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Notiziario Marketpress di Lunedì 04 Dicembre 2006
INCONTRO PARLAMENTARE SUL FUTURO DELL´EUROPA: DALLA RIFLESSIONE ALL´AZIONE  
 
Bruxelles, 4 dicembre 2006 - I membri dei parlamenti nazionali e quelli del Parlamento europeo si incontreranno per la seconda volta quest´anno, il 4 e 5 dicembre 2006, nella sede del Parlamento europeo a Bruxelles per discutere sul "Futuro dell´Europa". La conferenza fornirà lo spunto ai cittadini ed ai rappresentanti nazionali ed europei per discutere delle principali tematiche che li riguardano. Il primo incontro, tenutosi l´8 e 9 maggio scorsi, è servito per rilanciare, a livello nazionale, il dibattito sul futuro dell´Europa. Questo secondo appuntamento dal titolo "dalla riflessione all´azione", ha lo scopo di alzare il livello del dibattito, ponendo domande concrete. I temi trattati, sia nei gruppi di lavoro sia in Plenaria, verteranno su: "Il futuro finanziamento dell´Unione", "Verso una politica energetica comune" e "Il ruolo dell´Unione europea nella prevenzione dei conflitti". Questa manifestazione, organizzata congiuntamente dal Parlamento europeo e da quello finlandese, contribuirà alle discussioni del prossimo Consiglio europeo, in calendario per il 14 e 15 dicembre. .  
   
   
UN NUOVO PROGRAMMA DI RICERCA PER LA CRESCITA DELL´UE: DI 54 MILIARDI DI EURO PER PROMUOVERE L´INNOVAZIONE  
 
 Bruxelles, 4 dicembre 2006 - Il Parlamento ha approvato il nuovo Programma quadro di ricerca che, per i prossimi sette anni a partire dal 2007, disporrà di 54 miliardi di euro per promuovere l´innovazione e consentire all´Ue una crescita economica sostenibile con nuovi e migliori posti di lavoro e una maggiore coesione sociale. Sui principi etici - in particolare clonazione e cellule staminali - è stato confermato il compromesso raggiunto dal Parlamento in prima lettura e ripreso poi dal Consiglio dei Ministri. Approvando la relazione di Jerzy Buzek (Ppe/de, Pl), i deputati hanno introdotto una serie di emendamenti di compromesso (concordati con la Presidenza) alla posizione comune del Consiglio che, a sua volta, era già largamente ispirata alla posizione espressa dal Parlamento in prima lettura. Il Settimo Progamma quadro di ricerca e sviluppo tecnologico potrà quindi essere avviato sin dal prossimo anno e durerà fino al 2013. I deputati, inoltre, hanno adottato la relazione di Philippe Busquin (Pse, Be) che, introducendo delle modifiche negoziate con la Presidenza, approva in prima lettura il regolamento sulle regole di partecipazione al Programma stesso nonché altre otto relazioni - in consultazione - sui programmi specifici. Per tre di questi i relatori sono italiani: Umberto Pirilli (Uen, It), Vittorio Prodi (Alde/adle, It) e Umberto Guidoni (Gue/ngl, It). Tramite il sostegno del Programma alla ricerca alle frontiere della conoscenza, alla ricerca applicata e all´innovazione, la Comunità intende favorire le sinergie nella ricerca europea e consolidare quindi le basi dello Spazio europeo della ricerca. Il Programma dovrà soprattutto contribuire a far diventare l’Ue l´economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo, in grado di realizzare una crescita economica sostenibile con nuovi e migliori posti di lavoro e una maggiore coesione sociale. A tal fine, potrà contare su 50,521 miliardi di euro per sette anni, cui occorre sommare poco più 2,7 miliardi per le attività svolte in ambito Euratom fino al 2011 (per il periodo fino al 2013 è previsto, a titolo indicativo, un ulteriore stanziamento di 1,3 miliardi). Struttura del 7° Programma Quadro: quattro programmi specifici Il programma Cooperazione promuoverà la collaborazione tra l’industria e la ricerca accademica in tutta Europa per conseguire la leadership nei settori chiave della tecnologia. E´ suddiviso in dieci temi prioritari: Salute; Prodotti alimentari, agricoltura e pesca, biotecnologie; Tecnologie dell´informazione e della comunicazione; Nanoscienze e nanotecnologie; Energia; Ambiente; Trasporti; Scienze socioeconomiche; Sicurezza; Spazio. Per ciascun tema sono state individuate una serie di attività che corrispondono alle grandi linee del sostegno comunitario. Il programma Idee, da realizzare sotto la guida del Consiglio europeo per la ricerca (Cer), è inteso «a incentivare il dinamismo, la creatività e l´eccellenza della ricerca europea alle frontiere della conoscenza». I progetti saranno finanziati sulla base di proposte presentate dai ricercatori, sia del settore privato che di quello pubblico, su temi di loro scelta e valutati in base all´unico criterio della qualità scientifica di eccellenza accertata da valutazioni inter pares. Un emendamento precisa che le spese amministrative e per il personale del Cer (consiglio scientifico e struttura esecutiva) non potranno essere superiori al 5% dello stanziamento totale per il Cer. Il programma Persone offrirà un sostegno significativo alla mobilità e allo sviluppo di carriera dei ricercatori, sia in Europa sia su scala mondiale. Più in generale si tratta di rafforzare, quantitativamente e qualitativamente, il potenziale umano della ricerca e della tecnologia in Europa, promuovendo l’ingresso nella professione di ricercatore, incoraggiando i ricercatori europei a rimanere in Europa e attirandovi ricercatori provenienti dal mondo intero, «rendendo l’Europa più attraente per i migliori ricercatori». Il programma Capacità si pone l´obiettivo di ottimizzare l´uso e lo sviluppo delle migliori infrastrutture di ricerca esistenti in Europa e anche di contribuire alla creazione di nuove infrastrutture di ricerca di interesse paneuropeo, necessarie alla comunità scientifica europea per rimanere all´avanguardia nella ricerca e tali da aiutare le imprese a rafforzare la loro base di conoscenze e il loro know-how tecnologico. E´ così suddiviso: Infrastrutture di ricerca; Ricerca a favore delle Pmi, Regioni della conoscenza; Potenziale di ricerca, Scienza nella società; Sostenere lo sviluppo coerente delle politiche in materia di Ricerca; Attività di cooperazione internazionale. Il Settimo Programma Quadro sosterrà anche le azioni dirette scientifiche e tecnologiche non nucleari svolte dal Centro comune di ricerca ("Ccr"). Le priorità del Parlamento Gli emendamenti di compromesso, pur mantenendo inalterato lo stanziamento globale, accolgono l’idea avanzata in prima lettura dal Parlamento di ridistribuire gli importi indicativi tra i singoli programmi e, nel loro ambito, tra i diversi temi e azioni prioritarie, avallando così le priorità individuate dai deputati. E’ pertanto assegnata una quota maggiore di fondi al programma "Cooperazione" ed è stato accolto il principio di destinare più fondi al programma Persone rispetto a quello "Capacità". Gli importi stabiliti corrispondono a una via di mezzo tra quanto richiesto dal Parlamento in prima lettura e quanto stabilito dal Consiglio nella posizione comune. Più in particolare, per il programma Cooperazione si prevede il 64% degli stanziamenti (32,413 miliardi di euro), a Idee è assegnato circa il 15% (7,510 miliardi), a Persone il 9,4% (4,750 miliardi) ed a Capacità poco più dell’8% (4,097 miliardi). Alle azioni non nucleari del Centro comune di ricerca, invece, è destinato circa il 3,5% delle risorse (1,751 miliardi). Rispetto alla posizione comune del Consiglio, all´interno del programma Cooperazione, saranno quindi assegnate maggiori risorse ai temi della Salute, dell’Energia, delle Scienze socioeconomiche e umanistiche e della Sicurezza. Lievi riduzioni sono invece applicate ai temi delle Tecnologie dell’informazione, delle nanoscienze, dell’Ambiente e dei Trasporti. Nel programma Capacità, invece, sono stati “sacrificati” i campi delle infrastrutture di ricerca, del potenziale di ricerca e delle attività internazionali a favore della Scienza nella società. Come richiesto dal Parlamento, inoltre, all´interno del programma "Cooperazione" saranno adottate misure concrete, che includano azioni di sostegno per facilitare la partecipazione delle Pmi, nel quadro di una strategia che sarà elaborata nell´ambito di ciascun tema. Lo scopo è fare in modo che almeno il 15% del finanziamento disponibile nell´ambito della parte "Cooperazione" del programma vada alle Pmi. Occorre poi precisare che è per volere dei deputati che anche le questioni relative alla pesca sono state introdotte in questo programma e che si è proceduto alla scissione del tema Sicurezza e spazio in due rubriche distinte. Inoltre, in materia di energia, degli emendamenti precisano che particolare attenzione sarà rivolta al coordinamento degli aspetti legati a un suo uso razionale e efficiente. Al riguardo, è anche sottolineato che tali due aspetti, unitamente allo sviluppo delle energie rinnovabili, «costituiranno la parte fondamentale di questo tema». Un altro emendamento prevede che sarà attribuita un´attenzione specifica a questioni strategiche quali la salute dei bambini e le malattie pediatriche, nonché la salute degli anziani. Questioni etiche: il nodo delle cellule staminali Per quanto riguarda le questioni etiche e, in particolare, la spinosa questione delle cellule staminali, il testo finale del Programma segue la linea di condotta proposta dal Parlamento europeo nel suo parere in prima lettura. L’articolo 6, dedicato ai “Principi etici”, infatti, stabilisce che «tutte le attività di ricerca svolte nell’ambito del settimo programma quadro sono realizzate nel rispetto dei principi etici fondamentali». Riprendendo integralmente il testo di un emendamento proposto a suo tempo dal Parlamento, è quindi chiaramente precisato che il Programma non finanzierà le attività di ricerca volte alla clonazione umana a fini riproduttivi e le attività di ricerca volte a modificare il patrimonio genetico degli esseri umani che potrebbero rendere ereditabili tali modifiche. Le ricerche concernenti il trattamento del tumore delle gonadi potranno invece beneficiare di finanziamenti. Non potranno inoltre beneficiare del contributo comunitario le attività di ricerca «volte a creare embrioni umani esclusivamente a fini di ricerca o per l´approvvigionamento di cellule staminali, anche mediante il trasferimento di nuclei di cellule somatiche». E’ poi indicato che «qualsiasi ricerca sulle cellule staminali umane, sia allo stato adulto che embrionale, può essere finanziata, in funzione sia dei contenuti della proposta scientifica che del contesto giuridico esistente nello Stato membro o negli Stati membri interessati». Tuttavia, è anche precisato che «un´eventuale richiesta di finanziamento di ricerche sulle cellule staminali embrionali umane comprende, ove appropriato, i particolari delle misure da adottare in materia di licenze e di controllo da parte delle autorità competenti degli Stati membri, nonché i particolari concernenti le autorizzazioni etiche che saranno concesse». Per quanto concerne la derivazione di cellule staminali embrionali umane, inoltre, le istituzioni, gli organismi e i ricercatori «sono soggetti a un regime rigoroso in materia di licenze e di controllo, conformemente al quadro giuridico dello Stato membro o degli Stati membri interessati». D’altra parte, è precisato che tali campi di ricerca (quelli esclusi e quelli relativi alle cellule staminali) dovranno essere riesaminati nella seconda fase del programma, «alla luce del progresso scientifico». Quest´ultima disposizione è stata reintrodotta nel testo del Consiglio per riprendere la formulazione originaria proposta in prima lettura dal Parlamento, rendendo inutile procedere al voto dell´emendamento in questo senso proposto da Carlo Casini (Ppe/de, It) e altri deputati italiani di tutti gli schieramenti. Non è stato votato neanche un altro emendamento proposto dagli stessi deputati che chiedeva di limitare «l´uso» (al posto della "derivazione") di cellule staminali embrionali umane «derivate prima dell´approvazione» del Programma. Infatti, i proponenti sono rimasti soddisfatti della dichiarazione della Commissione riguardo alla sostituzione dei termini, mentre la limitazione temporale era stata giudicata inammissibile. Inoltre, come richiesto da Vittorio Prodi (Alde/adle, It), l´Aula ha respinto un emendamento da lui stesso sostenuto che approvava la dichiarazione della Commissione del 24 luglio 2006 secondo la quale essa «non finanzierà attività di ricerca che prevedono la distruzione di embrioni umani, anche se ciò avviene per la produzione di cellule staminali». Il deputato, infatti, si è ritenuto soddisfatto delle rassicurazioni ottenute dalla Commissione nel corso del dibattito su tale questione. A tale proposito, peraltro, la Commissione, nella sua valutazione della posizione comune, ha precisato che «non sarà finanziata alcuna attività che risulti vietata in tutti gli Stati membri» e che «non saranno finanziate in uno Stato membro attività proibite in tale paese». Negli inviti a presentare proposte, inoltre, la Commissione non richiederà esplicitamente l’uso di cellule staminali embrionali umane e, pertanto, la decisione di utilizzare cellule staminali umane, adulte o embrionali, spetterà ai ricercatori in funzione dell’obiettivo che intendono conseguire. D´altra parte, nel ricordare che gran parte dei fondi comunitari per la ricerca sulle cellule staminali è destinata a cellule staminali adulte e sostenendo che «non vi è motivo che la situazione cambi nell’ambito del 7° Pq», la Commissione sottolinea che i progetti che prevedono l’utilizzazione di cellule staminali embrionali umane «devono superare una valutazione scientifica nell’ambito della quale degli esperti indipendenti del settore esaminano la necessità di utilizzare questo tipo di cellule per conseguire gli obiettivi scientifici perseguiti». Le proposte che superano la valutazione scientifica, inoltre, saranno successivamente oggetto di «un esame etico rigoroso» organizzato dalla Commissione europea che, tenendo conto della Carta Ue dei diritti fondamentali e delle convenzioni internazionali in materia, sarà anche utile per accertare che le proposte rispettino la normativa dei paesi in cui saranno effettuate le ricerche in questione. Ma non solo, tutti i progetti che comportano l’utilizzo di cellule staminali embrionali umane dovranno anche «ottenere l’approvazione dei comitati etici nazionali o locali responsabili, prima dell’avvio dei lavori». E’ anche precisato che «tutte le regole e le procedure nazionali devono essere rispettate, anche in materia di consenso parentale e assenza di incentivi finanziari ecc». Infine, la Commissione puntualizza che manterrà le pratiche attuali e non presenterà proposte di progetti comprendenti attività di ricerca che prevedono la distruzione di embrioni umani, anche se ciò avviene per la produzione di cellule staminali. Il mancato finanziamento di questa fase della ricerca, è d’altra parte precisato, «non impedirà alla Comunità di finanziare fasi successive che comportano l’uso di cellule staminali embrionali umane». Istituto europeo di tecnologia Con una dichiarazione introdotta nel testo della risoluzione il Parlamento europeo «sottolinea il suo forte convincimento che nessuno dei fondi previsti dal presente programma contribuirà ai costi per la creazione e la gestione del previsto Istituto europeo di tecnologia». La dichiarazione precisa inoltre che «solo i costi di gestione direttamente associati a progetti di ricerca possono essere coperti secondo le norme di partecipazione». Regole di partecipazione Come detto in precedenza, anche per la proposta di regolamento che definisce le modalità d’applicazione riguardo alla partecipazione di imprese, centri di ricerca e università alle attività del 7Pq, la relazione Philippe Busquin (Pse, Be) introduce emendamenti frutto di un compromesso informale con il Consiglio. Questi emendamenti hanno come principale scopo di semplificare le regole. Sono quindi precisati taluni concetti e definizioni e si introducono i principali criteri per la valutazione delle proposte e per l’assegnazione delle sovvenzioni. Inoltre, eleva dal 50 al 75% il contributo finanziario massimo della Comunità per le attività di ricerca e sviluppo tecnologico nel campo dello spazio e della sicurezza. Un emendamento, inoltre, introduce il principio secondo cui i partecipanti alle azioni indirette a titolo del Settimo programma quadro debbono contribuire a un fondo di garanzia gestito dalla Commissione e destinato a coprire eventuali rischi finanziari dovuti a inadempienze tecniche e/o finanziarie da parte di taluni partecipanti. Sono anche chiariti i concetti relativi ai costi diretti e indiretti ammissibili. Programmi specifici Il Parlamento è si è anche pronunciato in merito alle decisioni relative ai singoli programmi specifici. Per tre di esse sono relatori dei deputati italiani. La relazione di Umberto Pirilli (Uen, It), che riguarda il programma "Persone", suggerisce una serie di emendamenti tesi a sviluppare un vero e proprio Spazio europeo della ricerca, ad agevolare la mobilità dei ricercatori e a garantire una partecipazione adeguata delle donne. Propone anche una migliore definizione dei principi di selezione dei progetti. Più in particolare, invita gli Stati membri a applicare la Carta europea dei ricercatori e il codice di condotta per la loro assunzione. Inoltre, chiede di compiere un particolare sforzo per accelerare il reciproco riconoscimento delle qualifiche professionali acquisite nei paesi terzi e di prevedere azioni volte all´armonizzazione dei regimi fiscali per i ricercatori. Per eliminare gli ostacoli alla mobilità e consentire ai ricercatori di trovare un giusto equilibrio tra l´attività lavorativa e la vita privata, la relazione chiede che le azioni siano concepite in modo da fornire opportunità e incentivi di sostegno alle loro famiglie e da contribuire sia all´inserimento stabile del ricercatore nel mondo del lavoro sia al suo reinserimento nel mondo della ricerca dopo un´interruzione. E´ anche chiesto un rafforzamento del legame fra la ricerca e i processi di riforma e convergenza dei cicli universitari. I deputati, infine, chiedono che, nell´ambito delle azioni Marie Curie, sia posta un´attenzione particolare alla protezione e alla condivisione della proprietà intellettuale prodotta, tramite adeguate clausole contrattuali che tutelino il ricercatore individuale, quando dall´opera di ingegno derivi un brevetto produttivo di beni immessi sul mercato. La relazione di Vittorio Prodi (Alde/adle, It) sul programma "Capacità" chiede anzitutto di rivolgere un´attenzione particolare alle sinergie nello sviluppo del potenziale di ricerca in combinazione con i programmi per l´innovazione e i programmi nel quadro dei fondi strutturali. Ma anche alla riduzione degli ostacoli amministrativi e fisici che impediscono un´efficace cooperazione transfrontaliera tra le regioni dei vari Stati membri e allo sviluppo della ricerca combinata e della capacità innovativa. E´ poi chiesto di rafforzare l´insegnamento delle discipline scientifiche nelle scuole di ogni ordine e grado dell´Ue. Diversi emendamenti, inoltre, intendono promuovere il protagonismo delle Pmi nel programma ed agevolarne la partecipazione. I deputati chiedono infatti di snellire le procedure amministrative e di ridurre i costi a carico delle Pmi che beneficiano del programma quadro. Per quanto riguarda il finanziamento dei progetti che interessano le Pmi, precisano che è necessario cercare di ottenere i massimi contributi da tutte le istituzioni comunitarie, comprese la Bei e il Fei. E´ poi sollecitata l´introduzione di meccanismi di cooperazione con i programmi nazionali e regionali di sostegno alla R&s delle Pmi, allo scopo di fornire un servizio più vicino e adeguato alle necessità di queste ultime, nonché di potenziare la massa critica e la dimensione europea dei vari regimi di sostegno nazionali. La relazione di Umberto Guidoni (Gue/ngl, It), sulle attività di ricerca e formazione nel settore nucleare (programma Euratom), afferma anzitutto che, senza nulla togliere agli sforzi che l´Unione europea compie e deve continuare a compiere nella ricerca sulle energie rinnovabili, «l´energia nucleare può dare un contributo importante per ottenere un approvvigionamento energetico sicuro e sostenibile dell´Ue». Inoltre afferma che, in tutte le attività di ricerca comunitarie sulla fissione nucleare, la sicurezza deve essere l´obiettivo fondamentale. In particolare, si tratta, da un lato, di garantire una maggiore sicurezza degli impianti di produzione dell´energia (safety) e, dall´altro, di evitare abusi per fini militari e terroristici (security). I deputati chiedono poi di incoraggiare i giovani con eccellenti capacità a considerare l´industria dell´energia nucleare come un settore attraente in cui svolgere la propria futura attività professionale. Infine, sottolineano la necessità di divulgare l´informazione sull´energia nucleare fra i cittadini e i loro rappresentanti, lanciando campagne pluriennali di informazione sull´energia nucleare con l´obiettivo di stimolare il dibattito e agevolare il processo decisionale. Un emendamento sostenuto dall´Alde/adle e dai Verdi, approvato di misura dall´Aula, precisa peraltro che, nel campo della ricerca in materia di energia da fusione, è costituita un’impresa comune con l’incarico di gestire ed amministrare il contributo europeo all´Organizzazione Iter e di svolgere attività che contribuiscano alla costruzione di Iter. Tutte le altre attività nel campo della energia da fusione dovranno essere svolte e gestite in modo distinto dall´impresa comune Iter, mantenendo un approccio integrato e la piena e totale partecipazione delle associazioni Euratom per la fusione. .  
   
   
PIÙ RIFORME PER SOSTENERE LA RIPRESA NEL 2006 L´UE CRESCERÀ DEL 2,8% CONTRO L´1,7% DEL 2005  
 
 Bruxelles, 4 novembre 2006 - Le performance dell´economia europea sono nettamente migliorate nell´ultimo anno. A rivelarlo è il Rapporto sulla competitività 2006 della Commissione europea. L´economia europea farà infatti registrare nel 2006 una crescita del 2,8% contro l´1,7% del 2005. In aumento anche la produttività mentre i dati sulla disoccupazione sono al ribasso. Il documento, che è stato discusso oggi nel quadro del Consiglio sulla competitività, contiene un elenco degli ulteriori benefici che potrebbero derivare dall´attuazione di riforme in alcune aree specifiche e mette in evidenza i punti di debolezza dell´economia europea come la lenta crescita della produttività del lavoro a partire dal 1995. Il rapporto infine sottolinea la necessità urgente di accelerare l´attuazione delle riforme strutturali previste dalla Strategia di Lisbona sulla crescita e l´occupazione. Secondo il vicepresidente della Commissione Günter Verheugen, responsabile per le imprese e l´industria, i dati "dimostrano che siamo sulla strada giusta. I progressi che sono stati fatti sono incoraggianti. La nostra strategia sta portando dei frutti. Abbiamo predisposto un piano di lavoro appropriato e fissato le giuste priorità". Il vicepresidente è poi tornato sulla necessità di proseguire sul cammino delle riforme strutturali dichiarando: "Ora dobbiamo rivolgere tutte le nostre energie all´attuazione a ogni livello, europeo e nazionale, del programma di crescita e occupazione. " Il Rapporto sulla competitività fornisce una solida base analitica a sostegno della strategia europea per la crescita e l’occupazione, eseminando i dati recenti sulla crescita, la produttività e l´occupazione in Europa. In particolare sono presi in esame i cosiddetti "motori della competitività", ponendo l´attenzione sulle tre sfide strategiche più importanti: - La liberalizzazione dei mercati dell´energia è in corso. La concorrenza è tuttavia ancora limitata, e quindi non è ancora possibile cogliere appieno i beneficie della completa liberalizzazione. Sono necessari ulteriori sforzi affinché i consumatori possano trarre vantaggio dal miglioramento dell’efficienza. Sono inoltre necessari autorità di regolamentazione efficaci e investimenti nelle infrastrutture e nella ricerca di base a lungo termine. - Per quanto riguarda il contesto imprenditoriale, il rapporto illustra i progressi realizzati dagli Stati membri nel campo della better regulation in vari settori, quali ad esempio la semplificazione delle procedure per l’avvio di una nuova impresa. In tutti gli Stati membri è in corso un’azione volta a misurare i costi amministrativi e a fissare obiettivi di riduzione. Il programma della Commissione in materia di better regulation ha come obiettivo la riduzione di questi costi in modo da consentire alle imprese di risparmiare annualmente 150 milioni di euro entro il 2012. - La politica di innovazione rimane un elemento chiave della strategia per la crescita e l´occupazione. Il rapporto insiste sulla necessità di sostenere il capitale di rischio nella fase iniziale e sulla necessità di semplificare le operazioni transfrontaliere che lo riguardano. Inoltre il documento identifica i fattori che possono contribuire a formulare una politica dell’innovazione incentrata su alcuni mercati pilota. In molti casi non è il paese in cui viene inventata un’innovazione tecnologica a trarne i maggiori benefici, ma è il paese in cui si è sviluppato prima il m ercato. Il rapporto esamina infine la posizione concorrenziale di due importanti settori ad alto contenuto tecnologico e in rapida crescita: 1. Tecnologie dell’informazione e della comunicazione (Tic). L´ue ha una posizione importante nella produzione di Tic e dispone di un vantaggio comparativo a livello di prodotti differenziati di alta qualità, venduti a prezzi più elevati. La progettazione dei chip avviene ad esempio in Europa, mentre la produzione di massa ha luogo nel sudest asiatico; lo sviluppo del software viene effettuato nei laboratori europei, mentre la codificazione avviene in India. La risposta alla sfida dei produttori a basso costo consiste nel raggiungere standard ancora più elevati di qualità e nella sempre più veloce elaborazione di prodotti innovativi che rispondano alle nuove esigenze del mercato. 2. Industria farmaceutica. L´industria farmaceutica europea sta crescendo in termini di produzione e occupazione. In crescita sono anche le quote di mercato a livello mondiale. Nonostante ciò la situazione generale è preoccupante, in quanto l´industria farmaceutica europea accusa un ritardo rispetto all´industria americana, in termini di produttività del lavoro, ritardo nettamente più consistente rispetto a quello dell’industria manifatturiera in generale. L´europa mostra un ritardo anche nella capacità di creare, organizzare e sostenere i processi di innovazione e la crescita della produttività. Le diverse dinamiche si spiegano in parte con le differenti politiche dei costi degli istituti di previdenza sociale europei. .  
   
   
RETE EUROPE DIRECT - INVITO A PRESENTARE PROPOSTE STRUTTURE PER LE ANTENNE DI INFORMAZIONE  
 
Bruxelles, 4 novembre 2006 - La Commissione europea (Dg Comunicazione), attraverso la sua Rappresentanza in Italia, lancia un invito a presentare proposte per selezionare strutture ammissibili a beneficiare di una sovvenzione annuale di funzionamento e di assistenza tecnica per ospitare una o più antenne di informazione per i cittadini soprattutto nelle regioni attualmente sprovviste, collettivamente designate come “rete di informazione Europe Direct” per il periodo 2007-2008. Obiettivo pricipale: Rafforzamento della rete Europe Direct, in particolare tramite la creazione di antenne nelle regioni che ne sono attualmente sprovviste, in modo che tutti i cittadini - che si trovino in zone rurali o urbane – possano avere agevole accesso all’informazione in tutti i settori di attività dell’Unione europea e in particolare sul modo in cui esse incidono sulla loro vita quotidiana. Le strutture ospitanti dovranno predisporre e far funzionare le antenne per fornire un servizio che: (a) permetta ai cittadini locali di ottenere informazioni, consulenza, assistenza e risposte a domande sulle istituzioni, la legislazione, le politiche, i programmi e le possibilità di finanziamento dell’Unione europea; (b) promuova attivamente il dibattito locale e regionale sull’Unione europea e le sue politiche; (c) consenta alle istituzioni europee di migliorare la diffusione di informazioni adattate alle necessità locali e regionali; (d) offra ai cittadini la possibilità di fornire un feedback alle istituzioni europee in forma di domande, pareri e suggerimenti. Beneficiari: Persone giuridiche legalmente costituite e registrate in uno dei 25 stati membri dell’Ue. I candidati devono dimostrare la propria qualità di organismo pubblico o di organismo di diritto privato investito di una missione di servizio pubblico. Risorse finanziarie: L’importo massimo stanziato per l’Ue per il 2007 è di 1. 400. 000 euro subordinatamente alle disponibilità di bilancio. Contributo: Fino al 50% dell’importo complessivo dei costi ammissibili. La sovvenzione di funzionamento per ogni antenna ospitata dalla struttura sarà compresa fra € 12. 000 e € 24. 000 all´anno. Scadenza: Il modulo ufficiale di domanda, debitamente compilato e firmato, e tutti i documenti giustificativi richiesti dovranno essere inviati per posta raccomandata o recapitati brevi manu entro il 29 dicembre 2006 al seguente indirizzo: Rappresentanza della Commissione europea in Italia, Sig. Ra Dorotea Lantieri, Via Iv Novembre 149, 00187 Roma. I documenti utili possono essere richiesti presso: Rappresentanza della Commissione europea in Italia, Sig. Ra Dorotea Lantieri, Via Iv Novembre 149, 00187 Roma, Fax: 06/69999255, E-mail: Dorotea. Lantieri@ec. Europa. Eu .  
   
