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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 01 Luglio 2014
COME LAVORANO IL PARLAMENTO EUROPEO E LA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO?  
 
Bruxelles, 1 luglio 2015 – Oggi l´Italia prende il posto della Grecia alla presidenza del Consiglio dell´Unione europea (Ue), in cui i governi nazionali sono rappresentati nel processo decisionale dell´Ue. Il Parlamento europeo lavora a stretto contatto con lo Stato membro in carica della presidenza di turno e assicura che il programma legislativo dell´Ue funzioni correttamente. La Presidenza del Consiglio dell´Unione europea, dove siedono i ministri, ruota ogni sei mesi per essere occupato da uno dei 28 Stati membri. Il paese che detiene la presidenza si occupa di presiedere le riunioni del Consiglio, gestire gli accordi tra Stati membri e di negoziare per conto dei suoi membri con le altre istituzioni europee, compreso il Parlamento e la Commissione. Clicca qui per saperen di più. All´inizio di ogni presidenza, i rappresentanti dello Stato membro in questione presentano le loro priorità al Parlamento europeo per il semestre. Il 2 luglio, il premier italiano, Matteo Renzi, discuterà con gli eurodeputati in sessione plenaria i temi che ritiene più importanti per l´Ue. I ministri italiani discuteranno tali priorità in dettaglio durante le riunioni delle commissioni parlamentari. Un´altra tradizione consiste nel dibattito lo stesso giorno della presidenza uscente. Il 2 luglio la Grecia quindi presenterà ai deputati i risultati della sua presidenza, a nome del Consiglio. Nel corso del semestre, la presidenza dell´Ue parteciperà a tutte le discussioni e tutte le riunioni delle commissioni parlamentari per rappresentare i governi nazionali. Da quando il trattato di Lisbona ha reso la procedura di codecisione la procedura legislativa ordinaria, i negoziati con il Parlamento europeo sono diventati uno dei compiti più importanti della presidenza di turno. Oggi, il Parlamento europeo e il Consiglio lavorano su un piano di parità nella maggior parte delle aree del diritto. Entrambi cercano di rimanere informati sui diversi punti di vista al fine di trovare un compromesso il più rapidamente possibile. I compromessi emergono solitamente durante delle riunioni informali tra i membri, la Presidenza di turno e i rappresentanti della Commissione europea. Nei rari casi in cui durante tali riunioni non si raggiunge un accordo sulle proposte legislative, la procedura formale di conciliazione costringe i rappresentanti del Parlamento europeo e del Consiglio a trovare un compromesso all´ultimo minuto. Qualora non si raggiunga un accordo, la normativa viene respinta.  
   
   
PRESENTAZIONE DEI CANDIDATI ALLA CARICA DI PRESIDENTE DEL PARLAMENTO EUROPEO  
 
Bruxelles, 1 luglio 2014 - Dalle ore 10.00, il Presidente del Pe ad interim Gianni Pittella presiederà l´elezione del nuovo Presidente durante il primo giorno della sessione costitutiva del neoeletto Parlamento europeo. Il voto sarà preceduto da una dichiarazione di cinque minuti di ciascuno dei quattro candidati. Per il primo turno di votazioni, i candidati proposti da un gruppo politico oppure da un minimo di 40 deputati, sono: Pablo Iglesias (Gue, Es); Sajjad Karim (Ecr, Uk); Ulrike Lunacek (Verdi/ale, At); Martin Schulz (S&d, De). Dopo gli interventi dei candidati, si svolgerà l´elezione a scrutinio segreto. I deputati votano indicando il loro candidato preferito su una scheda cartacea. Per essere eletto, un candidato deve ottenere la maggioranza assoluta dei voti validi espressi, ossia il 50% più uno. Il nuovo Pesidente sarà eletto per un mandato di due anni e mezzo. Guarda i video di presentazioni dei candidati su Ep Live e Ebs+ http://www.Europarl.europa.eu/ep-live/en/plenary  http://ec.Europa.eu/avservices/ebs/schedule.cfm?sitelang=en&page=1&institution=parliament    
   
   
COME SI ELEGGE IL PRESIDENTE DEL PARLAMENTO EUROPEO  
 
Bruxelles, 1 luglio 2014 - Martedì 1 e mercoledì 2 luglio i deputati europei eleggeranno chi ricoprirà le cariche più importanti del Parlamento: il Presidente, i Vice-presidenti e i Questori. Scopti il funzionamento delle procedure grazie all´infografica e segui il risultato delle elezioni in diretta sul nostro sito web. L´elezione del Presidente e dei 14 Vice-presidenti avrà luogo il primo luglio (per i Vice presidenti potrebbe continuare il 2 luglio). Le candidature per la carica di Presidente del Parlamento europeo possono essere presentate entro le ore 19 del 30 giugno; i candidati possono essere proposti sia da un gruppo politico che da almeno 40 deputati europei. Il primo luglio, dalle ore 10, ogni candidato alla presidenza avrà a disposizione 5 minuti per la propria presentazione, prima del voto. Cinque questori saranno eletti il 2 luglio. I candidati come Vice-presidente e Questore possono essere anche proposti da un gruppo politico o da almeno 40 membri del Parlamento.  
   
   
IL DISCORSO DI IERI DEL PRESIDENTE UE BARROSO AL PARLAMENTO ALBANESE  
 
Tirana, 1 luglio 2014 - Signor Presidente, Signor Primo ministro, i ministri illustri, Onorevoli deputati del Parlamento albanese, Eccellenze, Signore e Signori, Vorrei iniziare ringraziando il governo, il parlamento e il popolo di Albania per il vostro gentile benvenuto a questa bellissima capitale. Il viaggio di Albania negli ultimi anni è stato notevole, in circostanze difficili. Hai fatto progressi evidenti sul vostro cammino europeo. Si tratta di un particolare onore di rivolgermi a voi solo pochi giorni dopo la decisione di riferimento del Consiglio dell´Unione europea di accordare all´Albania lo status di paese candidato all´adesione all´Unione europea, una decisione che la Commissione Ue che conduco aveva proposto e sostenuto. Sono molto lieto di poter condividere questo grande momento con voi. Questa decisione si trasforma una pagina importante nella storia di Albania e certamente avviare una nuova fase promettente. Ci aspettiamo che darà ulteriore impulso al programma di riforme dell´Albania e di progredire ulteriormente sul cammino europeo. Questa decisione dimostra anche che la prospettiva europea dei paesi dell´Europa sud-orientale non è solo un esercizio burocratico. È reale. L´impegno dell´Ue a questa prospettiva rimane fermo. L´allargamento dell´Ue rimane all´ordine del giorno. E ci atteniamo alle nostre promesse quando i nostri partner fanno progressi. L´aspirazione legittima di tante nazioni a diventare membri dell´Unione europea è stato parte integrante del nostro comune, ricerca per consolidare la democrazia, favorire la stabilità e raggiungere la prosperità insieme. E questa è sempre stata una vera e propria libera scelta. Gli Stati membri hanno liberamente accettato di condividere una comunità di diritto, e di costruire il più grande mercato interno del mondo. Nessun paese è stato costretto a unirsi o rimanere contro la volontà collettiva dei suoi cittadini. Su questa solida base di consenso libero, paesi che un tempo hanno combattuto guerre devastanti contro l´altro ora formano un´unione stretta, costruita su valori comuni e principi condivisi: pace e la riconciliazione, la promozione della democrazia e dello Stato di diritto, della dignità umana e condivisi prosperità, la tolleranza e la giustizia. Questa Unione è sempre più forte - soprattutto in quello che era probabilmente la più grande crisi economica che abbiamo mai affrontato insieme. Così i profeti di sventura, le Cassandre d´Europa erano sbagliate! I successivi allargamenti dell´Unione europea hanno esteso questa zona di pace, stabilità e democrazia in tutto il continente europeo. L´integrazione e l´allargamento progressivo sono sempre andati insieme. Avendo vissuto sotto una dittatura nella mia nativa Portogallo per i primi diciotto anni della mia vita, ho sperimentato direttamente la speranza aspirazione europea ha offerto il mio paese, e come ha contribuito a ancorare la democrazia, trasformare la nostra economia e aprire la nostra società - come ha fatto in Spagna e in Grecia. Poi, dieci anni fa, abbiamo contribuito a riunire Oriente e Occidente dopo decenni di separazione artificiale. Ma questo processo di riunificazione non è finita. E non è completa senza i paesi dell´Europa sud-orientale entrano a far parte dell´Unione europea, troppo. Da Tirana a Podgorica, da Sarajevo a Skopje, da Belgrado a Pristina, la gente vede l´Unione europea come un faro di speranza e di politica meglio a casa. Noi non deluderli nelle loro aspirazioni. Il loro futuro, il tuo futuro, è nell´Unione europea, e il nostro impegno a questa prospettiva europea è incrollabile. Pacta sunt servanda - che è fondamentale per il nostro potere di attrazione, per il magnetismo d´Europa, per la nostra credibilità. E siamo tutti consapevoli che una chiara prospettiva europea e credibile può essere un punto di svolta cruciale per il meglio, come dimostra l´accordo davvero storico tra Belgrado e Pristina lo scorso anno, ma anche dagli sforzi di riforma e il progresso degli altri. Detto questo, l´allargamento è, naturalmente, non è profezia che si autoavvera. Non è una strada a senso unico. Si richiede visione politica, coraggio e duro lavoro. Ci sono sempre problemi e le grandi sfide da affrontare. In altre parole, i preparativi per l´adesione all´Ue sono certamente difficili. Ma - e posso dire che dopo aver guidato la Commissione per dieci anni: questi sforzi sono inoltre vale la pena. Sono difficile perché le riforme vere e profonde sono necessarie per l´adesione all´Unione europea. Questa è una questione di credibilità, e la nostra condizionalità graduale è un garante della credibilità. Non dimentichiamo: bisogna essere in due per ballare il tango, ei cittadini europei devono sapere che una volta che si uniscono l´Unione europea ciò significa che siete davvero completamente pronto a farlo e assumersi tutti gli obblighi che comporta l´adesione. Rispondere a queste sfide è un compito impegnativo che richiede determinazione, visione e responsabilità. E come membri del Parlamento di avere un ruolo chiave in questo processo. I preparativi per l´adesione all´Ue sono anche valsa la pena perché abbraccia l´acquis europeo e all´Unione europea porterà un cambiamento reale nella vita quotidiana di ogni cittadino albanese. Non sta perseguendo riforme per soddisfare noi. Si sta facendo questo per i vostri cittadini, per voi stessi! Per esempio: un sistema giudiziario più efficiente, indipendente e responsabile e della pubblica amministrazione avranno un impatto positivo sulla vita quotidiana di tutti gli albanesi, e creerà condizioni più favorevoli per gli investimenti e la crescita economica. L´applicazione di norme europee consegnerà importanti miglioramenti, non solo per quanto riguarda la tutela dei diritti umani, la lotta contro la corruzione e la sana gestione finanziaria, ma anche in settori quali la protezione sociale, la sicurezza alimentare e l´ambiente. Le riforme economiche, duro come sono, contribuiranno inoltre a consolidare la stabilità macroeconomica, fiscale e finanziaria nel vostro paese. E le riforme strutturali contribuirà a creare le condizioni per una crescita economica sostenibile, competitività e creazione di posti di lavoro. A questo proposito, mi permetta di riconoscere il forte impegno dell´Albania di riforme economiche, tra cui l´accordo con il Fmi. Si tratta di una solida base per rafforzare la governance economica e contribuirà a rafforzare la fiducia delle imprese e del credito rilancio per l´economia. Si può essere certi che la Commissione europea opererà in stretta collaborazione con le istituzioni finanziarie internazionali per completare la loro assistenza e fornire una maggiore politica e il sostegno finanziario. Apprezzo anche il vostro fermo impegno per la cooperazione regionale, anche perché un aumento di libero scambio regionale è un fattore chiave della crescita economica. Il consolidamento e l´espansione del commercio all´interno del centrale europea di libero scambio (Cefta), in cui l´Albania ha un ruolo molto attivo s, rende la regione più attraente per gli investitori esteri e nazionali che ora percepiscono come uno spazio economico. Tutto ciò dimostra: le riforme ei progressi sul lato europeo di percorso vanno di pari passo nazionali e regionali. Uno non avrebbe funzionato senza l´altro. Signore e Signori, Penso che questo dimostra anche che "l´Europa" non è un lontano, concetto teorico. "L´europa" non è alle istituzioni europee a Bruxelles, Strasburgo o Lussemburgo. Europa siamo noi, ciascuno di noi. La realtà è che per avere successo, l´integrazione europea deve essere un processo inclusivo e di un obiettivo nazionale che unisce non solo i politici, ma anche l´intera società albanese. Integrazione dell´Albania nella nostra Unione deve essere un progetto di tutti e di ciascuno di voi; un progetto per un´intera generazione. Ognuno di voi può fare la differenza nel cammino del suo paese verso l´adesione all´Ue e contribuire a guidare un cambiamento positivo. Questa è una delle lezioni fondamentali di precedenti allargamenti; consenso interno attraverso le linee del partito politico, in tutti i settori della società, è di vitale importanza. Come tutti sappiamo, i parlamenti svolgono un ruolo centrale nella vita democratica. Questo è dove sono rappresentate tutte le idee e gli interessi di una nazione. In questa sede, le discussioni importanti avvengono, le decisioni strategiche vengono prese, il controllo democratico del governo viene esercitato. Come ex parlamentare in Portogallo, apprezzo e applaudo il vostro ruolo. Io apprezzo molto il dibattito democratico. E ´nel Dna della nostra Unione, un´Unione sostenuta da una cultura di cooperazione e di compromesso. Dialogo costruttivo, il consenso e il rispetto reciproco sono valori fondamentali sui quali si fonda l´Unione europea, e ci aspettiamo che siano pieni di vita nei nostri paesi candidati, troppo. So anche per esperienza che la promozione di una vivace democrazia significa un sacco di duro lavoro e un impegno costante per una visione a lungo termine. Il successo europeo in sé non è stata una semplice, sviluppo autoavvera o. E ´il risultato di una visione chiara e ferma determinazione dei nostri Padri Fondatori. E di duro lavoro da parte delle nazioni europee e le istituzioni europee da allora. Si tratta di "Le Courage de chaque jour", il "coraggio si deve dimostrare ogni giorno", come una miei predecessori, come Presidente della Commissione François-xavier Ortoli dicevano. Pertanto vivamente di lavorare in questo spirito europeo e mantenere fedele alla risoluzione del Parlamento in materia di integrazione europea, che è stata approvata all´unanimità nel novembre del 2013. Perché invia il segnale direttamente sul tuo volontà di trovare una corretta consenso politico all´ordine del giorno dell´Albania all´Ue , e per garantire che ogni impegno assunto sarà davvero attuato. Cittadini albanesi meritano chiarezza. Hanno bisogno di capire chiaramente ciò che l´Unione europea è di circa, quello che il paese deve fare per diventare parte di esso, e ciò che i leader politici del Paese stanno facendo per portare il paese in avanti. In questo senso accolgo con favore i lavori in corso per stabilire un Consiglio nazionale per l´integrazione europea come un meccanismo di consultazione che contribuirebbe a consolidare il consenso nazionale sull´integrazione europea. Signore e Signori, Sono pienamente consapevole che la destinazione finale del processo di integrazione europea è sicuramente il premio più gratificante. Quindi tenere l´occhio su quel premio! Ma so anche dalla mia esperienza che ogni nuovo passo in questa direzione è anche la pena il viaggio. La Commissione europea continuerà a camminare insieme con voi su questa strada con competenza e sostegno finanziario e, soprattutto, con l´amicizia e l´impegno di scrivere insieme alle popolazioni dell´Albania loro futuro europeo, e nei prossimi capitoli nel vostro grande storia. Grazie per la vostra attenzione.”  
   
