Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 







MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web




 


GIOVEDI

PAGINA 1 PAGINA 2 PAGINA 3 PAGINA 4 PAGINA 5 PAGINA 6 ALIMENTAZIONE
Notiziario Marketpress di Giovedì 21 Maggio 2015
PARLAMENTO EUROPEO: DICHIARAZIONE DI APERTURA DEL PRIMO VICEPRESIDENTE TIMMERMANS AL DIBATTITO SULLA AGENDA EUROPEA SULLE MIGRAZIONI  
 
Strasburgo, 21 maggio 2015 - Dopo la terribile perdita di vite umane nel Mediterraneo il mese scorso il Consiglio europeo rappresentava un minuto di silenzio. I leader si sono impegnati per la solidarietà tra gli Stati membri per affrontare la migratoria comune sfide che l´Europa deve affrontare. L´agenda europea sulle migrazioni è di trasformare le parole in azioni. Esso prevede le misure che sono urgentemente necessarie per affrontare la crisi nel Mediterraneo e per costruire una risposta strutturata che può essere utilizzato in casi di estrema pressione su altre parti della nostra frontiera esterna comune. L´ingresso e sostenere il Parlamento ci ha dato nella vostra risoluzione mese scorso è stato molto importante per noi nella messa a punto all´ordine del giorno. Abbiamo reagito con più finanziamenti e risorse per Triton per aiutarla a gestire le frontiere e salvare vite umane. Stiamo prendendo misure per interrompere la gente brutale contrabbando commercio, e che proponiamo squadre hotspot ´per dare appoggio a terra negli Stati membri in cui la pressione è peggio - per aiutare a identificare, registrare e impronte digitali dei migranti in arrivo. E la Commissione concorda con il Parlamento che dobbiamo fare di più per rendere una realtà l´impegno di solidarietà e di aprire canali legali per coloro che hanno più bisogno di protezione internazionale. La prossima settimana la Commissione proporrà un meccanismo di trasferimento temporaneo attivando la clausola di emergenza di cui all´articolo 78 (3) del Trattato per contribuire ad alleviare la pressione immediata ed eccezionale sui paesi in prima linea. Questo Parlamento sarà formalmente consultato e contiamo sul vostro sostegno. E più avanti torneremo a voi di codecisione un meccanismo permanente per la delocalizzazione che si attiva automaticamente ogni volta che ci sono queste situazioni di crisi estreme. Secondo il regime di trasferimento, le persone di nazionalità identificate che hanno più disperatamente bisogno di santuario saranno distribuiti agli altri Stati membri, che quindi si prenderà cura di loro accoglienza e di asilo lavorazione. La Commissione ha presentato un criterio di ripartizione che mostra cosa significa questa solidarietà all´interno dell´Ue in termini concreti per ogni Stato membro e l´Unione nel suo insieme. In parallelo, vogliamo creare canali sicuri e legali per coloro che hanno realmente bisogno di protezione per arrivare in Europa senza rischiare l´abuso, lo sfruttamento e la loro vita nelle mani dei trafficanti. Proponiamo quindi un programma di reinsediamento umanitario, in collaborazione con l´Unhcr. Stiamo mettendo un extra di € 50.000.000 in questo schema, che dovrebbe tradursi in un ulteriore reinsediamento 20000 persone nell´Unione europea più di due anni. Al di là della crisi immediata stiamo impostando una strategia a lungo termine per affrontare le questioni più fondamentali della migrazione in modo globale. Si tratta di questioni complesse e abbiamo bisogno di agire su tutti gli aspetti per essere efficace. Questo significa contrastare l´immigrazione irregolare alla fonte e lungo i percorsi. Significa garantire i nostri confini e salvare vite umane. Ma ha anche significare applicare le nostre regole comuni in materia di asilo in modo corretto. Solidarietà in mano con responsabilità. Tutti coloro che hanno bisogno di santuario dovrebbe trovare in Europa. Ma coloro che non hanno pretesa giustificata dovrebbe essere rapidamente identificati e torneranno al loro paese d´origine. Un´azione efficace al ritorno e limitando le possibilità di abusi sono cruciali per la credibilità e l´accettazione sociale delle politiche migratorie. Ottenere queste regole funzionano correttamente è anche un presupposto necessario per il dibattito serio abbiamo bisogno di avere sulla migrazione legale l´Europa avrà bisogno in futuro. Avremo solo il sostegno dei cittadini per questo se otteniamo tutti gli aspetti di una politica migratoria globale che lavora insieme. Onorevoli deputati, Questa agenda europea sulle migrazioni mobilita tutti gli strumenti a disposizione dell´Ue. Le nostre politiche interne e le nostre varie agenzie europee. Ma anche la politica di sviluppo per affrontare le cause profonde della migrazione, e di una politica estera coerente e unito per portare la gestione della migrazione all´ordine del giorno nei nostri rapporti con i paesi terzi. L´agenda è olistico - un esempio dei vantaggi dei nuovi metodi di lavoro sotto la Commissione Juncker. Queste sono proposte coraggiose e stanno già attirando il dibattito, anche tra gli Stati membri. Ma non è accettabile per le persone a dire ´sì, fermano gente annegare´ ma allo stesso tempo rimanere in silenzio su dove queste persone dovrebbero andare una volta in salvo. Ciò che la Commissione sta facendo oggi è mettere in pratica l´impegno del Consiglio europeo di fatto il mese scorso. Più responsabilità ed effettiva applicazione delle nostre regole comuni per prevenire abusi, andando di pari passo con più solidale. Sì, questi sono difficili proposte. Sì, si chiederà il dibattito negli Stati membri. Ma non è accettabile per le persone in tutta l´Ue per dire ´sì, fermare l´annegamento´ e allo stesso tempo di dire ´ma non portare la gente di qui´. Stiamo allestendo oggi una serie di misure mirate ed equilibrate, e lavoreremo a stretto contatto con il Parlamento e ciascuno dei nostri Stati membri per abbinare le parole con l´azione.  
   
