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GIOVEDI

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Notiziario Marketpress di Giovedì 02 Luglio 2015
UE, IL LUSSEMBURGO ASSUME LA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO: LE OPINIONI DEGLI EUROPARLAMENTARI  
 
 Bruxelles, 2 luglio 2015 - Dal 1 luglio la Presidenza del Consiglio dell´Ue andrà nelle mani di uno dei più piccoli, ma più esperti Stati membri: il Lussemburgo. La nuova presidenza dovrà affrontare una serie di questioni molto urgenti tra cui la crisi del debito greco, i flussi migratori nel Mediterraneo e la preparazione della conferenza sul cambiamento climatico di Parigi. Abbiamo intervistato tutti e sei i deputati del Lussemburgo per sapere secondo loro quali sono le principali sfide della presidenza. Frank Engel (Partito popolare europeo) - "Raramente, forse mai, la Presidenza del Lussemburgo ha dovuto affrontare delle sfide come quelle attuali: i flussi migratori nel Mediterraneo, la crisi greca, la rinegoziazione della Gran Bretagna. E come se non bastasse, l´economia europea è a corto d´investimenti e questo ha chiaramente un impatto negativo sulla crescita. Risolvere tutti questi problemi in sei mesi è impossibile. Tuttavia quello che il nostro paese può fare è gestire tutto ciò nella migliore maniera possibile, com´è nella tradizione della Presidenza lussemburghese". Georges Bach (Partito popolare europeo) - "In quanto membro della commissione per i Trasporti credo sia importante finalizzare il Quarto pacchetto ferroviario con un risultato soddisfacente per i clienti, le aziende e i lavoratori. La crescita e l´occupazione sono sicuramente le priorità in campo sociale. Mi aspetto che delle misure concrete siano prese per migliorare l´occupazione giovanile e che delle proposte siano avanzate per combattere la disoccupazione di lunga durata e aumentare la quota delle donne nelle imprese e nell´amministrazione". Viviane Reding (Partito popolare europeo) - "Solo mettendo in atto delle politiche coerenti e applicate da tutti gli stati membri saremo in grado di affrontare le sfide che abbiamo di fronte. Il Lussemburgo deve dare un nuovo impeto all´Europa. In termini economici, la creazione di un vero e proprio Mercato unico digitale, l´approfondimento dell´Unione economica e monetaria e la conclusione di vari accordi commerciali possono essere fonti di crescita e di stabilità. In termini politici, la capacità di bilanciare le relazioni tra l´Europa e i suoi vicini nonché la risposta a delle eventuali minacce esterne dipenderanno dalla direzione che il Lussemburgo vorrà dare alla sua presidenza". Mady Delvaux (Socialisti e Democratici) - "La questione migratoria sarà certamente la principale sfida che la presidenza lussemburghese dovrà affrontare. Abbiamo aperto le nostre frontiere interne, ora dobbiamo andare oltre, dobbiamo creare una politica comune in materia di asilo e migrazione. Il mercato digitale, i problemi energetici, l´innovazione a livello europeo sono le altre grandi sfide. Senza dimenticare le questioni spinose legate al Ttip e al Luxleaks. L´europa ha bisogno maggiore solidarietà. Abbiamo costruito un´unione economica, per quanto imperfetta, ora creiamo insieme un´Unione al servizio dei suoi cittadini". Charles Goerens (Alleanza dei Liberali e dei Democratici per l´Europa) - "È noto da tempo che la conferenza sul cambiamento climatico di Parigi sarà la sfida principale della presidenza lussemburghese. Dei progressi in materia fiscale e l´attuazione del Fondo europeo per gli investimenti strategici sono anche auspicabili. Il successo della Presidenza lussemburghese dipenderà anche dalla sua capacità di rendere l´Unione europea più coesa e coerente". Claude Turmes (Verdi/ale) - "Dobbiamo mantenere il riscaldamento globale sotto i 2° C entro la fine di questo secolo. La presidenza lussemburghese dovrà ottenere da tutti gli Stati membri una posizione comune ambiziosa e dovrà guidare l´Unione europea nella conferenza di Parigi per trovare un accordo con i nostri partner mondiali. Un´altra sfida sarà l´Unione energetica. Il Lussemburgo ha l´esperienza per creare una forte cooperazione regionale, come abbiamo fatto con i nostri vicini belgi e olandesi all´interno del Benelux".  
   
   
UE: RIUNIONE DEL COLLEGIO DEL VICEPRESIDENTE DOMBROVSKIS  
 
Bruxelles, 2 luglio 2015 - Oggi la Commissione ha discusso i prossimi passi sulla "Relazione 5 Presidenti" per il completamento dell´Unione economica e monetaria europea. I recenti sviluppi hanno creato notevole incertezza sul futuro della Grecia e della sua economia. Siamo solidali con il popolo greco e la porta per i negoziati sono ancora aperti. Molti sviluppi finora confermano che sono stati compiuti passi importanti negli ultimi anni per rendere la nostra Unione economica e monetaria più stabile e più resistente. Qualunque sia il corso degli eventi in Grecia, sono convinto che l´Unione economica e monetaria è in grado di resistere loro. Come l´Eurogruppo ha riconfermato il 27 giugno ", le autorità della zona euro sono pronti a fare tutto il necessario per assicurare la stabilità finanziaria della zona euro." In breve tempo, negli ultimi anni, abbiamo costruito: 1) la governance più forte all´interno del patto di stabilità e di crescita e un migliore coordinamento delle politiche economiche in tutta l´Ue con il semestre europeo; 2) Un Union Banking, sulla base di un corpus unico di norme per stabilizzare il settore finanziario; 3) I firewall, come meccanismo europeo di stabilità, con una potenza di fuoco di 500 miliardi di euro per aiutare le economie più vulnerabili. La Bce sta facendo pieno uso dei suoi strumenti per garantire la stabilità dei prezzi, e la Corte di giustizia europea ha recentemente confermato le operazioni definitive monetarie. Eppure, attualità anche noi che ricordano di fare prosperare Ue, dobbiamo finire il lavoro e completare l´Uem nel più breve tempo possibile. Il rapporto preparato dal Presidente Juncker in stretta collaborazione con i presidenti Donald Tusk, Jeroen Dijsselbloem, Mario Draghi e Martin Schulz ha tracciato la via da seguire. Dobbiamo proseguire sulla strada delle riforme e rafforzare le fondamenta della Uem, come un luogo di prosperità basato su una crescita economica equilibrata, la stabilità dei prezzi, un settore finanziario sano e competitivo dell´economia sociale di mercato. Abbiamo iniziato ad affinare i nostri piani per il breve termine oggi, e vediamo due filoni principali di attività: In primo luogo, vi è una forte necessità di accelerare le procedure per completare l´Unione bancaria. La stabilità finanziaria è condizione necessaria per la crescita e la convergenza economica. Ci sono stati molti progressi. Il garante unico è responsabile della supervisione di banche europee, e un meccanismo di risoluzione unico gestirà fallimenti bancari quando si verificano. È essenziale che gli Stati membri pienamente messo in atto i loro sistemi di garanzia dei depositi; trasporre appieno la Recovery Bank e la direttiva Risoluzione, e rapidamente completa ratifica dell´accordo intergovernativo sul meccanismo di risoluzione delle single. Ma molto resta da fare per spezzare il legame tra le banche ei loro sovrani nazionali. Prima che il meccanismo di risoluzione unico diventi pienamente operativo nel 2016, deve avere abbastanza fondi iniziali disponibili nella risoluzione del Fondo Unico in ogni momento, anche prima che si riempie con i contributi del settore bancario. Dobbiamo portare un nuovo impulso ai negoziati su questo cosiddetto "finanziamento ponte". Abbiamo anche bisogno di muoversi rapidamente verso una backstop comune per il Fondo. Dovrebbe essere fiscalmente neutrale nel medio termine. Inoltre, la Commissione avvierà un´ampia consultazione sui modi migliori per modellare un sistema europeo di assicurazione dei depositi. Stabilire un tale regime ci vorrà del tempo. Ma le consultazioni devono iniziare ora. Il secondo filone di lavoro dovrebbe essere quello di rafforzare il quadro di governance economica dell´Europa. La Commissione presenterà una comunicazione su una rinnovata semestre europeo in autunno, rilanciare il prossimo anno semestre. Dovremmo, per esempio, rafforzare l´uso della procedura per gli squilibri macroeconomici, e meglio integrare una forte dimensione sociale. In tale contesto, ci sarebbe anche elaborare proposte per una revisione mirata e orientata alla stabilità della confezione 2 6 e. Rafforzare Uem implica anche una voce forte a livello internazionale. Nel mese di ottobre ci sarà presentare una proposta sulla rappresentanza esterna della zona euro. Quindi, per concludere, Economica e monetaria europea è una comunità di solidarietà e di responsabilità. L´impegno per la solidarietà e la responsabilità significa sostenere principi e regole comuni, e con forti istituzioni comuni. La Commissione è pronta a fornire tutta la sua esperienza al servizio della costruzione di una più forte unione economica e monetaria. Non possiamo farlo da soli, naturalmente, così abbiamo intenzione di consultarsi strettamente con gli Stati membri e le altre istituzioni europee nelle settimane e nei mesi a venire. Grazie.  
   
   
UE: PRIMA SERIE DI INIZIATIVE PER COMPLETARE L´UNIONE ECONOMICA E MONETARIA  
 
Bruxelles, 2 luglio 2015 - Una delle priorità della Commissione Juncker è rivedere l´Unione economica e monetaria. Questa revisione partita ieri: il Collegio dei Commissari discuterà per la prima volta la relazione dei cinque presidenti "Un´unione economica e monetaria più profonda e più equa" che è stata preparata sulla base di una richiesta del Vertice euro di ottobre 2015 e del Consiglio europeo di dicembre 2015. Autori della relazione il Presidente della Commissione europea Jean-claude Juncker, il Presidente del Vertice euro e Presidente del Consiglio Donald Tusk , il Presidente dell´Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem, il Presidente della Banca centrale europea Mario Draghi e il Presidente del Parlamento europeo Martin Schulz. Valdis Dombrovskis, Vice-presidente per l´Euro e il dialogo sociale, ha presentato agli altri Commissari le azioni da portare avanti sulla base dei trattati vigenti per far fronte alle sfide attuali: semplificare e focalizzare meglio il semestre europeo, completare l´unione bancaria, e collaborare in maniera più stretta con Parlamento europeo e i parlamenti nazionali. Quali proposte dovranno essere elaborate nel corso di quest´anno? -una revisione del six-pack e del two- pack (le misure istituite al fine di monitorare e valutare i bilanci degli Stati membri) che miri a ridurre la complessità delle regole esistenti; - una rappresentanza esterna unificata della zona euro nell´ambito di conferenze e istituzioni finanziarie internazionali sulla base dell´articolo 138 del trattato sul funzionamento dell´Unione europea. Da quali tappe è segnata la strada indicata dai cinque presidenti? 1 tappa (1 luglio – 30 giugno 2017) " approfondire facendo": attuare in maniera più efficace gli strumenti messi a disposizione dai trattati in vigore per aumentare la competitività e la convergenza strutturale, mirare a delle politiche fiscali responsabili all´interno della zona euro, completare l´Unione finanziaria e rafforzare il controllo democratico; 2 tappa "completare l´Uem": avviare azioni di ampia portata per rendere il processo di convergenza più vincolante attraverso, ad esempio, una serie di parametri di riferimento concordati per la convergenza , che abbiano natura giuridica, e una tesoreria comune della zona euro; 3 tappa (entro il 2025): un´unione monetaria autentica e approfondita costituirebbe il contesto stabile e prospero per tutti i cittadini degli Stati membri dell’Unione europea che condividono la moneta unica, attraente e aperto all´adesione degli altri Stati membri dell’Ue che lo desiderino.  
   
   
LIBERTÀ DI MOVIMENTO: LA FINE DELLA PRIMA FASE DEL REGIME TRANSITORIO PER I LAVORATORI PROVENIENTI DALLA CROAZIA  
 
Bruxelles, 2 luglio 2015 - Il 30 giugno, la prima fase del regime transitorio per i lavoratori provenienti dalla Croazia scaduto.Fino a tale data, gli Stati membri dovevano comunicare alla Commissione se vogliono limitare l´accesso al mondo del lavoro per altri tre anni per i cittadini croati o se apriranno i loro mercati del lavoro, senza restrizioni per i lavoratori croati. Belgio, Cipro, Francia, Germania, Grecia, Italia, Lussemburgo e Spagna hanno deciso di garantire libero accesso ai mercati del lavoro di cittadini croati. In questi Stati membri in tal modo la normativa Ue sulla libera circolazione dei lavoratori si applica dal 1 Luglio 2015, senza restrizioni. Austria, Malta, Paesi Bassi, Slovenia e Regno Unito hanno deciso di mantenere le restrizioni per altri tre anni. Gli altri Stati membri sono stati concessi a lavoratori croati al momento dell´adesione il 1 ° luglio 2013, tutti i diritti acquisiti. Per questo, il Commissario per Occupazione, affari sociali, le competenze e la mobilità del lavoro Commissario Marianne Thyssen ha detto: "Altri Stati membri hanno deciso di aprire i loro mercati del lavoro ai lavoratori croati. Si tratta di uno sviluppo positivo. La mobilità del lavoro può essere una possibilità sia per i lavoratori e per le economie che ricevono. La Commissione si è impegnata a facilitare la mobilità del lavoro in Europa, ma dobbiamo anche assicurare che il sistema sia equo per tutti e che viene percepita dai cittadini come fiera. " Il 29 maggio 2015, la Commissione Europea ha pubblicato un rapporto sulle disposizioni transitorie per la libera circolazione dei lavoratori provenienti da Croazia. Tale relazione è giunta alla conclusione che il potenziale afflusso di lavoratori croati a essere basso negli altri Stati membri dell´Ue e non suscettibili di provocare perturbazioni del mercato del lavoro. La relazione ricorda che i lavoratori mobili Ue hanno portato alle precedenti competenze allargamenti della domanda Ue nei mercati del lavoro dei paesi di destinazione e ha contribuito a colmare le lacune nei mercati del lavoro locali. Gli studi hanno anche dimostrato che gli effetti fiscali sulle economie che ricevono sono neutrali o positivi.  
   
