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Notiziario Marketpress di Lunedì 15 Giugno 2015
PARLAMENTO EUROPEO: FRA I DIECI ARGOMENTI TRATTATI NELLA PRECEDENTE PLENARIA: RELAZIONI CON LA RUSSIA, TTIP, FIFA  
 
Strasburgo, 15 giugno 2015 - Le relazioni tra l´Ue e la Russia sono state all´ordine del giorno di questa plenaria a Strasburgo. In due risoluzioni distinte, i deputati hanno chiesto all´Ue di mantenere la loro unità rispetto all´annessione illegale della Crimea da parte della Russia e hanno richiamato l´attenzione sulla militarizzazione della regione del Mar Nero. Il dibattito e la votazione sul Ttip sono stati rinviati a causa dell´alto numero di emendamenti. Il dibattito e il voto sulle raccomandazioni del Parlamento europeo rispetto ai negoziati del Ttip sono stati rimandati a causa del numero elevato di emendamenti. Il testo è stato rinviato alla commissione per il Commercio internazionale per stabilire i passi successivi. La prossima riunione della commissione è prevista il 15-16 giugno. L´ue deve mantenere un fronte comune rispetto all´annessione illegale della Crimea da parte della Russia e dovrebbe creare un piano per contrastare le politiche aggressive e di divisione della Russia, hanno sostenuto i deputati in una risoluzione approvata mercoledì. L´annessione della Crimea e la presenza militare rafforzata nel Mar Nero rappresentano un grave rischio per la sicurezza dell´Ue, hanno sottolineato i deputati giovedì, invitando la Commissione e Seae a elaborare una strategia globale dell´Ue per la regione. Mercoledì i deputati hanno approvato la raccomandazione del Pe relativa all´accordo sul clima di Doha, la definizione degli obiettivi di riduzione delle emissioni entro il 2020, per una ratifica entro la fine dell´anno. I deputati hanno condannato le dichiarazioni del primo ministro ungherese Viktor Orbán sulla possibilità di ripristinare la pena di morte e hanno chiesto alla Commissione europea di valutare la situazione della democrazia, lo stato di diritto e dei diritti fondamentali in Ungheria, in una risoluzione votata il mercoledì. Martedì scorso il presidente della Mongolia Tsakhiagiin Elbegdorj, ha espresso in aula la sua gratitudine verso l´Ue come un sostenitore importante e un partner in fase di transizione del suo paese verso la democrazia. La Turchia dovrebbe rispettare la libertà dei media, la libertà di espressione e l´indipendenza della magistratura. Dovrebbe inoltre mettere il suo processo di riforma al centro delle scelte di politica interna, hanno detto i deputati mercoledì. Il Parlamento europeo si rammarica che le recenti accuse di corruzione contro la Federazione internazionale di calcio Fifa abbiano compromesso seriamente la credibilità e l´integrità del calcio mondiale. In una risoluzione votata giovedì, i deputati chiedono una politica di tolleranza zero per la corruzione nel calcio, sottolineando come siano urgentemente necessarie profonde riforme strutturali all´interno dell´organizzazione. Martedì i deputati ha adottato una risoluzione sulla strategia post-2015 sulla parità di genere in Ue chiedendo obiettivi chiari e un controllo più efficace. Martedì, il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione che chiede alla Commissione nuovi strumenti per affrontare la contraffazione, la vendita di prodotti contraffatti attraverso le piattaforme online e il crescente coinvolgimento della criminalità organizzata nei paesi terzi. In una relazione separata ha adottato un nuovo quadro giuridico per combattere le violazioni on line dei diritti di proprietà intellettuale all´interno dell´Ue.  
   
   
DICHIARAZIONE DEL PRESIDENTE JUNCKER DOPO IL VERTICE UE-CELAC  
 
Bruxelles, 15 giugno 2015 - Sono molto soddisfatto dei risultati di questi due giorni di discussioni con i nostri partner latinoamericani e dei Caraibi. America Latina e dei Caraibi è una zona di stabilità nel mondo, una storia di successo, che ha alzato a 70 milioni di persone dalla povertà negli ultimi dieci anni. Il presidente Tusk ha delineato già quanto concordato in occasione del vertice per cui vorrei solo aggiungere qualche parola su due temi: Approfondire i rapporti economici Le nostre economie sono già collegati profondamente: - Gli accordi commerciali sono stati conclusi con 26 paesi su 33 nella regione , il che rende questa regione l´Unione europea ha il maggior numero di accordi commerciali con. - L´america Latina è anche la zona dove, a parte il Nord America, l´Ue ha la maggior parte degli investimenti: con più di mezzo trilione di investimenti , abbiamo investito più di quanto abbiamo in Russia, Cina e India insieme. L´unione europea ha sempre sostenuto Celac e continuerà a farlo. La Commissione europea ha annunciato più di 800.000.000 € in sostegno alla regione negli ultimi due giorni: - € 230.000.000 per sostenere gli sforzi verso lo sviluppo sostenibile dell´America Latina e dei Caraibi - Un punto di riferimento 346.000.000 € per un nuovo programma di finanziamento regionale con la regione dei Caraibi fino al 2020 - Un contributo Ue di € 118.000.000 per i progetti di investimento strategici - 81.500.000 € per finanziare progetti di capacity building che collegano le istituzioni europee e latino-americane di istruzione superiore - Intorno € 25.000.000 per un nuovo cavo in fibra ottica che collega l´Europa e l´America Latina E i fondi che abbiamo destinati alla cooperazione per il prossimo periodo rimarranno invariati. Quasi 2500000000 € per l´America Latina per sostenere programmi nei settori dell´istruzione, della società dell´informazione, l´ambiente, il sostegno alle Pmi; e un ulteriore miliardo per i paesi dei Caraibi che hanno particolari esigenze legate alla loro vulnerabilità ai cambiamenti climatici. Un nuovo tipo e punto di riferimento per la nostra cooperazione Molto è cambiato negli ultimi dieci anni. I paesi che hanno usato per essere destinatari di cooperazione allo sviluppo sono oggi i donatori - studente di diventare insegnante - e stanno giocando un ruolo più importante nelle relazioni internazionali. Così anche il modo in cui deve collaboriamo evolvere. Nuove opportunità per la cooperazione Sud-sud si stanno aprendo e noi vogliamo essere partner in questo processo. Quindi sono felice di annunciare che la Commissione istituirà un fondo di cooperazione internazionale finalizzata proprio a cooperazione triangolare. Stiamo anche lavorando per affrontare le sfide globali insieme. Il nostro pianeta e dei nostri cittadini chiedono da noi. Lavoreremo più vicini su settori quali la migrazione , la lotta contro le droghe illecite e la riduzione della povertà . Abbiamo avuto una discussione approfondita sui cambiamenti climatici in vista della 21 ° Conferenza delle Parti (Cop21) in programma per il prossimo dicembre a Parigi. Siamo tutti d´accordo sulla necessità di un accordo ambizioso, Perù ci ha messo in pista per questo, ea Parigi dobbiamo consegnare.  
   
   
L’UE RAFFORZA IL SUO IMPEGNO PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE IN AMERICA LATINA E NEI CARAIBI  
 
Bruxelles, 15 giugno 2015 - La Commissione europea ha annunciato oggi investimenti per circa 230 milioni di Eur a sostegno dello sviluppo sostenibile in America latina e nei Caraibi. Si tratta di nuovi progetti che terranno conto dei progressi ottenuti in varie zone della regione Alc negli ultimi anni e che affronteranno le nuove sfide emergenti. L´annuncio è stato dato nel corso del vertice Ue-celac (Comunità degli Stati latinoamericani e caraibici) tenutosi a Bruxelles il 10 e 11 giugno. L´alta rappresentante/Vicepresidente Federica Mogherini ha dichiarato: "Con questo nuovo pacchetto di cooperazione l´Ue intende rafforzare e approfondire le relazioni tra l´Ue e l´America latina, con nuove iniziative che ci consentiranno di lavorare insieme per potenziare lo sviluppo sostenibile e promuovere una società più inclusiva e prospera per le prossime generazioni, in entrambi i continenti". Neven Mimica, Commissario per la Cooperazione internazionale e lo sviluppo, ha dichiarato: "L´unione europea si propone di sviluppare un nuovo tipo di cooperazione che tenga conto della crescita molto positiva che l´America latina e i Caraibi hanno vissuto negli ultimi dieci anni e della mutata natura delle sfide odierne per lo sviluppo". Al fine di adeguarsi a questa nuova realtà, l’Ue ha istituito uno strumento per la cooperazione internazionale e il partenariato allo scopo di sostenere il consolidamento delle attività di apprendimento tra pari tra i paesi della regione dell’America latina e dei Caraibi e di promuovere la cooperazione con i donatori emergenti nella regione. Lo strumento può contare su un bilancio di 12 milioni di Eur destinati a incoraggiare la migliore concezione e attuazione di politiche che abbiano un impatto diretto sulla riduzione della povertà. Parte dei nuovi progetti firmati oggi affrontano sfide specifiche nei diversi paesi: Bolivia — il contributo di più di mezzo miliardo di euro ricevuto negli ultimi 20 anni fa della Bolivia il maggiore beneficiario della cooperazione dell’Ue in America latina, e ha condotto a risultati veramente notevoli. Sono stati firmati tre nuovi programmi: un programma per la lotta contro le droghe illecite (60 milioni di Eur), che sosterrà l’attuazione del piano d’azione contro il traffico di droga e la riduzione della coltivazione della coca nel rispetto dei diritti umani e del dialogo sociale; un altro per migliorare l’accesso all’acqua potabile e agli impianti igienico-sanitari nelle zone suburbane, migliorando al tempo stesso la resilienza agli impatti negativi dei cambiamenti climatici (12 milioni di Eur); un terzo per migliorare la gestione dei bacini idrici e ridurre la penuria di risorse idriche, l’inquinamento delle acque e i rischi di inondazioni (17 milioni di Eur). L’obiettivo è dare a più di 200 000 persone l’accesso all’acqua e alle strutture igienico-sanitarie di base. Colombia — un programma del valore di quasi 21 milioni di Eur avrà come obiettivo il superamento degli svantaggi sociali ed economici per i gruppi emarginati e nelle regioni colpite da conflitti. Il programma sosterrà lo sviluppo sostenibile locale in zone remote. È inteso a promuovere opportunità di generazione di reddito per quasi 2 000 famiglie contadine e il miglioramento dei mezzi di sussistenza di circa 3 000 famiglie indigene e afrocolombiane che vivono in parchi nazionali dominati da ogni sorta di conflitti sociali e ambientali. Si tratta di un´azione che costituirà il primo elemento sul quale costruire il sostegno dell’Ue al processo di pace in Colombia. Nel corso dell’ultimo decennio, la cooperazione dell’Ue ha investito oltre 150 milioni di Eur in attività di costruzione della pace in Colombia. Honduras —un programma per la sicurezza alimentare (30 milioni di Eur) è destinato a migliorare le condizioni di vita di 15 000 nuclei familiari in zone rurali in una delle aree più vulnerabili del paese, attraverso lo sviluppo di sistemi di produzione agricola sostenibili che consentiranno di aumentare la produzione alimentare sostenendo al contempo l’istruzione e la nutrizione. Un altro programma (del valore di 11,6 milioni di Eur) promuoverà condizioni di lavoro dignitose e opportunità di impiego per i giovani in Honduras. Un terzo progetto (con un contributo dell’Ue di 10 milioni di Eur) si occuperà di ristrutturare e ammodernare una delle arterie stradali principali del paese e di migliorarne la sicurezza, fornendo così alle regioni più povere e svantaggiate dell´Honduras un migliore accesso ai servizi sociali e maggiori opportunità di scambi commerciali. Altri progetti annunciati oggi hanno una portata regionale, in particolare il programma sulla ruggine del caffè in America centrale (15 milioni di Eur). La ruggine del caffè è una malattia che attacca le foglie e che ha colpito circa il 50% delle piantagioni della regione, provocando notevoli difficoltà ai piccoli produttori e alle loro famiglie. Si prevede che il programma contribuirà a migliorare le condizioni di vita di 330 000 famiglie di produttori e di 6 000 aziende a conduzione familiare nelle zone di produzione di caffè di tutta l’America centrale e della Repubblica dominicana in cui verrà attuato. Sempre in prospettiva regionale, ma questa volta in tutta l´America latina, l’Ue ha annunciato oggi anche nuovi investimenti: 32 milioni di Eur per i prossimi quattro anni sul progetto Eurosocial+(destinato alla coesione sociale) e 10 milioni di Eur per Copolad (a sostegno della lotta contro la droga). Ciò va ad aggiungersi al programma indicativo regionale per i Caraibi. Tutti questi programmi (per 230 milioni di Eur) integrano quelli annunciati ieri nel contesto del vertice commerciale Ue-celac sugli investimenti e sostegno alle imprese (118 milioni di Eur) e, insieme con la dotazione finanziaria regionale per i Caraibi (346 milioni di Eur), anch´essa annunciata oggi, portano a quasi 700 milioni di Eur il pacchetto globale dell’Unione europea a sostegno dei paesi dell’America latina e dei Caraibi. Inoltre, l’Ue ha firmato due memorandum d’intesa sulla cooperazione internazionale con il Cile e l’Uruguay il cui obiettivo principale è la promozione e il rafforzamento delle relazioni nel campo della cooperazione internazionale con entrambi i paesi, collaborando strettamente anche per la riduzione della povertà.  
   
   
L´UE ANNUNCIA NUOVI FINANZIAMENTI PER I CARAIBI  
 
Bruxelles, 15 giugno 2015 - l´Alta rappresentante/Vicepresidente della Commissione Ue Federica Mogherini ha firmato un finanziamento senza precedenti di 346 milioni di euro per un nuovo programma regionale con la regione caraibica che si estenderà fino al 2020. Questo importo rappresenta più del doppio dei fondi disponibili negli anni precedenti (165 milioni di euro). Il programma, elaborato insieme all´organizzazione Cariform, che rappresenta i Caraibi, definisce priorità importanti per la cooperazione fra le due regioni. La firma è avvenuta a Bruxelles in occasione del vertice Ue-celac (Comunità degli Stati latinoamericani e caraibici) e dell´evento ad alto livello Ue-cariforum. La Vicepresidente Federica Mogherini ha dichiarato: "L´ue e la regione dei Caraibi sono unite da forti legami storici, economici e culturali, basati su valori comuni. Con questi nuovi finanziamenti intendiamo dare ulteriore impulso ai nostri sforzi comuni volti a rendere più inclusivi e sostenibili lo sviluppo e la prosperità e continueremo a sostenere la popolazione caraibica rafforzando ulteriormente il nostro eccellente partenariato, che comporta vantaggi per entrambe le parti ed è improntato al rispetto e a valori comuni." Il Commissario per la Cooperazione internazionale e lo sviluppo Neven Mimica ha inoltre dichiarato: "Ora che è stato firmato il programma regionale potremo mobilitare le risorse per realizzare le nostre priorità definite di comune accordo. Questo dimostra non solo l´impegno costante dell´Ue, ma anche il mantenimento della sua presenza nella regione."  
   
   
CARTA BLU E MIGRAZIONE PER LAVORO: DÌ LA TUA CON LA CONSULTAZIONE UE LA COMMISSIONE EUROPEA HA AVVIATO UNA CONSULTAZIONE PUBBLICA SUL TEMA DELLA CARTA BLU E DELLA MIGRAZIONE PER MOTIVI DI LAVORO. FINO AL 21 AGOSTO I CITTADINI POTRANNO DIRE LA LORO SU QUESTO TEMA.  
 
Bruxelles, 15 giugno 2015 - La consultazione ha l´obiettivo di raccogliere opinioni su a una serie di temi collegati alla migrazione economica in vista dell´elaborazione di una nuova politica europea sulla migrazione legale, in particolare del rilancio della Direttiva sulla Carta Blu, uno schema volto ad attirare cittadini altamente qualificati provenienti da paesi terzi che attualmente non è molto utilizzato. La Carta Blu è una delle priorità dell´Agenda europea sulla migrazione adottata dalla Commissione il 13 maggio 2015. La nuova politica della migrazione legale dovrebbe aiutare l´Ue a far fronte alle carenze di determinate competenze e renderla una meta più attrattiva per lavoratori e imprenditori di talento che vogliano investire in Europa. A questa consultazione potranno partecipare attivamente tutti i cittadini dell´Ue e dei paesi terzi, e le organizzazioni. Sono molto importanti i contributi dei datori di lavoro (piccole e grandi imprese) e delle loro associazioni, dei lavoratori e imprenditori immigrati che già risiedono legalmente nell´Ue, dei lavoratori e imprenditori di paesi terzi interessati all´immigrazione, dei servizi per l´impiego pubblici e privati, dei sindacati e dei ministeri degli Stati membri, delle autorità regionali e locali, degli uffici statistici, del mondo accademico, delle organizzazioni internazionali, delle organizzazioni e autorità dei paesi di origine, delle parti sociali e della società civile in generale. Alla consultazione è possibile partecipare compilando l´apposito modulo online disponibile in tutte le lingue dell´Ue. Nota esplicativa Consultazione pubblica sulle politiche migratorie per motivi di lavoro e sulla Carta blu Ue - Il lavoro altamente qualificato è storicamente uno dei massimi punti di forza dell´economia europea. In un´economia globalizzata e fortemente competitiva come quella odierna è cruciale che l´Europa riesca a mantenere questo vantaggio competitivo. Assicurare una forza lavoro altamente qualificata e flessibile, capace di adattarsi ai cambiamenti demografici e economici man mano che si presentano, è un priorità fondamentale per l´Europa. Per questa ragione la Commissione ha adottato l´"Agenda europea sulla migrazione", che suggerisce un nuovo approccio alla migrazione legale e crea i presupposti per trasformare l´Ue in una meta più attrattiva per talenti e competenze. I migranti altamente qualificati meritano particolare attenzione perché sono oggetto di una concorrenza piuttosto feroce. Sebbene in tempi di crisi si riduca tendenzialmente la domanda complessiva di lavoro, ci sono specifici settori e lavori che possono accusare e, di fatto, accusano carenze. Se combinata con altre misure come la riqualificazione dei lavoratori, politiche attive del mercato del lavoro e una maggiore mobilità tra Stati membri, una migrazione per motivi di lavoro da paesi non Ue che sia ben gestita può essere parte della soluzione delle attuali problematiche. Tra le varie iniziative politiche in questo ambito si contraddistingue la direttiva "Carta blu Ue", uno strumento chiave. Adottata nel 2009, ha l´obiettivo di mettere l´Ue nelle condizioni di competere con i concorrenti globali nell´attrarre il talento prezioso e essenziale alla crescita, a complemento del capitale umano locale. Il sistema è concepito per i cittadini di paesi terzi con qualifiche professionali superiori, acquisite con studi superiori o un´esperienza professionale equivalente. La Carta blu Ue si propone di facilitare l’ammissione e la mobilità dei cittadini non Ue altamente qualificati e dei loro famigliari, armonizzando le condizioni di ingresso e soggiorno in tutta l´Unione e conferendo loro uno status giuridico e diritti. In una relazione del 22 maggio 2014 la Commissione europea individua una serie di aspetti che potrebbero incidere sull´efficacia della Carta blu e sull´attrattiva dell´Ue nella corsa globale ai lavoratori altamente qualificati. Questa consultazione pubblica si rivolge al più vasto pubblico possibile perché è importante raccogliere i pareri e i contributi di tutte le parti interessate (datori di lavoro, migranti, organizzazioni governative, sindacati, Ong, servizi per l´impiego ecc.). Le domande cercano di cogliere punti di vista e riflessioni su una varietà di tematiche concernenti la migrazione economica, come ad esempio i canali usati dai datori di lavoro per reperire i lavoratori di cui hanno bisogno, la disponibilità delle informazioni sulle offerte di lavoro e sulle procedure di ingresso nella Ue, i tempi e l´efficacia delle procedure per il riconoscimento delle qualifiche dei migranti ecc.. Le risposte contribuiranno a promuovere una politica Ue di migrazione economica efficace, che permetta di raggiungere gli obiettivi dell´Ue in termini di lavoro. La consultazione include anche una sezione specifica sul sistema Carta blu Ue. Non è necessario rispondere a tutte le domande, occorre però compilare la sezione "Profilo" perché le risposte siano prese in considerazione. Per qualsiasi domanda, inoltrare una mail all´indirizzo Home- Notifications-b1@ec.europa.eu. Clausola di esclusione della responsabilità e protezione dei dati - Obiettivo della consultazione è raccogliere i pareri dei portatori d´interesse e di altri soggetti interessati al tema trattato e eventualmente pubblicarli su Internet. Le domande non riflettono la posizione ufficiale della Commissione europea e non ne pregiudicano in alcun modo le eventuali decisioni future riguardo alla migrazione dei lavoratori. Dato che questo servizio online provvede alla raccolta e al successivo trattamento di dati personali, si applica il regolamento (Ce) n. 45/2001 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 18 dicembre 2000, concernente la tutela delle persone fisiche in relazione al trattamento dei dati personali da parte delle istituzioni e degli organismi comunitari, nonché la libera circolazione di tali dati. Si prega di leggere la relativa informativa sulla privacy. Http://eur-lex.europa.eu/legal-content/it/txt/?uri=celex:52015dc0240    
   
