sentono che c´è stato un cambiamento. E ´importante creare e sostenere lo slancio del nostro impegno su questi temi nei prossimi mesi per ottenere risultati concreti e tangibili. E ´mio compito, come Commissario per l´allargamento, di riferire sugli sviluppi in tutti i paesi candidati e ad assisterli negli sforzi di allineamento. Spero che dopo questo incontro, posso riferire a Bruxelles al Consiglio e al Parlamento europeo che, nonostante le recenti turbolenze, la Turchia è disposta a spostare in avanti le riforme. Il tuo forte impegno per ulteriori riforme è indispensabile. Ho già assistito a una serie di riforme coraggiose e positive attuate dalla Turchia. Cerchiamo di non minare questi sforzi. Abbiamo investito molto, tempo, energia e anche risorse finanziarie. Ora abbiamo bisogno di ri-accelerare il processo, a partire speriamo che da questo incontro. Oggi offre l´opportunità di uno scambio di opinioni sulla base delle relazioni redatte da esperti indipendenti. Questi rapporti sono stati condivisi con le autorità turche e spero che, una volta ultimato, saranno usati come una tabella di marcia per le future riforme nel settore giudiziario e la libertà di espressione. Vorrei ringraziare i ministri ei loro ministeri per l´ottima collaborazione che abbiamo visto sulle revisioni paritetiche negli ultimi mesi. Mi auguro che la futura cooperazione, anche la discussione sulle misure derivanti dal loro raccomandazioni, continuerà ad essere nello stesso modo. Permettetemi a questo proposito ricordo l´importanza delle prime consultazioni sulla legislazione affetto magistratura, stato di diritto e altri settori pertinenti in vista della adozione della legislazione al fine di garantire che porta la Turchia più vicina agli standard europei e non più lontano. Al fine di costruire un consenso su importanti atti legislativi nel parlamento e nella società turca è importante garantire ampie consultazioni con la società civile sulla legislazione di interesse pubblico. Si tratta di uno dei principi della democrazia matura che le decisioni siano prese nel modo più trasparente possibile e dove ogni cittadino ha la possibilità di esprimere liberamente e di scambiare pubblicamente le sue opinioni. Non vedo l´ora di interessanti presentazioni e mi aspetterei, come ho già indicato nel mio incontro di questa mattina con il Ministro della Giustizia, che avremo tutti al termine di questo incontro mattina una migliore idea del "come" e sul il "cosa" lavoreremo insieme nelle prossime settimane e mesi per impostare la tonalità del Progress Report di ottobre.”  
   
   
DICHIARAZIONE DI IERI DEL COMMISSARIO ŠTEFAN FüLE AI MEDIA DOPO UN INCONTRO CON I RAPPRESENTANTI DELLA SOCIETÀ CIVILE  
 
Ankara, 18 giugno 2014 - Vorrei iniziare sottolineando dell´Ue e il mio forte sgomento personale e la condanna per le recenti atrocità in Iraq. Vorrei anche esprimere la nostra solidarietà e il sostegno per la Turchia per quanto riguarda il rapimento dei vostri cittadini a Mosul. Quando sono stato qui l´ultima volta, nel mese di novembre, abbiamo avuto un nuovo impulso ai negoziati di adesione. Da allora molte cose sono successe. Ricorda quello che ho detto l´ultima volta (e anche prima) - progressi nei negoziati di adesione e le riforme politiche sono due facce della stessa medaglia. Negli ultimi mesi ci sono stati dubbi espressi oltre l´impegno della Turchia ai valori e gli standard europei. Ho solo ricordo le accuse di corruzione, ri-assegnazioni degli investigatori e giudici, e in particolare la rapida adozione di una normativa che non è stata consultata con l´Ue. Tutto questo sembra essersi spostato Turchia lontano dagli standard europei. Accolgo con favore il ruolo svolto dalla Corte costituzionale e il suo impegno per la salvaguardia dello stato di diritto e il rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali - sia con le decisioni di annullare il divieto di Twitter e Youtube e modificare le parti controverse della normativa sul Consiglio superiore della Pubblici ministeri e giudici. Queste azioni della corte costituzionale contribuiscono a quello che oggi è realmente necessario: portare la fiducia indietro alla magistratura, mettendo fine alla polarizzazione e la politicizzazione della società. E qui tutte le istituzioni hanno un ruolo da svolgere. I negoziati di adesione sono il motore centrale delle nostre relazioni. Ma possono muovere solo in avanti in parallelo con il progresso convincente in entrambe: le riforme politiche e su tutte le questioni connesse a Cipro. Qualsiasi battute d´arresto in virtù di tali due questioni aumenteranno dubbi circa l´impegno della Turchia all´Ue. Ho invitato i miei colleghi turchi ad impegnarsi decisamente con l´Ue su un processo di riforma globale e credibile e di seguire uno stretto dialogo con la Commissione nel settore dello Stato di diritto e dei diritti fondamentali. Ho anche incoraggiato la Turchia a continuare a sostenere gli sforzi in vista di una soluzione globale a Cipro. Insieme con il Ministro Bozdag e Mevlüt Çavuþoðlu abbiamo avuto un incontro molto importante del gruppo di lavoro sul capitolo 23. Era una buona occasione per determinare la dinamica e la direzione del nostro lavoro comune sulle riforme del sistema giudiziario e sui diritti e le libertà fondamentali. Mi auguro che le prossime settimane permetteranno di tradurre discussioni odierne in azioni concrete concordate da entrambe le parti. Con il Ministro Çavuþoðlu abbiamo aderito una tavola rotonda con la società civile turca per discutere le relazioni Ue-turchia. Questo è stato anche incontro importante in quanto la società civile è un partner fondamentale per noi. Si tratta di uno stakeholder importante per la riforma e l´adesione di processo e ha bisogno di avere l´ambiente conduttivo a svolgere il suo ruolo. C´è una possibilità di trasformare la nostra agenda positiva in risultati tangibili e impostare il tono appropriato per la prossima relazione di avanzamento. Sarà l´ultima relazione della Commissione, ma che servirà da base per la nuova Commissione per stabilire come proseguire l´impegno dell´Ue con la Turchia. Mi auguro che la Turchia ci fornirà la sostanza positiva per realizzarla. Per questo, la Turchia deve impegnarsi a portare avanti le riforme necessarie. Perché il futuro del processo di adesione non sarà determinato dai risultati delle elezioni del Parlamento europeo. Essa sarà determinata dalla propria performance della Turchia.  
   
   
UE: PHILIPPE LAMBERTS: IL NUOVO CO-PRESIDENTE DEI VERDI  
 
Bruxelles, 18 giugno 2014 - Il deputato belga Philippe Lamberts è il nuovo co-presidente del gruppo dei Verdi nel Parlamento europeo. Affiancherà la deputata tedesca Rebecca Harms alla co-presidenza del gruppo. Eletto l´11 giugno, prenderà il posto del deputato francese Daniel-cohn Bendit. Guarda l´intervista video per conoscerlo meglio. I Verdi non sosterranno un candidato al di fuori della proposte dei gruppi politici alla presidenza della Commissione. Durante un incontro con il premier inglese Cameron sulla nomina del Presidente della Commissione, Lambert ha dichiarato: "Se la maggior parte dei capi di governo e di stato vogliono sostenere Juncker, allora dovrebbe essere candidato, o nominato, dai capi di stato e di governo. Il Regno Unito non può sempre far parte della maggioranza". Philippe Lamberts, quattro figli e un passato da informatico, è stato eletto deputato nel 2004. Durante l´ultima legislatura è stato membro della commissione agli Affari economici e monetari, all´Inudstria, ricerca ed energia, e delle delegazione per le relazioni con la Cina. Guarda le interviste di tutti i presidenti dei gruppi politici prima della plenaria dell´1 luglio.  
   
