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Notiziario Marketpress di Lunedì 21 Gennaio 2013
UE: PREPARAZIONE AL CONSIGLIO DEI MINISTRI ECONOMICI E FINANZIARI DI DOMANI  
 
 Bruxelles, 21 gennaio, 2013 - Consiglio dell´Unione europea dei ministri dell´Economia e delle Finanze si terrà Martedì 22 gennaio alle 10.00. La Commissione europea sarà rappresentata da Olli Rehn, vicepresidente e commissario per gli Affari economici e monetari e l´euro, Michel Barnier, commissario per il Mercato interno e servizi e Algirdas Šemeta, commissario per la Fiscalità e l´unione doganale, l´audit e la lotta antifrode. Una conferenza stampa è prevista per il dopo la riunione. 1 Le attuali proposte legislative Il Consiglio verrà aggiornato sui seguenti attuali proposte legislative: Vigilanza bancaria Mechanism (Sdr) - Il 4 dicembre 2012 il Consiglio ha adottato un orientamento generale sul set di proposte per un singolo meccanismo di controllo (Ssm) per le banche. Triloghi con il Parlamento europeo e il Consiglio hanno iniziato. Il nuovo sistema di vigilanza con la Bce al centro mira a rafforzare l´Unione economica e monetaria. L´ssm è un primo passo verso una vera e propria unione bancario come è stato stabilito nella comunicazione della Commissione del 12 settembre 2012 e nel "Blueprint per un´unione profonda e genuina economica e monetaria", del 28 novembre 2012 (cfr. ( Ip / 12/953 ) e Ip/12/1272) . In questo contesto, il Commissario Barnier accoglierà ambizioso progetto della Presidenza irlandese a raggiungere un accordo su questo fascicolo entro la fine di gennaio, e incoraggiare tutte le parti a lavorare insieme in modo costruttivo per rendere questo possibile. Per maggiori informazioni: http://ec.Europa.eu/internal_market/finances/committees/index_en.htm  Revisione delle norme sui requisiti patrimoniali (Crd Iv) (Sdr) - Il Consiglio è invitato a prendere in considerazione un pacchetto legislativo per rafforzare la regolamentazione del settore bancario. Triloghi con il Parlamento europeo e il Consiglio sono in corso. Il pacchetto proposto dovrebbe sostituire gli attuali requisiti patrimoniali direttive (2006/48 e 2006/49) con una direttiva e un regolamento che costituiscono un altro passo importante verso la creazione di una più solida e più sicuro sistema finanziario. L´accesso direttiva disciplina l´attività di raccolta di depositi, mentre il regolamento stabilisce i requisiti prudenziali che le istituzioni devono rispettare. (Vedi Ip/11/915 ). Commissario Barnier accoglierà i progressi compiuti sotto la presidenza di Cipro, e invita gli Stati membri a raggiungere un accordo sulle questioni in sospeso, come la remunerazione dei banchieri e la flessibilità a livello nazionale. Per maggiori informazioni: http://ec.Europa.eu/internal_market/bank/regcapital/index_en.htm  Governance economica - "Two-pack" (Soc) - Due progetti di regolamento, la cosiddetta "Two-pack ( cfr. Memo/11/822) , l´obiettivo di rafforzare ulteriormente la governance economica nella zona euro, in particolare attraverso la sorveglianza preventiva paese dei bilanci nazionali. Il Consiglio discuterà lo stato d´avanzamento del processo legislativo. La Commissione accoglie con favore i progressi compiuti con il Parlamento europeo e il Consiglio nelle "consultazioni a tre" per finalizzare il contenuto tecnico di entrambi i progetti di proposte. Ciò dovrebbe facilitare un accordo in prima lettura sul pacchetto nel prossimo futuro. In qualità di Vice-presidente Olli Rehn ha detto di recente, "questa è una prova di credibilità dell´Europa sulla nostra strada verso l´unione di stabilità sia di responsabilità e di solidarietà". 2 Presentazione del programma di lavoro della Presidenza irlandese (Soc, Sdr e Et) Il Consiglio discuterà il programma di lavoro della Presidenza dell´Unione europea per il primo semestre del 2013. Il programma della Presidenza mira a garantire la stabilità, l´occupazione e la crescita. Vicepresidente Rehn e commissari Barnier e Šemeta accoglierà il programma di lavoro della Presidenza. Vicepresidente Rehn sottolineerà la necessità di adottare delle due componenti, la corretta esecuzione del semestre europeo e di un ulteriore lavoro per rafforzare l´Unione economica e monetaria. Commissario Barnier metterà in risalto l´adozione della risoluzione nel settore bancario e della direttiva proposta di recupero e della proposta di uno schema di garanzia dei depositi per una questione di urgenza. Sarà anche messo l´accento sulla necessità di adozione di Markets in Financial Instruments Directive e del regolamento (Mifid) (cfr. Ip/11/1219). Sarà anche esortare i membri del Consiglio di lavorare con la presidenza, la Commissione e il Parlamento europeo a concludere il triloghi credito ipotecario (cfr. Memo/11/205 e Ip/11/383) e fare progressi sulla centrale regolamento titoli depositari (vedi Ip/12/221 e Memo/12/163 ). La Commissione prevede inoltre notevoli progressi sulle proposte di regolamento sugli abusi di mercato e per una direttiva sulle sanzioni penali per abusi di mercato (Mar / Mad) (cfr. Memo/12/595 ). Commissario Šemeta accoglierà l´ambizione che la Presidenza irlandese sta mostrando nel suo intento di far progredire file chiave, in particolare la tassa sulle transazioni finanziarie, piano d´azione per evasione fiscale, comune consolidata Corporate Tax Base Ccctb (cfr. Ip/11/319 e Memo / 11/171 ) e il meccanismo di reazione rapida in materia di Iva ( Ip/12/868 , Memo/12/609 ). 3 Seguire-up della riunione del Consiglio europeo del 13-14 dicembre 2012 (Soc e Sdr). Il Consiglio discuterà l´esito del Consiglio europeo del 13-14 dicembre, quando i leader dell´Ue hanno convenuto di proseguire i lavori su una roadmap su e rafforzamento dell´Unione economica e monetaria (Uem). Il 28 novembre, la Commissione ha pubblicato un "progetto" per una vera e profonda Uem sostenuta da un architettura forte e stabile nel settore finanziario, fiscali, economici e politici ( Ip/12/1272 ). Questo costituisce il contributo della Commissione alla relazione dei Presidenti del Consiglio europeo, Commissione europea, dell´Eurogruppo e della Banca centrale europea e ha costituito la base per la discussione in sede di Consiglio europeo dello scorso dicembre. Il Consiglio europeo ha invitato il Consiglio e il Parlamento europeo di approvare le proposte di direttiva sul recupero e la risoluzione ( vedi Ip/12/570 e Memo/12/416 ) e per un sistema di garanzia dei depositi (cfr. Ip/10/918 ) , come con urgenza prima del giugno 2013. L´adozione di questa legislazione è un secondo passo importante da prendere verso il sindacato bancario. Commissario Barnier ribadire che la Commissione si appresta a presentare una proposta legislativa di un meccanismo di risoluzione unico, una volta che l´adozione del meccanismo unico di Sorveglianza e il ripristino della Banca e la direttiva risoluzione sono garantiti. Per maggiori informazioni: http://ec.Europa.eu/internal_market/finances/index_en.htm  4 Rilevazione annuale della crescita 2013 (Soc) - Il Consiglio si confronteranno sulle annuale della crescita (Ags), che la Commissione ha adottato il 28 novembre. L´ags dà il via il semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche, che assicura che gli Stati membri allineare i loro piani di bilancio ed economica con il patto di stabilità e crescita e la strategia Europa 2020. Il messaggio principale della Ags di quest´anno è che, mentre le politiche dell´Ue stanno cominciando a mostrare i risultati - deficit stanno scendendo, le tensioni sui mercati finanziari sono allentamento, gli squilibri sono in diminuzione e ci sono segni che la competitività di un miglioramento in alcuni Stati membri. Tuttavia, non c´è spazio per l´autocompiacimento come la riforma è necessario continuare a garantire una crescita sostenibile e l´occupazione. Per questo motivo la Commissione ritiene che le cinque priorità delineate nel 2012 Ags (cfr. Memo/11/821 ) rimangono valide. Queste cinque priorità sono: perseguire differenziata, favorevole alla crescita consolidamento fiscale; ripristino prestito normale per l´economia, promuovere la crescita e la competitività di oggi e di domani, lottare contro la disoccupazione e le conseguenze sociali della crisi e la modernizzazione della pubblica amministrazione ( Ip/12/1274 , Memo/12/910 ). Il Consiglio europeo del 13/14 dicembre concordato con le priorità individuate e ha incaricato il Consiglio a proseguire le discussioni in corsa fino al Consiglio europeo di marzo, che emanerà le linee guida per le politiche economiche degli Stati membri ´. 5 Un piano d´azione per rafforzare la lotta contro le frodi e l´evasione fiscale (Et) Commissario Šemeta presenterà il piano d´azione per la lotta contro la frode e l´evasione fiscale e le raccomandazioni sui paradisi fiscali e in materia di pianificazione fiscale aggressiva adottata dalla Commissione il 6 dicembre 2012 (cfr. Ip/12/1325 e Memo/12/949 ). Piano d´azione della Commissione mira ad una risposta più efficace dell´Ue per l´evasione e l´elusione fiscale. Essa definisce una serie completa di misure, per ora e per il futuro, per aiutare gli Stati membri proteggere le loro basi imponibili. La prima raccomandazione prevede una posizione forte Ue contro i paradisi fiscali, andando oltre le attuali misure internazionali. Utilizzando criteri comuni, gli Stati membri sono incoraggiati a identificare i paradisi fiscali e metterli sulle liste nere nazionali. Misure specifiche per convincere questi paesi terzi l´applicazione di principi di governance dell´Ue sono anche indicati. La seconda raccomandazione è in pianificazione fiscale aggressiva. Essa suggerisce modi per affrontare tecnicismi giuridici e lacune che alcune aziende sfruttano per evitare di pagare la loro parte. Gli Stati membri sono incoraggiati a rafforzare le proprie convenzioni sulla doppia imposizione, per evitare che si traduca in nessun imposizione. Essi dovrebbero anche adottare una comune Generale Anti-abuse regola, in base al quale potevano ignorare qualsiasi costruzione artificiosa, effettuata senza scopo di evasione fiscale e delle imposte, invece, sulla base della effettiva sostanza economica. Altre iniziative previste nel piano d´azione includono il codice di un contribuente, un numero di identificazione fiscale dell´Ue, un riesame delle disposizioni antiabuso nelle principali direttive Ue, e orientamenti comuni per tracciare i flussi di denaro. 6 tassa sulle transazioni finanziarie (Et) Il Consiglio dovrebbe adottare la proposta della Commissione di autorizzare una cooperazione rafforzata sulla tassa sulle transazioni finanziarie tra i 11 Stati membri. Il 23 ottobre 2012 la Commissione ha presentato una proposta di decisione del Consiglio di autorizzare la creazione di un sistema comune d´imposta sulle transazioni finanziarie nel quadro della procedura di cooperazione rafforzata (cfr. Ip/12/1138) . E ´la prima volta che viene utilizzata questa procedura in materia fiscale. Come richiesto dai 11 Stati membri che vogliono andare avanti, questo Ftt comune sarà basata sulla portata e gli obiettivi della proposta della Commissione del 2011 (cfr. Ip/11/1085) . Una volta che la procedura di cooperazione rafforzata è autorizzata, la Commissione intende procedere rapidamente alla fase successiva della procedura e presenterà un ´applicazione proposta´ in dettaglio il contenuto del Tlt da applicare da parte degli Stati membri partecipanti. Questo sarebbe poi discussi nelle formazioni appropriati del Consiglio. Altri problemi: Prima colazione informale dei ministri dell´economia e delle finanze - situazione del mercato economico e finanziario (Soc)- I ministri valuterà la situazione economica e finanziaria e le prospettive per l´economia dell´Ue. Negli ultimi mesi, lo stress dei mercati finanziari ha facilitato in modo sostanziale e propensione al rischio ha iniziato a tornare ai mercati. L´ultima previsione da parte dei servizi della Commissione, che è stato rilasciato il 7 novembre 2012, ha indicato un graduale miglioramento della situazione economica all´inizio del 2013. Previsioni inverno Il personale della Commissione è ora di iniziare a preparare e sarà pubblicato il 22 febbraio. Il personale della Commissione in particolare ha uno sguardo da vicino gli indicatori per i tempi di rendimento atteso di crescita del Pil.  
   