   
UCRAINA: UE PREVEDE 15 MILIONI DI EURO IN AIUTI UMANITARI  
 
Bruxelles, 2 luglio 2015 - L´unione europea ha intensificato la sua assistenza umanitaria alle persone colpite dalla crisi in Ucraina orientale, con un nuovo pacchetto di aiuti del valore di 15 milioni di euro. Ieri ha fatto questo annuncio, il commissario europeo per gli aiuti umanitari e gestione delle crisi, Christos Stylianides su durante la sua visita in Ucraina orientale. Sfondo di questo annuncio è la preoccupazione per la situazione umanitaria: Si stima che circa 5 milioni di persone in Ucraina hanno bisogno di aiuto. "L´aiuto umanitario deve raggiungere tutti i colpiti dalle popolazioni di conflitto, e le organizzazioni umanitarie per ottenere l´accesso rapido e sicuro alle zone di conflitto. Sono molto preoccupato per il fatto che i combattimenti nel Donbass persistono nonostante il cessate il fuoco continua. Gli effetti della violenza sulla popolazione civile sono allarmanti " , ha dichiarato il Commissario Ue Christos Stylianides, e ha aggiunto: "Questi fondi aggiuntivi i nostri sforzi di soccorso in corso sono notevolmente rafforzata e ha raggiunto le persone più vulnerabili, per i prodotti alimentari, articoli per l´igiene, coperte, assistenza sanitaria, acqua potabile, ripari e altre misure salvavita sono disponibili, sia nella controllata dal governo e in un futuro non controllata dalle aree di governo ". Il nuovo stanziamento porta l´assistenza della Commissione nel settore umanitario e la ricostruzione in anticipo per le popolazioni vulnerabili che sono più colpite dal conflitto in Ucraina, a più di 62 milioni di euro - oltre all´assistenza bilaterale da un certo numero di Ue stati membri. Dall´inizio del 2014, l´Ue ha fornito insieme ai fondi per gli aiuti forniti direttamente dagli Stati Uniti per un totale di oltre 223 milioni di euro per le vittime del conflitto.  
   
   
ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA DI LAVORO 2015: LA COMMISSIONE UE RITIRA LE PROPOSTE BLOCCATE AL PARLAMENTO E AL CONSIGLIO  
 
Bruxelles, 2 luglio 2015 - Come previsto nel suo programma di lavoro per il 2015, ieri la Commissione ha deciso di ritirare due proposte legislative sulle quali i colegislatori non hanno raggiunto un accordo politico entro i termini stabiliti e di sostituirle con nuove iniziative nel programma di lavoro per il 2016. La Commissione ha inoltre confermato che continuerà ad adoperarsi con i colegislatori per trovare un accordo su una terza proposta, per la quale le discussioni politiche sono progredite in misura considerevole. Il Collegio ha esaminato i progressi compiuti in merito alle tre proposte legislative per le quali il programma di lavoro 2015 prevedeva il ritiro entro sei mesi in caso di mancato accordo tra i colegislatori. Il Consiglio ha concluso che non si profila alcun progresso in merito alla proposta di direttiva sul congedo di maternità. È improbabile che la proposta di direttiva sulla diffusione dei dati satellitari di osservazione della Terra possa essere adottata in una forma tale da conseguire gli obiettivi relativi al mercato interno. Ora la Commissione confermerà ufficialmente al Parlamento europeo e al Consiglio l´intenzione di procedere con il ritiro delle proposte e proporrà nuove iniziative per conseguire i loro obiettivi politici in maniera più efficace. Visti i notevoli progressi compiuti in merito alla proposta di regolamento sulla produzione biologica e sull´etichettatura dei prodotti biologici, la Commissione ha deciso di mantenerla. Congedo di maternità - La direttiva sul congedo di maternità è stata proposta nel 2008 dalla Commissione europea, ma i colegislatori non hanno ancora raggiunto un accordo. Poiché il Parlamento aveva espresso la volontà politica di proseguire i negoziati prima che la Commissione presentasse il programma di lavoro per il 2015, la Commissione ha accettato di aspettare altri sei mesi prima di ritirare la proposta. La Commissione si è adoperata con impegno per sbloccare la situazione e ha invitato più volte il Consiglio a riprendere le discussioni con il Parlamento, che si è detto disposto a raggiungere un compromesso. La presidenza lettone del Consiglio ha tuttavia informato la Commissione che non si profila nessun accordo. Con il ritiro della proposta la Commissione intende uscire dall´attuale impasse e spianare la via a una nuova iniziativa che possa essere approvata e migliorare realmente la situazione dei genitori che lavorano e delle persone che prestano assistenza, con l´obiettivo di conciliare meglio vita professionale e vita privata, agevolare la partecipazione delle donne al mercato del lavoro e garantire una protezione minima alle madri. Prima che il ritiro diventi effettivo, la Commissione esporrà le sue idee per un nuovo approccio in una tabella di marcia verso una nuova iniziativa da inserire nel programma di lavoro per il 2016 (Ip/15/5287). Diffusione dei dati satellitari di osservazione della Terra - La direttiva proposta mira a garantire il corretto funzionamento del mercato interno per i dati di osservazione della Terra autorizzando, in certi casi, la libera circolazione dei dati satellitari ad alta risoluzione. A questo stadio le discussioni sulla proposta denotano una notevole divergenza di posizioni, dovuta in parte al fatto che solo cinque Stati membri dispongono attualmente sul loro territorio di un fornitore di dati satellitari. Vari di questi Stati membri hanno espresso preoccupazione per le implicazioni della proposta in termini di sicurezza. Nonostante gli intensi contatti avuti dalla Commissione con il Consiglio e il Parlamento europeo, è ormai evidente che per riconciliare le diverse posizioni occorrerebbero notevoli modifiche tali da compromettere gli obiettivi della proposta originaria. La Commissione ritirerà pertanto la proposta e proporrà una nuova iniziativa da inserire nel suo programma di lavoro per il 2016. Produzione biologica e etichettatura dei prodotti biologici - Sebbene neanche su questa proposta sia stato raggiunto un accordo allo scadere dei sei mesi, i colegislatori hanno compiuto notevoli passi avanti e stanno lavorando per concludere un accordo in merito. Dopo un intenso lavoro preparatorio, il 16 giugno il Consiglio ha adottato un orientamento generale e il 7 maggio il Parlamento europeo ha presentato un progetto di relazione. Le discussioni del trilogo volte a trovare un compromesso fra le tre istituzioni dovrebbero iniziare durante la presidenza lussemburghese. La Commissione ha pertanto deciso di mantenere la proposta e di sostenere l´operato dei colegislatori.  
   
   
DALL’EUREGIO I TEMI DEL MESE  
 
 Bolzano, 2 luglio 2015 - La transumanza delle pecore dalla Val Senales all’Ötztal in Austria, il professor Matteo Borzaga, docente nelle Università di Trento, Bolzano e Innsbruck, il “voluntary disclosure” e l’autodenuncia di un patrimonio estero non dichiarato: sono i temi del mese pubblicati sulla pagina “Cittadino” del sito web dell’Euregio Tirolo-alto Adige-trentino www.Europaregion.info  Ogni mese l´Euregio pubblica sul proprio sito tre nuove pagine dedicate a personalità di spicco, luoghi significativi e questioni giuridiche di particolare rilevanza sotto il profilo transfrontaliero. Approfondite schede informative audio-video presentano di volta in volta persone che operano a livello euroregionale, suggestive mete turistiche nel Tirolo storico e i fondamenti giuridici che disciplinano la vita quotidiana e le attività economiche nell´Euregio. Matteo Borzaga è un professore universitario che vive già pienamente la dimensione euroregionale, dal momento che svolge attività di docenza e di ricerca in lingua italiana e tedesca nei tre atenei dell´Euregio. Nato a Trento, si occupa da oltre 15 anni di diritto del lavoro e di diritto del lavoro comparato, di diritto europeo e internazionale e di diritto sociale. È autore di oltre 70 pubblicazioni. Per maggiori informazioni e video: http://www.Europaregion.info/it/matteo-borzaga.asp  Il 15 dicembre 2014 il Parlamento italiano ha varato una legge che consente di sanare volontariamente patrimoni o redditi esteri non dichiarati al fisco. Nell´euregio, dove è cosa normale studiare o lavorare all´estero per un determinato periodo, avere nel Paese confinante un conto in banca o un immobile non è per niente una rarità. Come si deve comportare il contribuente per sanare la propria posizione fiscale in relazione a patrimoni e redditi esteri? Risponde Gert Gasser, commercialista e consulente fiscale. Per maggiori informazioni e video: http://www.Europaregion.info/it/page-2194.asp  La transumanza delle pecore dalla Val Senales alla Ötztal in Tirolo costituisce una delle tradizioni più spettacolari e radicate dell´Euregio, praticata ancora oggi dai contadini secondo un rituale rimasto immutato nei secoli, e fa parte del patrimonio culturale dell´umanità riconosciuto dall´Unesco. Ogni anno, nel mese di giugno, numerosi pastori della Val Venosta e della Val Senales si danno appuntamento con le loro greggi e insieme si mettono in movimento verso il Giogo Alto e il Giogo Basso per raggiungere infine Vent. Il gregge, che conta fino a 1500 capi, parte intorno alle cinque del mattino e procede fino al rifugio Bella Vista per poi scendere ai pascoli estivi altoatesini nella Venter Tal. Pastori e cani seguono il gregge percorrendo in due giorni complessivamente più di 44 chilometri. Per maggiori informazioni e video: http://www.Europaregion.info/it/transhumanz.asp  Chi visita il sito web dell´Euregio non solo trova ogni mese la presentazione di un nuovo luogo, un nuovo personaggio e una nuova questione giuridica, ma anche comunicati stampa informativi, avvisi di eventi e manifestazioni, descrizioni di progetti in lingua italiana e tedesca, mentre le informazioni fondamentali compaiono anche in lingua inglese e ladina.  
   
   
COOPERAZIONE ITALIA-FRANCIA, DALL´EUROPA 200 MILIONI PER INSULARITÀ E ZONE INTERNE. SARDEGNA: LABORATORIO POLITICO, SUPERA LO STORICO GAP  
 
Pisa, 2 luglio 2015 – Dall´europa arrivano 200 milioni di euro con il Programma di Cooperazione Italia-francia Marittimo 2014-2020 che interessa 6 milioni e mezzo di cittadini per progetti di Blue e Green economy, mobilità, accessibilità, innovazione, nautica, cantieristica, tutela del territorio e prevenzione dei rischi. Obiettivo comune delle Regioni coinvolte (Corsica, Sardegna, Liguria e le 5 province della costa Toscana, in più i dipartimenti francesi delle Alpi-marittime e del Var, situati in Provence-alpes-côte d´Azur) è quello di superare i limiti dell´insularità con una particolare attenzione alle zone interne. I primi 60 milioni saranno disponibili da subito anche per la Sardegna, con i bandi pubblicati entro il 31 luglio: i progetti per intercettarli, tutti sottoscritti da un soggetto italiano e uno francese e con ricadute transfrontaliere, vanno presentati entro il 31 ottobre (90 giorni dalla pubblicazione dei bandi) da amministrazione regionale, enti locali, Università e imprese e devono essere conclusi in un periodo variabile fra i 24 e i 36 mesi. Dalle Isole Un Laboratorio Politico Per L´ue - A Pisa si è tenuta oggi la presentazione ufficiale dell´Interreg Marittimo Italia-francia. Per la Sardegna il vicepresidente della Regione Raffaele Paci ha partecipato a una tavola rotonda con il presidente della Toscana Enrico Rossi e vari rappresentanti istituzionali delle regioni interessate. "Con questi programmi gettiamo ponti con le regioni che ci stanno più vicine nella nostra lontananza - ha detto Paci, annunciando che anche questi fondi saranno inseriti nella programmazione unitaria e dunque gestiti dalla Cabina di Regia regionale -. L´europa mette a disposizione moltissimi soldi, sono davvero tanti per una regione piccola come la nostra e ora dobbiamo essere bravi a intercettarli con progetti importanti, facendo asse con la Corsica ma anche con Liguria e Toscana, in modo che la nostra insularità smetta di essere un limite. La società moderna è caratterizzata dal fare network, fare connessione. Essere un´isola, per di più periferica e scarsamente popolata, nel mondo di oggi genera un gap, un forte handicap. Toscana, Liguria, Provence-alpes-côte d´Azur hanno sì un affaccio sul mare ma hanno anche tutte le connessioni e le infrastrutture. Ecco perché per la Sardegna questo Programma è importante: è una grande opportunità per creare contatti e dunque fare connessione. La Sardegna e la Corsica sono le uniche regioni coinvolte in questo Programma che non hanno metano, che come uniche opportunità di spostamento hanno aereo e nave, che soffrono e subiscono la discontinuità dei network: ecco, questo programma affronta esattamente questo problema per provare a risolverlo, facendo diventare queste regioni un vero e proprio laboratorio politico del Mediterraneo da sottoporre alla Commissione europea. Per la prima volta, anche i privati ci sono e sono fondamentali: io credo che o li inseriamo in ogni programma europeo oppure non andiamo da nessuna parte. Le imprese devono imparare a cooperare, noi dobbiamo essere rapidi e riuscire a non pensare ai programmi come pezzetti separati per renderli più efficaci: il singolo problema lo dobbiamo affrontare guardandolo con una visione unitaria. Quindi - ha concluso Paci - le parole chiave di questa sfida sono Integrazione, Partecipazione dei privati e Cooperazione". Programma E Contesto - Nel periodo 2014-2020, il Programma Operativo Italia/francia Marittimo proseguirà dunque il suo impegno a supporto della cooperazione tra le regioni del Nord del Mare Tirreno. Nautica e cantieristica navale, turismo innovativo e sostenibile, biotecnologie blu e verdi, energie rinnovabili blu e verdi, nanotecnologie ma anche trasporti, sicurezza del territorio e prevenzione degli incendi i settori interessati. Il Programma si situa nella continuità del programma di cooperazione transfrontaliera Italia - Francia Marittimo 2007-2013 che a fine 2014 aveva finanziato 87 progetti negli ambiti relativi all’accessibilità, alla competitività e innovazione, alla valorizzazione e protezione delle risorse naturali e culturali e ai servizi transfrontalieri. Gli orientamenti generali dell’Ue per il futuro sono collegati alla strategia Ue 2020 che punta ad una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva ovvero con livelli di occupazione, produttività e coesione sociale elevati. La Programmazione 14-20 risponde quindi alle stesse esigenze declinandole in una dimensione fortemente “marittima” che prende in considerazione le problematiche dell’insularità ma anche quelle delle zone interne. Quattro gli assi prioritari: Promozione della competitività delle imprese nelle filiere transfrontaliere (Asse 1), Protezione e valorizzazione delle risorse naturali e culturali e gestione dei rischi (Asse 2), Miglioramento della connessione dei territori e della sostenibilità delle attività portuali (Asse 3), Aumento delle opportunità di lavoro sostenibile e di qualità e di inserimento attraverso l’attività economica (Asse 4, complementare alla 1).  
   