   
RAFFORZARE LA RISPOSTA DELL´UE ALL´ESTREMISMO VIOLENTO: DALLE IDEE ALL´AZIONE  
 
Bruxelles, 18 Giugno 2014 – Di seguito l’intervento di Cecilia Malmström Il Commissario Ue per gli Affari interni alla Conferenza ad alto livello: “ Colleghi, amici, signore e signori, Buongiorno e grazie a tutti voi per essere venuti oggi a Bruxelles. Abbiamo una serie davvero impressionante di competenza qui. Spero che la combinazione dei Ministri, professionisti ´, accademici e rappresentanti del settore provenienti da tutta Europa creerà l´impostazione per noi diritto di spostarsi dalle idee all´azione, come il titolo degli Stati conferenza. E abbiamo davvero bisogno. Tre settimane fa, in attacco al museo ebraico di Bruxelles, a solo un chilometro da qui, ci hanno dato un altro terribile ricordo della minaccia che abbiamo di fronte dall´estremismo violento. Il sospetto arrestato è francese nato ed era tornato dai combattimenti in Siria. Sempre più cittadini europei stanno unendo la guerra in Siria e altrove. Ma purtroppo al loro ritorno in Europa, alcuni di loro certamente hanno la capacità di commettere attacchi terroristici. Ma non è l´unica preoccupazione. Sono anche molto preoccupato per le crescenti movimenti populisti e nazionalisti in tutta Europa. Anche se questi movimenti non sono direttamente responsabili di attacchi terroristici, che forniscono ossigeno e la crescente accettazione di vista estremi che serve come un terreno fertile per la violenza. Non saremo in grado di contrastare l´estremismo violento se non confutare la propaganda di coloro che sostengono posizioni estreme, xenofobe e razziste. Alla conferenza ad alto livello l´anno scorso, ho sottolineato l´urgenza di creare nuove idee su come prevenire l´estremismo violento. Diciotto mesi più tardi, è chiaro che c´è stato un sacco di progressi. Il Network Awareness radicalizzazione (Ran), creata nel 2011, è cresciuta in una rete di notevoli dimensioni e di credibilità. Il fatto che circa 800 professionisti, funzionari e le organizzazioni in tutta Europa mostrano un interesse a lavorare con il Ran, parla da sé. E il modello di successo va oltre i confini dell´Ue con i paesi terzi, sempre più in cerca di sua competenza. Nel gennaio di quest´anno, la Commissione ha presentato una serie di strumenti individuare le azioni per rafforzare la risposta dell´Ue alla radicalizzazione e l´estremismo violento. Tali azioni mirano a sostenere gli sforzi ´Stati membri per affrontare la radicalizzazione. Due settimane fa, grazie agli sforzi della presidenza greca dell´Unione europea, è stata adottata una strategia rinnovata dell´Ue per combattere la radicalizzazione e il reclutamento a fini terroristici. Questa è una strategia per affrontare tutte le forme di estremismo e per evitare una nuova generazione di persone di diventare terroristi. Il lavoro svolto dalla Commissione europea e il Ran ha contribuito alla revisione di questa strategia. Ora abbiamo un forte quadro politico in atto. Questa è una buona notizia. Ma questo non è sufficiente. Come tutti sapete, le azioni parlano più forte delle parole. Quindi cerchiamo di urgenza d´accordo sulle misure più urgenti che ora dobbiamo prendere. Spero che questa conferenza può aiutarci a compiere un passo avanti. Mentre la prevenzione della radicalizzazione in terrorismo è principalmente di competenza degli Stati membri, ritengo che la Commissione europea e il Ran può aiutare in diversi modi. Vorrei citare tre aree. In primo luogo, ci sarà istituito un hub europeo della conoscenza. La missione sarà quello di continuare ed espandere il lavoro per il quale il Ran e il suo segretariato ben gestito-, ha già gettato le basi. Sarà concentrarsi maggiormente sugli Stati membri e sarà pronto per l´invio di squadre di esperti per aiutare gli Stati membri se stiamo parlando di formazione, programmi di uscita o hotline di supporto familiare. Essa dovrebbe inoltre sfruttare appieno le competenze esistenti per alimentare il dibattito su temi di attualità, di orientare la ricerca dove è necessario e formulare raccomandazioni politiche. Voglio che l´hub della conoscenza sia uno strumento operativo per la Ran e gli Stati membri. Speriamo che l´hub può col tempo trasformarsi in un Centro di Eccellenza. Per quelli di voi interessati a presentare domanda per la presente gara, posso dire che speriamo di averlo a settembre e poi un processo rapido per avere l´hub della conoscenza e funzionante presto 2015. Abbiamo stanziato € 16.000.000 per quattro anni per fare Assicurarsi che l´hub avrà mezzi sufficienti per fare un ottimo lavoro. Il secondo ambito in cui possiamo sostenere gli Stati membri è quello di contribuire allo sviluppo di programmi di uscita per i giovani che vogliono lasciare gruppi violenti. Solo pochi paesi hanno sviluppato questa capacità e, idealmente, tutti i paesi dell´Ue potrebbero iniziare a fornire programmi di de-radicalizzazione e di uscita. Dobbiamo inoltre fare di più per fornire un sostegno alle famiglie. Alcuni paesi stanno ora allestendo hotline dove le famiglie possono contattare qualcuno se temono che il loro bambino è in procinto di andare in Siria, o vedi altre preoccupanti segni di radicalizzazione. Ma più può e deve essere fatto. Esploreremo queste tematiche in una sessione dedicata nel pomeriggio. La terza area è di set-up di un dialogo con le principali aziende It a capire come possiamo meglio contro la radicalizzazione online. Internet è una meravigliosa innovazione che ha rivoluzionato quasi ogni aspetto della nostra vita e ci ha avvicinati. Ma può anche essere uno strumento per coloro che desiderano strappare a noi più lontani. Gli estremisti usano i social media per amplificare il loro messaggio, reclutare nuove generazioni e promuovere la violenza. Anche se può sembrare conveniente semplicemente prendere il materiale da internet, questa non è una soluzione praticabile. Mentre materiale illegale dovrebbe naturalmente essere rimosso, gran parte dei contenuti che i gruppi estremisti messo on-line non è ancora illegale. Abbiamo quindi bisogno di impegnarsi con l´industria e la società civile per trovare altre soluzioni per contrastare la propaganda terroristica. E ´in questo spirito che mi ha tenuto ieri un incontro specifico con i colossi di Internet per studiare le opportunità di collaborazione a livello europeo. Abbiamo deciso di continuare questo dialogo e incontrare di nuovo inizio autunno, e questa volta vedremo come possiamo coinvolgere direttamente gli Stati membri. Oggi sono lieto di vedere che abbiamo Google e Twitter nel pannello e che abbiamo anche rappresentanti di Facebook in camera. Concludo dicendo che, mentre io sono profondamente preoccupato per le sfide che ci troviamo di fronte, mi sono rassicurato da avere così tante persone eccellenti qui oggi. Quindi cerchiamo di utilizzare questo giorno in modo efficace, e assicurarsi che partiamo da qui non solo con nuove idee, ma anche con la determinazione di trasformare quelle idee in azione. Grazie per la vostra attenzione.  
   
