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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 09 Giugno 2015
PARLAMENTO EUROPEO, APERTURA DELLA SESSIONE DI GIUGNO A STRASBURGO: 30 ANNI DA QUANDO SPAGNA E PORTOGALLO HANNO FIRMATO I TRATTATI DI ADESIONE ALL´UE  
 
Strasburgo, 9 giugno 20915 - Nel suo discorso di apertura il Presidente Schulz ha ricordato che venerdì saranno trascorsi trent´anni anni da quando Spagna e Portogallo hanno firmato il trattato di adesione Ue e si sono uniti alla famiglia europea delle nazioni democratiche. Non tutte le aspettative di quel momento storico sono state soddisfatte, ma entrambi i Paesi hanno vinto la loro lotta contro le forze oppressive e raggiunto la stabilità. Le promesse dell´Unione europea di essere forti attraverso la democrazia, e di un benessere per molti, e non solo ricchezza per pochi, sono ancora presenti, ha aggiunto. Schulz ha dichiarato che, nonostante le differenze politiche, tutti i deputati condividono la volontà di sfruttare la forza politica ed economica dell´Ue e la promessa del suo mercato unico per offrire prosperità e, soprattutto, posti di lavoro per i giovani. Modifiche all´ordine del giorno Martedì - La relazione sull´impegno a lungo termine degli azionisti e il governo societario (Sergio Cofferati, S&d, It) è stata rinviata a luglio e sostituita con quella sullo stato delle relazioni Ue-russia (relatore Gabrielius Landsbergis, Ppe, Lt). Mercoledì - Il dibattito sui negoziati per il partenariato transatlantico per il commercio e gli investimenti (Ttip), (relatore Bernd Lange S&d, De) avrà inizio alle ore 8.00. Deputato uscente - Schulz si è congratulato con Andrzej Duda (Ecr, Pl) che ha vinto le elezioni presidenziali in Polonia e ha informato che il suo seggio al Parlamento europeo è vacante dal 26 maggio.  
   
   
SCHULZ SULLE ELEZIONI LEGISLATIVE TURCHE  
 
 Strasburgo, 9 giugno 2015 - Elezioni di ieri in Turchia erano un sano esercizio democratico: l´affluenza è stata notevole e le elezioni sono state libere ed eque. L´elezione si pone come prova della vitalità e il pluralismo della democrazia turca. L´esito di queste elezioni ora offre l´opportunità di spostare da polarizzazione di dialogare, di rafforzare i controlli ed equilibri nel sistema e per affrontare le numerose sfide Turchia si trova ad affrontare: da un´economia di raffreddamento per una politica estera testy. L´entrata in Parlamento della Hdp arricchisce il paesaggio politico turco e offre l´opportunità di rilanciare il processo di pace, un´opportunità che deve essere colto. La Turchia è un paese chiave di candidato e partner dell´Ue. L´ue e la Turchia non potrebbe vedere coi propri occhi su tutte le questioni, ma mai dobbiamo permettere che le nostre differenze di degenerare in mistificazioni. Abbiamo bisogno di un genuino e reciproco impegno ad andare avanti, sia nell´aiutare a stabilizzare il nostro vicinato meridionale o a portare avanti il processo di adesione. Come ho chiarito durante la mia ultima visita, mi non asterrò mai dalla messa in evidenza il grande contributo Turchia rende sulla scena internazionale, ad esempio, in accogliente milioni di rifugiati dalla Siria e Iraq. Tuttavia sono altrettanto fermo in battute d´arresto sottolineando come lo stato preoccupante di libertà di espressione o l´indipendenza della magistratura.  
   
   
DICHIARAZIONE CONGIUNTA DELL´ALTO RAPPRESENTANTE / VICEPRESIDENTE FEDERICA MOGHERINI E IL COMMISSARIO JOHANNES HAHN SULLE ELEZIONI GENERALI IN TURCHIA  
 
Bruxelles, 9 Giugno 2015 – Le elezioni politiche della Turchia il 7 giugno si è svolta con un record di 86% risultano, un chiaro segno di forza della democrazia turca. Il fatto che tutti i principali partiti politici ottenuti rappresentanza nel nuovo Parlamento è particolarmente importante. Non vediamo l´ora di sentire le / risultati preliminari del Odihr e le conclusioni. Ora attendiamo la rapida formazione di un nuovo parlamento e del governo, e di lavorare a stretto contatto. Il prossimo periodo offre opportunità per rafforzare ulteriormente le relazioni Ue-turchia e di avanzare ad ampliare cooperazione Ue-turchia in tutti i campi, a vantaggio di tutti i nostri cittadini.  
   
   
PASSI SUCCESSIVI PER COSTRUIRE UN CAPITAL MARKETS DELL´UNIONE  
 
Bruxelles, 8 giugno, 2015 – Di seguito l’intervento di Jonathan Hill, commissario europeo per i servizi finanziari, la stabilità finanziaria e Capital Markets Union: “ Buon signore mattina e signori, e benvenuti alla nostra conferenza sulla Capital Markets dell´Unione. E ´bello vedere così tanti di voi qui. Dimostra quanto interesse ci sia nel progetto, che il presidente Juncker è affermata come una delle principali priorità della Commissione. Che grado di interesse si riflette anche negli oltre 700 risposte che abbiamo ricevuto al nostro consultazione sulla Cmu e temi legati cartolarizzazione e la direttiva sul prospetto. Quindi, prima di tutto un grande grazie a tutti coloro che hanno preso parte. L´obiettivo del Libro verde era, in primo luogo, per assicurarsi che avevamo individuato i settori globali giusti per azione. In secondo luogo, per avere idee e suggerimenti da quelle più vicine all´azione da dove le barriere e gli ostacoli ad un mercato unico del capitale sono e come noi li potremmo superare. E in terzo luogo, per verificare che le persone hanno sostenuto l´approccio step-by-step che sto prendendo, che combina ambizione a lungo termine con misure pratiche immediate. Volevo anche fare le cose in un modo che avrebbe portato la gente con me, per dimostrare al settore, in particolare, che Cmu sarebbe qualcosa fatto con loro, piuttosto che a loro. Accanto alla consultazione formale, abbiamo viaggiato in tutta Europa per parlare con i politici, i consumatori, le imprese start-up, le autorità di regolamentazione, il settore dei servizi finanziari e gli investitori grandi e piccoli. Entro l´estate saremo stati in tutti i paesi dell´Ue. Che di per sé sottolinea un punto centrale: si tratta di un progetto del mercato unico classico per tutti i 28 Stati membri. Quelle molte conversazioni sono state rivolte nella stessa direzione generale. Mentre io già sapevo che abbiamo avuto il sostegno degli Stati membri e parlamentari europei, ciò che è stato incoraggiante è che abbiamo ricevuto lo stesso messaggio, una vera e propria ondata di sostegno, da tutta Europa. È lo stesso messaggio che emerge dalle risposte alla nostra consultazione. Che siamo sulla strada giusta. Che ci stiamo concentrando sulle aree giuste. Che abbiamo identificato le questioni giuste. Che siamo diritto di essere un approccio step-by-step. La gente vuole noi essere ambiziosi per il Capital Markets dell´Unione, ma vogliono anche noi di fare rapidi progressi dove possiamo, ad esempio attraverso la creazione di un nuovo mercato per i prodotti di capitalizzazione semplici, trasparenti e standardizzate, e rivedendo la direttiva sul prospetto. C´è anche una analisi condivisa dei vantaggi di un mercato unico più forte di capitale per contribuire a sostenere transfrontalieri condivisione del rischio, creare mercati più profonde e più liquidi, e diversificare le fonti di finanziamento per l´economia. Si approfondirà l´integrazione finanziaria e contribuire ad aumentare la crescita e la competitività nel medio periodo. In altre parole, sarà migliorare il risparmio di collegamento con la crescita. Essa fornirà più opzioni e migliori rendimenti per i risparmiatori e gli investitori. Esso offrirà le imprese una maggiore scelta di finanziamento nelle varie fasi del loro sviluppo. Sarà incanalare gli investimenti per cui può essere utilizzato più produttivo, aumentando le opportunità per le imprese europee e progetti di infrastrutture. Il mio collega, Jyrki Katainen, che è stato così energico nel portare avanti il ​​piano di investimento, parlerà di questo più questo pomeriggio. Essa contribuirà inoltre a garantire che il sistema finanziario supporta la crescita e l´occupazione e contribuisce con le sfide demografiche l´Europa deve affrontare. E quando si parla di Cmu contribuire a stimolare la crescita, intendo la crescita in tutta l´Ue, per i paesi senza mercati di capitali ben sviluppati così come quelli con loro. Infatti, sono i paesi che non hanno stabilito centri finanziari il cui aziende e gli investitori potrebbero beneficiare di più, perché il Cmu dovrebbe creare le condizioni per il capitale di attraversare le frontiere, a scorrere a imprenditori con alto potenziale di crescita, non importa dove si trovano . E può rafforzare la stabilità del nostro sistema finanziario. Il nostro attuale sistema è fortemente dipendente dai finanziamenti bancari, quindi se c´è una contrazione nel settore bancario, i prestiti in tutta l´economia prosciuga - che è naturalmente esattamente quello che abbiamo visto negli ultimi anni. Se incoraggiamo partecipazione, in luogo del debito, potremmo rendere l´economia più resistente agli urti. Se questi sono alcuni dei vantaggi della Cmu, quali passi concreti che dobbiamo prendere? Abbiamo identificato tre temi che devono essere al centro del progetto: come il Cmu può aumentare possibilità di finanziamento per le imprese; come si può creare maggiori opportunità per gli investitori; e come può incoraggiare gli investimenti transfrontalieri. Tema 1: migliore accesso ai finanziamenti - Il primo tema, guarda a come possiamo migliorare ´finanziamento scala mobile´ in Europa. Come si può costruire un sistema finanziario che è maggiormente in grado di soddisfare le esigenze di finanziamento di tutte le nostre attività - dal più piccolo micro-ditta per le maggiori società quotate - a diverse fasi del loro sviluppo. Questo emerge come una priorità assoluta dalla consultazione. Bank prestito sarà naturalmente rimangono centrali per l´economia europea e, in particolare, sarà la fonte fiocco di finanziamento per le Pmi. Ma un tema ricorrente da molte discussioni è che sempre più nuove imprese innovative con rendimenti più elevati, ma anche alto rischio, è difficile ottenere gli investimenti da parte delle banche. Poi ci sono altri spazi in cui le Pmi trovano difficile attrarre capitali che cercano di espandersi. Questi sono i passaggi della scala mobile di finanziamento che mancano in Europa. Anche se nel complesso, il sistema finanziario dell´Ue fornisce alcuni 2000000000000 € per le Pmi, finanziamenti non bancari è meno della metà che negli Stati Uniti. La grande maggioranza degli intervistati ci hanno detto che i collegamenti siano attori della filiera sono mancanti o non ancora consegnare il loro potenziale: angel investing, capitale di rischio e le forme innovative di finanziamento come l´equità crowd-funding. Ci sono una serie di fattori che causano questo, compresi quelli culturali e storiche. Alcuni sono di regolamentazione. Quindi dovremo rivedere la nostra regolamentazione sul capitale di rischio Euveca per sostenere ulteriormente la crescita di questo mercato - sia in termini di permettere una più ampia gamma di fondi di partecipazione, e una gamma più ampia di possibili investimenti. Ci sarà anche studiare come possiamo eliminare le barriere passaporto ai fondi di raccolta di capitali di tutta Europa. Sappiamo che i fattori che frenano una cultura del capitale nell´Ue sono larghe e profonde, ma rafforzare il nostro capitale di rischio ecosistema deve essere una priorità fondamentale. Un altro problema per questa mattina è il ruolo che vogliamo canali non bancari sui prestiti come i prestiti peer-to-peer, i fondi di investimento alternativi e Eltifs a giocare nel nostro sistema finanziario. Come possiamo aumentare la disponibilità di finanziamenti, pur mantenendo la protezione degli investitori e la stabilità finanziaria? Qui vale la pena ricordare quanto lavoro è stato fatto in questi anni attraverso Mifid Ii, Emir e Aifmd a rafforzare la regolamentazione della finanza non bancari. Per le nostre imprese più grandi, abbiamo bisogno di rendere più facile per aumentare il capitale mediante l´emissione di debito o di capitale sui mercati pubblici. C´è probabilmente più che possiamo fare per sfruttare il successo dei collocamenti privati ​​in Germania e in Francia per le aziende che intendono immettere grandi quantità di debito con gli investitori istituzionali e qualificati. La maggior parte dei partecipanti alla nostra consultazione ha detto che dobbiamo dare il tempo alle recenti iniziative ispirate al mercato da parte del settore per consentire loro di dare i suoi frutti, piuttosto che regolamentare. Accolgo con molto favore le misure adottate dal settore e sarà seguendo i loro progressi da vicino. E sono d´accordo che la legislazione non è sempre la risposta. Alcuni intervistati, in particolare gli investitori, hanno fatto notare che ci sono alcune ambiguità nel trattamento normativo dei collocamenti privati. Ci hanno chiesto di esaminare aspetti di Solvency Ii, al fine di sostenere le imprese di assicurazione di investire attraverso collocamenti privati. E hanno individuato il problema di divergenze nazionali nel trattamento della ritenuta alla fonte come un potenziale ostacolo allo sviluppo di un mercato transfrontaliero più profondo per collocamenti privati. Questi sono tutti i problemi ci riflettere su come noi consideriamo i nostri prossimi passi. Uno dei messaggi più forti sia emersa dalla consultazione sostiene la nostra opinione che ottenere la direttiva sul prospetto a destra sarà una priorità importante precoce. Come la porta al mercato dei capitali, dobbiamo fare in modo che i prospetti svolgono la loro funzione originaria: dando agli investitori informazioni che possono capire prima di prendere una decisione di investimento. La consultazione ha confermato come i prospetti di valore sono, e previa approvazione dei prospetti di ruolo delle autorità nazionali svolge nel dare la certezza del diritto e sostenere la tutela degli investitori. Ma molti intervistati ha detto che dovremmo alleggerire l´onere per le emittenti che già quotate su un mercato regolamentato quando vogliono fare un emissione secondaria. Vogliono il regime del prospetto di avere un approccio più integrato fino a informazioni già pubblicato con altre regole. Essi hanno inoltre sostenuto che il regime di informativa più leggero per le piccole imprese non ha praticamente alcun raccogliere. Quindi abbiamo bisogno di dare uno sguardo radicale come la direttiva sul prospetto è in funzione, in particolare per le piccole imprese e piccoli paesi d´Europa. Porteremo avanti proposte di revisione della direttiva sul prospetto in autunno. Promuovere cartolarizzazioni semplici e trasparenti - Accanto alla consultazione sulla Cmu, abbiamo tenuto una consultazione specifica sulle cartolarizzazioni, dove abbiamo avuto più di 120 repliche, con un sostegno molto ampio per i nostri piani. Gli intervistati chiaramente condiviso la nostra opinione che tutti la cartolarizzazione non deve più essere asfaltata con lo stesso pennello. Abbiamo in programma di sviluppare il lavoro della Bce, Banca d´Inghilterra, Iosco, e le autorità di vigilanza europee a presentare un quadro di prodotti di capitalizzazione che sono semplici e trasparenti. Con questa nuova proposta legislativa, cercheremo di ricostruire la fiducia e rendere più facile per gli investitori di valutare i rischi di operazioni di cartolarizzazione. Gli emittenti dovranno mantenere ´la pelle nel gioco´ in modo che i loro incentivi siano in linea con quelli dei loro investitori. I prodotti dovranno essere trasparenti, così gli investitori sapere quello che sarà l´acquisto. Il sistema dovrebbe funzionare con tutti i pesi e contrappesi adeguati, senza essere troppo complesso. Questo ci permetterà di mettere in atto più appropriati requisiti patrimoniali e di solvibilità per gli investitori, in modo che semplici prodotti di capitalizzazione non finiscono per essere penalizzati. Essa consentirà inoltre di migliorare il modo in cui diligenza e di informazione previsti regole esistenti attualmente funzionano. Tema 2: Far sì che la Cmu (creazione di opportunità per gli investitori) - Il nostro secondo tema principale oggi è la creazione di opportunità per gli investitori retail e istituzionali che sono il carburante nel serbatoio della Cmu. Le compagnie di assicurazione vita e dei fondi pensione sono gli investitori naturali a lungo termine azionario europeo, capitale di rischio e le infrastrutture. Hanno i bilanci profonde e lunghi orizzonti temporali di essere in grado di gestire l´esposizione significativa alle partecipazioni. Negli ultimi anni, tuttavia, questi investitori istituzionali sono state retrenching, e in possesso di quantità più significative di debito liquido a scapito dell´equità. C´è una preoccupazione da parte di alcuni Stati membri, il settore assicurativo e di altri osservatori che il quadro normativo può effettivamente essere guidando questa tendenza. Lo scorso ottobre, poco prima ho assunto l´incarico, il mio predecessore ha dato assicuratori una serie di incentivi per gli investimenti a lungo termine nelle modalità sotto Solvency 2. Ma abbiamo potuto ancora fare di più al fine di garantire gli assicuratori possono investire in infrastrutture in Europa. Presto avviare il processo di modifica della Solvency Ii atti delegati di integrare gli investimenti in fondi Eltif. Ci sarà anche avviare il processo di mettere in atto i cambiamenti necessari per integrare le infrastrutture come asset class in Solvency Ii non appena Eiopa ha riferito a me su questo nel corso del mese. I fondi pensione sono uno dei più grandi potenziali fonti di finanziamento per le partecipazioni e le infrastrutture. La proposta Iorp 2 attualmente in discussione avrebbe dato i fondi pensione la libertà di investire in attività con un profilo economico a lungo termine sui mercati non regolamentati. Gli Stati membri dell´Ue hanno già concordato la loro posizione sul Epap 2, e spero che il lavoro del Parlamento europeo può muoversi in avanti rapidamente troppo. Pensioni personali, troppo, offrono il potenziale per iniettare ulteriori risparmi nei mercati dei capitali e canalizzare ulteriori finanziamenti per investimenti produttivi. La consultazione ha suggerito che molti ci chiedono di studiare il modo di incoraggiare e sostenere le persone a risparmiare di più per la pensione. C´è anche la questione se si debba considerare la fattibilità di un prodotto standardizzato, ad esempio attraverso un regime facoltativo o paneuropeo ´29´. Ciò potrebbe eliminare gli ostacoli all´accesso transfrontaliero senza forzare armonizzazione transfrontaliera su quello che è un mercato molto vario con molto diversi ordinamenti giuridici in vigore. Eventuali modifiche dovrebbero garantire la protezione dei consumatori e non disturbare i sistemi esistenti, che stanno lavorando bene. Gli investitori al dettaglio devono essere al centro della Cmu. Nel corso degli anni, i piccoli investitori stanno riducendo i loro investimenti in azioni: la percentuale di investitori retail tra tutti i soci è meno della metà di quello che era nel 1970. Il nostro feedback ci che le ragioni di questo sono molteplici, ma soprattutto racconta a causa di una mancanza di fiducia. Gli investitori retail investiranno solo nei mercati dei capitali se hanno fiducia in questi mercati e degli intermediari finanziari che operano in loro, e se credono che faranno meglio, investendo di attaccare i loro soldi sotto il materasso. Più trasparenza è quindi fondamentale. Abbiamo fatto progressi significativi negli ultimi anni per aumentare la trasparenza e migliorare e armonizzare gli standard di comunicazione. Avremo bisogno di guardare con attenzione a se la situazione sta migliorando i risultati per i consumatori e di garantire norme sono coerenti tra i prodotti. Gli investitori al dettaglio dovrebbero anche essere in grado di scegliere buoni prodotti che soddisfino le loro esigenze, indipendentemente dal luogo in cui viene venduto in Europa. Dei consumatori efficace e la tutela degli investitori e smantellare le barriere al mercato unico per gli investitori al dettaglio saranno quindi bisogno di essere al centro della Cmu e vedremo modi per portare avanti questo. In particolare, ho intenzione di portare avanti un Libro verde sulle questioni commerciali di servizi finanziari nel corso dell´anno. Tema 3: Smontaggio ostacoli orizzontali di investimenti transfrontalieri - Naturalmente gli investitori al dettaglio non sono gli unici che si scontrano con ostacoli al mercato unico. Ci sono molti di lunga data e gli ostacoli profonde che si distinguono in termini di investimenti transfrontalieri. Queste vanno da ostacoli che hanno la loro origine nel diritto nazionale - diritto fallimentare, garanzie e titoli - attraverso gli ostacoli in termini di infrastrutture, come la mancanza di accesso ai dati sul credito, in particolare per le Pmi, fino alle barriere fiscali. E questi temi costituiscono il terzo tema principale da discutere oggi. Su alcuni di questi temi, in particolare quelli legati alla fiscalità, le valutazioni suggerisce che dovremmo essere pragmatici. In altre parole, non dobbiamo rischiare di fare buoni progressi in altri settori da testa di carico lungo in alcuni di quelli più difficili. Sono d´accordo con questo. Ma è chiaro che questo è un settore che abbiamo bisogno di esplorare per vedere se siamo in grado di trovare un modo per affrontare le barriere in materia di procedure fiscali alla fonte, ad esempio, o problemi di doppia imposizione. Molti intervistati anche detto che la corrente di polarizzazione nel sistema fiscale verso il debito a scapito di equità è un ostacolo allo sviluppo di mercati dei capitali. Lo stesso vale per gli ostacoli alla investire transfrontaliera causati dalle differenze di procedure concorsuali. Una strada da seguire potrebbe essere quello di individuare le migliori pratiche esistenti che potrebbero essere esportati e lavorare a stimolare la cooperazione tra le autorità nazionali, o modifiche mirate dove possono essere utili. Stiamo valutando con attenzione le risposte alla consultazione in questo settore. Molte risposte anche fatto il punto che i nostri mercati dei capitali diventano più sviluppato, ci naturalmente deve essere dispositivi di vigilanza adeguati, sia a livello nazionale e di confine croce. Abbiamo ricevuto un feedback positivo l´architettura che abbiamo messo in atto a seguito della crisi finanziaria, e gli intervistati ampiamente confermato che l´attuale serie di poteri per le autorità europee sono sufficienti, che era anche il punto di vista espresso chiaramente in occasione della riunione Ecofin informale a Riga. Gli intervistati hanno inoltre fatto il caso, tuttavia, di ulteriori azioni da parte Esa, nell´ambito delle proprie competenze esistenti, per promuovere la convergenza della vigilanza in modo che i benefici del libro singola regola e mercati dei capitali più profondi possano essere condivisi da tutti. Mentre i mercati si sviluppano, dobbiamo anche fare in modo che i nostri macro quadri prudenziali a livello nazionale, a livello di Unione europea ea livello internazionale sono in grado di reagire in modo adeguato agli sviluppi nei mercati dei capitali. Conclusioni / prossimi passi - Signore e signori, noi sarà fare una buona partenza, ma stiamo andando ad avere per mantenere lo sforzo up, anno dopo anno-out. In termini di passaggi successivi, pubblicheremo il nostro piano d´azione nel mese di settembre, sulla base dei primi risultati delle consultazioni. Proposte concrete seguiranno sulla scia del piano d´azione - un po ´nel giro di poche settimane del piano d´azione. I primi interventi comprenderanno un pacchetto completo su di cartolarizzazione con calibrazioni aggiornate per Solvency Ii e Crr, la definizione di calibrazioni infrastrutture e rivisti per Solvency Ii, e le nostre proposte per la revisione della direttiva sul prospetto. Al fine di ottenere lo slancio iniziale, costruire la fiducia, e impostare un chiaro senso di direzione, mi auguro che questi possono essere una corsia preferenziale da parte dei co-legislatori nel Parlamento europeo e al Consiglio. Il nostro impegno per un mercato unico dei capitali ormai risale a quasi 60 anni. Quali le risposte al nostro show di consultazione, che cosa la vostra presenza dimostra, è che ci sia la possibilità, il sostegno e la volontà di realizzare questo obiettivo. Questa è l´occasione, con il vostro sostegno, che ho intenzione di cogliere.  
   
