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Notiziario Marketpress di Giovedì 19 Febbraio 2015
LA COMMISSIONE EUROPEA GETTA LE BASI PER UN´IMPOSTAZIONE PIÙ EQUA E TRASPARENTE DEI REGIMI FISCALI NELL’UE  
 
Bruxelles, 19 febbraio 2015 - Ieri la Commissione europea ha avviato i lavori relativi alla sua ambiziosa agenda per la lotta contro l’evasione fiscale e la pianificazione fiscale aggressiva. Il collegio dei Commissari ha proceduto a un primo dibattito di orientamento su eventuali iniziative essenziali dirette a garantire un´impostazione più equa e trasparente dei regimi fiscali nell’Ue. Il presidente Jean-claude Juncker ha fatto della lotta contro l’evasione e l’elusione fiscale una delle principali priorità politiche dell’attuale Commissione, e la discussione odierna si è concentrata sulle misure più urgenti che devono essere adottate in questo settore.Si è convenuto che un obiettivo essenziale deve essere di garantire che le società siano tassate là dove svolgono le attività economiche che generano i loro profitti e che esse non possono sottrarsi al pagamento di una giusta quota attraverso una pianificazione fiscale aggressiva. A questo riguardo si è registrato un ampio consenso in seno al collegio sulla necessità di dedicare una particolare attenzione al miglioramento della trasparenza fiscale in materia di imposizione delle società. A questo fine il collegio dei Commissari ha deciso di presentare un pacchetto sulla trasparenza fiscale nel mese di marzo. “Un’europa prospera ha bisogno di sistemi fiscali equi, trasparenti e prevedibili che permettano alle imprese di investire e ai consumatori di riacquistare fiducia. Nell’ambito del nostro lavoro per la creazione di un mercato interno più approfondito e più equo, intendiamo stabilire una maggiore trasparenza fiscale e una concorrenza fiscale più equa, all’interno dell’Ue e a livello mondiale. Non è accettabile che le autorità fiscali debbano aspettare le fughe di notizie per far rispettare le norme in materia di tassazione,” ha dichiarato il vicepresidente Valdis Dombrovskis, responsabile per l’euro e il dialogo sociale. Pierre Moscovici, Commissario europeo per gli affari economici e finanziari, la fiscalità e le dogane, ha dichiarato: “Le pratiche fiscali abusive e i regimi fiscali nocivi nascono nell´ombra, la trasparenza e la cooperazione sono i loro nemici naturali. È giunto il momento di instaurare una nuova stagione di apertura tra le amministrazioni fiscali, una nuova era di solidarietà tra i governi per garantire una tassazione equa per tutti. La Commissione è pienamente impegnata a garantire il massimo livello di trasparenza fiscale in Europa.” La Commissione sta rapidamente mantenendo gli impegni presi nel suo programma di lavoro lo scorso dicembre: essa proporrà il mese prossimo delle norme dirette ad ampliare lo scambio automatico di informazioni sui cosiddetti "tax rulings". Nell’ambito della vigente normativa europea, gli Stati membri si scambiano decisamente poche informazioni sugli accordi (rulings) relativi ai loro regimi di imposizione fiscale delle società, che sono spesso molto complessi. Ciò rende difficile per le autorità fiscali valutare dove si svolge effettivamente l’attività economica di una società, e applicare equamente su tale base la normativa fiscale. Di conseguenza, molte multinazionali tentano di trasferire i profitti e ridurre il più possibile le imposte dovute, privando così i governi dell’Ue di preziose entrate fiscali e compromettendo l’equità della tassazione. La proposta che verrà presentata a marzo sarà accompagnata da una più ampia gamma di misure volte ad accrescere la trasparenza fiscale; il dibattito di orientamento odierno ha preso in esame varie opzioni legislative e non legislative. Il pacchetto sulla trasparenza fiscale che verrà presentato il mese prossimo è solo l’inizio, infatti molto altro lavoro dovrà essere svolto in questo settore nel corso del 2015. La Commissione presenterà quest´estate un secondo pacchetto di misure diretto ad ottenere una tassazione delle società equa ed efficiente, che terrà conto anche delle attuali iniziative del G20 e dell´Ocse volte ad affrontare il problema dell’evasione fiscale.  
   
   
IERI LA COMMISSIONE EUROPEA HA LANCIATO UN PROGETTO DI PORTATA STORICA INTESO A LIBERARE FONDI PER LE IMPRESE EUROPEE E A STIMOLARE LA CRESCITA NEI 28 STATI MEMBRI DELL´UNIONE EUROPEA CON LA CREAZIONE DI UN VERO E PROPRIO MERCATO UNICO DEI CAPITALI.  
 
Bruxelles, 19 febbraio 2015 - L´unione dei mercati dei capitali mira a rimuovere le barriere agli investimenti transfrontalieri nell´Ue che impediscono alle imprese di accedere ai finanziamenti. Il contesto attuale è particolarmente penalizzante per le imprese che dipendono ancora fortemente dalle banche e attingono solo in misura minore dai mercati dei capitali. In altre parti del mondo si verifica invece una situazione opposta. Un mercato unico dei capitali pienamente funzionante potrebbe offrire diverse opportunità: se, ad esempio, i mercati dei capitali di rischio nell´Ue avessero lo spessore di quelli degli Stati Uniti, tra il 2008 e il 2013 le imprese europee avrebbero potuto beneficiare di finanziamenti supplementari pari a 90 miliardi di euro. Con l´Unione dei mercati dei capitali la Commissione mira anche a spianare la strada a coloro che, nonostante il bisogno di finanziamenti, non riescono a raggiungere gli investitori, e a fare convogliare tali fondi nella maniera più efficiente possibile tramite la catena dell´investimento. Mercoledì scorso, nel quadro del Libro verde, la Commissione ha dato il via a una consultazione della durata di tre mesi, il cui esito sarà determinante per definire un piano d´azione che contribuisca a sbloccare fondi non bancari che facciano prosperare le start-up e facciano crescere ulteriormente le imprese più grandi. L´unione dei mercati dei capitali è un progetto a lungo termine che richiederà un impegno costante per diversi anni, ma in alcuni settori i primi progressi saranno visibili fin dai prossimi mesi. Il Vicepresidente della Commissione europea Jyrki Katainen, responsabile per l´occupazione, la crescita, gli investimenti e la competitività, ha dichiarato: "L´unione dei mercati dei capitali è la prima iniziativa strutturale che la Commissione propone nel quadro del piano di investimenti. L´iniziativa contribuirà a garantire che il piano di investimenti non sia una misura "una tantum" e che il panorama economico europeo ne tragga benefici duraturi." "La direzione che dobbiamo seguire è chiara: dare forma a un mercato unico dei capitali partendo dalla base, individuando gli ostacoli e rimuovendoli uno ad uno. L´unione dei mercati dei capitali mira a sbloccare liquidità presenti in abbondanza, ma congelate, e a metterle al servizio delle imprese europee, in particolare delle Pmi", ha affermato il Commissario europeo Jonathan Hill, responsabile per la stabilità finanziaria, i servizi finanziari e l´Unione dei mercati dei capitali, aggiungendo: "La libera circolazione dei capitali è uno dei principi fondamentali dell´Ue. A oltre cinquant´anni dalla firma del trattato di Roma siamo chiamati a cogliere l´opportunità di trasformare questo ideale in realtà." Contesto - L´obiettivo del Libro verde sull´Unione dei mercati dei capitali è lanciare un dibattito in tutta l´Ue sulle misure necessarie per creare un vero e proprio mercato unico dei capitali. Oggi saranno avviate anche due ulteriori consultazioni sulla cartolarizzazione di qualità e sulla direttiva relativa al prospetto (cfr. Dettagli qui di seguito). La Commissione raccoglierà le osservazioni del Parlamento europeo e del Consiglio, delle altre istituzioni dell´Ue, dei parlamenti nazionali, delle imprese, del settore finanziario e di tutte le parti interessate. Tutti gli attori interessati sono invitati a inoltrare i loro contributi entro il 13 maggio 2015 (cfr. Il link alla paginadedicata alla consultazione). Quest´estate, in seguito alla consultazione pubblica, la Commissione adotterà un piano d´azione che conterrà anche una tabella di marcia e un calendario per delineare gli elementi costitutivi di un´Unione dei mercati dei capitali entro il 2019. Sulla base dell´esito della consultazione, la Commissione individuerà le azioni necessarie per conseguire i seguenti obiettivi: migliorare l´accesso ai finanziamenti per tutte le imprese e i progetti infrastrutturali in Europa; aiutare le Pmi a reperire finanziamenti con la stessa facilità delle grandi imprese; creare un mercato unico per i capitali eliminando gli ostacoli agli investimenti transfrontalieri; diversificare i finanziamenti dell´economia e ridurre il costo della raccolta di capitali. Il Libro verde individua i seguenti principi fondamentali a cui si rifarà l´Unione dei mercati dei capitali: massimizzare i vantaggi dei mercati dei capitali a vantaggio dell´economia, della crescita e dell´occupazione; creare un mercato unico dei capitali per tutti e 28 gli Stati membri, eliminando gli ostacoli agli investimenti transfrontalieri all´interno dell´Ue e promuovendo relazioni più strette con i mercati dei capitali mondiali; fondarsi su solide basi di stabilità finanziaria, con un corpus unico di norme sui servizi finanziari applicato in modo efficace e coerente; garantire un efficace livello di protezione degli investitori e contribuire ad attirare investimenti provenienti da tutto il mondo e a rafforzare la competitività dell´Ue La comunicazione della Commissione del novembre 2014 intitolata "Un piano di investimenti per l´Europa", ha già individuato alcune misure che potranno essere concretizzate a breve, tra cui figurano l´attuazione del regolamento sui Fondi di investimento europei a lungo termine (Eltif), la cartolarizzazione di qualità, le informazioni standardizzate in materia di credito alle Pmi, i regimi di collocamento privato (private placement) e il riesame della direttiva relativa al prospetto. Si tratta di settori per cui è ampiamente riconosciuta l´urgenza di compiere dei progressi che si potranno tradurre rapidamente in benefici. Riesame della direttiva relativa al prospetto - I prospetti sono documenti giuridici utilizzati dalle imprese per attrarre investimenti. Se da un lato i dati contenuti in questi documenti aiutano gli investitori a prendere decisioni di investimento con cognizione di causa, dall´altro lato spesso sono racchiusi in centinaia di pagine di informazioni dettagliate, con costi e oneri amministrativi non indifferenti per le imprese. Inoltre, per gli investitori non è sempre facile orientarsi nel dedalo delle informazioni fornite. La Commissione sta avviando una consultazione sulla direttiva relativa al prospetto al fine di semplificare la raccolta di capitali per le imprese (comprese le Pmi) in tutta l´Ue, garantendo nel contempo un´effettiva tutela degli investitori. Sarà riservata particolare attenzione all´esigenza di ridurre l´eccessivo onere amministrativo che grava sulle imprese. La consultazione consentirà, tra l´altro, di valutare modi per semplificare le informazioni fornite nei prospetti, determinare quando un prospetto è necessario o meno e rendere più lineare il processo di approvazione. Cartolarizzazione - L´espressione "cartolarizzazione" definisce il processo con cui si crea uno strumento finanziario mettendo in comune attivi: in questo modo si consente a un numero maggiore di investitori privati di acquistare quote di tali attivi, aumentando la liquidità e liberando capitale per la crescita economica. Un´iniziativa a livello di Ue in materia di cartolarizzazione di qualità dovrebbe aumentare il livello di standardizzazione dei prodotti per garantire norme procedurali rigorose, la certezza del diritto e la comparabilità tra strumenti di cartolarizzazione. Ciò consentirebbe di incrementare, in particolare, la trasparenza, la coerenza e la disponibilità delle informazioni fondamentali per gli investitori, anche nel settore dei prestiti alle Pmi, e di promuovere un aumento della liquidità. Il tutto permetterebbe di semplificare l´emissione di prodotti cartolarizzati e darebbe modo agli investitori istituzionali di esercitare la dovuta diligenza in relazione ai prodotti che rispondono alle loro esigenze termini di diversificazione degli attivi, rendimento e orizzonte temporale. Misure a medio e lungo termine - Il Libro verde sollecita inoltre suggerimenti su come superare altri ostacoli all´efficiente funzionamento dei mercati a medio e a lungo termine (comprese le modalità per ridurre i costi di istituzione e commercializzazione di fondi di investimento in tutta l´Ue), sui modi per sviluppare ulteriormente i capitali di rischio e il private equity, sulla possibilità o meno che gli interventi mirati nell´ambito della legislazione sulle imprese, l´insolvenza e i valori mobiliari, così come i regimi fiscali, contribuiscano concretamente all´Unione dei mercati dei capitali, nonché sul trattamento delle obbligazioni garantite, con una consultazione specifica nel 2015 in merito a un eventuale quadro Ue in materia.  
   
