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Notiziario Marketpress di Lunedì 04 Maggio 2015
L´UE PROPONE UN NUOVO PIANO D´AZIONE COMUNE PER I DIRITTI UMANI E LA DEMOCRAZIA  
 
Bruxelles, 4 maggio 2015 - I diritti umani continuano ad essere la bussola che affluiranno la politica estera dell´Unione e le sue relazioni con le altre istituzioni e la società civile. La scorsa settimana, la Commissione europea e l´Alto rappresentante dell´Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza hanno emesso una comunicazione congiunta su un piano d´azione dell´Unione europea per i diritti umani e la democrazia, per il periodo 2015-2019. Il piano d´azione proposto affronta i principali aspetti della politica dei diritti umani e si concentra sui settori prioritari in cui è necessario un maggiore impegno, sulla base dei risultati relativi al piano d´azione precedente (2012- 2014). Attraverso questa iniziativa, l´Alto Rappresentante / Vicepresidente, Federica Mogherini , intende rinnovare l´impegno dell´Ue di mettere i diritti umani al centro della politica estera dell´Unione europea. A questo proposito, ha dichiarato che: "I diritti umani sono una delle principali priorità del mio mandato e mi servono una bussola per indirizzare tutti i rapporti all´interno delle istituzioni dell´Unione, e che con i paesi terzi, le organizzazioni internazionali e la società civile. " " La presente comunicazione giunge in un momento cruciale in cui il mondo sta ridefinendo la propria strategia di sviluppo globale per i prossimi decenni; Inoltre, i diritti umani e dei valori democratici sono spesso indeboliti o ignorati in molte parti del nostro pianeta ", ha dichiarato il commissario europeo per la cooperazione internazionale e lo sviluppo, Neven Mimica . Il piano d´azione comune definisce i cinque settori strategici seguenti: rafforzare il ruolo degli attori locali; fornire una risposta alle sfide fondamentali per i diritti umani; un approccio olistico ai diritti umani in materia di situazioni di conflitto e di crisi; promuovere una maggiore coerenza delle politiche; migliorare l´efficienza e la cultura delle prestazioni nel campo dei diritti umani e della democrazia. Quadro strategico dell´Ue e il nuovo piano d´azione per i diritti umani e la democrazia impegnano l´Unione a promuovere i diritti umani in tutti i settori delle relazioni esterne, senza alcuna eccezione. Le attuali discussioni su obiettivi di sviluppo sostenibile per il post-2015 in base al quale l´attenzione è sui diritti umani e dei diritti delle donne come un obiettivo in sé, riflettono questo. Dovrebbero attuare le azioni proposte nel piano d´azione comune per tutte le parti del mondo, tenendo conto delle esigenze locali. La comunicazione adottata il 28 aprile dalla Commissione è un primo passo verso la messa a punto del piano d´azione da parte del Consiglio dell´Unione europea, prevista prima dell´estate.  
   
   
UE: DIALOGO CON I CITTADINI ALL´EXPO MILANO IL 9 MAGGIO  
 
Bruxelles, 4 maggio 2015 - Il Presidente del Parlamento europeo Martin Schulz e l´Alto Rappresentante/vicepresidente della Commissione europea Federica Mogherini incontreranno cittadini, studenti e visitatori dell´Expo di Milano per discutere di Unione europea, di sostenibilità e del ruolo dell´Europa nel mondo. Il 9 maggio la Giornata dell´Europa verrà celebrata all´Expo di Milano con l´inaugurazione ufficiale del padiglione dell´Unione europea. In questa occasione, il Parlamento europeo e la Commissione europea organizzano un Dialogo con i Cittadini per ascoltare le idee e le preoccupazioni dei cittadini europei. Il Presidente del Parlamento europeo Martin Schulz e l´Alto Rappresentante Mogherini e circa 1000 cittadini si riuniranno per discutere della direzione futura dell´Unione europea, di come affrontare le sfide della sostenibilità e quale dovrebbe essere il ruolo dell´Ue sulla scena internazionale. Quanto può essere sostenibile il nostro futuro? Qual è il ruolo dell’Ue nella promozione di un uso sicuro ed efficiente delle risorse naturali? Il dialogo con i cittadini illustrerà in che modo l’Ue affronta queste sfide. L´evento potrà essere seguito in webstreaming sul sito Dialoghi con i cittadini a partire dalle ore 11. Http://ec.europa.eu/citizens-dialogues/italy/milano/index_it.htm  Dì la tua su #Eudialogues.  
   
   
OGGI: CONVERGENZA O NO? COME I PAESI DELL´AREA EURO POSSONO RICOMINCIARE A CRESCERE INSIEME  
 
Milano, 4 maggio 2015 - Convergenza o no? All´evento che si svolge oggi alle ore 15.00presso l´Aula Pio Xi dell´Università Cattolica di Milano, i relatori si confronteranno sui livelli di convergenza tra i paesi dell´area euro e sulle prospettive future di crescita congiunta. All´evento prenderanno parte: Saluti: Guido Merzoni Preside della Facoltà di Scienze Politiche e Sociali, Università Cattolica del Sacro Cuore; Fabrizio Spada Direttore dell’Ufficio di Milano della Rappresentanza in Italia della Commissione europea. Intervengono: Marco Buti Direttore Generale della Dg Affari Economici e Finanziari della Commissione europea: Alberto Quadrio Curzio Professore Emerito, Università Cattolica del Sacro Cuore e Presidente Classe s.M.s.f., Accademia dei Lincei. Modera Alessandro Plateroti Vice Direttore de Il Sole 24 Ore. Per saperne di più http://www.Unicatt.it/eventi/evt-eventi-del-mese    
   
   
DISCORSO DEL PRESIDENTE JEAN-CLAUDE JUNCKER AL DIBATTITO DEL PARLAMENTO EUROPEO SULLE CONCLUSIONI DEL CONSIGLIO EUROPEO STRAORDINARIO DEL 23 APRILE: "AFFRONTARE CRISI MIGRATORIA"  
 
Strasburgo, 4 maggio 2015 - Signor Presidente del Consiglio europeo Signore e signori, La risposta alla tragedia umana abbiamo assistito nel Mediterraneo è stato immediato, ma rimane insufficiente. Accolgo con favore il fatto che la proposta che ho fatto a nome della Commissione per triplicare il bilancio per la missione Triton nonostante qualche esitazione iniziale, sono stati seguiti dai membri del Consiglio. Correggiamo rialzo le risorse di bilancio destinate alla missione per la Triton portare a $ 120 milioni. Tale importo corrisponde esattamente al bilancio che è stato assegnato alla missione Mare Nostrum. Stiamo restaurando un avanzato che abbiamo perso lungo la strada. E ´stato un grosso errore di aver posto fine alla missione Mare Nostrum. E ´costato la vita. L´unica l´Italia ha finanziato la missione Mare Nostrum; ora è il bilancio europeo e dei contributi nazionali di tutti coloro che finanzierà la missione Tritone. Questo è in realtà un ritorno alla normalità. Non era normale essere lasciato esclusivamente alla cura dei finanziamenti Italia missione Mare Nostrum. Leggo a volte, che poi è impreciso, perché questa informazione è costantemente ripetuto che il mandato di Frontex sarebbe limitato a operazioni di soccorso nelle acque territoriali degli Stati membri interessati. Questo non è vero. Il mandato di Frontex è molto più ampia. Vi risparmio i dettagli, ma non c´è bisogno di ampliare e modificare il mandato di Frontex. Domani, se è la volontà di tutti, e già si è fatto in luoghi e occasioni, Frontex può intervenire in acque internazionali, il che è normale. Non abbiamo di estendere il mandato, ma dobbiamo fare in modo e mettere a disposizione la missione significa che ha bisogno di essere in grado di intervenire in alto mare. Ho detto che la risposta del Consiglio europeo è stata immediata, ma non è stato sufficiente, voglio dire che le conclusioni che abbiamo adottato al Consiglio straordinario rimangono al di sotto del livello di ambizione che avrebbe dovuto essere la nostra . Lasciatemi spiegare. Non è sufficiente per combattere i sintomi della crisi, come ha detto Tusk, è indispensabile fare di tutto per evitare che le persone infelici devono prendere la barca. Salvataggio biografie sul posto invece di partecipare impotente all´autodistruzione delle biografie nel Mediterraneo. Essa deve a tutti i costi agli Stati membri di aumentare gli aiuti allo sviluppo. Ciò è essenziale. Sarà necessario che il Consiglio europeo, come il Presidente del Consiglio ha appena detto, torna ad argomenti che hanno alimentato la discussione Giovedi scorso. Chiedo, insieme con il Commissario Avramopoulos, per l´istituzione di un sistema di quote. Ho proposto in occasione dell´ultimo Consiglio europeo straordinario. Avrebbe avuto abbiamo indicato il nostro collettivo sarà versato alla distribuzione geografica in tutta Europa dei rifugiati. Lo farà così. Non possiamo lasciare a interamente agli Stati membri direttamente interessati alla gestione del trasferimento dei rifugiati. Questo è condivisa solidarietà. In realtà ho avuto abbastanza poesie. Ich mag Betroffensheitsrhetorik am Anfang, aber nicht auf Dauer Betroffenheitsrhetorik. Offriremo il 13 maggio un sytem delocalizzazione in tutta l´Unione europea. La solidarietà deve essere condivisa. E dobbiamo, con urgenza affrontare le questioni che ruotano attorno alla nozione di migrazione legale. Se non apriamo, se fosse solo la metà della porta d´ingresso, non essere sorpreso quando tutto il pianeta dello sfortunato stanno rompendo attraverso la finestra. Dobbiamo aprire le porte per impedire che dalle finestre. Non possiamo dire, "non possiamo accettare tutta la miseria del mondo" - per citare uno dei suoi colleghi, l´ex primo ministro socialista francese - e dire allo stesso tempo che non dovremmo cura per la migrazione legale. Immigrazione legale è parte della soluzione a medio termine e, pertanto, dobbiamo agire su di esso. Ora so, signor Presidente, che molti settori dell´opinione pubblica che l´Unione europea, chiede un´azione urgente che facciamo ora tutto il tuo cuore "comandi". Ma abbiamo anche bisogno di sapere in 6 mesi, l´opinione pubblica si sposta di nuovo in una direzione diversa. Vorrei che tutti coloro che sono ora d´accordo con noi a sostenere per la migrazione legale, e di introdurre un sistema di quote europeo, sono anche le sue parole, se l´opinione pubblica si è trasformata di nuovo. Tutti qui sanno che il continente europeo non può essere l´unico e solo punto di contatto per la lotta contro la povertà e la fame nel mondo. Ma dobbiamo aiutare il continente più ricco parte nostra al fine di garantire che le persone che, spinti dalla necessità di mettere in barca, non annegare al largo delle nostre coste. Questo è il nostro compito comune!  
   
   
MIGRAZIONE: IL PARLAMENTO EUROPEO CHIEDE UN SISTEMA VINCOLANTE DI QUOTE PER LA RIPARTIZIONE DEI RICHIEDENTI ASILO  
 
Strasburgo, 4 maggio 2015 - L´ue dovrebbe fare tutto il possibile per evitare ulteriori perdite di vite umane in mare, a esempio ampliando il mandato dell´operazione "Triton" per includere anche "le operazioni di ricerca e soccorso a livello di Ue", dice una risoluzione non vincolante votata dal Parlamento mercoledì. I deputati chiedono inoltre alla Commissione di fissare una quota vincolante per la ripartizione dei richiedenti asilo tra tutti gli Stati membri e più finanziamenti ai programmi di reinsediamento. I deputati invitano l´Ue e i suoi Stati membri "a definire un mandato chiaro per Triton, in modo da ampliarne l´ambito di intervento e il mandato per le operazioni di ricerca e soccorso a livello di Ue" (attualmente, Triton è coordinato dall´agenzia Ue Frontex e la sua missione si estende fino a 30 miglia nautiche dalle coste italiane). Gli Stati membri dovrebbero "fare tutto il possibile per identificare i corpi e le persone scomparse" e "fornire le risorse necessarie a garantire che gli obblighi di ricerca e soccorso siano di fatto rispettati", incluso un aumento di fondi per Frontex e l´Ufficio europeo di sostegno per l´asilo (Easo), si afferma nel testo approvato con 449 voti a favore, 130 contrari e 93 astensioni. Il Parlamento inoltre chiede che "sia messa a punto un´operazione umanitaria europea di ricerca, solida e permanente, che, come Mare Nostrum, sia operativa in alto mare e alla quale contribuiscano tutti gli Stati membri sia con risorse finanziarie che con attrezzature e mezzi" e sollecita l´Ue a cofinanziare tale operazione. Rafforzare la solidarietà e la condivisione delle responsabilità tra i paesi dell´Ue - Il Parlamento deplora che il Consiglio europeo del 23 aprile non si sia impegnano per istituire un meccanismo vincolante di solidarietà in tutta l´Ue. Per rispondere alle recenti tragedie nel Mediterraneo con "solidarietà e equa ripartizione della responsabilità", i deputati affermano che: la Commissione europea dovrebbe fissare una "quota vincolante" per la ripartizione dei richiedenti asilo tra tutti i paesi Ue, gli Stati membri dovrebbero utilizzare appieno le possibilità esistenti per il rilascio dei visti umanitari e prendere in seria considerazione la possibilità di applicare la direttiva del 2001 sulla protezione temporanea oppure l´articolo 78, paragrafo 3, Tfue, i quali prevedono entrambi un meccanismo di solidarietà in caso di afflusso massiccio e improvviso di sfollati, i paesi dell´Unione europea dovrebbero fornire un maggiore contributo ai programmi di reinsediamento esistenti, le regole del sistema europeo comune di asilo devono essere rapidamente e integralmente recepite nel diritto nazionale e attuate da tutti gli Stati membri partecipanti. Cooperazione con i paesi terzi e lotta contro gli scafisti - La risoluzione chiede un più stretto coordinamento delle politiche dell´Ue e degli Stati membri nell´affrontare le cause all´origine della migrazione e una maggiore cooperazione con i paesi partner in Medio Oriente e in Africa. Chiede anche sanzioni penali il più possibile severe contro la tratta di esseri umani e il traffico di migranti ed esorta gli Stati membri e le agenzie dell´Ue a collaborare più strettamente per individuare e tracciare il finanziamento di queste reti criminali e identificare il loro modus operandi, per impedire loro di arricchirsi mettendo a repentaglio la vita dei migranti. Contesto - L´operazione congiunta "Triton", coordinata da Frontex, è pienamente operativa dal 1° novembre 2014, dispone di una dotazione iniziale di 2,9 milioni di euro mensili, a fronte degli oltre 9 milioni di euro mensili che erano a disposizione di Mare Nostrum. Dall´avvio di "Triton", sono stati soccorsi lungo la rotta del Mediterraneo centrale più di 24.400 migranti irregolari, dei quali circa 7.860 con il concorso di risorse cofinanziate da Frontex. La commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni del Parlamento sta preparando una proposta di risoluzione per una strategia Ue sulla migrazione per il medio e il lungo termine.  
   
   
UE: UN MILIARDO DI EURO NEL 2015 PER L´INIZIATIVA PER L´OCCUPAZIONE GIOVANILE  
 
Strasburgo, 4 maggio 2015 - Le modifiche alle regole del Fondo sociale europeo (Fse) approvate mercoledì scorso dal Parlamento prevedono lo stanziamento nel 2015 di un miliardo di euro di finanziamenti Ue per aiutare gli Stati membri a inserire nel mondo del lavoro fino a 650.000 giovani. L´iniziativa per l´occupazione giovanile dell´Ue contribuisce ai finanziamenti dell´Fse negli Stati membri con regioni dove la disoccupazione giovanile supera il 25%. La proposta della Commissione è stata approvata senza emendamenti con 632 voti favorevoli, 30 contrari e 31 astensioni. "Siamo in corsa contro il tempo e l´Europa sta accelerando sull´occupazione giovanile La sfida era quella di raggiungere un accordo ampio e condiviso in un tempo record -. E quando siamo determinati, l´Ue è efficace" ha dichiarato la relatrice Elisabeth Morin-chartier (Ppe, Fr). Il numero di giovani tra i 15 e i 25 anni di età che non sono impiegati, o che non proseguono gli studi o la formazione, è in crescita in modo allarmante, soprattutto negli Stati membri che incontrano maggiori difficoltà a rientrare nel finanziamento di altri programmi comunitari. Anticipare lo stanziamento dei fondi può quindi essere di grande aiuto, dicono i deputati. Per il periodo 2014-2020, il finanziamento dell´Iniziativa per l´occupazione giovanile (Yei) è pari a 3,2 miliardi di euro, che saranno accompagnati da almeno altri 3,2 miliardi di euro in stanziamenti nazionali provenienti dall´Fse. Nel febbraio di quest´anno, la Commissione europea aveva approvato 28 dei 34 programmi operativi Yei, ognuno dei quali potrebbe ricevere fino a un terzo degli stanziamenti totali previsti per il 2014-2020, non appena le norme modificate entreranno in vigore. Il miliardo di euro in finanziamenti per l´Iniziativa per l´occupazione giovanile, che sarà a disposizione quest´anno, aumenterà il tasso di pre-finanziamento nel suo stanziamento di bilancio del 2015 dall´1-1,5% fino al 30% Ma non si tratta di nuovi finanziamenti, in quanto i fondi erano già stati previsti. Gli Stati membri saranno così in grado di avviare i progetti di cui hanno bisogno, ma le operazioni dell´Iniziativa per l´occupazione giovanile dovranno essere attuate entro la fine del 2018. Il progresso sul campo, nei primi anni, sarà cruciale per il successo globale dell´iniziativa. I paesi che beneficiano dell´iniziativa sono il Belgio, la Bulgaria, la Croazia, Cipro, la Repubblica Ceca, la Francia, la Grecia, l´Ungheria, l´Irlanda, l´Italia, la Lettonia, la Lituania, la Polonia, il Portogallo, la Romania, la Slovacchia, la Slovenia, la Spagna, la Svezia e il Regno Unito. Prossime tappe - Le modifiche devono ora essere approvate dal Consiglio dei Ministri, e avranno effetto il giorno successivo alla loro pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell´Unione europea.  
   