   
AFFRONTARE DEFICIT SOCIALE DELL´UE  
 
Atene, 18 giugno 2014 – Di seguito l’intervento di László Andor commissario europeo per l´Occupazione, gli affari sociali e l´inclusione alla Riunione plenaria della Conferenza delle commissioni parlamentari per gli affari dei parlamenti dell´Unione europea dell´Unione: “ Onorevoli deputati, Signore e signori, Tre settimane fa, i cittadini dell´Ue hanno espresso le loro opinioni alle elezioni del Parlamento europeo. L´esito di queste elezioni ha dato nuovo impulso al dibattito su ciò che deve essere fatto per avvicinare l´Unione europea ai suoi cittadini. Questo rende il soggetto di questo evento - affrontare deficit sociale dell´Unione europea - così attuale. Migliorare le condizioni di vita e di lavoro è stato un importante obiettivo dall´inizio dell´integrazione europea - non solo nel Trattato di Roma, ma anche nella Dichiarazione Schuman. Le politiche sociali e gli strumenti sono stati al centro del progetto europeo sin dal suo inizio; hanno giocato un ruolo chiave nel promuovere la convergenza nell´Ue. In realtà, vi è un riferimento alla convergenza già nel Piano Schuman. Ma questo processo di convergenza ha rallentato e addirittura andato in retromarcia in alcune parti d´Europa: sei anni di crisi economica e finanziaria e quattro anni di crisi del debito sovrano hanno notevolmente aumentato le disparità economiche e sociali in Europa. A questo proposito, è importante parlare della strategia europea per l´occupazione - uno strumento di convergenza fondamentale per garantire nuovi e migliori posti di lavoro in tutta l´Unione europea. La strategia europea per l´occupazione fornisce un quadro per il coordinamento delle politiche per l´occupazione, fissando obiettivi, sviluppi e monitoraggio delle prestazioni, e affrontando le raccomandazioni agli Stati membri. Il trattato prevede quattro strumenti come parte della strategia europea per l´occupazione: orientamenti per l´occupazione; la relazione comune sull´occupazione; programmi nazionali di riforma presentati dai governi nazionali, e le raccomandazioni specifiche per paese formulate dalla Commissione. Questi strumenti sono oggi parte della strategia di crescita europea - la strategia Europa 2020 - e sono integrati nel semestre europeo per il coordinamento delle politiche. Quando la strategia Europa 2020 è stato messo in atto nel 2010, la sua ambizione era quella di colmare le lacune del nostro modello di crescita e le principali sfide a lungo termine come i limiti delle risorse naturali, i cambiamenti climatici, il cambiamento demografico e tecnologico, e la globalizzazione. A tal fine, la strategia ha stabilito cinque obiettivi principali a livello Ue che gli Stati membri poi riflette nei loro obiettivi nazionali. Questi obiettivi includono 75% tasso di occupazione tra i 20-64 anni di età e almeno 20 milioni di persone in meno oa rischio di povertà o di esclusione sociale. La Commissione ha avviato la revisione intermedia della strategia Europa 2020. Questo è il contesto in cui dovremmo discutere la revisione della strategia europea per l´occupazione. Ma diamo prima uno sguardo alla situazione occupazionale prima e dopo la crisi iniziata nel l´Unione europea. Tendenze precedenti alla crisi e l´impatto della crisi della zona euro nel 2011-12 L´occupazione negli Stati membri è aumentato costantemente tra il 2002 e il 2008, mentre il tasso di disoccupazione, tra cui la disoccupazione giovanile, è caduto. Questo contrasta fortemente con la tendenza di oggi. Rispetto ad aprile dello scorso anno, il tasso di disoccupazione nell´Ue è scesa dal 10,9% al 10,4%. Ma questo è ancora rimane inaccettabilmente alto. E i giovani continuano ad essere i più colpiti dalla crisi del lavoro, con il 22,5% di disoccupati in tutta l´Ue. L´ue deve affrontare anche le divergenze crescenti nel settore dell´occupazione e situazioni sociali degli Stati membri e nelle loro prospettive di ripresa, in particolare l´area dell´euro. Pacchetto occupazione e di follow-up Nel mese di aprile 2012, la Commissione ha presentato il pacchetto per l´occupazione - un programma di riforma per impostare l´azione dell´Ue e degli Stati membri azioni e riforme che richiedono una particolare attenzione nel contesto della crisi economica prolungata. Con il pacchetto per l´occupazione, ci siamo allontanati dal tradizionale approccio dal lato dell´offerta di politiche per l´occupazione, che si è concentrata sulle competenze e l´attivazione della forza lavoro. Abbiamo messo maggiore enfasi sulle misure stimolando la domanda di lavoro e abbiamo evidenziato l´importanza di sostenere la creazione di posti di lavoro in tre settori chiave: i settori dell´economia verde, della salute e Ict. Abbiamo insistito sulla necessità di riforme del mercato del lavoro equilibrato e per garantire transizioni professionali. Abbiamo anche sottolineato la necessità di un approccio equilibrato in termini di andamento dei salari che dovrebbe essere non solo in linea con l´andamento della produttività, ma anche sostenere la domanda interna. E per la prima volta, la Commissione ha affrontato il ruolo di un salario minimo per combattere la povertà nel lavoro e disuguaglianze. Il pacchetto per l´occupazione sottolinea inoltre la necessità di continuare ad investire in competenze e affrontare i disallineamenti del mercato del lavoro. Inoltre, abbiamo sviluppato strumenti pratici per costruire un vero mercato del lavoro europeo e rafforzare la cooperazione dei servizi pubblici per l´impiego. Per riassumere, il pacchetto occupazione volta a ripristinare le dinamiche del mercato del lavoro nel contesto della recessione economica, presentando un programma globale per le politiche dell´occupazione che sono stati progettati per sostenere una ripresa fonte di occupazione e combattere la disoccupazione. Il pacchetto per l´occupazione e Csr connesse Questo ordine del giorno è stato successivamente riflessa nel semestre europeo. La Commissione presta particolare attenzione alle politiche attive del lavoro (Paml) e al funzionamento dei Servizi pubblici per l´impiego, che sono fondamentali per aumentare la resilienza dei mercati del lavoro. La Commissione si concentra anche sulla trasferire l´imposizione fiscale dal lavoro al fine di sostenere la creazione di posti di lavoro. E notiamo che gli incrementi salariali sono stati raccomandati in paesi in surplus, in particolare l´istituzione del salario minimo generale in Germania. Questi punti sono stati ribadito nelle raccomandazioni specifiche progetto di paese che sono stati proposti dalla Commissione il 2 giugno. Sono consapevole che si è particolarmente preoccupato per la situazione dei giovani. La Commissione è molto impegnata ad affrontare la difficilissima situazione dei giovani, integrando la strategia europea per l´occupazione con strumenti aggiuntivi e innovativi. Occupazione giovanile Package Nel dicembre 2012 la Commissione ha presentato un pacchetto di occupazione giovanile che includeva la garanzia per i giovani, l´Alleanza europea per l´apprendistato, il quadro di qualità per i tirocini, e misure per ridurre gli ostacoli alla mobilità dei giovani. La garanzia per i giovani è l´iniziativa ombrello per l´occupazione giovanile. Si tratta di una riforma fondamentale e anche un nuovo standard. L´obiettivo è per tutti i giovani sotto i 25 anni per ottenere un´offerta di buona qualità di un lavoro, un apprendistato, un tirocinio o la possibilità di continuare la loro formazione entro quattro mesi dall´uscita dalla formazione formale o diventare disoccupati. La garanzia per i giovani è sostenuta dall´Alleanza europea per la apprendistato lanciato nel luglio dello scorso anno, che mira ad aumentare il numero e la qualità dei tirocini in tutta Europa. E il quadro di qualità per i tirocini adottato nel marzo stabilisce le linee guida per tirocini di includere contenuti di apprendimento di alta qualità e le condizioni di lavoro eque. Per contribuire al finanziamento della garanzia per i giovani, il Consiglio europeo ha adottato uno strumento finanziario dedicato - l´Iniziativa per l´occupazione giovanile - destinati a regioni ´degli Stati membri in cui la disoccupazione giovanile è oltre il 25%. Un totale 6 miliardi di euro è disponibile per le regioni più colpite, per passare nel 2014 e nel 2015. Gli Stati membri devono garantire questo finanziamento è rotolato fuori elegantemente e che i progetti sono in atto rapidamente. L´enfasi deve essere sulla qualità dei posti di lavoro, apprendistato, tirocini o corsi di formazione offerti. Mobilitare i fondi sul terreno è vitale, ma questo sta prendendo tempo. La Commissione incoraggia gli Stati membri a presentare i loro programmi operativi concernenti l´iniziativa dell´occupazione giovanile come una questione di priorità. L´adozione dei programmi operativi è infatti una condizione essenziale per il rilascio di pre-finanziamento. La garanzia per i giovani è inoltre monitorato nel contesto del semestre europeo. Il 28 Stati membri hanno presentato i loro piani di attuazione garanzia per i giovani alla Commissione. Per 8 Stati membri, in cui l´occupazione giovanile è particolarmente elevato e dove ci sono gravi problemi di attuazione, è necessaria un´azione più decisa. Hanno quindi ricevuto progetti di raccomandazioni specifiche per paese su questo tema nel 2014. Oggi, la garanzia per i giovani e il suo strumento finanziario - l´Iniziativa per l´occupazione giovanile - sono ovviamente strumenti fondamentali nel contesto della strategia europea per l´occupazione. Dimensione sociale della Uem Signore e signori, Affrontare la crescente divergenza in termini economici, occupazionali e sociali situazioni ´degli Stati Uniti - in particolare quelli della zona euro - sarà un compito impegnativo nei prossimi anni. Ma, a mio parere, questo dovrebbe essere una priorità per i prossimi cinque anni. Le divergenze sono chiaramente visibili nei tassi di disoccupazione, la disoccupazione giovanile e dei giovani né occupati, né in istruzione o formazione. Ci sono anche maggiori divergenze di reddito delle famiglie e della disuguaglianza all´interno dell´area dell´euro che tra gli altri Stati membri. Il tasso di povertà è aumentato nella zona euro periferia, ma è rimasto costante nel suo nucleo. Per me questo significa che l´Unione economica e monetaria deve essere riformato a un ritmo più veloce e che la sua dimensione sociale deve essere rafforzata. Quest´anno, per la prima volta nell´ambito del semestre europeo, abbiamo utilizzato un nuovo quadro di valutazione di cinque occupazione chiave e indicatori sociali, al fine di identificare meglio l´occupazione e gli squilibri sociali che potrebbero minacciare la stabilità dell´Uem. In futuro, avremo bisogno di sviluppare l´analisi comparativa delle politiche e norme sociali, come abbiamo fatto con la garanzia per i giovani. Tali norme dovrebbero essere riflesse nei futuri orientamenti per l´occupazione, al fine di approfondire l´integrazione dei mercati del lavoro dell´Ue e promuovere la convergenza socio-economica. Il dialogo sociale La comunicazione sulla dimensione sociale della Uem dello scorso ottobre sottolinea la necessità di rafforzare il dialogo sociale ei processi esistenti di consultazione delle parti sociali, sia a livello comunitario e nazionale. A mio parere, consessi comunitari esistenti dovrebbero essere usati in modo più efficace, in modo da coinvolgere maggiormente le parti sociali nel riformare l´Unione economica e monetaria, la governance economica dell´Ue e del semestre europeo. Mi riferisco in particolare al Vertice sociale tripartito, il Comitato per il dialogo sociale, il dialogo macroeconomico, nonché il dialogo delle parti sociali per l´occupazione e comitati di protezione sociale. Dobbiamo costruire su questi forum per stabilire una consultazione più coerente e stabile delle parti sociali durante il semestre europeo. La mobilità del lavoro La mobilità del lavoro dovrebbe anche essere visto come parte della soluzione al più alto tasso di disoccupazione in Europa. La mobilità dei lavoratori all´interno e tra i paesi può aiutare ad affrontare discrepanze esistenti tra le competenze delle persone e le esigenze dei datori di lavoro. Questo, a sua volta, può portare ad una maggiore occupazione e maggiore produttività. Libera circolazione dei lavoratori e dei cittadini sono diritti fondamentali nell´Ue. Non possiamo raggiungere la ripresa economica e migliorare la situazione sociale attraverso lo smantellamento del mercato unico e privare le persone dei diritti e delle opportunità. Nel 2013, nonostante i 50 anni di libera circolazione dei lavoratori, i cittadini dell´Unione residenti in uno Stato membro diverso dal loro paese di origine rappresentavano solo il 3,1% della popolazione dell´Ue. Ci sono diverse ragioni per questo, compresa la mancanza di competenze linguistiche e la difficoltà di ottenere informazioni sulle possibilità e le condizioni di lavoro all´estero. La Commissione ha affrontato attivamente questi problemi. In gennaio la Commissione ha presentato una proposta di regolamento su una rete europea di servizi per l´occupazione. Essa mira a rendere la rete più rispondente ai mercati del lavoro e meglio attrezzata per fornire alta qualità sia ai disoccupati e alle imprese. La Commissione sta attualmente testando una nuova iniziativa denominata "Il tuo primo posto di lavoro Eures". Si tratta di un programma di lavoro, la mobilità che supporta i giovani a trovare un lavoro, un tirocinio o un periodo di apprendistato in un altro Stato membro. Speriamo di raggiungere un target di circa 5 000 tirocini entro la fine dell´anno. Migliorare la rete Eures e fornendo nuovi incentivi finanziari favorirà un approccio più orientato alla domanda di mobilità dei lavoratori all´interno dell´Ue, contribuire a costruire un mercato più integrato del lavoro dell´Ue e, contribuire a raggiungere l´obiettivo occupazionale della strategia Europa 2020. Rispetto dei diritti dei lavoratori Un´altra proposta della Commissione è stata recentemente adottato dal Consiglio dei ministri e il Parlamento europeo dell´Ue. Essa garantirà una migliore applicazione del diritto dei cittadini dell´Ue a lavorare in un altro Stato membro a livello nazionale. Le persone desiderano lavorare in un altro paese dell´Ue è una questione di scelta personale, ma queste nuove regole farà in modo che tutti siano più consapevoli dei diritti che i lavoratori mobili abbiano. In questo modo, speriamo di facilitare la mobilità all´interno del mercato del lavoro dell´Ue. Europa 2020 revisione intermedia e il coinvolgimento dei parlamenti nazionali Signore e Signori, Come accennato nell´introduzione, la Commissione è in fase di revisione della strategia Europa 2020. Ciò che è chiaro è che oggi i progressi nel conseguimento degli obiettivi della strategia Europa 2020 non è stato uniforme. Tuttavia, la deludente mancanza di progressi sulle principali obiettivi della strategia Europa 2020 non è un motivo per mettere in discussione il loro ruolo e la rilevanza nell´ambito della strategia. In poche parole, non è la strategia Europa 2020, che è da biasimare. La crisi della zona euro ha reso l´Europa molto più divisa di prima. Persistente frammentazione finanziaria approfondisce asimmetrie economiche che, a sua volta, porta a polarizzazione in termini di occupazione e di situazione sociale; e questo potenzialmente divide l´Unione europea politicamente troppo. Il punto chiave è che non possiamo invertire questa dinamica con occupazione o strumenti di politica sociale, anche se la loro efficienza può essere migliorata in molti casi - come abbiamo cercato di raggiungere con i pacchetti di politiche che ho menzionato. Invertendo l´attuale divergenza socio-economica in Europa è una questione di finanza e politica macroeconomica, e le soluzioni devono essere trovate nel meccanismo finanziario e monetario. Quindi la mia conclusione è che la mancanza di progressi in Europa obiettivi del 2020 dovrebbe indurre i leader europei a non annacquare o abbandonare la strategia in quanto tale, ma di intensificare le risposte politiche. La revisione della strategia Europa 2020 deve essere collegato con la ricostruzione della Uem. Più specificamente, seria riforma dell´Unione economica e monetaria è una precondizione per garantire una ripresa sostenuta e la lavorabilità della strategia Europa 2020. La Commissione ha avviato una consultazione pubblica fino alla fine di settembre per raccogliere opinioni e idee per il periodo post-crisi. Si presenterà una proposta di strategia riveduta nei primi mesi del 2015. Contributo di questa Conferenza sarà molto importante nel processo di revisione. Conclusione Signore e signori, Data l´interdipendenza delle economie degli Stati membri, in particolare quelli dell´area dell´euro, la necessità di un´azione collettiva all´azienda di migliorare l´occupazione e le condizioni sociali non ha certo bisogno dimostrando. Mentre gli Stati membri hanno la competenza per la politica in questi settori, tutti noi stare di perdere o guadagnare dal loro successo o il fallimento di affrontare efficacemente i problemi. Non vedo l´ora di sentire le vostre opinioni. Grazie.”  
   