   
UE: OSSERVAZIONI DEL PRESIDENTE BARROSO DOPO IL SUO INCONTRO CON IL PRIMO MINISTRO DI ALBANIA, EDI RAMA  
 
Tirana, 1 luglio 2014 – “La ringrazio molto signor Primo Ministro, E ´un piacere essere a Tirana. Sono molto felice di essere qui oggi per congratularmi vivamente con il Primo Ministro Rama e tutti gli albanesi sulla decisione dell´Unione europea di concedere lo status di paese candidato in Albania. La concessione dello status di candidato, che la Commissione europea aveva raccomandato, ed è stato ormai accettato all´unanimità da parte dell´Unione europea e confermato in occasione dell´ultimo Consiglio europeo a livello di capi di Stato e di governo, è una decisione che è certamente un grande successo per l´Albania. Ma è anche una buona notizia per l´intera regione dell´Europa sud-orientale. Essa mostra che il processo di allargamento dell´Unione europea è credibile e dinamico; e che l´Unione europea si attacca ai suoi impegni strategici anche: Ci muoviamo in anticipo quando i nostri paesi partner offrono. Grazie Primo Ministro per le parole molto gentili a me stesso - si può considerare me un amico di Albania -, al mio collega nella Commissione Štefan Füle e alla Commissione europea nel suo complesso. Siamo stati sempre al vostro fianco e credo che continueremo ad essere. Mi ricordo quando ho ricevuto a settembre a Bruxelles. Sei venuto a Bruxelles subito dopo le elezioni, e ti ho detto che credevo che fosse possibile raggiungere tale obiettivo dello status di candidato, a condizione che l´Albania ha fatto i passi necessari. E come stiamo vedendo ora, avete fatto. Quindi stiamo anche adempiendo la nostra parte del patto. Così mi permetta di congratularmi con il Primo Ministro, il suo governo, ma anche tutte le forze politiche che hanno contribuito al raggiungimento di questo importante momento. E lasciatemi innanzitutto congratularmi con il popolo di Albania! Questo è il vostro successo collettivo! Lo status di candidato riconosce l´impegno e le azioni dimostrata dal governo negli ultimi mesi, di proseguire il processo di riforme europee connessi all´Unione nella lotta contro la corruzione e la criminalità organizzata e la riforma giudiziaria, nonché il notevole lavoro compiuti dall´Albania negli ultimi anni. E ancora una volta voglio ringraziare il Primo Ministro perché si sta evidenziando, giustamente, che si tratta di un compito nazionale. Naturalmente, in democrazia i partiti politici sono molto importanti, ma credo che questo compito di integrazione europea e la dimensione storica che ha qui in Albania dovrebbe essere visto come un consenso. Quindi, anche al di là dei partiti politici che possono dare, ovviamente, il corretto contributo a questo processo di modernizzazione. Oggi ho avuto un incontro molto proficuo con il Primo Ministro Rama. Abbiamo condiviso la gioia di Albania aver raggiunto un ulteriore passo nel suo cammino europeo. E abbiamo discusso i prossimi passi che sono importanti nel processo e le sfide che ci attendono per l´Albania. Sono certo che entrare in questo nuovo capitolo fornirà un ulteriore incentivo in Albania per affrontare queste sfide con vigore e determinazione. Ho sottolineato al Primo Ministro Rama che a muoversi ulteriormente sul cammino verso l´integrazione europea, l´Albania dovrà continuare e intensificare un approccio sistematico alle riforme. L´albania dovrebbe concentrarsi sulle priorità chiave identificate, con particolare attenzione allo stato di diritto, la lotta contro la corruzione e la criminalità organizzata, e la riforma del sistema giudiziario. Sono lieto di vedere che il governo condivide queste priorità. Per avere successo, l´integrazione europea deve essere un processo inclusivo in cui tutta la società albanese gioca un ruolo. So che la stragrande maggioranza dei cittadini albanesi vedono il loro futuro nell´Unione europea. Perciò incoraggio governo e opposizione a costruire lo spirito positivo dello status di candidato e di cooperare in modo costruttivo, per raggiungere i risultati che il loro paese si aspetta, e che la loro gente meritano. Il futuro dell´Albania è nell´Unione europea. Io credo veramente che sta per accadere. La domanda è: come è possibile ottenere tutti i risultati necessari per quella a materializzarsi. Non ci dovrebbe essere alcun dubbio su questo, e la decisione di Venerdì scorso dimostra questo. E ´una questione di credibilità e coerenza. E si può contare sulla Commissione europea a continuare a sostenere l´Albania nei suoi sforzi per raggiungere tale obiettivo storico. Si può anche contare sul sostegno dell´Unione europea per i vostri sforzi e tutto ciò che si sta facendo per la stabilità della regione. Accogliamo con grande favore le vostre iniziative, Primo Ministro - per esempio, il fatto che ora abbiamo deciso di incontrare il Primo Ministro della Serbia. E ´più che simbolico. Siamo ora in questa regione e non dobbiamo dimenticare che 100 anni fa prima guerra mondiale ha affermato qui. E il fatto che oggi questa regione è in pace, anche se ancora del lavoro deve essere fatto per consolidare la democrazia e lo Stato di diritto, il semplice fatto che stiamo vivendo qui in pace è un risultato importante. Qualche giorno fa, ero con tutti i capi di Stato e di governo dell´Unione europea a Ypres, nelle Fiandre, in Belgio, per ricordare ed evocare la Prima Guerra Mondiale. E ci siamo stati, dal primo ministro della Gran Bretagna al Cancelliere della Germania, salutato dalla gente lì. Ed è per questo che ho davvero una grande passione per l´Unione europea. L´unione europea è una storia di pace della ex nemici, che si uccidevano a vicenda. Che cosa è successo nella prima guerra mondiale 100 anni fa era davvero una tragedia. O nella seconda guerra mondiale e poi, come abbiamo visto qui in questa regione. E ora la gente sta votando e discutendo attorno al tavolo, invece di uccidersi a vicenda. Essi stanno votando alle elezioni del Parlamento europeo e disponiamo di alcuni argomenti ma sono discussioni pacifiche intorno al tavolo. E questo è il motivo per cui ciò che si può fare nella regione è anche molto importante. E siamo partner per questo, e infatti abbiamo discusso con il Primo Ministro alcuni modi per sostenere questo supporto. La Commissione europea continuerà a lavorare a stretto contatto con l´Albania, fornendo assistenza per il vostro paese per affrontare le vostre sfide di integrazione europea, ben sapendo che questa era la vostra decisione sovrana nazionale, che, in realtà - se possiamo anche dirlo - che anche senza l´integrazione europea è sarebbe nell´interesse di Albania per avere una norma di diritto moderno paese, con una chiara, funzionante separazione dei poteri, con un sistema giudiziario e di successo nella lotta contro la corruzione e la criminalità organizzata indipendente. Così è la vostra decisione nazionale, stiamo imponendo nulla, è importante essere chiari su questo. Quello che vogliamo è essere il vostro partner in questo processo, sapendo bene che rafforzando il futuro dell´Albania stiamo rafforzando anche la stabilità della regione e anche la nostra stabilità dell´Unione europea. Vi ringrazio per la vostra attenzione.”  
   
   
SYED KAMALL: NUOVO LEADER DEI CONSERVATORI E RIFORMISTI EUROPEI  
 
Bruxelles, 1 luglio 2014 - Il deputato britannico Syed Kamall è il nuovo capogruppo dei Conservatori e Riformisti europei, il terzo gruppo politico per numero di seggi nel Parlamento europeo.. Rispetto alla nomina del nuovo Presidente della Commissione europea, Syed Kamall critica il processo di "spitzenkandidaten", dove i partiti politici europei presentano il loro candidato alla carica di Presidente della Commissione. In questo caso si tratta del candidato Jean-claude Juncker, a seguito dei risultati delle elezioni europee. Kamall considera questo processo "un´interpretazione molto leggera del Trattato di Lisbona", ma sottolinea anche che "ci stiamo concentrando su una questione istituzionale, piuttosto che cercare di risolvere i problemi della gente". Tuttavia, come leader del gruppo "dovrò lavorare con chi sarà il Presidente della Commissione, quindi non voglio pensare a chi altro avrebbe potuto essere. Se il Presidente sarà Juncker, lavorerò con lui ". Syed Kamall è nato il 15 febbraio 1967 a Londra. Ha conseguito una laurea in ingegneria elettronica ed economia, oltre a un dottorato in cambiamento organizzativo. Prima di entrare al Parlamento europeo, ha lavorato come analista e consulente. È diventato deputato nel 2005 ed è stato rieletto nel 2009. Dal novembre 2013 è stato membro dell´Ufficio di presidenza dell´Ecr. Durante la scorsa legislatura, ha partecipato alla commissione degli Affari economici e monetari.  
   
   
IL COMMISSARIO MALMSTRöM DEPLORA LA RECENTE PERDITA DI VITE UMANE NEL MEDITERRANEO E CHIEDE PIÙ AZIONE DELL´UE  
 
 Bruxelles, 1 luglio 2014 – “Deploro la recente perdita di vite umane nel Mediterraneo ed esprimo tutta la mia solidarietà alle vittime e alle loro famiglie. Vorrei anche ringraziare le autorità italiane per i loro sforzi impressionanti che hanno portato al salvataggio di circa 5000 persone negli ultimi giorni. Questo nuovo numero di morti illustra chiaramente che i trafficanti e criminali non hanno alcun rispetto per la vita umana e dobbiamo aumentare urgentemente i nostri sforzi per combattere le loro attività mortali. La Commissione collabora strettamente con la presidenza italiana a questo riguardo, e sta preparando un piano Ue contro il traffico di migranti, coinvolgendo tutti i soggetti interessati, in particolare Europol e Frontex, e concentrandosi su azioni prioritarie in collaborazione con i principali paesi terzi. L´obiettivo è quello di combattere le reti criminali in cui hanno la loro base operativa e di lavorare congiuntamente per smontarli. Giovedi scorso ho avuto un incontro bilaterale con il Ministro Alfano e ho ribadito che la Commissione europea è pronta ad aiutare l´Italia nei suoi sforzi per gestire la crescente pressione migratoria e di asilo. Attualmente stiamo facendo 4 milioni di euro disponibili nell´ambito della assistenza di emergenza per l´Italia, e stiamo cercando modi per contribuire ancora di più, nell´ambito delle risorse disponibili, al finanziamento degli sforzi italiani per ospitare i migranti ei rifugiati sul loro territorio. Ho anche ribadisco il mio invito agli Stati membri per contribuire a fornire posti di reinsediamento dei rifugiati in Europa, direttamente dai campi profughi nei paesi terzi, nel quadro dei programmi in corso svolte dall´Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati. Ciò eviterebbe che queste persone vulnerabili mettere la loro vita nelle mani di questi mercanti di morte, per cercare di raggiungere le coste europee e ottenere la protezione cui hanno diritto.  
   
   
UE: CONTINUANO A MIGLIORARE LE CONDIZIONI DI MERCATO PER I CONSUMATORI  
 
Bruxelles, 1 luglio 2014 - Secondo il 10° quadro di valutazione dei mercati dei beni di consumo, pubblicato in data odierna, si registra un miglioramento della performance dei mercati al consumo. Tale miglioramento è particolarmente pronunciato per i mercati dei beni, mentre i servizi continuano a rappresentare la principale fonte di insoddisfazione. "I consumatori dovrebbero dominare il mercato, non subirlo,” ha dichiarato Neven Mimica, Commissario per la Politica dei consumatori. "Il quadro di valutazione dei mercati dei beni di consumo che pubblichiamo oggi dimostra che, complessivamente, le condizioni di mercato sono sempre più favorevoli ai consumatori. Molto rimane tuttavia da fare, in special modo per i servizi e l’energia. Io e miei colleghi della Commissione stiamo lavorando col massimo impegno per affrontare questi problemi, sia con la direttiva sui conti di pagamento, sia con il pacchetto ´Continente connesso´, nonché agevolando il passaggio da un fornitore all´altro." Il quadro di valutazione del 2014 dei mercati dei beni di consumo - Il quadro di valutazione dei mercati dei beni di consumo segue le performance di 52 mercati al consumo, dalle autovetture di seconda mano agli alloggi per vacanze. Nell´ambito di un´indagine che ha interessato tutta l´Ue i mercati sono classificati dai consumatori1 in base a 4 elementi: comparabilità delle offerte, fiducia nelle imprese, problemi, reclami e soddisfazione rispetto alle imprese. Le principali conclusioni sono le seguenti: la performance di mercato sta migliorando: tra il 2012 e il 2013 la valutazione globale della performance di mercato2 in tutti i mercati e in tutti i paesi è leggermente migliorata. Ciò conferma la tendenza osservata dal 2010, benché sussistano differenze da mercato a mercato e da paese a paese; i mercati di beni vantano performance di gran lunga migliori rispetto ai mercati di servizi, sebbene il divario si stia leggermente riducendo. Rispetto al 2012 sono alcuni dei mercati caratterizzati dai risultati più modesti, come quello dei carburanti per veicoli e quello dei servizi ferroviari, ad aver registrato i miglioramenti più significativi; i servizi bancari restano il settore più problematico, con i mercati dei prodotti d’investimento e i mutui in fondo alla graduatoria, ben al di sotto della media del settore dei servizi. Nell´attuale clima economico garantire che i servizi finanziari operino a favore dei consumatori costituisce un elemento essenziale della politica dei consumatori dell’Ue; per i mercati delle telecomunicazioni si registra un risultato molto inferiore alla media in termini di fiducia, scelta degli operatori e soddisfazione generale del consumatore: tra tutti i cluster di mercato questo è il settore in cui maggiore è l´incidenza di problemi e di reclami. Fortunatamente i risultati in termini di comparabilità e facilità di cambiare operatore sono sopra la media e i tassi di cambio di operatore sono i più elevati di tutti i cluster di mercato. Nel settembre 2013 la Commissione ha adottato il pacchetto "Continente connesso" volto a eliminare le tariffe per il roaming entro il 2016 e a migliorare la scelta dei consumatori tra gli operatori del settore delle telecomunicazioni; i servizi di pubblica utilità, in particolare l’energia elettrica e il gas, sono altresì classificati al di sotto della media da parte dei consumatori. Nonostante recenti miglioramenti, i mercati dei servizi di pubblica utilità continuano a riportare risultati modesti in termini di comparabilità delle offerte, scelta dei fornitori, facilità di passaggio da un fornitore all´altro e numero effettivo di passaggi effettuati. La Commissione sta lavorando con le principali parti interessate per aumentare la trasparenza delle offerte e delle bollette energetiche, garantire l’accesso dei clienti ai dati di consumo e facilitare il passaggio da un fornitore all´altro; continuano a registrarsi risultati modesti per i mercati delle automobili di seconda mano e dei carburanti per veicoli, entrambi ben al di sotto della media. È stato appena ultimato uno studio approfondito sul mercato dei carburanti per veicoli a livello di Ue. Principali risultati dello studio sui carburanti per veicoli Lo studio conferma che i prezzi dei carburanti fluttuano frequentemente e che, in alcuni paesi, essi variano anche più volte al giorno. Ciò è fondamentale in un mercato in cui le decisioni di acquisto dei consumatori ruotano principalmente attorno al prezzo. I siti web di confronto dei prezzi sono quindi divenuti uno strumento cui le autorità di regolamentazione in numerosi Stati membri ricorrono al fine di migliorare la trasparenza dei prezzi. Lo studio pone l´accento in particolare sull’Austria, paese in cui tutti i rivenditori di carburanti sono tenuti a notificare le variazioni di prezzo e la normativa pertinente consente un solo aumento di prezzo al giorno. Ciò ha garantito una maggiore trasparenza dei prezzi per i consumatori e ha portato a riduzioni di prezzo sino al 2,5% per il diesel e al 3,6% per la benzina dall´introduzione della normativa in materia di prezzi. Prossime tappe - In base ai risultati del presente quadro di valutazione i servizi della Commissione vareranno due approfonditi studi di mercato: uno studio sul mercato al dettaglio dell´energia elettrica e uno studio comportamentale per migliorare la leggibilità e la comprensibilità delle condizioni contrattuali da parte dei consumatori. Lo studio sul mercato al dettaglio dell´energia elettrica traccerà dei confronti con i risultati di uno studio precedente (2010) incentrato sul medesimo mercato e valuterà l´impatto dell’attuazione della legislazione del terzo pacchetto energia. Il secondo studio esaminerà (mediante test comportamentali) diverse circostanze che potrebbero aumentare la disponibilità dei consumatori a leggere le condizioni contrattuali e la loro capacità di comprenderle.  
   
   
SITUAZIONE OCCUPAZIONALE E SOCIALE: LA RASSEGNA TRIMESTRALE INDICA CHE IN MOLTI RIMANGONO INDIETRO NONOSTANTE LA RIPRESA ECONOMICA  
 
Bruxelles, 1 luglio 2014 - Il mercato del lavoro dell´Ue si sta gradualmente riprendendo e, per la prima volta dal 2011, il Pil, l´occupazione e i redditi delle famiglie tornano a crescere. Tuttavia, la disoccupazione di lunga durata continua ad aumentare e la situazione delle famiglie a basso reddito non è migliorata. Sono solo alcune delle principali conclusioni dell´ultima rassegna trimestrale sull´occupazione e la situazione sociale (Employment and Social Situation Quarterly Review) della Commissione europea. La rassegna sottolinea anche difficoltà persistenti per le donne in termini di disoccupazione e sottoccupazione e fornisce un aggiornamento sulle recenti tendenze in materia di mobilità dei lavoratori, confermando l´aumento dei tassi di occupazione e i livelli di istruzione sempre più elevati dei lavoratori mobili. Il Commissario per l´Occupazione, gli affari sociali e l´inclusione, László Andor, ha dichiarato: "Molti cittadini continuano ad avere serie difficoltà a trovare un lavoro, in particolare coloro che sono disoccupati da lungo tempo. Come evidenziato nelle raccomandazioni specifiche per paese del 2014, gli Stati membri devono fare di più per sostenere la creazione di posti di lavoro e per combattere l´esclusione sociale, in particolare attraverso politiche attive per il mercato del lavoro e maggiori investimenti sociali. È urgente offrire a tutti i giovani una possibilità concreta nel mercato del lavoro attraverso l´attuazione della Garanzia per i giovani, e va fatto di più anche per i disoccupati di lunga durata". Tra i recenti segnali positivi, la rassegna trimestrale segnala la creazione di posti di lavoro nel settore privato, soprattutto in quello dei servizi, e il costante, seppur moderato, calo della disoccupazione. Gli attuali livelli di occupazione (con circa 224 milioni di occupati) sono comunque ancora inferiori a quelli precedenti la crisi (circa 230 milioni di occupati a metà del 2008) e il tasso di disoccupazione resta prossimo ai suoi massimi storici (10,4% nell´aprile 2014, a seguito di un picco massimo del 10,9% osservato durante la prima metà del 2013). Si registrano notevoli differenze tra gli Stati membri nei tassi di disoccupazione e la qualità dei posti di lavoro rimane una fonte di preoccupazione, giacché la crescita dell´occupazione è costituita principalmente da lavori temporanei e a tempo parziale. L´elemento più preoccupante è la disoccupazione di lunga durata in aumento proprio nei paesi con i tassi di disoccupazione più elevati. La situazione del mercato del lavoro rimane molto difficile per i giovani sotto i 25 anni, con un tasso di disoccupazione nell´aprile 2014 del 22,5%, mentre la crescita dell´occupazione ha finora beneficiato soprattutto i lavoratori più anziani (55-64). I giovani sono anche quelli più duramente colpiti dalla sottoccupazione e si sentono scoraggiati nella ricerca di un lavoro. Per sostenere la transizione dalla scuola al lavoro, la Commissione ha proposto agli Stati membri raccomandazioni specifiche per paese su come migliorare i servizi pubblici per l´impiego, l´istruzione e la formazione, su come rilanciare l´apprendistato e attuare con urgenza la Garanzia per i giovani. Le donne continuano a lavorare meno Anche se i divari di genere nell´Ue si sono ridotti negli ultimi anni, gli ultimi dati disponibili indicano che la disoccupazione cala meno tra le donne che tra gli uomini. Inoltre, le donne tendono a essere significativamente più colpite dalla sottoccupazione in tutte le fasce d´età (lavoro a tempo parziale non volontario) e persistono notevoli differenze tra paesi per quanto riguarda i tassi di partecipazione delle donne al mercato del lavoro e il loro orario lavorativo. La Commissione ha inoltre proposto ad alcuni Stati membri raccomandazioni specifiche per paese finalizzate a incoraggiare le donne a riprendere il lavoro, in particolare fornendo loro servizi di assistenza all´infanzia di qualità e a prezzi ragionevoli e riducendo i disincentivi fiscali. La crescente partecipazione femminile al mercato del lavoro è in effetti fondamentale per raggiungere l´obiettivo in materia di occupazione fissato dalla strategia Ue 2020 (il 75% delle persone tra i 20 e i 64 anni). Cittadini mobili: più frequentemente occupati e più istruiti Le recenti tendenze della mobilità dei lavoratori nell´Ue confermano che i cittadini mobili dell´Ue hanno tassi di occupazione più elevati rispetto ai locali e che il loro ricorso alle prestazioni di sicurezza sociale non è superiore a quello della popolazione locale. L´analisi dimostra inoltre che la mobilità all´interno dell´Ue, seppur diminuita nel 2010-2011, ha iniziato a riprendersi nel 2012-2013, sebbene con notevoli differenze tra i paesi. In particolare, i paesi più duramente colpiti dalla crisi economica hanno registrato forti aumenti dei flussi di lavoratori in uscita verso altri Stati membri e verso paesi terzi. Rispetto agli anni precedenti la crisi (2004-2008), il numero di lavoratori in movimento all´interno dell´Ue provenienti da paesi del Sud è aumentato (+38%), mentre sono diminuiti i flussi dalla Polonia (-41%) e dalla Romania (-33%), i due principali paesi di origine. I lavoratori provenienti dai paesi del Sud rappresentano oggi il 18% dei flussi totali di cittadini mobili all´interno dell´Ue rispetto all´11% precedente, mentre la maggioranza dei cittadini mobili all´interno dell´Ue per il periodo 2009-2013 proviene ancora dagli Stati membri centrali e orientali (58%), anche se in calo (costituivano il 65% nel 2004-2008). I lavoratori mobili dell´Ue si dirigono più di prima verso la Germania, l´Austria, il Belgio e i paesi nordici e meno verso la Spagna e l´Irlanda, mentre i primi due paesi di destinazione in termini assoluti sono la Germania e il Regno Unito. In termini di composizione anagrafica, a spostarsi all´interno dell´Ue restano prevalentemente i giovani, ma la percentuale rappresentata dalla fascia di età 15-29 è diminuita (dal 48% al 41%). Infine, i lavoratori mobili dell´Ue hanno molte più probabilità di essere più istruiti (per il periodo 2009-2013 il 41% possedeva un´istruzione universitaria) rispetto al periodo precedente (nel 2004-2008 la percentuale era del 27%). Il diritto alla libera circolazione dei lavoratori nell´Ue è stato sancito dal Trattato più di 50 anni fa e costituisce uno dei pilastri del mercato unico. Per rendere più agevole l´esercizio di tale diritto, la Commissione ha proposto una nuova direttiva, adottata nel aprile 2014 dal Consiglio dei ministri dell´Ue (Ip/14/421), con l´obiettivo di eliminare gli ostacoli incontrati dai lavoratori mobili, come la mancanza di consapevolezza delle norme Ue da parte dei datori di lavoro sia pubblici che privati e le difficoltà nell´ottenere informazioni, assistenza e accesso al ricorso negli Stati membri ospitanti. La Commissione ha infine proposto un ulteriore miglioramento di Eures, la rete paneuropea per la ricerca di lavoro, per rendere disponibile un numero maggiore di offerte di lavoro e di Cv a coloro che desiderano cercare lavoro o assumere personale in altri Stati membri (Ip/14/26).  
   
