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Notiziario Marketpress di Giovedì 12 Settembre 2013
IL DISCORSO DEL PRESIDENTE BARROSO SULLO STATO DELL´UNIONE 2013  
 
Bruxelles, 12 settembre 2013 - Nel suo discorso annuale al Parlamento europeo sullo Stato dell´Unione, il Presidente Barroso ha esortato tutti coloro che credono nell´Europa a far sentire la propria voce. "È giunta l´ora di travalicare i temi puramente nazionali e gli interessi particolaristici: impegniamoci piuttosto a raggiungere progressi concreti per l´Europa" ha dichiarato il Presidente Barroso "innestando un´autentica prospettiva europea nei dibattiti politici interni". A cinque anni esatti dal "crack" di Lehman Brothers, Barroso ha riepilogato quanto l´Europa ha realizzato nel frattempo. "Guardandoci indietro e ripensando a quello che abbiamo fatto, tutti insieme, per mantenere unita l´Europa durante la crisi, ci accorgiamo che solo 5 anni fa non avremmo mai pensato che tutto ciò fosse possibile" ha osservato il Presidente della Commissione. "Ma quel che conta adesso è il modi per fare fruttare i progressi realizzati. Vogliamo valorizzarli, o piuttosto sminuirli? Vogliamo ricavarne un´iniezione di fiducia per proseguire nel cammino intrapreso, o vogliamo invece sottovalutare i risultati dei nostri sforzi?" Il Presidente ha poi citato una serie di recenti dati e sviluppi che confortano coloro che nutrono fiducia nel futuro dell´Europa. "L´europa ormai intravvede la ripresa. Certo, dobbiamo essere sempre vigili, ma tutto indica che la strada è quella giusta, e questo deve spingerci a non mollare. È un dovere nei confronti dei paesi per i quali la ripresa è invece ancora lontana, di coloro che non approfittano ancora di questi sviluppi positivi. È un dovere nei confronti dei 26 milioni di disoccupati europei". Barroso ha elencato i settori nei quali occorre incentivare gli sforzi entro la fine dell´attuale legislatura europea: l´unione bancaria, le proposte relative al mercato unico e al pacchetto sulle telecomunicazioni presentate dalla Commissione, l´agenda commerciale dell´Ue e il finanziamento dell´economia, il quadro finanziario pluriennale e la dimensione sociale. "Non mi stancherò mai di ripeterlo: non convinceremo i cittadini con la retorica e le promesse ma solo con un insieme comune di risultati concreti". Il Presidente ha quindi invocato una maggiore integrazione europea per fare fronte agli sviluppi in atto a livello mondiale: "Nel mondo di oggi la dimensione europea è indispensabile per proteggere i valori e gli standard europei e promuovere i diritti dei cittadini: dalla tutela dei consumatori ai diritti dei lavoratori, dai diritti della donna al rispetto per le minoranze, dagli standard ambientali alla protezione dei dati e della privacy". Ma secondo il Presidente la principale questione al centro del dibattito in corso in tutta Europa è la seguente: "Vogliamo migliorare l´Europa, o vogliamo mollare?" "La mia risposta è chiara", ha proseguito: "Impegnatevi! Se non vi piace l´Europa così com´è, miglioratela! Come tutte le creazioni umane, l´Ue non è perfetta. Le controversie sulla ripartizione delle responsabilità tra livello nazionale e livello europeo non cesseranno mai interamente. Non tutto và risolto a livello europeo: l´Europa deve concentrarsi sugli aspetti nei quali può apportare il massimo valore aggiunto; se non è così, non deve intervenire. L´intervento dell´Ue deve essere massiccio nelle questioni più importanti e limitato nelle questioni meno rilevanti. Al contempo il Presidente Barroso ha affermato con chiarezza che l´impegno ad approfondire l´unione economica e monetaria rimane più attuale che mai: "Vi sono settori di enorme rilevanza nei quali l´Europa deve raggiungere una più profonda integrazione e una maggiore unità, settori in cui solo un´Europa forte può ottenere risultati. Il nostro orizzonte politico deve essere l´unione politica: non è solo l´appello di un fervente europeista, ma l´unica strada percorribile per consolidare i progressi raggiunti e garantire l´avvenire dell´Europa."  
   
