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Notiziario Marketpress di Lunedì 12 Gennaio 2015
"JE SUIS CHARLIE": IL PARLAMENTO RENDE OMAGGIO ALLE VITTIME DELL´ATTACCO A CHARLIE HEBDO  
 
Strasburgo, 12 gennaio 2015 - Un minuto di silenzio al Parlamento europeo per ricordare le vittime dell´attentato alla rivista francese Charlie Hebdo. L´8 gennario, deputati, funzionari e cittadini si sono ritrovati fuori della sede del Parlamento a Bruxelles per commemorare le 12 persone morte il giorno precedente. "Come voi, come tutti noi, io sono Charlie", ha detto il presidente del Parlamento europeo Martin Schulz in una breve dichiarazione prima del minuto di silenzio. I deputati europei hanno fermamente condannato l´attacco alla rivista satirica ed espresso le loro condoglianze alle famiglie e agli amici delle vittime.  
   
   
COMBATTERE IL TERRORISMO A LIVELLO DELL´UE, UNA PANORAMICA DELLE AZIONI, MISURE E LE INIZIATIVE DELLA COMMISSIONE  
 
Bruxelles, 12 gennaio 2015 - La lotta contro il terrorismo a livello dell´Unione europea- Qual è il ruolo dell´Europa nella lotta contro il terrorismo, che è principalmente di competenza nazionale? Che cosa fa l´Ue a sostenere gli sforzi ´Stati membri? Nel 2010 la Commissione europea ha adottato una strategia di sicurezza interna per il periodo dal 2010 al 2014. Nei prossimi mesi, un programma europeo per la sicurezza sarà adottata, come previsto nel programma di lavoro della Commissione per il 2015. La lotta al terrorismo è principalmente di competenza nazionale. Tuttavia, l´Unione europea sostiene gli sforzi ´Stati membri nei seguenti modi: La creazione di un quadro giuridico e un quadro per la cooperazione; Lo sviluppo di capacità e sistemi come il comune sistema d´informazione Schengen (Sis), o il meccanismo di protezione civile ; Sostenere, in particolare finanziario, l´istituzione di una cooperazione concreta e operativa tra gli operatori e attori in prima linea via, per esempio, la rete radicalizzazione Awareness, Atlas (rete delle forze di intervento rapido), Airpol (rete di polizia aeroportuali) nella lotta contro il terrorismo e la collaborazione con gli Stati membri e le parti interessate, ad esempio in Chimica biologica, radiologica e nucleare ed esplosivi gruppi di esperti o il Comitato permanente sui precursori; Garantire che i diritti alla sicurezza e fondamentali sono costruiti in base alla progettazione in tutte le politiche a livello di Ue come i trasporti, l´energia, etc. Il fondo per la sicurezza interna prevede anche il finanziamento per gli Stati membri in materia di sicurezza interna, compresa la lotta contro il terrorismo. Cosa sta facendo l´Ue per prevenire la radicalizzazione e l´estremismo violento? Nel 2011, la Commissione ha istituito la radicalizzazione Awareness Network (Ran), che riunisce gli operatori di prima linea da aree e paesi molto diversi con differenti sfide della società e lo sfondo, che lavora nel settore sanitario o sociale, le associazioni delle vittime, le autorità locali, i rappresentanti di diaspore e polizia locale, prigione o libertà vigilata dirigenti, insegnanti, ecc Ran consentito la creazione di una vivace rete di esperti che identificano le migliori pratiche, lavorare con persone - per esempio nei campus o nelle prigioni - che sono alla deriva in estremismo e la violenza. Nel gennaio dello scorso anno la Commissione ha presentato una serie di azioni volte a rafforzare la risposta dell´Ue alla radicalizzazione e l´estremismo violento. Mentre prevenzione della radicalizzazione e l´estremismo violento è principalmente di competenza degli Stati membri, la Commissione europea e il Ran può aiutare in diversi modi, tra cui aiutando gli Stati membri a mettere a programmi di de-radicalizzazione posto e promuovendo il dialogo e la cooperazione con la società civile in Per prevenire la radicalizzazione e la violenza estremista. La Commissione europea ha proposto anche la creazione di un hub europeo della conoscenza sulla radicalizzazione e l´estremismo che mira a proseguire e ampliare il lavoro per il quale la Ran ha già gettato le basi. Cosa sta facendo l´Ue per impedire il finanziamento del terrorismo? Abbiamo bisogno di tagliare efficacemente le reti che facilitano le attività terroristiche di finanziamento. A tal fine, la Commissione continuerà a sostenere l´attuazione degli strumenti importanti come la rete di unità di informazione finanziaria dell´Ue e anti-riciclaggio di denaro iniziativa. L´unione europea ha concluso con gli Stati Uniti un accordo in materia di accesso al trasferimento dei dati finanziari nel quadro del programma di controllo delle transazioni finanziarie dei terroristi ( ´accordo Tftp´ ), che è in vigore dal mese di agosto 2010. La Terrorist Finance Tracking System permette l´identificazione e la tracciabilità dei terroristi e le loro reti di sostegno, attraverso ricerche mirate eseguite sui dati finanziari forniti dal fornitore designato (Swift). L´accordo Tftp è dotato di un set di robuste garanzie a tutela dei diritti fondamentali dei cittadini europei. Europol è responsabile di verificare che gli Stati Uniti le richieste di dati siano conformi alle condizioni previste nell´accordo tra cui che devono essere secondo la rigorosa misura possibile al fine di ridurre al minimo il volume dei dati richiesti. Ogni ricerca sui dati forniti devono essere strettamente su misura e basata su informazioni o prove che dimostrano un motivo di ritenere che il sospetto della ricerca ha un legame con il terrorismo o il suo finanziamento. Ricerche sono monitorati da supervisori indipendenti, anche da due persone designate dalla Commissione europea. La reciprocità è un principio fondamentale alla base dell´accordo e due disposizioni (articoli 9 e 10) sono la base per gli Stati membri e, se del caso, l´Europol e Eurojust di beneficiare di dati Tftp. Secondo le norme comunitarie, tesorerie nazionali devono garantire la disponibilità di forze dell´ordine, di pubblica sicurezza, o le autorità antiterrorismo degli Stati membri interessati, e, se del caso, a Europol e Eurojust, di informazioni ottenute attraverso il Tftp. Dal momento che l´accordo è entrato in vigore nel 2010, più di 7300 investigativi sono stati generati dal Tftp per l´Ue. C´è un numero significativamente crescente di richieste relative al fenomeno della caccia che viaggiano (Siria / Iraq / Is). Nel 2014, ci sono stati 35 Tftp (articolo 10) richieste di generare 937 lead intelligence rilevanti a 11 Stati membri dell´Ue. Il Tftp è usato anche, attraverso l´Europol, per supportare le indagini delle autorità francesi relativi agli attacchi di Parigi. Qual è l´obiettivo Ue sulla protezione contro gli attacchi terroristici? La Commissione europea incoraggia le agenzie di contrasto nazionali a collaborare ancora di più sulle attività concrete per proteggere i nostri cittadini. Per proteggere le aree pubbliche considerate come soft-target, come musei, sport e aree culturali, svilupperemo ulteriormente materiale esplicativo sulla protezione bersaglio morbido, simile al manuale prodotto dalla rete polizia aeroportuale (Airpol). La Commissione continuerà a portare avanti i nostri sforzi per rilevare e rispondere alle minacce prima che si materializzino - affrontare tutte le aree pubbliche, così come le infrastrutture critiche. Qual è la politica dell´Ue in materia di vittime del terrorismo? Abbiamo sostenere e rafforzare i sopravvissuti e le vittime di tali attacchi atroci rafforzando i gruppi di sostegno e progetti che consentono alle vittime di raccontare le loro storie - come parte del loro recupero e, nell´ambito di creare nuove contro-narrazioni. Intensificare la lotta contro il terrorismo Il Commissionwill europea adotti nei mesi a venire un programma europeo per la sicurezza per il 2015-2020, come annunciato dalla Commissione, che riorientare la sicurezza interna dell´Unione europea di fronte alle sfide poste dalle attuali minacce criminali e terroristiche. Diversi elementi importanti sono già in esame: continuare a rafforzare l´efficienza del sistema d´informazione Schengen da ancora più rigorosi, mirati, informati e controlli non discriminante; considerare se quadro penale giuridico esistente deve essere potenziato; rafforzare la cooperazione tra Europol e le altre agenzie europee e gli organismi di valutazione delle minacce, in particolare Intcen (singola valutazione Intelligenza Centre). Rafforzare il lavoro di rendere rilevanti informazioni accessibili alle forze dell´ordine al fine di una migliore prevenzione e perseguire le attività criminali in tutta Ue e confini internazionali; rafforzare lo scambio di informazioni a livello comunitario e internazionale in materia di armi da fuoco illegali . La Commissione europea continuerà a lavorare con il Parlamento europeo e il Consiglio ad adottare le norme Ue in un europeo Passenger Name Record sistema che migliorerà la nostra capacità di prevenire e individuare il terrorismo e la criminalità in un mondo di viaggio globale senza impedimenti. Quali sono i dati Pnr e come possono i database Pnr aiutare a combattere il terrorismo? Passenger Name Record (Pnr) sono informazioni non verificate fornite dai passeggeri e raccolti e detenuti in sistemi di prenotazione e di controllo delle partenze dei vettori aerei per i propri scopi commerciali. Esso contiene diversi tipi di informazioni, come ad esempio le date di viaggio, itinerario di viaggio, informazioni sui biglietti, informazioni di contatto, l´agenzia di viaggi in cui il volo è stato prenotato, mezzi di pagamento utilizzati, il numero di posto e informazioni relative al bagaglio. Il trattamento dei dati Pnr consente alle autorità di contrasto di identificare i sospetti sconosciuti i cui modelli di viaggio sono insoliti o adattare quelli tipicamente utilizzati dai terroristi. L´analisi dei dati Pnr consente anche il monitoraggio retrospettiva dei percorsi di viaggio e contatti delle persone sospettate di essere stato coinvolto in atti terroristici, consentendo in tal modo alle autorità di contrasto di svelare le reti criminali. Qual è lo stato di avanzamento di un Passenger Name Record Ue proposta? Nel febbraio 2011, la Commissione ha presentato una proposta di un Passenger Name Record Ue (Pnr) direttiva. La proposta obbligherebbe gli Stati membri a istituire sistemi Pnr e stabilire rigorose garanzie per la protezione dei dati per l´elaborazione e la raccolta dei dati Pnr da voli da e per l´Unione europea. La Commissione si impegna a garantire la proposta, che dovrebbe includere elevata tutela dei diritti fondamentali dei cittadini dell´Unione europea, viene adottato e sta lavorando a stretto contatto con il Parlamento europeo e il Consiglio a tal fine. In che modo la Commissione intende rafforzare l´efficienza del sistema di informazione Schengen e della zona Schengen, in generale? Gli strumenti giuridici e tecnici di Schengen esistenti già garantiscono un elevato livello di sicurezza per i cittadini europei. Gli Stati membri devono utilizzare gli strumenti esistenti per quanto in modo che tutte le persone che rappresentano una minaccia per la sicurezza interna siano adeguatamente trattate. Il sistema d´informazione Schengen (Sis Ii) ha dimostrato di essere uno degli strumenti più efficaci nel seguire le rotte di viaggio dei combattenti stranieri attraverso avvisi di controllo discreto o specifico o di conservarli alle frontiere esterne se i loro documenti di viaggio non sono considerati validi ed inseriti nel Sis per il sequestro. La Commissione sta attualmente lavorando insieme con gli Stati membri a sviluppare un approccio comune per rendere al meglio le possibilità offerte dalla normativa Ue, sia per quanto riguarda i controlli sui documenti e il controllo delle persone. Gli strumenti ci sono - spetta agli Stati membri di usarli. Quali controlli non consentire al sistema di Schengen per? Per quanto riguarda i controlli alle frontiere esterne sono interessati, a norma del codice frontiere Schengen gli Stati membri devono verificare i documenti di viaggio di tutte le persone - indipendentemente dalla loro nazionalità - alle frontiere esterne per stabilire l´identità del viaggiatore. Si tratta di verificare che il documento è valido e non falsificati o contraffatti. Gli Stati membri possono consultare le banche dati rilevanti (tra cui la banca dati Sis) per questo scopo a ogni controllo. La Commissione raccomanda agli Stati membri di effettuare consultazioni delle banche dati più intensamente, e si teme che molti Stati membri non sembrano essere farlo. Allo stesso tempo, per quanto riguarda il controllo delle persone all´interno dell´area Schengen, gli Stati membri hanno la possibilità, su base non sistematica, di consultare banche dati nazionali ed europee per garantire che le persone che godono del diritto di libera circolazione ai sensi del diritto dell´Unione non rappresentano una minaccia reale, attuale e sufficientemente grave per la sicurezza interna e l´ordine pubblico degli Stati membri. Tale verifica deve essere fatta sulla base della valutazione della minaccia, che può essere molto ampia e adeguata alla minaccia rappresentata da combattenti stranieri, e consente per i controlli su tutte le persone coperte da tale valutazione della minaccia.   Per quanto riguarda i controlli nei territori degli Stati membri sono interessati, le autorità nazionali competenti hanno il diritto di effettuare controlli d´identità delle persone presenti nel loro territorio per verificare per esempio la legalità del soggiorno o a fini di contrasto. Quali sono le regole di reintrodurre i controlli alle frontiere interne dello spazio Schengen? Ai sensi dell´articolo 23 e seguenti del Codice frontiere Schengen, gli Stati membri possono eccezionale ripristinare il controllo di frontiera, in cui vi è una grave minaccia per l´ordine pubblico o la sicurezza interna. Per gli eventi prevedibili, uno Stato membro deve notificare agli altri Stati membri e la Commissione. Nei casi che richiedono un intervento urgente di uno Stato membro può ristabilire immediatamente il controllo di frontiera alle frontiere interne, mentre, allo stesso tempo, notifica agli altri Stati membri e la Commissione. Il ripristino del controllo di frontiera è in linea di massima limitata a 30 giorni. In generale, se uno Stato membro decide di reintrodurre i controlli alle frontiere, la portata e la durata del ripristino temporaneo non può non eccedano quanto strettamente necessario per affrontare la grave minaccia. Come il movimento di armi da fuoco illegali attualmente disciplinato nella Ue? Anche se l´uso di armi in attacchi criminali non è nuovo, i terroristi utilizzano armi più, oltre alla tradizionale strategia che si basa sull´uso di esplosivi. Movimento di tali armi all´interno dell´Ue è regolato da una procedura prevista direttiva 2008/51 / Ce (cd direttiva armi da fuoco), che istituisce un sistema di autorizzazione per i proprietari e commercianti di armi per solo uso civile. Armi da guerra non possono essere scambiati a privati. In condizioni particolari solo collezionisti possono tenere le armi militari. Regolamento 258/2012 sulla produzione e il traffico illeciti di armi da fuoco stabilisce norme per l´esportazione di armi per uso civile. Questo sistema si basa su una procedura di autorizzazione secondo quanto disposto al protocollo delle Nazioni Unite sulle armi da fuoco. Lo scorso anno la Commissione europea ha avviato una valutazione volta a migliorare le pratiche attuali nella Ue per quanto riguarda la marcatura, la disattivazione e la distruzione delle armi da fuoco che entrano nel campo di applicazione della normativa Ue sulle armi da fuoco e l´obbligo giuridico per l´acquisto di armi di allarme e le repliche all´interno dell´Ue. Una valutazione supplementare è stato anche finalizzato alla fine dello scorso anno per esaminare le possibili opzioni politiche, compreso il ravvicinamento delle varie reati rilevanti, per prevenire meglio, dissuadere, rilevare, interrompere, indagare, perseguire e cooperare sul traffico illecito di braccio nella Ue. Sulla base dei risultati del processo di valutazione effettuata, la Commissione decidere come procedere per modificare la direttiva sulle armi da fuoco, che potrebbe portare a una proposta per i controlli più severi per alcune categorie di armi e vietando le armi più pericolose, che sono già soggetti oggi ad autorizzazione obbligatoria. Un migliore scambio di informazioni è molto importante anche a livello europeo e internazionale. Ciò che l´Unione europea sta facendo per garantire che i finanziamenti necessari è disponibile per prevenire la criminalità organizzata e il terrorismo? Per promuovere l´attuazione della cooperazione di polizia dell´Ue, la gestione dei rischi e delle crisi e il controllo delle frontiere esterne dell´Unione, il Fondo Sicurezza interna (Isf) è stato istituito per il periodo 2014-2020, con un bilancio complessivo di circa euro 3,8 miliardi (entrambi i componenti del Fondo). Gli obiettivi primari di azioni attuate nel prossimo periodo combattono transfrontaliera e la criminalità organizzata, compreso il terrorismo, la prevenzione e la lotta contro la radicalizzazione verso l´estremismo violento e rafforzare la capacità degli Stati membri e l´Unione europea a valutare i rischi per la loro società e aumentare la resilienza alle crisi. Un obiettivo importante della spesa dei fondi è posto sulla prevenzione. Per raggiungere i suoi obiettivi, l´Ue sostiene la cooperazione pratica tra gli Stati membri, lo sviluppo di programmi di formazione e piattaforme di conoscenza e lo scambio di informazioni tra le autorità di contrasto e gli Stati membri e l´Europol. In termini di prevenzione delle crisi, il finanziamento è previsto per le misure che aumentano la capacità ´Stati membri di proteggere le loro infrastrutture critiche da attacchi terroristici e di sviluppare valutazioni della minaccia globale, compresi i meccanismi di allerta precoce. Infine, l´Ue sostiene azioni volte ad alleviare le conseguenze del terrorismo e dell´estremismo. Sostegno alle vittime è una componente importante per la quale viene utilizzato finanziamenti Ue. Come può il sostegno dell´Unione europea agli Stati membri colpiti da una grave crisi? La gestione delle crisi e la lotta contro il terrorismo rimangono competenze principalmente nazionali. L´unione europea ha, tuttavia, gli strumenti sviluppati per sostenere gli Stati membri colpiti da crisi, tra cui i principali attacchi terroristici, e ha stabilito accordi di coordinamento di crisi. ´Risposta´ è infatti uno dei 4 pilastri della strategia antiterrorismo dell´Ue. La clausola di solidarietà che è stato introdotto dal trattato di Lisbona riguarda situazioni di attacchi terroristici pure. Le istituzioni e agenzie dell´Ue, nonché gli Stati membri sono quindi organizzati per dare assistenza agli Stati membri colpiti, attraverso la mobilitazione di tutti gli strumenti disponibili (scambio di informazioni, il sostegno alle indagini, il meccanismo di protezione civile dell´Ue, etc.). In caso di crisi terroristica, la Commissione europea può anche attivare i meccanismi di risposta alle crisi, tra cui la sala di crisi sicuro in Analisi strategica e Response (Star) centro, che collabora strettamente con l´Emergency Response Coordination Centre (Ercc), la Servizio europeo per l´azione esterna (Seae) e dell´Ue agenzie (Europol, Frontex). La Commissione sostiene anche la cooperazione tra gli Stati membri in materia di preparazione, attraverso l´organizzazione di esercitazioni di gestione delle crisi, in particolare con la polizia unità speciali d´intervento (esercizio ´Common Sfida 2013´ della rete Atlas), nonché a rafforzare la cooperazione tra le varie unità e la comunità della protezione civile (´Arete 2014´ esercizio) per rispondere a scenari di crisi complesse. Cosa sta facendo l´Ue sulla sicurezza chimica, biologica, radiologica e nucleare ed esplosivi? La Commissione completerà l´attuazione del Biological Chemical, piani d´azione radiologico e nucleare (Cbrn) e Esplosivi entro la fine del 2015. La base per il lavoro della Commissione sulla sicurezza delle sostanze e Esplosivi Cbrn sono due piani di azione: l´ azione Cbrn dell´Ue Piano , che è stato adottato nel 2009 e comprende una vasta gamma di 124 azioni di prevenzione e rilevazione di preparazione e risposta, da attuare entro la fine del 2015, e il piano d´azione dell´Ue per il miglioramento della sicurezza degli esplosivi , con 48 azioni. La Commissione controlla inoltre e facilita l´applicazione del regolamento 98/2013 sui precursori di esplosivi da parte delle autorità degli Stati membri e gli operatori economici. Per ulteriori informazioni Homepage della direzione generale per la migrazione. Gli affari interni: http://ec.Europa.eu/dgs/home-affairs/index_en.htm  Homepage del commissario europeo Dimitris Avramopoulos: http://ec.Europa.eu/commission/2014-2019/avramopoulos_en    
   