   
DICHIARAZIONE DEL COMMISSARIO EUROPEO HAHN DOPO LA SUA VISITA A SKOPJE  
 
 Bruxelles / Skopje, 18 febbraio 2015 - Il commissario Johannes Hahn, alla sua prima visita a Skopje, come Commissario per la politica di vicinato e negoziati per l´allargamento, si è incontrato con i politici del governo e dell´opposizione, rappresentanti della società civile e rappresentanti ´degli Stati membri dell´Unione europea nel paese. Nei suoi colloqui con il Presidente Ivanov, il primo ministro Gruevski, il Ministro degli Esteri Poposki e Sdsm capo Zaev, ha espresso seria preoccupazione dell´Unione europea per l´attuale situazione politica e ha invitato gli attori politici a impegnarsi in un dialogo costruttivo, in seno al Parlamento, concentrandosi sulle priorità strategiche di il paese e tutti i suoi cittadini. Tutti i leader devono cooperare in buona fede per superare l´impasse attuale, che non è vantaggioso per gli sforzi di riforma del paese. Il commissario Hahn ha ribadito che lo Stato di diritto, i diritti fondamentali e la libertà dei media sono al centro del processo di adesione all´Ue e non negoziabile. A questo proposito ha espresso anche profonda preoccupazione per la sorveglianza riportato di migliaia di cittadini e ha chiesto di essere indagato a fondo. Ha chiamato per eventuali indagini a essere svolte nel pieno rispetto dei principi del giusto processo - l´imparzialità, la presunzione di innocenza, la trasparenza, la separazione dei poteri e l´indipendenza della magistratura. Ha espresso pieno sostegno per la libertà dei media a riferire su questioni di interesse pubblico. Nei suoi colloqui con il vice primo ministro Besimi, discussione si è concentrata sulle riforme chiave, tra cui quelli al centro del dialogo adesione ad alto livello, così come passato e futuro l´assistenza dell´Ue. Ha anche incontrato con il leader Dui Ali Ahmeti e con i rappresentanti della società civile. La Commissione europea è in contatto con le autorità in merito alle inondazioni, la valutazione dei danni e dei bisogni, e l´eventuale sostegno dell´Ue.  
   
   
DICHIARAZIONE DELL´ALTO RAPPRESENTANTE / VICEPRESIDENTE FEDERICA MOGHERINI E COMMISSARIO JOHANNES HAHN SULLA NOMINA DEL PRIMO MINISTRO CHIRIL GABURICI E LA FORMAZIONE DEL GOVERNO DELLA REPUBBLICA DI MOLDOVA  
 
 Bruxelles, 19 Febbraio 2015 - Ci congratuliamo con il primo ministro Chiril Gaburici la sua nomina e la formazione del nuovo governo. Non vediamo l´ora di continuare la nostra collaborazione e la rapida attuazione del nostro accordo di associazione a beneficio del popolo. Un governo stabile con un programma di riforma vera e propria sarà cruciale a tal fine. Confidiamo che il nuovo governo intensificherà i propri sforzi su riforme chiave, in particolare nella giustizia e settori finanziari e sulla lotta alla corruzione, nell´interesse di tutti i moldavi. Inoltre, proseguendo e intensificando una vasta politica che comprende tutti i settori della società sarà essenziale. L´ue sottolinea il suo sostegno per la sovranità e l´integrità territoriale della Repubblica di Moldova, con uno status speciale per la Transnistria e fortemente incoraggia a intensificare gli sforzi verso il raggiungimento di un completa, soluzione pacifica del conflitto in Transnistria. La Repubblica di Moldova è una chiave associata partner dell´Unione europea. L´ue auspica di continuare la stretta e proficua collaborazione con il nuovo governo.  
   