   
PARLAMENTO EUROPEO PLENARIA DICHIARAZIONE DI APERTURA DEL COMMISSARIO AVRAMOPOULOS NEL CORSO DEL DIBATTITO SULLA AGENDA EUROPEA SULLE MIGRAZIONI  
 
Strasburgo, 21 maggio 2015 - Onorevoli deputati del Parlamento europeo; Dopo anni in cui abbiamo visto i migranti che muoiono a casa nostra; in cui abbiamo visto la fiducia dei nostri cittadini nelle istituzioni europee diminuisce, era il momento di essere visionario e audace. Era giunto il momento per la Commissione europea di svolgere il suo ruolo fondamentale come il motore dell´integrazione europea, intervenendo sulle grandi sfide del nostro tempo. E la migrazione è una di queste grandi sfide. Lo scorso anno oltre 620.000 persone hanno chiesto protezione in Europa. I numeri per il 2015 mostrano che anche che il picco potrebbe essere lieve in confronto a quello che registreremo quest´anno. 70.000 domande di asilo sono già presentate ogni mese in Europa a partire dall´inizio del 2015. Più di 80.000 migranti hanno raggiunto le nostre coste. E permettetemi di essere molto chiaro: questo non è dovuto ad alcun "fattore di attrazione". Questo perché il nostro immediate vicinanze è in fiamme. E ´perché stiamo vivendo in un momento di instabilità e l´Europa è vista come un rifugio in tempi di crisi. E ´tempo di iniziare essere responsabile al riguardo. Riconoscendo che abbiamo bisogno di cominciare ad agire insieme in Europa. L´agenda che abbiamo adottato è più ambizioso di quello: Stiamo proponendo ad agire insieme sulla scena mondiale, perché la gestione della migrazione è una responsabilità condivisa in tutto il mondo. L´approvazione di una missione politica di sicurezza e di difesa comune nel Mediterraneo il Lunedi dal Consiglio e gli sforzi di Federica Mogherini per arrivare alle Nazioni Unite di una risoluzione che permetterà all´Europa di intraprendere azioni decisive contro le organizzazioni criminali è un perfetto esempio di questo visione globale. Questo sforzo è parte della risposta immediata che l´agenda europea sulle migrazioni suggerisce, al fine di affrontare la pressione nel Mediterraneo e di dare un immediato e massiccio follow-up alle deliberazioni del Parlamento e dei capi di Stato e di governo. Stiamo facendo in modo da ampliare la nostra capacità di salvare vite umane attraverso la triplicazione delle operazioni congiunte condotte da Frontex Tritone e Poseidone e con l´adozione di un piano d´azione per la lotta contro il contrabbando dei migranti al fine di rispondere a due domande fondamentali e semplici che ci siamo sentiti è rimasta aperta. La prima domanda è: " Cosa facciamo con quelli che salviamo? " Abbiamo pensato che era giunto il momento di dare una vera risposta europea a queste domande fondamentali e semplici. Uno in cui ogni Stato membro dovrebbe fare la sua giusta quota al fine di promuovere i valori fondamentali di umanità e di solidarietà su cui si fonda l´Unione. È per questo che la prossima settimana, la Commissione proporrà l´attivazione dell´articolo 78 (3), del trattato. Un meccanismo di emergenza che è stato pensato proprio per situazioni come quelle che stiamo affrontando oggi: " un afflusso improvviso di cittadini di paesi terzi ". Il meccanismo consentirà il trasferimento di quelli che sono in chiara necessità di protezione dai membri in prima linea verso gli altri Stati membri. Nei giorni scorsi, dopo l´adozione dell´Agenda Ho sentito molti lamentarsi che questo sistema è troppo orientato verso il Mediterraneo. Voglio essere molto chiaro: quello che stiamo costruendo oggi non è solo una risposta di emergenza per la pressione attuale; si tratta di un meccanismo di emergenza da applicare in futuro laddove la pressione emergerà. Coloro che vi aiuterà oggi saranno coloro che potrebbero avere bisogno di aiuto domani. Penso che questo è ciò che la solidarietà significa veramente in pratica. La seconda domanda è: "Che cosa facciamo con quelli che oggi usano i contrabbandieri per cercare la protezione che meritano? " Se siamo seri nella lotta contro i contrabbandieri al punto di andare al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, dobbiamo essere altrettanto grave in apertura vie alternative e legali per venire in Europa. Di nuovo, questo è uno sforzo cui l´Europa deve agire come uno. Con un approccio comune e coerente. Per questo motivo la Commissione ha proposto un programma di reinsediamento di trasferire 20.000 rifugiati in Europa da paesi terzi, mostrando solidarietà tanto necessaria ai nostri vicini che stanno già assumendo l´urto della crisi in Siria e in Libia. La Commissione metterà a disposizione € 50.000.000 al fine di sostenere gli Stati membri. Questi due meccanismi saranno basati su un criterio di ripartizione sviluppato secondo criteri oggettivi e trasparenti. Sono pronto a discutere sui criteri a nuovo, ma cerchiamo di essere chiari; non dobbiamo nasconderci dietro questa discussione per non fare nulla. Al di là delle azioni immediate, l´agenda europea sulle migrazioni risponde anche alle sfide più fondamentali che la società europea deve affrontare. Si tratta di un ordine del giorno che guarda al medio-lungo termine, al fine di aprire la strada verso una politica migratoria europea realmente comune in seno all´Unione europea. In linea con le priorità individuate dal presidente Juncker negli orientamenti politici che abbiamo costruito attorno a quattro pilastri fondamentali: Rafforzare la capacità di combattere l´immigrazione irregolare: la Commissione adotterà la prossima settimana un piano d´azione sul contrabbando e rafforzerà il ruolo di Frontex nelle operazioni di rimpatrio; Proteggere i migranti che hanno bisogno di protezione internazionale: la Commissione intende promuovere e monitorare la piena attuazione del sistema europeo comune di asilo e adotterà misure per combattere gli abusi; Rafforzare la gestione condivisa delle frontiere esterne: Frontex sarà rafforzata e sarà sviluppato norme più coerenti; Le esigenze demografiche e di competenze dell´Ue significa che la migrazione legale sarà una parte necessaria del nostro futuro. La Commissione intende sviluppare una nuova politica in materia di migrazione legale a cominciare dalla revisione della direttiva Carta blu. Il principio è molto semplice. Europa si estenderà una mano a chi ne ha bisogno e si adopererà per attrarre coloro che ci serve, ma questo sarà equilibrato per un´azione forte e mirata per coloro che cercano di abusare del nostro sistema. Come ho già detto il nostro obiettivo è quello di dare una risposta globale, che comprende anche le enormi sfide demografiche l´Europa deve affrontare. Mentre la popolazione in età lavorativa nell´Unione europea diminuirà di 17,5 milioni, i lavoratori qualificati stranieri che possono integrare la nostra sarà importante per sostenere lo sviluppo economico dell´Europa. L´agenda è su azioni e iniziative concrete, che sono realistici e attuabili se tutti noi partecipiamo costantemente a questo sforzo comune. Per questo, ho bisogno del sostegno del Parlamento, che è sempre stata in prima linea sostenendo vera ed efficace la solidarietà. Più di garantire che il sistema attuale garantisce il suo pieno potenziale, l´agenda lancia finalmente riflessioni parallele per approfondire la nostra futura cooperazione europea nel settore della migrazione. Questo include idee come l´istituzione di un processo europeo decisionale singolo asilo o un sistema di guardie di frontiera europea. Onorevoli deputati, non vedo l´ora di sentire le vostre reazioni.  
   