   
MERCATO DEL LAVORO E SVILUPPI SOCIALI IN UE: A CHE PUNTO SIAMO? SE NE PARLA A ROMA, VENERDÌ 19 GIUGNO 2015  
 
 Roma, 15 giugno 2015 - Il mercato del lavoro e gli sviluppi sociali nell´Unione europea: questo il tema del rapporto "Esde 2014" che sarà presentato venerdì 19 giugno a Roma. Si tratta di un´analisi che la Commissione europea pubblica annualmente per analizzare il mercato del lavoro e gli sviluppi sociali nell´Unione europea. I risultati della ricerca saranno illustrati da Paolo Pasimeni della Direzione Generale Occupazione, Affari Sociali e inclusione. L´iniziativa si svolgerà presso la sede della Rappresentanza in Italia della Commissione europea in via Iv Novembre 149 e avrà inizio alle ore 10. Per partecipare all´evento è necessario registrarsi a questo link entro il 16 giugno. Https://docs.google.com/forms/d/1mwy917sh9sgqjdjviee2y4l5-1y9hm-muoj_grh6gis/viewform?edit_requested=true    
   
   
UE: DICHIARAZIONE CONGIUNTA IN OCCASIONE DELLA GIORNATA MONDIALE CONTRO IL LAVORO MINORILE  
 
Bruxelles, 15 giugno 2015 - In occasione della Giornata Mondiale contro il Lavoro Minorile, Federica Mogherini , Alto rappresentante dell´Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza e vicepresidente della Commissione, Neven Mimica , commissario per la cooperazione internazionale e lo sviluppo, Christos Stylianides , commissario per gli aiuti umanitari e gestione delle crisi, Marianne Thyssen , commissario per l´Occupazione, gli affari sociali, competenze e la mobilità del lavoro e Vera Jourová , Commissario per la Giustizia, i consumatori e l´uguaglianza di genere e ha reso la seguente dichiarazione: Il lavoro minorile non solo condanna i bambini di oggi e per le generazioni future a una vita di povertà e ingiustizia sociale, ma sta privando il mondo intero di una capitale inestimabile di conoscenza, l´intraprendenza e la creatività. Circa 168 milioni di bambini di età compresa tra 5-17 sono nel lavoro minorile [1] e questo è affatto limitati ai paesi più poveri. Anche nelle economie sviluppate, la crisi economica ha creato un ambiente in cui sempre più bambini e minori rinunciare a scuola. Ma nessun bambino dovrebbe avere a sacrificare la loro infanzia e l´educazione di fornire per la loro famiglia o addirittura per garantire la propria sopravvivenza. L´accesso a un´istruzione di qualità e cura dei figli è il miglior investimento che si può fare ed è un prerequisito per i cicli di povertà intergenerazionale rottura. Proseguendo nel suo impegno costante per affrontare le cause profonde, dalla povertà ai conflitti, l´Ue continuerà ad investire pesantemente nel settore dell´istruzione e proseguire gli sforzi per garantire che tutti i bambini in tutte le impostazioni abbiano accesso a un´istruzione di qualità. Ciò vale a maggior ragione per i bambini di tutto il mondo che soffrono le conseguenze ingiuste dei conflitti che riducono ulteriormente la loro possibilità di una formazione e di vita dignitosa. Questo è il motivo per cui l´Unione europea finanzia progetti come il Children Ue of Peace Initiative, che mira in particolare a promuovere progetti di educazione nelle emergenze, destinate a bambini colpiti da emergenze umanitarie. Il lavoro minorile è uno dei maggiori ostacoli al raggiungimento dell´obiettivo di sviluppo internazionale di istruzione primaria universale. L´eliminazione delle peggiori forme di lavoro minorile, compresi i bambini ei conflitti armati, rimane la nostra priorità per il periodo 2014-2020.  
   
   
PARLAMENTO EUROPEO: RINVIATI IL VOTO E IL DIBATTITO SULLE RACCOMANDAZIONI DEL #TTIP - QUALI SONO LE PROSPETTIVE?  
 
Strasburgo, 15 giugno 2015 - Il dibattito e il voto sulle raccomandazioni del Parlamento europeo sui negoziati in corso del Ttip sono stati rinviati a causa del numero elevato di emendamenti presentati. Cosa significa? E cosa succederà nel futuro? Durante la plenaria di Strasburgo, martedì il Presidente del Parlamento europeo Martin Schulz ha deciso di rinviare i 116 emendamenti della relazione del Pe alla commissione per il Commercio internazionale per una nuova delibera. La mattina seguente anche il dibattito in programma sulla stessa questione è stato rinviato dalla plenaria a una data da fissare. La decisione di rinviare la relazione alla commissione si è basata sull´articolo 175 del regolamento interno del Pe. L´articolo 175 - Questa regola consente di rinviare una relazione in commissione, quando essa contiene più di 50 emendamenti e le richieste per una votazione per parti separate o distinte. In questo caso sono stati presentati oltre 100 emendamenti. Dopo la decisione di martedì, Bernd Lange (S&d, Germania), presidente della commissione per il Commercio Internazionale e relatore della relazione sul Ttip al Pe, ha dichirato: "Useremo il tempo supplementare che abbiamo guadagnato per lavorare per il raggiungimento di una maggioranza stabile per la risoluzione del Ttip. Il Parlamento può presentarsi con un forte messaggio per i negoziatori del Ttip se la nostra risoluzione è sostenuta da una larga maggioranza". Il dibattito - Mercoledì mattina, i deputati hanno votato (183 sì, 181 no, 37 astenuti) per rinviare anche il dibattito in plenaria relativo al Ttip. In un acceso dibattito prima del voto, i deputati dei diversi gruppi si sono espressi a favore e contro questa scelta. Il rinvio di una relazione alla commissione non è un primato. Il rinvio del voto sul Ttip non segna la prima volta dell´utilizzo dell´articolo 175. In precedenti occasioni, per esempio nel caso della riforma della politica agricola comune, è stato invocato per decidere se andare avanti e votare tutti gli emendamenti o meno. Il ruolo del Parlamento europeo - La Commissione europea rappresenta gli Stati membri in tutti i negoziati commerciali internazionali, compresi i negoziati in corso con gli Stati Uniti. Il Pe non partecipa a questi negoziati, ma non ci potrà essere un accordo finale senza la sua approvazione. Il Parlamento può dire ´sì´ o ´no´ per il testo finale anche se non è legalmente in grado di modificare le sue disposizioni. Tuttavia, mediante l´elaborazione di raccomandazioni sugli accordi come il Ttip, il Parlamento europeo invia un messaggio su quello che vuole trovare nell´accordo finale. Prossimi passi - Il Ttip è di nuovo all´ordine del giorno della commissione per il Commercio internazionale. Essa dovrà decidere se gli emendamenti e le richieste di votazione per parti separate dovrebbero essere votati in seduta plenaria. La prossima riunione della commissione sarà il 15-16 giugno.  
   
   
PAșCU: LA SICUREZZA DEL MAR NERO NON PUÒ ESSERE IGNORATA O LASCIATA ALLA NATO  
 
Strasburgo, 15 giugno 2015 - Giovedì 11 giugno il Parlamento europeo ha votato in plenaria una risoluzione sulla situazione militare strategica nel bacino del Mar Nero dopo l´annessione illegale della Crimea da parte della Russia. Vi è stato un incontro con il relatore e vicepresidente del Pe Ioan Mircea Pașcu (S&d, Romania) prima del voto. La modernizzazione aggressiva della flotta presentata dalla Russia nel Mar Nero è una sfida per la sicurezza e non può essere ignorata o lasciata interamente nella mani della Nato, ha detto. Quanto è importante la regione del Mar Nero per la sicurezza dell´Unione europea e in che modo l´annessione della Crimea alla Russia ha cambiato la situazione? Ioan Mircea Pașcu - Prima l´annessione illegale della Crimea avevamo a Sebastopoli una base per la flotta russa e alcune forze di difesa. Ora, in poco più di un anno, sono diventati una flotta sorprendente che può avere un´influenza in Medio Oriente, i Balcani, l´Europa centrale e così via. Questa relazione vuole dimostrare l´importanza del Mar Nero in una fase in cui stiamo rivedendo sia le nostre strategie di difesa e di sicurezza. Le implementazioni e la modernizzazione aggressiva della flotta proposte dalla Russia rimangono una sfida per la sicurezza, che non può essere ignorata o lasciata interamente nella mani della Nato. Stiamo andando verso una nuova guerra fredda? Ioan Mircea Pașcu - No. Il livello di interazione esistente tra l´Unione europea e la Russia, che non esisteva tra l´Unione Sovietica e l´Occidente, rende il rapporto molto più complesso rispetto al passato. La questione ora è come rispondiamo a una Russia aggressiva? L´ue ha imposto misure restrittive dopo l´annessione della Crimea e il vertice del G7 di questa settimana ha avvertito che le sanzioni contro la Russia potrebbero essere più dure se il conflitto in Ucraina si aggrava. Che altro si può fare per affrontare la crisi? Ioan Mircea Pașcu - Le sanzioni e i canali di comunicazione devono restare aperti, ma, allo stesso tempo, dobbiamo avanzare sulla strategia dei membri orientali sia dell´Ue che ddella Nato. Alcuni propongono di riprendere la cooperazione con la Russia. Non è irragionevole, ma come si fa a metterlo in pratica senza far pensare alla Russia che accettiamo le sue azioni militari? Nella sua relazione, chiede che l´Ue sostenga le iniziative per la diversificazione delle risorse energetiche del Mar Nero. La nuova Unione energetica essere la risposta? Ioan Mircea Pașcu - L´unione energetica, oltre al fatto che come ho visto al G7 ci sono le intenzioni di sbarazzarsi dei combustibili fossili, sottrarrà alla Russia uno dei suoi strumenti di negoziazione.  
   
   
FIFA: IL PARLAMENTO EUROPEO CHIEDE UN PRESIDENTE AD INTERIM  
 
Strasburgo, 15 giugno 2015 - Il Parlamento europeo si rammarica che le recenti accuse di corruzione contro la Federazione internazionale di calcio Fifa abbiano compromesso seriamente la credibilità e l´integrità del calcio mondiale. In una risoluzione votata giovedì, i deputati chiedono una politica di tolleranza zero per la corruzione nel calcio, sottolineando come siano urgentemente necessarie profonde riforme strutturali all´interno dell´organizzazione. Il Parlamento accoglie con favore le dimissioni di Joseph Blatter da Presidente della Fifa e invita la Federazione a scegliere un leader ad interim per sostituirlo. Nella risoluzione approvata per l´alzata di mano, s´invita la Fifa ad attuare un processo decisionale trasparente, equilibrato e democratico, anche per l´elezione del nuovo Presidente. Decisioni sulla Coppa del mondo del 2018 e del 2022 non valide in caso di provata corruzione - Il documento evidenzia che tutti i dirigenti coinvolti nella cattiva condotta finanziaria debbano essere allontanati e che le decisioni collegate alle attività di corruzione o con risvolti penali debbano essere riviste. E´ importante che le autorità svizzere e statunitensi abbiano avviato un´indagine sulle modalità di assegnazione della Coppa del mondo 1998, 2010, 2018 e 2022 rispettivamente in Francia, Sudafrica, Russia e Qatar. I deputati accolgono favorevolmente la dichiarazione resa dal direttore del comitato di audit e conformità della Fifa, secondo cui l´assegnazione delle edizioni della Coppa del mondo 2018 e 2022 potrebbe essere invalidata se fosse dimostrato che è stata il risultato di attività corruttive. Gli standard etici dovrebbero essere monitorati da un organismo indipendente - In seno alla Fifa esiste una "corruzione sistemica e radicata" e la Federazione calcio dovrebbe intraprendere ampie riforme, incluse le modifiche dello statuto, della struttura, dei codici, delle politiche e delle prassi operative. La trasparenza e la responsabilità dovrebbero essere migliorate, in particolare per quanto riguarda il processo decisionale e la remunerazione del suo esecutivo e degli alti funzionari. La Fifa dovrebbe inoltre introdurre limiti di mandato e un dovere di diligenza indipendente per i membri del comitato esecutivo. I deputati esortano, infine, la Fifa ad attuare norme etiche rigorose e un codice di condotta per la sua dirigenza e per il comitato esecutivo, che dovranno essere controllati da un organismo di monitoraggio indipendente. Ue e Stati membri dovrebbero cooperare pienamente nelle indagini - Nel documento si esorta l´Ue e i suoi Stati membri a cooperare pienamente nelle indagini in corso e in quelle future sulla corruzione all´interno della Fifa. E´ necessario rafforzare la cooperazione europea tra le autorità incaricate dell´applicazione della legge - attraverso squadre investigative comuni e la cooperazione tra le procure - per contrastare eventuali segni di corruzione da parte dei funzionari della Fifa e di federazioni calcistiche nazionali sul territorio dell´Ue. Giochi di Baku e prigionieri politici in Azerbaigian - Durante il dibattito di mercoledì sera, i deputati hanno inoltre discusso lo svolgimento dei giochi europei 2015 di Baku (Azerbaigian), in particolare l´arresto di gran parte dei difensori dei diritti umani nel paese. Il Consiglio dei ministri Ue è stato invitato a sollecitare il Comitato olimpico e le grandi federazioni sportive a includere il rispetto dei diritti umani - valore fondamentale dell´Ue - nei criteri per le decisioni su chi debba ospitare eventi sportivi internazionali. La maggioranza dei deputati ha evidenziato come le grandi manifestazioni sportive rivestano importanti implicazioni economiche e politiche ed espresso preoccupazione sul fatto che i regimi autoritari possano utilizzare tali eventi per promuovere il prestigio dei loro Paesi.  
   
   
GIUSTIZIA EUROPEA: LA LEGISLAZIONE UNGHERESE CHE PROIBISCE LA GESTIONE DELLE SLOT MACHINE FUORI DEI CASINÒ PUÒ ESSERE CONTRARIA AL PRINCIPIO DELLA LIBERA PRESTAZIONE DEI SERVIZI QUANDO IL LEGISLATORE NAZIONALE REVOCA UN’AUTORIZZAZIONE CHE CONSENTE AL SUO TITOLARE DI ESERCITARE UN’ATTIVITÀ ECONOMICA, È SUO COMPITO PREVEDERE UN SISTEMA DI COMPENSAZIONE RAGIONEVOLE O UN PERIODO TRANSITORIO DI DURATA SUFFICIENTE PER CONSENTIRE AL TITOLARE DI ADEGUARSI  
 
Lussemburgo, 15 giugno 2015 - Sino al 9 ottobre 2012, le slot machine potevano essere gestite in Ungheria o nei casinò oppure nelle sale da gioco. Sino al 31 ottobre 2011, la tassa forfettaria che colpiva la gestione delle slot machine installate nelle sale da gioco era pari, per postazione di gioco e per mese, a Huf 100 000 (cira Eur 324). A partire dall’1 novembre 2011, quest’importo è stato elevato a Huf 500 000 (circa Eur 1 620). A decorrere da tale data, la gestione delle slot machine nelle sale da gioco è stata parimenti soggetta a una tassa proporzionale che ammontava, per postazione di gioco, al 20% della quota degli introiti trimestrali netti superiore a Huf 900 000 (circa Eur 2 916). La gestione delle slot machine nei casinò era soggetta a un distinto regime fiscale, che non è stato modificato nell’autunno 2011. In forza di una legge adottata il 2 ottobre 2012, la gestione delle slot machine è stata riservata ai casinò, con effetti a partire dal 10 ottobre 2012, cosicché, a partire da tale data, quest’attività non può più essere svolta nelle sale da gioco. Diverse società che gestivano slot machine nelle sale da gioco hanno adito i giudici ungheresi, ritenendo che il diritto dell’Unione osti a provvedimenti che, in un primo tempo, hanno aumentato drasticamente i loro oneri fiscali e, in un secondo tempo, hanno vietato, con effetto quasi immediato, la gestione delle apparecchiature interessate. Queste società chiedono un risarcimento per il danno che questi provvedimenti avrebbero loro causato. Investito di tali controversie, la Fővárosi Törvényszék (Corte di Budapest, Ungheria) chiede alla Corte di giustizia se siffatte misure siano compatibili con il diritto dell’Unione. Con la sua odierna sentenza, la Corte constata anzitutto che una legislazione nazionale che autorizza la gestione e la pratica di determinati giochi di azzardo solo nei casinò costituisce una restrizione della libera prestazione dei servizi. Parimenti, una misura che aumenta drasticamente l’importo delle tasse che grava sulla gestione delle slot machine nelle sale da gioco può essere ugualmente considerata restrittiva qualora sia tale da proibire, ostacolare o rendere meno allettante l’esercizio della libera prestazione dei servizi di gestione delle slot machine nelle sale da gioco. A questo riguardo, la Corte osserva che tale ipotesi ricorrerebbe qualora il giudice nazionale constatasse che l’aumento delle tasse ha impedito la gestione redditizia delle slot machine nelle sale da gioco, confinando in tal modo effettivamente quest’ultima nei casinò. La Corte rileva poi che gli obiettivi perseguiti dalle misure contestate, ossia la protezione dei consumatori contro la dipendenza dal gioco nonché la prevenzione della criminalità e della frode collegate al gioco, sono tali, in linea di principio, da giustificare le restrizioni alle attività di gioco d’azzardo. Queste restrizioni devono però perseguire siffatti obiettivi in modo coerente e sistematico. A questo proposito, la Corte nota che pare che l’Ungheria persegua una politica di espansione controllata delle attività di gioco d’azzardo, circostanza che il giudice del rinvio dovrà verificare, e di tale politica farebbe segnatamente parte il rilascio di nuove concessioni di gestione di casinò nel 2014. Ebbene, si può giudicare che una politica del genere persegua i predetti obiettivi in modo coerente e sistematico solo nel caso in cui, da un lato, essa sia in grado di porre rimedio, in Ungheria, a un problema reale collegato ad attività criminose e fraudolente in rapporto con i giochi nonché all’assuefazione al gioco e, dall’altro, essa non abbia un’ampiezza tale da renderla inconciliabile con lo scopo di frenare l’assuefazione al gioco, elementi che spetterà al giudice nazionale verificare. Il giudice nazionale dovrà parimenti verificare se i provvedimenti in questione rispettino i principi di certezza del diritto e di tutela del legittimo affidamento, nonché il diritto di proprietà dei gestori di sale da gioco. In tale contesto, la Corte ricorda che, quando il legislatore nazionale revoca autorizzazioni che consentono ai loro titolari di esercitare un’attività economica, è suo compito prevedere un sistema di compensazione ragionevole o un periodo transitorio di durata sufficiente per consentire a detti titolari di adeguarsi. Infine, la Corte sottolinea che, qualora si dovesse accertare una restrizione ingiustificata della libera prestazione dei servizi, i gestori di sale da gioco potrebbero ottenere dallo Stato ungherese il risarcimento del danno sofferto a causa della violazione del diritto dell’Unione, purché tale violazione sia sufficientemente qualificata e sussista un nesso di causalità diretto tra quest’ultima e il danno sofferto, circostanze che spetterà al giudice nazionale verificare.  
   