   
LETTERA DI IERI DEL PRESIDENTE BARROSO ALL´ON. MARTIN SCHULZ, PRESIDENTE DEL PARLAMENTO EUROPEO  
 
Bruxelles, 12 Settembre 2013 – “ Onorevole Presidente Schulz, nel discorso sullo stato dell´Unione ho espresso oggi il mio parere sulle sfide che ci attendono nel momento in cui il Parlamento europeo si prepara alle elezioni del prossimo mese di maggio e in cui la Commissione inizia l´ultimo anno del suo mandato. Insieme abbiamo già fatto molto per i cittadini europei, in condizioni molto difficili. Il Parlamento europeo è un partner indispensabile nel processo legislativo dell´Ue e sono convinto che possiamo essere orgogliosi dei comuni risultati raggiunti. Per citare solo alcuni esempi, gli sforzi compiuti congiuntamente per rafforzare il quadro della governance economica, l´accordo politico sul prossimo quadro finanziario pluriennale e la profonda revisione della vigilanza e della regolamentazione finanziarie avranno un notevole impatto sulla capacità di recupero dell´economia europea e miglioreranno le nostre prospettive di crescita futura. Le sfide ancora da affrontare richiedono di intensificare il ritmo del processo decisionale nei mesi a venire, completando l´attività legislativa avviata e proseguendone l´attuazione. Garantendo interventi concreti nei settori con le maggiori potenzialità di catalizzare e sostenere la ripresa economica e la creazione di posti di lavoro, contribuiremo a infondere una nuova fiducia nella capacità dell´Europa di uscire consolidata dalla crisi e nel ruolo inestimabile dell´Ue nel contesto di tale strategia di ripresa. La presente lettera illustra in particolare le principali iniziative in esame per il programma di lavoro della Commissione per il 2014, in conformità con l´accordo quadro tra le due istituzioni. Le nostre riflessioni hanno preso spunto dalla risoluzione del Parlamento europeo del 4 luglio 2013, dalla mia interazione frequente con Lei e con il Parlamento, nonché dai fruttuosi scambi tra i commissari e le commissioni parlamentari. Sono impaziente di riprendere tali scambi il mese prossimo, quando ci troveremo a collaborare per l´adozione definitiva del programma di lavoro. Per quanto riguarda il nostro lavoro per il 2014, il Parlamento e la Commissione concordano nel sostenere che la crescita e l´occupazione debbano avere ancora la massima priorità. Dobbiamo continuare a incoraggiare gli Stati membri a perseguire un risanamento di bilancio differenziato e favorevole alla crescita, a perseguire riforme strutturali che stimolino la competitività, a ripristinare la normale erogazione di prestiti all´economia, a trovare soluzioni innovative per creare posti di lavoro, sostenere chi è in difficoltà e realizzare il potenziale creativo dell´Europa, nonché a modernizzare la pubblica amministrazione. Non dobbiamo inoltre perdere di vista le sfide - e le opportunità - a lungo termine, ovvero le strategie in materia di energia e clima, il rafforzamento della capacità di innovazione dell´Europa e il nostro contributo alla stabilità a livello mondiale. Priorità politiche e pianificazione per il 2014 - L´anno prossimo l´accento verrà inevitabilmente posto sull´adozione di proposte legislative attualmente oggetto della procedura di codecisione e sul consolidamento delle attività già avviate. Tale attenzione si rifletterà nel programma di lavoro della Commissione per il 2014. Porremo l´accento sull´adozione e l´attuazione delle principali proposte ancora in sospeso (come le iniziative in materia di occupazione giovanile e le proposte per stimolare i prestiti alle Pmi), relativamente alle quali gli Stati membri devono accelerare l´attuazione, nonché sulle iniziative utili a garantire il regolare e tempestivo avvio dei programmi nell´ambito del nuovo quadro finanziario pluriennale (Qfp) e dei lavori del gruppo di esperti di alto livello in materia di risorse proprie. Come nel 2013, nella definizione delle politiche economiche la nostra attenzione si concentrerà sul risanamento delle finanze pubbliche, sulle riforme strutturali e sugli investimenti mirati. Ci impegneremo a consolidare la fiducia nella capacità dell´Europa di crescere in modo sostenibile, a offrire posti di lavoro e buoni sistemi previdenziali ai nostri cittadini e a garantire che l´Ue mantenga la propria competitività nel contesto economico globale. Cercheremo di dare priorità alla realizzazione dell´unione bancaria mentre proseguiranno le attività legate alla governance economica, all´accesso ai finanziamenti, alla mobilità professionale e che intendono affrontare la disoccupazione giovanile. In linea con il documento della Commissione dal titolo "Un piano per un´Unione economica e monetaria autentica e approfondita: avvio del dibattito europeo", dobbiamo continuare a lavorare per costruire un´Unione economica e monetaria completa, ad esempio imperniandola su un livello elevato di responsabilità democratica e dotandola di una forte dimensione sociale. Su quest´ultimo aspetto, il 2 ottobre la Commissione pubblicherà una comunicazione sulla dimensione sociale dell´Uem. Dobbiamo inoltre raddoppiare gli sforzi per realizzare gli obiettivi della strategia Europa 2020 attraverso un´azione sostenuta e coordinata a livello europeo e nazionale. L´innovazione e gli investimenti sono fondamentali per la competitività. I nuovi programmi del Qfp sono sintonizzati sulle priorità della strategia Europa 2020 e includono un´ampia gamma di misure volte a stimolare gli investimenti, a sviluppare il capitale umano e a dare priorità alle riforme che hanno un impatto diretto sulla crescita e l´occupazione. La collaborazione permanente con la Banca europea per gli investimenti volta a sostenere l´accesso ai finanziamenti per le Pmi sarà utilizzata come leva essenziale per far ripartire la crescita. Si cercherà di garantire la piena attuazione delle norme del mercato interno nei settori essenziali dei servizi e dell´energia e di realizzare le iniziative previste dall´Atto per il mercato unico. Ci impegneremo inoltre a completare la modernizzazione delle norme sugli aiuti di Stato. Le proposte presentate oggi a favore di un vero e proprio mercato unico nel settore delle telecomunicazioni sono inoltre fondamentali per la competitività e la loro adozione dovrà costituire una priorità assoluta nei mesi a venire. Proseguiremo inoltre il lavoro sull´impatto dei prezzi dell´energia sulla competitività e sui metodi per affrontare la questione. Anche gli scambi commerciali sono un settore con enormi potenzialità di crescita, in cui dobbiamo mantenere il ritmo dei negoziati con i principali partner, compresi gli Stati Uniti. In questo contesto, la Commissione ritiene che le principali priorità per il 2013 e il 2014 siano le seguenti: garantire l´avvio regolare di tutti i programmi del Qfp per il periodo 2014-2020, con il bilancio dell´Ue nel ruolo di catalizzatore per gli investimenti, la crescita e le riforme; accelerare l´adozione delle proposte fondamentali, in particolare in materia di unione bancaria e regolamento finanziario (come le proposte sul risanamento e la risoluzione delle crisi degli istituti bancari e per un meccanismo di risoluzione unico presentate a luglio), di mercato unico (con tutte le proposte dell´Atto per il mercato unico Ii attualmente in esame), di telecomunicazioni, con la proposta adottata oggi, e di agenda digitale. Vi sono inoltre numerose proposte di importanza fondamentale per i cittadini, in settori che spaziano dalla riforma della politica comune della pesca al mercato interno nel settore dei servizi ferroviari fino alla procura europea. A tale proposito, vorrei sottolineare la necessità di concludere rapidamente l´adozione della direttiva sui prodotti del tabacco. La conversione in legge di tali proposte entro la fine della Sua legislatura darà un segnale forte rispetto all´importanza cruciale dell´Ue per i cittadini; rafforzare la governance economica, compresa la dimensione sociale, e continuare a sviluppare il processo del semestre europeo, con particolare enfasi sull´attuazione (in particolare il "two-pack" e il coordinamento delle misure a tutti i livelli); perseguire la nostra agenda commerciale (in particolare attraverso i negoziati per un Partenariato transatlantico in materia di scambi commerciali e investimenti (Ttip) con gli Stati Uniti e i negoziati con altri partner fondamentali quali Canada e Giappone) e definire la posizione dell´Ue sui principali negoziati internazionali, come la prossima conferenza delle parti della convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici e l´agenda di sviluppo successiva al 2015; promuovere un ambiente favorevole alle imprese, in particolare alle Pmi, semplificando e snellendo ulteriormente la regolamentazione, in particolare nel contesto dell´attuale programma di controllo dell´adeguatezza e dell´efficacia della regolamentazione (Regulatory Fitness and Performance Programme - Refit) inteso a garantire che tutta la normativa dell´Ue sia adeguata alle finalità perseguite. L´ue dovrebbe inoltre continuare a impegnarsi al massimo nel perseguimento dei propri obiettivi globali, pronta a reagire nel breve termine, ma impegnandosi anche ad approfondire le iniziative con i paesi candidati, compresa la normalizzazione delle relazioni tra Serbia e Kosovo. La costruzione dell´associazione politica e dell´integrazione economica con i paesi del partenariato orientale, l´assistenza ai paesi del vicinato meridionale nel loro processo di transizione e la promozione di legami più stretti con i nostri partner strategici continueranno a costituire priorità fondamentali. Nuove iniziative - Inoltre, la Commissione proporrà un numero mirato di nuove iniziative destinate a rafforzare la competitività dell´economia europea, nonché a definire la strategia in materia di clima e energia oltre il 2020. Svilupperemo inoltre le proposte in materia di Stato di diritto che ho oggi illustrato. Tra gli esempi delle nuove iniziative all´esame vi sono: la comunicazione sulla dimensione sociale dell´Uem; il riesame del quadro di vigilanza finanziaria e la riforma della struttura delle banche dell´Ue a seguito della relazione Liikanen; la continuazione dei lavori sul finanziamento a lungo termine dell´economia europea; il rafforzamento della base industriale europea attraverso la riforma del mercato interno per i prodotti industriali e ulteriori iniziative in grado di migliorare la competitività delle imprese europee; il completamento della modernizzazione degli aiuti di Stato per rafforzare il mercato interno e promuovere una migliore spesa pubblica; un approccio globale allo spazio europeo delle abilità e delle qualifiche; la continuazione dei lavori sulla strategia in materia di Iva per ridurre i costi delle imprese sulle dichiarazioni Iva; la revisione del regolamento sul coordinamento dei regimi di sicurezza sociale; il completamento dei collegamenti tra i servizi pubblici nazionali per l´impiego, al fine di affrontare gli squilibri tra la domanda e l´offerta di lavoro; un quadro legislativo di qualità in materia di ristrutturazione; un nuovo quadro in materia di energia e di clima per il 2030; i risultati di un riesame della strategia in materia di rifiuti; una comunicazione sulle future iniziative in materia di giustizia e affari interni; il regime dei visti per i viaggiatori in buona fede; i pacchetti Allargamento e Vicinato per il 2014; il proseguimento della definizione di un´agenda per un seguito ambizioso da dare agli obiettivi di sviluppo del millennio, integrandoli con gli obiettivi di sviluppo sostenibile; il contributo dell´Ue alla sicurezza marittima globale. Nel 2014 saranno realizzate iniziative esplorative in particolare nei seguenti settori: apertura dell´accesso ai mercati e mobilitazione dei finanziamenti; aumento della partecipazione al mercato del lavoro e della mobilità anche per le professioni regolamentate; completamento dello Spazio europeo della ricerca; tecnologie verdi, compresi lo stoccaggio dell´energia e l´efficienza energetica; rafforzamento della posizione dei consumatori nel mercato interno dell´energia; valutazione della legislazione dell´Ue in materia di salute e di sicurezza sul luogo di lavoro; seguito da dare alla recente comunicazione della Commissione in materia di difesa; futuro del Fondo europeo di sviluppo per il periodo successivo al 2020. Rifletteremo inoltre sull´esperienza accumulata finora in merito alla strategia Europa 2020 e prenderemo in considerazione l´eventualità di adeguarla per incoraggiare le riforme necessarie ad accelerare la crescita e a creare nuovi posti di lavoro. Le valutazioni e gli esami realizzati nell´ambito del programma Refit contribuiranno inoltre a rinnovare il dibattito sulle politiche dell´Ue. Prospettive future e rafforzamento della responsabilità democratica - Il nostro operato attuale dovrebbe consentirci anche di guardare a ciò che è fondamentale per il futuro dell´Europa, in particolare alimentando il dibattito su una maggiore integrazione sostenuta dal rafforzamento della responsabilità democratica. La presentazione di idee a lungo termine per il futuro dell´Unione europea, che vanno ad aggiungersi ai principi indicati nel precedente piano, consentirà un reale dibattito europeo prima delle elezioni del Parlamento europeo. Attendo con trepidazione la riunione del 2 ottobre del collegio dei commissari con la Conferenza dei presidenti di commissione e il mio incontro del 3 ottobre con la Conferenza dei presidenti, che permetteranno al Parlamento europeo di offrire il proprio contributo prima dell´adozione definitiva del programma di lavoro per il 2014 da parte della Commissione. José Manuel Barroso.  
   