   
IMMIGRAZIONE: I DEPUTATI EUROPEI DISCUTONO LE SOLUZIONI DELL´UE  
 
Strasburgo, 21 maggio 2015 - Il 20 maggio, i deputati hanno discusso il piano della Commissione per rispondere all´urgenza dei migranti. Il vice presidente della Commissione Frans Timmermans e il commissario per l´Immigrazione Dimitris Avramopoulos ha annunciato una serie di misure, tra cui un meccanismo di emergenza per la distribuzione dei migranti dai paesi di frontiera, un programma di reinsediamento per i migranti provenienti da paesi al di fuori dell´Ue e maggiori fondi per la sicurezza delle frontiere. Il Rappresentante della Presidenza del Consiglio Zanda Kalnina-lukaševica ha accolto l´iniziativa della Commissione e la triplicazione delle risorse per Frontex, l´agenzia delle frontiere esterne dell´Unione europea. Ha ricordato che i governi hanno deciso di istituire un´operazione militare dell´Ue volta a "interrompere il traffico di esseri umani". Il vicepresidente della Commissione Frans Timmermans ha annunciato che la prossima settimana la Ce proporrà un meccanismo di trasferimento temporaneo "per alleggerire la pressione dei paesi di frontiera". "Non si tratta della migrazione in generale, ma della situazione di estrema crisi che richiede una risposta chiara". "Affrontare l´immigrazione clandestina alle radici significa proteggere le nostre frontiere e salvare le vite umane, ma anche far applicare correttamente le nostre regole comuni in materia di asilo, e per questo abbiamo bisogno l´impegno degli Stati membri" ha aggiunto. "I nostri paesi vicini attraversono un momento di crisi e l´Europa è vista come un rifugio in tempi d´instabilità" ha dichiarato il commissario per l´Immigrazione Dimitris Avramopoulos. Manfred Weber (Ppe, Germania) ha indicato che "come europei dobbiamo rispondere a questa sfida". Ha accolto con favore "il meccanismo di solidarietà" e ha aggiunto che "siamo disposti a continuare a lavorare sul buon lavoro avviato dalla Commissione". "L´europa è spesso accusata di non fare nulla. Con queste misure, stiamo dimostrando che l´Europa può agire", ha dichiarato Gianni Pittella (S&d, Italia). "Dobbiamo porre fine alle reti dei trafficanti, ma non vogliamo alcuna azione o violenza militare" ha aggiunto. Timothy Kirkhope (Ecr, Regno Unito) ha criticato i piani per ridistribuire i richiedenti asilo in Europa. "Abbiamo il dovere morale di collaborare tra paesi, ma la vera solidarietà significa assistere perché è la cosa giusta da fare, non perché siamo stati costretti". Guy Verhofstadt (Alde, Belgio) ha chiesto un´azione comune europea per affrontare la crisi nei paesi vicini: "Non abbiamo fatto nulla in Libia, non abbiamo fatto nulla in Siria e questo è uno dei motivi per cui così tanti rifugi stanno cercando di entrare nell´Unione europea". Gabriele Zimmer (Gue/ngl, Germania) ha criticato quello che ha visto come un approccio repressivo nei confronti dei rifugiati: "Si tratta di persone in enormi difficoltà e reprimendo i rifugiati non si contribuisce alla risoluzione dei loro problemi, ma crea soltanto altri terroristi". "L´unico approccio da parte del Consiglio, su cui tutti sono d´accordo è una politica fatta di più controlli alle frontiere, più persone rinviate nel proprio paese e operazioni più militari in fase di lancio. Ieri abbiamo sentito parlare dei profughi ungheresi nel 1956, che sono stati accolti a braccia aperte da parte di altri paesi in Europa... Dove sono le braccia aperte oggi?" chiede Judith Sargentini (Verdi, Olanda). Nigel Farage (Efdd, Regno Unito) ha ricordato che aveva avvertito la Commissione che la politica comune dell´Ue in materia di asilo non prevedeva controlli di sicurezza. L´isis ne avrebbe potuto approfittare per infiltrarsi nei nostri paesi. Vicky Maeijer (Ni, Olanda) ha espresso le sue preoccupazioni per "ogni paese che riceve una proporzione di clandestini e terroristi". "Stiamo arricchendo i trafficanti umani".  
   
   
PARTENARIATO ORIENTALE UE: DATI EUROSTAT IN VISTA DEL SUMMIT DI RIGA 2015 EUROSTAT HA PUBBLICATO O ALCUNI DATI STATISTICI RELATIVI AL PARTENARIATO ORIENTALE, UN´INIZIATIVA NATA NEL 2009 CHE SANCISCE LE RELAZIONI POLITICO-ECONOMICHE TRA UE E PAESI QUALI L´UCRAINA, L´ARMENIA, L´AZERBAIJAN, LA REPUBBLICA DI MOLDOVA E LA BIELORUSSIA.  
 