   
SESTO VERTICE UE-BRASILE. UN RAPPORTO SEMPRE PIÙ STRETTO  
 
 Bruxelles, 21 gennaio, 2013 - L´ue e il Brasile hanno goduto di un rapporto sempre più stretto incarnato nel partenariato strategico, istituito nel luglio 2007. In questo contesto, si incontreranno al più alto livello in occasione del 6 ° vertice Ue-brasile, che si terrà a Brasilia il 24 gennaio 2013. Il partenariato strategico ha generato una diversificazione costante della Ue-brasile rapporto segnato da una sostanziale intensificazione degli scambi politici ad alto livello e la creazione di alcune aree di dialogo 30. Il vertice 6 fornirà l´occasione per rafforzare i legami già solidi tra i due partner strategici. I leader discuteranno un´ampia gamma di argomenti: la pace e la sicurezza internazionale, compreso il disarmo e la non proliferazione, la situazione finanziaria ed economica internazionale e del processo del G20, il commercio internazionale e l´Agenda di Doha per lo sviluppo, il cambiamento climatico e gli esiti del Rio +20 delle Nazioni Unite Conferenza sullo sviluppo sostenibile, questioni energetiche, il Mercosur e in corso negoziati per un accordo Ue-mercosur e Ue-celac summit a Santiago del Cile il 26-27 gennaio. Leader anche uno scambio di opinioni sulla situazione politica in il Medio Oriente, in Nord Africa e in Africa Occidentale. Inoltre, si farà il punto dei progressi compiuti nella realizzazione del partenariato strategico, in particolare la cooperazione bilaterale in settori quali la scienza, la tecnologia e l´innovazione, l´istruzione, e dei diritti umani. Il presidente Van Rompuy ha osservato: "L´unione europea e il Brasile sono partner stretti e condividono un profondo impegno per i valori democratici, un multilateralismo efficace, e lo Stato di diritto Condividiamo la visione di un mondo basato sulla giustizia internazionale e di una maggiore equità sociale Insieme, il.. Ue e il Brasile può essere una forza per il bene della comunità internazionale. Dialogo aperto e franco, che è al centro della nostra amicizia è quindi di grande valore. Non vedo l´ora di discutere con il Presidente Rousseff efficace cooperazione con il Brasile su questioni fondamentali, come ad esempio governance globale economica e finanziaria, il cambiamento climatico e dei diritti umani nonché delle attuali questioni di politica estera. " Il presidente Barroso ha dichiarato: "I legami unici che collegano l´Ue e il Brasile sostenere un partenariato forte e di ampio respiro strategico che sta crescendo e l´approfondimento nel corso degli anni in un mondo sempre più complesso e interdipendente, dovremmo cogliere queste affinità e degli aspetti comuni a guardare avanti. L´agenda globale. Sono convinto che l´Unione europea e il Brasile può indicare la via per promuovere una più forte governance multilaterale, mantenendo i beni comuni globali, l´attuazione degli impegni G-20, mantenendo un commercio aperto, e creando le basi per lo sviluppo sostenibile e socialmente inclusiva crescita globale. Sulla base dei nostri valori comuni continueremo a lavorare con il Brasile verso il raggiungimento di questi obiettivi comuni, costruire ponti e ridurre le differenze. " Al vertice di Centro comune di ricerca della Commissione europea e il ministero brasiliano della Scienza, Tecnologia e Innovazione firmeranno un memorandum d´intesa sulla l´hosting di 100 ricercatori brasiliani presso il Centro comune di ricerca dell´Unione europea nel quadro del brasiliano "Scienza senza frontiere" regime di mobilità. L´ue sarà rappresentata dal Presidente del Consiglio, Herman Van Rompuy, e il presidente della Commissione europea, Jose Manuel Barroso. Brasile sarà rappresentata dal Presidente, Dilma Rousseff, che sarà accompagnato dal ministro delle Relazioni esterne, Antonio Patriota, e altri ministri.  
   
   
VERTICE DELL´UNIONE EUROPEA E DELLA COMUNITÀ DELL´AMERICA LATINA E DEI CARAIBI (CELAC): CREAZIONE DI ALLEANZE PER GLI INVESTIMENTI E LO SVILUPPO SOSTENIBILE  
 
Bruxelles, 21 gennaio, 2013 – I Leader europei si recheranno a Santiago del Cile, il 26-27 gennaio per un vertice con i loro omologhi dell´America Latina e dei Caraibi sotto il tema "Alleanza per lo sviluppo sostenibile: promuovere gli investimenti di qualità sociale e ambientale". Riunire le dimensioni economica, sociale e ambientale della biregionale, il vertice darà nuovo impulso alla cooperazione e la costruzione di posizioni comuni su questioni globali e le sfide comuni. Discussioni del vertice passerà in rassegna gli sviluppi politici e di affrontare questioni fondamentali e le opportunità attualmente confrontata l´Unione europea ei paesi dell´America latina e dei Caraibi. L´ue sarà rappresentata al vertice dal Presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy e il presidente della Commissione europea José Manuel Barroso. Un elevato livello di partecipazione si aspetta anche da Stati membri dell´Unione europea e quasi tutti i leader dell´America Latina e dei Caraibi sono tenuti a partecipare al vertice, ospitato dal presidente Piñera del Cile, che attualmente detiene la presidenza Celac. Il vertice sarà preparato da una riunione dei ministri degli Esteri il 25 gennaio, co-presieduta da Catherine Ashton, Alto rappresentante dell´Unione europea per gli affari esteri e la sicurezza / Vicepresidente della Commissione, e il ministro degli Esteri cileno Alfredo Moreno. Ministri degli Esteri discuteranno sul tema "Lavorare per la crescita e la stabilità". Il presidente Van Rompuy ha detto: . "A Santiago, noi riaffermiamo il carattere strategico del nostro rapporto fondato su valori comuni Passeremo in rassegna le principali sfide che la comunità internazionale si trova ad affrontare ed esaminare le modalità per rafforzare la nostra cooperazione a lavorare verso un mondo più giusto, sicuro e prospero mondo. Discuteremo l´integrazione regionale e la cooperazione in sedi internazionali. " Il presidente Barroso ha dichiarato: "La nostra partnership di lunga data con paesi dell´America Latina e dei Caraibi si basa sulla convinzione che entrambe le parti hanno interessi comuni in odierno mondo interdipendente e trarre grandi vantaggi di lavorare insieme. Il vertice si occuperà di un aspetto chiave del nostro rapporto: lo sviluppo degli investimenti e sostenibile. L´unione europea non è solo il primo investitore straniero in America latina e nei Caraibi, ma anche un partner impegnato nella promozione dello sviluppo sostenibile. La responsabilità sociale e ambientale deve essere una priorità comune per il futuro di entrambe le regioni ". America Latina e Caraibi hanno collettivamente goduto di una forte performance economica degli ultimi anni (4,5% di crescita media del Pil nel corso degli ultimi tre anni a livello regionale). L´ue rimane uno dei più importanti del commercio e investimenti per la regione Celac generale. La regione è anche sempre più influente a livello mondiale attraverso le Nazioni Unite e del G20. C´è già una stretta cooperazione tra l´Ue ei paesi della regione su una serie di sfide globali, compresi i diritti umani e la pena di morte, il sesso, i diritti del bambino, il cambiamento climatico e lo sviluppo sostenibile, con un forte potenziale per sviluppare ulteriormente la cooperazione. Discussioni del vertice riguarderà temi come il commercio e gli investimenti, la certezza del diritto, lo sviluppo sostenibile e la responsabilità sociale. Leader lavoreranno insieme su una dichiarazione del vertice che coprirà la scena internazionale, i progressi nel bi-regionale processo di partenariato e la promozione degli investimenti di qualità economica, sociale e ambientale. A Santiago, il piano d´azione adottato in occasione dell´ultimo vertice Ue-alc di Madrid (maggio 2010) sarà ampliato. Nuovi capitoli di genere - per rafforzare la parità di genere e promuovere la società eque e egualitario - e sugli investimenti dovrebbero essere aggiunti. Vicepresidente della Commissione europea Antonio Tajani sarà in Cile accompagnato da una delegazione economica composta di 51 rappresentanti di 40 aziende europee e associazioni di settore, da dieci Stati membri dell´Ue. Questo fa parte di una serie di " missioni per la crescita "per aiutare le imprese europee, in particolare le piccole e medie imprese (Pmi), per meglio trarre profitto da mercati emergenti in rapida crescita internazionale. Vice-presidente Tajani terrà un livello ministeriale gamma destinati ad approfondire l´attuazione di accordi politici firmati nel giugno 2011 con le autorità cilene per lo sviluppo delle Pmi , cooperazione industriale , il turismo e lo spazio . Le discussioni verteranno anche sul favorire la promozione di cluster e reti di imprese per promuovere l´internazionalizzazione delle Pmi. Commissario europeo per il commercio Karel de Gucht, sarà anche a Santiago e sfruttare l´occasione per entrare in contatto con le controparti della regione all´ordine del giorno commercio, dando particolare priorità per garantire il progresso che consente un´applicazione imminente provvisoria di accordi di libero scambio con la Colombia e il Perù, e del pilastro commerciale dell´accordo di associazione con l´America centrale. Nel corso delle discussioni a Santiago a tutti i livelli, l´Ue sottolineerà l´importanza di un dialogo aperto, trasparente, non discriminatorio, stabile e ambiente favorevole alle imprese. La certezza del diritto per gli investitori è essenziale per la promozione di alta qualità, investimenti socialmente responsabili. L´ue intende inoltre sottolineare l´importanza di promuovere il commercio aperto e astenendosi da misure protezionistiche in modo da garantire la crescita e lo sviluppo. Sarà anche sottolineare la propria disponibilità a collaborare con i partner Lac sulla Responsabilità Sociale, che è parte integrante della strategia di investimento dell´Ue. Il vertice di Santiago sarà settimo vertice dell´Ue in quanto la prima edizione del vertice Ue-alc a Rio de Janeiro nel 1999, che ha lanciato una "partnership strategica" tra le due regioni. Sarà il primo vertice con Celac - la Comunità di Stati Latinoamericani e dei Caraibi - quale controparte dell´Ue. Presidenti Van Rompuy e Barroso e il Commissario De Gucht parteciperà anche al Business Summit, che riunirà imprenditori, leader politici e connessi alle imprese in istituzioni di entrambe le regioni. Il tema centrale sarà ´investimenti per la crescita economica, inclusione sociale e sostenibilità ambientale´.  
   