   
I DEPUTATI EUROPEI DISCUTONO LO STATO DELL´UNIONE CON IL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE BARROSO  
 
Bruxelles, 12 settembre 2013 - Il Presidente della Commissione, José Manuel Barroso, ha tenuto mercoledì al Parlamento l´ultimo discorso per questa legislatura sullo stato dell´Ue I leader dei gruppi politici hanno preso la parola per indicare le priorità che secondo loro dovrebbero essere affrontate nei prossimi mesi dalla Commissione. Ribadendo la necessità di ripristinare la fiducia nell´Ue, hanno sottolineato che le elezioni europee del 2014 offriranno agli elettori una reale possibilità di scegliere il proprio futuro. Aprendo il dibattito, il Presidente del Parlamento europeo Martin Schulz ha sottolineato che "i cittadini hanno perso fiducia nell´Ue e il primo modo per riguadagnarla è quello di spalancare le nostre porte e lavorare in modo trasparente". Ha inoltre sottolineato che l´Ue deve concentrarsi maggiormente sul miglioramento della vita dei milioni di cittadini che soffrono a causa della crisi. "Se i giovani non hanno prospettive, come si può chieder loro di avere fiducia nell´´Ue?", ha concluso. "Tra otto mesi gli elettori giudicheranno ciò che abbiamo realizzato negli ultimi cinque anni", ha esordito Barroso. L´europa ha combattuto contro la crisi, riformando radicalmente il settore finanziario e promuovendo altre riforme strutturali, ma - allo stesso tempo - ha sottolineato la necessità di "rimboccarsi le maniche", per creare l´Unione bancaria, combattere la disoccupazione, rimuovere gli ostacoli al mercato unico e attuare le decisioni prese. I gruppi politici - Joseph Daul (Ppe, Fr) ha osservato come la fiducia nell´Ue e nei governi sia in declino e ha messo in guardia da soluzioni semplicistiche che non rappresentano la risposta. "Questa crisi non è imputabile all´Europa, anzi è grazie all´Europa e all´euro se siamo sopravvissuti", ha aggiunto, invitando i cittadini a votare per le elezioni europee per decidere l´assetto dell´Ue. Hannes Swoboda (S&d, At) ha sfidato l´ottimismo di Barroso, affermando che "il bicchiere è ancora mezzo vuoto". Ha poi sottolineato che "le misure di austerità stanno ancora aumentando il divario tra ricchi e poveri, Nord e Sud [ ... ] e sono richiesti più investimenti pubblici e privati". Infine, ha chiesto maggiore unità per la corsa alle elezioni europee del prossimo anno, per costruire "un´Europa più unita, un´Europa comune, abbastanza forte da poter difendere se stessa in tutto il mondo". Guy Verhofstadt (Alde, Be) ha criticato la Commissione di essersi attivata in maniera insufficiente per affrontare l´incombente stagnazione. "Stiamo assistendo a una piccola ripresa, ma non è giusto guardare solo alle tendenze positive. Ci aspetta un lungo periodo di stagnazione e lei (Barroso) non è riuscito a proporre una politica per evitare tutto ciò. Abbiamo bisogno di un´Unione bancaria, di una zona euro più integrata, di un governo dell´Eurozona e di una Banca centrale europea che tenga conto anche del Pil", ha concluso. "Avreste potuto creare un´Europa migliore perseguendo politiche diverse", ha commentato il leader del Verdi, Rebecca Harms (De). "La politica climatica è stata trascurata e l´Unione europea è favorevole a nuove sovvenzioni per l´industria nucleare e del carbone. Inoltre, la riforma del settore agricolo è iniqua e antiecologica", ha aggiunto. Martin Callanan (Ecr, Uk) ha invitato i cittadini a servirsi delle prossime elezioni europee per "dare un nuovo inizio all´Ue. Desiderare una nuova Ue non significa essere antieuropeisti", ha detto. "Viviamo in un´Europa diversa da quella di Barroso", ha dichiarato il vicepresidente della Sinistra, Takis Hadjigeorgiou (Cy), aggiungendo che "tutte le politiche di austerità hanno peggiorato la crisi, sfociando nella disoccupazione". Ha anche criticato la mancanza di democrazia nell´Ue, ribadendo che "la democrazia non è solo l´elezione - è la vita tra le elezioni". Nigel Farrage (Efd,uk) ha criticato il Presidente Barroso per le sue politiche. "Le darò il massimo dei voti per la coerenza. Ma questa coerenza ha fatto soffrire molte persone, con la disoccupazione giovanile superiore al 50% nel Mediterraneo". Ha anche chiesto di porre fine alla lotta al cambiamento climatico che, a suo dire, non esiste. Per Nicole Sinclaire (Ni, Uk) la Commissione di Barroso non è riuscita a concretizzare. "La strategia di Lisbona è affondata senza lasciare traccia, la disoccupazione sta esplodendo e i cittadini pensano che l´Ue non stia funzionando. E giunta l´ora di lasciare che siano veramente i cittadini a decidere quale Unione europea sia necessaria", ha concluso.  
   
