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Notiziario Marketpress di Mercoledì 11 Marzo 2015
Politica
LA COMMISSIONE UE ACCOGLIE CON FAVORE LA DISCUSSIONE DEL CONSIGLIO SULLE RELAZIONI SEMESTRE EUROPEO E L´ADOZIONE DI UNA RACCOMANDAZIONE ALLA FRANCIA  
 
Strasburgo, 11 marzo 2015 - Ieri, la Commissione ha presentato al Consiglio Ecofin del Country Reports ha pubblicato il 26 febbraio, nell´ambito della nuova aerodinamica semestre europeo di coordinamento delle politiche economiche. Il Consiglio ha avuto un primo scambio di opinioni sulle relazioni, che analizzano le politiche economiche ´degli Stati membri. Si tornerà a queste discussioni maggio. Il Consiglio ha inoltre adottato la proposta della Commissione di raccomandazione del Consiglio per la Francia, la fissazione di un nuovo termine per la Francia per correggere il disavanzo eccessivo e portarlo al di sotto del 3% entro il 2017. Ciò richiederà un miglioramento del saldo di bilancio strutturale pari allo 0,5% del Pil nel 2015, dello 0,8% del Pil nel 2016 e 0,9% del Pil nel 2017. La raccomandazione prevede tappe rigorose per il percorso di risanamento di bilancio che sarà valutato regolarmente dalla Commissione e dal Consiglio. Semestre europeo: relazioni per paese Il Country Reports analizzare la situazione economica, le sfide e l´attuazione delle politiche chiave di ogni Stato membro (tranne che per la Grecia, per i quali sarà effettuato un report in un secondo momento). 16 Stati membri sono stati identificati in novembre come meritevole di ulteriori analisi sui possibili squilibri macroeconomici. Le relazioni comprendono le recensioni approfondite su Belgio, Bulgaria, Croazia, Finlandia, Francia, Germania, Ungheria, Irlanda, Italia, Paesi Bassi, Portogallo, Romania, Slovenia, Spagna, Svezia e Regno Unito. Il pacchetto comprende anche una relazione sulla situazione economica nella zona euro nel suo insieme. Le relazioni sono una novità nel processo del semestre europeo . In passato, hanno preso la forma di documenti di lavoro presentati dalla Commissione a maggio o giugno per accompagnare i suoi progetti di raccomandazioni per paese. Avanzando la pubblicazione di tre mesi è destinato a concedere più tempo per la discussione con gli Stati membri e le altre parti interessate a tutti i livelli in vista della presentazione dei programmi nazionali e la messa a punto di raccomandazioni per paese. Vice-presidente Valdis Dombrovskis , responsabile del dialogo euro e sociale, ha dichiarato: "L´analisi della Commissione dimostra che, grazie alle riforme forti sforzi, molti Stati membri stanno correggendo gli squilibri del passato, e quindi aumentando il loro potenziale di crescita e creare posti di lavoro Altri Stati membri sono. In ritardo. Per invertire questa tendenza, le politiche fiscali responsabili devono essere perseguiti e le riforme strutturali intensificato, se necessario. " Gli Stati membri adottano proposta di raccomandazione del Consiglio per la Francia Il testo della raccomandazione del Consiglio alla Francia il suo deficit di bilancio è pienamente in linea con il testo proposto dalla Commissione il 27 febbraio la Francia ha ora a seguire la raccomandazione al fine di raggiungere gli obiettivi fissati per il 2015, 2016 e 2017. La prima occasione per esaminare i progressi compiuti sarà in primavera, basato sul programma di stabilità della Francia prevista per metà aprile. La Commissione valuterà la strategia di bilancio della Francia per raggiungere gli obiettivi di bilancio fissati e le ulteriori misure discrezionali strutturali che rappresentano lo 0,2% del Pil, necessario per ottenere una sforzo di bilancio del 0,5% del Pil per il 2015. Commissario Pierre Moscovici , responsabile per gli affari economici e finanziari, fiscalità e dogane, ha dichiarato: "Il percorso di risanamento di bilancio previsto per la Francia nella raccomandazione del Consiglio è esigente e la Commissione sarà estremamente vigile nel controllo della sua applicazione. Non solo perché si tratta di una questione di credibilità del patto di stabilità e di crescita, ma anche perché la Francia deve riformare e consolidare le finanze pubbliche per se stessa. L´approccio della Commissione è quello di garantire la responsabilità fiscale, incoraggiando le riforme strutturali e gli investimenti produttivi, nell´interesse di fornire posti di lavoro e una crescita sostenibile. " La Commissione intende inoltre valutare nuovamente in primavera se la Francia ha compiuto progressi tangibili sulle riforme strutturali. Questo sarà confrontato il livello di ambizione del programma di riforma nazionale francese, anche prevista per la metà di aprile, e altri impegni presentata da tale data. I prossimi passi del semestre europeo 2015 Questo mese, la Commissione europea organizzerà un altro giro di incontri bilaterali con gli Stati membri di fornire l´opportunità di discutere il Country Reports. A metà aprile, gli Stati membri sono tenuti a presentare i loro programmi nazionali di riforma (che definisce le priorità di riforma strutturale) e di stabilità o di convergenza (piani di bilancio a medio termine per l´area euro / non euro agli Stati membri, rispettivamente). Sulla base di queste fonti, la Commissione presenterà una nuova, insieme focalizzata di raccomandazioni per paese per il 2015-2016 a maggio, mira le sfide più importanti da affrontare. Il Consiglio europeo di fine giugno discuterà questo nuovo pacchetto. Il semestre europeo 2015 si concluderà nel mese di luglio con l´adozione formale delle specifiche per paese raccomandazioni del Consiglio.  
   
   
I MINISTRI DELLE FINANZE DELL´UE CONVENGONO REGOLAMENTO PER FONDO DI PLAN INVESTMENT COMMISSIONE  
 
Bruxelles, 11 marzo 2015 - Al Consiglio Ecofin di ieri, i ministri delle finanze dell´Ue hanno approvato il regolamento per istituire il Fondo europeo per la Strategic Investments (Efsi), che sarà al centro di 315.000.000.000 € della Commissione Piano degli Investimenti per l´Europa . La decisione apre un ostacolo importante sulla via della corrispondenza di ampie riserve di liquidità con i potenziali progetti di investimento. Il vicepresidente della Commissione Jyrki Katainen, responsabile per l´occupazione, la crescita, gli investimenti e la competitività, ha accolto con favore la notizia: "Mi congratulo con la Presidenza della Lettonia per la sterzata rapida e sapiente dei negoziati in seno al Consiglio raggiungono un accordo sul regolamento per un europeo. Fondo per Strategic Investments (Efsi) in meno di due mesi, gli Stati membri consegnare l´impegno che hanno assunto in occasione dei Consigli europei di ottobre e dicembre dello scorso anno. Questo dimostra anche che gli Stati membri sono seri su come ottenere i cittadini tornare al lavoro e l´europeo economia su un sentiero di crescita sostenibile. Con l´Italia annunciando un contributo di € 8000000000 per il piano di investimenti di oggi, quattro Stati membri hanno ora messo i loro soldi dove le loro bocche sono. Sono grato per tutto il duro lavoro che è andato in produzione di questo testo di alta qualità. Due aree si sono dimostrati particolarmente importante per gli Stati membri: garantire che i progetti Efsi sono di alta qualità e privo di influenza politica e che sono investimenti aggiuntivi (vanno al di là delle tipologie di progetti che già ricevono finanziamenti Ue). Sostengo pienamente gli Stati membri su questo: la consulenza per gli investimenti Hub europeo, che stiamo allestendo insieme al fondo, fornirà assistenza tecnica dove è necessaria per garantire i progetti sono di alta qualità. E sono completamente d´accordo che il piano per gli investimenti e la Efsi devono essere utilizzati per finanziare progetti che otterranno l´Europa a crescere. Abbiamo bisogno di fare un finanziamento a lungo termine per progetti che contribuiscono verso le nostre priorità comuni per l´Europa: l´energia, digitale, il trasporto e l´innovazione; nonché a sostenere la spina dorsale della nostra economia: le Pmi e le società a media capitalizzazione. Oggi segna un giorno importante per il progresso del piano di investimenti e segue le notizie da quattro Stati membri (Germania, Spagna, Francia e proprio oggi l´Italia) che sono già impegnati i soldi per il piano tramite le loro banche nazionali promozionali. Non vedo l´ora la posizione del Parlamento europeo e il rapido avvio dei negoziati tra i co-legislatori. Come convenuto dal Consiglio europeo, il Fondo dovrebbe essere operativo nel più breve tempo possibile al fine di garantire che i finanziamenti non comincia a scorrere a progetti di questa estate. "  
   
   
UE: COMMERCIO IN ACCORDO SERVIZI: ´IL MANDATO DIMOSTRA CHE I NOSTRI STANDARD ELEVATI NEI SERVIZI PUBBLICI SARANNO RISPETTATI´ - SPIEGA MALMSTRöM  
 
Bruxelles, 11 marzo 2015 - Ieri, il Consiglio dell´Ue ha pubblicato le direttive di negoziato per un commerciale plurilaterale in Accordo o Tisa. Commissario per il commercio Cecilia Malmström ha commentato: ´Sono contento che i governi dell´Ue hanno concordato con la mia proposta di rendere il mandato negoziale pubblico Tisa. Questo è un altro passo avanti nel nostro impegno per migliorare la trasparenza nei negoziati commerciali dell´Ue. I cittadini saranno in grado di vedere per se stessi che nei negoziati tisa, l´Unione europea protegge i servizi pubblici, si riserva il diritto di regolamentare a tutti i livelli di governo e assicura che possiamo mantenere i più alti standard. Questo accordo è importante per tutti noi, perché la Ue è il più grande esportatore mondiale di servizi con decine di milioni di posti di lavoro nel settore in tutta Europa. Il nostro obiettivo è di rendere più facile per le imprese dell´Ue di esportare servizi che contribuiranno alla crescita e all´occupazione qui nell´Unione europea ´. Nel caso specifico di tisa, la Commissione europea ha concluso che la pubblicazione del mandato non pregiudichi la posizione negoziale dell´Unione europea e non danneggiare i suoi interessi per quanto riguarda le nostre relazioni internazionali. Al contrario, il commissario Malmström ha chiesto la pubblicazione del mandato notare che la pubblicazione si inserisce nel quadro dell´Omc per la trasparenza e conferma la posizione dell´Ue di integrare Tisa nel sistema multilaterale dell´Omc.  
   
   
BALCANI OCCIDENTALI: I PROGRESSI VERSO L´INTEGRAZIONE EUROPEA  
 
Strasburgo, 11 marzo 2015 - I paesi dei Balcani occidentali vorrebbero aderire all´Ue. Ma i dati dimostrano devono ancora lottare per superare la crisi economica, sradicare la corruzione e garantire la libertà della stampa. I deputati discutono il 10 marzo le relazioni annuali sullo stato di avanzamento del Montenegro, l´ex Repubblica jugoslava di Macedonia e la Serbia per l´adesione all´Ue e l´integrazione del Kosovo. Guarda i nostri grafici per maggiori informazioni. Se i dati mostrano che l´alto tasso di disoccupazione, la corruzione e la mancanza di libertà dei media sono una preoccupazione comune nella regione, l´ex Repubblica iugoslava di Macedonia e il Montenegro ottengono buoni risultati in termini di ambiente favorevole alle imprese. Le tabelle includono i dati su sei candidati potenziali dei Balcani occidentali: Albania, Bosnia-erzegovina, ex Repubblica iugoslava di Macedonia, Kosovo, Montenegro e Serbia. L´unione europea ha avviato dei negoziati con due di loro, il Montenegro e la Serbia, mentre l´ex Repubblica iugoslava di Macedonia e l´Albania hanno ricevuto ufficialmente lo status di candidato. I dati sulla popolazione, il Pil, la disoccupazione, le esportazioni e le importazioni dall´Ue provengono da Eurostat; mentre la percezione della corruzione è un indice sviluppato da Transparency International. L´organizzazione Reporter senza frontiere ha fornito l´indice sulla libertà di stampa, e la Banca Mondiale ha stilato la classifica rispetto alla facilità di impresa.  
   
   
RE DI GIORDANIA: "PER UN FUTURO DI UNITÀ E RISPETTO, NON DIVISIONE E STEREOTIPI"  
 
Strasburgo, 11 marzo 2015 - Il Re Abdullah Ii di Giordania ha invitato i musulmani ad unirsi alla lotta contro il cosiddetto Stato islamico nel corso di un discorso al Parlamento europeo il 10 marzo. Il monarca ha detto che gli atti dei terroristi vanno contro i valori islamici fondamentali come la misericordia, la pace e la tolleranza. "I musulmani di tutto il mondo sono il più grande obiettivo dei terroristi" ha detto. "Non permetteremo loro di utilizzare la nostra fede". Il re di Giordania ha anche sottolineato che il dialogo e il rispetto sono un modo per creare una società inclusiva: "Attaccare ed escludere gli altri, insultare gli altri popoli, la loro fede e le convinzioni non è un modo di agire. Il futuro sta nell´unità e il rispetto, non nella divisione e negli stereotipi". Sul conflitto israelo-palestinese, il re Abdullah Ii ha insistito per utilizzare una soluzione politica richiamando l´attenzione sul destino dei rifugiati siriani di cui 1,4 milioni si trovano nel suo paese. "Il mio piccolo paese è diventato il terzo paese di accoglienza di rifugiati più grande al mondo e ringrazio tutti voi, che ci state aiutando a sostenere questa responsabilità globale".  
   