   
UCRAINA: EROGATI DALL’ UE 500 MILIONI DI € DI ASSISTENZA MACROFINANZIARIA  
 
Bruxelles, 18 giugno 2014 - La Commissione europea, a nome dell´Ue, oggi ha erogato € 500.000.000 per l´Ucraina, la prima tranche del prestito dalla nuova assistenza macrofinanziaria (Amf Ii) programma per il paese. Questo segue un esborso di € 100 milioni, il 20 maggio del programma Mfa precedentemente concordato (Mfa I). L´obiettivo di entrambi i programmi di Amf è quello di sostenere l´Ucraina economicamente e finanziariamente nella fase critica attuale del suo sviluppo. Olli Rehn, vicepresidente della Commissione europea per gli affari economici e monetari e l´euro, ha detto: "L´unione Europea fornisce il supporto fondamentale per gli sforzi dell´Ucraina per affrontare le sue principali sfide economiche erogazione di oggi è un ulteriore segno concreto di solidarietà europea nei confronti del popolo. Ucraina. E ´fondamentale che l´Ucraina coglie l´occasione per portare avanti le riforme per garantire la stabilità di bilancio, la crescita sostenibile e la creazione di posti di lavoro. " Totale sostegno Amf dell´Ue per l´Ucraina arriva a € 1610000000, con € 1010000000 rimanente dopo l´erogazione di oggi. L´assistenza è parte di un più ampio pacchetto di sostegno per l´Ucraina annunciato dalla Commissione europea il 5 marzo e approvate dai leader europei in occasione del Consiglio europeo del 6 marzo. Mfa dell´Ue integra le risorse messe a disposizione dal Fondo monetario internazionale (Fmi) e altri donatori nel quadro del programma di stabilizzazione e di riforma recentemente lanciato dalle autorità ucraine. L´assistenza mira a ridurre l´equilibrio dell´economia a breve termine dei pagamenti e delle vulnerabilità fiscali. Al di là di erogazione di oggi, i pagamenti successivi saranno subordinati all´attuazione di specifiche azioni di politica economica. Questi sono descritti in due memorandum d´intesa - che sono stati firmati dalla Commissione europea e le autorità ucraine, rispettivamente nel 2013 e nel 2014. La Farnesina, oltre a sostenere l´Ucraina nel soddisfare le sue esigenze immediate di finanziamento esterno, mira anche a sostenere le riforme economiche che sono state richieste dal popolo ucraino stessi. La condizionalità legata a questo programma si concentra sulla gestione delle finanze pubbliche e la lotta alla corruzione, il commercio e la fiscalità, il settore energetico (comprese le disposizioni per un aumento dei sussidi sociali per le famiglie più vulnerabili) e le riforme del settore finanziario.  
   
   
#UEVEROFALSO - ALLARME IMMIGRAZIONE: L´UNIONE EUROPEA LASCIA L´ITALIA DA SOLA. SARÀ VERO?  
 
Bruxelles, 18 giugno 2014 - Se con Unione europea ci si riferisce alla Commissione europea è certamente falso. La Commissione, infatti, ha offerto tutto il supporto finanziario e logistico previsto dalle competenze che gli Stati membri le hanno voluto conferire. Se invece la critica è rivolta a questi ultimi, possiamo affermare che si può certamente fare di più in termini di solidarietà. Le azioni a sostegno dell´Italia nell´ambito della politica di migrazione e asilo sono state numerose. Volendo considerare solo gli ultimi sei mesi – a decorrere cioè dal tragico incidente di Lampedusa del 3 ottobre 2013 costato la vita a 366 persone – la Commissione ha stanziato 30 milioni di euro destinati alle autorità italiane. Questi fondi mirano da un lato a incrementare la capacità ricettiva delle strutture di accoglienza e di assistenza sanitaria, e dall´altro a supportare le operazioni di sorveglianza e soccorso in mare (Mare Nostrum). Tuttavia la Commissione non si limita a reagire alle emergenze. Infatti nel periodo 2007-2013 l´Italia ha ricevuto dall´Ue 478 milioni di euro, una grossa fetta del totale dei fondi destinati all´immigrazione e all´asilo. A questi si aggiungono i fondi europei stanziati per il periodo 2014-2020: oltre 310 milioni di euro dal Fondo asilo, migrazione e integrazione (l´Italia sarà il secondo beneficiario) e più di 212 milioni di euro del Fondo per la sicurezza interna. All´impegno economico si aggiunge anche quello logistico: dalla fine dell´anno scorso ad oggi, Frontex (l´Agenzia europea per la gestione delle frontiere esterne) è stata gradualmente rafforzata e le regole sono state rese più efficaci (proprio il 13 maggio 2014 il Consiglio Ue ha approvato nuove regole per le operazioni di sorveglianza costiera coordinate dall´agenzia). Inoltre, da dicembre 2013 è operativo Eurosur (il Sistema europeo di sorveglianza delle frontiere), che rende più efficace lo scambio di informazioni e la cooperazione - sia all’interno degli Stati membri che tra di essi - e contribuisce a salvare vite umane in mare. Politica sull´immigrazione: si può fare di più - Negli ultimi anni è stato fatto tanto per gestire al meglio i flussi migratori, ma c´è ancora molto da fare per evitare che si verifichino ancora tragedie che costano la vita a tanti innocenti. Purtroppo, i tentativi di riforma proposti dalla Commissione hanno trovato più volte resistenze all´interno dei governi nazionali, che di fatto ne hanno bloccato l´iter di approvazione. Nonostante ciò, gli Stati membri hanno accettato il meccanismo di reinsediamento dei richiedenti asilo, uno strumento ideato dalla Commissione che permette il trasferimento dei rifugiati dai campi profughi verso uno degli Stai membri. La Commissione si è dichiarata pronta a sovvenzionare gli Stati con un importo di 6 mila euro per rifugiato accolto. Ma attualmente solo una minoranza di Stati membri ha usato questo strumento di solidarietà: nel 2012 per esempio, 4.500 persone sono state reinsediate nell’Ue da 11 Stati membri. Vi sono quindi 17 paesi che possono fare di più. Questi sforzi richiedono ingenti contributi economici, che i governi non sembrano disposti a offrire. Un esempio pratico? Negli ultimi 7 anni gli Stati membri hanno garantito a Frontex una copertura finanziaria pari a circa 80 milioni di euro, una cifra insufficiente se pensiamo ai compiti che l´Agenzia svolge e a quelli, ben più ampi, che tanti le richiedono. L´auspicio della Commissione Ue è che le norme europee vigenti vengano applicate e consolidate con la prospettiva di arrivare ad un´armonizzazione normativa, grazie alla quale la politica sull´immigrazione sarebbe davvero condivisa. Un obiettivo impossibile da raggiungere senza un impegno concreto e solidale da parte di tutti gli Stati membri.  
   
   
PER UN RINASCIMENTO INDUSTRIALE EUROPEO - ROMA, 20 GIUGNO  
 
Roma, 18 giugno 2014 - Venerdì 20 giugno il Vicepresidente della Commissione europea, responsabile per l´Industria e l´Impresa, Antonio Tajani interverrà all´evento "Per un rinascimento industriale europeo". Il convegno, organizzato dalla Commissione europea, ha lo scopo di riflettere sugli ultimi cinque anni di lavoro della Commissione a favore della reindustrializzazione, insieme agli attori che più hanno contribuito ad animare il dibattito sulla politica industriale europea. Per un rinascimento industriale europeo - Roma, 20 giugno Interverranno, tra gli altri, il Presidente di Confindustria Giorgio Squinzi e il Ministro per lo sviluppo economico Federica Guidi. L´evento si svolgerà a partire dalle ore 9.30 presso la sala Spazio Europa, Via Iv Novembre 149.  
   
   
PRESENTATO IL DPEF 2015. ZAIA: “PROGRAMMIAMO IL FUTURO IN UN PRESENTE TRA I PIÙ DIFFICILI NELLA STORIA DEL VENETO”  
 