   
COMMISSIONE EUROPEA: DIMITRIS AVRAMOPOULOS COMMISSARIO DISCORSO ALLA RIUNIONE MINISTERIALE INTERNAZIONALE A PARIGI IL CHARLIE HEBDO, 11 GENNAIO 2015  
 
Parigi, 12 Gennaio 2015 - ERiunione ministeriale internazionale di ieri su Charlie Hebdo: Ringrazio il signor Cazeneuve per aver preso l´iniziativa di convocare qui oggi - in un contesto drammatico - i ministri europei e statunitensi domestica, e la loro controparte statunitense della Giustizia. Come individui e come cittadino europeo, sono, come tutti profondamente scioccato dall´uccisione che ha avuto luogo a Parigi il Mercoledì e due ostaggi che hanno seguito. Si tratta di atti intollerabili che ci riguardano tutti. Il mio pensiero va alle tante vittime innocenti di questi atti crudeli. Desidero inoltre esprimere la mia solidarietà e il mio sostegno alle famiglie delle vittime e la mia solidarietà con tutta la Francia. Io sono qui oggi è soprattutto per dimostrare la solidarietà dell´Europa verso la Francia. In questi tempi tragici, l´Europa deve essere unita per difendere i suoi valori e le libertà - tra cui la libertà di espressione e di stampa - contro chi rifiuta il nostro modo di vita, di fronte a quelli che odiano la democrazia. Non dobbiamo dimenticare che l´apertura al dialogo, il pensiero critico e la tolleranza sono caratteristici delle nostre società, e sono ideali che dobbiamo sempre difendere. Il tempo non è stigma, ma il rally. E questo spirito di solidarietà, la raccolta si rivela sempre più forte, con dimostrazioni per le strade di Parigi e città europee. Sì, oggi siamo tutti Charlie. Ci siamo incontrati a Parigi per prendere in considerazione una risposta unita e forte a questa sfida comune ci rivolgiamo gli autori di questi atti atroci. Questa sfida può essere risolto solo congiuntamente all´interno dell´Unione europea e al di là, con i nostri alleati internazionali. Come dimostrato da questo attacco, il livello della minaccia terroristica per l´Unione europea è purtroppo reale e crescente. Come parte della strategia europea in materia di sicurezza interna, la Commissione europea è risolutamente a fianco degli Stati membri a sostenere e coordinare i loro sforzi. La Commissione europea ha sviluppato capacità e sistemi comuni. Promuoviamo la cooperazione pratica e operativa tra gli attori in prima linea e il sostegno finanziario agli Stati membri nei loro sforzi per contrastare il terrorismo. Come ha detto il presidente Juncker, questo è il momento di silenzio e di riflessione. Le nostre azioni saranno guidate da riflessione, non dalla paura. Dopo questi eventi, dobbiamo analizzare la situazione e trarre conclusioni sulla possibile azione a livello comunitario. Dopo il nostro incontro di oggi, e insieme a tutti i ministri degli Interni dell´Unione europea, avremo l´occasione di discuterne in una riunione del Consiglio a Riga il 29 gennaio. La cooperazione e la solidarietà tra gli Stati membri sarà certamente parole chiave. Dovremo esaminare se sia necessario e come migliorare l´accesso, lo scambio e l´uso di informazioni pertinenti con l´obiettivo di una migliore tutela dei diritti e delle libertà. Abbiamo un certo numero di opzioni pratiche per migliorare l´azione dell´Unione e dei suoi Stati membri. Dobbiamo continuare i nostri sforzi, in cooperazione con gli Stati membri, le altre istituzioni europee e le altre parti interessate a: Rafforzare la prevenzione della radicalizzazione; Migliorare gli strumenti delutte contro il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo; Meglio rilevare e rispondere meglio alle minacce; In parallelo, istituire un sistema europeo per il trasferimento dei dati dei passeggeri. Si tratta di un processo lungo avanti. E ´soprattutto un lavoro che deve essere fatto nel pieno rispetto dei diritti fondamentali. La Commissione europea è pronta ad affrontare queste sfide insieme con la Francia e tutti gli altri partner europei e interlocutori. Dobbiamo tutti agire insieme per far capire ai nostri amici e nemici che l´Europa può garantire la sicurezza dei suoi cittadini, senza compromettere i valori e l´identità. Charlie non è morto. L´europa è Charlie. Tutto questa violenza atroce, i terroristi non vincerà sulla libertà e la democrazia.  
   
   
ANNO EUROPEO PER LO SVILUPPO 2015: QUANTO INVESTE L´UE?  
 