   
PARLAMENTO EUROPEO: MADE IN: MARCHIO D´ORIGINE DEVE ESSERE OBBLIGATORIO PER PRODOTTI IMPORTATI  
 
Strasburgo, 21 gennaio 2013 - Secondo il Parlamento europeo, l´Unione deve rendere obbligatorio l´uso del marchio d´origine per i beni importati da paesi terzi. Gli eurodeputati hanno reiterato la loro domanda giovedì, durante un dibattito in plenaria e in una risoluzione. Dopo aver criticato la decisione della Commissione di ritirare il regolamento sul "made in" proposto, che aveva ricevuto il forte sostegno del Parlamento nel 2010, gli eurodeputati hanno chiesto una nuova proposta. Cristiana Muscardini (Ecr, It), relatrice per il dossier legislativo sul "made in", durante un dibattito con il Commissario per il commercio Karel de Gucht, ha detto: "Il mercato globalizzato porta sviluppo solo se le regole sono comuni e condivise". Con riferimento all´esistenza di norme sul marchio d´origine in paesi concorrenti come Brasile, Cina e Usa, Muscardini ha detto: "L´europa non può dirsi giusta verso i propri cittadini se non è capace di difenderne i diritti" approvando le stesse norme o chiedendone l´abrogazione nei paesi competitori, e ha chiesto un incontro con Commissione e Consiglio per superare l´impasse. Poiché gli Stati membri non sono riusciti a mettersi d´accordo sull´indicazione del paese d´origine obbligatoria per i prodotti importati nell´Ue, quali abiti, scarpe e gioielli, la Commissione deve esplorare altre strade per garantire "condizioni di parità tra le imprese dell´Ue e i loro concorrenti dei paesi terzi" e la tutela dei consumatori, chiede il Parlamento. Solo un´etichettatura con l´indicazione del paese d´origine di un prodotto può garantire una scelta informata da parte dei consumatori, affermano i deputati, che pertanto chiedono alla Commissione di proporre un nuovo testo in tal senso. I deputati sottolineano infine che nell´Ue non si applicano norme comuni sull´attestazione di origine delle merci importate, ad eccezione di determinati casi nel settore agricolo e che paesi quali Brasile, Canada, Cina e Stati Uniti già impongono tale obbligo su alcuni prodotti. La risoluzione è stata adottata per alzata di mano.  
   
   
IL PARLAMENTO EUROPEO APPROVA STORICO ACCORDO DI PARTNERSHIP CON IRAQ  
 
Strasburgo, 21 gennaio 2013 - Gli eurodeputati hanno dato il loro consenso al primo accordo in assoluto con il Paese asiatico giovedì. Gli obiettivi del trattato sono il potenziamento della sicurezza e della stabilità e l´accompagnamento nella transizione democratica irachena. In un´altra risoluzione approvata sempre giovedì, il Parlamento esprime preoccupazione per i continui atti di violenza e per le violazioni dei diritti umani in Iraq e chiede una maggiore presenza Ue nell´area. L´accordo di partenariato e cooperazione (Apc) aumenterà la collaborazione in una serie di settori, dal commercio agli investimenti per lo sviluppo. L´accordo commerciale non preferenziale, in vigore provvisoriamente dal 1° agosto 2012, include norme di base di cooperazione commerciale per aiutare l´Iraq a prepararsi per un´eventuale adesione all´Omc. "Il Apc è un simbolo della determinazione dell´Ue a svolgere un ruolo importante nella transizione dell´Iraq. Dobbiamo però sostenere le nostre ambizioni politiche e le partecipazioni strategiche con le necessarie risorse umane e finanziarie", ha detto il relatore Mario Mauro (Ppe, It) mercoledì durante un dibattito. Secondo l´accordo rinnovabile di 10 anni, firmato l´11 maggio 2012 e approvato oggi dall´Aula, i ministri si incontreranno ogni anno per valutare i progressi compiuti su pace, democrazia e Stato di diritto. L´ue inoltre aiuterà l´Iraq ad aderire allo Statuto di Roma della Corte penale internazionale. L´accordo promuove anche i diritti umani e le libertà fondamentali e mira a combattere il terrorismo e la proliferazione delle armi. Il Parlamento ha approvato l´accordo per alzata di mano. Fondamentale la riconciliazione nazionale - In una risoluzione non vincolante, approvata per alzata di mano, i deputati esprimono forte preoccupazione per i continui atti di violenza contro i civili, i gruppi vulnerabili e le comunità religiose, e chiedono un´azione più incisiva da parte delle autorità irachene contro la violenza interetnica. Una presenza più forte dell´Unione europea in Iraq - La delegazione a Baghdad deve essere pienamente operativa per consentire all´Ue di svolgere un ruolo significativo nella transizione dell´Iraq, affermano i deputati. Secondo il testo approvato, ci deve essere organico sufficientemente e locali adeguati, e deve essere garantita piena sicurezza al capo delegazione affinché possa viaggiare in tutto il paese per monitorare i programmi finanziati dall´Ue, il rispetto dei diritti umani e l´attuazione delle riforme.  
   
   
UE: APRIRE DELEGAZIONI A MYANMAR E NEGLI EMIRATI ARABI UNITI  
 
Bruxelles, 21 gennaio 2013 - A seguito di una decisione di Catherine Ashton, Alto rappresentante dell´Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza / Vicepresidente della Commissione, l´Unione europea è quello di aprire una delegazione nella Repubblica dell´Unione di Myanmar (Birmania) e una delegazione della Emirati Arabi Uniti. La delegazione dell´Unione europea nella Repubblica del Suriname è da chiudere. Prendendo queste misure in considerazione, l´Unione europea dispone di un totale di 141 delegazioni e uffici in tutto il mondo. Catherine Ashton ha dichiarato: "L´unione europea ha seguito e ha accolto con favore i cambiamenti storici in Birmania / Myanmar e incoraggiamo il paese a proseguire nelle sue riforme di ampia portata L´apertura di una delegazione a Yangon consentirà all´Ue di step-up il suo dialogo. E la cooperazione con le autorità nazionali e altri soggetti interessati, al fine di contribuire al paese sviluppo economico, politico e sociale. Sono anche molto lieta di annunciare l´apertura di una delegazione dell´Unione europea negli Emirati Arabi Uniti, in quanto tale decisione mette in evidenza l´importanza di una i nostri interessi geostrategici in ei nostri legami politici ed economici con questo paese, così come con il Gulf Cooperation Council (Gcc) nel suo complesso. " Le decisioni l´Alto rappresentante / Vicepresidente seguire quelle del Consiglio dell´Unione europea e la Commissione il 28 settembre e il 19 dicembre 2012, rispettivamente e dovrebbero essere attuate nel corso del 2013. Fino ad ora la delegazione a Riyadh, in Arabia Saudita, è stato solo rappresentanza diplomatica permanente dell´Ue nei sei Paesi membri del Ccg, che copre le relazioni con il Ccg, nonché con il Bahrain, Kuweit, Oman, Qatar, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti. La decisione di aprire una delegazione in Myanmar riflette la deviazione significativa dal regime autoritario assunto dall´inizio del 2011, insieme con l´impegno del paese per le riforme e le misure importanti adottate per creare una società più aperta. La chiusura della delegazione dell´Unione europea in Suriname è il risultato di una ridistribuzione delle risorse, con l´impegno dell´Ue per il suo rapporto con il paese che rimane assicurata attraverso il riconoscimento diplomatico del suo capo delegazione nella vicina Guyana Suriname. La delegazione Ue in Guyana si occuperà anche del programma dell´Unione europea e il dialogo e con il Suriname. Maggiori informazioni Relazioni dell´Ue con il Myanmar (Birmania): http://eeas.Europa.eu/myanmar/index_en.htm    
   