   
DICHIARAZIONE DEL COMMISSARIO MARIANNE THYSSEN SUL VOTO DEL PARLAMENTO EUROPEO SULLA PROMOZIONE DI 1 MILIARDO DI EURO IN PRE-FINANZIAMENTO PER L´INIZIATIVA OCCUPAZIONE GIOVANILE  
 
Bruxelles, 4 maggio 2015 - Accolgo con favore il voto di oggi al Parlamento europeo sulla mia proposta di fare 1 miliardo di euro per i giovani disoccupati, come già quest´anno. Noi aumentare fino a 30 volte gli Stati Uniti, un finanziamento ricevono. Ciò consentirà agli Stati membri di accelerare i loro sforzi per ottenere i giovani in posti di lavoro, apprendistato, tirocinio o di formazione continua. Il nostro obiettivo è di raggiungere fino a 650 000 giovani e aiutarli meglio e più velocemente. Come i giovani di nuovo a lavoro è una priorità assoluta per me e tutta la Commissione europea. Sono lieto che il Parlamento ha dimostrato il suo forte sostegno e oggi ha raggiunto un accordo su questa proposta legislativa cruciale in tempo di record. Ora vedo l´ora di una adozione altrettanto rapida da parte del Consiglio. I nostri giovani non può più aspettare.  
   
   
PARLAMENTO EUROPEO: OMICIDI IN KENYA E PERSECUZIONE DEI CRISTIANI  
 
Strasburgo, 4 maggio 2015 - In una risoluzione approvata giovedì scorso, i deputati suggeriscono che l’Ue avvii una missione di addestramento militare in Kenya e fornisca mezzi all’esercito e alla polizia kenioti per aiutare a prevenire l’espansione dell’organizzazione terroristica Al-shabaab. Inoltre, dovrebbe occuparsi in via prioritaria della persecuzione dei cristiani. La risoluzione arriva dopo il massacro di 147 studenti cristiani durante l’attacco terroristico all’università di Garissa in Kenya, dove persone, il 2 aprile di quest’anno, anche altre 79 persone sono rimaste ferite. Nella risoluzione, approvata con 578 voti in favore, 31 contrari e 34 astensioni, gli eurodeputati condannano gli attacchi terroristici del gruppo Al-shabaab ed esprimono le loro condoglianze alle famiglie delle vittime, al popolo e al Governo del Kenya. Missione di addestramento dell’Ue - I deputati chiedono di avviare una missione di addestramento militare dell’Ue in Kenya e di provvedere alla fornitura di attrezzature e alla formazione dei militari e le forze di polizia keniote “per combattere il terrorismo e impedire l’espansione di Al-shabaab”. Definiscono poi “deplorevole” la risposta tardiva della polizia in occasione dell’attentato a Garissa, L´ue dovrebbe anche “raccogliere un contributo finanziario” per aiutare a garantire la pace e la stabilità nel paese e nella regione. Ciò dovrebbe avvenire in collaborazione con l’Unione Africana e l’Ue dovrebbe anche considerare di ricorrere alla strategia di Pace per l’Africa. Occuparsi della persecuzione dei cristiani - L´ue dovrebbe occuparsi in via prioritaria della persecuzione dei cristiani e di altre comunità religiose, in un dialogo con le chiese e le altre organizzazioni religiose. I deputati rilevano che i terroristi a Garissa hanno in particolare individuato gli studenti cristiani e che l’organizzazione terroristica Al-shabaab "ha rivendicato pubblicamente e apertamente di condurre una guerra contro i cristiani", che rappresentano “il gruppo religioso maggiormente perseguitato” con più di 150.000 morti ogni anno. Gli attacchi contro i cristiani sono "aumentati enormemente" negli ultimi mesi, specialmente nel mondo arabo e principalmente per mano di terroristi jiahidisti. Oltre che in Nigeria, i deputati hanno evidenziato esempi in Iraq, Libia, Nigeria e Sudan. Allo stesso tempo, condannano e respingono l’errata interpretazione dell’Islam al fine di "legittimare" lo sterminio dei cristiani. Sollecitano i leader musulmani a condannare tutti gli attacchi terroristici e il governo del Kenya a non paragonare la comunità musulmana ad Al-shabaab e ad avere come unico obiettivo i colpevoli e non le “comunità etniche e religiose” in generale.  
   
   
DISCORSO DEL COMMISSARIO MOSCOVICI: IL FUTURO DELLA POLITICA FISCALE: UNA QUESTIONE CHE RIGUARDA LA SOCIETÀ NEL SUO DISCORSO DI CHIUSURA ALL´IN- GROSSO "LA VIA DA SEGUIRE"  
 
Bruxelles, 4 maggio 2015 - Signore e signori, Grazie per avermi invitato alla conferenza annuale di politica fiscale . E ´mio piacere da voi unirsi oggi e di contribuire alla vostre discussioni. Tre anni fa, uno dei miei impegni molto prima parlando quando ho assunto l´incarico di ministro francese dell´Economia e delle Finanze è stato un invito da parte "l´ordre des Experts Comptables français". Alcuni di voi in sala oggi potrebbe essere stato presenti allora. Vedrete che le mie opinioni sulla politica fiscale sono rimaste coerenti. In qualità di Commissario per gli affari economici e finanziari, fiscalità e dogane, sono convinto che abbiamo bisogno di un progetto ambizioso per la tassazione in Europa. Nei prossimi anni, punterò a far progredire un ordine del giorno incentrato sulla correttezza, trasparenza e un vero mercato unico da un punto di vista fiscale. Sono ben consapevole delle limitazioni imposte su questo ordine del giorno dalla regola dell´unanimità. Ma credo che possiamo fare progressi sostanziali in materia di tassazione a livello europeo nei prossimi anni. La tassazione non è una sostanza secca, tecnica: è parte integrante del programma di crescita presidente Juncker ha attuato con determinazione da novembre. Tassazione deve sostenere gli obiettivi dell´Unione europea, e in particolare contribuire a rafforzare la ripresa economica: Da un punto di vista commerciale, le regole di bilancio di oggi frammentano il mercato interno lungo linee nazionali, aumentare l´onere amministrativo di fare affari in diversi paesi europei e di ridurre la certezza del diritto. In particolare le Pmi, che hanno risorse limitate, in genere non ricorrono a tecniche di ottimizzazione fiscale, e di fronte a una chiara situazione di svantaggio nell´acquisire quote di mercato oltre i confini nazionali. Dal punto di vista del governo, pianificazione fiscale aggressiva porta a carenze nel meccanismo di riscossione delle imposte e si traduce in una diminuzione delle entrate - e Sono completamente d´accordo in tal senso con il titolo che hai scelto per la vostra conferenza di oggi: "il futuro della politica fiscale" è davvero " una questione che riguarda la società nel suo insieme ". Infine, da un punto di vista politico, la pianificazione fiscale aggressiva e la mancanza generale di trasparenza in tutta Europa hanno un effetto corrosivo sul principio del "no taxation without consenso". La responsabilità democratica è a rischio quando le grandi società sono in grado di fare gli Stati membri sono in concorrenza per ospitare la loro sede o operazioni: la prerogativa di impostare il livello di tassazione non è più esercitato dai cittadini ei loro rappresentanti, ma dalle multinazionali. Si tratta di una questione fondamentale per tutti noi. L´unione europea ha bisogno di una tabella di marcia ambiziosa per porre fine al carattere distorsivo della sua politica fiscale e quadro normativo. A mio avviso, la strada da seguire è chiara: L´unione europea deve aumentare la trasparenza in materia fiscale; E gli Stati membri devono coordinare i loro sistemi fiscali per contrastare l´erosione base imponibile. Permettetemi prima trasparenza indirizzo. Aumentare la trasparenza su tutta la linea è a mio avviso il primo passo in avanti. Non vi è dubbio che la situazione è migliorata notevolmente negli ultimi anni, in particolare attraverso lo scambio automatico di informazioni di natura economica. Tuttavia, quando si tratta di questioni fiscali aziendali, la cooperazione e lo scambio di informazioni tra le amministrazioni fiscali ´Stati membri rimane strutturato e debole, lasciandoli vulnerabili a erosione della base in cui le aziende sfruttano questo vuoto informativo. Molto più progresso deve essere fatto sulla trasparenza nella tassazione delle imprese, se vogliamo affrontare l´evasione fiscale delle imprese. Questo progresso è possibile solo se le autorità fiscali nazionali collaborano molto più di quanto non facciano oggi. Sarete tutti essere a conoscenza del pacchetto di misure in materia di trasparenza annunciate il mese scorso. La proposta contribuirà a migliorare la cooperazione tra le autorità fiscali imponendo agli Stati membri di scambiare automaticamente le informazioni sulle decisioni fiscali. Sentenze fiscali non sono di per sé un problema. In effetti, si tratta di strumenti importanti che danno i contribuenti la certezza del diritto e la prevedibilità di cui hanno bisogno per prendere decisioni di investimento. E ´di vitale importanza per le aziende di sapere in anticipo come saranno tassate le loro attività. Ma queste sentenze sono spesso avvolte dal segreto. Questo può essere un problema quando le decisioni prese dalle autorità fiscali in uno Stato membro diverso impatto Stati membri. Allo stato attuale, le autorità nazionali sono spesso inconsapevoli di ciò che altri paesi dell´Ue offrono alle multinazionali. Come risultato, la stessa operazione può essere trattata in modo diverso da diversi stati. E la mancanza di trasparenza aiuta le aziende a svolgere il loro gioco e ottenere il miglior affare. Senza visibilità su queste sentenze, i governi non sono neanche a conoscenza che hanno bisogno di agire per proteggere la loro base imponibile. Abbiamo anche visto che alcune decisioni possono non essere sempre in linea con la concorrenza fiscale leale. Come forse sapete, la Commissione europea sta attualmente esaminando diverse sentenze fiscali per verificare se siano conformi alle norme sugli aiuti di Stato e ha chiesto a tutti gli Stati membri di inviare l´elenco completo delle loro decisioni fiscali. La proposta della Commissione sui provvedimenti fiscali aiuterà a gettare una luce su questo momento opaca, aspetto ancora fondamentale dell´imposta sulle società. È stato progettato per rendere i governi più consapevoli degli effetti delle sentenze degli altri sulle proprie entrate, e meglio attrezzati per react.With lo scambio automatico di informazioni, tutti gli Stati membri dovranno condividere i dettagli con l´altro in tutti i loro cross sentenze fiscali transfrontalieri, in modo sistematico, ogni 3 mesi. A differenza delle attuali disposizioni di pronuncia fiscali, non ci saranno clausole di salvaguardia, e spazio alle interpretazioni, su tali requisiti. Le informazioni che le autorità fiscali devono scambiarsi sarà pre-definito. Sarà abbastanza completo per permettere agli Stati membri di valutare se una sentenza imposta è rilevante per loro. Ma sarà anche abbastanza semplice per evitare inutili oneri amministrativi. Se, dopo questo scambio iniziale, uno Stato membro ritiene che ha bisogno di più informazioni su una particolare decisione, può richiedere maggiori dettagli. Una maggiore trasparenza porterà anche maggiore controllo, che porterà a ulteriori benefici. Gli Stati membri saranno dissuaso dal concedere decisioni fiscali irragionevoli: trasparenza sarà quindi aprire la porta per i paesi dell´Ue di applicare la pressione dei pari su un l´altro a modificare i loro sistemi. Da parte loro, le aziende saranno scoraggiati dal usando sentenze per spostare i profitti ed evitare le tasse. Tale proposta è stata accolta favorevolmente da tutti i ministri lo scorso fine settimana a Riga. Esso rappresenta un primo passo essenziale verso un ambiente fiscale più trasparente ed equo nell´Ue - ma è solo un primo passo. Quando ha pubblicato il suo pacchetto di marzo, la Commissione europea ha anche annunciato che sta valutando la possibilità di introdurre ulteriori misure di trasparenza - come i requisiti di informativa al pubblico per le multinazionali. Abbiamo più volte sentito oggi quanto sia importante questo problema è quello di molte organizzazioni. Personalmente sono a favore della piena trasparenza fiscale - per i governi e per le imprese - ma questo non è una decisione da prendere alla leggera. La Commissione europea ha pertanto impegnata ad effettuare una valutazione completa dei costi e dei benefici di ulteriori azioni. Questa analisi ci vorrà del tempo, ma è che è essenziale per garantire che le nuove decisioni politiche sono saldamente fondate su un´analisi approfondita di prove, sugli obiettivi del suono, e sui benefici chiaramente identificati. Una parola ora sul secondo fronte della nostra agenda fiscale: coordinamento fiscale. La Commissione ha sostenuto il principio generale della concorrenza fiscale per molti anni, pur essendo anche attivo nella lotta contro la concorrenza fiscale dannosa, ad esempio attraverso il codice di condotta sulla tassazione delle imprese. Tuttavia, è chiaro che la linea di demarcazione tra la concorrenza fiscale dannosa e disponibile si è spostato. Il contesto politico si è evoluto anche in quanto il Piano d´azione 2012 sulla lotta contro la frode e l´evasione fiscale. Opinioni pubbliche sono più sensibili alle disparità fiscali percepiti o reali, e noi dobbiamo rispondere alla chiamata delle nostre società per una maggiore equità fiscale in un momento in cui i cittadini europei sono ancora sentire il pizzico di restrizioni di bilancio. La Commissione ha espresso notevoli progressi sulle proposte elencate nel piano d´azione 2012, ad esempio introducendo modifiche alla direttiva società madri e figlie e migliorare la direttiva sul risparmio. Ma l´attenzione prima sul miglioramento rispetto fiscali e la cooperazione amministrativa ha ora ampliato fino a comprendere l´analisi di quelle caratteristiche dei sistemi fiscali nazionali che contribuiscono alla pianificazione fiscale aggressiva. Per questo motivo la Commissione ha annunciato che ci porterà avanti un nuovo piano d´azione prima dell´estate, che farà in modo che i nostri sforzi a garantire che i profitti nel mercato unico sono tassati in cui si genera il valore. I profitti generati nell´Ue devono essere effettivamente tassati. Come ho detto prima, credo che questo problema è fondamentale per l´Unione europea. La Commissione sta lavorando sodo per studiare il modo migliore per raggiungere questo obiettivo. Il lavoro qui è in corso, ma sia il presidente Juncker e ho già detto che il piano d´azione si baserà su cinque azioni chiave, a cominciare dal rilancio della consolidata comune per le società di base fiscale (o Ccctb), che armonizzare la base imponibile per molti le imprese che operano a livello transfrontaliero nell´Ue e consentono alle aziende di consolidare i loro utili imponibili tra gli Stati membri. La Ccctb è un elemento essenziale del programma per l´equità, trasparenza e un vero mercato unico fiscale ho menzionato in precedenza. Sarebbe rendere il mercato interno più competitivo, come azienda avrebbe bisogno di rispettare un solo set di norme fiscali e permetterebbe loro di compensare i profitti in uno Stato membro con le perdite subite in un altro. Ma sarebbe anche limitare le opportunità per queste aziende di manipolare la loro posizione fiscale, fornendo così un approccio olistico alla lotta contro l´evasione all´interno dell´Ue. Abbiamo bisogno di valutare le modalità di tale rilancio. Abbiamo una linea sottile di calcare. Da un lato si vuole porre fine alla evasione fiscale, l´evasione e strategie aggressive di pianificazione fiscale e di garantire che i profitti siano tassati dove si genera il valore. D´altra parte dobbiamo essere attenti a non penalizzare le attività commerciali legittime, o imponendo oneri amministrativi sproporzionati, creando incertezza giuridica o generando situazioni che portano alla doppia imposizione. Per anni abbiamo lavorato duramente per migliorare il mercato unico e ridurre gli ostacoli all´attività transfrontaliera: saremo attenti a non creare nuove barriere nel nostro desiderio di porre fine a pratiche fiscali dannose. Inoltre, il piano d´azione si baserà su sviluppi globali, in particolare il lavoro dell´Ocse sulla Erosione Base e profitto Shifting che Pascal Saint-amans ha descritto questa mattina. L´ue deve fare attenzione a garantire che i risultati del progetto Beps risponde alle esigenze del mercato interno e rispetta trattato libertà. Per quelli di voi che hanno goduto il romanzo di Margaret Mitchell Via col vento , si può ricordare il seguente motto: " Morte, le tasse e il parto! Non c´è mai qualsiasi momento conveniente per nessuno di loro . "Non c´è molto la Commissione europea può fare per la morte e il parto, ma speriamo di cambiare il paesaggio per la tassazione. Come è giusto non sarà facile, ed è per questo è importante partecipare a eventi come questo di oggi. La tua voce, come commercialisti europei, questioni: che contribuirà a sviluppare ulteriormente le nostre iniziative e mettere a punto, e non vedo l´ora di vostro contributo che la Commissione europea si muove in avanti con la sua agenda fiscale. Grazie.  
   
   
CONCORRENZA: DEFERIMENTO DELL´ITALIA ALLA CORTE DI GIUSTIZIA PER MANCATO RECUPERO DEGLI AIUTI DI STATO ILLEGALI  
 
 Bruxelles, 4 maggio 2015 - La Commissione europea ha deciso di deferire l´Italia alla Corte di giustizia dell´Ue per non aver integralmente recuperato gli aiuti di Stato illegalmente concessi all´industria alberghiera in Sardegna. La Commissione ha nuovamente adito la Corte con riguardo agli aiuti concessi a numerosi alberghi in Sardegna in quanto le autorità italiane non hanno rispettato la prima sentenza del marzo 2012 (C-243/10), in cui la Corte ha confermato che l´Italia non aveva attuato la decisione della Commissione del 2 luglio 2008. La decisione concludeva che la Regione autonoma della Sardegna aveva concesso aiuti a talune imprese alberghiere sarde in violazione delle condizioni stabilite negli orientamenti approvati dalla Commissione. La Commissione ha intimato all´Italia di recuperare gli aiuti illegali per un totale di quasi 15 milioni di euro. Ad oggi, devono ancora essere recuperati circa 13 milioni di euro. Il ritardo è dovuto alla sospensione da parte dei giudici nazionali degli ordini di recupero emessi dall´amministrazione nazionale italiana . Secondo la Commissione, molte di queste sospensioni non soddisfano le rigide condizioni stabilite nella giurisprudenza riguardo alla possibilità per i giudici nazionali di sospendere, anche provvisoriamente, l´esecuzione degli atti dell´Unione. La Commissione chiede pertanto alla Corte di giustizia di condannare nuovamente l´Italia e di imporre un´ammenda forfettaria di circa 20 milioni di euro, oltre a un´ammenda giornaliera di circa 160 000 euro finché l´Italia non avrà pienamente recuperato l´aiuto e posto fine all´infrazione.  
   