   
DALL´UE 5 MILIONI DI EURO A SOSTEGNO DEL POPOLO IRACHENO  
 
Bruxelles, 11 marzo 2015 - L´unione europea accoglie l´appello delle Nazioni Unite per risolvere al più presto l´emergenza umanitaria che sta vivendo l´Iraq e, come maggior contribuente, ha stanziato 5 milioni di euro per gli aiuti umanitari, i quali saranno seguiti da altre sovvenzioni nei prossimi mesi. Gli intensi conflitti che stanno colpendo il territorio iracheno fanno registrare un preoccupante aumento dei morti e degli sfollati. I fondi europei serviranno ad incrementare la protezione, l´assistenza sanitaria, l´approvvigionamento di risorse idriche adeguate e alla costruzioni di rifugi, per i 5 milioni di persone che necessita di assistenza umanitaria, oltre ai 242.000 rifugiati siriani in stato di vulnerabilità presenti sul territorio. Lo scorso agosto è stato attivato il meccanismo di protezione civile dell´Ue per facilitare e sostenere il rapido dispiegamento di assistenza per l´Iraq, ma è già dal 2007 che tramite la Commissione europea l´Europa ha intensificato il suo contributo per gli aiuti allo sviluppo. L´ue ha così progressivamente aumentato l´assistenza sia finanziaria che umanitaria nei confronti del popolo iracheno, senza distinzione politica, di etnia o religiosa. Qual è la differenza tra aiuti umanitari e aiuti allo sviluppo? Quando si parla di aiuti umanitari ci riferisce all´assistenza offerta ai paesi e alle popolazioni in stato di vulnerabilità in seguito ad un conflitto o un disastro naturale. Il supporto viene avviato per dare una risposta con attività che non si prolungano oltre un´anno, dopo il quale si procede o meno ad un rinnovo. L’aiuto umanitario si fonda sui principi fondamentali di: umanità, neutralità, imparzialità e indipendenza. Inoltre, anche se le modalità d’azione variano tra gli Stati membri, i donatori europei devono rispettare i principi e le buone prassi relative all’aiuto umanitario. L’assistenza deve svolgersi in modo coordinato con altre politiche al fine di adattarsi a ciascuna situazione e contribuire agli obiettivi di sviluppo a lungo termine. Quando invece ci si riferisce agli aiuti allo sviluppo si intende quell´assistenza, prevalentemente a lungo termine, che va a risolvere quelle che sono le crisi sociali ed umane su scala mondiale, come l´eliminazione della povertà, la sostenibilità ambientale o la tutela universale dei diritti umani. In quest´ottica gli obiettivi di sviluppo del millennio si pongono al centro delle iniziative dell’Europa sulla cooperazione e lo sviluppo costituendone l’asse principale. L’ue combina strategie diverse per fornire aiuti ai paesi bisognosi. L’aiuto è fornito soprattutto attraverso progetti, sovvenzioni e contratti, ma anche tramite il sostegno a un settore specifico e al bilancio. Gli aiuti umanitari ed il sostegno allo sviluppo sono coordinati principalmente dal Servizio europeo per l´azione esterna (Seae) e da diversi servizi della Commissione. Nello specifico è l´ufficio per gli Aiuti umanitari e la protezione civile (Echo) il responsabile dell´assistenza umanitaria, mentre per la programmazione e l´attuazione della maggior parte degli strumenti Ue per lo sviluppo e la cooperazione è responsabile la direzione generale della Commissione per lo Sviluppo e la cooperazione (Europeaid).  
   
   
PIANO DI INVESTIMENTI PER L’EUROPA: L’ITALIA CONTRIBUISCE CON 8 MILIARDI DI EURO  
 
Bruxelles, 11 marzo 2015 - Ieri l’Italia ha annunciato che contribuirà nella misura di 8 miliardi di euro a progetti che beneficiano di finanziamenti da parte del Fondo europeo per gli investimenti strategici (Feis), l’elemento chiave del piano di investimenti da 315 miliardi di euro per l’Europa. I contributi saranno versati tramite la Banca nazionale di promozione italiana, ovvero la Cassa depositi e prestiti (Cdp), una società per azioni a controllo pubblico che gestisce una parte consistente del risparmio nazionale. L’italia è così il quarto paese che contribuisce al piano, ancor prima che il Fondo europeo per gli investimenti strategici sia stato formalmente istituito. Jyrki Katainen, vicepresidente della Commissione europea responsabile per l’occupazione, la crescita, gli investimenti e la competitività, ha dichiarato: "Il calcio d’inizio è stato dato! L’italia è il quarto Stato membro che stanzia un contributo importante per il nostro piano di investimenti per l’Europa. Sono lieto di constatare che gli Stati membri stanziano il proprio denaro a sostegno di quello in cui credono, aiutandoci a ricavare il massimo dal nostro piano e a creare posti di lavoro e crescita stabile in Europa.» L’annuncio è stato dato lo stesso giorno in cui i ministri delle finanze dell’Unione europea approvavano la proposta della Commissione per un regolamento relativo al Fondo europeo per gli investimenti strategici (Feis). La Commissione è pronta a fornire tutto il supporto tecnico necessario per fare sì che la proposta venga rapidamente adottata dai colegislatori.  
   
   
PROGRAMMA COMUNITARIO ALPINE SPACE AL VIA: PRIMO BANDO SCADENZA 15 APRILE. INIZIA LA PROGRAMMAZIONE INTERREG EUROPEA 2014-2020  
 
Venezia, 11 marzo 2015 - Si è concluso a Vicenza il percorso di presentazione del programma comunitario Alpine Space che con il primo bando scandente il prossimo 15 aprile inaugura nei fatti nel nostro territorio la programmazione Interreg comunitaria 2014 – 2020. Al termine del meeting vicentino ospitato nella sala Congressi di Confartigianato Vicenza l’assessore regionale ai fondi comunitari Roberto Ciambetti, dopo aver ringraziato il presidente degli artigiani berici, Agostino Bonomo, ha voluto tirare le somme di questa prima fase: “Che uno dei primi bandi della programmazione europea venga lanciato da Vicenza è già un segnale importante – ha detto Ciambetti – L’intero programma ha una dotazione di circa 140 milioni: come tutti i programmi che hanno dato esito positivo anche Alpine Space ha visto aumentata la sua dotazione di fondi. Nella programmazione 2007-2013 Alpine Space ha approvato complessivamente 57 progetti, allocando il 100% del budget disponibile, pari a circa 130 milioni di euro e il Veneto ha partecipato complessivamente a 30 di questi progetti. La nuova programmazione dei fondi comunitari per il 2014-2020 vede un forte orientamento al conseguimento degli obiettivi della strategia “Europa 2020”, ed impone uno sforzo di convergenza verso pochi e specifici Obiettivi tematici, in questo caso: Innovazione, Politiche a sostegno delle basse emissioni di carbonio comprese le opzioni per la mobilità, la valorizzazione sostenibile del patrimonio artistico e naturale dell’area alpina, nonché lo sviluppo di infrastrutture ‘verdi e la difesa della biodiversità. Altro dato di estrema rilevanza – ha continuato Ciambetti – è l’apertura alla partecipazione, oltre agli enti pubblici o assimilabili al pubblico, anche di privati, sia imprese come organizzazioni no-profit. L’elevata partecipazione ai seminari di lancio, oltre un migliaio di persone, ha dimostrato anche a Vicenza, con la sala Congressi di Confartigianato esaurita, spero possa anticipare una elevata partecipazione della nostra realtà veneta, che ha tutte le carte in regola per giocare la sua partita”.  
   
   
CROAZIA-MOLISE, TORNA IN REGIONE L´AMBASCIATORE GRUBISA. FRATTURA: INSIEME PROTAGONISTI DELL´ADRATICO GRAZIE ALL´EUROREGIONE  
 
Campobasso, 11 marzo 2015 - Croazia-molise, sempre più fitti e concreti i contatti. Ospite per la seconda volta della Regione, l´ambasciatore Damir Grubisa. A distanza di un anno e mezzo, nuovo incontro stamani a Palazzo Vitale tra il presidente Frattura e l´alto diplomatico, accompagnato dal viceambasciatore, Ilija zelalic, e dal console generale, Sonja Lovrek Velkov. Al colloquio hanno preso parte l´assessore alle attività produttive, Massimiliano Scarabeo, con il dirigente Gaspare Tocci, i sindaci di Acquaviva Collecroce, Montemitro e San Felice del Molise - i tre comuni molisani che nel dicembre 2013 hanno celebrato le origini croate con la visita del presidente della Repubblica, Ivo Josipovic -, il membro del Consiglio croato all´estero, Antonella D´antuono, il capo di gabinetto del governatore Frattura, Mariolga Mogavero, e il segretario dell´Euroregione Adriatico-ionica, Francesco Cocco. Un sentito riconoscimento è stato avanzato dall´ambasciatore Grubisa per quanto la Regione ha messo in pratica con l´obiettivo di tutelare, riconoscendone appieno l´importanza e il valore, l´antica lingua croata ancora in uso nei comuni molisani. Assicurate, in tal senso, nuove e proficue iniziative da parte del presidente Frattura. L´antica comunanza storica e linguistica, dunque, come ponte per prossime collaborazioni, di natura imprenditoriale e culturale, tra le due realtà legate dall´Adriatico. Al centro di ogni ragionamento, stamani, la consapevolezza condivisa della comune appartenenza all´Euroregione e della grande opportunità che l´istituzione significa per tutte le realtà che ricomprende. La Repubblica croata oggi presiede la Commissione infrastrutture e trasporti, convocata negli ultimi mesi due volte proprio con l´intento di elaborare un contributivo fattivo all´Eusair, la strategia macroregionale. "Un quadro così allargato - ha dichiarato il presidente Frattura -, lo straordinario strumento di progettazione e condivisione che è l´Euroregione, di cui noi siamo attori protagonisti, ci offre la possibilità reale di mettere in atto strategie comuni per ampliare le prospettive e le opportunità per le nostre imprese, in diversi settori, a cominciare dal turismo, con politiche di interscambio utili al Molise come alla Croazia". Numerosi e già ben circostanziati, dunque, i progetti da sviluppare all´interno della nuova programmazione territoriale europea, di questi Grubisa, Frattura e Scarabeo hanno discusso durante l´incontro a Palazzo Vitale.  
   
   
DALLA GIUNTA VIA LIBERA ALLA CABINA DI REGIA PER LA PROGRAMMAZIONE UNITARIA DEI FONDI. PIGLIARU: UNA SVOLTA, RISPOSTE PIÙ INCISIVE PER LA SARDEGNA  
 
Cagliari, 11 Marzo 2015 - Una cabina di regia per integrare i fondi europei, nazionali e regionali potenziando la loro efficacia già in fase di programmazione e rendendo così il loro utilizzo più incisivo per il territorio. La Giunta regionale ha dato oggi il via libera alla programmazione unitaria approvando un nuovo modello di governance che individua due strutture, una Cabina di regia e una Unità di progetto di coordinamento tecnico, per affrontare e risolvere da subito i problemi connessi alla fase di attuazione dei Programmi (Po Fesr, Po Fse, Po Feasr, Po Feamp, Pac, Pon, Apq), garantendo il rispetto degli impegni assunti, la realizzazione delle integrazioni tra Fondi e il conseguimento degli obiettivi. Coordinamento E Progetti - "Il principio di concentrazione, alla base della nuova programmazione comunitaria 2014-2020, e la necessità di finalizzare adeguatamente l’uso di risorse e competenze su obiettivi e risultati quantificabili, impone di chiarire le scelte di policy aggregate su tematiche strategiche - spiega il Presidente della Regione Francesco Pigliaru - Questo consente da un lato di assicurare unitarietà programmatica, finanziaria e di governance agli interventi da realizzare sul territorio regionale, definendo un quadro ampio ma coordinato di politiche, dall´altro di articolare quelle politiche in obiettivi specifici, progetti e attività declinati sul territorio. Dunque concentrazione e integrazione delle risorse, maggiore orientamento ai risultati, attenzione ai territori e semplificazione, con l´obiettivo finale ma prioritario di non perdere mai più i finanziamenti europei, fondamentali ancora di più in un momento di crisi come questo". La Cabina Di Regia - Sarà coordinata dal presidente della Regione o da un suo delegato. Ne faranno parte i tre assessori responsabili delle strutture in cui sono collocate le Autorità che sovraintendono alla gestione dei programmi cofinanziati. "La programmazione unitaria è il principio cardine della manovra finanziaria per il 2015 - sottolinea l´assessore della Programmazione Raffaele Paci - integrare i fondi, spendere prima, subito e bene quelli europei, poi i nazionali e i regionali. Non ci possiamo più permettere di restituire a Bruxelles decine di milioni di euro come troppe volte è accaduto in passato". L´assessore del Lavoro Virginia Mura sottolinea "l´importanza di riuscire a integrare le politiche del fondo sociale europeo Fse con tutte le altre per renderle più efficaci sul territorio". La titolare dell´Agricoltura Elisabetta Falchi dice che : "per centrare obiettivi strategici e sempre più ambiziosi per la crescita della nostra regione è indispensabile, come si propone la cabina di regia sui fondi, integrare le politiche di sviluppo rurale Feasr con il resto dell´economia", dice. Parteciperanno in base a specifiche esigenze anche gli altri assessori coinvolti a vario titolo nell´attuazione della Programmazione Unitaria. "La Regione con la cabina di regia sui fondi vuole centrare le tre priorità indicate dalla Commissione Europea - sottolinea il vicepresidente della Regione - Crescita intelligente, attraverso lo sviluppo delle conoscenze e dell´innovazione; crescita sostenibile, basata su un´economia più verde, più efficiente nella gestione delle risorse e più competitiva; crescita inclusiva, volta a promuovere l´occupazione, la coesione sociale e territoriale". Unità Di Progetto Di Coordinamento Tecnico - La cabina di regia sarà coadiuvata da una Unità di progetto di coordinamento tecnico, coordinata dal Direttore pro tempore del Centro Regionale di Programmazione. Ne faranno parte le Autorità di Gestione dei fondi, le Autorità di Certificazione e il responsabile del Piano di Rafforzamento amministrativo, ma anche in base a specifiche esigenze i direttori generali degli Assessorati coinvolti a vario titolo nell´attuazione della Programmazione Unitaria. Avrà il compito di attuare gli indirizzi della Giunta, predisporre gli atti, elaborare documenti e proposte per la definizione di intese con gli Enti e le Amministrazioni territoriali necessari per il conseguimento degli obiettivi della Programmazione unitaria, coordinare le attività di comunicazione dei diversi Programmi per evitare sovrapposizioni.  
   