   
UE, TAJANI: PUNTARE SULLE INFRASTRUTTURE PER FAR RIPARTIRE IL MERIDIONE E L´ITALIA  
 
Roma, 21 gennaio 2013 - Lo scorso 17 gennaio il Vicepresidente della Commissione europea, responsabile per l´Industria e l´Imprenditoria, Antonio Tajani è intervenuto al convegno "Mezzogiorno 2014-2020. Gli investimenti infrastrutturali nella nuova Politica di coesione", promosso a Roma da Confindustria, in collaborazione con la Commissione europea e Ferrovie dello Stato Italiane. Di seguito il suo intervento: “ Introduzione Oggi l´Europa ricorda quei malati medioevali cui si applicava come cura universale il salasso. Aggravando spesso la malattia per sfinimento del paziente. La cura della sola austerità, non affiancata dalle nuove energie che possono arrivare solo da investimenti mirati per la crescita, a cominciare dalle infrastrutture, peggiora la malattia. Come dimostrano i dati economici più recenti. Questo salasso, imposto in particolare agli Stati in difficoltà, ha inoltre accentuato le divergenze nell´Ue. Tra il 2008 e il 2012 il Pil in Italia è calato del 6.8%, in Spagna del 5.4%; mentre in Germania è aumentato di 1.7%. Cosi come la disoccupazione è calata del 2.4% in Germania e cresciuta invece del 4.4% in Italia e del 15.5 in Spagna. Per non parlare dell´abisso in cui si trova la Grecia e di quel 25% di europei ormai a rischio povertà. Il barometro continua a scendere. La crescita resta piatta. La disoccupazione ha superato i 26 milioni, 2 in più dell´anno scorso. Con il livello record per l´Italia dal dopoguerra dell´11.8% e il 37% di giovani senza lavoro. L´europa ha perso terreno nel panorama globale: è stata l´unica area in recessione nel 2012 e molto probabilmente continuerà a esserlo anche nel 2013, a fronte di stime di crescita del 2% degli Usa e dell´8% della Cina e di un trend positivo che continuerà anche nel 2013 persino in Giappone. Il protrarsi della recessione sta creando una situazione socialmente insostenibile, con crescenti difficoltà nel far condividere il progetto europeo alle opinioni pubbliche. Non si può continuare a chiedere sacrifici senza dare speranze. Pensare di uscire dalla crisi col solo consolidamento fiscale, nel mezzo di una desertificazione produttiva, è una pericolosa illusione. L´aumento delle tasse è controproducente in quanto scoraggia ulteriormente investimenti e lavoro, finendo per peggiorare i conti. Serve invece proseguire sulla via di riforme e investimenti selettivi per rendere l´Europa un luogo più favorevole per chi vuole fare impresa. Con tagli mirati alla spesa e riduzione del perimetro occupato dalle amministrazioni pubbliche e aumento dello spazio per l´iniziativa privata. Dobbiamo agire prima che sia tardi. Dalla fine degli anni 90 l´Ue ha avuto un forte declino industriale. La crisi ha accelerato questo processo, con la perdita di 3 milioni di posti nell´industria e la quota di Pil legata al manifatturiero scesa al 15.6%. Indebolire ancora il tessuto produttivo potrebbe portarci a un punto di non ritorno. L´industria, come un organismo vivente, non sopravvivrebbe a una delocalizzazione massiccia, con l´amputazione di organi vitali. Il baricentro della produzione manifatturiera globale si è sempre più spostato verso i paesi emergenti. Dal 2007 la Cina con +7,7 è arrivata al 21,7%, superando Usa (14,5%) e l’Ue a 15 (calata dal 27,1% al 21,0%). E le cose non sembrano migliorare. La produzione industriale Ue a novembre ha avuto il terzo calo consecutivo con un meno 3,3% rispetto al novembre 2011. Primato negativo spetta purtroppo all´Italia con meno 7,6%. La continua perdita di base industriale non è stata una fatalità. Corrisponde a errori che sono alla radice dell´attuale crisi. Basti pensare che fino a poco tempo fa era di moda parlare del futuro post industriale dell´Europa. Lo strabismo europeo è palese se si guarda agli aiuti di Stato autorizzati con la crisi: 81 miliardi all´industria, 4200 alle banche. Ci si è accorti con ritardo che l´80% dell´innovazione e 2/3 dell´export vengono dall´industria e, per ogni posto nel manifatturiero se ne creano da uno a due nei servizi. Per questo, come ha dimostrato la crisi, i paesi Ue che hanno meglio retto sono quelli con una base industriale solida. Un´europa Piu Amica Dell´industria Malgrado queste evidenze, talvolta l´Europa da ancora l´impressione di remare addirittura contro l´industria, con politiche, regole, burocrazia e altri costi che fanno fuggire le imprese e scoraggiato investimenti. Come il personaggio di Candide, ci siamo forse un po´ illusi di vivere "nel migliore dei mondi possibili"; di poter diventare, indipendentemente da quanto accadeva fuori, nel mezzo di una concorrenza globale sempre più agguerrita, un modello per il mondo; con legislazioni d´avanguardia, da primi della classe. Il problema è che il resto del mondo, spesso, non ci ha seguito. Le divergenze di costi legati a standard ambientali o sociali diversissimi, ad esempio, non si sono riflesse nella nostra politica commerciale. Abbiamo abbassato tariffe e tolto barriere tecniche senza considerare gli svantaggi insostenibili per la nostra industria in un mercato globale sempre più aperto. Nella lotta ai cambiamenti climatici è stato meritevole avere target e regole severe sulle emissioni. Ma continuare una corsa sempre più solitaria, imponendo nuovi oneri all´industria, significa andare contro l´obiettivo di frenare il surriscaldamento. Col costo dell´energia più alto al mondo favoriamo le delocalizzazione dove ci si alimenta col carbone senza regole sulle emissioni. E non credo che questo aiuterà il nostro clima… Da settimane l´euro prosegue la marcia al rialzo. Nell´ultimo anno si è rivalutato del 5% sul dollaro e del 20% sullo yen malgrado la nostra recessione e la crescita negli Usa (2.2%) e Giappone (1.7%). In molti ritengono che l´euro sia sopravvalutato di almeno il 20% rispetto ai fondamentali della maggior parte degli Stati Ue, danneggiando cosi la competitività della nostra industria. E rendendo più difficile agganciare con l´export le locomotive della ripresa mondiale. La prima vittima di questa "guerra delle monete" è il manifatturiero europeo: schiacciato, da una parte, degli effetti dell´austerity sul potere d´acquisto delle famiglie; d´altra, da grandi potenze che manovrano spregiudicatamente il cambio. E´ giunto il momento di rovesciare la percezione di un´Europa ostile al business e dare segnali inequivocabili della nostra volontà di attirare investimenti e favorire la creazione d´imprese. Ossia, una politica fatta di meno regole punitive, target irrealistici e moneta sopravvalutata; e più investimenti per infrastrutture e innovazione con una vera banca centrale che aiuti la crescita. E amministrazioni pubbliche al servizio delle imprese o, almeno, capaci di non ostacolare i loro sforzi. Il 10 ottobre abbiamo proposto una strategia europea per re industrializzare l´Europa, invertendo il declino per passare dall´attuale 15.6% a il 20% di Pil legato a manifatturiero entro il 2020. Con poche priorità e focalizzandoci su alcuni pilastri: (i) credito, (ii) accesso ai mercati, (iii) formazione, (iv) più investimenti per innovazione industriale. Un Piano Crescita Per Il Meridione La situazione nel Sud Italia è ancora più drammatica. Negli ultimi 5 anni il Pil è sceso di 6 punti. E oltre 2/3 del 600.000 posti persi in Italia con la crisi sono nel Sud. Eppure, tra il 2000 e il 2013 sono stati destinati al Meridione circa 80 miliardi di fondi strutturali Ue, incluso il cofinanziamento nazionale, senza contare la politica agricola. Malgrado queste ingenti risorse, il divario di sviluppo tra Mezzogiorno e le altre aree del Paese e dell’Ue si è allargato. L´emergenza Sud cresce nelle cronache anche per il numero di crisi aziendali che qui assumono maggiore drammaticità per la mancanza di alternative. Situazioni diverse, ma accomunate da un contesto sfavorevole alla competitività, con poche infrastrutture, alti costi energetici, scarsa attenzione alla sostenibilità. E altri mali storici: criminalità, economia sommersa, inefficienza della pubblica amministrazione, tempi della giustizia, ritardi di pagamento, difficoltà di accesso al credito, formazione non sempre all´altezza… Far ripartire il Meridione è indispensabile per uscire dalla recessione. L´evento di oggi è l´occasione per ragionare su un "Piano crescita" in una dimensione europea che metta in campo tutte le risorse disponibili e dia priorità alle infrastrutture. Questo Piano deve partire dal migliore utilizzo dei fondi strutturali ancora disponibili nell´attuale programmazione e dare una prospettiva di lungo periodo, tracciando le linee programmatiche per i fondi 2014-2020. In sinergia con gli investimenti della Bei e altri fondi Ue per la competitività che la Commissione ha proposto di aumentare: da 54 a 80 miliardi per Orizzonte 2020, il raddoppio dei fondi di Cosme per accesso al credito, e da 14 a 50 miliardi per le infrastrutture. Puntare Su Vere Priorita´ Se la ricetta generale, in linea con la nuova strategia di politica industriale e il piano per l´imprenditorialità presentato il 9 gennaio, sono accesso al credito, un contesto più favorevole al business e all´export, infrastrutture moderne, innovazione e formazione, bisogna tener conto delle peculiarità del Sud puntando sui settori che facciano da volano alle sue potenzialità. Penso a logistica, reti energetiche, per un sistema competitivo nella gestione delle merci che transitano nel Mediterraneo e la realizzazione di un hub per gas e rinnovabili; a settori con ancora grandi potenzialità e sinergie, quali turismo, cultura, moda e agroalimentare; penso alla riconversione di parte dell´edilizia verso livelli di maggiore efficienza, sicurezza sismica e rispetto del territorio; ma anche all´industria manifatturiera innovativa e di qualità, senza la quale lo sviluppo del Sud non può avere basi solide; e a cui deve fare da volano lo sviluppo di reti e tecnologie digitali. Da qui al 2020 il 70% della nuova crescita sarà concentrata nelle economie emergenti. Nel Sud esistono segnali di vitalità sull´export, cresciuto proporzionalmente più che al Nord e con un interscambio del 12.4 con l´area del Mediterraneo rispetto al 5.9 del Nord. Ma esistono ancora molti freni legati anche all´insufficienza del sistema delle infrastture. Investire Nelle Infrastrutture Nel rapporto sulla competitività industriale presentato a ottobre l´Italia è tra gli ultimi nella Ue per l´adeguatezza delle infrastrutture. Questo anche perché nell´ultimo decennio le risorse disponibili sono scese del 73%. Il ritardo è particolarmente grave al Meridione. Qui, ad esempio, vi sono meno di 1/3 delle linee ferroviarie italiane, solo ¼ di quelle a doppio binario e 1/6 dell´alta velocità. Lo sviluppo d´infrastrutture adeguate è quindi nevralgico nella strategia per la crescita e la reindustrializzazione. Come indicato nel piano europeo per le costruzioni presentato a luglio 2012, far ripartire questo settore significa creare ricadute su molti comparti industriali, a cominciare dall´acciaio, tra i più colpiti dalla crisi. Il completamento e la modernizzazione del sistema dei trasporti ha ricadute rilevanti sul turismo che, malgrado le sue enormi potenzialità, è ancora meno sviluppato al Sud rispetto al resto d´Italia. Carenza d´infrastrutture significa maggiore costo dell´energia, il più alto d´Europa, tra i primi fattori di disincentivo a investire nel sud. Lo sviluppo di reti per il gas o la trasmissione "intelligente" di elettricità è essenziale per concorrenza, sicurezza e valorizzare delle rinnovabili prodotte al sud (35% del solare, 32% da biomassa e il 98% dell´eolico). Cosi come nella concorrenza per la logistica nel Mediterraneo si perde terreno senza investimenti nella modernizzazione del sistema d´inter modalità. Fondamentale anche la banda larga, presupposto per cogliere le opportunità della rivoluzione tecnologica in atto. Alcune infrastrutture chiave sono già parte dell´iniziativa europea "connecting europe". Tra queste vi è il collegamento ferroviario Napoli-palermo, come parte dell’asse Berlino-palermo tra i dieci progetti prioritari. Ora è il momento di agire con progetti precisi e tempestivi. Altra infrastruttura finanziata dalla Ue da valorizzare è il porto di Gioia Tauro, porta d´ingresso del Sud finora utilizzato per smistare container. Per superare la concorrenza di porti con funzioni analoghe, Gioia Tauro dovrebbe dotarsi di sistemi d´interoperabilità nell´entroterra che valorizzino la sua posizione geografica. Investire sul sistema portuale e del trasporto marittimo ha un rilevante impatto sull’economia del territorio con un moltiplicatore pari a 2,53, per cui su 100 euro d´investimenti se ne generano 253. Ruolo insostituibile hanno gli aeroporti che servono regioni periferiche o isole con alta potenzialità turistica. Eppure, l´aeroporto di Comiso, già realizzato da alcuni anni con l´impiego di 17 milioni di fondi Ue, non riesce a "decollare" con perdita d´indotto in un´area dalle formidabili potenzialità. Basti pensare che l´aeroporto di Trapani, aperto dopo forti resistenze, ha avuto nel 2011 un incremento del traffico del 50% e viaggia verso i due milioni di passeggeri, con un impatto del 10% del Pil nella provincia. Ogni turista aggiunge al Pil del territorio 103 euro al giorno. Investire nell´operatività di questi aeroporti è, dunque, un modo efficace di spendere fondi Ue. La carenza d´infrastrutture non è solo legata alla mancanza di fondi Ue. Altri fattori, quali l´accesso al credito e ritardi di pagamento, burocrazia, criminalità e, una troppo rigida applicazione del Patto di Stabilità, tagliano le gambe a progetti già finanziati o finanziabili. (i) Accesso ai capitali Questa crisi ha visto fallire decine di migliaia di aziende sane e frenare investimenti per impossibilità di accedere al credito. Malgrado i 1000 miliardi di liquidità della Bce, un´impresa su tre non ottiene il credito richiesto. Per far fronte alla crisi molte banche hanno chiesto il rientro di fidi e ora stentano a erogare credito, se non ha condizioni estremamente restrittive. Nel Sud la situazione è ancora più grave, con il 40% d´imprese che denuncia difficoltà di acceso al credito e tassi ben più alti della media Ue, con un differenziale del 3% rispetto ai tassi del Nord. Per non parlare dei tempi di pagamento delle amministrazioni, oltre il doppio di quelli già eccesivi del Nord, con 1/3 dei fallimenti causati da questa piaga. Pensare di mascherare i problemi dei conti di uno Stato sprecone finanziandosi sulla pelle d´imprese che falliscono è irresponsabile. La presunta furbizia di mettere la polvere sotto al tappeto può portarci verso il baratro di una spirale micidiale di ritardi – fallimenti – meno lavoro – meno entrate – ulteriore peggioramento dei conti, dei ritardi e dei fallimenti... Solo se lo Stato pagherà tempestivamente i 90 miliardi di debiti accumulati si potrà uscire da questa morsa ridando fiato all´economia. Il settore delle costruzioni è tra i più penalizzati, con 19 miliardi di crediti verso lo Stato. Per cui, per far ripartire le infrastture è essenziale risolvere questo nodo. In generale, nel Meridione, serve una politica – anche europea - per più fondi pubblici a garanzia di prestiti e capitali di rischio, con particolare attenzione alle start up e all´imprendibilità giovanile; serve un maggiore ruolo della Bei e un´applicazione di Basilea 3 che non penalizzi le Pmi. (ii) Migliorare il contesto per il business: Spesso mancano gli investimenti in infrastrutture perché non vi sono garanzie sui tempi di ottenimento di licenze e permessi vari. Le opere realizzate risultano sovente più costose per i tempi biblici di realizzazione legati anche a un atteggiamento spesso ostile sul territorio sintetizzato dall´acronimo "Nimby" (not in my backyard ovvero non nel mio cortile). Per questo la capacità di attirare investitori al Sud è limitata, con appena il 4,4% del totale degli investimenti esteri in Italia, malgrado la possibilità di ottenere fondi Ue. Come richiesto dall´Ue, fermo restando la tutela di sicurezza e ambiente, va fatto tutto il possibile per semplificare le procedure con tempi certi e il ricorso, ove possibile, al silenzio assenso. Migliorare L´utilizzo Dei Fondi Dei circa 36 miliardi di fondi strutturali 2007-2013 destinati al Sud, ne sono state impegnati circa il 60% e pagati 1/3, a fronte di un media Ue del 90% d´impegni e 60% di pagamenti. A un anno dalla conclusione del programma, alcune regioni rischiano seriamente di perdere centinaia di milioni. Nel mezzo della crisi e, in pieno negoziato sulla nuova programmazione 2014-2020, davvero l´Italia non può permetterselo. Le misure di riprogrammazione in corso, promosse dal mio collega Hahn insieme al Ministro Barca e ad alcune regioni, vanno nella giusta direzione. Ma, forse, esistono ancora margini per concentrare ulteriormente le risorse su poche azioni che facciano da volano. Penso a misure per il credito e le infrastrutture, con anche strumenti innovativi che coinvolgano la Bei e garanzia per prestiti con un forte effetto di leva. Ad esempio, i project bond già al via con un primo progetto pilota di 230 milioni (che consente finanziamenti per 4.5 miliardi), possono essere utilizzati nel Sud per grandi progetti infrastrutturali. In linea con il Governo, se le Regioni lo volessero, si potrebbe studiare insieme alla Bei l´utilizzo di questo strumento facendo leva sui fondi regionali non spesi. Conclusioni La politica regionale in tempi di scarsità di risorse assume un ruolo ancora più strategico per la crescita e la realizzazione di un contesto più favorevole all´impresa. Investire al Sud senza – in parallelo - dare risposte a problemi strutturali, quali mancanza d´infrastrutture, legalità o inefficienza dell´amministrazione, è come mettere acqua in un recipiente che perde. Ho cercato di tracciare le linee di un´azione che colleghi gli investimenti pubblici, inclusi i fondi Ue, a un´azione per favorire reindustrializzazione e imprenditorialità. Anche per rafforzare la credibilità italiana nell´attuale negoziato sul bilancio Europeo è indispensabile abbandonare un certo fatalismo e rimettere il Sud in cima all´agenda politica. E questo si può fare, proprio partendo da un piano ambizioso e credibile d´infrastrutture per il Meridione e il resto d´Italia.  
   