   
UE, DISOCCUPAZIONE GIOVANILE: ASSICURARE UNA BUONA QUALITÀ DELLA FORMAZIONE  
 
Bruxelles, 12 settembre 2013 - Il sistema di garanzia per i giovani da solo non è sufficiente per ridurre la disoccupazione. In due diverse risoluzioni in votazione mercoledì, i deputati chiedono nuove misure per permettere ai giovani di trovare un impiego o partecipare a corsi di formazione, un maggiore sostegno comunitario e standard qualitativi per la formazione e per i programmi di apprendimento. "Al di là del sistema di garanzia per i giovani, gli sforzi per combattere la disoccupazione giovanile devono basarsi su una strategia globale, comprese le misure a sostegno delle Pmi, promuovere l´imprenditorialità tra i giovani e ridurre l´insuccesso scolastico", ha dichiarato la relatrice Joanna Katarzyna Skrydlewska (Ppe, Pl), nel dibattito che ha preceduto il voto della risoluzione della commissione occupazione. Il sistema di garanzia per i giovani, volto a garantire che ai giovani sotto i 25 anni venga offerto un posto di lavoro, una formazione o un tirocinio entro quattro mesi dalla loro iscrizione nelle liste di disoccupazione, dovrebbe essere esteso per includere i laureati sotto i 30 anni. Nel corso del dibattito, i deputati hanno sottolineato la necessità di sistemi nazionali di istruzione su misura per le esigenze del mercato del lavoro. Hanno inoltre chiesto un migliore riconoscimento delle competenze acquisite attraverso l´apprendimento informale, ad esempio i tirocini, il volontariato o il lavoro sociale. Sostegno Ue per i tirocini di buona qualità e programmi di apprendimento I deputati invitano gli Stati membri a eliminare tutte le barriere esistenti ai tirocini transnazionali per giovani cittadini dell´Unione europea. L´ue dovrebbe fare di più per sostenere le iniziative che moltiplicano i programmi di apprendimento di qualità e l´occupazione dei giovani. Non sfruttare i tirocinanti Per scoraggiare i datori di lavoro dallo sfruttare i giovani tirocinanti, i deputati sostengono che l´Ue dovrebbe introdurre standard di qualità per le retribuzioni e le condizioni di salute e di sicurezza sul lavoro. La risoluzione della commissione per la cultura è stata approvata con 612 voti favorevoli, 55 contrati e 19 astensione, mentre quella della commissione per l´occupazione è stata approvata con 517 voti favorevoli, 77 contrari e 86 astensioni.  
   
   
DOGANE: COMMISSARIO ŠEMETA ACCOGLIE LA VOTAZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO PER COMPLETARE LA MODERNIZZAZIONE DELLE DOGANE  
 
Bruxelles, 12 settembre 2013 - Algirdas Šemeta, commissario responsabile per le dogane, ieri ha accolto con grande favore l´adozione del codice doganale dell´Unione da parte del Parlamento europeo. "L´unione doganale è la storia tranquilla successo dell´Unione europea. Da oltre 40 anni, ha protetto i nostri cittadini, salvaguardare le nostre imprese e facilitato la sempre crescente dei flussi commerciali in entrata e in uscita dell´Unione., Il codice doganale dell´Unione, omologati dalla Commissione Europea Il Parlamento oggi, farà sì che le dogane continua la sua opera fondamentale, ma in modo ancora più efficiente, economicamente efficace;. Che meglio soddisfa le sfide della nostra economia moderna grazie particolare deve essere estesa al relatore europarlamentare Constance Le Grip per l´eccellente lavorare per consentire la tempestiva adozione di queste nuove regole per la dogana in tutta Europa. " Doganale per il 21 ° secolo - Il codice doganale dell´Unione servirà come il nuovo regolamento quadro sulle norme e procedure per doganali in tutta l´Ue. Sarà sancire nella legislazione una serie di pratiche importanti che, fino ad ora, sono stati implementati su un caso per caso, al fine di affrontare le sfide del moderno ambiente commerciale. Come tale, essa offrirà una maggiore certezza del diritto per le imprese, e una maggiore chiarezza per i funzionari doganali in tutta l´Ue. Il nuovo Codice di accelerare e semplificare le procedure doganali, e facilita le operazioni doganali più efficienti in linea con le esigenze moderne. Tra i miglioramenti che saranno introdotte con il nuovo Codice sono misure per completare il passaggio dalla dogana al paperless, ambiente completamente elettronico, e disposizioni per rafforzare le procedure doganali più rapide per i commercianti affidabili (operatori economici autorizzati). Il codice doganale dell´Unione consentirà anche le lacune che sono stati già individuati nello Stato di esercizio dell´unione doganale da colmare (cfr. Ip/12/1441). Ciò comprende la necessità di un approccio armonizzato per trattamento delle infrazioni doganali, per il quale la Commissione presenterà una proposta separata alla fine di quest´anno. Prossimi passi - Il Consiglio dovrebbe adottare il regolamento per il codice doganale dell´Unione, entro le prossime settimane, in modo che possa entrare in vigore entro il 1 ° novembre 2013. Sfondo - L´unione europea è il più grande spazio commerciale del mondo, e l´unione doganale è una pietra fondante della Ue. E ´essenziale per il mercato unico, perché senza dogane alle nostre frontiere esterne, la libera circolazione delle merci all´interno dell´Unione europea non sarebbe stato possibile. Nel 2012 doganale trattati dichiarazioni 261 milioni. Questo rappresenta 15 articoli al secondo. Il valore delle merci di passare la dogana l´anno scorso è venuto a € 3,5 trilioni. 28 amministrazioni doganali dei singoli Il ´Stati membri applicano un codice doganale comunitario. In questo modo l´applicazione comune di regole comuni a tutte le frontiere esterne dell´Ue. Queste regole comuni si estendono a tutti gli aspetti della politica commerciale, come ad esempio gli scambi preferenziali, l´attuazione di sicurezza e misure di sicurezza, i controlli sanitari e ambientali, le politiche agricole e della pesca, la tutela dei nostri interessi economici da strumenti non tariffari, ed esterna relazioni di misure politiche. Il 20 febbraio 2012 la Commissione ha proposto di riformulare il Codice doganale aggiornato nel codice doganale dell´Unione.  
   