   
EUROPA: QUATTRO GIOVANI PER TYE PRESSO UFFICIO REGIONE ABRUZZO DI BRUXELLES ISCRIZIONI ENTRO L´8 MARZO  
 
L´aquila, 19 febbraio 2015 - Al via la quarta call del progetto: "Regioni di Bruxelles per i Giovani". A partire da oggi e fino al prossimo 8 marzo tutti i giovani che soddisfano i requisiti di eleggibilità indicati nel nell´Avviso Pubblico pubblicato sul sito della Regione Abruzzo ( http://goo.Gl/pj3l5u ) possono partecipare ai seguenti placements: Scambi Transnazionali ? Multilaterale Primavera 1 = N° 16 placements dal 22 Aprile al 5 Maggio 2015 (4 per regione Abruzzo, 4 per regione Dubrovnik-neretva, 4 per regione Lubuskie e 4 per regione Presov) Si tratta di un progetto europeo promosso e coordinato dalla Regione Abruzzo, in partenariato con le regioni di Dubrovnik-neretva (Croazia), Lubuskie (Polonia), e Pre?ov (Slovacchia). Approvato dalla Commissione europea e co-finanziato dal Programma "Gioventu´ in Azione". Ha decorrenza dal 1° maggio 2014 al 30 aprile 2016 e si propone di avviare presso gli uffici regionali a Bruxelles delle rispettive regioni ben 80 giovani complessivamente, di età compresa tra i 18 ed i 30 anni, nell´arco di 2 anni, per servizi di volontariato europeo (Evs) e scambi transnazionali di gruppo (Tye). I giovani verranno selezionati, per quanto riguarda il volontariato europeo, tra disoccupati (di età compresa tra 18/30) e per quanto riguarda gli scambi transnazionali tra i lavoratori ed i giovani disoccupati di età compresa tra 18/25. Per fare ciò é necessario registrarsi oppure accedere (per chi é già registrato) al sito web del progetto (www.Ybbregions.eu.org ) spuntando la seguente casella di controllo: "Interest Tye-spring1" Alcuni video-tutorial sono disponibili sul canale "Youtube": http://www.Youtube.com/ybbregions  I requisiti sono: essere di età compresa tra 18/25 anni, essere nato in uno dei comuni della Regione Abruzzo, della regione di Lubuskie o della regione di Presov, ovvero essere residente in uno dei comuni della Regione Abruzzo, della regione di Lubuskie o della regione di Presov, ovvero frequentare un corso di studi presso un istituto di formazione, anche universitario della Regione Abruzzo, della regione di Lubuskie o della regione di Presov, - essere occupato ovvero disoccupato, inclusi coloro in cerca di prima occupazione. Inoltre, la buona conoscenza di una lingua straniera (possibilmente l´inglese) assumerà un rilievo importante: i giovani che andranno a Bruxelles opereranno in un contesto multiculturale e multilinguistico. Ogni aspetto, compresa la selezione, viene gestito on-line, in formato digitale, attraverso il sito, in modo da assicurare la massima celerità, obiettività e trasparenza. A nove mesi dall´avvio, il progetto già registra un lusinghiero successo, con 9.000 contatti sul sito web e oltre 320 utenti registrati. Di questi, ben 74 (di cui 62 abruzzesi) sono gli utenti che hanno chiesto di partecipare alla ultima call, la terza, relativa a Servizio di Volontariato Europeo dal 12 gennaio al 12 aprile. Oltre 100 sono, inoltre, gli utenti che hanno partecipato al sondaggio on-line relativo alle tematiche progettuali.  
   
   
REFERENDUM, MARONI: TUTTI COINVOLTI SU SCELTA DATA  
 
Milano, 19 febbraio 2015 - "L´approvazione, ieri, in Consiglio regionale, del referendum sull´autonomia della Lombardia, è stata un voto importante e utile. La forza del ´sì´, che, sono sicuro, arriverà dal popolo lombardo, ci consentirà di ottenere quanto fino a ora non siamo riusciti ad avere in termini di competenze e risorse". Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, nel corso della conferenza stampa dopo-Giunta. "La condivisione da parte di tutte le forze della Maggioranza, visti i contrasti politici che queste hanno sul piano nazionale, - ha aggiunto - è un dato che mi permette di dire che, per quanto riguarda la Lombardia, la coalizione è compatta. Il nostro è un modello che funziona e che può proporsi, e si propone, come piattaforma di governo anche fuori dalla Lombardia". Bene Voto Elettronico - Il governatore ha sottolineato che anche un importante gruppo politico di opposizione ha votato a favore del referendum sull´autonomia "senza chiedere nulla in cambio e senza che nulla gli sia stato concesso", portando il contribuito "che io ho condiviso, dell´introduzione del voto elettronico. Saremo la prima Regione a investire sull´innovazione in materia, anche in questo saremo un modello". Data Condivisa - Circa la scelta della data in cui tenere la consultazione, Maroni ha informato della sua intenzione di "sentire tutte le parti politiche del Consiglio regionale, non solo quelle che hanno votato a favore del referendum". "Questa - ha ribadito - non è la consultazione del governatore o di una parte politica, ma della Regione Lombardia. Assumerò una decisione in merito come presidente, ma voglio che tutti siano coinvolti e che ci sia la massima condivisione". Due ´Finestre´ - Su quando potranno essere aperte le urne, Maroni ha spiegato che la nuova legge "prevede due finestre: una primaverile, maggio/giugno, e una autunnale, ottobre/novembre". "Il prefetto di Milano - ha fatto sapere - mi ha chiesto di evitare la sovrapposizione fra la consultazione ed Expo, perché avrebbe difficoltà a dislocare presso i seggi elettorali le forze dell´ordine, che in quel periodo, invece, saranno impiegate per presidiare la città". "Mi sembra una richiesta accoglibile - ha osservato -, anche perché ci serve il tempo per trovare hardware e software per il voto elettronico". Dotazione A Scuole - "Ci sono - ha ricordato Maroni - diversi Paesi che già utilizzano il voto elettronico, dobbiamo valutare quale sia il sistema che possa essere utilizzato da noi". "Io, inoltre, - ha aggiunto - voglio fare qualcosa in più. Per quanto riguarda i macchinari che allestiremo nei seggi scolastici, mi piacerebbe riuscire a trovare degli strumenti elettronici che poi possano essere lasciati negli istituti come dotazione scolastica. Questo ridurrà ancora di più i costi del referendum, perché parte della spesa si tradurrà in un investimento a favore delle scuole pubbliche lombarde". Scandalo Milleproroghe - Il presidente lombardo ha quindi stigmatizzato l´emendamento al ´Milleproroghe´, che "consente alle Regioni che hanno sforato il Patto di stabilità di non pagare le sanzioni", definendolo "uno scandalo". Si tratta, ha detto, "di un´offesa a Regioni, come la Lombardia, che si comportano in maniera virtuosa e che stanno attente alle spese". "Se però il Governo premia chi sfora il Patto di stabilità - si è chiesto - mi domando che senso abbia continuare a essere così virtuosi?". Sindaco Milano Commette Errore - Maroni ha poi risposto alle critiche del sindaco di Milano Giuliano Pisapia, che, in una intervista a un quotidiano, ha definito il referendum lombardo "una boiata pazzesca". "Lui - ha detto riferendosi a Pisapia - mi ricorda Tafazzi. Dire no al referendum significa rinunciare a più risorse. Io invece, non sono autolesionista". Il sindaco di Milano, ha proseguito, "si lamenta con il Governo perché non gli dà risorse e contemporaneamente dice no al referendum sull´autonomia. Io non capisco, è proprio la sindrome di Tafazzi". Palazzo Marino Inadempiente - Infine, Maroni a proposito di Expo, ha ricordato alcune "gravissime inadempienze del Comune di Milano". Palazzo Marino, ha fatto notare, "si era impegnato a realizzare le ´vie d´acqua´, la ´Zara-expo´ e la M4. A parte le vie d´acqua, la mancata realizzazione della ´Zara-expo´ e della M4 determinerà seri, serissimi, problemi alla viabilità".  
   
   
VIA LIBERA UE AI PROGRAMMI 2014-2020. ROSSI: LA TOSCANA HA GIOCATO D´ANTICIPO  
 
Firenze 19 febbraio 2015 – Il via libera da Bruxelles al Programma operativo toscano del Fesr 2014-2020, seguito di poco da quello dato al Por Fse, permette oggi di partire con la piena operatività nella spesa degli oltre 1,5 miliardi di risorse destinate al sistema produttivo, alla crescita sostenibile e all´occupazione dei giovani. "La buona notizia – spiega il presidente Enrico Rossi – è che la Toscana aveva giocato d´anticipo e, grazie a 82 milioni del suo bilancio, aveva già fatto partire i primi bandi senza aspettare l´arrivo effettivo dei fondi dall´Europa. Siamo stati l´unica regione a fare questa scelta e la risposta è stata positiva. Risultato, ai nastri di partenza la Toscana si presenta già con alcune medaglie. "Il primo bando che abbiamo attivato – ricorda Rossi – quello per Ricerca e, sviluppo e innovazione, è già in fase di chiusura ed è andato benissimo. Sono arrivati 500 progetti da 952 imprese, per una richiesta complessiva di finanziamenti pari a 152 milioni. Si stima che l´effetto moltiplicatore possa attivare oltre 450 milioni di investimenti". Rossi ricorda la decisione di concentrare le risorse sulle imprese dinamiche, che hanno voglia di investire e che sono in grado di fare da traino all´intero sistema economico regionale. L´altra buona notizia che riguarda il Fesr, frutto di quella che il presidente chiama la "buona amministrazione" della Toscana, è l´aver deciso di destinare alle imprese il grosso dei quasi 800 milioni di fondi che arriveranno di qui al 2020. L´assessore alle attività produttive credito e lavoro Gianfranco Simoncini ha sottolineato la strategia che sta alla base del Por Fse e che dà una priorità ai giovani. "Il 35 % del Por toscano vale a dire 255 milioni di euro, sarà dedicato alle politiche per l´occupazione, la formazione, i tirocini. E anche buona parte di quello che resta fuori, è comunque riconducibile alle politiche per l´occupazione, la formazione, l´orientamento, la coesione sociale. Ancora una volta, insomma, si rivolge prevalentemente ai giovani".  
   