   
L’ UE FORNISCE UN AIUTO SUPPLEMENTARE PER I RIFUGIATI BURUNDESI IN TANZANIA  
 
 Bruxelles, 9 Giugno 2015 - La Commissione europea sta rilasciando € 3.000.000 per soddisfare le esigenze di assistenza e tutela del crescente numero di rifugiati burundesi nella vicina Tanzania. Il finanziamento porta il totale degli aiuti umanitari previsti per la regione dei Grandi Laghi per il 2015 a 52 milioni di €. " L´ondata di profughi in fuga il Burundi è in corso e aumentando di intensità nelle ultime settimane. Questo è uno sviluppo molto preoccupante in una regione già fragile. L´aiuto umanitario supplementare stiamo liberando oggi è un segnale forte che l´Unione europea è il popolo del Burundi e della regione dei Grandi Laghi ", ha dichiarato il commissario europeo per gli aiuti umanitari e gestione delle crisi Christos Stylianides . Ruanda, Tanzania e la Repubblica Democratica del Congo hanno sperimentato flussi di rifugiati del Burundi da aprile. Chi arriva citano intimidazioni, minacce, o la paura della violenza come le cause di fuga. Quasi 100.000 persone, (99.213 per le Nazioni Unite, 8 giugno), la maggior parte delle quali donne e bambini, si stima che siano fuggiti già, con più temuto a seguirne l´esempio. La Tanzania è il principale paese ospitante di aver arrivati ​​51.603 profughi finora, seguito da Rwanda (29.907) e la Repubblica democratica del Congo (10.044) .Il numero di arrivi in ​​Uganda è stato in aumento anche nelle ultime settimane, raggiungendo il 70% del 7659 che essendo arrivato dalla metà di aprile. L´impennata segue una crisi politica in Burundi scoppiata dopo la decisione del presidente Nkurunziza di correre per un terzo mandato. L´annuncio ha provocato un colpo di Stato il 13 maggio, che è stato rapidamente sconfitto, ma ha portato a proteste di piazza, la violenza e la diffusione deterioramento della situazione della sicurezza nel paese. La Commissione europea segue con attenzione la situazione e ha già rilasciato 1,5 milioni di euro per soddisfare le esigenze immediate dei rifugiati burundesi che arrivano in Ruanda lo scorso mese. I bisogni umanitari più urgenti includono riparo, acqua e servizi igienico-sanitari, nonché l´assistenza sanitaria per fermare la possibile ondata di malattie e di epidemie, in particolare di colera.  
   
   
AIUTI DI STATO: LA COMMISSIONE UE ORDINA ESTONIA E LA POLONIA DI FORNIRE LE INFORMAZIONI MANCANTI SULLE PRATICHE FISCALI; CHIEDE DECISIONI FISCALI AI 15 STATI MEMBRI  
 
Bruxelles, 9 giugno, 2015 - La Commissione europea ha pubblicato due ingiunzioni ordinare l´Estonia e la Polonia di consegnare entro un mese, le informazioni richieste dalla Commissione sulla loro pratica decisioni fiscali. Entrambi i paesi hanno aggiornato rifiutato di rispondere in pieno alle richieste di informazioni precedenti. Qualora una delle due non riescono a fornire le informazioni mancanti entro un mese, la Commissione può deferire lo Stato membro alla Corte di giustizia dell´Ue. Le precedenti richieste di informazioni per l´Estonia e la Polonia sono stati inviati come parte della Commissione estendere la sua indagine sugli aiuti di Stato in prassi nazionali dominanti fiscale per coprire tutti gli Stati membri dell´Ue nel dicembre 2014. L´indagine è volta a chiarire le accuse che le decisioni fiscali possono costituire aiuti di Stato e per consentire alla Commissione di adottare una visione informata delle pratiche di tutti gli Stati membri. Con l´eccezione di Estonia e la Polonia, tutti i paesi dell´Ue hanno collaborato e fornito le informazioni richieste in pieno. Sulla base delle informazioni ricevute, la Commissione chiederà oggi 15 Stati membri di fornire un numero elevato di singole decisioni fiscali. Richiesta di queste decisioni fiscali non pregiudica se questo porterà a indagini sugli aiuti di Stato individuali riguardanti i destinatari di tali decisioni fiscali. Il commissario europeo responsabile della politica di concorrenza Margrethe Vestager ha detto: " Stiamo mettendo insieme il puzzle delle pratiche dominanti fiscale nell´Ue volte abbiamo dovuto chiedere agli Stati membri due volte - o più - di fornire informazioni Eppure, ci sono pezzi mancanti:.. Per avere un quadro completo dobbiamo anche informazioni complete da Estonia e Polonia. Ma sulla base delle risposte che abbiamo ricevuto oggi, che sono oggi chiedendo decisioni fiscali provenienti da 15 paesi. Vogliamo analizzare con attenzione per verificare se gli Stati membri utilizzino decisioni fiscali di concedere società vantaggi fiscali selettivi che violano le norme sugli aiuti di Stato dell´Ue. " Decisioni fiscali sono lettere di patronage rilasciate dalle autorità fiscali ad una società in particolare a una questione fiscale specifica. Non sono così un problema in base alle norme sugli aiuti di Stato. Tuttavia, se un risultato dirigenti fiscale di uno Stato membro che fornisce vantaggi selettivi alle imprese o gruppi di società specifiche, questo falsa la concorrenza nel mercato unico, in violazione delle norme Ue sugli aiuti di Stato. Ad oggi, l´Estonia e la Polonia non sono riusciti a rispondere adeguatamente alla richiesta di informazioni, sostenendo la segretezza fiscale e il principio di proporzionalità. Essi hanno presentato solo informazioni di carattere generale, ma ha rifiutato di fornire un quadro preciso e dettagliato di provvedimenti fiscali emessi 2010-2013. Tuttavia, la Commissione può legittimamente richiedere qualsiasi informazione che ritiene necessarie per un´indagine sugli aiuti di Stato, e gli Stati membri hanno l´obbligo legale di rispondere. Informazioni fiscali riservate rimane adeguatamente protetta, come la Commissione è vincolata da regole di riservatezza.  
   
   
EUROPA. LE OPPORTUNITÀ DELLA BLUE ECONOMY. INCONTRO A BOLOGNA SUL SISTEMA MARINO E COSTIERO DELL´AREA ADRIATICO IONICA, RISORSE BIOLOGICHE E LA CONOSCENZA DEL MARE, PESCA, ACQUACOLTURA, BIODIVERSITÀ, MONITORAGGIO, SISTEMI OSSERVATIVI E SORVEGLIANZA.  
 
Bologna, 9 giugno 2015 - La Regione Emilia-romagna e il Cnr Area della Ricerca di Bologna e gli istituti Ismar, Isac, Enea si sono confrontati ieri mattina a Bologna sui temi del mare e delle sue risorse assieme ai principali interlocutori interessati a sviluppare e concretizzare azioni per lo sviluppo della risorsa mare nell’Area Adriatico Ionica. L’incontro ha voluto porre le basi per una visione strategica e un piano operativo che consenta all’amministrazione regionale di dare vita ad un modello di governance competitivo, capace di cogliere le sfide della programmazione europea 2014-2020, in coerenza con la programmazione regionale e nazionale. “Il mare è una risorsa strategica per la salute del pianeta, per la nostra storia e per la nostra economia e necessita di azioni sinergiche e connessioni tra gli attori della ricerca, i policy maker e i fruitori – ha detto questa mattina l’assessore regionale alle Politiche europee per lo sviluppo Patrizio Bianchi – In Emilia-romagna vi sono strutture di ricerca nazionali che sono il luogo di formazione della conoscenza, e in qualità di autorità di gestione del Programma transnazionale europeo Adrion noi dobbiamo mettere a sistema tutte le potenzialità e le conoscenze per poter realizzare le migliori politiche per l’area Adriatico Ionica”. La salute del mare e della costa adriatico-ionica è prioritaria per le politiche di occupazione e di inclusione sociale, per lo sviluppo del territorio, per il turismo sostenibile e per la salute dei cittadini. Il raggiungimento di questo obiettivo richiede competenze scientifiche e tecnologiche per poter offrire nuovi modelli di sviluppo e gestione delle risorse del nostro territorio. Su queste tematiche esiste una storica collaborazione tra la Regione Emilia Romagna, gli Enti di Ricerca e l’Università presenti nel territorio. La Macroregione Adriatico-ionica coinvolge oltre all’Emilia-romagna altre 14 Regioni Italiane, quattro Stati dell’Unione Europea (Italia, Grecia, Slovenia, Croazia) e da Albania, Bosnia-erzegovina, Montenegro, Serbia, che si sono associati per promuovere la prosperità economica e sociale dell’area, migliorandone l’attrattività, la competitività e l’interconnessione. Copre una superficie di circa 520 mila Kmq, con 59 milioni di abitanti, un Pil di circa 1 miliardo di euro (1,83% del Pil mondiale) ed una forza lavoro di 21,8 milioni di persone (Servizi 71%, Industria 25%, Agricoltura 4%). Una innovativa forma di cooperazione territoriale, che può diventare uno strumento efficace ed efficiente per la gestione integrata delle politiche, in grado di rafforzare la coerenza e il coordinamento delle azioni politiche, razionalizzare l’uso delle risorse finanziarie, valorizzare il ruolo degli enti regionali e locali, coinvolgendo in modo ampio le organizzazioni della ricerca e dell’Università. La strategia macroregionale adriatico-ionica prevede un piano di azione ed è strutturata in 4 pilastri tematici: I pilastro: risorse marittime e marine (promozione della crescita economica sostenibile, sui temi di acquacoltura, pesca, biotecnologie blu, servizi marini e marittimi, ecc.); Ii pilastro: collegamenti nella Regione – (Collegare la macro-regione e ridurre la lontananza delle comunità insulari e rurali migliorando il governo dei corridoi nell’hinterland e marittimi e l’interoperabilità di tutte le modalità di trasporto); Iii pilastro: preservazione e gestione degli ecosistemi (Migliorare la qualità dell’ambiente degli ecosistemi regionali e preservarne la biodiversità); Iv pilastro: incremento dell’attrattività regionale (Migliorare la forza di attrazione turistica della regione e lo sviluppo sostenibile del turismo). Inoltre, sono previsti due pilastri trasversali: Ricerca & Innovazione e Capacity Building. La Regione Emilia Romagna è coordinatore nazionale del Pilastro Iii. Dal 2015 la strategia Adriatico-ionica (Eusair) entra nella fase attuativa e l’incontro di oggi aveva l’obiettivo di individuare azioni e proposte progettuali da candidare sui programmi europei. La Regione Emilia Romagna è autorità di gestione del programma transazionale di cooperazione territoriale (Adrion) che prevede la messa in campo di circa 100 milioni di euro nel 2014-2020. Inoltre il territorio regionale è coinvolto in altri programmi quali il Med, Central Europe, Interreg europe ed il programma transfrontaliero Italia-croazia con una dotazione finanziaria di 201 milioni di euro (fondi Fesr).  
   