   
NEPAL TERREMOTO: RISPOSTA DI EMERGENZA DELL´UE  
 
Bruxelles, 4 maggio 2015 - L´unione europea sta mostrando solidarietà concreta con il Nepal a seguito del devastante terremoto che ha colpito il paese lo scorso Sabato. Esperti europei, le attività e dei fondi di salvataggio stanno già facendo la differenza nei primi giorni cruciali della risposta. Il commissario europeo per gli aiuti umanitari e gestione delle crisi Christos Stylianides è in viaggio verso il paese oggi per valutare la situazione e rendere il sostegno sicuro in Europa continua ad aiutare in modo efficace dove è più necessario. Entro le prime 24 ore dopo il disastro ha colpito, la Commissione europea aveva inviato esperti umanitari in Nepal e mobilitato 3 € millionto contribuire ad affrontare i bisogni più urgenti: acqua pulita, cibo, medicine, riparo di emergenza e delle telecomunicazioni. Il finanziamento dell´Ue sta aiutando in via prioritaria i gruppi più vulnerabili. L´aiuto viene incanalata tramite le organizzazioni umanitarie che operano sul terreno. Il meccanismo di protezione civile dell´Ue è stato attivato immediatamente per coordinare l´assistenza offerta dagli Stati membri, come le squadre di soccorso e aiuti materiali. Nei giorni successivi al disastro, la Commissione ha schierato un aiuto umanitario più e gli esperti della protezione civile (tra cui ingegneri) per le zone colpite. Stanno lavorando fianco a fianco con le autorità nepalesi ei partner internazionali sul terreno per accertarsi che l´assistenza dell´Ue sia collegato in modo efficiente nella risposta complessiva e va dove è più necessario. Il servizio di gestione delle emergenze Copernico è stata attivata per la fornitura di immagini satellitari / cartine della zona del disastro per sostenere le operazioni di soccorso. Emergency Response Coordination Centre della Commissione Europea segue gli sviluppi e coordina il sostegno europeo. Funziona riunioni di coordinamento con gli Stati membri e le organizzazioni internazionali. Gli aiuti da parte degli Stati membri - Belgio, Repubblica ceca, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Italia, Paesi Bassi, Polonia, Svezia, Spagna e Regno Unito, nonché la Norvegia, stanno partecipando allo sforzo di assistenza comune europea finora. La Commissione europea può cofinanziare la fornitura di aiuti dagli Stati membri attraverso il meccanismo di protezione civile dell´Ue. Inoltre, gli Stati membri hanno mobilitato aiuti finanziari bilaterali per il Nepal, che è attualmente di un almeno € 25 milioni. L´assistenza offerta attraverso il meccanismo di protezione civile dell´Ue
Belgio Media urbana Search and Rescue team
Ceco Repubblica Medical Trauma team
Danimarca 1 centro di coordinamento operativo (Osocc); 3 moduli base leggeri; 4 moduli Ict
Estonia Media urbana Search and Rescue team
Finlandia Media urbana Search and Rescue team
Francia Modulo Purificazione dell´acqua 150 tende
Germania Modulo Purificazione dell´acqua
Grecia Media urbana Search and Rescue team
Italia Equipe medica Forward Posto Medico Avanzato *
Paesi Bassi Heavy Urbano Search and Rescue team
Norvegia Media urbana Search and Rescue team
Polonia Heavy Urbano Search and Rescue team
Svezia 1 centro di coordinamento operativo (Task); Heavy urbano Search and Rescue team
Spagna I moduli per depurazione dell´acqua + taniche; Tende familiari 4x4 tutto climatiche; Teloni; Set da cucina; Coperte; Kit igienici, latrine;
Regno Unito Urbano Ricerca e squadra di soccorso di 180 sacchi per i cadaveri, squadra Medico Avanzato
 
   
   
AIUTI DI STATO: LA COMMISSIONE EUROPEA FORNISCE ORIENTAMENTI SULLE MISURE DI ASSISTENZA PUBBLICI LOCALI CHE PUÒ ESSERE CONCESSO SENZA LA PREVENTIVA APPROVAZIONE DELLA COMMISSIONE  
 
Bruxelles, 4 maggio 2015 - La Commissione europea ha concluso in relazione a sette misure di sostegno pubblico a favore delle attività puramente locali di livello che non costituiscono aiuti di Stato ai sensi delle norme Ue, dal momento che è improbabile che possano incidere in modo significativo il commercio tra gli Stati membri. Queste decisioni riguardano la Repubblica ceca, la Germania, i Paesi Bassi e il Regno Unito. Le decisioni offrono agli Stati membri e alle parti interessate ulteriori indicazioni per determinare le circostanze in cui l´autorizzazione della Commissione in conformità delle norme in materia di aiuti di Stato non è necessaria. Esse completano il regolamento generale di esenzione per categoria riveduto e adottato dalla Commissione nel maggio dello scorso anno e ha ampliato notevolmente la portata delle esenzioni alla previa approvazione della Commissione. L´obiettivo generale è quello di ridurre ulteriormente gli oneri amministrativi per i governi e le imprese e mettere a fuoco le risorse della Commissione sul controllo del rispetto delle norme sugli aiuti di Stato nei casi che hanno il maggiore impatto sul mercato unico. Si tratta di un obiettivo importante dell´iniziativa della Commissione sulla modernizzazione della sua politica di aiuti di Stato . Norme Ue in materia di aiuti di Stato sono essenziali per garantire che tutte le aziende possano competere su un piano di parità per tutto il mercato unico dell´Ue. Gli aiuti pubblici concessi alle imprese sono in linea di principio vietato, a meno che non possono essere giustificate in quanto falsano la concorrenza all´interno del mercato unico (articolo 107 paragrafo 1, del trattato sul funzionamento dell´Unione europea). Tale divieto si applica solo alle misure che potrebbero pregiudicare il commercio tra gli Stati membri . Dato l´alto livello di integrazione economica raggiunta nell´Unione europea, gli aiuti che falsano la concorrenza tra imprese influenzano, in molti casi anche il commercio all´interno dell´Ue. Tuttavia, se l´aiuto pubblico è concesso ad un´attività che è di puramente locale , potrebbe non ha alcun effetto sugli scambi tra gli Stati membri, ad esempio quando il beneficiario fornisce beni o servizi in una zona circoscritta di uno Stato membro e non è in grado di attirare clienti provenienti da altri Stati membri. Inoltre, la misura dovrebbe avere alcun effetto prevedibile - o solo effetti marginali - sugli investimenti transnazionali nel settore interessato o la creazione di imprese nel mercato unico dell´Ue, come testimoniano le sette casi su cui la Commissione ha adottato una decisione oggi. Le versioni non riservate delle decisioni saranno pubblicati con i numeri indicati di seguito nel registro degli aiuti di Stato sul sito della Dg Concorrenza una volta eventuali questioni di riservatezza sono stati risolti. La newsletter elettronica State Aid Weekly e-News elenca le più recenti decisioni in materia di aiuti di Stato pubblicate nella Gazzetta ufficiale e su Internet. Le decisioni in materia di informazione Repubblica Ceca - Gli ospedali pubblici a Hradec Králové (Sa.37432) - Gli ospedali pubblici appartenenti alla regione di Hradec Králové ricevono finanziamenti pubblici, che è in primo luogo lo scopo di garantire la fornitura di servizi medici di emergenza e finanziare le strutture che gli ospedali hanno bisogno per fornire questi servizi. La Commissione ritiene che il finanziamento pubblico è improbabile che incidere sugli scambi tra gli Stati membri e, pertanto, non costituisce un aiuto di Stato da parte della natura, e per due motivi: ospedali attività principale è quello di fornire assistenza medica alle persone che vivono nella loro area di rispettiva attrazione locale (cioè il loro quartiere). Inoltre, non vi sono prove di investimenti transfrontalieri sono realizzati negli ospedali, o che altri operatori sanitari degli Stati membri, in particolare nella regione. Germania - Durmersheim Medical Center (Sa.37904) - La Commissione ha ricevuto una denuncia che il comune Durmersheim, Baden-württemberg, avrebbe locazione i servizi presso il centro medico Klinikum Mittelbaden ad un prezzo inferiore a quello di mercato. Il centro offre servizi medici di base alla popolazione locale, per il quale la concorrenza si esercita a livello locale. La barriera linguistica e le caratteristiche dei sistemi sanitari nazionali e assicurazioni rendono il concorso improbabile frontiera per i servizi medici standard. Inoltre, date le dimensioni modeste del centro e l´affitto pagato, qualsiasi vantaggio potenziale sarebbe molto piccola e trascurabile. Il beneficiario dell´aiuto presunto non ha operazioni per le quali la concorrenza al di là del livello locale. Germania - Städtische Projektgesellschaft "Wirtschaftsbüro Gaarden - Kiel" (Sa.33149) - " Projektgesellschaft Kiel-gaarden Gmbh "è di proprietà e gestito dalla città di Kiel. Esso fornisce, a un livello molto basso, libera informazione e consulenza alle persone interessate, alle imprese di nuova costituzione e delle Pmi, al fine di aumentare l´attrattiva di Kiel-gaarden e per promuovere la ´attività economica. Esso fornisce i propri servizi esclusivamente a livello locale-Gaarden a Kiel, un quartiere povero di Kiel che beneficia di misure di sviluppo urbano. Inoltre, la Commissione ha constatato che non vi erano prove di investimenti transfrontalieri sono state fatte in questi servizi, che consistono di una prestazione di consigli di base per le imprese molto piccole situate in aree urbane socialmente svantaggiate. Germania - Landgrafen-klinik (Sa.38035) - Il Landgrafen-klinik è una clinica di riabilitazione con 200 posti letto, che si trova a Bad Nenndorf, Bassa Sassonia. Le sovvenzioni statali alla clinica per la compensazione per le perdite subite a causa della fornitura di servizi di assistenza sanitaria. La Commissione ritiene che il finanziamento pubblico non è in grado di incidere sugli scambi tra gli Stati membri e, pertanto, non costituisce un aiuto di Stato per natura in quanto i servizi forniti da Landgrafen-klinik un carattere esclusivamente locale (su 3080 I pazienti trattati nel 2013, nessuno risiedeva in un altro Stato membro, né provenivano da un altro Stato membro), e che il finanziamento pubblico Landgrafen-klinik non ha mai attratto notevoli investimenti nella regione e ha creato ostacoli concreto alla costituzione di altre società (la zona ha fatto più di 20 cliniche di rinnovo). Olanda - Aiuti agli investimenti per il porto di Lauwersoog (Sa.39403) - Il progetto di investimento nel porto di Lauwersoog consiste in un ampliamento del porto di pesca molo di modernizzare il suo porto turistico e la costruzione di una piattaforma galleggiante per la pesca sportiva. Il porto di Lauwersoog è usato principalmente da piccoli pescherecci, la scelta di una porta principalmente per la sua vicinanza geografica alle zone di pesca che interessano loro. L´investimento non porterà ad un aumento significativo della capacità portuale e, in particolare, non aumenterà la sua capacità di accogliere navi più grandi. Anche gli investimenti nel porto di pesca c´è un mercato locale e non in modo significativo egli pregiudicare il commercio tra Stati membri, dal momento che non incoraggia gli altri Stati membri ai pescatori utilizzare il porto di Lauwersoog piuttosto che porti situati in altri Stati membri. I componenti di progetto per le attività ricreative mirare anche chiaramente un mercato locale (la marina ha solo 60 posizioni) e quindi non hanno alcun impatto negativo sul commercio transfrontaliero. Regno Unito - Glenmore Lodge (Sa 37963.) - Glenmore Lodge è il centro nazionale della Scozia di outdoor training. E ´gestito e finanziato da sportscotland, un ente pubblico. Le sue attività coprono due aree: l´organizzazione di corsi per l´ottenimento di una certificazione di accompagnamento o istruttore di mountain per l´ottenimento di qualifiche riconosciute dalle autorità sportive del Regno Unito e, in misura minore, l´organizzazione della formazione sulle competenze e sport di montagna per il grande pubblico. La Commissione ha constatato che il sostegno di sportscotland non incidono sugli scambi tra Stati membri e, pertanto, non costituisce un aiuto di Stato, dal momento che la maggior parte delle attività di Glenmore Lodge indirizzare una clientela regionale, anche nazionale, e che ´non vi era alcuna indicazione della presenza di istituti transfrontalieri o di investimento per il tipo di servizi offerti da Glenmore Lodge. Regno Unito - Golf club di proprietà dei loro membri (Sa.38208) - Nel Regno Unito, società sportive sotto la categoria di società sportive dilettantistiche a livello locale (comunitari sportive amatoriali Clubs - Ccac) beneficiano di alcune esenzioni dall´imposta sulle società. In una denuncia, è stato affermato che alcune riduzioni fiscali per i club di golf distorsione della concorrenza ed erano analoghe a aiuti di Stato. La denuncia riguardava l´esenzione dall´imposta sulle società sugli utili generati dal Ccac attraverso attività con non membri (cioè visitatori), dove il fatturato relativo a queste attività è inferiore 30 000 sterline, e rendite di beni appartenenti al club, dove il reddito lordo è inferiore a £ 20.000. La Commissione ha concluso che questi club sono stati impegnati in attività di sensibilizzazione, a causa del loro status di Ccac, e che le esenzioni non incidono sugli scambi tra Stati membri e non costituiscono aides.Les agevolazioni fiscali devono rimanere al di un livello basso, che esclude i club che attirano i giocatori importanti non membri delle entrate (il Regno Unito o all´estero) e potrebbe quindi competere con mazze da golf al di fuori del Regno Unito.  
   