Bruxelles, 21 maggio 2015 - La ricerca di Eurostat si concentra principalmente su alcuni dati di carattere demografico e territoriale e sul valore degli scambi di merci tra l´Ue e i paesi partner. Le esportazioni dell´Ue nei paesi partner hanno raggiunto un valore di affari di 41,3 miliardi di euro nel 2013 per scendere a livelli più bassi nel 2014 con un valore di 33,1 mld di euro. Stesso iter per le importazioni che, dopo il 2009, hanno conosciuto un picco pari a 36,7 mld di euro nel 2011 e un successivo decremento di circa 32,4 mld di euro nel 2014. Gli Stati membri con il maggior volume di scambi commerciali con i paesi del partenariato sono Germania, Italia e Polonia. La Germania si piazza al primo posto riguardo l´export, con un volume di affari pari a 7 mld di euro (21% del totale) seguita da Polonia con 5,2 mld di euro (16%) e Italia, le cui esportazioni sono pari a 2,8 mld di euro (8%). L´italia risulta invece prima nelle importazioni dai paesi del partenariato orientale con un valore commerciale pari a 8,2 mld di euro pari al 25% di tutte le importazioni dell´Ue dai Paesi del partenariato. In cosa consiste il partenariato orientale? Il partenariato orientale è un´iniziativa congiunta tra l´Ue e alcuni Paesi dell´Europa dell´Est: Armenia, Azerbaijan, Bielorussia, Georgia, Repubblica di Moldova e Ucraina. Lanciato nel 2009 al summit Ue di Praga (il 4°summit si terrà a Riga il 21 e il 22 maggio 2015), il partenariato ha cercato di avvicinare Europa occidentale e orientale. Esso è nato per supportare il processo di riforme nei paesi del partenariato a beneficio dei loro cittadini. La partnership si basa su precisi principi di diritto internazionale e su determinati valori fondamentali tra cui democrazia, stato di diritto, rispetto per i diritti umani nonché economia di mercato, sviluppo sostenibile e buon governo. L´ue, nell´accordo di partenariato ha differenziato l´approccio con i Paesi partner. I rapporti con Georgia, Repubblica di Moldova e Ucraina hanno raggiunto un livello già soddisfacente tramite l´accordo di associazione che include una zona di libero scambio globale e approfondito (firmato nel 2014). Con gli altri Paesi del partenariato quali l´Azerbaijan, l´Armenia e la Bielorussia l´Ue sta cercando di avviare degli accordi di natura più approfondita. Quali sono le aree di intervento della partnership? Queste le aree principali di intervento del partenariato orientale: - Stato di diritto: affinché i Paesi partner possano avvicinarsi a modelli di gestione fondati sull´eliminazione della corruzione, la riforma della pubblica amministrazione e un´autorità giudiziaria indipendente con il fine ultimo di raggiungere una stabilità politica; - Promozione della mobilità dei cittadini tra Paesi partner e Ue: un passo avanti è già stato fatto nella Repubblica di Moldova attraverso una liberalizzazione del regime dei visti. Stesso processo è stato avviato con Georgia e Ucraina mentre devono essere mossi ancora i primi passi con la Bielorussia; - Opportunità di commercio: queste sono già a buon punto soprattutto con Georgia, Ucraina e Repubblica di Moldova come già menzionato sopra; - Cooperazione sulle infrastrutture energetiche: di fondamentale importanza non soltanto per i Paesi orientali ma soprattutto in termini di approvvigionamento energetico per l´Ue. - Cooperazione finanziaria: l´Eni (lo strumento europeo di vicinato) che ha sostituito l´Enpi (strumento europeo di vicinato e partenariato) è al momento la maggiore fonte di finanziamento non soltanto della politica europea di vicinato ma anche del partenariato orientale. Dal 2009 esso ha erogato circa 3,2 mld di euro a favore dei Paesi del partenariato orientale. L´ucraina è al momento il maggior beneficiario. Come funziona in pratica? Il partenariato prevede: - due riunioni annuali dei capi di Stato e di Governo dei 28 Paesi Ue e dei Paesi partner; - una riunione annuale dei ministri degli affari esteri che analizza lo status di avanzamento dei lavori e detta le linee guida politiche; - i lavori vengono svolti attraverso 4 piattaforme tematiche (democrazia, buon governo e stabilità; integrazione economica e convergenza con le politiche dell´Ue; sicurezza energetica e trasporti; contatti con i cittadini) supportati da diversi panel di esperti, da 4 iniziative faro e da progetti. I lavori delle piattaforme prevedono due sessioni l´anno, e i contenuti sono poi discussi alle riunioni dei ministri degli affari esteri; -occasionalmente i lavori delle piattaforme possono essere discussi durante riunioni ministeriali di settori specifici. Il partenariato orientale così come il partenariato Euro-mediterraneo sono progetti che completano la più ambiziosa politica di vicinato con la quale s´intende la relazione privilegiata instaurata dall´Ue ha con i Paesi vicini ad est e a sud dei suoi confini.  
   
   
PARLAMENTO EUROPEO, ALOJZ PETERLE: "L´UE DOVREBBE AGIRE CON DECISIONE NEL CONTRIBUIRE A STABILIZZARE L´EX REPUBBLICA JUGOSLAVA DI MACEDONIA"  
 
Strasburgo, 21 maggio 2015 - I deputati hanno discusso la crisi politica nell´ex Repubblica iugoslava di Macedonia con l´alto Rappresentante dell´Ue Federica Mogherini nel pomeriggio di mercoledì. Il paese dei Balcani occidentaliche ha ottenuto lo status di candidato all´Ue nel dicembre 2005 è stato scosso da violenze e manifestazioni di massa nei giorni scorsi. In vista del dibattito in plenaria Alojz Peterle, presidente della delegazione del Parlamento in Fyrom, ha condiviso le sue opinioni sulla situazione nel paese. Il Parlamento ha discusso il deteriorarsi della situazione nella ex-Repubblica iugoslava di Macedonia nel pomeriggio. Che cosa può fare l´Ue per contribuire a risolvere la crisi politica in corso nel paese? Alojz Peterle - L´ue deve agire con decisione per contribuire alla stabilità del paese, che ha una chiara prospettiva europea. La natura interetnica, interreligiosa, post-totalitaria e del dopoguerra nei Balcani non deve essere sottovalutata. L´iniziativa di coinvolgere i principali leader politici nei colloqui è un buon segno che stiamo facendo ogni sforzo per superare la crisi. Il nostro impegno deve essere ampio e coerente, con l´impegno al più alto livello politico fino al raggiungimento di una soluzione. Sono passati 11 anni da quando l´ex-Repubblica iugoslava di Macedonia ha presentato la domanda di adesione all´Unione europea. Quali sono stati i progressi del paese come candidato all´adesione? Alojz Peterle - Il paese ha compiuto progressi esemplari. Sia la Commissione che il Parlamento hanno raccomandato l´apertura dei negoziati nove volte consecutive. La prospettiva europea dei Balcani è nell´interesse dell´Ue stessa. Nel caso dell´ex-Repubblica iugoslava di Macedonia, preferirei che i problemi bilaterali siano risolti durante i negoziati di adesione.  
   