   
PREMIO DEL CITTADINO UE: ONORARE I CITTADINI EUROPEI IMPEGNATI  
 
Bruxelles, 9 giugno 2015 - Sono 47 i vincitori del Premio del cittadino europeo 2015 che il Parlamento europeo premierà per il loro contributo alla cooperazione europea e alla promozione dei valori comuni. La lista dei vincitori, provenienti da tutti gli stati membri dell´Ue, è stata pubblicata il 3 giugno dopo una consultazione sulle 74 proposte selezionate dalle giurie nazionali. La vicepresidente del Pe Sylvie Guillaume (S&d, Francia), nonché presidente della giuria di premiazione, ha detto che "La giuria del ´Premio del cittadino europeo 2015´ ha premiato gli sforzi dei cittadini per fornire assistenza sanitaria per i più poveri, gli aiuti alimentari, il salvataggio, la solidarietà, l´educazione, la lotta contro la radicalizzazione e la protezione dei diritti Lgbti. Il lavoro quotidiano di questi cittadini è essenziale per la coesione sociale dei nostri paesi". Le cerimonie di premiazione nazionali (per l´Italia sarà il 18 settembre a Villa Salviati, presso gli Archivi storici dell´Ue a Firenze) saranno seguite da una cerimonia centrale, che si terrà nel mese di ottobre 2015 al Parlamento di Bruxelles. Ecco i vincitori di nazionalità italiana: Istituto di Medicina Solidale Onlus; Medici con l´Africa Cuamm; Don Michele De Paolis; Gaia Ferrara; Premio del cittadino europeo. Ogni anno il Parlamento europeo assegna il "Premio del cittadino europeo", un riconoscimento che intende premiare risultati eccezionali conseguiti in uno dei seguenti settori: Attività o azioni intraprese da cittadini, gruppi, associazioni o organizzazioni che si sono distinti per l´impegno nel promuovere una migliore comprensione reciproca e una maggiore integrazione tra le popolazioni degli Stati membri, o nell´agevolare la cooperazione transfrontaliera o transnazionale nell´Unione europea. Ciò può comprendere attività o azioni di cittadini che si siano impegnati nella cooperazione culturale transfrontaliera o transnazionale a lungo termine, contribuendo così a rafforzare uno spirito europeo. È accordata la preferenza ai progetti connessi all´Anno europeo in corso. Azioni quotidiane che traducono in pratica i valori sanciti nella Carta dei diritti fondamentali dell´Unione europea. La lista dei vincitori 2015 http://www.Europarl.europa.eu/resources/library/media/20150604
res62602/20150604res62602.pdf
 
 
   
   
POLITICA DI COESIONE. ROSSI A RIGA (LETTONIA) COME VICE DELLE REGIONI MARITTIME  
 
Firenze 9 giugno 2015 - Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana e vicepresidente della Conferenza delle Regioni periferiche e marittime (Crpm), sarà a Riga, capitale della Lettonia, invitato a prendere la parola - mercoledì 10 giugno - durante l´incontro informale dei Ministri responsabili delle politiche di coesione territoriale e degli affari urbani. In questo periodo, come noto, la Lettonia è presidente di turno del Consiglio dell´Unione europea. Il presidente Rossi interverrà, a nome delle 160 Regioni europee che formano la Crpm, con una relazione sull´importanza di confermare la politica di coesione "come quadro di riferimento anche per assicurare un coerente ed equilibrato sviluppo urbano".  
   
   
MARONI: RAFFORZIAMO RAPPORTI CON LA VOJVODINA  
 
 Milano, 9 giugno 2015 - "Sono felice di questo incontro, che rafforza i legami che già ci sono e che io voglio ulteriormente stringere fra le nostre due Regioni". Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, che ha incontrato a Palazzo Lombardia - insieme all´assessore all´Agricoltura Gianni Fava, e al presidente della Commissione Sanità Fabio Rizzi. Verso Un Protocollo - Il Governatore ha informato che Regione Lombardia ha definito il contenuto di un protocollo d´intesa per la Cooperazione tra le due Regioni che attende solo il via libera da parte del Ministero degli Esteri. "Fino a quando non saremo uno Stato indipendente dobbiamo seguire queste procedure", ha scherzato Maroni, assicurando comunque, che "faremo in modo di avere velocemente l´autorizzazione, in modo da poter fare il prima possibile la sottoscrizione formale del documento". Lavoreremo Bene - Anche il presidente Pajtic, ha scherzato osservando che "noi possiamo già firmare protocolli di questo tipo, ma abbiamo comunque un problema con i trasferimenti da parte dello Stato centrale. Ossia, possiamo sottoscrivere accordi, ma poi non ci sono i soldi". Il numero uno della Vojvodina, oltre a confermare l´interesse della sua realtà verso la Lombardia, ha sottolineato le affinità con il presidente Maroni: "Entrambi siamo Governatori, leader politici, avvocati e tutti e due abbiamo problemi con i rispettivi governi centrali. Siamo molto grati per questo incontro - ha sottolineato Pajtic - e penso che potremo lavorare molto bene insieme, come già stiamo facendo in materia sanitaria". Realta´ Dinamica - La Vojvodina è il cuore pulsante della Serbia e rappresenta il 40% dell´export e il 45% degli Ide (investimenti diretti esteri). 240 compagnie straniere hanno investito nel territorio per un totale di 6,7 miliardi di euro. 36 aziende italiane sono presenti con un totale di 45 progetti di investimento, terze per numero dopo quelle tedesche e quelle francesi. Il settore di maggior interesse è quello dell´Agribusiness nel quale sono concentrati il 30% degli Ide; seguono il Finanziario, le Costruzioni, Automotive/machine/metal, e Oil and Energy. Primo Partner - La Lombardia è la prima Regione italiana nell´interscambio con la Serbia. Nel 2013 l´interscambio è stato di 538 milioni di euro: il valore delle esportazioni lombarde è stato pari a 347 milioni di euro mentre l´import è di 191 milioni di euro.  
   
   
RIORDINO ISTITUZIONALE - ILLUSTRATO IL PROGETTO DI LEGGE SUL NUOVO SISTEMA DI GOVERNO DELL´EMILIA-ROMAGNA  
 
 Bologna, 9 giugno 2015 - L’emilia-romagna cambia veste, con un progetto di legge che disegna un nuovo sistema di governo. Approvato oggi dalla Giunta regionale dopo la sottoscrizione di un nuovo patto interistituzionale tra Regione e istituzioni locali (Città metropolitana di Bologna, Province e Comuni), dovrà passare ora all’esame dell’Assemblea legislativa. Di grande rilievo anche l’accordo siglato con le Organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative, a garanzia di tutto il processo di mobilità del personale. “Con questo progetto abbiamo ripensato l’intero sistema di governo territoriale della nostra regione, e non solo dato attuazione a una legge nazionale. Volevamo una grande partecipazione e la condivisione di una proposta che puntasse a un modello innovativo del sistema istituzionale, basato su semplificazione, razionalizzazione e protagonismo dei territori. L’obiettivo è quello di continuare a garantire, e se possibile innalzare, la qualità dei servizi ai cittadini”. Questo il commento dell’assessore al Riordino istituzionale Emma Pettiti, che oggi pomeriggio ha illustrato il testo del progetto di legge alla stampa. “Lo avevamo detto nel programma di mandato: questa sarà una legislatura costituente, che dovrà suggellare una forte condivisione tra Regione ed Enti locali per il raggiungimento di obiettivi strategici - ha aggiunto Petitti -. Abbiamo messo in campo una nuova prospettiva, che passerà dal policentrismo alle aree vaste interprovinciali, e avrà per protagonisti i territori, che dovranno definire gli ambiti ottimali delle aree vaste. Un ruolo strategico per l’intero territorio sarà quello della Città Metropolitana di Bologna, che dovrà essere l’hub della regione. Le Unioni di Comuni saranno perno dell’organizzazione dei servizi di prossimità al cittadino e assumeranno un’importanza fondamentale, perché l’obiettivo è quello di portare a 300 i Comuni entro questa legislatura. Altra priorità - ha concluso l’assessore - era il lavoro: grazie al confronto con le organizzazioni sindacali e ai 28 milioni aggiuntivi messi a bilancio non ci saranno esuberi e tutti i processi di mobilità rientreranno nel perimetro della nostra regione”. Il personale della Città metropolitana e delle Province Nella definizione dei ruoli assegnati a Regione, Città metropolitana di Bologna, Province, Comuni e Unioni di Comuni, la prima preoccupazione è stata quella di garantire ai dipendenti della Città metropolitana e delle Province il mantenimento del posto di lavoro. Molto stringenti i tempi previsti dalla legge per la definizione degli elenchi del personale interessato: entro la fine del 2016 tutte le 3.966 persone interessate avranno una collocazione certa. Circa 2.000 dipendenti resteranno alle Province per svolgere le funzioni fondamentali indicate dalla legge 56/2014 (cosiddetta “legge Delrio”), come ad esempio la pianificazione dei servizi di trasporto di ambito provinciale e gli interventi per l’edilizia scolastica. Circa un migliaio saranno trasferiti a livello regionale (Regione ed enti regionali) per lo svolgimento di funzioni regionali in materia, ad esempio, di agricoltura, ambiente, formazione e altro. Le misure finanziarie straordinarie Per accompagnare la legge di riordino istituzionale e il percorso verso la costituzione delle Aree vaste, coprire integralmente le spese relative alle funzioni da delegare o mantenere in gestione diretta, garantire il lavoro ai dipendenti della Città metropolitana e delle Province, la Regione ha assicurato sul bilancio 2015 una quota aggiuntiva di 28 milioni di euro, oltre ai 31 ordinariamente previsti. Uno sforzo straordinario che garantisce la transizione, assicura la continuità dei servizi e offre al sistema degli enti locali condizioni adeguate per gestire l’azione di governo. Un nuovo modello di governo territoriale Il progetto dà applicazione alla legge 56/2014, ma al tempo stesso prefigura un nuovo modello di governo territoriale che pone le basi per la realizzazione di Aree vaste interprovinciali, più ampie degli attuali confini territoriali, fondate sull’aggregazione funzionale tra Province. I territori provinciali potranno fare sistema per sviluppare al meglio nuove strategie territoriali e gestire i servizi in modo unitario (ad esempio in materia di turismo, trasporti o protezione civile), in linea con le esigenze di cittadini e imprese. Altrettanto importante il ruolo affidato alla Città metropolitana di Bologna, che avrà significative ricadute sia sulla stessa area bolognese, sia sull’intero territorio regionale: la Città metropolitana come hub della regione. Un ruolo di rilievo assumono anche le Unioni di Comuni, specie in alcuni settori come forestazione e vincolo idrogeologico. In quest’ottica la legge valorizza ulteriormente le Unioni come perno dell’organizzazione dei servizi di prossimità al cittadino (ad esempio gli sportelli unici edilizia e attività produttive). Forte è anche l’incentivazione alle fusioni di Comuni, che ridurrà il numero dei Comuni in regione. Ambiente, sicurezza del territorio e lavoro: la riorganizzazione delle funzioni attraverso le Agenzie Per delicate funzioni quali ambiente, sicurezza del territorio e lavoro, la legge ne prevede la riorganizzazione, puntando su unificazione, razionalizzazione e semplificazione. Per assicurare un importante presidio sulle politiche formative e di sostegno al lavoro - uno dei punti nodali del programma di mandato - è istituita l’Agenzia regionale per il lavoro, che porterà gradualmente nell’Agenzia anche gli attuali dipendenti dei Centri per l’impiego provinciali. Per quanto riguarda l’ambiente, la legge unifica in un centro tecnico di competenza le autorizzazioni ambientali e quelle in materia di energia. Sarà quindi rimodulata l’organizzazione attuale di Arpa (Agenzia regionale per la prevenzione e l’ambiente), che diventerà Agenzia regionale per la prevenzione, l’ambiente e l’energia. In coerenza con l’attenzione che la Giunta vuole dedicare al tema della sicurezza del territorio, vengono unificate in capo all’Agenzia regionale di protezione civile anche le funzioni di sicurezza territoriale. Una scelta che punta a valorizzare competenze, risorse e mezzi di intervento delle varie strutture attualmente operative e contemporaneamente a rafforzare i presidi sul territorio.  
   
   
TOSCANA, NUOVA GIUNTA, ROSSI: "NESSUN RITARDO NELLA COMPOSIZIONE"  
 
Firenze 9 giugno 2015 - Nessun ritardo, ma semplicemente il rispetto dei tempi previsti dalle procedure. E´ quanto afferma il presidente Enrico Rossi, indicando il percorso verso la costituzione della nuova giunta regionale. "Come scontato - afferma Rossi - è in corso il "toto-giunta" alle cui scommesse non intendo partecipare, essendo il responsabile della decisione finale. Ciò che mi preme far sapere a tutti i cittadini della Toscana è che non c´è nessun ritardo da parte mia nella formazione del nuovo organismo. Perchè, come previsto dalla legge, prima che mi vengano attribuiti i poteri per la nomina della nuova Giunta, occorre che la corte d´appello riceva i dati dai singoli tribunali e quindi faccia la proclamazione degli eletti. La precedente volta si impiegò qualche settimana (18 giorni)". "Fino a quel momento - conclude il presidente - continuerò a svolgere regolarmente le mie funzioni da Presidente incaricato così come la giunta e i vecchi assessori continueranno a svolgere le funzioni di ordinaria amministrazione. Dopo la proclamazione del tribunale sarà mio compito presentare al Consiglio Regionale, convocato dal Consigliere più anziano per età, il programma e i nomi che andranno a comporre il nuovo esecutivo".  
   
   
CAMPANIA, RENDICONTO: 1,6 MILIARDI RIGUARDA CREDITI CANCELLATI PERCHÉ INESIGIBILI. DISAVANZO 2010 DI OLTRE 5 MILIARDI  
 
Napoli, 9 giugno 2015 - “Il <buco> di 1,6 miliardi di euro nel rendiconto 2013 della Regione Campania riguarda crediti, di norma, ultra ventennali cancellati perché inesigibili, operazione già in corso e completata anche in forza di una precisa norma del 2014 che ha imposto il riaccertamento dei residui, in sostanza una verifica circa l’attendibilità dei crediti e dei debiti contabilizzati.” Così Gaetano Giancane, assessore al Bilancio della Giunta Caldoro. “Nel 2010 – sottolinea - il disavanzo era ben superiore, atteso che esso era stato quantificato dagli ispettori del Ministero dell’Economia e delle Finanze in diversi miliardi e che solo una continua opera di revisione durata fino ad oggi ha permesso di ridimensionare a soli 1,6 miliardi. “In particolare, nella relazione ispettiva ministeriale del 2010 è stato, tra l’altro, evidenziato che a fronte di un avanzo di amministrazione contabilizzato, si deve <ritenere che il disavanzo di amministrazione 2009 riclassificato debba attestarsi in un importo negativo superiore comunque ai due miliardi di euro>, precisando subito dopo che relativamente ad alcune poste <i crediti iscritti in bilancio non sono più esigibili>. “Aggiungono gli stessi ispettori che <se simulassimo, come ipotesi di scuola, che la regione dovesse far fronte in un unico momento a tutte le spese vincolate per le quali ha già ricevuto i correlati finanziamenti, le risorse liquide mancanti sarebbero pari ad una cifra che si aggira intorno ai nove miliardi di euro>. “Si tratta dunque di una rilevazione del disavanzo al 31 dicembre 2013 di 1,6 miliardi di euro evidenziato nel relativo rendiconto a fronte di un buco di cassa nel 2010 di oltre dieci miliardi e di un disavanzo effettivo di almeno 5 miliardi che una sana gestione fino al 2013 ha consentito di ridimensionare enormemente, coerentemente con il principio di rendere una contabilità disastrata con enormi buchi latenti, una contabilità trasparente e soprattutto veritiera”, conclude Giancane.  
   
   
RIORDINO ISTITUZIONALE, LA GIUNTA APPROVA IL PROGETTO DI LEGGE. CAPISALDI DEL RIORDINO LA CITTÀ METROPOLITANA DI BOLOGNA E LE AREE VASTE NELLE PROVINCE. GARANTITO IL POSTO DI LAVORO A TUTTI I DIPENDENTI PROVINCIALI. 28 MILIONI DI EURO AGGIUNTIVI SUL BILANCIO 2015.  
 