   
VERTICE UE – BRASILE: UN SURPLUS DI 1,0 MILIARDI DI EURO NELL’ EU27 SCAMBI DI MERCI CON IL BRASILE NEI PRIMI NOVE MESI DEL 2012 UN EU27 SURPLUS DI 4,3 MILIARDI NEL COMMERCIO DEI SERVIZI NEL 2011  
 
 Bruxelles, 21 gennaio 2013 - Ue27 esportazioni e sia le importazioni verso il Brasile sono state costantemente in aumentato tra il 2003 e il 2008, è scese nel 2009, e poi per raggiungere i livelli di picco nel 2011. Ue27 le esportazioni verso il Brasile sono pari a € 35700000000 e le importazioni a 38,9 miliardi di euro nel 2011 . Il Ue27 ha registrato un continuo deficit negli scambi di beni con il Brasile fino al 2011, raggiungendo un picco di 11,5 miliardi di euro nel 2007 , progressivamente a 3,2 miliardi di euro nel 2011 . I primi nove mesi di 201 2 hanno mostrato un quadro leggermente diverso, con Ue27 le esportazioni verso il Brasile in crescita da 26,2 miliardi di euro nei primi nove mesi del 2011-29,6 miliardi nello stesso periodo del 2012, mentre nello stesso periodo le importazioni sono scese dal 29,9 mld a 28,5 miliardi di euro. Di conseguenza, l´ Ue-27 deficit negli scambi di beni con il Brasile di 3,7 miliardi di euro nei primi nove mesi del 2011 trasformato in un surplus di 1,0 miliardi nello stesso periodo del 2012. Brasile rappresentavano poco più del 2% del Ue-27 ´s internazionale di scambi di merci, ed è stato il -27 ´s ottavo partner commerciale più importante nei primi nove mesi del 201 2 . In occasione della sesta dell´Unione europea - Brasile vertice, che si terrà il 24 gennaio 2013 a Brasilia , Eurostat, la statistica o ffice europea dell´Unione , i dati questioni sul commercio e gli investimenti tra il Brasile e l´ Unione europea . Germania, Francia e Italia hanno registrato i surplus commerciali con il Brasile Ue27tra gli Stati membri, la Germania ( 8,9 miliardi di euro o 3 0 % delle esportazioni Ue di beni ) era di gran lunga il più grande esportatore al Brasile nei primi nove mesi del 2012 , seguita dalla Francia (3,8 miliardi o 13%) , Italia ( 3,6 miliardi di euro o 1 2 %) , i Paesi Bassi e il Regno Unito ( entrambi 2,3 miliardi o 8%) . L´ Paesi Bassi 1 ( 6,3 miliardi di euro o 2 2 % delle importazioni dell´Ue ) è stato il principale importatore, seguito dalla Germania ( 5,3 miliardi di euro o 1 8 %), Francia ( 2,8 miliardi di euro o 1 0 %), la Spagna , l´Italia e il Regno Unito ( tutti i 2,7 miliardi o 9%) . I più grandi eccedenze negli scambi commerciali con il Brasile nei primi nove mesi del 2012 sono stati osservati in Germania (+ 3,6 miliardi di euro) , Francia (+ 1,0 miliardi ) e l´Italia (+0. 9 miliardi di euro) , e t ha più ampie carenze in il Paesi Bassi 1 ( - 4,1 miliardi di euro), Portogallo (-0. 7 miliardi di euro) e la Spagna (-0. 6 miliardi di euro ) . Oltre l´85% degli Ue27 esportazioni verso il Brasile nei primi nove mesi del 201 due sono stati manufatti , mentre per le importazioni di materie prime due rappresentano poco più di un terzo del totale e il cibo e bevande per quasi il 30% .  
   
   
UE: IL MERCATO UNICO ATTO II DOVREBBE URGENTEMENTE RISPONDERE AI FALLIMENTI DEL MERCATO UNICO  
 
 Bruxelles, 21 gennaio 2013 - Il 16 gennaio, la sessione plenaria del Cese ha adottato un parere su "Il mercato unico Atto Ii - Insieme per una nuova crescita". Il testo chiede un approccio più realistico alle politiche del mercato unico. Il Cese sostiene che la Commissione europea dovrebbe concentrarsi maggiormente sull´attuazione e meno sulla promozione dei benefici intangibili a volte per i cittadini, In particolare, il Cese chiede una rapida attuazione delle misure proposte nella comunicazione sulla governance del mercato unico e per le risposte legislative rapide e di alta qualità per migliorare l´attuazione globale delle norme Ue. Nonostante contributo positivo del mercato unico alla crescita economica e alla creazione di posti di lavoro, non ha ancora espresso tutto il suo potenziale a tutti i soggetti interessati (imprese, lavoratori e cittadini in generale) . Le impreviste negativi effetti collaterali del mercato unico devono essere affrontate con urgenza da tutte le istituzioni. Barriere create per motivi ingiustificati e discriminatori devono essere rimossi per consentire al mercato unico per funzionare correttamente. In questo contesto, l´attuazione e il rispetto della legislazione adottata deve garantire condizioni di parità. Purtroppo, il mercato unico Atti I e Ii non sottolineano l´importanza di garantire la fiducia per quanto riguarda il rispetto dei diritti. Mentre la crescente concorrenza è un obiettivo chiave della politica del mercato unico, anche i consumatori hanno bisogno di un solido quadro di protezione . Delle libertà economiche e delle regole della concorrenza non può avere la priorità sui diritti sociali fondamentali e il progresso sociale. Pertanto, il Comitato suggerisce l´aggiunta di un protocollo progresso sociale ai trattati europei riaffermando che il mercato unico non è un obiettivo in sé, ma è stato istituito al fine di conseguire il progresso sociale per tutti i cittadini dell´Ue . Il mercato unico deve essere basato sulla trasparenza e la responsabilità, sulla certezza del diritto e il buon governo in linea con gli interessi legittimi di tutti gli stakeholder.  
   