   
FONDI EUROPEI. VENDOLA: "NON È VERO CHE PERDIAMO RISORSE"  
 
Bari, 11 marzo 2015 - Fondi europei. Di seguito una dichiarazione del Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola: “Non è assolutamente vero che stiamo perdendo 523 milioni di euro di fondi europei. La momentanea sospensione dei pagamenti, di cui oggi parlano alcuni lanci di agenzia, rientra nell’ambito delle procedure ordinarie dei controlli che la Commissione europea fa con le Regioni. Mettere in atto la procedura di sospensione dei pagamenti è prassi consolidata nel caso in cui ci sia necessità di ulteriori approfondimenti. E’ quanto è successo alla Puglia, ma anche ad altre numerose regioni italiane ed europee, nonché ad amministrazioni centrali. Nel nostro caso è in corso un approfondimento su un numero molto limitato di progetti, inferiori alle dieci unità (su un totale di oltre 7mila progetti presentati), al termine del quale si arriverà ad una ripresa dei pagamenti così come previsto dalle procedure e normalmente sempre accaduto. Tra l’altro, ritengo sia del tutto fuori luogo e inopportuna la polemica politica che 5stelle sta tentando di imbastire, sin dalla giornata di ieri, in un momento così delicato della vita delle amministrazioni pubbliche, che sono pienamente occupate non solo nel confronto con la Commissione europea ma anche nel consentire il pieno utilizzo delle risorse. A questo proposito vorrei infine sottolineare, e ricordare a tutti, che la Regione Puglia ha sempre raggiunto e superato tutti i target di spesa. Non così si può dire invece di altre regioni italiane”.  
   
   
FINANZA PUBBLICA, IL GOVERNO MANTIENE I PATTI E LA GIUNTA RITIRA I RICORSI. PIGLIARU: CON L´ACCORDO DI LUGLIO VANTAGGI VERI PER I SARDI. LA VERTENZA ENTRATE RESTA APERTA  
 
Cagliari, 11 Marzo 2015 - In meno di 12 mesi la Giunta Pigliaru ha ottenuto risultati fondamentali in tema di finanza pubblica: la Sardegna è fuori dal patto di stabilità, prima in Italia, col grande vantaggio di poter spendere tutto ciò che incassa, potrà così pagare tutti i debiti accumulati negli anni precedenti (residui passivi) e ha ottenuto - unica regione - di poter utilizzare le riserve erariali per abbattere il proprio debito pubblico e non quello nazionale. Vantaggi documentati, concreti e tangibili per tutti i sardi: perciò l´esecutivo Pigliaru, come previsto dall´accordo firmato a luglio con il governo centrale e come già hanno fatto le altre Regioni a statuto speciale (Alto Adige, Trentino, Friuli), nella Giunta di questa mattina ha ritirato i ricorsi ancora pendenti con il Governo di fronte alla Corte Costituzionale. L´accordo, e dunque il ritiro dei ricorsi, non riguarda invece in alcun modo il versante della Vertenza Entrate, dove sono già stati ottenuti importanti risultati (pieno riconoscimento del diritto della Sardegna alla compartecipazione in base all´articolo 8 dello Statuto e anticipazione di 300 milioni degli arretrati) ma che al momento resta ancora aperto. "Il Governo sinora ha mantenuto gli impegni presi con noi a luglio e noi oggi manteniamo i nostri, chiudendo il contenzioso che riguarda le materie oggetto di quell’accordo", dice il presidente Francesco Pigliaru. "Tutto il nostro impegno, ora, va sulla Vertenza Entrate. Sono due i fronti su cui stiamo lavorando: un costante confronto con lo Stato per la definizione delle norme di attuazione che portino al pieno riconoscimento e alla quantificazione delle nostre entrate e la predisposizione di un disegno di legge sull´Agenzia regionale delle Entrate. La Vertenza Entrate è una partita aperta – conclude Pigliaru – ma gli importanti risultati che abbiamo ottenuto sino a questo momento ci fanno essere ottimisti". Stop Al Patto, Ossigeno Per La Sardegna – Grazie all´accordo firmato il 21 luglio a Roma sul pareggio di bilancio, tutto quello che entra nelle casse della Sardegna potrà essere speso, senza più sottostare agli assurdi vincoli del patto di stabilità. Significa, solo per il 2015, poter effettuare pagamenti per circa 700 milioni in più rispetto al 2014. Non solo: tutti gli arretrati dovuti dal Governo possono essere utilizzati senza alcun limite di spesa per pagare i residui passivi fin qui accumulati, ovvero le promesse di pagamento con Enti Locali, Imprese, Associazioni finora mai saldate proprio a causa dei vincoli del Patto. Solo in questi primi mesi quasi un miliardo di euro: i 300 milioni della Vertenza Entrate, altri 350 dovuti ed erogati da Roma e 320 ricevuti da Bruxelles. "Da quest´anno non accadrà più che la Regione farà promesse di pagamento che non potrà mantenere: spendendo tutto quello che incassiamo riusciremo a chiudere i debiti pregressi e soprattutto a non aprirne nuovi. È un risultato straordinario perché non stiamo più parlando di promesse di pagamento, non più cifre stanziate e non spendibili ma solo certezze – sottolinea l´assessore della Programmazione e del Bilancio Raffaele Paci – I primi giorni di febbraio abbiamo pagato un terzo dei debiti con Enti Locali, Università, Cultura, Agricoltura, Sanità e Sociale, per fare solo alcuni esempi. Vogliamo chiudere la partita dei debiti entro quest´anno, in modo da ripartire nel 2016 con la consapevolezza di non dover più pensare al passato ma di poterci concentrare solo sulle cose da realizzare nel presente e per il futuro della Sardegna". Riserve Erariali, In Sardegna I Soldi Dei Sardi - Le tasse aggiuntive pagate dai sardi per abbattere il debito pubblico rimarranno in Sardegna e saranno usate solo ed esclusivamente per ridurre il debito pubblico dei sardi: si tratta di 200 milioni all´anno per 4 anni. Con il comma 5 dell´articolo 38 del ddl Stabilità, il Governo lo scorso dicembre ha riconosciuto alla Sardegna il diritto a trattenere nell´Isola il ricavato delle cosiddette tasse di scopo. Si tratta di un risultato importante, auspicato anche dall´ordine del giorno unitario approvato all´unanimità dal Consiglio regionale lo scorso 2 ottobre. "Dunque i soldi dei sardi rimangono ai sardi e allo stesso tempo viene ribadita la sovranità della Sardegna in materia di entrate così come stabilito dallo Statuto: soluzione semplice ma molto forte nei suoi significati politici e simbolici", sottolinea il vicepresidente della Regione. C´è poi un altro vantaggio. "Tutto questo significa che il nostro debito pubblico si riduce notevolmente, pagheremo molto meno la rata del mutuo (risparmieremo circa 40 milioni solo nel 2015), dunque sarà più sostenibile la contrazione del nuovo mutuo per il Piano Infrastrutture che rimetterà in moto l´economia dell´Isola e l´aiuterà a superare lo storico gap che tanto la penalizza. Si sostituisce il vecchio debito con alti tassi di interesse con nuovi mutui a tassi bassissimi – spiega l´esponente della Giunta Pigliaru – Complessivamente perciò diminuiscono rate e indebitamento". Vertenza Entrate, Fronte Aperto – Nell´incontro del 19 dicembre scorso al Ministero dell´Economia e delle Finanze la Sardegna ha ottenuto il pieno diritto al riconoscimento delle somme mai pagate fra il 2010 e il 2014 all´interno della Vertenza Entrate per la partita che comprende gli arretrati Ires, Riserve finanziarie e Giochi. Il 16 gennaio, in attesa di quantificare esattamente il dovuto, il Governo ha staccato un assegno da 300 milioni come anticipo sugli arretrati. Tutti soldi fuori patto, importanti "per mitigare gli effetti della crisi e per mettere ordine nel disordine ereditato", sottolinea il presidente Pigliaru. La quantificazione esatta di quella cifra sarà fatta nei prossimi mesi all´interno dei lavori della Commissione paritetica per la definizione delle Norme di attuazione dell´articolo 8 dello Statuto. "Adesso continueremo a usare tutti gli strumenti necessari per chiudere positivamente questa vertenza", assicura l´assessore Paci. Allo stesso tempo, la Giunta sta lavorando a un disegno di legge sull´Agenzia Sarda delle Entrate che abbia compiti di accertamento e riscossione delle proprie entrate, a garanzia dell´autonomia della Sardegna e del controllo su entrate proprie e compartecipazioni erariali.  
   
   
EMILIA ROMAGNA: PROGETTO DI LEGGE SULLA RIDUZIONE DEI COSTI DELL´ASSEMBLEA, IL PRESIDENTE BONACCINI INTERVIENE IN AULA: "FACCIAMO LA COSA GIUSTA"  
 
Bologna, 11 marzo 2015 - Non una rincorsa all’antipolitica, ma una scelta giusta, che completa un percorso già avviato nella passata legislatura. Questo il pensiero del presidente della Regione Stefano Bonaccini, intervenuto stamani in aula dopo il dibattito generale sul progetto di legge di riduzione dei costi dell’Assemblea legislativa. “Come Regione, siamo stati i primi in Italia ad abolire i vitalizi – ha sottolineato il presidente – . Già nella passata legislatura, avevamo ridotto di parecchio le indennità dei consiglieri. Ma ho pensato, abbiamo pensato, che fosse giusto fare di più. E ci arriviamo in tempi davvero brevi dall’inizio del mandato”. Bonaccini ha ringraziato la maggioranza e le opposizioni, “perché c’è un obiettivo condiviso, una scelta di dignità, necessaria per ricucire il divario con l’opinione pubblica che si è creato in questi anni”. Il presidente ha ricordato i risparmi (per un totale di 7-8 milioni), frutto di un intervento della giunta a inizio legislatura sulle strutture speciali, la presidenza e gli assessorati; a questa cifra si aggiungono altri 7 milioni, proposti in approvazione all’Assemblea. Il tutto per un totale di 15 milioni, “e non ci fermeremo” assicura Bonaccini. Risorse che potrebbero essere destinate a microcredito, welfare, lavoro, ma anche legalità: “E’ un bel segnale – ha ribadito Bonaccini – , anche per riannodare e riavvicinare quest’istituzione ai cittadini”.  
   