   
PROCEDIMENTI DI INFRAZIONE DEL MESE DI APRILE: DECISIONI PRINCIPALI  
 
 Bruxelles, 4 maggio 2015 - Con le decisioni sui casi d´infrazione adottate questo mese, la Commissione europea avvia varie azioni legali nei confronti di alcuni Stati membri per inadempimento degli obblighi previsti dal diritto dell´Ue. Le decisioni qui esposte, relative a molti settori, mirano a garantire la corretta applicazione del diritto dell´Ue a favore dei cittadini e delle imprese. La Commissione ha adottato oggi 120 decisioni, tra cui 38 pareri motivati e 6 deferimenti alla Corte di giustizia dell´Unione europea. La Commissione procede inoltre ad archiviare alcuni casi in cui i problemi con gli Stati membri interessati sono stati risolti senza che fosse necessario proseguire oltre nel procedimento. Si riporta di seguito una breve esposizione delle principali decisioni. Per maggiori informazioni sulla procedura d´infrazione si rinvia al Memo/12/12. Per maggiori informazioni su tutte le decisioni si rinvia al registro delle decisioni della Commissione sulle violazioni. 1. Deferimenti alla Corte di giustizia Concorrenza: la Commissione deferisce l´Italia alla Corte di Giustizia per il mancato recupero di aiuti illeciti La Commissione europea ha deciso di deferire l´Italia alla Corte di giustizia dell´Unione europea per non aver recuperato interamente gli aiuti di Stato concessi illegalmente all´industria alberghiera in Sardegna. La Commissione deferisce l´Italia alla Corte di giustizia per la seconda volta in relazione all´aiuto concesso a diversi alberghi in Sardegna, dato che le autorità italiane non hanno dato esecuzione alla prima sentenza emessa dalla Corte nel marzo 2012 (causa C-243/10). Ciò fa seguito a una decisione del luglio 2008 in cui la Commissione ha dichiarato che gli aiuti concessi dalla Regione autonoma della Sardegna ad alcune aziende alberghiere violavano le condizioni stabilite nel quadro approvato dalla Commissione. La Commissione ha ingiunto all´Italia di recuperare gli aiuti concessi illegalmente, consistenti in una somma pari a quasi 15 milioni di Eur. Ad oggi risulta non recuperato un importo di quasi 13 milioni di Eur (dei 15 milioni di Eur iniziali). La Commissione chiede pertanto alla Corte di giustizia di condannare l´Italia una seconda volta e di imporle una penale forfettaria di circa 20 milioni di Eur, oltre al pagamento di una penalità di mora giornaliera di circa 160 000 Eur fino a quando non avrà recuperato interamente l´aiuto concesso, ponendo quindi fine all´infrazione. (Per maggiori informazioni: Ip/15/4872 - Ricardo Cardoso - Tel.: +32 229 80100) Ambiente: la Commissione deferisce la Francia alla Corte di giustizia per l´inadeguatezza del trattamento delle acque reflue La Commissione europea deferisce la Francia alla Corte di giustizia europea per l´inosservanza della normativa Ue in materia di trattamento delle acque reflue urbane. Sono circa 17 gli agglomerati che non possiedono un impianto di trattamento delle acque reflue conforme alle norme Ue. Le acque reflue urbane non trattate possono mettere a rischio la salute dei cittadini e l´ambiente in Europa. La Commissione europea deve fare in modo che il livello del trattamento delle acque reflue urbane possa essere garantito in tutta l´Unione. La Francia era stata avvisata per la prima volta nel 2009 a tale proposito; il caso in questione riguarda zone con una popolazione equivalente compresa tra 2 000 e 15 000. La normativa Ue in materia di trattamento delle acque reflue urbane, risalente al 1991, ha previsto ampi margini di tempo per la sua attuazione. Gli Stati membri avevano tempo fino alla fine del 2000 per assicurare un adeguato trattamento delle acque reflue degli agglomerati di grandi dimensioni e fino alla fine del 2005 per prevedere un adeguato trattamento degli scarichi degli agglomerati di medie dimensioni, nonché degli scarichi, provenienti da piccoli agglomerati, in acque dolci ed estuari. (Per maggiori informazioni:Ip/15/4873- Enrico Brivio – Tel.: +32 229 56172) Ambiente: la Commissione deferisce la Romania alla Corte di giustizia per la mancata modifica della normativa sui rifiuti di imballaggio La Commissione europea deferisce la Romania alla Corte di giustizia dell´Unione europea per il mancato recepimento nel diritto nazionale delle norme Ue modificate in materia di rifiuti di imballaggio. La direttiva sugli imballaggi modificata aggiorna le norme in materia di imballaggi e rifiuti di imballaggio, al fine di ridurre il loro impatto sull´ambiente. Gli Stati membri dovevano mettere in vigore le disposizioni legislative necessarie per conformarsi a tale direttiva entro il 30 settembre 2013. Poiché la Romania non ha rispettato il termine fissato, il 29 novembre 2013 la Commissione le ha inviato una lettera di costituzione in mora, seguita da un parere motivato, inviato l´11 luglio 2014. A distanza di oltre un anno e mezzo dal termine fissato, la direttiva non è stata ancora recepita nel diritto nazionale. La Commissione ha pertanto deciso di adire la Corte di giustizia dell´Unione europea. (Per maggiori informazioni:Ip/15/4874- Enrico Brivio – Tel.: +32 229 56172) Ambiente: la Commissione deferisce la Polonia e la Slovenia alla Corte di giustizia per inadempienze nel trattamento dei rifiuti elettronici La Commissione europea deferisce la Polonia e la Slovenia alla Corte di giustizia dell´Ue per il mancato recepimento della normativa Ue sul riciclaggio dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche. Le norme Ue, che avrebbero dovuto essere recepite nel diritto nazionale entro il 14 febbraio 2014, sono intese a prevenire o ridurre gli impatti ambientali negativi derivanti dal rapido aumento di questo genere di rifiuti. Le norme sono una "rifusione" della precedente direttiva Raee e contengono una serie di disposizioni nuove o modificate in modo sostanziale, che nessuno degli Stati membri in questione ha recepito. Per la Polonia, la Commissione chiede alla Corte di imporre sanzioni pecuniarie pari a 71 610 Eur al giorno fino a quando la normativa non verrà recepita. Per la Slovenia, la Commissione chiede alla Corte di imporre sanzioni pecuniarie pari a 8 408,4 Eur al giorno fino a quando la normativa non verrà recepita. (Per maggiori informazioni:Ip/15/4875 - Enrico Brivio – Tel.: +32 229 56172) Mercato interno: requisito di cittadinanza per i notai: la Commissione deferisce l´Ungheria alla Corte di giustizia per garantire la non discriminazione La Commissione europea ha deciso di deferire l´Ungheria alla Corte di giustizia dell´Unione europea perché il paese consente di intraprendere e praticare la professione notarile in Ungheria unicamente ai cittadini ungheresi, precludendo pertanto questa possibilità ai cittadini degli altri Stati membri. La Commissione ritiene che il requisito della cittadinanza nel caso in questione sia contrario alle norme in materia di libertà di stabilimento e che non possa essere giustificato sulla base dell´articolo 51 Tfue, che riguarda le attività correlate all´esercizio dei pubblici poteri. (Per maggiori informazioni: Ip/15/4876 - Lucia Caudet – Tel.: +32 229 56182) 2. Pareri motivati Occupazione: Orario di lavoro: La Commissione chiede alla Danimarca di rispettare il diritto dei lavoratori a fruire delle ferie annuali nello stesso anno in cui tale diritto è maturato La Commissione europea ha chiesto alla Danimarca di rispettare il diritto dei lavoratori di fruire delle loro ferie minime annuali retribuite nello stesso anno in cui tale diritto è maturato. La direttiva sull´orario di lavoro (direttiva 2003/88/Ce), conferisce ai lavoratori il diritto ad almeno 4 settimane di ferie annuali retribuite. In Danimarca la normativa nazionale prevede che si debba fruire delle ferie annuali nell´anno successivo a quello in cui il diritto è maturato. Per taluni lavoratori, ad esempio quelli appena entrati nel mercato del lavoro danese oppure quelli assunti con contratto a tempo determinato, la normativa nazionale implica l´impossibilità di fruire delle ferie annuali durante il primo anno di lavoro oppure per l´intera durata del contratto. Questo è contrario al diritto sociale fondamentale dell´Ue a ferie annuali minime retribuite. La giurisprudenza della Corte di giustizia dell´Ue afferma esplicitamente che l´effetto benefico delle ferie annuali retribuite in termini di sicurezza e salute del lavoratore è raggiunto solo se il lavoratore fruisce delle ferie nell´anno previsto a tal fine, ovvero l´anno in corso. La normativa danese è quindi incompatibile con la direttiva sull´orario di lavoro. La Commissione ha ricevuto una denuncia relativa alla suddetta situazione e, nel settembre 2014, ha inviato alla Danimarca una lettera di costituzione in mora. La Danimarca ha risposto nel novembre 2014. Dopo avere esaminato la risposta, la Commissione continua a ritenere che la violazione non sia risolta. La richiesta della Commissione assume ora la forma di parere motivato nell´ambito del procedimento di infrazione. La Danimarca ha due mesi di tempo per notificare alla Commissione le misure adottate per rendere la legislazione nazionale conforme al diritto dell´Ue. In caso contrario la Commissione può decidere di deferire tale Stato membro alla Corte di giustizia dell´Ue. (Per ulteriori informazioni: - Christian Wigand– Tel.: +32 229 62253) Energia: la Commissione invita Austria, Croazia, Irlanda, Lettonia e Romania a recepire integralmente la direttiva Ue sull’efficienza energetica La Commissione europea ha chiesto ad Austria, Croazia, Irlanda, Lettonia e Romania di recepire integralmente la direttiva sull´efficienza energetica. A norma di tale direttiva nel periodo compreso fra il 1º gennaio 2014 e il 31 dicembre 2020 gli Stati membri devono realizzare determinati risparmi energetici, grazie a regimi obbligatori di efficienza energetica e/o ad altre misure programmatiche mirate a promuovere miglioramenti dell’efficienza energetica in ambito domestico e industriale e nei trasporti. Nell´ambito di tali regimi obbligatori, le società sono tenute ad adottare provvedimenti per garantire risparmi energetici al cliente finale, per esempio fornendo consigli per migliorare l´isolamento termico o concedendo sovvenzioni per sostituire le vecchie finestre che causano sprechi di energia. La direttiva doveva essere recepita nella legislazione nazionale entro il 5 giugno 2014. Oggi la Commissione ha inviato pareri motivati a questi cinque Stati membri, chiedendo loro di recepire integralmente la direttiva nell´ordinamento nazionale. Se gli Stati membri non ottemperano al loro obbligo giuridico entro due mesi, la Commissione potrà decidere di adire al riguardo la Corte di giustizia e chiedere l´imposizione di sanzioni pecuniarie. Durante il secondo semestre del 2014, la Commissione ha avviato procedure di infrazione per il mancato recepimento della direttiva sull’efficienza energetica nei confronti di tutti i 27 Stati membri dell’Ue, tranne Malta. Nel novembre del 2014 la Commissione ha inviato un parere motivato alla Bulgaria e all´Ungheria. Nel febbraio del 2015 sono stati inviati pareri motivati alla Grecia e al Portogallo. Nel marzo del 2015, la Commissione ha deciso di deferire l’Ungheria alla Corte di giustizia con sanzioni pecuniarie, poiché non era stata adottata alcuna misura di recepimento. La Commissione continua a monitorare l’attuazione della direttiva e affronterà le eventuali lacune nei prossimi procedimenti di infrazione. Maggiori informazioni relativamente alla direttiva sull´efficienza energetica sono reperibili sul sito web della Dg Energia. (Per ulteriori informazioni: Anna-kaisa Itkonen – Tel.: +32 229 56186) Efficienza energetica nell´edilizia: la Commissione chiede a Italia, Paesi Bassi e Polonia di uniformarsi alle norme dell´Ue La Commissione europea ha chiesto all´Italia, ai Paesi Bassi e alla Polonia di intervenire affinché ladirettiva sulla prestazione energetica nell´edilizia sia integralmente recepita nell´ordinamento nazionale. In forza di questa direttiva gli Stati membri devono stabilire e applicare requisiti minimi di prestazione energetica agli edifici nuovi ed esistenti, assicurare la certificazione del rendimento energetico degli edifici e prescrivere l’ispezione regolare dei sistemi di riscaldamento e di condizionamento. La direttiva impone inoltre agli Stati membri di provvedere a che dal 2021 tutti i nuovi edifici siano del tipo "a energia quasi zero". La direttiva doveva essere recepita entro il 9 luglio 2012. L’italia e i Paesi Bassi hanno già ricevuto un parere motivato per non aver adottato alcuna misura volta a recepire la direttiva, rispettivamente nel gennaio e nel giugno del 2013. Nel frattempo entrambi i paesi hanno adottato misure di recepimento ma alcune disposizioni della direttiva continuano a non essere recepite. Per quanto riguarda la Polonia, nel luglio del 2014 la Commissione ha deciso di deferire il paese alla Corte di giustizia dell’Ue. La Polonia ha risposto tempestivamente con l’adozione dei provvedimenti di attuazione della direttiva. A seguito di un’ulteriore analisi da parte della Commissione risulta tuttavia che alcune disposizioni della direttiva non sono state ancora recepite. La Commissione ha quindi inviato altri pareri motivati ai tre Stati membri, chiedendo loro di recepire pienamente le disposizioni residue della direttiva. Il parere motivato supplementare alla Polonia sospende la decisione di rinvio alla Corte di giustizia. Se gli Stati membri non ottemperano al loro obbligo giuridico entro due mesi, la Commissione potrà decidere di adire al riguardo la Corte di giustizia e di chiedere altresì l´imposizione di sanzioni pecuniarie. Poiché nessuno Stato membro ha recepito tutte le norme dell’Ue nell´ambito della presente direttiva entro il termine stabilito, la Commissione ha avviato procedimenti di infrazione nei confronti tutti e 28 gli Stati membri. Nel 2014 la Commissione ha deciso di deferire alla Corte di giustizia quattro Stati membri (Austria, Belgio, Finlandia e Polonia). Nel frattempo, poiché il Belgio e la Finlandia hanno pienamente recepito la direttiva, la Commissione ha deciso di ritirare i procedimenti giudiziari contro i due Stati membri. Da allora la maggior parte degli Stati membri ha ormai assolto l´obbligo di recepimento e i soli procedimenti di infrazione ancora in sospeso riguardano l’Austria, l’Italia, i Paesi Bassi, la Repubblica ceca e la Polonia. Sono possibili ulteriori azioni legali relative a questi casi nell´ambito dei successivi procedimenti di infrazione. Maggiori informazioni relative alla direttiva sull´efficienza energetica sono reperibili sul sito web della Dg Energia. (Per ulteriori informazioni: Anna-kaisa Itkonen – Tel.: +32 229 56186) Energia: la Polonia invitata ad applicare correttamente la direttiva sulle energie rinnovabili Con l´invio di un parere motivato, la Commissione europea hachiesto alla Polonia di garantire l´attuazione corretta della direttiva sulle energie rinnovabili, in particolare per quanto riguarda i biocarburanti. La direttiva contiene disposizioni fondamentali per conseguire l´obiettivo di portare al 20% la quota delle energie rinnovabili sul consumo energetico finale nel 2020. Essa comprende anche disposizioni fondamentali che fissano obiettivi individuali in termini di quote complessive di energia da fonti rinnovabili sul consumo energetico di ciascuno Stato membro e per realizzare un obiettivo del 10% della quota di energia da fonti rinnovabili nel settore dei trasporti nel 2020. I biocarburanti possono essere utilizzati per raggiungere questo obiettivo, ma devono soddisfare una serie di criteri di sostenibilità. Gli Stati membri devono inoltre trattare i biocarburanti e le relative materie prime allo stesso modo, indipendentemente dalla loro origine. Contrariamente a quanto previsto dalla direttiva, la legislazione polacca considera, senza motivo plausibile, i biocarburanti sostenibili e le materie prime di altra origine geografica in modo diverso. La Commissione ha affrontato problemi simili in occasione di procedimenti d’infrazione nei confronti della Spagna e del Portogallo. Maggiori informazioni relative alladirettiva sulle energie rinnovabili sono reperibili sul sito web della Dg Energia. (Per ulteriori informazioni: Anna-kaisa Itkonen – Tel.: +32 229 56186) Ambiente: la Commissione chiede alla Bulgaria di migliorare la legislazione nazionale sulla gestione dei rifiuti delle industrie estrattive La Commissione europea ha chiesto alla Bulgaria di adeguare pienamente la propria legislazione alle norme dell’Ue sulla gestione dei rifiuti delle industrie estrattive. La direttiva sulla gestione dei rifiuti delle industrie estrattive mira a prevenire o ridurre per quanto possibile gli eventuali effetti negativi sulla salute umana e sull´ambiente della gestione dei rifiuti delle industrie estrattive. Poiché diverse lacune nella legislazione bulgara possono sfociare in una riduzione del livello di protezione della salute umana e/o dell’ambiente, nel gennaio 2014 la Commissione ha inviato una lettera di costituzione in mora. La Bulgaria non ha ancora adottato i provvedimenti necessari, ragion per cui la Commissione invia ora un parere motivato. Se la Bulgaria non adotta entro due mesi i provvedimenti necessari, la questione potrà essere deferita alla Corte di giustizia dell’Unione europea. (Per ulteriori informazioni: Enrico Brivio – Tel.: +32 229 56172) Ambiente: la Commissione chiede a Cipro di rispettare la direttiva Habitat La Commissione europea ha chiesto a Cipro di rispettare la normativa dell’Ue relativa alla conservazione degli habitat naturali e della fauna selvatica. La Direttiva Habitat stabilisce che tutti i progetti suscettibili di esercitare un impatto significativo su siti Natura 2000 debbano essere sottoposti a una valutazione dei loro effetti sul sito. Questo non sembra essere avvenuto per un progetto di sviluppo nella regione di Limni, parte della rete Natura 2000, che comprende due campi da golf con le relative infrastrutture. L´11 luglio 2014 la Commissione ha inviato a Cipro una lettera di costituzione in mora ma, poiché Cipro ha autorizzato il progetto senza aver effettuato un’adeguata valutazione dell´impatto sul sito di Natura 2000, la Commissione invia ora un parere motivato. Se entro due mesi Cipro non reagirà, la Commissione potrà deferire la questione alla Corte di giustizia dell´Ue. (Per ulteriori informazioni: Enrico Brivio – Tel.: +32 229 56172) Ambiente: la Commissione chiede alla Slovacchia di attuare le norme dell’Ue in materia di rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche La Commissione europea ha chiesto alla Slovacchia di inviare informazioni sulle modalità di attuazione nell´ordinamento nazionale delle norme dell´Ue sui rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche(Raee), che avrebbero dovuto essere adottate entro il 14 febbraio 2014. La nuova direttiva Raee sostituisce e aggiorna le precedenti norme sui rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche e mira a prevenire o ridurre gli effetti negativi della produzione e della gestione dei Raee sulla salute umana e sull’ambiente. Essa mira inoltre a migliorare sia l´efficienza che l´impatto complessivo dell’uso delle risorse al fine di contribuire allo sviluppo sostenibile. Poiché la Slovacchia non ha rispettato il termine fissato, il 31 marzo 2014 la Commissione ha inviato una lettera di costituzione in mora. Dato che la nuova legge sui rifiuti, che dovrebbe recepire la direttiva nell´ordinamento nazionale, entrerà in vigore solo il 1º gennaio 2016, la Commissione invia ora un parere motivato. Se il paese non adotterà i provvedimenti necessari entro due mesi, la questione potrà essere deferita alla Corte di giustizia dell´Ue. La Polonia e la Slovenia sono già state deferite alla Corte proprio per tali motivi. (Per ulteriori informazioni: Enrico Brivio – Tel.: +32 229 56172) Ambiente: la Commissione chiede alla Polonia di attuare la normativa dell´Ue sulla protezione delle acque sotterranee La Commissione europea ha chiesto alla Polonia di allineare la propria normativa nazionale sulla protezione delle acque sotterranee dall´inquinamento e dal deterioramento alla direttiva sulle acque sotterranee. La Commissione, dopo aver individuato lacune nell´adozione di questa normativa in Polonia, il 24 novembre 2011 aveva inviato una lettera di costituzione in mora allo Stato membro. La Polonia ha successivamente adottato tre leggi che affrontano molte delle lacune individuate ma non risolvono tutti i problemi, anche per quanto riguarda la valutazione dello stato delle acque sotterranee. La Commissione invia perciò un parere motivato. Se la Polonia non prenderà provvedimenti entro due mesi, la Commissione potrà deferire la questione alla Corte di giustizia. (Per ulteriori informazioni: Enrico Brivio – Tel.: +32 229 56172) Ambiente: la Commissione chiede alla Finlandia di intervenire in materia di protezione degli uccelli La Commissione europea ha chiesto alla Repubblica di Finlandia di allineare la propria normativa venatoria alla direttiva uccelli. La direttiva uccelli vieta l´uccisione di uccelli selvatici, ma consente la caccia di alcune specie, come ad esempio gli edredoni (Somateria mollissima), purché ciò non avvenga durante il periodo riproduttivo o la stagione migratoria primaverile. Nonostante il