   
MARONI: RICORSO A CONSULTA CONTRO ALCUNE NORME LEGGE DI STABILITÀ  
 
 Milano, 19 febbraio 2015 - "Con una delibera di Giunta abbiamo autorizzato l´impugnativa davanti alla Corte costituzionale della Legge di Stabilità 2015 in alcune sue parti, perché queste norme sono lesive dei poteri che la Costituzione assegna alla Regione". Lo ha annunciato il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni nel corso della conferenza stampa dopo la seduta della Giunta regionale. "Perché - ha spiegato il presidente - non può essere il Governo, o il Parlamento con legge, a costringere la Regione ad assumere i dipendenti delle Province, non è così: la Costituzione dice un´altra cosa, quindi è una norma assolutamente incostituzionale. Per cui questo nostro ricorso ha l´obiettivo di far dichiarare incostituzionali queste norme e ristabilire i principi contenuti nella Costituzione, che stabilisce che per queste materie la competenza a decidere è delle Regioni e non del Governo". "C´è una palese violazione delle norme da parte del Governo - ha proseguito -, che ha invaso il campo che la Costituzione assegna alle Regioni, per questo presentiamo questo ricorso davanti alla Corte costituzionale". Comma 398 Viola Articoli 3, 117-Comma 6 E 119 Costituzione - "Il nostro ricorso - ha precisato Maroni - riguarda tre punti. Innanzitutto il comma 398, che prevede un meccanismo di ripartizione in base al Pil e alla popolazione residente come unici indicatori, in quanto l´attuazione di questo comma ha l´effetto di rovesciare gli equilibri della perequazione sfavorendo le Regioni virtuose come la Lombardia e favorendo invece le Regioni meno virtuose; questo viola gli articoli 3, 117-comma 6 e 119 della Costituzione". Comma 421 Viola Articolo 118 Costituzione - "Abbiamo inoltre impugnato - ha proseguito Maroni - la parte del comma 421 che prevede la riduzione della dotazione organica delle Città metropolitane e delle Province in misura rispettivamente del 50 per cento e al 30 per cento, perché questo lede la potestà legislativa regionale sui conferimenti delle funzioni amministrative agli Enti locali, violando l´articolo 118 della Costituzione". Comma 424 Viola Articolo 119 Costituzione - "Infine, - ha elencato il governatore - abbiamo impugnato il comma 424, nella parte in cui prevede la ricollocazione anche nei ruoli delle Regioni del personale in sovrannumero delle Città metropolitane e Province, perché viola il principio di autonomia finanziaria previsto dall´articolo 119 della Costituzione". Giovedì 19 Ricorso Verrà Comunicato A Conferenza Regioni - "Giovedì 19 - ha concluso Maroni - comunicherò alla Conferenza delle Regioni questa decisione, essendo previsto per giovedì 19 l´incontro tra le Regioni e il Governo, per sancire l´intesa sul riparto dei tagli alle Regioni e l´iniziativa assunta interferirà con questa intesa, se si dovesse raggiungere".  
   
   
MARONI: REFERENDUM PER L´AUTONOMIA È UN FATTO STORICO  
 
Lonate Pozzolo/va, 19 febbraio 2015 - "E´ stata una giornata straordinaria, l´approvazione da parte del Consiglio regionale del referendum consultivo per chiedere ai Lombardi se vogliono maggiore autonomia è un fatto storico, perché permette l´avvio del processo per rendere la Lombardia una Regione a statuto speciale. E sono sicuro che i Lombardi diranno ´sì´". Lo ha spiegato il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, incontrando i giornalisti, a Lonate Pozzolo (Varese) durante il sopralluogo per la demolizione degli immobili delocalizzati nei Comuni di Lonate Pozzolo, Ferno e Somma Lombardo. Risparmio Di Molte Risorse - "Il referendum - ha fatto notare Maroni - serve, perché, se, come presidente, vado a Roma con un mandato esplicito datomi dal popolo lombardo, per il Governo è più difficile dire di no. Sono molto contento che tutta la Maggioranza compatta l´abbia votato e sono contento del fatto che saremo la prima Regione a fare un referendum solo con il voto elettronico e questo ci permetterà di risparmiare molte risorse, perché la consultazione costerà meno della metà di quanto previsto, un´altra innovazione importante che rende questo referendum un fatto storico".  
   
   
RIFORME: SERRACCHIANI IN AUDIZIONE SENATO SU ABOLIZIONE PROVINCE  
 
Trieste, 19 febbraio 2015 - I principali passaggi politici e istituzionali del processo di riforma del sistema delle autonomie locali in atto in Friuli Venezia Giulia sono stati illustrati ieri dalla presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, nel corso di un´audizione presso la prima Commissione affari costituzionali del Senato, presieduta da Anna Finocchiaro. Ricordando come con l´inizio dell´undicesima legislatura abbia preso vigore il tema del riordino del modello istituzionale, con una nuova impostazione basata sui due pilastri ´Regione´ e Comuni´, e quindi sul superamento delle Province, Serracchiani ha illustrato in particolare i contenuti della proposta di legge costituzionale di modifica dello Statuto regionale, approvata il 30 gennaio 2014 a larghissima maggioranza. Una norma che è, ha precisato, in linea con la riforma della parte Ii della Costituzione presentata dal Governo Renzi prevede la soppressione delle Province. Serracchiani, anche rispondendo alle domande dei commissari, ha quindi fatto riferimento all´iniziativa del sen. Carlo Pegorer, il quale all´inizio della legislatura nazionale ha proposto una modifica dello Statuto del Friuli Venezia Giulia, in parallelo alle decisioni del Consiglio regionale. In proposito Serracchiani ha riferito che tale proposta, pur presentando in generale aspetti ampiamente condivisibili, come peraltro rilevato nei giorni scorsi dallo stesso Consiglio regionale, non risponde del tutto alla volontà espressa dal Consiglio regionale stesso, che con la sua proposta di modifica costituzionale ha escluso la forma della città metropolitana. Una prospettiva che, in ogni caso, rimane in capo alla Regione Friuli Venezia Giulia, la quale, avendo competenza primaria sull´ordinamento degli enti locali, può comunque prevederne l´istituzione, ha evidenziato Serracchiani. In quest´ottica, ribadendo quanto affermato ieri dal presidente del Consiglio regionale, Franco Iacop, anch´egli audito dalla Commissione, la presidente Serracchiani ha chiesto che come testo base per le sue determinazioni la Commissione affari costituzionali del Senato faccia riferimento al progetto di legge di iniziativa del Consiglio regionale. Nel corso dell´audizione, la presidente Serracchiani ha colto l´occasione per illustrare anche i contenuti della riforma delle autonomie locali, definiti dalle legge regionale 26 dello scorso anno, ed ha precisato come in prospettiva vi siano altri passaggi da portare a compimento, primo fra tutti la riforma della finanza locale. All´audizione ha preso parte anche il sen. Carlo Pegorer, che ha giudicato molto positiva la presenza della presidente Serracchiani. Una presenza - ha detto - che ha consentito ai commissari di ottenere informazioni relative al merito del provvedimento in esame e di comprendere il disegno riformatore in atto in Friuli Venezia Giulia, di cui il superamento delle Province è parte integrante, per realizzare una migliore organizzazione delle autonomie locali territoriali.  
   
   
"RES" UMBRIA 2014…: "SETTORI INNOVATIVI E CREATIVITÀ CULTURALE PER AFFRONTARE IL FUTURO"  
 
Perugia, 19 febbraio 2015 - "Emergono spunti di riflessione significativi dalle relazioni presentate oggi sulla situazione dell´Umbria, che ci consentono di guardare in prospettiva per orientare l´azione politica dei prossimi anni. Tuttavia le analisi di sociologi ed economisti vanno comparate ad un quadro di riferimento più vasto per non correre il rischio di una visione autoreferenziale": lo ha detto l´assessore regionale alla cultura e turismo, Fabrizio Bracco, a conclusione dei lavori della giornata. Per Bracco infatti la situazione dell´Umbria deve fare i conti con un decennio "drogato dalla ricostruzione, che ha fatto convergere sulla regione una mole straordinaria di risorse, causando una spinta verso l´alto del Pil ed accrescendo il peso di alcuni settori dell´economia. Ciò ha accentuato squilibri nel sistema, anche in relazione all´attuale valutazione della crisi che interessa la regione, come il resto del Paese. Si tratta di un periodo – ha aggiunto l´assessore - , dal 1998 almeno al 2008, che non costituisce infatti una fase ordinaria dell´Umbria e che meriterebbe uno studio apposito". Nell´affrontare poi le diverse questioni emerse nel corso dei lavori, Bracco ha evidenziato che negli ultimi anni, l´Umbria ha saputo affinare e ottimizzare gli strumenti offerti della programmazione comunitaria verso quei settori capaci di produrre innovazione e sviluppo, concentrando e ottimizzando le risorse disponibili. "Abbiamo sostenuto – ha detto – soprattutto azioni ed imprese, le cosiddette ‘punte di freccia´, capaci di orientare e trasformare l´economia regionale verso una maggiore competitività, ed è questa la direzione da seguire anche nei prossimi anni per superare la carenze strutturali e proiettare l´Umbria oltre l´ambito locale. I settori innovativi, dalla manifattura all´agroalimentare, e la creatività culturale per richiamare turismo sono gli ambiti su cui continuare ad investire per il futuro. In questo quadro – ha concluso - si colloca anche la capacità che, pur tra notevoli difficoltà, abbiamo avuto nel costruire il "brand umbria", orami riconosciuto a livello internazionale come sintesi di una regione sostenibile, attrattiva e luogo di eccellenze".  
   