Strasburgo, 12 gennaio 2015 - L´unione europea e i suoi Stati membri sono il più grande donatore di aiuti al mondo. Nel 2013 hanno fornito più della metà degli aiuti pubblici (56,5 miliardi) per la lotta contro la povertà nel mondo. Nel dicembre 2013 il Parlamento europeo ha approvato oltre 51.,4 miliardi per l´azione esterna dell´Unione europea per il periodo 2014-2020. L´unione europea ha dedicato il 2015 alla cooperazione, allo sviluppo e agli aiuti per sottolineare l´importanza della politica di sviluppo internazionale e il ruolo chiave svolto dalla Ue e gli Stati membri. Nel 2013, ultimo anno di cui si dispongono i dati completi, l´Ue ha continuato il suo sostegno politico e finanziario per lo sviluppo in tutto il mondo. Ha contribuito con 14,8 miliardi, circa il 9% del bilancio complessivo dell´Unione europea, per l´assistenza allo sviluppo esterno, concentrandosi su come aiutare i paesi e le persone più bisognose. Il costo per gli aiuti europei di ogni cittadino europeo corrisponde a non più di 8 centesimi al giorno. Clicca qui per altre notizie dal Parlamento europeo L´importo totale destinato agli aiuti allo sviluppo è di 51,419 miliardi di euro nel corso 2014-2020. Gli aiuti comunitari allo sviluppo sono destinati a circa 150 paesi nel mondo, dall´Afghanistan allo Zimbabwe. Tuttavia, negli ultimi anni, molti paesi in via di sviluppo hanno registrato una forte crescita economica e sono riusciti a ridurre la povertà. Circa il 75% del sostegno dell´Ue andrà ai paesi più poveri come ad esempio quelli dell´Africa sub-sahariana. Leggi qui per conoscere i dati precisi.  
   
   
MAGGIORE PROTEZIONE PER LE VITTIME DI VIOLENZA IN TUTTA L¡¯UE  
 
Bruxelles, 12 gennaio 2015 - A partire dalla scorsa domenica le vittime di violenza, in particolare quelle che hanno subito violenze domestiche o stalking, potranno contare su una maggiore protezione in tutti gli Stati membri dell¡¯Ue. Grazie alle nuove norme, gli ordini di restrizione, protezione e allontanamento emessi in uno Stato membro saranno riconosciuti in tutta l¡¯Ue in modo rapido e semplice mediante una semplice certificazione. ¡°Le vittime di violenza ora potranno far valere i propri diritti anche al di fuori del loro paese, ovunque vadano in Europa¡±, ha dichiarato V¨§ra Jourov¨¢, Commissaria Ue per la Giustizia, i consumatori e la parit¨¤ di genere. ¡°Secondo le stime, una donna su tre ha subito violenze almeno una volta nella vita.¡± I cittadini che hanno subito abusi domestici potranno ora viaggiare in sicurezza al di fuori del proprio paese di origine semplicemente trasferendo l¡¯ordine di protezione che li tutela dal loro aggressore. In passato le vittime dovevano passare attraverso procedure complesse per estendere gli effetti di una misura di protezione nazionale agli altri Stati membri dell¡¯Ue ed erano costrette ad avviare una procedura diversa per la certificazione in ciascun paese. Gli ordini di protezione potranno ora essere riconosciuti facilmente in qualsiasi Stato membro dell¡¯Ue, il che consentir¨¤ alle vittime di violenza di spostarsi senza dover ricorrere a procedure gravose. ¡°La nuova procedura garantir¨¤ alle vittime di violenza, siano esse donne o uomini, la protezione che meritano per andare avanti con la propria vita. Potranno scegliere di vivere in un altro Stato membro dell¡¯Ue o di andare in vacanza senza temere per la propria sicurezza¡±, ha aggiunto V¨§ra Jourov¨¢. Il nuovo meccanismo consta di due strumenti distinti: il regolamento relativo al riconoscimento reciproco delle misure di protezione in materia civile e la direttiva sull¡¯ordine di protezione europeo. Insieme, i due strumenti garantiranno il riconoscimento in qualsiasi Stato membro dell¡¯Ue degli ordini di protezione emessi per tutelare le vittime di violenza. I meccanismi rispecchiano le differenze che caratterizzano le misure di protezione nazionali degli Stati membri, che possono essere di natura civile, penale o amministrativa. L¡¯insieme delle norme garantir¨¤ la libera circolazione delle tipologie di misure di protezione pi¨´ comuni nell¡¯Ue. Pi¨´ sostegno alle vittime La necessit¨¤ di assicurare assistenza e protezione alle vittime ¨¨ ribadita da una relazione pubblicata oggi dall¡¯Agenzia dell¡¯Unione europea per i diritti fondamentali (Fra), le cui conclusioni sottolineano il bisogno di servizi di sostegno pi¨´ mirati. Nonostante i passi avanti, in molti Stati membri tali servizi devono essere ulteriormente migliorati. Assicurare alle vittime l¡¯accesso a servizi di sostegno mirati (compresi il sostegno e la consulenza per i traumi subiti), rimuovere gli ostacoli burocratici per l¡¯accesso al patrocinio gratuito e fare in modo che le persone siano informate circa i loro diritti e i servizi disponibili sono alcune delle proposte concrete di miglioramento. La Commissione europea ¨¨ impegnata a migliorare i diritti dei 75 milioni di persone che ogni anno sono vittime di reato. Entro il 16 novembre 2015 diventer¨¤ vincolante per gli Stati membri una direttiva Ue, entrata in vigore nel 2012, che istituisce norme minime in materia di diritti, sostegno e protezione per le vittime ovunque si trovino nell¡¯Unione (Ip/12/1066). Misure quali l¡¯ordine di protezione europeo, che si applicher¨¤ a partire da domenica, e la garanzia di diritti minimi per le vittime attestano l¡¯impegno della Commissione europea a rafforzare i diritti delle vittime di reato, quale che sia il loro paese di origine e indipendentemente dallo Stato membro in cui ¨¨ stato commesso il reato. Contesto La direttiva sull¡¯ordine di protezione europeo, adottata nel dicembre 2011, ¨¨ stata integrata dal regolamento relativo al riconoscimento reciproco delle misure di protezione in materia civile, che ha ricevuto l¡¯appoggio del Parlamento europeo nel maggio 2013 (Memo/13/449) e dei ministri della Giustizia in sede di Consiglio nel giugno 2013 (Ip/13/510). Entrambi gli strumenti entreranno in vigore l¡¯11 gennaio 2015. In linea con il trattato di Lisbona, la Danimarca non vi parteciper¨¤. Al fine di rafforzare le misure nazionali ed europee in materia di diritti delle vittime, il 18 maggio 2011 la Commissione europea ha proposto un pacchetto di misure (Ip/11/585) volte a garantire in tutta l¡¯Unione europea un livello minimo di tutela dei diritti, di sostegno e di protezione per le vittime. Il pacchetto comprende la direttiva sui diritti delle vittime, il regolamento sul riconoscimento reciproco delle misure di protezione in materia civile e una comunicazione che illustra le azioni attuali e future in relazione alle vittime. Per ulteriori informazioni Relazione dell¡¯Agenzia dell¡¯Unione europea per i diritti fondamentali: https://fra.Europa.eu/en/publication/2015/victims-crime-eu-support  Europa ¨C diritti delle vittime: http://ec.Europa.eu/justice/criminal/victims/rights/index_en.htm  Scheda informativa - ¡°Iniziative della Commissione europea per combattere la violenza contro le donne¡±: http://ec.Europa.eu/justice/gender-equality/files/documents/140303_factsheet_vaw_en.pdf  Scheda informativa - Sondaggio sulla violenza contro le donne condotto in tutta l¡¯Ue dall¡¯Agenzia dell¡¯Unione europea per i diritti fondamentali (Fra), marzo 2014: http://fra.Europa.eu/en/publication/2014/vaw-survey-results-factsheet  Sito web di V¨§ra Jourov¨¢, Commissaria Ue per la Giustizia, i consumatori e la parit¨¤ di genere: http://ec.Europa.eu/commission/2014-2019/jourova_en  Twittare con @Verajourova La Dg Giustizia su Twitter: @Eu_justice    
   
   
INTERVENTO DEL 9 GENNAIO DEL PRESIDENTE JUNCKER ALLA CERIMONIA DI APERTURA DELL´ANNO EUROPEO PER LO SVILUPPO 2015  
 
Riga, 12 Gennaio 2015 – “ Primi Ministri, Ministri, Commissari, membri del Parlamento, Eccellenze, Illustri Ospiti, Signore e Signori, E ´un piacere essere qui a Riga. Riga è appassionato di doni a Bruxelles e l´Unione europea. Il grande albero di Natale al Grand Place di Bruxelles è Lettonia. E Valdis Dombrovskis, il vostro ex primo ministro che ora è uno dei miei vicepresidenti è un altro regalo lettone. Sta facendo un ottimo lavoro. Valdis e popolo lettone conosce il valore della riforma. Sai che differenza può fare per girare una pagina, trasformare una intera economia intorno e renderlo consegnare cambiamento. A soli 25 anni fa, questo paese stava emergendo dalle ombre del comunismo. Non vi è alcun decreto terribile della storia; la storia è ciò che le persone ne faranno. Oggi stare spalla a spalla con le altre nazioni europee, in un mercato libero, la condivisione di una moneta unica e una Unione di libertà e pari opportunità per tutti. L´esperienza dimostra Lettone che le riforme economiche possono essere consegnati rapidamente e con successo sotto le giuste condizioni. Questo non è solo un processo economico astratto - ma un cambiamento fondamentale per la vita di milioni. Sono quindi onorato di essere aprendo ufficialmente oggi qui a Riga il primo "Anno europeo per lo sviluppo". Una delle mie priorità per questa Commissione è quello di rafforzare l´Europa come attore globale. L´europa non può che essere un attore globale, se gli europei capire come il ruolo dell´Unione europea e dei suoi Stati membri, benefici a tutti noi nel nostro mondo interdipendente. E dal momento che il 2015 è un anno importante in questo senso, è molto opportuno avere un Anno europeo per lo sviluppo, che cercherà di promuovere il coinvolgimento diretto dei cittadini. E ´giunto il momento per un altro motivo: il 2015 è il termine per il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio delle Nazioni Unite. Alla fine di quest´anno li sostituiremo con una nuova agenda globale, la cosiddetta "agenda di sviluppo post-2015". Per fare questo, avremo la 3 ° Conferenza finanziamento dello sviluppo nel mese di luglio ad Addis Abeba, e al post-2015 Summit delle Nazioni Unite a settembre a New York. E, infine, il 2015 è anche l´anno in cui stiamo lavorando verso un nuovo accordo globale sul clima a Parigi. Gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio delle Nazioni Unite hanno guidato la nostra politica di sviluppo per 15 anni ormai. Notevoli risultati sono stati raggiunti. La percentuale di poveri è stato ridotto di oltre la metà. 9 su 10 bambini nei paesi in via di sviluppo iniziano la scuola - e questo in numero uguale sia per i ragazzi e le ragazze. Con l´Unione europea ei suoi Stati membri, come donatore più importante del mondo, possiamo essere orgogliosi di questi numeri. L´europa ha contribuito a fare la differenza nella vita di milioni di persone. E noi non cedere i nostri sforzi: in poche settimane la mia Commissione richiederà noi a rinnovare insieme il nostro sostegno e l´impegno per i più poveri del mondo. Perché c´è ancora molto da fare per garantire che i diritti umani fondamentali siano rispettati: Mentre la percentuale di persone denutrite nel mondo è diminuito dal 23,2 per cento nel 1990-1992 al 14,9 per cento nel periodo 2010-2012, questo lascia ancora 870 milioni di persone - una su otto in tutto il mondo! - La fame. Mentre il tasso di mortalità sotto i cinque anni è sceso del 47 per cento dal 1990, nell´Africa sub-sahariana, un bambino su dieci muore prima dei cinque anni, più di 15 volte la media delle regioni sviluppate. Signore e signori, Il mondo in cui viviamo è sempre più interdipendente. Assistiamo ogni giorno. Le sfide che abbiamo di fronte, sia che i cambiamenti climatici, la migrazione, il radicalismo o virus come Ebola, non conosco nessun confine. La nostra risposta deve essere unita. La nostra politica deve adattarsi per affrontare al meglio queste sfide. In questo contesto, l´agenda post-2015 è, molto semplicemente, un´occasione che non possiamo permetterci mancante. Eliminare la povertà e realizzare lo sviluppo sostenibile sono due delle sfide più pressanti per il mondo di oggi. Si tratta di permettere alle persone di vivere una vita dignitosa, nel rispetto del nostro pianeta. Come segretario generale dell´Onu Ban Ki-moon ha messo, l´agenda post-2015 "offre un´opportunità unica per i leader globali e le persone per porre fine alla povertà, trasformare il mondo per meglio soddisfare i bisogni umani e le necessità di trasformazione economica, proteggendo il nostro ambiente , assicurando la pace e la realizzazione di diritto umano ". Questo non è un piccolo ordine. Questo non accadrà da solo. Al suo interno, gli obiettivi di sviluppo sostenibile e gli obiettivi si applicheranno a tutti i paesi, di prendere le loro situazioni nazionali in considerazione. L´universalità è fondamentale: dobbiamo riconoscere che tutti i paesi hanno le sfide e le opportunità comuni per un futuro condiviso, e che tutti abbiamo bisogno di assumere impegni concreti - sia globali e nazionali - per fare il cambiamento. Ciò significa che l´Unione europea dovrà anche raccogliere la sfida. Questa non è una novità per noi - siamo già impegnati allo sviluppo sostenibile in patria e all´estero, e di solidarietà globale. Ma avremo bisogno di fare di più, e meglio. E soprattutto, ci sarà anche bisogno di ottenere gli altri a fare lo stesso, e la loro parte. La mia Commissione collaborerà strettamente con le altre istituzioni dell´Ue, i nostri Stati membri, e, naturalmente, i nostri partner internazionali per assicurarsi che noi forniamo. Vorrei invitare tutti i cittadini dell´Ue di accompagnarci in questi sforzi. Signore e signori, Siamo qui riuniti per lanciare l´Anno europeo per lo sviluppo. Sarà un anno in cui vedremo le azioni in tutta Europa, in tutti gli Stati membri, tra la società civile e di tutte le istituzioni europee. Il motto di questo Anno europeo dobbiamo al Parlamento europeo incarna bene questo: "Il nostro mondo, la nostra dignità, il nostro futuro". Ogni individuo ha un ruolo da svolgere per un mondo più sostenibile e pacifico. Vogliamo raccontare storie di tutto il mondo per dimostrare che ovunque ci troviamo da e dove vogliamo andare, le nostre aspirazioni sono le stesse: un mondo stabile e pacifico, l´istruzione per i nostri figli, posti di lavoro per i giovani, una vita dignitosa su un pianeta di cui abbiamo bisogno di prendersi più cura. Signore e signori, Sono particolarmente lieto che l´idea di questo Anno è nato in questo paese alcuni anni fa, e che ora stiamo celebrando il suo lancio qui a Riga oggi - vorrei rendere omaggio a Andris Gobiņš, Presidente del Movimento europeo - Lettonia e Membro del Comitato economico e sociale europeo (Cese) per lanciare l´idea così come a tutti coloro che lo hanno aiutato realizzarla. La politica di sviluppo e la cooperazione internazionale sono le norme europee fondamentali che riguardano tutti noi. Con l´aiuto attivo di tutti, siamo in grado di cambiare il modo in cui si parla di questi globale. In breve, tutti noi dovremmo portare questo anno per la vita, abbiamo alcune storie fantastiche da raccontare "il nostro mondo, la nostra dignità e il nostro futuro" - Diciamo insieme. Posso ora dichiarare l´Anno europeo per lo sviluppo aperto!  
   