Venezia, 18 giugno 2014 - E’ stato presentato ieri a Venezia, a Palazzo Balbi, sede della Giunta veneta, al Tavolo di Concertazione, il Documento di Programmazione Economica e Finanziaria (Dpef) 2015, il documento di indirizzo annuale per le attività di competenza della Regione, che descrive le azioni attraverso le quali si attuano le politiche dell’Ente, che individua gli obiettivi da raggiungere e costituisce il documento propedeutico alla redazione del bilancio di previsione per l’anno a venire. “Il rischio è che quello di oggi sia un rituale – ha detto il presidente, Luca Zaia – ma non è certo in discussione l’obiettivo di condividere con voi, con le parti sociali, il processo di definizione delle strategie regionali. Alla Regione spetta il compito di ‘dirigere l’orchestra’, cosa tutt’altro che facile a causa del momento congiunturale negativo, della scarsità di risorse, molte delle quali vincolate a spese di funzionamento ineludibili. Oggi, purtroppo, siamo costretti a governare con una parte ‘libera’ di bilancio che è un quarto rispetto a quella di cinque anni fa”. “Ma la difficoltà è data anche dal fatto che si stia scrivendo in questi giorni una delle pagine più buie nella storia della nostra regione – ha sottolineato il presidente – e mi riferisco all’inchiesta che riguarda amministratori, alti funzionari anche dello Stato e numerose istituzioni pubbliche. Se le accuse dovessero essere confermate, siamo in presenza di una ‘cupola’ che ha sottratto risorse preziose alla nostra comunità e non possiamo più permettere che questo accada. La comunità veneta ha una spina dorsale forte e sana e chi la rappresenta ha il dovere di valorizzare quanto di buono il Veneto esprime: per questo chiedo a tutte le associazioni di categoria di fare gioco di squadra e di isolare e sospendere chi si rende protagonista del malaffare”. “Il nostro impegno nella programmazione sarebbe inutile in una economia drogata dalla corruzione” ha aggiunto Zaia, che ha ribadito come i problemi non si risolvano aggiungendo ulteriore burocrazia a quella già esistente, ma anzi semplificando le procedure, rendendole più chiare e trasparenti. “Abbiamo cercato di fare una foto del Veneto di oggi e di quello che vorremmo diventasse in futuro – ha concluso Zaia –, partendo dai dati sull’economia, sull’occupazione, sulle prospettive di utilizzo delle risorse comunitarie. Un Dpef che tiene conto della priorità di dare lavoro ai giovani e di restituirlo ai veneti che l’hanno perduto, un documento che indica una strada di sviluppo e di possibile uscita dalla crisi. Il contesto entro il quale sono stati elaborati i contenuti del Dpef, parlano di un’economia veneta che nel 2013 ha registrato un -1,6% del Pil rispetto all’anno precedente (il dato nazionale è -1,9%), con un apporto positivo soltanto dalle vendite all’estero (le esportazioni venete registrano un incremento del 2,8%). I settori produttivi che soffrono maggiormente sono le costruzioni (-5,7%) e l’industria (-1,2%). Crescono i settori dei servizi alle imprese, alberghiero e della ristorazione: bene il turismo, in aumento la produzione agricola e l’esportazione dei prodotti agroalimentari. Il 2014 dovrebbe rappresentare l’anno della ripresa, riportando la crescita al +1% e per il 2015 si prevede un consolidamento pari al + 1,5%. Per quanto riguarda l’occupazione, il Veneto nel 2013 registra un tasso del 63,3%, migliore rispetto a quello nazionale (55,6%). I giovani sono i più colpiti dalla crisi, ma se la disoccupazione giovanile (15-24 anni) in Italia è arrivata al 40%, nel Veneto è del 25,3%, terza regione per i livelli di disoccupazione più bassi. Il Dpef 2015 esprime attenzione in particolare alla persona nei diversi contesti lavorativi, sociali, ricreativi; alla qualità dei servizi, a partire dalla sanità, dal sociale, dalla scuola; al contesto economico e produttivo accompagnando e sostenendo le imprese agevolandone l’accesso al credito e incentivando processi di innovazione; all’occupazione, individuando strumenti che facilitino l’ingresso dei giovani nel mercato del lavoro, senza lasciare indietro chi è a rischio di espulsione dallo stesso. Nel documento, inoltre, la cultura è definita elemento identitario per eccellenza, ma anche strumento di sviluppo; si fa riferimento al territorio e all’ambiente in termini di difesa e valorizzazione delle risorse naturali, ambientali e paesaggistiche del Veneto, ma anche dell’agricoltura, delle zone rurali e dei prodotti tipici. Sono presenti i temi dell’agenda digitale, della promozione del ruolo e dell’immagine del Veneto in un contesto europeo ed internazionale, ma anche del contenimento dei costi della macchina amministrativa attraverso processi di semplificazione e di razionalizzazione.  
   
   
LA GIUNTA VENETA ADOTTA IL POR FESR 2014-2020. CIAMBETTI. “UNA PROGRAMMAZIONE CHE VALE QUASI 600 MILIONI DI EURO”  
 
Venezia, 17 giugno 2014 - La Giunta regionale del Veneto, su relazione dell’assessore al bilancio e ai fondi comunitari, Roberto Ciambetti, ha approvato oggi la proposta di “Por - Fesr 2014-2020”. Il documento, presentato ieri al Tavolo di Partenariato, sarà ora sottoposto all’attenzione del Consiglio Regionale per l’approvazione di competenza, dopo il passaggio in Commissione speciale per le relazioni internazionali e rapporti comunitari. Entro il 21 luglio il Por dovrà essere inviato alla Commissione Europea, che avrà sei mesi di tempo per valutarlo. La proposta individua la dotazione degli assi prioritari in cui verranno divise le risorse totali: quasi 600 milioni di euro, aumentati rispetto ai 450 milioni della programmazione 2007-2013. Le risorse sono allocate su sette Assi prioritari. Quello con maggior dotazione finanziaria è il 3, “Competitività delle Pmi”, con oltre 160 milioni di euro, di cui 50 destinati al turismo. A seguire, l’Asse 1, “Ricerca, Sviluppo tecnologico e innovazione”, che ha una dotazione superiore ai 103 milioni di euro. All’attuazione dell’ “Agenda digitale” veneta (Asse 2) sono destinati 68 milioni, mentre alla transizione verso un’economia sostenibile e all’efficienza energetica (Asse 4) oltre 94 milioni; agli interventi per la messa in sicurezza rispetto al rischio sismico e idraulico (Asse 5) sono assegnati circa 46 milioni di euro. A questi Assi si aggiunge quello dello “Sviluppo Urbano Sostenibile” (Sus), che comprende interventi diversificati per lo sviluppo delle aree urbane, dalla mobilità sostenibile alla salvaguardia delle attività commerciali, dal potenziamento dei servizi di e-government per cittadini e imprese alla valorizzazione del patrimonio pubblico per la residenzialità e gli alloggi, soprattutto per le famiglie. A questo asse sono riservati circa più di 86 milioni di euro. Infine, all’Asse “Capacità amministrativa e istituzionale” sono destinati oltre 14 milioni di euro. Questa la tabella contenente il quadro finanziario generale riferito alla proposta approvata oggi dalla Giunta veneta:
Asse Titolo Allocazione Finanziaria in Euro Allocazione Finanziaria in %
1 Ricerca, Sviluppo Tecnologico E Innovazione 103.479.552 18
2 Agenda Digitale 68.986.368 12
3 Competitività Dei Sistemi Produttivi 160.968.192 28
4 Energia Sostenibile E Qualità Della Vita 94.856.256 16,5
5 Rischio Sismico E Idraulico 45.990.912 8
6 Sviluppo Urbano Sostenibile (Sus) 86.232.960 15
7 Capacita’ Amministrativa E Istituzionale (Ot 11) 14.372.160 2,5
Totale (al netto Assistenza Tecnica) 574.886.400 100
Assistenza Tecnica 23.953.600 4
Totale Por Fesr 2014 - 2020 598.840.000
 
   
   
MARONI: NOI MODELLO DI BUONA PRATICA DA ESPORTARE  
 
Cernobbio/co, 18 giugno 2014 - "La Pubblica amministrazione italiana non è un soggetto unico, che ha comportamenti identici in tutte le Regioni, non è così, perché ci sono differenze straordinariamente rilevanti: per esempio, qui, in Lombardia, nel 2013, la media dei tempi di pagamento della Regione ai suoi fornitori era di 30 giorni, mentre nel primo quadrimestre del 2014 siamo scesi a 17 giorni. Perché noi lo facciamo e le altre Regioni no? E´ una questione di finanziamenti? Bene, se diciamo che questa è una priorità, allora basta mettere le risorse lì e non altrove". Lo ha spiegato il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, nel corso del suo intervento davanti l´assemblea di Confindustria Como a Villa Erba a Cernobbio (Como). Governo Individui Buone Prassi - "La Lombardia - ha proseguito Roberto Maroni - è una Regione di 10 milioni di abitanti, eppure la Regione ha solo 3000 dipendenti, per fare tutto, dalla sanità alle infrastrutture, mentre, per esempio, la Regione Sicilia ha la metà degli abitanti e circa 30.000 dipendenti, ma non mi pare che i servizi in Sicilia siano migliori di quelli in Lombardia. Ci sono dei modelli e delle buone prassi anche qui in Italia nella Pubblica amministrazione, come qui in Lombardia, e il Governo deve avere il coraggio di individuare queste buone prassi e imporle alle altre realtà. Come è accaduto, per esempio, con il meccanismo dei costi standard della sanità che noi Regioni del Nord siamo riusciti a imporre ad altre Regioni lo scorso anno. Con l´applicazione di questo criterio soltanto per gli ultimi due mesi del 2013 la Lombardia ha avuto un vantaggio di 54 milioni di euro, soltanto grazie al fatto che abbiamo i conti a posto, soldi che noi abbiamo reinvestito nella sanità, abbassando la pressione fiscale e cancellando il ticket a 800.000 anziani lombardi. Ecco, questo è un modello di buona pratica da esportare e bisogna avere il coraggio di diffondere le buone pratiche che ci sono nella pubblica amministrazione, il Governo deve avere questo coraggio e imporre anche altrove queste buone pratiche, anche se al Sud, per esempio, ci saranno delle resistenze". Ingiusto Avere Residuo Fiscale Di 75 Mld - "La Lombardia - ha spiegato il presidente - ha un residuo fiscale, cioè la differenza di quanto i Lombardi pagano di tasse e di quanto ricevono complessivamente dallo Stato, di 75 miliardi di euro e questo non è giusto. Vorrei avere qui, in Lombardia, lo statuto della Regione Sicilia, che prevede che tutte le tasse pagate dai Siciliani restino in Sicilia: se avessimo questo Statuto della Sicilia qui in Lombardia, avremmo risolto tutti i nostri problemi. Per questo voglio fare un referendum, per chiedere ai cittadini lombardi se vogliono o meno che anche la Lombardia diventi una Regione a Statuto speciale come la Sicilia". Completeremo Infrastrutture - "Qui in Lombardia le infrastrutture si stanno facendo con un sistema nuovo - ha illustrato Maroni -, un partenariato pubblico-privato. Il 23 luglio, in anticipo rispetto ai cronoprogrammi, metteremo in esercizio la Brebemi e l´arco Teem; entro l´Expo metteremo in esercizio tutta la Teem; entro fine 2014 metteremo in esercizio il primo tratto Pedemontana, con la tangenziale di Como e quella di Varese". Premiata La ´Novità´ Brebemi - "La novità è che la Brebemi - ha rimarcato il numero uno di Palazzo Lombardia - è stata fatta con un project financing di aziende private, senza soldi pubblici, ed è stata premiata in Europa come il miglior progetto europeo di project financing per le infrastrutture. Qui, in Lombardia, stiamo facendo le infrastrutture e le completeremo, qui c´è un impegno forte dei territori, delle Istituzioni, della Regione e delle imprese, per concludere le infrastrutture che abbiamo messo in campo nei tempi previsti". Serve Modifica Patto Di Stabilità Per Investimenti Pubblici - "Per le risorse per le infrastrutture - ha conlcuso il presidente - servirebbe una modifica del Patto di stabilità interno, quello che Renzi, da sindaco di Firenze, definì il ´Patto di stupidità´. La Lombardia ha 1500 sindaci, che, nel 2012, hanno risparmiato 8 miliardi e mezzo, soldi che i sindaci e nelle loro casse e non possono spendere, questi soldi non verrebbero utilizzati in spesa corrente, ma in investimenti pubblici: pensate che volano sarebbe. Questa è una richiesta che ho fatto al presidente Renzi, ma non ha risposto finora".  
   