   
AOSTA: EDUCAZIONE ALLA LEGALITÀ  
 
 Aosta, 11 marzo 2015 - Lunedì 9 marzo, l´Assessore regionale alla sanità, salute e politiche sociali e la Questura di Aosta hanno firmato un protocollo d´intesa finalizzato a promuovere una maggior consapevolezza rispetto alle molteplici forme in cui si può manifestare l´illegalità, esplorare gli stereotipi di genere avviando un processo di riflessione critica rispetto al proprio vissuto, mettere a punto strategie concrete di contrasto alle forma di illegalità nei confronti della persona, avvicinare i cittadini alle istituzioni, sensibilizzare la realtà del territorio sulle tematiche, affrontare e richiamare la centralità dell´aspetto culturale e di un dibattito sulle relazioni tra generi, la formazione permanente e gli stili della società che tendono a svuotare di significato valori importanti quali il rispetto per la persona e per la vita, favorire la partecipazione attiva intesa come attitudine a prendersi cura della cosa pubblica e attivare processi di educazione alla cittadinanza attiva. Maurizio Celia, Questore di Aosta - La prima finalità è quella di fidelizzare maggiormente la terza fascia di età a un uso responsabile del web. Quindi poter accedere a questo strumento in maniera più allegra, più divertente e sicura. Poi, confrontandoci con l´Assessorato, si è scoperto che ci possono essere anche altre aree di intervento: l´area dei minori e l´area delle donne. Sull´area dei minori noi lavoriamo molto all´interno delle scuole. Cercheremo di trovare qualche strumento per poterli avvicinare anche sul territorio. Per l´Assessorato regionale della sanità, salute e politiche sociali, si tratta di un´occasione importante per rendere organica una serie di collaborazioni che già erano state attuate con la Questura. Antonio Fosson, Assessore regionale alla sanità, salute e politiche sociali. In questo periodo in cui i problemi di violenza, di illegalità sono molteplici, vogliamo intraprendere una strada nuova che responsabilizza anche le istituzioni, obbligandole a lavorare insieme. Ma soprattutto vogliamo sensibilizzare i cittadini a percorrere delle strade nuove che li vedano responsabili di nuove attività contro l´illegalità. Il protocollo d´intesa prevede la costituzione di un gruppo di lavoro, composto da un rappresentante della Regione e uno della Questura. Dovrà operare in maniera assai concreta nel progettare e monitorare interventi volti allo sviluppo della personalità, attivare iniziative sperimentali per l´assunzione di corretti stili di vita e produrre documentazione tematica. Il protocollo d´intesa dura un anno e sarà tacitamente rinnovabile, salvo disdetta da una delle parti.  
   
   
DIPENDENTI PROVINCE E CITTÀ METROPOLITANE: UNA NOTA ANCI E UPI AL MINISTERO PA SUI NODI PIÙ URGENTI "EMANARE QUANTO PRIMA IL DECRETO DEL MINISTERO CON I CRITERI PER LA RICOLLOCAZIONE DEL PERSONALE"  
 
Firenze, 11 marzo 2015 - Una nota per sottolineare al Ministero per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione tutte le questioni urgenti su personale di Province e Città Metropolitane da definire in via interpretativa e in vista della definizione del decreto destinato a disciplinare i criteri per le procedure di mobilità del personale. E´ il documento che trovate in allegato, redatto da Anci e Upi ed inviato al Ministero, per evidenziare i passaggi di un percorso che "appare delicato e complesso, in ragione del ritardo accumulato nell´attuazione, a livello regionale, del riordino delle funzioni imposto dalla Legge 56/14" e "dall´impatto sugli equilibri finanziari dei nuovi enti" a causa delle disposizioni previste dalla Legge di stabilità 2015. Leggi la nota sul sito Upi: http://www.Upinet.it/docs/contenuti/2015/03/nota%20ministero%20pa%20ricollocazione%20personale%20province.pdf    
   
   
FINANZA LOCALE, ASSESSORE TOSCANA: "DECISI A RIORGANIZZARSI, MA CHE SI POSSA INVESTIRE"  
 
Firenze 11 marzo 2015 - Qual è lo stato di salute degli enti locali? Finanziariamente non se la passano bene: anche in Toscana, dove pure la situazione è forse migliore che altrove. Da un lato il patto di stabilità e le nuove regole contabili, dall´altro i tagli e la caduta degli investimenti. La conferma arriva dai numeri della Corte dei Conti e dell´Irpet, messi in fila nel corso di un seminario che si è svolto stamani a Palazzo Strozzi Sacrati a Firenze. Al centro dei lavori la relazione annuale sulla finanza locale della Corte. Presente anche l´Anci, l´associazione dei comuni. "Ma se la sfida è quella di risparmiare per lasciare i servizi e provare a reinvestire, almeno in parte dei risparmi, sulla crescita e lo sviluppo – si sofferma l´assessore alla presidenza della Toscana, Vittorio Bugli -, allora è una sfida da giocare e noi ci stiamo". "Ci stiamo – dice l´assessore – a fare la nostra parte come l´abbiamo fatta in questi anni. Nel 2012, 2013 e 2014 enti locali e Regioni hanno contribuito al ´risanamento´ dei conti dello Stato con 110 miliardi: 75 solo Regioni e sanità". A questo si è sommata l´ultima legge di stabilità che è stata ancor più pesante, ma per la prima volta dopo anni ha chiesto sacrifici non solo per il risanamento ma anche per la crescita. "Continuare a tagliare, a risparmiare, significherebbe tagliare anche i servizi. Occorre avere coraggio di ripensarsi, di riorganizzarsi, perchè la crisi non ci può vedere fermi mentre le imprese si ristrutturano. Dobbiamo fornire gli stessi servizi con costi inferiori". E dalla crisi si esce anche se si investe. "Ci vogliono investimenti e il quadro attuale delle norme, il patto di stabilità, il pareggio di bilancio applicato oltre gli obblighi europei - dice ancora Bugli -, possono impedire miliardi di investimenti che potrebbero venire da enti locali e Regioni rischiando di rendere vano lo sforzo del piano Junker". Il punto politico del seminario è riassunto in queste battute. Il resto della mattina è affidata ai numeri. Un quinto dei bilanci degli enti locali toscani presentava nel 2012 più irregolarità gravi, ricorda Paolo Peluffo, magistrato già sottosegretario alla presidenza del governo Monti che ha spiegato stamani il rapporto per la la sezione toscana. In 103 enti, poco più di un terzo, hanno avuto segnalazioni. Sono irregolarità diverse, che vanno dai disavanzi (formali o sostanziali) a difficoltà a incassare imposte, multe e trasferimenti, fino agli indebitamenti che tra interessi e capitale da rendere superano il 20 per cento dei bilanci e che, in questa misura, sono giudicati dalla Corte tali da rischiare di ingessare un bilancio. Il rapporto racconta anche che la spesa corrente si è stabilizzata. Ma sono calati purtroppo anche gli investimenti. L´avanzo di amministrazione è cresciuto, attorno al mezzo miliardo. I residui ´vetusti´, ovvero riportati di bilancio in bilancio da oltre cinque anni, sono invece diminuiti, il che è positivo, ma ammontano ancora ad otre 700 milioni ed occorrerà vedere, dice sempre Peluffo, quanti saranno davvero esigibili e in quanto tempo. Chiosa che riporta alla domanda iniziale, quella sullo stato di salute degli enti locali. A cui la Corte dei conti risponde con una mappa dove ad oggi un ente su dieci in Toscana non è in dissesto ma comunque a rischio finanziario.  
   
   
LA REGIONE TOSCANA PENSIONA 261 DIPENDENTI. RISPARMIO ATTESO: 14 MILIONI L´ANNO  
 
Firenze 11 marzo 2015 - A dicembre la giunta regionale aveva dato il via libera alla riorganizzazione degli uffici regionali. Il dimagrimento annunciato ha ora i numeri definitivi. Sono 261 gli esuberi dichiarati, che esuberi poi non sono. "Nel senso – precisa l´assessore al bilancio e al personale, Vittorio Bugli – che nessuno sarà licenziato, nessuno finirà in mobilità o perderà il posto di lavoro". Andranno tutti in pensione, tra il 2015 e il 2016, applicando laddove necessario e come previsto dalla legge nazionale le regole precedenti alla riforma Fornero del 2011. "Sono 261 posti di lavoro in meno (tra giunta, Artea e Consiglio regionale) che non saranno rioccupati – aggiunge l´assessore - e che si tradurrà, a regime, in un risparmio atteso di almeno 14 milioni l´anno". Compresa la rimodulazione dei fondi per la produttività che dovrà essere discussa al tavolo sindacale. Un dipendente in meno su 10 nel comparto, 1 su 4 tra i dirigenti - Con questa operazione la Regione razionalizza e asciuga la propria struttura, dopo aver già tagliato i costi della politica per la prossima legislatura: via i vitalizi, quaranta consiglieri regionali al posto di cinquantacinque, otto assessori al posto di dieci. E poi ancora un solo direttore generale anziché otto. Ci sarà un dipendente in meno su dieci nel comparto e un dirigente in meno su quattro. Un dimagrimento che va di pari passo alla riorganizzazione della macchina nel suo complesso, con 88 settori e strutture (e dunque dirigenti) al posto di 118 - compresa Artea, l´ente pagatore della Regione - e 12 strutture al posto di 17 per il Consiglio regionale. Nel dettaglio saranno 199 i dipendenti e 31 i dirigenti degli uffici della giunta regionale che saranno ´esuberati´ e andranno dunque in pensione tra il 2015 e il 2016, 2 (di cui un dirigente) ad Artea, 29 dipendenti del comparto e 4 dirigenti per il consiglio regionale. Analogo provvedimento interesserà successivamente anche le Asl. "Non diminuiranno comunque i servizi – sottolinea l´assessore al personale – La sfida è infatti quello di rendere la macchina più fluida e offrire risposte migliori e più veloci a cittadini ed aziende, utilizzando magari di più le nuove tecnologie". Nuove piante organiche - Parallelamente la Regione riallineato le piante organiche di tutti i settori, ovvero le tabelle che indicano i dipendenti necessari (ma non per forza tutti assunti), rispetto alla fotografia del personale realmente in servizio. Sono stati così ´cancellati´ 210 posti (tra cui 53 dirigenti). Il Consiglio regionale aveva fatto lo stesso tagliando 23 posizioni (di cui 3 dirigenti). Si tratta comunque di caselle vuote, in qualche caso non occupate da diversi anni. Caselle che, assieme ai 261 ´esuberi´ con pensionamento che si aggiungono adesso, per due anni almeno non potranno essere rioccupate: di certo non con assunzioni a tempo indeterminato.  
   
   
OK DELLA GIUNTA SARDA ALLA NUOVA PROGRAMMAZIONE TERRITORIALE. UN MODERNO MODELLO DI SVILUPPO PER USCIRE DALLA CRISI E CREARE OCCUPAZIONE  
 
Cagliari, 11 Marzo 2015 - Individuazione delle aree di intervento, promozione dello sviluppo attraverso progetti finanziati dai fondi europei che garantiscano lavoro, istruzione, mobilità e connettività, certezza di tempi e risorse e monitoraggio dei risultati. Sono le linee guida della nuova programmazione territoriale, approvate dalla Giunta regionale su proposta dell´assessore della Programmazione e del Bilancio Raffaele Paci: per realizzarla, le risorse della Programmazione 2014-2020 saranno integrate con quelle della Regione rendendo più mirato l´utilizzo e rispettando le specificità dei territori. Al centro della strategia sta la qualità della vita delle persone: più benessere e più lavoro. Per i progetti territoriali viene attivata una procedura di condivisione con le rappresentanze istituzionali di scala regionale degli enti locali e sarà attivato un tavolo di partenariato Territorio - Regione per definire strategia di sviluppo, obiettivi e risultati attesi. "La crisi finanziaria, economica, sociale, ma anche politica e di fiducia, insieme alla scarsa competitività produce in ambito regionale effetti amplificati impoverendo sempre più il tessuto produttivo e sociale - spiega l´assessore Paci -. La Regione non mira soltanto a uscire dalla crisi, ma vuole anche colmare le lacune del nostro modello di crescita e creare le condizioni per un diverso tipo di sviluppo economico, che abbia una dimensione territoriale e sia più intelligente, sostenibile e solidale. Territori competitivi e occupazione: questo vogliamo realizzare grazie a una reale partecipazione alle scelte da parte dei territori, ognuno dei quali ha una sua specificità che viene assecondata e valorizzata". Comuni, Aggregarsi Per Vincere - La nuova Programmazione territoriale fa riferimento al modello della Strategia Nazionale Aree Interne (Snai), fortemente ancorata però alle caratteristiche del contesto regionale. Della Snai richiama la metodologia, caratterizzata dall´utilizzo integrato dei diversi fondi comunitari e individua l´Investimento Territoriale Integrato (Iti) come strumento di programmazione particolarmente indicato per attuare le strategia territoriali, perché fornisce un meccanismo flessibile per la formulazione di risposte integrate alle diverse esigenze pur mantenendo l’attenzione sui temi che legano la politica di coesione alla strategia Europa 2020. "In questo processo i Comuni sono considerati partner privilegiati per la realizzazione dei progetti di sviluppo - sottolinea il vicepresidente della Regione -. Dovranno però accorparsi in Unione di Comuni e Comunità Montane con una visione sovralocale e, dimostrando di avere giuste competenze e organizzazione, potranno gestire direttamente le risorse per attuare gli interventi". Trasparenza, Parità Di Accesso, Equilibrio- Per la realizzazione dei progetti si avranno varie combinazioni tra i diversi fondi e strumenti, in relazione alle caratteristiche del territorio o della filiera su cui si intende operare (zone urbane, rurali, di crisi). Saranno recuperati i progetti già espressi dai territori nella precedente programmazione per confermarli, integrarli o modificarne la strategia. "Questo approccio territoriale alle politiche di sviluppo non può prescindere dal processo di revisione dell´organizzazione degli Enti Locali - conclude l´assessore Paci - per rendere più efficace l´azione, contrastare lo spopolamento delle aree interne, incrementare la domanda locale di lavoro, rafforzare i fattori produttivi locali che sono anche in grado di incrementare la competitività del sistema produttivo regionale. In questo processo, ogni territorio avrà garanzia di trasparenza, parità di accesso ed equilibrio". Dopo l´approvazione delle linee guida in Giunta, l´Assessorato della Programmazione procederà a una Manifestazione di Interesse per la presentazione dei progetti, ai quali il Centro regionale di programmazione fornirà supporto e assistenza.  
   