   
UE, OCCUPAZIONE E SITUAZIONE SOCIALE: LA QUARTERLY REVIEW RIVELA UN ESIGUO, MA CONSISTENTE AUMENTO DELL´OCCUPAZIONE  
 
Bruxelles, 12 gennaio 2015 - La ripresa economica dell´Ue, iniziata nella primavera del 2013, rimane modesta e le recenti previsioni sul Pil nell´Ue sono state riviste al ribasso. Nonostante la situazione macroeconomica poco felice, però, l´occupazione nell´Ue ha dato segni deboli ma consistenti di crescita dalla metà del 2013, secondo l´ultimo numero di Employment and Social Situation Quarterly Review (rivista trimestrale sull´occupazione e la situazione sociale).L´occupazione è aumentata nella stragrande maggioranza degli Stati membri, ivi compresi paesi con tassi di disoccupazione molto elevati quali Grecia, Spagna e Portogallo. Tale miglioramento ha inoltre interessato un´ampia maggioranza di settori: l´aumento più significativo si è registrato in quello dei servizi. Come illustrato dalla rivista, tutti i tipi di occupazione sono in fase di crescita. Non è quindi soltanto l´occupazione a tempo determinato e parziale ad essere interessata, ma anche quella permanente e a tempo pieno. Il ritorno a livelli di disoccupazione pari a quelli precedenti alla crisi, tuttavia, si rivela più lento di quanto auspicato. Marianne Thyssen, Commissaria per l´occupazione, gli affari sociali, le competenze e la mobilità dei lavoratori, ha commentato: "Benché la crescita dell´occupazione a cui stiamo assistendo sia un fattore positivo, essa è ancora troppo limitata e lenta. In particolare la disoccupazione di lunga durata continua ad affliggere l´Ue in maniera cruciale. Mediante la nostra "offensiva sugli investimenti", con una dotazione di 315 miliardi di Eur, abbiamo l´ambizione di rilanciare la crescita economica e creare più posti di lavoro. Occorre inoltre intraprendere un´azione mirata che si rivolga a chi è rimasto disoccupato per lungo tempo". Molti sono i problemi irrisolti, in particolare la disoccupazione di lunga durata e le scarse opportunità di lavoro per i giovani (15-24) e i giovani adulti di età compresa tra i 25 e i 39 anni. Il tasso di disoccupazione dei giovani, che pure ha subito una riduzione significativa nell´Ue, rimane molto elevato. La disoccupazione di lunga durata è un problema sempre più grave nell´Ue. Durante il secondo trimestre del 2014, un totale di 12,4 milioni di persone (il 5,1% della forza lavoro) erano disoccupate da oltre un anno, e più della metà di esse da oltre due anni. In Grecia e a Cipro i tassi di disoccupazione hanno raggiunto massimi storici. Si è mantenuta, sia pure ad un ritmo più lento, la crescita del reddito delle famiglie (Ghdi). La fragile ripresa economica e le difficoltà sul mercato del lavoro hanno avuto ripercussioni sulla modesta evoluzione registrata dalla situazione delle famiglie e dei singoli cittadini. L´alleggerimento delle difficoltà finanziarie delle famiglie a basso reddito, che si era osservato nel primo semestre del 2014, sembra essersi arrestato negli ultimi mesi. Le riforme fiscali quali strumento per conciliare efficienza e problemi di equità - La riduzione degli oneri fiscali che gravano sul lavoro è stato un elemento centrale delle raccomandazioni specifiche per paese del 2014. In un contesto di risanamento del bilancio, le opzioni strategiche raccomandate consistono nel passaggio dal carico fiscale sul lavoro a fonti di gettito meno gravose per la crescita e nella lotta all´evasione e all´elusione fiscale in alcuni Stati membri. Dalla rivista emerge che, fino al 2012 (ultimi dati disponibili), il carico fiscale sul lavoro è stato ridotto in meno della metà degli Stati membri, mentre solo in alcuni paesi tale riduzione è stata accompagnata da una maggiore tassazione dei consumi. La lotta all´evasione e all´elusione fiscale può dare un contributo decisivo agli obiettivi in materia di bilancio e di occupazione, permettendo al tempo stesso di realizzare gli obiettivi sociali. L´occupazione nei servizi sociali e sanitari - Rispetto ad altri settori dell´economia quello dei servizi sociali e sanitari è caratterizzato da una forza lavoro più qualificata , ma anche da un maggiore divario retributivo di genere, da condizioni di lavoro più difficili e da un alto tasso di lavoro a tempo parziale: elementi, questi, che potrebbero ostacolare l´arrivo di nuovi lavoratori nel settore. Quest´ultimo è destinato tuttavia a creare un maggior numero di posti di lavoro in seguito all´invecchiamento della forza lavoro nel settore, all´aumento della domanda dovuto allo sviluppo di nuove esigenze dettate dai cambiamenti demografici, alle conseguenze economiche e sociali della crisi, alle crescenti disuguaglianze, agli sviluppi tecnologici e ai cambiamenti dei modelli sociali. La crisi economica e finanziaria ha avuto un duplice ruolo in relazione ai servizi sanitari e sociali: da un lato essa ha dimostrato che tali servizi possono attenuare l´impatto della crisi. Dall´altro i vincoli di bilancio hanno avuto conseguenza sul finanziamento dei servizi sanitari e sociali attraverso tagli significativi della spesa per prestazioni in natura.  
   
   
ASCOLTARE L’EUROPA — LA COMMISSIONE EUROPEA VARA LA SERIE 2015 DI DIALOGHI CON I CITTADINI A RIGA  
 
Riga, 12 gennaio 2015 - La Commissione europea ha avviato l’ 8 gennaio una nuova serie di dialoghi con i cittadini, dando alle persone di tutta Europa la possibilità di parlare direttamente con i membri della Commissione europea, l’iniziativa fa parte di un chiaro impegno a favore di una migliore comunicazione con i cittadini. Nelle lettere d’incarico inviate a tutti i membri della Commissione nel settembre 2014, il Presidente Juncker ha invitato il collegio a essere «politicamente attivo negli Stati membri e nei dialoghi con i cittadini». I cittadini della Lettonia, dell’Estonia e della Lituania sono stati invitati a partecipare al primo dibattito con il primo Vicepresidente della Commissione Frans Timmermans, il Vicepresidente Valdis Dombroskis e la Commissaria Corina Creţu a Riga. I Commissari discuteranno temi importanti per l’Europa e la regione baltica, come la creazione di posti di lavoro, la crescita economica, il nuovo piano di investimento dell’Ue, la responsabilità di bilancio, le riforme strutturali e il dialogo sociale. Il primo Vicepresidente Frans Timmermans ha dichiarato: “L’unione europea non è solo Bruxelles ed è per questo che vogliamo che tutti i Commissari passino più tempo con i cittadini negli Stati membri. Ascoltare le loro preoccupazioni e sapere come pensano che l’Europa possa aiutarli ci consentirà di fare meglio il nostro lavoro. Io e i miei colleghi ci aspettiamo una serie di dibattiti vivaci e aperti con i cittadini europei.” I cittadini potranno partecipare al dibattito in persona, iscrivendosi preventivamente sul sito www.Eiropasnakotne.lv  e potranno anche partecipare e formulare le proprie osservazioni durante l’evento online sul sito web: http://ec.Europa.eu/citizens-dialogues/index_en.htm  In alternativa le osservazioni possono essere presentate utilizzando l’hashtag Twitter #Eudialogues.  
   
   
I LITUANI SI STANNO ABITUANDO AD CONTANTE IN EURO  
 
Bruxelles, 12 gennaio 2015 - Il passaggio all´euro in Lituania sta raggiungendo la sua fase finale. Una volta che il periodo di doppia circolazione sarà giunta al termine il 15 gennaio 2015, i pagamenti in contanti non possono più essere effettuati in Litas lituano. In forza di un sondaggio della Commissione, la maggior parte dei pagamenti in contanti nei negozi sono stati realizzati interamente in euro e tutti i clienti hanno ricevuto il loro cambiamento nella nuova moneta il 7 gennaio [1] . Le banche, uffici postali e rivenditori sono riportati a gestire bene il processo di transizione e la gestione in parallelo di due valute. Euro in contanti sta gradualmente diventando predominante nelle tasche lituani. Il 7 gennaio, circa una persona su intervistati ha confermato di avere in gran parte o solo contante in euro nel portafoglio. Il monitoraggio del rispetto dei requisiti per la visualizzazione dei prezzi, la corretta conversione al tasso di conversione ufficiale (3,45280 litas a un euro) e la corretta attuazione del "Memorandum sulla buona gestione delle attività sulla introduzione dell´euro" è coordinato da parte dello Stato dei diritti dei consumatori Autorità per la Protezione e coinvolge varie istituzioni, come lo Stato alimentare e veterinario di servizio e lo Stato non alimentari Ispettorato. La maggior parte delle violazioni individuate finora consisteva in prezzi non essere visualizzate in due valute e gli errori di arrotondamento. Domande e reclami sono gestite con diligenza da parte delle autorità competenti. Per ulteriori informazioni sulla sostituzione vedi lituana: http://ec.Europa.eu/economy_finance/articles/euro/2015-01-01-lithuania-getting-euro_en.htm  Il sito di scambio nazionale della Lituania: http://www.Euras.lt    
   