Bologna, 9 giugno 2015 - L’emilia-romagna cambia veste, con un progetto di legge che disegna un nuovo sistema di governo. Approvato oggi dalla Giunta regionale dopo la sottoscrizione di un nuovo patto interistituzionale tra Regione e istituzioni locali (Città metropolitana di Bologna, Province e Comuni), dovrà passare ora all’esame dell’Assemblea legislativa. Di grande rilievo anche l’accordo siglato con le Organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative, a garanzia di tutto il processo di mobilità del personale. “Con questo progetto abbiamo ripensato l’intero sistema di governo territoriale della nostra regione, e non solo dato attuazione a una legge nazionale. Volevamo una grande partecipazione e la condivisione di una proposta che puntasse a un modello innovativo del sistema istituzionale, basato su semplificazione, razionalizzazione e protagonismo dei territori. L’obiettivo è quello di continuare a garantire, e se possibile innalzare, la qualità dei servizi ai cittadini”. Questo il commento dell’assessore al Riordino istituzionale Emma Pettiti, che oggi pomeriggio ha illustrato il testo del progetto di legge alla stampa. “Lo avevamo detto nel programma di mandato: questa sarà una legislatura costituente, che dovrà suggellare una forte condivisione tra Regione ed Enti locali per il raggiungimento di obiettivi strategici - ha aggiunto Petitti -. Abbiamo messo in campo una nuova prospettiva, che passerà dal policentrismo alle aree vaste interprovinciali, e avrà per protagonisti i territori, che dovranno definire gli ambiti ottimali delle aree vaste. Un ruolo strategico per l’intero territorio sarà quello della Città Metropolitana di Bologna, che dovrà essere l’hub della regione. Le Unioni di Comuni saranno perno dell’organizzazione dei servizi di prossimità al cittadino e assumeranno un’importanza fondamentale, perché l’obiettivo è quello di portare a 300 i Comuni entro questa legislatura. Altra priorità - ha concluso l’assessore - era il lavoro: grazie al confronto con le organizzazioni sindacali e ai 28 milioni aggiuntivi messi a bilancio non ci saranno esuberi e tutti i processi di mobilità rientreranno nel perimetro della nostra regione”. Il personale della Città metropolitana e delle Province Nella definizione dei ruoli assegnati a Regione, Città metropolitana di Bologna, Province, Comuni e Unioni di Comuni, la prima preoccupazione è stata quella di garantire ai dipendenti della Città metropolitana e delle Province il mantenimento del posto di lavoro. Molto stringenti i tempi previsti dalla legge per la definizione degli elenchi del personale interessato: entro la fine del 2016 tutte le 3.966 persone interessate avranno una collocazione certa. Circa 2.000 dipendenti resteranno alle Province per svolgere le funzioni fondamentali indicate dalla legge 56/2014 (cosiddetta “legge Delrio”), come ad esempio la pianificazione dei servizi di trasporto di ambito provinciale e gli interventi per l’edilizia scolastica. Circa un migliaio saranno trasferiti a livello regionale (Regione ed enti regionali) per lo svolgimento di funzioni regionali in materia, ad esempio, di agricoltura, ambiente, formazione e altro. Le misure finanziarie straordinarie Per accompagnare la legge di riordino istituzionale e il percorso verso la costituzione delle Aree vaste, coprire integralmente le spese relative alle funzioni da delegare o mantenere in gestione diretta, garantire il lavoro ai dipendenti della Città metropolitana e delle Province, la Regione ha assicurato sul bilancio 2015 una quota aggiuntiva di 28 milioni di euro, oltre ai 31 ordinariamente previsti. Uno sforzo straordinario che garantisce la transizione, assicura la continuità dei servizi e offre al sistema degli enti locali condizioni adeguate per gestire l’azione di governo. Un nuovo modello di governo territoriale Il progetto dà applicazione alla legge 56/2014, ma al tempo stesso prefigura un nuovo modello di governo territoriale che pone le basi per la realizzazione di Aree vaste interprovinciali, più ampie degli attuali confini territoriali, fondate sull’aggregazione funzionale tra Province. I territori provinciali potranno fare sistema per sviluppare al meglio nuove strategie territoriali e gestire i servizi in modo unitario (ad esempio in materia di turismo, trasporti o protezione civile), in linea con le esigenze di cittadini e imprese. Altrettanto importante il ruolo affidato alla Città metropolitana di Bologna, che avrà significative ricadute sia sulla stessa area bolognese, sia sull’intero territorio regionale: la Città metropolitana come hub della regione. Un ruolo di rilievo assumono anche le Unioni di Comuni, specie in alcuni settori come forestazione e vincolo idrogeologico. In quest’ottica la legge valorizza ulteriormente le Unioni come perno dell’organizzazione dei servizi di prossimità al cittadino (ad esempio gli sportelli unici edilizia e attività produttive). Forte è anche l’incentivazione alle fusioni di Comuni, che ridurrà il numero dei Comuni in regione. Ambiente, sicurezza del territorio e lavoro: la riorganizzazione delle funzioni attraverso le Agenzie Per delicate funzioni quali ambiente, sicurezza del territorio e lavoro, la legge ne prevede la riorganizzazione, puntando su unificazione, razionalizzazione e semplificazione. Per assicurare un importante presidio sulle politiche formative e di sostegno al lavoro - uno dei punti nodali del programma di mandato - è istituita l’Agenzia regionale per il lavoro, che porterà gradualmente nell’Agenzia anche gli attuali dipendenti dei Centri per l’impiego provinciali. Per quanto riguarda l’ambiente, la legge unifica in un centro tecnico di competenza le autorizzazioni ambientali e quelle in materia di energia. Sarà quindi rimodulata l’organizzazione attuale di Arpa (Agenzia regionale per la prevenzione e l’ambiente), che diventerà Agenzia regionale per la prevenzione, l’ambiente e l’energia. In coerenza con l’attenzione che la Giunta vuole dedicare al tema della sicurezza del territorio, vengono unificate in capo all’Agenzia regionale di protezione civile anche le funzioni di sicurezza territoriale. Una scelta che punta a valorizzare competenze, risorse e mezzi di intervento delle varie strutture attualmente operative e contemporaneamente a rafforzare i presidi sul territorio.  
   
   
LEGALITÀ: SERRACCHIANI, NELLA PA NECESSARIA ROTAZIONE DIRIGENTI  
 
Udine, 9 giugno 2015 - "Alla luce dei fatti degli ultimi giorni e tanto più in queste ore, nelle quali la politica non fa evidentemente una bella figura, è fondamentale recuperare il valore della legalità che deve essere prioritario nel fare politica". Lo ha detto il 5 giugno a Udine la presidente della Regione, Debora Serracchiani, intervenendo a un convegno sul tema Il valore della Legalità organizzato dall´Istituto Alina. "Recuperare il valore della legalità - ha proseguito Serracchiani - significa recuperare anche il valore di certi atteggiamenti e comportamenti, alcuni dei quali sono assolutamente incompatibili con la politica, e altri inopportuni. In ogni caso - ha aggiunto - la politica deve sapere discernere ed essere sempre non permeabile da alcuno di questi condizionamenti. In questo senso bisogna fare di più per quanto riguarda le regole. Il governo in questi mesi - ha continuato Serracchiani - ha fatto passi avanti costruendo la cornice normativa, con l´approvazione dell´anticorruzione, degli eco-reati, l´introduzione del falso in bilancio e la nomina di Cantone. Mi pare - ha detto la presidente - che stia accettando la sfida del cambiamento". Tra le soluzioni per contenere i fenomeni di illegalità nella Pubblica amministrazione, Serracchiani ha indicato la semplificazione normativa e ha ricordato quanto fatto dalla Regione Friuli Venezia Giulia in tema di rotazione dei dirigenti. "Credo che nessun funzionario pubblico debba ricoprire a lungo lo stesso incarico perché nella migliore delle ipotesi nel tempo si creano delle situazioni di familiarità e quindi penso che il sistema della rotazione costante e continua dei dirigenti sia uno strumento importante", ha sottolineato. Un criterio, questo, che secondo Serracchiani vale anche per il mondo della politica. "Credo che le persone che scelgono di fare politica debbano farlo a termine e con limite di mandato. Come per i funzionari, anche per i politici ricoprire lo stesso incarico per lungo tempo può fare incorrere negli stessi problemi". Serracchiani ha inquadrato il tema della legalità, non come un problema esclusivo della politica ma come "una sfida prettamente culturale" che deve investire tutta la società. "E´ dalle scuole che si inizia", ha indicato Serracchiani, ricordando come nell´ora di educazione civica si creano i presupposti per un bagaglio valoriale che poi non si disperderà in età adulta.  
   
   
PIEMONTE. RIUNIONE DELLA GIUNTA REGIONALE: GESTIONE DEI RIFIUTI FINO AL 2020, DIFESA DALL’AMIANTO, TERZO VALICO E SCUOLE PARITARIE SONO STATI I PRINCIPALI ARGOMENTI ESAMINATI QUESTA MATTINA DALLA GIUNTA  
 
Torino, 9 giugno 2015 - Rifiuti. Il progetto di Piano di gestione dei rifiuti urbani e dei fanghi di depurazione per il periodo 2015-2020, proposto dall’assessore Alberto Valmaggia e che passa ora all’esame del Consiglio, analizza la situazione esistente, individua i fabbisogni impiantistici per garantire il recupero della frazione organica e l’autosufficienza dello smaltimento dei rifiuti urbani e definisce i criteri tecnici, le azioni, le iniziative e le risorse da attivare per l’attuazione della pianificazione regionale. In particolare, individua i seguenti obiettivi generali: riduzione del 5% della produzione dei rifiuti urbani, raccolta differenziata del 65% a livello di ciascun ambito territoriale, raggiungimento del 50% del tasso di riciclaggio, avvio a recupero energetico delle sole frazioni di rifiuto per le quali non è possibile il recupero di materia, abbandono del ricorso alla discarica per rifiuti riciclabili e recuperabili, autosufficienza di smaltimento dei rifiuti urbani non pericolosi, promozione di sistemi di gestione in grado di ridurre i gas climalteranti, sviluppo di mercati per materiali derivanti dal riciclo dei rifiuti. Amianto. Il Piano regionale di protezione dell’ambiente, di decontaminazione, di smaltimento e bonifica per la difesa dai pericoli derivanti dall’amianto per il gli anni 2015-2019, presentato dagli assessori Alberto Valmaggia ed Antonio Saitta e che passa ora all’esame del Consiglio, prevede la continuazione della bonifica dei siti nazionali di Casale Monferrato e Balangero e la previsione di un fabbisogno complessivo di 25 milioni di euro per rimuovere i manufatti contenenti questo materiale soprattutto nelle scuole e negli edifici pubblici. Altre misure interesseranno la raccolta dei rifiuti contenenti amianto in matrice compatta, il censimento della presenza di amianto negli edifici di proprietà delle Agenzie territoriali per la casa, la bonifica del “polverino” e la sorveglianza sanitaria dei lavoratori ex-esposti all’amianto. Terzo valico. Approvato, su proposta degli assessori Francesco Balocco e Giuseppina De Santis, l’aggiornamento del piano di gestione dei materiali e del traffico per la realizzazione del Terzo valico dei Giovi presentato dal consorzio Cociv. La delibera condiziona la successiva progettazione all’attuazione di alcune prescrizioni riguardanti i siti di deposito in località Cascina Clara e Buona e Cascina La Bolla ad Alessandria, Cascina Bettole a Pozzolo Formigaro, la valutazione dell’impatto acustico, di propagazione delle polveri e di emissione di inquinanti gassosi derivanti dal traffico veicolare, l’installazione di centraline per il monitoraggio ambientale. Scuole paritarie. Come proposto dall’assessore Gianna Pentenero, è stata definita la ripartizione dei 14 milioni di euro destinati al sostegno delle scuole paritarie per il 2014, con particolare riguardo alle scuole per l’infanzia ed all’accoglienza ed il sostegno degli alunni portatori di handicap. La Giunta ha inoltre approvato: - su proposta del presidente Sergio Chiamparino e degli assessori Aldo Reschigna e Giovanni Maria Ferraris, il piano di rafforzamento amministrativo per la gestione dei fondi strutturali europei, che contiene le linee guida per uso efficace ed efficiente delle risorse assegnate al Piemonte con particolare riferimento al sistema di gestione e controllo dei flussi finanziari; - su proposta dell’assessore Giuseppina De Santis, il parere favorevole sulla domanda presentata dalla società Amteco Spa per l’attivazione di una grande struttura di vendita in località Veveri del Comune di Novara, nonché l’aggiornamento delle linee guida per il recupero ambientale della cave, che confermano la riduzione dei costi per la conservazione del terreno vegetale e delle cauzioni per le imprese in possesso di certificazione ambientale; - su proposta dell’assessore Giorgio Ferrero, l’apertura del bando per la presentazione dei progetti di promozione del vino piemontese sui mercati esteri; - su proposta dell’assessore Antonella Parigi, l’avvio di una collaborazione con il Ministero dei Beni culturali per la stipula di accordi di programma per lo sviluppo del sistema delle Residenze artistiche; - su proposta dell’assessore Antonio Saitta, il recepimento dell’accordo Stato-regioni sull’erogazione dell’assistenza sanitaria negli istituti penitenziari per adulti.  
   
   
ACCORDO STRATEGICO FIRENZE-SHANGHAI A VILLA STROZZI CON UNA DELEGAZIONE CINESE PER DEFINIRE LA COLLABORAZIONE TRA LE DUE CITTÀ METROPOLITANE  
 
Firenze, 9 giugno 2015 - Una collaborazione strategica tra le città metropolitane di Firenze e Shanghai. È stato l’obiettivo dell’incontro a Villa Strozzi al quale hanno partecipato l’assessore allo Sviluppo economico, turismo e città metropolitana Giovanni Bettarini e una delegazione dell’Ufficio Affari esteri e Promotion Center di Shanghai. “Un incontro operativo – ha spiegato Bettarini - per definire il progetto di una collaborazione strategica che consideriamo di grande importanza per le opportunità di investimento ed espansione delle aziende fiorentine sul mercato cinese e per le ricadute sul territorio fiorentino. Siamo molto interessati alle relazioni economiche con Shanghai, una delle cinque città metropolitane della Cina e una delle zone più vive e dinamiche di tutto il Paese. È solo uno dei canali aperti con la Cina – ha proseguito Bettarini – Insieme alla città di Ningbo, ad esempio, stiamo organizzando la Ningbo Week che si terrà a Firenze a settembre: una tre giorni dedicata agli scambi commerciali e turistici tra le due città, mentre è già avviata la collaborazione sul Parco industriale Ningbo-italia”.  
   
   
TARGET SPESA E OCCUPAZIONE PUGLIA. VENDOLA: "PUGLIA ALLA GUIDA RISCOSSA DEL SUD"  
 
Bari, 9 giugno 2015 - “Consegniamo a Michele Emiliano e al governo che verrà dopo, risultati che sono un trampolino di lancio per le prossime proiezioni verso il futuro. Mi pare che la Puglia si è dimostrata locomotiva nel Sud che può trainare una fase di crescita e può legittimamente, con Michele Emiliano, guidare la riscossa del Sud che da troppi anni è stato ridotto al silenzio. Il Sud ha bisogno di tornare a essere soggetto pieno della politica nazionale”. Così il Presidente uscente della Regione Puglia Nichi Vendola intervenendo alla conferenza stampa di presentazione sia dei dati relativi al raggiungimento e al superamento dei target di spesa europea Fesr e Fse per il 30 Maggio 2015, sia del dato Istat relativo all’occupazione in Puglia nel primo trimestre 2015. “Noi e tutte le regioni italiane, entro il 31 di maggio, - ha spiegato Vendola - avevamo un target molto difficile da raggiungere. Per la spesa per i cantieri e per gli investimenti abbiamo speso di più di quello che ci era dato come obiettivo, spendendo 200 milioni di euro in più, e siamo all’82% della spesa totale del ciclo di programmazione 2007/2013. Per quanto riguarda la spesa sociale abbiamo speso quattro milioni in più di quello che ci indicava il target, raggiungendo il 79% della spesa”. “Non abbiamo ancora i dati delle altre regioni – ha continuato Vendola – ma io penso che questa della Puglia, sulla spesa dei fondi comunitari, continuerà ad essere una delle performance più brillanti. Di questo sono particolarmente orgoglioso, perché dietro c’è un lavoro drammaticamente complesso fatto dalle strutture regionali, affinché neanche un euro di quelli che ci arrivano dall’Europa venga buttato via”. Vendola si è poi soffermato sui dati particolarmente positivi diffusi dall’Istat relativi all’occupazione in Puglia nel primo trimestre 2015: “dei 130 mila posti di lavoro in più, di cui ha parlato il Governo nazionale, - ha detto - 30 mila sono in Puglia. Cioè siamo al primo posto in Italia per crescita dell’occupazione. Rispetto all´ultimo trimestre dell’anno scorso registriamo 48mila occupati in più. Qualche dato: noi siamo a quota 30mila, dopo di noi viene la Lombardia, che ha il doppio della popolazione pugliese e fa +26mila occupati; la Campania fa zero occupati in più, la Calabria fa meno 9 mila occupati, la Sicilia fa meno 19mila occupati. Questo - ha concluso Vendola - vuol dire che noi siamo in controtendenza rispetto al Sud, che continua ad andare male, e siamo i primi in Italia, trainiamo il tentativo di uscire fuori dalla recessione, che ci ha strangolato per troppi anni”.  
   