   
UE: CAPODANNI COI BOTTI, MA CON MENO FERITI  
 
 Bruxelles, 4 dicembre 2006 - Il Parlamento europeo ha adottato una direttiva tesa ad armonizzare la vendita di articoli pirotecnici nell’Ue e a definire comuni misure di sicurezza. Queste includono disposizioni in materia di etichettatura e Marchio Ce nonché limiti di età per l´uso di tali prodotti. Agli Stati membri è chiesto di eseguire periodiche ispezioni sulle importazioni per impedire la circolazione di articoli pericolosi, mentre gli importatori saranno gravati delle responsabilità dei fabbricanti non europei. Con 565 voti favorevoli, 22 contrari e 6 astensioni, il Parlamento ha adottato la relazione di Joel Hasse Ferreira (Pse, Pt) che, accogliendo un pacchetto di emendamenti negoziati informalmente con il Consiglio, chiude la procedura legislativa e consente alla direttiva di entrare presto in vigore. Il compromesso precisa che la direttiva stabilisce norme volte ad attuare la libera circolazione degli articoli pirotecnici nel mercato interno, assicurando nel contempo un livello elevato di protezione della salute umana e della sicurezza pubblica, nonché la tutela e la sicurezza dei consumatori, tenendo conto anche degli aspetti pertinenti connessi alla protezione dell´ambiente. Una stima approssimativa degli infortuni causati da articoli pirotecnici, indica che, nell’Europa a 25, si verificano fino a 45. 000 incidenti che richiedono cure mediche (si veda più sotto il Background). Se molte delle persone infortunate risultano minorenni, si ritiene che gran parte degli incidenti siano causati dal cattivo funzionamento degli articoli pirotecnici che, molto spesso, risultano illegali o prodotti in barba a regole minime di sicurezza. Circa il 97% degli articoli pirotecnici venduti in Europa proviene dalla Cina. La direttiva intende quindi costituire un quadro giuridico ampio e coerente a livello comunitario al fine di assicurare la libera circolazione degli articoli pirotecnici nell’Ue e garantire la sicurezza di chi li maneggia, fissando requisiti armonizzati. Solo il rispetto di tali requisiti consentirà la commercializzazione degli articoli e l’apposizione del marchio Ce. Le norme relative alle condizioni di stoccaggio e di fabbricazione ricadono invece nel campo d’applicazione della direttiva “Seveso Ii”. L´armonizzazione è resa necessaria dal fatto che il quadro giuridico per la vendita e l’uso di articoli pirotecnici varia notevolmente tra i diversi Stati membri. La classificazione, le procedure di approvazione, le restrizioni al consumo e le norme in materia di etichettatura non sono infatti uniformi. Gli Stati membri, a seconda delle disposizioni, avranno da 30 mesi a 6 anni per applicare la direttiva. Gli articoli pirotecnici comprendono, tra l´altro, i fuochi d´artificio, gli articoli pirotecnici teatrali e gli articoli pirotecnici a fini tecnici, come i generatori di gas utilizzati negli airbag, nei pretensionatori delle cinture di sicurezza. Su proposta dei deputati, con “articolo pirotecnico" si intende «qualsiasi articolo contenente sostanze esplosive o una miscela esplosiva di sostanze destinate a produrre un effetto calorifico, luminoso, sonoro, gassoso o fumogeno o una combinazione di tali effetti grazie a reazioni chimiche esotermiche automantenute». Campo d’applicazione, esenzioni e categorie Il compromesso accoglie con qualche modifica l´elenco di esenzioni proposto dalla Commissione. Pertanto, esulano dal campo di applicazione della direttiva gli articoli pirotecnici destinati ad essere usati a fini non commerciali - conformemente alla normativa nazionale - dalle forze armate, dalle forze di pubblica sicurezza o dai vigili del fuoco. Restano anche fuori gli articoli pirotecnici da impiegarsi nell´industria aerospaziale, così come le capsule a percussione da usarsi specificamente nei giocattoli, gli esplosivi che rientrano nel campo di applicazione della direttiva relativa all’armonizzazione delle disposizioni relative all’immissione sul mercato e al controllo degli esplosivi per uso civile e, infine, le munizioni, ossia i proiettili, le cariche propulsive e le munizioni a salve. D’altra parte, diversi emendamenti introducono nel campo d’applicazione della direttiva gli "articoli pirotecnici teatrali" al fine di tenere in debita considerazione anche questi articoli e le loro caratteristiche specifiche, in particolare la loro categorizzazione, affinché il Cen sviluppi norme armonizzate. E´ anche puntualizzato che i fuochi d´artificio prodotti dal fabbricante per uso personale non sono considerati immessi sul mercato se lo Stato membro approva il loro uso sul proprio territorio. Gli articoli pirotecnici che rientrano nel campo di applicazione della direttiva dovranno essere ripartiti in categorie dal fabbricante conformemente al loro tipo di utilizzazione, alla loro finalità e al livello di rischio potenziale, compreso - come richiesto dai deputati - il livello di rumorosità. Organismi notificati dovranno confermare la ripartizione in categorie conformemente alle procedure di valutazione di conformità. I fuochi d’artificio sono cosi suddivisi - in ordine crescente di pericolosità - in quattro categorie, mentre gli articoli pirotecnici teatrali e gli altri articoli sono ripartiti in due categorie. Limiti di età In forza al compromesso, gli articoli pirotecnici non potranno essere venduti né messi altrimenti a disposizione dei consumatori al di sotto di alcuni limiti di età, che vanno dai 12 anni per i fuochi d’artificio meno pericolosi a 18 per quelli che presentano un rischio potenziale medio e per articoli teatrali e per altri dispositivi. Gli Stati membri avranno comunque la facoltà di innalzare i limiti di età, ove ciò sia giustificato per motivi di ordine pubblico e di sicurezza, oppure di abbassarli per le persone che hanno ricevuto una formazione professionale o che si trovano in formazione. In Italia, il limite d’età è attualmente fissato a 14 anni per gli articoli in libera vendita. I fabbricanti, gli importatori e i distributori non potranno vendere o mettere a disposizione gli articoli più pericolosi se non esclusivamente a persone con conoscenze specialistiche. Mercato unico dei fuochi d´artificio Gli Stati membri non potranno vietare, limitare o ostacolare la commercializzazione di articoli pirotecnici che soddisfano i requisiti della direttiva. Tuttavia, è anche precisato che le disposizioni della direttiva non ostano a provvedimenti da parte di uno Stato membro, giustificati per motivi di pubblica sicurezza, di ordine pubblico o di protezione dell´ambiente, volti a proibire o limitare il possesso, l’uso e/o la vendita al pubblico di talune categorie di fuochi d’artificio (2 e 3), degli articoli pirotecnici teatrali e di altri articoli pirotecnici. Gli Stati membri, d´altra parte, dovranno adottare tutti i provvedimenti opportuni per assicurare che gli articoli pirotecnici siano immessi sul mercato soltanto se - adeguatamente immagazzinati e usati ai fini cui sono destinati - non mettono in pericolo la salute e la sicurezza delle persone. Un emendamento proposto dai deputati e accolto integralmente nel compromesso chiede loro poi di effettuare «periodiche ispezioni» degli articoli pirotecnici all´ingresso nel loro territorio nonché nei luoghi di deposito e fabbricazione e di informare la Commissione in merito alle loro attività di sorveglianza del mercato. Gli Stati membri dovranno inoltre adottare le pertinenti misure al fine di garantire che il trasporto e il trasferimento di articoli pirotecnici attraverso l´Ue avvenga in conformità alle disposizioni di sicurezza previste dalla direttiva. Qualora uno Stato membro accerti che un articolo pirotecnico rientrante nel campo di applicazione della direttiva, recante il marchio Ce, è suscettibile di pregiudicare la salute e la sicurezza delle persone, esso dovrà adottare le disposizioni transitorie opportune per ritirare il prodotto dal mercato, vietarne l’immissione sul mercato o limitarne la libera circolazione. Lo Stato membro ne informerà quindi la Commissione e gli altri Stati membri. I deputati, in proposito, chiedono che la Commissione pubblichi nel suo sito Internet i nomi dei prodotti che non sono più conformi, sono vietati o di cui sia stata limitata l´immissione sul mercato. Propongono inoltre una procedura per dirimere le controversie che possono sorgere tra gli Stati membri in merito alla decisione di uno di essi di ritirare un prodotto dal mercato o limitarne la circolazione. Valutazione di conformità Un allegato della direttiva indica una serie di prescrizioni di sicurezza che devono essere rispettate dagli articoli pirotecnici. In particolare, riguardo alla stabilità fisica e chimica, alla sensibilità a condizioni di manipolazione nonché alla compatibilità di tutti i componenti in relazione alla loro stabilità chimica. Le prescrizioni interessano anche la resistenza all’effetto dell’acqua o delle temperature basse e alte, nonché le caratteristiche di sicurezza volte a prevenire l’innesco o l’accensione intempestivi o involontari. Ma gli articoli pirotecnici devono anche presentare adeguate istruzioni e, ove necessario, contrassegni in relazione alla manipolazione in condizioni di sicurezza, all’immagazzinamento, all’uso (comprese le distanze di sicurezza) e allo smaltimento. Il compromesso ha poi accolto l´idea dei deputati di istituire una procedura particolare cui devono sottostare i fabbricanti o gli importatori ai fini della «garanzia totale di qualità» per garantire il rispetto delle disposizioni della direttiva. Marchio Ce ed etichettatura Una volta completata con esito positivo la valutazione di conformità, i fabbricanti dovranno apporre «in modo visibile, leggibile e indelebile» il marchio Ce sugli articoli pirotecnici stessi o, ove ciò non sia possibile, su una piastrina d’identificazione ad essi attaccata o, in ultima istanza, sulla confezione. La piastrina d’identificazione deve essere concepita in modo tale da precluderne il riutilizzo. E’ poi precisato che sugli articoli pirotecnici non si possono apporre marchi o iscrizioni che possano fuorviare terzi quanto al significato e alla forma del marchio Ce, mentre è possibile apporre qualsiasi altro contrassegno «a patto che ciò non pregiudichi la visibilità e leggibilità del marchio Ce». I fabbricanti dovranno assicurare che gli articoli pirotecnici (diversi da quelli destinati ai veicoli) siano adeguatamente etichettati «in modo visibile, leggibile e indelebile» nella lingua ufficiale/nelle lingue ufficiali dello Stato membro in cui l’articolo è venduto al consumatore. L´etichettatura dovrà comprendere, almeno, il nome e l´indirizzo del fabbricante o, nel caso in cui il fabbricante non ha la sede nell´Ue, il nome del fabbricante nonché il nome e l´indirizzo dell´importatore. Dovranno inoltre figurare il nome e il tipo dell’articolo, i limiti minimi d’età, la categoria pertinente e le istruzioni per l’uso, la data di produzione per i fuochi d´artificio di categoria 3 e 4 nonché, se del caso, la distanza di sicurezza. Il compromesso prevede poi l´obbligo di indicare la quantità netta equivalente di materiale esplosivo attivo. Le etichette degli articoli pirotecnici teatrali dovranno contenere delle informazioni minime quali, se del caso, "da usarsi soltanto in spazi aperti" con indicazione della distanza minima di sicurezza (per gli articoli di categoria 1), oppure "può essere usato esclusivamente da persone con conoscenze specialistiche" (per gli articoli di categoria 2). Responsabilità per fabbricanti e importatori I fabbricanti dovranno assicurare che gli articoli pirotecnici immessi sul mercato soddisfino i requisiti essenziali di sicurezza definiti in un allegato della direttiva. Tuttavia, come richiesto dai deputati, il compromesso prevede che se il fabbricante non è stabilito nella Comunità, spetterà all’importatore assicurare che il fabbricante ha rispettato gli obblighi imposti dalla direttiva oppure dovrà assumersi tali obblighi. Un nuovo emendamento di compromesso impone poi ai distributori di agire con la dovuta attenzione e, in particolare, di verificare che i prodotti rispettino i requisiti in materia di marchio di conformità. D´altra parte, a parere dei deputati, è interesse del fabbricante e dell´importatore fornire prodotti sicuri al fine di evitare costi di responsabilità per prodotti difettosi che arrechino danni alle persone e ai beni. Al riguardo, precisano che la direttiva in materia di responsabilità per danno da prodotti difettosi, «integra la presente direttiva, visto che essa impone un regime di responsabilità oggettiva ai fabbricanti e agli importatori e garantisce un adeguato livello di protezione dei consumatori». Background L’industria europea di articoli pirotecnici è composta essenzialmente da Pmi che danno lavoro a circa 3. 000 persone. Ma una vastissima parte – circa il 97% - dei fuochi d’artificio commercializzati nell’Ue provengono dalla Cina, per cui numerosi lavoratori europei sono occupati principalmente in imprese che acquistano, stoccano e distribuiscono tali prodotti. Il valore al consumo della loro vendita in Europa si aggira intorno ai 700 milioni di euro l’anno. Sullo stesso livello si situa il fatturato annuo del mercato dei professionisti. A parte i più noti fuochi d’artificio e i petardi, occorre anche ricordare che articoli pirotecnici sono anche utilizzati in taluni meccanismi presenti sugli autoveicoli, come gli 80 milioni di sistemi airbag (valore di 3,5 miliardi di euro) o i 90 milioni di pretensionatori per cinture di sicurezza (2 miliardi di euro). In risposta a un questionario della Commissione sugli infortuni causati dagli articoli pirotecnici, risulta che spetta alla Danimarca il poco invidiabile record degli incidenti in proporzione alla popolazione (539 infortuni nel 2002, tasso di 100,4 per milione), segue poi la Svezia (400-500 infortuni, tasso del 45-56), la Norvegia (137 infortuni, tasso del 30,3) ed il Regno Unito (1017 infortuni, tasso del 16,9). Fuori gittata la Grecia (4 incidenti, tasso dello 0,4) e l’Irlanda (8 infortuni e tasso del 2,1), due Paesi in cui, sarà forse un caso, vige un divieto di vendita di fuochi d’artificio ai consumatori. Secondo Telefono Blu, l´associazione a tutela dei consumatori, ogni anno almeno il 10% degli italiani spara fuochi d´artificio in occasione della festività di fine anno, con una spesa che si aggira intorno ai 60 milioni di euro. Il bilancio degli incidenti per botti e fuochi d’artificio per il Capodanno italiano 2005/2006 è stato di un morto, 28 feriti gravi e 555 lievi. Se il numero di feriti gravi è stato inferiore all’anno precedente (33), quello dei feriti con prognosi inferiore ai 40 giorni è salito da 517 del 2005 a 555. Quest’anno c’è stata una vittima, fatto che non si registrava più da alcuni anni. A perdere la vita è un 22enne di Reggio Calabria, ucciso dal petardo che stava preparando. Il primo gennaio 2006, d’altra parte, la Polizia di Stato aveva giudicato molto positivi i risultati conseguiti sia in termini di denunce in stato di arresto, 47 persone contro le 33 del 2005, sia di denunce in stato di libertà, 770 a fronte delle 519 dello scorso anno. Soddisfazione era anche stata espressa per gli ingenti sequestri di materiale esplosivo di natura illecita: oltre 600 tonnellate contro le 300 del 2005. Il dato più evidente, aveva sottolineato la Ps, è che gli incidenti sono quasi sempre da ricondurre all’uso di materiale esplosivo di carattere proibito ed in alcuni casi anche all’uso di armi da fuoco. .  
   
   
PREMI IMPRESA EUROPEA: IL MEGLIO DALLE REGIONI ANNUNCIATI I 13 FINALISTI TRA I 51 PROGETTI PRESENTATI  
 
Bruxelles, 4 novembre 2006 - Tredici finalisti competeranno nella prima edizione dei Premi Impresa Europea (European Enterprise Awards), che illustrano e premiano iniziative prese dalle autorità locali a sostegno dell’imprenditoria su scala regionale. Alla finale sono stati ammessi progetti di tipologia molto variata che hanno promosso con successo l’imprenditoria da un capo all’altro dell’Europa. Una giuria d’alto livello ha selezionato i progetti migliori tra 51 candidati nazionali. I finalisti arrivano da Austria, Belgio, Bulgaria, Repubblica ceca, Estonia, Finlandia, Germania, Italia, Norvegia, Portogallo, Repubblica slovacca, Svezia e Regno Unito. I vincitori saranno annunciati a Bruxelles il 7 dicembre 2006 nel corso di una cerimonia sponsorizzata congiuntamente da Commissione europea, Comitato delle regioni e presidenza finlandese. Günter Verheugen, vicepresidente della Commissione europea responsabile per imprese ed industria, ha dichiarato: “L’europa ha bisogno di più imprenditori e di un maggior numero di persone con una mentalità imprenditoriale. Qui noi possiamo vedere esempi concreti dei modi diversi e creativi in cui le regioni e le città europee incoraggiano e sostengono le imprese, aiutandole a raggiungere il successo nella loro attività. L’eccellenza non è un fenomeno fortuito, ma può venir appresa. Nell’ue ci troviamo in una situazione ideale per condividere le nostre esperienze e adeguarle alle diverse caratteristiche locali, regionali e nazionali. Ci auguriamo che queste cronache di successi costituiscano un’ispirazione per altri”. I Premi Impresa Europea vanno ad iniziative pubbliche che aiutano le imprese a superare le difficoltà iniziali ed a prosperare. Più di 400 autorità locali e regionali di tutti gli Stati membri nonché di Bulgaria, Islanda, Norvegia e Romania, si sono affrontate nelle eliminatorie nazionali per questi. I relativi concorsi sono stati indetti per la prima volta nel novembre 2005 allo scopo di sensibilizzare il pubblico alle attività svolte congiuntamente dalle imprese e dalle amministrazioni locali oltre che per metter in luce il ruolo svolto dai successi imprenditoriali nello sviluppo dell’economia europea. I premi ricompensano l’eccellenza in sei categorie: Imprenditoria d’avanguardia, per la promozione di una cultura imprenditoriale; Sostegno alle imprese, per l’aiuto fornito alle imprese; Riduzione della burocrazia, per provvedimenti volti a semplificare le procedure amministrative; Investimento nelle risorse umane, per l’educazione all’imprenditoria, ed Imprenditoria responsabile, per pratiche imprenditoriali sostenibili. Un Gran premio della giuria verrà infine attribuito al progetto considerato l’iniziativa imprenditoriale più creativa e stimolante a livello europeo. I finalisti sono: Più che “vendere” una città, Lienz, Austria; Insegnare l’imprenditoria, Free, Vallonia, Belgio; Dare impulso alle capacità professionali delle minoranze, Nova Zagora, Bulgaria; Centralizzare i servizi, Chomutov, Repubblica ceca; Formazione imprenditoriale per i disoccupati, Ida-viru, Estonia; Portare il centro in prima linea, Finlandia centrale; Tutelare i passaggi di proprietà delle imprese, Baden-württemberg, Germania; La città investe in te, Roma, Italia; Società laureate nell’istruzione superiore, Oslo, Norvegia; La ditta in loco, Coimbra, Portogallo; Tener viva la tradizione, Slovensky Grob, Repubblica slovacca; Rock City: la musica incontra le imprese, Hultsfred, Svezia; Portare lo spirito imprenditoriale nell’Inghilterra rurale, Welland, Regno Unito. Il progetto italiano “La città investe in te”, dell’ufficio del Comune di Roma “Autopromozione sociale”, promuove e finanzia piccole imprese che creano nuova occupazione e contribuiscono alla riqualificazione delle periferie, soprattutto nel settore della cosiddetta Altra economia. Più di 750 società operano ormai nei settori sociale e ambientale, come il commercio equo e solidale, l’agricoltura biologica e biodinamica, la finanza etica, il riciclo e riuso dei materiali, il risparmio energetico e le energie rinnovabili, il turismo responsabile e il software libero. Il progetto rientra nella categoria Imprenditoria responsabile. .  
   
   
CONGRESSO SUL PLURILINGUISMO: IL MODELLO ALTOATESINO ILLUSTRATO A BRUXELLES  
 
Bolzano, 4 dicembre 2006 - Modelli di multilinguismo e iniziative per l´apprendimento delle lingue straniere sono stati al centro del convegno internazionale promosso a Bruxelles dal Comitato delle Regioni nell´Ue. L´esperienza dell´Alto Adige è stata illustrata dal direttore della Ripartizione provinciale Affari comunitari, Karl Rainer. La sifda del multinguismo nelle diverse Regioni, nell´interesse dei cittadini, è stata approfondita nel congresso di Bruxelles da rappresentanti di molte realtà locali europee. La Provincia di Bolzano, rappresentata dal direttore della Ripartizione Affari comunitari Karl Rainer, ne ha discusso nella sessione con Val d´Aosta (presente il presidente Luciano Caveri) e Boemia. Il focus era costituito dalle iniziative linguistiche avviate in un´area confinante con Regioni che parlano altre lingue: nella sua relazione il direttore Rainer ha illustrato ad esperti, amministratori e politici europei la situazione linguistica dell´Alto Adige, le iniziative di tutela delle lingue minoritarie e le esigenze di parificazione collegate al bilinguismo e al trilinguismo. Spazio nel suo intervento ha trovato anche la partecipazione dell´Alto Adige ai programmi europei incentrati sullo studio e la promozione delle lingue, "che richiedono sempre nuovo slancio e nuove motivazioni per i giovani". Uniti nella diversità, secondo il motto dell´Ue, è stato anche il filo conduttore dei lavori e delle relazioni, che hanno confermato la ncessità di proseguire sulla strada del rispetto della diversità, che va incentivata come ricchezza. Il dato di partenza, secondo gli auspici dei relatori di Bruxelles, dovrebbe essere sempre quello della madrelingua da apprendere accanto a due lingue straniere, di cui una l´inglese. . .  
   
   
REGIONI: APPROVATA LA "DICHIARAZIONE DI AOSTA" REGIONI SPECIALI  
 
Aosta, 4 dicembre 2006 - I presidenti delle Regioni e delle Province autonome, assieme ai presidenti delle rispettive Assemblee elettive, hanno approvato Il 2 Dicembre ad Aosta una dichiarazione congiunta, in occasione dell´audizione alle Commissioni Affari Costituzionali di Camera e Senato, che si sono riunite nella sala consiliare della Regione Valle d´Aosta. Nel documento, a cui è stato attribuito il nome di "Dichiarazione di Aosta", si premette che "è innegabile che l´autonomia speciale mantenga la sua originalità essendo fondata su fattori differenziali assolutamente singolari, diversi da Regione a Regione" e che "gli speciali ordinamenti che ne sono conseguiti a tutela della particolarità delle singole comunità scaturiscono da un rapporto sostanzialmente pattizio con lo Stato". Perciò "il modello originario di regionalismo duale, che si è successivamente sviluppato nell´esperienza costituzionale italiana, conferma la propria attualità". "Il nuovo ruolo dell´Europa - si aggiunge nel documento - comporta la definizione in sede comunitaria delle politiche di sviluppo alle quali le Regioni a statuto speciale e le Province autonome intendono concorrere direttamente, anche in ragione del ruolo transfrontaliero nell´area alpina o in quella euro-mediterranea che costituisce intrinseca vocazione delle autonomie speciali". Le autonomie speciali ritengono pertanto necessario che vi sia il "pieno e definitivo recepimento, in tutte le sedi competenti" di alcuni "principi cardine": "1) il loro peculiare status, derivante da fattori differenziali storici, istituzionali, territoriali le pone su di un piano diverso dalle altre Regioni, che comporta una speciale strutturazione dei rapporti con lo Stato, i quali non possono essere che connotati da individualità e bilateralità". "Da ciò discende - si afferma nella Dichiarazione - che non possono essere imposte modificazioni degli ordinamenti delle autonomie speciali senza il loro consenso ed è necessaria anzi la costituzionalizzazione del principio dell´intesa e della natura pattizia degli statuti"; e che "la rappresentanza delle autonomie speciali nei confronti dello Stato non può che essere singolare ed individuale". "Appare necessario - si legge nel documento - prevedere nelle sedi di concertazione, quali le Conferenze, un´autonoma sessione esclusivamente dedicata alle autonomie speciali", e lo stesso vale per quanto riguarda la partecipazione delle autonomie speciali alla Commissione parlamentare per le questioni regionali, prevista nell´ambito dell´attuazione della riforma del Titolo V. Questi gli altri due "principi cardine" inseriti nella "Dichiarazione": "2 ) Le autonomie speciali, dotate di potestà primaria in materia di enti locali, costituiscono un ´sistema´ integrato ed omogeneo con i medesimi e, in tale ambito, ben potrebbero prevedersi da parte di ciascuna Regione sistemi differenziati anche attinenti agli organi degli enti intermedi (Province) in ipotesi non a costituzione elettiva ma di rappresentanza di secondo livello". "3) Il particolare ordinamento finanziario delle autonomie speciali deve essere coerente con il complesso dei poteri e delle funzioni loro riconosciute nonché con le peculiarità delle singole situazioni che ne caratterizzano i rispettivi territori". .  
   
   
“DICHIARAZIONE DI AOSTA” DELLE REGIONI A STATUTO SPECIALE E PROVINCE AUTONOME  
 
Aosta, 4 dicembre 2006 - I Presidenti delle Regioni a statuto speciale e delle Province autonome, congiuntamente ai Presidenti dell’Assemblea e dei Consigli delle medesime Regioni e Province autonome, riuniti ad Aosta il 2 dicembre 2006, esprimono soddisfazione per la decisione delle Commissioni Affari costituzionali del Senato e della Camera di dare continuità agli approfondimenti ed al confronto sul tema del rapporto tra le specialità regionali e le innovazioni scaturite dal nuovo Titolo V, parte Ii della Costituzione. Le autonomie speciali hanno rappresentato per decenni l’unica esperienza di regionalismo in Italia, preparando il terreno alla graduale effettiva estensione di poteri anche alle altre Regioni, a lungo rimaste solo sulla carta. Le Regioni a Statuto speciale e le Province autonome hanno intrapreso un’azione congiunta in materia di valorizzazione delle autonomie speciali. E’ innegabile che l’autonomia speciale mantenga la sua originalità essendo fondata su fattori differenziali assolutamente singolari, diversi da Regione a Regione, che affondano le radici in ragioni storiche, istituzionali territoriali (insularità, territorio esclusivamente montano, frontalierità), culturali e linguistiche (minoranze linguistiche) senza pari – nonché irreversibili - e non in un mero atto di volontà statale di generale decentramento. Tanto è vero che alcune di esse sono state riconosciute come autonomie territoriali ben prima della redazione della Costituzione e della stessa fondazione della Repubblica (Valle d’Aosta, 1945; Sicilia, 1946). Altre, inoltre, rinvengono il proprio fondamento in elementi esterni alla Repubblica, quali atti e fatti di rilievo internazionale (Trentino-alto Adige/suedtirol, Friuli Venezia Giulia), o antecedenti ed essa (Sardegna). Gli speciali ordinamenti che ne sono conseguiti a tutela della particolarità delle singole comunità scaturiscono da un rapporto sostanzialmente pattizio con lo Stato, caratterizzato da particolari modalità convenzionali (Commissione paritetica; partecipazione al Consiglio dei Ministri; rappresentanza minima garantita in Parlamento - nel caso della Valle d’Aosta-, etc. ). Il modello originario di regionalismo duale, che si è successivamente sviluppato nell’esperienza costituzionale italiana, conferma la propria attualità. Le condizioni differenziate di autonomia riconosciute alle Regioni speciali rispetto a quelle ordinarie, spesso oggetto di un dibattito confuso e strumentale, costituiscono la conseguenza del più ampio novero delle competenze esercitate. Peraltro, le differenze esistenti – sia sotto il profilo strutturale che funzionale - tra le varie autonomie speciali attestano l’imprescindibile considerazione individuale e singolare che va riservata ad ognuna di esse. La specialità, inoltre, imprime la propria natura al complesso delle autonomie territoriali delle rispettive regioni. In particolare, l’esercizio della potestà primaria in materia di ordinamento degli enti locali ha permesso di dare luogo ad un vero e proprio “sistema” regionale delle autonomie che, superando gli anacronistici schemi che preconizzavano rapporti diretti tra il singolo ente locale e lo Stato, ha dato luogo ad un’integrazione del tutto originale e senza pari in Italia, essendo simile invece a quella presente in alcune delle più avanzate forme di Federazione. Questo è tuttavia solo un esempio dell’apporto delle autonomie speciali allo sviluppo della c. D. Governance in Italia, che rappresenta come il mantenimento e la promozione di tali forme di autonomia costituisca un interesse preminente della Repubblica. I grandi temi relativi alle riforme istituzionali non sarebbero infatti oggi in discussione senza il contributo e lo stimolo ultra-decennale dell’esperienza delle autonomie speciali. La territorialità del gettito, alla base del c. D. Federalismo fiscale, la asimmetria delle forme di autonomia, gli organismi di raccordo con lo Stato ed altri temi solo ultimamente assurti alla ribalta italiana sono questioni da sempre ben note alle autonomie speciali. L’invocazione, da parte delle altre Regioni, dell’attribuzione di analoghe prerogative costituisce finalmente, dopo molto tempo, un segnale positivo sotto il profilo della maturazione della coscienza regionalistica in Italia e pare denotare una certa inversione di tendenza verso modelli di regionalismo più avanzato che valorizza il ruolo avanzato delle autonomie speciali. Le autonomie speciali sono peraltro contraddistinte, sin dall’inizio, da quel tratto fondamentale costituito dalla responsabilità nei confronti delle rispettive comunità da parte dei loro rappresentanti ed amministratori. Ciò ha permesso lo sviluppo dei territori e delle comunità profondamente toccati dagli eventi bellici del secolo scorso e da altri fattori di problematicità, in parte strutturali, che sono stati superati o leniti con l’esercizio responsabile delle prerogative riconosciute. L’autonomia speciale è quindi strumento essenziale di recupero del differenziale economico. Il nuovo ruolo dell’Europa comporta la definizione in sede comunitaria delle politiche di sviluppo alle quali le Regioni a statuto speciale e le Province autonome intendono concorrere direttamente, anche in ragione del ruolo transfrontaliero nell’area alpina o in quella euro-mediterranea che costituisce intrinseca vocazione delle autonomie speciali. Consegue quindi la necessaria valorizzazione di tale ruolo attraverso l’instaurazione di rapporti diretti con i territori contermini e la partecipazione diretta alla fase ascendente delle politiche comunitarie e la diretta attuazione della fase discendente da parte delle Assemblee regionali. Allo stesso scopo, va assicurata la rappresentanza di ciascuna autonomia speciale in tutte le sedi decisionali, ivi compreso il Parlamento europeo. Le autonomie speciali ritengono pertanto necessario che vi sia il pieno e definitivo recepimento, in tutte le sedi competenti, dei seguenti principi cardine: 1- il loro peculiare status, derivante da fattori differenziali storici, istituzionali, territoriali (insularità, territorio esclusivamente montano, frontalierità), culturali e linguistici (minoranze linguistiche) le pone su di un piano diverso dalle altre Regioni, che comporta una speciale strutturazione dei rapporti con lo Stato, i quali non possono essere che connotati da individualità e bilateralità; da ciò discende che: - non possono essere imposte modificazioni degli ordinamenti delle autonomie speciali senza il loro consenso ed è necessaria anzi la costituzionalizzazione del principio dell’intesa e della natura pattizia degli statuti ai fini dell’indispensabile adozione delle modifiche statutarie. Appare infatti fondamentale e strategico che si instauri progressivamente un processo di revisione degli Statuti speciali (peraltro già avviato in alcune Regioni), ritenendo insufficiente un mero adeguamento degli stessi al mutato assetto costituzionale – ferma restando la specificità delle situazioni legate alla presenza di minoranze linguistiche e a trattati internazionali - ed invece necessario rafforzare lo sviluppo e la valorizzazione delle singole realtà regionali. Costituendo gli attuali statuti un minimum di garanzia incomprimibile, i medesimi non possono essere riformati in pejus ma solo incrementati, spettando la valutazione in merito all’opportunità e necessità di tale eventuale incremento in primis alle comunità interessate. Ciò vale, in particolare, per gli elementi costitutivi delle Regioni e Province autonome medesime, tra i quali il loro territorio. Corollario di quanto sopra è l’individuazione di meccanismi procedurali tali da dare certezze temporali sulla conclusione dell’iter di approvazione individuale delle leggi costituzionali di modifica degli Statuti speciali. - il processo costituente di riscrittura degli Statuti speciali e delle correlate “leggi statutarie” rappresenta un’occasione di primaria importanza per adeguare le proprie istituzioni politiche ed amministrative alle nuove sfide cui debbono far fronte le Regioni nella gestione del proprio territorio e delle rispettive collettività, in chiave di collaborazione con le altre Regioni, con la Comunità nazionale e con l’Unione europea. - l’aggiornamento degli ordinamenti speciali ed il recepimento delle eventuali maggiori forme di autonomia riconosciute alle Regioni a statuto ordinario va effettuato, innanzitutto, attraverso l’emanazione di urgenti norme di attuazione statutaria. Tra queste vanno incluse quelle volte a consentire il pieno spiegamento del ruolo della Regione quale rappresentante dello Stato sul proprio territorio in applicazione di principi già sanciti da alcuni ordinamenti speciali (Sicilia e Valle d’Aosta) che possono condurre ad imputare alla Regione le funzioni in atto esercitate dai Prefetti, dalle Sovrintendenze nonché quelle afferenti al Demanio. - la rappresentanza delle autonomie speciali nei confronti dello Stato non può che essere singolare ed individuale. Eventuali sedi di rappresentanza collettiva, sono riconosciute liberamente da ognuna di esse, alle quali è riservata la piena facoltà di determinarne le forme, le modalità ed i limiti. Pertanto, alla luce di quanto sopra, non si palesa adeguato alle caratteristiche delle Regioni a statuto speciale e delle Province autonome alcun sistema “a maggioranza” e appare necessario prevedere nelle sedi di concertazione, quali le Conferenze, un’autonoma sessione esclusivamente dedicata alle autonomie speciali. Le predette peculiarità sotto il profilo della rappresentanza dovranno peraltro essere tenute in considerazione nell’ambito dell’attuazione dell’art. 11 della legge costituzionale n. 3 del 2001 in merito alla partecipazione delle autonomie speciali alla Commissione parlamentare per le questioni regionali. In tale ambito dovrà essere assicurata la specifica rappresentanza delle autonomie speciali correlata ad uno specifico sistema di votazione per gruppi. Ciò significa che la volontà della Commissione si forma validamente solo con il concorso favorevole di tutti i gruppi. - In ogni caso, l’attuazione del predetto articolo 11 della legge costituzionale n. 3 del 2001 deve essere considerata transitoria rispetto all’auspicata necessaria creazione della Camera delle Regioni, in quanto i soli Enti queste ultime, assieme allo Stato, dotati di potestà legislativa. Ciò considerato che la Camera della regioni si delinea quale luogo privilegiato di confronto e raccordo istituzionale, di cui si è sentita profondamente la mancanza nell’esperienza regionalistica italiana. 2 – Le autonomie speciali, dotate di potestà primaria in materia di enti locali, costituiscono un “sistema” integrato ed omogeneo con i medesimi e, in tale ambito, ben potrebbero prevedersi da parte di ciascuna Regione sistemi differenziati anche attinenti agli organi degli enti intermedi (Province) in ipotesi non a costituzione elettiva ma di rappresentanza di secondo livello; da ciò discende che: - in particolare, in relazione a quelle autonomie speciali che sostengono gli oneri della finanza locale, assumendosene pertanto la responsabilità e che hanno istituito organismi di concertazione istituzionale appositi, lo Stato si deve rapportare con l’intero sistema, non essendo possibile la frammentazione del medesimo. 3 – Il particolare ordinamento finanziario delle autonomie speciali deve essere coerente con il complesso dei poteri e delle funzioni loro riconosciute nonché con le peculiarità delle singole situazioni che ne caratterizzano i rispettivi territori; da ciò discende che: - agli oneri finanziari sostenuti autonomamente, ed alla relativa responsabilità, deve corrispondere la rispettiva autonomia decisionale. - la compartecipazione alla perequazione deve tenere conto, ove ricorrano, delle situazioni di svantaggio strutturale ed economico che connotano i territori delle autonomie speciali, superabili proprio in virtù del particolare ordinamento finanziario loro riconosciuto. - va data piena attuazione all’autonomia fiscale delle autonomie speciali sulla base di principi stabiliti da specifiche norme di attuazione statutaria. - vanno emanate norme di attuazione statutaria che disciplinino le necessarie ed adeguate forme di coordinamento tra il nuovo sistema della finanza pubblica complessiva, anche per quanto riguarda il patto di stabilità interno, e l’ordinamento finanziario delle autonomie speciali. .  
   
   
MEF: FABBISOGNO NOVEMBRE A 7.500 MLN EURO, A 56.500 MLN NEI PRIMI UNDICI MESI DEL 2006 (-27.000 MLN SU 2005)  
 
Roma, 4 dicembre 2006 - Il fabbisogno del settore statale del mese di novembre 2006 risulta provvisoriamente determinato in circa 7. 500 milioni di euro, sostanzialmente in linea con quello registrato nel novembre dello scorso anno, pari a 7. 379 milioni. Nei primi undici mesi del 2006 si è registrato complessivamente un fabbisogno di circa 56. 500 milioni, inferiore di circa 27. 000 milioni a quello dell´analogo periodo del 2005, quando si era attestato a 83. 333 milioni. Il saldo del mese di novembre, mentre continua a beneficiare del buon andamento delle entrate fiscali, sconta l´assegnazione alle Regioni di risorse arretrate per il finanziamento della spesa sanitaria, l´anticipo di alcuni pagamenti avvenuti lo scorso anno a dicembre, nonché consistenti finanziamenti per investimenti. . .  
   