   
IL PARLAMENTO EUROPEO SOSTIENE LE NORME PI¨´ SEVERE PER COMBATTERE IL RICICLAGGIO DI DENARO E IL FINANZIAMENTO DEL TERRORISMO  
 
Bruxelles, 21 Maggio 2015 - Ieri, i membri del Parlamento europeo ha adottato nuove regole per aiutare a combattere il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo in Europa, una delle azioni chiave dell´Agenda di sicurezza europea ha presentato il mese scorso (vedi Ip / 15/4865 ). V¨§ra Jourov¨¢, commissario europeo per la Giustizia, i consumatori e l´uguaglianza di genere, ha accolto con favore il voto del Parlamento che ha segnato l´adozione definitiva del pacchetto antiriciclaggio: "Serious e la criminalit¨¤ organizzata ¨¨ guidato dal profitto - tracciando i proventi illeciti di reato di nuovo a le reti criminali ¨¨ essenziale sia per individuare, perseguire penalmente e smantellare queste reti e di sequestrare e confiscare le loro ricchezze penale. Le nuove norme antiriciclaggio adottate oggi ci aiuteranno a seguire il denaro e la repressione del riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo. " Il nuovo quadro antiriciclaggio europea rafforzata contribuir¨¤ alla lotta contro il finanziamento del terrorismo e il riciclaggio di denaro da: facilitando il lavoro di unit¨¤ di informazione finanziaria di diversi Stati membri per individuare e seguire i trasferimenti sospetti di denaro e facilitare lo scambio di informazioni; stabilire una politica coerente nei confronti dei paesi terzi che hanno deficit di antiriciclaggio e regimi di finanziamento contro-terrorismo; garantire la piena tracciabilit¨¤ dei trasferimenti di fondi all´interno, da e verso l´Unione Europea. La Commissione completer¨¤ questa legislazione, lavorando su una valutazione dei rischi sovranazionale. Entrambi i testi tengono pienamente conto del 2012 raccomandazioni del Gruppo d´azione finanziaria internazionale (Gafi) (vedi Memo / 12/246 ), lo standard setter internazionale nel settore, e andare avanti una serie di questioni per promuovere i pi¨´ alti standard per riciclaggio e per contrastare il finanziamento del terrorismo anti-riciclaggio. Il lavoro deve ora cominciare a garantire tale quadro, che si concentra su una maggiore efficacia e maggiore trasparenza, ¨¨ messo in modo rapido ed efficace a posto. La Commissione collaborer¨¤ con gli Stati membri per accelerare il processo di attuazione delle nuove norme contro il riciclaggio di denaro.  
   
   
LAZIO: FIRMATO A TIANJIN MEMORANDUM D’INTESA CON LA MUNICIPALITÀ CINESE DIVERSE LE AREE DI INTERESSE: DALL’AEROSPAZIO ALLE SCIENZE DELLA VITA, DALL’AGRICOLTURA ALLA SICUREZZA ALIMENTARE, DAL TURISMO AL SISTEMA ECONOMICO LEGATO ALL’ICT, ALLE SMART CITIES E ALLA CIRCULAR ECONOMY  
 
Roma, 21 maggio 2015 - Ieri la firma di un memorandum di intesa tra la Regione Lazio e la Municipalità di Tianjin, in Cina: un bel risultato che arriva dopo oltre un anno di lavoro e alcune missioni nel corso delle quali sono stati approfonditi gli ambiti di cooperazione e i progetti da sviluppare. Diverse le aree di interesse individuate. Dall’aerospazio alle scienze della vita, dall’agricoltura alla sicurezza alimentare, dal turismo al sistema economico legato all’Ict, alle Smart Cities e alla circular economy. A breve sarà costituito un gruppo di lavoro misto con il compito di delineare le attività future e accelerare il raggiungimento degli obiettivi comuni. Il Lazio presente alla Fiera Internazionale di Tianjin. Si tratta di una delle più importanti rassegne multisettoriali della Cina, alla quale hanno preso parte, grazie al sostegno della Regione, 35 imprese laziali dei settori arredo-design, agroalimentare, nuove tecnologie, moda e artigianato. Sempre a Tianjin si terrà, a partire da venerdì, la Tianjin Design Week, che ospiterà una mostra dedicata a una delle eccellenze del Lazio, il settore dell’Arredo Bagno di Civita Castellana, con la partecipazione di 16 realtà produttive. “Si tratta di due regioni che hanno una forte tradizione e una lunga storia, venute in contatto attraverso un progetto di scambio promosso dall’Unione Europea – lo ha detto Guido Fabiani, assessore allo sviluppo economico e alla attività produttive, che ha aggiunto: da oggi, con la firma dell’intesa, vogliamo lavorare insieme concentrandoci soprattutto sulle complementarietà tra le nostre due aree. Senza abbandonare, ma anzi rafforzando sempre più, la dimensione europea della collaborazione”.  
   
   
ZONA FRANCA, IL PRESIDENTE PIGLIARU INCONTRA IL COMITATO. GIUNTAARDEGNA IMPEGNATA SULLA FISCALITÀ DI COMPENSAZIONE  
 
Cagliari, 21 Maggio 2015 – Il Presidente Francesco Pigliaru ha ricevuto il Comitato Zona Franca, guidato dal consigliere regionale Modesto Fenu, che nei giorni scorsi aveva richiesto un colloquio sui temi della fiscalità di compensazione. All’incontro, svoltosi questa mattina in viale Trento, ha partecipato anche l´assessore al Bilancio Raffaele Paci. I rappresentanti del Comitato hanno illustrato le problematiche legate all´attuazione del dlgs 75/1998 concernenti l´istituzione di Zone franche in Sardegna ed hanno richiamato l´attenzione sullo svantaggio fiscale patito della Sardegna e sulla necessità di un recupero del gap strutturale legato al fattore dell´insularità, rifacendosi anche ad esperienze di altre zone insulari europee. Il Presidente, ribadito l’interesse della Giunta per l´argomento, si è impegnato, nel più breve possibile, ad istituire la Commissione sulle zone franche e/o ad economia speciale prevista nella Legge Finanziaria 2015 ed ha sottolineato che la Giunta sta lavorando intensamente sui temi dell´insularità e delle politiche di integrazione della Sardegna nelle opportunità e nelle reti europee. "L´insularità – ha detto Pigliaru – è una condizione geografica cui occorre associare un sistema di parametri numerici che aiutino a trasformarla in un presupposto certo e verificabile per nuove politiche di pari opportunità per i cittadini sardi rispetto a quelle di cui godono gli altri cittadini europei". L´assessore Paci ha dato conto dell´intenso lavoro messo in atto per far decollare la Zona Franca di Cagliari. Il Presidente Pigliaru ha comunicato infine l´imminente convocazione dell´amministrazione comunale di Olbia per l´attuazione anche nel porto gallurese del decreto Legislativo 75/1998.  
   