   
PUGLIA: LA LEGGE SU LEGALITÀ APPROVATA IERI È LA LEGGE ANTIMAFIA REGIONALE  
 
 Bari, 11 marzo 2015 – Di seguito una dichiarazione dell’assessore alla Cittadinanza Sociale, Trasparenza e Legalità, Guglielmo Minervini. “Oggi abbiamo approvato in Consiglio la legge antimafia pugliese”. “Con questa legge – prosegue - la Regione Puglia si attrezza di una serie di strumenti tra i più avanzati in Italia per sostenere non solo la promozione della cultura della legalità, ma anche per contrastare con efficaci politiche pubbliche il radicamento della corruzione e della legalità. La recrudescenza del fenomeno criminale in Puglia ci chiama ad un impegno immediato e concreto. La legge è un primo decisivo strumento. Si fa antimafia attraverso l’educazione alla legalità, ma anche costruendo delle barriere che impediscano all’economia criminale di penetrare nelle istituzioni e nel territorio”. “Scegliere di dare soldi solo alle imprese e agli enti locali che rispondono a principi di legalità – spiega - significa non solo mandare un messaggio forte alla società pugliese, ma anche stabilire efficaci meccanismi per rendere conveniente la legalità. Infatti introduciamo il rating di legalità per le imprese, che è stato recentemente varato con norma nazionale, a cui la legge regionale per la prima volta in Italia affianca un analogo rating di legalità per gli enti locali: si tratta di premialità nell’accesso ai finanziamenti pubblici per incentivare le imprese ad operare nel rispetto dei principi di legalità e per valorizzare le migliori iniziative attuate dagli Enti Locali; Istituiamo inoltre un fondo regionale per la valorizzazione dei beni e delle aziende confiscate alle organizzazioni criminali, e di altre azioni che consolidano l’esperienza maturata attraverso l’iniziativa regionale “Libera il Bene”; Infine, arriva l’adozione di una disciplina organica in materia di protezione e sostegno ai familiari delle vittime della mafia, di cui fino ad oggi la Regione Puglia era priva. Si tratta quindi di un provvedimento organico, che affronta complessivamente il tema della tutela della legalità con misure incisive che riguardano sia la vita delle imprese, dei comuni e dei cittadini, oltre che delle vittime della mafia”. “Il testo di questa legge – conclude l’assessore - è frutto di una lunga scrittura partecipata, cui hanno concorso esperti delle principali associazioni pugliesi, impegnate nelle frontiere della lotta alla criminalità organizzata. La legge non è destinata a rimanere sulla carta, ma a sostenere positivamente la risposta sociale della cittadinanza attiva alle sfide delle mafie”.  
   
   
LA GIUNTA DI FIRENZE VARA IL BILANCIO. NARDELLA: «TRA LE GRANDI CITTÀ, FIRENZE RIMANE QUELLA CON LE TASSE PIÙ BASSE»  
 
Firenze, 11 marzo 2015 - Tutela dei residenti e delle famiglie, aiuti ai settori economici in crisi e attrazione per le nuove imprese. Nonostante minori risorse per 43 milioni di euro, derivanti da 25 milioni di tagli e 18 milioni da destinare all’armonizzazione dei bilanci, il Comune di Firenze assicura nel 2015 l’equilibrio delle entrate e delle spese senza prevedere aumenti della fiscalità generale a carico dei fiorentini. La manovra è stata illustrata a Palazzo Vecchio dal Sindaco Dario Nardella e dall’Assessore al bilancio Lorenzo Perra. «Firenze rimane, tra le grande città italiane, quella con le tasse alla persona più basse – ha sottolineato il Sindaco – accogliamo la sfida lanciata dal Governo Renzi di ridurre le spese e non aumentare le imposte ai residenti». Tasi, Imu e addizionale Irpef non aumenteranno. «Per quanto riguarda l’addizionale Irpef – ha rilevato – a Firenze si pagano mediamente 37,57 euro a persona, mentre nei capoluoghi di regione italiani se ne pagano 193,63 e, in quelli di provincia toscani 150,28 euro. Abitare a Firenze, in termini di fiscalità locale, conviene più che nel resto del Paese». «Se avessimo applicato le aliquote Irpef degli altri Comuni italiani - ha aggiunto Perra – avremmo potuto ottenere 34 milioni di euro in più. Ma abbiamo deciso di non percorrere quella strada e di sostenere i redditi delle famiglie». Sono state inoltre previste nuove detrazioni fiscali. I proprietari di teatri e cinema che gestiscono i locali, non pagheranno più l’Imu comunale. Così come saranno esentati dal pagamento dell’Imu comunale, gli enti non commerciali proprietari di immobili che vengono concessi in comodato ad onlus per attività di asili nido. Il bonus figli per la tasi passa da 25 a 35 euro. «Un’altra novità – ha segnalato il sindaco Nardella – è lo sgravio Tari per quei cittadini che realizzino interventi di riqualificazione di aree del territorio comunale urbano, iniziativa che abbiamo chiamato ‘adotta una piazza’. Il Comune, inoltre, assicura per le attività commerciali e le imprese interessate dai cantieri della tramvia sgravi Tari, fino al 100%, prevedendo due ulteriori fasce di sgravio del 70 e del 50%». «Ma non finisce qui – ha proseguito Nardella – le imprese che aprono in nuovi insediamenti, non pagheranno la componente comunale dell’Imu per tre anni. L’economia deve ripartire». Maggiori introiti verranno dai non residenti con l’aumento della imposta di soggiorno (+3,25 mln di gettito previsto), dai bus turistici (+2,1 mln), dai parcheggi (+3,6 mln). Aumenta inoltre la Cosap per l´occupazione di suolo da parte dei cantieri per i sottoservizi. Ma per la Cosap arriva l’esenzione in caso occupazione del suolo pubblico per ripristini dovuti a eventi metereologici eccezionali». «Un capitolo aggiuntivo riguarda la lotta all’evasione – ha spiegato l’assessore Perra – di chi affitta camere o appartamenti e non paga l’imposta di soggiorno». Le riduzioni di spesa maggiori riguardano il personale comunale (-3,2 mln), gli interessi ed i mutui dell’Amministrazione (4,4 mln) ed i costi di gestione dei rifiuti (-1,6 mln). Si incrementano invece le spese per la manutenzione dei giardini delle scuole (+ mezzo mln). Il sindaco ha anche annunciato «guerra senza quartiere ai pirati della strada, con vigili in borghese ai semafori e in strada a controllare». «Abbiamo avuto otto morti in strada nei primi mesi dell´anno, di cui due pedoni sulle strisce – ha ricordato Nardella – e questo non è accettabile». I maggiori introiti finanzieranno anche i lavori di rifacimento della segnaletica stradale orizzontale. Il sindaco ha anche annunciato «l’aumento dei controlli della polizia municipale per il rispetto delle norme sulla sosta di superficie, senza ricorrere ad ausiliari del traffico e con l’attivazione del sistema di smart parking per pagare la sosta via sms».  
   
   
TRENTO: NOVITA´ IN ARRIVO PER FORMAZIONE AZIENDALE, LAVORI SOCIALMENTE UTILI, DISABILI  
 
Trento, 11 marzo 2015 - Formazione in azienda, lavori socialmente utili, disabilità: sono i tre principali settori nei quali la Giunta è intervenuta, su proposta del vicepresidente Alessandro Olivi, introducendo alle modifiche al Documento degli interventi di politica del lavoro 2011-2013. "Anche se non abbiamo completato ancora l´adozione di un nuovo Documento - spiega Olivi - molte novità sono sopravvenute. Quindi, accogliendo alcune proposte avanzate dalla stessa Commissione provinciale per l´impiego, abbiamo dato il via libera a modifiche che vanno essenzialmente nella direzione di concentrare la spesa sui settori su cui la Provincia sta investendo maggiormente, dalla semplificazione amministrativa alla valorizzazione della formazione del capitale umano, e di razionalizzare gli interventi stessi, rendendoli più efficaci e adeguati alle attuali necessità. Pensiamo alla formazione in azienda, per migliorare le capacità dei lavoratori già occupati, secondo la filosofia della ´formazione continua´. Fra le altre cose mi piace segnalare inoltre che viene migliorata la tutela delle donne vittime di violenza e anche la possibilità di inserire persone disabili negli enti pubblici". Vediamo in sintesi le principali modifiche. E´ stata razionalizzata innanzitutto la disciplina relativa ai contributi erogati da Agenzia del Lavoro per la formazione aziendale rivolta ai lavoratori già occupati. Si tratta di interventi finalizzati a sostenere la crescita professionale dei dipendenti e del management aziendale, soprattutto delle figure chiave all´interno di imprese già di per sé fortemente innovative, aperte al mercato internazionale e alla competizione. Le novità riguardano in particolare i requisiti di accesso e le percentuali di finanziamento, prevedendo il sostegno solo dei progetti più innovativi e qualitativamente apprezzabili. A titolo di esempio, si segnala che non vengono più finanziati progetti di durata inferiore alle 40 ore complessive e che la quota di finanziamento ammissibile viene uniformata e ridotta all’80% delle spese sostenute. Per quanto riguarda gli interventi destinati a sostenere l’occupabilità attraverso lavori socialmente utili (intervento 19) tre sono le principali modifiche introdotte, anche in questo caso destinate alla razionalizzazione e finalizzazione della spesa. Innanzitutto con il prossimo anno l’accesso agli inserimenti lavorativi terrà conto solo degli indicatori di difficoltà economica (Icef) e della gravità dello svantaggio. Saranno previsti inoltre in maniera sistematica percorsi di formazione dei lavoratori volti al loro inserimento nel mercato del lavoro non protetto. Infine, viene migliorata la tutela delle donne vittime di violenza, ricomprendendole tra i destinatari dell’intervento 19, qualora il periodo lavorativo sia necessario per il loro recupero sociale e psicologico. Per quanto riguarda l’intervento volto all’inserimento occupazionale di persone disabili negli enti pubblici, le modifiche sostanziali sono due. Innanzitutto il requisito della cittadinanza è stato tolto, in analogia ai requisiti di accesso al pubblico impiego. Ma soprattutto, la percentuale di invalidità per l’accesso all’intervento è stata ridotta dal 74% al 67% in quanto, tra gli iscritti nell’apposito elenco previsto dalla legge, vi sono molte persone con disabilità fisica e con una percentuale pari al 67% o comunque inferiore al 74% che, per la loro situazione sanitaria, non possono essere adibite facilmente a mansioni che si rendono disponibili nel settore privato. Questa difficoltà si aggrava in particolare per quelle persone che hanno più di 50 anni e che hanno una scarsa professionalità.  
   
   
CALABRIA: SOTTOSCRITTO L´ACCORDO ISTITUZIONALE PER GLI AMMORTIZZATORI SOCIALI IN DEROGA  
 
Catanzaro, 11 marzo 2015 - I segretari regionali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl , Michele Gravano, Paolo Tramonti, Santo Biondo e Antonio Franco, al termine dell’incontro con il presidente della Regione Mario Oliverio, alla presenza dell’assessore regionale al Lavoro, Carlo Guccione, hanno concordato di sottoscrivere l’accordo istituzionale relativo alla concessione dei trattamenti e ammortizzatori in deroga e di utilizzare le risorse immediatamente disponibili (40 milioni del Ministero del Lavoro e 40 milioni delle risorse regionali) per procedere al pagamento di due-tre mensilità ai lavoratori prorogati, cassintegrati, in mobilità e nuove concessioni, in attesa che il ministro Poletti convochi il tavolo nazionale con tutte le Regioni per definire il riparto 2014. Il fabbisogno complessivo per l’anno 2014 è stato stimato in circa 236 milioni di euro. Verranno erogate, infine, le mensilità residue annualità 2013 ai percettori degli ammortizzatori in deroga 2013.  
   