   
CENSIS: LA SOCIETÀ ITALIANA AL 2006 LA RIPRESA C’È  
 
 Roma, 4 dicembre 2006 - Il Censis nel 40° Rapporto annuale apre la sua interpretazione con un messaggio ottimistico: la ripresa c’è, e potrebbe persino configurarsi come un “piccolo silenzioso boom”, se riusciamo tutti insieme a esprimere un impegno positivo in questi mesi invernali, superando non solo il pessimismo generalizzato, ma anche la dose di demotivazione che molti hanno maturato “contro” una manovra economica governativa vissuta vittimisticamente. L’affermazione di una ripresa in atto può apparire nel clima odierno troppo ottimistica ma non è ingiustificata se si elencano le forti scelte soggettive che sul piano economico/imprenditoriale si sono manifestate nel corso del 2006. In particolare le scelte di quegli imprenditori, piccoli e medi, che hanno perseguito strategie di “nicchia alta” a livello globale sui bisogni sofisticati del lusso; di quegli imprenditori che hanno sviluppato una strategia “meticcia” combinando ruoli industriali, logistici, commerciali, finanziari, di import-export; delle aziende che sviluppano a livello internazionale produzioni “su misura” e “su ordinazione”; degli stessi imprenditori che sembravano condannati al “buco nero” dei loro settori (auto, tessile-abbigliamento, calzaturiero) e che hanno reagito con vitalità ed intelligenza; di quegli imprenditori e manager che hanno dimostrato voglia di diventare big player nei settori di appartenenza (nel credito come nella cantieristica); nonché dei molti soggetti localistici (distretti industriali, alcune grandi città, aree ad economia borghigiana) che stanno rendendo compatto il tessuto economico del territorio. Perché di fronte a questa vitalità espressa sui vari mercati internazionali si tende ad avere una percezione collettiva pessimistica? Verosimilmente perché c’è un reciproco “altrove” di posizioni: le dinamiche positive sono altrove rispetto alle scelte politiche, sono addirittura fuori d’Italia e fuori dei calcoli sul prodotto “interno”; e sentono come legittimate altrove le scelte politiche correnti, centrate su una triade di impegni (manovre fiscali di redistribuzione; istanze riformiste di fase due; difesa a oltranza degli interessi, financo in piazza) che prendeno tutto il campo del dibattito e dell’opinione, con un rigonfiamento rancoroso che si alimenta del clima pessimistico e se ne rende al tempo stesso mittente e destinatario. Se supereremo questi mesi di demotivazione diffusa, è possibile comunque che si torni alla crescita perché i suoi soggetti e i suoi processi sono quotidianamente operanti. Essa infatti sta procedendo in parallelo a una trasformazione significativa della composizione sociale italiana, cioè dell’antico serbatoio di energie socioeconomiche che sta sotto il nostro sviluppo dagli anni ’60 ad oggi. Il nostro sistema sociale, infatti, non sembra più addensarsi nella grande “cetomedizzazione” creatasi dagli anni ’70 in poi. Una nuova ri-articolazione sociale comincia a manifestarsi, sia come effetto sia come causa: - di una rimodulazione del sistema di imprese sull’esempio di una minoranza trainante che si misura anche sulla competizione internazionale (imprenditori di nicchia, big player, imprenditori “meticci” o medie aziende operanti su commessa”); - del crescente valore economico di un geo-centrismo che era nato marginale, nel localismo degli anni ’70 e che oggi vede vitalissimi i distretti, le aree a vocazione borghigiana, le città a forte rinnovamento di ruolo; - di quell’area di terziario non impiegatizio, ossia a crescente impegno imprenditoriale e professionale, sui settori della logistica, dei trasporti, della finanza, degli stessi servizi alle persone e alle comunità (dove si affacciano anche imprenditori extracomunitari integrati nel nostro modello di sviluppo e di piccola impresa). E’ questa triade che, rompendo l’invaso e la cultura della cetomedizzazione, sta alla base della nostra ripresa attuale e della sua futura tenuta. Il Censis ritiene che su di essa si debbano concentrare l’attenzione e l’impegno politico, nella convinzione che essa sia più forte e più promettente della triade che oggi tiene banco (redistribuzione per leva fiscale - politica delle riforme - difesa a oltranza degli interessi particolari) ma che non riesce a costruire - e costruirsi - un futuro. Indulto: che cosa è stato fatto, che cosa si poteva fare. Al 31 luglio 2006 risultavano presenti nelle carceri 60. 710 detenuti, a fronte di una capienza massima di 43. 233 unità. Di questi 38. 134, pari al 62,8% risultavano condannati. Gli stranieri erano 20. 088, pari al 33,1% della popolazione carceraria. Al primo marzo 2006 i tossicodipendenti presenti in carcere erano 16. 185 (pari al 27 % del totale dei detenuti) e si contavano 11. 800 detenuti affetti da patologie del sistema nervoso o da disturbi mentali. In aumento i suicidi, passati dai 52 del 2004 ai 57 del 2005. Il 30 settembre del 2006, a due mesi dall’indulto, le carceri italiane avevano una popolazione complessiva di 38. 326 detenuti, al di sotto della soglia della capienza massima. La criminalità al passo coi tempi. Tra il 1998 e il 2004, il numero di articoli contraffatti sequestrati alle frontiere della Ue è aumentato di oltre il 1. 000%, passando dai 10 milioni del 1998 agli oltre 103 milioni del 2004. In Italia, le stime indicano, nel 2003, un volume di merci contraffatte pari ad un valore di circa 1,5 miliardi di euro. Tra il 2003 e il 2004, la Guardia di Finanza ha sequestrato in tutto il territorio italiano oltre 129 milioni di pezzi tra abbigliamento (19,4%), elettronica (7,9%), beni di consumo (36,9%) e giocattoli (35,8%). Complessivamente le truffe e le frodi informatiche denunciate all’Autorità Giudiziaria dalle Forze di Polizia sono cresciute del 36,5% nell’ultimo anno, passando da 66. 294 a 90. 523. In prossimità dei cittadini. Il servizio di prossimità più innovativo è rappresentato senza dubbio dal Commissariato on line (www. Commissariatodips. It), inaugurato il 15 febbraio di quest’anno. Si tratta del primo e unico tentativo al mondo di attivare un commissariato virtuale. Dal 15 febbraio al 30 settembre 2006 il sito ha avuto 258. 709 visitatori; e di questi 17. 574 per più di una volta, per una durata media delle visite di 4 minuti circa. Per quanto riguarda la tipologia degli interventi richiesti, vi sono state 4. 822 richieste di informazioni; le segnalazioni sono state 2. 203; le denunce sono state 1. 968. L’immigrazione al Sud tra stabilizzazione delle presenze e difetto di programmazione. Ciò che emerge dall’analisi dei contesti migratori delle grandi città del Sud è un lento ma progressivo mutamento del fenomeno, animato da tendenze comuni: il consolidamento delle presenze per cui in tutte le città si registra una crescita importante che, seppur inferiore a quella media italiana, raggiunge punte alte soprattutto a Reggio Calabria (+157,4%) e a Napoli (+116,9%); la femminilizzazione dei flussi, evidente in particolare a Napoli ove la popolazione femminile sfiora il 65% del totale; una spiccata multietnicità, per cui nelle città analizzate sono presenti, in larga parte, stranieri originari di paesi orientali (dell’Europa dell’Est e dei Paesi affacciati sull’oceano indiano) e, in misura minore, dell’Africa e dell’America Latina; la distribuzione polarizzata dei migranti, concentrati nella zona centrale e in quelle della periferia estrema del territorio comunale. Verso un modello italiano di accoglienza e integrazione per richiedenti asilo e rifugiati. Nel 2005 nel nostro Paese sono state presentate 9. 350 domande di asilo, appena il 4% delle 237. 840 richieste complessivamente inoltrate negli Stati dell’Unione Europea. Anche per numero e incidenza di rifugiati l’Italia non è tra i primi Paesi in Europa: i 20. 675 rifugiati al 2005, pari ad un’incidenza di 0,4 per 1. 000 residenti, non sono in alcun modo comparabili a quelli presenti in Germania o in Francia. Download Processi innovativi - Costruire i territori digitali . Le analisi di Rur e Censis sulle città digitali, partendo dai siti web istituzionali, consentono di esprimersi sul percorso di regioni, province e comuni verso la digitalizzazione dei propri territori. Tra i veterani, nelle regioni troviamo la triade di eccellenza rappresentata da Liguria, Emilia Romagna e Toscana seguite dalla Lombardia che viaggia a ridosso delle tre con un andamento lievemente più incostante. I veterani tra i comuni capoluogo sono Bologna e Torino in primis, che si passano da anni il testimone della migliore città on line. Fanno parte di questa categoria anche i siti del Comune di Firenze (sebbene in discesa quest’anno) e Roma, i siti dei comuni di Genova, Modena, Pisa, Venezia, Ravenna, Cremona. Il Mezzogiorno digitale. Per quanto riguarda gli utenti la distribuzione di questi per area geografica ci restituisce un’Italia una volta tanto omogenea nei comportamenti: usa la rete il 38% degli italiani con scostamenti minimi da una parte all’altra del Paese a parte il Nord-ovest. Più articolati i risultati in merito alle attività svolte su internet. Da questa prospettiva si evince una specificità più che del Sud Italia dove gli intervistati dichiarano un utilizzo di internet meno prevalente sul lato business ma più legato ai consumi famigliari (informazioni sugli acquisiti, acquisti svolti direttamente on line, ascolto della radio on line, ecc. ). Analoghe considerazioni emergono per quanto riguarda la copertura aggiornata della rete Adsl per Regione. La realtà italiana in questo caso è ancora più articolata, a tal punto che in alcune regioni la popolazione raggiunta dalla “alta velocità” è pari al 90% del totale mentre, in altre, si ferma al 56%. Nonostante ciò, anche in questo caso, la differenziazione territoriale non si concentra in aree specifiche per cui ad un Molise, che in effetti registra il valore più basso in termini di diffusione tra la popolazione, si contrappongono regioni come la Campania e la Sicilia che possono vantare valori tra i più alti. Innovazioni diverse: etnobusiness, migranti e panorami tecnologici. Negli ultimi cinque anni l’etnobusiness è cresciuto notevolmente, non solo in settori tradizionali quali costruzioni (+202,1%), agricoltura e pesca (+28,9%), commercio (+101,7%), ma anche nel settore informatico (+28,2%) e delle telecomunicazioni. I titolari di impresa extracomunitari, 174. 936 nel 2004, arrivano nel 2005 a quota 202. 016; se si considerano, poi, non solo i titolari ma anche soci ed amministratori i migranti che hanno fatto la scelta di mettersi in proprio salgono a quota 355. 820 nel 2005, con un incremento rispetto a cinque anni prima dell’82,5%. Nel settore dell’informatica la serie storica mostra un incremento costante delle imprese gestite da extracomunitari che crescono più del doppio rispetto alle imprese gestite da italiani. Gli immigrati che fanno impresa nel settore Ict sono in prevalenza uomini (ogni dieci imprenditori, 7 sono uomini) e si concentrano nella classe di età mediana. Nello specifico, per quanto riguarda il settore Informatica ed attività connesse sono il 67,1% gli imprenditori tra i 30 e 49 anni, mentre salgono al 72,1% nel settore Poste e telecomunicazioni. Un lieve scostamento è tuttavia osservabile per quanto riguarda quest’ultimo settore in cui i giovanissimi, fino a 29 anni, si aggiudicano il 22,2% delle imprese di categoria. Inclusione, coinvolgimento e partecipazione: la democrazia elettronica per una migliore qualità della vita. I 129 progetti di e-democracy presentati nel 2004 al Cnipa (di cui 57 sono stati ammessi a finanziamento e 55 sono ora in fase di start-up) hanno visto la partecipazione di comuni nell’80% dei casi, di province nel 6% dei casi e di regioni nel 3% dei casi, per un complesso di 744 enti (in fase di sviluppo o di riuso). Nel 75% dei casi hanno partecipato associazioni, con contributo anche economico e 50 progetti hanno avuto l’apporto di privati. L’indagine 2006 sulle città digitali individua sui siti istituzionali una crescita nella tendenza ad aggiornare e rendere trasparente l’attività quotidiana dei vertici politici: sono 17 le regioni che pubblicano le delibere di giunta (15 delle quali le pubblicano in versione integrale (erano 13 nella precedente rilevazione). Delibere di giunta sono presenti integralmente nel 35,2% dei siti provinciali (che comunque danno informazioni in diversa misura delle delibere in oltre il 60% dei casi). Anche per i comuni capoluogo, è di oltre il 60% la pubblicazione delle delibere, quasi il 40% pubblicate interamente, la maggior parte delle volte è presente un motore di ricerca che facilita la consultazione. Aumenta anche la tendenza a chiedere la registrazione dell’utente al sito, presente ormai nel 55% dei siti regionali, nel 21,5% dei siti provinciali e nel 31% dei siti comunali. Comunicazione e media - Cittadini mono-mediali e multi-mediali in Europa, l’Italia è in coda. Nel confronto fra cittadini che usano (sanno usare) sostanzialmente un solo media (ossia la televisione) e cittadini che invece usano (sanno usare) sostanzialmente tutti i media a disposizione siamo in coda in Europa. L’unico paese con un profilo simile al nostro è la Francia (con il 47,1% di mono-mediali rispetto al nostro 47%), mentre la Spagna (61,3% di multi-mediali), la Germania (67,7%) e la Gran Bretagna (74,9%) si collocano su posizioni molto distanti. Negli ultimi anni in Italia c’è stato un aumento significativo di cittadini multi-mediali, che erano il 46,6% nel 2002 e sono diventati il 53% nel 2006. Un incremento importante, raggiunto grazie all’apporto delle fasce più giovani e più istruite della popolazione, ma con cui non riusciamo a colmare il divario che ancora ci separa dal resto d’Europa. A cosa servono i media. Informarsi e approfondire sono le attività preferite dal pubblico dei media, non solo per il gran numero di persone che gli attribuiscono la “massima importanza” (80,7% e 69% rispettivamente), ma anche per la minima percentuale di persone che gli attribuisce “nessuna importanza” (0,8% e 3,2%). Più bassa, invece, l’importanza attribuita all’intrattenimento (41,3%), o al relazionarsi con gli altri ( 45,3%), che sembrerebbero funzioni centrali nell’esperienza della fruizione dei media di massa, ma che ormai sono quasi del tutto mescolate all’informazione e all’approfondimento. Centralità e multi-medialità della musica nella vita quotidiana. Nel rapporto con i media ben il 46,5% degli italiani attribuisce la “massima importanza” all’interesse per la musica (al terzo posto dopo i più urgenti/diffusi bisogni di informazione e approfondimento). Quali sono i media a cui si fa ricorso per assecondare tale interesse e con quale grado di soddisfazione? Ai primi posti per l’uso, la radio (77,4%) e persino la televisione (57,3%). Ma la “massima soddisfazione” si ottiene con i lettori mp3 (77,2%) e con internet (69,7%), che tuttavia sono ancora usati da quote di popolazione modeste rispetto ai grandi pubblici di radio e televisione. Sta tornando il piacere di leggere libri. Per la prima volta la percentuale di quanti in Italia hanno letto almeno un libro nell’ultimo anno supera la metà della popolazione (sopra i 14 anni) collocandosi al 55,3%. Ma nonostante questo notevole passo avanti, siamo ancora molto indietro rispetto agli altri paesi, che oscillano dal 62% della Francia al 75% della Gran Bretagna. Dal punto di vista degli acquisti la distanza tra l’Italia e gli altri paesi è meno marcata rispetto alla lettura: gli italiani che comprano libri (48,7%) sono anche un po’ più dei francesi (46,6%) e poco meno degli spagnoli (53,3%), mentre solo tedeschi (61,5%) e britannici (64,7%) si collocano su di un piano nettamente superiore. I quotidiani si vendono poco, ma vendono molto. I dati a disposizione sulle opere allegate ad alcuni dei principali quotidiani italiani, tuttora disponibili in edicola, perché ancora in corso o da richiedere come arretrati, sono sorprendenti per le dimensioni del fenomeno: ben 89 iniziative editoriali per un numero complessivo di volumi pari a 1. 397. Il più presente in edicola appare il Corriere della Sera con 45 opere allegate, dai classici dell’arte e della letteratura, all’atlante degli animali e ai libri di cucina, per un totale di 643 volumi. Seguono La Repubblica con 24 titoli per 239 numeri, La Stampa, con 19 opere per 229 uscite, Il Giorno, La Nazione e Il Resto del Carlino con 16 proposte editoriali composte però da ben 318 volumi e Il Sole 24 Ore con 9 raccolte per un totale di 207 libri. Se è vero dunque che i quotidiani cartacei si vendono poco in edicola (anche se la lettura dei quotidiani, con quelli digitali e free, è tutt’altro che in contrazione), è altrettanto evidente che essi vendono molto (altre opere editoriali, cartacee e non). I soggetti economici dello sviluppo - Ripresa economica dal doppio volto. I segnali di crescita economica percepiti in trasparenza alla fine dello scorso anno si sono consolidati. Il 2006 si chiuderà con un insperato ma significativo incremento del pil. Fatturato e ordinativi dell’industria hanno registrato nei primi otto mesi di quest’anno consistenti incrementi; i consumi delle famiglie aumentano seppure in misura contenuta; l’occupazione aumenta considerevolmente e si riduce parallelamente il tasso di disoccupazione. Ciò tuttavia non necessariamente delinea fenomeni di vero sviluppo. Ci si chiede che tipo di ripresa si prospetta: se si tratti di un semplice assestamento o di un mutamento rinvigorente in grado di sostanziarsi nella modernizzazione del Paese. A ben guardare rischiamo di posizionarci più sul primo scenario che sul secondo. Liberalizzazioni e nuova politica industriale. Liberalizzazioni e rilancio della competitività del sistema produttivo italiano figurano tra gli obiettivi di politica economica varati dalle nuove forze di governo. Si è deciso di intervenire sulla liberalizzazione dei prezzi e della distribuzione dei farmaci, delle licenze dei taxi nei grandi centri urbani e sull’abbattimento delle tariffe minime praticate nell’ambito delle libere professioni. Il rilancio del sistema produttivo dovrebbe passare anche, ma non solo, attraverso incentivi generalizzati con assegnazione automatica. Sebbene si tratti di provvedimenti in grado di generare vantaggi per il Paese, essi danno il senso di una politica economica dei “piccoli passi”, più che di un piano di ampio respiro. Reti d’impresa e nuove strategie per l’internazionalizzazione. Sembra emergere in Italia un modello nuovo di impresa determinata ad investire nella riorganizzazione complessiva delle strategie di mercato, nell’ampliamento e controllo delle reti distributive, dei sistemi logistici, nella diversificazione delle strategie di marketing e nel rafforzamento delle reti di conoscenza. Il 47% delle imprese italiane partecipa a reti di collaborazione; per il 65% di esse, il network serve allo scambio di informazioni tecniche, per il 37% all’innovazione di prodotto o di processo, per il 35% al rafforzamento delle politiche commerciali. Le imprese partecipanti a reti interaziendali mostrano una maggiore propensione all’internazionalizzazione di quelle che non operano in un sistema a rete. Fotografia dei distretti industriali a metà decennio. Il 2006 è accreditabile di una ripresa piuttosto sostenuta delle esportazioni e della produzione dei principali distretti industriali italiani. Per oltre il 74% di 516 aziende variamente distribuite tra 23 distretti industriali la fase congiunturale del 2006 viene vista come positiva. Si modificano e si rafforzano le strategie di mercato: il 37% delle aziende di distretto adotta una strategia di nicchia e il 16% una strategia aggressiva, solo il 30% dichiara una strategia di difesa dai competitori. Il diradarsi dei segnali di crisi, attraverso l’inversione di tendenza che sembra avviarsi in questo 2006 ci restituisce un nuovo modello di cluster produttivo, in cui si agitano forze contrapposte: da un lato la spinta alla torsione e al riposizionamento in un mercato profondamente mutato e, dall’altro, la propensione alla frammentazione interna. Il cluster marittimo italiano: sistema di impresa che crea valore. Con 36,5 miliardi di euro di beni e servizi prodotti, al netto delle importazioni, il sistema marittimo italiano contribuisce alla formazione del 2,7% del pil nazionale (nel 2000 l’incidenza era del 2,3%) e coinvolge l’1,6% dell’occupazione totale. Ormai da tempo, il mare genera valore ed è divenuto anche in Italia il fattor comune di un sistema complesso di imprese, di reti e servizi per la logistica e di capitale umano. Non appare azzardato affermare che il sistema marittimo nazionale ha seguito negli ultimi anni un percorso anticiclico rispetto al rallentamento complessivo dell’economia italiana. I circuiti economici dell’Italia multietnica. L’impatto sociale e economico generato nel nostro Paese da più di 2,6 milioni di immigrati regolari (il 4,5% dell’intera popolazione residente) non può che essere rilevante. Che gli immigrati non siano soggetti passivi dell’economia nazionale è provato da alcuni dati relativi al sistema del credito. In particolare, quasi la metà delle 800 famiglie straniere analizzate dal Censis nel 2006 mostra un discreto livello di bancarizzazione, oltre il 40% dispone di un conto corrente e di una carta Bancomat, il 17% ha un conto presso le Poste italiane e il 16% ha un libretto di risparmio presso banca o presso le Poste; quasi il 60% ha dichiarato di fare abitualmente ricorso ai servizi bancari senza incontrare grandi problemi; il 23% ha già utilizzato il credito al consumo, l’11,2% ha attivato un mutuo per l’acquisto di una casa e il 17,5% pensa di farlo a breve. Forme e significati dell’indebitamento delle famiglie italiane. Aumenta in Italia il grado di diffusione dell’indebitamento: agli inizi di questo decennio si stimava che tale fenomeno riguardasse circa il 19% dei nuclei familiari italiani, mentre attualmente la quota si attesta al 22%, ma il pericolo di sovraindebitamento appare molto remoto. Il Censis rileva che il 35% di un campione di 1000 famiglie ha fatto ricorso negli ultimi due anni ad acquisti rateali finanziati; la percentuale risulta in crescita costante. I crediti in sofferenza in capo alle famiglie sono in diminuzione; in particolare, le sofferenze in essere dei crediti concessi alle famiglie ammontavano nel 2002 a 11,1 miliardi di euro, mentre a metà del 2006 esse risultano pari a 10 miliardi di euro. Le situazioni di rischio diffuso di default generato da eccessivo indebitamento risultano piuttosto limitate: tra gli utilizzatori di credito al consumo (35% delle 1000 famiglie contattate dal Censis), il 91% non ha avuto problemi nella restituzione del prestito, il 5% ha restituito le rate con qualche difficoltà, il 2% ha avuto notevoli difficoltà e il restante 2% si è ritrovato in una vera situazione di default non essendo riuscito a rispettare le scadenze e adempiere agli impegni assunti. Territorio e Reti - Il territorio ancora oggi continua ad essere considerato un mero sfondo-contenitore di processi economici e sociali piuttosto che una dimensione cruciale delle politiche pubbliche di sviluppo, in quanto risorsa, motore e fattore di regolazione. Per questo motivo il Dicoter (Ministero delle Infrastrutture), in vista della nuova stagione di programmazione dei fondi strutturali 2007-2013, ha sollecitato le Regioni ad approfondire il profilo territoriale dei rispettivi Documenti Strategici Regionali (Dsr). L’ipotesi generale è quella dell’individuazione di alcuni ambiti strategici (le “piattaforme territoriali”) su cui concentrare le risorse e attivare quella cooperazione multilivello spesso ancora troppo debole, ma che appare invece indispensabile per sostenere una prospettiva di sviluppo del sistema paese. Il tema della pianificazione strategica, è oggi oggetto di una diffusa sperimentazione che assume rilevanza quantitativa sempre maggiore (73 esperienze di pianificazione strategica promosse da 113 enti locali). La crescente diffusione dell’approccio strategico nelle pratiche di governo del territorio è dovuta essenzialmente alla crisi dei modelli tradizionali di pianificazione ed alla necessità di dotarsi di strumenti flessibili ed innovativi, adatti ad affrontare situazioni complesse, come ad esempio quelle che interessano le aree metropolitane, attraverso azioni più incisive ed efficaci. Il piano strategico non è formalizzato in Italia dal punto di vista normativo, e si configura in sostanza come un atto volontario degli attori del governo locale. Nell’ultimo decennio intercensuario, ma la cosa è riscontrabile anche negli anni dal 2001 al 2005, si è registrata una significativa crescita demografica dei comuni di “seconda corona”, ossia quelli che si collocano immediatamente all’esterno dei comuni adiacenti alle grandi città. Nel loro insieme, questi comuni hanno avuto un incremento di popolazione del 7,1% tra il 1991 e il 2001 e addirittura del 12,8% considerando per intero gli ultimi 15 anni. Solo grazie al loro andamento positivo la quota complessiva di “popolazione metropolitana”, intendendo con tale termine l’insieme di tutti coloro che sperimentano effettivamente la dimensione di vita metropolitana, è rimasta abbondantemente al di sopra dei 16 milioni di unità. Le statistiche evidenziano da lungo tempo una crescita progressiva della spesa complessiva sostenuta dalle famiglie per i trasporti. Tale componente dei bilanci familiari (115 miliardi di euro nel 2005 in valori correnti) è aumentata in modo più che proporzionale rispetto ai consumi totali (+186,4% tra il 1970 e il 2005 contro +129,0%) rappresentandone ormai una quota pari al 14%. Tali processi di trasformazione hanno riguardato anche i viaggi di medio e lungo raggio effettuati sulla rete autostradale. E’ aumentata l’estensione della maglia autostradale che attraversa il territorio nazionale, fino agli attuali 6. 542 chilometri (5. 432 chilometri, se ci si riferisce alla sola rete a pedaggio soggetta a rilevamento continuo del traffico da parte dell’Aiscat, aumentata del 61,2% tra il 1970 e il 2005). E’ cresciuto in modo intenso il traffico autostradale, in particolare dei veicoli leggeri, con percorrenze di oltre 79 miliardi di veicoli/km nel 2005, con un tasso di incremento decisamente più elevato rispetto a quello della rete (+431,9% dal 1970). Lo sviluppo della pratica fisico-motoria nel nostro paese ha avvicinato l’Italia agli standard raggiunti dai paesi europei di più consolidata tradizione sportiva. I risultati dell’indagine Multiscopo promossa dall’Istat evidenziano che nel 2005 quasi 12 milioni di italiani, pari ad oltre il 20% del totale della popolazione in età superiore alla soglia dei tre anni, hanno praticato con continuità una o più attività sportive, mentre poco più di 20 milioni hanno dichiarato di aver svolto saltuariamente qualche forma di attività fisica e/o sportiva. Nello stesso anno il numero di tesserati alle società affiliate alle federazioni sportive nazionali ha oltrepassato la soglia dei tre milioni e mezzo di unità, mentre si registrava la presenza di quasi 100 società presenti sul territorio ogni 100. 000 abitanti. Il sistema di welfare - Sanità: i costi della cattiva programmazione. Negli ultimi anni la sanità ha visto un incremento della spesa e del disavanzo (il cumulo dei disavanzi per il periodo 2002-2005 è stato di circa 17 miliardi di euro) accompagnato da una mediocre stabilità dell’offerta; infatti, per quasi il 51% degli italiani negli ultimi due anni i servizi sanitari non hanno subito mutamenti, per il 26,6% hanno registrato un peggioramento e L’informazione sulla salute: un vasto territorio in cui pochi si orientano. Il 74,9% degli italiani si ritiene molto o abbastanza informato sui temi della salute, e la “fame” di informazione trova risposte soprattutto sui media: tra le fonti principali, la televisione passa infatti dal 22,8% del 2003 al 43,2% nel 2006, mentre il medico di medicina generale, che pure rimane centrale, passa dal 71,6% al 65,8%, ed è marcata nello stesso tempo la crescita di internet, passata al 13,1% dal 2,8% del 2003. A costituire una discriminante decisiva, in termini di scelta delle fonti, di comprensione e soprattutto di messa in pratica di quanto appreso, è però la variabile culturale: internet è infatti citata dal 23,1% dei laureati contro l’1,3% di rispondenti con i titoli più bassi, mentre la televisione è più citata al diminuire dei titoli di studio, e inoltre, a fronte del 40% che ha dichiarato di aver tradotto le informazioni ricevute in comportamento concreto, la quota di laureati sale fino al 50,4%. Tra responsabilità individuale e imperativo della bellezza: la pressione mediatica sui corpi delle donne. Nelle opinioni delle donne si trova conferma di quanto emerge dal dibattito pubblico, a proposito dei modelli estetici caratterizzati dalla magrezza: il 31,2% delle italiane infatti trova nelle immagini proposte dalle pubblicità televisive un termine di confronto frustrante, considerandole “modelli irraggiungibili che hanno il solo scopo di fare sentire inadeguate le donne reali”, e le più giovani in particolare sembrano subire questa pressione: solo una 18-25enne su tre, contro il 40,9% complessivo, si piace così com’è, ed il 56,1% (contro il 43,7% totale) esprime l’aspirazione a migliorare il suo aspetto. Il 45,9% delle 18-25enni, contro la media del 35,4%, si è sottoposto nell’ultimo anno ad una dieta per perdere peso, e il 37,8% lo ha fatto pur essendo normopeso o sottopeso. Per l’assistenza non è solo un problema di risorse. Per il 45% degli italiani occorre potenziare i servizi sul territorio relativi agli anziani, i disabili e le persone non autosufficienti; per oltre l’81% ciò deve avvenire con l’istituzione di un Fondo ad hoc per la non autosufficienza, senza però creare tasse aggiuntive. Infatti, per il 57,1% il Fondo deve essere finanziato con una quota dell’attuale spesa sanitaria, per il 23,6% con contribuzione volontaria e solo il 12,3% accetterebbe una tassa di scopo. Aspettando il Tfr: la lenta preparazione della previdenza complementare. Continua la crescita degli iscritti ai Fondi Pensione (circa 3 milioni nel 2005, +8,7% rispetto al 2004), tuttavia è ancora insufficiente perché nel 2004 il rapporto delle attività in gestione dei Fondi Pensione rispetto al pil era in Italia del 2,6%) inferiore a quello di molti dei più importanti paesi europei. Va, però, segnalato che negli ultimi anni il rendimento dei Fondi Pensione è migliorato, e nel 2005 è stato pari all’8,5% di contro al 2,6% della rivalutazione netta del Tfr, con effetti potenzialmente positivi in vista della riforma del Tfr. I processi formativi - Sulla formazione linguistica l’Italia è divisa in due: da una parte gli indifferenti, i diffidenti e i perplessi (in totale il 54% della popolazione) che ritengono non serva conoscere le lingue; dall’altra parte i fiduciosi (25%; soprattutto giovani studenti) e i globetrotters (21%), gli unici che sembrano veramente a proprio agio in un contesto multilinguistico. Per gli immigrati conoscere l’italiano è importante per stringere rapporti di amicizia con gli italiani (82,1%), per utilizzare i servizi pubblici (78,6%), per lo svolgimento dell’attività lavorativa (86,5%), per trovare un lavoro migliore (71,4%). Il 72,2% degli intervistati vive in Italia da un periodo compreso tra 3 e 10 anni; il 55,7% non ha intenzione di tornare nel proprio paese di origine e il 24,9% afferma che vi tornerà tra molto tempo; solo il 17,9% manifesta la volontà di andare a vivere in futuro in un altro paese. Sono quasi 2. 000 i master presenti sul mercato, di cui il 41% alla prima edizione, per un totale di 38. 000 posti ed un volume di affari pari a 180 milioni di euro in caso di piena collocazione sul mercato. Il tasso di saturazione dei posti disponibili è elevato (70%). Il ricavo medio per iscritto è di 5. 800 euro, superiore al prezzo medio di iscrizione (4. 800 euro), in virtù del maggior numero di iscritti registrato dai master più costosi. Un master umanistico costa in media 2. 700 euro; un master gestionale o di management 8. 000 euro. Al nord si concentra il 48% dei master ed il 43% dei posti disponibili. La durata media è di 500-600 ore, e sono impegnati 18 mila docenti di ruolo universitari e 16 mila docenti extra-accademici. I master dell’area economico-finanziario-manageriale coprono il 23% dell’offerta, mentre i master di nuova istituzione riguardano soprattutto i settori scientifico (49%) e umanistico (48%). Un master su 3 prevede l’erogazione di lezioni in lingua straniera ed 1/3 dei corsi coinvolge docenti stranieri, solo l’8% offre la possibilità di effettuare un tirocinio/stage all’estero. Nelle scuole italiane 100 allievi si dividono 8 computer, contro gli 11,3 computer della media europea a 25 paesi. Vi sono però alcune aree in cui la scuola italiana appare più dinamica: 69 scuole italiane su 100 dispongono di un accesso a banda larga, contro le 67 della media europea; il 73% delle scuole italiane ha un proprio sito internet contro il 63% dell’Unione europea. La quota dei docenti che ritiene di possedere competenze adeguate è pari al 77,4%, la media europea è dell’82,1%. Gli insegnanti italiani presentano una percezione più positiva degli effetti dell’uso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione sulla didattica: 81% contro il 70% della media europea. Le domande di iscrizione ai corsi regionali di formazione permanente cofinanziati dal Fondo sociale europeo sono quasi il doppio (+76%) dei posti disponibili. Il confronto tra gli iscritti all’avvio del progetto e gli effettivi frequentanti dei corsi mostra però una flessione del 16% rispetto agli utenti iscritti ai corsi e del 9% rispetto ai destinatari previsti. La difficoltà consiste nel conciliare le esigenze imposte dai corsi (nei giorni ed orari stabiliti) con i tempi e le attività tipiche della vita adulta. Si va progressivamente annullando lo storico ritardo nella scolarizzazione della componente femminile della popolazione con oltre 15 anni di età: nel 2005 la quota di laureate, pari al 9,1%, si attesta nel su livelli prossimi a quelli dei maschi laureati (9,2%). La popolazione scolastica, nel 2005-2006 ammonta a 8. 908. 336 allievi, 24. 492 in più rispetto all’anno precedente (+0,3%). A contrastare un andamento tendenzialmente negativo se rapportato all’andamento demografico e ai bassi tassi di natalità concorrono la crescente presenza di allievi immigrati da altri paesi, l’aumento della propensione a conseguire più alti livelli di scolarità e l’ampliamento di offerta e domanda a livello di scuola dell’infanzia, non obbligatoria. Gli iscritti fuori corso ai corsi di laurea passano dai 121. 508 del 2003-2004 ai 245. 604 del 2004-2005 (+102,1%) e, nel 2005-2006 dovrebbero superare ampiamente le 300. 000 unità, con un incremento percentuale pari al 37,6%. Pur evidenziando un aumento in termini assoluti, che porta il numero di laureati e diplomati universitari a superare la soglia delle 300. 000 unità, si osserva, altresì, un rallentamento dei tassi di crescita del prodotto universitario, che passa dal +14,4% del 2003-2004 al +12,1% dell’anno seguente. La presenza femminile negli atenei italiani diviene sempre più consistente, attestandosi al 56,2% del totale degli studenti nel 2005-2006, ma denota differenziazioni significative a seconda delle aree disciplinari. Nelle discipline legate all’insegnamento, le donne costituiscono quasi la totalità dell’utenza (90,7%), ma rappresentano solo il 18,1% degli studenti di ingegneria ed il 26,0% degli iscritti a facoltà dell’area scientifica. La società italiana al 2006 La ripresa c’è: - Vi sono segnali di ritorno alla vitalità economica. L’atteggiamento attivo, definito lo scorso anno come “schegge di vitalità”, determina oggi maggiore fiducia nelle prospettive aziendali, che vengono ritenute positive per il 92,6% delle aziende con oltre 20 addetti, intervistate in ottobre. A fronte della crescita del pil pari all’1,7%, con cui si chiuderà verosimilmente il 2006, uno dei risultati che maggiormente colpisce riguarda la crescita, nei primi 6 mesi di quest’anno, dell’occupazione e l’ulteriore discesa del tasso di disoccupazione: l’aumento degli occupati è stato dell’1,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e nel secondo trimestre la variazione è stata del 2%. Nel sistema delle imprese, tra gennaio e luglio di quest’anno l’indice del fatturato è aumentato dell’8,7% e gli ordinativi sono aumentati del 10,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente; tra i comparti che spiccano per l’incremento del valore delle vendite compaiono quello delle industrie calzaturiere (+10,7%), della produzione di metallo e di prodotti in metallo (+11,5%), dell’elettromeccanica (+12,5%) e dei mezzi di trasporto (+19,5%). - Le nuove strategie aziendali appaiono vincenti. Oltre il 60% del valore delle esportazioni del 2005 si è concentrato in settori in cui l’Italia costituisce un partner estremamente competitivo a livello internazionale: molte aree della meccanica che, con 59 miliardi, pesa per il 20% circa sull’export italiano; i tessuti, la cui quota di mercato è cresciuta in cinque anni di 1,3 punti percentuali, arrivando all’11,8%; la produzione di tubi, dove l’Italia è leader mondiale con una quota di mercato dell’11,3%. E’ cresciuta la capacità di movimento degli imprenditori nello scenario internazionale: il 13,3% delle imprese manifatturiere italiane con oltre 50 addetti ha all’estero una parte di attività produttiva, tra quelle con 200/500 addetti la percentuale sale al 29,4%, tra quelle con più di 500 al 37,2%; il numero degli investitori italiani all’estero è cresciuto del 21,3%, arrivando a quota 5. 750, per un numero di imprese all’estero partecipate da soggetti italiani pari a 16. 832 unità; nell’ultimo anno la presenza delle imprese italiane in Cina è cresciuta del 12,4% arrivando a quota 1. 461. È indicativo del percorso di riposizionamento sullo scenario internazionale e di consolidamento su quello interno, la sensibile crescita registrata tra 2001 e 2004 delle medie e grandi imprese, aumentate rispettivamente del 7,8% quelle tra 10 e 49 addetti, del 6,4% quelle tra i 50 e 249 e del 5,9% quelle oltre i 250. - Si consolida un ruolo da big player per la grande impresa. Possiamo contare su un patrimonio di circa 2. 000 grandi imprese che in prospettiva possono assicurarci una presenza più forte nei mercati emergenti e innescare un effetto di trascinamento della media impresa rafforzando le strategie innovative e il successo che queste stanno avendo; il fatturato globale delle grandi imprese, per il 2005, ha superato i 512 miliardi di euro, pari al 36,2% del pil dell’anno. Chi, in Italia, in maniera più o meno consapevole, può svolgere un ruolo di big player? Enel, Eni, Finmeccanica, Fiat, Unicredit, San Paolo – Intesa, Generali, Telecom Italia. - Si consolida l’economia delle vacanze. Gli ultimi dati ufficiali relativi al movimento turistico negli esercizi ricettivi attestano per il 2005 un aumento annuo del 2,7% sia degli arrivi che delle presenze, con un significativo effetto di traino da parte della componente straniera della domanda (+3,6% gli arrivi e +5,0% i pernottamenti). Vi sono segnali di passaggio a un turismo post-industriale: a vocazione individuale, residenziale, “artigiana” e immobiliare. Vi è un’accentuata tendenza a spalmare le ferie durante l’anno, ormai solo il 43,5% dei viaggi per vacanze è concentrato nel trimestre estivo. Le vacanze brevi, di 1-3 notti, sono aumentate del 13,1% rispetto all’anno precedente, arrivando a costituire ormai il 46,7% del totale. Vi è un crescente uso delle seconde case di proprietà per fini turistici, che nel 2005 ha riguardato il 13% delle vacanze (l’11,8% nell’anno precedente). La disponibilità complessiva delle seconde case per vacanza può essere stimata in almeno 10 milioni di posti letto, ovvero circa 2,5 volte la ricettività alberghiera ed extralberghiera. - Tiene il modello di integrazione socioeconomica degli immigrati. Resta basso e decresce il tasso di disoccupazione tra gli stranieri (8,8%); è confortante il dato in forte crescita relativo agli stranieri extracomunitari titolari di impresa: circa 200. 000 nel 2005. Ma persistono zavorre sistemiche: - Gli effetti sottovalutati di una spesa pubblica indomabile. Nel periodo 2000-2005 la spesa pubblica corrente al netto degli interessi è passata da 475 miliardi di euro (pari al 39,9% del pil) a 622 miliardi di euro (43,9% del pil) con un tasso medio di crescita annuo reale del +2,6%, mentre nello stesso periodo il pil è cresciuto dello 0,6%. - I tempi lunghi e gli alti costi delle reti infrastrutturali. Le “opere compensative e indotte” legate al programma complessivo dell’alta velocità si stima ammontino a circa 9,2 miliardi di euro. - L’involuzione retorica di scuola e università. Si conferma per l’Italia una tensione all’investimento sociale in istruzione più debole rispetto agli altri paesi; la spesa pubblica in istruzione sia in rapporto al pil (4,9%), sia in rapporto al totale della spesa pubblica (9,9%) sono inferiori alla media dei paesi Ocse, dove raggiungono rispettivamente le quote del 5,5% e del 13,3%. - Un welfare di tipo clientelare. Difformità di trattamenti, indebite strategie di selezione della domanda lavorano, in maniera sotterranea, all’interno del sistema di welfare. Il 32% delle famiglie italiane, secondo i risultati di un’indagine Censis del 2006 ha affermato di essere stata deviata dall’offerta pubblica verso quella privata. - La criminalità emergente fra metropoli e piccole province. Il 30,8% dei reati, 795. 191 in valore assoluto, avviene nelle aree metropolitane di Milano, Roma, Torino e Napoli; ma l’incremento della paura e quindi delle denunce avviene in una graduatoria imprevista in cui ai primi posti si trovano Ferrara (+20,9% di reati denunciati in un anno), Perugia (+19,1% dal 2004 al 2005), Pisa, Rovigo, Salerno, Cuneo, Viterbo, tutte province solo marginalmente interessate dalle cronache criminali. E le leadership appaiono in una crisi di senso: svuotate dall’emersione dei ceti, corrose dall’ossessione mediatica, distratte dai malefici effetti del localismo corporativo, ancora incapaci di includere le donne, e incalzate dall’ambiguo primato dei singoli nelle decisioni bioetiche .  
   