   
GIUSTIZIA EUROPEA: SECONDO L’AVVOCATO GENERALE WATHELET, AI CITTADINI DELL’UNIONE CHE SI TRASFERISCONO IN UNO STATO MEMBRO DI CUI NON HANNO LA NAZIONALITÀ POSSONO ESSERE NEGATE TALUNE PRESTAZIONI SOCIALI DURANTE I PRIMI TRE MESI TUTTAVIA, ESSI NON POSSONO ESSERE ESCLUSI, DURANTE QUESTO PERIODO, DA PRESTAZIONI INTESE A FACILITARE L’ACCESSO AL MERCATO DEL LAVORO SENZA CHE DARE LORO LA POSSIBILITÀ DI PROVARE UN COLLEGAMENTO REALE CON IL MERCATO DEL LAVORO DELLO STATO MEMBRO OSPITANTE  
 
 Lussemburgo, 15 giugno 2015 - La presente controversia si iscrive in una serie di cause tedesche nelle quali la Corte di giustizia è chiamata a chiarire se il fatto di escludere alcuni cittadini dell’Unione dal beneficio di prestazioni sociali, previste dalla normativa nazionale, sia compatibile con il diritto dell’Unione e, più in particolare, con il principio di eguaglianza. Tali cause riguardano le prestazioni tedesche dell’assicurazione di base («Grundsicherung»), dalle quali sono esclusi (i) gli stranieri (e i loro familiari), il cui diritto di soggiorno sia giustificato esclusivamente dalla ricerca di un impiego e (ii), durante i primi tre mesi del loro soggiorno, gli stranieri (e i loro familiari) che non possiedono lo status di lavoratore dipendente o autonomo e dei quali non possa nemmeno ritenersi che abbiano mantenuto tale status. Nella sentenza Dano , la Corte ha già avuto modo di affermare che gli Stati membri possono escludere dal beneficio delle prestazioni sociali i cittadini dell’Unione, che si recano sul loro territorio senza la volontà di trovarvi un lavoro. La causa Alimanovic , attualmente pendente, riguarda cittadini dell’Unione che chiedono di poter beneficiare delle medesime prestazioni dopo aver soggiornato in Germania più di tre mesi a avervi lavorato meno di un anno. Nelle sue conclusioni in tale causa, l’avvocato generale Melchior Wathelet ha recentemente proposto di affermare che, in tal caso, le prestazioni sociali non possono essere negate sistematicamente, senza un esame individuale. La presente controversia riguarda la situazione di un cittadino dell’Unione che, durante i primi tre mesi del suo soggiorno in Germania, non è né un lavoratore dipendente né un lavoratore autonomo (e di cui non possa nemmeno ritenersi che abbia mantenuto tale status) e che, pertanto, è escluso dalle prestazioni tedesche dell’assicurazione di base durante tale periodo. Il sig. Joel Peña Cuevas e suo figlio sono cittadini spagnoli recatisi in Germania alla fine del mese di giugno 2012 per ricongiungersi alla sig.Ra García-nieto e a sua figlia (di cui il sig. Peña Cuevas è il padre). Esse, parimenti di nazionalità spagnola, si erano recate in Germania nell’aprile 2012. La famiglia ha avuto la propria residenza, i primi mesi, presso la madre della sig.Ra García-nieto e ha tratto il proprio sostentamento dai redditi della sig.Ra García-nieto, che ha trovato un lavoro dal mese di giugno 2012. I figli frequentano la scuola in Germania dalla fine dell’agosto 2012. Successivamente, il sig. Peña Cuevas ha svolto lavori temporanei o percepito parzialmente allocazioni di disoccupazione, sulla base di periodi assicurativi svolti in Spagna. A lui e a suo figlio sono state negate le prestazioni di base per i mesi di agosto e settembre 2012 in base al rilievo che essi soggiornavano da meno di tre mesi in Germania. Il Landessozialgericht Nordrhein-westfalen (Tribunale per le cause in materia previdenziale della Renania Settentrionale-vestfalia, Germania) chiede se tale esclusione sia compatibile con il diritto dell’Unione. Nelle sue conclusioni odierne, l’avvocato generale Wathelet prende le mosse dall’ipotesi secondo la quale le prestazioni in parola nella presente controversia, come nelle cause Dano e Alimanovic, sono intese (almeno in misura prevalente) a garantire le risorse economiche necessarie per condurre una vita dignitosa e non (o allora solo a titolo secondario) a facilitare l’accesso al mercato del lavoro. Ne consegue che esse devono essere qualificate come prestazioni di assistenza sociale ai sensi della direttiva «cittadini dell’Unione» . Secondo l’avvocato generale, l’esclusione, durante i primi tre mesi di soggiorno, da tali prestazioni previdenziali, è compatibile con il diritto dell’Unione. L’avvocato generale ricorda che, nella sentenza Dano, la Corte ha già confermato che, secondo la direttiva «cittadini dell’Unione», lo Stato membro ospitante non è obbligato a concedere il diritto a una prestazione sociale a un cittadino di un altro Stato membro o ai suoi familiari per i soggiorni sino a tre mesi. Secondo l’avvocato generale Wathelet, tale interpretazione è conforme all’obiettivo di preservare l’equilibrio finanziario del sistema previdenziale degli Stati membri, perseguito dalla direttiva. Dato che gli Stati membri non possono esigere che i cittadini dell’Unione posseggano risorse economiche sufficienti e un’assicurazione malattia personale per un soggiorno della durata di tre mesi, risulta legittimo non imporre agli Stati membri di farsene carico durante tale periodo. Infatti, nell’ipotesi contraria, l’attribuzione del diritto a prestazioni di assistenza sociale ai cittadini dell’Unione che non siano tenuti a disporre di risorse economiche sufficienti rischierebbe di comportare uno spostamento di massa atto a produrre un irragionevole onere a carico dei sistemi nazionali di sicurezza sociale. Inoltre, se le persone, che si recano sul territorio dello Stato membro ospitante, possono avere legami personali con altri cittadini dell’Unione già residenti in tale Stato membro, il collegamento con lo stesso Stato membro, verosimilmente, è nondimeno limitato durante questo primo periodo. Tuttavia, nell’ipotesi in cui la Corte lasciasse al Landessozialgericht l’onere di qualificare le prestazioni tedesche dell’assicurazione di base alla luce del diritto dell’Unione e tale giudice ritenesse che dette prestazioni siano essenzialmente rivolte a facilitare l’accesso al mercato del lavoro, l’avvocato generale arriva ad una diversa conclusione. A suo avviso, in un tal caso, il diritto dell’Unione e, più precisamente, la libera circolazione dei lavoratori non ammette che i cittadini di altri Stati membri siano esclusi da tali prestazioni durante i primi tre mesi del loro soggiorno sul territorio dello Stato membro ospitante, senza che sia data loro la possibilità di provare l’esistenza di un collegamento reale con il mercato del lavoro dello Stato membro ospitante. A tal proposito, gli elementi che emergono dal contesto familiare (come la scolarità dei figli o legami stretti, segnatamente di natura personale, creati dal richiedente con lo Stato membro ospitante), sono idonei a dimostrare l’esistenza del nesso con lo Stato membro ospitante, al pari della ricerca di un lavoro, in termini effettivi e concreti, per un periodo ragionevole. A tal fine dovrebbero altresì essere presi in considerazione l’esercizio in passato di un’attività lavorativa, nonché il fatto di aver trovato un nuovo lavoro, successivamente alla presentazione della domanda di concessione di prestazioni sociali.  
   
   
GIUSTIZIA EUROPEA: GLI STATI MEMBRI POSSONO IMPORRE AI CITTADINI DI PAESI TERZI, CHE SIANO SOGGIORNANTI DI LUNGO PERIODO, L’OBBLIGO DI SUPERARE UN ESAME DI INTEGRAZIONE CIVICA TUTTAVIA, LE MODALITÀ DI APPLICAZIONE DI TALE OBBLIGO NON DEVONO ESSERE TALI DA COMPROMETTERE LA REALIZZAZIONE DEGLI OBIETTIVI PERSEGUITI DALLA DIRETTIVA RELATIVA AI SOGGIORNANTI DI LUNGO PERIODO  
 
Lussemburgo, 15 giugno 2015 - Una direttiva dell’Unione prevede che gli Stati membri conferiscano lo status di soggiornante di lungo periodo ai cittadini di paesi terzi che hanno soggiornato nel loro territorio legalmente e ininterrottamente per cinque anni immediatamente prima della presentazione della loro domanda. P e S sono cittadine di paesi terzi titolari, rispettivamente dal 14 novembre 2008 e dall’8 giugno 2007, di regolari permessi di soggiorno per soggiornanti di lungo periodo nei Paesi Bassi, rilasciati in base alla direttiva. Ai sensi del diritto olandese, P e S sono soggette , a pena di ammenda, all’obbligo di superare un esame di integrazione civica entro un certo termine, al fine di dimostrare l’acquisizione di capacità di espressione orale e scritta in lingua olandese nonché una conoscenza sufficiente della società olandese. Se l’esame non viene superato entro questo termine, ne viene fissato uno nuovo e ogni volta viene aumentata l’ammenda. P e S hanno impugnato le decisioni che impongono loro di superare questo esame. Il Centrale Raad van Beroep (Corte suprema amministrativa, Paesi Bassi), investito del ricorso di appello, solleva dubbi quanto alla conformità dell’obbligo di integrazione civica con la direttiva. In particolare chiede alla Corte di giustizia se, dopo la concessione dello status di soggiornante di lungo periodo, sia lecito che gli Stati membri pongano condizioni d’integrazione costituite da un esame di integrazione civica, sanzionato da un sistema di ammende. Nell’odierna sentenza, la Corte dichiara che la direttiva non osta all’imposizione dell’obbligo di superare un esame di integrazione civica, a condizione tuttavia che le modalità di applicazione non siano tali da compromettere la realizzazione degli obiettivi della direttiva. Innanzitutto, la Corte osserva che il superamento dell’esame non è una condizione per ottenere né per conservare lo status di soggiornante di lungo periodo, ma determina unicamente l’irrogazione di un’ammenda . Inoltre, essa sottolinea l’importanza attribuita dal legislatore dell’Unione alle misure di integrazione. A tal proposito, constata che la direttiva non impone né vieta agli Stati membri di esigere dai cittadini di paesi terzi l’adempimento di obblighi di integrazione dopo aver ottenuto lo status di soggiornante di lungo periodo. Per quanto concerne il principio di parità di trattamento, la Corte dichiara che la situazione dei cittadini di paesi terzi non è analoga a quella dei cittadini nazionali per quanto concerne l’utilità delle misure di integrazione quali l’acquisizione di una conoscenza tanto della lingua quanto della società del paese. Pertanto, il fatto che l’obbligo di integrazione civica non sia imposto ai cittadini nazionali non viola il diritto dei cittadini di paesi terzi soggiornanti di lungo periodo alla parità di trattamento con i cittadini nazionali. Inoltre, è innegabile che l’acquisizione di una conoscenza tanto della lingua quanto della società dello Stato membro ospitante favorisca l’interazione e lo sviluppo di rapporti sociali tra i cittadini nazionali e i cittadini di paesi terzi e faciliti l’accesso da parte di questi ultimi al mercato del lavoro e alla formazione professionale. Tuttavia, le modalità di attuazione di tale obbligo non devono essere tali da compromettere gli obiettivi della direttiva. A tal riguardo, la Corte ritiene che si debba tener conto in particolare del livello di conoscenze richiesto per superare l’esame, dell’accessibilità ai corsi e al materiale necessario per preparare l’esame, degli importi applicabili a titolo di costi d’iscrizione o ancora delle circostanze individuali particolari, come l’età, l’analfabetismo o il livello di istruzione. Per quanto concerne infine l’ammenda, la Corte rileva che il suo importo massimo raggiunge un livello relativamente elevato, vale a dire Eur 1 000, e che essa può essere irrogata ogni volta che i termini stabiliti per il superamento dell’esame di integrazione civica giungano a scadenza senza che detto esame sia stato superato, e ciò senza alcun limite, fino a quando il cittadino di un paese terzo interessato non abbia superato l’esame. Peraltro, i costi di iscrizione all’esame nonché i costi per la relativa preparazione sono a carico dei cittadini di paesi terzi interessati. Per quanto riguard i costi di iscrizione, la Corte osserva che, secondo il governo dei Paesi Bassi, il loro importo è pari a Eur 230, e che i cittadini di paesi terzi devono pagarli ogni volta che, nel corso del periodo stabilito, si presentino all’esame di integrazione civica. In tali circostanze, che spetta al giudice nazionale verificare, il pagamento di un’ammenda, in aggiunta al pagamento dei costi relativi agli esami, può compromettere la realizzazione degli obiettivi perseguiti dalla direttiva e, pertanto, privarla del suo effetto utile.  
   
   
TRENTO: A BRUXELLES FOCUS SULL´EDUCAZIONE ALLA CITTADINANZA MONDIALE  
 
Trento, 15 giugno 2015 - Presentate a Bruxelles le iniziative che la Provincia autonoma di Trento ha messo in atto per promuovere sul territorio l´educazione alla cittadinanza mondiale attraverso una collaborazione stretta tra l´ente locale, le organizzazioni di società civile, l´università e le scuole. Nei giorni scorsi l´assessora all´università e ricerca, politiche giovanili, pari opportunità e cooperazione alla sviluppo, Sara Ferrari ha partecipato alla quarta Assise Europea della Cooperazione decentrata per lo sviluppo, organizzato dal Comitato delle Regioni e dalla Commissione Europea. Nel seminario "Education for development and global citizenship", si è messo in evidenza il ruolo dell´ente locale nel promuovere l´educazione alla cittadinanza mondiale. L´assessora Ferrari ha presentato il progetto "Global Schools" finanziato dall´Unione Europea: alla Provincia autonoma di Trento, ente capofila, sono stati assegnati 565.297,60 euro per attività da realizzarsi in tre anni sul nostro territorio e rivolte a promuovere l´educazione alla cittadinanza mondiale nei percorsi scolastici. Le Assise sono un’iniziativa co-organizzata dal Comitato delle regioni e dalla Commissione europea per riunire i rappresentanti degli enti regionali e locali dell´Unione Europea e dei paesi in via di sviluppo e portare avanti il dialogo politico con le istituzioni europee sulle sfide connesse con la cooperazione allo sviluppo. L´obiettivo finale è di contribuire a potenziare l´efficacia degli aiuti allo sviluppo in vista della piena integrazione degli enti locali e regionali nelle politiche di cooperazione allo sviluppo e di costruire un autentico partenariato europeo tra i diversi attori che operano nel settore dello sviluppo. La quarta edizione delle Assise - organizzate con cadenza biennale dal 2009 - si è tenuta a Bruxelles l´1 e il 2 giugno, fra i temi affrontati: educazione per lo sviluppo e cittadinanza globale; supporto al commercio equo attraverso la cooperazione decentrata; territori e governance; dialogo e capacity bulding per lo sviluppo e la governance locale; autorità locali e regionali impegnate ad affrontare il tema della mobilità, della migrazione e dello sviluppo e infine, cooperazione decentrata per lo sviluppo: chiave per sostenere l’attuazione degli obiettivi internazionali sulla biodiversità. Nel dettaglio l´assessora provinciale Sara Ferrari ha illustrato il progetto "Global Schools", finanziato nell´ambito del bando europeo Dear "Development Education and Awareness Raising", di cui la Provincia autonoma di Trento è capofila. Il progetto, che la Provincia realizzerà in collaborazione con il Centro per la Formazione alla Solidarietà Internazionale, vede il coinvolgimento di 17 partner (enti locali, centri di ricerca e formazione, organizzazioni di società civile) in 10 Paesi dell´Unione Europea e vedrà la sperimentazione dell´inserimento dell´educazione alla cittadinanza mondiale nei curricula del ciclo primario di istruzione, non come materia aggiuntiva ma declinata nell´ambito delle materie tradizionali. Inoltre si prevede anche un confronto tra politiche e pratiche nei 10 Paesi coinvolti, che porterà all´elaborazione di raccomandazioni e di linee guida indirizzate ai decisori politici. A Bruxelles l´assessora Ferrari ha illustrate inoltre le iniziative che la Provincia autonoma di Trento promuoverà nel corso di quest´anno, per contribuire all´Anno europeo per lo sviluppo: un seminario nell´ambito di Expo ad ottobre 2015, una conferenza internazionale sul ruolo degli enti locali nel promuovere l´educazione alla cittadinanza mondiale, che si svolgerà a Trento la prima settimana di dicembre, ed un bando per le associazioni trentine in collaborazione con il mondo scolastico, che vedrà la realizzazione di progetti nelle scuole del ciclo primario di istruzione con oggetto percorsi sull´educazione alla cittadinanza mondiale. Durante il seminario di Bruxelles sono intervenuti tra gli altri rappresentanti del Parlamento europeo, della Direzione Generale Devco della Commissione Europea, il vice sindaco di Milano e la vice presidente della Regione francese Rhone-alpes.  
   
   
MARONI: NOSTRA REGIONE RUOLO CENTRALE IN RAPPORTI CON SUD AMERICA  
 
Milano, 15 giugno 2015 - "La Lombardia svolge, per dimensioni e potenza economico-produttiva, un ruolo centrale nelle relazioni tra l´Italia e i Paesi del Sudamerica". Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, che, ha aperto i lavori della Vii Conferenza Italia-america Latina e Caraibi, in corso a Milano, a Palazzo Lombardia. Un appuntamento internazionale, ha sottolineato il governatore, "unanimemente riconosciuto come il più significativo strumento di politica estera italiana verso i Paesi del Centro e Sud America". Brillante Intuizione - Nel 2003, grazie a una brillante intuizione delle Istituzioni milanesi e lombarde, ha ricordato Maroni, "con il sostegno della Camera di Commercio di Milano e in collaborazione con il Ministero degli Affari esteri, fu lanciata la ´Conferenza Nazionale sull´America Latina´, con finalità soprattutto economiche e imprenditoriali. La sede scelta fu Milano, quella piazza diplomatica che avrebbe assunto sempre maggior rilievo fino a divenire, nel 2015, la città con il maggior numero di consolati al mondo". Crescita Continua - In questi dodici anni la Conferenza è cresciuta, ha osservato il presidente lombardo, "per numero di delegazioni coinvolte, per il sempre maggiore coinvolgimento della società civile, soprattutto nella fase preparatoria, e per la progressiva introduzione di una dimensione politica. Con la sottoscrizione della ´Dichiarazione Finale´ del 2013, infine, i partner latinoamericani e caraibici sono stati finalmente coinvolti a livello paritario nell´organizzazione dell´evento. Oggi, davvero, la Conferenza Italia-america Latina rappresenta un´occasione unica di discussione sulle tematiche che coinvolgono queste due aree, geograficamente lontane, ma vicine per storia, cultura e visione". Rapporti Con Lombardia - "La Lombardia - ha sottolineato Maroni - svolge, per dimensioni e potenza economico-produttiva, un ruolo centrale nelle relazioni tra l´Italia e i Paesi del Sudamerica. I rapporti economici tra la Lombardia e l´area sudamericana sono radicati nel tempo: i flussi di import-export hanno manifestato una tenuta nel triennio 2012 - 2014 (complessivamente l´interscambio vale 2,6 miliardi di euro), nonostante il lieve ridimensionamento dei rapporti commerciali dovuto alla crisi economica globale. Settore meccanico, chimica e metallurgia guidano le esportazioni lombarde, mentre, sul fronte dell´import, un peso crescente stanno acquistando i settori legati all´agricoltura e all´alimentare". Interesse Strategico - L´america Latina, ha fatto inoltre notare il governatore, costituisce, per le imprese lombarde, "un bacino d´interesse strategico: a fine 2013 erano 811 le imprese a partecipazione lombarda attive in America centrale e meridionale, per 90.000 dipendenti e un fatturato di circa 12 miliardi di euro. Queste aziende sono sinonimo di competenza, eccellenza e trasferimento tecnologico, e rappresentano un punto di riferimento per la nascente piccola e media impresa sudamericana. La loro crescita e l´ingresso di altre imprese nel mercato sudamericano dipendono, d´altra parte, dalla capacità del nostro Paese di fare sistema, di fare ´gioco di squadra´ verso la creazione di una rete che coinvolga imprese, società civile, università e mondo scientifico per una promozione integrata delle nostre eccellenze". L´anno Di Expo - Il 2015, ha messo in evidenza Maroni, "rappresenta un anno di svolta per Milano, la Lombardia e l´Italia intera. È l´anno dell´Esposizione universale, l´anno del rinascimento culturale ed economico italiano. Expo Milano 2015 ´Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita´ è un evento unico e straordinario, in cui la Regione Lombardia ha creduto sin dall´inizio e per il quale ha molto investito: una grande vetrina in cui i 145 Paesi partecipanti si raccontano al mondo e si interrogano rispetto alle grandi sfide del domani". "La straordinaria partecipazione dei Paesi dell´area sudamericana e caraibica - ha continuato - rappresenta un´occasione per rafforzare i legami esistenti con il nostro Paese, ma, soprattutto, per discutere insieme di alimentazione, food security, sostenibilità e disuguaglianza. Da Expo 2015 deve partire la costruzione di una ´visione comune´, tema della Vii Conferenza Italia-america Latina e Caraibi". Conferenza Di Parigi - Infine Maroni ha osservato quanto l´agenda internazionale del 2015 sia "ricca di appuntamenti importanti", ai quali è "fondamentale giungere con coesione e senso di responsabilità". In particolare, ha ricordato, "la Conferenza di Parigi sul clima, prevista per il prossimo dicembre 2015, è stata definita ´l´ultima chiamata per il Pianeta´, l´occasione finale per affrontare con serietà e impegno la sfida del surriscaldamento globale". Puntiamo Su Ricerca - "Un rafforzamento dei rapporti e degli scambi economici fra Lombardia e Paesi dell´America Latina e dei Caraibi, che sono già molto intensi". E´ quanto si aspetta ilpresidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, dalla Vii Conferenza Italia-america Latina e Caraibi, che si è aperta oggi a Milano. Il governatore ha dichiarato di concordare con il passaggio del discorso del Presidente del Consiglio Matteo Renzi, che ha parlato di innovazione e ricerca. "Qui - ha osservato - bisogna investire, sul futuro. Come recita lo slogan di Pianeta Lombardia, il padiglione della Regione Lombardia a Expo Milano 2015: "Feeding the Future, now". Vogliamo impostare questa Conferenza sui rapporti che riguardano gli investimenti in innovazione tecnologica e ricerca scientifica".  
   