depauperamento di queste specie acquatiche, la Finlandia ha autorizzato la caccia agli edredoni maschi durante il periodo riproduttivo, che è severamente vietata dalla direttiva uccelli. La Commissione ha inviato un’ulteriore lettera di messa in mora il 22 novembre 2012. Dato che la caccia estiva agli edredoni continua e che la Finlandia non ha adottato le misure necessarie a conformarsi alle disposizioni della direttiva, la Commissione ha deciso di inviare un parere motivato. Se la Finlandia non prenderà provvedimenti entro due mesi, la questione potrà essere deferita alla Corte di giustizia dell’Unione europea. (Per ulteriori informazioni: Enrico Brivio – Tel.: +32 229 56172) Ambiente: la Commissione chiede alla Francia di intervenire in materia di inquinamento atmosferico La Commissione europea ha chiesto alla Francia di conformarsi alla normativa dell´Ue che impone agli Stati membri di limitare l´esposizione dei cittadini alle polveri sottili (Pm10), fissando i valori limite specifici che devono essere rispettati.. Queste minuscole particelle provenienti dalle emissioni dell´industria, del traffico e del riscaldamento domestico possono causare asma, problemi cardiovascolari, cancro ai polmoni e mortalità precoce. I dati più recenti delle autorità francesi dimostrano che il problema dell´inquinamento atmosferico permane, con il superamento dei limiti massimi giornalieri di tali particelle in dieci zone: Parigi, Lione, Grenoble, Marsiglia, Martinica, zona urbana regionale Rodano-alpi (Valle dell´Arve), zona urbana regionale Provenza–alpi-costa Azzurra, Nizza, Tolone, Douai-béthune-valenciennes. La Commissione ritiene che la Francia non abbia adottato le misure che avrebbero dovuto essere attuate già dal 2005 per proteggere la salute dei cittadini e le chiede di adottare misure lungimiranti, rapide ed efficaci per ridurre al minimo possibile il periodo di inottemperanza. L´ulteriore parere motivato odierno fa seguito a una lettera di costituzione in mora inviata il 22 febbraio 2013. Se la Francia non prenderà provvedimenti entro due mesi, la Commissione potrà deferire la questione alla Corte di giustizia dell´Ue. (Per ulteriori informazioni: Enrico Brivio – Tel.: +32 229 56172) Ambiente: la Commissione chiede alla Francia di attuare le norme dell´Ue sulle emissioni di zolfo delle navi La Commissione europea ha chiesto alla Francia di inviare ulteriori informazioni sulle modalità con cui sono attuate nel proprio ordinamento giuridico nazionale le norme dell´Ue sul tenore di zolfo nei combustibili marittimi; il paese avrebbe dovuto adempiere tale obbligo entro il 18 giugno 2014. L´anidride solforosa rappresenta uno dei principali aspetti del problema dell´acidificazione e può avere effetti negativi sulla salute umana. La legislazione riveduta relativa al tenore di zolfo nei carburanti liquidi mira a ridurre le emissioni di questo inquinante atmosferico stabilendo il tenore massimo di zolfo consentito per l’olio combustibile pesante e il gasolio. Essa inoltre integra nella legislazione dell´Unione le nuove norme stabilite dall´Organizzazione marittima internazionale per assicurarne un´applicazione corretta e coerente in tutti gli Stati membri. Dato che la Francia non ha rispettato il termine fissato, il 22 luglio 2014 la Commissione le ha inviato una lettera di costituzione in mora. La Commissione ha deciso ora di inviare alla Francia un parere motivato e se il paese non prenderà provvedimenti entro due mesi, la questione potrà essere deferita alla Corte di giustizia dell´Ue. (Per ulteriori informazioni: Enrico Brivio – Tel.: +32 229 56172) Ambiente: la Commissione chiede alla Spagna di conformarsi alla direttiva sulla valutazione dell’impatto ambientale La Commissione europea ha chiesto alla Spagna di conformarsi alle norme dell’Ue per garantire che un progetto di potenziamento di una linea elettrica nell’area metropolitana di Barcellona non presenti rischi per l’ambiente. Il progetto comporta un significativo aumento di tensione nel tratto compreso tra la città di Sentmenat e Santa Coloma de Gramenet e la costruzione di due nuovi impianti di trasformazione. La direttiva sulla valutazione dell´impatto ambientale stabilisce che i progetti che potrebbero avere ripercussioni significative sull´ambiente devono essere sottoposti a una valutazione delle conseguenze sull´ambiente prima di essere approvati. Dato che la linea elettrica proposta attraversa una delle zone più densamente popolate della Spagna e potrebbe avere conseguenze notevoli sull’ambiente, la Commissione chiede alla Spagna di applicare la procedura di screening per stabilire se è necessaria una valutazione dell’impatto ambientale. Il parere motivato odierno fa seguito a una lettera di costituzione in mora inviata il 14 luglio 2014. Se la Spagna non prenderà provvedimenti entro due mesi, la Commissione potrà deferire la questione alla Corte di giustizia dell´Ue. (Per ulteriori informazioni: Enrico Brivio – Tel.: +32 229 56172) Ambiente: la Commissione chiede al Regno Unito di intervenire in materia di emissioni degli impianti bruciatori di piccole dimensioni che utilizzano oli usati La Commissione europea ha chiesto al Regno Unito di conformarsi alle norme dell´Ue sulle emissioni industriali degli impianti bruciatori di piccole dimensioni che utilizzano oli usati. Le emissioni prodotte dagli impianti bruciatori di piccole dimensioni che utilizzano oli usati, comunemente impiegati in officine e garage per bruciare oli usati e generare calore, sfuggendo totalmente o quasi ai controlli ambientali, contribuiscono all’inquinamento atmosferico locale ed espongono i lavoratori di tali strutture a rischi per la salute. Mantenendo tale prassi in Inghilterra e nel Galles, il Regno Unito viola la direttiva sulle emissioni industriali, che intende ridurre al minimo l´inquinamento derivante da varie fonti industriali. Il parere motivato odierno fa seguito a una lettera di costituzione in mora inviata il 27 novembre 2014. Se entro due mesi il Regno Unito non reagirà, la Commissione potrà deferire la questione alla Corte di giustizia dell´Ue. (Per ulteriori informazioni: Enrico Brivio – Tel.: +32 229 56172) Mercato interno: la Commissione chiede alla Germania di rispettare le norme dell´Ue sul riconoscimento delle qualifiche professionali successivamente all´adesione all´Ue della Croazia La Commissione europea ha chiesto oggi alla Germania di completare il recepimento nella legislazione nazionale tedesca delle norme Ue che adeguano determinate direttive relative al diritto di stabilimento e alla libera prestazione di servizi successivamente all´adesione all´Ue della Repubblica di Croazia. La violazione riguarda il riconoscimento delle qualifiche professionali di architetti e ingegneri edili. Le nuove norme dell´Ue modificano, tra l´altro, la direttiva sul riconoscimento delle qualifiche professionali aggiungendo i diplomi croati agli elenchi delle qualifiche professionali nazionali per il riconoscimento da parte di uno Stato membro ospite. Gli Stati membri erano tenuti ad adottare e pubblicare, entro la data di adesione della Croazia (1 luglio 2013), le leggi, i regolamenti e le disposizioni amministrative necessari. Un Land della Germania deve tuttavia ancora modificare la propria legislazione per i casi specifici degli architetti e degli ingegneri edili e quindi non è in grado di effettuare il riconoscimento delle qualifiche croate in tale ambito professionale. La richiesta della Commissione alla Germania relativa al completo adeguamento della legge alle norme dell´Ue assume la forma di parere motivato nel quadro del procedimento di infrazione dell´Ue. Se entro due mesi la Germania non avrà fornito una risposta soddisfacente, la Commissione potrà deferire la questione alla Corte di giustizia dell´Ue. (Per ulteriori informazioni: Lucia Caudet – Tel.: +32 229 56182) Affari interni: la Commissione chiede a Belgio, Spagna e Slovenia di attuare le norme sul permesso unico e una chiara serie di diritti per i lavoratori migranti regolari La Commissione europea è preoccupata del fatto che Belgio, Spagna e Slovenia non abbiano intrapreso azioni sufficienti ad attuare ladirettiva 2011/98/Ue. La direttiva introduce una procedura unica di domanda per il rilascio di un permesso unico che consente ai cittadini di paesi terzi di soggiornare e lavorare nel territorio di uno Stato membro dell´Ue e una serie comune di diritti per i lavoratori di paesi terzi che soggiornano regolarmente in uno Stato membro. Il termine fissato per il recepimento della cosiddetta "direttiva sul permesso unico" era il 25 dicembre 2013. Nonostante le lettere di costituzione in mora (la prima fase di una procedura d’infrazione) inviate nel gennaio 2014 a Spagna e Slovenia e nel marzo 2014 al Belgio, i tre paesi non hanno ancora notificato alla Commissione il pieno recepimento della direttiva nei rispettivi ordinamenti giuridici. La Commissione ha pertanto deciso oggi di inviare un parere motivato a Belgio, Spagna e Slovenia. I tre paesi dispongono di due mesi di tempo per notificare alla Commissione le misure adottate al fine di adeguare la propria legislazione nazionale alla normativa dell´Ue. In caso contrario, la Commissione potrà decidere di deferirli alla Corte di giustizia dell´Ue. (Per ulteriori informazioni: Natasha Bertaud– Tel.: +32 229 67456 Affari interni: la Commissione chiede a Bulgaria, Estonia, Grecia e Lituania di rispettare alcuni obblighi stabiliti dalla normativa dell´Ue in materia di sicurezza dei documenti Con l´invio di pareri motivati la Commissione europea ha chiestoai quattro paesi di garantire lo scambio obbligatorio di informazioni nell’ambito della legislazione dell´Ue in materia di sicurezza dei documenti e l’integrazione di elementi biometrici nei permessi di soggiorno. Quasi tre anni dopo il termine di recepimento (20 maggio 2012), Bulgaria, Estonia, Grecia eLituania non hanno ancora istituito un unico punto di contatto per assicurare la corretta attuazione di standard delle misure di sicurezza e una comunicazione efficace tra Stati membri. L´istituzione del punto di contatto è obbligatoria e dovrebbe consentire lo scambio delle informazioni necessarie ad accedere alle immagini delle impronte digitali memorizzate nel chip dei documenti (passaporti e permessi di soggiorno). Inoltre, la Grecia continua a non rilasciare permessi di soggiorno che contengono due impronte digitali del titolare. L´armonizzazione delle misure di sicurezza e l´integrazione degli identificatori biometrici è un importante passo verso una maggiore sicurezza dei documenti e una migliore protezione contro le frodi. La Commissione chiede pertanto alle autorità greche di inserire gli identificatori biometrici nel permesso di soggiorno dei cittadini dei paesi terzi, come stabilito nel regolamento n. 1030/2002. Le autorità bulgare, estoni, greche e lituane dispongono di due mesi di tempo per adottare i provvedimenti necessari a conformarsi alle richieste della Commissione. In caso contrario la Commissione potrà decidere di deferire la questione alla Corte di giustizia dell´Unione europea. (Per ulteriori informazioni: Natasha Bertaud– Tel.: +32 229 67456 Telecomunicazioni: la Commissione chiede alla Repubblica Ceca di conformarsi alla direttiva autorizzazioni dell´Ue La Commissione europea ha chiesto alla Repubblica ceca di conformare la propria legislazione alla normativa Ue in materia di telecomunicazioni.La Commissione è preoccupata del fatto che, contrariamente a quanto stabilito dalla direttiva autorizzazioni dell´Ue, la legislazione ceca impone agli operatori di telecomunicazioni che vogliano fornire servizi di comunicazioni elettroniche di presentare domanda di iscrizione al registro di commercio e di stabilire una sede nella Repubblica ceca. In questo modo risulta più difficile per un operatore straniero fornire servizi di telecomunicazione nella Repubblica ceca. La Commissione è inoltre preoccupata del fatto che il requisito di notifica applicabile agli operatori di telecomunicazioni vada oltre i requisiti che possono essere imposti in questo ambito per garantire la massima armonizzazione prevista dalla normativa Ue. A titolo di esempio, gli operatori di telecomunicazioni, per poter svolgere la loro attività nel paese, sono tenuti a dimostrare di essere in regola con gli obblighi vigenti nella Repubblica ceca in materia fiscale e sanitaria. In questo modo si creano lungaggini burocratiche, ponendo ostacoli ai servizi transfrontalieri, e si va oltre il requisito di identificazione del prestatore di servizi previsto dalla direttiva autorizzazioni.La richiesta della Commissione assume la forma di un parere motivato. In mancanza di una risposta soddisfacente entro due mesi, la Commissione potrebbe decidere di deferire la Repubblica ceca alla Corte di giustizia dell´Ue. (Per ulteriori informazioni: Mina Andreeva – Tel.: +32 229 91382) Trasporti: la Commissione chiede a quattro Stati membri di applicare in modo corretto le norme dell´Ue relative all´interconnessione dei registri nazionali delle imprese di trasporto su strada La Commissione europea ha chiesto a Repubblica ceca, Lussemburgo, Polonia e Portogallo di attuare integralmente le norme Ue in materia di interconnessione dei registri nazionali di trasporto su strada (Regolamento (Ce) n. 1071/2009). La legislazione a livello Ue è necessaria per garantire un´applicazione uniforme da parte degli Stati membri dei criteri utilizzati per autorizzare l´accesso alla professione di trasportatore su strada di merci e passeggeri e favorire così il completamento del mercato interno del trasporto su strada, garantendo condizioni eque di concorrenza. Il termine ultimo per l´istituzione dei registri e la loro interconnessione era stato fissato al 31 dicembre 2012. La richiesta agli Stati membri di cui sopra - che hanno due mesi di tempo per rispondere alla Commissione - è stata inviata in forma di parere motivato. In caso di loro reazione non soddisfacente, la Commissione potrà adire la Corte di giustizia dell’Unione europea. (Per ulteriori informazioni: Jakub Adamowicz – Tel.: +32 229 50195) Trasporti: la Commissione chiede a tre Stati membri di applicare la normativa Ue relativa ai sistemi di ritenuta per bambini La Commissione ha chiesto a Finlandia, Lussemburgo e Spagna di recepire integralmente la normativa dell´Ue in materia di uso delle cinture di sicurezza e dei sistemi di ritenuta per bambini nei veicoli (Direttiva 91/671/Cee). La direttiva è stata modificata nel 2014 per introdurvi un nuovo standard per i sistemi di ritenuta per bambini che garantisce un miglioramento della sicurezza (Direttiva 2014/37/Ue). Gli Stati membri citati non hanno ancora adeguato le rispettive legislazioni al fine di consentire l´utilizzo sul loro territorio di sistemi di ritenuta per bambini fabbricati conformemente al nuovo standard. La richiesta agli Stati membri di cui sopra - che hanno due mesi di tempo per rispondere alla Commissione - è stata inviata in forma di parere motivato. In caso di loro reazione non soddisfacente, la Commissione potrà adire la Corte di giustizia dell’Unione europea.(Per ulteriori informazioni: Jakub Adamowicz – Tel.: +32 229 50195) Trasporti: la Commissione chiede alla Repubblica Ceca di recepire integralmente la normativa dell´Ue in materia di sicurezza ferroviaria La Commissione europea ha chiesto alla Repubblica ceca di recepire integralmente la normativa dell´Ue in materia di sicurezza ferroviaria (Direttiva 2004/49/Ce). Tale normativa riguarda i compiti di controllo dell´organismo investigativo e l´obbligo fatto allo stesso di avviare un´inchiesta entro specifici limiti temporali, di trasmettere la relazione finale relativa a tale inchiesta e di tenere conto delle raccomandazioni di sicurezza, delle considerazioni in esse formulate e delle misure da adottare. La normativa dell´Ue in materia di sicurezza ferroviaria è finalizzata a sviluppare un approccio comune in tutti gli Stati membri in modo che tutte le reti ferroviarie all´interno dell´Ue presentino livelli elevati e uniformi di sicurezza e che i cittadini dell´Ue possano viaggiarvi in tutta sicurezza. Esse stabiliscono i requisiti di sicurezza del sistema ferroviario, i ruoli e le responsabilità delle imprese ferroviarie e dei gestori dell´infrastruttura, il quadro normativo comune per la sicurezza, i principi comuni per la gestione e la supervisione della sicurezza ferroviaria e l´investigazione indipendente degli incidenti. La legislazione Ue avrebbe dovuto essere in vigore dall´aprile 2006. Nel luglio 2014 la Commissione ha avviato in merito un procedimento d´infrazione nei confronti della Repubblica ceca e invia oggi un parere motivato. La Repubblica ceca ha due mesi di tempo per rispondere alla Commissione. Se la Repubblica ceca non reagirà in modo soddisfacente, la Commissione potrà adire la Corte di giustizia dell’Ue. (Per ulteriori informazioni: Jakub Adamowicz – Tel.: +32 229 50195) Trasporti: la Commissione chiede alla Finlandia di uniformarsi alle norme dell´Ue in materia di cabotaggio La Commissione europea ha chiesto alla Finlandia di attuare integralmente le norme Ue relative al mercato internazionale del trasporto di merci su strada (Regolamento (Ce) n. 1072/2009). La legislazione a livello Ue è necessaria per garantire un´applicazione uniforme da parte degli Stati membri dei criteri utilizzati per autorizzare l´accesso ai rispettivi mercati nazionali nel contesto delle operazioni internazionali di trasporto di autotrasportatori di altri Stati membri dell´Ue. Ciò è importante per favorire il completamento del mercato interno del trasporto su strada, garantendo condizioni eque di concorrenza. Le norme dell´Ue consentono ai trasportatori in possesso di una licenza comunitaria di effettuare fino a tre operazioni di trasporto nazionale (cabotaggio) in un altro Stato membro (ospitante) a seguito di un trasporto internazionale da un altro Stato membro o da un paese terzo. La legislazione Ue non prevede ulteriori restrizioni. La legislazione finlandese impone un ulteriore limitazione alle operazioni di cabotaggio, limitandone il numero a dieci per trimestre. La Commissione ritiene che questa ulteriore restrizione non sia giustificata. Inoltre, ai sensi della legislazione Ue ciascuna operazione di cabotaggio può comportare diversi punti di carico e scarico. Tuttavia, secondo la legislazione finlandese, ogni operazione di scarico corrisponde a un´operazione di cabotaggio. La Commissione ritiene che questa ulteriore restrizione non sia giustificata. La richiesta è stata inviata alla Finlandia in forma di parere motivato. La Finlandia ha due mesi di tempo per rispondere alla Commissione. Qualora la Finlandia non prenda misure soddisfacenti al riguardo la Commissione potrà adire la Corte di giustizia dell’Unione europea. (Per ulteriori informazioni: Jakub Adamowicz – Tel.: +32 229 50195) Trasporti: la Commissione chiede al Regno Unito di applicare le norme dell´Ue relative alla patente di guida La Commissione europea ha chiesto al Regno unito di recepire integralmente la normativa dell´Ue in materia di patenti di guida (Direttiva 2006/126/Ce). Tale normativa garantisce che i conducenti di autocarri e autobus (categorie C1, C1e, Ce, D1, D1e, D e De) siano sottoposti ad adeguati controlli per verificare il rispetto dei requisiti minimi di salute all´atto del rinnovo della patente, senza limitarsi ad accettarne l´autocertificazione. Le norme aggiornate in materia di patente di guida hanno, tra l´altro, rafforzato migliorato i requisiti in materia di controlli medici per i conducenti di autocarri e autobus. Queste nuove norme contribuiranno a ridurre le possibilità di frodi, a garantire la libertà di circolazione per i conducenti dell´Ue e a rafforzare la sicurezza sulle strade europee. La richiesta è stata inviata in forma di parere motivato e il Regno unito ha ora due mesi di tempo per rispondere alla Commissione. In caso di reazione non soddisfacente, la Commissione potrà adire la Corte di giustizia dell’Unione europea. (Per ulteriori informazioni: Jakub Adamowicz – Tel.: +32 229 50195) 3. Altre decisioni importanti Servizi finanziari: la Commissione europea avvia una procedura d´infrazione nei confronti della Lettonia sulle restrizioni agli investitori per quanto riguarda i terreni agricoli La Commissione europea ha deciso in data odierna di chiedere alla Lettonia di presentare le proprie osservazioni sulla legge che disciplina l´acquisizione di terreni agricoli. La legge in questione contiene infatti una serie di disposizioni che, alla luce della legislazione dell´Ue, possono essere considerate un ostacolo alla libera circolazione dei capitali e alla libertà di stabilimento. Le restrizioni a tali libertà fondamentali del trattato possono essere consentite a norma del diritto dell´Ue soltanto quando hanno l´obiettivo di tutelare un interesse pubblico prevalente e, in ogni caso, devono essere conformi ai principi di non discriminazione e proporzionalità. Se, da un lato, gli Stati membri sono autorizzati ad adottare regole proprie per promuovere lo sviluppo rurale, tutelare le comunità rurali, mantenere la destinazione agricola dei terreni ed evitare pressioni speculative sui prezzi agricoli, dette regole devono essere conformi al diritto dell´Ue. (Per ulteriori informazioni: Ip/15/4877- Vanessa Mock – Tel.: +32 225 61 94)  
   