   
FVG/SLO: REGIONE PUNTA A RAFFORZARE COOPERAZIONE TRANSFRONTALIERA  
 
 Caporetto-kobarid (Slo), 21 gennaio 2013 - Potenziare l´escursionismo e la comune offerta enogastronomica, collegare con piste ciclabili e valorizzare tramite le risorse della programmazione europea 2014-20 le molteplici bellezze naturali per incrementare i flussi turistici e dare così una prospettiva di sviluppo alla Benecia e all´alta Valle d´Isonzo. E´ quanto è emerso dalla tavola rotonda, che si è svolta il 19 gennaio a Kobarid (Caporetto) in occasione della 43.A edizione dell´Incontro degli sloveni della provincia di Udine e del Poso?je (Isontino). Alla riunione, che ha visto la partecipazione di numerosi amministratori locali provenienti da entrambi i versanti del confine, ha preso parte (è la prima volta per un´esponente regionale) l´assessore alla Cooperazione Roberto Molinaro. Al successivo tradizionale Incontro è intervenuto il premier sloveno Janez Janša. Nel corso dei lavori sono stati presentati alcuni esempi di buone prassi di progetti transfrontalieri (Icon per le Pmi, Study Circles per l´istruzione, Inter Bike e Bimobis per le ciclovie, Zborzbirk per la valorizzazione del patrimonio culturale, Vie della Pace-sentieri storici e Climaparks) e sono state gettate le basi per la futura collaborazione transfrontaliera. I rapporti tra le due aree, ha sostenuto Molinaro, vanno intensificati, definendo in considerazione della crisi, "priorità e soluzioni diverse rispetto al passato". Nel ribadire il sostegno della Regione alla cooperazione, l´esponente dell´esecutivo regionale si è soffermato sulla necessità di rendere la progettualità transfrontaliera quotidiana e quindi continuativa. Tra le iniziative con un notevole riscontro turistico per l´area è stata menzionata la collaborazione in occasione del centenario della prima guerra mondiale ed è stata presentata la proposta di far transitare il Giro d´Italia nel 2015 in territorio sloveno, nello specifico nell´alta Valle d´Isonzo. La collaborazione tra i diversi enti serve per creare la necessaria massa critica finalizzata al reperimento dei fondi europei in questione che, è stato sottolineato, dovrebbero essere ad esclusiva disposizione dei territori vicini ai confine. Alla riunione sono emerse anche le questioni legate all´incoerenza e alle reticenze da parte di alcune amministrazioni locali in merito al mancato utilizzo della lingua ovvero del dialetto sloveno nella Benecia e in Val Resia. All´amministrazione regionale è stato chiesto il sostegno per l´avvio, come richiesto dai cittadini e dalle Amministrazioni comunali, dello studio delle lingue minoritarie nelle Valli del Torre e Val Canale. Il presidente del Governo sloveno Janša si è soffermato all´Incontro sull´importanza della minoranza linguistica slovena "ponte tra i due Stati". In ricordo del mons. Gujon, scomparso nel 2002, sono stati quest´anno premiati per il lavoro svolto a favore della comunità slovena il musicista Davide Clodig, il parroco di Lusevera Renzo Calligaro e il sindaco di Taipana Elio Berra.  
   
   
FVG - ISTITUZIONI: TONDO, LO STATO STRACCIA I PATTI E CHI È VIRTUOSO PAGA  
 
 Trieste, 21 Gennaio 2013 - Noi siamo stati leali, virtuosi e costruttivi per noi e per il Paese; siamo una regione responsabile che ha ridotto il debito per contribuire al risanamento del Paese. Il governo nazionale non ha mantenuto i patti siglati con noi il 29 ottobre 2010 e non possiamo essere definiti sleali se ne tiriamo le conseguenze. I patti vanno rispettati da tutti e non accettiamo che un governo che aumenta il debito pubblico, come definito nella sua finanziaria, continui a non dare nulla mentre ogni giorno mette le mani nei portafogli di regioni che hanno dimostrato nei fatti una leale collaborazione. Il presidente della Regione Renzo Tondo prende atto della sentenza della Corte Costituzionale in merito al contributo di solidarietà che il Friuli Venezia Giulia è chiamato a versare allo Stato, ma ribadisce che il principio delle lealtà istituzionale non può valere in una sola direzione, anche lo Stato deve mantenere i propri impegni e rispondere alle richieste di dialogo e confronto che anche noi abbiamo molte volte inutilmente avanzato ad un governo ogni giorno più sordo. Non avremo riflessi sui nostri bilanci - spiega il presidente - perché quei fondi sono stati accantonati in attesa della sentenza della Corte, la quale ha preso atto che lo Stato aveva già messo in legge nelle sue entrate il nostro contributo e non riconosce la richiesta regionale di verifica del mantenimento dei patti da parte dello Stato. Resta però che non possiamo accettare un rapporto sleale da parte del governo e la nostra resistenza è legittima difesa dei cittadini, già vittime di tagli feroci e della pesante crisi generale. Continuiamo a ritenere nostro dovere chiedere allo Stato il rispetto degli impegni proprio in forza dell´operato di una Regione che in quattro anni ha abbassato il debito pubblico di 800 milioni di euro. Mentre il governo aumenta il debito nazionale, questi milioni sono il vero concreto contributo di solidarietà del Friuli Venezia Giulia all´intero Paese. I numeri dicono che dal 2008 al 2012 il debito pubblico dell´Italia è aumentato da 1671 a 2021 miliardi mentre quello del Friuli Venezia Giulia si è abbassato da 1657 a 832 milioni. Siamo davanti a politiche nazionali che si riducono soltanto a tagliare risorse e mettono a rischio i servizi ai cittadini anche in regioni come la nostra, che finora hanno resistito con il proprio senso di responsabilità; confidiamo che il prossimo governo rimedi ai danni di questo governo presunto tecnico e sappia seriamente interloquire con le realtà regionali.  
   
   
COMUNICAZIONE ISTITUZIONALE: COME LE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE DEVONO COMUNICARE IN CASO DI EMERGENZA, SEMINARIO A VILLA UMBRA  
 
Perugia, 21 gennaio 2013 - Approfondire il ruolo strategico della comunicazione di emergenza nella prevenzione e nella gestione del rischio: il tema sarà approfondito nel corso di un seminario organizzato dalla Scuola Umbra di Amministrazione Pubblica di Villa Umbra, per il giorno 24 gennaio alle ore 9. Black out, alluvioni, terremoti, calamità naturali, incidenti, quando accade qualcosa di imprevisto le Amministrazioni Pubbliche giocano un ruolo strategico nell´affrontare e riportare alla normalità gli eventi critici e ricostruire un clima di fiducia nei rapporti con la collettività. "La giornata formativa in programma per il 24 gennaio vuole esaminare e discutere le regole da seguire anche dal punto di vista della comunicazione quando si è chiamati a gestire una situazione di crisi - ha dichiarato Alberto Naticchioni, Amministratore Unico della Scuola - Lo scopo quindi, è quello di aiutare le amministrazioni a prendere decisioni rapide e a saper gestire le emergenze dal punto di vista comunicativo per informare al meglio i cittadini". Alla giornata formativa è previsto l´intervento di Stefano Cianciotta, esperto in Relazioni Pubbliche, e dell´´avvocato Fabio Alessandroni che approfondiranno, tra le altre tematiche, il ruolo della comunicazione nella fase di gestione dell´emergenza anche analizzando sentenze significative che hanno fatto giurisprudenza in materia di prevenzione del rischio. Sarà approfondita anche la normativa italiana in materia di Protezione civile, modificata di recente con la legge 100 del 2012.  
   
   
SARDEGNA: DEFINITI CRITERI E MODALITÀ DI ASSUNZIONE NEI CANTIERI COMUNALI  
 
Cagliari, 21 Gennaio 2013 - "Era necessario definire organicamente criteri e modalità di assunzione dei lavoratori in questi progetti". Lo ha detto l´assessore del Lavoro, Antonello Liori, durante la presentazione della nuova regolamentazione per l’assunzione dei lavoratori nei ´Cantieri comunali´, recentemente approvata dalla Giunta regionale, che entrerà in vigore dal prossimo 1° febbraio. "I cantieri comunali sono rivolti a cittadini disoccupati che non usufruiscono di altre sovvenzioni pubbliche o di indennità, stabilendo priorità nell´impiego di soggetti espulsi dal mercato del lavoro negli ultimi due anni, di disoccupati da lungo tempo e di donne - ha aggiunto Liori - Un importante strumento a disposizione delle amministrazioni locali, che riveste particolare importanza come risposta alle esigenze occupazionali dei territori. Era perciò opportuno riordinare le norme che si erano succedute negli anni, determinando difficoltà interpretative, così da garantire uniformità di trattamento, trasparenza e rotazione dei soggetti coinvolti. Con questi criteri si vuole dare certezza del diritto, evitando che ogni Comune proceda con modalità proprie". "E’ il frutto di numerosi incontri con l’Assessorato, che hanno visto la nostra organizzazione condividere la stesura di queste norme, come era già avvenuto per i bandi Pisl e Poic, progetti per l’imprenditorialità comunale e lo sviluppo locale - hanno detto Umberto Oppus ed Emidio Contini, rispettivamente direttore regionale e vice presidente dell´Anci - I criteri uniformi di assunzione nei cantieri comunali possono rappresentare anche una ulteriore tutela contro gli attentati ai sindaci della Sardegna".  
   