   
PROCESSO ´FORTETO´. LA CITTÀ METROPOLITANA DI FIRENZE CHIEDE I DANNI  
 
 Firenze, 21 maggio 2015 - All´udienza del processo sulle vicende del Forteto, la Città Metropolitana di Firenze, subentrata alla Provincia costituita parte civile per tutti i reati contestati (maltrattamenti fisici e psicologici, in famiglia o verso i fanciulli; violenza di gruppo nei riguardi di maggiorenni; violenza a minori), ha chiesto ieri un milione di euro di danni, con concessione della provvisionale per una somma non inferiore a 500 mila euro, nonché la refusione delle spese di costituzione di parte civile pari a circa 8 mila euro. I reati sono stati compiuti a danno di minori con handicap fisici e mentali, con un passato di disagio familiare e abusati sessualmente; reati compiuti da responsabili della comunità ´Il Forteto´ oggi imputati, che ha agito nelle sue articolazioni (cooperativa agricola, associazione e Fondazione) e che aveva ottenuto contributi per le sue iniziative anche dalla Provincia di Firenze. Il sostegno è venuto meno, con fermo rigore, a seguito dell´apertura delle indagini della Magistratura e sulla base delle precedenti pronunzie delle Autorità Giudiziarie, anche internazionali. Il Forteto aveva ottenuto dalla Provincia di Firenze risorse economiche e contributi per intavolare dibattiti e verifiche sul suo modello educativo e per la stampa di pubblicazioni, ma gli imputati hanno tradito l´ente che aveva sostenuto la comunità nelle materie di sua competenza e per le finalità, anche statutarie, di tutela della persona in materia di formazione, lavoro, educazione scolastica e solidarietà volte a generare una cittadinanza in crescita ispirata a valori e principi fondamentali. Le richieste formulate oggi in udienza, a conclusione del processo, sono motivate anche dal danno all´immagine che tutto ciò ha recato all´ente.  
   
   
AOSTA, CONSULTAZIONE DEL BOLLETTINO CONTENENTE I DATI RELATIVI ALLA SITUAZIONE PATRIMONIALE - ANNO 2013 - DEI TITOLARI DI CARICHE DIRETTIVE DI ENTI, ISTITUTI E SOCIETÀ (ART. 12 DELLA LEGGE 441/1982)  
 
Aosta, 21 maggio 2015 - La Presidenza della Regione informa che è possibile consultare il bollettino, predisposto dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, contenente i dati relativi alla situazione patrimoniale relativa all’anno 2013 dei titolari di cariche direttive di enti, Istituti e Società di cui all’articolo 12 della legge 441/1982. Per la consultazione, gli interessati potranno rivolgersi dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle ore 14.00 all’Ufficio Relazioni con il Pubblico, sito al piano terreno di Palazzo regionale, piazza Deffeyes 1, muniti di un documento di identità. I cittadini interessati potranno consultare il bollettino ed, eventualmente estrarne copia cartacea od elettronica, previa registrazione in un apposito elenco.  
   
   
OTTO PROVINCE TOSCANE SU NOVE VERSO IL DISSESTO. UN DOCUMENTO DEL CONSIGLIO DELLE AUTONOMIE "CERTIFICAZIONE" DEL POSSIBILE FALLIMENTO DELLA LEGGE DELRIO.  
 