   
IL SERVIZIO EUROPEO PER L’AZIONE ESTERNA NON STA SFRUTTANDO IL SUO POTENZIALE, AFFERMA LA CORTE DEI CONTI EUROPEA  
 
Lussemburgo, 1 luglio 2014 - In una relazione pubblicata ieri, la Corte dei conti europea osserva che il Servizio europeo per l’azione esterna (Seae) dovrebbe accrescere la propria efficienza e fare di più per l’Ue ed i suoi cittadini. “L’istituzione del Seae è avvenuta in un difficile contesto iniziale - in un periodo di ristrettezze finanziarie e di crescente agitazione vicino alle frontiere dell’Ue”, ha affermato Szabolcs Fazakas, il Membro della Corte responsabile della relazione, “Il Seae è un servizio operativo per la politica estera dell’Ue, ma potrebbe funzionare meglio con meccanismi finanziari e amministrativi più efficienti e con una più stretta cooperazione con i corpi diplomatici degli Stati membri”. Con il trattato di Lisbona è stato creato l’incarico dell’Alto rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza, allo scopo di rafforzare il coordinamento della politica estera e promuovere i valori basilari dell’Unione europea in tutto il mondo. L’alto rappresentante è allo stesso tempo vicepresidente della Commissione europea ed è coadiuvato da un nuovo corpo diplomatico dell’Ue, il Seae. In seguito all’istituzione del Seae, l’Ue dispone adesso di un servizio operativo per la politica estera, dotato di uffici politici e strutture per la gestione delle crisi, di una vasta rete di delegazioni e uffici diplomatici e di una distribuzione equilibrata di personale di varia provenienza. Il Seae è diventato operativo ufficialmente il 1° gennaio 2011. Comprende una sede centrale a Bruxelles e una rete globale di 140 delegazioni per rappresentare gli interessi dell’intera Ue. Per il 2014, il Seae dispone di un bilancio di 519 milioni di euro, suddiviso tra la sede centrale (41 %) e le delegazioni (59 %). La Commissione sovvenziona il bilancio delle delegazioni con circa 270 milioni di euro all’anno. Questo perché le delegazioni dell’Ue ospitano ancora una parte cospicua di personale della Commissione, la maggior parte del quale lavora all’esecuzione degli aiuti allo sviluppo e degli aiuti umanitari dell’Ue, dell’allargamento e delle dimensioni esterne delle politiche interne, esecuzione della quale è responsabile la Commissione. Gli auditor della Corte hanno riscontrato che il coordinamento tra il Seae e la Commissione è stato solo parzialmente efficace, principalmente a causa dell’assenza di efficaci meccanismi di cooperazione ai massimi livelli e a causa di un rigido quadro finanziario e amministrativo presso le delegazioni che ha distolto risorse dai compiti politici. Il coordinamento con gli Stati membri è migliorato, anche se può essere sviluppato ulteriormente per sfruttare sinergie quali la condivisione delle informazioni o della sede, e per migliorare i servizi consolari, compresa la protezione consolare dei cittadini dell’Ue.  
   
   
NEGLI USA ADDIO AL SEGRETO BANCARIO. FINALMENTE PIÙ TRASPARENZA FISCALE. DAL 1° LUGLIO 2014 GLI STATI UNITI ESIGONO TUTTI I DATI SUI CAPITALI DETENUTI NEL MONDO DA PERSONE ASSOGGETTATE ALL’OBBLIGO FISCALE STATUNITENSE.  
 
 Lecce, 1 luglio 2014 - Dal 1° luglio entra in vigore la normativa americana Fatca: le banche di tutto il mondo sono chiamate a fornire periodicamente a Washington i dati dei clienti soggetti al fisco Usa. Anche l´Italia si vede costretta a a collaborare. La normativa Fatca (Foreign Account Tax Compliance Act), pone in pratica fine al segreto bancario nei confronti degli Stati uniti.Con la normativa Fatca (Foreign Account Tax Compliance Act) gli Stati uniti intendono lottare contro l’evasione fiscale dei propri contribuenti e tassare tutti i capitali detenuti all’estero presso banche, assicurazioni o altre società da persone assoggettate al fisco Usa.in base alla normativa, gli istituti finanziari esteri devono registrarsi presso il fisco americano (Irs) e fornire rapporti periodici sugli averi detenuti dai contribuenti americani. I primi flussi di notifiche sono attesi entro il 30 aprile 2015.In una fase iniziale dovranno essere notificati solo gli averi che superano determinati importi, ad esempio 50´000 dollari per i conti privati. La notifica sarà in seguito estesa a tutti i capitali.Su questa normativa si basano in buona parte i nuovi standard elaborati dall’Ocse per l’introduzione dello scambio automatico d’informazioni a livello mondiale.Si tratta di una procedura molto complessa con la quale bisogna identificarli, contattarli, spiegare di cosa si tratta e chiedere se sono disposti a lasciar trasmettere i loro dati.I clienti possono rifiutare la consegna dei loro dati. In tal caso, le banche sono infatti tenute a notificare a Washington il numero e il valore complessivo degli averi non dichiarati. Per ottenere le informazioni richieste, l’Irs potrà far scattare una domanda di assistenza amministrativa per tutto il gruppo di clienti recalcitranti.La normativa prevede un potente arsenale di sanzioni contro banche o clienti recalcitranti, a cominciare da una ritenuta del 30% su tutti i pagamenti di titoli, interessi o altri redditi di origine americana. Gli istituti finanziari rischiano inoltre di essere estromessi dal mercato interbancario internazionale.Al programma americano devono pure aderire tutti i gestori patrimoniali, i fiduciari, gli assicuratori e perfino le grandi aziende industriali, dal momento che hanno importanti attività finanziarie. Tutte queste società sono tenute a registrarsi presso l’Irs per evitare di essere considerate non cooperative. Un cambiamento per Giovanni D´agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti”, che imporrà severi limiti al segreto bancario e alla possibilità di mantenere dei "paradisi fiscali", con riferimento anche alla lotta contro il riciclaggio dei capitali, contro le attivita´ criminali organizzate e il terrorismo. L´augurio è che per il principio della reciprocità gli Stati uniti saranno disposti a fornire i loro dati bancari agli altri paesi sottomessi al nuovo regime Fatca, con lo scambio automatico d’informazioni tra le autorità fiscali volta a combattere elusione ed evasione fiscale.  
   
   
BRUXELLES, SEMINARIO FORMATIVO DI REGIONE VENETO E UNIONCAMERE  
 
 Bruxelles, 1 luglio 2014 - Due giornate di “full immersion” a Bruxelles per scoprire tutte le opportunità di finanziamento della nuova programmazione europea 2014-2020. Ha fatto il pieno di partecipazioni il tradizionale seminario formativo annuale organizzato dalla Sede di Bruxelles della Regione Veneto in collaborazione con Unioncamere del Veneto. Ieri e oggi Casa Veneto ospita 50 partecipanti tra imprenditori, funzionari regionali e camerali, che possono così seguire sessioni specifiche sui singoli programmi comunitari, illustrati da funzionari della Commissione europea. Il seminario, infatti, è dedicato in particolare ai rappresentanti degli enti domiciliati, ovvero a quelle imprese, università, associazioni ed enti pubblici che scelgono di appoggiarsi alla Sede di Bruxelles per avere un’assistenza qualificata a livello europeo. “I fondi europei non devono essere considerati solo un’occasione per dare ossigeno a un mercato in crisi di liquidità – afferma l’assessore veneto al bilancio, Roberto Ciambetti –. Devono costituire la molla per spingere le nostre imprese e la nostra classe dirigente a mettere al centro l’innovazione e la ricerca, per essere in grado di competere con le realtà socioeconomiche più avanzate. Capirne i meccanismi e le regole del gioco è fondamentale. Per questo resta essenziale favorire un contatto diretto tra l’Unione europea e i singoli attori locali, grazie al supporto istituzionale e formativo della Regione”. Orizzonte2020, Life, Cosme, Erasmus+, nonché le particolarità degli strumenti finanziari riservati alle Pmi e i dettagli sulla politica di coesione e i fondi strutturali in Veneto sono solo alcuni dei temi toccati dai dieci relatori della Commissione invitati a Casa Veneto, a pochi giorni di distanza dall’approvazione, in giunta, del Por-fesr 2014-2020 da quasi 600 milioni di euro, ripartiti in sette assi prioritari. “L’attenzione alle imprese rimane prioritaria: lo dimostrano i 160 milioni di euro destinati alla competitività delle Pmi, ma anche gli oltre 103 milioni di euro assegnati all’asse Ricerca, Sviluppo tecnologico e innovazione – precisa Ciambetti –. Le risorse stanziate attraverso i fondi strutturali devono però accompagnarsi a una partecipazione efficace ai finanziamenti gestiti direttamente dall’Ue. E tenere gli occhi aperti su Bruxelles ”. Una linea di pensiero condivisa anche da Fernando Zilio, presidente di Unioncamere del Veneto, allarmato dalla riforma del sistema camerale messo in atto dal Governo che contiene il dimezzamento dei diritti camerali e la proposta di accorpamento degli uffici regionali: “Nella sfida per gli obiettivi di Europa2020 – ha detto – è fondamentale il rapporto tra la Regione e Unioncamere del Veneto: all’Europa versiamo tanti soldi. Dobbiamo essere capaci di andare a prenderci quello che ci aspetta, con le giuste modalità. Se sparisse Unioncamere del Veneto, verrebbe a mancare un servizio fondamentale per il territorio. E con la Regione, qui a Bruxelles, possiamo fare ancora molto per le imprese”.  
   
   
REGIONE EMILIA-ROMAGNA E ASSIA RINNOVANO IL LORO ACCORDO DI AMICIZIA E COLLABORAZIONE, FIRMATO QUESTA MATTINA IN ASSEMBLEA LEGISLATIVA DAL PRESIDENTE VASCO ERRANI E DAL MINISTRO PRESIDENTE DELL´ASSIA VOLKER BOUFFIER.  
 
Bologna, 1 luglio 2014 – L’emilia-romagna e l’Assia rinnovano il loro rapporto di collaborazione, sottoscrivendo una dichiarazione di amicizia tra le due regioni e l’intento di rinnovare l’accordo con nuovi contenuti, anche nel campo universitario, scolastico e della formazione, nel settore termale e in quello vitivinicolo. L’accordo è stato siglato ieri mattina dal Presidente della Regione Vasco Errani e dal Ministro presidente dell’Assia Volker Bouffier, nel corso di un incontro ufficiale presso l’aula dell’Assemblea legislativa. All’incontro, oltre alla delegazione tedesca, hanno preso parte la presidente dell’Assemblea legislativa Palma Costi e gli assessori alla Scuola Patrizio Bianchi, al Turismo Maurizio Melucci, all’Agricoltura Tiberio Rabboni, alla Cultura Massimo Mezzetti e alle Attività produttive Luciano Vecchi. “Sono certo che rilanceremo con reciproca soddisfazione la nostra collaborazione – ha detto il presidente Vasco Errani – L’accordo con l’Assia ci consentì di essere presenti in Europa quando ancora le Regioni italiane non potevano avere una rappresentanza a Bruxelles. Avere una sede in comune ha significato non solo un modo per ridurre i costi, ma soprattutto ha implementato le nostre relazioni e la nostra capacità di stare insieme. Le Regioni debbono avere un ruolo, se vogliamo un Europa più forte e con nuove funzioni”. “Con il presidente Errani abbiamo avuto modo di discutere in modo approfondito del ruolo del nostro partenariato e del ruolo dei land e delle regioni in Europa – ha detto il Ministro Presidente dell’Assia Volker Bouffier - Concordo pienamente con lui, l’Europa dei cittadini diventerà sempre più importante. Condividiamo uno spazio comune e siamo gli unici a confrontare il nostro lavoro, con un’integrazione europea che rappresenta il futuro. Vogliamo ulteriormente approfondire il nostro partenariato, perché in questo modo rafforzeremo anche l´Europa”. “Pensiamo si debba creare un network per aggregare tutte le analoghe istituzioni a livello europeo – ha detto la presidente dell´Assemblea legislativa Palma Costi – i territori devono essere coinvolti a livello decisionale, superando la contrapposizione tra Europa degli Stati e Europa delle Regioni. Deve essere questo il prossimo obiettivo della proficua collaborazione tra l´Emilia-romagna e l´Assia, due delle Regioni più avanzate d´Europa”. Un esperienza concreta, ha assicurato la presidente, con la commissione Affari generali ed istituzionali dell’Assemblea legislativa che ha preso questa mattina accordi per avviare un percorso condiviso insieme alla commissione tedesca competente nelle stesse materie, per definire un quadro comune e coerente di collaborazione tra attori istituzionali, come ha assicurato il presidente della commissione Marco Lombardi, presente in Aula insieme ai colleghi Sandro Mandini, Anna Pariani, Mauro Manfredini, Mauro Manfredini, Gabriele Ferrari e Mario Mazzotti. Anche Norbert Kartmann, presidente del Parlamento regionale dell´Assia, si è detto sicuro del ruolo costruttivo nella casa comune che è l´Europa per Assia e Emilia-romagna. “Due Regioni – ha detto in aula - che già a partire dell´esperienza della sede Comune a Bruxelles sono una testimonianza più unica che rara di una Europa senza confini e che quindi hanno il compito non da poco di creare una Europa delle Regioni". La Regione dell’Assia ha un rapporto di collaborazione con la Regione Emilia-romagna da 22 anni, e due province e 16 comuni emiliano-romagnoli sono gemellati con analoghi enti della regione tedesca. La delegazione tedesca, in visita in Emilia-romagna dal 29 giugno al 1° luglio, è composta da 36 esponenti del mondo politico, economico, universitario e della formazione della Regione tedesca dell’Assia, guidata dal Ministro Presidente Volker Bouffier. Tra gli esempi della collaborazione sviluppati tra le due Regioni, che coinvolgono anche soggetti pubblici e privati dei due territori, vi sono come ricordato l’Ufficio comune a Bruxelles, la Fondazione Scuola di Pace di Montesole, il network europeo delle politiche giovanili, la rete dei sindacati europei, la collaborazione sui temi dell’acqua e dell’ambiente, degli anziani, in campo economico, tra i festival cinematografici, l’orchestra Jazz, il concorso Jugendpreis e lo scambio di giovani scrittori. Nel corso della sua permanenza in Emilia-romagna la delegazione visiterà la Scuola di Pace di Montesole, l’Enoteca di Dozza, Unioncamere, l´Università di Bologna, l’Istituto Serpieri di Bologna, un polo per l’infanzia di Bologna. Sono previste inoltre visite presso i Comuni di Ferrara e di Collecchio, gemellati con comuni dell’Assia, mentre per altri comuni gemellati sono previsti incontri con i rispettivi sindaci, come pure con i rappresentanti delle altre università della Regione. E’ prevista inoltre la visita a Salsomaggiore Terme, allo stabilimento della Barilla e all’Aeroporto di Parma.  
   