   
GIOVANI E LAVORO: LA SFIDA DEI PTP. SIENA PUNTA SU TURISMO, CULTURA, CIBO E VINO  
 
Firenze 11 marzo 2015 - "Un esperimento senza precedenti per cambiare la vita a migliaia di giovani aiutandoli nell´impresa di trovare lavoro ma anche per potenziare la capacità del sistema produttivo di stare al meglio su mercati sempre più complessi". Così Emmanuele Bobbio, assessore toscano a Istruzione e Formazione, sul primo anno di lavoro dedicato ai Poli Tecnico Professionali (Ptp), la nuova formula organizzativa che mette in rete scuole e imprese per innovare l´offerta formativa tecnico-professionale. Parlando a Siena dopo aver ascoltato quanto è stato fatto presso il Ptp che si occupa di turismo e cultura (uno dei 25 costituiti in Toscana) guidato come capofila dall´Istituto Professionale "Giovanni Caselli", l´assessore regionale ha sottolineato come nel primo anno di preparazione "molto si è lavorato in una regione che intende puntare carte importanti su questo nuovo ambito educativo/formativo. Le idee emerse nei gruppi di lavoro, compresi quelli riferiti ai due Ptp costituiti nella provincia di Siena, sono numerose con la conferma del fatto che scuola e impresa sentono il bisogno di lavorare insieme superando il limite della mancanza di una abitudine al dialogo e a una comprensione reciproca". Coordinatore, in Commissione Istruzione e Lavoro nella Conferenza fra le Regioni italiane, di tutti i colleghi che si occupano di istruzione e formazione, l´assessore toscano ha iniziato proprio da Siena un tour in alcune città dove hanno sede i Ptp. "Questi incontri - ha precisato Bobbio - sono una occasione preziosa per approfondire la conoscenza delle esperienze maturate sino ad oggi, delle potenzialità e delle criticità emerse: una conoscenza essenziale per costruire, come Regione Toscana, percorsi validi di supporto efficace". Due, nel senese, i Poli Tecnico Professionali costituiti all´inizio di febbraio dopo un bando pubblico emesso lo scorso autunno: uno (il Polo enograstonomico turistico della provincia di Siena) ha come soggetto capofila l´Istituto di Istruzione Superiore "Bettino Ricasoli" e l´altro (il Tuc, acronimo di Turismo Culturale), che è quello al centro della visita odierna di Bobbio, è guidato dall´Istituto Professionale Statale "Giovanni Caselli". I soggetti che aderiscono ai partenariati nei due Ptp senesi sono, in tutto, 35: 9 scuole e 13 aziende private (cooperative culturali, fattorie, ristoranti) cui si aggiungono 9 agenzie formative, 1 scuola di alta formazione, 2 Province (Siena e Grosseto) oltre alla Camera di Commercio di Siena. Per contrastare gli abbandoni scolastici (in Toscana il fenomeno interessa ben 17 studenti su 100: almeno 6 mila giovani che ogni anno abbandonano la scuola, soprattutto nei professionali, senza aver raggiunto un titolo di studio), quella dei Ptp è una nuova formula organizzativa stabilita da specifiche norme statali che attribuiscono alle Regioni funzioni di programmazione e di stimolo: unisce in rete scuole e imprese con l´ambizione di innovare l´offerta formativa tecnico-professionale favorendo sinergie sempre più strette fra istruzione, formazione e lavoro. 5 gli "ambiti formativi" in cui sono distribuiti i 25 Ptp avviati in Toscana: meccanica, nautica, sistema moda, agribusinnes, turismo e beni culturali. Un centinaio le scuole coinvolte con oltre 200 fra aziende e soggetti privati interessati.  
   
   
VALLE D’AOSTA: PIANO DI RAZIONALIZZAZIONE DI POSTE ITALIANE  
 
Aosta, 11 marzo 2015 - Poste italiane ieri, ha incontrato il Presidente della Regione e una delegazione del Consorzio degli Enti locali della Valle d´Aosta per presentare il proprio piano di razionalizzazione dei servizi e degli uffici nella regione Nord Ovest. Rispetto alla chiusura che coinvolgerà 62 uffici fra Piemonte e Liguria, la Valle d´Aosta conserverà i 71 esistenti ma sono previste riduzioni di orario in otto uffici di sette Comuni. Speranza Girod, Direttivo Celva - In alcuni comuni si passa da sei giorni di apertura a tre e in altri, che avevano già avuto delle riduzioni nel 2013, si passa si passa da tre giorni di apertura a due giorni di apertura. Poste italiane ha stilato il proprio piano sulla base dei vincoli normativi dettati dal decreto ministeriale 2008 e da una delibera dell´Agcom del 2014. Francesco Bianchi, responsabile dell´area territoriale Nord Ovest di Poste italiane Rispetto a quello che ci dà la normativa, noi siamo stati molto più ampi, perché la capillarità e la presenza di Poste sul territorio, per noi è un elemento importante. I nuovi orari di apertura ad Ayas, Challand-st-victor, Doues, Fontainemore, Torgnon, Saint-oyen e Bard entreranno in vigore dal 13 aprile. Augusto Rollandin, Presidente della Regione autonoma Valle d´Aosta Questo è stato un incontro importante per chiarire la posizione della Regione e dei Comuni e quindi far capire qual è l´esigenza che noi rappresentiamo nei confronti del nostro territorio, che ha delle caratteristiche specifiche che vogliamo che vengano considerate. Noi ci auguriamo che ci sia comunque un ripensamento, anche se capiamo che, per fortuna, non è prevista la chiusura. Vogliamo capire anche come sarà il servizio nelle valli laterali, dove l’attività turistica ha la sua grande importanza. Quindi vorremmo che venisse riconsiderato il tutto per i momenti di maggior affluenza turistica, per dare un servizio ottimale anche alle persone che vengono in Valle e che sono abituate a lavorare con le Poste. Poste italiane a fronte di una riduzione della presenza fisica sul territorio incrementerà comunque quella virtuale, con il postino telematico e la carta libretto.  
   
   
AUTONOMIE LOCALI: FVG, ATTENZIONE AL MANTENIMENTO SERVIZIO POSTE  
 
Pordenone, 11 marzo 2015 - L´assessore regionale alle Autonomie locali, Paolo Panontin, è intervenuto a Pordenone, negli uffici della Prefettura, a un incontro con i rappresentanti di Poste Italiane e dei Comuni del pordenonese, Sesto al Reghena, Maniago, Sequals, Vito d´Asio e Castelnuovo del Friuli, che saranno interessati dalla metà del mese di aprile dalla chiusura di alcuni uffici postali. Nell´occasione, Panontin ha affermato che -"La Regione è a conoscenza del fatto che il piano industriale di Poste italiane è stato redatto nel pieno rispetto della normativa e della delibera Agcom; è tuttavia chiaro che la chiusura degli uffici creerà importanti difficoltà per i cittadini, soprattutto per i più anziani e in particolar modo nelle zone montane, dove le distanze e la carenza dei mezzi di trasporto complicano il quadro della situazione". Presente il Prefetto vicario di Pordenone, Alessandra Vinciguerra, i sindaci hanno espresso preoccupazione motivata in particolare dal fatto che la repentina decisione di chiusura annunciata da parte di Poste Italiane rende meno facile l´attivazione di servizi sostitutivi e alternativi, finalizzati a lenire il disagio degli utenti. Nel corso della riunione, da parte di Poste Italiane è stata espressa la volontà di non rinunciare alla presenza capillare sul territorio, anche se il processo di privatizzazione prevede un´ottimizzazione della presenza del servizio. Nella Provincia di Pordenone verranno chiusi 4 uffici rispetto agli 85 attualmente esistenti. Secondo Poste Italiane, rappresentata nella riunione odierna dal responsabile per il Nord Est, Cosimo Andriolo, le risorse che verranno recuperate a seguito delle chiusure saranno destinate a potenziare gli uffici esistenti. A conclusione della riunione, Panontin ha ricordato che sulla chiusura di 19 uffici postali nel Friuli Venezia Giulia la Regione e l´Anci hanno recentemente sottoscritto un documento congiunto, e che il 17 marzo si riunirà il tavolo regionale istituito per affrontare il problema, mentre in occasione della prossima riunione della conferenza unificata delle Regioni sarà definita una proposta da sottoporre al Governo. Secondo Panontin, è comunque necessario che Poste Italiane fornisca garanzie sul servizio, in quanto l´implementazione dei servizi telematici, nonostante la volontà della Regione di concorrere a una maggiore diffusione dell´Ict, non si può considerare ancora compiuta.  
   
   
AGEVOLAZIONI IMPOSTE COMUNALI A EMIGRATI, PRESIDENTE CRE SCRIVE A COMUNI UMBRI PER FACILITARE APPLICAZIONE  
 
 Perugia, 11 marzo 2015 – Il presidente del Consiglio regionale dell´emigrazione, Fausto Galanello, ha indirizzato una lettera a tutti i Comuni dell´Umbria per chiedere la loro collaborazione nel facilitare gli emigrati umbri residenti all´estero a usufruire delle agevolazioni previste dalla normativa nazionale in materia di Imu, l´imposta municipale sugli immobili. "A partire dal 2015, in base alla nuova normativa – ricorda Galanello nella lettera inviata ai sindaci – viene considerata direttamente adibita ad abitazione principale una e una sola proprietà immobiliare posseduta dai cittadini italiani non residenti nel territorio italiano e iscritti all´Aire, l´Anagrafe degli italiani residenti all´estero, già pensionati nei rispettivi Paesi di residenza, a titolo di proprietà o di usufrutto in Italia, a condizione che non risulti locata o data in comodato d´uso". La normativa, inoltre, "dispone che su questa unità immobiliare le imposte comunali Tari e Tasi siano applicate, per ciascun anno, in misura ridotta di due terzi". Il presidente del "Cre" chiede ai Sindaci "di disporre quanto necessario perché i nostri corregionali iscritti all´Aire presso il Comune possano essere informati delle modalità e delle eventuali procedure da seguire per usufruire di questi benefici".  
   
   
RICHIEDENTI ASILO: VENZONE, ASSESSORE FVG FIRMA PROTOCOLLO PER ACCOGLIENZA  
 
Udine, 11 marzo 2015 - "Si tratta di un importante progetto finalizzato a consentire ai richiedenti asilo una migliore integrazione con la popolazione attraverso percorsi di alfabetizzazione con corsi di apprendimento della lingua italiana e con attività socialmente utili." Lo ha affermato l´assessore regionale alla Solidarietà Gianni Torrenti, commentando la firma del protocollo d´intesa tra Prefettura di Udine, Regione, Comune di Venzone e Comitato provinciale della Croce Rossa Italiana di Udine. Verranno individuati percorsi educativi di accoglienza e integrazione per i migranti in modo da consentire loro di conoscere il contesto sociale che li ospita, anche attraverso attività di volontariato con fine sociale e non di lucro a favore della collettività ospitante. Il Sindaco di Venzone ha ringraziato il Prefetto Raimondo e l´assessore Torrenti per la fattiva collaborazione e per la disponibilità che ha portato alla firma del Protocollo in tempi molto rapidi. "I ventiquattro rifugiati potranno essere utili alla comunità che li ospita attraverso lavori di giardinaggio e manutenzione di vario tipo. Alla firma hanno partecipato il sindaco di Venzone Fabio Di Bernardo, il vicesindaco Mauro Valent, il prefetto Provvidenza Raimondo, il questore Claudio Cracovia e il presidente del Comitato provinciale della Cri, Sergio Meinero.  
   
   
BOLZANO: PUNTO ASSISTENZA PROFUGHI AL BRENNERO: UN MIGLIAIO GLI UTENTI  
 
Bolzano, 11 marzo 2015 - Presso il punto di assistenza per profughi al Brennero nei primi tre mesi dal suo allestimento sono state assistite 924 persone in transito verso altre destinazioni europee. Come afferma l´assessora alla sanità e sociale Martha Stocker: anche l´Alto Adige ha il dovere umanitario di responsabilità e solidarietà verso queste persone. In funzione dal 15 dicembre 2014 il punto di accoglienza profughi al Brennero, gestito per la Provincia di Bolzano dalla Comunità comprensoriale Alta Val d´Isarco e dall´associazione "Volontarius", fino all´8 marzo 2015 ha fornito assistenza a 924 persone, delle quali 602 uomini adulti, 137 donne e 185 minori. Grazie al punto di accoglienza allestito al Brennero, come afferma l´assessora Stocker, possiamo fornire un piccolo contributo, con pasti caldi, bevande ed informazioni e aiutare queste persone che, in fuga dal loro paese, durante il loro lungo viaggio transitano sul nostro diretti nella norma verso altre destinazioni in Europa. Infatti, come prosegue, quasi nessuno dei profughi rivoltisi al punto assistenza si trova ancora in territorio altoatesino. Come precisa Luca Critelli, direttore della Ripartizione politiche socialiil numero dei profughi assistiti varia sensibilmente da un giorna all´altro. Ci sono giorni in cui il punto di assistenza è utilizzato da un nuemro esiguo di profughi, mentri ve ne sono altri in cui gli assistiti raggiungono la cinquantina. Nel caso delle donne e dei minori, come prosegue, si tratta di norma di facenti parte di nuclei familiari.  
   