Firenze, 21 maggio 2015 - Vista la documentazione presentata dalle Province toscane con cui si dimostra la situazione di disequilibrio finanziario dei bilanci provinciali e il rischio di “dissesto indotto” per i tagli previsti dalle Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato “legge di stabilità 2015”, che non consente l’approvazione dei bilanci di previsione 2015, il Consiglio delle Autonomie della Toscana ha approvato un documento con cui segnala la situazione dei bilanci provinciali al Presidente della Regione Toscana, ai Sindaci dei Comuni della Toscana, ai Presidenti delle Province della Toscana, al Sindaco della Città metropolitana di Firenze, al Coordinamento nazionale permanente dei Consigli delle autonomie locali, alle Associazioni degli enti locali della Toscana. Questo il testo del documento del Cal: Le Province della Toscana, a seguito di una loro formale richiesta, sono state ricevute in data 1° aprile 2015 dalla Corte dei conti – Sezione regionale di controllo per la Toscana – nella cui sede è stata illustrata e consegnata al Presidente D’auria la documentazione relativa al rischio di “dissesto indotto”, con proiezioni condivise dalla Regione Toscana, cui i nuovi enti di area vasta sono soggetti per i tagli della L. 190/2014, tali da determinare una situazione finanziaria che non consente l’approvazione del bilancio di previsione 2015 (e del triennale 2015, 2016 e 2017) nei termini previsti dalla legge (30 luglio del corrente anno). La documentazione posta all’attenzione del Consiglio delle autonomie locali è la stessa fornita alla Corte dei conti, ulteriormente aggiornata a seguito della recente approvazione dei bilanci consuntivi 2014, che è avvenuta o sta avvenendo in tutte le Province toscane. Anche a seguito di questo aggiornamento si confermano i dati: otto province su nove, non essendo in grado di presentare ed approvare un bilancio in equilibrio per il 2015, si troveranno costrette ad attivare gli atti amministrativi di predissesto con avvio di procedura formale da parte del Consiglio provinciale. Due sono le conseguenze di questa procedura: 1) essendo un “dissesto indotto” da fattori esterni all’amministrazione (tagli legge di stabilità 2015), non sembrano applicabili le casistiche previste dal Testo unico degli enti locali. 2) Causando un “dissesto generalizzato di comparto” si ha la certificazione del fallimento della L. 56/2014 e la non attuazione dell’Ente di area vasta. Le Province della Toscana si trovano, caso unico in Italia, con una legge regionale in corso di attuazione, la l.R. 22/2015, in una realtà dove la scelta della Regione è stata quella di riprendere il massimo delle funzioni delegate alle province e di attribuirne una minima parte ai comuni. Perciò le province non possono più esercitare tali funzioni, eppure, continuano a svolgerle e a pagare il personale connesso, compreso quello individuato che seguirà la funzione trasferita. È in questo contesto che vanno collocati e denunciati gli effetti istituzionali, economici e sociali del default delle Province nei rispettivi territori e per l’intera Regione. Le Province con la L. 56/2014 hanno assunto la nuova configurazione di enti di Area Vasta – enti locali di secondo livello, rappresentativi di tutti i comuni del proprio territorio – e rappresentano la prima vera innovazione del sistema locale in grado di semplificare l’architettura istituzionale, facendo della Provincia “una grande unione di comuni” preposta non soltanto alla gestione delle funzioni fondamentali indicate dalla legge Delrio, ma anche di quelle utili ai comuni nella erogazione dei servizi al cittadino e per l’economia del territorio. Peraltro, la situazione della Toscana non appare dissimile da quella che complessivamente sta emergendo dal panorama della maggior parte degli enti di area vasta: nella prospettiva triennale, le Province saranno chiamate a destinare integralmente il gettito dei loro tributi propri (Rc auto, Ipt e Tefa) allo Stato per complessivi 3,7 miliardi (3 miliardi come previsto da legge di stabilità oltre a 700 milioni per incapienza del fondo sperimentale di riequilibrio delle Province). Il quadro finanziario, senza un provvedimento urgente che garantisca le risorse per assicurare il percorso di attuazione della legge Delrio, non solo provocherà un progressivo default degli enti su tutto il territorio, ma nel contempo porterà ad un azzeramento della capacità di investimento, prioritariamente rivolte a strade, scuole e dissesto idrogeologico, di Province e Città metropolitane, con chiare conseguenze in termini di sicurezza degli studenti e dei cittadini e con gravi potenziali responsabilità nei confronti dei dirigenti e degli amministratori. Questa situazione è stata perfettamente colta nel documento predisposto dalla Corte dei conti – Sezione autonomie locali, concernente l’esame delle tematiche relative al riordino, pubblicato ai fini della relazione al Parlamento: i dati in possesso della Corte, grazie anche alle attività di questi mesi delle Sezioni regionali, mettono autorevolmente e innegabilmente in luce anche i seguenti aspetti: • le criticità afferenti il fondo sperimentale di riequilibrio, progressivamente eroso dalle riduzioni previste per legge; • la forte contrazione della spesa corrente e degli investimenti; • il progressivo deterioramento della finanza provinciale e il venir meno della possibilità di programmazione; • difficoltà a garantire la percorribilità dei piani di riequilibrio per via delle continue manovre finanziarie, viste quali fattori esogeni che non consentono una sufficiente sostenibilità dei piani stessi; • evidente incompatibilità tra la riforma istituzionale recata dalla legge 56/2014 e la manovra complessivamente posta a carico degli enti di area vasta. Pertanto il Consiglio delle autonomie locali, quale sede di rappresentanza unitaria degli enti locali, può e deve rappresentare ai livelli istituzionali responsabili regionali e nazionali l’urgenza di disciplinare: - la predisposizione di un bilancio previsionale di transizione per il 2015 e la rivisitazione dei criteri finanziari attuali per rendere possibile la predisposizione della programmazione finanziaria triennale 2015-2016-217; - la cancellazione delle sanzioni per gli enti che non hanno rispettato gli obiettivi programmatici del patto di stabilità 2014; - l’applicazione, già in fase di predisposizione di bilancio, dell’avanzo come rideterminato a fronte del riaccertamento straordinario dei residui; - la possibilità di accertare, in misura “convenzionale” le risorse spese e destinate a funzioni non fondamentali che sono in attesa di riordino, a fronte di una successiva copertura da individuare a carico degli enti nuovi titolari delle funzioni riordinate. Questi interventi sono ormai urgenti e indispensabili per garantire la predisposizione di bilanci 2015 in grado di mantenere gli equilibri finanziari, alla luce delle disposizioni in materia di personale e di contributo alla finanza pubblica contenute nella legge di stabilità 2015, per garantire agli amministratori delle province la possibilità di assolvere ai compiti a loro assegnati per legge e di rispondere delle responsabilità che ne discendono, per mantenere la necessaria efficienza organizzativa degli enti, a partire dalla possibilità di assicurare le competenze e le responsabilità dirigenziali essenziali per l’esplicazione delle funzioni. Il Consiglio delle autonomie locali della Toscana si farà promotore verso la Corte dei conti – Sezione regionale di controllo per la Toscana affinché possa assistere le Province toscane per individuare tutti i percorsi contabili e giuridici attivabili al fine di salvaguardare gli organi istituzionali e di garantire il diritto al lavoro e alla salvaguardia della professionalità del personale in questo difficile impegnativo passaggio di transizione. Nel loro documento le Province toscana comunicavano di essersi già rivolte alla competente sezione regionale di controllo della Corte dei conti, per segnalare e dimostrare lo stato di disequilibrio finanziario dei bilanci provinciali. L’iniziativa delle Province, supportata dai dati poi trasmessi al Cal, dimostrava che in mancanza di interventi adeguati la già presente situazione di squilibrio finanziario diverrà presto un vero e proprio dissesto per 8 enti di area vasta su 9.  
   
   
MANAGEMENT PUBBLICO COME LEVA PER LO SVILUPPO IL 22 E IL 23 MAGGIO A TRENTO IL PRIMO DEI TRE SEMINARI RIVOLTI ALLA DIRIGENZA PUBBLICA  
 
Trento, 21 maggio 2015 - Tre seminari, a maggio, settembre e ottobre, approfondiscono la riflessione sul ruolo, sulla cultura e sulle funzioni della dirigenza pubblica con l´obiettivo di evidenziare le azioni più appropriate e innovative per promuovere lo sviluppo della società e dell’economia locale e nazionale. L´occasione per fare il punto su ruolo e nuove sfide del management pubblico, in questa delicata fase di trasformazione che investe anche la macchina burocratica della Provincia autonoma di Trento, con le sue Società ed Enti collegati, è offerta infatti da tre seminari formativi dal titolo: "Un nuovo management pubblico come leva per lo sviluppo", organizzati dal Dipartimento Personale e Affari generali e da Trentino School of Management in collaborazione con l´Università degli Studi di Trento ed altre istituzioni ed enti nazionali. Il primo si terrà a Trento, presso il Palazzo provinciale di piazza Dante, il 22 e il 23 maggio. Di levatura nazionale i relatori invitati: il direttore generale del Ministero dell´Economia e Finanze, Fabrizio Barca; il giudice della Corte Costituzionale Sabino Cassese; Ilvo Diamanti, il presidente del Consiglio italiano per le Scienze sociali Luciano Hinna, il presidente di Ferrovie dello Stato Marcello Messori, il presidente del Forum Pa Carlo Mochi Sismondi, il presidente della Scuola Nazionale dell´Amministrazione Giovanni Tria, sono solo alcuni. Nutrita anche la presenza di docenti e dirigenti dell´Università degli Studi di Trento (il rettore Paolo Collini, Gianfranco Cerea, Andrea Fracasso, la direttrice generale Giancarla Masè, Simona Piattoni, Antonio Schizzerotto, Cristiano Vezzoni, Enrico Zaninotto). I seminari si articolano in due moduli: il primo a carattere plenario dedicato alle riflessioni più generali, il secondo per gruppi dedicato agli aspetti più operativi. Il primo seminario, dal titolo "Istituzioni, norme, risultato", si terrà venerdì 22 e sabato 23 maggio, presso il Palazzo della Provincia in piazza Dante a Trento. Il secondo, "Società, complessità, inclusione", è in programma il 19 e il 19 settembre sempre a Trento, mentre il terzo, dal titolo "Economia, responsabilità, competizione", sarà il 2 e il 3 ottobre. Info: tsm-Trentino Shool of Management, tel. 0461 020063/31 - info@tsm.Tn.it  Iscrizioni: per confermare la partecipazione va compilato il modulo sul sito: www.Tsm.tn.it    
   