   
PROGRAMMA MARITTIMO ITALIA-FRANCIA, ROSSI: "COMUNE IDEA DI SVILUPPO PER IL MEDITERRANEO"  
 
 Pisa, 2 luglio 2015 - "Sul Mar Mediterraneo le regioni costiere, per prime quelle italiane e francesi che sono riunite nel progetto marittimo transfrontaliero 2014-2020, devono approfondire una progettualità condivisa e comune, a partire dal tema sentitissimo dai cittadini della sicurezza, fondamentale dopo la tragedia della Costa Concordia" ha dichiarato il presidente Enrico Rossi all´incontro che ha riunito a Pisa, insieme alla Toscana, la Corsica, la regione Provenza-alpi-costa Azzurra, la Liguria e la Sardegna. "Dobbiamo puntare i fondi europei sulla sicurezza in mare monitorando la navigazione come è stato fatto nel Mar Baltico. Dobbiamo rendere la navigazione in mare precisa come quella aerea, diventando capaci di prevenire e controllare ad esempio gli sversamenti che continuano a inquinare, attraverso regole precise e valide in tutto il Mediterraneo" ha aggiunto Rossi. "Ci saranno opposizioni, ma la Toscana si batterà con questo obiettivo perché la Concordia rimane una ferita aperta, le conseguenze dei disastri in mare continuano nel tempo, vanno messe sotto controllo". E´ tutta l´economia del mare da sviluppare, partendo dal sistema cantieristico, attraverso misure condivise e unificando le forze. "I privati devono attingere a fondi usati in modo mirato come fa la Toscana – ha proseguito il presidente -. Noi premieremo chi dimostra di muoversi in modo dinamico e capace di investire, senza ricercare assistenza. Abbiamo alzato la soglia di accesso, premiando chi spende subito, innova, e fa ricerca. Scelta non facile, ma necessaria per consolidare le imprese più attive e sane sul mercato. Abbiamo cercato di consolidare il sistema per rendere le nostre imprese competitive in un mondo sempre più concorrenziale, dando al contempo la possibilità di accesso alla logistica, alla formazione e ai servizi più moderni e necessari". "Esistono poi le possibilità offerte da itinerari turistici che possono essere messe mettere in un comune progetto, e bisogna puntare anche sulla pesca attraverso l´integrazione dei fondi agricoli che la finanziano. Un programma comune moltiplica l´efficacia dei finanziamenti e aumenta la forza delle regione marittime che rappresentiamo qui per controbattere l´azione predominante delle grandi aggregazioni urbane sulle politiche europee. Il mare è invece centrale per lo sviluppo dell´intera Europa. Su questo dobbiamo essere capaci di costruire alcuni progetti mirati capaci di pilotare questa idea di sviluppo" ha concluso Rossi. "Puntiamo anche sul privato capace di gestire percorsi sviluppati nel connubio cultura-turismo nei siti di pregio di cui è ricca la Toscana così come lo sono tutti territori che sono presenti qui oggi. E´ la stessa strada che dobbiamo percorrere sul versante della ricerca dove i fondi europei diventano, come negli altri settori, volano occupazionale. E qui chiedo davvero un cambio di marcia nello sviluppo di capacità di monitoraggio l´influenza sull´occupazione dei fondi europei che attiviamo, per mirare la reale capacità degli stessi progetti ed essere capaci di selezionare la loro azione".  
   
   
PO MARITTIMO 2007-13, DAI RADAR AI MUSEI, DAL METEO ALLA LANA: ECCO COSA È STATO FATTO  
 
Firenze, 2 luglio 2015 - Sicurezza in mare e controllo dell´ambiente marino, miglioramento della logistica e del trasporto di merci e passeggeri, trattamento delle acque e dei rifiuti, prevenzione dei rischi idrogeologico e idraulico, interventi per l´energia rinnovabile, valorizzazione di luoghi storici, tradizioni culturali e popolari, interventi sociali e sanitari per promuovere pratiche sportive, riabilitative, reinserimento di lavoratori colpiti da crisi, prevenzione dei comportamenti a rischio, reti di servizi per le imprese. Questi solo alcuni esempi delle iniziative (in tutto 85 progetti finanziati con circa 118 milioni di euro) realizzate o in cantiere grazie al programma transfrontaliero Po Italia-francia Marittimo 2007-2013, programma di cooperazione transfrontaliera oggi in dirittura d´arrivo e che sarà sostanzialmente replicato e potenziato con il nuovo Po 2014-20 (vedi scheda). Il Po Italia-francia 2007-13 ha coinvolto alcune regioni italiane e francesi. Nel nostro paese sono state coinvolte Toscana, Liguria, Sardegna, Corsica. In particolare, ad essere interessate, in Toscana, sono le province costiere, Massa Carrara, Pisa, Livorno, Lucca e Grosseto. In Francia la regione interessata è stata la Corsica (nel nuovo programma si aggiungeranno i dipartimenti delle Alpi marittime e del Var situati nella regione Provence-alpes-cotes d´Azur). Ecco alcuni dei progetti più significativi già realizzati nell´ambito del programma. Tutti i progetti hanno un capofila e un partenariato costituito da più soggetti (regioni, altri enti territoriali, centri di ricerca o altri). Sicomar, mare più sicuro fra Caparia, Elba e Pianosa Questo progetto, di cui la Regione Toscana è capofila (partner Università di Cagliari, Arpa Liguria, Ifremer, Cbm, Consorzio Lamma. Centro studi europei Plural) è stato finanziato con 2 milioni di euro e ha permesso, fra le altre cose, di installare apparecchi ad alta tecnologia e radar Hf per acquisire dati (correnti e moto ondoso) nell´area fra il canale di Corsica, Capraia, Elba e Pianosa, rendendo così più sicura la navigazione in queste acque. L´investimento comprende anche un veicolo di ricerca oceanografica, due strumenti di campionamento dell´acqua di mare (Ferrybox) a bordo di due navi in transito nell´area e una strumentazione onda-correntometrica. Quest´ultimo strumento, chiamato Wave Glider, permette l´analisi dello stato del mare mettendo in relazione dati meteo e dati sull´inquinamento. Intermodalità e sicurezza nei trasporti Italia-corsica Finanziato con oltre 1,5 milioni, il progetto di cui è capofila l´Autorità Portuale Piombino Elba, promuove l´intermodalità e la sicurezza dei sistemi portuali coinvolgendo i porti di Piombino, Livorno, Bastia. Punta a infornare i passeggeri attraverso la realizzazione di display, totem, pannelli (installati ad esempio sul molo di Piombino) ma anche a gestire attraverso piattaforme software i flussi di passeggeri in entrata e uscita dalle navi interfacciandosi con la piattaforma regionale di infomobilità. Piattaforma infomobilità regionale Finanziata con 6 milioni, la piattaforma - che si interfaccia con il progetto precedente – è stata realizzata grazie ad un progetto che ha per capofila, anche in questo caso, la Regione Toscana. Ha permesso la realizzazione di un sistema integrato di informazioni per facilitare gli spostamenti via mare e via terra, in modo integrato, nel bacino sul quale si affacciano le regioni interessate. Sono stati realizzati un servizio di travel planning (dove si può pianificare un viaggio utilizzando un unico portale) e biglietteria on line, sia su dispositivo fisso che mobile, nonché una rete di gestione e monitoraggio del traffico. Pannelli a messaggio variabile sono stati installati nelle province di Lucca, Pisa, Massa Carrara. Vento, porti e mare Il progetto, capofila l´autorità portuale di Genova, è finanziato con circa 1,7 milioni che sono serviti a installare anemometri per la misurazione del vento e stazioni meteo per il monitoraggio in tempo reale delle condizioni meteo nei porti di Livorno, La Spezia, e Genova. Sono stati inoltre finanziati un sismometro per monitorare il moto ondoso nel porto di La Spezia e il potenziamento con nuovi parametri della piattaforma web per le previsioni meteo marine per aumentare la sicurezza delle navi in entrata nei porti. I destinatari, attraverso il web, sono capitanerie, piloti, rimorchiatori, ormeggiatori ecc. Itinerario dei patrimoni accessibili Toscana, Sardegna, Liguria e Corsica hanno partecipato a questo progetto, di cui la Corsica è capofila, finanziato con 6 milioni, che si propone di rendere accessibile il patrimonio culturale dell´area, integrando risorse del patrimonio storico e circuiti turistici. Il progetto ha previsto cantieri sperimentali e iniziative come studi e ricerche, cui si affiancano azioni concrete per valorizzare musei e aree archeologiche, creando itinerari con segnaletica comune, accessi per disabili, interventi di conservazione. Rete del romanico in Toscana, Sardegna, Corsica Regione sardegna, Provincia di Pisa, e Lucca, Collectivitè Corse, hanno creato un itinerario del romanico. Per la promozione è stata creata una app per la visione di un fumetto dal titolo "I custodi del tempo", che può essere sfogliato su ipad e iphone. Lane e colori del Mediterraneo Il progetto di cui è capofila Cnr Ibimet e coinvolge come partner Provincia di Grosseto, del medio Campidano sardo, Provincia di Sassari e Chambre de Métiers dell´Haute Corse, finanziato con circa 2 milioni, ha permesso la costruzione, a Grosseto, di un impianto pilota per la produzione di estratti vegetali, su modello filiera corta, per la tintoria dei filati. L´investimento ha consentito anche la creazione di un laboratorio chimico e strumentale, infrastrutture per la logistica, strutture per la raccolta e la vendita e servizi di marketing territoriale e turistico imperniati sulle lane locali. Giovani e scuole I giovani sono stati coinvolti anche in progetti per la promozione di un confronto fra culture e della ricerca di una comune identità, grazie a interventi in 37 scuole (progetto "Al di là dal mare").  
   
   
PO MARITTIMO ITALIA-FRANCIA, OLTRE 160 MILIONI DI RISORSE EUROPEE PER LO SVILUPPO DELLA COSTA  
 
Firenze, 2 luglio 2015 - Nuove opportunità per la costa toscana dal programma di cooperazione transfrontaliera Italia-francia Po Marittimo 2014-2020 che ha ricevuto il via libera dalla Commissione Europea nei giorni scorsi. Il programma dispone di un budget di 169 milioni, stanziati dall´Unione europea attraverso il Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr) e il restante 15% finanziato a livello nazionale. Una programmazione che per i prossimi sette anni si preannuncia ancora più focalizzata sulla dimensione marittima, con il coinvolgimento di nuovi territori. Le risorse potranno accrescersi per effetto di altri cofinanziamenti e tradursi così in nuove concrete opportunità per i territori coinvolti, che sono, oltre alle 5 province toscane di Massa e Carrara, Pisa, Livorno, Lucca, Grosseto, anche Liguria e Sardegna. Le aree francesi coinvolte sono Corsica, Provence-alpes-cote d´Azur (Paca) con i dipartimenti del Var e Alpi marittime. Una buona notizia per una regione come la Toscana che vede così confermato uno strumento rivelatosi essenziale per l´economia costiera (vedi scheda delle cose fatte negli anni 2017-13). Rispetto ai precedenti periodi di programmazione, gli obiettivi e le misure sono spostate a favore della competitività delle imprese e della valorizzazione delle risorse naturali e culturali. Gli strumenti, tra le altre cose, riguardano la prevenzione dei rischi naturali, il miglioramento dell´accesso ai servizi di trasporto, la promozione dell´occupazione e l´inclusione sociale. Quattro assi di intervento che puntano a rendere i territori più competitivi, favorendo la crescita delle imprese nelle filiere transfrontaliere, migliorando porti, trasporti e multimodalità, cercando di mettere insieme sostenibilità, sicurezza in mare, valorizzazione delle risorse naturali e culturali e promuovendo l´aumento delle opportunità di lavoro sostenibile e di qualità. Sono interessate le imprese specificatamente della nautica e della cantieristica, quelle del turismo innovativo e sostenibile o impegnate nelle biotecnologie nelle energie rinnovabili ma anche i porti turistici, le università ed i centri di ricerca. Anche gli enti pubblici, le camere di commercio, le associazioni di categoria potranno accedere alle opportunità del programma. Competitività delle imprese Per la promozione della competitività delle imprese nelle filiere transfrontaliere è stato attribuito un contributo pari a 41 milioni e 287 mila euro. Ambiente e cultura Per la protezione e valorizzazione delle risorse naturali e culturali e la gestione dei rischi ci saranno a disposizione 97 milioni e 588 mila euro. Porti e multimodalità Per il miglioramento della connessione dei territori e della sostenibilità delle attività portuali il contributo sarà di 30 milioni e 965 mila euro. Lavoro Altri 17 milioni e 828 mila euro saranno utilizzati per l´aumento delle opportunità di lavoro: attraverso l´inserimento in filiere di attività transfrontaliere, il sostegno all´autoimprenditorialità, alla microimpresa e all´impresa sociale e solidale. I risultati attesi sono rilevanti: si stima che almeno 1000 aziende potranno ricevere un sostegno per le loro attività relative alla crescita ´blu´ e ´verde´ (marino / cantieristica, il turismo sostenibile, delle biotecnologie e delle energie rinnovabili); 57 nuove istituzioni pubbliche potranno mettere in campo strategie di gestione del rischio ambientale. Saranno assunte 10 azioni comuni per preservare e promuovere il patrimonio naturale e culturale; 6 piani inediti saranno attuati per ridurre l´inquinamento acustico e 9 per il trasporto sostenibile. Inoltre, si prevede una significativa riduzione degli incidenti marittimi attraverso azioni mirate e controllo preventivo.  
   