   
LOMBARDIA, CORTE CONTI, LA RELAZIONE DEL PRESIDENTE ROBERTO MARONI  
 
 Milano, 1 luglio 2014 - "E´ per me un onore rappresentare, anche quest´anno, l´Amministrazione regionale in questo importante momento di verifica della situazione economico-finanziaria e amministrativa della nostra Regione e raccolgo con piacere l´opportunità di esprimermi in merito agli esiti dell´attività istruttoria svolta". Questo l´incipit del lungo e articolato intervento del presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, al Giudizio di parificazione del rendiconto generale della Regione Lombardia per l´esercizio finanziario 2013. Molti Risultati Positivi - "Ho ascoltato con grande attenzione e interesse gli interventi di chi mi ha preceduto - ha detto Maroni - e sono lieto che la Corte apprezzi i molti risultati positivi raggiunti da Regione Lombardia, nonché il lavoro e le azioni da questa intraprese per raggiungerli. Mi sembra, dunque, doveroso partire dai dati sulla gestione finanziaria". Ottimizzate Risorse - "L´amministrazione regionale - ha proseguito il presidente -, nonostante il contesto ancora caratterizzato dal perdurare della crisi economica e da stringenti limiti imposti dal Patto di stabilità, oltreché dalla riduzione di risorse statali a copertura di obbligazioni già assunte, ha ulteriormente concentrato i propri sforzi per ottimizzare l´uso delle risorse disponibili". Razionalizzazione Spese E Riduzione Dirigenti - "Ferma la volontà di non incidere sulla pressione fiscale - ha spiegato -, che, anzi, stiamo cercando di ridurre, ove possibile, anche al fine di sostenere consumi e investimenti, l´azione di governo, per ciò che riguarda il mantenimento degli equilibri di bilancio nel 2013, si è orientata sulla ulteriore razionalizzazione delle spese di funzionamento, anche al fine di ´liberare´ risorse da destinare alle politiche di investimento, di fondamentale importanza per il sostegno della ripresa economica". "In quest´ottica - ha proseguito il presidente - si è agito sulla dotazione organica, ottenendo, (come riscontrato dalla Corte) un ´positivo trend di riduzione´, anche per quanto riguarda il livello dirigenziale". "Il percorso è ancora in atto - ha chiarito Maroni -: il Collegato regionale 2014, infatti, prosegue lungo la stessa direttrice, riducendo ulteriormente, in maniera strutturale, i costi del personale dirigenziale di Regione Lombardia e degli Enti del sistema regionale, in modo da poter disporre di tali risorse a sostegno principalmente delle piccole e medie imprese lombarde. A ciò si aggiunga che l´Amministrazione regionale ridurrà del 10 per cento la dotazione organica dei dirigenti, passando da 225 dirigenti a 200". Gli Altri Numerosi Risparmi - "Analoghe azioni - ha informato il numero uno di Palazzo Lombardia - sono state poste in essere con riferimento: alle spese destinate al funzionamento tanto del Consiglio quanto della Giunta (indennità assessorili, indennità di missione, spese di rappresentanza); alle spese destinate a convegni, formazione, comunicazione e consulenza; ai costi di indebitamento, anche grazie all´oculata gestione del flusso di cassa, che ha consentito la mancata contrazione di nuovo debito/anticipazioni. Abbiamo, inoltre, agito sui costi delle auto di servizio, attraverso la centralizzazione del sistema di gestione e prenotazione (nel triennio 2010/2012, le auto di servizio sono diminuite del 23 per cento), nonché sulle spese di affitto, che si sono pressoché azzerate a seguito della riunificazione logistica delle sedi". Diminuito Debito Pregresso - "Ulteriori risparmi - ha proseguito Maroni - sono stati poi ottenuti grazie all´attività di digitalizzazione e semplificazione dei procedimenti, nonché attraverso l´effettuazione di gare aggregate da parte della Centrale acquisti regionale (Arca). L´oculatezza nella gestione delle risorse a disposizione ha quindi consentito, come rilevato dalla Corte in sede di evidenza dei risultati di bilancio, di conseguire un risultato importante: per il terzo esercizio consecutivo Regione Lombardia chiude la gestione non solo non contraendo nuovo debito ma, anzi, diminuendo il debito pregresso (miglioramento di ben 409 milioni rispetto alla gestione 2010, pari al 22 per cento)". Inidicatori Di Bilancio Positivi - "Anche gli indicatori di bilancio si mantengono a livelli estremamente positivi - ha evidenziato il governatore -, a testimonianza dell´elevato grado di efficienza, sia sotto il profilo delle ´entrate´ (capacità di accertamento e riscossione, attendibilità previsione di cassa e di competenza, smaltimento residui), sia sotto il versante della ´spesa". "Ci viene inoltre riconosciuto - ha specificato - che la gestione finanziaria è stata condotta nel pieno rispetto dei principi di prudenzialità, come dimostrato dal trend degli accertamenti delle entrate tributarie (nettamente superiori agli stanziamenti iniziali) e dalla copertura del fondo residui perenti, superiore al livello consigliato dalla stessa Corte". Grande Affidabilità - "Queste performance - ha osservato Maroni - rendono Regione Lombardia un soggetto estremamente affidabile. E sono orgoglioso di ricordare che le Agenzie di rating assegnano a Regione Lombardia una valutazione superiore a quello dello Stato italiano, riconoscendo alla nostra Amministrazione la capacità di mantenere solidi indicatori di performance finanziaria, quali il basso debito, la robusta liquidità, la mancanza di passività potenziali. Inoltre, è stato, come ogni anno, rispettato il Patto di stabilità interno, coniugando altresì l´esigenza di utilizzare appieno le risorse disponibili rientranti nel tetto di spesa". Politiche Di Sviluppo – “L´abbattimento del debito - ha spiegato il presidente - non ha costituito un freno alle politiche di sviluppo. Al contrario nel 2013 abbiamo incrementato la spesa per investimenti rispetto all´esercizio precedente, finanziandola interamente con risorse proprie, in particolare con risparmio pubblico (che consegue appunto ai risparmi di spesa corrente)". "L´obiettivo di stimolare gli investimenti e di immettere liquidità nel circuito produttivo su tutto il territorio regionale - ha ribadito il presidente - è stato perseguito con particolare pervicacia, con azioni mirate e pluridirezionali. Ci si riferisce, ad esempio, all´esperienza del Patto di stabilità territoriale, che, anche quest´anno, Regione ha proseguito, per alleggerire i vincoli di finanza pubblica degli Enti locali virtuosi bloccati dal Patto di stabilità". Tempi Di Pagamento Più Celeri - "Mi riferisco anche agli sforzi per ridurre i tempi di pagamento dei fornitori della Regione e del Sistema regionale - ha evidenziato Maroni -, che hanno permesso di raggiungere risultati indubbiamente positivi: si pensi, per esempio, che le procedure organizzative implementate hanno consentito di garantire ai fornitori della Giunta regionale tempi medi di pagamento di 17 giorni". Più Controlli Interni - "Non meno attenzione - ha aggiunto - è stata dedicata al profilo dei controlli sull´attività amministrativa, ulteriormente potenziata. Non pare necessario ricordare che, conformemente alla normativa di settore, la Regione è oggi dotata di un controllo di regolarità contabile, di un controllo di regolarità amministrativa, di un controllo di gestione, di un controllo strategico e del sistema di valutazione dei dirigenti. Questo quadro si completa con un ulteriore presidio, di conformità e di sistema, attuato con le modalità dell´auditing. Quale prezioso organo di supporto alla Giunta, opera inoltre il Comitato dei controlli, il cui operato trova ampio riscontro e apprezzamento nella relazione della Corte". Più Controlli Sul Sistema Regionale - "Dal 2010, con la istituzione dell´Unità organizzativa Sistema dei controlli e Coordinamento organismi indipendenti - ha poi ricordato il presidente - all´audit interno è stata affiancata analoga funzione di auditing per gli enti del sistema regionale, adempiendo, anche così, al precetto statutario (art. 48) che prevede che gli enti del sistema regionale ´siano sottoposti al controllo e alla vigilanza della Regione´". "Con Legge regionale n. 9 del 2011 - ha proseguito - è stato costituito il Comitato regionale per la Trasparenza degli appalti e sulla Sicurezza dei cantieri, con il compito di vigilare sulla trasparenza delle procedure e sulla sicurezza dei cantieri, monitorando la trasparenza e il rispetto della normativa vigente in materia di contratti di lavori, servizi e forniture e degli investimenti pubblici". Impegno Per La Legalità - "In un quadro già sufficientemente articolato - ha sottolineato Maroni - Regione Lombardia ha deciso di confermare e implementare il proprio impegno nell´affermazione dei principi di legalità, trasparenza ed etica pubblica, attraverso la promozione di una serie di interventi di collaborazione con importanti istituzioni operanti sul territorio e, in particolare, attraverso la sottoscrizione di alcuni specifici Protocolli a garanzia della legittimità e trasparenza della propria attività amministrativa. In primo luogo, merita di essere menzionato il Protocollo di intesa del giugno 2013, sottoscritto con questa Sezione regionale di Controllo, con il quale è stato messo a disposizione l´accesso informatico al sistema di contabilità regionale, al fine di agevolare le verifiche sulla regolarità e legittimità della gestione svolte nell´ambito del giudizio di parificazione. Protocollo Con Guardia Di Finanza - "Non meno incisivo - ha proseguito il presidente - è il Protocollo Quadro di intesa tra la Regione Lombardia e la Guardia di Finanza, Comando regionale della Lombardia, avente a oggetto il coordinamento dei controlli e lo scambio di informazioni in materia di finanziamenti, contributi ed erogazioni (comunitari, nazionali e regionali) e di spesa sanitaria. Sempre in tema di controlli, il 7 giugno scorso è entrata in vigore la legge regionale n. 17/2014, che disciplina e riordina l´assetto organizzativo dei controlli interni della Regione, sin qui sviluppati, prevalentemente, in via amministrativa". Potenziata Attività Comitato - "Inoltre - ha continuato il governatore - è stata potenziata l´attività del Comitato dei controlli, attribuendo allo stesso il compito di monitorare rilevanti aspetti gestionali quali, ad esempio, le procedure seguite dalla Direzione generale Salute, la gestione delle fidejussioni da parte delle Direzioni, l´efficacia dei bandi regionali, il sistema di finanziamento delle società in house, l´assolvimento da parte degli enti e delle società regionali degli obblighi pubblicitari previsti dal Decreto legislativo 33/2013. Anche le recenti attività di audit sul contenimento della spesa pubblica nelle società regionali si iscrivono nell´ambito del controllo analogo che la Regione svolge sulle proprie società e che consegue alla precisa volontà della Regione di assicurare la correttezza dell´azione amministrativa anche da parte degli enti e delle società strumentali". Collegio Revisori Dei Conti - “Ancora, e non di minore importanza, - ha ricordato Maroni - Regione Lombardia si è dotata del Collegio dei revisori dei conti, recentemente insediatosi, che già sta esaminando, oltre al rendiconto 2013, la manovra di Assestamento 2014 approvata dalla Giunta, che sarà approvata dal Consiglio regionale entro la fine del mese di luglio". Piano Corruzione - "Ricordo poi - ha proseguito - l´approvazione del Piano Triennale di prevenzione della Corruzione per il triennio 2014-2016. Questo provvedimento, che comprende altresì il Programma triennale per la Trasparenza e l´Integrità, offre un quadro della valutazione dei livelli di esposizione al rischio-corruzione e degli interventi organizzativi più idonei a prevenire il medesimo rischio". Maggiore Trasparenza - "Per garantire poi una sempre maggiore trasparenza - ha aggiunto il governatore lombardo -, è stato inoltre avviato il percorso attuativo della certificabilità tra gli enti e le aziende del Servizio sanitario regionale, con l´obiettivo di raggiungere, entro il 2016, standard organizzativi, contabili e procedurali tali da permettere a questi enti di sottoporsi a controlli e revisioni periodiche da parte di soggetti terzi". Attenzione A Rilievi Mossi - Infine il presidente, riguardo i rilievi della Corte sulla gestione dell´esercizio 2013 di Regione Lombardia, ha desiderato rimarcare che "sono stati attentamente considerati e mi impegno, laddove possibile, a individuare rapidamente, con l´ausilio delle strutture regionali, soluzioni adeguate, anche con riferimento all´affinamento delle procedure". "A questo proposito - ha spiegato - ritengo utile evidenziare che, nel contesto normativo vigente, sono state avviate tutte le necessarie operazioni per la messa a punto di una piattaforma, con cui si realizzerà un sistema di pianificazione delle risorse, che avrà lo scopo di integrare tutti i processi rilevanti di gestione economico e finanziaria della Regione". Sistema Su Operazioni Contabilita´ - "Il primo risultato - ha proseguito - si è ottenuto con la realizzazione del sistema di rilevazione delle operazioni di contabilità economico-patrimoniale, attraverso il quale è stato possibile redigere il bilancio di esercizio al 31.12.2013 (Stato Patrimoniale e Conto Economico). Inoltre, l´armonizzazione dei sistemi contabili, tuttora in corso, rappresenta un presupposto essenziale per la confrontabilità territoriale della spesa pubblica e sicuramente costituisce il presupposto informativo per l´effettiva attuazione del federalismo fiscale". Confermato Impegno Per Leale Collaborazione - "In conclusione - ha terminato Maroni - confermo l´impegno della Regione Lombardia alla leale collaborazione con la Corte, nel reciproco interesse di risolvere le criticità e rendere il miglior servizio possibile a tutti i nostri cittadini´. Gdo, Fava: restituire redditività a produttori 30 giugno 2014 (Ln - Milano) "Mi compiaccio che anche l´Antitrust, dopo un´accurata indagine, sia finalmente giunta alle conclusioni che la Grande distribuzione influisce forse un po´ troppo sulla redditività degli altri anelli della filiera, senza apportare alcun beneficio al consumatore finale. È da oltre un anno che lo dico, nella veste di responsabile dell´Agricoltura della Lombardia, e mi auguro che i tavoli interprofessionali sul latte e della filiera suinicola, convocati al Ministero delle Politiche agricole il prossimo 3 luglio, possano riportare l´attenzione anche su questi temi, come auspicato da tempo dal sottoscritto". Lo afferma l´assessore all´Agricoltura della Lombardia Gianni Fava. Acquisti Centralizzati Rafforzano Oligopoli - Fava evidenzia come, nel tempo, la Grande distribuzione organizzata abbia imposto con sempre maggiore forza i propri prezzi, "rafforzando tali dinamiche con la costituzione di strutture centralizzate per l´acquisto e arrivando, come nel caso della filiera suinicola o di alcuni segmenti dell´ortofrutta, a esasperare lo scenario di mercato, annullando quasi totalmente la marginalità del mondo agricolo". Risorse Per Aggregare Produttori - Positivo, dunque, per l´assessore lombardo, intervenire con gli strumenti previsti dalle normative antitrust, "affinché vengano rispettate le dinamiche del libero mercato e le leggi della domanda e dell´offerta". "La Regione Lombardia - annuncia Fava - nel prossimo Programma di sviluppo rurale metterà a disposizione risorse mirate per favorire l´aggregazione dei produttori, come raccomandato anche dalle politiche comunitarie".  
   
   
CORTE CONTI, MARONI: PROMOSSO NOSTRO ESERCIZIO FINANZIARIO 2013  
 
Milano, 1 luglio 2014 - "Sono molto soddisfatto, anche perché questo era il giudizio sul mio primo anno da governatore". Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, al termine del Giudizio di parificazione del rendiconto generale della Regione Lombardia per l´esercizio finanziario 2013 presso la Corte dei Conti. Obiettivo Raggiunto - "La Corte dei Conti - ha sottolineato - ha stabilito che la nostra è una gestione finanziaria sana e che abbiamo fatto una gestione efficiente dei fondi comunitari. E´ esattamente l´obiettivo che volevo raggiungere". Stimolo A Proseguire - Per il governatore lombardo il positivo giudizio espresso dalla Magistratura contabile "ci dà lo stimolo per continuare in questa direzione". "Ho sottolineato - ha aggiunto - il costante colloquio, quasi quotidiano, con la Magistratura contabile, che ci serve per risolvere le criticità che ci vengono segnalate".  
   
   
COMO, NAVA: LEGGE DELRIO LACUNOSA, SERVIZI A RISCHIO  
 
Como, 1 luglio 2014 - "La Legge Delrio è lacunosa e ha grosse incognite. L´obiettivo principale della Regione Lombardia e di tutti gli enti locali deve essere quello di ridurre al minimo gli impatti negativi che la sua applicazione rischia di provocare sui cittadini". E´ quanto ha detto Daniele Nava, sottosegretario alle Riforme istituzionali, Enti locali, Sedi territoriali e Programmazione della Regione Lombardia, che a Como ha incontrato la Prefettura, la Provincia, i Comuni e le Comunità Montane per aggiornare i rappresentanti del territorio sui vari aspetti e le implicazioni della Legge e raccogliere osservazioni e proposte. L´incontro di Como è il secondo - dopo Lecco - di una serie di appuntamenti che vedrà il sottosegretario Nava toccare tutte le province lombarde entro la fine di luglio. Province Non Sono State Abolite - "Contrariamente a quanto si pensi - ha proseguito Nava - la Legge Delrio non abolisce le Province che, al contrario, continuano ad esistere come enti di secondo livello, per altro con competenze importanti come quelle relative a: edifici scolastici (scuole secondarie), manutenzione delle strade e lavori pubblici, pianificazione territoriale, alcuni capitoli del tema ambiente". Bilanci - "Il problema principale oggi - ha sottolineato Nava - è quello dei fondi. Le Province non hanno i soldi per esercitare queste competenze o altri compiti delicati come l´assistenza ai disabili. Il Governo dovrà dunque ripristinare gli stanziamenti che ha tagliato. Altrimenti il rischio è che i ragazzi debbano stare in aule senza riscaldamento o che la neve non venga spalata o che non vengano riparate le buche nelle strade". Entro il 30 settembre, per altro, si dovranno svolgere le elezioni per i nuovi organi provinciali. Gestioni Associate E Fusioni - La Legge Delrio interviene anche sulle gestioni associate. "Il nostro impegno - ha detto ancora Nava - è di aprire un confronto serio e approfondito quanto prima anche su questo tema. Credo che sia necessario stabilire regole chiare e risolutive". Anche sulla fusione dei Comuni, secondo Nava, "va aperta una riflessione". Distribuzione Competenze - Regione Lombardia negli ultimi 20 anni ha delegato moltissime funzioni alle Province, oggi oggetto di riordino. Regione Lombardia ha già completato la ricognizione tecnica relativa alla redistribuzione delle competenze. "E´ in corso - - ha concluso Nava - una valutazione politica sulle singole materie per stabilire se lasciare le competenze alle Province o riassegnarle. La cosa migliore sarebbe mantenere le funzioni decentrate ma occorre valutare caso per caso".  
   