   
CRIMINALITA’ IN VENETO: ZAIA, “BOLLETTINO DA FAR WEST DOVE I CATTIVI DEVASTANO IL SALOON. STANCHI DI ASPETTARE CHE ROMA SI SVEGLI”  
 
Venezia, 11 marzo 2015 - “Il Far West continua ma, mentre in quello americano c’erano i buoni e i cattivi, qui sembra ci siano solo i cattivi che devastano ogni giorno il saloon, perché i buoni, le Forze dell’Ordine, combattono una battaglia impari, in pochi, mal attrezzati e mal pagati, contro una piovra dai mille tentacoli, guardati quasi con fastidio, loro e i cittadini, da uno Stato imbelle, inerme e distratto”. Con queste parole, il Presidente della Regione del Veneto Luca Zaia commenta la nuova andata di crimini che ha interessato il Veneto negli ultimi giorni, e segnatamente ieri, con una brutale rapina a un “compro oro” di Treviso, una bambina di 10 anni terrorizzata in casa da un ladro a Cappella Maggiore, un cittadino rapinato e minacciato con una bottiglia di vetro in Piazza San Marco a Venezia. “Se la signora del compro oro avesse avuto una reazione magari istintiva come sarebbe finita? Se il ladro invece di scappare avesse deciso di far tacere la bambina? Se quella bottiglia fosse diventata un’arma? – si chiede Zaia – come sarebbe andata a finire? E’ ora di smetterla di sperare nella buona sorte – aggiunge il Governatore – bisogna fare qualcosa e subito, perché l’onda cresce di giorno in giorno e la gente per bene è esasperata”. “Solo ieri – fa notare Zaia – le cronache riportano di un’altra ventina di crimini, più o meno gravi, ma tutti di forte impatto sulla gente. Nel Trevigiano, abbiamo la rapina al compro oro a Treviso; la bambina terrorizzata di fronte al ladro entrato in casa sua a Cappella Maggiore; una nuova ondata di furti a San Vendemiano dove cresce la voglia di ronde; furti, scippi e una rapina in pochi giorni a Mogliano dove cresce l’insicurezza due tentativi, per fortuna andati a vuoto, in un supermarket di Oderzo e in un’altra abitazione a Cappella Maggiore. Nel Veneziano, oltre alla persona rapinata in Piazza San Marco, si registrano anche ladri in casa a Zelarino con la cassaforte assaltata a picconate; furti di scooter e biciclette a Fiesso e Dolo; persino una collanina rubata da un capitello votivo a Cavarzere. Nel Vicentino troviamo ladri scatenati al quartiere Santa Bertilla di Vicenza dove una raffica di furti nel fine settimana fa dire agli abitanti ‘non si vive più’; ancora furti a Thiene dove ora si pensa di istituire un vigile di quartiere; ladri scatenati anche nella canonica della parrocchia di Marano da dove sono sparite le offerte dei fedeli. Nel Padovano, un coraggioso cittadino dell’Arcella si trova i ladri in casa e si nasconde in terrazza per chiamare la polizia; nuovo raid ladresco all’Arcella dove sono state visitate 16 cantine; razziati 20 mila euro dalla cassaforte del supermercato Prix di Piove di Sacco; raffica di furti nei garages di Arlesega di Mestrino; ladri al bar di Anguillara hanno svuotato 5 slot machines; addirittura rubate le panche della sagra di Vigonza; controllori feriti a morsi su un autobus da una viaggiatrice senza biglietto”. “Elenco tragicamente lungo – conclude Zaia – così come è già lunghissima l’attesa del Veneto e dei Veneti perché l’impero romano si svegli a faccia qualcosa”.  
   
   
PARLAMENTO EUROPEO: I DEPUTATI CHIEDONO MAGGIOR IMPEGNO PER LA PARITÀ DI GENERE  
 
 Strasburgo, 11 marzo 2015 - Giornata internazionale della donna: quanto c´è da commemorare? Nella risoluzione non legislativa approvata martedì, il Parlamento chiede che siano migliorate le politiche per raggiungere la parità tra donne e uomini. Nonostante i progressi ottenuti per colmare la disuguaglianza di genere, molto resta ancora da fare per ridurre il divario retributivo, applicare le pari opportunità alle carriere professionali, migliorare l´equilibrio lavoro/vita, compresi il congedo di maternità e paternità, e proteggere i diritti alla contraccezione e all´aborto. "Il verdetto non è di certo eclatante: il cambiamento è troppo lento e diritti delle donne ne soffrono. Tuttavia, la maggioranza dei voti dimostra che il Parlamento europeo si batte per la parità salariale, la violenza sulle donne, il congedo di maternità e il diritto all´aborto", ha dichiarato il relatore Marc Tarabella (S&d, Be) a seguito della votazione. La risoluzione, approvata con 441 voti favorevoli, 205 contrari e 52 astensioni, valuta la situazione nel 2013 e mette in evidenza le sseguenti sfide per il futuro: il divario nei salari e nelle pensioni, la posizione delle donne nel processo decisionale politico ed economico e l´impatto della crisi economica sulle donne (povertà); il miglioramento dell´equilibrio lavoro/vita, dei sistemi di assistenza all´infanzia, del congedo di maternità e di paternità; il diritto alla salute sessuale e riproduttiva, compresi la contraccezione e l´aborto, e la lotta contro la violenza sulle donne. Includere l´uguaglianza di genere e i diritti delle donne nell´elaborazione delle politiche e delle procedure di bilancio I deputati esortano gli Stati membri dell´Ue a: applicare la direttiva relativa all´attuazione del principio della parità di trattamento e di pari opportunità di uomini e donne in materia di occupazione e impiego; sbloccare i progetti di legge sulle quote femminili nei consigli di amministrazione e promuovere le politiche educative che incoraggiano le donne a scegliere carriere nel campo della scienza e nella tecnologia dell´informazione e delle telecomunicazioni (Tic), e affrontare le problematiche delle donne che lavorano a tempo parziale, del lavoro sotto-retribuito e precario e garantire che siano assicurate cure di qualità ai bambini e alle persone non autosufficienti. Condivisione delle responsabilità familiari, congedo di paternità retribuito . Evidenziando che una maggiore flessibilità nell´organizzazione del lavoro può aumentare le opportunità per le donne di partecipare attivamente al mercato del lavoro ma, al contempo, può avere un impatto negativo sulle retribuzioni, i deputati invitano gli uomini e le donne a condividere le responsabilità familiari, sottolineando che ai padri dovrebbe essere garantito un congedo di paternità retribuito di almeno 10 giorni. Sollecitano il Consiglio dei ministri a porre fine alla situazione di stallo sul progetto di direttiva relativa al congedo di maternità, bloccato dal 2010. Per contribuire a migliorare l´equilibrio lavoro/vita, i deputati chiedono alla Commissione europea di offrire agli Stati membri più sostegno finanziario per i sistemi di custodia dei bambini a prezzi accessibili. Rilevano inoltre che la stessa Commissione riferisce che i costi per l´infanzia sono la ragione principale citata dalle madri per non tornare al lavoro o per scegliere un lavoro a tempo parziale. Diritti alla salute sessuale e riproduttiva - I deputati ribadiscono che le donne dovrebbero avere il controllo sulla loro salute sessuale e riproduttiva, compreso un facile accesso alla contraccezione e all´aborto. "Le donne e gli uomini non sono e mai saranno identici, ma è nell´interesse di tutti che godano degli stessi diritti", ha concluso Tarabella. Contesto . Ogni anno il Parlamento europeo approva una risoluzione che valuta i progressi compiuti verso il raggiungimento della parità tra donne e uomini.  
   
   
TRENTO: IL MARCHIO FAMILY AUDIT SI PRESENTA A NEW YORK ALLE NAZIONI UNITE  
 
Trento, 11 marzo 2015 - Oltre 60 Nazioni provenienti da tutto il mondo riunite assieme nell’ambito della 59° Sessione della Commissione Onu sullo Stato delle Donne, che si terrà a New York presso le Nazioni Unite. La Commissione Onu è la principale sede politica, a livello mondiale, in cui i Paesi membri valutano i progressi, identificano le sfide e formulano concrete politiche per promuovere l’emancipazione femminile e l’uguaglianza di genere. In questo contesto, l’unico progetto italiano presentato sarà il marchio Family Audit e le sue ricadute sul benessere del lavoratore e sul welfare aziendale, sulla riduzione dei costi del personale e sul miglioramento del clima aziendale. L’11 e il 12 marzo una delegazione del Dipartimento per le politiche della famiglia della Presidenza del Consiglio dei Ministri di Roma, composta dal Consigliere Giuseppe Di Donato e dalla dott.Ssa Emanuela Bruni, assieme ad una rappresentanza della Provincia autonoma di Trento, composta dall’assessora Sara Ferrari e dal dirigente dell’Agenzia per la famiglia Luciano Malfer, saranno ospiti della 59° Sessione della Commissione Onu sullo Stato delle Donne, che si svolgerà a New York presso le Nazioni Unite. L´obiettivo principale dell’evento convegnistico sarà la valutazione dello status quo e dei risultati raggiunti dopo la dichiarazione di Pechino - a 20 anni dalla sua adozione nel 1995 in occasione della 4° Conferenza mondiale sulle donne - delineare le sfide attuali che riguardano l´attuazione e il raggiungimento della parità di genere delle donne, il loro livello di emancipazione e, parallelamente, lo sviluppo delle politiche familiari. I due eventi collaterali organizzati dal Dipartimento di Roma, nell’enclave della manifestazione, sono: •"Men and boys against gender stereotypes and violence against women”, 11 marzo •"The impact of the Family Audit certification - Productivity, Well-being and Gender policies", 12 marzo Il meeting del 12 marzo a cui parteciperà l’assessora e il dott. Malfer è rivolto in particolare a tutti i soggetti pubblici e privati coinvolti nella stesura della legislazione e l´elaborazione di politiche, strategie e piani d´azione volti a promuovere l´integrazione della dimensione di genere e il benessere familiare. L’assessora Ferrari e il dott. Malfer parteciperanno, in particolare, alla sessione dedicata al welfare aziendale, che prenderà avvio dalla seguente premessa: “avvalendosi di politiche di life balance, enti pubblici e privati possono contribuire ad attrarre e trattenere i talenti, migliorare la soddisfazione sul lavoro, e promuovere il benessere dei dipendenti, che sono tutti presupposti importanti per una migliore competitività, la crescita del business e lo sviluppo sostenibile. Tassi di occupazione più bassi per le donne rispetto agli uomini sono spesso una conseguenza della maggiore partecipazione delle donne alla vita familiare e all´educazione dei figli, che crea maggiori difficoltà per le donne di conciliare vita familiare e professionale e di perseguire una carriera.” Il marchio Family Audit risponde a queste esigenze. Il Family Audit Nel novembre 2014 la certificazione Audit famiglia italiana è stata riconosciuta come una dei 13 esempi di buone pratiche in Europa, nell’ambito del progetto promosso a Vilnius da Eige (Istituto europeo per le pari opportunità). Cominciata inizialmente come un progetto regionale, ora opera dal 2012 a livello nazionale. Il processo di certificazione è uno strumento di gestione che promuove il cambiamento culturale e organizzativo all´interno delle aziende private o pubbliche, attraverso l´adozione di politiche per le risorse umane che migliorano il benessere dei dipendenti, con particolare attenzione alle donne e alle loro famiglie e, in parallelo, al perseguimento della mission dell´azienda. Questo modello di politica fonda le proprie radici sul concetto di “family mainstreaming” (che significa la famiglia al centro di tutte le politiche), collegandolo strategicamente ai principi di parità di genere (sito www.Familyaudit.org ). (an) Per maggiori informazioni: http://www.Unwomen.org/en/csw/csw59-2015    
   
   
PARI OPPORTUNITA´ : ´AL VIA LE CONSULTAZIONI SUL DISEGNO DI LEGGE CONTRO LA VIOLENZA DI GENERE. FINALMENTE VERR ISTITUITO IL CODICE ROSA ANCHE IN PIEMONTE´  
 