   
PUGLIA: EMILIANO NOMINA CONSIGLIERI DEL PRESIDENTE TITTI DE SIMONE E GIOVANNI PROCACCI  
 
Bari, 2 luglio 2015 - Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha nominato, con due decreti, Consiglieri del Presidente l’on. Titti De Simone e il sen. Giovanni Procacci. Titti De Simone sarà Consigliere del Presidente per l’attuazione del programma di governo regionale, Giovanni Procacci sarà Consigliere del Presidente per i rapporti con il Consiglio Regionale e gli organismi interni ed internazionali. Di seguito, brevi note biografiche e i testi dei decreti pubblicati sul Bollettino ufficiale - Giovanni Procacci: Laureato in lettere e storia dell´arte, è stato consigliere comunale e vicesindaco di Bitonto. E’ stato coordinatore regionale per la Puglia dei comitati "L´italia che vogliamo" e membro del coordinamento nazionale del "Movimento per l´Ulivo", di cui successivamente diventa responsabile nazionale. Viene eletto eurodeputato alle elezioni europee del 1999 con I Democratici, iscritto al gruppo del Partito Europeo dei Liberali, Democratici e Riformatori, membro della commissione per l´agricoltura e lo sviluppo rurale, della delegazione per le relazioni con l´Europa sudorientale e della delegazione per le relazioni con la Repubblica popolare cinese. Aderisce alla Margherita e, nel 2005 subentra al Parlamento europeo dove è membro della Commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni. Alle elezioni politiche del 2006 viene eletto al Senato della Repubblica nelle liste della Margherita e lascia l´incarico europeo. È membro del gruppo dell´Ulivo. Viene confermato alle successive consultazioni nelle file del Partito democratico. Titti Caterina De Simone: Titti De Simone, 45 anni, giornalista professionista, è stata parlamentare nazionale e segretaria di presidenza della Camera dei Deputati. Ex Assessore al Patrimonio al Comune di Bari nella Giunta di Michele Emiliano. Ha coordinato nello staff di Emiliano, il percorso di costruzione del programma del Presidente della Regione e del centrosinistra, il processo partecipativo denominato le Sagre del Programma. ^^^^^^^^ Il Presidente Della Giunta Regionale: Visto il Regolamento di organizzazione del Gabinetto regionale del 5/12/2000, n. 2; Visto, in particolare, l’art. 2 del citato Regolamento che prevede la nomina da parte del Presidente di quattro consiglieri a supporto del Capo di Gabinetto; Visto l’art. 3 del Dpgr n. 377 del 29.06.2015 che conferma tale nomina; Atteso che il Gabinetto del Presidente si pone quale interlocutore efficiente ed informato di ogni singolo settore di attività, capace di garantire un sistema di interlocuzioni efficace all’interno ed all’esterno della Regione; Considerato che il crescente ampliamento della sfera di autonomia nei campi spettanti alla Regione comporta la necessità di avvalersi dell’apporto di specifiche professionalità; Ritenuto che la consulenza di cui si evidenzia la necessità assumerà la connotazione di vera e propria assistenza “tecnica” al Gabinetto del Presidente della Giunta Regionale; Considerato che i Consiglieri del Presidente, a supporto del Capo di Gabinetto, rientrano tra gli incarichi di diretta collaborazione con il Presidente; Ritenuto di affidare l’incarico di Consigliere del Presidente per l’attuazione del programma di governo regionale, sentito il Capo di Gabinetto, all’On. Caterina De Simone detta Titti; Ritenuto che lo stesso è in grado di garantire la necessaria professionalità e competenza in materia, in ragione delle pregresse esperienze e degli incarichi ricoperti, come risulta dalla documentazione agli atti di ufficio; Atteso che le condizioni saranno individuate con apposita e successiva convenzione che sarà sottoscritta per la Regione dal Capo di Gabinetto nel rispetto di quanto previsto dall’art. 5 del Dpgr n. 377 del 29.06.2015; Acquisita la disponibilità dell’interessato; Decreta Di conferire all’On. Caterina De Simone detta Titti, nata a Palermo il 15 febbraio 1970 e residente a…, l’incarico di Consigliere del Presidente per l’attuazione del programma di governo regionale, a far data dalla pubblicazione del presente decreto nel Bollettino Ufficiale della Regione Puglia. Di dare atto che per l’espletamento della consulenza seguirà apposita convenzione che sarà sottoscritta dal Capo di Gabinetto. Di pubblicare il presente decreto nel Bollettino Ufficiale della Regione Puglia. Bari, lì 30.06.2015 Michele Emiliano ^^^^^^^^ Il Presidente Della Giunta Regionale: Visto il Regolamento di organizzazione del Gabinetto regionale del 5/12/2000, n. 2; Visto, in particolare, l’art. 2 del citato Regolamento che prevede la nomina da parte del Presidente di quattro consiglieri a supporto del Capo di Gabinetto; Visto l’art. 3 del Dpgr n. 377 del 29.06.2015 che conferma tale nomina; Atteso che il Gabinetto del Presidente si pone quale interlocutore efficiente ed informato di ogni singolo settore di attività, capace di garantire un sistema di interlocuzioni efficace all’interno ed all’esterno della Regione; Considerato che il crescente ampliamento della sfera di autonomia nei campi spettanti alla Regione comporta la necessità di avvalersi dell’apporto di specifiche professionalità; Ritenuto che la consulenza di cui si evidenzia la necessità assumerà la connotazione di vera e propria assistenza “tecnica” al Gabinetto del Presidente della Giunta Regionale; Considerato che i Consiglieri del Presidente, a supporto del Capo di Gabinetto, rientrano tra gli incarichi di diretta collaborazione con il Presidente; Ritenuto di affidare l’incarico di Consigliere del Presidente per i rapporti con il Consiglio Regionale e gli organismi interni ed internazionali, sentito il Capo di Gabinetto, al Sen. Giovanni Procacci; Ritenuto che lo stesso è in grado di garantire la necessaria professionalità e competenza in materia, in ragione delle pregresse esperienze e degli incarichi ricoperti, come risulta dalla documentazione agli atti di ufficio; Atteso che le condizioni saranno individuate con apposita e successiva convenzione che sarà sottoscritta per la Regione dal Capo di Gabinetto nel rispetto di quanto previsto dall’art. 5 del Dpgr n. 377 del 29.06.2015; Acquisita la disponibilità dell’interessato; Decreta Di conferire al Sen. Prof. Giovanni Procacci, nato a Bari il 4 maggio 1955 e residente a …, l’incarico di Consigliere del Presidente per i rapporti con il Consiglio Regionale e gli organismi interni ed internazionali a far data dalla pubblicazione del presente decreto nel Bollettino Ufficiale della Regione Puglia. Di dare atto che per l’espletamento della consulenza seguirà apposita convenzione che sarà sottoscritta dal Capo di Gabinetto. Di pubblicare il presente decreto nel Bollettino Ufficiale della Regione Puglia. Bari, lì 30.06.2015 Michele Emiliano  
   
   
PRESIDENTE TOTI: ORA PARTE LA SFIDA VERA. VITTORIA DEL CENTRODESTRA È UN BENE PER LA LIGURIA  
 
Genova, 2 Luglio 2015 - "Oggi parte la sfida vera e la vittoria del centrodestra sarà un bene per la Liguria perché faremo tutte quelle cose utili a questa regione che non sono mai state fatte". Lo ha detto il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti a margine del giuramento per l´avvio della decima legislatura. "Partiremo con il dissesto idrogeologico, con un piano per i rifiuti e per le acque e avvieremo – ha detto Toti – tutte quelle opere che questa terra aspetta da tempo, inoltre abbiamo già dato avvio alle collaborazioni con le regioni vicine che serviranno a rendere più competitiva questa regione". "Nelle prossime ore – ha continuato il presidente Toti – avremo un governo della Liguria completo che sarà rappresentativo di tutte le sensibilità che hanno contribuito alla vittoria elettorale e sarà costituito secondo criteri di novità e di una politica che vuole essere espressione di voglia di fare e entusiasmo". "La nostra maggioranza – ha concluso Toti – è compatta e coesa e sarà più che sufficiente a fare quello che ci prefiggiamo e che abbiamo condiviso con gli alleati, secondo un accordo politico e umano che ci consentirà di non avere alcun problema a governare".  
   
   
FINANZE: DA PATTO SERRACCHIANI-PADOAN BENEFICI PER OLTRE... PRETESTUOSE E INGIUSTIFICATE LE POLEMICHE SULL´AUTONOMIA DELLA REGIONE FVG  
 
Trieste, 2 luglio 2015 - Nessuna spada di Damocle sugli equilibri finanziari della Regione Friuli Venezia Giulia. Lo precisa l´assessore regionale alle Finanze, Francesco Peroni, a seguito della diffusione del "Rapporto sul coordinamento della finanza pubblica regionale", curato dalla sezione di Controllo della Corte dei Conti, e delle polemiche politiche innescate sul punto dalle opposizioni di centrodestra. "In questa vicenda non c´è nulla di nuovo che non sia già stato detto", spiega Peroni ricordando "due elementi essenziali": da un lato il Patto Serracchiani-padoan, che "ci consente di portare a casa oltre 800 milioni tra il 2014 e il 2017, tra risorse e spazi finanziari aggiuntivi". Ciò si traduce in "altrettanti margini di manovra per la nostra spesa e i nostri investimenti nelle leggi finanziarie e nelle manovre di assestamento di questi anni. Benefici di cui stiamo già fruendo". In secondo luogo "non è plausibile, né sostenibile la tesi che avremmo svenduto l´autonomia attraverso una cessione di prerogative allo Stato, intese come potestà da parte dello Stato stesso di modificare unilateralmente l´accordo. Questo potere lo Stato lo ha comunque - puntualizza l´assessore Peroni - in nome di un principio generale dell´ordinamento che, come ribadito dalla Corte costituzionale anche con recentissime sentenze, attribuisce allo Stato la potestà di intervenire in nome dei principi di unità economica e di coordinamento della finanza pubblica, modificando, se del caso, gli equilibri finanziari tra Stato e Regioni, sia ordinarie che speciali". Per quanto riguarda le polemiche politiche, Peroni aggiunge che esse vengono da una componente che "ha firmato un accordo precedente, il cosiddetto Patto Tondo-tremonti, che disegnava un equilibrio ben più oneroso per la nostra Regione dal punto di vista degli oneri finanziari e per di più in una forma perpetua. Una caratteristica che non è del Patto Serracchiani-padoan, che dovrà essere rinegoziato nel 2017 e quindi eventualmente integrato e migliorato". Peroni ricorda inoltre come l´intesa sottoscritta il 23 ottobre dello scorso anno a Roma tra la presidente Serracchiani e il ministro delle Finanze Padoan abbia già consentito, nel 2014, di "portare nelle casse della Regione 80 milioni aggiuntivi, in termini di spazi finanziari". Tutto questo significa, ad esempio, che "se, a seguito della finanziaria 2015, in questi giorni possiamo discutere di una manovra di assestamento che vale 287 milioni di euro, senza questo accordo dovremmo discutere invece di una disponibilità complessiva, inferiore di 80 milioni. Come dire, ad esempio, che in assestamento non potremmo prevedere gli ulteriori stanziamenti su salute e infrastrutture, che rispettivamente valgono 40 e 30 milioni di euro". "Vogliamo parlare anche di questi benefici oppure si preferisce continuare nella sterile e pretestuosa polemica sull´autonomia?", conclude l´assessore regionale alle Finanze.  
   
   
CITTÀ METROPOLITANA FIRENZE RILANCIA INVESTIMENTI: 273 MILIONI DI EURO PER SCUOLE E STRADE PRESENTATO LO SCHEMA DEL BILANCIO DI PREVISIONE PER IL TRIENNIO 2015-2017. PIANO MASSICCIO DI RISORSE. RIMODULAZIONE TARIFFE E RIALLINEAMENTO ALLE PERCENTUALI NAZIONALI  
 
Firenze, 2 luglio 2015 - La Città Metropolitana adotta uno schema di bilancio di previsione, per il triennio 2015-2017, che azzera i costi della politica e libera 273 milioni di euro di investimenti su scuole e strade. Lo schema è stato illustrato ieri in Consiglio, che dovrà approvare il bilancio di previsione entro luglio, dal Sindaco Metropolitano Dario Nardella e dal Vice Sindaco con delega al Bilancio Brenda Barnini. La Città Metropolitana, dunque, azzera i costi della politica rispetto alla vecchia Provincia con una riduzione permanente di 1,5 milioni di euro. "Ma soprattutto - ha spiegato Nardella - si rilanciano gli investimenti su scuole e strade con un piano massiccio di risorse: 273 milioni di euro in 3 anni, di cui 133 milioni nel 2015 e 126 nel 2016. In questo modo possiamo affrontare le principali emergenze del territorio". Dal 2011 gli investimenti della vecchia Provincia sono calati da 59 a 21 milioni annui. Da quest´anno, invece, aggiunge Barnini, "riprendiamo a fare investimenti invertendo la tendenza". 53 milioni e 400 mila euro saranno investiti nella viabilità, oltre 13 milioni sulle scuole, 6 milioni in manutenzione di strutture come palestre e in impiantistica, 2 milioni di euro sul patrimonio immobiliare e 15 milioni nella difesa del suolo. Ridotti i costi del personale. Grazie anche alla applicazione della legge ´Pre Fornero´ e alla mobilità verso i Comuni, si riduce, a regime, la spesa del personale di ben 15 milioni di euro superando di gran lunga la percentuale del 30% di riduzione prevista dalla legge Delrio. La Città Metropolitana attende che la Regione prenda in carico la quota parte dei 149 dipendenti che seguiranno le funzioni ad essa trasferite. Il Bilancio di previsione è comunque pensato con la dotazione attuale del personale. Sul fronte fiscale, si verificheranno una rimodulazione e un riallineamento alle percentuali nazionali. Il taglio ai trasferimenti a favore di Firenze, pari a 21,8 milioni di euro, obbliga la città metropolitana ad utilizzare tutta la propria capacità fiscale. Per poter far fronte alle esigenze del territorio e dei cittadini, si prevede per la Rc auto e la Tia l´allineamento al dato nazionale applicato in tutte le province italiane, portando la Rc auto al 16 per cento e la Tia dal 3 al 5 per cento (con un gettito complessivo di 7,5 milioni di euro, a fronte dei 5 e mezzo del 2014). Lo schema di bilancio "non consente di avere la certezza che si eviti di sforare il patto di stabilità - continua Nardella - Per parte nostra siamo pronti a prenderci questo rischio per il bene dei cittadini a partire dagli studenti. Per noi la priorità sono le opere pubbliche sul territorio e la ripresa di investimenti su edilizia scolastica e viabilità". Nella composizione del bilancio di previsione, ha sottolineato Barnini, vengono in aiuto alla Metrocittà 50 milioni di euro di alienazioni (con la vendita della Questura di via Zara e della caserma dei Vigili del Fuoco in via La Farina) e 10 milioni di avanzo di amministrazione. La Città Metropolitana è peraltro pronta a intervenire nell´iter di approvazione del bilancio se arriveranno miglioramenti dalla conversione del Decreto legge sugli enti locali, con riferimento particolare ai diritti portuali e aeroportuali a beneficio delle Città Metropolitane. Questa misura è assimilabile all’imposta di soggiorno e non si scarica sui contribuenti ma su chi utilizza porti e aeroporti. Se questa misura venisse introdotta vi sarebbe un vantaggio rilevante per quei Comuni in cui vi sono queste strutture. E´ il caso, nel territorio metropolitano, del Comune di Sesto Fiorentino. "Se vogliamo - ha detto Barnini - che la Città Metropolitana realizzi investimenti dobbiamo invertire il trend che ha caratterizzato la Provincia di Firenze con la diminuzione dei pagamenti per gli stessi. Ci siamo dotati degli strumenti minimi per portare in fondo le funzioni assegnate, soprattutto in ordine a scuole e strade. Abbiamo la ferma volontà di dare risposte alle esigenze dei cittadini".  
   