   
IMMIGRAZIONE. GOVERNO ANNULLA INCONTRO, REGIONE LOMBARDIA: INCREDIBILE  
 
 Roma, 18 giugno 2014 - "Si tratta davvero di una scelta incredibile da parte del Governo. Sembra che gli innumerevoli sbarchi a cui stiamo assistendo non rappresentino un´emergenza sufficientemente prioritaria". Lo dicono gli assessori regionali Simona Bordonali (Sicurezza, Protezione civile e Immigrazione) e Massimo Garavaglia, (Economia, Crescita e Semplificazione), dopo che, con una comunicazione avvenuta a poche ore dall´incontro, il Governo ha deciso di annullare una riunione sul tema dell´emergenza migratoria, a cui avrebbero dovuto partecipare i rappresentanti dell´Esecutivo e delle Regioni Lombardia, Liguria e Sicilia, per cercare una soluzione condivisa. Governo Non Pensa A Problema Profughi - "A Milano - spiegano i due rappresentanti della Giunta lombarda - decine di persone vivono in Stazione centrale ormai da settimane, i Comuni lombardi sono costretti, pur senza strutture né risorse adeguate, a ospitare migliaia di presunti profughi, con imposizioni che arrivano nottetempo dalle Prefetture, e i costi aggiuntivi per le casse dello Stato stanno lievitando a dismisura. Secondo le ultime stime del Ministero l´emergenza immigrazione ci costerà addirittura 120 milioni di euro nel 2014 e 208 milioni negli anni 2015 e 2016. Evidentemente il Governo ha ben altri pensieri e intende continuare a non affrontare questo dramma sociale". Scelte Imposte Da Roma - "La situazione - dicono ancora Bordonali e Garavaglia - si protrae ormai da mesi, ma fino a questo momento, da Roma si è deciso di imporre delle scelte senza confrontarsi con Regioni e gli Enti locali, realtà che si trovano poi costrette a sostenere i costi sociali del fenomeno. Ora la misura è colma e crediamo che non si possa attendere altro tempo". "È necessario - concludono i due esponenti regionali - sospendere l´operazione ´Mare Nostrum´ e riprendere le politiche già attuate dall´ex ministro Maroni: accordi bilaterali per non far partire i barconi della disperazione ed espulsione immediata per i clandestini".  
   
   
MARONI: BENE CHE SI PARLI DI TERMINARE ´MARE NOSTRUM´  
 
Cernobbio/co, 18 giugno 2014 - "E´ un bene che il ministro degli Interni ieri abbia detto che bisogna porre un termine all´operazione ´Mare nostrum´, è un bene che il ministro Alfano abbia preso atto del fallimento di questa operazione. Il termine dell´operazione ´Mare nostrum´ è una cosa che abbiamo chiesto da tempo. In questi giorni c´è in discussione a Roma la proposta del Governo di un piano di distribuzione dei profughi nelle Regioni: noi, come Regione Lombardia, siamo giù a Roma come voce critica, perché non accettiamo imposizioni o trasferimenti senza essere stati minimamente coinvolti". Lo ha spiegato il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, incontrando i giornalisti al suo arrivo a Villa Erba, a Cernobbio (Como), per l´assemblea di Confindustria Como.  
   
   
LA GIUNTA APPROVA IL PROGRAMMA REGIONALE OPERATIVO DEI FONDI EUROPEI: OLTRE 1 MILIARDO DI RISORSE PER LE MARCHE.  
 
Ancona, 18 giugno 2014 - La giunta regionale ha approvato il programma regionale operativo per il Fondo europeo di sviluppo regionale, per il Fondo sociale europeo e il Programma di sviluppo rurale. Le risorse per le Marche in totale ammontano ad oltre un miliardo di euro. Grazie alle ottime performance nell’utilizzo delle risorse ottenute nel periodo 2007/2013 pari a 100%, la Regione per il periodo di programmazione 2014/2020 ha ottenuto un incremento del +10% dei fondi rispetto alla programmazione passata. “La giunta ha lavorato in modo integrato e con un’unica strategia su cui ha indirizzato i tre assi di finanziamento – ha affermato il presidente della Regione Gian Mario Spacca –. Il tema fondamentale è la competitività, declinata con l’innovazione e l’imprenditorialità attraverso la ricerca, e l’internazionalizzazione a sostegno del sistema di pmi che caratterizza il nostro tessuto imprenditoriale. Obiettivo prioritario di questa Regione è infatti difendere in modo attivo l’economia reale e quindi la manifattura. Una visione che richiama la funzione delle risorse umane, per migliorare le performance e la competitività e per non disperdere le conoscenze soprattutto degli anziani, in coerenza con i progetti relativi alla longevità attiva. Altra priorità, l’aggregazione tra imprese e tra soggetti che operano nei mercati, da realizzare attraverso la costruzione di filiere per superare il limite dimensionale. L’attenzione al mercato però non si concentra solo sulla produzione, ma anche sull’interpretazione delle strategie di marketing e nelle piattaforme logistiche che garantiscono una presenza internazionale alle imprese marchigiane. Un importante capitolo è poi dedicato alle criticità dell’equilibrio idrogeologico e alla difesa delle coste dall’erosione. Infine – ha detto ancora Spacca - le procedure per l’utilizzo delle risorse saranno semplificate in ogni settore e questo elemento ci accompagnerà per tutta la nuova stagione delle politiche europee. Tutte queste iniziative si incroceranno con quelle relative al piano d’azione della Macroregione Adriatico Ionica in un’unica visione strategica d’insieme”. “Il Por – ha aggiunto l’assessore alle Politiche Comunitarie Paola Giorgi – è il frutto delle consultazioni con le categorie, le parti sociali ed il territorio che ci hanno fornito suggerimenti e impulsi in coerenza con gli obiettivi posti dalla strategia Europa 2020 per le regioni più sviluppate d’Europa, gruppo di cui le Marche fanno parte. Tra gli aspetti qualificanti, gli interventi integrati per le aree interne (basso pesarese, maceratese, ascolano e fermano) e per le aree urbane (waterfront ad Ancona, riqualificazione area exSgl Carbon ad Ascoli) e il tema trasversale dell’agenda digitale”. “Grazie alle strategie messe in campo siamo stati premiati come la Regione più industrializzata d’Italia e tra le prime in Europa – ha commentato l’assessore alle Attività produttive e all’Innovazione Sara Giannini – Vogliamo continuare su questo percorso puntando sull’innovazione (domotica, meccatronica, manifattura sostenibile, salute e benessere, Itc) e sulla semplificazione amministrativa, per cui sono stati predisposte delle azioni specifiche. Leghiamo a questa strategia quella del credito che riguarda il sostegno all’azione dei Confidi, strumento straordinario per favorire accesso al credito da parte delle piccole e medie imprese”. “Per quanto riguarda il Fes – ha sottolineato l’assessore al Lavoro Marco Luchetti – i campi principali di intervento sono l’occupazione e il capitale umano. Vogliamo dare strumenti utili per la riqualificazione dei lavoratori disoccupati e per il loro miglioramento qualitativo in funzione della competitività di tutti i settori produttivi e dei servizi. Riteniamo altrettanto importante poi innovare i processi di istruzione a partire dalle scuole elementari. Puntiamo sui giovani (che possono usufruire anche del progetto Garanzia Giovani) con i prestiti d’onore e il sostegno alle nuove start up senza però dimenticare un settore fondamentale per la coesione della comunità, i servizi sociali”. “Il Programma di sviluppo rurale – ha concluso l’assessore all’Agricoltura Maura Malaspina – con questa nuova programmazione rafforza l’attenzione al sostegno dell’inclusione sociale, allo sviluppo economico delle aree rurali, allo sviluppo tecnologico, alla ricerca, all’innovazione, incoraggia tutte le forme di aggregazione di imprese e sostiene lo start up di nuove attività con un occhio di riguardo alle giovani generazioni che vogliono crescere in questo settore”. Fondo Europeo Sviluppo Regionale Sei gli obiettivi principali in base ai quali viene effettuata la ripartizione dei 337,4 Meuro: - Ricerca sviluppo e innovazione - Agenda digitale - Competitività dei sistemi produttivi - Energia sostenibile e qualità della vita - Clima e rischi - Tutela dell’ambiente e valorizzazione La ripartizione per le Marche viene effettuata dall’Ue in base allo schema previsto per le Regioni più sviluppate d’Europa. Fondo Sociale Europeo Le priorità di investimento dei 288 Meuro previsti per il periodo 2014/20, in base ai criteri dell’Unione Europea: - Accesso all’occupazione - Giovani - Creazione di impresa - Adattamento dei lavoratori e delle imprese - Invecchiamento attivo e in buona salute - Istituzioni del mercato del lavoro - Inclusione attiva - Accesso ai servizi - Abbandono scolastico - Miglioramento accesso formazione permanente - Capacità istituzionale Durante tutta la programmazione Fse 2007/13, la Regione Marche si è collocata ai primi posti in Italia per capacità di impegno e spesa delle risorse comunitarie. Piano Sviluppo Rurale Per il Piano di Sviluppo Rurale nelle Marche è prevista una dotazione di risorse pari a circa 400 Meuro. Grazie alle ottime performance, le Marche hanno ottenuto 55 milioni di euro in più, portando la quota a 538 milioni di euro. Al centro dell’attenzione: - l’accesso al credito - la semplificazione burocratica - le facilitazioni per l’ingresso dei giovani - le filiere - gli accordi d’area per la tutela idrogeologica - l’agricoltura biologica - l’informazione e la formazione per gli operatori.  
   