   
RAPPORTI ESTERNI: FVG INCONTRA AMBASCIATORE UCRAINA  
 
Trieste, 15 giugno 2015 - Le opportunità di ampliare i rapporti economici e istituzionali tra il Friuli Venezia Giulia e l´Ucraina, sono state esaminate in un incontro che l´assessore regionale Gianni Torrenti, a nome della presidente della Regione Debora Serracchiani, ha avuto l’11 giugno a Trieste con l´Ambasciatore in Italia, Yevhen Perelygin, che era accompagnato dal console onorario con sede a Padova Marco Toson. L´ambasciatore, che già aveva avuto modo di incontrare la presidente Serracchiani nell´ottobre scorso in occasione di un convegno a Udine, è in questi giorni a Trieste per un forum con imprenditori del Friuli Venezia Giulia, regione che conta già numerosi interessi economici e commerciali con l´Ucraina, con notevoli potenzialità di crescita. La Regione, come ha ricordato Torrenti, ha voluto sviluppare proprio per impulso della presidente Serracchiani i rapporti con i Paesi del cosiddetto Partenariato orientale (Armenia, Georgia e Ucraina), nell´ambito della legge regionale sulla cooperazione allo sviluppo. È infatti in corso un progetto in Ucraina, con l´obiettivo di rafforzare le relazioni economiche e istituzionali, che vede come partner il Comune di Monfalcone, il Polo tecnologico di Pordenone e l´Agenzia per la democrazia locale del Consiglio d´Europa. L´assessore Torrenti ha approfondito con l´Ambasciatore i settori di maggiore interesse per l´interscambio commerciale, sottolineando in particolare le opportunità turistiche del Friuli Venezia Giulia. L´ucraina è anche interessata a studiare il modello amministrativo degli Enti locali della nostra Regione autonoma, nell´ambito del percorso di avvicinamento all´Unione europea, assieme al sistema sanitario e all´organizzazione della Protezione civile. L´ambasciatore Perelygin ha proposto di valutare un gemellaggio con la Regione ucraina di Ivano-frankivsk, che presenta numerose somiglianze con il Friuli Venezia Giulia, come popolazione, struttura economica e sistema universitario, e anche dal punto di vista storico, in quanto ha fatto parte dell´Impero asburgico. È stato concordato un incontro in autunno per esaminare più in dettaglio l´ipotesi del gemellaggio.  
   
   
PIANETA LOMBARDIA, ASSESSORE HA INCONTRATO DELEGAZIONE ASTANA/KAZAKISTAN  
 
Rho-pero/mi, 15 giugno 2015 - "Abbiamo spiegato a una delegazione di Astana, che ospiterà Expo nel 2017, i segreti del successo di Expo Milano 2015". Lo ha detto l´assessore alla Casa, Housing sociale, Expo 2015 e Internazionalizzazione delle imprese di Regione Lombardia Fabrizio Sala incontrando, a ´Pianeta Lombardia´, una delegazione della città di Astana, capitale del Kazakistan. Presenti all´incontro anche il presidente di Infrastrutture Lombarde Paolo Besozzi e Federico Bega di Promos. Arriveremo A 20 Milioni Di Visitatori - "Abbiamo potuto mettere in vetrina - ha detto l´assessore Sala - i tanti lavori fatti sul fronte delle infrastrutture, della sicurezza, della sanità e il successo di vendita di biglietti con 10 milioni già acquistati prima dell´apertura dell´evento e 15 attualmente venduti con la previsione di 20 milioni di visitatori, di cui 30 per cento dall´estero, che sarà raggiunta". Record Di Paesi Con Padiglione - "Un contributo importante al successo dell´Expo - ha sottolineato l´assessore - è arrivato dall´impegno a 360 gradi di Regione Lombardia nella promozione dell´evento a partire da un tema, quello della nutrizione del pianeta, che ha consentito di raggiungere il record di padiglioni costruiti dai Paesi: 54". Tutta Regione Sito Espositivo - "Regione ha voluto allargare - ha rimarcato l´assessore Sala - i confini dell´Esposizione e possiamo dire che la Lombardia intera è sito espositivo, grazie alla vicinanza di città come Como o Varese e alla rete di 5 aeroporti in 350 chilometri, nonché alle nuove infrastrutture, non ultime Brebemi e Teem, ma anche la stazione di Rho Fiera Expo 2015". Chiuderemo Con Bilancio Di Successo - "Siamo sicuri che chiuderemo questa Expo con un successo - ha concluso l´assessore Sala - e sono certo che, sul nostro esempio, anche Expo di Astana centrerà un risultato lusinghiero".  
   