   
LINGUE MINORITARIE, SERVE MAGGIOR ATTENZIONE DAL GOVERNO NAZIONALE LA CITTÀ METROPOLITANA PRESENTE A ROMA ALLA VISITA DEGLI ESPERTI CONSIGLIO D´EUROPA  
 
Torino, 2 luglio 2015 - Dopo più di 15 anni di attuazione, la legge 482 che in tutta Italia tutela e valorizza le lingue regionali o minoritarie ha bisogno di un nuovo impulso. Lo hanno chiesto ieri a Roma i rappresentanti di Enti pubblici, istituzioni, associazioni che credono in questo progetto culturale e che hanno incontrato, su iniziativa del prof. Domenico Morelli (presidente del Confemili, il Comitato nazionale federativo delle minoranze linguistiche in Italia) una delegazione del Comitato degli esperti della Convenzione quadro per la protezione delle minoranze nazionali, incaricata di valutare l´attuazione della Convenzione quadro firmata nel 2000. > Per la Città metropolitana di Torino era presente Barbara Cervetti, consigliera metropolitana delegata a cultura e turismo, che ha confermato a nome del sindaco metropolitano Piero Fassino l´impegno che l´Ente eredita dalla Provincia di Torino nella tutela e valorizzazioe dell´occitano, del franco provenzale e del francese. "Sono ben 105 i Comuni del nostro territorio interessati alle tre lingue regionali - dice Barbara Cervetti - e noi con il prezioso lavoro dell´associazione Chambra d´oc sosteniamo sportelli linguistici e progetti culturali di tutela di queste tradizioni. Al Governo chiediamo uno sforzo per sostenere politicamente questa scelta di cultura locale: i fondi arrivano e li utilizziamo con progetti concreti. In Piemonte vorremmo ad esempio che il Tg3 riprendesse le trasmisSioni di promozione della cultura delle nostre valli e montagne, con il sindaco Fassino lo abbiamo anche scritto al Prefetto. Servirebbero anche alcune ore nel calendario scolastico di informazione su questo patrimonio di tradizioni locali". I Comuni interessati dalla Langue d´Oc o Occitano sono 37: Angrogna, Bardonecchia, Bibiana, Bobbio Pellice, Bricherasio, Cesana Torinese, Chiomonte, Claviere, Exilles, Fenestrelle, Inverso Pinasca, Luserna San Giovanni, Lusernetta, Massello, Oulx, Perosa Argentina, Perrero, Pinasca, Pomaretto, Porte, Pragelato, Prali, Pramollo, Prarostino, Rorà, Roure, Salbertrand, Salza di Pinerolo, San Germano Chisone, San Secondo di Pinerolo, Sauze di Cesana, Sauze d´Oulx, Sestriere, Torre Pellice, Usseaux, Villar Pellice, Villar Perosa. Quelli interessati dalla lingua franco-provenzale sono 50: > Ala di Stura, Alpette, Avigliana, Balme, Cantoira, Carema, Castagnole Piemonte, Ceres, Ceresole Reale, Chialamberto, Chianocco, Coassolo, Coazze, Condove, Corio, Frassinetto, Germagnano, Giaglione, Giaveno, Gravere, Groscavallo, Ingria, Lanzo Torinese, Lemie, Locana, Mattie, Meana di Susa, Mezzenile, Mompantero, Monastero di Lanzo, Moncenisio, Noasca, Novalesa, Pessinetto, Pont Canavese, Ribordone, Ronco Canavese, Rubiana, San Giorio di Susa, Sant’antonino di Susa, Sparone, Susa, Traves, Usseglio, Vaie, Valgioie, Valprato Soana, Venaus, Villar Focchiardo, Viù. Quelli interessati oltrechè dalla lingua Franco-provenzale o dalla Langue d´Oc anche dal Francese sono 28: > Angrogna, Bibiana, Bobbio Pellice, Bricherasio, Fenestrelle, Inverso Pinasca, Luserna San Giovanni, Massello, Oulx, Perosa Argentina, Perrero, Pinasca, Pomaretto, Porte, Pragelato, Prali, Pramollo, Prarostino, Rorà, Roure, Salza di Pinerolo, San Germano Chisone, San Secondo di Pinerolo, Susa, Torre Pellice, Usseaux, Villar Pellice, Villar Perosa.  
   
   
FVG, DDL RIFORMA FINANZA LOCALE: VERO CAMBIO DI PASSO  
 
Trieste, 2 luglio 2015 - E´ stata approvata a maggioranza dal Consiglio regionale la riforma della finanza locale, un pilastro fondamentale del più generale quadro riformatore che l´Amministrazione regionale sta portando avanti, ha sottolineato l´assessore regionale alle Autonomie locali Paolo Panontin: "con questo provvedimento segniamo un vero cambio di passo, abbiamo messo a punto il ´miglior carburante´ per la nuova macchina di riforma degli Enti locali". Come illustrato in aula dall´assessore, il ddl afferma con forza alcuni criteri generali molto importanti, come il principio di autonomia dei Comuni, il principio del federalismo, di una "finanza federale" e infine quello di un uno sviluppo equo e sostenibile. Accanto ai grandi principi si introducono rilevanti novità, già dibattute nel passaggio del testo al Cal e in V Commissione consiliare, come il superamento del criterio storico per la determinazione dei trasferimenti regionali ai Comuni o la percentuale di garanzia, più del 13 per cento delle entrate regionali da compartecipazioni al gettito da tributi erariali, che assicura agli Enti locali risorse finanziare per un triennio. "Finalmente le Amministrazioni comunali potranno ricominciare a fare politica e a programmare con un arco temporale adeguato i loro interventi sul territorio", ha indicato l´assessore. "Il testo non ha subito stravolgimenti in Aula, grazie anche all´ottimo lavoro svolto assieme alle opposizioni in Commissione e alla condivisione e partecipazione attiva del sistema delle Autonomie al perfezionamento della norma. Del resto diamo finalmente una risposta positiva a richieste annose degli amministratori locali". Il sistema di finanza locale proposto sostiene in modo organico la riforma ordinamentale, la legge 26 del 2014, e in particolare spinge i Comuni a lavorare assieme. "Come Giunta regionale siamo infatti convinti che sia necessario strutturare i Comuni con dimensioni di scala funzionali all´erogazione dei servizi, perché - e lo dico con le parole del presidente nazionale dell´Anci, Piero Fassino - è inutile rivendicare autonomie che poi non si è in grado di gestire", ha infine dichiarato Panontin  
   
   
AUTONOMIE LOCALI FVG: APPROVATO PIANO RIORDINO TERRITORIALE  
 
Trieste, 2 luglio 2015 - Su proposta dell´assessore alle Autonomie locali, Paolo Panontin, la Giunta regionale ha approvato in via definitiva il Piano di riordino territoriale, con la delimitazione delle Unioni territoriali intercomunali (Uti). Nessuna novità rispetto al testo approvato in via preliminare, in quanto, come spiega lo stesso Panontin, l´esecutivo ha ritenuto di "confermare la decisione di non accogliere sette delle 12 richieste di spostamento da una Unione ad un´altra". "Abbiano esaminato a fondo le istanze che ci sono state presentate, con le relative osservazioni, ma abbiamo ritenuto che alla luce dei criteri fissati dalla legge 26 del 2014 di riordino delle Autonomie locali non vi siano motivazioni sufficienti per accoglierle, per cui abbiamo ribadito quanto già stabilito". Dunque, il testo definitivo della delibera sancisce lo spostamento di cinque Comuni, rispetto alle 12 richieste avanzate di modifica dei perimetri delle Uti. Parallelamente "abbiamo preso atto della scelta del Comune di Lignano di aderire all´Uti della Bassa friulana occidentale". In questo contesto rimane confermata anche la composizione della Uti della Valcanale e Canal del Ferro, come del resto deciso dallo stesso Consiglio regionale, che aveva accolto una richiesta di deroga alla legge 26 presentata dalle amministrazioni comunali di quell´area e la contestuale ridefinizione del perimetro dell´Uti dell´Alto Friuli. A margine dell´approvazione del provvedimento, rispetto ai ricorsi presentati al Tar da diverse Amministrazioni l´assessore Panontin ha spiegato che la Regione intende difendere la propria posizione. "Confido che il giudice competente sancirà la correttezza della nostra impostazione, sono ragionevolmente ottimista in proposito", ha affermato, sottolineando che le aperture dimostrate dalla Regione stessa in questi ultimi mesi "avrebbero fatto sperare in un atteggiamento diverso da parte dei ricorrenti". Tuttavia "pur mantenendo la barra dritta, senza irragionevoli rigidità, cercherò in ogni modo di trovare un punto di equilibrio con chi in questa fase resiste al cambiamento, per superare una conflittualità che non giova certo al benessere delle nostre comunità".  
   
   
AUTONOMIE LOCALI FVG: CONFERMATE 18 UNIONI TERRITORIALI DI COMUNI  
 
Trieste, 2 luglio 2015 - Il Piano riordino territoriale, approvato in via definitiva dalla Giunta regionale, individua 18 aggregazioni di Comuni: a) Unione Giuliana, comprendente i Comuni di: Duino-aurisina, Monrupino, Muggia, San Dorligo della Valle, Sgonico, Trieste; b) Unione del Basso Isontino, comprendente i Comuni di: Doberdò del Lago, Grado, Fogliano-redipuglia, Monfalcone, Ronchi dei Legionari, Sagrado, San Canzian d´Isonzo, San Pier d´Isonzo, Staranzano, Turriaco; c) Unione dell´Alto Isontino, comprendente i Comuni di: Capriva del Friuli, Cormòns, Dolegna del Collio, Farra d´Isonzo, Gorizia, Gradisca d´Isonzo, Mariano del Friuli, Medea, Moraro, Mossa, Romans d´Isonzo, San Floriano del Collio, San Lorenzo Isontino, Savogna d´Isonzo, Villesse; d) Unione del Canal del Ferro-val Canale, comprendente i Comuni di: Chiusaforte, Dogna, Malborghetto-valbruna, Moggio Udinese, Pontebba, Resia, Resiutta, Tarvisio; e) Unione dell´Alto Friuli, comprendente i Comuni di: Artegna, Bordano, Gemona del Friuli, Montenars, Trasaghis, Venzone; f) Unione della Carnia comprendente i Comuni di: Amaro, Ampezzo, Arta Terme, Cavazzo Carnico, Cercivento, Comeglians, Enemonzo, Forni Avoltri, Forni di Sopra, Forni di Sotto, Lauco, Ligosullo, Ovaro, Paluzza, Paularo, Prato Carnico, Preone, Ravascletto, Raveo, Rigolato, Sauris, Socchieve, Sutrio, Tolmezzo, Treppo Carnico, Verzegnis, Villa Santina, Zuglio; g) Unione del Friuli centrale, comprendente i Comuni di: Campoformido, Martignacco, Pagnacco, Pasian di Prato, Pavia di Udine, Pozzuolo del Friuli, Pradamano, Tavagnacco, Udine; h) Unione del Torre, comprendente i Comuni di: Attimis, Cassacco, Faedis, Lusevera, Magnano in Riviera, Nimis, Povoletto, Reana del Rojale, Taipana, Tarcento, Tricesimo; i) Unione del Medio Friuli, comprendente i Comuni di: Basiliano, Bertiolo, Camino al Tagliamento, Castions di Strada, Codroipo, Lestizza, Mereto di Tomba, Mortegliano, Sedegliano, Talmassons, Varmo; j) Unione del Collinare, comprendente i Comuni di: Buja, Colloredo di Monte Albano, Coseano, Dignano, Fagagna, Flaibano, Forgaria nel Friuli, Majano, Moruzzo, Osoppo, Ragogna, Rive d´Arcano, San Daniele del Friuli, San Vito di Fagagna, Treppo Grande; k) Unione del Natisone, comprendente i Comuni di: Buttrio, Cividale del Friuli, Corno di Rosazzo, Drenchia, Grimacco, Manzano, Moimacco, Premariacco, Prepotto, Pulfero, Remanzacco, San Giovanni al Natisone, San Leonardo, San Pietro al Natisone, Savogna, Stregna, Torreano; l) Unione della Bassa Friulana occidentale, comprendente i Comuni di: Carlino, Latisana, Lignano Sabbiadoro, Marano Lagunare, Muzzana del Turgnano, Palazzolo dello Stella, Pocenia, Porpetto, Precenicco, Rivignano Teor, Ronchis, San Giorgio di Nogar, Torviscosa; m) Unione della Bassa Friulana orientale, comprendente i Comuni di: Aiello del Friuli, Aquileia, Bagnaria Arsa, Bicinicco, Campolongo Tapogliano, Cervignano del Friuli, Chiopris-viscone, Fiumicello, Gonars, Palmanova, Ruda, San Vito al Torre, Santa Maria la Longa, Terzo d´Aquileia, Trivignano Udinese, Villa Vicentina, Visco; n) Unione del Tagliamento, comprendente i Comuni di: Arzene Valvasone, Casarsa della Delizia, Cordovado, Morsano al Tagliamento, San Giorgio della Richinvelda, San Martino al Tagliamento, San Vito al Tagliamento, Sesto al Reghena, Spilimbergo; o) Unione delle Dolomiti friulane, comprendente i Comuni di: Andreis, Arba, Barcis, Castelnovo del Friuli, Cavasso Nuovo, Cimolais, Claut, Clauzetto, Erto e Casso, Fanna, Frisanco, Maniago, Meduno, Montereale Valcellina, Pinzano al Tagliamento, Sequals, Tramonti di Sopra, Tramonti di Sotto, Travesio, Vajont, Vito d´Asio, Vivaro; p) Unione del Livenza, comprendente i Comuni di: Aviano, Brugnera, Budoia, Caneva, Polcenigo, Sacile; q) Unione del Sile, comprendente i Comuni di: Azzano Decimo, Chions, Fiume Veneto, Pasiano di Pordenone, Prata di Pordenone, Pravisdomini; r) Unione del Noncello, comprendente i Comuni di: Cordenons, Fontanafredda, Porcia, Pordenone, Roveredo in Piano, San Quirino, Zoppola.  
   