   
SARDEGNA: I PRIMI CENTO GIORNI DELLA GIUNTA PIGLIARU  
 

Cagliari, 1 luglio 2014 - Il Presidente Francesco Pigliaru e gli assessori della Giunta da lui guidata hanno presentato alla stampa il bilancio dei primi cento giorni di attività. Il presidente ha ricordato i punti principali della sua campagna elettorale e li ha confrontati con le azioni di governo effettivamente realizzate. Dalla battaglia per acquisire risorse con il superamento dei vincoli del patto di stabilità, allo sblocco di tutti i cantieri tenuti chiusi dalla lentezza della burocrazia, alla capacità di attrarre investimenti, il Presidente ha ripercorso l´attività della giunta tenendo come punti di riferimento costanti la necessità di creare lavoro e l´obiettivo di rendere più agile ed efficiente la macchina organizzativa della Regione. Http://www.regione.sardegna.it/documenti/
1_50_20140630190843.pdf

 

 
   
   
BASILICATA: SUL WEB GLI ATTI DEL CONSIGLIO REGIONALE  
 
 Potenza, 1 luglio 2014 - Da ieri la banca dati del Consiglio regionale è disponibile al pubblico. Collegandosi al sito istituzionale dell’ente ( www.Consiglio.basilicata.it/atticonsiglio ) è possibile consultare gli atti prodotti dall’Assemblea (deliberazioni, mozioni, interrogazioni, pareri delle Commissioni consiliari permanenti, ordini del giorno) e le deliberazioni dell’Ufficio di Presidenza fino alla precedente legislatura. Le deliberazioni dell’ufficio di Presidenza dell’attuale legislatura saranno, invece, pubblicate non appena sarà terminata la fase di sperimentazione in corso del sistema informativo dei provvedimenti digitali, che prevede la digitalizzazione di determinazioni e disposizioni dirigenziali oltre che delle deliberazioni dell’Ufficio di Presidenza. Sempre da ieri sono disponibili sul sito web dell’ente, nella sezione Amministrazione Trasparente - Pagamenti dell’Amministrazione ( http://www.Consiglio.basilicata.it/consiglionew/site/consiglio/detail.jsp?otype=1040&id=695835 ), i mandati di pagamento e i relativi provvedimenti di liquidazione emessi dal Consiglio regionale. “E’ un altro piccolo passo verso la trasparenza - ha affermato il presidente del Consiglio regionale Piero Lacorazza – che l’Ufficio di Presidenza ha voluto, nel doveroso rispetto delle norme che regolano la materia, con l’obiettivo di favorire la conoscenza degli atti e dei documenti prodotti dall’Assemblea e di consentire in ogni momento ai cittadini di partecipare alla vita pubblica. C’è ancora molto da fare, ne siamo consapevoli, ma l’apertura al pubblico della banca dati, che andrà certamente implementata e migliorata, è la precondizione per portare la nostra Assemblea legislativa verso gli open data, che richiedono anche un investimento tecnologico e che saranno oggetto della nostra attenzione nei prossimi mesi”.  
   
   
ABRUZZO: D´ALFONSO, ROMPERE ISOLAMENTO E CREARE ALLEANZE  
 
L´aquila, 1 luglio 2014 - Una regione "aperta" in grado di dare "risposte definitive ai cittadini e di generare nuova linfa di crescita per le imprese e per la società abruzzese in generale". In un intervento durato un´ora il presidente della Giunta regionale, Luciano D´alfonso, nel suo discorso alla prima seduta del nuovo Consiglio regionale che ha aperto la Decima legislatura, ha disegnato il futuro dell´Abruzzo secondo l´idea che "questo governo regionale vorrà portare avanti". Un´idea in grado "già da subito di rimpore il pericoloso isolamento nel quale è caduta questa regione. E´ una priorità essenziale del nostro programma di governo, pensare ad un Abruzzo che sappia rapportarsi con le regioni limitrofe, che sappia parlare il linguaggio nazionale ed europeo delle istituzioni, che ridiventi punto di riferimento di un certo modo di programmare e progettare. Tutto questo - ha detto il presidente D´alfonso nel corso del suo intervento - richiede un´idea nuova e forte di Regione. Non una Regione autoreferenziale e autorefenziata, ma una Regione che si definisca progetto, dimensione progettuale. Potenza di una dimensione progettuale che permetta di realizzare più velocità, più premure, più attenzioni verso le famiglie e le imprese". Il passaggio alla collaborazione e alla rottura di "ogni forma di isolamento" è stato più volte ribadito dal presidente D´alfonso che non ha mancato di tratteggiare le coordinate programmatiche. "La grande sfida - ha sottolineato - è generare collaborazione con due linee di sviluppo: la costa con la collaborazione con Marche e Molise e l´Appennino con Lazio e Umbria. Concepire queste alleanze significa allontanare l´isolamento e la debolezza di questa regione".  
   
   
GLI ATTI APPROVATI DALLA GIUNTA TOSCANA NELLA SEDUTA DI LUNEDÌ 30 GIUGNO  
 

 Firenze, 1 luglio 2014 - Si è tenuta ieri nella Sala Pegaso di Palazzo Strozzi Sacrati la seduta di Giunta regionale, trasmessa in diretta streaming sul sito di Toscana Notizie. Tra i provvedimenti approvati segnaliamo: Autorizzazione all´Erp di Massa Carrara ad utilizzare sei alloggi di edilizia agevolata nel comune di Aulla per ospitare persone evacuate da fabbricati inagibili per l´alluvione del 25 ottobre 2011 (min. 4.33-502) Progetto Treno della Memoria 2015, nona edizione ( min. 6.00-6.15) Piano della cultura 2012-2015 (min. 9.56-11.35) Archivio Video Giunta http://www.Regione.toscana.it/regione/giunta/archivio-video   Atti Approvati Vai alla pagina degli atti approvati dalla Giunta regionale http://www301.Regione.toscana.it/bancadati/atti/indexattig.xml
 Si ricorda che gli atti approvati sono disponibili dopo la loro verbalizzazione da parte degli uffici regionali.

 
   
   
ASSESSORE PUGLIA AL FORUM MEZZOGIORNO AMBROSETTI: "SUD SCOMPARSO DA AGENDA GOVERNI"  
 
Bari, 1 luglio 2014 - “La regione puglia ha messo in campo una politica industriale che sta dando i suoi frutti e una programmazione delle risorse europee che con significative azioni ponte si sta gia legando alla nuova programmazione europa 2020. Solo nelle ultime due giunte abbiamo approvato investimenti per 150 milioni di euro un terzo dei quali in ricerca e innovazione. Ma Senza politiche nazionali coerenti, nessuna politica regionale del Sud come del resto del paese risulterà efficace”. L’ha detto l’assessore allo Sviluppo economico Loredana Capone intervenendo ieri mattina a Bari alla sesta edizione del Forum “Osservatorio Mezzogiorno”. “La prima politica per lo sviluppo è cambiare le regole del patto di stabilità. Negoziare a Bruxelles spese di flessibilità, nettizzare il cofinanziamento nazionale della spesa comunitaria. Per questo vincolo capestro la Puglia non può più spendere”. “Il divario tra il Sud e il resto del Paese è aumentato dalla crisi del 2008 per l’assenza di politiche nazionali di contrasto alla crisi”, ha spiegato l’assessore. “Non c’è politica industriale, della ricerca e dell’innovazione, del credito e finanza, delle infrastrutture. Non c´è nemmeno una politica di investimento nel Sud, il Mezzogiorno è sparito dall’agenda politica di tutti gli ultimi governi. Le politiche di coesione da sole non sono sufficienti a contrastare la crisi soprattutto se sono sostitutive e non aggiuntive. Il Sud paga oggi l’assenza di un quadro nazionale di politiche per lo sviluppo”. “La Puglia – ha continuato Loredana Capone - non è un´isola felice, ma una regione che è all´interno della crisi italiana. Basta però guardare i dati Istat o della banca d’Italia che dipingono la Puglia come un’eccezione nel Mezzogiorno per la sua capacità di spesa, per gli investimenti in ricerca e innovazione e per la performance nelle esportazioni per la quale la Puglia è risultata in vetta alla classifica italiana nel primo trimestre del 2014”. “Con i nostri bandi abbiamo prodotto investimenti per circa 2,5 miliardi, la metà dei quali rivolti a sostenere ricerca e innovazione. Con i soli Contratti di Programma - 44 quelli attivi - abbiamomovimentato in tutto 1,107 miliardi di investimenti e trattenuto multinazionali che volevano andar via”. “Sono state agevolate migliaia di imprese che hanno prodotto eccellenze straordinarie, come quella del distretto della meccatronica, riconosciute da autorevoli ricerche e da tutti i maggiori quotidiani e settimanali economici. Grazie alle politiche regionali sono cresciute start up e imprese innovative”. “Adesso – ha concluso l’assessore - stiamo lavorando alacremente alla nuova programmazione con strumenti innovativi. Ciononostante è necessaria una politica industriale nazionale ed è necessario concertare queste politiche, perché se tutti hanno un ruolo preciso, è importante che l’obiettivo sia comune e il percorso vada in un’unica direzione: la crescita dell’Italia intera, unica e indivisibile anche nello sviluppo”.  
   
   
INFORMEST: ORGANI RINNOVATI E COMPENSI RIDOTTI  
 
Trieste, 1 luglio 2014 - L´assemblea dei soci di Informest, riunita il 27 giugno a Gorizia, ha provveduto al rinnovo delle cariche sociali e alla determinazione dei compensi. Presidente del nuovo Consiglio di Amministrazione dell´Associazione è Enrico Bertossi, designato dalla Regione Friuli Venezia Giulia. A rappresentare la Regione Veneto è Giovanni Pavan, per il quale è stato proposto l´incarico di vicepresidente; incarico per cui si attende l´intesa con l´Ice, l´Agenzia per la promozione all´estero e l´internazionalizzazione delle imprese italiane. Consiglieri sono Marinella Loddo (designata dall´Ice), Gianluca Madriz (Unioncamere) e Raffaele Farella (Trentino Alto Adige). Il nuovo Collegio dei Revisori è composto dal Amalfia Rizzi, presidente, designata dall´Ice; Vittorio Pella (Regione Fvg), Marcello Martellato (Regione Veneto). Per quanto riguarda i compensi, in attuazione ai principi di contenimento della spesa pubblica, quelli di presidente e vicepresidente del Consiglio di Amministrazione, e dei componenti del Collegio sindacale sono stati ridotti del 5 per cento rispetto a quelli stabiliti nel novembre 2011. Ammonta a 22 mila euro lordi il compenso del presidente del Cda, a 11 mila quello del vicepresidente, mentre i consiglieri avranno diritto a un gettone di presenza di 116 euro lordi. Inoltre è stata eliminata la diaria. Questi i compensi del Collegio: presidente 7.800 euro lordi annui, sindaci 7.120 euro lordi annui, oltre il rimborso delle spese sostenute. Nata nel 1991 come struttura pubblica con una legge del Governo italiano - la 9/1/91 n.19 - con l´obiettivo di promuovere lo sviluppo economico e i processi d´internazionalizzazione, Informest ha poi consolidato la sua posizione di eccellenza diventando una delle quattro agenzie italiane per la cooperazione nell´area del Sud Est Europa. "Per il Friuli Venezia Giulia - ha commentato l´assessore alle Finanze Francesco Peroni - Informest ha la precisa missione di rafforzare la posizione del sistema economico regionale nell´Europa centro-orientale, approfondendo le relazioni già aperte e specializzandosi nei nostri settori più competitivi. Potrà irrobustire la sua azione anche nell´ambito delle cooperazioni transfrontaliere, rendendo più efficace l´azione di penetrazione commerciale. Particolare rilievo, in prospettiva di servizio alla rete degli stakeholder regionali, potrà assumere anche la riconosciuta capacità di Informest nel campo del fund raising europeo".  
   
   
VIA LIBERA DALLA CORTE DEI CONTI AL RENDICONTO 2013 DELLA REGIONE TRENTINO ALTO ADIGE  
 
Trento, 1 luglio 2014 - La Corte dei Conti, Sezioni riunite per la Regione Trentino-alto Adige/südtirol, ha parificato, ieri a Trento, presso Palazzo Geremia, il rendiconto generale della Regione. La Corte dei Conti ha dichiarato regolare il rendiconto generale della Regione Trentino-alto Adige/südtirol per l´esercizio 2013, nelle componenti del conto del bilancio e del conto generale del patrimonio. Il disegno di legge sul rendiconto sarà ora trasmesso dalla Giunta al Consiglio regionale per la successiva approvazione in aula.  
   
   
TRENTINO ALTO ADIGE: 200 MILIONI PER LO SVILUPPO TERRITORIALE DELLE PROVINCE APPROVATI IN COMMISSIONE LEGISLATIVA I DISEGNI DI LEGGE PER LA VARIAZIONE AL BILANCIO DI PREVISIONE  
 
Trento, 1 luglio 2014 - Aumentare le risorse per il sostegno del progetto di investimenti strategici per lo sviluppo del territorio, previsto dalla legge regionale del dicembre 2012. Questo l’obiettivo dei due disegni di legge relativi alla variazione al bilancio della Regione per l’esercizio finanziario 2014, proposti dalla Giunta regionale e approvati ieri dalla 2^ commissione legislativa del Consiglio regionale del Trentino-alto Adige. Con tale variazione si prevede uno stanziamento di ulteriori 200 milioni, 100 per la Provincia autonoma di Trento e 100 per la Provincia autonoma di Bolzano, che saranno utilizzati a sostegno di investimenti atti ad innescare processi di sviluppo sul territorio, come progetti di investimento delle imprese, progetti di internazionalizzazione e progetti di contesto. Con la variazione viene altresì modificata la durata massima delle concessioni di credito, da 15 a 20 anni, in considerazione dei tempi tecnici di istruttoria delle banche. Nella variazione è stata inoltre recepita la diminuzione dello stanziamento a favore degli organi istituzionali della Regione, pari a 75.000 euro, relativa alla riduzione delle spese di rappresentanza della Giunta regionale, decisa lo scorso marzo. I due presidenti, Ugo Rossi e Arno Kompatscher, hanno rinunciato ad usufruire delle spese di rappresentanza che sono scese quindi da 90.000 a 15.000 euro. I disegni di legge di variazione al bilancio della Regione dovrebbe essere approvati dal Consiglio regionale nel corso di una seduta straordinaria, convocata entro la fine di luglio.  
   
   
REGIONE MARCHE E PARTENARIATO ECONOMICO E SOCIALE AL TAVOLO PER LA CONDIVISIONE DELLE POLITICHE STRATEGICHE SULLA PROGRAMMAZIONE COMUNITARIA  
 
Abruzzo, 1 luglio 2014 - Discende dagli indirizzi del codice europeo di condotta sul principio del partenariato la decisione che la giunta regionale ha adottato ieri, su proposta dell’assessore alle Politiche comunitarie, Paola Giorgi, di approvare uno schema di protocollo di intesa sulla politica di coesione 2014-2020 con le parti economico-sociali. Uno strumento destinato ad intensificare il dialogo , la consultazione e la partecipazione nelle fasi di pianificazione , attuazione, sorveglianza dei progetti finanziati dai Fondi strutturali e d´investimento europei (Fondi Esi) che comprendono: il Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr), il Fondo sociale europeo (Fse), il Fondo di coesione (Fc), il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (Feasr) e il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (Feamp). “Il partenariato – spiega l’assessore Giorgi – è il valore fondante della programmazione comunitaria, il coinvolgimento quindi dei partner diventa essenziale per dare risposte più puntuali e aderenti alle esigenze dei diversi territori. Già in fase di definizione del Por la consultazione del partenariato è stata molto ampia e partecipata e la prosecuzione della modalità nella fase di attuazione dei Programmi Operativi trova già basi solide di condivisione. Il protocollo di intesa tradurrà dunque questi principi al fine, non solo di migliorare le performance di utilizzo dei fondi europei in cui le Marche sono tradizionalmente virtuose, ma anche di elevare la qualità e l’efficacia dei programmi in un’ottica di democrazia e trasparenza delle scelte strategiche per lo sviluppo della comunità. Il tavolo di partenariato sarà dunque un ponte ideale fra i bisogni del territorio e i processi decisionali, per la tutela degli interessi organizzati, disponendo del contributo delle parti economiche e sociali in maniera sistematica per realizzare i progetti. Si tratta quindi di un importante strumento ispirato anche ad un’interdisciplinarietà trasversale, che è il frutto dell’ impegno della giunta regionale a garantire un maggiore coordinamento nella programmazione e attuazione della politica regionale. “ Al Tavolo di partenariato economico e sociale siederanno dunque le associazioni rappresentative degli interessi del mondo imprenditoriale e del lavoro, per svolgere un confronto sull’impostazione e l’avanzamento strategico della politica regionale attraverso i Programmi operativi dei diversi Fondi strutturali e d’investimento europei; l’integrazione tra i diversi programmi e sulle strategie settoriali. Partecipano al tavolo l’assessore alle Politiche Comunitarie (che coordina il Forum del Partenariato) e gli assessori alla Formazione, all’ Agricoltura, alle Attività produttive. Sarà istituita una specifica struttura regionale di riferimento per il raccordo tra le diverse fasi partenariali composta da Autorità di Gestione Fesr e Fse, Autorità di Gestione Feasr, Dirigente Servizio Attività Produttive, Lavoro, Turismo Cultura e Internazionalizzazione , Posizione di Funzione Economia ittica, Autorità di gestione Fsc. La sede di confronto e di relazione con il Partenariato sarà su due livelli: uno generale, per una visione organica dell’indice di integrazione tra i singoli Fondi europei e un livello più tecnico e tematico sugli aspetti più operativi della programmazione. Annualmente, per l’intera durata della programmazione 2014-2020, è prevista una sessione annuale di verifica sull’avanzamento strategico della politica regionale unitaria , sui risultati raggiunti nei diversi territori e sull’integrazione delle fonti finanziarie. Il documento prevede anche la creazione di Tavoli territoriali per progetti di sviluppo locale e di progettazione integrata.  
   