   
ENTI LOCALI, PIGLIARU AL CAL: L´UNIONE DEI COMUNI FA LA FORZA DELLA SARDEGNA, LO SPOPOLAMENTO SI COMBATTE NON CON LE PLURICLASSI MA CON LAVORO E SVILUPPO  
 
Cagliari, 19 Febbraio 2015 - "L´unione fa la forza e la divisione fa la debolezza di tutti, e questo è il grande argomento che abbiamo di fronte. Tutti insieme siamo parte del governo della cosa pubblica per il bene dei nostri cittadini, qualche volta ognuno di noi cade nella tentazione di spostare la responsabilità su un livello diverso del governo ma la verità è che siamo un governo multilivello e che abbiamo tutti il dovere di un´assunzione di responsabilità collettiva, rimboccandoci le maniche e lavorando insieme per il bene della cittadinanza". L´ha detto il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, intervenendo a fine mattinata nell´aula di via Roma a Cagliari durante la seduta congiunta del Consiglio regionale con il Cal, il Consiglio delle Autonomie Locali. "Con l´adozione della prima manovra finanziaria della quindicesima legislatura iniziamo assieme un nuovo percorso politico che ci vedrà impegnati nei prossimi anni per affrontare i più importanti nodi critici che la Regione Sardegna e le autonomie locali insieme affrontano e dovranno affrontare. La Regione - ha sottolineato il presidente - si propone da anni un grande obiettivo di riforma del sistema delle autonomie locali della Sardegna, quale momento propulsivo di modernizzazione della amministrazione pubblica che deve essere il più possibile vicina ai cittadini, semplice, e in grado di dare risposte efficaci. La riforma è urgente e, per noi, si fonda sull´idea che i livelli di governo e di rappresentatività democratica diretta siano i Comuni e la Regione. In questa nuova prospettiva i Comuni, in forma singola e in forma associata, sono i veri protagonisti del cambiamento in atto, con la Regione che svolge funzioni di indirizzo, programmazione e controllo e i Comuni che svolgono funzioni di amministrazione attiva. Siamo convinti che il rafforzamento e la valorizzazione delle gestioni associate può garantire il miglioramento della qualità dei servizi per i cittadini e l’aumento della specializzazione degli addetti. La parità di accesso ai servizi, indipendentemente dal luogo di residenza, è il principio ispiratore della riforma degli enti locali della Sardegna, prima ancora della costruzione dell’assetto istituzionale e della governance". Secondo il capo dell´esecutivo "lo spopolamento non si combatte certo lasciando intatto un sistema scolastico che si è ridotto alle pluriclassi, lo spopolamento nasce dall´assenza di lavoro, dall´assenza di prospettive di sviluppo questo è il punto cruciale. Ed è nostra profondissima convinzione che lo sviluppo è qualcosa che si definisce a livello di territorio, non a livello di singoli Comuni pensati in isolamento. Ogni Comune conta moltissimo ma ogni Comune deve pensarsi come territorio, e chiederci non di lasciare le pluriclassi ma di garantire trasporti e strade per raggiungere la scuola più vicina, e anche per questo nella Finanziaria c´è un mutuo per le infrastrutture. Siamo convinti che la Sardegna deve uscire da questa crisi anche con un´idea di sviluppo nel territorio, idea centrale della delibera sulla programmazione territoriale che stiamo per approvare in Giunta, evitando il declino delle zone interne che vanno sostenute ad esempio attraverso la valorizzazione dell´agroalimentare. Lo scenario economico finanziario non è facile, da 15 anni il nostro Paese non cresce: bisogna allora incentivare interventi come la finanza di progetto e accompagnare gli enti verso l´armonizzazione dei bilanci che consentirà di bloccare l´accumularsi del debito pubblico". Pigliaru ha infine riferito di aver condiviso con il ministro dell´Interno Alfano la necessità di un incontro in Sardegna per discutere delle situazioni di disagio e malessere sociale crescenti. La Regione è interessata a perseguire questi obiettivi, in modo concertato con le Autonomie locali, anche per eliminare tutte le sacche di malessere sociale che, ancora oggi, si manifestano anche attraverso l´attacco agli amministratori locali cui è andata ed andrà la nostra attenzione, e contro il quale abbiamo chiesto allo Stato di garantire il presidio delle normali garanzie di tutela".  
   
   
"RES" UMBRIA 2014: POLITICHE REGIONALI HANNO FAVORITO AVVIO CANTIERI ED EFFICIENZA ENERGETICA PER NUOVO SVILUPPO  
 
Perugia, 19 febbraio 2015 - "Negli ultimi cinque anni l´impegno della Regione Umbria – ha detto l´assessore regionale ai trasporti e all´ambiente Silvano Rometti, intervenendo sulle questioni legate al settore delle costruzioni nel corso dell´approfondimento tematico del Rapporto economico e sociale dell´Umbria - è stato quello di sbloccare le risorse a disposizione per l´avvio dei cantieri. Ciò – ha proseguito – nonostante l´assenza di trasferimenti statali che, per le infrastrutture, fino al 2011 ammontavano a 26 milioni di euro all´anno". "Oggi – ha rilevato - con le opere legate alla realizzazione della Quadrilatero per il tratto Perugia-ancona, in Umbria è presente il secondo cantiere per importanza dell´Italia centrale. L´ultimo intervento in ordine di tempo – ha ricordato inoltre - ha riguardato il raddoppio selettivo del tratto Fcu da Ponte San Giovanni a Sant´anna di Perugia, il cui finanziamento era esistente da più di dieci anni. Nella valutazione della crisi del settore delle costruzioni – ha poi aggiunto – va considerata la ricostruzione post sisma che, dal ‘98 ad oggi, ha in qualche modo falsato la percezione di una crisi certamente profonda che ha investito un comparto inizialmente sovradimensionato rispetto al resto del Paese, proprio a causa del terremoto". "Da un punto di vista ambientale – ha aggiunto Rometti – l´Umbria ha una debolezza strutturale, ma i risultati delle politiche regionali finora adottate hanno dimostrato, indicatori alla mano, di funzionare in direzione di una maggiore efficienza energetica e del risparmio di energia, fattori che sono alla base di una nuova concezione di sviluppo e volano per una nuova economia. L´umbria – ha ricordato Rometti - copre il 53% del fabbisogno di energia da fonti rinnovabili e sempre da fonti rinnovabili deriva il 78% della produzione energetica. Le politiche energetiche dei prossimi anni dovranno quindi essere basate su questi due capisaldi, utilizzando le ulteriori possibilità offerte oltre il fotovoltaico". "L´insieme dei provvedimenti già adottati dalla Regione o in corso di elaborazione, come il nuovo Piano dei Trasporti e la legge regionale sulla prestazione energetica degli edifici – ha detto - concorreranno ulteriormente a fornire quei supporti normativi capaci di intervenire, trasversalmente nei diversi settori, per sostenere il cambiamento. A supporto di ciò – ha concluso – di assoluta rilevanza saranno le risorse messe a disposizione dalla prossima programmazione comunitaria, nell´ambito della quale l´Asse Energia costituisce uno degli elementi fondamentali per incisive politiche ambientali e di sviluppo".  
   
   
"RES" UMBRIA 2014; L´ANALISI DEI COMPARTI TRAINANTI DELL´ECONOMIA REGIONALE: DALLA MANIFATTURA ALLE IMPRESE CULTURALI E CREATIVE  
 