Torino, 11 marzo 2015 - Approdato in Giunta il disegno di legge regionale sul tema della prevenzione e del contrasto della violenza di genere e per il sostegno alle donne vittime di violenza ed ai loro figli . Adesso inizia l´iter di condivisione della prima stesura del Ddlr con la consultazione di tutte le realtà impegnate da tempo in questo settore. Monica Cerutti, assessora alle Pari Opportunità della Regione Piemonte , ha dichiarato: " Si tratta di un testo di legge che si pone l’intento di mettere a sistema, valorizzare e potenziare quanto già esiste a livello di reti locali e di risorse territoriali, attraverso azioni coordinate in un piano che veda coinvolti tutti gli attori (istituzionali e non) a diverso titolo impegnati sulla tematica. Finalmente verrà istituito il codice rosa. I Dea di I e Ii livello o il servizio di emergenza 118 potranno attivare il codice rosa quale codice aggiuntivo al codice di gravità, che rende operativa l’equipe multidisciplinare cui spetta il compito di prendere in carico la vittima, formata da ginecologa, pediatra, ostetrica, psicologa, assistente sociale e infermiera. Per la violenza sessuale degli adulti e per la violenza sessuale e domestica sui minori è inoltre istituito un centro esperto, con funzioni oltre che di presa in carico delle vittime che ad esso si rivolgono, di supporto agli specialisti delle altre Asr ". Il disegno di legge regionale prevede la creazione di un Tavolo di coordinamento permanente regionale dei Centri Antiviolenza e del Centro Esperto Sanitario utile al confronto, allo scambio di informazioni e alla condivisione di esperienze; viene fornita una precisa definizione dei Centri antiviolenza e delle case rifugio e viene istituito un apposito Albo regionale; viene prevista attività di informazione e prevenzione effettuata dalla Regione attraverso la promozione e il sostegno di campagne e iniziative finalizzate alla diffusione della cultura della legalità, del rispetto dei diritti della persona, della parità tra uomini e donne, con particolare attenzione all’ambito scolastico, educativo e del tempo libero; per ogni donna vittima di violenza di genere, su sua richiesta, è predisposto un percorso personalizzato di sostegno e orientamento finalizzato a favorire l’uscita dalla situazione di difficoltà; viene prevista da parte della Regione l’organizzazione di corsi di formazione rivolti al personale operante nei servizi antiviolenza quali operatori sociali, sanitari, scolastici, tutor e forze dell’ordine; inoltre in continuità con quanto previsto con la L.11/2008, la Regione istituisce un Fondo di solidarietà per le donne vittime di violenza e maltrattamenti. La cornice di tutto ciò sarà il piano triennale regionale degli interventi per contrastare la violenza sulle donne che individui, nel contesto della programmazione regionale complessiva, gli obiettivi da perseguire, le azioni con le quali perseguirli, le priorità ed i criteri per la loro realizzazione, con particolare attenzione alla promozione, implementazione e cura delle reti territoriali interistituzionali, facenti capo ai Centri Antiviolenza. Sono inoltre previsti interventi rivolti agli autori di violenza di genere grazie alla realizzazione, anche all´interno delle carceri, di appositi atti di recupero e accompagnamento al fine di limitare la recidiva favorendo l’adozione di comportamenti non violenti nelle relazioni interpersonali. Attualmente in Piemonte operano 17 Centri Antiviolenza, di cui 9 a titolarità pubblica ed 8 a titolarità privata, e 9 case rifugio, di cui 3 a titolarità pubblica e 6 a titolarità privata , che presentano già in gran parte gli approvandi requisiti. I Centri Antiviolenza finanziati dalla Regione Piemonte per mezzo della Determina di Giunta numero 110 del 18 febbraio 2015 sono così distribuiti sul territorio regionale: in provincia di Torino i progetti finanziati sono 9; nel vercellese sono 2; in ogni altra provincia piemontese è stato finanziato un progetto.  
   
   
TANTI AUGURI A COSTANZA CICERO, NUOVO SEGRETARIO GENERALE DELL´ONU DEI GIOVANI  
 
 Roma, 11 marzo 2015 - Un bellissimo risultato per Costanza Cicero, una giovane studentessa del Lazio che a ventuno anni è stata nominata segretario generale dell´Onu dei giovani, il National High School Model United Nations di New York. È la prima volta di un italiano per questa carica importantissima, e siamo orgogliosi che Costanza provenga dalla nostra Regione, è una grande soddisfazione. “Credo profondamente nel valore formativo dei Model United Nations, uno strumento di educazione e di partecipazione attiva dei giovani alla politica che come Regione stiamo sostenendo con grande convinzione- è il commento del presidente, Nicola Zingaretti, che ha aggiunto: Costanza ha costruito il suo percorso dentro questa bellissima istituzione proprio grazie al nostro progetto. Abbiamo coinvolto 5.000 studenti per proiettarli in un contesto internazionale, farli incontrare con ragazzi di altri paesi per confrontarsi e dire la loro sulle grandi tematiche politiche nel mondo”- ha detto ancora Zingaretti.  
   
   
TRENTO: CONSEGNATO IL 1° DIPLOMA DI “FAMIGLIA AMICA DI SKI FAMILY” COINVOLTE 4.500 FAMIGLIE  
 
Trento, 11 marzo 2015 - Il presidente della Provincia autonoma di Trento Ugo Rossi ha consegnato oggi il primo diploma di “Famiglia amica dello Ski family” alla famiglia Baldessari di Trento. Altri 3 attestati saranno conferiti da parte dell’Agenzia per la famiglia nei prossimi giorni. La stagione sciistica “family” sta registrando ottimi risultati: 1516 voucher sono già stati consumati da famiglie trentine e da famiglie di turisti e 290 voucher sono stati prenotati per un totale di 4.500 famiglie coinvolte. Sky Family è un´idea semplice, ma esclusiva: l´accesso agli impianti di risalita al costo di uno skipass adulto (mamma o papà) con la gratuità per tutti i figli minorenni. L´iniziativa prevede la consegna di un diploma di "Famiglia amica dello Ski Family" a chi scia in almeno 5 stazioni che hanno aderito al progetto. Oltre all´attestato, la famiglia riceve un gadget e l’opportunità di fruire dell´offerta Ski Family anche presso lo Ski Center Latemar e l´Alpecermis, che sono fuori dal circuito “Ski family”. Stamani, presso il palazzo della Provincia, il presidente Rossi ha consegnato il primo diploma alla famiglia Baldessari di Trento, che ha sciato presso 5 stazioni: Lavarone, Monte Bondone, Panarotta, Lagorai e Pejo, bissando Lavarone e Panarotta negli ultimi due mesi. Hanno utilizzato i voucher “family” sia papà che mamma assieme ai due figli maschi di dieci e otto anni. “Un´esperienza sicuramente positiva – ha detto la mamma Tatiana – che ci ha regalato la preziosa opportunità di vedere degli splendidi paesaggi trentini e di godere di piste da sci di alta qualità, come pure i servizi offerti in loco. I bambini sono rimasti entusiasti e non vedono l´ora di tornare a inforcare gli sci nella prossima stazione amica di Ski family. Inoltre, lo scorso fine settimana a Pampeago, ci hanno regalato 1 skipass per ogni componente della famiglia: una grande sorpresa inaspettata che abbiamo gradito molto". Novità importante di questa quinta edizione di Sky family è che alle sei stazioni sciistiche aderenti: Pinzolo, Lavarone, Panarotta, Lagorai, Altipiani val di Non, Monte Bondone, si è aggiunta quest´anno la 7° stazione: si tratta della società Pejo Funivie. Un dato che conferma l´indiscutibile valore strategico del progetto e il grande potenziale che possiede all´interno del circuito di crescita economica del comparto turistico trentino. Le stazioni sciistiche aderenti all´accordo sono destinazioni fondamentali per avvicinare le famiglie ed i bambini alla pratica dello sci e sono particolarmente attrezzate ed organizzate con servizi ad esse dedicati. Al progetto partecipano 45 organizzazioni locali che, nell´ottica del circuito distrettuale, concorrono a creare un articolato sistema di offerta di servizi invernali a favore delle famiglie. Tutti i servizi sono fruibili dalle famiglie interessate presentando il voucher scaricato dall´apposito portale www.Skifamilyintrentino.it, previa registrazione gratuita on-line al progetto da parte della famiglia. Per maggiori informazioni: http://www.Skifamilyintrentino.it/    
   
   
TRENTO: "PROVINCIA AL FIANCO DI CHI VUOLE RICAMARE UN NUOVO WELFARE"  
 
Trento, 11 marzo 2015 - "Risalire sul treno della crescita lasciando a terra la coesione sociale non ci porterà lontano. Non è il welfare che dobbiamo rifondare ma un modo di vivere e stare insieme, un´idea di società che includa tutti gli ambiti di ciò che oggi intendiamo per "sociale", dalla sanità alla scuola, dai giovani agli anziani, guardando ai bisogni singoli delle persone, senza alcuna distinzione, sapendo che ognuno di noi deve sapere alzare la soglia della propria partecipazione e responsabilità personale". Sono le parole, del presidente della Provincia Ugo Rossi, con le quali si è chiuso alla Sala Don Guetti della Federazione Trentina della Cooperazione il partecipato convegno "Ricamare Comunità. Il tessuto sociale si costruisce dal basso" promosso dalla cooperativa sociale Fai. Rossi è intervenuto al termine di una mattinata che ha proposto varie esperienze di costruzione sociale dal basso, che partono dalla comunità (social street, sharing economy, housing sociale), tutte orientate a dare una risposta nuova e non scontata alle nuove domande oggi legate ai servizi alla persona ed al nuovo welfare nel quadro dei cambiamenti in atto nel sociale e nella solidarietà, ed a fronte della necessità da parte del privato sociale (circa 6 mila le associazioni di volontariato operanti in Trentino) di rivedere il proprio ruolo in un contesto di ridimensionamento delle risorse. Esperienze concrete che - ha avvertito il sociologo Nadio Delai - "oggi hanno assunto le caratteristiche di un welfare di rammendo rappresentando una risposta a situazione di disagio ma che, se opportunamente accompagnate, possono trasformarsi un un "welfare di ricamo", diretto a dare qualità evoluta alla nostra convivenza." Una realtà, però, che rimane ancora sottotraccia. "C´è davvero una grande voglia di partecipazione e capacità di mettersi in gioco - ha aggiunto, a questo proposito, il presidente Rossi ringraziando la cooperativa Fai e il suo presidente Massimo Occello per aver organizzato il convegno - c´è ma non viene valorizzata, non emerge: positività e fiducia sono due parole che possiamo ancora pronunciare perché qui queste cose sono ancora presenti. Dobbiamo continuamente interrogarci su come possano essere declinate, il nostro impegno sarà quello di saper riconoscere il valore di queste esperienze, ma soprattutto quello di tenere la barra dritta rispetto ad una direzione di marcia che non contrappone competitività e crescita economica ma che anzi le include ritenendo che siano la stessa cosa". Un intervento, quello del presidente, preceduto dalle parole dell´assessora Donata Borgonovo Re: "Principio cardine della nostra cultura costituzionale è la capacità di avere relazioni reciproche, sono le relazioni che qualificano il nostro stare insieme. La sfida non è di tagliuzzare le risorse destinate al sociale, quanto di riscrivere un sociale che ha già in sé tante capacità e risorse che non sappiamo usare appieno. I numeri ci parlano di un´ampia platea di persone potenzialmente occupabili, di un capitale umano sotto impiegato, di risorse gestite a costo e non a investimento. Dobbiamo favorire la dimensione di un welfare generativo, capace di attivare risorse, e le istituzioni devono dare un indirizzo, mettere a disposizione percorsi di formazione e di valorizzazione di alcune esperienze, che vanno però accompagnate e riorientate, altrimenti non saranno sostenibili in futuro. La valorizzazione di tali esperienze ci serve per indirizzare il sostegno, che non può essere a pioggia su tutti; verifichiamo insieme come costruire percorsi efficaci che sappiano valorizzare sempre più l´autonomia delle persone e la dimensione della responsabilità e corresponsabilità, perché solo così potremo uscire dalla dimensione di un welfare passivizzante." "Le istituzioni - questa la conclusione dell´assessora alla salute e solidarietà sociale - devono recuperare la fiducia dei cittadini, con i fatti e non con le parole. La sfida di questi mesi sta anche nella costruzione del Piano per la salute, che non è un piano sociale o sanitario ma un piano che parte dalla persona e che cerca di intercettare tutte quelle caratteristiche e necessità che alla persona garantiscono salute, un piano che non riguarda solo la dimensione fisica ma anche quella psichica, relazionale e sociale, che si propone di restituire qualità della vita, relazioni e felicità."  
   
   
ABBATTIMENTO RETTE ASILO NIDO, REGIONE MARCHE FINANZIA 1644 RICHIESTE PER CIRCA 820 MILA EURO  
 
Perugia, 11 marzo 2015 – Sono 1644 le famiglie umbre che riceveranno dalla Regione il contributo economico finalizzato al sostegno dei nuclei familiari con bambini che frequentano gli asili nido: lo rende noto l´assessore regionale all´Istruzione e alle Politiche per l´Infanzia, Carla Casciari, evidenziando che sono state finanziate tutte le domande ammissibili presentate in seguito alla pubblicazione del bando "Dammi retta", per un importo complessivo di circa 820 mila euro. "Ancora una volta, la Regione Umbria conferma il suo impegno nel sostenere le famiglie - ha detto l´assessore - e non solo quelle con difficoltà economiche, ma anche con minori e anziani in modo da contribuire a rendere più leggero il lavoro di cura dei familiari che hanno più bisogno di attenzioni. In particolare, attraverso l´abbattimento delle rette degli asili nido, che a partire dallo scorso anno è stato aumentato da 300 a un massimo di 500 euro, abbiamo voluto rispondere alle esigenze delle tante famiglie che decidono di far frequentare ai loro figli i servizi attivi sul territorio regionale". Al contributo hanno potuto accedere le famiglie residenti in Umbria, con un reddito "Isee" non superiore a 50 mila euro, riferito ai redditi percepiti nell´anno 2013 ed al valore del patrimonio immobiliare e mobiliare al 31/12/2013, i cui figli nell´anno 2013/2014 abbiano frequentato per sei mesi, anche non continuativi, un asilo nido pubblico o privato. Le domande di contributo sono state presentate a ottobre 2014, esclusivamente in forma telematica, e sono state finanziate secondo l´ordine della graduatoria e, comunque, fino a concorrenza delle risorse disponibili.