   
REGIONE TRENTINO ALTO ADIGE: 200 MILIONI PER LO SVILUPPO TERRITORIALE DELLE PROVINCE  
 
 Trento, 1 luglio 2014 - Aumentare le risorse per il sostegno del progetto di investimenti strategici per lo sviluppo del territorio, previsto dalla legge regionale del dicembre 2012. Questo l’obiettivo dei due disegni di legge relativi alla variazione al bilancio della Regione per l’esercizio finanziario 2014, proposti dalla Giunta regionale e approvati ieri dalla 2^ commissione legislativa del Consiglio regionale del Trentino-alto Adige. Con tale variazione si prevede uno stanziamento di ulteriori 200 milioni, 100 per la Provincia autonoma di Trento e 100 per la Provincia autonoma di Bolzano, che saranno utilizzati a sostegno di investimenti atti ad innescare processi di sviluppo sul territorio, come progetti di investimento delle imprese, progetti di internazionalizzazione e progetti di contesto. Con la variazione viene altresì modificata la durata massima delle concessioni di credito, da 15 a 20 anni, in considerazione dei tempi tecnici di istruttoria delle banche. E´ stata inoltre recepita la diminuzione dello stanziamento a favore degli organi istituzionali della Regione, pari a 75.000 euro, relativa alla riduzione delle spese di rappresentanza della Giunta regionale, decisa lo scorso marzo. I due presidenti, Ugo Rossi e Arno Kompatscher, hanno rinunciato ad usufruire delle spese di rappresentanza che sono scese quindi da 90.000 a 15.000 euro. I disegni di legge di variazione al bilancio della Regione dovrebbe essere approvati dal Consiglio regionale nel corso di una seduta straordinaria, convocata entro la fine di luglio.  
   
   
FVG, GIUSTIZIA: SERRACCHIANI, SISTEMA EFFICIENTE FAVORISCE COMPETITIVITÀ  
 
 Duino, 1 luglio 2014 - "Un sistema Giustizia efficiente per i cittadini e le imprese costituisce parte importante della competitività complessiva del Paese", ha sottolineato il 28 giugno a Duino (Ts) la presidente del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, aprendo i lavori dell´Unione triveneta dei Consigli dell´Ordine degli avvocati. Una riforma organica della Giustizia è quindi "indispensabile al nostro Paese", con l´esigenza di "rivedere sicuramente il processo civile e di riordinare alcune parti della giustizia amministrativa, un tema comunque importante per la Pubblica Amministrazione", ha dichiarato Serracchiani, ricordando altresì che lunedì prossimo entrerà in vigore il processo telematico (con l´informatizzazione delle attività) riguardante i procedimenti civili, "occasione non solo di semplificazione ma anche per poter contare su una giustizia più veloce rispetto ad alcune dinamiche del processo civile". Nello specifico della situazione regionale, la presidente ha rimarcato come Tolmezzo continui a scontare la revisione delle circoscrizioni giudiziarie, "consapevoli delle difficoltà che questo riordino ha generato e dell´opportunità e della necessità di un ripensamento". Tra le altre problematiche sottolineate da Serracchiani, le carenze di organico e, in particolare, la necessità di copertura del personale amministrativo a Gorizia, una situazione critica rimarcata anche dal presidente dell´Ordine degli avvocati di Trieste, Roberto Gambel Benussi, che ha pure evidenziato le difficoltà del tribunale di Trieste che sconta un deficit di personale di cancelleria superiore al 23 per cento. Serracchiani ha peraltro ricordato l´impegno negli anni dell´Amministrazione del Friuli Venezia Giulia per un miglior funzionamento degli uffici giudiziari, grazie al protocollo con il ministero della Giustizia per l´utilizzo di personale regionale nelle cancellerie ed a supporto dell´attività delle Procure e degli uffici del Tar, oltre ad alcuni interventi per l´ammodernamento degli uffici giudiziari nonché il recente accordo sottoscritto con il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, ed il Tribunale di sorveglianza di Trieste per favorire misure alternative alla pena e per l´avvio di percorsi sociali per i detenuti. La presidente della Regione ha infine rilevato ai vertici degli avvocati del Nord Est (il presidente ed il segretario dell´Unione triveneta, Antonio Rosa ed Alessandra Stella, ed il rappresentante Fvg nel Consiglio nazionale forense, Andrea Mascherin) come la riscrittura del Titolo V della Costituzione, con una nuova suddivisione di competenza tra lo Stato e le Regioni, deve prevedere un confronto anche con gli organi dell´Avvocatura.  
   
   
OPERAZIONE MARE NOSTRUM: TARANTO DA SOLA NON PUÒ FARCELA  
 
Bari, 1 luglio 2014 - “Taranto da sola non può farcela. Gli sbarchi e i fenomeni migratori sono una questione grande, nella quale tutta la Puglia è pronta a fare la sua parte, con la generosità e il coraggio di sempre, ma da soli non ce la possiamo fare”. Lo dichiara in una nota l´assessore alla Cittadinanza sociale e Protezione civile, Guglielmo Minervini, commentando così i nuovi sbarchi di queste ultime ore. “La missione Mare Nostrum ha prodotto una preziosa inversione di tendenza: prima raccoglievamo morti, adesso siamo in grado di mettere in salvo migliaia di vite. Ma il percorso umanitario e d´aiuto non può limitarsi a questo, si deve pensare anche al dopo. Concentrare migliaia di persone in un unico punto rischia di mandare al collasso le reti d´accoglienza, il volontariato, tutte le strutture, le varie comunità coinvolte: così come l´Italia giustamente sta chiedendo aiuto all´Europa, in questo momento la Puglia lo chiede al resto d´Italia”.  
   
   
FVG, AUTONOMIE LOCALI: CON DDL PARTE PERCORSO DI RIFORMA  
 
Trieste, 1 luglio 2014 - Un sistema istituzionale coeso e nello stesso tempo policentrico, basato su due pilastri: la Regione e il Comune, quest´ultimo inserito in una logica di "area vasta". Con un obiettivo chiaro: arrivare a un´organizzazione dei servizi per i cittadini più efficiente, snella e meno costosa. Il "motore" di questo sistema sarà il Consiglio delle Autonomie locali (Cal), profondamente rinnovato nella composizione e rafforzato nei poteri. Con la messa a punto dello schema di disegno di legge (ddl) "Riordino del sistema Regione-autonomie locali: individuazione degli Ambiti sovracomunali ottimali (Aso)", presto all´attenzione della Giunta regionale, il percorso della riforma delle Autonomie locali arriva al passaggio decisivo, dopo le leggi già approvate sulle elezioni comunali, sull´abolizione delle Province (proposta di legge costituzionale di modifica dello Statuto) e sui referendum. Nel ddl si individuano innanzi tutto gli Aso, come area adeguata per la promozione e lo sviluppo del territorio, per l´esercizio in forma associata di funzioni comunali, sovracomunali e di area vasta e per la gestione coordinata di servizi. Si punta, in sostanza, a far tendenzialmente coincidere gli Aso con i distretti sanitari e con gli ambiti di pianificazione territoriale. Sul piano istituzionale i Mandamenti così individuati hanno natura giuridica di Unioni fra Comuni, dispongono perciò di potestà statutaria e regolamentare. Il governo è affidato a un´Assemblea (organo di indirizzo, composto dai sindaci e da un numero di consiglieri variabile a seconda della popolazione), a un presidente (eletto fra i sindaci componenti l´assemblea) e a un direttivo (organo esecutivo). Ai Mandamenti viene lasciata ampia autonomia nella definizione dei propri statuti, nel rispetto di alcuni requisiti di democraticità e di rappresentanza delle minoranze. I Mandamenti gestiranno funzioni comunali, provinciali e regionali oltre a quelle delle Comunità montane in fase di soppressione. Nel ddl si indica anche in modo puntuale una riallocazione di funzioni esercitate delle Province sia verso i Mandamenti sia verso la Regione e contemporaneamente una riallocazione di funzioni regionali verso gli stessi Mandamenti. Infine, il ruolo del Cal come organo di consultazione e di raccordo fra Regione ed Enti locali. Nel nuovo assetto, basato sui Mandamenti, al Cal viene attribuita una funzione propositiva che va oltre l´esame dei singoli provvedimenti, per concorrere alla programmazione delle politiche pubbliche e diventare una sorta di "cabina di regia" per la valutazione dell´impatto delle decisioni sui territori. Proprio per questo si prevede di strutturare la sua attività in Commissioni speciali. Al Cal, infine, saranno assegnate anche le funzioni ora svolte dalla Conferenza permanente per la programmazione sanitaria e socio-sanitaria regionale, per i temi che riguardano le politiche sociali.  
   
   
AUTO BLU: REGIONE FVG, METTE IN VENDITA 30 VEICOLI DISMESSI  
 
Trieste, 1 luglio 2014 - Il contenimento della spesa regionale passa anche dalla messa in vendita, mediante pubblico incanto, di veicoli dismessi dall´Amministrazione in quanto ritenuti non più utilizzabili nei normali servizi istituzionali. Una prima partita di 30 veicoli, al quale ne seguirà a breve una quasi equivalente, caratterizzerà l´avviso d´asta che sarà pubblicato sui quotidiani Messaggero Veneto e Il Piccolo domani, domenica 29 giugno, nonché, dal 30 giugno, sul sito ufficiale della Regione (regione.Fvg.it) dove sarà disponibile (così come in tutti gli Urp) tutto la documentazione alla voce menù Bandi e avvisi della Regione. L´asta per singoli lotti è in programma il 22 luglio 2014, con inizio alle ore 9.30, presso il Servizio provveditorato e servizi generali della Regione in Corso Cavour 1, a Trieste. La vendita avverrà a mezzo di offerte segrete in aumento rispetto al prezzo posto a base d´asta, costituito dal valore stimato di ciascun mezzo. Il termine ultimo per presentare le offerte è fissato per le ore 12 del 21 luglio. I veicoli saranno visionabili dal 7 al 18 luglio presso le sedi indicate nelle schede tecniche descrittive dei veicoli messi in vendita.  
   
   
CIG IN DEROGA NEL VENETO: ZAIA: "RIFINANZIARLA SENZA SE, MA, E SENZA GIOCO TRE CARTE CON REGIONI. CARO RENZI, CAMBIA ROTTA O GIOVEDI’ A INCONTRO CON GOVERNO TI RISPEDIAMO TUTTO AL MITTENTE "  
 
Venezia, 1 luglio 2014 - "La Cassa integrazione in deroga va rifinanziata subito, senza se, senza ma e soprattutto senza fare il gioco delle tre carte con le Regioni da parte di un Governo che deve rispondere nel merito e nell’urgenza dei problemi piuttosto che andar in giro per l’Europa con il cappello in mano dalla Merkel. Renzi smetta con gli annunci e faccia un decreto accettabile su un istituto come la cassa in deroga che ha consentito in Veneto la salvaguardia del patrimonio economico e professionale delle imprese”. Con queste parole il Presidente del Veneto, Luca Zaia, commenta gli allarmi lanciati anche oggi, da Mestre (Venezia) dove, nella sede di Veneto Lavoro, si è riunita ancora una volta la Commissione Regionale per la Concertazione tra le Parti Sociali (Crcps) presieduta dall’Assessore regionale al lavoro Elena Donazzan, per aggiornare la questione relativa alla bozza di decreto interministeriale sulla Cig in deroga. Secondo il Governatore veneto “la situazione dei lavoratori interessati sta diventando insostenibile e il Governo deve cambiare rotta, decidere in fretta ma con responsabilità, trovare le risorse necessarie oppure giovedì prossimo a Roma, nell’incontro con il Governo le Regioni, il Veneto per prima, rimetteranno le deleghe a Matteo Renzi”. "Vorrei chiarire una volta per tutte che la Cig in deroga non è un gentile regalo del Governo. Sono soldi che per anni imprese e lavoratori hanno dato alla fiscalità generale e che ora devono essere restituiti al territorio - prosegue Zaia -. Da noi la Cig è stata usata in modo millimetrico e virtuoso dalle imprese (e la Regione può monitorarne in ogni momento l´utilizzo), non si è sprecata una lira, e le aziende hanno utilizzato solo il 22% dei fondi a disposizione : - conclude Zaia - siamo stati virtuosi anche in questo”. Nell’incontro di Mestre, la Crcps ha espresso nuovamente, e in maniera crescente, la preoccupazione che migliaia di imprese e decine di migliaia di lavoratori versino nella più totale incertezza ribadendo, altresì, come la gestione della crisi attraverso il corretto utilizzo della Cig in deroga in Veneto sia stata efficace per salvaguardare aziende e posti di lavoro. “Dallo scorso gennaio ad oggi non abbiamo ricevuto un solo euro dell’annunciato decreto sulla copertura finanziaria degli ammortizzatori sociali – rileva Donazzan – e dunque i lavoratori non hanno percepito alcuna indennità. C’è da chiedersi come facciano a sopravvivere. Il Governo teorizza molto e concretizza poco, rimandando a data da destinarsi il nuovo provvedimento e soprattutto la definizione delle risorse necessarie a coprire il fabbisogno 2014”. “Solo il senso di responsabilità e la forte coesione sociale tra la Regione, i sindacati e le associazioni di categoria – incalza l’Assessore – hanno permesso di “tenere” durante la crisi ma oggi la situazione diventa ingestibile: lavoratori senza stipendio e indennità e imprese costrette a pagare i contributi e le tasse”. In questi anni, la Cassa integrazione in deroga in Veneto ha dato risposte a 85.559 lavoratori e 16.214 aziende in difficoltà; le risorse gestite in modo molto positivo dalla Regione, sono state di 138 milioni 683 mila euro nel 2013. Nel 2014, al 30 giugno, sono 7.933 le aziende che hanno richiesto la Cig in deroga e 39.517 sono i lavoratori, e le loro famiglie, che non stanno percependo indennità. “La cifra che attendiamo per le nostre imprese e i nostri lavoratori, più volte promessa dal Governo – ricorda Donazzan - è di 38 milioni 895 mila euro” Mancano le risorse nazionali anche per un altro ammortizzatore sociale, la mobilità in deroga (relativa a quei lavoratori che hanno terminato la disoccupazione e non sono ancora occupati): oggi, in Veneto, questi lavoratori sono 4.361 per un fabbisogno di risorse che ammonta a circa 34 milioni 371 mila euro. Tabella riassuntiva sulla Cassa integrazione in deroga nel Veneto:
Anno 2013
Aziende Lavoratori Totale Importi pagati
16.214 85.559 138.689.000,00 €
Ann0 2014 (al 30 giugno)
Aziende Lavoratori Totale importi non pagati per mancanza di risorse da parte dello Stato
7.933 39.517 38.895.000,00 €
 
   
   
MARONI: GOVERNO INTERVENGA SU CIG  
 
 Milano, 1 luglio 2014 "Conosco bene l´istituto della Cassa integrazione in deroga, avendolo inventato io quando sono stato ministro. Viene finanziato con la fiscalità generale, quindi è il Governo che mette le risorse. Noi anticipiamo questi soldi, per una scelta nostra senza essere obbligati a farlo, ma possiamo farlo solo se l´Esecutivo stanzia i fondi, altrimenti non possiamo pagare noi la Cig". Lo ha detto il Presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, a margine del Giudizio di Parifica del Rendiconto generale della Regione Lombardia presso la Corte dei Conti, rispondendo alle domande dei giornalisti sull´esaurimento dei fondi Cig 2014. "Mi auguro - ha sottolineato il Governatore - che il Governo intervenga, perché non possono andarci di mezzo i lavoratori".  
   
   
BOLZANO: APPROVATI GLI ORDINAMENTI FORMATIVI DI 9 PROFILI PROFESSIONALI  
 
Bolzano, 1 luglio 2014 - Il modello dell’ordinamento formativo, introdotto con la legge provinciale sull´apprendistato nr.12 del 2012 prevede che la formazione in azienda e quella presso la scuola professionale confluiscano in un documento unico. La Giunta provinciale ha aggiornato recentemente l’ordinamento formativo di nove profili professionali. Gli ordinamenti formativi regolano la formazione degli apprendisti nei due luoghi di apprendimento - azienda e scuola professionale - e sono considerati piano formativo individuale ai sensi delle disposizioni statali (D.lgs. 167/2011, Testo unico sull´apprendistato). Gli ordinamenti formativi comprendono la descrizione del profilo professionale, il titolo conseguibile, la durata dell´apprendistato, il quadro formativo aziendale, la quantità di formazione impartita dalla scuola professionale, il programma quadro didattico e se previsto i corsi extraaziendali obbligatori. Il quadro formativo aziendale contiene le competenze e le conoscenze che in azienda devono essere trasmesse all´apprendista. Recentemente la Giunta provinciale ha approvato gli ordinamenti formativi di nove profili professionali. Si tratta nel dettaglio dei profili professioni relativi a: cuoco, cameriere, elettrotecnico, falegname, muratore, tecnico per impianti funiviari e acconciatore, operatore dell´settore equino e floricoltore e paessagista. Informazioni dettagliate riguardo agli ordinamenti formativi dei nove profili professionali si possono consultare nel sito Internet: http://www.Provincia.bz.it/formazione-professionale    
   
   
LAVORO: FVG, DATI RAPPORTO ANNUALE SERVONO ALLA PROGRAMMAZIONE  
 
Trieste, 1 luglio 2014 - "I numeri del rapporto sul mercato del lavoro non sono positivi e però ci servono, sono indispensabili alla programmazione e ci danno la capacità di ritararla con l´attenzione necessaria al rapporto tra gli studi che vengono fatti, le persone e le loro storie e le cose da pianificare e decidere". Questa, per l´assessore regionale al Lavoro Loredana Panariti, è la funzione di uno strumento che negli ultimi anni ha messo il evidenza le conseguenze della crisi nella nostra regione e che conferma, anche per il 2013, un trend pesante. Secondo lo studio, che alla presenza dell´assessore e del direttore dell´Osservatorio sul mercato del lavoro, Adriano Coslovich, è stato illustrato dal suo coordinatore scientifico, Marco Cantalupi, l´occupazione regionale è scesa nel 2013 sotto la soglia delle 500 mila unità, riportando il Friuli Venezia Giulia ai livelli del 2004. Le province più colpite sono quelle di Gorizia, che ha perso 3 mila occupati rispetto all´anno precedente, e Pordenone, che pur perdendo a sua volta 4.800 occupati rimane la provincia con il tasso di occupazione migliore, pari al 64,7 per cento. In tutta la regione è in flessione netta, rispetto all´anno precedente, il settore delle costruzioni (-11 per cento) ed un calo si registra anche nei servizi, in particolare nel macrocomparto del commercio/ristoranti/alberghi (-2.100 unità) ma anche nelle altre attività (-2.800 unità). Leggera è invece la contrazione nell´industria, mentre sale leggermente l´occupazione in agricoltura (+ 2.300 unità). Per quanto riguarda gli indicatori di crisi, nel 2013 le ore autorizzate di Cig sono state più di 29 milioni, (in Italia hanno superato il miliardo) con un incremento in percentuale del 20 per cento rispetto all´anno precedente, un aumento che ha interessato, per il 90 per cento, le province friulane. In questo quadro i dati significativi sono moltissimi, come ad esempio il tempo necessario per ottenere un lavoro (13 mesi contro i 19 registrati a livello nazionale) la quota dei disimpegnati (nel 2013 ammonta al 18 per cento), il progressivo cambiamento del mondo del lavoro (diminuisce il lavoro a tempo indeterminato, aumentano quello a tempo determinato ed il part- time, mentre è sempre più alto l´utilizzo dei voucher) e la costante terziarizzazione dell´occupazione femminile, con l´80,5 delle donne impegnate nel settore. Un contesto in cui, stando alle statistiche, le donne al primo impiego trovano un lavoro con più facilità degli uomini ma si trovano poi davanti il nodo della seconda assunzione ed il part- time diventa routine, con 1 donna su 3 assunta in questo modo. "Se il vecchio conoscere per deliberare è alla base di tutto - osserva Panariti - è altrettanto vero che, in attesa di questi elementi, non siamo rimasti con le mani in mano". Osservando che "sono necessarie politiche espansive a livello europeo", Panariti ha spiegato che "noi stiamo procedendo con Garanzia Giovani, Piano occupabilità e la predisposizione di nuovi progetti da inserire nella prossima programmazione", un mix di azioni "che va nella direzione di aumentare la formazione e l´occupabilità delle persone, di creare positive relazioni con le eccellenze del Friuli Venezia Giulia e di avviare contatti diretti con le aziende che assumono". Una rete in cui ciascuno fa la sua parte: Centri per l´Impiego, Università, centri per l´orientamento ed Ufficio scolastico regionale, ma anche la nuova Agenzia per il Lavoro che, ribadisce Panariti, "sarà uno strumento decisamente nuovo rispetto al passato". Una rete che corrisponde anche all´impegno della Regione, sottolineato dal direttore centrale al Lavoro Ruggero Cortellino, che ha moderato l´incontro, di favorire l´utilizzo dell´intermediazione. "Ci sono quasi 40 milioni di euro per il Piano Pipol, che contiene sia Garanzia Giovani che Piano occupabilità - ha ricordato Panariti - ma da mettere a disposizione di un sistema che fa perno sulle aspettative dei cittadini ci sono, oltre ai fondi che saranno messi a disposizione della programmazione, tutta una serie di risorse dirette che abbiamo avuto dalla Ue per piccoli progetti finalizzati a nuove correlazioni e nuovi posti di lavoro". "Di fronte ad una situazione negativa è necessario mettere in atto, con forza, politiche attive che, tenendo conto degli elementi usciti da questo primo approfondimento, rispondano alle esigenze del territorio. Stiamo lavorando in questa direzione - ha concluso Panariti - e credo che, nella prossima presentazione di tali politiche nell´ambito della ricerca e dell´innovazione, riusciremo già a mettere in evidenza qualche primo, importante risultato positivo".  
   