   
CALABRIA: LA CONSIGLIERA DI PARITÀ CHIEDE AL GOVERNO NAZIONALE LA PROMOZIONE DELL’COSTITUZIONALITÀ DELLA RIFORMA DELLA LEGGE ELETTORALE REGIONALE  
 
Catanzaro, 18 giugno 2014 - La consigliera regionale di Parità Stella Ciarletta ha scritto al presidente del Consiglio dei ministri Matteo Renzi e alla ministra per gli affari regionali Maria Carmela Lanzetta per richiedere le promozione della questione di costituzionalità della riforma della legge elettorale regionale per la mancata introduzione della doppia preferenza di genere. La riforma elettorale, l.R n.8/2014. “modifiche ed integrazioni alla legge regionale 07 febbraio 2005, n.1 (Norme per l´elezione del Presidente della Giunta regionale e del Consiglio Regionale)”, è stata pubblicata sul Burc il 9 giugno scorso. “Come è noto – ricorda Stella Ciarletta - il Consiglio Regionale, nella seduta del 3 giugno, non ha accolto l´emendamento che prevedeva, tra l´altro, l´introduzione della doppia preferenza di genere oltre che la presenza di almeno un terzo di candidate donne e l´alternanza dei candidati in lista. Pertanto – rimarca la consigliera di parità -la legge elettorale così come approvata, viola non solo dello Statuto della Regione Calabria, dal quale emerge il dovere di promuovere condizioni di parità tra i sessi nell’accesso alla carica di consigliere regionale, ma anche degli artt. 51, 117, 3 della Costituzione. La consigliera regionale Ciarletta entra poi nel dettaglio della questione e spiega: “L’art. 51 della Costituzione, è stato modificato con la legge costituzionale n.1 del 30 maggio 2003 che, all’art.1, ha aggiunto un periodo al vigente articolo 51, primo comma. La norma, nel testo modificato ed attualmente vigente dispone che ‘Tutti i cittadini dell’uno o dell’altro sesso possono accedere agli uffici pubblici e alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza, secondo i requisiti stabiliti dalla legge. A tale fine la Repubblica promuove con appositi provvedimenti le pari opportunità tra donne uomini’. A sua volta, l’art.117 della Costituzione, nel suo testo introdotto dalla legge costituzionale n.3 del 18 ottobre 2001, al settimo comma, stabilisce che le leggi regionali rimuovono ogni ostacolo che impedisce la piena parità degli uomini e delle donne nella vita sociale, culturale ed economica e promuovono la parità di accesso tra uomini e donne alle cariche elettive. I principi fondamentali della parità dei cittadini – evidenzia ancora la consigliera regionale di parità - a prescindere dal sesso sono contenuti nell’articolo 3 della Costituzione, che, come è noto, stabilisce al primo comma che tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, razza, lingua, religione, opinioni politiche e condizioni personali e sociali e che al secondo comma dispone che è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese. Occorre sottolineare come lo Statuto della Calabria sia espressione del principio costituzionale che si è fatto strada a seguito delle incalzanti iniziative di riforma. Ancora va tenuto presente che il percorso per giungere all’obbiettivo di una concreta parità tra i due sessi è giunto in sede nazionale alla approvazione della legge n.215 del 23 novembre 2012 che, con riferimento all’accesso alle cariche elettive e agli organi esecutivi dei comuni e delle province, ha stabilito che, nelle liste dei candidati, nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura superiore ai due terzi, ma anche che, ciascun elettore può esprimere, sotto le righe stampate sotto il medesimo contrassegno, uno o due voti di preferenza, scrivendo il cognome di non più di due candidati compresi nella lista da lui votata. Nel caso di espressione di due preferenze, esse debbono riguardare candidati di sesso diverso della stessa lista, pena l’annullamento della seconda preferenza. La detta legge ha inoltre, all’art.3, modificato la legge 2 luglio 2004 n.165, di attuazione dell’art.122 Cost., in materia di elezioni dei consigli regionali introducendo, al comma 1 dell’art.4, la lettera c-bis) che ha posto, quale principio fondamentale per la legislazione elettorale delle regioni, quello della promozione della parità tra uomini e donne nell’accesso alle cariche elettive attraverso la predisposizione di misure che permettano di incentivare l’accesso del genere sottorappresentato alle cariche elettive. Alla luce di queste argomentazioni l´Ufficio della Consigliera Regionale di Parità ha ritenuto che gli artt. 1, comma 6, e art.2, comma 2, della legge elettorale della n.5 del 2010 nonché la legge regionale 06 giugno 2014 n.8 “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 07 febbraio 2005, n.1” , vadano censurati per illegittimità costituzionale in riferimento agli articoli 51, 117, 3 della Costituzione ed agli articoli 2 e 38 dello Statuto della Regione Calabria”. “Ad oggi – sottolinea ancora Stella Ciarletta - la Calabria è sprovvista di strumenti legislativi volti concretamente a promuovere la parità dei generi nell’accesso alle cariche elettive. La legge elettorale della Regione, in contrasto con le norme costituzionali citate, non promuove la concreta parità, né questa è assicurata dal vincolo, nella presentazione delle liste circoscrizionali, della presenza di candidati di entrambi i sessi. Occorre difatti che le tecniche prescelte per favorire il riequilibrio di genere nella rappresentanza politica siano effettivamente volte a promuovere la parità di accesso, fine questo non assicurato dalla norma della legge elettorale censurata che costituisce per un sesso una presenza del tutto aleatoria rispetto alla percentuale attribuita all’altro sesso. Solo attraverso l’introduzione di tecniche effettivamente volte alla rimozione degli ostacoli alla piena parità – rileva infine Stella Ciarletta -, la legge elettorale sarebbe stata conforme alla Costituzione ed allo Statuto, ma ciò non è accaduto, prevedendo la norma censurata, come detto, solo una minoritaria percentuale di candidati in ciascuna lista circoscrizionale costituita da un genere”.  
   
   
CITTÀ METROPOLITANA, PROVINCIA E CITTÀ DI TORINO INCONTRANO I SINDACI DEL TERRITORIO MARTEDÌ 15 LUGLIO  
 
Torino, 18 giugno 2014 - Martedì 15 luglio, i 314 sindaci del torinese avvieranno il confronto con la Provincia e la Città di Torino sulla costituzione della Città metropolitana. "Un passaggio indispensabile perchè sappiamo bene come il vasto territorio abbia la necessità di sentirsi rappresentato e coinvolto in questa scommessa che è la costruzione della Città metropolitana" spiegano il sindaco di Torino Piero Fassino ed il vicepresidente della Provincia di Torino Alberto Avetta che questa mattina si sono incontrati a palazzo Cisterna per condividere le modalità di avvio del nuovo Ente. Insieme ad Avetta, ieri mattina hanno incontrato il sindaco Fassino e l´assessore comunale Claudio Lubatti a palazzo Cisterna tutti gli assessori provinciali ed il presidente del Consiglio provinciale Sergio Bisacca. L´incontro del 15 luglio sarà convocato (h.9.30) nell´auditorium della sede della Provincia di Torino in corso Inghilterra 7.  
   
   
AUTONOMIE FVG: SERRACCHIANI, CENTRALITÀ DI TOLMEZZO IN POLITICHE MONTAGNA  
 
Trieste, 18 giugno 2014 - Situazione del Tribunale; riutilizzo dell´area della caserma Cantore, che verrà dismessa; impiego dei fondi comunitari; ruolo dell´ospedale, che deve operare in rete e in sinergia con gli altri nosocomi del territorio. Sono questi i principali temi affrontati questo pomeriggio a Tolmezzo tra la presidente del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, e la nuova amministrazione municipale, guidata dal sindaco Francesco Brollo. "In un´ottica di nuova centralità di Tolmezzo nelle politiche della montagna, la Regione intende accompagnane una nuova vocazione territoriale e il possibile incremento delle attività industriali. Siamo a disposizione per una forte collaborazione con la nuova giunta comunale", ha commentato la presidente, definendo "molto positivo " il confronto di oggi, avuto anche nella veste di assessore alla Montagna, nel corso del quale, ha detto "abbiamo messo i ferri in acqua rispetto a temi fondamentali, alcuni già affrontati con la precedente amministrazione, altri nuovi". In particolare sul tema del Tribunale, evidenziate le iniziative fatte e quelle previste, Serracchiani non ha nascosto che si tratta di una situazione piuttosto complicata. Sulla vicenda il sindaco ha in ogni caso annunciato una prossima missione nella capitale, per capire se e come si possa riaprire il discorso con il Ministero, "senza illusioni e con l´impegno di non promettere niente, ma convinti di provare a resistere e cercare delle soluzioni". Nel corso dell´incontro la presidente ha anche ricordato la recente approvazione da parte della Giunta regionale dei regolamenti relativi al Fondo per lo Sviluppo e la Coesione (Fsc), mettendo così a "disposizione del territorio montano quasi 20 mln di euro, in parte destinati all´ammodernamento delle attività alberghiere e ad investimenti nelle attività produttive, in parte alla manutenzione dei sentieri forestali, importanti per la filiera del legno". La presidente ha anche sollecitato le amministrazioni locali montane ad una progettazione congiunta, che consenta di utilizzare una quota delle risorse per progetti di potenziamento della pubblica illuminazione, comprensivi della creazione di punti wi fi per la connessione a internet. Soddisfazione per gli esiti dell´incontro è stata espressa anche da parte del primo cittadino, che ha parlato di una presenza che "testimonia l´attenzione della presidente e della Regione per Tolmezzo. Abbiamo esposto i contenuti della prossima azione amministrativa, volta ad una proiezione della città sulla Carnia, per cercare di fare rete. Un percorso che la presidente ha dimostrato di apprezzare e sostenere, nel quadro delle nuove politiche per la montagna".  
   