   
APPROVATO DECRETO ENTI LOCALI  
 
 Roma, 15 giugno 2015 - Il Consiglio dei Ministri, su proposta dei Ministri dell’economia e finanze Pietro Carlo Padoan e dell’interno Angelino Alfano, ha approvato un decreto legge recante misure urgenti in materia di enti territoriali. Nello specifico il testo prevede: Patto di stabilità interno: sono previste norme che allentano i vincoli consentendo a Comuni, Province e Città metropolitane margini maggiori per investimenti volti alla cura del territorio e all’erogazione dei servizi. In particolare, vengono rideterminati gli obiettivi del patto di stabilità interno dei Comuni per gli anni 2015-2018 concedendo agli enti un maggiore contributo di 100 milioni di euro (in termini di spazi finanziari) l’anno così suddiviso: 10 milioni per eventi calamitosi e messa in sicurezza del territorio; 40 milioni per la messa in sicurezza degli edifici scolastici e per interventi di bonifica dei siti contaminati dall’amianto; 30 milioni per l’esercizio della funzione di ente capofila nel caso di gestione associata di alcune funzioni; 20 milioni per le spese per sentenze passate in giudicato a seguito di contenziosi connessi a cedimenti strutturali e procedure di esprorio. Le norme non comportano maggiori oneri la finanza pubblica perché resta invariato l’obietto complessivo del patto di stabilità dei Comuni fissato dalla legge di stabilità. A favore dei Comuni viene previsto un ammorbidimento delle sanzioni per il mancato rispetto del patto di stabilità interno nel 2014. La sanzione, rappresentata dalla riduzione delle risorse spettanti dal Fondo di solidarietà, si applica in misura pari al 20% dello sforamento, anziché pari al 100%. Analogamente, per le Province e le Città metropolitane le risorse che vengono erogate dal fondo sperimentale di riequilibrio vengono ridotte del 20% anziché del 100% dello sforamento con il limite massimo previsto del 3% delle entrate correnti registrate nell’ultimo consuntivo. Pagamento debiti commerciali: per l’anno 2015 sono incrementate di 2 miliardi di euro le risorse destinate alle Regioni e alle Province autonome per far fronte al pagamento dei debiti certi, liquidi ed esigibili maturati alla data del 31 dicembre 2014. L’importo di 2 miliardi è ulteriormente incrementato dalle eventuali risorse disponibili e non utilizzate per il pagamento dei debiti degli enti del Servizio Sanitario nazionale. Per il pagamento dei debiti certi, liquidi ed esigibili dei Comuni maturati al 31 dicembre 2014, vengono concessi ulteriori 850 milioni. Fondo compensazione Imu e Tasi: per il 2015 è attribuito ai Comuni un contributo di 530 milioni di euro. Con decreto del Ministero dell’Interno, di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze da adottare entro il 10 lugli 2015, viene stabilita , secondo una metodologia adottata dalla Conferenza Stato-città e Autonomie Locali, la quota di contributo spettante a ciascun ente tenendo conto dei gettiti dell’Imu e della Tasi del 2014. Anagrafe Nazionale Popolazione Residente (Anpr) e Carta d’identità elettronica: si tratta di misure finalizzate all’ampliamento dell’Anpr attraverso l’informatizzazione dei registri di stato civile e delle liste di leva. Sono previste altresì disposizioni che consentono il superamento del documento digitale unificato attraverso la definitiva implementazione della nuova carta di identità elettronica. Misure per l’accelerazione della ricostruzione in Abruzzo: disposizioni per favorire l’accelerazione e la trasparenza degli interventi di ricostruzione degli immobili privati nei territori abruzzesi colpiti dal sisma del 2009. Sono comprese ulteriori misure per assicurare la ricostruzione di edifici pubblici, compresi quelli di interesse storico, artistico e archeologico. Zone Franche Urbane dell’Emilia Romagna: nei territorio dell’Emilia Romagna colpiti dall’alluvione del 17 gennaio 2014 e nei Comuni colpiti dal terremoto del 20 e 29 maggio 2012 viene istituita la zona franca che beneficia di consistenti agevolazioni fiscali. Possono beneficiare di tali agevolazioni le imprese localizzate all’interno della zona franca che rientrano nella definizione di ‘microimprese’ e hanno avuto un reddito lordo 2014 inferiore a 80.000 euro e un numero di addetti non superiore a 5 unità. Le agevolazioni per questi soggetti consistono nell’esenzione dalle imposte sui redditi (fino a 100.000 euro di reddito) e dall’Irap (fino a 300.000 euro) delle attività prodotte nelle Zfu e dall’Imu per gli immobili siti nella zona franca. Le agevolazioni sono concesse per i periodi di imposta 2015 e 2016. Sisma Lombardia: vengono stanziati 205 milioni di euro a favore delle popolazione della Lombardia colpite dal terremoto del 20 e 29 maggio 2012. La somma viene erogata dal Presidente della Regione nella forma di contributi in conto capitale da destinare alla ricostruzione degli immobili, alle imprese che abbiano subito danni a scorte e beni strumentali, alla delocalizzazione tempora delle attività danneggiate al fine di garantire la continuità produttiva. Clausola di salvaguardia: nel decreto viene introdotta una norma che evita nel 2015 l’aumento dell’accisa sulla benzina previsto dalla legge di stabilità in caso di mancata autorizzazione da parte della Ue del meccanismo del reverse charge dell’Iva nel settore della grande distribuzione. Decreti Attuativi Sul Jobs Act - 1. Misure per la conciliazione delle esigenze di cura, vita e di lavoro (decreto legislativo – esame definitivo) - Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro del lavoro e delle politiche sociali Giuliano Poletti, ha approvato, in via definitiva, un decreto legislativo recante misure per la conciliazione delle esigenze di cura, vita e di lavoro, in attuazione dell’articolo 1, commi 8 e 9, della legge 10 dicembre 2014, n. 183. Il provvedimento interviene, prevalentemente, sul testo unico a tutela della maternità (n° 151 del 26 marzo 2001), e reca misure volte a sostenere le cure parentali e a tutelare in particolare le madri lavoratrici. Il decreto interviene, innanzitutto, sul congedo obbligatorio di maternità, al fine di rendere più flessibile la possibilità di fruirne in casi particolari come quelli di parto prematuro o di ricovero del neonato. Il decreto prevede un´estensione massima dell´arco temporale di fruibilità del congedo parentale dagli attuali 8 anni di vita del bambino a 12. Quello parzialmente retribuito (30%) viene portato dai 3 anni di età a 6 anni; per le famiglie meno abbienti tale beneficio può arrivare sino ad 8 anni. Analoga previsione viene introdotta per i casi di adozione o di affidamento. In materia di congedi di paternità, viene estesa a tutte le categorie di lavoratori, e quindi non solo per i lavoratori dipendenti come attualmente previsto, la possibilità di usufruire del congedo da parte del padre nei casi in cui la madre sia impossibilitata a fruirne per motivi naturali o contingenti. Sono inoltre state introdotte norme volte a tutelare la genitorialità in caso di adozioni e affidamenti prevedendo estensioni di tutele già previste per i genitori naturali. Importante l’estensione dell’istituto della automaticità delle prestazioni (ovvero l’erogazione dell’indennità di maternità anche in caso di mancato versamento dei relativi contributi) anche ai lavoratori e alle lavoratrici iscritti alla gestione separata di cui alla legge n. 335/95 non iscritti ad altre forme obbligatorie. Il decreto contiene due disposizioni innovative in materia di telelavoro e di donne vittime di violenza di genere. La norma sul telelavoro prevede benefici per i datori di lavoro privato che vi facciano ricorso per venire incontro alle esigenze di cure parentali dei loro dipendenti. La seconda norma introduce il congedo per le donne vittime di violenza di genere ed inserite in percorsi di protezione debitamente certificati. Si prevede la possibilità per le lavoratrici dipendenti di datore di lavoro pubblico o privato, con esclusione del lavoro domestico, nonché per le lavoratrici titolari di rapporti di collaborazione coordinata o continuativa di astenersi dal lavoro, per un massimo di tre mesi, per motivi legati a tali percorsi, garantendo loro la retribuzione e gli altri istituti connessi. 2. Disciplina organica dei contratti di lavoro e la revisione della normativa in tema di mansioni (decreto legislativo - esame definitivo) Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro del lavoro e delle politiche sociali Giuliano Poletti, ha approvato, in via definitiva, un decreto legislativo sulla disciplina organica dei contratti di lavoro e la revisione della normativa in tema di mansioni, a norma dell’articolo 1, comma 7, della legge 10 dicembre 2014, n. 183. Per quanto riguarda i contratti di collaborazione a progetto (Co. Co. Pro.), a partire dall’entrata in vigore del decreto, non potranno più esserne attivati (quelli già in essere potranno proseguire fino alla loro scadenza). Comunque, a partire dal 1° gennaio 2016, ai rapporti di collaborazione personali che si concretizzino in prestazioni di lavoro continuative ed etero-organizzate dal datore di lavoro saranno applicate le norme del lavoro subordinato. Restano salve le collaborazioni regolamentate da accordi collettivi, stipulati dalle organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative sul piano nazionale, che prevedono discipline specifiche relative al trattamento economico e normativo in ragione delle particolari esigenze produttive ed organizzative del relativo settore e poche altri tipi di collaborazioni. Con l´intento di espandere le tutele del lavoro subordinato, il decreto legislativo prevede, con effetto dal 1° gennaio 2016, un meccanismo di stabilizzazione dei collaboratori e dei lavoratori autonomi che hanno prestato attività lavorativa a favore dell´impresa. Rientra nel quadro della promozione del lavoro subordinato e del contrasto all’elusione anche l´abrogazione delle disposizioni sul lavoro a progetto e dell´associazione in partecipazione con apporto di lavoro dell’associato persona fisica. Mansioni – Viene previsto che il lavoratore può essere assegnato a qualunque mansione del livello di inquadramento, così com´è previsto nel lavoro alle dipendenze della pubblica amministrazione (articolo 52 del decreto legislativo n. 165 del 2001), purché rientranti nella medesima categoria e non più soltanto a mansioni «equivalenti», a mansioni, cioè, che implicano l´utilizzo della medesima professionalità. In presenza di processi di ristrutturazione o riorganizzazione aziendale e negli altri casi individuati dai contratti collettivi l’impresa potrà modificare le mansioni di un lavoratore fino ad un livello, senza modificare il suo trattamento economico (salvo trattamenti accessori legati alla specifica modalità di svolgimento del lavoro). Viene altresì prevista la possibilità di accordi individuali, “in sede protetta”, tra datore di lavoro e lavoratore che possano prevedere la modifica anche del livello di inquadramento e della retribuzione al fine della conservazione dell’occupazione, dell’acquisizione di una diversa professionalità o del miglioramento delle condizioni di vita. Vengono confermate le seguenti tipologie: Contratto a tempo determinato cui non sono apportate modifiche sostanziali. Contratto di somministrazione - Per il contratto di somministrazione a tempo indeterminato (staff leasing) si prevede un’estensione del campo di applicazione, eliminando le causali e fissando al contempo un limite percentuale all’utilizzo calcolato sul totale dei dipendenti a tempo indeterminato dell’impresa che vi fa ricorso (20%). Contratto a chiamata – Viene confermata anche l’attuale modalità tecnologica, sms, di tracciabilità dell’attivazione del contratto. Lavoro accessorio (voucher) – Viene elevato il tetto dell’importo per il lavoratore fino a 7.000 euro, restando comunque nei limiti della no-tax area, e verrà introdotta la tracciabilità per evitare, così, un loro uso improprio, prevedendo, da un lato, che il committente imprenditore o professionista possa acquistare il voucher solo in via telematica, dall´altro che debba comunicare preventivamente quale uso farà dei voucher, indicando il codice fiscale del lavoratore e il luogo di svolgimento della prestazione, in un arco temporale di 30 giorni. Apprendistato – Con la revisione della disciplina dell´apprendistato per la qualifica e per il diploma - che ora assume la nuova denominazione di «apprendistato per la qualifica e il diploma professionale, il diploma di istruzione secondaria superiore e il certificato di specializzazione tecnica superiore» - nonché dell´apprendistato di alta formazione e ricerca, si pongono le basi di un «sistema duale», in cui il conseguimento dei titoli, rispettivamente, del livello secondario di istruzione e formazione e del livello terziario, potrà avvenire anche attraverso l´apprendimento presso l´impresa. Si intende, inoltre, rivitalizzare le predette due tipologie di apprendistato, che finora non hanno trovato un adeguato apprezzamento dal sistema delle imprese. Recependo, poi, la volontà espressa dal Governo nel disegno di legge «Scuola» lo schema prevede che possano accedere all’apprendistato, di durata massima quadriennale, anche gli studenti degli istituti scolastici statali per il conseguimento del diploma di istruzione secondaria superiore. Part-time – Vengono definiti i limiti e le modalità con cui, più in assenza di previsioni al proposito del contratto collettivo, il datore di lavoro può chiedere al lavoratore lo svolgimento di lavoro supplementare seppur in misura non superiore al 25 per cento delle ore di lavoro settimanali concordate, e le parti possono pattuire clausole elastiche (le clausole che consentono lo spostamento della collocazione dell’orario di lavoro) o flessibili (le clausole che consentono la variazione in aumento dell’orario di lavoro nel part- time verticale o misto), con diritto del lavoratore ad una maggiorazione onnicomprensiva della retribuzione pari al 25 per cento per le ore di cui è variata la collocazione o prestate in aumento. Viene inoltre prevista la possibilità, per il lavoratore, di richiedere il passaggio al part-time in caso di necessità di cura connesse a malattie gravi o in alternativa alla fruizione del congedo parentale. 3. Disposizioni per la razionalizzazione e la semplificazione dell’attività ispettiva in materia di lavoro e legislazione sociale (decreto legislativo – esame preliminare) Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro del lavoro e delle politiche sociali Giuliano Poletti, ha approvato, in esame preliminare, un decreto legislativo recante disposizioni per la realizzazione e la semplificazione dell’attività ispettiva in materia di lavoro e legislazione sociale in attuazione della legge 10 dicembre 2014, n. 183. Il decreto legislativo prevede, al fine di razionalizzare e semplificare l’attività ispettiva, l’istituzione dell’Ispettorato nazionale del lavoro. L’ispettorato ha personalità di diritto pubblico, ha autonomia di bilancio e “autonomi poteri per la determinazione delle norme concernenti la propria organizzazione ed il proprio funzionamento. Gli organi dell’Ispettorato sono: il direttore generale che ne ha la rappresentanza legale; il consiglio di amministrazione; il collegio dei revisori. La principale funzione dell’Ispettorato nazionale, risiede nel coordinamento, sulla base di direttive emanate dal Ministro del lavoro e delle politiche sociali, della vigilanza in materia di lavoro, contribuzione e assicurazione obbligatoria. A tal fine, l’Ispettorato definisce tutta la programmazione ispettiva e le specifiche modalità di accertamento e detta le linee di condotta e le direttive di carattere operativo per tutto il personale ispettivo (compreso quello in forza presso Inps e Inail). In supporto alla programmazione dell’attività di vigilanza svolta dall’Ispettorato, si prevede l’obbligo per l’Inps, l’Inail e l’Agenzia delle entrate di mettere a disposizione dell’Ispettorato, anche attraverso l’accesso a specifici archivi informatici, dati e informazioni, sia in forma analitica che aggregata. Al fine di rafforzare l’azione di coordinamento con altri organi preposti alla vigilanza si prevede : la stipula di appositi protocolli, anche con i servizi ispettivi delle aziende sanitarie locali e delle agenzie regionali per la protezione ambientale onde assicurare l’uniformità di comportamento ed una maggiore efficacia degli accertamenti ispettivi, evitando la sovrapposizione degli interventi; l’obbligo per ogni altro organo di vigilanza che svolge accertamenti in materia di lavoro e legislazione sociale di raccordarsi con l’Ispettorato. In ragione di un progressivo accentramento di tutte le funzioni ispettive presso l’Ispettorato nazionale del Lavoro, il personale ispettivo di Inps e Inail è inserito in un ruolo provvisorio ad esaurimento dei predetti Istituti con il mantenimento del trattamento economico e normativo in vigore e non potrà essere sostituito dagli Istituti. Pertanto, il reclutamento del personale ispettivo, dall’entrata in vigore dei decreti attuativi, sarà riservato esclusivamente all’Ispettorato del Lavoro. Ulteriori disposizioni sono finalizzate alla semplificazione normativa in materia di ricorsi amministrativi e giudiziari riguardanti gli atti degli organi ispettivi. 4. Disposizioni per il riordino della normativa in materia di ammortizzatori sociali in costanza di rapporto di lavoro (decreto legislativo – esame preliminare). Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro del lavoro e delle politiche sociali Giuliano Poletti, ha approvato, in esame preliminare, un decreto legislativo recante disposizioni per il riordino della normativa in materia di ammortizzatori sociali in costanza di rapporto di lavoro in attuazione della legge 10 dicembre 2014, n. 183. Le disposizioni contenute nel decreto possono essere suddivise nei seguenti quattro gruppi fondamentali: disposizioni comuni alle integrazioni salariali ordinarie (Cigo) e straordinarie (Cigs); disposizioni in materia di Cigo; disposizioni in materia di Cigs; disposizioni in materia di fondi di solidarietà. Per effetto del decreto vengono estese le tutele a 1.400.000 lavoratori sinora esclusi. Le disposizioni del decreto consentono risparmi di spesa, utilizzati per rendere strutturali la Naspi a 24 mesi anche dopo il 2016 e per rendere strutturali i finanziamenti per importanti interventi di politica sociale in materia di: conciliazione dei tempi di cura, di vita e di lavoro; assegno di disoccupazione (Asdi); fondo per le politiche attive del lavoro. Il decreto comporta anche, come ripetutamente affermato dal governo, una salvaguardia, per il solo 2015, della durata della Naspi con riferimento ai lavoratori stagionali del settore del turismo Disposizioni comuni alle integrazioni salariali ordinarie (Cigo) e straordinarie (Cigs) - I principali interventi riguardano: l’estensione dei trattamenti di integrazione salariale agli apprendisti assunti con contratto di apprendistato professionalizzante, con la conseguente estensione degli obblighi contributivi (precisamente, gli apprendisti diventano destinatari della Cigo e, nel caso in cui siano dipendenti di imprese per le quali trova applicazione solo la Cigs, di quest’ultimo trattamento, limitatamente alla causale di crisi aziendale); la revisione della durata massima complessiva delle integrazioni salariali: viene previsto, infatti, che per ciascuna unità produttiva, il trattamento ordinario e quello straordinario di integrazione salariale non possano superare la durata massima complessiva di 24 mesi in un quinquennio mobile. Utilizzando i contratti di solidarietà tale limite può essere portato a 36 mesi nel quinquennio mobile; l’introduzione di meccanismi di condizionalità concernenti le politiche attive del lavoro: nello specifico, i lavoratori beneficiari di integrazioni salariali per i quali è programmata una sospensione o riduzione superiore al 50% dell’orario di lavoro sono convocati dai centri per l’impiego per la stipula di un patto di servizio personalizzato; l’introduzione di un meccanismo di “chi usa di più paga di più” sulle aliquote pagate dalle imprese. Il decreto prevede un meccanismo di responsabilizzazione delle imprese attraverso le aliquote del contributo d’uso (contributo addizionale). Viene infatti previsto un contributo addizionale del 9% della retribuzione persa per i periodi di cassa (cumulando Cigo, Cigs e contratti di solidarietà) sino a un anno di utilizzo nel quinquennio mobile; del 12% sino a due anni e del 15% sino a tre. Disposizioni in materia di integrazioni salariali ordinarie (Cigo) - I principali interventi riguardano: una riduzione generalizzata del 10% sul contributo ordinario pagato su ogni lavoratore. L’aliquota del contributo ordinario pagato da tutte le imprese indipendentemente dall’utilizzo della cassa passa quindi dall´1,90% all´1,70% della retribuzione per le imprese fino a 50 dipendenti; dal 2,20% al 2% per quelle sopra i 50; dal 5,20% al 4,70% per l´edilizia; l’introduzione del divieto di autorizzare ore di integrazione salariale ordinaria eccedenti il limite di un terzo delle ore ordinarie lavorabili nel biennio mobile, con riferimento a tutti i lavoratori dell’unità produttiva mediamente occupati nel semestre precedente la domanda di concessione dell’integrazione salariale; e ciò, al fine di favorire la rotazione nella fruizione del trattamento di Cigo, nonché il ricorso alla riduzione dell’orario di lavoro rispetto alla sospensione; la semplificazione della procedura di concessione delle integrazioni salariali ordinarie: nello specifico, viene previsto che il trattamento sia concesso dalla sede Inps territorialmente competente, senza previa deliberazione della Commissione provinciale della Cassa integrazione guadagni. Disposizioni in materia di integrazioni salariali straordinarie (Cigs) - I principali interventi riguardano: la razionalizzazione della disciplina concernente le causali di concessione del trattamento: nello specifico, viene previsto che l’intervento straordinario di integrazione salariale possa essere concesso per una delle seguenti tre causali: riorganizzazione aziendale (che riassorbe le attuali causali di ristrutturazione, riorganizzazione o conversione aziendale); crisi aziendale, ad esclusione, a decorrere dal 1° gennaio 2016, dei casi di cessazione dell’attività produttiva dell’azienda o di un ramo di essa. Viene previsto, tuttavia, che può essere autorizzata, per un limite massimo di 6 mesi e previo accordo stipulato in sede governativa, entro il limite di spesa di 50 milioni di euro per ciascuno degli anni 2016, 2017 e 2018, una prosecuzione della durata del trattamento di Cigs, qualora all’esito del programma di crisi aziendale l’impresa cessi l’attività produttiva e sussistano concrete prospettive di rapida cessione dell’azienda e di un conseguente riassorbimento occupazionale); contratto di solidarietà: pertanto, gli attuali contratti di solidarietà di tipo “A”, previsti per le imprese rientranti nell’ambito di applicazione della Cigs, diventano una causale di quest’ultima; l’introduzione della previsione che per le causali di riorganizzazione aziendale e crisi aziendale possano essere autorizzate sospensioni del lavoro soltanto nel limite dell’80% delle ore lavorabili nell’unità produttiva nell’arco di tempo di cui al programma autorizzato; e ciò, al fine di favorire la rotazione nella fruizione del trattamento di Cigs; questa disposizione non opera per un periodo transitorio di 24 mesi dall’entrata in vigore del decreto; la revisione della durata massima della Cigs e dei contratti di solidarietà; nello specifico: per la causale di riorganizzazione aziendale viene confermata l’attuale durata massima di 24 mesi per ciascuna unità produttiva, eliminando però la possibilità, attualmente prevista, di concedere le c.D. “proroghe complesse” (ossia due proroghe della durata massima di 12 mesi ciascuna); per la causale di crisi aziendale viene confermata la durata massima di 12 mesi; per la causale di contratto di solidarietà viene confermata, rispetto agli attuali contratti di solidarietà di tipo “A”, la durata massima di 24 mesi. Tale durata può essere estesa a 36 mesi, in quanto viene previsto che la durata dei trattamenti per la causale di contratto di solidarietà, entro il limite di 24 mesi nel quinquennio mobile, sia computata nella misura della metà. Oltre tale limite, la durata di tali trattamenti viene computata per intero. Disposizioni in materia di fondi di solidarietà bilaterali - I principali interventi riguardano: la previsione dell’obbligo di estendere i fondi di solidarietà bilaterali per tutti i settori che non rientrano nell’ambito di applicazione delle integrazioni salariali ordinarie o straordinarie, in relazione alle imprese che occupano mediamente più di 5 dipendenti (attualmente l’obbligo è previsto in relazione alle imprese che occupano mediamente più di 15 dipendenti);la previsione che, a decorrere dal 1° gennaio 2016, il fondo di solidarietà residuale (ossia il fondo che opera per tutti i settori i quali, oltre a non rientrare nell’ambito di applicazione delle integrazioni salariali ordinarie o straordinarie, non abbiano costituito fondi di solidarietà bilaterali) assume la denominazione di Fondo di Integrazione Salariale ed è soggetto a una nuova disciplina. Gli aspetti salienti di tale nuova disciplina sono i seguenti: rientrano nell’ambito di applicazione del Fondo di integrazione Salariale i datori di lavoro che occupano mediamente più di 5 dipendenti (attualmente, invece, rientrano nell’ambito di applicazione del fondo di solidarietà residuale i datori di lavoro che occupano mediamente più di 15 dipendenti), a fronte del pagamento di un’aliquota dello 0,45% della retribuzione a partire dal 2016 (per le imprese oltre i 15 dipendenti, l’aliquota sarà dello 0,65%). Il Fondo di Integrazione Salariale garantisce, a decorrere dal 1° gennaio 2016, l’erogazione di una nuova prestazione, ossia l’assegno di solidarietà. Si tratta di una integrazione salariale corrisposta - per un periodo massimo di 12 mesi in un biennio mobile - ai dipendenti di datori di lavoro che stipulano con le organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative accordi collettivi aziendali che stabiliscono una riduzione dell’orario di lavoro, al fine di evitare o ridurre le eccedenze di personale o di evitare licenziamenti plurimi individuali per giustificato motivo oggettivo: tale nuova prestazione sostituisce i contratti di solidarietà di tipo “B”, ossia quelli stipulati dalle imprese non rientranti nell’ambito di applicazione della Cigs. I datori di lavoro che occupano mediamente più di 5 e fino a 15 dipendenti possono richiedere l’assegno di solidarietà per gli eventi di sospensione o riduzione di lavoro verificatisi a decorrere dal 1° luglio 2016; nel caso di lavoratori che occupano mediamente più di 15 dipendenti, il Fondo di Integrazione Salariale garantisce l’ulteriore prestazione consistente nell’assegno ordinario, per una durata massima di 26 settimane in un biennio mobile, in relazione alle causali di riduzione o sospensione dell’attività lavorativa previste dalla normativa in materia di integrazioni salariali ordinarie (ad esclusione delle intemperie stagionali) e straordinarie (limitatamente alle causali per riorganizzazione e crisi aziendale); revisione della disciplina dell’assegno ordinario corrisposto dai fondi di solidarietà bilaterali: i fondi (diversi dal fondo di integrazione salariale) stabiliscono la durata massima della prestazione, non inferiore a 13 settimane in un biennio mobile e non superiore, a seconda della casuale invocata, alle durate massime previste per la Cigo e la Cigs (attualmente, invece, l’assegno ordinario, a prescindere dalla causale invocata, non può eccedere la durata massima prevista per la Cigo); introduzione di requisiti di competenza ed assenza di conflitto di interesse per gli esperti designati dalle organizzazioni sindacali dei datori di lavoro e dei lavoratori, quali membri dei comitati amministratori dei fondi di solidarietà bilaterali (ivi compreso il fondo di integrazione salariale); introduzione di requisiti di onorabilità per tutti i membri dei comitati amministratori del Fondo di Integrazione Salariale e dei fondi di solidarietà bilaterali; la previsione che, entro il 31 dicembre 2015, i fondi bilaterali cosiddetti puri, o alternativi al sistema sin qui descritto (quali il fondo bilaterale dell’artigianato) eroghino almeno una prestazione tra l’assegno ordinario per 13 settimane nel biennio o l’assegno di solidarietà per 26 settimane nel biennio, prevedendo un’aliquota di contribuzione al fondo dello 0,45% (diviso tra azienda e lavoratore secondo un accordo lasciato alle parti sociali). 5. Disposizioni per il riordino della normativa in materia di servizi per il lavoro e le politiche attive (decreto legislativo – esame preliminare) Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro del lavoro e delle politiche sociali Giuliano Poletti, ha approvato, in esame preliminare, un decreto legislativo recante diposizioni per il riordino della normativa in materia di servizi per il lavoro e di politiche attive ai sensi dell’articolo 1, comma 3, della legge 10 dicembre 2014, n. 183. Il decreto legislativo istituisce una Rete Nazionale dei servizi per le politiche del lavoro, coordinata dalla nuova Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro (Anpal), e formata dalle strutture regionali per le Politiche attive del Lavoro, dall’Inps, dall’Inail, dalle Agenzie per il lavoro e dagli altri soggetti autorizzati all’attività di intermediazione, dagli enti di formazione e da Italia Lavoro e Isfol. L’istituzione dell’Anpal avverrà senza nuovi oneri a carico della finanza pubblica. Tutte le risorse necessarie al suo funzionamento saranno infatti trasferite dal Ministero del lavoro e dall’Isfol, dei quali sarà effettuata una conseguente riorganizzazione. Il Ministero del lavoro fisserà linee di indirizzo triennali ed obiettivi annuali in materia di politiche attive e definirà i livelli minimi che le prestazioni devono avere su tutto il territorio nazionale. Per garantire i livelli essenziali di prestazioni in materia di servizi e politiche attive del lavoro, Ministero del lavoro, Regioni e Province autonome definiranno, un Piano finalizzato all’erogazione delle politiche attive mediante l’utilizzo coordinato di fondi (nazionali, regionali e del Fondo Sociale Europeo). Allo stesso scopo il Ministero del lavoro stipulerà, con ogni Regione e con le Province autonome, una convenzione per regolare i rapporti e gli obblighi concernenti la gestione dei servizi per l’impiego e delle politiche attive del lavoro. Il Ministero del lavoro controllerà quindi il rispetto dei livelli essenziali delle prestazioni su tutto il territorio nazionale e monitorerà le politiche occupazionali. Sarà istituito un Albo nazionale dei soggetti accreditati a svolgere funzioni in materia di politiche attive del lavoro, un Sistema informativo delle politiche del lavoro ed il fascicolo elettronico del lavoratore. All’istituzione dell’Albo provvederà l’Anpal. L’obiettivo è quello di valorizzare le sinergie tra soggetti pubblici e privati e di rafforzare le capacità di incontro tra domanda e offerta di lavoro. Sistema informativo e al fascicolo elettronico del lavoratore mirano ad una migliore gestione del mercato del lavoro e del monitoraggio delle prestazioni erogate. Per semplificare gli adempimenti per i datori di lavoro, si prevede che le comunicazioni di assunzione, trasformazione e cessazione dei rapporti di lavoro (comprese quelle relative alla gente di mare), dovranno essere effettuate in via telematica. Le informazioni del Sistema informativo rappresenteranno la base per la formazione del fascicolo elettronico del lavoratore, liberamente accessibile da parte degli interessati. Tutte le informazioni contenute nel Sistema informativo saranno messe a disposizione delle Regioni e delle Province. Ci sarà anche un Albo nazionale degli enti accreditati a svolgere attività di formazione professionale. Quanto ai Fondi interprofessionali e bilaterali che faranno anch’essi parte della Rete - l’Anpal eserciterà la vigilanza su di essi, riferendo al Ministero del Lavoro. In vista di un più efficace inserimento e reinserimento nel mercato del lavoro si prevede che Regioni e Province autonome costituiscano uffici territoriali, denominati Centri per l’impiego, per svolgere, nei confronti dei disoccupati, disoccupati parziali e soggetti a rischio di disoccupazione, attività di orientamento, ausilio, avviamento alla formazione e accompagnamento al lavoro. Viene definito lo stato di lavoratore disoccupato anche parziale e di lavoratore a rischio di disoccupazione. Gli appartenenti a queste categorie verranno assegnati ad una classe di profilazione, allo scopo di valutarne il livello di occupabilità e saranno convocati dai Centri per l’impiego per la stipula di un Patto di servizio personalizzato. Il Patto dovrà inoltre riportare la disponibilità del richiedente a partecipare a iniziative di carattere formativo, di riqualificazione o di politica attiva e ad accettare congrue offerte di lavoro. Per rafforzare la condizionalità delle erogazioni, la domanda di Aspi, Naspi o Dis-coll equivarrà a dichiarazione di immediata disponibilità del lavoratore, e sarà inserita nel Sistema informativo delle politiche attive e dei servizi per l’impiego. I beneficiari di prestazioni a sostegno del reddito, che non abbiano riottenuto una occupazione, saranno quindi chiamati a stipulare il Patto di servizio personalizzato. La sottoscrizione del Patto di servizio personalizzato sarà necessaria anche ai fini della concessione dell’Assegno di disoccupazione (Asdi). I beneficiari di prestazioni di sostegno al reddito che, senza giustificato motivo, non partecipano alle iniziative finalizzate a conseguirne l’inserimento o reinserimento nel mondo del lavoro saranno soggetti a sanzioni che vanno dalla decurtazione, alla sospensione o decadenza dalle prestazioni. Si prevede inoltre un Assegno di ricollocazione, a favore dei soggetti disoccupati, la cui disoccupazione ecceda i quattro mesi. La somma, graduata in funzione del profilo di occupabilità, sarà spendibile presso i Centri per l’impiego o presso i soggetti accreditati a svolgere funzioni e compiti in materia di politiche attive del lavoro. L’assegno non costituirà reddito imponibile. Ancora, i lavoratori titolari di strumenti di sostegno del reddito potranno essere chiamati a svolgere attività di servizio nei confronti della collettività nel territorio del Comune di residenza. L´utilizzo dei lavoratori in tali attività non determinerà l´instaurazione di un rapporto di lavoro. A questi lavoratori spetterà un importo mensile, pari all’assegno sociale, erogato dall’Inps. Si riordina infine la normativa in materia di incentivi all’occupazione con la previsione della istituzione, presso l’Anpal, di un Repertorio nazionale degli incentivi all’occupazione. Vengono definiti i principi generali di fruizione degli incentivi al fine di garantire un’omogenea applicazione; si provvede alla razionalizzazione di quelli relativi ai contratti di apprendistato per la qualifica, il diploma e la specializzazione professionale e di alta formazione e ricerca. 6. Disposizioni di razionalizzazione e semplificazione delle procedure e degli adempimenti a carico di cittadini e imprese e altre disposizioni in materia di rapporto di lavoro e pari opportunità (decreto legislativo – esame preliminare) Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro del lavoro e delle politiche sociali Giuliano Poletti, ha approvato, in esame preliminare, un decreto legislativo recante diposizioni di razionalizzazione e semplificazione delle procedure e degli adempimenti a carico di cittadini e imprese e altre disposizioni in materia di rapporto di lavoro e pari opportunità in attuazione della legge 10 dicembre 2014, n. 183. Le disposizioni contenute nel decreto possono essere suddivise in tre gruppi fondamentali. Il primo concerne la semplificazione delle procedure e degli adempimenti a carico di cittadini e imprese; il secondo i rapporti di lavoro; il terzo le pari opportunità. Semplificazioni procedure e adempimenti a) Razionalizzazione e semplificazione dell’inserimento mirato delle persone con disabilità. Le linee caratterizzanti l’intervento riguardano: la possibilità per i datori di lavoro privati di assumere i lavoratori con disabilità mediante la richiesta nominativa, la stipula di convenzioni e l’assunzione diretta. Viene altresì introdotta la possibilità di computare nella quota di riserva i lavoratori disabili che abbiano una riduzione della capacità lavorativa di una certa entità anche se non assunti tramite le procedure del collocamento mirato; l’integrale revisione della procedura di concessione dell’incentivo per le assunzioni dei disabili, prevedendo la corresponsione diretta e immediata dell’incentivo al datore di lavoro da parte dell’Inps mediante conguaglio nelle denunce contributive mensili. B) Razionalizzazione e semplificazione in materia di costituzione e gestione del rapporto di lavoro. I principali interventi riguardano: la tenuta, a decorrere dal 1° gennaio 2017, del libro unico del lavoro in modalità telematica presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali; la previsione che tutte le comunicazioni in materia di rapporti di lavoro, collocamento mirato, tutela delle condizioni di lavoro, incentivi, politiche attive e formazione professionale, ivi compreso il nulla osta al lavoro subordinato per cittadini extracomunitari nel settore dello spettacolo, siano effettuate esclusivamente in via telematica mediante modelli semplificati; il potenziamento della Banca dati politiche attive e passive; l’abolizione dell’autorizzazione al lavoro all’estero e la semplificazione del collocamento della gente di mare. C) Razionalizzazione e semplificazione in materia di salute e sicurezza sul lavoro e di assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali. Le principali modifiche riguardano: la revisione della composizione del Comitato per l’indirizzo e la valutazione delle politiche attive e per il coordinamento nazionale delle attività di vigilanza in materia di salute e sicurezza sul lavoro, al fine di semplificare e snellire le procedure di designazione dei membri; la riduzione dei componenti della Commissione consultiva permanente per la salute e sicurezza sul lavoro, l’introduzione di una nuova procedura di ricostituzione della Commissione e un aggiornamento delle funzioni ad essa istituzionalmente attribuite; la messa a disposizione al datore di lavoro, da parte dell’Inail, anche in collaborazione con le aziende sanitarie locali per il tramite del Coordinamento Tecnico delle Regioni, di strumenti tecnici e specialistici per la riduzione dei livelli di rischio; lo svolgimento diretto da parte del datore di lavoro dei compiti di primo soccorso, nonché di prevenzione degli incendi e di evacuazione, anche nelle imprese o unità produttive che superano i cinque lavoratori; il miglioramento del processo di acquisizione delle informazioni necessarie per il calcolo del premio assicurativo attraverso la realizzazione di un apposito servizio sul portale dell’Inail; la trasmissione all’Inail del certificato di infortunio e di malattia professionale esclusivamente per via telematica, con conseguente esonero per il datore di lavoro; la trasmissione all’autorità di pubblica sicurezza delle informazioni relative alle denunce di infortunio mortali o con prognosi superiore a trenta giorni a carico dell’Inail, esonerando il datore di lavoro; l’abolizione dell’obbligo di tenuta del registro infortuni, anticipando la soppressione dell’obbligo, connessa, nelle intenzioni del legislatore, alla emanazione del decreto interministeriale istitutivo del Sistema informativo nazionale per la prevenzione nei luoghi di lavoro (Sinp). D) Revisione delle sanzioni in materia di lavoro e legislazione sociale. I principali interventi riguardano: la modifica alla c.D. Maxisanzione per il lavoro “nero” con l’introduzione degli importi sanzionatori “per fasce”, anziché legati alla singola giornata di lavoro irregolare e la reintroduzione della procedura di diffida, che consente la regolarizzazione delle violazioni accertate. La regolarizzazione è subordinata al mantenimento al lavoro del personale “in nero” per un determinato periodo di tempo; la modifica al c.D. Provvedimento di sospensione dell’attività imprenditoriale, favorendo una “immediata eliminazione degli effetti della condotta illecita, valorizzando gli istituti di tipo premiale”; si chiariscono le nozioni di omessa registrazione e infedele registrazione sul libro unico del lavoro e si modifica il regime delle sanzioni; si modificano le sanzioni in materia di consegna del prospetto paga; si elimina l’obbligo, nell’ambito dei cantieri edili, di munire “il personale occupato di apposita tessera di riconoscimento corredata di fotografia, contenente le generalità del lavoratore e l’indicazione del datore di lavoro”. Disposizioni in materia di rapporto di lavoro - I principali interventi riguardano: la revisione della disciplina dei controlli a distanza del lavoratore; la possibilità per i lavoratori di cedere, a titolo gratuito, ai lavoratori dipendenti dallo stesso datore di lavoro, che svolgono mansioni di pari livello e categoria, i riposi e le ferie maturati, con esclusione dei giorni di riposo e di ferie minimi garantiti dalla legge, al fine di assistere i figli minori che, per le particolari condizioni di salute, hanno bisogno di assistenza e cure costanti da parte dei genitori; l’introduzione con decreto ministeriale, per i lavoratori del settore privato, di ipotesi di esenzione dal rispetto delle fasce di reperibilità in caso di malattia, così come avviene per i lavoratori del settore pubblico; l’introduzione di modalità semplificate per effettuare le dimissioni e la risoluzione consensuale del rapporto di lavoro, esclusivamente con modalità telematiche su appositi moduli resi disponibili dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali attraverso il sito istituzionale. Disposizioni in materia di pari opportunità - I principali interventi riguardano: la revisione dell’ ambito territoriale di riferimento delle consigliere di parità provinciali in vista della soppressione delle province; la modifica della composizione e delle competenze del Comitato nazionale di parità; la modifica delle competenze e della procedura di designazione e nomina delle consigliere, semplificando l’iter di nomina e superando le incertezze dovute alla precedente formulazione; l’introduzione del principio secondo cui per le consigliere di parità non trova applicazione lo spoil system di cui all’art. 6, comma 1, della legge n. 145/2002; la ridistribuzione fra gli enti interessati degli oneri per il sostegno alle attività delle consigliere; l’introduzione della Conferenza nazionale delle consigliere di parità, per rafforzare e accrescere l´efficacia della loro azione, e consentire lo scambio di informazioni, esperienze e buone prassi. La Conferenza sostituisce la Rete delle consigliere e opera senza oneri per la finanza pubblica. Spazio Unico Europeo Per Il Trasporto Ferroviario - Recepimento della direttiva del parlamento europeo e del Consiglio che istituisce uno spazio unico europeo per il trasporto ferroviario (decreto legislativo - rifusione – esame definitivo). Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti Graziano Delrio, ha approvato, in esame definitivo dopo aver acquisito il parere della Conferenza Stato – Regioni e delle Commissioni parlamentari competenti, un decreto legislativo di attuazione della direttiva 2012/34/Ue del Parlamento europeo e del Consiglio europeo del 21 novembre 2012, che istituisce uno spazio ferroviario europeo unico abrogando, contestualmente, il decreto legislativo 8 luglio 2003, n. 188, che recava l’attuazione della direttiva 2001/12/Ce, della direttiva 2001/13/Ce e della direttiva 2001/14/Ce in materia ferroviaria. In linea con l’obiettivo comunitario di agevolare il trasporto ferroviario tra gli Stati membri dell’Unione europea, promuovendo lo sviluppo della competizione e la libera circolazione di persone e merci, il decreto declina i principi di: autonomia e indipendenza gestionale, amministrativa e contabile delle imprese ferroviarie; indipendenza delle funzioni essenziali del gestore dell’infrastruttura relative alla determinazione e riscossione dei canoni e all’assegnazione di capacità dell’infrastruttura; libertà di accesso al mercato dei trasporti di merci e di passeggeri per ferrovia da parte delle imprese ferroviarie a condizioni eque, non discriminatorie e trasparenti e tali da garantire lo sviluppo della concorrenza nel settore ferroviario, ponendo particolare riguardo alla tutela degli investimenti pubblici ed alla necessità di garantire una maggiore partecipazione degli stakeholders circa l’uso, la disponibilità e lo sviluppo dell’infrastruttura ferroviaria. Efficienza Energetica Attuazione della direttiva europea in materia di efficienza energetica (decreto legislativo – esame preliminare) - Il Consiglio dei Ministri ha approvato, su proposta del Presidente e dei Ministri dello sviluppo economico Federica Guidi e dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare Gian Luca Galletti, un decreto legislativo finalizzato a sanare tutti rilievi evidenziati dalla Commissione europea nella procedura di infrazione n. 2014/2284 in materia di efficienza energetica, concernenti prescrizioni non già previste nell’ordinamento giuridico nazionale vigente. Quasi tutte le norme introdotte dal provvedimento sono meramente ordinamentali, come l’introduzione di alcune definizioni, o procedurali. Valle D’aosta: Trasferimento Di Funzioni Su Incentivi Alle Imprese - Norma di attuazione dello statuto speciale della regione autonoma Valle D’aosta/vallée in materie di incentivi alle imprese (decreto legislativo) Il Consiglio dei Ministri ha approvato una norma di attuazione dello Statuto speciale della Regione autonoma della Valle D’aosta/vallée, predisposta dalla apposita Commissione paritetica, che trasferisce alla Regione tutte le funzioni amministrative in materia di incentivi, agevolazioni e servizi reali alle imprese esercitate sia da organi centrali e periferici dello Stato sia da enti ed istituti pubblici a carattere nazionale ed interregionale. Ha partecipato alla discussione di questo punto dell’ordine del giorno il Presidente della Regione, Augusto Rollandin. Movimento Prefetti - Varratta dott. Luigi da Firenze, è destinato a svolgere le funzioni di Capo del Dipartimento per le politiche del personale dell´amministrazione civile e per le risorse strumentali e finanziarie. Giuffrida dott. Alessio da Cagliari, è destinato a svolgere le funzioni di Prefetto di Firenze.  
   