   
PERUGIA TRA LE CINQUE FINALISTE PER LA CAPITALE EUROPEA GIOVANI 2018  
 
Perugia, 4 maggio 2015 - Perugia è stata selezionata tra le cinque città finaliste che potranno passare al secondo turno della competizione per la Capitale europea della gioventù, "Eyc 2018": lo comunica la Regione Umbria che ha fortemente sostenuto la candidatura del capoluogo umbro supportando il Forum regionale dei giovani anche con risorse proprie, forte della convinzione che questa candidatura rappresenti una grande opportunità per aprire nuove strade e opportunità con al centro i giovani umbri che potranno, attraverso questa progettazione dal respiro europeo, riappropriarsi degli spazi di partecipazione e coinvolgimento alla vita della comunità. In seguito alla selezione, Perugia e le altre 4 città, Cascais, Manchester, Novi Sad, Kecskemét, entro il 28 giugno dovranno presentare un progetto più dettagliato corredato di un ampio programma di eventi e attività culturali, sociali e politiche a favore dei giovani. Le domande per "Eyc2018" – comunica il Forum europeo dei giovani - sono arrivate da tutta Europa, hanno partecipato 20 città, con uno standard molto alto. La giuria "Eyc" comprende rappresentanti delle istituzioni europee, dei media, del settore privato, delle organizzazioni giovanili, delle università e altri soggetti ancora. La scelta finale della giuria tra le cinque città selezionate sarà annunciata al Consiglio dei membri del Forum europeo della gioventù in programma a novembre 2015. Per la Regione Umbria il lavoro e l´attività di progettazione avviati dal Forum regionale dei giovani per la candidatura di Perugia, rappresenta un brillante esempio di partecipazione giovanile che, partito da Perugia, ha interessato tutta la regione, coinvolgendo un numero crescente di associazioni e soggetti in un percorso virtuoso per tutta l´Umbria.  
   
   
VENETO: GRAZIE AL PATTO DI STABILITÀ VERTICALE INCENTIVATO DELLA REGIONE, I COMUNI, LE PROVINCE E LA CITTÀ METROPOLITANA POTRANNO SPENDERE 64 MILIONI DI EURO IN PIÙ  
 
Venezia, 4 maggio 2015 - Su proposta dell’assessore al bilancio e agli Enti locali, la Giunta regionale del Veneto ha deliberato il 28 aprile di trasferire a Comuni, Province e Città Metropolitana, che ne avevano fratto richiesta, una quota regionale del Patto di Stabilità, pari a circa 64 milioni di euro. “Si tratta del Patto regionale verticale incentivato – spiega l’assessore – grazie al quale viene data la possibilità agli Enti locali di spendere superando i vincoli del Patto di Stabilità. Ciò è possibile in quanto il saldo regionale non muta, dato che la Regione contestualmente diminuisce la propria capacità di spesa. L’operazione rappresenta una autentica boccata di ossigeno per le amministrazioni che possono così liberare risorse e affrontare spese che altrimenti non avrebbero potuto sostenere”. Dei 64 milioni di euro, 48 vanno a favore dei Comuni e 16 delle Province e della Città Metropolitana. Sono 221 le domande pervenute in Regione: 5 da Province e Città Metropolitana, 216 dai Comuni. Di queste ultime, 110 sono di Comuni tra i mille e i 5 mila abitanti (per uno ‘spazio’ di spesa di 10.765.648 euro), 81 di Comuni tra i 5 mila e i 15 mila abitanti (27.509.454 euro), 21 di Comuni tra 15 mila e 50 mila abitanti (6.566.059 euro) e 4 di comuni oltre 50 mila abitanti (8.009.423 euro). Tra le curiosità, la quota di spesa più bassa spetta al Comune di Sanguinetto, in provincia di Verona, che aveva chiesto ‘spazio di spesa’ per 1.487 euro e se ne è visto attribuito per 2 mila. “Gli arrotondamenti come nel caso di Sanguinetto – continua l’assessore – sono stati possibili perché la somma delle domande non raggiungeva, per altro di poco, il tetto a diposizione e così abbiamo potuto soddisfare le richieste arrotondandole al rialzo anziché al ribasso come di norma avviene”. Tra i Comuni più piccoli, la quota più significativa di spesa è stata riconosciuta a quello di Zimella, nel veronese, con 1.132.000 euro, seguito da Domegge di Cadore con 755 mila euro. Tra i comuni compresi tra i 5 e i 15 mila abitanti è Cortina d’Ampezzo a vedersi assegnata la maggiore capacità di spesa per 4.827.000 euro. “Potendo finalmente aprire i cordoni della borsa – ha concluso l’assessore veneto – molte amministrazioni locali potranno affrontare con più tranquillità i prossimi mesi. E’ anche vero che davanti a queste cifre si comprende l’assurdità del meccanismo astruso del Patto di Stabilità, che impedisce la spesa ai Comuni che hanno risorse in cassa, creando così situazioni di autentico disagio e difficoltà alla lunga insostenibili. Il provvedimento odierno contribuisce a sollevare gli Enti locali che, assieme alla Regione, non dimentichiamolo, in questi anni hanno sopportato a livello nazionale quasi il 50 per cento delle varie manovre e spending review imposte dal governo centrale, mentre lo Stato di queste manovre e revisioni della spesa si è accollato solo il 15 per cento”.  
   
   
ELEZIONI REGIONALI 2015, 7 LE CANDIDATURE PRESENTATE PER LA PRESIDENZA DELLA REGIONE TOSCANA  
 
Firenze 4 maggio 2015 - Sono 7 le candidature presentate ufficialmente per la presidenza della Regione Toscana. Oggi alle 12 scadeva il termine presso la Corte di Appello per la presentazione dei candidati presidenti, mentre i tribunali hanno ricevuto le candidature delle varie liste circoscrizionali. Nelle prossime ore i tribunali e la Corte d´appello faranno le verifiche rese necessarie dal sistema elettorale toscano. Per essere ammessa una lista deve essere presente in almeno 9 circoscrizioni sulle 13 in cui è ripartita la Toscana. Per le ammissioni definitive bisognerà attendere dunque la giornata di domani. Ecco i candidati alla presidenza con le liste presentate: Enrico Rossi, sostenuto dal Pd e dalla lista Popolo toscano; Claudio Borghi, candidato della Lega Nord e di Fratelli d´Italia; Giacomo Giannarelli, sostenuto dal M5s; Gianni Lamioni, candidato della lista Passione Toscana, espressione di Ncd e Udc; Tommaso Fattori, candidato della Lista Sì Toscana a sinistra; Stefano Mugnai,candidato di Forza Italia e di Legatoscana-più Toscana; Gabriele Chiurli, sostenuto dalla lista Democrazia Diretta.  
   
   
TOSCANA: REGIONALI 2015, AL VOTO IL 31 MAGGIO CON NOVE NOVITÀ RISPETTO AL 2010  
 
Firenze 4 maggio 2015 - Si torna a votare per eleggere il presidente e i consiglieri regionali. Si vota come cinque anni fa, ma con nove novità per quanto riguarda la Toscana. La prima, comune anche alle altre regioni, è l´apertura dei seggi elettorali. Nel 2010 si votò in due giorni, il 28 e 29 marzo: una domenica e il lunedì fino alle 15. Stavolta si voterà solo domenica 31 maggio, dalle 7 alle 23. Ci saranno meno consiglieri: la Toscana ha deciso di ridurli a quaranta, quindici in meno rispetto al 2010 e ben venticinque in meno rispetto al 2005. Si vota con la possibilità di un turno di ballottaggio, da svolgersi a distanza di quattordici giorni nel caso nessun candidato presidente raccolga almeno il 40 per cento dei voti validi: un´eventualità che nel 2010 non c´era. Cambiano soglie di accesso e di sbarramento. Il premio di maggioranza diventa eventuale e variabile: su quaranta seggi, la coalizione vincente non potrà averne meno di 23 ma non più di 26. Torna il voto di preferenza al posto di liste bloccate: o più precisamente la "doppia preferenza di genere" (un uomo e una donna). Ma non si dovrà scrivere il nome: per venire incontro agli elettori, altra novità, tutti i nomi dei candidati saranno riportati direttamente sulla scheda e basterà spuntare la casella accanto per indicare quelli scelti. Rimane il ´listino regionale´, una lista bloccata di tre candidati (e non più cinque) che saranno i primi ad essere eletti ma la cui presentazione è stavolta facoltativa. Ciascuna lista e schieramento potrà decidere se avvalersene o meno. Diventano tredici le circoscrizioni in cui è ripartito il territorio regionale: una per ciascuna provincia, eccetto Firenze che ne conta quattro. Per ciascuna ogni partito potrà presentare una lista di candidati: da un minimo di due ad un massimo di otto a seconda dei territori. E´ dal 1999 che le leggi per elezioni regionali sono di competenza ripartita tra Stato e Regioni. Lo Stato fissa i principi fondamentali, il resto tocca alla Regioni. La Toscana ha adottato una sua legge dal 2005. Dal 2010 è diventata responsabile anche dell´intero procedimento elettorale: dall´organizzazione dei seggi alla raccolta delle candidature e la diffusione dei risultati dello scrutinio.  
   
   
TOSCANA: QUASI TRE MILIONI DI ELETTORI ALLE URNE IL 31 MAGGIO. SI VOTA ANCHE PER NOVE COMUNI  
 
Firenze, 4 maggio 2015. Sono 2.990.258 i toscani che il 31 maggio 2015 saranno chiamati alle urne per eleggere il nuovo presidente della Toscana e i 40 nuovi consiglieri della Regione, quindici in meno del 2010. Questi almeno sono gli elettori iscritti negli uffici elettorali al 16 aprile, alla penultima revisione quarantacinque giorni prima delle elezioni. Tra questi ci sono anche 123.195 toscani che vivono all´estero ed iscritti all´Aire (12.501 solo nel comune di Firenze, 9.869 a Livorno, 7.679 a Lucca e 4.241 a Capannori) i quali , se vorranno votare, dovranno tornare in Toscana. Per agevolare il voto sono previsti rimborsi per il viaggio: 103 euro per chi arriva da un paese europeo, 206 per chi arriva da un altro continente. Cinque anni fa furono 3.009.691 gli elettori toscani complessivamente chiamati alle urne, diciannovemila in più. In nove comuni, dei 1087 chiamati alle urne in tutta Italia, si voterà anche per il rinnovo di sindaci e consigli comunali: ad Arezzo (Ar) Pietrasanta (Lu), Sillano Giuncugnano (Lu), Viareggio (Lu), Uzzano (Pt), Villafranca in Lunigiana (Ms), Coreglia Alteminelli (Lu), Castellina Marittima (Pi) e Orciano Pisano (Pi). Si voterà la domenica dalle 7 alle 23 e lo scrutinio si svolgerà immediatamente dopo, nel corso della notte. Nelle sezioni elettorali - 4.007 in tutta la Toscana, 38 in più del 2010 – presidenti, segretari e scrutatori, che sono oltre 24 mila, saranno comunque al lavoro fin da sabato, per autenticare le schede e attrezzare i seggi. Ai seggi occorre presentarsi con un documento di identità e la tessera elettorale. Se smarrita, un duplicato può essere richiesto in Comune. Gli uffici elettorali saranno per questo aperti anche domenica. Così cinque anni fa - Nel 2010 i toscani che si recarono alle urne furono 1.827.266: il 60,71per cento (cinque anni prima erano stati il 71,35 per cento). A correre per un posto da presidente furono allora in cinque come nel 2005: Enrico Rossi, Monica Faenzi, Alfonso de Virgiliis, Francesco Bosi, Ilario Palmisani. Sempre cinque erano le coalizioni e nove i partiti in corsa che le sostenevano. Dal 1970 ad oggi per i toscani è la decima volta che sono chiamati alle urne per eleggere i loro rappresentanti in Consiglio regionale. Di presidenti di giunta ce ne sono stati finora sette. Da Firenze all´isola di Capraia, la conta degli elettori - Alla penultima revisione del 16 aprile (l´ultima sarà quindici giorni prima del voto), la provincia con più elettori è quella fiorentina (772.062 cittadini) e Firenze è il Comune con il maggior numero di iscritti nelle liste elettorali (287.065). Sul podio, uniche altre città con più di centomila elettori, ci sono anche Prato (135.745) e Livorno (136.422). Dopo Firenze, le province con più elettori sono Lucca (344.142), Pisa (333.706), Livorno (283.853), Arezzo (271.793) e Pistoia (235.899). Le province con meno elettori sono invece Siena (210.174), Prato (184.6107), Grosseto (180.178) e Massa-carrara (174.344). Tra i 279 comuni toscani – otto in meno rispetto a cinque anni fa, per le fusioni che ci sono state – il primato dei meno popolati e con meno elettori va a Capraia Isola (380 elettori) in provincia di Livorno, a Sassetta (388) sempre a Livorno e a Montemignaio (515) in provincia di Arezzo.  
   
   
TOSCANA, ELEZIONI REGIONALI 2015, UNA SCHEDA E DUE VOTI TRA CONFERME E NOVITÀ  
 
Firenze, 4 maggio 2015 - Una sola scheda ma due voti: uno per il presidente, il secondo per una delle liste. Due voti che possono essere anche disgiunti, come già cinque anni fa. Sulla scheda ci saranno le liste di circoscrizione (una per provincia ma quattro a Firenze) – con l´elenco di tutti i candidati solo da spuntare per indicare l´eventuale doppia preferenza di genere - e a destra i candidati presidenti. Ogni partito deve indicare un candidato presidente, tredici liste di candidati consiglieri (una per circoscrizione, ma ne bastano nove) e un´eventuale ma non obbligatorio listino regionale di tre candidati, che saranno i primi ad essere eletti in base ai voti raccolti dal partito. Il voto disgiunto - Il voto ad una lista automaticamente si trasferisce al candidato presidente. Se invece un elettore indica solo il candidato presidente, il voto non andrà a nessuno dei partiti o dei movimenti che lo sostengono. E´ possibile anche votare il candidato presidente di uno schieramento e un partito di una diversa coalizione (il cosiddetto "voto disgiunto"). Tornano le preferenze - A differenza di cinque anni fa gli elettori potranno indicare una preferenza per i candidati consiglieri: anzi due, un uomo e una donna. I consiglieri eventualmente nominati assessori dovranno dimettersi e saranno sostituiti dai primi non eletti. Ballottaggio, una novità - Si vota con la possibilità di un turno di ballottaggio, da svolgersi a distanza di due settimane nel caso nessun candidato presidente raccolga almeno il 40 per cento dei voti validi: un´eventualità che nel 2010 non c´era. Al ballottaggio si presentano i due candidati più votati. Cinque anni fa Enrico Rossi, presidente uscente, raccolse al primo turno il 59,7 per cento dei voti. Da 23 a 26 seggi allo schieramento vincente - La legge elettorale toscana prevede una soglia di sbarramento, che è cambiata rispetto a cinque anni fa. Potranno così sperare di avere un rappresentante in consiglio comunale solo i partiti che raccolgono più del 5% dei consensi in tutta la regione o, se parte di una coalizione, se la stessa ha superato il 10 per cento e le singole liste il 3 per cento. Se il presidente eletto ottiene più del 45% dei voti, la coalizione che lo sostiene avrà diritto ad almeno al 60 per cento dei quaranta seggi in palio (ovvero 24); se il presidente eletto raccoglie tra il 40% e il 45%, la coalizione che lo sostiene avrà diritto a 23 seggi. Se i seggi ottenuti sono di meno, scatta il premio di maggioranza: se sono già di più, li mantiene. Se la coalizione vincente raccogliesse più del 65 per cento dei voti (ovvero 26 seggi), scatta al contrario la soglia di garanzie per le minoranze, che complessivamente hanno diritto ad almeno 14 seggi. Ognuna delle tredici circoscrizioni ha diritto all´elezione di almeno un consigliere.  
   