   
UE-UCRAINA: LA COMMISSIONE PROPONE UN´ASSISTENZA MACROFINANZIARIA SUPPLEMENTARE PARI A 1,8 MILIARDI DI EURO  
 
Riga, 12 gennaio 2015 - La Commissione europea è pronta a fornire ulteriore sostegno all´Ucraina, colpita duramente da una profonda recessione. Il conflitto scoppiato nella parte orientale del paese ha avuto pesanti ripercussioni sull´economia. Oggi la Commissione ha proposto un nuovo pacchetto di assistenza macrofinanziaria (Amf) a favore dell´Ucraina, per un massimo di 1,8 miliardi di euro sotto forma di prestiti a medio termine. Il nuovo programma di Amf, che deve essere approvato dal Parlamento europeo e dal Consiglio dei ministri dell´Ue, prevede un´assistenza economica e finanziaria per aiutare l´Ucraina ad affrontare sfide fondamentali quali la debolezza della bilancia dei pagamenti e la difficile situazione di bilancio. L´intenzione è anche quella di aiutare il nuovo governo riformista a rafforzare il paese e ad affrontare le sfide economiche e politiche. L´assistenza macrofinanziaria proposta oggi sarà subordinata all´attuazione di determinate riforme. Jean-claude Juncker, Presidente della Commissione europea, ha dichiarato: "L´ucraina non è sola. L´europa sostiene compatta il paese e il programma di riforme del nuovo governo. Le azioni valgono più delle parole. L´unione europea ha concesso un sostegno finanziario senza precedenti e la proposta odierna dimostra che siamo pronti a continuare su questa via. Così funziona la solidarietà europea. Come sempre, la solidarietà va di pari passo con l´impegno in termini di riforme, particolarmente urgente in Ucraina. È nostra intenzione aiutare il governo ucraino ad attuare il suo programma di riforme e a cambiare realmente le cose per il paese e per i suoi cittadini." Una volta adottata la decisione sull´Amf, l´esborso sarà subordinato all´efficace proseguimento dell´attuale programma dell´Fmi per l´Ucraina e in particolare all´attuazione delle politiche economiche e finanziarie che saranno stabilite in un protocollo d´intesa fra la Commissione, a nome dell´Ue, e il governo dell´Ucraina. Le politiche che la Commissione giudica importanti riguardano l´ulteriore risanamento del bilancio, il proseguimento delle riforme di ampio respiro nei settori dell´energia e delle banche e il miglioramento della gestione macroeconomica globale. Sarà inoltre importante rafforzare la governance economica, aumentare la trasparenza e portare avanti le riforme giudiziarie e la lotta alla corruzione per creare condizioni più favorevoli all´attività delle imprese e alla crescita sostenibile. Se la proposta odierna della Commissione sarà adottata dal Parlamento europeo e dal Consiglio, il nuovo programma di 1,8 miliardi di euro potrà essere attuato nel corso del 2015 e all´inizio del 2016. Questo sarebbe il terzo programma di Amf per l´Ucraina dal 2010. Nel solo 2014 la Commissione ha erogato 1,36 miliardi di euro a sostegno dell´Ucraina nell´ambito dei programmi esistenti. L´ultima tranche di 250 milioni di euro nell´ambito di questi programmi potrebbe essere erogata entro la primavera del 2015, purché l´Ucraina attui in modo efficace le misure politiche concordate e continui a ottenere risultati soddisfacenti nell´ambito del programma dell´Fmi. In aggiunta all´assistenza macrofinanziaria, l´Ue sostiene l´Ucraina mediante preferenze commerciali, assistenza umanitaria, aiuti allo sviluppo e sostegno al bilancio per le riforme. Contesto dell´assistenza macrofinanziaria L´amf è uno strumento di risposta alle crisi di cui l´Ue si avvale in via eccezionale per venire in aiuto ai paesi partner con gravi problemi a livello della bilancia dei pagamenti. L´amf è complementare al sostegno fornito dall´Fmi. I prestiti concessi nell´ambito dell´Amf sono finanziati mediante l´assunzione, da parte dell´Ue, di prestiti sui mercati dei capitali. Successivamente i fondi vengono prestati, a condizioni finanziarie analoghe, ai paesi beneficiari. Ulteriori informazioni sulle operazioni di Amf, compresa la decisione proposta l´ 8 gennaio, sono disponibili al seguente indirizzo: http://ec.Europa.eu/economy_finance/eu_borrower/macro-financial_assistance/index_en.htm    
   
   
RIFORME: LETTERA DI ZAIA A PARLAMENTARI VENETI, “INSERIRE IL VENETO TRA LE REGIONI SPECIALI AL COMMA 1 DELL’ARTICOLO 116 DELLA COSTITUZIONE”.  
 
Venezia, 12 gennaio 2015 - Inserire con un emendamento la parola “Veneto” al comma 1 dell’articolo 116 della Costituzione, quello che elenca le Regioni italiane che godono di particolare autonomia, sfruttando la discussione incardinata alla Camera dei Deputati per la riforma della Costituzione. Lo ha chiesto ufficialmente il Presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, in una lettera inviata a tutti i Parlamentari veneti il 7 gennaio, il giorno precedente l’arrivo a Montecitorio del testo da discutere per la seconda delle quattro letture previste dalla procedura di riforma costituzionale. Oggi Zaia ne ha rivelato i contenuti, sottolineando che, “dopo tante parole, c’è l’occasione storica di passare ai fatti e di realizzare un grande opportunità per il Veneto e i Veneti, raddrizzando anche un testo che, così come è stato concepito, finirà per vampirizzare il Veneto e tutte le altre Regioni a Statuto Ordinario, con una manovra di riaccentramento di poteri e competenze a Roma che non sta né in cielo né in terra”. “Voglio sperare – ha aggiunto Zaia – che l’emendamento necessario sia presentato, firmato e sostenuto dai nostri Parlamentari di tutti i partiti, perché mai come in questo caso bisogna abbattere gli steccati di schieramento e fare lobby forte e convinta. Il futuro del Veneto si gioca anche sulla capacità di essere uniti, di giocare in squadra per la vittoria, che sarebbe prima di tutto dei Veneti”. Nella sua lettera, che si conclude con il passaggio “Ti chiedo con forza di votare e sostenere una modifica al testo della riforma costituzionale che comporti l’inserimento del Veneto nell’elenco delle Regioni a statuto speciale di cui all’articolo 116, comma I°, della Costituzione”, Zaia elenca puntualmente gli aspetti, “pochi” secondo lui, positivi e quelli, “molti”, estremamente negativi. Bene che vengano finalmente introdotti in Costituzione i fabbisogni e i costi standard basati sull’efficienza “che – ha detto Zaia – costringerebbero tutta Italia ad amministrare come il Veneto producendo un risparmio di 30 miliardi l’anno, pari a più di un terzo degli 85 miliardi di interessi passivi che lo Stato paga sul suo debito pubblico”; bene anche il superamento del bicameralismo paritario e perfetto con l’introduzione del Senato delle Autonomie. Ma i “sì” del Veneto alla riforma si fermano qui. Secondo Zaia infatti “prevalgono aspetti estremamente negativi per il Veneto che, se non modificati, potrebbero costituire una vera e propria catastrofe centralista”. I costi standard, ad esempio, non verrebbero applicati alle Regioni a statuto speciale, aprendo un baratro di discriminazione con quelle a statuto ordinario, così come quelle “speciali” manterrebbero la loro autonomia mentre le altre subirebbero un fortissimo processo di centralizzazione. Le Regioni a statuto ordinario, e non quelle a statuto speciale, cadranno poi sotto la tagliola della “clausola di supremazia statale” che potrà riaccentrare qualsiasi materia, anche quelle lasciate in capo alle Regioni stesse. Il “no” di Zaia si concentra anche sulla previsione della possibilità per le Regioni di contrattare singolarmente con lo Stato proprie forme di autonomia. “Questa è un’assurdità – dice Zaia – perché prima ti tolgono le competenze e poi ti dicono che su ciò che ti hanno tolto puoi andare a contrattare. Sembrerebbe una barzelletta, se non ci fosse da piangere”. Anche il Senato delle Autonomie, così come sarebbe composto, è considerato squilibrato: ci sarebbero infatti sette rappresentanti per Trentino e sei per il Veneto, che ha il quintuplo degli abitanti. Un rilevante problema di rappresentatività. In conclusione, una riforma costituzionale di questo tipo dovrebbe introdurre una forte valorizzazione del principio di responsabilità, premiando chi usa bene dell’autonomia e riducendola a chi la usa male. Questa riforma, invece, introduce solo un centralismo che crea Regioni troppo ordinarie e ricentralizzate, anche se virtuose come il Veneto, e Regioni troppo speciali di cui vengono lasciati immutati poteri e regimi finanziari, anche se altamente inefficienti.  
   
   
APPROVATO IL BILANCIO: UNA REGIONE LAZIO PIÙ VICINA ALLE FAMIGLIE, ALLE IMPRESE E AI CITTADINI  
 
Roma, 12 gennaio 2015 - “Stanotte in Consiglio abbiamo approvato nei tempi previsti il Bilancio che potremmo definire della ‘svolta’. Riducendo la spesa improduttiva, tagliando gli sprechi e razionalizzando la macchina regionale, siamo riusciti a pagare 8,5 miliardi di debiti arretrati e a scongiurare il fallimento. Ora abbiamo un Bilancio vero e sostenibile ed abbiamo previsto un ulteriore stanziamento di 250 milioni di euro per continuare a pagare i debiti residui”- è il commento del presidente, Nicola Zingaretti, sull’approvazione del Bilancio in Consiglio regionale. Approvato nei tempi previsti il bilancio annuale della Regione. Al netto delle partite finanziarie e di giro, il bilancio si attesta a 16 miliardi. Escludendo la sanità, che pesa per 11 miliardi, la quota nazionale trasporti, per 575 milioni, e altre risorse vincolate, la parte libera ammonta a 3,69 miliardi: di questi, 1,25 miliardi servirà per pagare gli oneri finanziari sul debito, 949 milioni per le spese fisse e obbligatorie come il Trasporto pubblico locale, le spese per il personale, gli organi costituzionali, gli enti e le società controllate. 1,23 miliardi serviranno invece per le altre politiche correnti e di investimento, circa 200 milioni andranno invece al fondo per la riduzione della pressione fiscale. Più vicini alle famiglie e ai cittadini Meno Irpef tra i 28mila e i 35mila euro. L’esenzione dell’1,6% è stata prorogata per i contribuenti con reddito fino a 28 mila euro, circa 2 milioni di contribuenti, ed è stata estesa anche ai contribuenti con reddito fino a 35mila euro, circa 350mila contribuenti. In questo modo oltre l’80% dei contribuenti del Lazio (2.350.000 su 2.850.000) si troverà, a partire dal 2015, a versare una quota di addizionale Irpef regionale uguale o inferiore rispetto all’anno precedente. Per i contribuenti con reddito imponibile compreso tra 28mila e 35mila euro, la riduzione del prelievo fiscale prevista è quantificabile in valori pro capite di 97 euro su base annuale rispetto a quanto dovuto per il 2014. L’esenzione dell’1,6% vale anche per i nuclei familiari con reddito fino a 50 mila euro e con almeno tre figli a carico. Mai più opere incompiute, fondi per sostenere la ricerca e il cinema, sostegno a indotto Fiat e Alitalia Mai più opere incompiute. Con la Legge di Stabilità regionale 2015 viene introdotta anche una norma per definanziare le opere pubbliche, interamente coperte da finanziamenti regionali, mai avviate a distanza di tre anni dalla concessione del finanziamento. Tutto questo consentirà alla Regione di liberare risorse importanti oggi bloccate su opere che esistono solo sulla carta. In questo modo sarà possibile anche contribuire al risanamento e alla sostenibilità complessiva del bilancio a beneficio dei cittadini e a sostegno di nuovi investimenti. Completamento delle principali opere infrastrutturali e ambientali. Si tratta non solo di opere previste ma in molti casi anche di opere già avviate sui territori. Tra queste c’è il collegamento viario Orte‐civitavecchia, per cui la Regione investe 30 milioni, la Metro C di Roma, investe 170,4 milioni, il raddoppio della Ferrovia Roma‐viterbo e la tratta Campoleone‐aprilia, per cui investe 68,5 milioni, il completamento della Tangenziale dei Castelli, per cui investe 13,3 milioni e gli impianti di risalita Terminillo, per cui investe 26,3 milioni. In particolare gli investimenti inclusi nel nuovo Bilancio ammontano a 779 milioni di euro in totale. Edilizia scolastica. Alla messa in sicurezza degli edifici scolastici verranno destinati circa 95 milioni di euro. Fondo ricerca e sviluppo. Per sostenere diversi investimenti nel campo della ricerca, e in particolare, per la creazione di distretti tecnologici culturali, la Regione mette a disposizione 75 milioni di euro nel triennio 2015-2017. Fondo per il cinema e l’audiovisivo. Salvaguardato il fondo per il cinema, che sostiene esordienti e produzioni regionali: la Regione ha messo a disposizione 15 milioni l’anno per il prossimo triennio. Sostegno all’indotto Fiat. Aumentano le risorse a disposizione per rilanciare la competitività delle aree di crisi di Piedimonte San Germano: la Regione rifinanzia la legge regionale del 2008 per l’indotto Fiat con 3,5 milioni di euro nel triennio, 1 milione in più rispetto a quanto previsto l’anno scorso. Sostegno a indotto Alitalia. Per la prima volta è previsto un intervento a sostegno della riconversione e riqualificazione delle aziende e dei lavoratori coinvolti nella crisi dell’indotto Alitalia. La Regione mette a disposizione 3,5 milioni di euro nel triennio 2015-2017. Tante opportunità con la nuova programmazione unitaria tra bilancio e fondi Ue Confermati gli investimenti previsti nei 45 progetti per il Lazio presentati a luglio 2014 con l’obiettivo di integrare la nuova programmazione dei fondi europei 2014 – 2020 con la programmazione del bilancio regionale. Tra questi: Il rinnovo del parco autobus, con l’acquisto di mezzi ad alta sostenibilità ambientale. La Regione investe in tutto 52 milioni di euro. Nuovi treni ad alta capacità per le ferrovie regionali a sostegno del pendolarismo, con un investimento da 22 milioni. Interventi per prevenire il rischio idrogeologico e risolvere l’emergenza arsenico. La Regione investe 75,6milioni per prevenire il rischio idrogeologico e 45,5 milioni per risolvere l’emergenza arsenico. La bonifica della Valle del Sacco, con interventi per 16,5 milioni. Il sostegno della raccolta differenziata dei rifiuti e della chiusura del ciclo, con interventi per 47,4 milioni. 2,6 milioni per il sistema fluviale del Tevere e 17,8 milioni per la realizzazione dell’impianto di dissalazione delle Isole Pontine. Tra le altre cose, la nuova programmazione europea prevede risorse, tra Fesr, Feasr e Fse, per 2,6 miliardi di euro nel prossimo triennio. Risparmi sulla spesa corrente, più risorse per le politiche sociali e fondi start up Attraverso verifica dei budget sulle singole materie la Regione sta portando avanti una riduzione complessiva della spesa corrente. Nell’ambito di tutto questo però è importante sottolineare sono state aumentate le risorse destinate alle politiche sociali e al welfare: la Regione mette a disposizione 12 milioni di euro in più con interventi importanti a sostegno della disabilità e dell’inclusione sociale. Startup innovative. La Regione finanzia anche per il 2017 il fondo per l’avvio delle imprese innovative: in particolare vengono messi a disposizione 4,5 milioni di euro per il triennio 2015-2017, che si aggiungono ai 4,5 milioni di euro per l’abbattimento dell’imposizione fiscale per le startup innovative nei primi ventiquattro mesi di attività. Startup creative. Il fondo destinato ad incentivare la nascita di nuove imprese culturali creative viene finanziato con 4,5 milioni di euro per il prossimo triennio. Startup agricole. La Regione mette a disposizione 90 milioni del Fondo europeo per lo sviluppo rurale, il Feasr, per consentire ai giovani di creare nuove imprese agricole. È previsto l’accesso immediato e diretto fino a un massimo di 70mila euro a fondo perduto. Agevolazioni tariffarie sui trasporti in base al reddito. Le agevolazioni tariffarie sugli abbonamenti degli autobus della rete regionale si baseranno anche su criteri di reddito e non più solo di merito com’è stato fino ad oggi. Per sostenere questo provvedimento saranno investiti 12 milioni di euro. Va avanti il risanamento: nuovi risparmi sul personale, gli organi istituzionali, le società e gli enti Personale e organi istituzionali. Prosegue l’azione di risanamento con nuovi interventi di razionalizzazione amministrativa e societaria e di revisione della spesa. In particolare, si prevede una riduzione del contingente del personale di diretta collaborazione della Giunta. Società ed enti. Nel 2015 ci sarà un risparmio del 19,4% in più rispetto al 2014 per quanto riguarda le spese per le società controllate che sarà pari a 37,2 milioni di euro. Questo risparmio sarà di 56,1 milioni nel 2016 e di 59,6 mln di euro nel 2017. Più trasparenza nei conti e coperture certe Il Bilancio 2015-2017 rispetta il principio dell’armonizzazione che è obbligatorio da quest’anno per tutte le amministrazioni pubbliche. Il Lazio, come ente sperimentatore, lo ha introdotto già due anni fa. L’obiettio dell’armonizzazione è quello di puntare alla massima trasparenza dei bilanci regionali. In questo modo si potranno conoscere meglio anche i debiti effettivi delle amministrazioni pubbliche. Tra le altre cose sono previsti anche interventi per il miglioramento e la messa in sicurezza della rete viaria del territorio regionale, ma non solo. È previsto anche il finanziamento di nuovi investimenti per lo sviluppo economico, di progetti di edilizia universitaria e di una serie di interventi connessi con la manifestazione internazionale dell’Expo 2015. “Con l’approvazione del Bilancio confermiamo ancora una volta la massima attenzione ai cittadini, ai bisogni reali di imprese e famiglie, evitando l’aumento delle tasse per l’80% dei contribuenti- lo ha detto il presidente, Nicola Zingaretti, che ha aggiunto: è un obiettivo importante che ci consente di proseguire sulla strada dello sviluppo puntando soprattutto sulla sinergia della nuova programmazione unitaria dei fondi europei con quella del Bilancio regionale.  
   