   
FIRENZE, ENTI LOCALI, NARDELLA: "L´APPROVAZIONE DEL DECRETO LEGGE È UN GRANDE PASSO AVANTI DEL GOVERNO" NOVITÀ CHE INTERESSANO LE CITTÀ METROPOLITANE  
 
 Firenze, 15 giugno 2015 - "Il decreto legge è un grande passo in avanti della politica del governo verso gli enti locali. Vi sono molte misure che i sindaci potranno utilizzare da domani per sostenere gli investimenti su progetti concreti che stanno a cuore ai cittadini come le infrastrutture, la viabilità, le scuole, con misure di allentamento del Patto di stabilità interno che in questi anni ha mortificato la crescita. Bene il decreto anche sugli incentivi connessi alla vendita del patrimonio pubblico e sulle novità che interessano le Città metropolitane". Lo ha detto il sindaco Dario Nardella commentando l´approvazione in Consiglio dei ministri del decreto sugli Enti locali.  
   
   
CORTE DEI CONTI, FASSINO E NARDELLA: "COMUNI FONDAMENTALI PER LA FINANZA PUBBLICA" LA RIPRESA ECONOMICA MUOVE DALLE CITTÀ, VERI E PROPRIO MOTORI DELLA CRESCITA  
 
Roma, 15 giugno 2015 - "Ancora una volta, anche per il 2014, il Rapporto sul coordinamento della finanza pubblica predisposto dalla Corte dei Conti evidenzia come il contributo dei Comuni sia stato fondamentale per il conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica. Il comparto è in avanzo significativo e ha dato un contributo di 1,7 mld maggiore del previsto". E´ quanto dichiara il presidente dell´Anci, Piero Fassino, commentando il Rapporto 2015 sulla finanza pubblica presentato a Roma dalla Corte dei Conti. "La spesa complessiva dei Comuni – spiega Fassino – è in graduale flessione e la Corte dei Conti stima che nel 2017 tornera’ addirittura al dato fatto registrare nel 1998. Tutto questo – evidenzia Fassino – sta a dimostrare che i Comuni hanno saputo garantire piu’ funzioni, ma con una spesa uguale o addirittura minore. E questo vuol dire che la loro spending review i Comuni la hanno gia’ fatta’’. Fassino sottolinea poi la prosecuzione di quel trend – evidenziato anche dalla Corte dei Conti - che vede ormai da anni in costante contrazione la spesa per gli investimenti locali. "Spero – afferma – che questo dato spinga il Governo ad allentare ulteriormente, già nel decreto che dovrà essere emanato stasera, spazi finanziari per interventi a favore dell’occupazione e dello sviluppo per i Comuni e le Citta’ metropolitane che hanno risorse disponibili". Oltre al presidente Fassino è intervenuto sul tema anche il coordinatore delle Città metropolitane Anci, Dario Nardella, che ha partecipato in rappresentanza dei Comuni alla presentazione dei Rapporto. "Bisogna essere consapevoli ha detto - che la ripresa economica muove dalle Città, veri e proprio motori della crescita in cui sono localizzate le attività economiche a maggior portata innovativa e tecnologica: questa tendenza, comune in tutta Europa, va assecondata con interventi opportuni”. Lo afferma il sindaco di Firenze e delegato Anci alle Città metropolitane, Dario Nardella, che oggi è intervenuto alla presentazione del Rapporto 2015 sul coordinamento della Finanza pubblica, redatto dalla Corte dei Conti. Ricordando la drastica riduzione di risorse subita dal comparto dei Comuni anche nel 2014, Nardella riconosce che “le forti criticità dei vincoli imposti dal Patto di stabilità interno hanno finalmente trovato una significativa ma ancora non definitiva soluzione nelle scelte operate da questo Governo con la legge di stabilità. Voglio ricordare l’importante allentamento riconosciuto al comparto dei Comuni, circa il 60% rispetto agli obiettivi del 2014. Questo è un risultato importante assicurato anche grazie all’azione dell’Anci e al riconoscimento della necessità di arrivare progressivamente al superamento dell’attuale logica del Patto di stabilità interno. Il nostro auspicio - afferma Nardella - è che Governo e Parlamento continuino su questa strada. Spero che il 2016 sia l’anno decisivo per il totale superamento dei vincoli del Patto di stabilità, grazie all’introduzione di meccanismi che premino gli sforzi virtuosi operati dalla stragrande maggioranza dei Comuni. Sono consapevole che la sfida si gioca in primo luogo in sede europea, e tutti i Sindaci sono al fianco del Governo in questa battaglia”. Nel suo intervento, Nardella si è concentrato in modo particolare su alcune “sfide” che i Comuni si troveranno ad affrontare già dal prossimo anno. Innanzitutto quella della contabilità armonizzata: “I Comuni – ricorda Nardella - hanno compiuto in via sperimentale negli anni passati e dal 2015 uno sforzo storico per applicare le nuove regole contabili. Io credo che bisogna dare atto dell’operazione in corso, accompagnarla con strumenti e meccanismi di gradualità e flessibilità, per scongiurare il rischio di crisi finanziaria degli enti”. Con il nuovo sistema contabile ci si muove “nella direzione di bilanci omogenei, confrontabili e aggregabili, con la caratteristica di fornire un’individuazione corretta dei debiti dei sotto-settori della Pa. Al contempo però – rimarca Nardella - il divieto di finanziamento del bilancio col debito, in sostanza imposto dalle nuove norme, limita ancora in modo drastico lo spazio per investimenti pubblici degli enti territoriali, con notevole pregiudizio per l’accumulazione del capitale sociale e la crescita economica. Esistono procedure per rendere disponibili ulteriori spazi finanziari a favore dei Comuni, ma le procedure di assegnazione di questi spazi – sottolinea l’esponente dell’Anci – devono essere rese più operative”. Riguardo poi la “sfida” delle Città metropolitane, Nardella spiega che “devono ancora essere delineati con precisione i rapporti tra Regioni, Città metropolitane, Aree vaste (ancora da definire) e Unioni di comuni. Così come deve essere definita una specifica finanza delle Città metropolitane, in particolare individuando fonti autonome di entrata, siano esse tributarie o extra-tributarie”. Nardella auspica inoltre che “il Governo applichi il criterio dei fabbisogni standard anche nel riparto degli obiettivi del Patto di stabilità interno: le Città metropolitane hanno maggiori funzioni, e devono di conseguenza poter avere gli spazi finanziari necessari per operare tutti gli interventi di sviluppo e crescita per i propri territori. Sulle aziende partecipate, poi, l’esponente dell’Anci ricorda che “la legge di stabilità 2015 è intervenuta definendo una serie di incentivi alle dismissioni e alle aggregazioni, ma una certa rigidità nei confronti delle aziende in-house potrebbe rendere più difficile la riorganizzazione e gli accorpamenti’’. Rispetto al lavoro e ai rapporti con la Corte dei Conti, infine, Nardella esprime l’auspicio che “venga rafforzato il ruolo della Sezione centrale delle Autonomie: l’attribuzione di un potere in via successiva di risoluzione dei conflitti fra gli orientamenti delle singole sezioni regionali – rimarca Nardella - spesso non risolve gravi criticità. Il tutto al fine di garantire maggiormente l’uniformità dell’ordinamento giuridico. Per questo si potrebbe impostare un meccanismo virtuoso per cui, sulle grandi e generali questioni che interessano tutti gli 8 mila Comuni e le Città metropolitane, le singole sezioni regionali si astengano dal rilasciare pareri, rimettendo la questione alla Sezione centrale delle Autonomie”.  
   
   
CALABRIA: PUBBLICATI SUL BUR DUE REGOLAMENTI  
 
Catanzaro, 15 giugno 2015 - Pubblicati sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria due importanti regolamenti regionali approvati dalla Giunta regionale e fortemente voluti dal presidente della Regione, Mario Oliverio,che riguardano l’Istituzione dell’Albo Regionale delle imprese forestali e la gestione dei boschi governati a ceduo. "Si tratta –ha affermato con soddisfazione il Governatore della Calabria- di due provvedimenti importantissimi dal punto di vista della sburocratizzazione e della semplificazione amministrativa, che danno la giusta e doverosa attenzione ad un patrimonio forestale come il nostro che, per troppo tempo, è stato trascurato e abbandonato a se stesso. Attraverso la riduzione dei tempi delle procedure e l’eliminazione di una serie di passaggi burocratici inutili che, fino ad oggi, hanno gravato non poco sulle aziende forestali e sugli stessi enti pubblici, intendiamo invertire una tendenza negativa onsolidata ed attuare una nuova ed efficace politica di valorizzazione del bosco edella montagna. Con l´introduzione della Scia (Segnalazione certificata di inizio attività) vengono, infatti, semplificate al massimo le procedure amministrative da adottare nell´ambito dei Piani di gestione forestale e delle misure del Psr (Programma di Sviluppo Rurale), con il quale sosterremmo fortemente le attività di questo settore. Grazie anche alle risorse comunitarie del Psr ci adopereremo affinché la nostra filiera bosco-legno diventi interamente calabrese. Sarebbe davvero un peccato continuare a non sfruttare le potenzialità del nostro legname che è di ottima qualità e per il quale puntiamo ad ottenere una appositacertificazione. Lo stesso discorso riguarda anche tutte le professionalità impegnate in questo settore che vogliamo valorizzare attraverso una formazione adeguata e ponendo particolare attenzioneverso i giovani, ai quali questo comparto può offrire grandi opportunità". “La valorizzazione delle nostre risorse boschive e delle nostre montagne –ha concluso il Presidente della Giunta regionale- occupa un posto importantissimo nella nostra agenda di governo che ha tra i suoi obiettivi principali quello di una gestione forestale sostenibile che tenga conto delle priorità ambientali a livello regionale, nazionale e comunitario. Allo stesso tempo puntiamo alla tutela del suolo e a fronteggiare i temibili rischi di dissesto idrogeologico, promuovendo la conservazione della preziosa biodiversità calabrese, la funzionalità degli ecosistemi forestali e la valorizzazione del paesaggio".  
   
   
DIRITTI UMANI, IL PRESIDENTE DELLA SARDEGNA, PIGLIARU INCONTRA TANA DE ZULUETA DELL´AGENZIA ONU RIFUGIATI PALESTINESI  
 
Cagliari, 15 Giugno 2015 - Un confronto sul tema dei rifugiati, la possibilità di promuovere in Sardegna iniziative di sensibilizzazione e di ospitare mostre e attività culturali sui diritti umani. Questo al centro del colloquio che si è svolto in viale Trento tra il presidente Francesco Pigliaru e Tana de Zulueta, presidente del Comitato nazionale dell’Unrwa, agenzia Onu che dal 1949 assiste i rifugiati palestinesi. La rappresentante dell’organizzazione internazionale ha riconosciuto quanto gli ambiti prioritari dell’azione politica della Regione si intreccino con le azioni quotidiane e sul campo dell’Agenzia e ha soprattutto apprezzato il ruolo espresso dalla Sardegna nei progetti di cooperazione euro-mediterranea. Il presidente Pigliaru ha valutato con molto interesse le ipotesi di collaborazione con l’organismo delle Nazioni Unite e di sostegno al suo mandato. Che, come ha spiegato il segretario generale dell’Unrwa, Marina Calvino, si esplica nel fornire servizi essenziali per la salute, l’educazione, lo sviluppo e la protezione degli oltre cinque milioni di rifugiati palestinesi nella Striscia di Gaza, in Giordania, Siria, Libano, Cisgiordania e Gerusalemme. Presente all’incontro il direttore generale dell’Ufficio dell’Autorità di gestione del programma Enpi Cbc, Anna Catte, la quale ha avuto modo di illustrare le opportunità offerte dal bando che sarà lanciato nel 2016 anche su temi come l’inclusione sociale e la lotta alla povertà, nell’ambito del Programma di cooperazione transfrontaliera che la Regione gestisce su delega della Commissione Europea.  
   