   
IL VICEPRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA ANTONIO TAJANI A ROMA PER AUDIZIONE SU POLITICA EUROPEA DI DIFESA DAVANTI A COMMISSIONI AFFARI ESTERI, DIFESA E POLITICHE UE DEL SENATO E DELLA CAMERA  
 
Roma, 12 settembre 2013 - Oggi alle ore 14.00 a Palazzo Carpegna, via degli Staderari 2, il Vicepresidente della Commissione europea, responsabile per l´Industria e l´Imprenditoria, Antonio Tajani, parteciperà all´audizione sulla politica europea di difesa davanti alle Commissioni riunite di Affari esteri, Difesa e Politiche dell´Unione europea del Senato e della Camera dei Deputati. Nel corso dell´audizione il Vicepresidente Tajani presenterà la strategia della Commissione europea per rafforzare il mercato interno e la base industriale europea nel settore della difesa, in vista del Consiglio Europeo dedicato alla difesa comune previsto a dicembre. Prima dell´audizione Tajani ha dichiarato: "E´ tempo che l´Europa apra il cantiere della difesa comune, senza la quale non saremmo in grado di dare risposte efficaci alle sfide di sicurezza del mondo globale. I vincoli di bilancio, impongono più risorse e più cooperazione a livello Ue, per spendere meno essendo più efficaci". Il Vicepresidente ha aggiunto: "I bilanci nazionali per la difesa rischiano di scendere al di sotto della soglia critica necessaria per mantenere le nostre capacità militari e industriali. Per cui, la posta in gioco è l´autonomia strategica dell´Europa. È questa la sfida che attende il Consiglio europeo del prossimo dicembre". Contesto - Strategia Europea per migliorare efficacia e competitività di sicurezza e difesa - Il settore della difesa europeo gioca un ruolo fondamentale anche dal punto di vista economico, con 100 miliardi di euro di fatturato, 400.000 occupati diretti e oltre 1 milione di posti indiretti. Molti di questi posti sono per personale specializzato, quali ingeneri o esperti in tecnologie di punta. Il 24 luglio 2013 la Commissione europea ha presentato una comunicazione “Verso un settore della Difesa e della Sicurezza più concorrenziale ed efficiente”. La comunicazione prevede misure per rafforzare il mercato interno della difesa al fine di promuovere una maggiore competitività dell´industria del settore e potenziare le sinergie tra ricerca civile e militare. Oltre a questi aspetti la comunicazione esamina anche opzioni in altri ambiti, quali l´energia, lo spazio. Contributo al Consiglio Europeo del Dicembre 2013 - La comunicazione rappresenta il contributo della Commissione al dibattito del Consiglio europeo sulla difesa previsto per dicembre 2013, in linea con le conclusioni del Consiglio del 14 dicembre 2012. Nell’ottobre 2012 la Commissione ha annunciato l´elaborazione di una strategia per il settore europeo della difesa. La task force della Commissione sulla difesa, istituita nel 2011, sta svolgendo un ruolo fondamentale in questo processo e lavora in stretta collaborazione con l’Agenzia europea per la difesa (Aed) e il Servizio europeo per l’azione esterna (Seae). Chi ne trarrà vantaggio e come? Le fide in tema di sicurezza sono sempre più complesse, mentre le risorse si sono assottigliate - in tutta Europa, - per effetto delle politiche di austerità e spending review. Continui tagli alle attività di ricerca e sviluppo (R&s), mancanza di nuovi programmi, frammentazione del mercato e scarsa cooperazione tra Stati membri, pregiudicano la capacità europea. Basti pensare che gli Stati Uniti spendono 7 volte più del totale dei nostri 27 Stati membri, per le attività di R&s nella Difesa. Inoltre, l´Europa non ha un vero mercato unico della Difesa. L´80% degli appalti del settore sono confinati in ambito nazionale. Per cui gli eserciti europei impiegano prodotti con standard diversi, spesso non compatibili fra loro. Ad esempio, attualmente in Europa vi sono 16 diversi tipi di fregate, rispetto all´unico modello utilizzato dagli Usa e, ben 17 linee di produzione per carri armati rispetto alle 2 americane. Per non parlare dei 4 diversi modelli di aeri da combattimento europei. Talvolta anche gli stessi tipi di mezzi in dotazione a eserciti diversi non riescono a interagire tra loro per problemi di software differenti. In questo modo l´Europa, pur avendo complessivamente più risorse degli Usa, non riesce a produrre le stesse economie di scala, spendendo di più per prodotti non necessariamente superiori. Gli Stati membri risparmieranno tempo e denaro attraverso una certificazione e norme europee, il sostegno ai cluster, la specializzazione dei ruoli, la ricerca e gli appalti congiunti, una maggiore efficienza energetica degli eserciti e l´uso efficiente delle infrastrutture spaziali. Le imprese europee legate alla difesa, comprese le Pmi, trarranno benefici da: un migliore accesso ad altri mercati, all´interno o all´esterno dell´Ue, economie di scala attraverso una maggiore standardizzazione e certificazione e un accesso più agevole ai finanziamenti dell´Ue. I contribuenti europei beneficeranno di: spese per la difesa più efficienti, minori sovrapposizioni tra R&s civile e militare, un uso più efficiente delle infrastrutture spaziali, mentre l´ambiente beneficerà dell´impronta energetica ridotta delle forze armate europee. Situazione in Italia - L’italia, quarto esportatore d’armi in Europa, ha un´industria della difesa che fattura oltre 10 miliardi e occupa circa 50 mila addetti.  
   
   
UE, MARIETTA GIANNAKOU: UN APPROCCIO COMUNE SULLA SIRIA AVREBBE POTUTO FARE LA DIFFERENZA  
 
Bruxelles, 12 settembre 2013 - Gli Stati membri dell´Ue dovrebbero agire insieme nelle azioni di difesa? L´11 settembre i deputati si sono confrontati e hanno votato una relazione che invita ad una maggiore cooperazione sui temi della sicurezza. La relatrice Marietta Giannakou crede che una politica comune di sicurezza e difesa per l´Ue avrebbe potuto fare la differenza in situazioni come quella della Siria. Cosa sarebbe cambiato se l´Ue avesse avuto la capacità di agire unita in Siria? Sarebbe stato molto diverso se avessimo avuto una sola voce come Ue invece di sentire solo la Francia pronta ad agire immediatamente. Saremmo stati più organizzati e più rispettati dagli Stati Uniti. Dobbiamo lavorare insieme. Émolto difficile cosa succederà in Siria. Non possono attaccare in Siria senza ripercussioni. La Siria non è il Kossovo e non sono a favore di un attacco. Bisogna pensarci due volte prima di attaccare. Bisogna tentare in tutti i modi una soluzione politica. Perché gli Stati membri sono così esitanti all´idea di lavorare insieme su sicurezza e difesa? Alcuni governi hanno paura che questa visione sia in contrasto con la Nato. Alcuni dei nuovi Stati membri pensano che gli Stati Uniti siano il nostro punto di riferimento rispetto alla sicurezza nel mondo. Tutto ciò non è serio perché abbiamo ormai dopo tanti anni molta esperienza nel lavorare insieme. Chi avrebbe mai pensato dopo la Seconda Guerra Mondiale che la Francia e la Germania potessero essere dalla stessa parte? Oggi è necessario: la crisi internazionale e in Medio Oriente hanno bisogno dell´Europa.  
   