   
CONSIGLIO REGIONALE BASILIACTA, APPROVATA LA MANOVRA FINANZIARIA 2015 PREVISTA UNA MOVIMENTAZIONE FINANZIARIA DI CIRCA 3 MILIARDI E 300 MILA EURO.  
 
Potenza, 12 gennaio 2015 - Il Consiglio regionale ha approvato a maggioranza (con 12 voti favorevoli di Pd, Pp, Ri, Psi, Cd e 7 voti contrari Pdl-fi, M5s, Lb-fdi, Udc, Gruppo misto) la manovra finanziaria della Regione Basilicata per il 2015, che ammonta a circa 3 miliardi e 300 milioni. In linea con la recente normativa i limiti massimi di indebitamento vengono previsti in forte contrazione: dai 97 milioni del 2014 si passa ad una previsione di 70 milioni di euro per il 2015, di 6,3 milioni di euro per il 2016 e di 3 milioni di euro nel 2017. Tra le misure in materia sanitaria previsti investimenti tesi alla riqualificazione del presidio ospedaliero di Melfi (2 milioni di euro), del polo riabilitativo di Maratea (6,5 milioni di euro) e del costituendo Centro di medicina ambientale dell’ospedale di Villa d’Agri. Per questa iniziativa, che consentirà di avviare le attività di epidemiologia ambientale, previsti fondi per 1 milione e 500 mila euro. Fondi anche per il potenziamento del parco tecnologico del servizio sanitario regionale (7 milioni di euro), per il potenziamento della rete regionale diagnostico-terapeutica oncologica e di radioterapia (6 milioni di euro) e per l’attivazione di un “Polo oftalmico regionale” nel presidio ospedaliero di Venosa (100 mila euro). Previste inoltre misure per la riorganizzazione dei servizi e il contenimento della spesa sanitaria. Stabilito il differimento di due mesi del programma per il contrasto delle condizioni di povertà e di esclusione. In attesa che venga avviato il programma del reddito minimo/reddito d’inserimento, previsto dall’articolo 15 della legge regionale n.26/2014 (assestamento di bilancio), l’attuale programma Copes avrà validità fino al febbraio 2015. Le principali allocazioni finanziarie per il 2015 riguardano la sanità (1 miliardo e 50 milioni), le politiche sociali (44,6 milioni di euro), assetto del territorio ed edilizia abitativa (74, 1 milioni di euro), sviluppo sostenibile e tutela del territorio e dell’ambiente (256,4 milioni di euro), trasporti e diritto alla mobilità (266,7 milioni di euro), protezione civile (109,3 milioni di euro), turismo (29,4 milioni di euro), tutela e valorizzazione dei beni e delle attività culturali (34,3 milioni di euro), istruzione e diritto allo studio (36,4 milioni di euro), sviluppo economico e competitività (215,2 milioni di euro), politiche per il lavoro e la formazione professionale (100,5 milioni di euro), agricoltura, politiche agroalimentari e pesca (56,2 milioni di euro), energia e diversificazione delle fonti energetiche (14,5 milioni di euro), politiche giovanili, sport e tempo libero (7 milioni di euro). Alla Caritas regionale è concesso un contributo straordinario di 200 mila euro per l’assistenza alle famiglie in stato di difficoltà economica. Per un programma per il recupero di alloggi sfitti dell’Ater da destinare alle fasce sociali più deboli, è previsto uno stanziamento di 1,5 milioni di euro. A sostegno del processo di riordino delle funzioni istituzionali (Province e unioni di Comuni) previsto dalla legge n. 56/2014, previsto un primo stanziamento di 450 mila euro, mentre nelle more del riordino del sistema formativo integrato, le Agenzie provinciali per la formazione potranno proseguire la loro attività attuando i programmi della Giunta regionale a valere sulle risorse del Fse. Contributi straordinari vengono assegnati alla Provincia di Matera (1 milione di euro per i servizi indispensabili di trasporto pubblico resi nel 2014), alla Provincia di Potenza (100 mila euro per il trasporto pubblico nel 2015, con particolare riferimento alle linee per la Sata di Melfi), al Museo naturale del Vulture (50 mila euro), al Comune di Matera (200 mila euro per le spese sostenute per la messa in sicurezza di Vico Piave), ai Comuni di Matera e Montescaglioso (fino a un massimo di 100 mila euro per alleviare il disagio delle famiglie sgomberate a seguito del crollo di vico Piave e della frana di Montescaglioso), al Consorzio di bonifica di Bradano e Metaponto (20 mila euro), al Comune di Potenza (200 mila euro per assicurare i servizi essenziali), al Consorzio industriale di Matera (700 mila euro – 200 mila per il 2015, 250 mila per il 2016 e 250 mila per il 2017 - per la manutenzione della tratta ferroviaria Jesce – Casal Sabini), per gli enti pubblici e privati operanti in Basilicata nel campo delle scienze motorie (100 mila euro). Per rafforzare la dotazione infrastrutturale, in particolare con un sistema aeroportuale integrato a servizio del territorio regionale, prevista la sottoscrizione di quote dell’aeroporto di Pontecagnano per 280 mila euro nel 2015, 300 mila euro nel 2016 e 1 milione e 400 mila euro nel 2017. Stanziati fondi anche per consentire l’avvio delle attività di trasporto pubblico passeggeri non di linea sull’aviosuperficie pista “Enrico Mattei” di Pisticci. Il finanziamento, stanziato anche nell’ambito delle iniziative connesse alla partecipazione regionale all’evento “Expo 2015”, sarà così programmato: una spesa iniziale di 250 mila euro per l’esercizio finanziario 2015 e 250 mila euro per gli anni 2016 e 2017. Una quota parte di queste somme sarà destinata ad iniziative di turismo di ritorno nell’ambito delle attività della Commissione regionale dei Lucani all’estero. Inoltre, 150 mila euro saranno destinati, per l’esercizio finanziario 2016, all’avvio delle attività di volo, anche di tipo sportivo e turistico, all’aviosuperficie di Grumento. Si prevede inoltre di istituire una serie di fondi (tutti con una dotazione iniziale di 10 mila euro, ai quali si aggiungeranno i finanziamenti comunitari) per il sostegno agli interventi in materia di ricerca, sviluppo tecnologico ed innovazione, per il miglioramento dell’accesso alle tecnologie dell’informazione (agenda digitale, banda larga), per promuovere la competitività delle piccole e medie imprese, per il sostegno ad interventi per la riduzione dei consumi negli edifici e nelle strutture pubbliche, per l’efficienza energetica delle strutture produttive dei cicli di produzione e per la mobilità sostenibile, per la promozione dell’adattamento al cambiamento climatico, alla prevenzione e gestione dei rischi, per la tutela dell’ambiente e l’uso efficiente delle risorse, per interventi finalizzati a contrastare la disoccupazione, rafforzare la capacità competitiva del sistema imprenditoriale e i processi di adattabilità, contrastare il divario di genere nel mercato del lavoro regionale, per l’inclusione sociale e la lotta alla povertà ed alla discriminazione, per gli investimenti nell’istruzione e nella formazione.  
   
   
LA REGIONE PUGLIA IMPUGNA DAVANTI ALLA CORTE COSTITUZIONALE IL DECRETO SBLOCCA ITALIA  
 
Bari, 12 gennaio 2015 - "Continuiamo a mettere in campo tutte le iniziative politiche e tecnico-giuridiche necessarie per assicurare che i territori abbiano voce quando si decide del destino delle loro risorse naturalistiche e bellezze paesaggistiche". Così il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, ha commentato la decisione, adottata nella odierna seduta del 9 gennaio della Giunta Regionale, di impugnare dinanzi alla Corte Costituzionale il decreto “Sblocca-italia”. "L´impugnazione - ha proseguito Vendola - è stata decisa ritenendo che si possano assicurare tempi certi e rapidi alle decisioni strategiche, senza estromettere i territori e senza contraddire i principi di partecipazione e leale cooperazione che costituiscono i cardini di un sistema decisionale democratico. Ciò peraltro in relazione a materie delicatissime che non includono solo le attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi e di stoccaggio di gas naturale, ma anche le infrastrutture ferroviarie (inclusa la tratta Napoli-bari) e aeronautiche, il governo del territorio, le infrastrutture energetiche e i gasdotti, anche per quanto concerne i profili di valutazione dell´impatto ambientale".  
   