   
SERRACCHIANI, UDINE E FVG DEVONO COSTRUIRE PROPRIO DOMANI PRESENTATA AGENDA DEL FUTURO UDINE 2024  
 
 Udine, 9 giugno 2015 - Udine area metropolitana dovrà investire in migliori interconnessioni col suo territorio, rafforzare l´integrazione Università-imprese e valorizzare le peculiarità turistiche, storiche e ambientali: queste le prime indicazioni dell´Agenda del futuro Udine 2024, progetto promosso dalla Camera di commercio di Udine - Friuli Future Forum, che ha avviato un progetto di scenario con il Comune, il coinvolgimento di Regione e Università e il coordinamento scientifico di Ocse Parigi. Un progetto di prospettiva per l´area udinese e il Friuli Venezia Giulia, ha osservato a Udine in conferenza stampa la presidente della Regione, Debora Serracchiani, assieme al presidente della Camera di commercio udinese, Giovanni Da Pozzo, al sindaco di Udine, Furio Honsell e al project manager di Friul Future Forum, Renato Quaglia, "che la Regione già sta realizzando, ad esempio con la riforma del sistema territoriale in una concezione più vasta", affinchè le diversità non rischino di essere solo un legame. "Il Friuli Venezia Giulia - ha osservato Serrachiani - ha bisogno di un approccio differente rispetto al nostro futuro: siamo stati sin qui troppo abituati ad attendere questo futuro, mentre abbiamo invece bisogno di riappropriarci del nostro sistema, che è mancato anche nel modo di governare". Dunque, "stiano costruendo ´una mappa´ di quello che siamo e di cosa vogliamo, con una diversa consapevolezza e con la necessità di dover raccogliere alcune sfide. In questo contesto la nostra specialità non deve essere più un alibi, ma deve essere interpretata come modello di responsabilità, per cercare di fare più e meglio, e pertanto risultare utili al Paese". Un modello di responsabilità e sviluppo, ha aggiunto la presidente, che non può fare a meno di una proiezione ed una visibilità internazionali. Ed in questo senso Serracchiani ha voluto ribadire che il Friuli Venezia Giulia ha già dei propri riferimenti di stampo macroregionale, che si coniugano con l´Euroregione Senza Confini, con la strategia Ue adriatico-ionica, con i programmi di cooperazione transfrontaliera Italia-slovenia e Italia-croazia. Udine può diventare, come è stato anticipato oggi, area metropolitana, città interconnessa e meglio coordinata con il suo territorio di prossimità. Investendo con convinzione sulle proprie peculiarità (ambiente, storia e cultura per un´offerta turistica di qualità riconosciuta) e su un sistema che ponga in forte relazione Università, centri di innovazione e imprese. Tutto questo, utilizzando in modo deciso la leva dell´autonomia regionale, una specialità da giocarsi fino in fondo e da rinegoziare con il Governo perché il Friuli e la regione intera diventino laboratorio di crescita per il Paese e luogo di sperimentazione, anche del sistema dell´istruzione, formazione e servizi sociali, per produrre importanti effetti sulle capacità occupazionali e della produttività. "È ormai chiaro - ha commentato Da Pozzo - che la visione esclusivamente localistica è insufficiente e va superata, ma anche che dobbiamo credere e investire nelle nostre peculiarità. L´invito forte che arriva dall´Agenda è che città e regione abbiano il coraggio di cambiare ancora, non fermarsi né accettare lo sconforto della crisi, perché ci sono potenzialità per invertire la rotta e creare un luogo inedito di sperimentazione dello sviluppo. Certo, continuano a emergere situazioni molto complesse in tante zone del nostro territorio e della nostra economia, che vanno affrontate presto e con visione". "Dati alla mano - ha aggiunto il presidente dell´ente camerale friulano - l´Ocse ci fa capire anche che la situazione del Friuli e del territorio udinese è migliore di altri territori simili in Italia ed Europa: significa che il Friuli ha affrontato la crisi in maniera più solida e ha evidenziato forte capacità di reagire. Ci sono nodi critici e situazioni delicatissime, ma ci sono anche molte potenzialità inespresse su cui invece lavorare quali, ad esempio, il turismo e l´attrattività storico-culturale di Udine e del suo territorio". "Su questo piano - ha proseguito ancora Da Pozzo - Ocse indica per Udine la necessità di orientarsi verso un´area metropolitana e invita anche il territorio a relazionarsi a Udine per costruire un´unica area interrelata, che scambia e si completa nelle reciproche competenze. Si tratta di un indirizzo molto chiaro di Ocse: non è più il momento del fasin di bessoi, le sfida internazionali non consentono più la frammentazione". "L´unione - ha evidenziato - è una strategia dove tutti vincono e anche il metodo che abbiamo inaugurato con quest´Agenda è un primo passo che dà concretezza a quel ´fare sistema´ spesso rimasto solo parola. Come Camera di commercio abbiamo rafforzato un ruolo di raccordo e stimolo allo sviluppo del territorio, facendo rete con Comune, Università e Regione perché per la crescita ci vuole una regia condivisa. Non solo, abbiamo esteso la rete alle categorie produttive e anche direttamente ai cittadini". "Non è mai stato fatto nella nostra regione un lavoro come l´Agenda", ha aggiunto Quaglia: "solo Torino ha operato in maniera analoga. E comunque il metodo di Udine si è dimostrato innovativo e originale, l´ha evidenziato l´Ocse stessa". "Oltre ad aver raccolto e armonizzato una mole di dati sull´economia e la comunità, dati spesso dispersi tra archivi e sistemi diversi, i partner locali hanno voluto aggiungere l´ascolto diretto dei cittadini, rappresentanti di categorie, istituzioni, realtà scolastiche, sociali, culturali: 200 persone, studenti compresi, che seguendo un metodo scientifico definito da Ocse si sono messi fisicamente attorno a tavoli di lavoro e hanno discusso ciò che è stata ed è oggi Udine, quali sono gli ostacoli allo sviluppo e quali le possibilità di crescita". "Dal documento Ocse - ha indicato Quaglia - emergono quattro grandi futuri possibili, a seconda che Udine sappia reagire o no - e come - ai diversi andamenti dell´economia internazionale e delle riforme nazionali. L´ocse ci avverte di stare attenti a ciò che la teoria economica e sociologica definisce declinismo: credere che le cose vadano peggio di quanto invece stanno andando. Il rischio è che quanto si percepisce diventi realtà a forza di convincersene, mentre abbiamo oggi una grande opportunità di invertire la rotta, una sfida per la nostra classe dirigente, che dev´essere in grado di gestire in modo sistematico, trasversale, lavorando unita in una direzione comune". Il documento completo sarà presentato in una giornata-evento, martedì 9 giugno, con tre momenti: la mostra dei progetti di futuro elaborati dalle scuole, la presentazione di dettaglio dell´Agenda del futuro da parte degli analisti Ocse Mountford ed Emmerich e il dibattito con l´economista Alberto Alesina.  
   
   
POR CREO FESR 2007-13, TOSCANA: STRUMENTO DI INNOVAZIONE E SVILUPPO"  
 
Firenze 9 giugno 2015 – Il programma operativo toscano del Fondo europeo di sviluppo regionale (Por Creo Fesr 2007-2013) è ormai in dirittura d´arrivo. Il bilancio è positivo, con oltre 1 miliardo e 100 milioni di contributi in sette anni, sono stati attivati investimenti per oltre 2 miliardi che hanno portato ad essere più competitivo il sistema produttivo e a sostenere l´innovazione delle imprese, ammodernare le infrastrutture e migliorare l´ambiente. Il punto è stato fatto nel corso della riunione del Comitato di sorveglianza che si è riunito nei giorni scorsi. "Un bilancio decisamente positivo – ha commentato l´assessore alle attività produttive credito e lavoro Gianfranco Simoncini – che ci conferma la validità delle scelte fatte con la nuova programmazione 2014-2020, che sta partendo in questi mesi. Non dimentichiamo che è stato grazie a questo strumento se abbiamo potuto, anche grazie a ragionate rimodulazioni, di dare un sostegno forte al mondo produttivo investito dalla crisi economica peggiore degli ultimi decenni e a favorire, anche in tempi di restrizioni della spesa, i processi di innovazione, ricerca e sviluppo, trasferimento tecnologico, ingegneria finanziaria per l´accesso al credito, tutti fattori determinanti per gettare le basi di una ripresa". L´assessore sottolinea in particolare come la scelta di puntare sull´innovazione del sistema produttivo che sta al centro del nuovo programma (con 250 milioni di investimenti dedicati a questo tema) sia stata anticipata nei precedenti sette anni. "E´ in questo settore, sull´asse dedicata a ricerca e sviluppo, innovazione e imprenditorialità che abbiamo registrato le migliori performance. E´ così che abbiamo messo a disposizione del nostro sistema produttivo strumenti per affrontare i tempi della ripresa e dimostrato di saper fare scelte strategiche e di prospettiva".  
   
   
FONDO SOCIALE EUROPEO: VALUTAZIONI E PROSPETTIVE, 11 GIUGNO A UDINE  
 
Udine, 9 giugno 2015 - Si terrà giovedì 11 giugno, a partire dalle 9, nell´Auditorium della sede di Udine della Regione Friuli Venezia Giulia (via Sabbadini, 31), l´incontro su "Il Fondo Sociale Europeo nel Friuli Venezia Giulia, valutazioni e prospettive". L´appuntamento, che sarà aperto dall´intervento introduttivo dell´assessore regionale al Lavoro, Formazione, Istruzione, Pari opportunità, Politiche giovanili, Ricerca e università Loredana Panariti, darà conto dei primi esiti della valutazione del Programma operativo Fse (Fondo Sociale Europeo) del periodo 2007/2013 oltre che delle priorità del Programma operativo Fse 2014/2020. L´incontro farà il punto anche sull´avvio della programmazione 2014/2020 e sulla pianificazione delle attività per il 2015. L´evento è stato organizzato dalla Direzione centrale Lavoro, Formazione, Istruzione, Pari Opportunità, Politiche giovanili, Ricerca e Università della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia. Info e iscrizioni on line su http://eventi.Regione.fvg.it/eventi/dettaglioevento.asp?evento=5141    
   
   
TOSCANA, FESR 2007-13: INVESTIMENTI PER OLTRE 2 MILIARDI E 4000 POSTI DI LAVORO  
 
Firenze 9 giugno 2015 – Con 6630 progetti finanziati, circa 4000 posti di lavoro creati e investimenti attivati per oltre 2 miliardi, a fronte di 1 miliardo e 127 milioni di euro di contributi, il Programma operativo del Fondo europeo di sviluppo regionale (Por Creo 2007-2013), si è confermato come una potente leva di sviluppo per l´economia Toscana. Il Comitato di sorveglianza ha monitorato nei giorni scorsi l´andamento del programma toscano, ormai prossimo alla chiusura. La "spesa pubblica" complessivamente prevista dal Por Creo per l´intero periodo di programmazione 2007-2013 è di 1.023 milioni di euro. Il programma come noto puntava, oltre che su innovazione e ricerca, sulla competitività delle imprese e su uno sviluppo territoriale sostenibile. Avanzamento finanziario Le risorse attivate a partire dal dicembre 2007, ammontano a 1.038 milioni di euro di contributo pubblico, circa il 108.5% del contributo pubblico totale previsto dagli assi prioritari del programma, grazie a risorse regionali aggiuntive utilizzate. Il totale degli investimenti è di 2.307.088.792 euro, inclusi 789.297.451 attivati nell´ambito degli strumenti di ingegneria finanziaria. Gli impegni dei progetti sono ad oggi il 127%, i pagamenti l´88.38%. La spesa certificata è pari all´80.95%. I progetti finanziati sono 6.630, fra questi 2.730 progetti di investimento delle imprese; 2.975 progetti di investimento delle imprese realizzati con strumenti di ingegneria finanziaria; 533 opere pubbliche, 392 servizi. Alcune realizzazioni Fra le più significative, possiamo citare la Tramvia fiorentina (54 milioni per la realizzazione della prima line: 7,7 chilometri di rete con un´offerta della capacità di trasporto di oltre 1 milione di passeggeri al mese. Il People mover di Pisa (21,1 milioni) per il collegamento veloce e frequente su rotaia tra la stazione ferroviaria e l´aeroporto. E ancora: Nodo di Livorno, 33 milioni di finanziamento per la realizzazione del primo stralcio dei collegamenti ferroviari tra il porto di Livorno, la rete ferroviaria e l´interporto di Guasticce, comprendente le strutture ferroviarie sulla Darsena Toscana e il collegamento diretto della Darsena con la linea Roma-genova lato Pisa. A questi vanno aggiunti 10 progetti per il potenziamento e la diffusione della banda larga nelle aree montane, rurali e a bassa densità territoriale. Sul fronte ambientale sono stati realizzati 16 progetti per il recupero di siti inquinati, 38 progetti in parchi, aree protette e Siti Natura 2000; 82 progetti per la prevenzione del rischio idraulico, del rischio di frana ed erosione costiera; 69 interventi su edifici per la prevenzione del rischio sismico; 48 interventi per la tutela ed il miglioramento della qualità dell´aria e dell´ambiente; 4 progetti per la prevenzione dei rischi da incidenti industriali. Sul fronte energie rinnovabili, 94 progetti e 60 per la riduzione dei consumi energetici. Con i Piuss, piani urbani di svluppo sostenibile, anch´essi finanziati dal Fesr, sono stati messi in cantiere interventi presentati dai Comuni ammessi a finanziamento, per la riqualificazione delle aree urbane, tutela del patrimonio culturale, infrastrutture per commercio e turismo. E, ancora: 35 interventi per creare nuovi posti nelle strutture per l´infanzia e potenziare la rete di infrastrutture per il sociale. Sviluppo aree svantaggiate 19 interventi per la tutela, la valorizzazione e la promozione delle risorse naturali e culturali ai fini dello sviluppo di un turismo sostenibile; 8 interventi per lo sviluppo economico dell´area con la creazione di centri servizi alle imprese e centri di competenza Pmi; 54 interventi di recupero e riqualificazione delle aree per insediamenti produttivi finalizzati a fruizione collettiva: per infrastrutture per il turismo e centri commerciali naturali Posti di lavoro Gli effetti occupazionali finora prodotti dal Por sono considerevoli: l´attuazione degli interventi ha consentito la creazione di 4.079 nuovi posti di lavoro (rispetto ad un target atteso di 2.878), di cui 1.690 destinati a donne (1.481 previsti).  
   
   
FONDO SOCIALE EUROPEO. LA PROGRAMMAZIONE 2007-2013 E IL NUOVO PROGRAMMA 2014-2020 PRESENTATI AL COMITATO DI SORVEGLIANZA. PER IL PERIODO 2014-2020 RISORSE A DISPOSIZIONE PARI A 786 MILIONI DI EURO. NEI SETTE ANNI PRECEDENTI 2007-2013 IN EMILIA-ROMAGNA LE RISORSE SONO STATE UTILIZZATE AL 109,62%.  
 