   
SARDEGNA, NUOVI TRASFERIMENTI AGLI ENTI LOCALI. LA GIUNTA: "PRIORITARI I TRASFERIMENTI FINANZIARI AI COMUNI"  
 
 Cagliari, 18 Giugno 2014 - Ieri si è riunita nella sede della Regione la Conferenza permanente Regione-enti Locali che ha affrontato i temi sui quali si era creata una divisione nell’assemblea che si era tenuta nell’aula del Consiglio. Ieri è stato trovato un accordo sia sul contenuto che sul metodo. Per la Giunta regionale erano presenti all’incontro il presidente Francesco Pigliaru e gli assessori agli Enti Locali Cristiano Erriu, alla Programmazione Raffaele Paci e agli Affari generali Gianmario Demuro. Primo punto all’ordine del giorno i trasferimenti dalla Regione agli Enti Locali. Del Fondo unico destinato a questi trasferimenti, che ammonta a circa 490 milioni di euro, la Regione ha finora trasferito ai comuni solo il 40% per le difficoltà imposte dal patto di stabilità, sul cui tetto per il 2014 è nelle fasi finali la trattativa con il governo. Mentre per il 2015, quando la Sardegna non avrà più il vincolo del patto di stabilità ma solo quello del pareggio di bilancio, non ci saranno problemi, per quest’anno la Regione deve ancora rispettare quel tetto di spesa, ma si è impegnata a trasferire immediatamente un altro 20%. Per il rimanente 40% sarà necessario attendere la conclusione, ormai imminente, della trattativa con il governo. La Regione, hanno sostenuto gli assessori presenti, considera prioritari i finanziamenti destinati agli enti locali perché servono ad attivare servizi per i cittadini e sono destinati soprattutto al sostegno per i più deboli. Quindi con le nuove possibilità di spesa sarà garantita la copertura del fondo unico al cento per cento. L’altro tema all’ordine del giorno era quello delle riforme. Anche su questo c’è stato pieno accordo, a partire dalla necessità che la Regione tenga conto della riforma Delrio, fino al passaggio di competenze dallo Stato alla Regione sulla gestione di tutta la finanza locale. La Giunta ha ribadito che coinvolgerà tutte le associazioni degli Enti Locali nel processo di riforma a cui la Giunta sta lavorando.  
   
   
BASILICATA: IL 19 GIUGNO CONVEGNO SU CENTRALE DI COMMITTENZA PER I COMUNI  
 
Potenza, 18 giugno 2014 - Dal prossimo 30 giugno per tutti i Comuni non capoluogo sarà obbligatorio l’espletamento delle procedure di gara attraverso una Centrale di Committenza. E’ sottolineato in una nota dell’Asmel Basilicata che annuncia il Convegno di presentazione della Centrale e dei servizi di committenza Asmecomm promosso da Asmel per il prossimo 19 giugno 2014 alle ore 9,30 presso la Sala del Consiglio regionale della Basilicata. La previsione del Dl 66/2014, in via di conversione alla Camera, non subirà nessun rallentamento. A chiarire la volontà del Governo ad accelerare nella riorganizzazione del settore degli appalti pubblici è lo stesso sotto-segretario Riccardo Nencini: “Obiettivo del Governo – dice Nencini - è la semplificazione del Codice degli Appalti con il recepimento delle nuove Direttive Europee che puntano molto sulla centralizzazione della committenza e sullo sviluppo della modalità telematica di espletamento delle procedure di gara”. Ad oggi l’Associazione Asmel, vanta oltre 1860 Enti aderenti in tutta Italia, presenti in 12 regioni, con centinaia di procedure di gara già espletate attraverso la piattaforma Asmecomm.  
   
   
INCONTRO INFORMATIVO A REGGIO CALABRIA SUL PROGETTO WORK TRAINING CHE MIRA AD INSERIRE 500 SOGGETTI DISOCCUPATI E INOCCUPATI.  
 
Catanzaro, 18 giugno 2014 - L’assessore alle attività produttive Demetrio Arena ha presieduto un incontro informativo dedicato al progetto pilota “Work Training -inserimento e reinserimento lavorativo di soggetti disoccupati e inoccupati – Avviso Pubblico Tirocini”. L’iniziativa si è tenuta a Reggio Calabria presso l’aula “Levato” di palazzo Campanella. Al tavolo dei lavori, per rispondere ai quesiti tecnici posti dagli esponenti delle varie categorie intervenute, anche i rappresentanti dell’Azienda Calabria lavoro, ente attuatore. Il progetto della Regione era stato presentato in conferenza stampa lo scorso 31 marzo dal Presidente Giuseppe Scopelliti, dall’Assessore al Lavoro Nazzareno Salerno e dal Commissario dell’azienda Calabria Lavoro Pasquale Melissari. L’obiettivo è quello di favorire l´inserimento e il reinserimento lavorativo di soggetti disoccupati e inoccupati, con priorità ai giovani, nel mercato del lavoro. I soggetti coinvolti nei tirocini sono 500 disoccupati e inoccupati residenti nella provincia di Reggio Calabria, con priorità ai giovani da 15 a 25 anni (a cui è stato riservato il 50% delle risorse finanziarie disponibili). I soggetti pubblici e privati che possono ospitare i tirocini possono essere: Pubblica Amministrazione, imprese, enti pubblici, studi professionali, fondazioni e associazioni, anche senza dipendenti, con sede operativa nella provincia di Reggio Calabria. I 500 tirocinanti percepiranno 500 euro al mese per 12 mesi. Ad oggi sono circa 5000 le domande presentante e 600 i soggetti disponibili ad ospitare i tirocinanti. C’è tempo sino alle 12 del 19 giugno per la presentazione delle domande. "Vogliamo riavvicinare domanda ed offerta di lavoro – ha evidenziato l’assessore Arena. L´iniziativa ha avuto successo, così come ci aspettavamo, segno di scelte lungimiranti e concrete. Lo abbiamo constatato anche grazie al numero di domande presentate”.  
   
   
PUGLIA, CONCORSO FUNZIONARI "D": PROSEGUONO PROVE PRESELETTIVE PER AMMINISTRATIVI  
 
Bari, 18 giugno 2014 - Iniziate regolarmente il 16 giugno le prove preselettive per i candidati al profilo “amministrativo” (Ag8) del concorso Ripam Puglia, che proseguiranno fino a venerdì 20 giugno. In palio ci sono complessivamente 200 posti da funzionario a tempo indeterminato (130 “amministrativi” e 70 “tecnici”) presso la Regione Puglia. Alla sessione di ieri ha partecipato il 47,51% degli iscritti (1.420 candidati presenti su 2.989 iscritti): 901 erano donne (63,45%), 519 uomini (36,55%). L’età media dei candidati presenti è di 33,5 anni, il candidato più giovane ha 23 anni, il più anziano 58. Cinque candidati hanno ottenuto il punteggio massimo (110/110). La media dei punteggi ottenuti da tutti i candidati è pari a 66,20. Gli esiti provvisori delle prove preselettive Ag8 di ieri sono affissi presso i locali del Padiglione Nuovo della Fiera del Levante di Bari. Tutte le fasi concorsuali, compresa l’estrazione dei test e la correzione degli elaborati, sono trasmesse in diretta streaming al link www.Streaming.formez.it. Con l´hashtag #ripampuglia sono disponibili su Twitter gli aggiornamenti sul concorso. I dati della diretta streaming: (dati aggiornati alle 21.30 del 16 giugno) la terza giornata di prove preselettive è stata seguita da 10mila spettatori, con un picco di 650 utenti contemporanei alle ore 20.00 quando erano in corso le operazioni di correzione degli elaborati. Oltre che dall’Italia, la diretta streaming è stata seguita anche dagli Stati Uniti, dalla Francia, dal Belgio e dalla Turchia. Il sito www.Streaming.formez.it  ha registrato 130 mila visualizzazioni di pagina, con un tempo medio di permanenza di 23 minuti.  
   
   
LOMBARDIA: NO AMMORTIZZATORI SOCIALI PER UNDER 29  
 
Milano, 18 giugno 2014 -"Finché avrò la delega al Lavoro, escludo l´utilizzo degli ammortizzatori sociali per i giovani. Se siamo impegnati nelle politiche attive, dobbiamo e vogliamo farlo fino in fondo". Lo ha detto Valentina Aprea, assessore regionale all´Istruzione, Formazione e Lavoro, intervenendo al convegno organizzato all´auditorium ´Testori´ di Palazzo Lombardia e intitolato ´La sfida di Garanzia Giovani per l´occupazione: il ruolo degli accreditati ai servizi al Lavoro´. L´assessore Aprea ha confermato che Regione Lombardia prosegue e intensifica le azioni coordinate, per offrire un´esperienza di lavoro agli studenti, diplomati, laureati, ai Neet (ragazzi che non studiano e non lavorano), agli inoccupati e disoccupati. Avviati Al Lavoro Quasi 8.000 Giovani - "´Garanzia Giovani´ - ha spiegato l´assessore Aprea - si rivolge a chi ha tra i 15 e i 29 anni. In Lombardia, dove di fatto abbiamo anticipato queste misure con l´attivazione della ´Dote Unica Lavoro´, abbiamo avviato al lavoro 7.595 giovani. Le modalità operative scelte sono quelle della Dul: l´erogazione dei fondi a istituti scolastici, università ed enti accreditati viene corrisposta solo a inserimento lavorativo avvenuto". Importante Registrarsi Al Portale ´Garanzia Giovani´ - "Adesso - ha detto, rivolgendosi agli operatori degli enti accreditati - è importante che i ragazzi siano invitati a registrarsi sul portale www.Garanziagiovani.regione.lombardia.it, a scegliere l´operatore dal quale intendono farsi prendere in carico e, successivamente, a partecipare al colloquio per il cosiddetto ´profiling´ e ricevere proposte per un´esperienza di lavoro in base a quanto prevede ´Garanzia Giovani´. Stesso percorso dovrà essere compiuto da chi si rivolge agli operatori conosciuti, come Agenzie per il lavoro". A Disposizione 89 Milioni Per Il 2014 - "In Lombardia abbiamo quasi un milione e mezzo di giovani in età compresa tra i 15 e i 29 anni; di questi, circa 260.000 sono Neet, ossia non studiano né lavorano, e il flusso di studenti in uscita dai percorsi formativi è di 70.000 persone anno. A loro ´Garanzia Giovani´ offre una opportunità di inserimento lavorativo. Questa iniziativa, per il 2014, è finanziata con 89 milioni di euro da impiegare entro il 31 dicembre 2014". Tre Pilastri Per ´Youth Guarantee´ - "La nostra impostazione - ha spiegato l´assessore - funziona facendo perno su tre pilastri: il primo è rappresentato dagli enti accreditati al lavoro, che prenderanno in carico i giovani che hanno aderito al programma, con un massimo di 30 giorni per offrire l´esperienza di lavoro; il secondo pilastro è rappresentato dalle università e dalle istituzioni scolastiche, attraverso i loro uffici di placement, che si faranno carico dei giovani del flusso (coloro i quali ogni anno conseguono il diploma o la laurea); il terzo e ultimo pilastro è rappresentato dalle imprese, che potranno caricare sul portale le loro disponibilità di posti di lavoro e assumere direttamente, attraverso gli elenchi dei giovani registrati sul portale di Regione Lombardia".