Perugia, 19 febbraio 2015 - La produzione manifatturiera, in un mondo sempre più terziarizzato e nonostante continui a subire i contraccolpi della pesante crisi di questi anni, conserva tutta la sua centralità e strategicità. È quanto emerge dall´approfondimento sulla manifattura e i servizi avanzati in Umbria realizzato per il Rapporto economico e sociale dell´Umbria 2014 e illustrato oggi da Elisabetta Tondini, responsabile dell´Area processi e politiche economiche e sociali dell´Agenzia Umbria Ricerche, nel secondo appuntamento tematico del rapporto economico e sociale dell´Umbria 2014 che si è svolto a Palazzo Donini. Ai lavori, presieduti dal presidente dell´Agenzia Umbria Ricerche Claudio Carnieri, sono intervenuti gli assessori regionali alla Cultura, Fabrizio Bracco, e all´Ambiente, Silvano Rometti. Manifattura e servizi avanzati, ha sottolineato Elisabetta Tondini, rappresentano rispettivamente il 15% e il 9% del valore aggiunto regionale al 2010, con differenze strutturali che si riscontrano già a partire dalla formazione della produzione e dalla destinazione delle risorse disponibili. Secondo le elaborazioni dei dati più recenti disponibili (fonte Irpet), nel 2010, la produzione manifatturiera regionale è stata di circa 12 miliardi di euro, con il 48 per cento di beni e servizi provenienti da fuori regione; l´offerta manifatturiera ha contato su ulteriori 11 miliardi di beni e servizi importati. Una dipendenza, ha rilevato, tipica dei sistemi di piccole dimensioni. Gli impulsi generati dalla domanda aggregata manifatturiera sono riusciti a produrre, innescando effetti a catena, oltre il 30% del Pil regionale, circa 15 miliardi di euro: un impatto forte, che sarebbe ben più elevato se non fosse che oltre la metà dei benefici (circa 8 miliardi di euro) è andata a vantaggio delle altre regioni, quelle da cui l´Umbria dipende per l´approvvigionamento dei beni e servizi necessari alla produzione manifatturiera. Sul fronte occupazionale, la stessa domanda finale manifatturiera è riuscita a generare oltre un terzo delle unità locali della regione (il 33,6%, 125mila unità di lavoro). Nel caso dei servizi avanzati (quali editoria, telecomunicazioni, servizi It, attività legali, consulenza di gestione, contabilità, studi di architettura, ricerca scientifica e sviluppo), l´offerta complessivamente disponibile in Umbria nel 2010 è stata di oltre 4 miliardi e mezzo di euro; per circa 3/5 è stata impiegata dal sistema locale. La domanda finale collegata ai servizi avanzati ha generato il 7,3% del Pil regionale (oltre 1 miliardo e mezzo e il 9% delle unità di lavoro (31.700). Dal confronto tra i due comparti, emerge che la domanda manifatturiera umbra riesce ad attivare quasi un quarto del valore aggiunto prodotto dai servizi avanzati umbri e il 37% delle unità di lavoro relative. Effetti di analoga portata vengono prodotti sul fronte dei servizi più tradizionali, a sottolineare la forza trainante che la produzione di "cose" esplica sul terziario. Lo sviluppo – sono le conclusioni - pretende contenuti sempre più ampi di conoscenza e innovazione: in questa direzione, la manifattura diventerebbe più competitiva e, anche attraverso una espansione della sua capacità esportativa, amplificate sarebbero le ricadute benefiche su tutto il sistema. "Questo approfondimento è importante – ha rilevato il presidente dell´Aur, Carnieri – poiché fa luce sui flussi tra l´Umbria e le altre regioni, fornendo spunti alle politiche economiche e di filiera nei diversi comparti al fine di trovare nuove radici di nascita imprenditoriale. Francesco Musotti, dell´Università degli studi di Perugia, ha analizzato il comparto agroalimentare che, ha rilevato, conserva un´ampiezza relativa superiore alla media nazionale come ammontare di produzione lorda, valore aggiunto e unità di lavoro nonostante abbia subìto un ridimensionamento dal 2000 al 2010. Molto elevato è il grado di apertura agli scambi con le altre regioni italiane e l´estero. Sia dal lato dello smercio, che da quello degli acquisti, la quota, rispettiva, dell´export (nelle altre regioni italiane e all´estero) e dell´import (sia dalle altre regioni che dall´estero) supera l´85 per cento. Una quota altissima, ha detto, dipendente in parte dalle dimensioni piccole della regione, in parte da produzioni frammentate sul piano territoriale non meno che tecnicamente non collegabili. Quanto al settore delle costruzioni, analizzato da Sergio Sacchi dell´Università di Perugia, con un´incidenza del 7% sul totale del valore aggiunto prodotto in Umbria nel 2012 il comparto si conferma ancora oggi parte importante dell´economia regionale. Se la crisi della finanza pubblica e le difficoltà delle famiglie hanno condizionato il mercato delle opere pubbliche e quello delle abitazioni, con una riduzione delle imprese attive, tuttavia, con 12.163 unità attive alla fine del 2013 il comparto continua a rappresentare quasi un quinto (il 18,8%) del totale delle imprese attive in Umbria. La ricerca si è soffermata su alcuni elementi caratterizzanti, tra cui un recupero di produttività del lavoro che, specialmente a partire dal 2000, ha portato le imprese umbre a ridurre il differenziale rispetto a quelle di altre regioni e che appare collegato a valori piuttosto alti dell´investimento per unità di lavoro, innalzatisi, in particolare, negli anni di crisi. Un dato, quest´ultimo, in controtendenza e da analizzare. Altro settore strategico nelle politiche europee e regionali, quello delle fonti di energia rinnovabili. Lo studio è stato presentato da Paolo Polinori (Università di Perugia). Per l´Umbria, ha rilevato, questo settore riveste un ruolo cruciale nelle politiche di sviluppo sebbene in una ottica integrata in cui la razionalizzazione dei consumi e l´incremento dell´efficienza energetica hanno un peso determinante. C´è una forte dipendenza del tessuto produttivo regionale dall´input energetico, evidenziata anche dal consumo elettrico nazionale per addetto che in Umbria è pari a 1,75 quello nazionale. Circa il raggiungimento degli obiettivi del Pacchetto clima energia 20-20-20, l´Umbria mostra un marcato dinamismo che fa assumere come assolutamente raggiungibili gli obiettivi di breve termine fissati dall´Unione europea: la politica energetica regionale e lo sviluppo della filiera industriale delle energie rinnovabili – secondo lo studio -potrebbe consentire il raggiungimento dell´obiettivo del 13,7 per cento di consumo energetico finale da fonti rinnovabili già prima del 2020, disegnando uno scenario che si attesterebbe sul 15 per cento. Altro comparto importante, quello delle industrie culturali e creative, analizzato da Andrea Orlandi (Aur). In Umbria insistono 5.465 imprese culturali e creative, il 25% delle quali industrie culturali in senso stretto e il 70% costituite dalle cosiddette imprese creative le quali producono la maggior parte della ricchezza dei sistemi produttivi culturali delle regioni della cosiddetta Terza Italia (compreso quello umbro), probabilmente – è l´analisi di Orlandi -perché più legate alla veicolazione culturale della tradizione manifattura di quei territori. Le imprese culturali e creative ("Icc") umbre hanno svolto una importante funzione anticiclica negli anni della crisi economica: dal 2009 al 2013, infatti, è cresciuto del 2% il numero delle Icc attive e del 12,5% gli addetti. Anche in questo caso, sono le imprese creative ad essere cresciute, mentre quelle culturali hanno subito la crisi (in particolare quelle legate all´editoria e alla stampa: -4,5%). In questo quadro gli spiragli di luce: le imprese giovanili rappresentano il 10% delle Icc umbre, e lavorano prevalentemente nelle attività di comunicazione, nell´editoria, nel design, ma soprattutto nei settori più legati alla dimensione artigiana. C´è una particolare attenzione dei giovani alle possibilità espansive del made in Italy legato alla valorizzazione/rielaborazione della cultura materiale del territorio, ad esempio per le ceramiche. Le imprese femminili rappresentano il 28 per cento. Le imprese straniere, che sono il 5%, hanno dimostrato particolare vivacità negli ultimi anni (sono cresciute del 6% solo nel 2013, anno di crisi per il sistema imprenditoriale umbro). Il sistema produttivo culturale umbro, ha rilevato ancora Orlandi, si caratterizza per la prevalenza della dimensione creativa e artigianale su quella propriamente culturale. Accanto a "distretti" più consolidati (l´editoria nel tifernate e la ceramica a Deruta e Gualdo Tadino), emerge ormai chiara la tendenza in molti piccoli comuni a specializzarsi nei settori ascrivibili alla cosiddetta "Industria del gusto": a Bevagna e Amelia quasi l´80% degli addetti totali nei settori Icc lavorano nella filiera dell´enogastronomia, a Nocera Umbra il 74%, a Umbertide, Castiglione del Lago, Orvieto il 64%. Emergono, inoltre, esperienze significative nei settori più legati all´innovazione (il design a Spello, la produzione di software e videogiochi a Corciano e Terni).  
   
   
VILLA UMBRA: OGGI CONVEGNO SU CARTE E CONTRATTI DEI SERVIZI PUBBLICI LOCALI  
 
Perugia, 19 febbraio 2015 – Chi si è dotato di Carte dei servizi in Umbria? Quanti e quali tipi di contratti di servizi esistono? Il Movimento Difesa del Cittadino, Codacons, Federconsumatori e Adiconsum dell´Umbria, insieme alla Regione Umbria ed alla Scuola Umbra di Amministrazione Pubblica, hanno organizzato un convegno, che si svolgerà domani, giovedì 19 febbraio con inizio alle ore 9,30 a Villa Umbra, sulla rilevazione nelle aziende pubbliche e partecipate della Regione. Le Carte ed i contratti dei servizi Pubblici Locali costituiscono il riferimento per ogni informazione, obbligo e diritto che l´utente voglia conoscere e far valere. Per questa ragione, la Carta dei servizi deve essere resa disponibile agli utenti prima della conclusione del contratto e deve essere sempre consultabile nel corso del rapporto contrattuale. Il convegno di domani sarà aperto dall´assessore regionale al commercio e alla tutela dei consumatori, società partecipate e riforme dei servizi pubblici locali, Fabio Paparelli , da Alberto Naticchioni, amministratore unico della Scuola e da Alessandro Petruzzi di Federconsumatori. Seguiranno l´esposizione delle buone pratiche ed esperienze a cura di Arnaldo Marini, responsabile del monitoraggio dei servizi di trasporto pubblico locale della Regione Toscana e del Comune di Ancona. In chiusura dei lavori porteranno il loro contributo Silvano Rometti, assessore regionale alle infrastrutture e Francesco De Rebotti, presidente di Anci Umbria. "Gli enti locali - ha affermato Alberto Naticchioni -, per tutelare i diritti dei consumatori e degli utenti dei servizi pubblici locali, in sede di stipula dei contratti, sono tenuti ad applicare la previsione dell´obbligo per il soggetto gestore di emanare una «Carta della qualità dei servizi», da redigere e pubblicizzare in conformità ad intese con le associazioni di tutela dei consumatori e con le associazioni imprenditoriali interessate, recante gli standard di qualità e di quantità relativi alle prestazioni erogate, nonché le modalità di accesso alle informazioni garantite, quelle per proporre reclamo e quelle per adire le vie conciliative e giudiziarie nonché le modalità di ristoro dell´utenza, in forma specifica o mediante restituzione totale o parziale del corrispettivo versato, in caso di inottemperanza". "In più, tra le altre cose, - ha sottolineato Naticchioni - devono svolgere una consultazione obbligatoria delle associazioni dei consumatori; l´istituzione di una sessione annuale di verifica del funzionamento dei servizi tra ente locale, gestori dei servizi ed associazioni dei consumatori nella quale si dia conto dei reclami, nonché delle proposte ed osservazioni pervenute a ciascuno dei soggetti partecipanti da parte dei cittadini ed infine una previsione che le attività, sopra citate, siano finanziate con un prelievo a carico dei soggetti gestori del servizio, predeterminato nel contratto di servizio per l´intera durata del contratto stesso".  
   