   
LAVORO: DATI INPS CONFERMANO PERCORSO POSITIVO FVG  
 
Udine, 15 giugno 2015 - "L´incremento delle assunzioni a tempo indeterminato 2015 su 2014, secondo i dati diffusi dall´Inps, risulta in Friuli-venezia Giulia, superiore alla media nazionale collocando la regione al primo posto, con un +75,3%; si tratta di un dato confortante che conferma il percorso positivo che abbiamo intrapreso e che intendiamo proseguire e potenziare con la nuova programmazione Por Fse 2014/2020. Ci permette, quindi, di guardare al futuro con la fiducia necessaria per arrivare ad un nuovo modello di uscita dalla crisi. Vogliamo che il Friuli Venezia Giulia sia una regione innovativa nella quale gli obiettivi di sostenibilità e competitività dello sviluppo possano essere raggiunti tramite la valorizzazione del lavoro competente e stabile". Lo ha sostenuto l´assessore regionale al Lavoro Loredana Panariti, in occasione del convegno dedicato a "Il Fondo Sociale Europeo nel Friuli Venezia Giulia, valutazioni e prospettive", svoltosi nell´Auditorium della Regione a Udine, che ha sancito la messa a regime della fase attuativa del Programma Operativo del Fondo Sociale Europeo per il periodo 2014/2020, approvato dalla Commissione europea lo scorso dicembre, all´interno del primo gruppo dei Programmi adottati. Il Fondo sociale europeo costituisce il principale strumento finanziario dell´Unione Europea per migliorare le possibilità di occupazione, rafforzare l´inclusione sociale, lottare contro la povertà, promuovere l´istruzione e la formazione permanente, elaborare politiche di inclusione attiva globali e sostenibili. Positivi i commenti dell´assessore Panariti sulla scorsa programmazione 2007/2013 "dove - ha indicato - la Regione ha lavorato con trasparenza, efficacia e capacità di spesa raggiungendo gli obiettivi" e ha rilevato che il contesto in Friuli Venezia Giulia è cambiato rispetto alla scorsa programmazione "la crisi lo ha modificato e oggi è forte la necessità della concentrazione ovvero individuare con più chiarezza gli obiettivi rispetto al passato anche per poterli meglio valutare e monitorare". Alcuni dati sono, poi, stati evidenziati dall´assessore sul nuovo Programma operativo, che come ha riferito verte sulla lotta alla disoccupazione e sull´inclusione sociale. "Abbiamo messo in campo - ha aggiunto - strumenti per poco oltre 98milioni di euro (98.121.527,00) in parte per il 2015, in parte sugli anni successivi, su un totale, nel periodo di riferimento (2014-2020) di 276.427.814,00 euro che saranno dedicati all´alta formazione, all´inserimento e reinserimento lavorativo e suddivisi tra gli assi prioritari di intervento". "Tra i tanti programmi specifici che metteremo in campo - ha concluso - ricordo la formazione per l´acquisizione della qualifica di operatore socio sanitario-Oss, le iniziative a favore di donne in uscita da percorsi di violenza e l´attenzione al mondo della ricerca e dell´alta formazione". "I numeri resi noti dall´Inps evidenziano con chiarezza che la nostra regione è prima per assunzioni a tempo indeterminato. Un incremento eloquente, un più 75,3% ben superiore alla media nazionale, che stacca di oltre 15 punti la seconda regione in graduatoria, l´Umbria al 59,4%. Questi numeri demoliscono senza bisogno di ulteriori commenti le osservazioni del consigliere Ciriani apparse oggi sulla stampa". Lo ha affermato l´assessore regionale al Lavoro, Loredana Panariti, a margine del convegno dedicato a "Il Fondo Sociale Europeo nel Friuli Venezia Giulia, valutazioni e prospettive", che si è tenuto oggi a Udine. "La scelta della Giunta regionale di incentivare solo le assunzioni a tempo indeterminato, infatti, coordinata con le politiche nazionali ha prodotto questo incremento positivo", ha precisato l´assessore, ricordando che "il Piano Pipol (Piano integrato di politiche per l´occupazione e per il lavoro), per metà dedicato ai giovani e per l´altra metà ai disoccupati di ogni età, intende proprio valorizzare il lavoro e accrescere le competenze delle persone in un contesto economico e sociale profondamente mutato". "Stiamo agendo - ha evidenziato Panariti - con il chiaro obiettivo di mettere al centro le persone e costruire insieme a loro un percorso di orientamento, formazione e inserimento. Le 1.393 persone che risultano aver avviato un contratto di lavoro dopo aver partecipato ai corsi di formazione o tirocini sono oltre il 37% dei partecipanti (3.750). Un risultato estremamente positivo, se pensiamo che molti dei corsi attivati erano riservati, così come da indicazioni europee, a persone molto lontane dal mondo del lavoro. Allo stesso modo oltre il 30% degli iscritti a Pipol risulta aver avviato un contratto di lavoro usufruendo anche dei nostri incentivi". "Sono dati che naturalmente vanno ancora approfonditi. Sono tuttavia convinta - ha concluso - che dimostrino con chiarezza come il nostro impegno sia, con risorse non illimitate, promuovere la buona occupazione e il tempo indeterminato. Evidentemente c´è chi continua a sostenere la diffusione del precariato".  
   
   
TRENTO: IL COLLOCAMENTO MIRATO TRA OBBLIGO E OPPORTUNITÀ  
 
Trento, 15 giugno 2015 - “Il collocamento mirato tra obbligo e opportunità” è il tema scelto da Agenzia del Lavoro per fare il punto sull’esperienza di anni di lavoro per quanto riguarda l’inserimento lavorativo delle persone diversamente abili, a distanza di quindici anni dall’entrata in vigore della legge che disciplina la materia. Se ne è parlato presso l´Aula Magna del Centro Istruzione Formazione della Fondazione Edmund Mach di San Michele All´adige. "E´ fondamentale - ha detto in apertura Michele Colasanto, presidente dell´Agenzia del Lavoro - ricordare che anche i lavoratori con disabilità sono innanzi tutto persone e che per tutti lavorare significa vivere pienamente il diritto di cittadinanza". Oltre ad analizzare l’applicazione delle norme in provincia di Trento, l’attenzione si è focalizzata sul fatto che l’inserimento al lavoro della persona diversamente abile può rappresentare un valore per l’azienda e non semplicemente il rispetto di un obbligo. Durante la mattinata sono quindi state presentate iniziative e servizi attuati da Agenzia del lavoro, quali la presa in carico della persona con disabilità e le attività di mediazione e tutoraggio, anche tramite il lavoro di rete con i Servizi Sociali e Sanitari del territorio. Mediazione, cambiamento, relazione, integrazione e conoscenza sono le parole chiave scelte per descrivere il collocamento mirato e l’incontro tra datore di lavoro e persona diversamente abile. Renata Magnago, dell’Agenzia del Lavoro, ha fatto il punto sull’attività svolta negli anni a favore dell’inserimento lavorativo delle persone diversamente abili nell’ottica della legge 68/99; legge che ha radicalmente cambiato l’approccio che da numerico e basato su mere graduatorie è passato ad un tipo di inserimento cosiddetto “mirato”, cioè valutato in base alle reali capacità personali e alla professionalità dei lavoratori diversamente abili. In quest’ottica la diversa abilità è diventata una potenzialità, non solo per il lavoratore, ma anche per l’azienda che rispettando l’obbligo di assunzione può inserire in organico persone fortemente motivate e capaci di ritagliarsi uno spazio produttivo. I dati a disposizione, è emerso, testimoniano che in provincia di Trento l’argomento è di grande importanza e che nel corso degli ultimi anni, nonostante la forte crisi economica e occupazionale che ha investito il mondo del lavoro, il numero delle persone con disabilità inserite nel mondo del lavoro è in costante aumento. Michelangelo Ravese, della Cisl Trentino, ha focalizzato l’attenzione sulla figura del Disability Manager che nel collocamento mirato può essere utile nella mediazione fra datore di lavoro e lavoratore. Guido Migliaccio, docente di Economia all’università del Sannio di Benevento, ha fatto una dettagliata analisi del valore anche economico oltre che sociale della disabilità. Simone Penasa, ricercatore della facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Trento, ha offerto una lettura normativa del fenomeno, anche alla luce dei principi costituzionali che sanciscono il diritto per una persona diversamente abile al lavoro, all’educazione e all’effettiva integrazione. Sono inoltre intervenuti Luca Arighi, direttore generale della Adige Spa di Levico Terme, Daniele Barbacovi dell’Ufficio Risorse Umane della Fondazione Mach e il consulente del lavoro Marco Giovanelli, portando la loro testimonianza di come sia possibile realizzare buoni interventi di collocamento mirato, rispettando l’interesse di tutti gli attori coinvolti.  
   
   
PIANETA LOMBARDIA: LAVORO CON CATALOGNA PER TURISMO E DESIGN  
 
Rho-pero/mi, 15 giugno 2015 - "Con la Catalogna collaboriamo nei Quattro Motori per l´Europa e abbiamo approfondito, nell´incontro a ´Pianeta Lombardia´, percorsi comuni per turismo, design e Smart cities. Nell´incontro con la Generalitat catalana abbiamo concordato iniziative di collaborazione che partiranno già nei prossimi giorni". L´ha detto l´assessore al Commercio, Turismo e Terziario di Regione Lombardia Mauro Parolini dopo l´incontro con la delegazione catalana, guidata dal ministro regionale al Business e Lavoro Felip Puig. Condivisione Best Practices - "Ho sottolineato al ministro Puig - ha detto l´assessore Parolini - che Regione Lombardia, nell´ambito dei Quattro Motori per l´Europa, è interessata a sviluppare progetti turistici comuni e a condividere le best practices, così da migliorare la reciproca offerta nel settore, avendo anche la Catalogna eccellenze e offerte turistiche di alto livello come quelle lombarde". Nuovo Testo Unico Turismo - "Ho spiegato - ha aggiunto - che l´otto luglio è prevista l´approvazione, in Consiglio regionale, del nuovo Testo Unico in materia di turismo e il ministro Puig ha manifestato l´intenzione di rivedersi dopo il varo di queste norme, per predisporre percorsi di turismo e di attrattività che uniscano le migliori esperienze lombarde e catalane". Design, ´Compasso D´oro´ Un Po´ Catalano - "Sul fronte del design e della moda - ha spiegato l´assessore - la Lombardia ospita l´esperienza del premio ´Compasso d´oro´, il più prestigioso riconoscimento nel settore del design, che si avvia alla sua internazionalizzazione e una iniziativa specifica per i giovani under 35 denominata ´Design competition´, che potrà essere condivisa con gli amici catalani". Malpensa Nostra Eccellenza Per Smart Cities - "Lombardia e Catalogna - ha detto l´assessore Parolini - sono le realtà di punta sulle smart cities. Come Regione vantiamo, a Malpensa, un progetto innovativo nella gestione delle merci, che facilita passaggio e controllo dei materiali con grandi benefici per le aziende, e vorremmo mettere in comune questo in un percorso virtuoso che coinvolga le nostre due Regioni". "Cammini comuni - ha concluso -, che auspichiamo riguardino anche i protocolli per il wifi e la connessione digitale, rendendo sempre più le nostre realtà autenticamente ´smart´".  
   
   
LAVORO: COMITATO DI SORVEGLIANZA - PROGRAMMAZIONE 2014-2020: STABILITI GLI AMBITI E LE RISORSE SU CUI LA REGIONE PIEMONTE POTRA´ INVESTIRE  
 
Torino, 15 giugno 2015 - Ammonteranno a circa 2 miliardi di euro le risorse derivanti dal Fesr e Fse che la Regione potrà utilizzare per la nuova programmazione del Por 2014- 2020. In particolare il Piemonte potrà disporre di 965 milioni per ognuno dei fondi europei da investire in materia di Innovazione, ricerca, competitività per le imprese e occupazione. Questi i temi sui quali ha relazionato il Comitato di Sorveglianza riunitosi presso la Palazzina di Caccia di Stupinigi. “Con la nuova programmazione dei fondi europei - ha dichiarato Giuseppina De Santis, assessore regionale alle Attività produttive - abbiamo provato a introdurre elementi di novità rispetto al passato, consapevoli dell’importanza di dover lavorare sulla qualificazione del mondo produttivo. Abbiamo la necessità di essere operativi ed efficaci, usando in modo concreto le risorse. La nostra azione nei prossimi anni sarà ispirata alla capacità di trasparenza, di competitività e di riduzione dei costi. Saremo dunque selettivi negli interventi da mettere in atto”. “Abbiamo ritenuto necessario, anche su impulso della Commissione Europea - ha dichiarato l´assessore all´Istruzione, Lavoro, Formazione professionale Gianna Pentenero- assegnare alle politiche in favore dei giovani la quota maggioritaria di risorse rese disponibili dal cofinanziamento Fse per la programmazione 2014-2020. Così come continueremo ad investire sul sistema educativo, anche alla luce dei miglioramenti ottenuti nell’ambito del programma Europa 2020. È stato infatti registrato in questi ultimi anni un incremento di oltre 4 punti percentuali nel tasso di istruzione terziaria tra i soggetti di 30-34 anni (da 19,9% del 2010 al 24,2 del 2014)e, per contro, una riduzione di ben 5 punti percentuali della dispersione scolastica (da 17,6% del 2010 al 12,7 del 2014)”. “Risulterà fondamentale - ha concluso l’assessora alle Pari opportunità Monica Cerutti - operare in favore dell’incremento della partecipazione al mercato del lavoro delle donne, questo permetterà di incrementare del 7 per cento il Pil nazionale. Donne, giovani e migranti, possono essere agenti di cambiamento nella nostra regione. La linea è dunque quella di pensare a progettualità comuni e azioni di sistema specifiche ma in una logica universale: trasversalità e mainstreaming”.  
   
   
TRENTINO: FORZE LAVORO IN DIMINUZIONE NEL PRIMO TRIMESTRE 2015.  
 
Trento, 15 giugno 2015 - L’istat ha diffuso i dati sull’occupazione e sulla disoccupazione relativi al primo trimestre 2015 (gennaio-marzo). Il mercato del lavoro provinciale mostra una contrazione sia delle forze lavoro che dell’occupazione e un aumento della disoccupazione. In questa fase di riavvio del ciclo economico la dinamica del mercato locale del lavoro presenta dunque ancora un certo ritardo, facendo emergere peraltro valori "in chiaroscuro". Accanto a dati negativi, compaiono infatti altri indicatori, sia quantitativi che qualitativi, di segno diverso. "Sono dati campionari, rilevati su intervalli di tempo molto brevi - sottolinea il vicepresidente e assessore allo sviluppo economico e lavoro Alessandro Olivi - Li guardiamo con attenzione anche se non è detto fotografino una tendenza o un ciclo. Infatti se li confrontiamo con quelli amministrativi, cioè quelli reali, non a campione, notiamo che nei primi 3 mesi dell´anno il Trentino è in testa alle performance nazionali per quanto riguarda le assunzioni a tempo indeterminato. Cosa vuol dire? Che in questa fase le imprese cercano di stabilizzare i dipendenti precari o a tempo determinato. Non assumono ex-novo, ma stabilizzano i lavoratori che già sono alle loro dipendenze con contratti atipici o comunque non a tempo indeterminato. Perché allora cresce la disoccupazione? Perché essa non è dovuta a licenziamenti, a cessazioni di rapporti di lavoro in essere, ma ad un numero crescente di persone inattive che cercano di entrare o rientrare dopo molto tempo nel mercato del lavoro, e che ancora il ciclo economico non consente di assorbire. Anche la cassa integrazione sta calando. Anche da questo vediamo che molte imprese anziché assumere nuovi lavoratori riassumono quelli che già avevano alle proprie dipendenze. E´ importante sottolineare infine che cala in maniera significativa il settore dei servizi: servizi alle imprese, alla persona, ma anche nella pubblica amministrazione e nel lavoro autonomo. Cosa fare, quindi? Innanzitutto avviare gli strumenti che abbiamo previsto, come il Fondo di solidarietà territoriale, per attutire le perdite nel settore delle microimprese, di cui abbiamo parlato l´altro giorno con il ministro Poletti. Ci vuole poi un cambio di rotta nelle politiche dell´Agenzia del lavoro, concentrandoci di più nella creazione della rete di servizi e meno nella gestione dell´esistente. Un ragionamento altrettanto coraggioso va fatto per identificare nuovi focus di attività da parte di Trentino Sviluppo, apingendo sui settori che esprimono una domanda di lavoro. Infine, bisogna insistere sulla definizione della filiera scuola-lavoro e formazione". Ciò che emerge dai dati Istat - la rilevazione, in provincia di Trento, lo ricordiamo, è coordinata dall’Ispat (Istituto di statistica della provincia di Trento) - è in sostanza un mercato del lavoro fluido con occupati che entrano nell’inattività e inattivi che cercano un’occupazione. Infatti, la crescita su base annua dei disoccupati è quasi interamente imputabile a persone che entrano ex-novo nel mercato del lavoro. I nuovi disoccupati - prima inattivi - sono per metà uomini e per metà donne. Considerando la situazione di avvio di una ripresa economica, questi dati richiedono un monitoraggio attento per capire l’evoluzione nei prossimi mesi del mercato del lavoro che in questo momento appare ancora incerta. In Italia si assiste ad uno scenario diverso, in controtendenza rispetto al Trentino: rimangono stabili le forze di lavoro, aumenta l’occupazione e diminuiscono i disoccupati. I dati dell’indagine continua sulle forze di lavoro, a livello locale, mostrano insomma una situazione ancora di difficoltà. Altri indicatori del lavoro mostrano che stiamo avviandoci verso un clima relativamente più distensivo. Infatti, cassa integrazione guadagni, avviamenti, cessazioni, lavoratori in mobilità forniscono segnali incoraggianti. Dettagliando i risultati del primo trimestre 2015, si rileva che le forze di lavoro sono in diminuzione. Sono 247mila rispetto alle 250mila di un anno fa e del quarto trimestre 2014. Andamento analogo per l’occupazione. Gli occupati nel primo trimestre 2015 sono poco più di 227mila unità e, su base annua, calano di circa 5mila unità (-2%). Anche rispetto al quarto trimestre 2014 si registra una perdita di occupazione (circa 3mila lavoratori). Vediamo i dati settoriali: l’agricoltura aumenta gli occupati, stazionaria è la situazione nell’edilizia, mentre l’industria (in senso stretto) e, soprattutto, i servizi perdono lavoratori. L’industria dal secondo trimestre 2014 si è stabilizzata su poco meno di 60mila lavoratori. Le altre attività di servizio, invece, mostrano una contrazione su base annua di circa 7mila unità. Il commercio, alberghi e ristoranti mostrano una ripresa dell’occupazione (+2mila unità). Nel primo trimestre 2015 , su base annua, calano in modo più o meno simile sia i dipendenti che gli indipendenti. Sono sempre le altre attività dei servizi a rilevare le perdite maggiori: 3.800 tra gli indipendenti e 3.200 tra i dipendenti. I disoccupati, seppur in crescita su base annua, non sono aumentati rispetto all’ultimo trimestre del 2014 e si attestano attorno alle 20mila unità. La disoccupazione colpisce maggiormente gli uomini che non le donne e questo avviene sia nel confronto con il primo trimestre 2015 che con il quarto trimestre 2014. Era già stato osservato questo fenomeno durante il lungo e profondo periodo di crisi. Il confronto con il primo trimestre 2014 evidenzia che l’aumento su base annua dei disoccupati è quasi interamente imputabile a disoccupati ex-inattivi. Non vi sono variazioni significative tra i disoccupati ex-occupati e addirittura la situazione dei disoccupati senza esperienza di lavoro migliora. Gli inattivi hanno interrotto il trend regressivo e sono aumentati di circa 2mila unità su base annua equamente suddivisi fra uomini e donne. I nuovi dati impattano in modo negativo sui tassi che descrivono il mercato del lavoro. Il tasso di attività (15-64 anni) è passato dal 71,1% del primo trimestre 2014 al 70,5% del primo trimestre 2015; il tasso di occupazione (15-64 anni) dal 65,% al 64,6% e il tasso di disoccupazione dal 7,2% all’8,1%. In Italia i medesimi tassi hanno andamenti diversi anche se permane evidente la caratteristica distanza dalla situazione trentina. Il tasso di attività (15-64 anni) è rimasto invariato al 63,9% rispetto al primo trimestre 2014; il tasso di occupazione ha raggiunto il 55,5% (55,2% nel primo trimestre 2014) e il tasso di disoccupazione è pari al 13,0%, in calo dello 0,5%. Maggiori dettagli sull’andamento del mercato del lavoro sono disponibile sul sito dell’Ispat: (www.Statistica.provincia.tn.it )  
   
   
IMMIGRAZIONE: PRESIDENTE REGIONE VENETO “BLINDA” LE ATER. “ATTENTI AD ANOMALIE. RIGOROSO RISPETTO DELLE GRADUATORIE PER LA CASA PUBBLICA”.  
 