Bologna,  9 giugno 2015 - Un bilancio dei risultati conseguiti dalla Regione Emilia-romagna con la programmazione del Fondo sociale europeo 2007-2013 e la presentazione degli strumenti e dei primi interventi del Programma operativo regionale Fse 2014-2020, che con 786 milioni di euro (di cui 275,2 proveniente dallo Stato e 117,9 dal bilancio regionale) consente di investire sulle competenze delle persone e sulla competitività del territori per realizzare in Emilia-romagna - in integrazione e complementarietà con gli altri fondi europei - la strategia di Europa 2020, per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. Sono questi i temi affrontati, oggi a Bologna dal Comitato di Sorveglianza del Programma operativo regionale del Fse (Por-fse 2007-2013 e Por-fse 2014-2020) l’organismo previsto dai regolamenti comunitari con il compito di accertare la qualità e l’efficacia dell’attuazione del Programma operativo regionale, presieduto dall’assessore Patrizio Bianchi e composto da Angela Guarino della Direzione generale Occupazione, Affari sociali e inclusione della Commissione Europea, Giulia Platone, Monica Lippolis e Pietro Tagliatesta del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Angela Sorce del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare. “Il Fondo Sociale Europeo si occupa delle persone, perché lo sviluppo passa necessariamente dall’aumento delle competenze – ha detto l’assessore Bianchi – Nella programmazione 2007-2013 sono quasi 300 mila le persone coinvolte dalle attività, con un utilizzo delle risorse che arriva al 109,62%. E abbiamo già messo in campo una serie di approvazioni che ci consentono quest’anno di avviare la programmazione 2014-2020”. “La Regione Emilia-romagna è promossa a pieni voti, rappresenta un’eccellenza nel nostro Paese – ha spiegato Monica Lippolis del Ministero del Lavoro – Come sempre ha presentato ottime performance e ha rispettato le tempistiche. Inoltre gli interventi sono ben strutturati e coerenti con gli indirizzi comunitari, e molto validi anche per quanto riguarda la rispondenza ai fabbisogni territoriali, sia per le persone che per il territorio e la competitività”. Un giudizio molto positivo sull’operato dell’Emilia-romagna è stato espresso da Angela Guarino della Commissione europea, che ha invitato la Regione ad esplorare anche gli strumenti dell’ingegneria finanziaria e a sperimentare forme di intervento per l’emergenza dell’immigrazione. Programma operativo regionale Fse 2014-2020 Il Programma Fse 2014-2020 della Regione Emilia-romagna è stato il primo adottato in Italia. Dal 12 dicembre 2014 - data in cui la Commissione ha comunicato l’adozione formale del documento - la Regione ha già approvato le procedure di attuazione relative a tutti gli obiettivi tematici, investendo i primi 50 milioni di euro per il finanziamento di opportunità per l’occupazione e il reinserimento delle persone a rischio di esclusione (40 milioni di euro), per l´inclusione socio lavorativa delle persone in esecuzione penale (1,5 milioni di euro) e per il rafforzamento e l’innovazione delle competente tecniche e tecnologiche delle persone e delle imprese (Rete Politecnica - Percorsi Its e Ifts 9 milioni di euro). La Regione Emilia-romagna intende affrontare la nuova programmazione continuando a svolgere un ruolo di primo piano in Italia e in Europa rispetto alla gestione dei fondi comunitari e cogliendo le sfide che l’integrazione europea e i sette anni di crisi che abbiamo attraversato pongono alla società regionale. La strategia di programmazione del Fse è stata delineata, attraverso un percorso di confronto con istituzioni e parti sociali del territorio, a partire dal sistema “Er Educazione Ricerca Emilia-romagna”, l’infrastruttura formativa regionale che risponde a due obiettivi prioritari: garantire a tutti i cittadini pari diritti di acquisire conoscenze e competenze ampie e innovative e di crescere e lavorare esprimendo al meglio potenzialità, intelligenza, creatività e talento per generare condizioni di più stretta relazione fra offerta formativa e fabbisogni di crescita e qualificazione del capitale umano. A partire da tale disegno unitario l’Emilia-romagna intende agire su più fronti per qualificare il sistema formativo regionale in tutti i suoi segmenti - aumentando il numero dei giovani in possesso almeno di una qualifica professionale e delle persone in possesso di un titolo universitario o equivalente - e rafforzare l´interazione tra sistema educativo-formativo e imprese, affrontare l’emergenza occupazionale con misure per il riposizionamento delle imprese in crisi e il rafforzamento delle competenze dei lavoratori, rispondere ai fabbisogni di conoscenze necessarie all’innovazione e all’internazionalizzazione, aprire il sistema educativo e formativo a una dimensione internazionale, promuovere la formazione e il lavoro come mezzo per contrastare marginalità ed esclusione sociale e qualificare i servizi per l´impiego. Tre gli obiettivi tematici in cui si articola il nuovo programma: occupazione (promuovere un’occupazione sostenibile e di qualità e sostenere la mobilità dei lavoratori - risorse: 490.620.110 di euro – 62,4% delle risorse complessive), inclusione sociale e lotta contro la povertà (promuovere l´inclusione sociale e combattere la povertà e ogni discriminazione - risorse: 157.250.038 euro - 20% delle risorse complessive),istruzione e formazione (investire nell´istruzione, nella formazione e nella formazione professionale per le competenze e l’apprendimento permanente- risorse: 108.502.524 euro – 13,8% delle risorse complessive). Per massimizzare le ricadute degli interventi realizzati con i fondi europei sul territorio, la Giunta regionale dell’Emilia-romagna, in coerenza con le raccomandazioni della Commissione europea - ha scelto per il 2014-2020 di rafforzare la propria capacità di programmare in modo convergente le risorse del Fse e degli altri fondi di cui è Autorità di Gestione (Fesr fondo europeo di sviluppo regionale e Fears fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale) attraverso una nuova generazione di politiche pubbliche integrate. Con questo obiettivo, oltre ad assegnare all’assessore Bianchi il coordinamento delle politiche europee per lo sviluppo e a dotarsi di una struttura di coordinamento e controllo per il presidio unitario dei Fondi europei regionali, la Regione ha avviato con tutte le componenti della società regionale un confronto per la sottoscrizione di un Patto per il lavoro. Un percorso per condividere le linee di azione con cui ognuno si impegna a contribuire al rilancio dell’occupazione nella nostra regione per generare un nuovo sviluppo e una nuova coesione sociale. Nel corso del Comitato, come previsto dai regolamenti comunitari, sono stati anche esaminati gli strumenti necessari all’attuazione della programmazione e, in particolare, la Strategia di comunicazione del Po 2014-2020 e il Piano di comunicazione annuale, e i criteri che l’autorità di gestione del Po utilizzerà per la selezione delle operazioni, garantendo il rispetto dei principi di parità di trattamento, trasparenza, proporzionalità e mutuo riconoscimento. Programma operativo regionale Fse 2007-2013 Il Comitato di Sorveglianza ha esaminato e approvato i dati di attuazione del Programma Operativo 2007/2013 che dovrà concludersi entro il 31 dicembre 2015. Sono 294.659 le persone che hanno partecipato ad una delle 28.497 operazioni finanziate e concluse. Una programmazione complessiva di 847.204.199 con un dato di impegno pari al 109,62% (928.721.168,68), un dato relativo al pagato dalla Regione ai soggetti attuatori pari al 93,10% (788.742.919,38) e certificato pari al’80,6%. Come ogni anno, il Comitato si è soffermato sull’attuazione dell’anno precedente. Il 2014 ha rappresentato un anno di passaggio tra le due programmazioni comunitarie che ha impegnato la Regione da un lato a garantire la piena attuazione della programmazione 2007-2013 e dall’altro a definire la strategia e il Programma Operativo 2014-2020. Il ritardo nell’approvazione dei Programmi Operativi italiani per l’Emilia-romagna, che a fine 2013 evidenziava già un livello di impegno delle risorse 2007/2013 pari al 107,1%, ha costituito una forte criticità. In questa fase di “transizione” complessa, lo sforzo della Regione è stato rivolto a dare continuità alle politiche formative e per il lavoro, integrando risorse nazionali e regionali, risorse ancora disponibili a valere sul Fse e risorse comunitarie dell’Iniziativa Europea per l’occupazione dei Giovani. In particolare, il piano di attuazione regionale Garanzia Giovani ha permesso ai giovani di rientrare nei sistemi educativi e formativi per il conseguimento di una qualifica professionale regionale. L’offerta di percorsi di formazione e istruzione tecnica della Rete Politecnica è stata finanziata attraverso risorse regionali e nazionali. Grazie a risorse nazionali provenienti dalla legge 53/2000, è stata sperimentata una procedura di chiamata per rendere disponibili interventi rivolti alle imprese del sistema della meccanica e meccatronica e delle industrie culturali e creative. Le opportunità e i servizi per l’inclusione sociale e lavorativa delle persone con disabilità sono state garantite dalle programmazioni provinciali e grazie alle risorse del Fondo Regionale dedicato. Parallelamente è stata garantita un’offerta di misure formative e di politica attiva del lavoro, cofinanziate Fse, approvate a fine 2013 e realizzate anche nel corso del 2014. L’integrazione e complementarietà tra risorse e opportunità – a fondamento delle politiche regionali per l’istruzione, la formazione e il lavoro e dell’infrastruttura educativa e formativa regionale Er Educazione e Ricerca Emilia-romagna - ha permesso di garantire a persone e imprese l’accesso a interventi per la formazione e il lavoro coerenti con aspettative e fabbisogni e con quanto definito nel Programma Operativo Fse 2007-2013 e capaci di sperimentare importanti elementi di innovazione propri della nuova programmazione comunitaria. Garanzia Giovani I giovani, le loro aspettative e le loro competenze per l’Emilia-romagna devono tornare a essere un fattore di crescita e di dinamismo sociale ed economico del nostro territorio. Il contrasto alla disoccupazione dei giovani, mettendo in campo ogni intervento utile a creare nuove opportunità di lavoro e a promuovere la nascita di nuova impresa è una priorità dell’azione di governo regionale. Il 2014 è stato anche l’anno in cui la Regione, in qualità di Organismo Intermedio del Programma nazionale Garanzia per i Giovani, ha definito e dato avvio al Piano di attuazione regionale per rendere disponibili misure e azioni rivolte ai giovani Neet. Avviato il 1 maggio 2014, il programma ha intercettato 47.361 ragazzi e ragazze (di cui 32.301 residenti in E-r) di cui 39.154 in possesso dei requisiti e interessati a partecipare ad una delle misure offerte dal Programma nel nostro territorio. I dati di attuazione del programma (rilevati in data 29/05/2015) presentati al Comitato di Sorveglianza sono: - 24.789 percorsi di orientamento di base - 18.035 percorsi di orientamento specialistico - 4.261 percorsi di reinserimento in un percorso formativo - 14 incentivi per assunzioni in apprendistato per la qualifica - 7 incentivi per assunzioni in apprendistato di alta formazione e ricerca - 1.292 contratti incentivati di apprendistato professionalizzante - 4.220 tirocini - 160 percorsi di servizio civile - 174 percorsi di accompagnamento all’avvio di un’attività autonoma.  
   
   
SARDEGNA: FESR 2014-2020, 930 MILIONI E LINEE D´INTERVENTO RIDOTTE DA 120 A 35 PER CONCENTRARE RISORSE E INTERVENTI COME CHIEDE L´UE: CONFRONTO COL PARTENARIATO  
 
 Cagliari, 9 Giugno 2015 - Da 120 a 35 linee di intervento per concentrare le risorse dei fondi Por Fesr 2014-2020 sui settori più strategici, come richiesto dall´Unione Europea, passando per un confronto costante con sindacati, associazioni, parti economiche, enti locali e una visione unitaria della programmazione dei fondi. L´assessore della Programmazione e del Bilancio Raffaele Paci, il direttore del Centro Regionale di Programmazione Gianluca Cadeddu e l´Autorità di gestione dei fondi Fesr Graziella Pisu hanno presentato al partenariato socio-economico e istituzionale della Sardegna lo stato di avanzamento del negoziato sui fondi europei Fesr, a disposizione dell´Isola ci sono 930 milioni di euro, per illustrare le modifiche apportate in base alle indicazioni dell´Europa e accogliere eventuali ulteriori suggerimenti. Entro questo mese il programma Fesr sarà definito per essere poi approvato dall´Unione Europea fra luglio e settembre prossimi. Subito dopo, si potrà dare concretamente il via agli interventi. "Dobbiamo correre, fare bene e non perdere tempo - dice l´assessore Paci - Siamo nella fase finale del negoziato e l´incontro di oggi serve a presentare al nostro partenariato le novità che si sono avute in questi mesi dopo il dialogo con l´Unione Europea e ad ascoltare le loro opinioni. Pur non avendo ancora tutti i programmi operativi approvati, finora infatti è stato approvato solo il Programma Operativo Fse (Fondo sociale europeo), stiamo già lavorando all´interno della Cabina di regia e dell´Unità di progetto della programmazione unitaria per definire gli interventi con la visione d´insieme che è alla base della programmazione unitaria dei fondi sulla quale è impostata la manovra finanziaria. Abbiamo già chiuso gli interventi sulla priorità Istruzione, quindi Scuola e Università, porteremo in Giunta la prossima settimana quella del lavoro e siamo a un buon stato di elaborazione anche per competitività e quindi la strategia per le imprese". Durante l´incontro nella sala anfiteatro di via Roma a Cagliari è stato anche presentato il Pra, Piano di rafforzamento amministrativo, ossia uno strumento necessario per l´approvazione del programma che ha l´obiettivo di migliorare la gestione dei fondi strutturali anche attraverso il rafforzamento delle competenze interne all´amministrazione regionale, puntando sulla indispensabile qualità istituzionale necessaria alla gestione delle risorse. L´assessore Paci spiega poi la filosofia d´intervento rispetto ai territorio. "Stiamo lavorando per garantire la crescita armonica delle aree interne e di quelle urbane, basandoci sugli attrattori ambientali, culturali, turistici delle singole zone, facendo cioè una lettura ambientale del territorio. Per fare tutto e bene dobbiamo superare la lettura settoriale dei fondi: la visione dev´essere unitaria per diventare sempre più strategica. Infine - conclude il vicepresidente della Regione - maggiore concentrazione dei fondi che significa maggiore sicurezza di riuscire a spendere i soldi, perché le risorse sono più legate alle vere priorità".  
   
   
FONDI EUROPEI, PROTOCOLLO DA 55 MILIONI FIRMATO DA REGIONE SARDEGNA E COMUNE DI CAGLIARI.  
 
Cagliari, 9 Giugno 2015 - Un protocollo d´intesa da 55 milioni di euro per la riqualificazione urbana e l´inclusione sociale di Cagliari è stato firmato dal vicepresidente della Regione, Raffaele Paci, e dal sindaco di Cagliari, Massimo Zedda, nella sala Giunta del Palazzo della Regione in viale Trento. Si tratta di fondi europei: una parte di questi, 15 milioni del Por (Programma operativo regionale), sarà utilizzata per l´edilizia popolare a Is Mirrionis e San Michele con il recupero di alcuni stabili. Gli altri 40 milioni sono invece fondi del Pon (Programma operativo nazionale) destinati a Cagliari, città metropolitana individuata come Autorità urbana nel Programma operativo nazionale Metro, e prevedono quattro "azioni": agenda digitale metropolitana (banche dati), mobilità ciclopedonale, illuminazione pubblica, telecontrollo e telegestione e social innovation (ad esempio autogestione dei palazzi comunali da parte dei condomini). In questo caso, la Regione fornirà al Comune supporto tecnico-logistico. Per quanto riguarda Is Mirrionis, non si faranno solo ristrutturazioni col riuso dell´hangar del quartiere e di alloggi, ma sono previsti interventi "sociali" anche per aiutare la nascita di nuovi posti di lavoro. "È un momento di forte innovazione, siamo i primi in Italia a fare programmazione unitaria, a mettere insieme le risorse, a intervenire sulle aree urbane e le zone interne e a raccordare il tutto con i programmi nazionali del Pon Metro nel quale Cagliari è una delle 14 aree urbane selezionate - dice il vicepresidente Paci - Questo ci consente di fare interventi mirati, senza sovrapposizioni, mettendo insieme risorse e procedure, per la riqualificazione della città. Questo protocollo d’intesa viene preso ad esempio anche da altre realtà che si sono dimostrate molto interessate a procedere sulla stessa strada. Nella programmazione precedente con i fondi europei abbiamo aperto molti cantieri, fatto interventi infrastrutturali sulle strade e sugli apparati tecnologici. Adesso c’è bisogno di pensare alla coesione sociale e a dare servizi, infatti l’intervento su Is Mirrionis vuole ridare tessuto sociale al quartiere e risposte alla popolazione". "Siamo intervenuti su Sant’elia e lo stiamo facendo su San Michele e Is Mirrionis, con una cifra importante per migliorare le condizioni dei cittadini che vivono nel quartiere - dice il sindaco Zedda - Migliorarle dal punto di vista sociale ma anche economico, per le attività produttive presenti nella zona, e urbano con la riqualificazione dei luoghi, anche quelli di aggregazione e incontri. È previsto anche il recupero di strutture pubbliche già esistenti per realizzare servizi di cura socio-sanitaria e il miglioramento della qualità degli spazi di vita nel quartiere, ma quello che fa la differenza - conclude Zedda - è che questa volta gli interventi principali sono di carattere sociale ed economico". Il direttore del Centro Regionale di Programmazione, Gianluca Cadeddu, sottolinea proprio l´inedita collaborazione fra due amministrazioni, quella regionale e quella comunale. "Credo che siamo le uniche amministrazioni in Italia a collaborare prima dell’approvazione del programma da parte di Bruxelles, anzi le altre neanche si parlano, per decidere cosa fare e come farlo. Abbiamo una grande responsabilità rispetto a queste risorse – sottolinea Cadeddu - dobbiamo usarle rispettando i tempi e usarle bene, e per questo è fondamentale la collaborazione: perché altrimenti i soldi che si perdono, quelli che non vanno a Cagliari, non è che vengono dirottati altrove, se ne tornano a Bruxelles".  
   
   
AOSTA: FONDO SOCIALE EUROPEO (FSE). SI È RIUNITO IL COMITATO SORVEGLIANZA DEL PROGRAMMA INVESTIMENTI A FAVORE DELLA CRESCITA E DELL’OCCUPAZIONE 2014/20  
 
 Aosta, 9 giugno 2015 - Si è riunito, venerdì 5 giugno 2015, Comitato di Sorveglianza congiunto dei Programmi Operativi Investimenti a favore della crescita e dell´occupazione 2014/20 e Occupazione 2007/2013 del Fondo Sociale Europeo, presieduto dall’Assessore Pierluigi Marquis, presso la sala conferenze della Cave Joseph Vaudan dell’Institut Agricole Régional ad Aosta. Alla riunione hanno preso parte rappresentanti dei partner finanziari del Programma, Commissione Europea e Ministero del lavoro, nonché dei Fondi Europei regionali, dai rappresentanti delle Università, del mondo economico e sindacale regionali e da funzionari regionali interessati all’utilizzo del Fondo. «In questo momento – ha sottolineato nel corso della seduta odierna l’Assessore Pierluigi Marquis – il Fondo Sociale Europeo per la Valle d’Aosta rappresenta un strumento importante per la formazione dei giovani, al fine di includere il maggior numero di persone possibili nel mondo del lavoro. Una specifica informativa al Comitato – ha ricordato l’Assessore Marquis - ha riguardato l’avanzamento delle iniziative avviate con il Piano di Azione e Coesione – Piano Giovani, la cui priorità è rappresentata dalla prevenzione della dispersione scolastica e formativa e dall’integrazione tra i sistemi istruzione e lavoro. In particolare si ricordano i percorsi formativi biennali rivolti ai giovani che abbandonano i percorsi scolastici tradizionali, gli stages estivi e gli stages linguistici all’estero per studenti». Nel corso del doppio appuntamento riguardante i due Programmi Operativi, tra i punti all’ordine del giorno affrontati risulta significativo quello riguardante il Por Occupazione 2007/13, il cui termine ultimo per la presentazione delle spese da parte dei beneficiari è fissato al 31 dicembre 2015. La chiusura della programmazione è prevista per il 31 marzo 2017, data entro la quale gli Stati membri devono adempiere a tutte le operazioni previste dai regolamenti comunitari. A questo proposito, per quanto attiene le caratteristiche specifiche del Programma, va rilevato che, a fine 2014, per quanto riguarda gli aspetti finanziari, gli impegni hanno sfiorato i 78 milioni di euro, 121 per cento dell’ammontare complessivo del Por e i pagamenti i 56 milioni di euro. Questa spesa è spiegata principalmente con misure preventive e attive di politica del lavoro che il Por ha messo in campo nel tentativo di rispondere alla crisi in atto. Al 31 dicembre 2014 i progetti approvati superano le 4 mila unità e quelli conclusi sono pari a 3 mila 600; in media nel settennio sono stati messi in campo circa 500 progetti l’anno cofinanziati dal Fse. Analogamente sono 19 mila gli utenti avviati in un’azione cofinanziata Fse, di cui 16 mila 100 hanno concluso l’attività; nel complesso dei 7 anni 1 persona ogni 4 in età da lavoro ha preso parte a un’azione Fse. A riprova del fatto che il Por ha risposto positivamente con misure ad hoc alla crisi in atto, il 41 per cento dei progetti approvati si concentra sull’Asse Adattabilità e poco meno del 30 per cento sugli Assi Occupabilità e Capitale Umano; il numero di destinatari è invece focalizzato maggiormente sull’Asse Occupabilità e Adattabilità con oltre il 40 per cento degli utenti. Sempre riguardo alle caratteristiche dei destinatari delle azioni cofinanziate Fse, che il Por ha incontrato nei 7 anni, si denota come il relativo tasso di femminilizzazione sia pari al 47 per cento; considerando i gruppi target si nota una netta prevalenza di giovani 15/24 anni rispetto agli adulti: i primi sono 4 volte i secondi; i migranti spiegano l’8 per cento dell’utenza. Rispetto al fattore istruzione in generale il 39 per cento dei destinatari è in possesso al massimo del titolo di scuola secondaria inferiore, il 34 per cento ha una scolarità superiore e solo il 22 per cento possiede un titolo di studio universitario. A seguito dell’approvazione della legge di stabilità 2015 che dispone - all’art. 1, commi 122 e 123 - il prelievo di 3,5 miliardi di euro a valere sulle risorse già destinate ad interventi Pac ( 1 miliardo per ciascuno degli anni 2015, 2016 e 2017 e 500 milioni per il 2018) per il finanziamento degli sgravi contributivi relativo alle assunzioni a tempo indeterminato previsti dal Jobs Act, la dotazione finanziaria del Piano giovani è stata ridotta di 4 milioni 128 mila 400 euro. Pertanto, la dotazione è passata dagli iniziali 16 milioni 455 mila 772 euro agli attuali 12 milioni 327 mila 372 euro per il triennio 2013-2015. Gli impegni effettuati ad oggi sono pari a 12 milioni 291 mila 827,12 euro e i pagamenti a 3 milioni 594 mila 303,47 euro. Entrando nel vivo della nuova Programmazione, con il Por Investimenti a favore della crescita e dell´occupazione 2014/20, sono state fornite apposite informative riguardanti le previsioni di spesa, le attività di valutazione e le azioni intraprese relativamente alle condizionalità ex-ante. Sono stati inoltre approvati i nuovi criteri di selezione delle operazioni cofinanziate, il regolamento del nuovo Comitato di Sorveglianza e la Strategia di Comunicazione, con le relative azioni previste per gli anni 2015 e 2016. «In particolare – ha concluso l’Assessore Pierluigi Marquis – la strategia del Programma Operativo Regionale (Por) “Investimenti a favore della crescita e dell´occupazione 2014/20” che abbiamo pensato per la Valle d’Aosta individua alcuni ambiti prioritari per fare fronte alle sfide con cui è necessario confrontarsi per una crescita inclusiva ed intelligente: sostenere l’occupabilità dei soggetti deboli, in particolare disoccupati adulti di difficile collocazione/ricollocazione, e creare le condizioni necessarie ad assicurare più rapido e migliore inserimento occupazionale dei giovani; sostenere i cittadini della Val D’aosta in condizioni di relativo svantaggio, e rafforzare i servizi dedicati alla prevenzione, assistenza e cura alla popolazione più disagiata; contenere gli abbandoni scolastici e sviluppare l’offerta di istruzione superiore e potenziare l’accesso degli adulti ad opportunità formative lungo l’arco della loro vita lavorativa; rafforzare efficienza e qualità dei servizi offerti dall’amministrazione pubblica regionale e locale.» Un ulteriore tema trattato riguarda lo stato di attuazione dell’iniziativa denominata Garanzia Giovani che vale complessivamente 2 milioni 325 mila 376 euro per la Valle d’Aosta. Sulla base della Convenzione sottoscritta con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e, in attuazione del Piano Esecutivo Regionale, la Regione ha emesso un bando a dicembre 2014. Tale bando prevedeva il finanziamento di una serie di iniziative volte a ridurre la disoccupazione giovanile e a contrastare il fenomeno Neet (Not in Employment Education o Training) dei giovani nella fascia d’età tra i 15 e i 29 anni per un ammontare di 2 milioni 75 mila 376 euro. Il 29 maggio 2015 sono stati approvati gli esiti della valutazione delle iniziative presentate e nel corso del mese di giugno verrà dato avvio alle iniziative.  
   