   
LAVORO: FLEXICURITY, AL VIA LA SPERIMENTAZIONE DEL CONTRATTO DI RICOLLOCAZIONE  
 
Cagliari, 19 Febbraio 2015 - Una nuova misura di Flexicurity, un modello innovativo di attuazione delle politiche attive del lavoro, per quasi 3000 lavoratori in mobilità in deroga. Con il contratto di ricollocazione si sperimenta per la prima volta in Sardegna un sistema che consente di superare l’attuale logica del sostegno al reddito, per favorire il reinserimento lavorativo dei soggetti percettori di ammortizzatori sociali. "Con l´avvio di questa misura - afferma l’assessore del Lavoro Virginia Mura - la Regione coglie un´opportunità, prevista per tutte le regioni, di adottare il contratto di ricollocazione, attraverso i fondi ministeriali dedicati, e innescare un processo virtuoso, che con l´integrazione di operatori pubblici e privati, consente di ottimizzare gli strumenti e cogliere le occasioni di reinserimento nel mercato del lavoro". "L´obiettivo - spiega l’assessore - è quello di favorire il passaggio dalle misure passive alle politiche attive, tracciando una linea di continuità con le altre misure di flexicurity, consentendo ai lavoratori in regime di mobilità in deroga, di impiegare il tempo di inattività, nella ricerca di una nuova occupazione, affiancati dai centri servizi per il lavoro e dai soggetti privati accreditati iscritti all’elenco regionale." "È importante evidenziare - sottolinea l’esponente della Giunta Pigliaru - la centralità dei servizi pubblici per l’impiego, e il coinvolgimento dei soggetti privati accreditati, i quali saranno incentivati dal contratto di ricollocazione, al conseguimento del risultato che consiste appunto nella ricerca di una nuova occupazione." Il contratto di ricollocazione viene finanziato attraverso le risorse del Fondo per le politiche attive del lavoro del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, che ammontano a 8 milioni e 700 mila euro, cui si aggiungono circa 2 milioni e 800 mila euro di fondi del Po Fse 2014-2020). La misura prevede che il lavoratore si rechi presso i Csl per la presa in carico, la profilazione e quindi l´avvio dell’orientamento per indirizzarlo verso la scelta più consona alle proprie esigenze, attitudini e competenze. In questa fase al lavoratore viene riconosciuto un voucher del valore 4 mila euro, e si passa allo step successivo che consiste nell’interazione con un soggetto accreditato, il quale avrà un ruolo attivo nella ricerca di una nuova occupazione. L’erogazione del voucher sarà commisurata alle potenzialità di reinserimento, e condizionata al raggiungimento del risultato da parte del soggetto accreditato. L´altro aspetto innovativo è rappresentato dal principio di condizionalità, che stabilisce un nesso diretto tra l´erogazione del sostegno al reddito - ammortizzatore sociale - e l´effettiva disponibilità del destinatario della misura di politica attiva ad accedere a nuova occupazione.  
   
   
UFFICI POSTALI: PRESIDENTE MARINI INVITA A NON PROCEDERE AI TAGLI IN ATTESA PROPOSTA DELLA CONFERENZA DELLE REGIONI  
 
Perugia, 19 febbraio 2015 – "Ho rappresentato al presidente di Poste Italiane, Luisa Todini, la necessità di un approfondimento e di un confronto sulla questione del Piano di ridimensionamento degli uffici postali che così come è stato reso noto, determinerebbe in Umbria – e nel resto del Paese – gravi disagi alle popolazioni". E´ quanto riferisce la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, che ha avuto un incontro con la presidente di Poste Italiane, Luisa Todini, per affrontare alcune questioni di carattere istituzionale e al margine del quale le ha rappresentato la delicata questione del ridimensionamento degli uffici postali in Umbria che, secondo lo stesso piano, dovrebbero essere chiusi in Provincia di Perugia (Castel Ritaldi, Annifo e Capodacqua, Perugia Piazza Partigiani, Sant´egidio e Ripa, Villastrada e Gioiella, Collazzone), e in quella di Terni (Collestatte, Porchiano, Schifanoia e Capitone, Sugano, Melezzole), mentre per altri è previsto un ridimensionamento del servizio. La presidente Marini ha quindi chiesto alla Presidente Todini di non procedere ad alcuna decisione rispetto all´attuazione del Piano per consentire un approfondito confronto con la Regioni italiane la cui Conferenza è stata già convocata dal Presidente Sergio Chiamparino per la giornata di domani, cui parteciperà per la Regione Umbria la vice presidente, Carla Casciari, e nel corso della quale le stesse Regioni intendono avanzare all´amministratore delegato, Francesco Caio, proposte al fine di ricercare soluzioni che d´intesa con i Comuni interessati possano consentire il mantenimento dei servizi postali sul territorio e contribuire allo stesso tempo all´abbattimento dei relativi costi. Per cioò che riguarda l´Umbria la presidente Marini ha ribadito che "la Regione è disponibile a mettere a disposizione anche il proprio patrimonio immobiliare pur di scongiurare la chiusura degli uffici periferici di Poste Italiane in Umbria". "Condividiamo, infatti, pienamente – ha dichiarato la presidente Marini - le preoccupazioni che sono state rappresentate prima di tutto dai cittadini specie quelli di alcune zone rurali e montane interessate dalle eventuali chiusure che determinerebbero gravissimi disagi, preoccupazioni che sono state espresse anche dall´Anci regionale e da alcuni parlamentari, oltre che dai sindacati".  
   
   
LOMBARDIA: FORMAZIONE E LAVORO, VIA LIBERA A PDL RIORDINO  
 
Milano, 19 febbraio 2015 - Con due giorni d´anticipo rispetto al Consiglio dei Ministri, in cui il Governo dovrebbe dare il via libera ai decreti attuativi del Jobs Act, la Giunta regionale ha approvato un pacchetto di provvedimenti - uno dei quali è un progetto di legge di riordino dell´istruzione, formazione e lavoro in Lombardia - che, ha spiegato l´assessore Valentina Aprea, nel corso di una conferenza stampa insieme al presidente Roberto Maroni, "anticipa molte novità che si stanno predisponendo a livello nazionale, in particolare sul tema dell´apprendistato, e segna la nostra volontà di rafforzare il raccordo tra formazione e lavoro". Inversione Di Tendenza - In un quadro che vede la riduzione delle risorse statali e la riforma delle Province, "l´impegno che abbiamo voluto prendere - ha spiegato Aprea - è stato quello di riequilibrare il peso dei percorsi tradizionali e favorire una inversione di tendenze in base ai principi di qualità, innovazione e internazionalizzazione". I Punti Fondamentali - Tra i punti fondamentali: il passaggio dal doppio finanziamento provinciale e regionale a un sistema unitario per le agenzie provinciali; l´introduzione di costi standard per la formazione professionale; la previsione, già dal prossimo anno formativo, di una quota obbligatoria del 5 per cento di studenti in apprendistato formativo del terzo e quarto anno per il conseguimento della qualifica e del diploma; mantenimento delle risorse ai favore degli studenti disabili (20 milioni). Le Risorse - "Con il provvedimento approvato oggi - ha proseguito Aprea - prevediamo un investimento di 139,5 milioni di risorse dal Bilancio regionale, a cui si aggiungono 42,7 milioni di fondi europei (Por), 4 milioni per l´apprendistato, 5 milioni per Garanzia giovani, 3,2 milioni del Ministero del lavoro sulla dispersine scolastica, 75 milioni di risorse statali". La Nuova Legge - In particolare i principi su cui è basato il progetto di legge di riordino dell´istruzione, formazione e lavoro in Lombardia sono: - Programmazione dell´offerta in relazione al fabbisogno economico ("Oggi - ha spiegato Aprea - è sempre più importante avere percorsi formativi alternativi a quelli statali, in settori di punta come le alte tecnologie, agricoltura, arredamento"); - Costi standard differenziati per qualifica e diploma; - Sistema di soggetti pubblici e privati accreditati; - Quote obbligatorie di alternanza scuola/lavoro; - Valorizzazione del merito; - Rafforzamento delle reti territoriali (Poli tecnico professionali); - Esperienze all´estero; - Orientamento permanente; - Valutazione del sistema; - Rafforzamento delle politiche attive (dote, smart working, welfare aziendale). Dimensione Globale - "Il lavoro, oggi, - ha aggiunto l´assessore - deve essere concepito in una logica globale. Vogliamo che i nostri ragazzi abbiano esperienze all´estero, per ritornare poi sempre più preparati per rafforzare le eccellenze del nostro territorio".  
   