   
MEF: INCONTRO SU RIORGANIZZAZIONE UFFICI CENTRALI E PERIFERICI E COMPENSI INCENTIVANTI  
 
Roma, 4 novembre 2006 2006 - Si e´ svolto nel pomeriggio dell’1 dicembre, presso la sede di Via Xx Settembre, del Ministero dell´Economia e delle Finanze, un incontro tra le Organizzazioni sindacali della Uil, dell´Unsa, delle Rdb, della Flp, dell´Intesa e della Dirstat e il Sottosegretario al Ministero dell´Economia e delle Finanze Paolo Cento in merito alle tematiche relative alla riorganizzazione del Mef, secondo le previsioni dell´art. 34 della legge finanziaria in discussione al Parlamento. Al termine dell´incontro il Sottosegretario Paolo Cento ha confermato l´impegno a convocare, subito dopo l´approvazione definitiva della legge finanziaria e, comunque entro gennaio 2007, un tavolo di confronto con tutte le Organizzazioni sindacali sulla razionalizzazione degli uffici centrali e periferici del Ministero dell´Economia e delle Finanze. Il Sottosegretario Paolo Cento ha anche confermato l´impegno alla convocazione, nei prossimi giorni, di una riunione con tutte le Organizzazioni sindacali per discutere sui criteri tecnici del decreto sulla determinazione dei compensi incentivanti per il personale relativi al 2005. .  
   
   
BANCA INTESA, L’ASSEMBLEA STRAORDINARIA HA APPROVATO: IL PROGETTO DI FUSIONE PER INCORPORAZIONE IN BANCA INTESA DI SANPAOLO IMI, CON UN RAPPORTO DI CAMBIO DI 3,115 NUOVE AZIONI ORDINARIE DI BANCA INTESA PER OGNI AZIONE ORDINARIA O PRIVILEGIATA DI SANPAOLO IMI  
 
Milano, 4 dicembre 2006 - Si è riunita l’1 dicembre, sotto la presidenza di Giovanni Bazoli l’Assemblea straordinaria e ordinaria di Banca Intesa. L’assemblea straordinaria ha approvato il progetto di fusione per incorporazione in Banca Intesa di Sanpaolo Imi, con un rapporto di cambio di 3,115 nuove azioni ordinarie di Banca Intesa per ogni azione ordinaria o privilegiata di Sanpaolo Imi. Le azioni ordinarie di Sanpaolo Imi che sono rappresentate dagli American Depositary Receipts (Adr) saranno soggette allo stesso rapporto di cambio applicabile a tutte le azioni ordinarie di Sanpaolo Imi. L’assemblea ha conseguentemente approvato un aumento di capitale al servizio della fusione, per un massimo di 3. 037. 379. 042,88 euro di valore nominale mediante l’emissione di massime 5. 841. 113. 544 nuove azioni ordinarie di Banca Intesa (con godimento regolare 1/1/2006). Ha poi approvato un ulteriore aumento di capitale, al servizio dei piani di stock option già deliberati dall’incorporanda, nella misura in cui ancora efficaci, per un massimo di 15. 835. 003,08 euro di valore nominale mediante l’emissione di massime 30. 451. 929 nuove azioni ordinarie di Banca Intesa. L’assemblea ha inoltre approvato, con efficacia dalla data di decorrenza giuridica della fusione, un nuovo testo di statuto sociale, che prevede tra l’altro: la denominazione sociale Intesa Sanpaolo S. P. A. ; sede legale a Torino, dove in particolare si terranno le Assemblee dei soci, e sede secondaria a Milano; l’adozione di un sistema di amministrazione e controllo cosiddetto dualistico, costituito dal Consiglio di Sorveglianza e dal Consiglio di Gestione. In particolare, il nuovo statuto contiene le seguenti norme: il Consiglio di Sorveglianza è composto da un minimo di 15 a un massimo di 21 componenti nominati dall’Assemblea mediante voto di lista, i quali durano in carica per tre esercizi e scadono alla data della successiva Assemblea; possono presentare una lista i soci che rappresentino almeno l’1% del capitale rappresentato da azioni ordinarie. Al Consiglio di Sorveglianza, oltre alle materie riservate per legge, lo statuto riserva l’approvazione degli indirizzi strategici e programmatici, dei piani industriali e finanziari, dei budget della società e del gruppo predisposti dal Consiglio di Gestione, nonché delle operazioni strategiche e di maggior rilievo economico-finanziario, sempre su proposta del Consiglio di Gestione; il Consiglio di Gestione è composto da un minimo di 7 a un massimo di 11 membri, nominati dal Consiglio di Sorveglianza, che ne determina il numero all’atto della nomina. I componenti durano in carica, secondo le determinazioni del Consiglio di Sorveglianza, per un periodo non superiore a tre esercizi e scadono alla data della riunione del Consiglio di Sorveglianza convocata per l’approvazione del bilancio relativo all’ultimo esercizio della loro carica. Al Consiglio di Gestione spetta la gestione dell’impresa in coerenza con gli indirizzi strategici approvati dal Consiglio di Sorveglianza e la facoltà di compiere tutte le operazioni di ordinaria e straordinaria amministrazione necessarie per il raggiungimento dell’oggetto sociale, salva beninteso l’autorizzazione del Consiglio di Sorveglianza prevista per alcune operazioni strategiche; il Consiglio di Gestione nomina tra i suoi membri un Presidente, che è il rappresentante legale della Banca, e un Consigliere Delegato, che è Capo dell’Esecutivo (Ceo, Chief Executive Officer) e sovrintende alla gestione aziendale nell’ambito dei poteri allo stesso attribuiti e secondo gli indirizzi generali decisi dagli altri Organi Sociali; il Consiglio di Sorveglianza costituisce al proprio interno: un Comitato Nomine con funzioni selettive e propositive in merito alle nomine dei componenti del Consiglio di Gestione, un Comitato Remunerazioni con funzioni propositive e consultive in merito ai compensi degli Organi Sociali, ai sensi di legge e di statuto, un Comitato per il Controllo con competenze propositive, consultive e istruttorie sulle materie attribuite al Consiglio di Sorveglianza in tema di controlli interni. Secondo quanto previsto da un’apposita norma transitoria - avente efficacia immediata - del nuovo statuto, l’Assemblea di Banca Intesa in sede ordinaria ha poi nominato, con il meccanismo del voto di lista, il primo Consiglio di Sorveglianza di Intesa Sanpaolo, costituito dai seguenti 19 membri, di cui 14 hanno dichiarato di possedere i requisiti di indipendenza previsti dal nuovo Codice di Autodisciplina promosso da Borsa Italiana:
Iscrizione Registro Revisori ed esercizio attività di controllo legale dei conti Requisiti di indipendenza ai sensi del Codice di Autodisciplina
1. Giovanni Bazoli
2. Gianluca Ponzellini X X
3. Antoine Bernheim
4. Carlo Barel di Sant’albano
5. Pio Bussolotto
6. Giovanni Costa X
7. Franco Dalla Sega X X
8. Gianluca Ferrero X X
9. Angelo Ferro X X
10. Pietro Garibaldi X
11. Fabrizio Gianni X X
12. Alfonso Iozzo
13. Giulio Lubatti X X
14. Eugenio Pavarani X X
15. Gianguido Sacchi Morsiani X
16. Ferdinando Targetti X
17. Livio Torio X X
18. Rodolfo Zich X
19. Rosalba Casiraghi (*) X X
(*) Rappresentante della lista di minoranza.
I primi diciotto Consiglieri sono stati eletti dalla lista presentata dalla Fondazione Cariplo, il diciannovesimo dalla lista presentata da Arca Sgr per conto proprio e di altri investitori istituzionali. L’assemblea ha nominato presidente del Consiglio di Sorveglianza Giovanni Bazoli e vicepresidenti Antoine Bernheim e Rodolfo Zich. La nomina dei predetti 19 Consiglieri di Sorveglianza sarà efficace dal momento di efficacia della fusione. Successivamente all’efficacia della fusione, come previsto nella citata norma transitoria, sarà convocata un’Assemblea ordinaria chiamata a nominare altri 2 Consiglieri di Sorveglianza, i quali scadranno insieme ai predetti 19 Consiglieri. La nomina degli ulteriori 2 Consiglieri di Sorveglianza avverrà con la procedura del voto di lista disciplinata dal nuovo statuto, ma con una percentuale di partecipazione azionaria richiesta per la presentazione della lista pari almeno all’ 1% e non eccedente il 3% del capitale sociale, al fine di consentire anche alle minoranze azionarie della compagine sociale ex Sanpaolo Imi di avere propri rappresentanti. L’assemblea ordinaria ha infine autorizzato un piano di acquisto di azioni proprie per la successiva assegnazione gratuita ai dipendenti ex Banca Intesa. Tale piano prevede l’assegnazione gratuita di azioni ordinarie a tutti i dipendenti che abbiano prestato la propria attività nel 2006 e che risultino ancora in servizio alla data del 31 maggio 2007, per un controvalore pro-capite massimo di 700 euro; l’assegnazione riguarderà anche i dipendenti delle società controllate italiane ex Gruppo Intesa, previa delibera da parte delle rispettive assemblee. Il valore di ciascuna azione verrà determinato come media aritmetica semplice dei prezzi ufficiali dell’azione ordinaria Banca Intesa rilevati nel periodo compreso tra il 1° giugno 2007 e lo stesso giorno del mese solare precedente. L’autorizzazione dell’Assemblea, avente efficacia per un periodo di nove mesi a partire dalla data odierna, prevede l’acquisto fino a un massimo di 5. 250. 000 azioni (circa lo 0,09% dell’attuale capitale sociale ordinario) e per un corrispettivo massimo pari a 21 milioni di euro. Gli acquisti verranno effettuati sul mercato nel mese di giugno 2007. Informazioni più dettagliate in merito al piano di acquisto saranno rese note nei termini previsti dalla normativa prima dell’avvio del piano stesso. Come previsto dai principi contabili Ias/ifrs, l’onere connesso alla predetta assegnazione di azioni - stimato in circa 26 milioni di euro - verrà rilevato nell’ambito delle spese del personale del quarto trimestre 2006. Si segnala che, nel corso dell’Assemblea, il presidente ha comunicato che prossimamente interverrà tra le parti aderenti al vigente Patto di Sindacato un accordo risolutivo del Patto stesso, condizionato sospensivamente all’iscrizione nel registro delle imprese di Milano dell’atto di fusione. Più precisamente, l’accordo risolutivo sarà efficace a partire dalla data in cui la fusione avrà effetto ai sensi dell’art. 2504 bis, comma 2, del Codice Civile. Il Presidente ha poi precisato di non essere in grado di dire se alcuni azionisti della società post-fusione stipuleranno o meno un qualsiasi accordo di sindacato o di consultazione e che, se questo avverrà, sarà reso immediatamente noto. . .
 
   
   
BANCA INTESA E SANPAOLO IMI FIRMANO ACCORDO CON TUTTE LE ORGANIZZAZIONI SINDACALI PER FONDO DI SOLIDARIETA´ SU BASE VOLONTARIA  
 
Milano, Torino,4 dicembre 2006 — In relazione ai processi di efficientamento connessi alla fusione tra Banca Intesa e Sanpaolo Imi e pur in attesa della definizione del Piano d´Impresa del nuovo Gruppo Intesa Sanpaolo in cui tali processi verranno puntualmente individuati, Banca Intesa e Sanpaolo Imi hanno raggiunto con tutte le 9 Organizzazioni Sindacali del settore un accordo per l´attivazione del Fondo di Solidarietà (regolato dai D. M. N. 158 del 2000 e n. 226 del 2006), con adesione in forma esclusivamente volontaria nel corso del 2007, subordinatamente all´approvazione del progetto di fusione da parte della Assemblee delle due banche convocate l’ 1 dicembre. L´attivazione del Fondo riguarderà i dipendenti del Gruppo Intesa e del Gruppo Sanpaolo Imi che matureranno i requisiti pensionistici entro 60 mesi. Al fine di assicurare adeguati livelli di servizio, a fronte delle uscite del personale addetto all´attività commerciale nelle filiali verrà assunto un numero di apprendisti pari al 50% del numero di tali uscite. Il numero di dipendenti potenzialmente interessati è di circa 5. 200 persone, di cui circa 2. 400 del Gruppo Intesa e circa 2. 800 del Gruppo Sanpaolo Imi. . . .  
   
   
BANCA GENERALI: ESECUZIONE DEI PIANI DI STOCK GRANTING E STOCK OPTION  
 
Trieste, 30 novembre 2006 - Banca Generali comunica, che in data 15 dicembre 2006 verrà data esecuzione al piano di stock granting riservato ad alcuni promotori finanziari e manager di rete e ai piani di stock option riservati ai dirigenti del Gruppo Banca Generali, ai relationship manager di Banca Bsi Italia e ai promotori finanziari e manager di rete di Banca Generali, approvati dal Consiglio di Amministrazione di quest’ultima prima dell’avvio della negoziazione delle azioni della stessa sul Mercato Telematico Azionario organizzato e gestito da Borsa Italiana S. P. A. , avvenuto il 15 novembre u. S. Tutti e tre i piani sono finalizzati ad incrementare il livello di fidelizzazione dei destinatari, come sopra individuati, e a coinvolgerli ancor più direttamente nella creazione del valore della società. In particolare: il Piano di stock granting riservato ad alcuni promotori finanziari e manager di rete prevede l’assegnazione gratuita di un numero di azioni proprie Banca Generali non superiore al 3% del capitale sociale ed al momento stimato in circa numero 1. 500. 000, a favore dei promotori finanziari e manager di rete operanti, al 31 dicembre 2001 per conto della incorporata Prime Consult Sim. Il numero di azioni da attribuire a ciascuno dei destinatari è condizionato alla verifica del raggiungimento di determinati obiettivi specifici individuali. L’assegnazione avverrà in tre tranche annuali; il Piano di stock option riservato ai dirigenti del gruppo Banca Generali e ai relationship manager di Banca Bsi Italia, prevede l’assegnazione fino a un massimo di numero 1. 113. 130 diritti di opzione per la sottoscrizione di azioni ordinarie di Banca Generali. L’assegnazione è condizionata al raggiungimento di un obiettivo collettivo coerente con il piano industriale di Banca Generali per l’esercizio 2006 e, limitatamente ai relationship manager di Banca Bsi Italia, anche di obiettivi individuali di raccolta. Le opzioni non saranno esercitabili per un periodo di tre anni; decorso tale periodo le opzioni potranno essere esercitate entro un termine di tre anni. L’assegnatario ha l’obbligo di riacquistare un numero di azioni della società pari almeno al 50% del controvalore della plusvalenza eventualmente realizzata a seguito dell’operazione di esercizio dell’opzione e di mantenerle per almeno 12 mesi. Il prezzo di assegnazione delle opzioni è pari alla media aritmetica dei prezzi di riferimento delle quotazioni delle Azioni ordinarie Banca Generali S. P. A. , presso il Mercato Telematico Azionario gestito dalla Borsa Italiana S. P. A. , rilevati nel periodo che va dalla data di assegnazione dei diritti di opzione allo stesso giorno del mese solare precedente; il Piano di stock option riservato ai promotori finanziari e ai manager di rete di Banca Generali (non destinatari del piano di stock granting o di piani di incentivazione all’ingresso) prevede l’assegnazione fino a un massimo di numero 4. 452. 530 diritti di opzione per la sottoscrizione di azioni ordinarie di Banca Generali. L’assegnazione è condizionata al raggiungimento di un obiettivo collettivo di raccolta netta coerente con il piano industriale di Banca Generali per il triennio 2005-2007 e di obiettivi individuali assegnati a ciascun destinatario per il medesimo periodo. Le opzioni saranno esercitabili in tre tranche soggette ad un periodo di vesting di rispettivi 10, 20 e 30 mesi ciascuna e dovranno essere esercitate entro un termine di 36 mesi dalla data in cui l’assegnazione diviene definitiva. L’assegnatario ha l’obbligo di riacquistare un numero di azioni della società pari almeno al 50% del controvalore della plusvalenza eventualmente realizzata a seguito dell’operazione di esercizio dell’opzione e di mantenerle per almeno 12 mesi. Il prezzo di assegnazione delle opzioni è pari alla media aritmetica dei prezzi di riferimento delle quotazioni delle Azioni ordinarie Banca Generali S. P. A. , presso il Mercato Telematico Azionario gestito dalla Borsa Italiana S. P. A. , rilevati nel periodo che va dalla data di assegnazione dei diritti di opzione allo stesso giorno del mese solare precedente. . .  
   
   
BANCA LOMBARDA E PIEMONTESE PRESTITO OBBLIGAZIONARIO SUBORDINATO “EUR 200 ML SUBORDINATED LT2 10NC5 FRN/FRN DUE DEC. 2016”  
 
 Brescia, 4 Dicembre 2006 – Banca Lombarda e Piemontese ha lanciato sul mercato un prestito obbligazionario subordinato in Euro per un importo complessivo di 200 Milioni di Euro. L’emissione, di grado subordinato Lower Tier 2 a tasso variabile con scadenza a dieci anni e call dal quinto, e una cedola trimestrale pari a Euribor 3 mesi + 0,40%, ha registrato un’ottima qualità di ordini sia per tipologia di investitori sia in termini di distribuzione geografica, prezzandosi nell’ambito della forchetta di prezzo annunciata al mercato (re-offer Eur3m + 43 Bp). In particolare, più del 60% del prestito è stato collocato all’estero con una significativa partecipazione di investitori asiatici (Italia 30%, Francia 25%, Spagna/portogallo 15%, Paesi Scandinavi 18%, Uk/irlanda 6%, Asia 8%, Altro 1%) ed un’ampia e ben diversificata qualità di ordini (Banche 34%, Fund Manager 48%, Assicurazioni 10%, Enti Sopranazionali 8%). Il collocamento del prestito è stato curato da Hsbc, Merrill Lynch e Ubs. Banca Lombarda ha rating A2 stable/A- positive/A stable. Rating del Prestito (expected) A3 (Moody’s), Bbb+ (S&p ), A- (Fitch). .  
   
   
BNP PARIBAS: INVESTOR DAY A ROMA “ITALIA: SVILUPPARE IL NOSTRO SECONDO MERCATO DOMESTICO”  
 
Roma, 4 Dicembre 2006 - A seguito dell’acquisizione di Bnl da parte di Bnp Paribas, avvenuta nella prima parte dell’anno, il senior management del Gruppo Bnp Paribas e il management di Bnl tenutosi l’1 dicembre a Roma una conferenza dedicata agli investitori, presieduta da Baudouin Prot, Ceo di Bnp Paribas. Durante l’evento sono state illustrate congiuntamente le strategie future e le principali iniziative identificate per lo sviluppo in Italia, secondo mercato domestico in Europa del Gruppo Bnp Paribas. A conclusione di un dettagliato e completo lavoro di analisi, che ha coinvolto circa 800 persone di Bnp Paribas e di Bnl in tutte le funzioni e linee di business, le stime iniziali sulle sinergie di costo e di ricavo al 2009 sono state aumentate da 400 milioni a 480 milioni di euro (+20%). Esse saranno generate da tutte le aree di attività del Gruppo Bnp Paribas in Italia. L’obiettivo complessivo di sinergie per 480 milioni di euro è ripartito in sinergie di costo per 270 milioni e sinergie di ricavo per 210 milioni. L’obiettivo di sinergie di costo per 270 milioni di euro al 2009 è stato aumentato rispetto ai 250 milioni inizialmente annunciati. Tali sinergie ridurranno una crescita di base dei costi operativi stimata nell’ordine del 2,3% medio annuo composto (Cagr - Compounded Annual Growth Rate), determinata prendendo come riferimento le proiezioni degli analisti (consensus Ibes) pubblicamente disponibili all’epoca dell’acquisizione di Bnl da parte di Bnp Paribas. Lo sviluppo temporale delle sinergie di costo è stato anticipato rispetto alle proiezioni iniziali effettuate al momento dell’acquisizione di Bnl, con il 14% di esse già conseguito nel 2006, il 37% da ottenere entro il 2007, il 69% entro il 2008 ed il 100% entro il 2009. Le sinergie nette di ricavo sono state aumentate a 210 milioni di euro rispetto alla stima iniziale di 150 milioni di euro (+40%). Esse sono il risultato di sinergie lorde di ricavo per 380 milioni di euro, da cui dovranno essere dedotti costi marginali addizionali per 170 milioni di euro. Le sinergie di ricavo si cumuleranno alla crescita di base dei ricavi del periodo, ipotizzata ad un Cagr normalizzato del 5,8% sulla base del consensus Ibes. Lo sviluppo temporale atteso delle sinergie nette di ricavo è il seguente: 9% entro il 2007, 52% entro il 2008 e 100% entro il 2009. In conseguenza di valutazioni maggiormente dettagliate, i costi totali di ristrutturazione annunciati al momento dell’acquisizione sono stati abbassati a 410 milioni di euro dagli iniziali 450 milioni e ci si attende che il 37% di essi sia sostenuto nel 2006, il 31% nel 2007 e il residuo entro il 2008. Inoltre, gli adeguamenti di bilancio, inizialmente stimati in 800 milioni di euro, sono stati rivisti al rialzo a 850 milioni di euro. Questa variazione è dovuta principalmente a oneri più elevati rispetto alle attese per quanto riguarda i preesistenti piani per gli esodi incentivati di Bnl. A seguito della riallocazione delle attività italiane tra i core business del Gruppo Bnp Paribas, molte delle attività di Bnl a partire dal 2007 saranno rappresentate come un nuovo polo definito Bnl banca commerciale (Bnl bc), comprendente le attività di Bnl nei settori Retail, Private e Corporate. Baudouin Prot, Ceo di Bnp Paribas, ha dichiarato: “Con l’integrazione di Bnl, abbiamo aggiunto una solida presenza in Italia e una forte capacità distributiva, con ampio potenziale di crescita, alle piattaforme europee d’avanguardia di Bnp Paribas. L’italia è il nostro secondo mercato domestico: Francia e Italia sono geograficamente e culturalmente vicine e quindi offrono l’opportunità di trasferire il nostro know-how con efficienza e rapidità. Ci siamo mossi con tempestività e stiamo procedendo con un’accelerazione costante. Tutto il nostro personale in Italia è molto motivato dalle nuove opportunità offerte dalla nostra volontà di crescita e siamo fiduciosi di poter sviluppare il Gruppo Bnp Paribas come un protagonista di rilievo in Italia”. . .  
   
   
BANCA CR FIRENZE S.P.A. : TRATTATIVE CON BNP PARIBAS  
 
 Firenze, 4 dicembre 2006 - In relazione alle notizie comparse su alcuni organi d’informazione riguardanti trattative con Bnp Paribas sulla possibile cessione da parte di Banca Cr Firenze S. P. A. Di quote detenute in Findomestic Banca, Banca Cr Firenze S. P. A. Precisa che non ha alcuna intenzione di cedere la propria partecipazione in Findomestic Banca. .  
   
   
SI CONCLUDE POSITIVAMENTE LA CONVERSIONE DEL PRESTITO OBBLIGAZIONARIO BANCA POPOLARE DI INTRA 3% 2001-2006 CONVERTIBILE SUBORDINATO  
 
Verbania Intra, 4 dicembre 2006 - Banca Popolare Di Intra rende noto che si è conclusa con i risultati auspicati l´ultima fase di conversione del "prestito obbligazionario convertibile subordinato Banca Popolare di Intra 3% 2001-2006", di nominali € 95. 605. 932 . Alla data del 30 novembre 2006, termine del periodo utile, risultano convertite obbligazioni per oltre il 99% del nominale originario. L´esito positivo dell´operazione comporta il significativo miglioramento dei coefficienti di vigilanza consolidati che, sulla base dei dati economico/patrimoniali di settembre, si stimano a fine anno pari al 6,07% per il Tier 1 ed ali´ 8,60 % per il Tier Total Ratio. .  
   
   
PROROGA DEL TERMINE PER L’AVVERAMENTO DELLE CONDIZIONI SOSPENSIVE DELLA CESSIONE DI BIPIELLE.NET E AREALIFE.  
 
Lodi, 4 dicembre 2006 - In relazione al contratto avente ad oggetto la cessione da parte di Bipielle Investimenti e Reti Bancarie S. P. A. , oggi incorporate in Banca Popolare Italiana, del 79,73% del capitale sociale di Banca Bipielle Net e del 100% capitale sociale di Area Life Ltd, firmato in data 16 giugno 2006 con le controparti Sopaf, Aviva Italia Holding e De Agostini Invest, il Consiglio di Amministrazione della Banca Popolare Italiana ha deliberato di aderire alla richiesta di proroga del termine finale di tale contratto, inoltrata dalle controparti in data 29 novembre 2006, dal 30 novembre 2006 al 22 marzo 2007 e di sottoscrivere, per l´effetto, un addendum a tale contratto. .  
   
   
FIDEURAM: VALUTA POSITIVAMENTE I´OPA RESIDUALE DI EURIZON FINANCIAL GROUP S.P.A.  
 
Roma, 4 dicembre 2006 – Si è riunito in data 29 novembre il Consiglio di Amministrazione di Banca Fideuram S. P. A. Il Consiglio di Amministrazione - preso atto del comunicato di Eurizon trasmesso a Banca Fideuram in data 20 novembre 2006 ai sensi dell´ art. 102 del Tuf e dell´art. 37, comma 5, del Regolamento Consob n. 11971/99 e del documento di offerta, che Eurizon ha trasmesso alla Consob e messo a disposizione di Banca Fideuram - ha esaminato i termini, le condizioni e le finalità dell´Offerta residuale sulle azioni ordinarie di Banca Fideuram. Il corrispettivo dell´offerta residuale sarà fissato dalla Consob ai sensi dell´art. 108 del Tuf. A tal fine, Eurizon ha reso noto di aver trasmesso alla Consob in data 20 novembre u. S. , contestualmente alla comunicazione ex art. 102 del Tuf, la documentazione inerente alla determinazione del corrispettivo dell´offerta residuale ai sensi dell´art. 50, comma 5 del Regolamento Consob 11971/99. Il Consiglio di Amministrazione ha espresso parere favorevole all´offerta residuale e ha quindi approvato e trasmesso alla Consob il comunicato redatto ai sensi dell´art. 103, comma 3, del Tuf e dell´art. 39 del Regolamento Consob n. 11971/99. Il comunicato è stato approvato all´unanimità dagli Amministratori partecipanti alla riunione. Il Collegio Sindacale ha preso atto della delibera assunta dal Consiglio senza formulare rilievi. .  
   
   
SOTTOSCRITTO ACCORDO FRA BANCA POPOLARE ITALIANA E PANDETTE FINANZIARIA S.R.L.  
 