   
PUGLIA: ATTIVE LE PROCEDURE TELEMATICHE DEI PERCORSI DI GARANZIA GIOVANI  
 
Bari, 21 maggio 2015 - A partire dal 19 maggio sono disponibili le procedure telematiche sulla piattaforma Sistema Puglia relative all’avvio delle misure individuate dall’Avviso Multimisura Garanzia Giovani della Regione Puglia. A comunicarlo sono le strutture dell’assessorato al Lavoro e dell’assessorato alla Formazione. Da ieri, le Associazioni Temporanee di Scopo, ritenute idonee a seguito dell’Avviso Multimisura, sono nelle effettive condizioni di erogare i percorsi concordati con i giovani presi in carico, seguendo l’ordine cronologico di iscrizione al programma. Le Ats potranno quindi erogare le azioni di orientamento specialistico, i corsi di formazione mirati all’inserimento professionale, l’accompagnamento al lavoro e l’attivazione dei tirocini. Misura, quest’ultima, attivabile anche dai Centri per l’Impiego. Per avere informazioni si invitano tutti i giovani interessati al programma a rivolgersi unicamente ai Centri per l’impiego ed ai Corner delle Ats abilitati dalla Regione, nonché ai Punti di Accesso al programma, disponibili sul portale www.Sistema.puglia.it/garanziagiovani . In riferimento all’uso improprio di loghi e materiali relativi al programma Garanzia Giovani, si ricorda che la pubblicizzazione e/o la diffusione in pubblico di informazioni e materiali divulgativi, nonché l’uso dei loghi ufficiali del programma Garanzia Giovani, comunitario, nazionale e regionale, può avvenire esclusivamente nelle sedi autorizzate dalla Regione Puglia.  
   
   
PIEMONTE, GARANZIA GIOVANI: UN´OPPORTUNITA´ CONCRETA PER ENTRARE NEL MONDO DEL LAVORO  
 
 Torino, 21 maggio 2015 - “Garanzia Giovani è un’opportunità concreta per i ragazzi per entrare nel mondo del lavoro. Ne siamo convinti e i dati ci danno ragione, pur riconoscendo che si tratta di una macchina molto complessa”. Così esordisce l’assessore al Lavoro, Gianna Pentenero, nel rispondere alla polemica di Maurizio Marrone dopo la presentazione in Iii e Vi Commissione dei dati del programma. “Per valutare correttamente i dati – spiega Pentenero - occorre tenere presente quali obiettivi si pone il programma europeo: superare la distanza fra i giovani e il mercato del lavoro, offrendo un tirocinio, un rientro in formazione e l´accesso al lavoro. Come ormai noto all´osservazione sulle dinamiche del mercato del lavoro, il contratto stabile (a tempo indeterminato) è l´esito di un percorso che parte necessariamente dall´attivazione dei giovani e dall´avvicinamento con la domanda delle imprese”. “Rispetto agli obiettivi europei - continua l’assessore - il programma in Piemonte ha offerto ad oggi al 30% circa degli iscritti un servizio coerente con gli obiettivi europei (oltre 8.000 sui 26.000 iscritti ad oggi). Inoltre entro l´estate tutti gli iscritti che non saranno stati coinvolti in una opportunità saranno chiamati per un colloquio ed attività di orientamento per migliorarne l´occupabilità. Potremo meglio valutare quanti tirocini, strumento importante di avvicinamento al lavoro, si trasformeranno in contratti dalla seconda parte di questo anno (man mano che si concluderanno) e i primi segnali sono incoraggianti anche grazie agli effetti degli incentivi sul contratto a tempo indeterminato previsti dalla legge di stabilità (nei primi 4 mesi sono aumentati del 100% in Piemonte i contratti a tempo indeterminato per la fascia fino a 25 anni, ed è la prima volta dopo anni di calo dell´occupazione stabile). La Regione è impegnata a monitorare e verificare la qualità delle opportunità, anche di tirocinio, messe a disposizione, ma è importante non dare messaggi negativi: la Garanzia giovani in Piemonte è una concreta opportunità di ingresso nel lavoro”.  
   
   
PARLAMENTO EUROPEO, CONGEDO DI MATERNITÀ: I DEPUTATI VOGLIONO MINIMO 20 SETTIMANE IN TUTTA L´UE  
 
Strasburgo, 21 maggio 2015 - Nella risoluzione approvata mercoledì, i deputati chiedono alla Commissione europea di non ritirare la proposta di direttiva Ue sul congedo di maternità, nonostante sia bloccata da quattro anni al Consiglio dei ministri dell´Ue. I deputati hanno inoltre esortato i ministri a riprendere i colloqui e a concordare una posizione ufficiale. La relatrice Maia Arena (S&d, Be) ha dichiarato "In che Europa stiamo vivendo, se chi crea la vita è penalizzata? In che Europa siamo vivendo, se il parto è sinonimo di povertà? Non possiamo aiutare le madri semplicemente cancellando la direttiva. Dal 1992, quando è stata approvata la direttiva sul congedo di maternità, non abbiamo compiuto alcun passo in avanti. Le donne non possono aspettare, meritano di essere contemporaneamente donne, madri e lavoratrici senza essere discriminate". Nella risoluzione approvata con : 419 voti favorevoli, 97 voti contrari e 161 astensioni, i deputati hanno ribadito la propria volontà di superare la fase di stallo e invitato la Commissione a svolgere il suo ruolo di mediatore per riconciliare le posizioni di Parlamento e Consiglio. Nel caso in cui la Commissione ritirasse il suo progetto, i deputati chiedono all´Esecutivo di presentare una nuova iniziativa legislativa entro fine anno. Congedo di paternità - Il Parlamento ribadisce la propria richiesta per un congedo di paternità di almeno 10 giorni lavorativi, in aggiunta a quello di maternità.