   
IMMIGRAZIONE: LIGNANO ESEMPIO BUONE PRASSI INTEGRAZIONE  
 
Lignano Sabbiadoro, 19 febbraio 2015 - L´assessore regionale all´Immigrazione, Gianni Torrenti, ha firmato a Lignano Sabbiadoro, per conto della Regione, un protocollo d´intesa con il Comune della località balneare, la Prefettura di Udine e la Croce rossa italiana, atto a consentire ai richiedenti asilo, temporaneamente ospitati in una struttura ricettiva, di essere impiegati in attività socialmente utili. Torrenti ha colto l´occasione per ringraziare la comunità lignanese, attraverso il sindaco, Luca Fanotto, per avere saputo comprendere le esigenze dettate dall´emergenza profughi, che sta interessando il Friuli Venezia Giulia, così come l´intero Paese. Una disponibilità significativa, in un momento delicato rispetto a tale fenomeno, perché è caratterizzato da un sempre maggiore coinvolgimento del Friuli Venezia Giulia. Torrenti ha ricordato la sensibilità dimostrata dal nostro Paese e dalla Regione, rispetto al problema dei richiedenti asilo, sottolineando che il modello di integrazione che sarà applicato a Lignano Sabbiadoro è esemplare. Perché si tratta di una prassi che comporta un basso impatto con la comunità locale, mentre i costi dell´operazione sono interamente a carico dello Stato. Peraltro, sono stati alcuni degli stessi rifugiati a chiedere di essere impiegati in attività di volontariato, per potersi meglio integrare e approcciare alla realtà locale. Come ha precisato il sindaco Fanotto, la presenza dei richiedenti asilo a Lignano Sabbiadoro sarà limitata al periodo invernale. Infatti, in vista della stagione estiva il loro soggiorno nella località si concluderà nel mese di aprile. I profughi, che stanno attendendo il completamento dell´iter per il riconoscimento dello status di rifugiati, a Lignano Sabbiadoro saranno impiegati in lavori di pulizia e sistemazione del territorio. Nell´occasione, il prefetto di Udine, Provvidenza Delfina Raimondo, ha illustrato i termini dell´impegno dello Stato rispetto all´accoglienza dei profughi sul territorio italiano, mentre il questore di Udine, Claudio Cracovia, ha rilevato come il metodo adottato per l´accoglienza trovi nel protocollo siglato la sintesi del percorso prescelto, evidenziando poi la coralità con la quale le istituzioni hanno inteso affrontare il problema.  
   
   
IMMIGRAZIONE: ZAIA, “IL CAOS GOVERNATIVO E’ AL TOP MENTRE SI SCOPRE LA STRATEGIA DELL’ISIS. BLOCCARE SUBITO I BARCONI IN LIBIA E SOSPENDERE SCHENGEN. ALTRO CHE INVITARE A DISPERDERSI. NON REALISTICI I NUMERI SUL VENETO CHE DISSE NO AL PATTO DI LUGLIO”.  
 
Venezia, 19 febbraio 2015 - “Mentre l’autorevole Daily Telegraph svela l’esistenza di documenti segreti jihadisti secondo i quali l’Isis ha una precisa strategia di utilizzo dei barconi di immigrati per portare un attacco e creare il caos nel sud Europa, e l’Ambasciatore egiziano a Londra parla apertamente di ‘rischio barconi terroristi in Italia’ da noi cosa si fa? Si spediscono a casaccio sui territori le migliaia di nuovi arrivi, tanto a casaccio che un Prefetto sincero fa sapere che i 39 immigrati giunti a Treviso nonostante il no del Sindaco sono stati rifocillati, visitati, portati alla stazione e ‘invitati a disperdersi’. Come a dire, andate dove vi pare, a fare quel che vi pare. In questo caos istituzionalizzato c’è da avere paura: per i profughi veri, dei quali non si rispetta certo la dignità, e per i rischi di infiltrazioni malavitose e terroristiche che nessuno può escludere. C’è una sola cosa da fare e subito: fermare le partenze sin dalla costa della Libia e sospendere Schengen, perché ingressi indesiderati e pericolosi possono avvenire anche da altre frontiere”. Lo dice il presidente della Regione del Veneto Luca Zaia, alla luce della situazione internazionale sempre più delicata sul fronte delle migrazioni dal Nordafrica, e delle vicende “incredibili” che stanno interessando anche il Veneto. Secondo Zaia “non è più il momento di chiacchiere buoniste, sulle quali in teoria si può essere tutti d’accordo. E’ invece ora che si affrontino le cose con realismo, prendendo atto che il rischio di infiltrazioni terroristiche o malavitose non è più un’ipotesi ma una certezza. Al momento non c’è alcuna evidenza, ci tranquillizzano gli 007, ma quando sarà evidente potrebbe essere troppo tardi. E poi c’è il problema dei territori, che non sono più in grado di reggere l’urto, come dimostrano i ‘no’ che si moltiplicano dai Sindaci di ogni colore politico e in ogni parte d’Italia”. “Sarebbe anche ora – aggiunge il Governatore – che si smettesse di mettere sul banco degli imputati una regione come il Veneto, che già ospita in perfetta armonia più di 500 mila immigrati, dei quali almeno 40 mila anch’essi travolti dalla crisi e dalla disoccupazione. Non è vero ciò che si continua a dire e scrivere, e cioè che il Veneto avrebbe firmato a luglio il Patto per l’accoglienza. In quella sede, anche proprio alla luce della nostra situazione, il Veneto non firmò e diede un chiaro e forte no motivato. E finiamola anche con la balla che il Veneto si sarebbe fatto carico solo di poco più di duemila migranti: la verità, scritta su una tabella della Prefettura di Venezia è che, oltre a quelli già ospitati, qui ne sono arrivati, e poi spariti chissà dove come fantasmi, almeno altri seimila”.  
   
   
PROFUGHI, MARONI: GOVERNO DEVE CONVOCARCI, NON PRENDO ORDINI DA BUROCRATI  
 
Milano, 19 febbraio 2015 - "L´intenzione del ministero degli Interni è di mandarci qui i clandestini? Mi spiace ma non funziona così, noi abbiamo accolto già tanti profughi ma non possiamo accettare che dei burocrati del ministero dell´Interno ci dicano cosa dobbiamo fare". Lo ha spiegato il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, incontrando i giornalisti a Lonate Pozzolo (Va) durante il sopralluogo per la demolizione degli immobili delocalizzati nei Comuni di Lonate Pozzolo, Ferno e Somma Lombardo. "Il Governo - ha proseguito - deve chiamarci e concordare con noi un piano, cosa che finora non è avvenuta. Bisogna fare come ho fatto io quando ero ministro dell´Interno ovvero convocare le Regioni ad un tavolo e concordare un piano altrimenti da noi non avranno nessuna collaborazione. Non è pensabile che un prefetto del ministero dell´Interno decida cosa debba fare il Governo della Lombardia, non esiste, perché le regole della democrazia sono altre".  
   
   
BOLZANO: PREMIO PARI OPPORTUNITÀ: ENTRO IL 2.03 PRESENTARE GLI ELABORATI SCIENTIFICI  
 
Bolzano, 19 febbraio 2015 - Entro il 2 marzo 2015 possono essere presentate le tesi di diploma o di laurea, le tesi di dottorato, i lavori di ricerca e le tesi di master concernenti la condizione della donna nella società o le pari opportunità tra donna e uomo per concorrere al Premio indetto dalla Commissione provinciale per le pari opportunità. Il premio incentivante mira a motivare gli studenti ad occuparsi del tema della pari opportunità nella società o di altre tematiche che tengono conto dell´ottica di genere. Allo stesso tempo gli elaborati scientifici migliori, possono servire per trarre stimoli per cambiare in meglio la situazione delle donne e delle pari opportunità. Possono essere inoltrati tesi di diploma o di laurea, tesi di dottorato, i lavori di ricerca e le tesi di master di durata almeno biennale anche elaborati in lingua inglese (necessaria traduzione in lingua italiana o tedesca). Vengono valutati, tra l´altro, l´analisi della specificità femminile e rispetto dell´ottica di genere, la congruenza con la tematica scelta la novità e l´attualità, il commento dell´autrice o autore e l´utilizzo corretto della lingua nel rispetto di genere. Le tesi premiate possono essere consultate alla biblioteca della Commissione per le Pari Opportunità per le Donne presso il Servizio donna in Via Dante 11 a Bolzano. Tutte le persone interessate sono invitate ad inoltrare i loro elaborati scientifici concernenti la condizione della donna nella società o le pari opportunità tra donna e uomo, entro il 2 marzo 2015, presso il Servizio donna, Via Dante 11 a Bolzano. Per informazioni generali, criteri di valutazione, bando di concorso e modulistica si può consultare il sito del Servizio donna: http://www.Provincia.bz.it/pariopportunita/