Lodi, 4 dicembre 2006 – Banca Popolare Italiana Soc. Coop. E Pandette Finanziaria S. R. L. Comunicano di aver sottoscritto in data 29 novembre un contratto di opzione con il quale sono state riconosciute: a) a Bpi una opzione put su n. 25. 300. 000 azioni ordinarie Rcs Mediagroup S. P. A. , per uno strike price unitario di Euro 4,51, e pertanto per complessivi Euro 114. 103. 000; b) a Pandette una opzione call sul medesimo pacchetto azionario per uno strike price unitario di Euro 4,20, e pertanto per complessivi Euro 106. 260. 000. Entrambe le opzioni saranno esercitabili soltanto per l’intero pacchetto azionario (corrispondente al 3,32% dell’intero capitale sociale ed al 3,453% del capitale sociale rappresentato da azioni ordinarie di Rcs Mediagroup S. P. A. ) nel periodo compreso fra il 24 ed il 27 febbraio 2009. Bpi si è altresì impegnata a provvedere, entro 10 giorni dalla data odierna, ad intestare fiduciariamente tutte le azioni oggetto del contratto di opzione alla Sirefid S. P. A. E, sino alla data di trasferimento delle azioni (ovvero, in caso di mancato esercizio delle opzioni, sino alla data di scadenza del periodo di esercizio delle opzioni stesse), ad esercitare per il tramite di quest’ultima il diritto di voto relativo a tali azioni, attenendosi alle istruzioni di Pandette Finanziaria S. R. L. Oltre alle azioni oggetto delle descritte opzioni, Bpi possiede 18. 000. 000 azioni ordinarie Rcs Mediagroup S. P. A. , pari al 2,46% del capitale sociale con diritto di voto della società. .  
   
   
CREDITO VALTELLINESE: OPERAZIONI EFFETTUATE SU AZIONI PROPRIE  
 
Sondrio, 4 dicembre 2006 — In riferimento alla delibera con la quale l´Assemblea ordinaria del Credito Valtellinese, riunitasi in data 22 aprile 2006, ha rinnovato al Consiglio di Amministrazione l´autorizzazione ad effettuare l´acquisto di azioni proprie, nonché la ricollocazione o annullamento delle stesse. La proposta approvata dall´Assemblea è finalizzata a favorire la circolazione del titolo nell´ambito di una normale attività di intermediazione e prevede che le operazioni effettuate su azioni proprie siano svolte secondo le modalità e nel rispetto dei limiti precisati nella delibera assembleare. .  
   
   
SOCIETA’ CATTOLICA DI ASSICURAZIONE: DIMISSIONI DI GIUSEPPE CAMADINI DALLA CARICA DI PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE  
 
Verona, 4 Dicembre 2006 – Cattolica Assicurazioni rende noto che il dottor Giuseppe Camadini, da 22 anni membro del Consiglio di Amministrazione, da 15 anni membro del Comitato Esecutivo e Presidente della società dal 1997 ha rassegnato, per sopraggiunti imprevisti eventi di ordine strettamente personale, le proprie dimissioni dalla carica di Presidente. Al dottor Camadini, che proseguirà nell’apporto di alti valori morali e professionali, profonda esperienza, saggezza, prudenza e moderazione ai lavori del Consiglio, rimanendo membro del Consiglio stesso nonché del Comitato Esecutivo, i consiglieri tutti hanno unanimemente espresso la propria riconoscenza per i lunghi anni di attenta e fervida partecipazione alla vita della società e, in particolare, per quelli trascorsi alla guida di Cattolica e del Gruppo nel periodo di massima crescita e sviluppo. Il Consiglio ha conseguentemente nominato il p. A. Paolo Bedoni alla carica di Presidente. Paolo Bedoni, 50 anni, veronese, da 7 anni membro del Consiglio di Amministrazione della Società e da 5 anni membro del Comitato Esecutivo, è Presidente, dal maggio 1997, della Confederazione Nazionale dei Coltivatori Diretti. E’ inoltre Presidente della Federazione Provinciale Coldiretti di Verona e del Consorzio Sistema Servizi Coldiretti. E’ membro di molteplici organismi istituzionali nazionali e internazionali tra cui il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro (Cnel) e il Comitato Economico Sociale Europeo (Cese). L’avvocato Danilo Andrioli, da 16 anni membro del Consiglio e da 9 del Comitato Esecutivo, ha lasciato la carica di Vice Presidente della società, che ricopriva dal 1997, per proseguire il proprio impegno in seno al Consiglio. L’architetto Giuseppe Martinengo ha rassegnato le proprie dimissioni da membro del Consiglio di Amministrazione della società. L’architetto Martinengo rivestiva la carica di consigliere indipendente e non esecutivo. Il Consiglio di Amministrazione gli ha espresso la più sentita riconoscenza per la collaborazione efficacemente prestata e per la dedizione profusa nell’ambito dei lavori del Consiglio stesso. Il Consiglio ha conseguentemente cooptato tra i propri membri, nominandolo poi Vice Presidente, il dottor Giovannimaria Seccamani Mazzoli che, contestualmente, ha rassegnato le proprie dimissioni dalla carica di Presidente del Collegio Sindacale di Cattolica Assicurazioni e di altre società del Gruppo. Il dottor Seccamani Mazzoli, 54 anni, da quest’anno Presidente del Collegio Sindacale di Cattolica Assicurazioni, collabora con la società in qualità di Sindaco dal 1997. E’ iscritto all’Ordine dei Dottori Commercialisti di Brescia dal 1979, ricopre la carica di Presidente del Consiglio di Amministrazione di diverse società, tra cui Editoriale Bresciana, ed è sindaco di società quotate in borsa. Sono stati inoltre confermati nelle rispettive cariche l’avvocato Ermanno Rho (Vice Presidente Anziano), l’Ingegner Giuseppe Nicolò (Segretario), il dottor Ezio Paolo Reggia (Amministratore Delegato) e l’avvocato Luigi Baraggia (membro del Comitato Esecutivo). Conseguentemente alla cooptazione del dottor Seccamani Mazzoli nel Consiglio di Amministrazione, ai sensi dello Statuto della società, il Professor Alessandro Lai, membro effettivo del Collegio Sindacale, ha assunto la carica di Presidente del Collegio stesso. Il professor Lai, 46 anni, da 6 anni sindaco della società, è Professore Ordinario di Economia Aziendale presso la Facoltà di Economia dell’Università degli Studi di Verona. Nell’ambito del Gruppo Cattolica è Presidente del Collegio Sindacale di diverse società. E’ altresì Presidente del Collegio Sindacale di Immsi e sindaco di Piaggio & C. Il dottor Gabriele Albertini ha rassegnato le proprie dimissioni da sindaco supplente della società. Contestualmente il dottor Giovanni Glisenti, sino ad ora sindaco supplente, è divenuto sindaco effettivo. Il dottor Glisenti è sindaco di diverse società del Gruppo ed esterne allo stesso. .  
   
   
INVESTIMENTI E SVILUPPO S.P.A. - AUMENTO DI CAPITALE - INIZIO DELL’OFFERTA IN OPZIONE AGLI AZIONISTI DI AZIONI ORDINARIE CUM WARRANT  
 
Milano, 5 dicembre 2006 – Investimenti e Sviluppo S. P. A. Comunica che, in relazione all’aumento di capitale deliberato in data 5 ottobre 2006, che consiste in un aumento di capitale per massimi 45,6 milioni di euro, mediante l’emissione di massime 228. 000. 000 azioni ordinarie da liberarsi in denaro a un prezzo pari al valore nominale di 0,20 euro per azione, offerte in opzione ai soci in ragione di 16 nuove azioni ogni azione vecchia posseduta e con attribuzione gratuita di un warrant “Investimenti e Sviluppo 2006-2009” per ogni azione sottoscritta, darà inizio al periodo di adesione a decorrere dal prossimo 4 dicembre 2006 a condizione che siano rilasciate entro la giornata odierna le autorizzazioni previste dalla normativa vigente per la pubblicazione del prospetto informativo. Ove la pubblicazione del Prospetto Informativo venga autorizzata entro il 30 novembre, l’offerta iniziz oggi 4 dicembre 2006 e terminerà il 22 dicembre 2006 compresi. I diritti di opzione saranno negoziabili dal 4 dicembre 2006 al 15 dicembre 2006. .  
   
   
SOPAF: AGGIORNAMENTI SULLA OPERAZIONE DI ACQUISTO DI BIPIELLE NET  
 
Milano, 4 dicembre 2006 - Sopaf rende noto che, insieme al Gruppo Aviva e al Gruppo De Agostini, ha raggiunto un´intesa con Banca Popolare Italiana che prevede l´estensione al 22 marzo 2007 dei termini contrattuali per l´acquisizione del controllo di Bipielle Net e Arealife. Il perfezionamento dell´operazione permane subordinato all´ottenimento dell´autorizzazione della Banca d´Italia. .  
   
   
SOPAF: WARRANT AI MANAGER DEL GRUPPO.  
 
 Milano, 4 dicembre 2006 – Sopaf comunica che, per estendere la condivisione dei risultati del gruppo, Giorgio Magnoni, amministratore delegato della società nonché azionista di riferimento, in data 23 novembre ha ceduto a manager, amministratori e collaboratori del Gruppo Sopaf n. 7. 225. 000 Warrant Azioni Ordinarie Sopaf 2005-2011 al prezzo unitario di 0,11 euro. Ogni warrant attribuisce il diritto a sottoscrivere 2 azioni ordinarie Sopaf al prezzo di 0,50 euro. .  
   
   
REGIONE VENETO DEBUTTA SUI MERCATI INTERNAZIONALI DEI CAPITALI  
 
Venezia, 4 dicembre 2006 - La Regione del Veneto, che vanta un rating di “Aa2” con prospettive stabili recentemente confermato dall’agenzia Moody’s Investor Services, ha emesso per la prima volta sui mercati internazionali dei capitali un prestito obbligazionario con scadenza 2046. Il titolo, dell’importo di Euro 350 milioni e collocato con l’assistenza di Depfa Bank e Merrill Lynch International in qualità di joint-lead managers e bookrunners, sará destinato al finanziamento di importanti investimenti regionali nel campo delle infrastrutture, del governo del territorio e dei servizi sociali. La delegazione della Regione, guidata dall’assessore al bilancio Maria Luisa Coppola, ha incontrato in settimana i principali investitori istituzionali nel corso di un roadshow di presentazione del merito di credito regionale che ha toccato le principali piazze finanziarie europee. L’interesse registrato si è tradotto in una domanda di quasi tre volte superiore all’effettiva offerta di titoli obbligazionari; ciò ha permesso alla Regione di ottenere condizioni di finanziamento di assoluta eccellenza. Il bond paga infatti una cedola pari all’Euribor 6 mesi maggiorato di 12 punti base, un costo addirittura inferiore di qualche basis point a quello della Repubblica Italiana sulla corrispondente vita media finanziaria. Alla transazione hanno partecipato una decina di investitori provenienti tra gli altri da Francia, Germania, Irlanda e Benelux oltre ad una forte presenza di operatori istituzionali italiani. La Regione Veneto, in occasione del debutto sui mercati dei capitali internazionali, si è distinta quale prima tra le regioni italiane ad emettere sulla scadenza quarantennale. “La comunità finanziaria – ha dichiarato l’assessore Coppola – ha riconosciuto la qualità del credito della nostra Regione e ciò ci ha consentito di ottenere immediata grande attenzione e conseguente fiducia degli investitori europei su di un orizzonte temporale così lungo, necessario proprio per le caratteristiche degli investimenti infrastrutturali sottostanti; abbiamo inoltre così potuto sfruttare le attuali vantaggiose condizioni di mercato sulle scadenze più lunghe. In questo modo abbiamo raccolto le risorse necessarie per continuare a sostenere le priorità del nostro programma regionale per lo sviluppo e la crescita economica e sociale del Veneto, confermando, una volta di più, gli sforzi già da tempo intrapresi dalla Regione in questa direzione. Una risposta precisa e puntuale, prevista con lungimiranza, soprattutto se valutiamo questa operazione alla luce delle recenti disposizioni dettate dalla Finanziaria nazionale. ” . .  
   
   
SNAI S.P.A.: RILASCIO DEL NULLA OSTA DA PARTE DI CONSOB ALLA PUBBLICAZIONE DEL PROSPETTO INFORMATIVO  
 
Porcari (Lu) 4 dicembre 2006 - La Consob ha deliberato, lo scorso 30 novembre, il nulla osta alla pubblicazione relativo all’offerta in opzione agli azionisti e alla quotazione sul Mercato Telematico Azionario di azioni ordinarie della Snai S. P. A. Il nulla osta è condizionato all’inserimento nel Prospetto Informativo dei dati relativi al prezzo di emissione delle azioni, al numero complessivo delle azioni che verranno emesse a fronte dell’aumento di capitale ed al rapporto di assegnazione. Prende pertanto efficacia la delibera adottata dal Consiglio di Amministrazione della Società che era condizionata al rilascio delle autorizzazioni previste dalla normativa vigente alla pubblicazione del Prospetto Informativo. Con tale delibera il Consiglio di Amministrazione ha fissato in massime n. 61. 718. 860 le azioni da emettersi nel contesto dell’offerta e da offrirsi in opzione agli azionisti ad un prezzo unitario di Euro 4,05, inclusivo di valore nominale pari a Euro 0,52 e sovrapprezzo pari ad Euro 3,53. Le nuove azioni saranno offerte in opzione nel rapporto di n. 28 Azioni ogni n. 25 azioni possedute. .  
   
   
BUZZI UNICEM SPA: MIGLIORA IL PREZZO DELL’OPA VOLONTARIA SU AZIONI DYCKERHOFF  
 
Casale Monferrato, 4 dicembre 2006 - Il Consiglio di Amministrazione di Buzzi Unicem Spa, riunitosi in data 30 novembre, ha deliberato di modificare il prezzo dell´Offerta Pubblica di Acquisto volontaria rivolta a tutti gli azionisti di minoranza della Dyckerhoff Ag (21,4% del capitale totale) annunciata il 30 ottobre scorso. Il prezzo offerto agli azionisti detentori di azioni ordinarie aumenta ad €42,00 per azione (in precedenza €40,00) e quello offerto agli azionisti detentori di azioni privilegiate ad €40,00 per azione (in precedenza €37,50). La proposta di acquisto è subordinata all’adesione di un numero di azioni che consenta a Buzzi Unicem di detenere almeno il 95% del capitale totale Dyckerhoff Ag. E’ stato inoltre deciso che, in caso di successo dell’Opa, sarà riconosciuto agli azionisti che avranno aderito l’eventuale maggior prezzo pagato ad altri azionisti della Dyckerhoff nei seguenti casi: attivazione entro due anni di una procedura che comporti per legge un pagamento in contanti (es. Squeeze-out); acquisti effettuati da Buzzi Unicem al di fuori dell’Opa durante il periodo d’offerta o nei due anni successivi. Sulla base delle nuove condizioni d’offerta, in caso di completa adesione, l´investimento complessivo previsto sarà di €356 milioni, finanziato a debito e da disponibilità liquide esistenti. Buzzi Unicem ritiene che il nuovo livello di prezzo sia molto attraente per i portatori di azioni Dyckerhoff e di poter ugualmente confermare le prospettive di creazione di valore per i propri azionisti derivanti dall’operazione. La procedura di autorizzazione presso Bafin, autorità di sorveglianza del mercato tedesco, è attualmente in corso. Buzzi Unicem intende fissare, previa approvazione di Bafin, il periodo d’offerta dal 7 Dicembre 2006 al 15 Gennaio 2007. Banca Imi è consulente finanziario di Buzzi Unicem in relazione all’offerta. .  
   
   
MISSIONE IMPRENDITORIALE DEL LEGNO/ARREDO IN CANADA DAL 13 AL 17 DICEMBRE GLI ARTIGIANI LOMBARDI VOLANO A MONTREAL  
 
 Milano, 4 dicembre 2006 - Aumenta del 16,3% in un anno l’export italiano verso il Canada, raggiungendo più di 1,3 miliardi di euro. La Lombardia guida la corsa delle italiane al mercato canadese con un export che supera i 424 milioni di euro, in ascesa del 20,8% dal 2005. Buone anche le esportazioni di Veneto con più di 220 milioni di euro, + 4,7% in un anno, Emilia Romagna con 210. 710. 323 euro (+13,4%) e Piemonte con 137. 688. 876 euro, (+55%). I macchinari e materiale da trasporto sono i prodotti italiani più apprezzati sul mercato canadese (34,5% delle esportazioni totali). E si importano nel 2006 soprattutto materie prime non commestibili, per un giro d’affari pari a quasi 240 milioni di euro (il 36,4% del totale). E’ quanto emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano su dati Istat al secondo trimestre 2006 e 2005. Missione imprenditoriale a Montreal. Promos, azienda speciale della Camera di commercio di Milano per le attività internazionali organizza dal 13 al 17 dicembre una missione imprenditoriale a Montreal (Canada), per favorire l’avvicinamento delle aziende artigiane lombarde al mercato canadese. Gli uffici Promos/camera di commercio di Milano predisporranno la partecipazione delle aziende lombarde del settore legno/arredo alla fiera “Salon des mètiers d’art du Quebec”, che si terrà a Montreal dal 1 al 21 dicembre. L’iniziativa è funzionale alla costituzione di una rete permanente per la promozione e commercializzazione dei prodotti di eccellenza lombardi sul mercato canadese. E sarà la prossima edizione del Macef (a Milano a gennaio 2007) a ospitare una delegazione di operatori canadesi interessati alla collaborazione commerciale con le imprese lombarde. Per informazioni: Promos/camera di commercio di Milano, tel. 02. 8515. 5396, e-mail: pasquale. Alessia@mi. Camcom. It. Uffici Promos/camera di commercio di Milano in Canada: Montreal, presso Camera di Commercio Italiana di Montreal 550 Rue Sherbrooke Street Ouest - Bureau 1150 H3a1b9, Montreal, Quebec, tel. +1. 514. 8444249/224, e-mail: moroni. Montreal@italchambers. Net. “Il Canada è da sempre un importante partner commerciale per interscambio e presenza delle nostre imprese - ha dichiarato Bruno Ermolli, presidente di Promos, azienda speciale della Camera di commercio di Milano per le attività internazionali -. E per far conoscere le nuove opportunità offerte dal mercato canadese e nordamericano risultano particolarmente utili iniziative come questa missione e il supporto dato dai nostri uffici esteri presenti in Canada” .  
   
   
18.4 MLN DI EURO NEL PIANO ABRUZZESE PER L´OCCUPAZIONE  
 
Pescara, 4 dicembre 2006 - E´ un totale di 18 milioni e 400. 000 euro la somma messa a disposizione dalla Regione per il Piano esecutivo delle misure a sostegno dell´occupazione. Il Piano licenziato dalla Giunta regionale nella seduta di lunedi scorso è stato presentato dall´assessore al Lavoro, Fernando Fabbiani. Il Piano è finalizzato a promuovere la nascita di nuove imprese a struttura societaria, cooperativistica ed individuale, la stabilizzazione dei rapporti di lavoro e la conciliazione tra lavoro e cura familiare. Alla promozione di nuove imprese la Regione destinerà risorse per 12 milioni e 500. 000 euro, di cui 7 milioni di euro previsti per nuove società e cooperative, 1 milione e 500. 000 euro per le nuove ditte individuali, 1 milione di euro per iniziative imprenditoriali nelle aree protette, nelle aree di parchi nazionali e regionali, nelle aree di riserve naturali istituite con leggi regionali. Infine, per queste prime misure, 3 milioni di euro saranno destinati ad interventi per la formazione di nuove imprese, per l´innovazione e per l´imprenditoria femminile. Per la stabilizzazione dei rapporti di lavoro le risorse destinate ammontano a 3 milioni e 400. 000 euro. Destinatari dei benefici finanziari sono le imprese aventi sedi operative in Abruzzo e le agevolazioni per ogni soggetto stabilizzato variano da un minimo di 10. 329,13 euro, per lavoratori in età tra i 29 e i 45 anni, ad un massimo di 15. 493,70 euro per soggetti disabili. Maggiorazioni dei benefici sono previste per la stabilizzazione di donne e soggetti aventi età non superiore a 29 anni e non inferiore a 45 anni e a favore di imprese che stabilizzano soggetti in aree svantaggiate comprese nell´Obiettivo 2, nelle zone in deroga di cui all´articolo 87. 3. C. E in territori di competenza di Centri per l´Impiego svantaggiati, quali quelli dell´Aquila, Pescara, Vasto, Avezzano Sulmona e Castel di Sangro. Infine risorse per 2 milioni e 500. 000 euro sono destinate a favorire la conciliazione tra vita lavorativa e cura familiare. In particolare l´intervento è finalizzato ad introdurre, sperimentare, rafforzare misure flessibili nell´organizzazione aziendale, all´organizzazione di nursing o baby parking aziendali e a servizi come doposcuola, ludoteche, assistenza ai minori, ai disabili, agli anziani, ai malati cronici. I bandi saranno pubblicati sul Bollettino Ufficiale della Regione Abruzzo (Bura), in manifesti di pubblica affissione, nel sito internet della Regione (www. Regione. Abruzzo. It) e in quello dell´ente Abruzzo Lavoro (www. Abruzzolavoro. Com). Le domande per accedere ai finanziamenti per il primo Bando, quello per le istanze sulla promozione di impresa, vanno indirizzate alla Direzione Politiche Attive del Lavoro dal 1° febbraio al 28 febbraio 2007. Per gli altri due Bandi, quello per la stabilizzazione dei rapporti di lavoro e per la conciliazione tra tempi di lavoro e cura familiare, i termini sono stabiliti dal 1°febbraio al 31 marzo 2007. "Sono contento della redazione di questo Piano a sostegno dell´occupazione anche per i suoi caratteri di novità rispetto al passato - ha sottolineato l´assessore Fabbiani - avviamo una fase innovativa e sperimentale che potremo anche ricalibrare al meglio per il futuro, considerando anche la possibilità di uno spettro più ampio d´intervento e fermo restando il grosso sforzo che la Regione compie con questo Piano per un concreto sostegno alle politiche dell´occupazione". .  
   
   
CINA. CONFERENZA STATO-REGIONI. RAPPORTI DI PARTENARIATO DA INTENSIFICARE. LE MARCHE PROPONGONO UN INCOMING DI ISTITUZIONI E IMPRESE CINESI E VOGLIONO ´ESPORTARE´ IL LORO MODELLO  
 
Ancona, 4 dicembre 2006 - I Ministri Emma Bonino (Commercio Estero), Linda Lanzillotta (Affari regionali) e il responsabile dei Rapporti con le Regioni del Ministero degli Esteri, Schioppa, in Conferenza Stato-regioni, per parlare di Cina e politica di internazionalizzazione piu` in generale. Il Ministro Bonino ha infatti proposto che si tenga una specifica riunione della Conferenza Stato-regioni proprio sul tema dell´internazionalizzazione per meglio integrare le diverse iniziative e politiche regionali. Con la missione in Cina del Ministro D´alema - alla quale ha partecipato il presidente Gian Mario Spacca - si e` definita la strategia del Ministero degli Esteri, dove i territori svolgono un ruolo determinante e di primo piano per favorire i rapporti di partenariato e far crescere una cultura di collaborazione a 360 gradi. Lo stesso spirito si e` tradotto nel Memorandum d´Intesa tra i Governi Italiano e Cinese firmato a conclusione della stessa missione: l´attenzione si focalizza sui partenariati territoriali, gli insediamenti urbani e gli investimenti reciproci. In particolare a Suzhou - citta` a 100 chilometri da Pechino, significativa per la sua apertura internazionale ´ sono state individuate le aree territoriali dove realizzare specifici Progetti (Tianjin, Shanghai, Suzhou, provincia Guangdong). Il Presidente Spacca - dopo aver sottolineato l´interesse della Regione per la politica di partenariato - ha ricordato che le Marche hanno all´attivo un´esperienza positiva in Russia, nella Regione di Lipetsk, dove opera un distretto marchigiano della meccanica, e dove si e` creato un ambiente favorevole all´attivita` d´impresa, con la costituzione anche di un apposito Centro servizi. ´E´ nostra intenzione ´ ha detto Spacca ´ riproporre in Cina un modello analogo, nella convinzione che e` di grande interesse per il sistema delle piccole e medie imprese essere `accompagnate´, per realizzare rapporti di sinergia e collaborazione, nell´ambito dell´attivita` di internazionalizzazione. ´ Le Autorita` cinesi, nel corso dei numerosi incontri che si sono svolti, hanno dato la disponibilita` ad assistere concretamente le Pmi italiane interessate a sviluppare progetti territoriali, nelle tre aree individuate, con condizioni favorevoli e incentivi. Il Presidente Spacca ha quindi formulato la proposta di organizzare un incoming in Italia di rappresentanti istituzionali e imprenditori cinesi delle aree interessate con l´obiettivo di far conoscere alcune realta` distrettuali, non solo dal punto di vista economico, ma anche degli strumenti di supporto (Universita`, Centri Servizi) e in termini di ricadute sociali. Un intervento questo che potrebbe essere gestito dalle Marche, la quale si farebbe poi carico di allargare l´esperienza ad altre Regioni. .  
   
   
“FEDERALISMO ORA”, UN CONVEGNO CHE METTE A CONFRONTO REGIONE PUGLIA ED AUTONOMIE LOCALI COMUNICATO  
 
Bari, 4 dicembre 2006 - “ Federalismo ora”, un modello di democrazia decentrata per il territorio è il titolo del Convegno organizzato dalla Regione Puglia . “ Federalismo ora”, un modello di democrazia decentrata per il territorio è il titolo del Convegno organizzato dalla Regione Puglia insieme con Anci-puglia, Upi-puglia e Uncem ,lunedì 4 dicembre 2006, presso l’hotel Excelsior, a partire dalle ore 9. 30. Dopo i saluti di apertura, affidati al Sindaco di Bari,emiliano, al prof. Vincenzo Caputi Jambrebghi-dell’università di Bari, all’avv. Giulio Calvani , seguiranno gli interventi del Sindaco e del Presidente della Provincia di Lecce- Poli Bortone e Pellegrino. Seguirà, intorno alle ore 11. 00, la tavola rotonda “ Le autonomie locali come sistema” che, moderata dal caporedattore Rai 3Pugoia, Giancarlo Spadoni, vedrà la partecipazione dell’assessore regionale alla Trasparenza ed Enti Locali, Guglielmo Minervini; del Presidente Anci Puglia, Michele Lamcchia; del Presidente Upi-puglia, Vincenzo Divella e del Presidente Uncem-puglia, Antonio Mazzamurro. Alle ore 11. 45 è programmato l’intervento del Presidente della Regione, Nichi Vendola ( “ Le strategie della Regione Puglia”). Sarà invece il Ministro per gli Affari regionali ed Autonomie Locali, Linda Lanzillotta, a trarre le conclusione, fissando così il termine del Convegno. .  
   
   
ELICA INAUGURA IL SUO NUOVO STABILIMENTO IN MESSICO. A QUERETARO LA PRODUZIONE DI CAPPE PER I PAESI DEL CONTINENTE AMERICANO  
 
Milano, 4 novembre 2006 - Nasce un presidio importante per la crescita ed il consolidamento della presenza del Gruppo Elica nel continente Americano: a Queretaro, capitale dell’omonima regione del Messico centrale, è stato inaugurato lo scorso 27 novembre il nuovo stabilimento Elicamex, da cui usciranno prodotti destinati a servire i mercati del Nord, Centro e Sud America. A novi mesi dalla posa della prima pietra nell’Ampliación del Parque Industrial della città messicana, il sito produttivo del gruppo fabrianese avvia la propria attività a cominciare dai modelli di fascia alta, per estendere poi la produzione alla gamma completa di prodotti. Su una superficie di mq 16. 000, di cui 2. 000 mq adibiti ad uffici, il nuovo stabilimento Elicamex occupa oggi 60 dipendenti, che arriveranno a 500 unità entro i prossimi 3 anni. Dal sito produttivo di Queretaro usciranno a regime - nel 2008 - circa 500. 000 pezzi all’anno. Nel panorama economico mondiale, il Messico è tra i paesi in grado di attrarre un numero crescente di capitali ed investimenti dall’Europa, ed è un’ottima testa di ponte per entrare nel mercato statunitense. Per questo l’investimento nel paese del Nord America risponde alle strategie di sviluppo del Gruppo Elica, primo produttore al mondo di cappe per cucina con 5 milioni di pezzi prodotti nell’ultimo anno e il 51% della quota complessiva del mercato europeo di riferimento. Anche sugli altri principali mercati del mondo Elica si sta affermando grazie all’elevato livello di innovazione nel design e nella tecnologia, che hanno trasformato la cappa da prodotto esclusivamente funzionale alla depurazione dell’aria a prodotto d’arredo, capace di dare una forte impronta di personalità alla cucina. Una conferma viene dalla domanda Usa, dove i modelli di design del gruppo italiano stanno ricevendo buoni consensi e dove Elica è presente da oltre un anno grazie ad un accordo di cobranding con il distributore Zephyr . Un altro importante riscontro dell’attenzione verso i prodotti del gruppo industriale italiano, viene dall’accordo di partnership distributiva siglato in questi giorni dalla stessa Elicamex con Mabe, uno dei principali produttori di Elettrodomestici del continente Americano con un fatturato annuo che supera i 3 miliardi di dollari, per la distribuzione in Messico, Sud America e Canada di prodotti che saranno venduti con i vari marchi del gruppo Mabe, ma è in fase di definizione anche un accordo per la distribuzione negli stessi paesi dei prodotti a marchio Elica Collection. L’accordo, della durata di 5 anni, prevede l’entrata a regime dal gennaio 2007 e dovrebbe assicurare un fatturato annuo di circa 10 milioni di dollari. Elicamex ha inoltre acquisito un importante accordo con “The Home Depot" Thd, per la fornitura di una nuova linea di cappe decorative. Il controvalore dell’intesa è stimato in circa 50 milioni di dollari per i prossimi 4 anni. L´accordo è stato concluso con la sede Usa, dove Thd è presente con oltre 2. 000 punti vendita. The Home Depot opera anche in Canada ed in Messico. Il progetto Elica in Messico, finalizzato alla produzione diretta nel continente americano, rafforza una politica già perseguita da alcuni anni dal Gruppo ed intrapresa nei mesi scorsi per l’affermazione di prodotti di design in un mercato fino a qualche anno fa poco incline verso questo segmento, ma con un’attenzione ad esso sempre più spiccata. Ad offrire un importante stimolo allo sviluppo di questa tendenza, è lo show room che il gruppo italiano ha inaugurato l’inverno scorso a San Francisco. Elica condivide con il partner Zephyr un ampio loft in Alameda Street, nell’area Design Center. Nello spazio riservato al gruppo italiano, sono esposti i modelli Elica Collection-zephyr, nati dall’accordo con il distributore statunitense. Vari gli elementi che hanno determinato la scelta di Queretaro per il nuovo insediamento produttivo di Elica. Tra questi la posizione strategica lungo la direttrice della Nafta Higway, grande strada di comunicazione nata da un accordo di libero scambio tra Stati Uniti e Messico e che agevola quindi il collegamento con i principali clienti Elica dei paesi del Nord America; la presenza di una qualificata rete di fornitori; la vicinanza a Città del Messico; la facilità di collegamento con i principali scali marittimi messicani. Determinante è stato anche l’elevato livello di scolarizzazione e la presenza di qualificati istituti tecnici ed università. Il gruppo Elica presta grande attenzione al rapporto con il mondo della scuola, sia in Italia che all’estero, come naturale risposta alla sua politica di crescita che vede, tra le principali leve, la ricerca di talenti e di nuove idee su cui investire. .  
   