Venezia, 15 giugno 2015 - Com’è noto, il patrimonio di Edilizia Residenziale Pubblica (le cosiddette “case popolari”) è gestito in Veneto dalle Ater e viene assegnato sulla base di rigide graduatorie. In riferimento alle voci di possibili assegnazioni in deroga alle graduatorie o di requisizioni di questi alloggi per ospitare immigrati, il Presidente della Regione del Veneto ha inviato stamane una lettera a tutte le Ater della Regione, sollecitandole a porre la massima attenzione sulle procedure di assegnazione degli alloggi e ad attuare un rigorosissimo rispetto delle graduatorie. Il fenomeno immigratorio in atto, “Rischia di determinare gravi ripercussioni anche su taluni aspetti del sociale – scrive tra l’altro il Governatore nella lettera – tra i quali quello dell’emergenza abitativa, già notevolmente pressante sul nostro territorio”. “In tale contesto – scrive ancora il Presidente della Regione – ed al fine di non disattendere le legittime aspettative di coloro che, utilmente collocati nelle graduatorie comunali per l’assegnazione di un alloggio, sono in attesa di ricevere adeguata risposta alle proprie esigenze abitative, invito le Aziende a voler porre in essere la massima attenzione sulle procedure comunali di assegnazione degli alloggi pubblici”. “Nel rimanere in attesa di conoscere tempestivamente eventuali anomalie sulle procedure rilevate o su eventuali iniziative di altre Autorità che possano riguardare alloggi popolari sfitti – si conclude la missiva – ringrazio sin d’ora per la collaborazione, sicuramente rivolta a contrastare fenomeni di ingiustizia sociale e parzialità”.  
   
   
IMMIGRAZIONE, MARONI: UNICA SOLUZIONE SONO I CAMPI PROFUGHI IN LIBIA  
 
 Milano, 15 giugno 2015 - "Nei primi cinque mesi del 2011, in seguito alla ´Primavera araba´, erano arrivati qui 40.000 clandestini, in questo 2015 ne sono arrivati più di 200.000. Io, allora, come ministro dell´Interno, mi ero battuto e da luglio 2011 non ne sono arrivati più, perché ho bloccato le partenze, facendo accordi con i Governi dei Paesi da cui partivano, e ho fatto rimandare indietro i barconi. Bisogna fare questo, lavorare per fermare i flussi. Il Governo si rivolga alle Nazioni unite e chieda che mandino i Caschi blu a gestire questa enorme emergenza umanitaria, con 500.000 disperati pronti a partire. Bisogna mandare lì i Caschi blu e fare i campi profughi per trattenerli lì e non farli partire. Questa è l´unica soluzione". Lo afferma il presidente di Regione Lombardia Roberto Maroni. Sollevato Problema Che Governo Non È In Grado Di Risolvere - "Sull´immigrazione - presegue Maroni - c´è un problema, e che il problema c´è basta andare in giro per le città, nelle stazioni, alla Centrale a Milano, per rendersene conto, per questo ho semplicemente sollevato un problema e ho invitato il Governo a risolverlo. Io e i miei colleghi governatori Zaia e Toti abbiamo semplicemente sollevato un problema che questo Governo è incapace di risolvere. Non è pensabile che tocchi a noi governatori o ai sindaci gestire un´emergenza che il Governo è incapace di affrontare".  
   
   
IMMIGRAZIONE, MARONI: IN ITALIA GESTIONE INDEGNA  
 
Milano, 15 giugno 2015 - "Voglio fare quello che fa Renzi. Con la sua proposta di agire sul Patto di Stabilità mi ha dato una buona idea. Mi comporterò in maniera analoga". Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, a margine della Vii Conferenza Italia America Latina e Caraibi, conversando con i giornalisti a proposito del dibattito sugli incentivi che il premier intende dare ai Comuni che accolgono i clandestini e che invece il governatore vuole tagliare alle amministrazione che si comportano in questo modo. Gestione Immigrazione Indegna - Sollecitato dai cronisti a un commento sulla situazione di emergenza alla Stazione Centrale di Milano, dove sono accampati centinaia di immigrati e dove si sono registrati numerosissimi casi di scabbia, il governatore ha parlato "di pessima gestione del fenomeno immigrazione, non degna di un Paese civile. L´ho detto, lo ripeto e l´ho fatto presente anche al presidente del Consiglio: queste cose non possono succedere in Italia. E´ inaccettabile". Noi Non Abbaiamo Alla Luna - In merito alle parole pronunciate da Renzi durante il suo intervento al consesso internazionale in corso a Milano ´Nel mondo di oggi ci sono tanti che abbaiano alla luna, vivono sulle paure e pensano che l´unica dimensione sia chiudersi a chiave in casa´, Maroni ha commentato: "Non si rivolgeva certo a me. Io uso il cervello, sollevo un problema e indico anche le soluzioni. Dopodiché, non c´è peggior sordo di chi non vuol sentire. Mi pare davvero incredibile che il Governo sottovaluti l´allarme che ho lanciato. E´ l´ora che l´Esecutivo intervenga".  
   
   
IMMIGRAZIONE A MILANO: OPERATIVO PRESIDIO SANITARIO  
 
Milano, 15 giugno 2015 - "Noi stiamo facendo la nostra parte per tutelare la salute degli immigrati e soprattutto quella dei cittadini di Milano e della Lombardia. Presso la Stazione è attivo il presidio sanitario promosso da Areu e Croce Rossa con medici di continuità dell´Asl città di Milano. In questo modo cercheremo di fronteggiare l´emergenza in corso; ogni giorno infatti arrivano nuovi profughi che lì stazionano in precarie condizioni igieniche". Così ha dichiarato Mario Mantovani, vicepresidente ed assessore alla Salute di Regione Lombardia, intervenuto alla trasmissione "Aria Pulita" su Tv7gold, illustrando le azioni promosse dalla Regione in merito alla situazione presso la Stazione Centrale di Milano. 10Mila Prestazioni Sanitarie - "Ricordo anche che nell´ultimo anno sono state 10.000 le prestazioni sanitarie da parte delle Asl a favore degli immigrati ospitati nelle varie province lombarde, al fine di fronteggiare l´insorgere di eventuali patologie infettive. Intanto anche negli ospedali, come prevede la legge, continuiamo a fornire la necessaria assistenza a tutti, compresi gli immigrati, e ad oggi Regione Lombardia attende dal Governo 160 milioni di euro a fronte di fatture emesse regolarmente dalle nostre aziende ospedaliere per la cura di stranieri temporaneamente presenti". Tagli Lineari Alla Lombardia - "Il tutto - ha proseguito Mantovani - senza dimenticare i tagli lineari sempre effettuati dal Governo anche su regioni virtuose come la Lombardia, che, pur avendo il bilancio in pareggio da anni, ha subito una riduzione di erogazioni al fondo sanitario regionale pari a 350 milioni di euro".  
   
   
IMMIGRATI, MANTOVANI:CHIESTO PRESENZA PEDIATRA IN PRESIDIO STAZIONE CENTRALE  
 
Milano, 15 giugno 2015 - "Ho constatato come, tra tante persone presenti in queste ore, ci siano anche dei bambini. Regione Lombardia cura tutti, ma l´attenzione per i minori deve essere massima. Per questo ho chiesto la presenza di un pediatra all´interno del presidio. Tra tanti drammi e dolori, vogliamo essere particolarmente vicini a questi bambini". A dirlo è il vice presidente e assessore alla Salute di Regione Lombardia Mario Mantovani nel corso del secondo sopralluogo in Stazione Centrale, a Milano, per l´allestimento dell´ambulatorio mobile destinato ai profughi in arrivo, allestito da Areu, Asl e Croce Rossa. No Passerella, Ma Operatività - "Ieri non è stata una passerella - ha tenuto a precisare il vice presidente -, ma un´occasione per verificare con mano la situazione e mettere subito in campo le azioni necessarie. Oggi sono qui per verificare di persona come l´allestimento sia in corso e, per questo, ringraziare tutti gli operatori che qui lavoreranno per tutelare la salute, oltre che degli immigrati, di tutti i milanesi e dei lombardi". Ambulatorio Operativo Da Domani - L´ambulatorio sarà operativo a partire da domani mattina dalle 9 alle ore 13 e dalle 14 alle 18. Vi opereranno medici di continuità assistenziale dell´Asl. Areu ha previsto, su indicazione della Direzione generale Salute di Regione Lombardia, la presenza di un ´mezzo di base´ dedicato a tutte le necessità sanitarie della Stazione Centrale e in particolare per i profughi; il mezzo sarà attivo dalle 8 alle 20. Collaborazione Con Fs - "Già nel primo pomeriggio, dialogando con il dirigente di Fs - ha specificato Mantovani -, abbiamo provveduto a garantire una ´location´ più funzionale alle esigenze degli operatori, collocando il presidio nei pressi dell´ingresso della Stazione Centrale". Sentirò Il Ministro Delrio - "Abbiamo invece appreso ieri sera dalle agenzie - ha concluso - della disponibilità, da parte del Gruppo Fs, di alcuni locali in via Sammartini, manifestata già dal novembre scorso a Comune e Prefettura, da destinare all´accoglienza e alle prime necessità degli immigrati. Sentirò per questo il Ministro Delrio, per avere un quadro completo della situazione e permettere a Regione Lombardia di operare al meglio".  
   
   
IMMIGRATI, MARONI: RENZI VADA ALL´ONU PER CHIEDERE CAMPI PROFUGHI IN LIBIA  
 
Isso/bg, 15 giugno 2015 - "Il problema degli sbarchi lo si risolve in un solo modo: il premier Renzi deve andare a New York, all´Onu, parlare con il segretario generale delle Nazioni unite e fargli presente che c´è un´emergenza umanitaria senza precedenti in Libia, con 500.000 persone pronte a partire. Le Nazioni unite fanno missioni di peace keeping senza chiedere l´autorizzazione ai Governi e così devono fare in Libia, dove va fatta una missione di life keeping, per salvare vite, allestendo campi profughi, dove vedere lì chi ha diritto alla protezione internazionale e poi portarlo in giro per il mondo in tutta sicurezza. Questo risolverebbe tutti i problemi". Lo ha spiegato il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, a Isso (Bergamo), incontrando i giornalisti a margine dell´inaugurazione della bretella stradale Camisano (Cr)-romano di Lombardia (Bg) e all´apertura della bretella Morengo-bariano (Bg). "Il problema dell´accoglienza dei clandestini arrivati va affrontato con un riparto equo tra le regioni. La Lombardia ha già il 13 per cento degli immigrati regolari presenti sul proprio territorio, contro una media nazionale dell´8 per cento, per cui, prima di mandare qui altri immigrati, bisogna mandarli nelle altre regioni". Lo ha spiegato il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, a Isso (Bergamo), incontrando i giornalisti a margine dell´inaugurazione della bretella stradale Camisano (Cr)-romano di Lombardia (Bg) e all´apertura della bretella Morengo-bariano (Bg).  
   
   
IMMIGRAZIONE, MARONI: PRESIDENTE DEL CONSIGLIO CONVOCHI REGIONI  
 
 Roma, 15 giugno 2015 - "Il Governo è´ inadempiente nei confronti delle Regioni riguardo l´accordo del luglio 2014 sulla gestione dei flussi di immigrati", così il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, durante l´audizione in Comitato parlamentare Schengen a Roma in merito all´emergenza immigrazione. "La copertura economica e´ stata garantita solo per il 2014 mentre per il 2015 e 2016 non c´è certezza, le problematiche nell´accoglienza come la mancata attivazione dei centri regionali, l´accoglienza nelle strutture temporanee, i centri per minori stranieri non accompagnati, Sistema nazionale di protezione richiedenti asilo e rifugiati (Sprar). Noi siamo in difficoltà perché non siamo in grado di sapere quante persone arriveranno", ha spiegato Maroni a Palazzo San Macuto. "Questa mia valutazione si fonda sui dati", ha precisato Maroni. "Secondo i dati del Viminale la Lombardia è´ la terza regione per numero di immigrati accolti, le strutture sono al collasso come si è visto in stazione Centrale a Milano, dove abbiamo rilevato casi di scabbia e mi sembra impensabile lasciarli lì", ha spiegato Maroni. "Voglio che le persone trovino un´accoglienza dignitosa, garantendo quei parametri di sicurezza che oggi non sono garantiti. C´è una disparità di trattamento fra le Regioni di cui il Governo deve prendere atto. Io sono d´accordo nella distribuzione sulla base degli accordi presi con il Governo, che però non sono attuati. Spero che Renzi ci convochi per trovare una soluzione, che è l´equa distribuzione e il blocco delle partenze". La Soluzione È Blocco Partenze E Campi Profughi In Libia - "La mia proposta, condivisa anche da altri, e´ bloccare le partenze impedendo ai barconi di partire con un´iniziativa delle Nazioni Unite in Libia per organizzare campi profughi come accadde in Tunisia nel 2011", ha spiegato Maroni in Comitato Schengen a Roma. "Li´ si potrebbero fare le verifiche per vedere se ci sono i requisiti per la protezione internazionale e poi ripartire i profughi nei Paesi. 500 mila persone sono pronte a partire, se questa non è emergenza umanitaria non so che cosa lo sia. Il Governo italiano - ha spiegato - dovrebbe spingere in questa direzione. Questa è´ la soluzione, si può fare giuridicamente, occorre una spinta politica forte perché mi rendo conto che nessun paese Ue vuole accogliere, ma il rischio è che si arrivi a una situazione ingestibile. Mi sembra però che l´Europa non ci senta".  
   
   
MARONI A PREFETTI: CONFERMATEMI NOTIZIE NUOVI ARRIVI PROFUGHI  
 
Roma, 15 giugno 2015 - "Ho appreso da notizie di stampa dell´imminente trasferimento in Lombardia di ulteriori 500 immigrati, su disposizione del ministero dell´Interno. Vi invito a segnalarmi se queste notizie sono confermate, le date di arrivo, il piano di assegnazione provincia per provincia, le strutture individuate sul territorio regionale per la sistemazione degli immigrati". Questo il contenuto della seconda lettera inviata ai Prefetti della Lombardia dal presidente della Regione Roberto Maroni, in merito al fenomeno migratorio, anticipato questa mattina dallo stesso presidente Maroni durante l´audizione in Comitato parlamentare Schengen che si è´ svolta a Roma. "Tutto ciò al fine di consentire alle Asl competenti di verificare tempestivamente la presenza delle condizioni minime igienico-sanitarie. In particolare, se si farà ricorso a immobili dismessi", ha spiegato il Presidente Maroni. "È una lettera scritta da un Presidente di Regione preoccupato, sento le preoccupazioni che arrivano dal territorio e voglio trovare delle risposte".  
   
   
FVG, GIOCO D´AZZARDO: ENTRO 19 GIUGNO DOMANDE PER PROGETTI DI CONTRASTO  
 
Trieste, 15 giugno 2015 - Fino a venerdì 19 giugno è possibile presentare domanda per partecipare al bando regionale che finanzia progetti in materia di contrasto al gioco d´azzardo patologico. Lo ricorda l´assessore alla Salute Maria Sandra Telesca, sottolineando come sia "importante che le associazioni attive sul territorio regionale presentino domanda di partecipazione. Vogliamo avviare un percorso comune fra enti pubblici e privati e coinvolgere realtà dell´intero territorio regionale". I soggetti selezionati saranno invitati a co-progettare con l´Amministrazione la realizzazione della propria idea. "Si tratta - spiega Telesca - di una modalità innovativa di gestione dei servizi, che vogliamo sperimentare anche in un´ottica di futuro sviluppo dell´attività". Per questa prima edizione, l´Amministrazione regionale sosterrà con un contributo fino a 10.000 euro ogni progetto da realizzare nel corso del 2015. Le domande vanno presentate all´Azienda per l´Assistenza Sanitaria n. 2 "Bassa Friulana-isontina" (Aas n.2), che gestisce la procedura per conto della Direzione regionale Salute. Il testo completo del bando e il fac simile di domanda sono scaricabili dal sito dell´Osservatorio Dipendenze Fvg http://niod.Welfare.fvg.it/  "L´avviso di selezione - conclude l´assessore Telesca - "rappresenta una parte importante del percorso di prevenzione che la Regione ha avviato a partire dall´anno scorso. Il tema del gioco d´azzardo patologico è un fenomeno recente ed è costante lo sforzo da parte della Regione, delle Aziende sanitarie, dei Comuni, delle istituzioni scolastiche e di altre realtà del settore pubblico e del privato sociale nella realizzazione di attività di sensibilizzazione e contrasto".  
   
   
PARI OPPORTUNITÀ. SEMINARIO FORMATIVO IN REGIONE EMILIA-ROMAGNA SULLE LINEE GUIDA PER UNA COMUNICAZIONE ATTENTA ALLE DIFFERENZE DI GENERE  
 
Bologna, 15 giugno 2015 - La promozione della parità tra donne e uomini è un obiettivo strategico che la Regione Emilia-romagna sviluppa in modo trasversale ed integrato nei diversi ambiti di attività. Un lavoro, quello sulle questioni di genere, con cui l’amministrazione vuole riaffermare l’importanza delle politiche pubbliche per le pari opportunità. Se ne è parlato l’ 11 giugno, al seminario formativo di presentazione delle Linee Guida regionali, a cui ha partecipato l’assessore regionale alle Pari opportunità Emma Petitti e che ha coinvolto i comunicatori della Regione e il gruppo interdirezionale di comunicazione integrata. L’obiettivo della giornata di studio era sensibilizzare e responsabilizzare gli operatori dell’informazione e della comunicazione della Regione Emilia Romagna sulla necessità dell’uso di un lessico, un linguaggio parlato, scritto e visivo adeguati agli obiettivi etici della comunicazione, in grado di contrastare gli stereotipi di genere e di smantellare pregiudizi e discriminazioni anche indiretti, oltre che valorizzare le differenze e la presenza femminile. “L’attenzione al linguaggio - ha affermato l´assessore Petitti - è necessaria per diffondere una cultura di genere e per il contrasto agli stereotipi”. Con la nuova Legislatura si è avviata una nuova fase dell’Area di integrazione dal punto di vista di genere e di valutazione del suo impatto sulle politiche regionale, a partire dall’importante novità rappresentata dall’approvazione nel giugno 2014 della Legge quadro regionale per la parità e contro le discriminazioni di genere (Lr 6/14), la cui attuazione permeerà tutta l’attività e l’organizzazione politica amministrativa. La legge affronta il tema della parità in modo trasversale in tutti gli ambiti e che quindi coinvolge tutta l’amministrazione. Sul versante esterno, la Regione ha inoltre sottoscritto in collaborazione con il Corecom un protocollo di intesa su donne e media con il Dipartimento di scienze politiche e sociali dell’Università di Bologna, l´Ordine dei giornalisti, il Master in Giornalismo, la Scuola superiore di giornalismo, Fnsi, Aser, Aeranti-corallo, Associazione Tv locali-Frt, Giulia Emilia-romagna, al fine di promuovere modelli di informazione e comunicazione responsabile,sviluppando il rispetto delle identità di donne e uomini in modo coerente con l’evoluzione dei ruoli di genere nella società, contrastando gli stereotipi, e favorendo in tal modo anche il contrasto alla violenza di genere che da tale stereotipi sessisti trova alimento. Il prossimo 18 giugno ci sarà un incontro del Comitato paritetico al fine di dare attuazione ai contenuti del Protocollo.