   
LA REGIONE LAZIO IN PRIMA LINEA PER L’OCCUPAZIONE GIOVANILE: L’ACCORDO CON I CONSULENTI DEL LAVORO  
 
 Roma, 1 luglio 2014 - La Regione ha firmato un protocollo di intesa con la Fondazione Consulenti per il Lavoro per favorire i giovani e aiutarli a entrare più facilmente nel mondo del lavoro. Più informazioni per i giovani. Tra i principali obiettivi del protocollo c’è proprio quello di informare i giovani in cerca di occupazione su tutte le opportunità lavorative disponibili. In questo modo l’incontro tra domanda e offerta di lavoro si rende più veloce ed efficace. Il Programma europeo Garanzia Giovani. Sono tante le iniziative con cui la Regione intende sostenere l’occupazione giovanile: attraverso un tirocinio, un contratto di lavoro, anche in apprendistato, o tramite percorsi di qualificazione e riqualificazione professionale. Nel Lazio sono oltre 12mila gli iscritti alla Garanzia Giovani: di questi, 7.772 risiedono nella nostra regione e 4.968 in altre regioni. Oltre 3mila i giovani convocati. I colloqui presso i Centri per l’Impiego del Lazio sono già iniziati, e sono stati anche firmati i primi Patti di Servizio. “Il nostro obiettivo è offrire risposte e opportunità concrete, entro 4 mesi dalla firma del patto di servizio, alle migliaia di giovani tra i 15 e i 29 anni – lo ha detto Lucia Valente, assessore al lavoro. La firma di questo Protocollo – ha detto ancora Valente- sancisce la piena collaborazione con i consulenti del lavoro, utile per avviare percorsi di accompagnamento e inserimento al lavoro dei giovani”.  
   
   
BANDO GIOVANI GENERAZIONI, PER IL 2014 DALLA REGIONE EMILIA ROMAGNA 498MILA EURO DI CONTRIBUTI PER LA REALIZZAZIONE DI INTERVENTI DA PARTE DI SOGGETTI PRIVATI.  
 
Bologna, 1 luglio 2014 - Associazioni di promozione sociale, organizzazioni di volontariato, cooperative sociali, oratori, parrocchie, diocesi. Sono i soggetti privati che per il 2014 potranno accedere, attraverso l’apposito bando approvato ieri dalla giunta, ai contributi regionali per la realizzazione di interventi a favore delle giovani generazioni. Complessivamente si tratta di 498mila euro, per le attività di spesa corrente, di cui 150mila euro a sostegno di progetti di valenza regionale, e 348mila euro per progetti di valenza territoriale. “Questo bando si colloca nel quadro di un riflessione complessiva sulle politiche regionali per le giovani generazioni – spiega l’assessore alle Politiche sociali Teresa Marzocchi – . In particolare, l’attenzione all’adolescenza come età complessa, con caratteristiche specifiche che occorre conoscere e riconoscere, è una priorità regionale che si esprime in diversi filoni di intervento. Quest’attenzione, già richiamata nella programmazione territoriale, ha trovato piena legittimazione e sostegno nelle Linee di indirizzo per la promozione del benessere e la prevenzione del rischio in adolescenza”. Altro aspetto importante del bando “è la collaborazione aperta con l’associazionismo allargato – sottolinea l’assessore – oltre al tradizionale terzo settore”. Tra gli obiettivi specifici indicati dal bando, c’è la promozione dell’offerta di opportunità educative per il tempo libero e delle diverse forme di aggregazione, valorizzando gli interventi già esistenti e tenendo conto della realtà scolastica e comunitaria, in modo da ottimizzare e sviluppare risorse e opportunità presenti sul territorio. Altro obiettivo è il sostegno di attività di carattere educativo e sociale (di oratorio o simili, di scoutismo), nonché le attività educative di sostegno a favore di adolescenti e preadolescenti con difficoltà. Infine, c’è la promozione dell’educazione tra pari, in modo da valorizzare il protagonismo dei ragazzi e sviluppare le loro risorse e capacità di aiutarsi tra coetanei. Rispetto agli anni scorsi ci sono alcune novità, a partire dalla valutazione di merito dei progetti territoriali, che sarà realizzata dal Nucleo tecnico di valutazione regionale, eventualmente integrato da un referente tecnico dell’ambito provinciale di riferimento. Tra i criteri per la valutazione dei progetti che verranno presentati è stato introdotto il “visto di congruità” con la programmazione territoriale degli enti locali da parte dell’Ufficio di Piano competente; viene inoltre attribuita una maggiore rilevanza all’attivazione di reti, sia tra i vari soggetti privati, sia per sinergie e collaborazioni con i soggetti pubblici. Infine, per quanto riguarda i progetti territoriali, i budget sono stati disposti su base distrettuale, in rapporto alla popolazione residente in età 11/17 anni.  
   
   
LAVORO, SIGLATO IERI IN REGIONE EMILIA ROMAGNA UN ADDENDUM DI ACCORDO DI PROROGA FINO AL 31 AGOSTO PROSSIMO DEGLI AMMORTIZZATORI SOCIALI IN DEROGA  
 
Bologna, 1 luglio 2014 – Via libera delle forze sociali, economiche ed istituzionali all’addendum di accordo sulla gestione degli ammortizzatori sociali in deroga: si possono sottoscrivere prestazione fino al prossimo 31 agosto. La sigla dell’accordo è arrivata - ieri pomeriggio a Bologna - nel corso del tavolo tecnico di monitoraggio degli ammortizzatori sociali riunito in viale Aldo Moro al quale è intervenuto il presidente della Regione Emilia-romagna Vasco Errani e l’assessore regionale alle Attività produttive Luciano Vecchi. Il documento prende atto “del persistere della crisi che caratterizza il contesto economico regionale” e della lettera del Ministero del Lavoro che stabilisce che si possono sottoscrivere prestazione non oltre al prossimo 31 agosto. L’addendum da continuità, prorogandole, alle intese sottoscritte il 23 dicembre 2013, il 31 marzo 2014 e l’ 8 aprile 2014. Inoltre i sottoscrittori si impegnano affinché “qualora si verificassero problemi nell’applicazione della comunicazione ministeriale, gli oneri conseguenti non possano ricadere sulle imprese e sui lavoratori”, mentre invitano ad estendere la validità dei protocolli delle Amministrazioni provinciali - sottoscritti con gli Istituti di credito per le anticipazioni finanziarie ai lavoratori sospesi per ammortizzatori sociali - fino alla stipula di un protocollo regionale e comunque fino al 31 agosto 2014. La Regione è “impegnata politicamente a portare aventi in tutte le sedi ogni iniziativa utile per consolidare e dare piena attuazione ai contenuti dell’accordo”, e prende atto delle richieste delle parti “di posticipare il termine per la presentazione delle domande di cassa integrazione guadagni in deroga che hanno inizio compreso dal 1 all’11 luglio, al 31 luglio 2014”. Entro il prossimo 10 luglio sarà fissato un incontro tra i firmatari per effettuare una verifica della situazione anche in seguito al confronto, attualmente in corso, tra il Ministero del Lavoro e le Regioni e Province Autonome.  
   
   
IMMIGRAZIONE, IL PRESIDENTE LUCA ZAIA: ALL’ONDATA DI SBARCHI L’EUROPA RISPONDE CON IL SOLITO COPIONE “TANTE PAROLE E ZERO FATTI”  
 
Venezia, 1 luglio 2014 “Le nostre coste continuano ad essere meta di continui sbarchi, che hanno raggiunto cifre record con oltre 61 mila arrivi dall’inizio dell’anno. Purtroppo dietro i freddi numeri che descrivono l’enorme e ingestibile portata dell’emergenza si nascondono delle tragedie che ci lasciano esterrefatti e che non fanno parte in nessun modo di un Paese moderno e responsabile. In questo contesto l’unica risposta che l’Europa ci dà è il solito copione fatto di tante rassicurazioni a parole e zero fatti nel concreto”. Così il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, commenta gli ultimi sbarchi sulle coste italiane. “Da mese i predatori del mare la fanno da padroni continuando a non rispettare le regole e mettendo a repentaglio la vita di migliaia di mamme, bambini e anziani. Questo è vergognoso e impone una riflessione profonda, ma che non aspetti le calende greche per intervenire. È fondamentale aiutare queste popolazioni a casa loro e risolvere il problema curandone le cause e non pensare che basti intervenire sulle conseguenze. L’europa, invece, tratta il nostro Paese come un bambino viziato e cerca di rabbonirlo con scuse e false carezze come si fa con l’ingenuo degli ingenui”. “Serve una rapida e decisa inversione di tendenza perché la situazione è insostenibile e rischia di mettere in difficoltà territori e comunità. Voglio ringraziare – conclude il Governatore – le nostre autorità che controllano le nostre coste e tutte quelle persone che lavorano all’interno dei Cie perché quotidianamente devono affrontare e gestire situazioni di emergenza. Serve una terapia schock per evitare delle tragedie come quelle di oggi, dietro le quali ci sono dei veri e propri drammi umani”.  
   
   
TRATTA E SFRUTTAMENTO DI ESSERI UMANI, CON IL PROGETTO EUROPEO TRUTH ARRIVA LA FORMAZIONE IN E-LEARNING PER OPERATORI E POLIZIA. EMILIA-ROMAGNA PRIMA REGIONE IN ITALIA A PROMUOVERE UN SISTEMA INTEGRATO DI INTERVENTI  
 
Bologna, 1 luglio 2014 – Polizia municipale, ispettorati del lavoro, Polizia di Stato, operatori sociali dell’area immigrazione. Sono i principali destinatari del percorso formativo in e-learning sulla tratta di esseri umani previsto del progetto Truth (Training for Raising Awareness and Understanding about the Trafficking in Humans in Europe), finanziato dal programma comunitario Life Long Learning e coordinato dal College di Sheffield (Regno Unito). La Regione Emilia-romagna vi partecipa con tre dei suoi servizi: la Direzione generale centrale Organizzazione, personale, sistemi Informativi e telematica, il Servizio politiche per l’accoglienza e l’integrazione sociale, e il Servizio politiche per la sicurezza e della Polizia locale. “L’emilia-romagna è stata la prima Regione in Italia a promuovere un sistema integrato di interventi nel campo della lotta al grave sfruttamento e alla tratta di esseri umani – ricorda l’assessore alle Politiche sociali Teresa Marzocchi – . Mi riferisco a ‘Oltre la strada’, che si avvale di una rete composta da enti locali, soggetti pubblici e privati”. Dal 1999 al 2013 su tutto il territorio sono stati realizzati 7.436 programmi individualizzati rivolti a vittime di grave sfruttamento e tratta, di cui 1.195 per l’emersione e la prima assistenza (in base all’articolo 13 legge 228/2003; 165 quelli attivati nel 2013) e 6.241 programmi di assistenza e inclusione sociale (articolo 18 Testo unico sull’immigrazione; 366 nel 2013). “Il progetto Truth – conclude Marzocchi – può fornire un ulteriore sostegno per tutti coloro che, a vario titolo, operano per contrastare un fenomeno così odioso e aberrante, che è riduzione in schiavitù a tutti gli effetti”. “Dietro allo sfruttamento sessuale e al lavoro forzato c’è spesso la criminalità organizzata – sottolinea Simonetta Saliera, vicepresidente della Regione e assessore alle Politiche per la sicurezza – , vere e proprie bande transnazionali ‘addette’ a sequestrare, adescare, reclutare, trasportare e sfruttare le persone. E’ evidente, dunque, come la formazione in un ambito così drammatico interessi anche gli operatori della sicurezza, coinvolti in prima linea nella lotta al crimine. Da parte della Regione – ribadisce Saliera – massimo impegno per la salvaguardia della dignità umana”. Con il decreto legislativo 24 del marzo 2014, che attua la Direttiva 2011/36/Ue relativa alla prevenzione e alla repressione della tratta di esseri umani e alla protezione delle vittime, per il sistema nazionale di interventi si è avviata una fase di profonda ridefinizione. Il decreto prevede - entro settembre 2014 - l’adozione del primo Piano nazionale anti-tratta, l’unificazione delle due tipologie di programmi di assistenza per le vittime, la definizione di nuove modalità di attuazione e finanziamento delle azioni, nonché l’introduzione, per le amministrazioni pubbliche coinvolte, di obblighi di formazione per tutti i funzionari che nel corso delle loro attività possono entrare in contatto con vittime, effettive o potenziali. E’ in questa prospettiva che si colloca la partecipazione della Regione al progetto Truth, con l’obiettivo di realizzare un prodotto per la formazione a distanza che potrà essere utilizzato attraverso Self, il portale regionale di e-learning per la pubblica amministrazione in Emilia-romagna. Una volta progettato e sviluppato, il percorso formativo sarà erogato in due edizioni-pilota, ognuna per 20 utenti, che si susseguiranno a partire da ottobre 2014. Successivamente è prevista una fase di valutazione del percorso che coinvolgerà anche gli utenti e porterà ad eventuali interventi migliorativi. Una volta realizzato nella sua forma definitiva, il percorso resterà nella disponibilità immediata del sistema di e-learning della Regione, ovvero di tutte le amministrazioni pubbliche del territorio emiliano-romagnolo. Altro obiettivo del progetto Truth è la creazione di uno spazio on line di livello europeo, la Truth Academy, destinato agli scambi tra operatori della formazione e specialisti in materia di tratta, in modo da sostenere la realizzazione di percorsi formativi analoghi.  
   
   
MILANO: ERITREI, DAL 13 MAGGIO ACCOLTE NELLE STRUTTURE 2.343 PERSONE I PROFUGHI HANNO TROVATO UN POSTO LETTO E ASSISTENZA NEI RICOVERI DEL COMUNE E DEL TERZO SETTORE  
 
 Milano 1 luglio 2014 – Sono 2.343 i cittadini eritrei che da metà maggio a oggi hanno trovato un posto letto e assistenza nei ricoveri del Comune e del Terzo Settore. Una nuova emergenza umanitaria che si unisce a quelle dei profughi siriani (oltre 10.600 transitati da Milano dalla fine di settembre ) impegnando ulteriormente e senza sosta operatori e volontari. I profughi eritrei, per lo più giovani adulti, più imprevedibili negli spostamenti e difficili da intercettare rispetto alla famiglie siriane, dalla metà di maggio hanno iniziato a stazionare nella zona di Porta Venezia a ridosso del quartiere eritreo e lì sono stati avvicinati dagli operatori del Comune con l’offerta di un posto letto e assistenza nelle strutture di accoglienza. Le operazioni sono state coordinate dal Centro Aiuto Stazione Centrale di via Ferrante Aporti che gestisce la sistemazione dei senzatetto. Per provvedere alla sistemazione dei profughi ed evitare il bivacco nel quartiere, gli operatori hanno prolungato l’orario di apertura del Centro Aiuto sino alle 22.30, due ore e mezza in più rispetto all’orario usuale e la Polizia locale è presente tutte le sere da un paio di settimane nel quartiere. Nonostante gli sforzi risulta tuttavia difficile la collocazione di decine di loro, spesso diffidenti e restii a passare la notte chiusi in una struttura. Nessuno di loro, come nel caso dei cittadini siriani ha fatto richiesta di asilo o vuole restare nel nostro Paese. Trascorsi cinque sei giorni al massimo anche i cittadini eritrei lasciano spontaneamente le strutture per tentare la prosecuzione del viaggio verso altri paesi d’Europa. “Dopo l’accoglienza dei cittadini siriani – spiegano gli assessori Pierfrancesco Majorino (Poltiche sociali e Cultura della Salute) e Marco Granelli (Sicurezza e Protezione civile) si è aperta per il Comune di Milano una nuova emergenza che coinvolge i profughi di nazionalità eritrea e i residenti del quartiere di Porta Venezia che hanno dovuto affrontare una difficile convivenza con centinaia di loro giunti a Milano con flussi imprevedibili e difficili da intercettare. Anche ai profughi eritrei abbiamo trovato un ricovero nelle strutture che ogni notte ne ospitano circa 200. Uno sforzo immane che il Comune, insieme con Caritas e Terzo Settore sta portando avanti da mesi da sola, senza che vi sia un piano di accoglienza a livello nazionale. Milano come altri Comuni d’Italia sta affrontando un’ondata di persone mai vista prima, uomini, donne e bambini che continuano a transitare dalla Penisola, senza alcun coordinamento nazionale, diretti verso i Paesi dell’Europa. Un esodo senza fine che certamente non calerà nelle prossime settimane”.  
   