   
LAZIO, FONDI UE: RAGGIUNTI OBIETTIVI DI SPESA POR-FESR 2007-2013  
 
 Roma, 12 gennaio 2015 - Continua l’impegno della Regione per utilizzare al meglio le risorse europee. Raggiunti gli obiettivi di spesa dei Fondi Por Fesr 2007-2013. Con i circa 126 milioni di euro erogati nel 2014 si è raggiunto il 76% dell’intero piano finanziario dei fondi Fesr 2007-2013, che ammonta complessivamente a 737 milioni di euro da spendere entro la fine del 2015. La spesa certificata a fine 2014 ammonta in totale a 559.462.651,60 euro, a fronte di un obiettivo pluriennale previsto dalla Commissione Europea di 558.451.651,30 euro; un target che è stato così superato di poco più di un milione di euro. “Si tratta di un risultato molto importante considerando il fatto che è stato raggiunto in un anno in cui, contestualmente, è stata definita la nuova programmazione del Por Fesr 2014-2020- lo ha detto il presidente, Nicola Zingaretti, che ha aggiunto: è un processo che ha visto la partecipazione attiva delle parti sociali e delle organizzazioni imprenditoriali nel tavolo di partenariato”. “Aver raggiunto i target di spesa del 2014 vuol dire aver centrato un obiettivo prioritario e strategico per sostenere la tenuta del tessuto economico regionale e per dare corpo alla nuova strategia di sviluppo a favore delle imprese cui stiamo dando vita” è il commento di Guido Fabiani, assessore allo Sviluppo Economico e Attività Produttive.  
   
   
CAMPANIA: MICROCREDITO, EROGATI ALTRI 6 MILIONI  
 
Napoli, 12 gennaio 2014 - Sono stati erogati ulteriori 6 milioni di euro sul Fondo Microcredito Fse, relativi al secondo avviso. Le risorse erogate riguardano 260 progetti. Ulteriori decreti, per una spesa di 1 milione di euro, sono già pronti per la prima tranche 2015. L’obiettivo è, attraverso l’accelerazione delle procedure, concludere rapidamente il finanziamento nei confronti di tutti i beneficiari, distribuiti su tutte le province della Campania. Anche i settori delle attività commerciali sono diversi e variano dal finanziamento per l´apertura di laboratori artigianali enogastronomici, a quello per web agency o per enoteche e punti vendita di prodotti tipici, ma anche ampliamenti di attività commerciali preesistenti. "Proseguiamo senza sosta, anche nel periodo natalizio, con i decreti e i bonifici per il Microcredito.” Così l’assessore al Lavoro Severino Nappi. “Una misura in cui crediamo molto perché è la concretizzazione di tanti piccoli sogni e, insieme, di tanti piccoli progetti", conclude Nappi.  
   
   
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE: OLTRE 16MILA PARTECIPANTI E 12MILA ORE DI ALTA FORMAZIONE NEL 2014 A VILLA UMBRA  
 
 Perugia, 12 gennaio 2015 – "La Scuola umbra di amministrazione pubblica, presieduta da Catiuscia Marini, presidente della Regione Umbria, in questo momento di riorganizzazione delle funzioni e di tutta la pubblica amministrazione, continua ad essere un fulcro fondamentale nell´affrontare i radicali mutamenti, le misure di riordino e le misure orientate alla riduzione della spesa e alla sempre più concreta realizzazione di una amministrazione digitale, organizzando corsi formativi per la diffusione delle buone pratiche, per la formazione continua dei dipendenti pubblici". È quanto afferma l´amministratore unico della Scuola, Alberto Naticchioni, tracciando un bilancio delle attività del 2014, che si chiude con 16mila partecipanti e 12mila ore di alta formazione in aula. "Visto il positivo riscontro manifestato dagli Enti e dai partecipanti ai corsi - rileva Naticchioni - la Scuola intende, per il 2015, arricchire l´attività della Scuola, che si pone in continuità con le azioni intraprese negli anni precedenti, con particolare attenzione alle riforme della pubblica amministrazione contenute in diversi provvedimenti normativi nazionali e regionali di recente emanazione, caratterizzati da profonde riorganizzazioni e misure orientate alla riduzione della spesa e la sempre più concreta realizzazione di una amministrazione digitale e trasparente. In questo quadro l´importanza della formazione a tutti i livelli - conclude Naticchioni – compreso quello manageriale, è diventata un elemento sempre più rilevante per conseguire risultati tangibili e garantire efficienza ed economicità della Pa. Da qui l´attenzione prestata ad una concezione evolutiva del sistema formativo della P.a. E delle modalità di svolgimento delle attività formative, basate sul processo "Knowledge creation"; un sistema capace appunto di cogliere il cambiamento realizzando un servizio costantemente adeguato ai processi di evoluzione di conoscenza e capace soprattutto di realizzare collegamenti sinergici per la valorizzazione del bagaglio conoscitivo dell´organizzazione". Nel 2014 sono state approfondite, con circa 300 singole attività formative, tutte le novità normative emanata dal governo centrale e locale, dai Servizi finanziari, in particolare il tema dell´armonizzazione contabile; alla riforma dell´amministrazione digitale semplificazione e trasparenza; all´anticorruzione; riforma delle Province (c.D. Legge Del Rio) e riordino società partecipate; alle risorse umane, al settore degli appalti e settore sociale. La Scuola, che si è avvalsa di docenti di riscontrata fama e competenza, ha organizzato tra gli altri il corso di alta formazione "Reti di conoscenza per l´e-leadership" riservato ai dirigenza della pubblica amministrazione della Regione Umbria. Nel 2014 si è tenuta la quarta edizione del laboratorio di "benchmarking" tra sistemi sanitari regionali, in cui sono stati confrontati i modelli regionali sul controllo della spesa sanitaria e sull´efficienza gestionale, con particolare riguardo alla crisi economica che attraversa l´Italia e alle soluzioni proposte dal livello nazionale. Il Consorzio intende rafforzare, insieme alla Direzione salute della Regione Umbria dell´alta formazione post-laurea in ambito sanitario ed in collaborazione con l´Università degli Studi di Perugia, l´organizzazione di attività formative di alta formazione, con particolare riguardo a percorsi di aggiornamento e a corsi di formazione manageriale rivolti alle più alte cariche aziendali e ai dirigenti di strutture complesse, lo sviluppo delle conoscenze e competenze di tutto il personale dell´area amministrativa del servizio sanitario umbro. Sempre in ambito sanitario, si sono svolti i corsi triennali di formazione specifica in medicina generale, avviato il corso di specializzazione in medicina generale annualità 2014-2017 ed avviato il corso di alta formazione "Tecnologie ed Ausili per la Disabilità". Inoltre, la Scuola umbra di amministrazione pubblica ha curato, e curerà anche nel 2015, la qualificazione e aggiornamento del personale di polizia locale umbra su incarico diretto della Regione Umbria.tra le attività del 2014 figurano inoltre il corso biennale per micologi, che ha rilasciato 18 qualifiche di micologo; il bando di concorso per l´ammissione alla quarta edizione del corso di formazione per il conseguimento dell´abilitazione all´insegnamento dello sci alpino; concluso il 25esimo corso internazionale di specializzazione sul "Controllo e gestione del processo a fanghi attivi tramite metodi microbiologici"; Corso "Piano Paesaggistico Regione Umbria Anno 2015"; il Forum geografia paesaggio 2014; la Formazione del personale del Sistema Sanitario Regionale; il Corso di Alta Formazione in Valorizzazione e Gestione dei Beni Culturali organizzato dalla Scuola Umbra di Amministrazione Pubblica come proprio contributo alla candidatura di "Perugia con i luoghi dei San Francesco d´Assisi e dell´Umbria" a Capitale Europea della Cultura 2019. Questo progetto è nato oltre che dall´adesione della Scuola alla Fondazione "Perugiaassisi2019", dall´ottima riscontro ed ampio successo ottenuto dalla due precedenti giornate di approfondimento in tema di valorizzazione e gestione dei Beni Culturali organizzate, la prima a Norcia e la seconda nella Sala dei Notari di Perugia. Per il settore sociale nel 2014 si sono svolti i corsi di aggiornamento per le educatrici i dei servizi socio educativi per la prima infanzia dei Comuni di Perugia, Gubbio; Città della Pieve-castiglione del Lago; il percorso biennale Migranti, Diritti, Salute, che costituisce l´esito di un importante lavoro di collaborazione della Regione Umbria con la Fondazione Angelo Celli per una Cultura della salute (Perugia), avviato nel 2010, finalizzato alla comprensione, prevenzione e contrasto del fenomeno delle mutilazioni genitali femminili sul territorio regionale umbro. In più, nel 2014, è stato firmato un protocollo d´intesa sottoscritto con il Dipartimento della Funzione Pubblica del Ministero della Pubblica Amministrazione allo scopo di organizzare seminari e iniziative promozionali per il trasferimento di conoscenze, buone prassi, metodologie per la semplificazione e la digitalizzazione, con riferimento ai risultati ottenuti nell´ambito del Piano triennale di semplificazione, dell´agenda Digitale dell´Umbria, del progetto per l´attivazione dello sportello digitale per le attività produttive e dell´edilizia. L´accordo siglato prevede anche interventi di formazione mirati al contrasto della corruzione, attivazione di partenariati locali, nazionali e internazionali per progetti formativi nell´ambito di programmi comunitari e azioni per il supporto delle amministrazioni locali nella valorizzazione del patrimonio di beni culturali. Infine la Scuola avvierà, da quest´anno, una collaborazione con la fondazione Villa Fabri di Trevi, Associazione Culturale Nemetria di Foligno e Associazione Libreitalia.  
   
   
SOSPENSIONE PAGAMENTI AMMORTIZZATORI IN DEROGA 2014. ASSESSORE VENETO: "RENZI VUOLE FARE LA RIVOLUZIONE MA NON È IN GRADO DI GARANTIRE GLI AMMORTIZZATORI SOCIALI A MOLTE FAMIGLIE VENETE E ITALIANE”  
 
Venezia, 12 gennaio 2015 - “Il governo Renzi riserva un augurio di inizio dell´anno tutt´altro che buono al Veneto. Lo fa non assicurando la copertura di 89 milioni di euro per gli ammortizzatori in deroga che spetterebbe alle imprese e ai lavoratori del territorio regionale. Ben 9.500 aziende per un totale di 47 mila lavoratori per la cassa in deroga e di 12 mila lavoratori per la mobilità in deroga, solo per il 2014, rimarranno ancora senza sostentamento economico. E le nuove norme emanate lo scorso agosto dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, unitamente al rallentamento nell´emanazione dei decreti di autorizzazione, di certo non per mancanza di richieste da parte degli imprenditori veneti e italiani, delineano un quadro tutt´altro che roseo”. A dirlo è l´assessore al lavoro della Regione del Veneto, Elena Donazzan, commentando la notizia della sospensione dei pagamenti degli ammortizzatori sociali. "Renzi non è l´unico ad avere ottime idee, né il solo a ben presentarle - aggiunge l’assessore veneto - anche se certo la parlantina toscana è surclassata solo da quella napoletana, ma bisogna essere seri e non possiamo fare roboanti promesse di rivoluzione quando letteralmente manca il pane a molte famiglie italiane. Io penso alle mie famiglie venete che hanno un padre o una madre in cassa integrazione in deroga e hanno diritto alla indennità che non è una regalia, è sopravvivenza".  
   
   
CALABRIA: IL PRESIDENTE OLIVERIO SUI PAGAMENTI DEI SUSSIDI A FAVORE DEI PERCETTORI DI AMMORTIZZATORI SOCIALI IN DEROGA  
 
Catanzaro, 12 gennaio 2015 - Il Dipartimento regionale al Lavoro, con decreto n. 63 del nove gennaio, ha autorizzato l’Inps regionale ad erogare un’ ulteriore “tranche” di circa venti milioni di euro per i sussidi arretrati a favore del percettori in deroga relativi all’anno 2013. In particolare, l’Inps è stata autorizzata a pagare l’ultima mensilità per i percettori prorogati in mobilità; l’ultima mensilità per i percettori in cassa integrazione 2013 e due mensilità per i percettori in mobilità 2013. Per questi ultimi, entro febbraio, saranno pagate le restanti tre mensilità. Il Presidente Oliverio, consapevole di essere di fronte ad un problema particolarmente delicato, ha rispettato gli impegni assunti ed ha messo fine ad una grave questione sociale che vede coinvolti circa ventiseimila lavoratori, espulsi dal mondo del lavoro, che da anni aspettano il pagamento degli arretrati. Il Presidente Oliverio, pur mettendo fine alla situazione dei pagamenti relativi ai sussidi arretrati dell’anno 2013, ha sottolineato, comunque, la necessità di erogare le spettanze del 2014, al fine di consentire alle migliaia di lavoratori di percepire i mensili dovuti. “Il queste settimane – ha detto il Presidente Oliverio – abbiamo lavorato con determinazione per affrontare un problema di particolare rilevanza sociale, realizzando concreti risultati. E’ stato recuperato l’intero 2013, consentendo a migliaia di lavoratori di percepire il dovuto. Ora bisognerà procedere per affrontare le necessità del 2014. Ho già chiesto al Ministero del Lavoro l’istituzione di un tavolo di confronto per affrontare nel merito questa problematica e pervenire alle soluzioni dovute, senza perdere ulteriore tempo”.  
   