   
A VILLA UMBRA RAPPORTO ANNUALE BANCA D´ITALIA SU ECONOMIA REGIONALE  
 
 Perugia, 2 luglio 2015 – Analizzare i dati dell´economia in Umbria per comprendere così il contesto in cui si trovano ad operare la pubblica amministrazione e i privati: con questo obiettivo si terrà nella sede della Scuola umbra di amministrazione pubblica di Villa Umbra, il prossimo 7 luglio, a partire dalla 9.30 un seminario di approfondimento. Aprirà i lavori l´amministratore unico della Scuola, Alberto Naticchioni, per la filiale di Perugia della Banca d´Italia interverranno il direttore Marco Ambrogi, il dirigente Mario Ferrara, Paolo Guaitini e Daniele Marangoni, rispettivamente responsabile e addetto del Nucleo per la ricerca economica. Prenderanno poi la parola il vicepresidente dell´Anci Umbria, Marcello Nasini, il docente di Sociologia dei fenomeni politici del dipartimento di Scienze politiche e sociali dell´Università degli studi di Perugia, Roberto Segatori, il presidente di Gepafin e docente della Scuola umbra di amministrazione pubblica, Salvatore Santucci. A conclusione dell´incontro interverrà l´assessore regionale alla competitività delle imprese, all´innovazione del sistema produttivo, al lavoro e alla formazione, Fabio Paparelli. Nel corso del seminario, organizzato dalla Scuola Umbra di Amministrazione Pubblica in collaborazione con la filiale di Perugia della Banca d´Italia, sarà presentato il rapporto annuale della Banca d´Italia sull´economia regionale realizzato dai ricercatori del nucleo per la ricerca economica della Banca centrale italiana e che descrive analiticamente il quadro dell´economia reale, l´intermediazione finanziaria e la finanza pubblica decentrata, soffermandosi sullo stato di salute delle attività produttive, sul livello del mercato del lavoro, sulle condizioni economiche delle famiglie, sul mercato del credito e sugli standard di spesa pubblica locale.  
   
   
PROVINCIA DI PARMA: PRIMO TRIMESTRE 2015: SEGNALI DI RIPRESA PER L’OCCUPAZIONE  
 
Parma, 2 luglio 2015 – Dopo tre anni e mezzo di crisi, finalmente notizie positive in Piazza della Pace, ieri, alla presentazione del Rapporto sull’andamento del mercato del lavoro nel Parmense nel primo trimestre 2015. I dati, illustrati da Pier Giacomo Ghirardini e Monica Pellinghelli dell’Oml, l’Osservatorio sul Mercato del Lavoro della Provincia, segnalano l´avvenuta inversione di tendenza, dopo la lunga fase recessiva. “Si tratta di primi dati incoraggianti – spiega il Delegato provinciale alla Formazione e Lavoro Maurizio Vescovi - non tanto per l´entità assoluta della rimonta, che essendo agli inizi è ancora modesta, quanto per l´accelerazione significativa delle assunzioni e la qualità dei nuovi rapporti di lavoro. Se i dati del prossimo trimestre confermeranno questo andamento, allora si potrà parlare veramente di ripresa.” “Ma il dato più significativo è la crescita del lavoro a tempo indeterminato che, sulla spinta dei provvedimenti del Governo, ha visto incrementare enormemente le assunzioni – spiega Andrea Censi Delegato provinciale alla Statistica - Ma non solo: cresce anche la qualità del lavoro, visto che ad aumentare sono i posti di lavoro a tempo indeterminato e a tempo pieno”. E veniamo al dettaglio dei dati. Nel primo trimestre 2015, nel «totale economia» formato dal complesso delle imprese e delle istituzioni locali, le assunzioni sono aumentate congiunturalmente dell´8,9% (rispetto cioè al quarto trimestre 2014 su dati destagionalizzati) e tendenzialmente dell´11,5% (rispetto cioè al primo trimestre 2014 su dati grezzi). Inoltre le assunzioni hanno superato le cessazioni dei rapporti di lavoro, al netto dei fenomeni di stagionalità, con un incremento netto di posti di lavoro alle dipendenze pari a 264 unità come dato destagionalizzato. Poiché nel quarto trimestre 2014 le assunzioni erano ancora in calo, sia congiunturale (-0,6%) sia tendenziale (-5,0%), e si registrava ancora un forte decremento di rapporti di lavoro alle dipendenze (-486 unità come dato destagionalizzato), si può parlare di «avvenuta inversione di tendenza». Se tali andamenti troveranno conferma nel secondo trimestre, si potrà iniziare a parlare di «ripresa» del mercato del lavoro locale. I 264 nuovi posti di lavoro del primo trimestre 2015 sono il risultato dei posti in più creati in agricoltura (+18), attività manifatturiere (+291), commercio (+14) e altre attività dei servizi (+94), e dei posti venuti invece a mancare in: costruzioni (-54), altre attività industriali (-8) e alberghi e ristoranti (-91). La crescita netta dei dipendenti nelle attività manifatturiere e nell´area dei servizi alle imprese rappresenta il dato più incoraggiante, mentre rimangono difficoltà nelle costruzioni e nei settori dipendenti dai consumi delle famiglie, ancora ristagnanti. Da sottolineare il dato della crescita del lavoro a tempo indeterminato che ha visto un aumento davvero importante delle assunzioni, sia in termini congiunturali (+35,6%) che tendenziali (+38,2%). Significativa anche la crescita netta di 264 posti di lavoro, al netto della stagionalità, che è il risultato di 647 posti in più a tempo indeterminato, 389 in meno a tempo determinato e 6 in più a chiamata. La notevole crescita netta dei rapporti di lavoro a tempo pieno (+199), a cui si aggiungono 50 posti part-time, rafforza la percezione di una buona qualità dell´incremento della domanda di lavoro. Positivi anche i dati sul fronte del ricorso agli ammortizzatori sociali: nel primo trimestre 2015 le ore autorizzate di Cassa integrazione guadagni sono state, per il complesso delle gestioni, pari a 554.775, in calo tendenziale del 70,8%. Il volume complessivo dei lavoratori posti in mobilità in forma collettiva, dopo aver raggiunto un punto di massimo nel 2014 con un notevolissimo incremento su base annua pari al 66,6%, nel primo trimestre 2015 ha registrato un rimbalzo in pratica eguale e contrario (-74,6%), portando il flusso dei nuovi iscritti a un punto di minimo. Al contrario, l’andamento dei patti di servizio stipulati dai Centri per l’impiego risente purtroppo della grande inerzia della disoccupazione che il modesto recupero occupazionale in atto non riesce ad intaccare: con i livelli di disoccupazione raggiunti e l’attuale velocità di recupero il processo di riassorbimento richiederà anni. Al 31 marzo 2015 i patti di servizio attivi riguardano ancora 23.622 persone disoccupate o precariamente occupate. Permangono inoltre preoccupazioni per l’occupazione giovanile: uno dei dati più insoddisfacenti è la modesta crescita delle assunzioni dei giovani di 15-24 anni di età, che restano ancora molto al di sotto della media generale, sia in termini congiunturali (3,5% contro 8,9%) che tendenziali (2,0% contro 11,5%). In presenza di un’effettiva ripresa, le assunzioni giovanili dovrebbero essere invece le prime a ripartire in modo più significativo.  
   
   
MARCHE, “PERCORSI DI ORIENTAMENTO AL LAVORO”. CONCLUSO IL PROGETTO FINANZIATO DAL FONDO EUROPEO PER L’INTEGRAZIONE DEI PAESI TERZI.  
 
Ancona, 2 luglio 2015 - Promuovere l´ occupabilità di cittadini di Paesi terzi vulnerabili o in condizione di disagio occupazionale, attraverso servizi di informazione, orientamento al lavoro e valorizzazione delle competenze informali. Era questo l’obiettivo del progetto “Percorsi di orientamento al lavoro” i cui risultati di un anno di attività sono stati analizzati, in Regione, nel corso di un incontro conclusivo. Finanziato dal Fondo Europeo per l´Integrazione di cittadini di Paesi terzi - Annualità 2013 - il progetto vede la partecipazione della Regione Marche, capofila del progetto in partenariato con le 5 Province marchigiane. Le stesse Province hanno testimoniato il raggiungimento degli obiettivi che si era posto il Progetto e il loro ruolo attuativo condotto nell’ambito delle azioni realizzate a livello locale, grazie al forte coinvolgimento dei Servizi provinciali per il Lavoro: circa 300 percorsi di 36 ore, individualizzati e rivolti a cittadini disoccupati di Paesi terzi e regolarmente soggiornanti sul territorio marchigiano. Cittadini che sono iscritti presso gli elenchi anagrafici dei Centri per l´impiego e la formazione (Ciof) e titolari di permesso di soggiorno per protezione umanitaria. L’orientamento al lavoro è stato realizzato attraverso diverse azioni che, partendo dal colloquio conoscitivo e motivazionale, si sono sviluppate fino alla formulazione del bilancio delle competenze per poi giungere alla definizione di un Piano di intervento personalizzato che comprende attività di definizione della strategia delle singole competenze, counselling e orientamento al lavoro con lo scopo di garantire un corretto incontro tra domanda e offerta di lavoro esistente sui territori. Anche i beneficiari del progetto hanno raccontato la propria esperienza nei percorsi di inserimento realizzati e sono state infine condivise le buone pratiche e i modelli di intervento adottati a sostegno dell’occupabilità dei lavoratori stranieri, sia per garantire piena sostenibilità all’iniziativa in futuro, sia come modello di integrazione sociale di cittadini stranieri e valorizzazione delle competenze di ognuno.  
   
   
LAVORO, INTERVENTI GIUNTA SARDEGNA INCONTRA I SINDACATI  
 
Cagliari, 2 luglio 2015 – Nuovo incontro a Cagliari, nella sede dell´assessorato del Lavoro, tra l´assessore Virginia Mura e le segreterie regionali di Cgil, Cisl e Uil. Numerosi i temi in discussione, a partire dai provvedimenti adottati dalla Giunta con la delibera approvata lo scorso mese di giugno "Strategia Investire sulle Persone - Priorità Lavoro". L´esecutivo ha messo in campo interventi finanziari per oltre 325 milioni di euro, risorse che saranno distribuite e suddivise in diverse misure, e a loro volta per diverse tipologie di destinatari. La parte più innovativa del programma riguarda la misura della Flexicurity, strumento sperimentale al quale sono destinati complessivamente 42 milioni e 800 mila euro (28,2 milioni per interventi a favore di lavoratori fuoriusciti dagli ammortizzatori sociali; 11,5 milioni per il Contratto di Ricollocazione; 3,1 milioni per azioni di sistema per le politiche di reimpiego – Welfare To Work). "Il tavolo partenariale è sempre aperto e l’incontro di oggi, con l’approfondimento di alcune tematiche, testimonia la nostra volontà di informare in maniera costante i sindacati sulle politiche del lavoro portate avanti dall’esecutivo", ha detto l’assessore Mura. "I contributi e i suggerimenti delle parti sociali sono fondamentali - ha detto ancora l’assessore - stiamo entrando nella fase cruciale degli interventi e abbiamo bisogno della collaborazione preziosa di tutti i soggetti interessati, dalle associazioni datoriali ai rappresentanti dei lavoratori. Il metodo che vogliamo seguire è quello di organizzare incontri su ogni singola misura, prima della discussione e della approvazione delle stesse in Giunta". L´assessore Mura ha quindi illustrato la strategia delle politiche attive del lavoro portata avanti dall´esecutivo: obiettivi generali declinati su obiettivi specifici, con azioni rivolte a diversi target (disoccupati di lunga durata, inoccupati, giovani donne, soggetti fuoriusciti dal sistema produttivo e privi di sostegno al reddito). "Solo un´azione combinata di tutti gli strumenti - ha detto l´assessore Mura - può incidere con forza sulla ripresa del mercato del lavoro in Sardegna".  
   