   
CONOSCI IL PASSATO PER PROGETTARE IL FUTURO INAZ INAUGURA LA NUOVA SEDE PARLANDO DI MANAGEMENT LA LEZIONE DI MARCO VITALE IN UN EVENTO ORIGINALE  
 
 Milano, 4 dicembre 2006 – Il management? Un mestiere antico. Molto più antico di quanto si sia portati a pensare. E senza esclusività culturali e geografiche, visto che autori distanti migliaia di chilometri e senza contatti ne discutevano 2500 anni fa. Un motivo in più per tornare oggi, in periodi turbolenti e costellati di eventi non sempre cristallini, ad una riflessione su origini e scopi di un’arte antica. Quella di organizzare saggiamente risorse e persone per creare valore per sé e per la società, in un contesto etico nel quale l’interesse dell’individuo e quello della collettività si fondono. Temi che divengono ancor più interessanti e stimolanti se a proporli è la maggiore azienda italiana interamente dedicata al management delle risorse umane, la milanese Inaz, e se a discuterne è un economista di prestigio che ha legato il suo nome all’insegnamento, ma anche alla consulenza aziendale e alle responsabilità pubbliche, come Marco Vitale. E’ questo l’originale cocktail che Inaz ha scelto per celebrare l’apertura della sua nuova sede, un impianto ipertecnologico di 4 mila metri quadri, alle porte di Milano in vicinanza di Sesto San Giovanni, che ospita anche un grande centro di progettazione software e una ‘data farm’, dove decine di server funzionano 24 ore su 24 a supporto delle attività di clienti in tutt’Italia. “Tecnologie d’avanguardia che non fanno dimenticare il carattere e lo spirito vincenti di un’azienda con oltre mezzo secolo di vita, il cui nome, ieri come oggi, riporta all’Innovazione Aziendale, Inaz appunto”, come ha sottolineato Linda Gilli, presidente e amministratore delegato della società, in una serata affollata di manager e rappresentanti della comunità economica. “In un momento in cui aumenta la sensibilità verso temi come la corporate governance e il rapporto tra proprietà e management, tra eticità dell’impresa e obiettivi del business e occorre fronteggiare problemi di crescita, di ammodernamento delle strutture aziendali e anche di rinnovamento generazionale, sia presso gli imprenditori sia presso il management, una riflessione su impresa e management è quanto mai necessaria”, ha dichiarato Linda Gilli, che è anche presidente della delegazione lombarda dell’Aidda, l’Associazione delle donne imprenditrici e dirigenti d’azienda, e membro del consiglio d’amministrazione dell’Università La Bicocca-milano. Il management come disciplina, ma soprattutto una disciplina tutt’altro che nuova e che anzi trova le sue fondamenta in un lontano passato con temi oggi più che mai validi, è la visione proposta dal professor Vitale, che nella sua lunga carriera è stato anche assessore al Comune di Milano e presidente delle Ferrovie Nord. Nella serata coordinata da Ettore Tamos, caporedattore al settimanale Il Mondo, il professor Vitale si è rifatto così al pensiero e agli scritti di Senofonte, per ricordare l’importanza di professionalità e responsabilità e per ricordare regole elementari, per esempio di come la trasparenza dell’informazione, la correttezza, la chiarezza delle regole, la partecipazione ai risultati fossero già principi che ispiravano i pensatori dell’antichità. Principi che si declinavano nella Grecia antica, ai tempi di Confucio e di Sun Tzu, il generale autore di un breve ma intenso libro, L’arte della Guerra, che ha ispirato e continua ad ispirare non solo condottieri e militari, ma anche uomini politici e manager, affascinati dalla profonda conoscenza dello spirito umano che quest’opera lascia traspirare, insieme con regole efficaci per giungere all’obiettivo voluto con il miglior rapporto sforzo / risultato. Che è poi il principio numero uno del management. Un’idea di marketing culturale - “Il cambiamento di sede per un’azienda è sempre un fatto rilevante. Per noi ha rappresentato anche l’accompagnamento di una nuova fase di sviluppo dell’azienda, sempre più caratterizzata dall’impiego delle tecnologie delle reti, dei servizi sul web, dell’on-line per assistere i nostri clienti e la nostra organizzazione sul campo, capillarmente presente in una quarantina di città italiane”, ha spiegato Linda Gilli. “Nello stesso tempo, volevamo ricordare che un’azienda come Inaz può guardare lontano anche perché viene da lontano, perché ha quasi 60 anni di esperienza, perché ha saputo costantemente aggiornarsi nel tempo per rispondere alle nuove sfide, perché da sempre accompagna le aziende nel loro sforzo di ammodernamento e innovazione”. “Essere innovativi, per noi significa anche trasferire al mercato, ai nostri clienti e partner i valori nei quali crediamo e contribuire allo sviluppo della cultura aziendale”, ha ancora sottolineato il presidente di Inaz. “In genere un’inaugurazione aziendale è un evento mondano, per noi ha voluto essere anche un’occasione per avviare o per rafforzare una riflessione comune, lanciare un dibattito, discutere insieme”. .  
   
   
INAUGURATA AREA DISTRETTO VENETO DEL X° SALONE BENI E ATTIVITA’ CULTURALI DI VENEZIA  
 
 Venezia, 4 dicembre 2006 - L’assessore regionale alle politiche per l’economia e lo sviluppo, Fabio Gava, ha inaugurato l’ 1 dicembre l’area del Distretto Veneto del X° Salone dei Beni e delle Attività Culturali di Venezia. “L’individuazione nell’area culturale della possibilità di sviluppare un Distretto Produttivo con aziende molto innovative dal punto di vista tecnologico – ha detto Gava – è stata un’idea straordinaria. Un distretto produttivo dei beni e delle attività culturali, è la dimostrazione concreta di come la cultura possa essere un elemento aggiuntivo per far crescere la competitività delle nostre aziende”. “In questo Distretto – ha aggiunto l’assessore regionale – si mettono assieme tutta una serie di attività che vanno dall’analisi, dalla ricerca, e dallo sviluppo e promozione del territorio, all’attività imprenditoriale vera e propria nel restauro e negli altri tipi di interventi necessari per mantenere alto il livello dei beni culturali di cui il nostro Paese è ricchissimo”. “In questo periodo – ha concluso Gava –l’idea di creare un Distretto nazionale, di tipo tecnologico, dei beni e delle attività culturali con le regioni del Veneto, della Toscana e del Lazio: è un’idea interessante, per la quale però bisognerà valutare e approfondire l’intervento economico necessario, che sarebbe elevato ma che potrebbe dare un valore aggiunto italiano non solo per il settore del turismo culturale ma anche per i settori imprenditoriali più tradizionali. .  
   
   
UN CONVEGNO SULLE MATERIE PRIME CERAMICHE MARTEDÌ 5 DICEMBRE L’AUDITORIUM ASSOPIASTRELLE A SASSUOLO  
 
Modena, 4 dicembre 2006- In occasione dell’uscita del nuovo manuale tecnico “Materie Prime Ceramiche 2006”, la Società Ceramica Italiana e Acimac presentano un approfondimento tecnico su una materia che, a seguito della sempre maggiore necessità di qualità tecnica ed estetica dei prodotti ceramici di ultima generazione, risulta sempre più strategica e di interesse per tutti gli operatori del comparto. L’incontro è in programma martedì 5 dicembre alle 14. 30 presso l’Auditorium Assopiastrelle, in via Monte Santo 40, a Sassuolo. Qualificati esperti del settore parleranno dell’importanza che le materie prime rivestono sia nel campo della ricerca sia nello studio e sviluppo di nuove produzioni ceramiche, al fine di fornire un quadro tecnologico aggiornato sulle più importanti prospettive d’impiego delle materie prime. In occasione del convegno, che è a partecipazione gratuita, il nuovo manuale “Materie Prime Ceramiche 2006” sarà distribuito gratuitamente a tutti i partecipanti. I principali destinatari del convegno sono: responsabili tecnici, responsabili di produzione e responsabili di laboratorio di aziende ceramiche; responsabili acquisti di aziende ceramiche; aziende fornitrici di materie prime e additivi per la ceramica; aziende fornitrici di tecnologia ceramica e di strumentazione; colorifici ceramici; Università, Enti di ricerca, consulenti ed esperti operanti nel settore ceramico; Chi volesse prendere parte all’appuntamento è pregato di contattare la Segreteria Organizzativa del convegno presso Acimac (Associazione Costruttori Italiani Macchine Attrezzature per Ceramica), via C. Zucchi, 21 A/b; 41100 Modena, tel. 059 826268 – fax 059 827319 – email: tecnico@acimac. It .  
   
   
SPORTELLI DEL CONSUMATORE  
 
 Torino, 4 dicembre 2006 - Una rete di 53 sportelli del consumatore: una presenza capillare, in grado di offrire, grazie alla collaborazione di 11 delle associazioni regionali iscritte all’albo, contatti ed assistenza ai cittadini piemontesi vittime di truffe, abusi, disservizi. Lo stato dell’arte dello sportello del consumatore in Piemonte è stato tracciato, nel corso di una conferenza stampa dall’Assessore regionale al Commercio, Giovanni Caracciolo, alla presenza degli esponenti delle associazioni dei consumatori presenti nella nostra regione, alcuni dei quali sono intervenuti con testimonianze dirette per raccontare le esperienze vissute sul campo. “La rete degli sportelli nasce dalla sensibilità e volontà di incidere positivamente sulla qualità della nostra vita. E’ questa una delle scommesse vincenti: governare il mercato, e non esserne schiavi, con una economia sana, basata sulla concorrenza e sulle regole. La rete degli sportelli si collega ad un Piano triennale in materia di “Tutela dei consumatori”, già approvato da Giunta e Consiglio, che va proprio in direzione dell’investimento sulle risorse, sociali prima ancora che economiche, che derivano dalla conoscenza, dalla corretta informazione, dalla consapevolezza sviluppata dalla formazione. E di questi temi, compiutamente, si occupa il testo della nuova legge regionale che abbiamo predisposto e sarà presto discusso in Consiglio. ” – ha dichiarato l’assessore Caracciolo. Sono stati oltre 52. 000 contatti e richieste di aiuto avanzati agli Sportelli del Consumatore, in neanche tre mesi di attività, soprattutto prodotti da una bolgia di messaggi e fumose tipologie contrattuali a volte senza controllo (si pensi all’incredibile contenzioso in materia di utenze e bollette telefoniche, alle ammiccanti e poco serie proposte in materia di credito e prestito, alle quantità incredibili di garanzie non rispettate e di prodotti e servizi senza qualità). Deriva da questa analisi la scelta di produrre una nuova linea di depliant monotematici di informazione corretta sulle materie di maggiore e quotidiano interesse dei cittadini, diffusa attraverso gli Sportelli del consumatore, gli Urp regionali, provinciali e comunali, gli Informagiovani. Altra iniziativa i corsi di formazione sul consumo consapevole, organizzati con significative personalità del mondo universitario, professionale ed imprenditoriale: corsi gratuiti, con più moduli di approfondimento, che copriranno i prossimi mesi all’insegna della più aggiornata e valida serie di informazioni in tema di diritti, qualità, risparmio. “Complessivamente sono quasi un 1. 400. 000 € le risorse che tra il 2006 e il 2007 dedicheremo alla attività ed alla sempre più capace e diffusa presenza delle associazioni sul territorio regionale. Così come destineremo altre risorse disponibili verso l’informazione diretta ai cittadini con la rivisitazione di iniziative che hanno già ricevuto grande consenso di pubblico, quali le trasmissioni radiofoniche “I tuoi diritti in diretta” e gli incontri con i giovani consumatori, forse i più esposti alle attuali strategie pubblicitarie e commerciali da far west di alcune realtà economiche, produttive e commerciali. – ha concluso Caracciolo. .  
   
   
FORUM PACE 2006 TUTTI GLI ESSERI UMANI NASCONO LIBERI … 11-12-13-19 DICEMBRE 2006 58° ANNIVERSARIO DELLA DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI UMANI 10 DICEMBRE 2006  
 
Gorizia - Monfalcone – Trieste, 4 dicembre 2006 - L’assessorato alle Politiche giovanili della Provincia di Gorizia, in collaborazione con l’Assessorato alla Pace della Regione Friuli Venezia Giulia, il Crelp - Coordinamento Regionale Enti Locali per la Pace del Fvg, la Tavola regionale della Pace Fvg e il Consiglio Italiano per i Rifugiati vuole anche quest’anno essere presente e ribadire il proprio impegno in occasione del 58° anniversario della “Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo” con un palinsesto articolato in numerosi eventi di carattere culturale, politico e artistico che evidenzieranno le connessioni tra il rispetto dei Diritti dell’uomo e la gestione delle risorse, dell’economia, delle strategie politiche, militari ed umanitarie. Il Forum Pace 2006 si svolgerà nelle giornate 11, 12, 13 e 19 dicembre p. V. Dislocandosi in diversi spazi pubblici e istituzionali tra Gorizia, Monfalcone e Trieste, cercando così di attirare il numero di persone più ampio possibile sul territorio e di coinvolgerle in un momento di riflessione e approfondimento su argomenti attuali e rilevanti per le attuali e future generazioni. La manifestazione, per quanto concerne Gorizia, prenderà il via dalle ore 10 di lunedì 11 dicembre al Salone d’Onore di Palazzo Attems con un convegno sugli immigrati e sulla discussa e problematica situazione dei Centri di Permanenza Temporanea (Cpt). L’iniziativa prevede inoltre la visione di due Dvd – il corto “Passeranno anche stanotte” di M. Oleotto e “Il cantiere delle relazioni” prodotto dalla cooperativa Videomante di Trieste - entrambi testimoni delle nostre realtà, nonchè la presentazione di due pubblicazioni “Tutte le bugie del libero commercio. Ecco perché il Wto è contro lo sviluppo” e “Dal militare al civile. Ricerche e progetti per il recupero dei siti militari”. L’iniziativa complessivamente prevede incontri con testimoni nazionali e internazionali impegnati sui temi dello sviluppo di relazioni non violente e solidali fra i popoli e le persone, attraverso l’intervento di numerose personalità operanti in Onlus, associazioni di volontariato, Università e pubbliche amministrazioni. Nella stessa giornata a Trieste si parlerà infatti dei “Corpi civili di pace. Situazione regionale e nazionale” mentre in serata, al Kulturni Dom sempre di Gorizia, si alterneranno diverse band sul palco della manifestazione collaterale “Squarci Rock”. Martedì 12 dicembre, dalle 10 alle 13. 30 alla Sala del Consiglio Provinciale di Gorizia, si terrà il “Seminario transnazionale Italia – Croazia e Slovenia sul Diritto d’asilo”, in collaborazione con il Consiglio Italiano per i Rifugiati. In contemporanea a Trieste, Danilo Dolci, su invito dei rappresentanti della Tavola della Pace, parlerà ai ragazzi del Liceo scientifico Oberdan sul tema della non-violenza e dei diritti umani. Alle 17. 30, di nuovo a Gorizia alla Sala del Consiglio provinciale, si terrà il “Workshop italo-sloveno-croato per la cooperazione e la tutela dei rifugiati”. Martedì 19 dicembre infine, il Forum pace chiuderà il sipario a Trieste con una festa spettacolo per la riapertura del teatrino dell’ex Opp di Parco Basaglia e per il sostegno allo sviluppo della Campagna per gli Obiettivi del Millennio. .  
   
   
DONNE E POLITICA: LUNEDÌ PALMERI INTERVIENE A UN CONVEGNO INTERNAZIONALE ALLA STATALE  
 
Milano, 4 dicembre 2006 – Oggi alle ore 9. 30, presso l’Università degli Studi di Milano (Sala Napoleonica), in via Sant’antonio 12, il Presidente del Consiglio comunale Manfredi Palmeri parteciperà al convegno “Donne e rappresentanza politica. Uno sguardo comparato”. All’incontro, organizzato dall’Università degli Studi di Milano in collaborazione con il Comitato Clubdonnapolitica, parteciperanno inoltre: Alessandro Albisetti, preside della facoltà di Giurisprudenza, Università degli Studi di Milano Eugenio De Marco, coordinatore del dottorato di ricerca in Diritto costituzionale, Università degli Studi di Milano Manon Tremblay, docente presso l’Ecole d’études politiques e direttrice del Centre de recherche sur Femmes et politique, Università di Ottawa Susanna Creperio Verratti, politologa, presidente Clubdonnapolitica Paola Bilancia, docente di Istituzioni di Diritto pubblico, Università degli Studi di Milano Marilisa D’amico, docente di Diritto costituzionale, Università degli Studi di Milano Lorenza Violini, docente di Diritto costituzionale, Università degli Studi di Milano .  
   
   
PRESENTATE A PARIGI LE INDAGINI FEDERMANAGER SULLE DONNE DIRIGENTI  
 
Roma 4 dicembre 2006 - Le indagini retributive e sociologiche condotte da Federmanager sulle donne manager sono state presentate a Parigi all’Oecd, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico. L’iniziativa è stata promossa dal Gruppo Giovani Dirigenti di Federmanager e dalla Rappresentanza permanente d’Italia presso l’Oecd stesso. Paola Zovatto, componente dell’Esecutivo Giovani Dirigenti nonché rappresentante italiano nella Presidenza della Confederazione Europea dei Dirigenti, ha fornito e commentato dati quali-quantitativi sulle donne manager italiane: ha evidenziato come le donne siano meno del 10% dell’intera categoria, come la loro retribuzione, a parità di ruoli aziendali, sia mediamente inferiore a quella dei colleghi uomini di oltre il 12%; come i modelli culturali ed organizzativi delle imprese italiane facciano fatica a valorizzare la componente femminile ed a superare tutti quei vincoli che rendono molto più difficile, per le donne, un percorso di carriera verso posizioni di vertice. Dalle indagini Federmanager emerge chiaramente come, molto spesso, la carriera manageriale di una donna incontri ostacoli, a volte insormontabili, tra i 35 ed i 40 anni, e cioè in concomitanza con scelte collegabili alla maternità. Tutto ciò ha come effetto che, tra le donne manager, è molto alta la percentuale di chi ha “scelto” di rinunciare alla maternità o al matrimonio. Sulla base di quanto riportato dalle indagini Federmanager, che fanno emergere una specificità non positiva della realtà italiana, l’Oecd ha manifestato interesse a continuare il dialogo instauratosi con ulteriori iniziative di collaborazione internazionale. All’incontro hanno partecipato esperti internazionali di management e molte donne manager italiane, francesi, inglesi e di altre nazionalità, operanti in aziende multinazionali e in organizzazioni internazionali. .  
   
   
BRUNO LONGO NOMINATO MEMBRO DEL RICS (ROYAL INSTITUTION OF CHARTERED SURVEYORS)  
 
Milano, 4 dicembre 2006 - Atisreal Italia ha reso noto il 30 novembre che Bruno Longo, Head del Dipartimento Valuation & Due Diligence di Atisreal Italia, è stato nominato membro del Rics (Royal Institution of Chartered Surveyors), una delle più prestigiose organizzazioni a livello mondiale di “standards e membership” dei professionisti che si occupano di gestione del territorio, di gestione-valorizzazione e valutazione dell’immobiliare, di esperti nel settore costruzioni e problemi ambientali. Fondato a Londra nel 1868, il Rics conta oggi su una comunità internazionale di oltre 115. 000 professionisti distribuiti in 120 paesi del mondo. La qualifica di membro del Rics viene assegnata ai professionisti che hanno raggiunto un livello di professionalità molto elevato e che operano nel pieno rispetto di norme etiche e deontologiche molto rigide. “La qualifica di Chartered Surveyors – afferma Claudio Cecero, Presidente e Amministratore Delegato di Atisreal Italia - è per Bruno non solo un importante e prestigioso attestato di professionalità ma anche un’opportunità per confrontarsi con i più importanti protagonisti del mercato immobiliare a livello internazionale sulla base di standard professionali ed etici condivisi da tutti i membri del Rics. ” “Per Atisreal Italia la nomina – continua Claudio Cecero – rappresenta, dopo il recente conferimento dell’incarico di valutazione tecnica degli immobili da parte di Bnl Mutui Retail, un ulteriore passo verso il raggiungimento dell’obiettivo ambizioso di diventare, nei prossimi anni, la prima rete internazionale di valutazioni in Italia. ” . .  
   
   
CNR E FEDERLEGNO-ARREDO, AL VIA "PORTAFOGLIO DI PROGETTI DI RICERCA" OBIETTIVO: VALORIZZARE IL SETTORE DEL LEGNO, ATTRAVERSO LA RICERCA, NEI COMPARTI PRODUTTIVI DELL´AMBIENTE, DELL´ENERGIA, DEI NUOVI MATERIALI. MA ANCHE DELLA SALUTE E DEL PATRIMONIO CULTURALE.  
 
Milano, 4 dicembre 2006 - Promuovere la ricerca e l´utilizzo concreto delle tecnologie e dei risultati della ricerca conseguiti come fattori di competitività delle imprese del settore del Legno, del Sughero, del Mobile e dell´Arredamento, facilitando l’incontro tra domanda ed offerta di conoscenza. Al tempo stesso, fornire un contributo finalizzato sia a far crescere qualitativamente le imprese del settore Legno, sia a favorire un maggiore impegno del comparto nella Ricerca e Sviluppo. E´ l’obiettivo del protocollo d’intesa siglato, a Roma, dal Presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche, Fabio Pistella, e dal Presidente della Federazione Italiana delle Industrie del Legno, del Sughero, del Mobile e dell´Arredamento, Roberto Snaidero, alla presenza del vice-presidente della Confindustria per l’innovazione e la ricerca, Pasquale Pistorio. L’accordo, che formalizza e rafforza i rapporti di partenariato già sviluppati in passato con programmi di collaborazione tecnologica fra il Cnr e le aziende associate a Federlegno-arredo, anche in cooperazione con altri Enti pubblici di ricerca, prevede l´individuazione e lo sviluppo di un "Portafoglio di Progetti di Ricerca", dedicato a temi di comune interesse per le parti. Per ogni progetto di ricerca saranno stipulate Convenzioni operative, tese a regolare i rapporti fra i Dipartimenti del Cnr coinvolti (le macro aree tematiche in cui è organizzato l´Ente), e le parti interessate. Sul piano concreto, sia le tematiche di ricerca, sia le procedure e le modalità appropriate per svolgere i progetti - valorizzando l´apporto fornito dalle parti - saranno individuate da un Comitato strategico. Nel merito, gruppi di esperti istituiti "ad hoc" esamineranno le attività dei gruppi di ricerca svolte dalla rete scientifica del Cnr - o le proposte avanzate da imprese e centri di ricerca facenti capo a Federlegno-arredo -, selezionando successivamente le idee innovative suscettibili di essere trasformate in potenziali progetti di ricerca congiunti. “Per essere più forte e competitiva – ha dichiarato il Presidente del Cnr, Fabio Pistella - l´Italia deve promuovere una nuova strategia di sviluppo capace di coinvolgere, facendo "rete", tutti i soggetti che detengono capacità e conoscenze di altissimo livello. Il Cnr, nel porsi la missione di "creare valore attraverso le conoscenze generate della ricerca" individua negli accordi - quadro con le strutture rappresentative del sistema produttivo nazionale, quali Federlegno-arredo (ma già altri accordi quadro sono stati firmati con associazioni aderenti a Confindustria, quali Federchimica e Anie), il metodo efficace per far incontrare domanda e offerta di ricerca. Sarebbe infatti possibile per una struttura grande come il Cnr mettersi in contatto con le singole pmi. Viceversa, nessuna pmi avrebbe la forza di aprire un dialogo con il più grande Ente di ricerca. Gli accordi stipulati attraverso soggetti quali le Associazioni di categoria, le Regioni o i grandi gruppi industriali - capaci di svolgere un ruolo di "centralini" nella diffusione dei trovati della ricerca - sono finalizzati, fra l´altro, allo sviluppo di tecnologie dal forte impatto "trasversale" sulla qualità della vita dei cittadini, sulla salute, sull´ambiente". Considerando l´attività di ricerca una componente fondamentale delle strategie di ammodernamento, di sviluppo e di crescita tecnologica, economica e sociale dell’Italia, per l’ampio spettro di ricadute che essa determina, sull’ambiente, sull’energia, sui nuovi materiali, ma anche in tema di salute e patrimonio culturale, Federlegno-arredo riconosce nell’accordo con il Cnr uno strumento per qualificare e armonizzare le diverse azioni mirate all’innovazione. “Riteniamo che – ha sottolineato Roberto Snaidero, presidente di Federlegno-arredo – elemento essenziale per poter competere e vincere le sfide che il nostro settore è chiamato ad affrontare sui mercati interni e internazionali sia la gestione di un modello di “ricerca per l’innovazione” al servizio delle imprese e a supporto dello sviluppo di un sistema di interazione tra le diverse componenti della filiera legno-arredamento”. Pasquale Pistorio, vice-presidente di Confindustria, ha richiamato l´attenzione sul ruolo chiave della materia prima legno come “sequestratore di anidride carbonica”. "Di fronte agli interrogativi sulle tecnologie da adottare per un uso più efficiente dell’energia e di un rapporto più equilibrato con l’ambiente, va valorizzato il ruolo svolto dai materiali come il legno, il cui utilizzo negli ambienti e nella vita di tutti i giorni - ha spiegato - può costituire un valido contributo alla soluzione del problema. Inoltre - ha aggiunto Pistorio - l´accordo di oggi dimostra che è finito il tempo in cui ricerca e impresa vivevano come separati in casa e che anche i settori produttivi ritenuti a torto "maturi" possono fare ricerca innovativa e in modo diffuso, considerato il significativo radicamento territoriale”. .  
   
   
INFORMAZIONE IMMOBILIARE E CONCORRENZA GLI OPERATORI PRIVATI IN ALLARME CHIEDONO IL RISPETTO DELLE REGOLE ESPOSTO AL MINISTRO BONINO  
 
 Milano 4 dicembre 2006 – Acif, l’Associazione aderente a Federcomin-confindustria che raccoglie i principali operatori dell’informazione immobiliare, ha presentato un esposto al Ministro per le Politiche Comunitarie Emma Bonino, in merito al rispetto delle regole Ue della concorrenza. L’iniziativa punta a sensibilizzare le Istituzioni sull’ingresso – ritenuto non conforme all’ordinamento europeo e lesivo dell’esercizio d’impresa - dell’Operatore Pubblico (Agenzia del Territorio, in capo al Ministero dell’Economia e delle Finanze) nel mercato dei servizi a valore aggiunto di “informazione ipocatastale”. I servizi in questione consistono nella raccolta, aggregazione ed elaborazione dei dati sugli immobili reperibili presso le diverse fonti (catasto, conservatorie, tribunali, ecc. ). Permettono di conoscere tutto quanto importa di un immobile (caratteristiche, proprietà, passaggi, vincoli, ipoteche volontarie e giudiziarie, e così via), e nella loro più recente pratica, quella del “monitoraggio immobiliare”, permettono di verificare le reali consistenze patrimoniali delle persone fisiche e giuridiche che offrono garanzie di credito a banche e società finanziarie. Nell’esposto presentato al Ministro Bonino Acif evidenzia come: il progressivo aggravio degli oneri imposti agli operatori privati ai fini dell’acquisizione dei dati presso l’Agenzia del Territorio coincida con l’ingresso della stessa Agenzia nel mercato dei servizi immobiliari, e in particolare di quelli di monitoraggio, già da tempo erogati dagli operatori privati; ciò stia avvenendo senza rispetto delle norme comunitarie (oltre che dei pronunciamenti contrari di numerosi Tribunali e del Garante del Mercato e della Concorrenza ) sia opportuno richiamare il Legislatore e l’Amministrazione al fatto che il Soggetto di Servizio Pubblico dovrebbe operare sul mercato solo indirettamente, tramite società separate; e che anche in tal caso lo stesso soggetto pubblico dovrebbe dare accesso a tutte le imprese (sia alla società separata da esso costituita, sia a tutte le altre) a quanto serve per operare “a condizioni equivalenti” (tempi di erogazione, contenuti delle informazioni, entità dei corrispettivi richiesti); e che comunque i corrispettivi devono risultare equi, non predatori e rispettosi dei criteri della Direttiva 2003/98/Ce. Il mercato nazionale dei servizi informativi immobiliari ammonta a circa 100 milioni di Euro, la gran parte dei quali ascrivibili ai servizi a valore aggiunto. Nel settore operano circa 200 aziende specializzate, che occupano all’incirca 1500 addetti . .  
   
   
BORGOSESIA S.P.A.: ACQUISITA PROSER SRL, ATTIVA NEI SETTORI DELL’ASSET E PROPERTY MANAGEMENT.  
 
Biella, 4 dicembre 2006 - Borgosesia Spa - holding di partecipazioni attiva sia nel settore industriale (tessile e meccanotessile) e nel settore immobiliare – ha perfezionato il contratto di acquisizione di Proser Srl, società di consulenza e servizi immobiliari, attiva nei settori di asset e property management. L’operazione, del valore di 100. 000 Euro, è stata conclusa da Borgosesia Real Estate Spa (Borgo Re), sub holding di Gruppo attiva nel settore immobiliare, e prevede l’acquisto del ramo d’azienda relativo alle attività di servizi immobiliari di Proser srl, il cui capitale è detenuto per l’80% da Roberto Bini, Presidente di Borgosesia Spa e per il restante 20% da Fabio Colotto, Ad di Borgo Re. Grazie all’acquisizione di Proser srl, Borgosesia Spa rafforza ulteriormente il proprio settore immobiliare, completando la propria struttura organizzativa con un team di gestione che sarà posto al servizio di altre società del gruppo, a supporto delle iniziative immobiliari di Borgo Re e di Borgosesia Gestioni Sgr, attiva nella gestione dei fondi immobiliari, anche ad apporto, ed impegnata nel lancio del Fondo Gioiello, di recente autorizzato da Banca d’Italia. La congruità del corrispettivo della transazione, sostanzialmente determinato attraverso un metodo patrimoniale, risulta attestata da una perizia di stima redatta da un esperto indipendente. L’operazione, pur rilevante sotto il profilo gestionale, non è destinata a produrre significativi effetti economici, patrimoniali e finanziari per il Gruppo Borgosesia. A seguito dell’operazione, il Consiglio di Amministrazione di Borgo Re ha provveduto ad attribuire al Sig. Fabio Colotto un emolumento annuo di 138. 000 Euro in linea con quello già riconosciutogli da Proser srl a fronte dell’incarico di Amministratore Unico di questa. .  
   
   
APPROVATO PIANO INDUSTRIALE 2007-2010 DEL GRUPPO IMMOBILIARE LOMBARDA  
 
Milano, 4 dicembre 2006 – Il Consiglio di Amministrazione di Immobiliare Lombarda ha esaminato ed approvato il 30 novembre il piano industriale 2007-2010 del Gruppo, oggetto della presentazione odierna alla comunità finanziaria da parte del Presidente, Gioacchino Paolo Ligresti, e dell’Amministratore Delegato, Antonio Talarico. L’ottimizzazione e la valorizzazione del patrimonio immobiliare in essere o in divenire che permettano la creazione di valore economico e sociale per gli azionisti e per la collettività sono gli obiettivi chiave del piano industriale e dunque della volontà di “dare valore alle città del futuro”. Distinguendo l’operatività del Gruppo in 2 aree di business, Property Company e Global Service Provider, i driver per il raggiungimento delle aspirazioni strategiche sono i seguenti. Property Company: Ottimizzare la gestione del patrimonio immobiliare attraverso la riqualificazione/riconversione degli asset, l’aumento della messa a reddito (fino il raggiungimento del 90% del patrimonio edificato) e la vendita di asset, per un valore di circa Eur400-450m; Essere il partner di riferimento in Italia per le iniziative di sviluppo immobiliare e di trading con l’obiettivo di ottenere un Tasso Interno di Rendimento medio di circa il15% sulle iniziative già in corso. Global Service Provider: Ottimizzare le attività svolte per le società del Gruppo Fondiaria-sai; Ampliare di almeno il 10%, nell’orizzonte di piano, il portafoglio clienti ad altri Investitori Istituzionali, grazie anche al cross selling sulle nuove iniziative immobiliari. L’insieme di queste strategie condurrà al raggiungimento di obiettivi, sia qualitativi che numerici, che sono riassunti nelle slide allegate, compatibilmente con l´evoluzione del mercato immobiliare. .  
   
   
RDM REALTY S.P.A.: APPROVATA DALL’ASSEMBLEA L’ACQUISIZIONE DEL 100% DI ADRIATICA TURISTICA S.P.A. E DELIBERATO IL RAGGRUPPAMENTO DELLE AZIONI  
 
Milano, 4 dicembre 2006 - L’assemblea dei Soci di Rdm Realty S. P. A. , riunitasi in data 30 novembre sia in sede straordinaria che in sede ordinaria, ha approvato modalità e termini dell’acquisizione del 100% di Adriatica Turistica S. P. A. (“Adriatica”), come proposti dal Consiglio di Amministrazione della Società in data 20 ottobre 2006. In particolare, l’odierna Assemblea: ha approvato un aumento di capitale di Realty del controvalore di complessivi Euro 19. 200 mila circa e rappresentato da n. 384. 000. 040 nuove azioni ordinarie per un prezzo unitario di emissione pari ad Euro 0,05, di cui Euro 0,02 a titolo di sovrapprezzo, riservato a Piovesana Holding S. P. A. , a fronte del conferimento, da parte di Piovesana Holding S. P. A, del 50% del capitale sociale di Adriatica. Si ricorda che Piovesana Holding,si è impegnato a sottoscrivere un impegno di lock-up sulle azioni ricevute; ha autorizzato l’acquisto del residuo 50% del capitale sociale di Adriatica, e precisamente l’ulteriore 14,6% di proprietà di Piovesana Holding S. P. A. Ed il 35,4% di proprietà di Kefalos S. A. , per un importo complessivo pari ad Euro 19. 200 mila circa; per un investimento complessivo tra nuove azioni e contanti pari a Euro 38. 400 mila. Tale operazione permetterà alla Società di diversificare ed ampliare la propria attività nel settore del turismo e dell´intrattenimento, settore ritenuto strategico anche con riferimento alle potenzialità di crescita della nautica da diporto in Italia. A seguito dell’integrazione delle attività del Gruppo Adriatica, Realty potrà fare affidamento su un management in possesso di un know how adeguato anche ad affrontare eventuali ulteriori sviluppi dell’attività in tale comparto di mercato. L’operazione permetterà, inoltre, di acquisire attività già avviate e produttive di reddito, idonee a generare un cash flow corrente, disponibile per essere impiegato a copertura degli impegni connessi ai progetti di sviluppo immobiliare attualmente nel portafoglio della Società. L’assemblea dei Soci ha dato mandato disgiunto al Presidente ed all’Amministratore Delegato per procedere al perfezionamento dell’operazione descritta che attualmente si prevede avrà luogo entro fine dicembre 2006. L’assemblea degli Azionisti ha, altresì, deliberato il raggruppamento delle azioni ordinarie (incluse le azioni che saranno emesse a favore di Piovesana Holding S. P. A. A fronte del suddetto conferimento) in ragione di una nuova azione ordinaria ogni 100 azioni ordinarie possedute dando mandato disgiunto al Presidente ed all’Amministratore Delegato per procedere al perfezionamento dell’operazione di raggruppamento che attualmente si prevede avrà luogo entro il mese di giugno del 2007. .  
   
   
GIUSEPPE CARUSO NOMINATO AMMINISTRATORE DELEGATO DI PIRELLI RE FRANCHISING  
 
Milano, 4 dicembre 2006 – Giuseppe Caruso, 44 anni, è stato nominato Amministratore Delegato di Pirelli Re Franchising, la rete di distribuzione di prodotti immobiliari e finanziari del Gruppo Pirelli Re che conta oltre 1. 000 agenzie affiliate su tutto il territorio nazionale. Caruso vanta una grande esperienza nel settore immobiliare, avendo ricoperto incarichi di crescente responsabilità. Dopo aver gestito per diversi anni alcune attività imprenditoriali nel settore delle costruzioni e dell’intermediazione immobiliare, Caruso entra nel Gruppo Pirelli Re nel 2002 dove tra l’altro svolge il ruolo di responsabile dello sviluppo della rete in franchising, contribuendo al successo del progetto. Nel marzo del 2005 Caruso lascia Pirelli Re e assume l’incarico di Direttore Generale di Ipi S. P. A. , ricoprendo nel gruppo vari incarichi direttivi, tra cui Presidente ed Amministratore Delegato di Ipi Intermediazione. Caruso lascia Ipi nel marzo 2006, per poi rientrare in Pirelli Re. Con il nuovo incarico di Amministratore Delegato di Pirelli Re Franchising, Caruso risponderà a Paolo Bottelli, Vice Direttore Generale Servizi di Pirelli Re. .  
   