   
IMMIGRAZIONE: REGIONE UMBRIA SEMPRE PIÙ ATTIVA NEL PROCESSO DI INTEGRAZIONE, FIRMATO PROTOCOLLO PER RETE ANTIDISCRIMINAZIONE  
 
Perugia, 1 luglio 2014 – Affermare i principi di parità di trattamento e non discriminazione tra le persone, attraverso il lavoro sinergico delle amministrazioni pubbliche e dei rappresentanti del terzo settore: è quanto stabilisce il Protocollo d´intesa firmato stamani a Perugia in occasione del convegno conclusivo dei progetti "Fei Ap 2012", Fondo Europeo per l´Integrazione di cittadini dei Paesi Terzi. "Con il Protocollo, che conclude il progetto ‘No.di- No Discrimination´ – ha spiegato la vicepresidente della Regione Umbria con delega al Welfare, Carla Casciari - si vuole supportare efficacemente le politiche locali in materia di prevenzione e contrasto del razzismo e dell´intolleranza con l´obiettivo di valorizzare la nuova società multietnica e multiculturale, andando quindi verso una nuova comunità regionale più aperta, culturalmente ricca e democratica. A tal fine – ha evidenziato la vicepresidente – oggi il documento sarà firmato dai Comuni e dagli enti pubblici e privati presenti all´incontro, ma l´adesione al protocollo rimarrà aperta alla successiva sottoscrizione di istituzioni e altri organismi interessati, proprio con la finalità di allargare sempre di più le maglie della rete antidiscriminazioni". "Si tratta di un punto di inizio – ha aggiunto - non il termine di un percorso. Oggi finisce il tempo ‘burocratico´ di questo progetto europeo, ma per tutti noi il lavoro prosegue e cominciano già, da oggi, a concretizzarsi gli impegni contenuti nel protocollo d´intesa. Da subito inizia il lavoro per rendere ancor più fattibili questi impegni provando a reperire le risorse per far crescere la rete regionale antidiscriminazione: nella fondamentale e impegnativa partita sulla programmazione dei fondi europei 2014-2020 vorremo infatti riservare alcune risorse alla prevenzione e al contrasto alle discriminazioni e, inoltre, cercheremo, con l´aiuto dell´Unar e del Ministero dell´Interno, di reperire a tal fine risorse anche nel nuovo fondo europeo che andrà a sostituire il Fei". Il convegno è servito anche per rendere conto degli obiettivi raggiunti con il progetto "No.di. No Discrimination": si tratta di un progetto realizzato dalla Regione Umbria in partenariato con Regione Marche, A.c.s.i.m., Cidis Onlus, Fondazione Caritas Senigallia Onlus, Free Woman Onlus, Gruppo Umana Solidarietà G. Puletti, On the road Onlus, Università degli studi di Urbino Carlo Bò e supportato da una rete territoriale composta da Province e Comuni, Associazioni e Cooperative. Sono state anche coinvolte numerose associazioni umbre tra cui Arci, Centro Studi Città di Foligno, Anci, Asgi, Il Pettirosso, nonchè l´Università degli Studi di Perugia, l´Ordine degli Avvocati, le Prefetture. Gli interventi di formazione sono stati rivolti agli operatori pubblici e del terzo settore che operano sui temi dell´immigrazione, integrazione, antidiscriminazione, mentre i destinatari finali degli interventi sono stati i cittadini dei paesi terzi regolarmente soggiornanti sul territorio nazionale. In pratica "No.di" ha puntato a promuovere l´inserimento di politiche di prevenzione e contrasto alle discriminazioni etnico – razziali nelle azioni di governo delle amministrazioni delle regioni coinvolte e negli interventi di enti del Terzo Settore come i sindacati, le organizzazioni datoriali, le forze dell´ordine, funzionali anche alla costituzione di sistemi di rete regionali antidiscriminazioni. Il progetto ha consentito la realizzazione di numerose attività di formazione aperte a funzionari pubblici e operatori del terzo settore, seminari di approfondimento tematici, una campagna di sensibilizzazione interregionale e un´indagine, in cui risultati sono stati illustrati oggi, dal titolo "Ciò che non si dice", sulla percezione della discriminazione etnica tra le donne immigrate umbre e marchigiane. Al convegno sono intervenuti, oltre alla vicepresidente Casciari, il viceprefetto-Capo ufficio Politiche dell´immigrazione e dell´asilo sul territorio, Ministero dell´Interno-dipartimento per le Libertà Civili e l´Immigrazione, Maria Assunta Rosa, per la Regione Marche, Giovanni Santarelli, il viceprefetto di Terni, Andrea Gambassi, il viceprefetto di Perugia, Tiziana Tombesi, per l´Università di Perugia Gabriella Klein, Marina Cioncoloni dell´Unar, la consigliera di parità della Regione Umbria, Elena Tiracorrendo, Patrizia Manili dell´Università per Stranieri. Sintesi ricerca su percezione discriminazione L´indagine esplorativa sulla percezione della discriminazione da parte delle donne emigrate in Umbria e nelle Marche, dal titolo "Ciò che non si dice", ha coinvolto 248 donne immigrate nelle Marche e 250 in Umbria, provenienti dall´Africa settentrionale e subsahariana, dall´America centro meridionale, dall´Asia centro occidentale e orientale, dall´Europa centro orientale. Lo studio ha evidenziato che, tanto in Umbria quanto nelle Marche, l´intolleranza nei confronti dei migranti sembra essere in aumento in quanto il numero di donne che percepiscono o hanno percepito atteggiamenti discriminatori nei propri confronti è decisamente elevato. Esistono tuttavia delle differenze in base all´origine etnica: le donne africane, soprattutto subsahariane, avvertono maggiormente questo problema e lo imputano soprattutto a forme di razzismo. Le donne dell´Europa dell´Est appaiono invece più inserite. Per loro la discriminazione avviene quasi esclusivamente in particolari momenti come il lavoro o la ricerca di una casa. Secondo quanto riferisce la ricerca, indagare la discriminazione significa affrontare un argomento particolarmente complesso: nella percezione individuale, infatti, non esiste una definizione condivisa di cosa sia la discriminazione. In diverse testimonianze, discriminazione e razzismo si sovrappongono. Alla domanda "crede di aver mai subito un atto di discriminazione" il 53per cento del campione intervistato nelle Marche ed il 43per cento nell´Umbria risponde in maniera negativa, mentre il 46per cento nelle Marche ed il 54per cento nell´Umbria dichiara di avere subito direttamente almeno un atto di discriminazione durante la permanenza nel territorio italiano. Soltanto l´1 per cento nelle Marche ed il 3 per cento nell´Umbria non risponde. Riguardo alla differenza di trattamento tra uomini e donne, le immigrate in Umbria si contraddistinguono perché il 22% ritiene che nella comunità di appartenenza siano più discriminati dalla società italiana gli uomini rispetto alle donne. Il 25% delle intervistate nelle Marche, invece, ritiene che siano le donne più discriminate, mentre per il 23% crede che esista una sostanziale parità di trattamento. Solo per il 14% sarebbero gli uomini a subire maggiori atti di discriminazione. Un 14% pensa poi che gli atti discriminatori si manifestino in ambiti diversi, sia per gli uomini sia per le donne. Le straniere residenti nella Regione Umbria sostengono che i membri della propria comunità, a causa dell´appartenenza etnica, ricevono un trattamento discriminante nei servizi preposti alla ricerca della casa, nel luogo di lavoro, negli spazi pubblici (parchi, strade, mezzi pubblici), negli uffici comunali dedicati al pubblico (anagrafe, Urp e servizi sociali) e, infine, negli uffici dipendenti preposti al rilascio o al rinnovo dei documenti obbligatori per gli immigrati non comunitari. Le intervistate della regione Marche, in particolare, ritengono più critici ambiti quali i servizi privati preposti alla ricerca della casa, i luoghi di lavoro, le agenzie private per la ricerca del lavoro, i servizi sanitari, gli spazi pubblici, gli esercizi commerciali. Tra le persone vittima di discriminazione intervistate soltanto il 22% in Umbria e il 15% nelle Marche si è rivolto a qualcuno per chiedere aiuto, mentre il 31% nelle Marche ed il 74% in Umbria hanno preferito non condividere l´episodio con nessuno. Tra le intervistate delle Marche, numerose sono coloro che hanno preferito non rispondere a tale domanda, rivelando un sensibile imbarazzo. Mentre in Umbria la risposta nulla a tale domanda è solo del 4%. A fronte della discriminazione percepita, la speranza di poter modificare qualcosa è assai modesta e sembra fondare su iniziative avviate soprattutto da singoli. La ricerca è stata realizzata nell´ambito del progetto No.di – No Discrimination - Fondo Fei Azione 7 – Capacity Building – Rete Nazionale Antidiscriminazioni - Annualità 2012 da un partenariato composto da Regione Umbria (capofila), Regione Marche, A.c.s.i.m., Cidis Onlus, Fondazione Caritas Senigallia Onlus, Free Woman Onlus, Gruppo Umana Solidarietà G. Puletti, On the road Onlus, Università degli Studi di Urbino Carlo Bò. Si ringraziano inoltre per il contributo fornito l´Anci Umbria, l´Associazione il Pettirosso, il Centro Studi Foligno e l´Arci Perugia.  
   
   
ROMA: PERIFERIE E PARI OPPORTUNITÀ. NASCE A CENTOCELLE IL PRIMO COWORKING CON SPAZIO BABY  
 
Roma, 1 luglio 2014 - Un grande ambiente di 200mq per il lavoro in condivisione, dotato anche di spazio baby e di educatrici professioniste per facilitare e incentivare l´attività lavorativa delle mamme e dei papà. Ma anche di professionisti, associazioni, cooperative, aziende. È il progetto “L’alveare”, realizzato dall’associazione “Città delle Mamme” in collaborazione con l’Assessorato allo Sviluppo delle Periferie, Infrastrutture e Manutenzione Urbana di Roma Capitale, e frutto della partecipazione di Città delle Mamme al bando Call for social Ideas promosso da Italia Camp e Unicredit. Il progetto è stato presentato questa mattina in Campidoglio dall’Assessore capitolino allo Sviluppo delle Periferie Paolo Masini, dagli assessori del Municipio Vi Giulia Pietroletti e Cesare Marinucci e dalle rappresentanti di “Città delle Mamme” Francesca Ventura e Serena Baldari. Conciliare I Tempi - L’alveare aprirà a settembre in via Fontechiari 35, a Centocelle, negli spazi messi a disposizione da Roma Capitale, e sarà dotato di 30 postazioni di lavoro, 3 uffici/sale riunioni e di uno spazio baby di 53mq. A disposizione delle e dei co-workers, le attrezzature tipiche di un ufficio (pc, stampanti, proiettori, software), una cucina dedicata e un parcheggio esterno, così come servizi “salvatempo”: spesa a domicilio, gruppi di acquisto, disbrigo pratiche. Nell’area esterna, uno spazio separato per bimbi e coworkers. Il “coworking con spazio baby” è pensato per permettere ai neogenitori di tornare a lavorare dopo la nascita del bambino (a partire dai 4 mesi) condividendo un luogo di lavoro ma anche un luogo di accudimento e cura, contrastando la tendenza imposta dall´attuale mercato del lavoro, che rende spesso difficile la conciliazione fra tempo per il lavoro e tempo per la famiglia. Condivisione E Formazione - Le tariffe del coworking e dello spazio baby sono pensate per facilitare la partecipazione, e partono da circa 3€/h con agevolazioni e sconti per chi usufruisce di più servizi contemporaneamente e per un tempo prolungato. Le aziende avranno la possibilità di convenzionarsi con il coworking per il telelavoro e per il periodo di rientro dalla maternità delle lavoratrici dipendenti (soluzione pensata per tutte le aziende sprovviste di nido). All´interno del coworking sarà attiva anche una community per condividere le modalità lavorative, coprogettare servizi e attività, stimolare la creazione di sinergie e l´adozione di buone pratiche di cooperazione fra le diverse professionalità. Lo spazio sarà sfruttato anche per l´organizzazione di corsi di formazione professionale, di orientamento al lavoro, di progettazione europea e di lingue, in collaborazione con enti formatori, cooperative sociali, istituti di lingue. “Prossima Tappa: Corviale” – “L’alveare è un progetto molto innovativo, che per la prima volta fa nascere a Roma un luogo che contemporaneamente stimola la condivisione del lavoro e delle buone pratiche, porta nuove opportunità di sviluppo delle periferie attraverso l’autopromozione sociale e soprattutto favorisce la conciliazione tra vita familiare e vita lavorativa delle neomamme e dei neopapà” ha dichiarato l’Assessore allo Sviluppo delle Periferie Paolo Masini, che ha realizzato il progetto assieme all’associazione “Città delle mamme”. “In attesa di veder aprire le sale e le postazioni di questo spazio a settembre - ha annunciato Masini - siamo già al lavoro sulla prossima tappa. A breve, infatti partirà il bando per il “Corspace”, un nuovo coworking che nascerà a Corviale e che rappresenterà un’importante opportunità di riqualificazione delle periferie attraverso il rilancio di quel tessuto economico e creativo rappresentato dai giovani e dalle loro idee". “L’inaugurazione dell’Alveare è un’azione concreta importante per i neogenitori, e in particolare per le donne, che vogliono continuare a lavorare e non restare escluse dal mondo del lavoro” ha detto l’assessora alla Scuola, Infanzia, Giovani e Pari Opportunità Alessandra Cattoi, che ha appoggiato l’iniziativa. “Conciliare i tempi di lavoro con quelli di cura, attraverso modalità operative di condivisione degli spazi e delle idee - ha proseguito - diventa finalmente possibile e mi auguro di poter sostenere altre iniziative come questa in vari municipi della città. Anche perché, tramite il progetto “Alveare”, non solo si riesce a svolgere la propria attività in un ambiente idoneo alle esigenze lavorative e genitoriali, ma si offre anche un servizio al territorio, creando una rete importante di sostegno tra famiglie e non solo. Questa iniziativa, inoltre, rappresenta il risultato di una collaborazione proficua tra istituzioni e privati in un’ottica di valorizzazione - ha concluso - delle capacità imprenditoriali delle persone in zone più periferiche della città.”  
   
   
COMINCIATO A CAVI DI LAVAGNA IL CAMPO ESTIVO 2014 PER I BAMBINI DEGLI ORFANATROFI DELLA BOSNIA ERZEGOVINA, TERZO SETTORE, REGIONE LIGURIA MODELLO NAZIONALE  
 
Lavagna, 1 luglio 2014 - Porte aperte a Regione Liguria , Comune di Lavagna a Cavi di Lavagna, nell´ottavo campo estivo dell´associazione Fabio Vita nel Mondo Onlus per far trascorrere una vacanza al mare fino a sabato 12 luglio a una cinquantina di bambini e ragazzi, fra cui alcuni disabili, provenienti da diversi orfanotrofi della Bosnia-erzegovina e da famiglie di quel Paese con gravissimi problemi economici e sociali. La struttura - ospitata - dietro pagamento di un regolare affitto - nelle Opere Parrocchiali della Parrocchia di Gesù Risorto a Cavi di Lavagna, in località Arenelle – in mattinata è stata visitata dall´assessore alle Politiche sociali e Terzo Settore, della Regione Liguria Lorena Rambaudi, insieme con il sindaco di Lavagna Pino Sanguineti , il consigliere comunale delegato ai Servizi Sociali Federica Bartolini Salimbeni e l´assessore all´Agricoltura Annabella Vattuone. Il campo estivo è parzialmente finanziato dal "trust" creato da Carmen Volpati in ricordo della Famiglia Volpati Trust Onlus a scopo benefico, in particolare per i bambini che vivono situazioni difficili. L´associazione Fabio Vita nel Mondo Onsul, guidata dal presidente Elena Burlando opera in Bosnia Erzegovina dal 2003 seguendo, con cinque convogli umanitari ogni anno, numerosi progetti socio-assistenziali e organizza convogli umanitari con generi alimentari, vestiario per bambini cattolici, ortodossi e musulmani ospiti di orfanotrofi, ospedali psichiatrici e campi profughi nell´area di Sarajevo e di Mostar. L´iniziativa della Fabio Vita nel Mondo Onlus ha ricevuto il plauso del sindaco di Lavagna Pino Sanguineti e dell´assessore regionale Lorena Rambaudi che ha sottolineato come "la nuova legge del Terzo Settore della Regione Liguria, che sostiene un importante patto di solidarietà fra pubblico e provato sociale , sia un modello nazionale per la riforma del comparto, come riconosciuto nelle scorse settimane dal premier Matteo Renzi".  
   
   
BOLZANO, CONCILIARE FAMIGLIA E LAVORO, NUOVA INIZIATIVA  
 
 Bolzano, 1 luglio 2014 - Conciliare meglio genitorialità e lavoro e creare adeguate condizioni professionali per i genitori nel settore privato sono due temi al centro dell´attenzione dell´assessore provinciale Waltraud Deeg: per questo saluta l´accordo territoriale raggiunto da Confprofessioni Alto Adige e i sindacati. Con questo accordo territoriale viene introdotto un periodo facoltativo di maternità o congedo parentale su base di unità orarie distribuite giorno per giorno. "Per molte mamme questo significa avere la possibilità di restare nel mondo del lavoro, continuare ad avere una fonte di reddito e allo stesso tempo prendersi il tempo necessario per la famiglia", sottolinea l´assessore Waltraud Deeg. E il congedo parentale permette anche ai papà di essere più presenti nella vita familiare. La strada indicata da Confprofessioni è quella giusta, secondo l´assessore provinciale, per migliorare la conciliabilità famiglia-lavoro anche nel settore privato. "L´importante è che tutti riflettano su un tema così importante e contribuiscano con idee e spunti a conciliare i due ambiti di vita", conclude Deeg.