   
LAVORI SOCIALMENTE UTILI: SOSTEGNO ALL´OCCUPAZIONE E RISORSA PER LO SVILUPPO DEL TRENTINO  
 
Trento, 2 luglio 2015 - Oltre 3500 lavoratori fra Progettone, Intervento 19 e Lsu nazionale, per circa 61 milioni di euro: bastano queste cifre a delineare le dimensioni di uno strumento, i Lavori socialmente utili, a cui la Provincia autonoma attribuisce una grande importanza e che ha un´impatto considerevole sulla situazione occupazionale della provincia. Uno strumento che, nelle sue articolazioni, si pone al servizio delle fasce più "deboli" del mondo del lavoro - disoccupati di lungo periodo, lavoratori anziani ma ancora lontani dalla pensione, lavoratori con disabilità e così via - e che permette alle amministrazioni e agli enti che vi fanno ricorso di offrire una vasta gamma di servizi al territorio e alla persona, che vanno dalla manutenzione ambientale alla gestione di beni pubblici. Attività, insomma, costantemente valutate e misurate, non un "parcheggio". Tuttavia i Lavori socialmente utili stanno cambiando, come spiegato stamani dal vicepresidente e assessore allo sviluppo economico e lavoro Alessandro Olivi, in una conferenza stampa alla quale sono intervenuti anche la dirigente generale dell´Agenzia del Lavoro Antonella Chiusole, il dirigente generale del Dipartimento sviluppo economico e lavoro della Provincia Claudio Moser e il dirigente del Servizio per il sostegno occupazionale e la valorizzazione ambientale Innocenzo Coppola. "Con le persone coinvolte nei diversi programmi - spiega Olivi - realizziamo da un lato una politica di sostegno al reddito e di accompagnamento al lavoro dei soggetti più deboli ed esposti a prolungati periodi di disoccupazione che non ha confronti in Italia, e che ci allinea con le esperienze più avanzate a livello europeo, in termini di equità sociale e contrasto alle disuguaglianze. La riforma del Progettone che stiamo realizzando assieme ai sindacati e ai consorzi cooperativi si sviluppa in tre punti, tutti necessari proprio al fine di garantire la sostenibilità di questo strumento nel futuro, a fronte di una possibile ulteriore crescita dei soggetti in mobilità. Ci saranno in altre parole regole di ingaggio più selettive, per garantire una platea di occupati costante e mantenere inalterate le risorse ad oggi assicurate, effettuando contestualmente un monitoraggio sull´andamento fra chi entra e chi esce. In sintesi: in primo luogo chiediamo una maggiore compartecipazione degli Enti e soprattutto una riduzione dei costi di gestione dei consorzi cooperativi, già concordata, per un risparmio previsto dell’11% pari a circa 0,5 milioni di euro annui. In secondo luogo abbiamo aperto un tavolo con il sindacato per giungere a modificare i requisiti di accesso e alcune parti del contratto al fine di garantire in prospettiva a parita di risorse impegnate il coinvolgimento del maggior numero di lavoratori. Vogliamo infine anche rafforzare i percorsi di formazione e riqualificazione a cui un lavoratore senior può accedere prima di entrare nell´area dei Lavori socialmente utili, per consentirgli di avere una nuova chance occupazionale tout court. Agenzia del Lavoro ha attivato a questo proposito un progetto di ricollocazione mirato che vedrà coinvolti tutti i lavoratori ancora in mobilità a cui mancano più di 5 anni alla pensione". Vediamo ora in sintesi i numeri dei Lavori socialmente utili e le loro caratteristiche prioritarie. Dati di sintesi · Lavoratori coinvolti: in tutto circa 3500 tra Intervento 19 (1887) e Progettone (1617) a cui si aggiungono 47 lavoratori del Bando per Lavori socialmente utili statali per comuni e comunità. · Risorse finanziarie: negli ultimi anni, anche a seguito della crisi economica ed occupazionale, le risorse ad essi dedicate sono considerevolmente aumentate superando i 61 milioni di euro ( 49 milioni per il Progettone e 12 milioni per Intervento 19) . In generale, sono Lavori socialmente utili le attività di: abbellimento urbano e rurale; valorizzazione di beni culturali ed artistici anche mediante attività di promozione, allestimento e custodia di mostre relative a prodotti, oggetti ed attrezzature del territorio nonché di riordino, recupero e valorizzazione di testi e documenti di interesse storico o culturale; riordino di archivi e recupero di lavori arretrati di tipo tecnico e amministrativo; custodia e vigilanza di impianti e attrezzature sportive, di centri sociali, di centri socio-assistenziali, educativi e culturali gestiti dagli Enti promotori; particolari servizi ausiliari alla persona di tipo sociale da svolgersi in A.p.s.p. O sul territorio e particolari servizi necessari per il recupero del lavoratore I lavori socialmente utili sono rivolti a disoccupati: - da più di 12 mesi, con più di 35 anni; - da più di 3 mesi, con più di 50 anni; - invalidi ai sensi della legge n. 68/99; - in difficoltà occupazionale in quanto: - soggetti a processi di emarginazione sociale o portatori di handicap fisici, psichici o sensoriali, segnalati dai servizi sociali e/o sanitari attraverso apposita certificazione; - appartenenti ad un nucleo familiare che percepisce il reddito di garanzia, segnalati dai servizi sociali e/o sanitari attraverso apposita certificazione. Alla data di presentazione della domanda di iscrizione alle liste i soggetti devono risultare residenti in via continuativa da almeno tre anni in provincia di Trento o essere emigrati trentini iscritti all’Aire da almeno tre anni. Progettone E´ gestito dal Servizio sostegno occupazionale e valorizzazione ambientale della Provincia autonoma. Può essere considerato una sorta di multiutility per la Provincia. Per mezzo di questo strumento vengono svolte attività produttive e non di carattere assistenzialistico in settori che vanno dal ripristino ambientale a quello culturale e dei servizi in genere. Qualche esempio? La manutenzione delle piste ciclabili (450 chilometri frequentati da 2 milioni di appassionati all´anno), l´allestimento di spazi espositivi promozionali (dal Festival dell´Economia al Trento Film Festival ad esempio), per non parlare degli oltre 400 chilometri del Sentiero della Pace che costituisce uno dei richiami per la ricorrenza del centenario della Grande Guerra. I lavoratori interessati provengono dalle liste di mobilità nazionale o ex mobilità regionale, hanno un´età minima di 53 anni per gli uomini e 49 anni per le donne e vengono assunti - attraverso cooperative sociali e di lavoro - con contratto a tempo indeterminato (la maggior parte) o determinato. Qualche dato: · oltre 1600 lavoratori assunti ( 900 Inps-700 Scau, 925 uomini 675 donne) · 300 aree di sosta realizzate sulle strade provinciali · 450 km di piste ciclabili tracciati . 284 lavoratori impiegati nella custodia di musei e castelli . Allestimento stand ad Expo 2015 · 17 lavoratori assunti al parco dello Stelvio · 105 lavoratori per la gestione dei Crm · 100 cantieri aperti nel verde in altrettanti comuni · 10 cantieri e 20 custodi nei forti per il Centenario Grande querra · collaborazione con la Procura e tribunale · convenzione con Muse ( 25 custodi fissi , 12 stagionali). La riforma del Progettone, in corso di definizione con i sindacati e con le cooperative, prevede da un lato la revisione del contratto, assieme anche ai criteri di accesso, e dall´altra il contenimento dei costi di gestione. A regime il risparmio totale previsto è di 1,5 milioni. Intervento 19 E´ gestito da Agenzia del Lavoro e si rivolge a lavoratori disoccupati da più di 12 mesi di età superiore ai 35 anni, disoccupati da più di tre mesi ultracinquantenni, disoccupati invalidi che sono individuati dagli operatori di riferimento per la legge 68/1999, disoccupati in difficoltà in quanto “soggetti a processi di emarginazione sociale o portatori di handicap fisici, psichici o sensoriali (...)”, segnalati dai servizi sociali o sanitari. I lavoratori vengono impiegati in progetti di utilità collettiva presentati dagli enti locali e dalle agenzie provinciali di servizio alla persona finanziati dalla Provincia al 70%. I rapporti di lavoro sono a termine e sono disciplinati dall’apposito contratto collettivo provinciale di lavoro. I progetti riguardano in generale - abbellimento urbano e rurale, ivi compresa la relativa manutenzione; - valorizzazione di beni culturali ed artistici anche mediante l’attività di salvaguardia, promozione, allestimento e custodia di mostre relative a prodotti, oggetti ed attrezzature del territorio nonché riordino o recupero e valorizzazione di testi e/o documenti di interesse storico o culturale; - riordino di archivi e/o recupero di lavori arretrati di tipo tecnico o amministrativo, non rientranti nelle attività di ordinaria amministrazione dell’ente; - servizi di custodia e vigilanza finalizzati alla migliore fruibilità degli impianti e attrezzature sportive, di centri sociali, di centri socio-assistenziali educativi e/o culturali gestiti dagli Enti promotori; - particolari servizi ausiliari di tipo sociale a carattere temporaneo, compatibili con il grado di debolezza o svantaggio del lavoratore, o particolari servizi ne cessari per il recupero del lavoratore (purché non in sostituzione di quanto già attuato sul territorio). Qualche dato: - 288 progetti di Enti pubblici potenziali titolari approvati (all´11 marzo) e 7 in fase di approvazione - 155 di abbellimento urbano e rurale c.D. “verde” (+ 2 in fase di approvazione) - 18 valorizzazione di beni culturali (+2 in fase di approvazione) - 35 riordino archivi - 29 custodia e vigilanza (+ 3 in fase di approvazione) - 49 servizi ausiliari di tipo sociale e 2 servizi ausiliari di tipo sociale pluriennali Bando per Lavori socialmente utili statali per comuni e comunità (Lsu) E´ gestito anch´esso da da Agenzia del Lavoro e ad oggi hanno attivato l´assunzione 15 Enti per un totale di 47 lavoratori. Lo strumento è rivolto a persone in cassa integrazione guadagni straordinaria oppure disoccupate iscritte alle liste di mobilità e beneficiarie delle relative indennità statali ed è previsto da una normativa nazionale rivolta agli Enti pubblici che debbano realizzare attività, anche ordinarie, quali ad esempio la manutenzione delle aree pubbliche o lo svolgimento di servizi amministrativi, con questi lavoratori. Per accedere a tale opportunità, l’Ente interessato segnala le proprie esigenze al Centro per l’impiego di riferimento nel proprio territorio, il quale ha il compito di supportarlo, in particolare per l’individuazione delle persone da inserire. Lo svolgimento di queste attività socialmente utili non comporta l’instaurazione di un rapporto di lavoro. Durante il periodo di svolgimento dell’attività lavorativa, le persone impiegate nei progetti continuano a percepire il trattamento di cassa integrazione straordinaria o l’indennità statale di mobilità. L’ente promotore è tenuto ad erogare, solo per le giornate di effettiva prestazione, un importo integrativo al trattamento, fino al raggiungimento di quanto percepito dai dipendenti dell’Ente che svolgono mansioni analoghe.  
   
   
LEVA CIVICA, LOMBARDIA: OCCASIONE DI CRESCITA E FORMAZIONE PER GIOVANI  
 
Milano, 2 luglio 2015 - Oltre 500 giovani che inizieranno a breve la loro esperienza di Servizio civile in diversi Comuni della Lombardia hanno partecipato a Palazzo Lombardia, al Convegno ´Il servizio civile volontario negli enti locali: un´esperienza di cittadinanza attiva e formazione´. Organizzato da Regione Lombardia, in collaborazione con Anci, l´incontro ha permesso ai ragazzi di conoscere le opportunità che l´esperienza del Servizio civile volontario e le nuove iniziative messe in campo dalla Regione nella decima legislatura - Leva civica e Garanzia Giovani in particolare - offrono in tema di esperienza di cittadinanza attiva, formazione e occupabilità. Opportunità Per Giovani Ed Enti Locali - "Il Servizio civile - ha spiegato l´assessore alla Famiglia, Solidarietà sociale, Volontariato e Pari opportunità Maria Cristina Cantù - è un´occasione per i ragazzi di avvicinarsi alle Amministrazioni locali, ma è anche un´opportunità per gli Enti stessi di avere giovani da impiegare in settori strategici, come il welfare, l´amministrazione del patrimonio artistico-culturale e ambientale". In particolare, l´assessore Cantù si è rivolta ai giovani presenti, sottolineando l´importante esperienza che affronteranno in settori dove c´è maggiore bisogno, quali l´assistenza alle persone fragili. "I giovani qui in sala rappresentano - ha aggiunto - la futura classe dirigenziale nelle Amministrazioni pubbliche e pertanto devono impegnarsi nel percorso di servizio civile anche come investimento per il loro futuro lavorativo". I Numeri Dei Progetti E Dei Volontari - Le attività che partiranno entro questa estate 2015 fanno riferimento ai progetti di Servizio Civile Nazionale e alla selezione dei nuovi volontari approvati a seguito di un Bando pubblicato il 16 giugno 2014 e chiuso il 31 luglio 2014. Il numero dei volontari ammissibili è pari a 1.530 giovani. Le risorse disponibili da parte dell´Ufficio Nazionale (7,8 milioni di euro) permettono di finanziare tutti i 222 progetti: 43 sono relativi al patrimonio artistico e culturale (385 volontari), 120 all´assistenza (779 volontari), 2 alla protezione civile (10 volontari), 6 all´ambiente (25 volontari) e 51 all´educazione e promozione culturale (331 volontari). Assistenza - L´area dell´assistenza è quella che assorbe le maggiori risorse, con 120 progetti e 779 volontari impegnati a sostegno di anziani, minori, giovani, immigrati, disabili, pazienti affetti da patologie temporaneamente o permanentemente invalidanti e/o in fase terminale, tossicodipendenti e/o etilisti in fase di recupero, donne con minori a carico e donne in difficoltà e nei campi del disagio adulto, della salute e delle attività motorie per disabili finalizzate all´inclusione sociale. Garanzia Giovani - Nel corso della decima legislatura Regione Lombardia ha promosso anche il Servizio civile all´interno della misura Garanzia Giovani. Ottanta i progetti presentati da parte degli Enti di servizio civile accreditati all´albo regionale per l´avvio di ulteriori 1006 volontari, per una capienza massima di 1271 volontari. Leva Civica - Regione Lombardia, con la Legge 33 del 2014 ha istituito la Leva civica volontaria regionale a favore di giovani tra i 18 e 28 anni, a cui viene data la possibilità di fare esperienze di cittadinanza attiva e di acquisire conoscenze e competenze professionali spendibili nel mercato del lavoro. Nel giugno di quest´anno la Giunta regionale ha approvato le Linee Guida relative alla leva civica regionale, in vista dell´emanazione di un bando, con una dotazione finanziaria di 1,5 milioni per l´avvio di circa 500 volontari.  
   
   
REGIONE LOMBARDIA: IL COMUNE DI MILANO PUBBLICHI NUMERI SU SUE INIZIATIVE PER OCCUPAZIONE GIOVANI  
 
Milano, 2 luglio 2015 - "Non si può che condividere l´iniziativa del Comune di Milano e del suo assessorato al Lavoro nel programmare iniziative rivolte ai giovani Neet, perché il problema della disoccupazione giovanile è un´emergenza seria che deve essere sottratta ad ogni contrapposizione e propaganda politica". Lo dice Valentina Aprea Assessore all´istruzione formazione e lavoro di Regione Lombardia. "Tuttavia è necessario ricordare all´assessore Cristina Tajani del Comune di Milano che il modo con cui Regione Lombardia sta gestendo Garanzia Giovani è quello concordato con il Ministero del Lavoro, che ha anche adottato il "modello" Lombardo per la sua attuazione in tutta Italia. I diversi risultati raggiunti dalle altre Regioni dimostrano per differenza, la migliore organizzazione del mercato del lavoro lombardo e la reale capacità del nostro sistema di politiche attive di realizzare importanti esiti occupazionali". "Inoltre, abbiamo differenziato i nostri interventi per evitare che i giovani entrino nell´alveo dei Neet, intercettandoli al momento della conclusione dei percorsi di istruzione e formazione e coinvolgendo le istituzioni scolastiche e formative nella realizzazione del programma". "Invito - prosegue l´assessore regionale - l´assessore Tajani a pubblicare un monitoraggio delle sue iniziative, fornendo così anche quella rendicontazione sociale che serve per creare un mercato del lavoro più trasparente. Questa nostra stessa pratica è stata adottata anche dal Ministero del Lavoro che ogni venerdì pubblica il suo report. "A tal proposito - conclude Aprea - il nostro ultimo monitoraggiosettimanale, pubblicato all´indirizzo www.Garanziagiovani.regione.lombardia.it, registra che siamo riusciti a collocare nel mercato del lavoro 20.944 giovani su 26.791 presi in carico dalle strutture accreditate. Nello specifico, 10.669 sono stati inseriti nel mercato del lavoro attraverso il tirocinio, 7.179 con un contratto a tempo determinato, 1.547 in apprendistato e 1.549 con un contratto a tempo indeterminato".  
   