   
ELEZIONI REGIONALI IN TOSCANA, I NUMERI DELLE URNE DAL 1970 AL 2010  
 
Firenze 4 maggio 2015 - Anche se non aveva all´inizio neppure una sede e poteva contare solo su poche decine di dipendenti, la Regione Toscana (come le altre Regioni in Italia) nacque fra grandi aspettative: tra politici e amministratori naturalmente, ma anche fra la gente comune. Altissima fu la partecipazione al voto. Si aspettavano i risultati in piazza, come usava allora, e addirittura una folla si radunò fuori dal Consiglio regionale per l´approvazione del primo Statuto. In quarantacinque anni l´astensione è cresciuta parecchio: l´affluenza è scesa dal 95,9% al 60,71%. E´ diminuita come è calata nel resto d´Italia. Ma in Toscana, che nella seconda metà del Novecento si è sempre caratterizzata come una delle regioni con i più alti livelli di partecipazione elettorale - di sicuro alle elezioni politiche, ma anche ai referendum con la sola eccezione di quello sulla caccia - la voglia di esserci alle urne è rimasta quasi sempre più alta che altrove. E nel 2006 questo divario, positivo, è tornato a crescere. Allora votò l´87,4% (in Italia l´81,4%): addirittura l´88,08% alle politiche del 2008, anche se dal conto sono stati in quel caso esclusi i residenti all´estero, con un falso effetto ottico per cui, in Toscana come nel resto d´Italia, la partecipazione sembrò aumentata più di quello che in realtà era. Per la decima volta al voto - Dal 1970 ad oggi i toscani hanno votato nove volte per le elezioni regionali: nel 1970, nel 1975, nell´80, nell´85, nel 90, nel 95, nel 2000, nel 2005 e nel 2010. La prossima volta sarà il 31 maggio 2015. Fino al 2000 per eleggere il solo Consiglio regionale, dal 2005 direttamente anche il presidente della giunta. Nei primi quindici anni partecipazione altissima - Nella prima tornata elettorale per le Regioni, quella del 1970, alle urne si recò il 95,9% dei toscani. Gli elettori allora erano circa mezzo milione in meno rispetto ad oggi, ma non votavano i diciottenni: in totale 2.522.286. I votanti, da 21 anni in su, furono 2.418.505. Furono eletti 50 consiglieri. Il 15 e 16 giugno 1975, per la seconda tornata elettorale, la percentuale di votanti fu ancora stellare, il 95,7%. Gli elettori erano 2.721.711, i votanti furono 2.604.174. Nel 1975 votarono per la prima volta i diciottenni. Alle elezioni del 8 e 9 giugno 1980 gli elettori erano 2.814.093. La percentuale dei votanti scese al 93,1%, i votanti furono 2.620.171. L´affluenza alle urne subì ancora un lieve calo nelle elezioni del 12 e 13 maggio 1985: il 92,7%. Gli elettori erano 2.903.472, i votanti furono 2.691.660. Nel 1990 l´affluenza scende sotto il 90 per cento - E´ con le elezioni del 6 e 7 maggio 1990 che si scende per la prima volta sotto la soglia del 90%. I votanti furono infatti l´89,63%. Gli elettori erano 2.970.732, alle urne si recarono 2.662.659 persone. Nel 1995 la percentuale scende ancora: l´85,1%. Gli elettori il 23 aprile 1995 sono 3 milioni e 33 mila 474, ma al voto vanno in 2 milioni 582 mila 948. Si abbassa ulteriormente nel 2000, quando la percentuale scende al 74,6%. Gli elettori sono 3.033.656, ma al voto si recano in 2.263.863 persone. Le ultime elezioni - Nel 2005 la soglia scende ancora: 71,4%. Gli elettori sono 3.022.353, i votanti 2.156.460. Con la nuova legge elettorale si registra l´elezione diretta del Presidente e in Consiglio regionale vanno 65 consiglieri, quindici in più rispetto al 2000. Con le regionali del 28 e 29 marzo 2010 l´asticella scende ulteriormente, trend comune a tutta l´Italia. Gli elettori chiamati in Toscana alle urne erano 3.009.691, ci vanno in 1.827.266 – il 60,71%, terzultimi tra le tredici regioni al voto - ed eleggono 55 consiglieri. Per saperne di più: Consulta le banche dati di tutte le elezioni in Toscana (non solo regionali) curate dall´Osservatorio regionale http://www.Regione.toscana.it/osservatorioelettorale/elezioni-in-toscana    
   
   
MARCHE: APPROVATO IL PATTO DI STABILITA’ VERTICALE INCENTIVATO: 30 MILIONI A PROVINCE E COMUNI .  
 
Ancona, 4 maggio 2015 – Approvato dalla giunta regionale il Patto di stabilità verticale incentivato che destina 30 milioni di euro a Province e Comuni. Grazie a questo atto, con cui la Regione “cede” la propria capacità di spesa, il sistema delle autonomie locali potrà far fronte con pagamenti alle esigenze legate a opere e lavori pubblici aiutando indirettamente anche il tessuto economico e sociale marchigiano. I criteri di ripartizione dello spazio finanziario e le modalità operative sono stati concordati con Anci e Upi e approvati dalla Conferenza delle Autonomie locali in base alla normativa vigente (art.1 comma 484 L190/2014 – Legge di stabilità 2015). La legge nazionale prevede infatti che lo spazio finanziario ceduto debba essere utilizzato obbligatoriamente ed esclusivamente per il pagamento dei debiti commerciali maturati alla data del 30.06.2014. Pertanto tale importo, così come comunicato dagli stessi enti, è divenuto il criterio fondamentale per il riparto. Sempre in base alla normativa nazionale, lo spazio finanziario messo a disposizione dalla Regione Marche spetta per il 25%, pari a 7,5 milioni euro, alle Province e per il 75%, pari a 22,5 milioni, ai Comuni. La quota di spazio finanziario massima ammissibile da trasferire a ciascun ente è inoltre pari all’ammontare dei debiti commerciali di parte capitale maturati nel periodo indicato e non pagati alla data del 01.01.2015. Sono ammessi alla distribuzione dello spazio finanziario tutti gli enti locali marchigiani soggetti al Patto di stabilità purchè comunichino, entro la data di adozione dell’atto di riparto, la loro volontà di partecipare alla procedura. In relazione alla ripartizione tra Province e Comuni, va ricordato che nelle Marche il comparto delle Province ha un ammontare di debiti commerciali di parte capitale maturati nel periodo di riferimento inferiori al plafond di sua spettanza. In pratica restano inutilizzati 4 milioni di euro. Il Servizio Risorse Finanziarie ha quindi provveduto ad inviare al Ministero dell’Economia e Finanza una richiesta di parere circa la possibilità della Regione di distribuire tra i Comuni l’eventuale spazio finanziario inutilizzato. L’operazione infatti consentirebbe il pagamento di altri debiti commerciali senza modificare gli equilibri regionali dei saldi di finanza pubblica. La prima risposta del Mef è stata negativa, ma con la riserva di un “approfondimento della rigidità della norma per le opportune valutazioni”.  
   
   
BILANCIO, GIUNTA LIGURIA ATTIVA 70 MILIONI DI VECCHI MUTUI PER NON BLOCCARE PAGAMENTI E FINANZIARE DISABILI E TRASPORTI  
 
Genova, 4 maggio 2015 - La giunta regionale ha deciso di attivare, giovedì 30 aprile, 70 milioni di vecchi mutui, di cui 50 milioni autorizzati tra il 2008 e il 2009, per far fronte alla contrazione dei trasferimenti di cassa da parte dello Stato e non bloccare i pagamenti. Lo rende noto l´assessore regionale al bilancio. Il mutuo dovrà servire a far fronte ai pagamenti del fondo disabili, dei trasporti, della non autosufficienza. Voci fondamentali per il territorio che non possono aspettare che lo Stato trasferisca i soldi. "A fronte di 330 milioni trasferiti nel primo quadrimestre 2013 – dice l´assessore al bilancio – abbiamo incassato ad oggi dallo Stato poco piu´ di 110 milioni. Per questo abbiamo attivato il mutuo i cui oneri erano già previsti a bilancio, sfruttando il momento favorevole per i tassi di interesse che hanno raggiunto il minimo storico registrato nell´ultimo quinquennio, e la legge di stabilità 2015 che prevede contributi in conto interessi su operazioni di questo tipo. A questo punto però sollecitiamo il Governo perché consenta alle nostre amministrazioni di poter rispettare l´impegno di pagare i servizi ai cittadini e ai fornitori".  
   
   
BASILICATA, POLITICHE EUROPEE: D´ALFONSO HA EMANATO DECRETO  
 
L´aquila, 4 maggio 2015 - Il presidente della Giunta regionale ha emanato il 27 aprile scorso, il Decreto n°2/Reg recante: "Progetto di modifica al Decreto 26 febbraio 2014, n°2/Reg: "Regolamento per l´attuazione delle disposizioni di cui all´art.40(Disposizioni per l´organizzazione diretta di eventi e la concessione di contributi) della legge regionale 18 dicembre 2013,n°55 recante: "Disposizione per l´adempimento degli obblighi della Regione Abruzzo derivanti dall´appartenenza dell´Italia all´Unione Europea. Attuazione delle direttive 2009/128/Ce e 2007/60/Ce e disposizioni per l´attuazione del principio della tutela della concorrenza, Aeroporto d´Abruzzo, e disposizioni per l´organizzazione diretta di eventi e la concessione di contributi (Legge europea regionale 2013).  
   
   
APPALTI PUBBLICI: A VILLA UMBRA CORSO SU NUOVA MODALITÀ VERIFICA REQUISITI  
 
 Perugia, 4 maggio 2015 – Oltre 130 partecipanti hanno preso parte al seminario di approfondimento sulle nuove modalità di verifica dei requisiti negli appalti pubblici, il sistema Avcpass, che si è svolto il 30 aprile a Villa Umbra, sede della Scuola umbra di amministrazione pubblica. Il corso ha rappresentato una vera e propria guida operativa al funzionamento del sistema Avcpass e, considerando la grande partecipazione e il notevole interesse riscontrato in materia, la Scuola ha previsto un´ulteriore giornata formativa per l´11 maggio prossimo. Dopo un breve inquadramento normativo, la docente Cristina Fregnan, funzionario del Comune di Ferrara, ha presentato simulazioni pratiche sui principali passaggi previsti dalla procedura, creazione e gestione del gruppo di verifica, acquisizione partecipante, comprova requisiti, aggiudicazione, fascicolo post-aggiudicazione, evidenziandone anche i profili di criticità. In particolare, è stato fatto il punto sul quadro normativo degli appalti pubblici ed il sistema operativo Avcpass. Sono stati trattati gli argomenti cardine, come la Banca dati nazionale sui contratti pubblici (Bdncp); l´art. 6-bis del d.Lgs 163/2006 e la delibera Avcp (Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici) n. 111/2012; la comprova dei requisiti di carattere generale e i requisiti di carattere speciale di cui all´art. 48 del d.Lgs 163/2006 e la parziale applicazione alle micro, medie e piccole imprese; l´impatto del nuovo art. 38 comma 2-bis del d.Lgs 163/2006 e il nuovo soccorso istruttorio obbligatorio. Per quanto concerne il sistema operativo Avcpass, la docente ha analizzato il Cig (Codice identificativo gara) e la gestione dei requisiti; il Passoe (operatore economico) e le criticità del sistema; la registrazione dei soggetti incaricati della verifica dei requisiti; l´acquisizione dei partecipanti e la loro gestione; la verifica dei requisiti; le modalità di acquisizione dei documenti non ancora reperibili tramite sistema; la distinzione tra graduatoria e aggiudicazione e la conservazione dei documenti.  
   
   
I CSL NELL´AGENZIA DEL LAVORO: LA GIUNTA SARDA APPROVA IL DDL DI RIFORMA  
 
Cagliari, 4 maggio 2015 - I Csl, Centri regionali per l´impiego, devono essere incorporati nell´Agenzia regionale per il lavoro, passando così sotto la competenza della Regione. L´ha proposto la Giunta regionale, riunita in viale Trento sotto la presidenza di Francesco Pigliaru, approvando un disegno di legge su proposta dell´assessore del Lavoro Virginia Mura, che ha spiegato il senso del provvedimento con la necessità di una gestione unitaria e coordinata del settore per garantire politiche attive sempre più efficaci attraverso il rinnovato ruolo dei Csl. La Sardegna, con questa riforma, farebbe da apripista nazionale. La parola passa ora al Consiglio regionale. L´esigenza di razionalizzare la materia delle politiche e dei servizi per il lavoro per semplificare l´intero sistema è indispensabile alla luce della legge 15 del 2013, che esclude le politiche del lavoro e i servizi per l’impiego dalle materie che devono rimanere in capo alle Province. Tale competenza dunque non può che essere attribuita alla Regione, spiega l’assessore Mura, perché è una materia che non può essere frazionata fra i Comuni in quanto richiede una gestione unitaria da parte di un’amministrazione, come quella regionale, munita di un adeguato apparato organizzativo e di congrue risorse finanziarie e umane. Il provvedimento è anche in armonia con i processi di riforma nazionale del mercato di lavoro: la legge 183 del 2014 contiene infatti la delega al Governo per il riordino della normativa in materia di servizi per il lavoro e le politiche attive, prevede che il Governo istituisca l’Agenzia nazionale per l’occupazione e razionalizzi enti e uffici che operano in materia di politiche attive per il lavoro. Secondo l´assessore Mura con questo disegno di legge la Regione intende raggiungere standard più europei nelle politiche attive e nei servizi per il lavoro, per garantirne la necessaria aderenza ai bisogni espressi dai contesti locali e territoriali.  
   
   
LAVORO, FLEXICURITY: AL VIA GLI INCONTRI PER PRESENTARE GLI INTERVENTI REALIZZATI DALLA REGIONE SARDEGNA ATTRAVERSO IL POR-FSE 2007-2013  
 
Cagliari, 4 maggio 2015 - "Durante la nostra campagna elettorale, Flexicurity e riforma dei Csl sono stati punti essenziali. Oggi la Giunta regionale, così come il governo nazionale, sta testando una delle cose più difficili, soprattutto per un esecutivo di centrosinistra: fare la transizione da un mondo vecchio a un mondo nuovo, affrontando le incertezze di un meccanismo che va costruito e rodato". Con queste parole il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, ha aperto il suo intervento nella sala del Lazzaretto di Cagliari, per il primo dei dieci incontri previsti nell´Isola per presentare gli interventi realizzati dalla Regione attraverso il Por-fse 2007-2013. Al dibattito, incentrato sulla Flexicurity e le politiche attive per il lavoro e coordinato dal giornalista Giuseppe Meloni, ha partecipato l’assessore del Lavoro Virginia Mura e, per gli approfondimenti tecnici, sono intervenuti il direttore generale dell’Assessorato del Lavoro, Eugenio Annichiarico, e il direttore dell’Agenzia regionale per il lavoro, Massimo Temussi. Dopo il saluto del sindaco di Cagliari Massimo Zedda e del commissario della Provincia di Cagliari Franco Sardi, il presidente Pigliaru ha illustrato le azioni della Giunta sul tema del lavoro, inquadrandole nella complessità del contesto. "Stiamo vivendo una trasformazione, che non può avvenire senza perdere pezzi del passato. In Sardegna, con la crisi della grande industria, lo sappiamo bene: bisogna chiudere un´esperienza e aprirne un´altra. E non la apre il settore pubblico ma gli imprenditori, con i loro tempi e le loro modalità. Flessibilità quindi ma, da parte nostra, con sicurezza, occupandoci di chi è più in difficoltà. I Csl devono essere in grado di prendere in carico un disoccupato: conoscere il suo percorso, le sue caratteristiche individuali, disegnare un percorso insieme. C´è ancora molto da fare, ma siamo sulla strada giusta e procediamo al ritmo delle migliori regioni d´Italia." L´assessore Mura ha precisato che la Regione ha voluto invertire la rotta e segnare il passaggio dalle politiche passive alle politiche attive del lavoro, "dando una speranza e offrendo una concreta opportunità di reinserimento nel mercato del lavoro ai tanti lavoratori che, nel corso del 2014, sono fuoriusciti dal bacino della mobilità in deroga. Per la prima volta nella nostra regione, il lavoratore potrà essere preso in carico dai Centri servizi per il lavoro e beneficiare di un sostegno al reddito, condizionato alla prestazione di un tirocinio, o di un’attività formativa in azienda. Una parte del Programma infatti sarà dedicata all’adeguamento delle competenze, perché una formazione efficace e tempestiva è cruciale per dare risposte al fabbisogno delle imprese. Naturalmente dobbiamo abbinare a questo una migliore risposta nei territori: non è pensabile che l’operatore di un Csl debba seguire 254 utenti, mentre nel Nord Europa la media è di 30 disoccupati ad operatore”. "Il ruolo dei Centri servizi per il lavoro - ha poi affermato l´esponente della Giunta Pigliaru - è fondamentale in questa fase del Programma, per consentire una corretta profilazione dei destinatari e facilitare l´incontro tra la domanda e l´offerta di lavoro. Vista la loro centralità, si è reso indispensabile intervenire per dare un governo unitario ai centri dislocati in tutta la Sardegna e portarli sotto la regia dell’Assessorato del Lavoro e dell’Agenzia, per la parte gestionale e operativa. Oggi in Giunta verrà approvato il disegno di legge per la riforma del sistema". "La Flexicurity rappresenta una vera e propria scommessa per la Regione, la cui riuscita - ha sottolineato l´assessore Mura - è fortemente legata alla risposta che si avrà dal mondo imprenditoriale. In questo senso abbiamo ricevuto già qualche segnale positivo da alcune aziende del territorio, come il gruppo Nonna Isa, che hanno espresso un certo interesse verso la misura, rendendosi disponibili a chiamare per il periodo di tirocinio, e poi assumere, un certo numero di lavoratori. Vorremmo che questa testimonianza positiva possa fare da traino anche per altre realtà imprenditoriali. Ci tengo a precisare che si tratta di una prima misura, e che l´attenzione da parte della Regione verso il dramma della disoccupazione, è alta. Per questa ragione sono in fase di attuazione altre azioni, che si rivolgono alle diverse fasce di lavoratori disoccupati, tra cui anche quelli del comparto edile. Quello di stamattina è stato il primo degli eventi territoriali in programma in tutta l´isola, che attraverso il Social bus che toccherà ben 54 Comuni, presenteranno a tutti i cittadini sardi gli interventi del Fondo sociale europeo. La Flexicurity partirà ufficialmente il 4 maggio con la pubblicazione del primo avviso. Dal 10 maggio 2015 sarà possibile presentare le domande per i tirocini, dal 1° giugno quelle per i bonus. Assessorato e Agenzia del lavoro accompagneranno i Csl, coinvolgendo anche le Associazioni datoriali e i consulenti del lavoro. Le risorse ammontano a 23 milioni 700mila euro: 7 milioni provengono dal Por-fse 2007-2013, altrettanti dall’Agenzia per il lavoro e poco meno di 10 milioni dal Por-fse 2014-2020. Di questi fondi, 15 milioni serviranno per finanziare i tirocini formativi di reinserimento. Lavoro: il presidente Pigliaru e l´assessore Mura hanno inaugurato il Csl di Sant´elia a Cagliari - Il Presidente della Regione, Francesco Pigliaru, e l´assessore regionale del Lavoro, Virginia Mura, questa mattina hanno presenziato all´inaugurazione del nuovo Centro servizi per il lavoro di Sant´elia, a Cagliari, aperto al pubblico lo scorso mese di gennaio. Il presidente e l´assessore hanno voluto incontrare gli operatori del Csl e gli utenti che in quel momento si trovavano nei vari sportelli. Francesco Pigliaru, in particolare, si è informato sulla metodologia adottata dai singoli settori e ha chiesto informazioni sull´andamento dell´incontro tra la domanda e l´offerta di lavoro. Da alcuni mesi a questa parte si registra, da questo punto di vista, un´inversione di tendenza: segnali di ripresa, soprattutto per i tirocini formativi, dopo anni di crisi. Al presidente Pigliaru e all´assessore Mura sono state presentate tre iniziative simboliche. Una in chiave femminile: nove donne disoccupate di Sant´elia si sono costituite nell´associazione "Sant´elia Vive" che, da tre anni, fa animazione sociale nel quartiere cagliaritano. Il Csl le ha aiutate ad elaborare un progetto che prevede una serie di iniziative: dall’assistenza a disabili, anziani e bambini alla cura degli orti urbani, dal manifatturiero alla riparazione delle reti da pesca, attività praticata da molte persone che risiedono nell’antico borgo. Altri quattro ex lavoratori di Akela, invece, hanno costituito due società: la Cyberfarm Srls offre servizi informatici e, in un solo mese e mezzo, ha già ricevuto commesse da importanti aziende regionali. La Danielelai.net, invece, si occupa di grafica web e pubblicitaria. Nessuno di loro supera i 40 anni. Le tre iniziative costituiscono un esempio di autoimprenditorialità. Una risposta alla disoccupazione con il coraggio di mettersi in gioco attraverso le proprie professionalità e competenze. Infine, di fronte al Lazzaretto, il presidente Pigliaru e l´assessore Mura hanno inaugurato il Social Bus, un ufficio multimediale itinerante che, da oggi al 5 giugno, attraverserà 54 Comuni di tutta la Sardegna per fornire ai cittadini informazioni e materiale sui progetti realizzati dalla Regione - attraverso il Fondo sociale europeo - in materia di occupazione, formazione, istruzione e inclusione sociale.  
   