   
GUBBIO: PRESIDENTE MARINI INCONTRA FORZE ECONOMICHE E SOCIALI, “REGIONE UMBRIA SARÀ VICINA ALLA COMUNITÀ E SUPPORTERÀ COMMISSARIO”  
 
Perugia, 12 settembre 2013 - "La Regione Umbria in questi mesi di gestione commissariale dell´amministrazione comunale di Gubbio sarà vicina alla comunità ed assicurerà un costante presidio politico, istituzionale ed amministrativo, supportando l´attività del Commissario, al fine di evitare che questo tempo possa, in qualche modo, penalizzare la città". E´ quanto affermato dalla presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, incontrando i giornalisti al termine dell´incontro svoltosi ieri mattina a Gubbio, presso la sede del Municipio, convocato dal Commissario prefettizio, Maria Luisa D´alessandro, con i rappresentanti del "tavolo delle forze economiche e sociali". Aprendo la riunione il Commissario D´alessandro ha sottolineato l´importanza, anche in questa fase di gestione commissariale, di "lavorare in sinergia con la Regione Umbria affinché si possano realizzare tutte quelle opere pubbliche programmate e si possa altresì proseguire il confronto con le forze economiche e sociali della città in vista della nuova fase della programmazione dei fondi comunitari per il settennato 2014-2020 affinché Gubbio e la sua collettività possano cogliere appieno le opportunità che verranno da questi fondi per lo sviluppo e la crescita economica e sociale di questo territorio". La presidente Marini, entrando nello specifico delle diverse questioni poste dai rappresentanti delle forze economiche e sociali di Gubbio, ha sottolineato come la prossima fase della programmazione comunitaria dei fondi strutturali terrà nella dovuta considerazione le peculiarità della realtà dell´eugubino, sia sotto l´aspetto dell´innovazione del sistema economico, che della riqualificazione urbana, del turismo e dell´agricoltura. Così come la Regione sarà particolarmente attenta alle questioni relative alla dotazione infrastrutturale e viaria di quest´area. A tale riguardo, dopo aver ricordato che per il tratto Gubbio-mocaiana della Pian d´Assino l´impresa appaltatrice dovrebbe consegnare a breve l´opera terminata, la presidente ha ricordato che la Regione ha inserito nel programma delle opere pubbliche la realizzazione dell´altro stralcio della nuova strada, che è di fondamentale importanza per il territorio: "Come Giunta regionale - ha affermato - rimaniamo impegnati su quanto abbiamo sempre sostenuto e cioè che, quando lo Stato restituirà alla Regione le somme che abbiamo anticipato per la realizzazione di questo tratto della Pian d´Assino, queste saranno utilizzate per nuovi stralci di questa strada". Per ciò che riguarda lo stato di attuazione dei "Puc" (programma urbano complesso) relativi a Gubbio la presidente ha affermato di essere abbastanza ottimista circa la realizzazione delle opere del "Puc" 1, mentre si è detta preoccupata per il "Puc" 2 che prevede un impegnativo quadro di interventi per circa 26 milioni di euro, di cui 6,5 milioni a valere sui fondi comunitari. A tale riguardo la presidente Marini ha ricordato che i termini imposti dall´Unione Europea per l´utilizzo delle risorse assegnate sono rigorosissimi e che "non possiamo permetterci di perdere queste risorse. Quindi o si sarà in grado di assumere gli impegni giuridicamente vincolanti - come richiede l´Unione Europea - entro il 31 dicembre del 2014, oppure si dovrà individuare una soluzione alternativa. In ogni caso - ha assicurato la presidente -, anche se si dovesse procedere ad una revoca del finanziamento, la Giunta regionale adotterà un atto formale con il quale si impegna a garantire al Comune di Gubbio la stessa cifra nell´ambito della nuova programmazione comunitaria, in aggiunta alle risorse che comunque deriveranno dall´ordinaria programmazione". La presidente ha altresì ricordato l´impegno del governo regionale sul versante delle crisi aziendali che riguardano il territorio direttamente o indirettamente, dalla Merloni, all´Indesit, alla Sirio.  
   
   
CREDITO IN-CASSA, REGIONE LOMBARDIA ILLUSTRA LA MISURA  
 
Milano, 12 settembre 2013 - Un collegamento con tutte le Sedi territoriali di Regione Lombardia per illustrare ´Credito In-cassa´ - misura che permette di smobilizzare un miliardo di euro per pagare le imprese creditrici verso le pubbliche amministrazioni - ai vari soggetti interessati. E´ l´incontro tenuto dall´assessore alle Attività produttive, Ricerca e Innovazione di Regione Lombardia, Mario Melazzini. "Questo - spiega Melazzini - ha rappresentato un momento rilevante di condivisione dei criteri e degli obiettivi che Regione Lombardia si è posta nel promuovere l´iniziativa ´Credito In-cassa´, che consente di smobilizzare un miliardo di euro per pagare le imprese creditrici verso le pubbliche amministrazioni. Per la prima volta abbiamo messo in collegamento contemporaneamente tutte le Sedi Territoriali presenti sul territorio lombardo, coinvolgendo in un confronto aperto e costruttivo tutti gli stakeholder coinvolti nel progetto. Un incontro che è stato molto apprezzato perché ha dato l´opportunità ad ognuno di ascoltare la presentazione dell´iniziativa ´Credito In-cassa´, di poter interagire e ricevere qualsiasi chiarimento in tempo reale". "Regione Lombardia - conclude Melazzini - ha dimostrato anche in quest´occasione la propria disponibilità nel fornire ogni tipo di supporto tecnico e informativo affinché tutti i soggetti interessati possano sposare l´iniziativa in modo convinto e consapevole e sentirsi parte attiva di un progetto che, ne siamo certi, inciderà positivamente sul rilancio e lo sviluppo della nostra economia".  
   
   
CAL FVG, REGIONE: RIMODULARE REGOLAMENTO FONDO AUTONOMIA POSSIBILE  
 
Udine, 12 settembre 2013 - - Sarà rimodulato il Regolamento di attuazione del fondo per l´autonomia possibile e per l´assistenza a lungo termine relativo al Sistema integrato di interventi e servizi per la promozione e la tutela dei diritti di cittadinanza sociale. Che era stato oggetto di una delibera della Giunta regionale, la quale non aveva ricevuto parere favorevole da parte del Consiglio delle Autonomie Locali (Cal). Lo ha annunciato l´assessore regionale alla Salute, Maria Sandra Telesca, a Udine, nel corso della seduta del Cal. Tale Regolamento era stato respinto in sede di esame dall´organismo consultivo del sistema delle autonomie, perché non ne erano stati condivisi i contenuti. "Il Regolamento era stato formulato dalla Giunta precedente - ha specificato la Telesca che non aveva potuto partecipare alla precedente seduta del Cal - e non ha trovato la condivisione delle autonomie". "Ritengo pertanto - ha aggiunto - che il Governo regionale potrà ritirare il relativo provvedimento, in attesa della riformulazione del testo; che sarà definito assieme alle autonomie in quanto meglio conoscono la realtà esistente sul territorio". "La Regione e gli enti locali - ha proseguito l´assessore - si pongono lo stesso obiettivo, che è quello di dare risposta al bisogno dei cittadini utilizzando al meglio le risorse a disposizione". "Ed è quello - ha concluso - che la Regione intende fare, come ha dimostrato nel corso degli anni non riducendo i servizi nemmeno a fronte dei tagli operati dallo Stato". Il nuovo Regolamento, come ha concordato l´assessore Telesca con il Cal, dovrà considerare i principi della rendicontazione e dell´uniformità dei criteri di utilizzo delle risorse. Nel corso della seduta, il Cal ha riconfermato, in rappresentanza dello stesso organismo consultivo nella Cabina di regia in materia di Ict ed e-governement, i tre esperti designati nella tornata precedente. Si tratta di Mario Pezzetta, presidente dell´Anci, Paolo Coppola, attualmente deputato, e Fulvio Della Vedova, dirigente della Provincia di Trieste.  
   