   
LAVORO, FONDO SOCIALE EUROPEO: SI RAFFORZA LA COLLABORAZIONE FRA REGIONE SARDEGNA E UNIVERSITÀ.  
 
Sassari, 9 Giugno 2015 - Proseguono le iniziative territoriali promosse dalla Regione per far conoscere ai cittadini gli interventi realizzati attraverso i finanziamenti del Programma Operativo Regionale Fondo Sociale Europeo 2007-2013. In particolare, la giornata è stata dedicata alle iniziative rivolte all´istruzione universitaria, in un convegno organizzato nell’aula magna dell´Università di Sassari, alla presenza dell´assessore del Lavoro Virginia Mura. "Con il Fondo Sociale Europeo la Regione investe nell´istruzione e nella formazione, in linea con le previsioni programmatiche già delineate nel Piano regionale di sviluppo e con l´Agenda europea, anche attraverso il confronto con le altre istituzioni, innanzitutto con l’università, con la quale in questi mesi abbiamo avviato un dialogo proficuo", ha detto l’assessore Mura nel suo intervento. A testimoniare la collaborazione fra Regione e università sarde, la presenza dei rettori dei due atenei di Cagliari e Sassari, Maria del Zompo e Massimo Carpinelli. "L´idea di fondo è che per far ripartire la Sardegna occorra investire nel capitale umano e rafforzare la conoscenza - ha proseguito l´esponente dell´esecutivo - che è fattore essenziale per lo sviluppo sociale ed economico della nostra isola". Oltre a presentare obiettivi già raggiunti e buone pratiche attraverso la testimonianza di giovani beneficiari di borse di studio e Master and Back, la Regione attraverso l´incontro odierno ha voluto sottolineare la volontà di investire in innovazione, competitività e qualità. "La consistente diminuzione delle risorse pubbliche e in particolare del Fse che ha subito una riduzione di 200 milioni rispetto al precedente settennio - ha dichiarato l’assessore - ci impone di programmare con maggiore attenzione gli interventi, prediligendo la qualità e le potenziali ricadute positive sul tessuto sociale ed economico. Il ruolo dell’università in questo scenario è decisivo - ha proseguito Mura - per impostare una governance delle politiche per l’istruzione universitaria e l’alta formazione, capace di migliorare l´offerta formativa, renderla più competitiva e più consona alle esigenze del mercato". "Il Fondo Sociale Europeo gioca un ruolo fondamentale - ha concluso la titolare dell’assessorato del Lavoro - essendo il fondo che sostiene gli interventi sulle persone, attraverso il quale stiamo realizzando azioni in grado di incidere oltre che su istruzione e formazione, anche su occupazione e inclusione sociale. L’abbiamo fatto con le misure che puntano al reinserimento nel mercato del lavoro di chi è uscito dagli ammortizzatori sociali, come il programma Flexicurity, e a creare occasioni lavorative per i giovani, le donne e gli appartenenti alle fasce più deboli”. All’incontro hanno partecipato anche il presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau, il sindaco di Sassari Nicola Sanna e il presidente della commissione consiliare Lavoro, cultura e formazione professionale Gavino Manca.  
   
   
SCUOLA UMBRA AMMINISTRAZIONE PUBBLICA: CHIUSO IN POSITIVO BILANCIO 2014  
 
Perugia, 9 giugno 2015 – Si è chiuso con un avanzo di amministrazione di oltre 910mila euro il Conto Consuntivo della Scuola Umbra di Amministrazione Pubblica per l´anno 2014 approvato durante l´Assemblea consortile che si è svolta nei giorni scorsi. "In questo momento di riorganizzazione delle funzioni e di tutta la Pubblica Amministrazione - ha affermato Alberto Naticchioni, amministratore unico della Scuola presieduta dalla Presidente della Regione Umbria – la Scuola è un fulcro fondamentale nell´affrontare i radicali mutamenti, le misure di riordino e le misure orientate alla riduzione della spesa e alla sempre più concreta realizzazione di una amministrazione digitale organizzando corsi formativi per la diffusione delle buone pratiche, per la formazione continua dei dipendenti pubblici". Naticchioni, tracciando un bilancio delle attività del 2014, ha inoltre sottolineato come l´anno trascorso si sia concluso "con circa 16mila partecipanti e 12mila ore di alta formazione in aula. Visto il positivo riscontro manifestato dagli Enti e dai partecipanti ai corsi, la Scuola – ha aggiunto - continua ad incrementare l´attività, che si pone in continuità con le azioni intraprese negli anni precedenti, con particolare attenzione alle riforme della Pubblica Amministrazione contenute in diversi provvedimenti normativi nazionali e regionali quali la legge Delrio per il riordino delle Province e funzioni associate e la legge regionale 9/2014 per il riordino e semplificazione sistema Ict regionale, caratterizzati da profonde riorganizzazioni e misure orientate alla riduzione della spesa e la sempre più concreta realizzazione di una amministrazione digitale e trasparente". "In questo quadro l´importanza della formazione a tutti i livelli – ha concluso Naticchioni – compreso quello manageriale, è diventata un elemento sempre più rilevante per conseguire risultati tangibili e garantire efficienza ed economicità della pubblica amministrazione. Da qui l´attenzione prestata ad una concezione evolutiva del sistema formativo della P.a. E delle modalità di svolgimento delle attività formative, basate sul processo ‘knowledge creation´; un sistema capace di cogliere il cambiamento realizzando un servizio costantemente adeguato ai processi di evoluzione di conoscenza e capace soprattutto di realizzare collegamenti sinergici per la valorizzazione del bagaglio conoscitivo dell´organizzazione". Nel 2014 sono state approfondite, con circa 300 singole attività formative, tra cui tutte le novità normative emanate dal Governo centrale e locale, dai Servizi finanziari, in particolare il tema dell´armonizzazione contabile, alla riforma dell´amministrazione digitale semplificazione e trasparenza, all´anticorruzione, la riforma delle Province e il riordino delle società partecipate, alle risorse umane, al settore degli appalti e settore sociale. L´importanza ed il valore di queste attività è stata sottolineata dalla presenza dell´allora ministro per gli Affari regionali e per le Autonomie, Maria Carmela Lanzetta, intervenuta alla giornata di approfondimento sul tema delle riforme istituzionali in Umbria e dalla presenza del sottosegretario di Stato alla Semplificazione e alla pubblica amministrazione Angelo Rughetti durante il seminario sull´adozione delle Legge Regionale 9/2014 nella società dell´informazione e l´e-government nel piano digitale della Regione, sull´evoluzione della normativa comunitaria, nazionale e regionale sul commercio elettronico, sull´Ict e "cultural heritage" e sull´e-government nei Comuni. La Scuola, che si è avvalsa di docenti di riscontrata fama e competenza, ha organizzato tra gli altri il corso di alta formazione "Reti di conoscenza per l´e-leadership" riservato ai dirigenza della pubblica amministrazione della Regione Umbria. A gennaio 2015 la Scuola è stata selezionati tra le 25 Scuole di Alta Formazione e Università italiane deputate alla progettazione ed organizzazione di corsi per l´alta Dirigenza. Nello stesso periodo, la Scuola ha realizzato il corso "Gli Enti locali e l´Agenda Digitale" nell´ambito del Piano annuale per la formazione territoriale dei segretari comunali e provinciali e del personale degli Enti locali e degli amministratori locali promossa e sostenuta dal Ministero dell´Interno, Anci - Associazione nazionale Comuni italiani, Upi – Unione delle Province d´Italia che ha visto la partecipazione di 36 corsisti da tutta Italia. In più la Scuola, in collaborazione con Anci Umbria e Ifel, ha realizzato 4 corsi in materia di Finanza Locale, Tributi e Armonizzazione dei sistemi contabili. Durante quest´anno sono state svolte attività formative trasversali per la pubblica amministrazione, tra cui il Corso di formazione generale dei lavoratori in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, Modalità e-learning; corso di formazione manageriale per direttori generali, sanitari e amministrativi di azienda sanitaria; Programma Comuni Digitali - Laboratorio di Europrogettazione; Corso per Family helper Servizi di cura e sostegno educativo a famiglie o donne madri per la conciliazione dei tempi di vita e lavoro 2013. La formazione ha riguardato, inoltre, tra l´altro anche il progetto asili nido per la costruzione continua della professionalità e la manutenzione delle competenze; il contributo della polizia locale alla sicurezza dei cittadini; la palestra del miglioramento rapido nella sanità i blocchi operatori; il nuovo piano della prevenzione 2014/2018 in ambito sanitario; la quarta edizione del laboratorio di "benchmarking" tra sistemi sanitari regionali. Il Consorzio di Villa Umbra intende rafforzare, insieme alla Direzione Salute della Regione Umbria ed in collaborazione con l´Università degli Studi di Perugia, l´organizzazione di attività formative di alta formazione, con particolare riguardo a percorsi di aggiornamento e a corsi di formazione manageriale rivolti alle più alte cariche aziendali e ai dirigenti di strutture complesse, lo sviluppo delle conoscenze e competenze di tutto il personale dell´area amministrativa del servizio sanitario umbro. Sempre in ambito sanitario, si sono svolti i corsi triennali di formazione specifica in medicina generale, avviato il corso di specializzazione in medicina generale annualità 2014-2017, iniziato il corso di alta formazione "Tecnologie ed Ausili per la Disabilità" e le attività formative Previste dal Piano Sanitario Regionale. Prosegue la qualificazione e l´aggiornamento del personale di polizia locale umbra su incarico della Regione Umbria. Tra le attività del 2014, figurano il corso biennale per micologi, che ha rilasciato 18 qualifiche di micologo; il percorso biennale Migranti, Diritti, Salute, che costituisce l´esito di un importante lavoro di collaborazione della Regione Umbria con la "Fondazione Angelo Celli per una cultura della salute" sul fenomeno delle mutilazioni genitali femminili sul territorio regionale umbro. Sempre nel 2014, è stato firmato un protocollo d´intesa sottoscritto con il Dipartimento della Funzione Pubblica del Ministero della Pubblica Amministrazione allo scopo di organizzare seminari e iniziative promozionali per il trasferimento di conoscenze, buone prassi, metodologie per la semplificazione e la digitalizzazione, con riferimento ai risultati ottenuti nell´ambito del Piano triennale di semplificazione, dell´Agenda Digitale dell´Umbria, del progetto per l´attivazione dello sportello digitale per le attività produttive e dell´edilizia. Da quest´anno, la Scuola umbra di amministrazione pubblica avvierà una collaborazione con la Fondazione "Villa Fabri" di Trevi, l´associazione culturale "Nemetria" di Foligno e l´associazione "Libreitalia".  
   
   
POSITIVO L’INCONTRO A ROMA TRA IL PRESIDENTE DELLA CALABRIA OLIVERIO E IL MINISTRO DEL LAVORO POLETTI SULLA VICENDA DEI LAVORATORI IN STATO DI MOBILITÀ IN DEROGA  
 
Catanzaro, 9 giugno 2015 - Il presidente della Regione Mario Oliverio, accompagnato dall’Assessore al Lavoro Carlo Guccione e dal Direttore Generale del Dipartimento “Sviluppo economico, Lavoro, Formazione e Politiche sociali” della Regione Calabria Antonio De Marco, ha incontrato a Roma il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Giuliano Poletti. Al centro dell’incontro sollecitato dal Governatore della Calabria, la vicenda dei lavoratori in stato di mobilità in deroga. Dopo aver illustrato la grave situazione economica in cui versano questi lavoratori che nonhanno ancora percepito le indennità 2014 e residui del 2013 e che ieri, a seguito di una decisione del Direttore Generale delle Politiche passive del Ministero del Lavoro, dott. Mansione, di non riconoscimento dell’accordo siglato nel mese di maggio tra la Regione Calabria e i sindacati, hanno annunciato una forte mobilitazione, il presidente Oliverio ha sottolineato la necessità e l’urgenza che le spettanze arretrate (ammortizzatori sociali)vengano corrisposte al più presto ai lavoratori interessati. Il ministro Poletti, dal canto suo, dopo aver ascoltato con attenzione le valutazioni e le preoccupazioni del presidente Oliverio a difesa del diritto dei lavoratori di percepire il dovuto maturato negli anni passati, ha accolto con grande apertura e disponibilità le sue richieste ed ha assicurato il proprio impegno a dare risposte positive alle esigenze poste. Al termine dell’incontro è stato costituito un gruppo di lavoro tecnico Regione/ministero che, entro mercoledì prossimo, dovrà affrontare i problemi procedurali e sciogliere tutti i nodi per corrispondere alla volontà del ministro Poletti a chiudere rapidamente una situazione che non può più trascinarsi oltre. “Va dato atto al ministro Poletti –ha detto il Governatore della Calabria al termine dell’incontro- di avere accolto tempestivamente la nostra richiesta di un incontro urgente per valutare le implicazioni assolutamente inaccettabili della messa in discussione, per una parte consistente dei lavoratori, delle spettanze maturate fino al 2014. E’ necessario rimuovere ogni difficoltà ed ostacolo procedurale per consentire il pagamento delle indennità arretrate ai lavoratori in mobilità in deroga. In tal senso ci siamo mossi sin dall’inizio, interloquendo con il Ministero e attraverso il coinvolgimento attivo delle organizzazioni sindacali. Il Ministro Poletti ha recepito le nostre preoccupazioni ed ha espresso piena disponibilità ad affrontare positivamente questa problematica che interessa circa 29 mila lavoratori”. “Ora –ha concluso Oliverio- bisogna mettere in atto tutte le misure conseguenti per rendere operativa questa volontà”.  
   
   
GIOVANI SI, ESEMPIO DI BEST PRACTICE ALLA SOCIAL MEDIA WEEK DI ROMA  
 
Firenze 9 giugno 2015 - Giovani Sì, il progetto della Regione Toscana per l´autonomia dei giovani, sarà al centro della sessione "Social media e Pa: best practice italiane e europee a confronto" della Social Media Week di Roma, la settimana mondiale di eventi dedicata al Web, alla Tecnologia, all´Innovazione e ai Social Media. La Social Media Week iniziatas ieri si svolgerà fino al 12 giugno in contemporanea a Roma e in altre 12 città internazionali in rappresentanza di 5 continenti. L´ufficio Giovanisì è stato invitato a partecipare proprio il 12 giugno alla sessione "Social media e Pa", promossa dal Comune di Roma come occasione per raccontare le social media best practice delle pubbliche amministrazioni italiane e confrontarsi con le esperienze di gestione social delle capitali europee.  
   
   
IMMIGRAZIONE, MARONI: DATI CONFERMANO RAGIONI PER DIRE BASTA  
 
Milano, 9 giugno 2015 - "Bisogna bloccare i flussi e non far arrivare da noi quelli che non sono profughi, ma clandestini. Invece il Governo non solo li fa entrare ma addirittura li va a prendere a 10 miglia dalle coste libiche. E, una volta arrivati, li manda in giro per la Lombardia attraverso le Prefetture. Io ho detto che non ci sto, che non va bene e ho invitato i sindaci a non accettarne più". Lo ha ribadito il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, intervenendo in diretta alla trasmissione Orario Continuato su Telelombardia. Dati Viminale - Il Governatore ha ricordato i dati del Viminale, in base ai quali "la Lombardia è la terza Regione in Italia per numero di clandestini in rapporto alla popolazione inviati dal Governo. Abbiamo il 9% di immigrati contro il 2/3% della maggioranza delle Regioni ´rosse´. Non è un po´ una discriminazione? In aprile - ha ricordato - la governatrice del Friuli Serracchiani, ha detto ´basta profughi´, ma allora il Governo non ha fatto polemica come in seguito alle mie dichiarazioni, ma hanno risposto: li mandiamo da un´altra parte". Esecutivo Deve Agire - "Io - ha aggiunto il presidente lombardo - ho posto un problema reale. Il Governo non può limitarsi a polemizzare o mettere le fette di salame sugli occhi per non vedere, ma deve trovare una soluzione. A mio modo di vedere - ha concluso - deve fare come avevo fatto io quando sono stato ministro: bloccare le partenze. I cittadini aspettano risposte che non possono essere quelle di riempirgli le città di clandestini".  
   