   
MOBILITÀ DEI LAVORATORI DI PICCOLE AZIENDE, LA TOSCANA CHIEDE A FORNERO PROROGA DELLA NORMATIVA  
 
 Firenze, 21 gennaio 2013 – La proroga della normativa per l’iscrizione alle liste di mobilità dei lavoratori delle aziende sotto i 15 dipendenti che hanno perso il lavoro a seguito di licenziamento individuale per giustificato motivo, è stata chiesta dall’assessore alle attività produttive, formazione e lavoro della Regione Toscana , coordinatore delle Regioni per la materia lavoro, con una lettera inviata il 21 gennaio al ministro Elsa Fornero. La richiesta nasce dalla mancata previsione di una continuità della normativa in questione (la legge 236 del 1993), all’interno della Legge di stabilità approvata dal governo a fine dicembre. In sostanza le norme che la legge di stabilità ha cancellato sono due: la prima riguarda la possibilità, per il lavoratore singolo, di iscriversi alle liste di mobilità; la seconda è quella che consentiva alle aziende che eventualmente lo riassumevano, di usufruire di una riduzione degli oneri previdenziali (nella stessa misura prevista per gli apprendisti). La mancanza di una proroga rischierebbe così, come l’assessore fa presente nella lettera, di ridurre le possibilità di nuove assunzioni o di stabilizzazioni di contratti a termine per i lavoratori delle aziende con meno di 15 dipendenti licenziati per giustificato motivo. L’assessore si augura che si tratti di un “mero errore materiale” che, come già accaduto in passato, sia possibile sanare con un provvedimento ad hoc oppure che debba ritenersi prorogato quanto statuito dal comma 1, articolo 4 della legge 236/93. In particolare si sottolinea la preoccupazione per il fatto che la mancata previsione della norma possa colpire proprio i lavoratori delle piccole e piccolissime aziende, più esposte alla crisi e i cui lavoratori, costretti a presentarsi sul mercato in maniera individuale, avranno maggiori difficoltà nel trovare una nuova occupazione. Data l’incertezza normativa, si legge inoltre nella lettera al ministro, si sta registrando il fatto che molte delle aziende che hanno in forza lavoratori assunti dalle liste della legge 236/93 non stanno rinnovando né trasformando i rapporti di lavoro in scadenza, temendo di non poter più avere diritto agli sgravi contributivi. Tutto questo si traduce in un ulteriore colpo al mercato del lavoro, creando ulteriori problemi ai disoccupati che non percepiscono alcun sostegno al reddito e penalizzando le imprese disponibili ad assumere in un momento così difficile. Anche a nome delle Regioni e delle Province autonome, l’assessore chiede al governo un atto interpretativo che, anche per il 2013, preveda la proroga sia della iscrizione nelle liste di mobilità dei lavoratori licenziati da aziende con un organico inferiore alle 15 unità, che la concessione di sgravi contributivi per le aziende che assumono. Se l’interpretazione non dovesse essere quella auspicata dalle Regioni e Province autonome, si chiede al Governo l’emanazione di un provvedimento che ripristini la proroga del suddetto strumento legislativo, ovvero in subordine un provvedimento che consenta l’erogazione degli sgravi contributivi almeno nel caso di proroga o trasformazione a tempo indeterminato dei contratti a termine in atto con i lavoratori assunti ex legge 236/93, trattandosi di diritti acquisiti. In attesa di chiarimenti in merito, le Regioni e le Province autonome hanno concordato di dare indicazioni ai Centri per l’Impiego di ricevere a titolo cautelativo le istanze d’iscrizione alla lista dei lavoratori licenziati a partire dal 31 dicembre 2012, senza procedere alla effettiva iscrizione nelle liste.  
   
   
FONDAZIONE UMBRIA CONTRO L’USURA PARTE CIVILE IN PROCEDIMENTO PENALE A LIVORNO: “IMPORTANTE PRECEDENTE NAZIONALE”  
 
Perugia, 21 gennaio 2013 - "È una sentenza che rappresenta un importante precedente a livello nazionale, che conferma altresì l´importanza del ruolo della Fondazione". Ha commentato così il presidente della "Fondazione Umbria contro l´usura onlus" Alberto Bellocchi l´esito del procedimento penale per usura che il 16 gennaio si è celebrato con rito abbreviato presso il Tribunale di Livorno, concludendosi con la condanna dell´imputata a 2 anni e 6 mesi di reclusione, 4 mila euro di multa e il risarcimento delle parti civili costituite, fra le quali, oltre alle persone offese, figurava (con "autonoma costituzione") la "Fondazione Umbria contro l´usura". Con la sentenza il "Gup" del Tribunale di Livorno ha riconosciuto il risarcimento dei danni da quantificarsi in sede civile, assegnando altresì una "provvisionale" (provvisoriamente esecutiva) a favore di tutte le parti civili costituite. "La sentenza ha un valore importante - ha sottolineato Bellocchi -, non soltanto per il riconoscimento dei danni diretti subiti dalle vittime dell´usura, ma anche per avere accertato e riconosciuto un autonomo danno alla Fondazione, in quanto ente portatore di interessi diffusi e generali, vista anche la natura pubblica dei fondi impiegati". Le persone offese, che risiedono attualmente in Umbria, ma all´epoca dei fatti residenti all´isola d´Elba (di qui la competenza del Tribunale di Livorno), avevano chiesto l´assistenza della Fondazione contro l´usura per poter accedere ai fondi previsti dalla legge "108/1996", erano state ammesse al "tutoraggio legale", e, assistite dagli avvocati Massimo Brazzi e Mattia Masotti, si erano costituite parti civili. La Fondazione aveva parimenti presentato un´"autonoma costituzione", tramite la vicepresidente avvocato Lucia Baldoni, assistita dal dottor Alessandro Valente.  
   
   
MONZA E BRIANZA - CRISI, LE FAMIGLIE A CACCIA DI RISPARMIO DIVENTANO “NOMADI”  
 
 Monza, 21 gennaio 2013 - Con la crisi le famiglie lombarde diventano “nomadi” a caccia di risparmio, tra nuovi punti vendita e promozioni. Cambiano modo e abitudini di fare la spesa, e la stretta sui consumi si fa sentire proprio sui beni di prima necessità. 7 famiglie lombarde su 10 hanno modificato gli acquisti dei prodotti alimentari, lo scorso anno erano 4 su 10. Per necessità, dunque, o per effetto psicologico del risparmio, il 38% delle famiglie opta per i prodotti in promozione, il 17% per i primi prezzi e il 15% per i prodotti a marchio commerciale messi sul mercato dalle grandi catene di distribuzione (15%). E anche se la maggior parte delle famiglie resta fedele al punto vendita di sempre (67%), quando questo non basta più a soddisfare l’esigenza di risparmio, le famiglie diventano “nomadi” della spesa e cambiano il punto di vendita: oggi sono 1 su 3, erano lo scorso anno 1 su 5. Aumentano rispetto allo scorso anno le famiglie lombarde che scelgono il discount: erano il 13% nel 2011 le famiglie che lo sceglievano, nel 2012 sono passate al 21%. Sono soprattutto i giovani i meno tradizionalisti e affezionati a prodotti e punti vendita: 7 under 35 su 10 vanno a caccia del risparmio scegliendo diversi punti vendita per la spesa, il 20% compra prodotti “primi prezzi” e il 21% i marchi commerciali. Gli anziani, invece fanno più fatica ad abbandonare negozio o supermercato sotto casa (il 43% fa la spesa in un unico punto vendita), “limitandosi” a cercare il risparmio tra gli scaffali delle promozioni (43%). È quanto emerge dall’indagine “Famiglie e fiducia. Monza e Brianza, Lombardia, Italia”, realizzata dalla Camera di Commercio di Monza e Brianza con il coordinamento scientifico di Ref-ricerche e in collaborazione con Digicamere. “In un periodo di difficoltà le famiglie adottano strategie per rispondere ai propri bisogni, facendo i conti con un reddito disponibile che si è ridotto – ha dichiarato Giuseppe Meregalli, Vicepresidente della Cdc di Monza e Brianza-. Accanto ai saldi, alle promozioni attendiamo provvedimenti strutturali per la crescita e per far ripartire il mercato interno.” Se a Monza e Brianza il 73% delle famiglie resta fedele al proprio punto vendita, a Bergamo le famiglie per riuscire a “mettere da parte” qualcosa a fine mese sono disposte a cambiare punto vendita (43%) e più che in altre province la “formula” discount funziona, scelta dal 29% delle famiglie contro il 21% della media lombarda. Una tendenza che si riflette anche sulla scelta del punto vendita per fare la spesa: sempre a Bergamo il 66% delle famiglie acquista in diversi punti vendita proprio per inseguire il risparmio, così come a Brescia (64%). A Varese le famiglie per far quadrare i conti vanno a caccia di promozioni (43%), e a Milano si acquistano più che in altre province i prodotti a marchio commerciale (25% contro il 15% della media lombarda).  
   
   
MILANO: 2° FORUM POLITICHE SOCIALI. APERTI 4 NUOVI SPAZI PER LA SOCIALITÀ NEI CASEGGIATI POPOLARI AVVIATO IL PROGETTO DI “PSICOLOGIA SOSTENIBILE”, PRESTAZIONI GRATUITE A CHI SI TROVA IN DIFFICOLTÀ ECONOMICHE  
 
 Milano, 21 gennaio 2013 - Via Neerea a Chiesa Rossa, via San Dionigi a Nosedo, via Pomposa al Corvetto e via Stamira D’ancona a Gorla. Quattro nuovi spazi per la socialità e per combattere la solitudine, ricavati nelle portinerie e in locali dei complessi di edilizia popolare, dove anziani e famiglie possono trovare un luogo dove incontrarsi, fare attività, parlare con i custodi sociali e operatori delle associazioni del Terzo settore e passare qualche ora in compagnia, ricostruendo una rete di rapporti con i vicini di casa e le persone che abitano nello stesso complesso. Un modo per combattere la solitudine appena fuori dalla porta di casa, un piccolo presidio di quartiere che recuperi lo spirito dei cortili e dei ballatoi, un tempo centro di socialità, umanità e reciproco aiuto. Gli spazi di via Neerea e via San Dionigi sono stati inaugurati oggi. Quelli di via Pomposa e di via Stamira D’ancona saranno presentati domani. Tutti nell’ambito del Forum delle Politiche sociali che sta affrontando in questi giorni i molteplici aspetti del welfare sul territorio della città. Già la scorsa estate erano stati presentati dal Comune nuovi spazi messi a disposizione dei cittadini nell’ambito del Piano per la socialità e contro la solitudine: 50 nuovi locali distribuiti in quartieri periferici della città entrati a far parte della rete di spazi per la socialità, complessivamente 126 locali tra Centri diurni integrati, Centri socio ricreativi culturali, Residenze sanitarie per anziani oltre ai locali aperti dai circoli Arci, Acli, Auser e Fondazione Aquilone. Oltre ad ospitare momenti di socialità, i nuovi locali diventeranno dei piccoli presidi sociali di prossimità nei caseggiati di edilizia popolare dove poter avere informazioni sui servizi del Comune nati in questo periodo per rispondere al bisogno di tante persone in questo particolare periodo di crisi. “La riappropriazione degli spazi da parte dei cittadini – afferma l’assessore alle Politiche sociali Pierfrancesco Majorino – è un pezzo della nostra politica sociale. Vogliamo stanare il disagio, portare informazioni anche attraverso la presenza dei vigili di quartiere, dare forza al sociale proprio nelle case popolari dove le difficoltà generate dalla crisi sono maggiormente diffuse. Gli spazi inaugurati oggi saranno utilizzati proprio con questa funzione, presenze vicine a chi ha bisogno di essere coinvolto e aiutato” . Negli spazi per la socialità si potrà conoscere anche il nuovo servizio nato dalla collaborazione tra il Comune di Milano e l’Ordine degli Psicologi della Lombardia. Chi avrà bisogno di un sostegno psicologico, un primo colloquio per capire come uscire da una condizione di momentaneo disagio o una situazione più complessa potrà fare riferimento agli operatori comunali che segnaleranno il loro caso agli psicologi appartenenti all’Ordine in servizio presso associazioni e cooperative del privato sociale. La persona così indirizzata potrà accedere gratuitamente o con un contributo minimo a servizi di carattere psicologico che altrimenti non potrebbe permettersi. In una parola "psicologia sostenibile", diffusa sul territorio e diretta a chi si trova in difficoltà economiche in regime sussidiario al Servizio Sanitario Nazionale rappresentato dai consultori. “L’intesa con l’Ordine degli Psicologi della Lombardia – spiega l’assessore Majorino – mette in rete le risorse pubbliche con quelle private con l’obiettivo di aumentare l’offerta e la qualità dei servizi sociali a disposizione dei cittadini. Un esempio della filosofia di sviluppo delle Politiche sociali intesa come sinergia tra le realtà presenti e attive sul territorio”.  
   