   
L’INSERIMENTO LAVORATIVO DEI DISABILI: LUCI E OMBRE DEL SISTEMA ECONOMICO LOCALE TORINESE  
 
Torino, 12 settembre 2013 - Sono 15mila su un totale di poco sopra i 200mila (pari al 7,4%) i lavoratori disabili disponibili al lavoro iscritti ai 13 Centri per l’impiego della Provincia di Torino; gli avviamenti al lavoro nel 1° semestre del 2013 sono stati 350 con collocamento mirato e 1990 con collocamento ordinario. È questa la fotografia dell’applicazione della legge 68/99 al 30 giugno 2013 che i funzionari dell’assessorato al Lavoro della Provincia di Torino hanno presentato stamattina alle Commissioni Iii (Politiche attive per il lavoro) e Ix (Solidarietà sociale), presiedute rispettivamente da Roberto Cavaglià e da Dina Bilotto e riunite in seduta congiunta. “La percentuale di disabili sul totale degli iscritti non si discosta da quella di un anno prima” spiega l’assessore al Lavoro della Provincia di Torino Carlo Chiama, “ma i numeri complessivi sono decisamente superiori: al 30 giugno 2012 le persone con handicap erano 12mila e 561 su un totale di 173mila e 425. Un incremento che la dice lunga sulla portata della crisi economica in atto nel nostro territorio”. Dei 15mila lavoratori disabili iscritti ai Centri per l’impiego (maschi per il 57,5%), il 75% possiede al massimo la scuola dell’obbligo e il 69% ha un’invalidità prevalente fisica (psichica per il rimanente 31%). Nel 1° semestre 2013 i nuovi ingressi nel collocamento mirato sono stati 2337, con una crescita del 33% rispetto al 1° semestre 2012. Riguardo agli avviamenti al lavoro, i tempi indeterminati sono il 40% nel collocamento mirato e il 10% (la metà a part-time) in quello ordinario. Nel primo caso il 32% trova sistemazione nella manifattura e il 17% nel commercio, mentre nel secondo il 26% opera nel settore istruzione e ancora il 17% lavora nel commercio. I disabili in forza alle aziende ammontavano a fine 2012 a 6695, di cui l’87% in imprese con oltre 50 dipendenti. “Durante il 1° semestre 2013 sono state stipulate 172 convenzioni con aziende private per complessivi 294 lavoratori da assumere tra il 2013 e il 2021” commenta ancora l’assessore Chiama, “ma il numero di posti scoperti riservati ai disabili, che a fine 2012 ammontava a 3451, non fa onore al nostro territorio. Occorre un maggior impegno da parte di tutti gli attori del sistema economico, sia pubblici che privati”.  
   
   
LAVORO IN UMBRIA: AL VIA WORK EXPERIENCE PER 562 LAUREATI, AL CAPITINI GIORNATA DI FORMAZIONE  
 
Perugia, 12 settembre 2013 – Sono 562 i laureati e le laureate che hanno partecipato alla giornata formativa organizzata dalla Regione Umbria al Centro Congressi “A. Capitini” di Perugia, con lo scopo di fornire informazioni per l’avvio e la gestione delle work experience programmate nell’ambito del progetto W.e.l.l. (Work Experience Laureate e Laureati), il cui avvio è previsto per il prossimo 1 ottobre. Il progetto, in seguito al quale è stato emanato un bando che ha portato alla selezione dei beneficiari di aiuti individuali, affronta l’emergenza lavoro, in particolare per le persone con elevata scolarizzazione e più a rischio di esclusione dal mercato del lavoro. L’iniziativa prevede un’esperienza formativa in imprese e soggetti privati della durata di sei mesi, con una borsa lavoro, sotto forma di aiuto individuale, di 800 euro mensili. Il budget assegnato all’intervento nel suo complesso dalla Giunta regionale è di 3 milioni di euro e include l’assegnazione di specifiche risorse finalizzate all’erogazione di incentivi a favore dei datori di lavoro che, al termine della work experience, assumano il laureato o la laureata. L’aiuto varia da un massimo di 6 mila euro a fronte di un’assunzione con contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato, ad un minimo di 2 mila 500 in caso di assunzione a tempo determinato. “Un intervento questo delle work esperiences – ha spiegato l’assessore regionale allo Sviluppo economico, Vincenzo Riommi – su cui abbiamo investito risorse importanti, si inserisce in un contesto in cui le risorse del Fondo Sociale Europeo sono utilizzate per politiche attive del lavoro fortemente orientate ad avvicinare le persone ed i giovani al mondo del lavoro in una logica di valorizzazione complessiva del sistema degli apprendimenti. Lo strumento delle work esperiences che abbiamo gestito con procedure telematiche a sportello tali da consentirci di formulare la graduatoria in soli 55 giorni dalla scadenza del bando e di avviare fisicamente l’attività dei beneficiari in meno di tre mesi – conclude - è coerente con gli indirizzi della prossima programmazione dei fondi strutturali per il periodo 2014 - 2020 e in linea con altre iniziative, come quella della ‘Youth Guarantee’ promossa dall’Unione Europea per assicurare ai giovani opportunità di accesso al mercato del lavoro”. I 562 laureati ammessi all’esperienza hanno un’età che va da 22 a 54 anni, di cui il 65 per cento tra 20 e 30 anni, il 30 per cento fra 31 e 40 anni, il 5 per cento over 40. Le donne sono in assoluta maggioranza e rappresentano il 68,5 per cento.  
   