   
ENEL: VIA LIBERA ALL’ACCORDO PER LA CESSIONE DA PARTE DI ENEL DEL 26,1% DEL CAPITALE DI WEATHER AL GRUPPO CHE FA CAPO ALL’IMPRENDITORE EGIZIANO NAGUIB SAWIRIS.  
 
Roma, 4 dicembre 2006 – Il Consiglio di Amministrazione dell’Enel S. P. A. (Enel), riunitosi il 30 novembr3e sotto la presidenza di Piero Gnudi, ha approvato i termini dell’accordo con il gruppo facente capo all’imprenditore egiziano Naguib Sawiris relativo alla cessione in favore di quest’ultimo della partecipazione posseduta da Enel in Weather Investments S. P. A. (Weather), società che a sua volta possiede l’intero capitale di Wind ed il 50% più un’azione di Orascom Telecom Holding (società di telecomunicazioni quotata presso le Borse di Alessandria e del Cairo, nonché di Londra). Fulvio Conti, amministratore delegato di Enel, ha commentato: “Con l’accordo approvato oggi, Enel esce dalle telecomunicazioni, avendo valorizzato la sua partecipazione nel settore per 12 miliardi di euro. Si completa così il processo di focalizzazione strategica sulla crescita nel core business dell’energia elettrica e del gas che ha visto Enel recuperare all’estero buona parte della capacità produttiva che ha dovuto cedere in Italia per favorire il processo di liberalizzazione. Con circa 11. 000 Mw di capacità produttiva e oltre 3 milioni di clienti serviti fuori dai confini nazionali, Enel ha oggi una presenza importante in numerosi paesi europei e nel continente americano. Una presenza che intende sviluppare ulteriormente, concentrando risorse finanziarie, umane e di know how nella diversificazione geografica e tecnologica e nell’integrazione dalle materie prime alla distribuzione, in sintonia con l’evoluzione del mercato europeo dell’energia verso grandi macroregioni sopranazionali. ” L’accordo, la cui stipula è programmata nei prossimi giorni, prevede la cessione dell’intera quota di partecipazione posseduta da Enel in Weather (pari al 26,1% del capitale) per un corrispettivo di 1. 962 milioni di euro, pari al valore di carico di tale partecipazione in base alla situazione patrimoniale consolidata di Enel al 30 settembre 2006. A tale prezzo corrisponde una valorizzazione di Weather, in termini di equity value, pari a circa 7,5 miliardi di euro. Il trasferimento della partecipazione è previsto entro la fine dell’anno; in particolare Enel cederà il 10% del capitale di Weather a una società interamente controllata dalla stessa Weather ed il restante 16,1% a favore della controllante Weather Investments Ii S. à. R. L. (Weather Ii), holding facente capo all’imprenditore Sawiris. Il pagamento del corrispettivo è previsto in due soluzioni: una prima tranche di 1 miliardo di euro verrà versata a Enel al momento del trasferimento della partecipazione in Weather, mentre una seconda tranche di 962 milioni di euro verrà corrisposta entro i 18 mesi successivi al trasferimento stesso. Su questa seconda tranche è prevista la maturazione di interessi, a decorrere dalla data del trasferimento medesimo, ad un tasso di mercato. A garanzia del pagamento della seconda tranche è prevista a favore di Enel la costituzione di un pegno (senza diritto di voto) sul 26,1% del capitale di Weather, nonché la cessione dei crediti vantati da Weather Ii nei confronti di Weather. Nell’ambito dell’accordo è previsto un meccanismo di earn-out, inteso ad assicurare a Enel una integrazione del corrispettivo di cessione nel caso in cui, nei 18 mesi successivi al trasferimento della partecipazione da parte di Enel, il gruppo facente capo a Sawiris ritrasferisca a terzi le azioni di Weather a un prezzo superiore a quello pattuito con Enel medesima. L’accordo prevede inoltre la risoluzione dei patti parasociali sottoscritti tra Enel e Sawiris per la gestione di Weather. In base ai dati consolidati al 30 settembre 2006, Weather ha registrato ricavi per 6. 287 milioni di euro, un Ebit (risultato operativo) pari a 1. 208 milioni di euro e un risultato netto pari a 226 milioni di euro. Alla stessa data il patrimonio netto si è attestato a 3. 496 milioni di euro. .  
   
   
TIP E MIRO RADICI FINANCE INVESTONO NEL SETTORE DELLE ENERGIE RINNOVABILI 5 CENTRALI ELETTRICHE ALIMENTATE A OLIO VEGETALE, SITUATE IN LOMBARDIA E TOSCANA.  
 
Milano, 4 dicembre 2006 - Tip (Tamburi Investment Partners S. P. A) - investment/merchant bank indipendente focalizzata sulle medie aziende italiane quotata sul mercato Expandi – e Miro Radici Finance S. P. A. (Mrf), uno dei principali gruppi industriali specializzato nel settore tessile ed energetico, hanno sottoscritto l’ 1 dicembre un contratto finalizzato alla compartecipazione nel progetto per la costruzione e gestione di 5 centrali elettriche alimentate a olio vegetale, situate in Lombardia e Toscana. L’investimento di Tip, stimato in 5 mln di euro con riserva di incrementare il proprio apporto fino a 6 mln di euro, verrà effettuato in una Newco denominata Miro Radici Energy S. R. L (Mre) nella quale Mrf conferirà tutte le partecipazioni e i diritti detenuti direttamente e indirettamente nel progetto. Tip entrerà nel capitale di Mre con una quota che potrà variare dal 20 al 25% del capitale. Il progetto prevede un investimento complessivo di circa 130 mln di euro per le 5 centrali elettriche da finanziarsi in forma di project financing. Il progetto contempla inoltre entro il 2010 la quotazione in Borsa della società. Con questa operazione Tip entra nel settore dell’energia elettrica da fonti rinnovabili, che rappresenta attualmente in Italia un mercato in notevole espansione. L’operazione conferma la strategia di Tip di realizzare investimenti in partnership con imprenditori leader nei loro settori di attività, nell’ambito di progetti a medio-lungo termine. Mre è la prima tappa di un progetto di sviluppo verso il settore delle energie rinnovabili. .  
   
   
TENARIS COMPLETA LA CESSIONE A E.ON DELLA PARTECIPAZIONE IN DALMINE ENERGIE  
 
Lussemburgo,4 dicembre 2006. Tenaris S. A. Ha annunciato l’ 1 dicembre di aver completato la cessione della partecipazione del 75% in Dalmine Energie, l’attività italiana di Tenaris nel settore della fornitura d’energia, a E. On Sales and Trading Gmbh (Est), società controllata al 100% da E. On Energie A. G. , e una società controllata indirettamente da E. On A. G. Est ha acquisito la parteci pazione ad un prezzo di 46,5 milioni di Euro (circa 61 milioni di dollari), considerando un enterprise value complessivo per Dalmine Energie di 79,5 milioni di Euro (circa 104 milioni di dollari). Dalmine Energie ha iniziato la propria attività nel 2000 a seguito della parziale deregulation del settore dell’energia in Italia, fornendo dapprima energia elettrica allo stabilimento per la fabbricazione di tubi senza saldatura di Tenaris a Dalmine e ad altri utenti nel Nord Italia. Da allora è cresciuta rapida mente divenendo uno dei maggiori grossisti indipendenti di energia. Nel 2005, l’azienda ha venduto 3 Twh di elettricità e quasi 1 miliardo di metri cubi di gas naturale a circa 1. 100 clienti industriali e commerciali compresa Tenaris. .  
   
   
ERG: RILASCIATO IL NULLA OSTA CONSOB ALLA PUBBLICAZIONE DEL DOCUMENTO DI OFFERTA PER L’OPA OBBLIGATORIA SU 46.172.010 AZIONI ORDINARIE ENERTAD S.P.A.  
 
Genova 4 dicembre 2006 - Erg S. P. A. Rende noto che in data 30 novembre 2006 la Commissione Nazionale per le Società e la Borsa ha consentito la pubblicazione del Documento di Offerta relativo all’offerta pubblica di acquisto obbligatoria promossa da Erg ai sensi degli art. 102 e 106 comma 1 e 109 del D. Lgs. 24 febbraio 1998 n. 58 (l’“Offerta”) ad un prezzo di Euro 3,1 per azione sull’intero capitale sociale di Enertad S. P. A (“Enertad”), dedotte le azioni di cui Erg è già titolare, comunicata al mercato in data 9 novembre 2006 ai sensi dell’art. 37 del Regolamento Consob n. 11971/1999. Il periodo di adesione all’Offerta avrà inizio il 4 dicembre 2006 e si concluderà il 27 dicembre 2006. Le modalità di adesione sono dettagliatamente descritte nel Documento di Offerta. La data di pagamento del corrispettivo dell’Offerta è il 4 gennaio 2007. Il Documento di Offerta e la scheda di adesione saranno pubblicati in data odierna sui siti www. Erg. It, www. Enertad. It nonché sul sito www. Borsaitaliana. It e sarà disponibile in formato cartaceo a partire dal 4 dicembre 2006 presso gli intermediari incaricati, la sede di Erg in Milano, Via Nicola Piccinni 2, la sede di Enertad in Milano, Corso di Porta Nuova 13/15, gli uffici di Unicredit Banca Mobiliare S. P. A. In Milano, Via Tommaso Grossi 10 e presso la sede di Borsa Italiana S. P. A. In Milano Piazza degli Affari 6. Il relativo avviso di pubblicazione è stato pubblicato in data odierna sul quotidiano Finanza & Mercati. .  
   
   
IRIDE S.P.A: L’ASSEMBLEA DEI SOCI NOMINA IL NUOVO CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE ED IL COLLEGIO SINDACALE  
 
 Torino, 4 dicembre 2006 – I Soci di Iride S. P. A. , riunitisi per la prima volta in Assemblea in seguito alla fusione tra Aem Torino e Amga Genova, hanno nominato il 2 dicembre i membri del Consiglio di Amministrazione e del Collegio Sindacale della società per gli esercizi 2006/2008. I dodici componenti del Consiglio di Amministrazione sono l’ing. Roberto Bazzano, già Presidente esecutivo, l’ing. Roberto Garbati, già Amministratore Delegato, il dott. Lorenzo Borgogni, l’ing. Paolo Cantarella, l’ing. Gianfranco Carbonato, il sen. Franco Debenedetti, la dott. Sa Carla Patrizia Ferrari (già Consigliere), l’ambasciatore Loic Hennekinne, il sig. Mario Margini (già Consigliere), il dott. Giovanni Quaglia (già Consigliere), il dott. Alcide Rosina e l’on. Stefano Zara. L’assemblea ha confermato l’ing. Roberto Bazzano nella carica di Presidente del Consiglio di Amministrazione con poteri esecutivi. L’assemblea ha dato atto che l’ing. Roberto Garbati, verrà confermato nella carica di Amministratore Delegato di Iride dal nuovo Consiglio di Amministrazione, la cui prima riunione è stata convocata per il prossimo 4 dicembre. Il Collegio Sindacale è composto dal dott. Aldo Milanese, Presidente, dal dott. Giuseppe Lalla (Sindaco Effettivo), dal dott. Lorenzo Ginisio (Sindaco Effettivo), dal dott. Emilio Gatto (Sindaco Supplente) e dal dott. Massimo Bosco (Sindaco Supplente). I curricula degli amministratori e dei sindaci sono disponibili presso la sede della Società e sul sito internet www. Gruppo-iride. It. .  
   
   
LOMBARDIA. 2,5 MLN PER PANNELLI SOLARI A LAVANDERIE E PISCINE PUBBLICATI DUE BANDI PER PICCOLE IMPRESE ED ENTI PUBBLICI  
 
Milano, 4 dicembre 2006 – Sono stati pubblicati venerdì 1 dicembre, sul Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia (Burl) due bandi per l´efficienza e l´innovazione energetica destinati alle piccole e medie imprese e agli enti pubblici, proposti dall´assessore alle Reti, Servizi di Pubblica Utilità e Sviluppo Sostenibile, Massimo Buscemi. Imprese - "Il primo, riservato alle micro, piccole e medie imprese - spiega l´assessore Buscemi - è stato fatto in accordo con il sistema lombardo delle Camere di Commercio e ha lo scopo di favorire la realizzazione di nuovi impianti solari per la produzione di acqua e aria calda per uso igienico-sanitario, riscaldamento e le altre attività dell´impresa". Le agevolazioni sono concesse sotto forma di contributo per la realizzazione di nuovi impianti solari che producano almeno 35 mila kwh all´anno, come ad esempio quelli di lavanderie e concerie. Le somma disponibile è di 1. 000. 000 euro, suddivisa equamente tra Regione Lombardia e Camere di Commercio. I contributi coprono fino al 50% del costo dell´impianto. Questa la ripartizione per provincia dei fondi: Milano 260. 000; Bergamo 200. 000; Brescia 100. 000; Como 100. 000; Lodi 20. 000; Mantova 40. 000; Pavia 40. 000; Sondrio 40. 000; Varese 200. 000. Enti Pubblici - Il secondo bando, destinato agli enti pubblici per favorire la diffusione della tecnologia solare termica, ha una dotazione di 1. 500. 000 euro. Anche in questo caso il contributo regionale può coprire fino al 50% dei costi sostenuti per la realizzazione dell´impianto solare per la produzione di aria e acqua calda ed è destinato agli edifici di proprietà pubblica e agli impianti di dimensione significativa che producono cioè oltre 35 mila kwh all´anno, come per esempio le piscine. .  
   
   
AREA RIGASSIFICATORE BRINDISI: INQUINATA LA FALDA COMUNICATO  
 
Bari, 4 dicembre 2006 - “L’arpa ha comunicato a Regione, Provincia e Ministero dell’Ambiente i dati riscontrati nelle attività di controllo delle acque di falda nelle aree a terra adiacenti le opere di colmata in corso di realizzazione da parte della Brindisi Lng”. Lo annuncia l’assessore all’Ecologia, Michele Losappio. "Essi si riferiscono a sei campioni prelevati nelle aree sia della Società Polimeri Europa che della Brindisi Lng e finalizzati rispettivamente alla messa in sicurezza della falda ed alla validazione delle analisi in contraddittorio. Ebbene tali dati dichiarano in diversa misura il superamento dei valori limiti accettabili (come indicato dal Dm 471/99 e coincidenti con quelli del D. Lgs. 152/06) per metalli pesanti ed altro come arsenico, Boro, manganese, triclorometano, bromodiclorometano monoclorobenzene, nichel, tetracloroetilene, benzene. Il superamento non concerne contemporaneamente tutti i fattori inquinanti ma è assolutamente significativo dello stato delle acque sotterranee. Inoltre l’Arpa rileva come la Brindisi Lng non abbia ancora prodotto i risultati di propria competenza ai fini del contraddittorio per la validazione del piano di caratterizzazione dell’area. In conclusione i dati Arpa annunciano la necessità di una bonifica del sito come condizione propedeutica difficilmente evitabile nel processo di installazione del rigassificatore. Auspico che il Ministero dell’Ambiente intervenga tempestivamente convocando la conferenza dei servizi sulla caratterizzazione per trarne le dovute e conseguenti conclusioni”. .  
   
   
SIEMENS SI AGGIUDICA IN QATAR UN ORDINE DEL VALORE DI 700 MILIONI DI EURO PER L’ESPANSIONE DEL SISTEMA DI TRASMISSIONE E DISTRIBUZIONE ELETTRICA  
 
Milano, 4 dicembre 2006 - Per Siemens Power Trasmissione and Distribution (Ptd), questo è il più grande ordine nella storia del Gruppo. L’ordine, commissionato da Qatar General Electricity & Water Corporation (Kahramaa), comprende 25 sottostazioni chiavi in mano, l’espansione di 14 sottostazioni e l’ammodernamento di altre dieci. Il progetto sarà concluso entro febbraio 2009. “Per Siemens Ptd, questo non è solo il più grande ordine mai firmato ma anche un progetto molto sfidante in cui saranno impiegati quasi tutti i nostri prodotti e sistemi. E’ anche estremamente impegnativo in termini di project management poichè molte sottostazioni dovranno essere costruite in parallelo entro un periodo di tempo molto breve,“ ha detto Udo Niehage, Presidente a livello mondiale di Siemens Power Transmission and Distribution. Siemens realizzerà questa commessa come parte di un progetto attualmente in corso in Qatar, che si chiama “Espansione del sistema di trasmissione dell’energia in Qatar – Fase Vii”. Le sottostazioni saranno costruite nelle città di Doha, Ras Laffan, Maesaeed e nel resto del paese. Nel corso dell’ambizioso progetto di rafforzamento del sistema di fornitura dell’energia, Siemens si è aggiudicata da novembre 2005 molti ordini per un valore di circa 600 milioni di euro, in particolare per sottostazioni di interconnessione chiavi in mano. In pochi decenni, il Qatar si è trasformato in uno stato moderno con un elevato standard di vita unito ad una crescente domanda di energia. La penisola del Golfo Persico, con le sue abbondanti riserve di petrolio e gas naturale, registra percentuali di crescita economica a doppia cifra e investe continuamente nelle infrastrutture del paese. .  
   
   
SAIPEM SI AGGIUDICA TRE NUOVI CONTRATTI NELLE PERFORAZIONI MARE PER 380 MILIONI DI DOLLARI  
 
San Donato Milanese (Milano), 4 dicembre 2006 – Saipem si è aggiudicata tre nuovi contratti nelle perforazioni mare, uno in Egitto e due in Congo, per un valore complessivo di circa 380 milioni di dollari Usa. Il primo contratto è stato assegnato a Saipem da Burullus Gas Company ed i suoi azionisti Bg Group, Petronas ed Egyptian Natural Gas Holding Company (Egas), è di durata biennale e riguarda il noleggio della piattaforma semisommergibile Scarabeo 6. L´attività di perforazione sarà realizzata nell´offshore egiziano tra il terzo trimestre del 2007 ed il terzo trimestre del 2009. Lo Scarabeo 6 è una piattaforma semisommergibile di terza generazione, capace di operare fino a 780 metri di profondità d´acqua e di perforare fino a 7. 500 metri. Il secondo contratto, assegnato a Saipem da Eni Congo, riguarda il noleggio di una tender assisted drilling unite per un periodo di cinque anni. L´attività di perforazione avrà luogo in acque congolesi a partire dall´ultimo trimestre del 2007. Il terzo contratto, assegnato sempre da Eni Congo, riguarda lo svolgimento di attività di work-over2 con attrezzature di proprietà del cliente, a partire dal quarto trimestre del 2006, per una durata iniziale di tre anni. .  
   
   
PARTE DALL’EMILIA ROMAGNA LA RISCOSSA DELL’ENERGIA PULITA “BOLLINO VERDE” DAL 1° GENNAIO PER LE GRANDI IMPRESE AGRO-ALIMENTARI DELL’EMILIA ROMAGNA GRAZIE AL CONSORZIO ROMAGNA ENERGIA, CON UN RISPARMIO NETTO DI CIRCA 15-16% RISPETTO AL MERCATO ENERGETICO VINCOLATO  
 
 Cesena, 4 dicembre 2006 - Il settore agro-alimentare dell’Emilia Romagna verso il “bollino verde”. Dal 1° gennaio in avanti, le oltre 400 aziende aderenti al Consorzio Romagna Energia, tra cui 140 nella provincia di Forlì-cesena e 240 in totale in Emilia Romagna, potranno utilizzare il marchio “100% energia verde”, che certifica l’utilizzo di energia da fonti rinnovabili. L’obiettivo è stato raggiunto grazie a Romagna Energia, il consorzio senza fini di lucro nato nel 1999 dal patto stabilito fra le principali aziende agro-alimentari dell’Emilia Romagna, tra cui grandi gruppi come Amadori, Apofruit, Conserve Italia, Gruppo Martini, Orogel, e l’Associazione Industriali della provincia di Forlì-cesena. Ad oggi il Consorzio Romagna Energia, gruppo di acquisto energetico ma anche partner nella produzione di energia verde, conta oltre 400 associati in tutta Italia (in particolare in Emilia Romagna, ma anche in Abruzzo, Sardegna, Toscana, e con minori unità in quasi tutte le regioni italiane), per un giro di affari di 110 milioni di euro e un totale di 1 miliardo e 100 mila Kw/h di energia acquistata, pari a 1/150esimo dell’intero quantitativo di energia necessario per un anno all’ “azienda Italia” e 1/300esimo dell’utenza complessiva nazionale, industriale e civile. Scopo del Consorzio Romagna Energia, che nel tempo ha registrato l’adesione di Confcooperative Emilia Romagna, Confcooperative Toscana, Legacoop Forlì-cesena le Associazioni Industriali delle province sarde di Cagliari, Sassari, Oristano e di altri partner di rilievo, è quello di ridurre i costi di approvigionamento dell´energia elettrica per gli associati, in un mercato in rapida evoluzione dopo la liberalizzazione del settore energetico (legge Bersani del 1999 e legge Letta del 2000). Con il passare degli anni il Consorzio Romagna Energia ha ramificato il campo di attività. In primo luogo è divenuto grossista di energia e operatore nella Borsa elettrica, aquistando energia da un mix di fonti differenziate per garantire ai soci maggiori risparmi, con un ristorno consistente a fine anno sulla spesa complessiva che consente un risparmio finale per le aziende che si aggira intorno al 15-16% rispetto al mercato energetico vincolato attuale. In secondo luogo, il Consorzio Romagna Energia è socio nella produzione di energia da fonti rinnovabili con Romagna Energia Newco, una Spa che vede tra i soci Amadori, Orogel, Conserve Italia. Romagna Energia Newco, in partnership con Fortore Energia, si occupa di produzione di energia da fonti rinnovabili in Puglia e in Campania. Oltre ai due campi eolici da 40 megawatt di produzione attualmente funzionanti, è in programma la realizzazione di altri 9 campi eolici da oggi al 2009, con un investimento complessivo di 320 milioni di euro: due campi da 40 Mw già in produzione, tre campi da 90 Mw che partiranno entro fine 2007, due campi da 68 Mw entro fine 2008, due campi da 49 Mw entro fine 2009, per un totale di 257 Mw. Sono in programma inoltre ulteriori campi eolici per una produzione a regime per altri 250 Mw. Quando tutti i campi eolici in programma saranno a regime, la produzione sfiorerà 1 miliardo e 100 milioni di Kw all’anno. Dal 1° gennaio 2007 il Consorzio Romagna Energia acquisterà tutta l’energia prodotta da Fortore Energia, per un totale di 120 milioni di Kw/h per l’anno 2007. E proprio questa attività nel settore dell’energia rinnovabile consentirà ai soci del Consorzio di poter utilizzare a prezzi assolutamente competitivi energia pulita, che consente, dopo una serie di verifiche e certificazioni, l’utilizzo del bollino verde. Grazie al Consorzio Romagna Energia quindi dal 1° gennaio grandi aziende come Amadori, Apofruit, Conserve Italia, Martini, Orogel potranno utilizzare il marchio “100% energia verde” sulle confezioni dei prodotti in vendita al pubblico: uno strumento di marketing importante, per un mercato sempre più sensibile alle tematiche ambientali. Il marchio, il primo italiano che certifica l’energia prodotta da fonti rinnovabili sostenibili, ha valenza internazionale, e può rappresentare un plus notevole, non solo per le aziende del settore agroalimentare, ma in generale per tutte coloro che intendono proporsi al pubblico come azienda sensibile ai problemi energetici e ambientali. Il Consorzio Romagna Energia nell’ultimo anno ha dato vita ad una Esco (Energy Service Company) a disposizione dei soci, per studiare e realizzare interventi di risparmio energetico nelle aziende e ottenere i cosiddetti “certificati bianchi”, che attestano l’efficienza energetica ottenuta. La Esco del Consorzio finanza l’opera di efficienza energetica, la realizza, gestisce i “certificati bianchi” e l’intera manutenzione dell’opera. Tra i numerosi progetti in corso, la realizzazione di un impianto fotovoltaico per il Comune di Galeata, per una produzione di 60 Kw. .  
   
   
BANDO PER LA RACCOLTA DIFFERENZIATA, PRESENTATI 60 PROGETTI  
 
 Firenze, 4 dicembre 2006 - Sessanta progetti presentati da parte di aziende di gestione rifiuti e di amministrazioni comunali toscane in risposta al bando per il potenziamento della raccolta differenziata, privilegiando la modalità "porta a porta". Questo il positivo bilancio dell´iniziativa lanciata dalla Regione nel settore rifiuti per avvicinarsi agli obiettivi che questa amministrazione si è data per il 2010, vale a dire l´abbattimento del 15% della produzione di rifiuti rispetto al 2004 e il raggiungimento di una percentuale di raccolta differenziata del 55%. "Una risposta incoraggiante che contribuisce a fugare i timori di quanti invitano alla cautela e propongono obiettivi meno ambiziosi. L´elevato numero di progetti pervenuti segnala che la politica regionale intercetta un bisogno reale presente nella società e nello stesso sistema di gestione. Solo una politica avanzata e coraggiosa è realista, e può agevolare una gestione sociale del problema rifiuti. Produrre meno rifiuti per avere meno inceneritori e meno discariche: questa è la politica che i cittadini comprendono. I progetti presentati dimostrano che la strada del potenziamento del porta a porta è praticabile, e ci motivano a spingere ancora di più in questa direzione per raggiungere gli obiettivi regionali sui rifiuti che intendiamo raggiungere". Così l´assessore all´ambiente Marino Artusa commenta il successo del bando rivolto ai progetti di massimizzazione di raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani, che ha fatto registrare negli uffici del settore rifiuti della Regione l´arrivo, in un solo mese di durata del bando, di sessanta progetti di intervento per utenze domestiche e non domestiche con preventivi di spesa che vanno da 100. 000 euro a 3,5 milioni. L´ammontare totale dei costi dei progetti è pari a 26,5 milioni di euro. Il bando emesso con decreto dirigenziale stabiliva per il 2006 una somma pari a 600. 000 euro da assegnare fino al 50% del costo complessivo del progetto, "una cifra che aumenteremo nel 2007 - dice Artusa - e negli anni successivi, come stabilito anche nel Piano regionale di azione ambientale. In questi giorni abbiamo avviato la valutazione dei singoli progetti per verificare la loro ammissibilità e per determinare la graduatoria per l´assegnazione dei fondi". .  
   
   
OGGI COMUNI RICICLONI IN REGIONE A GENOVA L´INIZIATIVA DI LEGAMBIENTE SULLA RACCOLTA DIFFERENZIATA PREMIA I CENTRI LIGURI PIÙ VIRTUOSI  
 
Genova, 4 dicembre 2006 - In arrivo anche in Liguria l´iniziativa "Comuni Ricicloni", il premio istituito da Legambiente da assegnare ai comuni della Liguria che si sono distinti nella raccolta differenziata dei rifiuti. "Sarà l´occasione per fare il punto sulla raccolta differenziata in Liguria, e per addentrarci sui risultati che i vari comuni hanno realizzato, in ottemperanza al decreto Ronchi che, come è noto, pone l´obbiettivo minimo del 35% di rifiuti raccolti in maniera differenziata" dichiara Stefano Sarti, presidente regionale di Legambiente. "L´iniziativa servirà anche da stimolo alle amministrazioni pubbliche per rendere sempre più centrale la raccolta differenziata nelle politiche messe in atto, anche perché il dato medio della nostra regione ci vede come fanalino di coda rispetto alle regioni del nord Italia" aggiunge Salvatore Franco, Vice presidente regionale di Legambiente e responsabile regionale del settore rifiuti di Legambiente" "La Regione Liguria prende atto di questa situazione denunciata da Legambiente, ma non sta di certo a guardare. Nelle politiche ambientali regionali la questione raccolta differenziata è centrale e prioritaria. Recentemente abbiamo finanziato un programma di incentivi per i comuni che perseguono una seria politica di raccolta differenziata - afferma Franco Zunino, assessore regionale all´ambiente . L´iniziativa "Comuni Ricicloni" si svolgerà lunedì 4 Dicembre nella sede della Regione Liguria, in piazza De Ferrari ( sala auditorium, 5° piano), con inizio alle 10 e vedrà la partecipazione, oltre che dei comuni che saranno premiati, degli assessori provinciali all´ambiente di Genova, Savona, Imperia e La Spezia, dell´osservatorio rifiuti della provincia spezzina e del Conai-consorzio nazionale imballaggi. La giornata sarà conclusa da Stefano Ciafani responsabile scientifico nazionale di Legambiente. .  
   
   
PREMIO AMBIENTE 2006: PARTECIPAZIONE RECORD  
 
Bolzano, 4 novembre 2006 - Chi sarà il vincitore della terza edizione del Premio Ambiente Südtirol/alto Adige-trentino 2006? Il premio, promosso dall’Agenzia provinciale per l´ambiente di Bolzano e di Trento e da Transkom sas, è riservato a privati ed aziende che sviluppano idee e progetti di tutela ambientale. Sono stati presentati 104 progetti, di cui 61 dall´Alto Adige, un record, sottolinea l´assessore provinciale Michl Laimer. Il Premio Ambiente, giunto alla sua terza edizione, è stato promosso dalle Agenzie provinciali per l’Ambiente di Bolzano e Trento e da Transkom sas allo scopo di dare visibilità ad iniziative di rispetto ambientale avviate da singoli cittadini, associazioni o imprese, con la speranza che siano di buon esempio per tutti. “Rispetto alla settantina dell´anno scorso - spiega l’assessore provinciale all’Ambiente Michl Laimer - quest´anno sono stati presentati ben 104 progetti, di cui 61 da aziende, sodalizi o cittadini dell´Alto Adige. Un grande segnale di attenzione e sensibilità verso le tematiche ambientali e le iniziative sostenibili. " Tra i privati le candidature altoatesine selezionate per un premio sono quelle di Silvia Höller di Meran (con un gioco dedicato all´ambiente) e di Florian Gruber di Naturno per un progetto di risanamento. Tra le persone giuridiche aspirano a un premio il comune di Brunico e i vigili urbani per il progetto "Mobilityweek", l´Assessorato provinciale ai Lavori pubblici con 5 esempi pratici di recycling nel settore stradale e l´organizzazione "Vai e Via Aktiv" di Bolzano con un progetto dedicato a escursionismo e cultura in Venosta. Degno di menzione per la giuria anche il progetto ambientale della Scuola superiore per le professioni sociali di Merano. La giuria è composta da Walter Huber (Assessorato provinciale Ambiente), Walter Andreaus (Centro tutela consumatori e utenti), Arnold Biasion (Transkom), Hans Glauber (Ecoinstitut) e Andreas Werth (Assessorato Agricoltura). I vincitori saranno proclamati dall´assessore Laimer giovedì 21 dicembre nella sede dll´Assessorato all´ambiente a Bolzano in via Renon 4. .  
   
   
PROGRAMMA “AMA PER LA SCUOLA” 2006/2007 11 I PROGETTI DI GIOCO E FORMAZIONE SULL’AMBIENTE COMPLETAMENTE GRATUITI. IN 9 ANNI DI ATTIVITÀ COINVOLTI OLTRE 80.000 ALUNNI.  
 