   
FLEXICURITY, IL 4 MAGGIO PRIMO AVVISO PER QUATTROMILA DISOCCUPATI  
 
Cagliari, 4 maggio 2015 - Il Programma Flexicurity propone azioni combinate, finalizzate ad accompagnare una fascia di lavoratori svantaggiati in un percorso di reinserimento nel mercato del lavoro, attraverso un periodo di tirocinio, e un bonus alle imprese per l’assunzione. Il primo Avviso sarà pubblicato il 4 maggio 2015: si rivolge a circa 4.000 lavoratori disoccupati che, nel corso del 2014, sono stati definitivamente espulsi dal bacino della mobilità in deroga, perdendo il diritto di ricevere un sostegno al reddito. Il Programma è stato adottato con le Deliberazioni della Giunta n. 43/25 e 50/9 del 2014, con l’intento di assicurare sostenibilità sociale alla perdita del posto di lavoro e continuità di reddito, ridurre i tempi di lontananza dal mondo del lavoro e favorire l’acquisizione di competenze utili a sostenere nel tempo le opportunità occupazionali. Le risorse destinate agli interventi previsti dall’Avviso ammontano a 23.673.821,52 euro provenienti dal Fondo sociale europeo e dal bilancio regionale. Le azioni previste dall’Avviso pubblico sono due: - attivazione di tirocini di inserimento e/o reinserimento di durata di 6 mesi, con un orario di 30 ore settimanali a fronte del quale viene garantito un voucher mensile lordo di 600 euro per un totale di 3.600 euro; - erogazione di incentivi finalizzati all’assunzione mediante il riconoscimento di un bonus occupazionale alle imprese che assumeranno i soggetti destinatari dell’Avviso pubblico. Il bonus occupazionale prevede un contributo diversificato a seconda del tipo di contratto che le imprese andranno ad attivare, così definito: a) 4.000 euro per l’assunzione a tempo pieno con contratto a tempo determinato o in somministrazione per 6-12 mesi; b) 6.000 euro per l’assunzione a tempo pieno con contratto a tempo determinato o in somministrazione superiore a 12 mesi; c) 7.500 euro per l’assunzione a tempo pieno con contratto a tempo indeterminato. Per i destinatari dell’Avviso pubblico Flexicurity sono previste attività di orientamento, coaching e supporto alla ricerca attiva del lavoro, nonché di empowerment e bilancio delle competenze. Per le aziende che intendano usufruire delle opportunità dell’Avviso saranno programmate attività di animazione territoriale, consulenza diretta e incontri con gli stakeholder locali.  
   
   
OCCUPAZIONE: SOTTOSCRITTO PROTOCOLLO CON FISH CALABRIA  
 
Catanzaro, 4 maggio 2015 - L’assessore regionale alle Politiche sociali Carlo Guccione ha sottoscritto,, assieme alla presidente della Federazione italiana per il superamento dell’handicap (Fish-calabria) Annunziata Coppedè, un protocollo d’intesa. L’accordo s’inserisce nell’ambito di “Garanzia Giovani”, il programma europeo di contrasto alla disoccupazione giovanile, e consentirà a Fish-calabria di svolgere il ruolo di ente accreditato per promuovere l’occupazione giovanile e l’esclusione sociale, formare ed informare giovani ed associati sui programmi e le opportunità offerte dalla “Garanzia Giovani”. “Il nostro obiettivo – ha detto l’Assessore Guccione – è mettere in rete tutti i protagonisti dello sviluppo per creare sinergie virtuose attraverso cui giungere ad un nuovo Piano per il lavoro che sia tarato sulle peculiarità e le potenzialità della Calabria, condiviso con le parti sociali e finanziato con la nuova Programmazione europea 2014/2020”. A seguito della sottoscrizione del protocollo d’intesa con la Regione, verrà istituito nella sede di “Fish Calabria onlus” uno sportello informativo su “Garanzia Giovani” che offrirà ai ragazzi, con disabilità e non, informazioni sul mondo del lavoro, sulle prospettive e gli sbocchi occupazionali, orientamento su percorsi di formazione e lavoro, supporto per la registrazione al sistema e interventi volti a favorire il raccordo tra le aziende ed i giovani. Quella di oggi e una delle intese che l’assessore Guccione ha già siglato con i principali attori del mondo del lavoro è le associazioni più rappresentative del settore imprenditoriale calabrese.  
   
   
TORNO SUBITO: UNA BELLA OPPORTUNITÀ PER 1000 GIOVANI LA REGIONE INVESTE 12 MILIONI DI EURO PER FAR PARTIRE 1000 GIOVANI CHE FARANNO UN’ESPERIENZA DI LAVORO ALL’ESTERO O IN UN’ALTRA REGIONE E TORNERANNO QUI NEL LAZIO CON TANTE COMPETENZE. SCOPRI COME FUNZIONA  
 
Roma, 4 maggio 2015 - Riparte Torno subito, una bella opportunità per tanti giovani tra i 18 e i 35 anni. In particolare la Regione investe 12 milioni di euro per far partire 1000 ragazzi che faranno un’esperienza di lavoro all’estero o in un’altra regione e torneranno nel Lazio con tante competenze. Il progetto è rivolto a universitari, laureati, studenti e diplomati “Istituti Tecnici Superiori” residenti o domiciliati nel Lazio e di età tra i 18 e i 35 anni, inoccupati o disoccupati, che finanzia esperienze integrate di studio o lavoro in Italia e all’estero. La Regione sostiene lo sviluppo e punta sui giovani. Le risorse utilizzate torneranno nel Lazio in forma di crescita e sviluppo. Un vero e proprio investimento su un valore che è rappresentato dai ragazzi, con le loro idee, energie e competenze. Un modo per aiutare i giovani a essere cittadini del mondo. Torno subito è stato possibile perché la Regione ha recuperato fondi europei che si rischiava di perdere dando una bella opportunità ai ragazzi per essere cittadini del mondo e ad aprirsi a una dimensione europea e globale. Al centro anche i settori strategici. Una delle novità del bando di quest’anno è la creazione di una linea specifica per finanziare esperienze formative nel campo dell’audiovisivo, un settore strategico a cui i ragazzi si avvicineranno facendo esperienza in paesi strategici. È anche un modo per favorire l’internazionalizzazione del Lazio. Ecco come funziona Torno subito: Torno Subito Italia prevede nella prima fase un’esperienza svolta in altre regioni italiane, per un periodo da 3 a 6 mesi, e nella seconda fase un’esperienza nel Lazio attraverso tirocini e/o attività di ricerca, per un periodo da 3 a 6 mesi. Torno Subito Estero prevede nella prima fase un’esperienza fuori Italia, da 3 a 6 mesi, e nella seconda fase un’esperienza nel Lazio, attraverso tirocini e/o attività di ricerca per un periodo da 3 a 6 mesi. Torno Subito Formazione Lunga, con la prima fase, da 7 a 12 mesi, in Italia o all’estero, soltanto per studio e formazione, e la seconda fase nel Lazio, attraverso tirocini e/o attività di ricerca, per un periodo da 3 a 6 mesi. Torno Subito Professioni cinematografiche prevede nella prima fase un periodo di permanenza in Italia o all’estero da 1 a 6 mesi e nella seconda un’esperienza nel Lazio, attraverso tirocini e/o attività di ricerca per un periodo da 3 a 6 mesi. Più opportunità per i disabili. Vengono finanziati costi supplementari, fino a 4mila euro, per l’acquisto di servizi di assistenza e accompagnamento, trasporti, etc. Di persone disabili.  
   
   
GIOVANI E IDEE D´IMPRESA: PUBBLICATO BANDO TERZA EDIZIONE "CREATIVITY CAMP" UMBRIA  
 
Perugia, 4 maggio 2015 - È stato pubblicato il bando della terza edizione di "Creativity Camp", il progetto promosso dall´Agenzia Umbria Ricerche ("Aur") e dalla Regione Umbria che premia le migliori idee d´impresa innovative dei giovani, rivolto a residenti o domiciliati in Umbria di età fra i 18 e i 35 anni. Alla fine del percorso del "Creativity Camp" regionale, verrà riconosciuto alle migliori tre idee d´impresa selezionate un premio del valore massimo di 5mila euro per la realizzazione di uno stage o di un corso di formazione, in Italia o all´estero, coerente con l´idea d´impresa presentata e finalizzato al suo perfezionamento. Tutti i partecipanti avranno l´opportunità di presentare la propria idea ad imprese, istituzioni, banche e possibili finanziatori, ai fini della loro valutazione e possibile realizzazione. Il nuovo bando, che presenta alcune novità rispetto alle precedenti edizioni, verrà illustrato mercoledì 6 maggio, alle ore 14.30, nel corso di un incontro all´Aula 1 Economia e Scienze Politiche dell´Università degli studi di Perugia (in via Pascoli 20, Perugia); insieme al direttore e a un ricercatore dell´Aur, ne parleranno i professori Ambrogio Santambrogio (direttore del Dipartimento di Scienze Politiche) e Mauro Pagliacci (direttore del Dipartimento di Economia). Nel bando 2015, spiegano i promotori, è stata mantenuta la formula di successo dei laboratori di idee articolati nei "Creativity Camp" territoriali e nella finale regionale, nei quali i partecipanti delle prime due edizioni hanno acquisito le competenze per far sì che i risultati dei loro studi, le loro intuizioni, la loro creatività potessero generare lavoro e valore per se stessi e per il territorio, creando imprese innovative in grado di tradurre in prodotti e servizi originali la conoscenza acquisita, portandola sul mercato. La creatività individuale, stimolata e arricchita dalle competenze trasmesse nei "Creativity Camp", è ormai un preciso riferimento nella valorizzazione di quei giovani in possesso di conoscenza, competenza e, spesso, di alti livelli di istruzione che faticano a trovare lavoro, tanto che il progetto è stato inserito tra le azioni del programma "Garanzia Giovani" come misura di sostegno all´autoimpiego e all´imprenditorialità giovanile. Nell´edizione 2014, la risposta dei giovani è stata elevata: oltre 90 sono state le idee d´impresa presentate, caratterizzate da originalità, innovatività, buone potenzialità di mercato, nei campi dell´impresa creativa. Tutti i progetti hanno evidenziato la volontà dei partecipanti di fare dell´auto-impiego il proprio futuro, scommettendo su competenze e creatività. Le idee presentate hanno spaziato nei campi dell´engineering/robotics, green ed ecosostenibilità, tutela e valorizzazione del patrimonio storico-artistico, agroalimentare, design, impresa sociale, Ict e promozione del territorio. Nel nuovo bando, questa la novità, una particolare attenzione viene riservata a quei progetti innovativi che si propongono di realizzare un impatto sociale, che si propongono, cioè, spiegano i promotori, di fornire risposte in termini di prodotto o servizio ad un bisogno sociale esistente, contribuendo a generare non solo valore economico, ma anche valore culturale e sociale per l´impresa, per il territorio e per la comunità. Le idee di impresa devono riguardare: Città smart; Green ed ecosostenibilità; Tutela e valorizzazione del territorio; Agroalimentare; Design e artigianato di qualità; Impresa sociale; Ict; Editoria e informazione online; Turismo; Imprese culturali e creative. Il bando "Creativity Camp" è destinato ai giovani dai 18 ai 35 anni residenti o domiciliati in Umbria. Per partecipare è necessario prendere visione del bando e compilare formulario e allegati. Le domande devono essere presentate entro il 3 luglio 2015. Il bando, con i relativi allegati, è disponibile nel sito www.Creativitycampumbria.it e in quello dell´Agenzia Umbria Ricerche www.Aur-umbria.it  nella sezione Progetti.  
   
   
BASILICATA; IMMIGRAZIONE, SI È INSEDIATO L’ORGANISMO DI COORDINAMENTO AL CENTRO DELLA RIUNIONE UN CRONOPROGRAMMA PER L’ACCOGLIENZA E L’INTEGRAZIONE DI RIFUGIATI, STAGIONALI E MINORI  
 
Potenza, 4 maggio 2015 - Si è insediato, alla presenza del governatore della Regione Basilicata, l’organismo di coordinamento in materia di immigrati e rifugiati politici. Il 29 aprile lo start up dell’organismo, con i dirigenti dei diversi dipartimenti, della Fondazione Città della Pace e dell’Alsia, per definire un cronoprogramma sulle questioni dei rifugiati, degli stagionali e dei minori immigrati non accompagnati. L’organismo, di volta in volta, sarà allargato ai rappresentanti delle Prefetture e delle Questure oltre che alle parti sociali e alle organizzazioni di volontariato. La Basilicata accoglie all’incirca 1100 migranti, con esempi virtuosi di integrazione, ma è pronta a raddoppiarne i numeri. La Regione ha avviato un‘intesa con il ministero dell’Interno, per coniugare il principio di solidarietà con le politiche di sviluppo per il territorio. Sul tavolo le proposte avanzate dalla Regione in Prefettura: dalla trasformazione del centro di Palazzo San Gervasio da Cie a luogo di accoglienza, ampliandone la capienza fino 300 ospiti e candidando la struttura a uso plurimo sia per i rifugiati che per i lavoratori stagionali. Agli uffici regionali il compito di valutare la disponibilità di altri immobili, con il coinvolgimento dei sindaci e delle autonomie locali in tutte le sue articolazioni, per la condivisione del processo di accoglienza. L’obiettivo perseguito, infatti, è un modello di tipo Sprar fatto di piccoli numeri di migranti nei comuni e in maniera graduale, proprio per favorirne il processo di integrazione. La Basilicata non parte da zero, è stato sottolineato dall’organismo appena insediatosi. L’anno scorso in favore dei lavoratori stagionali, sono stati investite risorse regionali per la ristrutturazione di alcuni immobili. Per la prima volta, si è inferto un colpo importante al caporalato, passando dal 100 per cento dell’abusivismo a percentuali fisiologiche. Un’operazione che ha visto insieme Croce Rossa Italiana, associazioni di volontariato e dei datori di lavoro, dei produttori e delle organizzazioni sindacali e i mediatori culturali, figure professionali sulle quali la Regione sta investendo. Una sfida, ancora, riguarda i richiedenti asilo: si punta a favorire l’ospitalità dei migranti e dei richiedenti asilo in abitazioni nei centri storici dei comuni lucani, attraverso accordi fra le amministrazioni e i proprietari, favorendo allo stesso tempo anche l’occupazione con le cooperative che lavoreranno nel campo dell’assistenza. In discussione anche l’organizzazione della campagna del pomodoro che dall’area dell’Alto Bradano si allargherà quest’anno anche al Metapontino. Importante, è stato rimarcato, il ruolo dei singoli Dipartimenti regionali per la candidatura di progetti, al fine di per reperire risorse dall’Europa. Si è discusso anche di come implementare l’inserimento lavorativo sia stagionale che duraturo attraverso le liste di prenotazioni del sistema Basil, unico esempio in Regione grazie supporto delle Province da allargare anche alle assistenti domiciliari (badanti). Sul tavolo anche il completamento della citta della Pace per i bambini per superare la quota 150 ospiti, così come l’attuazione del bando regionale per i minori non accompagnati.  
   
   
MILANO: WELFARE. AUMENTANO LE RISORSE, PIÙ INTERVENTI PER LE FAMIGLIE E CONTRO LE POVERTÀ: IN ARRIVO I BUONI SPESA E IL SOSTEGNO AFFITTO  
 
Milano, 4 maggio 2015 - Aumentano le risorse comunali per il welfare, raggiungendo quota 176 milioni e 631 mila euro nel bilancio di previsione 2015, un milione in più rispetto al 2014. Lo ha annunciato in Commissione consiliare l’assessore alle Politiche sociali Pierfrancesco Majorino, sottolineando il significato di quell’incremento: “È la dimostrazione che, pur in anni molto difficili, siamo riusciti a non tagliare la spesa sociale e, anzi, ad aumentarla. Oggi i nostri Servizi seguono oltre 105 mila persone, l’equivalente di una città italiana – ha proseguito Majorino – ma il nostro sforzo è di ampliare quella platea, estendendo gli interventi a quanti, storicamente, ne sono sempre stati esclusi: coloro che, pur essendo socialmente fragili, non sono così poveri da poter accedere al regime di gratuità”. Accanto agli interventi per anziani, minori, persone con disabilità, adulti in difficoltà, si rafforzano le azioni del Comune a sostegno delle famiglie, delle giovani coppie e dell’infanzia, così come le misure per il sostegno al reddito, facendo salire a quota 127 milioni di euro la cifra impegnata dal 2011 a oggi contro le povertà: la somma più alta tra tutti i Comuni italiani. Tra gli interventi previsti in questo ambito nel 2015, per un valore di 25 milioni di euro, sono due, in particolare, le novità in arrivo: i buoni spesa per famiglie in difficoltà e il sostegno economico alle giovani coppie per pagare l’affitto. Al via a maggio, inoltre, il servizio della badante di condominio e il nuovo sistema di residenzialità sociale temporanea.