   
TRENTO: GIOVANI IN CERCA DI LAVORO, ECCO IL BANDO PER LA QUALIFICAZIONE PROFESSIONALE  
 
Trento, 12 settembre 2013 - La Provincia autonoma di Trento, con Agenzia del Lavoro, sostiene i giovani lavoratori interessati a riprendere gli studi interrotti, a diplomarsi o a concludere la tesi di laurea da tempo rinviata. L´impegno nasce dalla considerazione che i tassi di disoccupazione più alti si riscontrano tra i giovani con i minori titoli di studio e si riducono progressivamente tra i giovani con titoli di studio più elevati. Da qui la nuova misura, che si concretizza con l´approvazione del Bando per il reddito di qualificazione. Le domande dovranno essere presentate entro il 29 novembre 2013. Il bando per il reddito di qualificazione, approvato ieri da Agenzia del Lavoro, eroga un’indennità ai giovani lavoratori con meno di 36 anni, che, in accordo con il datore di lavoro, sospendono senza retribuzione o riducono di almeno il 50% l’attività lavorativa. L’indennità, che è riconosciuta anche per la frequenza di percorsi serali, ammonta a 600,00 € mensili per la sospensione totale, proporzionalmente ricalcolata in caso di sola riduzione. La somma è erogata per la durata della sospensione fino ad un massimo di 8 mesi per ogni anno scolastico nel caso del diploma e di 6 mesi complessivi per la laurea. L’indennità è cumulabile con altre borse di studio. A questo proposito - è bene sottolinearlo - l’indennità è condizionata, pena la decadenza e la restituzione di quanto ricevuto, dal raggiungimento di risultati di merito entro i termini indicati nel bando: ad esempio, superare l’anno scolastico con successo, raggiungere un numero minimo di crediti formativi o diplomarsi entro una certa data. Per partecipare al bando è necessario avere meno di 36 anni, essere un lavoratore dipendente da più di 6 mesi presso lo stesso datore di lavoro con sede operativa in provincia di Trento, essere iscritto ad un istituto o ad università autorizzati al rilascio di titoli di studio riconosciuti legalmente. Inoltre, il candidato dovrà essere in possesso dell’indicatore della condizione economica familiare (Icef) previsto per l’erogazione di borse di studio finanziate dall’Agenzia del Lavoro sul Fondo Giovani. Le domande per la partecipazione devono essere presentate all’Agenzia del Lavoro entro il 29 novembre 2013: tramite posta elettronica, allegando copia di un documento di riconoscimento valido, all’indirizzo amministrazione.Adl@pec.provincia.tn.it; tramite ufficio postale con raccomandata o tramite consegna a mano presso i Centri per l’impiego o presso la sede dell’Agenzia del Lavoro - Ufficio Affari Amministrativi, Generali e Contabili - Via R. Guardini, 75 – V piano, al seguente orario: da lunedì a venerdì 8.30 -13.00 - giovedì 14.30 -16.00 per la sede e per i Centri per l’impiego di: Borgo Valsugana, Mezzolombardo, Pergine Valsugana, Riva del Garda, Rovereto, Tione, Trento. Maggiori informazioni sulle modalità di presentazione delle domande, sui criteri di selezione e sugli adempimenti richiesti possono essere recuperate dal bando pubblicato sul sito www.Agenzialavoro.tn.ti o telefonando al numero verde 800 264 760.  
   
   
IMMIGRAZIONE: LA LOMBARDIA È UN MODELLO DI INTEGRAZIONE  
 
Milano, 12 settembre 2013 - "I dati forniti dall´osservatorio certificano innanzitutto come la Lombardia sia stata fino a oggi un modello di integrazione: vivono sul nostro territorio circa 1.129.000 immigrati, che corrispondono al 23,2 per cento del totale nazionale". Così l´assessore alla Sicurezza, Protezione civile e Immigrazione della Regione Lombardia Simona Bordonali ha commentato, in Commissione Affari istituzionali, i dati contenuti nel ´Rapporto 2012 sugli immigrati in Lombardia´, elaborato da Orim, l´Osservatorio regionale sull´immigrazione e multietnicità. Il Rapporto Orim 2012 Gli Immigrati In Lombardia - Il rapporto, redatto annualmente dall´osservatorio, da tredici anni dalla sua istituzione, si pone come obiettivo quello di monitorare la presenza straniera sul territorio lombardo, in modo da poter essere utilizzato come valido ausilio nella programmazione delle politiche. Secondo gli ultimi dati disponibili, relativi al 2012, gli immigrati in Lombardia, in dodici anni, sono passati da 400.000 a 1.200.000 unità. Nonostante la lieve flessione riscontrata nell´ultimo anno, l´intero arco temporale 2001-2012 è andato comunque caratterizzandosi per un incremento della presenza straniera di ben 817.000 unità. Un numero equivalente, per dimensione demografica, alla province di Varese o di Monza e Brianza. Superare Il Trattato Di Dublino - "Per tentare di risolvere le problematiche legate al fenomeno dell´immigrazione - ha spiegato l´assessore a proposito dell´emergenza profughi - credo sia necessario superare la parte del Trattato di Dublino, che prevede per l´immigrato l´obbligo di rimanere sul territorio dello Stato a cui si chiede lo status di rifugiato". "Si tratta di una norma che ci penalizza fortemente - precisa Bordonali -, perché induce gli immigrati a rimanere clandestini per non incorrere nell´obbligo di vivere in Italia per circa due anni". Immigrazione E Lavoro - "Attualmente le tematiche dell´immigrazione in Lombardia sono fortemente legate al problema della mancanza di lavoro - ha aggiunto l´assessore -. È in grande crescita anche la percentuale degli stranieri disoccupati, salita al 14,4 per cento. Ritengo dunque che sia prioritario offrire risposte occupazionali alle centinaia di migliaia di Lombardi e agli stranieri integrati rimasti senza lavoro, prima di accogliere nuovi flussi migratori".  
   
   
DEPOSITATA A STRASBURGO LA RATIFICA DELLA CONVENZIONE DI ISTANBUL  
 
Bologna, 12 settembre 2013 - “Un altro passo avanti importante, che da solo però non basta”. Così l’assessore regionale Teresa Marzocchi ha commentato la missione a Strasburgo del viceministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Cecilia Guerra per depositare al Consiglio d’Europa la ratifica italiana della Convenzione di Istanbul. “Il deposito della ratifica è un atto che va nella giusta direzione e che merita il sostegno di tutto il Paese. Siamo però consapevoli, così come lo è il Governo – prosegue Marzocchi – , che quell’atto da solo non basta a fermare la violenza di genere. Abbiamo tanto da fare, a cominciare da un vero e proprio cambiamento culturale che deve iniziare dall’educazione dei nostri figli: sono loro, per primi, che devono imparare a comprendere e rispettare la diversità”.  
   
   
PARI OPPORTUNITA´: NASCE IN ABRUZZO CENTRO CONTRO RAZZISMO PROGETTO FINANZIATO CON PROGRAMMA EUROPEO PER L´INTEGRAZIONE  
 
L´aquila, 12 settembre 2013 - L´assessore alle Pari opportunità, Federica Carpineta, comunica che la Regione Abruzzo è stata ammessa al finanziamento nell´ambito del Programma Fei ? Fondo europeo per l´integrazione (Azione 7-2012) con la presentazione del progetto Centra (Centro territoriale della Regione Abruzzo contro la discriminazione). "Con il Centra - sostiene l´assessore Carpineta - l´Abruzzo aderisce alla rete nazionale Antidiscriminazione dell´Unar (Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali) attraverso la costituzione di un centro specializzato per il contrasto ai sempre più numerosi casi di discriminazione e razzismo che si verificano anche in Abruzzo". La Regione, già protagonista di azioni importanti contro la discriminazione razziale, con i progetti Simple e Light On, è ora promotore, in collaborazione con le Province dell´Aquila e Teramo, il Comune di Pescara e l´impresa Progetti Sociali, di una nuova iniziativa che vedrà la formalizzazione del Centro regionale antidiscriminazione, basato su nodi di raccordo e punti di informazione provinciali e comunali e sul consolidamento dei rapporti con enti, gruppi e associazioni del settore. Anche l´Abruzzo, quindi, segue la strada già intrapresa dalle altre dieci regioni italiane che hanno aderito alla Rete nazionale antidiscriminazione. I partner di Centra lavoreranno, quindi, insieme all´Unar fino al giugno 2014, per dare il via ad un sistema duraturo per la segnalazione e il trattamento dei casi di discriminazione, basato anche sui risultati del primo Report regionale sulla discriminazione, che presenterà un´analisi dei recenti fenomeni sociali, delle percezioni delle persone rispetto alla diversità razziale e al disvalore sociale di ogni forma di discriminazione.