   
IMMIGRATI: SERRACCHIANI (FVG) A MARONI, I NUMERI PARLANO CHIARO  
 
 Trieste, 9 giugno 2015 - "I numeri parlano chiaro, e la Lombardia ha oggi il 40 per cento di richiedenti asilo in meno rispetto alla quota che Maroni ha concordato in sede di Conferenza delle Regioni". La replica alle dichiarazioni rilasciate dal presidente della Lombardia Roberto Maroni arriva dalla presidente del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani. "La Regione Lombardia da lui presieduta - ricorda Serracchiani - ha firmato nel luglio del 2014 l´accordo in Conferenza delle Regioni sui criteri di distribuzione dei richiedenti asilo sul territorio nazionale. Quell´accordo prevede che la distribuzione non avvenga sulla base del numero degli abitanti (la Lombardia ha il 16,5 per cento degli abitanti della Repubblica, 10 milioni su 60,7) ma sulla base di parametri corretti proprio su richiesta della Lombardia, che hanno permesso di abbassare la sua quota al 14,15 per cento del totale". "Maroni dice oggi - osserva la presidente del Friuli Venezia Giulia - che ne hanno quasi il 9 per cento. Bene, hanno cioè quasi il 40 per cento in meno rispetto a quelli che hanno concordato di accogliere (14,15 meno il 40 per cento fa appunto 8,49). Sui numeri, insomma, mi pare che lui sia d´accordo con me". "Da Ministro dell´Interno - osserva infine Serracchiani - Maroni ha evitato a lungo di accodarsi alla propaganda salviniana sui richiedenti asilo, ma ora si sente all´angolo nel suo partito, insidiato dalla crescente leadership di Salvini. Di qui la sua uscita, con cui dimostra semplicemente che da tempo non si occupa del problema".  
   
   
IMMIGRAZIONE, ASSESSORE LOMBARDIA: ORA IL PISAPIA ´TUTTO CASA E MOSCHEA´ INVOCA IL VANGELO  
 
Milano, 9 giugno 2015 - "Se il Pisapia ´tutto casa e moschea´ arriva a richiamare le convinzioni religiose del singolo individuo e il Vangelo, vuol dire che lui e la sua parte politica sono proprio alla frutta". Viviana Beccalossi, assessore al Territorio e Urbanistica di Regione Lombardia, commenta le affermazioni del sindaco di Milano Giuliano Pisapia, che in materia di immigrazioni ha invitato il presidente Maroni "a leggere il Vangelo". "Mi accorgo sempre più - conclude Viviana Beccalossi - che in Italia sta montando un razzismo al contrario da parte di alcuni partiti politici. Nessuna levata di scudi per i nostri disoccupati, per i cassaintegrati e per i pensionati con la ´minima´. Massima attenzione e grande disponibilità economica per l´accoglienza dei clandestini, per destinare alloggi comunali e posti all´asilo agli extracomunitari e ai loro figli e impegno totale per realizzare nuovi luoghi di culto islamici".  
   
   
MIGRANTI, ROSSI: "IL MODELLO TOSCANO CONTRO CHI SPECULA SUL PROBLEMA"  
 
Firenze, 9 giugno 2015 - Riconoscere alle Regioni, in modo chiaro e formale, un ruolo nella gestione dell´accoglienza dei migranti, a supporto di enti locali e prefetture, ma soprattutto in una logica di condivisione nazionale del problema Riconoscere alle Regioni, in modo chiaro e formale, un ruolo nella gestione dell´accoglienza dei migranti, a supporto di enti locali e prefetture, ma soprattutto in una logica di condivisione nazionale del problema. E´ questo quanto chiede al governo nazionale il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, richiamando il modello di accoglienza sperimentato in Toscana in questi anni, imperniato sulla distribuzione in piccole strutture affidate al volontariato e con un forte ruolo degli enti locali. "L´ultimo colpo che si può assestare alle Regioni è quello di pensarle come staterelli che possono fare come credono, ognuno per suo conto - sottolinea Rossi, richiamando le affermazioni del presidente della Regione Lombardia - In questo modo si possono dividere solo le coscienze, senza risolvere i problemi, anzi, se possibile riuscendo persino ad aggravarli. Ed è questo che si ottiene alzano le barricate, magare per raccogliere qualche voto. A tutto questo bisogna rispondere con i valori dell´unità nazionale e di una reale solidarietà nei confronti di chi arriva ma anche d chi deve ricevere". "Per questo, in un quadro di condivisione nazionale, la Toscana è disposta a fare la sua parte - aggiunge il presidente - per questo, anzi, chiediamo che il governo chiarisca il ruolo che i governi regionali possono svolgere, per sostenere e coordinare l´azione degli enti locali e delle prefetture. Quanto al modello toscano, ha funzionato e sta funzionando, a fronte dei poco più di 3 mila migranti che stiamo accogliendo, perché questi, non altri, sono i numeri che ci si trova di fronte. E se ci si chiede fino a che punto, e per quali cifre, potrà ancora funzionare: la risposta è semplice: i margini sono ancora ampi e prima di scegliere altre strade, da individuare certamente a livello nazionale, dovremo essere in grado di sfruttarne tutte le potenzialità". Il ruolo delle Regioni nella gestione dell´accoglienza è al centro anche di una lettera che il presidente della Regione invierà in giornata al ministro dell´interno.  
   
   
IMMIGRAZIONE, ASSESSORE LOMBARDIA A SINDACI: FATE FRONTE COMUNE PER EVITARE INVASIONE  
 
Milano, 9 giugno 2015 - "La Lombardia ha accolto già il 9 per cento degli immigrati sbarcati in questi due anni e ci opporremmo in qualsiasi modo a ulteriori arrivi. Invitiamo i sindaci ad alzare la voce e a fare fronte comune con la Regione per impedire un´invasione senza precedenti e per evitare che il business dell´immigrazione colpisca anche il nostro territorio". Lo ha ricordato l´assessore regionale alla Sicurezza, Protezione civile e Immigrazione Simona Bordonali, intervenendo in merito al dibattito sull´emergenza immigrazione. Burocrati Viminale Cercano Scavalacare Rappresentanti Del Popolo - Commentando invece le dichiarazioni dei rappresentanti del Viminale, Bordonali ha detto: "Dispiace evidenziare come ancora una volta i burocrati del Viminale cerchino di scavalcare i rappresentanti eletti dal popolo, ossia sindaci e presidenti di regione, imponendo decisioni in materia di immigrazione e facendo pagare ai territori la propria incapacità di gestione del fenomeno. Trovo inoltre assurdo paragonare la situazione del 2011 a quella attuale.". Nel 2011 Fu Tutto Diverso - "Quattro anni fa - ha proseguito Bordonali - il ministro dell´Interno Roberto Maroni si trovò ad affrontare una vera e propria emergenza causata dalle rivolte popolari in Siria, Libia, Egitto, Tunisia, Marocco, Somalia e Algeria e lo fece coinvolgendo tutti i rappresentanti degli enti locali, riuscendo a gestire in maniera impeccabile i flussi e fermando gli sbarchi al termine dell´emergenza". Emergenza È Diventata Normalità - "Ora invece - ha concluso Bordonali - nonostante le primavere arabe siano finite da anni e in pieno pericolo di terrorismo islamico, l´emergenza è diventata la normalità e registriamo numeri da capogiro. Nel 2014 sono sbarcati 170.000 immigrati, di cui più di 100.000 nemmeno hanno richiesto protezione internazionale, e nel 2015 abbiamo già abbondantemente sfondato quota 50.000, nonostante debba ancora iniziare la stagione estiva".  
   
   
IMMIGRAZIONE: ASSESSORE FVG, DA VENETO E LOMBARDIA SOLO PROPAGANDA  
 
Trieste, 9 giugno 2015 - "I toni della polemica sui migranti assunti da Lombardia e Veneto si configurano, di fatto, come un attacco a una regione di confine come il Friuli Venezia Giulia, che vede un flusso costante di richiedenti asilo via terra e che ha bisogno della solidarietà di tutti". Ad affermarlo è l´assessore alla Solidarietà del Friuli Venezia Giulia, Gianni Torrenti, che interviene sulle posizioni espresse in questi ultimi giorni dai presidenti delle Regioni Lombardia e Veneto. "I problemi vanno risolti, e vanno risolti cercando di lavorare assieme, non possiamo far finta che non esistano", osserva l´assessore. "Quella della Lombardia e del Veneto - aggiunge - è semplicemente una posizione propagandista, rispetto a una questione di rilievo mondiale, che è determinata da complesse cause internazionali". "In Friuli Venezia Giulia - ricorda ancora Torrenti - i richiedenti asilo sono già distribuiti in molti Comuni, e altri ne stiamo coinvolgendo. Abbiamo preparato delle linee guida per le Amministrazioni locali, che nei prossimi giorni condivideremo con l´Anci e che trasmetteremo poi al Governo, che dovrà fare la sua parte". "Occorrono risposte serie - aggiunge l´assessore - perché una parte dei migranti che arrivano via terra in Friuli Venezia Giulia dovrà essere accolta anche in altre regioni. Gli immigrati presenti stabilmente in Italia sono già cinque milioni, qui in Friuli Venezia Giulia sono poco più di 100 mila. Non possiamo dunque essere spaventati o messi in ginocchio da qualche migliaio di richiedenti asilo".  
   
   
BOLZANO: SOPRALLUOGO DEI CONSIGLIERI PROVINCIALI AD ALCUNE STRUTTURE PER I PROFUGHI  
 
Bolzano, 9 giugno 2015 - Alcuni componenti del Consiglio provinciale hanno preso parte l’ 8 giugno su invito dell’assessora provinciale alla sanità ed alle politiche sociali, Martha Stocker, ad un sopralluogo a tre strutture, due a Bolzano ed una a Merano, che ospitano una parte dei 482 richiedenti asilo presenti in Alto Adige. Nel corso della visita organizzata dall´assessora Martha Stocker a tre strutture che ospitano una parte dei 482 richiedenti asilo presenti in Alto Adige i consiglieri provinciali si sono informati sull´attuale situazione dei profughi in Alto Adige. In particolare nel corso della mattinata la delegazione di consiglieri provinciali, guidata dall´assessora Stocker, ha visitato, assieme al vicepresidente Christian Tommasini, l´ex Caserma Gorio di Bolzano gestita dall´Associazione Volontarius, e quindi, con il presidente della Provincia, Arno Kompatscher, Casa Aron a Bagni di Zolfo, gestita dalla Caritas. Successivamente la delegazione si è recata in visita a Casa Arnika, la struttura per richiedenti asilo operante a Merano. Nel corso della visita l´assessora Stocker ha informato che in Alto Adige vi sono attualmente 482 richiedenti asilo suddivisi in sei strutture, cinque operanti a Bolzano ed una appunto a Merano ed ha sottolineato che in considerazione del flusso di profughi provenienti dal Nord Africa nelle prossime settimane e mesi sono da prevedere ulteriori arrivi in Alto Adige. A questo scopo si sta allestendo un´ulteriore struttura a Prati di Vizze, mentre nei singoli Comprensori dovranno essere identificate delle altre sedi sulla base di un apposito piano di distribuzione dei profughi sul territorio. "Di norma dopo la prima accoglienza nell´ex Caserma Gorio di Bolzano, dove vengono anche effettuati dei controlli medici ed espletate le procedure burocratiche, i profughi dopo due-tre mesi vengono suddivisi nelle cosiddette strutture di accoglienza temporanea. Complessivamente la permanenza in queste strutture va dai 12 ai 18 mesi, entro un mese dalla decisione in merito alla domanda di asilo" afferma il direttore della Ripartizione politiche sociali della Provincia, Luca Critelli. In base alla legge i richiedenti asilo possono iniziare a svolgere un lavoro dopo sei mesi dalla presentazione della domanda, ma ciò è spesso reso difficile dalla scarsa conoscenza linguistica e da un incerto quadro giuridico. Il ruolo dei gestori delle strutture riguarda quindi non solamente l´ospitalità e l´avvio di contatti per rendere possibile lo svolgimento di un lavoro da parte dei richiedenti asilo, ma anche la consulenza, l´accompagnamento, l´organizzazione di corsi di lingue, e di cultura locale. Da parte dei consiglieri provinciali che hanno preso parte alle visite sono state poste varie domande riguardo alla procedure di richiesta di asilo ed ai sostegni che vengono offerti ai profughi durante il periodo di accoglienza. È stato inoltre espresso l´auspicio che vengano ulteriormente rafforzati gli sforzi per l´integrazione e l´occupazione dei richiedenti asilo.  
   
   
CALABRIA, OLIVERIO: “LE DICHIARAZIONI DI MARONI SUGLI ULTIMI SBARCHI SONO ASSOLUTAMENTE INACCETTABILI”  
 
Catanzaro, 9 giugno 2015 - Il Presidente della Regione Calabria Mario Oliverio, in relazione alle dichiarazioni del Presidente Maroni sugli ultimi sbarchi ha dichiarato: “Di fronte al dramma che si sta riproponendo in queste ore di migliaia di disperati, uomini, donne, bambini che attraversano il Mediterraneo per approdare sulle nostre coste, le parole di Maroni nelle quali si sono ritrovati i neo presidenti del Veneto e della Liguria sono assolutamente inaccettabili”. “Il populismo, la demagogia, la strumentalità di fronte al dramma di migliaia di persone in preda alla disperazione –prosegue Oliverio- sono espressione di cinismo e di una sub cultura che non appartiene ad un paese civile. L´impegno delle istituzioni deve essere volto a determinare un cambiamento sostanziale nelle politiche europee verso l´accoglienza e la realizzazione di condizioni dignitose nei paesi di provenienza. Maroni sa benissimo, anche per avere assunto negli anni passati importanti responsabilità di governo, anche in qualità di Ministro dell´Interno, che con il fenomeno dell´immigrazione bisogna misurarsi. Non serve il populismo. Il modo migliore per farlo non solo sul piano del rispetto dei diritti umani, ma anche nell´interesse di un paese civile come il nostro è quello di realizzare adeguate politiche di accoglienza. L´europa ed il Paese, nel suo insieme, devono farsi carico dell´accoglienza”. “Per questo –aggiunge il Governatore della Calabria- sono inaccettabili le diffide di Maroni ai sindaci e agli amministratori locali volte a chiudere le porte all´ospitalità. È, d´altronde, incostituzionale, la minaccia della negazione del trasferimento delle risorse da parte della Regione. Dalle regioni meridionali, sulle cui coste approdano ogni giorno migliaia di disperati ci aspettiamo dall´Europa un cambio concreto di attenzione e di politiche. Sono necessarie iniziative e scelte ancora più forti ed efficaci di quelle annunciate lo scorso mese di Aprile”. “Auspichiamo -conclude il Presidente della Regione Calabria- che nel vertice europeo del 25/26 prossimi si assumano decisioni necessarie e non più rinviabili in questa direzione”.  
   
   
UMBRIA, ELEZIONI REGIONALI: DIMINUITE DONNE ELETTE, ANCORA LUNGA STRADA PER RIEQUILIBRIO RAPPRESENTANZA GENERE  
 
Perugia, 9 giugno 2015 – "Il risultato delle ultime elezioni regionali ci consegna, purtroppo per l´Umbria, un quadro tutt´altro che incoraggiante per quanto riguarda l´obiettivo di una equa rappresentanza di donne e uomini". È quanto sottolinea la presidente del Centro per le pari opportunità della Regione Umbria, Daniela Albanesi, commentando l´esito del voto del 31 maggio scorso per l´elezione del Presidente della Giunta regionale e dell´Assemblea legislativa della decima legislatura. "Nonostante la legge elettorale prevedesse la possibilità di esprimere una doppia preferenza di genere – rileva - dobbiamo infatti registrare in Umbria una diminuzione di donne elette, rispetto alla precedente legislatura: sono infatti solo due le donne elette su 20 consiglieri (una percentuale del 10%), a fronte delle quattro su 30 del 2010 (percentuale del 13,3%). Questo dato – prosegue - ci invita a riflettere su quanto ancora appaia lunga e faticosa la strada che porta ad un effettivo riequilibrio della rappresentanza di genere, nonostante la messa in campo di strumenti che dovrebbero agevolare questo processo, come quello, appunto, della doppia preferenza: ciò testimonia la necessità di continuare a lavorare con impegno sul piano di un cambiamento culturale, sulla valorizzazione delle competenze e dei saperi femminili in tutti gli ambiti, ma in particolare nella politica, settore nel quale le donne, come vediamo, scontano, ancora oggi, uno svantaggio dovuto alla loro storica esclusione". "Nella certezza – afferma - che le politiche di genere, che riguardano la vita concreta delle donne e degli uomini, saranno rappresentate al meglio, nella nostra regione, dalla Presidente Catiuscia Marini e dalle consigliere elette Donatella Porzi e Fernanda Cecchini, alle quali facciamo le nostre congratulazioni ed i migliori auguri di buon lavoro, come Centro pari opportunità rinnoviamo l´impegno a collaborare sui temi che da sempre contraddistinguono il nostro operato e che mirano a costruire una società più a misura di donne e uomini, cittadine e cittadini". La presidente del Centro regionale per le pari opportunità Daniela Albanesi rivolge infine "un plauso e un augurio per un proficuo lavoro a Roberta Di Simone, eletta sindaco del Comune di Valfabbrica".