   
IMMIGRAZIONE: A GRADISCA CARA AMPLIATO SOLO PER POCHI GIORNI  
 
Trieste, 12 gennaio 2014 - "Il ricorso all´allargamento della capacità del Centro di Accoglienza per Richiedenti Asilo (Cara) di Gradisca è dettato dall´urgenza della situazione e sarà estremamente temporaneo". Lo afferma l´assessore regionale con delega all´immigrazione Gianni Torrenti, commentando la soluzione proposta dal prefetto di Gorizia Vittorio Zappalorto, per far fronte all´emergenza rappresentata da circa quaranta immigrati richiedenti asilo rimasti senza tetto dopo che è venuta meno la possibilità di ricovero da parte della parrocchia della Madonnina, in cui erano ospitati fino a pochi giorni fa. "Si è presentata l´esigenza di trovare una soluzione - spiega Torrenti - assolutamente transitoria fino a che non siano definite le modalità dell´accoglienza diffusa nei comuni o la distribuzione dei richiedenti asilo in strutture alberghiere. Si tratta di alcune decine di posti letto in più che si aggiungono all´attuale capacità di accoglienza del Cara, e che ipotizziamo potranno essere utilizzati anche solo per pochi giorni".  
   
   
LAZIO, ASILI NIDO: UN PIANO SENZA PRECEDENTI PER CREARE PIÙ POSTI CON SERVIZI MIGLIORI  
 
 Roma, 12 gennaio 2015 - Al via un piano senza precedenti per ampliare la rete degli asili nido pubblici e convenzionati. La Regione mette a disposizione 54,5 milioni di euro, risorse importanti per migliorare la qualità dei servizi, sostenere l’accesso al lavoro delle donne con figli e contrastare la crisi demografica. 650 nuovi posti negli asili nido. La creazione dei nuovi posti sarà immediata e avverrà tramite un bando rivolto ai Comuni. 10mila posti in più saranno creati attraverso l’impiego dei fondi europei. In questo modo la percentuale dei posti nido per i bambini da 3 mesi a 3 anni passerà dal 17,8% del 2013 al 24,7%. Un’attenzione particolare sarà destinata anche all’ammodernamento dei nidi comunali già in funzione. Ecco cosa prevede il piano nel dettaglio: Nuovi nidi comunali: 1 milione di euro per lo startup dei nuovi nidi, è una misura già sperimentata con successo nel 2013, quando la Regione ha sbloccato 34 nuovi asili in 30 Comuni, per un totale di quasi 1200 nuovi posti a disposizione. In questo caso, finanziando l’avviamento di asili nido pubblici appena inaugurati o prossimi all’apertura, i nuovi posti per i bambini di tutto il Lazio saranno 650. Un bando per sostenere il welfare aziendale. Dopo 10 anni dall’ultima sperimentazione, la Regione mette a disposizione 1 milione di euro per l’avvio di nidi aziendali e di servizi di conciliazione lavoro-famiglia. Tra le altre cose la Regione darà anche un incentivo alle forme di rete (nidi interaziendali) e sarà introdotto anche l’obbligo di mettere a disposizione dei Comuni una percentuale minima di posti in regime di convenzione. Il bando finanzierà 10 progetti da 100mila euro con l’obiettivo di abbattere i costi per le rette e l’avviamento. Un bando per migliorare i nidi comunali esistenti. 2,5 milioni di euro per questo bando rivolto ai Comuni. Verranno assegnati 30mila euro per oltre 80 progetti. In particolare le risorse serviranno per acquistare attrezzature per i bambini, ammodernare gli spazi gioco e sostenere le ristrutturazioni per la tenuta termica e il risparmio energetico. Tra le altre cose verrà sostenuto anche il potenziamento dell’offerta formativa e la formazione degli educatori. Il programma operativo regionale dei Fondi strutturali europei. 50 milioni che saranno impiegati entro il 2020 attraverso un’azione per migliorare l’offerta di servizi per l’infanzia in tutta la regione, e in particolare nelle zone attualmente meno coperte dalla rete. L’obiettivo è quello di aumentare l´offerta di 9.543 unità: in particolare saranno creati 5.600 nuovi posti nei nidi pubblici, privati convenzionati, aziendali, 1.500 posti in servizi innovativi ed integrativi come i nidi familiari e 2.443 posti tramite l´emersione di servizi oggi non contemplati dalla normativa. Sostegni alle famiglie in lista d’attesa nelle graduatorie comunali con un voucher di importo medio di 250 euro al mese a bambino, che potranno spendere nei nidi privati accreditati dai Comuni. La nuova legge regionale sui servizi per l’infanzia. La Regione supporterà queste novità con una nuova legge con cui sarà sostituita quella attuale, che è del 1980. L’obiettivo è assicurare maggiore qualità e regolamentare anche i servizi integrativi ai nidi che sono nati in questi anni senza essere inquadrati dalla normativa regionale, e quindi spesso senza indicazioni sugli standard qualitativi da rispettare. Ecco alcune delle novità principali previste dalla legge: Il piano regolatore regionale. Servirà per programmare ogni tre anni l’intera rete dei servizi e garantire che gli investimenti regionali vengano effettuati sempre in maniera mirata rispetto ai bisogni delle famiglie e dei territori. I servizi socioeducativi integrativi all’asilo nido, che vengono introdotti per la prima volta con i nidi familiari, gli spazi famiglia, le Tagesmutter. La revisione dei requisiti strutturali e qualitativi dei servizi per garantire il benessere dei bambini: dagli spazi interni ed esterni destinati ai bambini alla mensa. Regole certe sulle qualifiche professionali degli operatori, in particolare del personale educativo; Un sistema trasparente di accreditamento dei servizi per permettere l’accesso al mercato pubblico dell’offerta e ai contributi pubblici, e supportare il progetto di ampliamento della rete finanziato con i fondi europei.  
   
   
SOCIALE: I PROGETTI DELLA REGIONE LAZIO PER NON LASCIARE SOLE LE PERSONE  
 
Roma, 12 gennaio 2014 - Al via i nuovi progetti della Regione per sostenere le famiglie, chi si trova in difficoltà e chi ha bisogno. Sono state presentate 5 azioni fondamentali: dagli asili nido alle case famiglia per disabili passando per i ragazzi ed il terzo settore. Ecco gli interventi che sta portando avanti la Regione: La rete dei centri per la famiglia. Luoghi di aggregazione con tanti servizi a disposizione per i nuclei familiari e strutture di supporto ai servizi sociali dei Comuni e dei Distretti socio-assistenziali. Ogni Centro potrà ospitare una equipe multiprofessionale composta da varie figure: l’assistente sociale, lo psicologo, l’educatore professionale. La Regione ne aprirà 6, uno a Roma e uno in ogni provincia. La Regione finanzia questo progetto con 800mila euro che serviranno per la prima fase e per il primo anno di funzionamento della rete. Ecco alcuni dei servizi e delle competenze dei centri per la famiglia: accoglienza, informazioni, orientamento ai diritti e ai servizi, sportello di mediazione linguistica e culturale per l’accesso ai servizi e ai diritti per le famiglie migranti, mediazione familiare, supporto alla genitorialità, attività di prevenzione al disagio educativo come home visiting, progetti di doposcuola e gruppi di auto mutuo aiuto. E ancora, polo affido: supporto ai distretti per le attività di informazione, sensibilizzazione, monitoraggio, valutazione e reclutamento delle famiglie risorsa, incubatore per associazionismo familiare, raccordo con i consultori per le prese in carico integrate, punti di riferimento territoriali per le adozioni internazionali. I progetti per il terzo settore. Anche qui diversi servizi: attività integrative di case famiglia, centri diurni, accoglienza minori, progetti per mamme sole con bambini, per papà separati, supporto alla genitorialità e mediazione familiare. Mettiamo a disposizione 1,3 milioni di euro, il bando finanzierà 40-45 progetti da 30mila euro in media. L’integrazione socio-educativa dei ragazzi. La Regione sostiene i ragazzi che vengono da famiglie disagiate: l’obiettivo è garantire a chiunque l’opportunità di fare attività sportive, di musica, danza e arti espressive. Anche in questo caso la Regione investe 1,3 milioni di euro. In particolare con queste risorse saranno messi a disposizione 4.300 voucher da 300 euro all’anno per bambino/ragazzo. I voucher saranno destinati alle famiglie a basso reddito attraverso i Distretti e grazie a convenzioni tra Comuni e associazioni sportive, scuole di musica e centri danza, per ottimizzare le risorse. Le case famiglia per disabili. La Regione sostiene e amplia la rete delle case famiglia per ragazzi disabili con un investimento complessivo di 6,2 milioni di euro, 3,4 milioni per le 12 case esistenti e 2,8 milioni per l’apertura di nuove strutture o l’ampliamento dei posti di quelle già operative. Il piano per gli asili nido. La Regione stanzia un investimento senza precedenti per ampliare la rete degli asili nido pubblici e convenzionati, migliorare la qualità dei servizi esistenti, sostenere l’accesso al lavoro delle donne con figli e contrastare la crisi demografica. Grazie a questo progetto si creeranno 650 nuovi posti tramite un bando rivolto ai Comuni, e di quasi 10mila attraverso l’impiego dei fondi europei. La Regione investe in tutto 54,5 milioni di euro, 4,5 milioni subito, 50 milioni attraverso i fondi strutturali europei per gli asili nido. La nuova legge regionale sui servizi socio-educativi per l’infanzia. L’ampliamento e il potenziamento della rete dei nidi sarà sostenuto anche dalla nuova legge con cui la Regione sostituisce quella che li regola oggi, che risale al 1980 e non è più capace di rispondere ai bisogni e alle esigenze delle famiglie in un contesto sociale e occupazionale completamente cambiato. "Abbiamo voluto iniziare quest´anno dando un segnale di ciò che vogliamo fare: pensare di più a chi ha più bisogno, e non c´è dubbio che tanti nuclei famigliari in questo momento soffrono più di altri la morsa della crisi – è il commento del presidente, Nicola Zingaretti, che ha aggiunto: è uno sforzo figlio di un confronto anche in Consiglio regionale con il contributo dell´opposizione e ci sembrava giusto aprire quest´anno politico sottolineando che ci occupiamo di chi ha più bisogno". "Abbiamo proposto cinque azioni che vanno nell´ottica della nostra riforma del welfare in senso comunitario dove la famiglia e la persona sono al centro – lo ha detto Rita Visini, assessore Politiche sociali e Sport, che ha aggiunto: la riforma che sto per portare in Aula mette al centro la persona in quanto tale, inserita nel nucleo familiare, e la famiglia a sua volta inserita nella comunità sociale e civile. Vogliamo essere vicini a tutti – ha detto ancora Visini soprattutto a chi soffre maggiormente questo periodo di grandi difficoltà".  
   
   
SARDEGNA: AL VIA GLI INTERVENTI DI INCLUSIONE SOCIALE PER I DETENUTI.  
 
Cagliari, 12 gennaio 2014 - Pubblicato l’avviso per la concessione dei contributi in favore delle associazioni e cooperative per azioni finalizzate a sostenere la presa in carico delle persone soggette a provvedimenti penali (detenuti, ex detenuti e soggetti a misure alternative) attraverso l’attuazione di percorsi riabilitativi e di interventi alternativi alla detenzione. Le associazioni e le cooperative sociali o loro consorzi dovranno essere regolarmente iscritte al registro generale del volontariato o all’albo regionale delle cooperative sociali, istituiti presso la Regione, avere sede operativa in Sardegna e operare nell’ambito dell’accoglienza e dell’inclusione sociale e socio lavorativa di persone sottoposte a misure restrittive e in favore di minori entrati nel circuito penale con prescrizioni a carico. In particolare, questi i destinatari delle azioni: - soggetti adulti che si trovano in esecuzione penale interna con possibilità di ammissione al lavoro all’esterno o alle misure alternative alla detenzione, in esecuzione penale esterna o sottoposti a misura di sicurezza non detentiva e soggetti che hanno concluso l’esperienza di esecuzione penale sia detentiva che non o una misura di sicurezza non detentiva, da non più di cinque anni; - minori sottoposti a provvedimenti penali e a misure di sicurezza non detentiva nonché i fuoriusciti dal circuito penale da non più di due anni. I progetti dovranno essere presentati entro il 13 febbraio 2015, tramite raccomandata con ricevuta di ritorno o agenzia di recapito autorizzata al seguente indirizzo: Assessorato regionale dell’Igiene e sanità e dell’assistenza sociale Direzione generale delle politiche sociali Servizio programmazione ed integrazione sociale Via Roma – 253 – 09123 Cagliari. La domanda e la relativa documentazione, firmate digitalmente, potranno pervenire alternativamente tramite posta elettronica certificata all’indirizzo: san.Dgpolsoc@pec.regione.sardegna.it