Roma, 4 novembre 2006 - Parte il programma “Ama per la Scuola” 2006/2007, presentato questa mattina presso la Sala dell’Arazzo in Campidoglio dal Presidente di Ama, Giovanni Hermanin, e da Maria Coscia, Assessore alle Politiche Educative e Scolastiche del Comune di Roma. Giunto al 10° anno di attività, il settore di educazione ambientale di Ama conta il coinvolgimento complessivo di oltre 80. 000 studenti delle scuole romane di ogni ordine e grado, di cui oltre 20. 000 solo lo scorso anno. Obiettivo dell’Azienda sensibilizzare gli alunni verso le tematiche relative alla raccolta differenziata, alla gestione dei rifiuti, all’igiene e al decoro urbano. “I progetti per le scuole di Ama hanno un ruolo fondamentale nell’educazione all’ambiente dei bambini e ragazzi romani. – dichiara l’Assessore Maria Coscia – I comportamenti corretti imparati a scuola rimangono indelebili nel tempo e, inoltre, i bambini diventano i migliori “educatori” dei loro genitori, creando un circolo virtuoso. Per questo da anni sosteniamo questa iniziativa di Ama e continueremo a farlo”. “Il programma Ama per la Scuola – afferma il Presidente di Ama Giovanni Hermanin - nel corso degli anni è stato progressivamente arricchito ed ampliato. Nelle ultime edizioni è cresciuta notevolmente l’adesione degli insegnanti e degli alunni, segno che il tema dei rifiuti e del decoro urbano sta diventando una delle priorità educative nella coscienza dei cittadini di oggi e di domani. Per Ama è estremamente importante, soprattutto, che i ragazzi diventino promotori e sostenitori della raccolta differenziata, imparando che c’è un’azienda che si occupa dei rifiuti dalla raccolta fino allo smaltimento e al riciclo”. Quest’anno il programma si articola in 11 progetti formativi completamente gratuiti: “Riciclare è una magia” (100 spettacoli teatrali sui temi della raccolta differenziata e del recupero dei rifiuti destinati esclusivamente alle scuole dell’infanzia e al primo ciclo delle elementari. In programma da novembre 2006 a maggio 2007); “Il gioco dei rifiuti: ogni cosa al suo posto” (postazione-gioco di ruolo e laboratorio sul riciclo, in collaborazione con Tetra Pak e Centrale del Latte, all’interno di Explora, il Museo dei Bambini, rivolto alle scuole dell’infanzia ed elementari da gennaio ad aprile 2007); “Un fiore dai rifiuti” (incontri in classe sul compostaggio domestico per le quinte elementari. In programma da gennaio ad aprile 2007); “Scarty e i suoi amici. Alla scoperta dell’isola ecologica” (raccolta di figurine per incentivare l’uso delle Isole Ecologiche e delle Aree Attrezzate Aziendali, rivolta alle classi Iii e Iv elementare, in programma da gennaio a maggio 2007); “L’operatore Ecologico racconta. Incontro in classe con l’operatore ecologico” (confronto sull’attività di lavoro quotidiano per tenere pulita la nostra città. Rivolto alle classi Iii, Iv e V elementare e alle scuole medie. In programma da gennaio a maggio 2007); “Una storia vecchia quanto il mondo” (“viaggi” alla scoperta della Roma antica in collaborazione con Trambus Open. Destinato alle classi Iii, Iv e V elementare e alle classi Iii delle scuole medie. In programma a marzo 2007); “Ama ama… Amadeus. Musica e riciclaggio: la strana coppia che crea capolavori” (8 laboratori musicali con l’uso di strumenti creati con materiali riciclabili, in collaborazione con l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, con concerto finale all’interno dell’Auditorium. Rivolto alle scuole medie da gennaio a maggio 2007); “Lezioni ad hoc” (lezioni in classe sulla corretta gestione dei rifiuti urbani destinate agli alunni delle classi Iii, Iv e V elementare, delle scuole medie e degli istituti superiori. In programma da gennaio a maggio 2007); “Corsi di Formazione Ambientale” (moduli didattici, comprensivi di visite agli impianti, rivolti alle classi Iii, Iv e V delle scuole superiori da gennaio ad aprile 2007); “Visite agli impianti” (destinato alle scuole elementari, medie e superiori. In programma da novembre 2006 a maggio 2007); “I Percorsi della Memoria” (visite guidate nell’area monumentale del Cimitero Verano, rivolte a tutte le scuole dalla Iii elementare in poi. L’iniziativa, di solito limitata alla Ricorrenza dei Defunti, viene quest’anno proposta anche tutti i mercoledì dal 31 gennaio al 18 aprile 2007). Ama sta inviando a oltre 1. 000 scuole del territorio comunale l’opuscolo informativo con allegata la scheda di adesione alle varie iniziative (scaricabile anche dal sito www. Amaroma. It/amaperlascuola). Grazie alla collaborazione con Trambus, quest’anno Ama garantisce il servizio di trasporto gratuito per tutti gli 11 progetti. A sigillo di “Ama per la Scuola”, anche quest’anno l’Azienda proporrà l’evento “Festama”, in programma il 19 maggio 2007 all’Auditorium-parco della Musica, momento ludico-aggregativo per tutti gli studenti e le scuole che hanno partecipato almeno ad uno dei progetti in programma. .  
   
   
OPUSCOLO CONTRO L´INQUINAMENTO PER I BAMBINI  
 
Roma, 4 dicembre 2006 - Partire dai bambini per arrivare agli adulti. Questo l´obiettivo dell´opuscolo contro l´inquinamento realizzato dalla Consulta femminile della Regione Lazio e che presto comincera´ ad essere distribuito nelle scuole, nei municipi, nelle biblioteche e nei laboratori di educazione pubblica del Lazio. L´opuscolo, dal titolo ´´Donne e territorio: tutela al femminile, difendiamoci dall´inquinamento´´, nasce da un´idea maturata in un seminario della consulta nel 2003 ed e´ stato stampato in oltre 10. 000 copie. ´´Un libricino - ha spiegato la coordinatrice del progetto Virginia Rossini - che illustra le opportunita´ offerte oggi ai cittadini per difendersi da alcune forme di inquinamento, in particolare, negli ambienti domestici. Inoltre l´opuscolo fornisce informazioni sulla possibilita´ di difesa, anche giuridica, rispetto all´inquinamento da elettrosmog´´. Il progetto e´ stato realizzato in collaborazione con gli assessorati regionali all´Ambiente e alla Scuola. .  
   
   
FIRENZE, BOOM DELLA RICERCA, CINQUANTATRE LE DOMANDE PRESENTATE SIMONCINI: "UNA VERA ESPLOSIONE, LA REGIONE STANZIERÀ NUOVI FONDI PER UN TOTALE DI 6 MILIONI DI EURO PER FINANZIARE NON SOLO I PROGETTI MA ANCHE I RICERCATORI"  
 
Firenze, 4 novembre 2006 - E´ un vero boom della ricerca. Sono ben 53 i progetti presentati in risposta al bando regionale che stanzia due milioni di risorse sia della Regione che del Fondo Sociale Europeo con una formula innovativa: non vengono finanziati solo i progetti, ma anche i singoli ricercatori con assegni di ricerca. "Una cifra che, visto il successo superiore alle aspettative, dovremo rivedere - annuncia l´assessore all´istruzione, formazione e lavoro Gianfranco Simoncini - Stiamo in effetti già cercando di individuare risorse residuali del Fse derivanti dal precedente periodo di programmazione, nonché del Fas e contiamo di poter triplicare la dotazione iniziale per un totale di 6 milioni di euro". E´ la prima volta che la Regione emette un bando vincolato al supporto di chi fa ricerche originali e innovative che esplorano le nuove frontiere scientifiche. "Il successo davvero lusinghiero di questa formula - prosegue l´assessore Simoncini - con una quantità inattesa di progetti presentati dai centri toscani di eccellenza e di alta formazione, ci conferma nella volontà di ripetere questa esperienza in futuro. Questa partecipazione testimonia non solo il fabbisogno finanziario crescente per le attività di ricerca, ma anche la capacità delle nostre università e dei nostri enti di ricerca di proporre progetti con un elevato carattere di originalità, stabilendo stretti legami fra loro e con il mondo imprenditoriale e contribuendo a dare slancio al sistema economico". In risposta al bando emesso con il decreto dirigenziale del 19 ottobre 2006 n. 5078 sono pervenuti 53 progetti integrati di ricerca in settori come nanoscienze, nanotecnologie, nuove tecnologie dei materiali, chimica, fisica, fonti energetiche rinnovabili, risparmio ed efficienza energetica, trasporti, ottica, optoelettronica, oltre a informatica e nuove tecnologie dell´informazione e della comunicazione. I soggetti che potevano presentarli erano le università statali, le scuole superiori e di perfezionamento universitario, e gli enti di ricerca istituiti nel territorio regionale, anche in collaborazione fra loro oppure con imprese e società consortili fra aziende, poli tecnologici, laboratori di ricerca. Dei 53 progetti pervenuti, 14 risultano presentati dall´Università degli Studi di Firenze, 14 dall´Università degli Studi di Pisa, 7 dall´Università degli Studi di Siena, 10 da Istituti del Consiglio Nazionale delle Ricerche, 5 dalla Scuola Superiore Sant´anna; il costo complessivo dei 53 progetti ammonta a 27. 745. 020 euro, con una richiesta di finanziamenti pari a 24. 766. 192 euro. Ben 41 progetti prevedono forme di collaborazione scientifica fra soggetti diversi, e 24 integrano attività di ricerca fondamentale con attività di ricerca industriale, e vedono una partecipazione finanziaria di soggetti imprenditoriali. Le materie sulle quali maggiormente si concentra l´attenzione delle proposte sono le tecnologie dell´informazione e della comunicazione (16 progetti), le nanoscienze e le nanotecnologie (15 progetti), e le tematiche dell´energia (9 progetti). .  
   
   
I NETTURBINI NEL LAZIO POTRANNO FARE MULTE  
 
Roma, 4 dicembre 2006 - Gli operatori ecologici della Regione Lazio potranno comminare direttamente multe per violazioni dei regolamenti comunali in materia rifiuti. E´ quanto ha stabilito il consiglio regionale del Lazio approvando una modifica alla normativa sulla gestione dei rifiuti. Il testo spiega che i comuni, con un provvedimento del sindaco, ´´potranno conferire ai propri dipendenti o ai dipendenti dei soggetti ai quali e´ affidato il servizio di raccolta dei rifiuti, funzioni di accertamento e di contestazione immediata delle violazioni delle disposizioni dei regolamenti comunali relative alle modalita´ del conferimento dei rifiuti ai servizi di raccolta´´. La modifica della legge regionale prevede inoltre la delega ai comuni da parte della Regione ´´delle funzioni amministrative concernenti la convocazione di servizi e l´autorizzazione del piano di caratterizzazione dei siti, l´approvazione del piano di monitoraggio e del progetto operativo degli interventi di bonifica e messa in sicurezza, nonche´ l´approvazione del progetto di bonifica´´. Rimangono riservate alla Regione le funzioni relative alla bonifica dei siti compresi nel territorio di piu´ comuni. Infine la modifica approvata stabilisce che alle conferenze dei servizi partecipino la struttura regionale competente in materia e l´Arpa, l´Agenzia regionale di protezione ambientale. .  
   
   
IL CONVEGNO DI REGIONE, IRPET E ACCADEMIA DELLA CRUSCA: 7 CON PIÙ DI UN MILIARDO DI EURO IN 5 ANNI LA REGIONE PUNTA A QUALIFICARE L´APPRENDIMENTO"DATI CONFORTANTI, MA LA TOSCANA DEVE FARE DI PIÙ"  
 
Firenze , 4 dicmebre 2006 - "Quello dell´apprendimento è un diritto fondamentale, di cui il cittadino deve godere nell´arco di tutta la vita. Per questo la Regione Toscana investe tanto in istruzione e formazione: un miliardo e 119 milioni di euro nei prossimi cinque anni secondo il Piano di indirizzo generale integrato 2006- 2010. Ma nonostante ciò i dati che la ricerca presentata l’ 1 dicembre ci propone e che vedono la Toscana sostanzialmente in linea o di poco migliore rispetto alle medie nazionali, non ci soddisfano. Noi vogliamo l´eccellenza e quindi lavoriamo per un vero salto di qualità". Sono queste le valutazioni dell´assessore all´istruzione Gianfranco Simoncini in merito alla ricerca Irpet su Analfabetismo e domanda culturale che viene presentata oggi dalla Regione Toscana in collaborazione con l´Accademia della Crusca. L´impegno della Regione Toscana nel campo dell´istruzione e della formazione ha subito in questi anni, secondo i dati presentati dall´assessore, un importante accelerazione, con risultati apprezzabili. Vediamoli nelle singole attività. Il Piano 2006-2010. Nel Piano di indirizzo generale integrato 2006- 2010 le priorità di intervento sono state definite in relazione a specifiche fasce di destinatari, con l´intento di rispondere alle esigenze di ciascun target sociale, professionale, di età e di genere, e, all´interno di questi, anche ai bisogni individuali. Numerosi gli strumenti di erogazione dei servizi formativi: la Carta prepagata di credito formativo individuale (537 al mese di settembre del 2006, e altri 70 in corso di erogazione), i voucher per la formazione continua individuale, i voucher per la formazione nell´apprendistato e quelli per la formazione post laurea (683 nel 2005) . I circoli di studio consentono di rispondere ad una domanda formativa espressa da cittadini e che si organizzano in piccoli gruppi. In questi cicli si sono formati, nel 2005, 4752 persone. Per la formazione a distanza, nel 2005 gli iscritti sono stati più di 62. 000. Prima infanzia: Questi servizi educativi sono oggetto perciò del massimo impegno regionale (9. 241. 000 euro impegnati nel 2005 e 5. 755. 000 euro impegnati nel primo semestre del 2006): un bambino su quattro ne usufruisce e l´obiettivo europeo per il 2010, di un bambino su tre, è verosimilmente raggiungibile. La Regione ha assicurato il suo sostegno anche alle scuole dell´infanzia, private e degli locali, con quasi 3 milioni di euro impegnati nel 2005, e promuove le occasioni di apprendimento informale con gli Informagiovani e i progetti nell´ambito dei Centri, Infanzia, Adolescenza e Famiglia. Diritto allo studio. L´asse portante degli interventi regionali è la lotta alla dispersione scolastica. A questo obiettivo concorrono sia le misure in denaro (buoni studio e buoni per libri di testo per un totale di 8. 755. 000 euro impegnati nel 2005, per quasi 50. 000 destinatari raggiunti), sia i Progetti integrati di Area (3. 700. 000 euro impegnati nel 2005), sia le attività finanziate nell´ambito della misura C2 del Fse (le attività concluse nel 2005 hanno coinvolto più di 5. 000 persone). La rete degli Osservatori scolastici provinciali, inoltre, consente, attraverso l´anagrafe degli studenti, di monitorare il percorso individuale degli studenti e di organizzare, attraverso i tutor dei centri per l´impiego, percorsi personalizzati per coloro che interrompono il percorso scolastico. La sperimentazione di percorsi integrati di istruzione e formazione per i ragazzi tra i 14 e i 18 anni, avviata nell´anno scolastico 2003/2004 con gli istituti professionali, è stata estesa, nell´anno seguente, anche ai licei e agli istituti tecnici e ha visto, nel 2005, 4. 078 ragazzi che hanno concluso i loro percorsi. A tutto questo si aggiungono le iniziative di educazione scientifica, di educazione ambientale e, ormai dal 2002, le iniziate per la Giornata della memoria. Diritto allo studio universitario. La Regione ha impegnato quasi 84 milioni di euro nel 2005 (di cui 26 milioni per spese di investimento). Le borse di studio sono state assegnate a 12378 studenti, il 100% dei richiedenti idonei, e un alloggio, o un assegno per l´alloggio, sono stati assegnati a 5916 studenti (il 95,4% dei richiedenti idonei). L´abbandono scolastico. Lo sforzo degli ultimi anni ha dato risultati concreti: il tasso di abbandono scolastico in Toscana è più vicino a quello europeo che a quello italiano; in Toscana 78 giovani su 100, tra i 20-24enni, ha completato l´istruzione secondaria superiore, mentre in Italia sono 73. Tra la Toscana e l´Italia ci sono ora 5 punti percentuali di distacco, mentre nel 2000 ce n´era meno di uno. Istruzione e formazione. Sono ormai consolidati i corsi di Istruzione e Formazione Tecnica Superiore (nel 2005 hanno formato 320 giovani) e i moduli professionalizzanti (nel 2005 sono stati portati a termine da 770 giovani). Una novità in materia di integrazione fra sistemi è invece l´apprendistato di alta formazione, caratterizzato dall´alternanza formativa, con una forte integrazione fra il percorso realizzato in azienda e quello universitario: sono stati appena finanziati 3 progetti sperimentali, per un importo complessivo di 812. 000 euro. Formazione per tutta la vita. Nel 2005 ne sono stati coinvolti più di 11. 000 lavoratori, per un impegno complessivo di 19. 520. 000 euro. Ma alla formazione per tutti, oltre che per tutta la vita, sono dedicate in gran parte le risorse del Fse: più di 40. 000 persone (41. 453) hanno concluso, nel 2005, un corso di qualifica, aggiornamento, perfezionamento o specializzazione. Orientamento. Un rischio, messo in luce anche oggi, è che alle iniziative di apprendimento non partecipino tutti coloro che ne hanno maggiormente bisogno. Per questo servono una forte attività di orientamento e servono attività mirate a specifiche fasce di soggetti. Nel 2005, 6325 persone hanno concluso un percorso di orientamento e più di 1000 hanno concluso il loro percorso nelle attività finanziate dalla Regione (9 milioni di euro impegnati) per le persone svantaggiate. Un solo altro esempio: l´Unione Europea ci chiede che, entro il 2010, almeno il 25% dei disoccupati di lunga durata partecipi ad iniziative di formazione e riqualificazione. Ebbene, in Toscana, nel 2005, vi ha partecipato il 42% e la quasi totalità di coloro ai quali è stata offerta la partecipazione a una misura di politica attiva del lavoro l´hanno accettata. L´avere già oltrepassato, nel 2005, l´obiettivo europeo del 2010, non può comunque appagare. L´obiettivo è raggiungerli tutti, ed offrire a tutti un´opportunità. .  
   
   
I TOSCANI SONO PIÙ EUROPEI CHE ITALIANI NELLA CAPACITÀ DI APPRENDERE OLTRE A LEGGERE E A SCRIVERE BISOGNA SAPER “PADRONEGGIARE IL PROCESSO” E AVERE ABILITÀ  
 
Firenze, 4 novembre 2006 - La chiamano “alfabetizzazione debole”. E’ quel fenomeno, complesso, che indaga il mancato adeguamento delle capacità/abilità individuali alle rapide trasformazioni economiche e sociali di un Paese. In altri termini: oggi non è più sufficiente che una persona sappia leggere e scrivere frasi brevi, ma è necessario “padroneggiare il processo”, avere patrimoni di abilità. E’ dedicato proprio alla “alfabetizzazione debole” il secondo capitolo della ricerca Irpet su Analfabetismo e domanda culturale presentata a Firenze dalla Regione Toscana in collaborazione con la Crusca. Due le indagini internazionali dell’Ocse – l’indagine Pisa sui quindicenni e l’indagine All sugli adulti tra i 16 e i 65 anni – consentono di esaminare la situazione toscana proprio con riferimento alla carenza di competenze giudicate essenziali per svolgere un ruolo consapevole e attivo nella società. Il 22% dei quindicenni toscani, secondo il Programme for International Student Assessment (Pisa) , manifesta inadeguate competenze matematiche (il dato nazionale è del 42%, ma la media dei Paesi Ocse è del 21%). Chi si colloca in questa posizione è appena in grado di affrontare problemi matematici in cui viene chiesta una semplice moltiplicazione per risolvere un quesito. Per quanto riguarda le carenze nella lettura, gli studenti che si attestano al livello più basso sono solo in grado di rispondere a domande in cui l’informazione richiesta ripete in forma letterale quella contenuta nel testo (il 19% degli studenti toscani non supera il primo livello. Da notare che per l’Italia il dato è certo peggiore – la percentuale è del 24% - mentre la media Ocse è in linea con il valore toscano). Quasi uno studente su cinque, alla fine della scuola dell’obbligo, non raggiungendo il livello 2 della scala di competenze (una scala da uno a cinque) ha dunque una padronanza insufficiente della lettura come mezzo per acquisire informazioni e conoscenze. Più di uno studente su tre, negli istituti professionali della Toscana, si approssima all’uscita della scuola mancando – nella lettura – di abilità giudicate essenziali dai governi dei Paesi Ocse per svolgere un ruolo attivo nella società civile. Problemi anche sulle competenze scientifiche: gli studenti toscani che le hanno basse sono il 61% (il dato è comunque migliore rispetto al 71% dell’Italia). Meglio nelle capacità di risolvere i problemi: ad avere scarse capacità di problem solving sono il 48% degli studenti toscani e il 60% di quelli italiani. In generale la Toscana occupa una posizione intermedia: al di sopra della media italiana e della macro-area Centro, ma al di sotto della media Ocse e della macro-area Nord. La Toscana, comunque, riesce a contenere i livelli più bassi in tutti gli ambiti. Quali gli studenti in condizioni migliori? Quelli con genitori in possesso di un titolo di studio elevato, che in casa hanno familiarità con libri e web. L’altra indagine – la Adult Literacy and Life Skills (All) - evidenzia come il 47% della popolazione toscana adulta consegue un punteggio davvero minimo nel livello di comprensione di testi scritti: queste persone (il 46% in Italia) sono appena in grado di leggere un’etichetta di medicinale – avente un solo riferimento al numero di giorni, indicati sotto la dicitura “posologia” – per stabilire per quanti giorni, al massimo, è possibile assumere quel medicinale. 40 toscani adulti su 100 sono soltanto in grado di desumere, da una figura relativa a un quantitativo di oggetti, l’ammontare complessivo di tali oggetti in parte coperti alla vista ma facilmente quantificabili. Gravi le carenze in termini di problem solving: il 74% della popolazione adulta toscana e il 70% di quella italiana si colloca ai livelli più bassi della scala essendo appena in grado di eseguire un compito molto semplice riferito a dati concreti. Una curiosità sul dato riferito alla quota di incompetenti per lettura di testi (chi, cioè, ha difficoltà a capire e utilizzare semplici formulari, ad esempio per domande di lavoro, buste paga, orari di treni, bus, aeerei, carte geografiche e mappe, tabelle e grafici): la quota di incompetenti è comunque consistente anche fra i laureati. Ammonta al 21%. .  
   
   
RICERCA E IMPRESA. PARTE M-ASTER, SCUOLA PER GIOVANI SCIENZIATI  
 
Bologna, 4 dicembre 2006 - Parte M-aster, un percorso di formazione gratuito per insegnare ai giovani ricercatori dell´Emilia-romagna a trasferire le loro competenze dal laboratorio all´azienda, dalla provetta al piano di business, dall´università all´industria. Oggi lunedì 4 dicembre, a partire dalle ore 9. 30, la Sala plenaria del Cnr di Bologna (via Gobetti, 101) ospiterà l´evento di apertura, per illustrare le opportunità offerte ai giovani che fanno ricerca industriale in regione. Saranno presenti l´assessore regionale alle Attività produttive, Duccio Campagnoli, e i rettori delle quattro università pubbliche dell´Emilia Romagna. A seguire Carlo Massarini, per anni volto del programma televisivo Mediamente di Rai Educational, condurrà una tavola rotonda sul rapporto tra creatività, tecnologia e innovazione. Tra gli ospiti: Annamaria Testa, pubblicitaria ed esperta di comunicazione; Paolo Barberis, presidente di Dada spa, uno dei maggiori gruppi mondiali specializzato nuove tecnologie; Massimo Colomban, amministratore delegato di Permasteelisa Spa, leader mondiale nei rivestimenti hi-tech di grandi edifici, tra cui il Moma di New York e il Guggenheim di Bilbao. .  
   
   
PRESENTATO ALL’UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MILANO IL I CORSO DI PERFEZIONAMENTO POST LAUREA IN “DIRITTO SPORTIVO E GIUSTIZIA SPORTIVA”.  
 
Milano, 4 dicembre 2006 –Presentati il 29 novembre a Milano, all’Università degli Studi di via Festa del Perdono gli obiettivi formativi del I Corso di perfezionamento post laurea in “Diritto Sportivo e Giustizia Sportiva”: un unicum nel panorama formativo accademico italiano, che ambisce a costituire la base di partenza per attività professionali in ambito sportivo ed ulteriori, eventuali approfondimenti nel medesimo settore. L’ammissione al Corso, per un massimo di 50 posti, è subordinata al superamento di una prova preselettiva, basata sulla valutazione del curriculum e degli esiti di un colloquio orale attitudinale e motivazionale. Iscrizione entro il 18 dicembre 2006 http://www. Unimi. It/studenti/corsiperf/5411. Htm – e-mail corsodirittosportivo@unimi. It Il Prof. Alessandro Albisetti – Preside della Facoltà di Giurisprudenza - ha dichiarato: ”Con l’istituzione della Prima Edizione del Corso di Perfezionamento in “Diritto Sportivo e Giustizia Sportiva” la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Milano è particolarmente orgogliosa di essere, nel panorama accademico, la prima ad affrontare in maniera così peculiare la materia del Diritto Sportivo e soprattutto della Giustizia Sportiva, andando incontro ad un’esigenza di completamento dell’offerta formativa certo utile agli operatori del settore ed ai laureati interessati a sbocchi lavorativi in tale ambito. ” Il Prof. A c. Avv. Lucio Colantuoni - Coordinatore Didattico e Organizzatore del Corso – ha illustrato le finalità e gli obiettivi del Corso: ” Il Corso di Perfezionamento in “Diritto Sportivo e Giustizia Sportiva” si presenta al momento come un unicum nel panorama formativo accademico post-laurea e professionale. Esso, infatti, intende fornire un’adeguata formazione giuridica, sia teorica che pratica, a tutti i laureati in materie giuridico-economiche interessati al settore ed in particolare agli operatori in ambito sportivo (in particolare avvocati, dottori commercialisti, praticanti avvocati e commercialisti, liberi professionisti o consulenti in genere), costituendo, peraltro, un’ottima base di partenza per ulteriori o eventuali approfondimenti in Corsi/master di I e Ii Livello, specie manageriali, nel medesimo settore. Inoltre, si distingue in maniera specifica nel panorama generale dei Corsi /Master esistenti per lo spazio dedicato all’approfondimento della Giustizia Sportiva e della sua disciplina, materia questa che negli ultimi anni ha catalizzato sempre di più l’attenzione degli addetti ai lavori. Con questo la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Milano conferma una scelta di integrazione della propria offerta formativa in materia giuridico-sportiva, già avviata con l’attivazione del Corso Integrativo in “Diritto sportivo” che mi è stato affidato ed ha avuto un ottimo riscontro in termini di frequenza ed impegno da parte degli studenti della Facoltà”. Il prof. Antonio Gambaro, Ordinario di Diritto civile e Coordinatore scientifico ha concluso: ”Il corso inquadra il diritto sportivo in ambito nazionale ed internazionale e si occupa in particolare della giustizia sportiva, come area di specializzazione del diritto. Il programma del corso è completo: prevede una formazione specifica per affrontare i problemi ed aiutare lo sport in tutti i suoi aspetti, compresa la sua funzione sociale. Formare esperti significa consentire di svolgere attività specifiche, per contribuire alla crescita professionale di coloro che devono operare nel percorso della giustizia sportiva. ” Con il patrocinio di - Ordine degli Avvocati di Milano- Regione Lombardia – Assessorato allo Sport - Coni Provincia di Milano Obiettivi formativi del corso - L’attivazione del corso di perfezionamento scaturisce da una crescente esigenza di fornire un’adeguata formazione giuridica a professionisti ed operatori nell’ambito sportivo. L’obiettivo principale è fornire specifica e qualificata formazione post universitaria a coloro che aspirano ad intraprendere o proseguire una carriera nel mondo sportivo nonché offrire agli operatori del settore la possibilità di completare ed aggiornare la propria formazione professionale. L’attività didattica è ripartita tra lezioni di livello accademico, esposizioni di impronta più prettamente pratica e testimonianze di operatori, in ciascun settore specifico. 2 workshops di simulazione di procedure davanti ad organi di giustizia sportiva, con la presenza di protagonisti di tali Istituzioni, con l’opportunità di apprendere i tecnicismi giuridici specifici ad essi relativi. 2 tavole rotonde di apertura e di chiusura, il cui panel è composto da personalità nei settori di riferimento, per illustrare e chiarire i successivi sbocchi nei vari settori. Il corso si presenta al momento come un unicum nel panorama formativo accademico ed ambisce anche a costituire base di partenza per ulteriori eventuali approfondimenti, nel medesimo settore, in Corsi Master di I e Ii Livello, specie manageriali, esistenti o istituendi. Il corso è rivolto ad avvocati, dottori commercialisti, praticanti avvocati e commercialisti, liberi professionisti o consulenti in genere, interessati o specializzandi in consulenza, assistenza e rappresentanza di clienti in ambito sportivo; magistrati ordinari e di giurisdizioni speciali aventi a che fare con casistica sportiva; operatori giuridici e manager in ambito sportivo (sodalizi ed enti di gestione); dirigenti e funzionari di enti istituzionali in ambito sportivo (Coni, Federazioni, Leghe); dirigenti e funzionari di enti pubblici con competenze giuridico-sportive; membri di organi di giustizia sportiva (disciplinari, arbitrali e conciliativi); agenti e procuratori sportivi. .  
   
   
“ETICA E REGOLE NELLA FINANZA LA FUNZIONE DI COMPLIANCE” 5 DICEMBRE 2006, UNIVERSITÀ DI ROMA "TOR VERGATA”  
 
Roma, 4 dicembre 2006 - Martedì 5 dicembre si terrà presso la Facoltà di Economia dell’Università di Roma “Tor Vergata”, un Convegno dal titolo “Etica e Regole nella Finanza. La funzione di Compliance”. L’incontro intende affrontare, da diverse angolazioni, il ruolo che l’etica e l’insieme delle regole previste dalla legislazione bancaria e finanziaria svolgono a presidio della correttezza dei comportamenti degli operatori finanziari. In tale ambito sarà oggetto di approfondimento, nel quadro delle misure di prevenzione e di gestione dei rischi dell’impresa bancaria, la funzione di compliance, con riferimento ai profili regolamentari, di cultura d’impresa, organizzativi e manageriali. Al Convegno parteciperanno, Luigi Paganetto, Preside Facoltà di Economia Università di Roma “Tor Vergata”, Giuseppe Boccuzzi, Direttore Principale Vigilanza Creditizia e Finanziaria della Banca d’Italia – Fondazione Gabriele Berionne; Guido Alpa, Università di Roma “La Sapienza”; Stefano Zamagni, Università di Bologna; Claudio Clemente, Condirettore Centrale Vigilanza Creditizia e Finanziaria della Banca d’Italia – Fondazione Gabriele Berionne; Alessandro Carretta, Università di Roma “Tor Vergata”; Claudio Cola, Presidente Associazione Italiana Compliance (Aicom) – Responsabile Compliance Dexia-crediop; Claudio Patalano, Dottore Commercialista, Consulente d’Impresa – Fondazione Gabriele Berionne. . .  
   
   
AL VIA LE CANDIDATURE PER I POLI FORMATIVI LAZIALI INTEGRATI  
 
Roma, 4 dicembre 2006 - Entrare a far parte dei poli formativi integrati per l’istruzione e la formazione in diversi settori: dal cinema all’audiovisivo, dall’ambiente alla nautica, dall’agroalimentare, all’aerospaziale. “Sulla base di un accordo con Province, parti sociali e gli altri assessori regionali, si sono individuate tredici aree per le quali si possono proporre poli tematici - ha dichiarato l’Assessore all’Istruzione, Silvia Costa - con una collaborazione tra Istituti tecnici e professionali, enti di formazione accreditati, Università, centri di ricerca e imprese”. Le domande dovranno pervenire entro il 15 dicembre 2006 alla Direzione regionale istruzione, formazione e diritto allo studio. Ai soggetti selezionati sarà attribuito il finanziamento assegnato dal Ministero della Pubblica istruzione, pari a oltre 2 milioni di euro. A questi fondi, sulla base delle esigenze che emergeranno dai progetti formativi, potranno essere assegnati altri finanziamenti già previsti in parte nella Finanziaria regionale per il 2006. “Con la realizzazione dei poli formativi integrati – ha continuato la Costa - si va verso il consolidamento e lo sviluppo pluriennale di opportunità di formazione e di innovazione direttamente collegate con i fabbisogni formativi del sistema produttivo e delle esigenze di sviluppo del territorio laziale nei settori che hanno più prospettive di occupazione qualificata e di competitività. ” .  
   
   
SCUOLA MEDIA STATALE PER CIECHI DI VIA VIVAIO, 7 – MILANO ASSEMBLEA DEI GENITORI E ASSOCIAZIONE SCUOLA VIVAIO  
 
 Milano 4 dicembre 2006 - I genitori della Scuola Media Statale per ciechi di via Vivaio ricorrono al Tar della Lombardia contro il Ministero della Pubblica Istruzione e i sui Uffici Scolastici Regionale e Provinciale per l’annullamento del provvedimento, notificato lo scorso Agosto 2006, dall’Amministrazione del M. P. I. Con tale provvedimento, che impone alla scuola un organico costituito sulla base delle normali graduatorie provinciali e la riduzione dello stesso organico di tre cattedre, si compromette realizzazione dell’offerta formativa proposta dalla scuola, imponendo da subito la chiusura del laboratorio d’informatica e difficoltà di attuazione della sperimentazione di educazione fisica, importantissima per gli alunni ciechi e portatori di gravi handicap. La scuola media statale per ciechi di via Vivaio è una scuola che da più di trent’anni pratica con successo un’esperienza didattica e formativa di specialità per ragazzi non vedenti e ipovedenti in un progetto di integrazione e coeducazione con ragazzi vedenti . Oggi vede la presenza di 210 alunni di cui 33 con handicap di diverso livello (da leggero a gravissimo). Questa esperienza si articola in proposte di sperimentazione musicale per tutti gli alunni e di sperimentazione di educazione fisica come elementi trainanti dell’integrazione. L’organizzazione delle lezioni si sviluppa su un’orario di tempo pieno che meglio si addice al progetto di integrazione e che comprende, oltre alle lezioni “curricolari”, lo studio di uno strumento musicale, laboratorio espressivo tattile, laboratorio di attività pratiche speciali, laboratorio d’informatica, laboratorio di assemblaggi ritmico sonori, laboratorio di scienze, laboratorio di teatro, coro. La specialità dell’insegnamento per non vedenti, le sperimentazioni ed i relativi laboratori, stanno alla base del successo dell’esperienza Vivaio. Questa esperienza di spiccata capacità di integrazione di alunni diversamente abili, nella scuola e nella vita ha reso la nostra scuola un punto fermo di riferimento a Milano e nella sua provincia. Fondamentale per la riuscita di questa esperienza sono le specifiche competenze professionali, la grande disponibilità e predisposizione alle relazioni umane che possiedono gli insegnanti che scelgono di venire ad insegnare qui al di fuori della normale assegnazione delle cattedre fatta sulla base delle graduatorie provinciali. La formazione dell’organico della nostra scuola si determina, quindi, qualitativamente e quantitativamente su tutti gli elementi sopra descritti, sanciti negli anni dalle leggi e dai decreti emessi dal M. P. I. Per preservare un esperienza che può essere, senza falsa modestia, considerata un modello di scuola pubblica, speciale, poli sperimentale, integrata, i genitori degli alunni della scuola M. S. Di via Vivaio hanno presentato ricorso al Tar per la Lombardia che, il 5 Dicembre, esaminerà l’istanza di sospensione del provvedimento preso dall’Aministrazione dell’M. P. I. Nei confronti della scuola. I genitori della scuola sono al fianco degli insegnanti e della Preside che difendono la composizione dell’organico così come si è andata formulando nel corso degli anni, quantitativamente e qualitativamente, fino al passato A. S. 2005-2006. .