   
MIGRANTI, ROSSI RIPROPONE IL MODELLO TOSCANO SPERIMENTATO NEL 2011  
 
 Firenze, 2 luglio 2015 - Si parla di migranti, ieri e oggi, all´istituto universitario europeo di Fiesole e il presidente della Toscana Enrico Rossi presenta il modello toscano di accoglienza dei profughi e migranti provenienti dal nord Africa e dal Medio Oriente sperimentato in Toscana quattro anni fa, tra il 2011 e il 2013. "L´´abbiamo sperimentato quando arrivarono i primi migranti dalla Tunisia, cinquecento, e poi altri mille e trecento africani di tutto il continente in fuga dalla Libia" dice. Un modello – e tante storie, raccontate in un ebook e in uno speciale - che può essere ancora oggi replicato. Un modello fatto non di tendopoli e grandi concentrazioni, come quella che il governo del 2011 avrebbe voluto realizzare a Coltano in provincia di Pisa, ma di piccole strutture diffuse sul territorio, affidate al volontariato e con un ruolo importante degli enti locali e dei sindaci. Piccoli nuclei di 20-30 persone, inseriti nelle comunità locali. "E´ stata in questo modo un´accoglienza che non ha provocato contrasti e rifiuti fra i cittadini toscani – racconta sempre Rossi – Anzi, ha sviluppato legami di solidarietà, di collaborazione e amicizia". "Continueremo a fare la nostra parte – sottolinea il presidente – , ma alle Regioni deve essere riconosciuto un ruolo nella gestione dell´accoglienza dei migranti in una logica di condivisione nazionale del problema". "Il modello toscano - aggiunge - prevede anche l´impiego dei migranti ospiti in piccole attività pubbliche. È un´accoglienza che sa donare". Poi accenna al legame che la Toscana sta costruendo con importanti realtà della Tunisia e dell´Algeria, perché le politiche di immigrazione sono fatte non si solo di accoglienza ma anche relazioni e cooperazione. In Tunisia è impegnata nella regione di Kasserine, con un progetto assieme alla Francia per la ricostruzione di un modello di sanità pubblica, la formazione delle nuove classi dirigenti e il sostegno a progetti di economia locale. Dall´algeria proviene invece il gruppo Cevital, che ha rilevato le acciaierie di Piombino salvando 2200 posti di lavoro. "In questo modo – dice Rossi – la Toscana sta dando a darà il suo contributo di politica industriale e di politica estera. Ma questo tipo di progetti rappresenta anche uno dei più importanti antidoti al terrore perché apre nuove porte per l´Europa".  
   
   
MIGRANTI, ROSSI: "IL NODO DA AFFRONTARE RIGUARDA POVERTÀ E LAVORO"  
 
Firenze, 2 luglio 2015 - Mille e ottocento sono stati i migranti ospitati tra il 2011 e il 2013 in Toscana, con un modello di accoglienza diffuso affidato al volontariato e agli enti locali. "Altri tremila profughi – dice oggi il presidente della Toscana Enrico Rossi intervenendo all´Istituto universitario europeo di Fiesole – sono arrivati negli ultimi mesi. Sono numeri in crescita, ma ancora abbastanza contenuti e sostenibili. Certo serve una strategia chiara e attiva dell´Europa per affrontare un problema che non potrà che essere in crescita tumultuosa nei prossimi mesi se non si affrontano alla radice i problemi dell´instabilità politica di tutta l´area mediterranea, che per questo dovrebbe essere al centro delle politiche dell´Unione europea". "C´è un nesso inscindibile che lega democrazia e lavoro – annota il presidente -: l´esclusione sociale e la povertà sono uno dei principali alimenti del terrore, oltre che delle migrazioni". E su questo occorre lavorare. Per Rossi l´instabilità politica del Mediterraneo ha bisogno di una risposta che deve tenere insieme l´iniziativa diplomatica e militare da una parte e politiche di accoglienza civile e solidali dall´altra, che coinvolgano tutti gli Stati membri. "L´intervento per fermare l´onda montante del terrorismo fondamentalista spetta all´Onu – dice - , ma concrete politiche di accoglienza per i profughi e chi fugge da situazioni di guerra, povertà e terrore spettano a tutta l´Europa Rossi ribadisce anche il suo no ai muri minacciati dall´Ungheria, alla sospensione del trattato di Schengen o a interpretazioni troppo rigide del regolamento di Dublino. Le migrazioni sono un fenomeno globale e l´accoglienza, sottolinea, è un dovere chiesto dalla Costituzione, quella Costituzione scritta in un´Italia appena uscita dalla Seconda Guerra Mondiale, povera e segnata dal conflitto, ma riconosce il diritto di asilo allo straniero a cui sia impedito l´esercizio delle libertà democratiche nel proprio paese.  
   
   
MIGRANTI, ROSSI: "LA UE SIA DAVVERO UNIONE"  
 
Firenze, 2 luglio 2015 - Nel 2014 ci sono stati nel mondo 19,5 milioni di rifugiati, più della metà bambini. Numeri paragonabile a quelli della prima metà del 2015. In Europa, a fronte di 500 milioni di abitanti, si tratta di mezzo milione di persone. "Il problema – dice il presidente della Toscana Enrico Rossi intervenendo ad un convegno all´istituto universitario europeo di Fiesole – può essere affrontato in maniera efficace se l´Unione Europea mostrerà qui la sua capacità di essere davvero unione. Invece, a Ventimiglia con migliaia di profughi sgomberati con la forza, si è avuto un vero "crollo" dell´Europa". Rossi invita ad applicare la "clausola umanitaria" del regolamento di Dublino, ma ricorda anche che "il fenomeno dell´immigrazione può essere anche un´opportunità, non solo un problema: un´opportunità di crescita demografica, di sviluppo economico e per rivitalizzare la nostra democrazia". Garantendo anche la cittadinanza italiana ai nati da stranieri e il diritto di voto agli immigrati stabilmente residenti in Italia.  
   
   
PROFUGHI, LOMBARDIA: CENTO IMMIGRATI IN PALESTRE BERGAMASCHE, ORA È RIBELLIONE  
 
Milano, 2 luglio 2015 - "Questa mattina cento immigrati saranno trasferiti nelle palestre comunali di Presezzo, Filago e Romano di Lombardia. Sono convinta che dopo l´ennesimo affronto da parte del Governo, proprio da Bergamo e dalla Lombardia partirà la ribellione a queste politiche migratorie fallimentari, che di fatto hanno aperto le porte a un´invasione senza precedenti nella storia". Questo il commento dell´assessore alla Sicurezza e Immigrazione della Regione Lombardia, Simona Bordonali, in merito al trasferimento di cento richiedenti asilo in tre palestre comunali situate in provincia di Bergamo. "Ricordo che nella stragrande maggioranza dei casi i richiedenti asilo vengono poi dichiarati clandestini, ma nel frattempo, per circa un anno e mezzo, gli italiani pagano a tutti loro vitto e alloggio in hotel per una spesa di 35 euro al giorno a persona. - prosegue Bordonali - Ora la misura è colma. La Regione Lombardia non farà calare il silenzio sulla questione. Non sarà il nostro territorio a pagare le conseguenze dell´incapacità del governo. Invito il primo ministro Renzi e il ministro dell´Interno Alfano a venire in piazza a Filago, Presezzo o Romano di Lombardia per spiegare le proprie scelte ai cittadini".  
   
   
IMMIGRAZIONE: PRESTO IN PIEMONTE UN NUOVO CENTRO DI PRIMA ACCOGLIENZA CHE DIA OSSIGENO AL CENTRO POLIFUNZIONALE DI SETTIMO  
 
Torino, 2 luglio 2015 - Monica Cerutti, assessora all´Immigrazione della Regione Piemonte , oggi pomeriggio si è recata al Centro Polifunzionale “Teobaldo Fenoglio” di Settimo Torinese per incontrare Ignazio Schintu, coordinatore del centro , e gli operatori della Croce Rossa Internazionale che stanno provvedendo al lavoro di prima accoglienza dei richiedenti asilo sul territorio piemontese. Ogni anno presso il centro di Settimo Torinese passano 16.000 persone e gli operatori della Cri quotidianamente devono gestire un totale di 200 persone. I migranti che transitano in questi giorni attraverso il centro polifunzionale sono prevalentemente di origine nigeriana, ma anche provenienti dal Mali e dal Burkina Faso. " La situazione è indubbiamente complessa " - ha commentato l´assessora Cerutti - " Il sistema ha subito un forte stress, dato l´elevato numero di arrivi in pochi giorni (circa 1300), ed è per questo che dobbiamo ringraziare quotidianamente gli operatori e le operatrici della Cri di Settimo per il lavoro che fanno, insieme alle singole prefetture piemontesi che stanno facendo sforzi molto rilevanti. L´importanza e la serietà del loro impegno hanno fatto in modo che il sistema di accoglienza piemontese sia diventato un modello per il nostro Paese. L´auspicio è che dopo la redistribuzione dei richiedenti asilo sulle regioni italiane, ci possa essere una migliore programmazione dell´accoglienza in tutto il Paese e quindi un minor sforzo richiesto al Piemonte ". L´assessora regionale all´Immigrazione ha poi discusso anche del centro di prima accoglienza regionale : " La soluzione ideale è una caserma attualmente in disuso per farla diventare un centro di primissima accoglienza che possa dare respiro al Centro Polifunzionale di Settimo Torinese. La scelta ricadrà su una struttura al di fuori della provincia di Torino. Ci aspettiamo che i tempi di realizzazione di questo progetto siano brevissimi ".  
   
   
A FAVORE DEI GENITORI: LA COMMISSIONE UE RITIRA LA PROPOSTA BLOCCATA SUL CONGEDO DI MATERNITÀ E PREPARA LA VIA PER UN NUOVO APPROCCIO  
 
 Bruxelles, 2 luglio 2015 - Come previsto nel suo programma di lavoro 2015, la Commissione ha riesaminato ieri la situazione del progetto di direttiva sul congedo di maternità il cui iter legislativo è bloccato dal 2008. Nonostante i ripetuti e intensi sforzi della Commissione per facilitare un accordo, l´assenza di progressi da parte dei colegislatori ha indotto la Commissione a decidere di ritirare la sua proposta. Ciò apre la via ad un nuovo approccio per raggiungere l´obiettivo strategico di migliorare la protezione delle madri, di meglio conciliare la vita professionale e quella familiare e di incoraggiare la partecipazione delle donne al mercato del lavoro. La revisione della direttiva sul congedo di maternità, che comporta un periodo di congedo più lungo e maggiori diritti per le madri, è stata proposta nel 2008 dalla Commissione, ma i colegislatori non sono riusciti a trovare un accordo e ad adottare l´atto in questione. Il Parlamento europeo ha segnalato la sua volontà politica di continuare i negoziati prima che la Commissione presentasse il suo programma di lavoro 2015, ragion per cui la Commissione ha accettato di attendere altri sei mesi prima di ritirare la proposta. La Commissione si è impegnata a fondo per risolvere questa situazione di stallo ed ha sollecitato a più riprese il Consiglio a riprendere le discussioni con il Parlamento europeo, che aveva espresso la volontà di giungere a una posizione di compromesso. La Presidenza lettone del Consiglio ha però informato la Commissione che non vi erano prospettive di un accordo ed ha incoraggiato la Commissione a procedere al ritiro della proposta. La Commissione ritiene che prolungare l´attuale situazione di blocco lasciando sul tavolo della discussione una proposta che non ha nessuna probabilità di essere adottata non servirebbe a migliorare nel quotidiano le condizioni delle madri che lavorano. Ritirando la proposta, la Commissione intende fare uno stacco deciso rispetto all´attuale situazione di stallo e aprire la via a nuove iniziative suscettibili di essere approvate e di sfociare in miglioramenti effettivi nella vita dei genitori che lavorano e dei lavoratori che si occupano della cura di bambini. La Commissione presenterà un´iniziativa più ampia che continuerà a promuovere gli obiettivi della precedente proposta ed assicurerà una protezione minima. La nuova iniziativa terrà conto degli sviluppi intervenuti nell´ultimo decennio nella società e farà uso di un mix ottimale degli strumenti politici disponibili, al fine di produrre risultati quanto più efficacemente possibile. In tale contesto la Commissione esaminerà anche tutta una serie di questioni che i genitori che lavorano e i lavoratori che si occupano della cura di bambini si trovano ad affrontare nella vita quotidiana, tra cui diverse forme di congedo di maternità e di paternità, soluzioni per assicurare l´equilibrio tra lavoro e vita privata, nonché il ruolo delle persone che si occupano dei figli, per vedere in che modo un intervento a livello di Ue possa recare il migliore contributo possibile. Prima che il ritiro della proposta prenda effetto, la Commissione delineerà le sue idee in merito a un nuovo approccio in un ruolino di marcia finalizzato ad una nuova iniziativa. Una consultazione pubblica consentirà a un´ampia gamma di stakeholder, in particolare alle parti sociali, di presentare i loro punti di vista e le loro idee. Questa nuova iniziativa farà parte del programma di lavoro della Commissione per il 2016.  
   
   
PRESENTATO A BRUNICO IL PIANO DI ASSISTENZA ALL´INFANZIA  
 
Bolzano, 2 luglio 2015 - L´assessora provinciale alla famiglia Waltraud Deeg ha presentato a Brunico il piano con cui intende ampliare e migliorare l´offerta esistente in tema di assistenza all´infanzia. Il piano è stato illustrato all´organizzazione formativa "Bildungsweg Pustertal", che funge da piattaforma per la rete di asistenza all´infanzia della valle. "Si tratta di un concetto che punta a svilupparsi in varie direzioni", ha sottolineato l´assessora Deeg. Con un´offerta minima assicurata in ciascun Comune la Provincia vuole garantire l´assistenza anche dove attualmente non è presente alcuna offerta. Inoltre si punta a standard di qualità omogenei, buone condizioni di lavoro per il personale e un nuovo modello di finanziamento con la partecipazione di Provincia e Comuni. Offerte in loco adeguate alle esigenze della famiglia e un´assistenza capillare per l´infanzia sono già previste nella legge provinciale del 2013 sul sostegno alla famiglia. Un aspetto che vale anche per le iniziative di assistenza extrascolastica e di accompagnamento di bambini e ragazzi. "È una delle molte misure con cui sosteniamo le famiglie. Contestualmente il sostegno finanziario, il rafforzamento precoce, la formazione e la consulenza delle famiglie restano obiettivi centrali della politica per la famiglia della Provincia", ha concluso Deeg. L´assessora ha ribadito l´importanza dei primi anni di vita per un sano sviluppo dei bambini, un aspetto che si vuole analizzare a fondo senza trascurare investimenti. Nelle prossime settimane Waltraud Deeg continuerà la presentazione delle linee guida negli incontri con altre organizzazioni sul territorio.