   
“FAMILY HELP”: IN ARRIVO 246 MILA EURO, GARANTITA PROSECUZIONE PROGETTO  
 
Perugia, 21 gennaio 2013 - Ammontano a 246 mila euro le risorse destinate dal Dipartimento Pari Opportunità in seguito all´intesa 2012 in materia di conciliazione dei tempi di vita e lavoro. La somma - ha spiegato l´Assessorato alle Politiche sociali della Regione Umbria - sarà impiegata per garantire la prosecuzione del "Progetto sperimentale Family Help" rivolto a famiglie e persone in aiuto al lavoro di cura, a sostegno dei compiti familiari per minori, anziani e disabili, che ha previsto un percorso formativo - che si è svolto nel corso del primo trimestre del 2012 nella sede della Scuola Umbra di Amministrazione Pubblica che è ente attuatore dell´iniziativa di formazione - per 100 candidati che avevano risposto ad una avviso pubblicato dalla Regione Umbria e che sono stati selezionati sulla base di precisi requisiti richiesti. A compimento del progetto la Regione ha approvato un secondo avviso pubblico, al fine di concedere alle famiglie interessate i contributi per l´acquisto dei servizi attraverso l´erogazione di buoni lavoro. Vista la buona riuscita dell´iniziativa, in accordo con Anci e Upi regionale, la Giunta ha approvato la proposta di prosecuzione del progetto finalizzata in particolare all´ampliamento dell´elenco dei family helper su base zonale attraverso un avviso pubblico, per un numero di persone proporzionale al numero complessivo di richieste del servizio di conciliazione pervenute da parte delle famiglie. Le risorse verranno trasferite ai comuni capofila delle 12 Zone sociali ed è prevista anche l´organizzazione dei percorsi formativi necessari per i nuovi iscritti. Ha diritto al contributo chi risulta essere residente nel territorio regionale, ha figli minori fino al 14esimo anno di età e/o una persona adulta bisognosa di cura, una persona anziana (ultra 65enne), una persona disabile, è titolare di un contratto di lavoro, o lavoratore atipico o autonomo, è iscritto ad un corso di formazione per l´inserimento lavorativo e/o di qualificazione professionale, ha un Isee compreso fra 0 e 23.000,00 euro. Le famiglie o le persone che vorranno ricorrere ai servizi dei family helper - spiegano dall´Assessorato alle Politiche sociali - dovranno presentare domanda al Comune di residenza e, solo se in possesso dei requisiti richiesti, potranno usufruire di un contributo da utilizzare per l´acquisto di buoni lavoro Inps, per prestazioni e servizi di cura e sostegno educativo, erogati dai soggetti iscritti all´elenco regionale "Family Help". L´entità del contributo concesso corrisponde al valore di 100 buoni lavoro Inps del valore di 10 euro lorde orarie. In relazione all´uso dei buoni Inps è stato altresì approvato con il medesimo atto il Protocollo d´intesa Regione - Inps. L´avviso ha validità annuale, con 5 scadenze programmate, per la presentazione delle domande fino al 31 maggio 2013. La prossima scadenza utile per la presentazione delle domande è il 28 febbraio 2013. Per valutare gli esiti della sperimentazione del progetto la Regione sta effettuando un monitoraggio allo scadere dei termini di presentazione delle domande da parte dei cittadini: dai dati raccolti alla seconda scadenza, quindi 31 agosto 2012, risultano 280 domande, per un numero di incentivi ammessi a finanziamento pari a 197 e per un importo di incentivi erogati pari a 158 mila euro. I dati raccolti prospettano un trend positivo dell´attuazione del progetto, considerando che sono previste ancora tre scadenze per la presentazione delle domande da parte delle famiglie. Dal confronto avviato con i Comuni è stata evidenziata la necessità di apportare alcuni correttivi in particolare quella di avere a disposizione un numero maggiore di iscritti all´elenco Family Help in alcune zone sociali in quanto si è rilevata un´indisponibilità degli iscritti a fornire la prestazione richiesta perchè già occupati in altra prestazione o per altri motivi. Per la nuova programmazione si è deciso di implementare il numero degli iscritti all´elenco e di delegare i Comuni a tale ampliamento per radicare maggiormente l´intervento a livello di Zone sociali.  
   
   
VENEZIA - PRESENTAZIONE NUOVI BANDI PER IMPRESE GIOVANILI E FEMMINILI  
 
Venezia, 21 gennaio 2013 - Mercoledì 23 gennaio 2013, dalle 16.00 alle 18.00, la Camera di Commercio di Venezia presenta i nuovi bandi "a sportello" per contributi agli investimenti di nuove imprese giovanili e femminili. Il seminario è gratuito. Riguarda le imprese femminili e giovanili costituite dopo il 1° luglio 2011 o ancora da costituire. (Intervento cofinanziato dal fondo europeo Por-cro-fesr 2007-2013). Per l´alto numero di iscritti, si tiene presso il Russott Hotel (via Orlanda, 4 I - Mestre Venezia), anziché presso la Sede di Marghera. Sul sito http://www.Veneziaopportunita.it/  – sezione Corsi – per maggiori informazioni e per l´iscrizione online (entro il 21 gennaio).  
   
   
PARI OPPORTUNITÀ, LIGURIA: OLTRE 400MILA EURO PER DARE IL VIA ALLA BANCA DEL WELFARE  
 
Genova, 21 Gennaio 2013 - Una banca del welfare per aiutare le donne, ma in generale le famiglie, a conciliare tempi di vita e tempi di lavoro. Nel momento in cui la crisi si fa particolarmente sentire e le famiglie sono alle prese con i problemi della cura e della difficoltà di coniugare il lavoro femminile con i figli e le necessità pratiche , la Regione Liguria ha deciso di investire nelle pari opportunità per rimuovere il più possibile gli ostacoli sulla strada della piena realizzazione di sé ed eliminare le discriminazioni. La proposta è dell’assessore alle politiche sociali e pari opportunità, Lorena Rambaudi, condivisa dall’assessore al lavoro, Enrico Vesco. L’occasione arriva da un’intesa siglata con il dipartimento delle pari opportunità che ha destinato 450.000 euro per dare vita a un progetto di “welfare aziendale” rispondente alle esigenze delle famiglie e delle imprese che, così facendo, contribuiscono a fornire risposte concrete al bisogno di welfare, aiutando, soprattutto le donne, a rimanere sul mercato del lavoro. A questo proposito Regione Liguria, in collaborazione con Confindustria Liguria e con il coinvolgimento anche delle altre associazioni datoriali, ha deciso di promuovere, su tutto il territorio regionale, una sperimentazione per l’utilizzo di servizi di conciliazione per le lavoratrici e i lavoratori e sostenere così l’occupazione di qualità, soprattutto delle donne. L’iniziativa prevede l’erogazione di incentivi alle imprese che metteranno a disposizione servizi di welfare per migliorare la qualità della vita dei propri dipendenti. Dai centri estivi, alle badanti, dalle vacanze studio, alle babysitter, fino lavoratori domestici. Tutto quello che può servire in particolare alle donne per favorire l’accesso e la permanenza sul mercato del lavoro e alle aziende per facilitare la vita ai propri dipendenti e migliorare il clima organizzativo e quindi anche produttivo. “L’idea progettuale – spiega l’assessore alle politiche sociali, Lorena Rambaudi – viene da una realtà ligure, la Contship della Spezia che già da alcuni anni sperimenta con successo una forma di welfare aziendale. Ora siamo alle battute iniziali, contatteremo attraverso Confindustria, le aziende per dare vita ad un ampio network. Successivamente dopo l’approvazione del dipartimento delle pari opportunità, si individuerà un soggetto unico in grado di fornire tutti i servizi richiesti a cui si avrà accesso attraverso una piattaforma informatica”. Dopo l’iniziativa dei nidi aziendali che ha portato alla creazione, su tutto il territorio regionale di oltre 20 strutture, la Regione Liguria prosegue sulla strada delle pari opportunità, anche per migliorare il clima lavorativo aziendale, attraverso interventi a vantaggio dei dipendenti, per aiutare le donne, ma anche gli uomini, nel mondo del lavoro e nella gestione delle attività di cura e di assistenza, supportando le aziende a perseguire strategie di responsabilità sociale, e promuovendo lo sviluppo di servizi nell’ambito dei soggetti profit e non profit.  
   
   
MILANO: AL VIA LE PROCEDURE PER LE ISCRIZIONI A NIDI E MATERNE. PER I NUOVI ISCRITTI REGISTRAZIONI DAL 5 MARZO AL 24 APRILE VICESINDACO GUIDA: “CONFRONTO CON I GENITORI SUI CRITERI DI ISCRIZIONE”  
 
Milano, 21 gennaio 2013 - Fissate le date per le iscrizioni ai nidi e alle materne comunali. Fino al 31 gennaio la registrazione è aperta ai bambini che stanno frequentando l’anno scolastico in corso. Per quanto riguarda i nuovi iscritti, la circolare sulle iscrizioni che conterrà i criteri per la formazione delle graduatorie sarà pubblicata martedì 26 febbraio. Prima, dal 18 al 20 febbraio, sono in programma gli open day. Dal 5 marzo al 24 aprile le famiglie potranno iscrivere i bambini mentre, entro la fine di maggio, verranno rese pubbliche le graduatorie definitive. “L’importante novità che proponiamo quest’anno – ha dichiarato Maria Grazia Guida, vicesindaco e assessore all’Educazione e Istruzione – riguarda il confronto con le famiglie sui criteri di iscrizione. Nelle prossime settimane incontreremo i rappresentanti dei genitori per una verifica sulle regole introdotte lo scorso anno e apportare i necessari miglioramenti. Un’ulteriore dimostrazione di quanto riteniamo fondamentale la partecipazione dei genitori alla vita dei servizi all’infanzia”. Le iscrizioni avvengono on line così come accade regolarmente dall’anno scolastico 2005-06. Come di consueto, per chi non ha la possibilità di accedere al web è prevista la raccolta delle iscrizioni presso lo sportello di via Palermo a seguito della prenotazione telefonica. Tutte le procedure sono disponibili sul sito web del Comune di Milano www.Comune.milano.it