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GIOVEDI
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Notiziario Marketpress di
Giovedì 12 Settembre 2013 |
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IL DISCORSO DEL PRESIDENTE BARROSO SULLO STATO DELL´UNIONE 2013 |
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Bruxelles, 12 settembre 2013 - Nel suo
discorso annuale al Parlamento europeo sullo Stato dell´Unione, il
Presidente Barroso ha esortato tutti coloro che credono nell´Europa a far
sentire la propria voce.
"È giunta
l´ora di travalicare i temi puramente nazionali e gli interessi
particolaristici: impegniamoci piuttosto a raggiungere progressi concreti per
l´Europa" ha dichiarato il Presidente Barroso "innestando un´autentica
prospettiva europea nei dibattiti politici interni".
A cinque
anni esatti dal "crack" di Lehman Brothers, Barroso ha riepilogato quanto
l´Europa ha realizzato nel frattempo. "Guardandoci indietro e ripensando a
quello che abbiamo fatto, tutti insieme, per mantenere unita l´Europa durante la
crisi, ci accorgiamo che solo 5 anni fa non avremmo mai pensato che tutto ciò
fosse possibile" ha osservato il Presidente della Commissione. "Ma quel che conta adesso è
il modi per fare fruttare i progressi realizzati. Vogliamo valorizzarli, o
piuttosto sminuirli? Vogliamo ricavarne un´iniezione di fiducia per proseguire
nel cammino intrapreso, o vogliamo invece sottovalutare i risultati dei nostri
sforzi?"
Il
Presidente ha poi citato una serie di recenti dati e sviluppi che confortano
coloro che nutrono fiducia nel futuro dell´Europa. "L´europa ormai
intravvede la ripresa. Certo, dobbiamo essere
sempre vigili, ma tutto indica che la strada è quella giusta, e questo deve
spingerci a non mollare. È un dovere nei confronti dei paesi per i quali
la ripresa è invece ancora lontana, di coloro che non approfittano ancora di
questi sviluppi positivi. È un dovere nei confronti dei 26 milioni di
disoccupati europei".
Barroso
ha elencato i settori nei quali occorre incentivare gli sforzi entro la fine
dell´attuale legislatura europea:
l´unione bancaria, le proposte relative al mercato unico e al pacchetto
sulle telecomunicazioni presentate dalla Commissione, l´agenda commerciale
dell´Ue e il finanziamento dell´economia, il quadro finanziario pluriennale e la
dimensione sociale. "Non mi stancherò mai di ripeterlo: non convinceremo i
cittadini con la retorica e le promesse ma solo con un insieme comune di
risultati concreti".
Il
Presidente ha quindi invocato una maggiore integrazione europea per fare fronte
agli sviluppi in atto a livello mondiale: "Nel mondo di oggi la dimensione
europea è indispensabile per proteggere i valori e gli standard europei e
promuovere i diritti dei cittadini: dalla tutela dei consumatori ai diritti dei
lavoratori, dai diritti della donna al rispetto per le minoranze, dagli standard
ambientali alla protezione dei dati e della privacy".
Ma
secondo il Presidente la principale questione al centro del dibattito in corso
in tutta Europa è la seguente: "Vogliamo migliorare l´Europa, o vogliamo
mollare?"
"La mia
risposta è chiara", ha proseguito: "Impegnatevi! Se non vi piace l´Europa così
com´è, miglioratela! Come tutte le creazioni umane, l´Ue non è perfetta. Le
controversie sulla ripartizione delle responsabilità tra livello nazionale e
livello europeo non cesseranno mai interamente. Non tutto và risolto a livello
europeo: l´Europa deve concentrarsi sugli aspetti nei quali può apportare il
massimo valore aggiunto; se non è così, non deve intervenire. L´intervento
dell´Ue deve essere massiccio nelle questioni più importanti e limitato nelle
questioni meno rilevanti.
Al contempo
il Presidente Barroso ha affermato con chiarezza che l´impegno ad approfondire
l´unione economica e monetaria rimane più attuale che mai: "Vi sono settori di
enorme rilevanza nei quali l´Europa deve raggiungere una più profonda
integrazione e una maggiore unità, settori in cui solo un´Europa forte può
ottenere risultati. Il nostro orizzonte politico deve essere l´unione
politica: non è solo l´appello di un fervente europeista, ma l´unica strada
percorribile per consolidare i progressi raggiunti e garantire l´avvenire
dell´Europa." |
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LETTERA DI IERI DEL PRESIDENTE BARROSO ALL´ON. MARTIN SCHULZ, PRESIDENTE DEL PARLAMENTO EUROPEO |
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Bruxelles, 12 Settembre 2013 – “
Onorevole Presidente Schulz,
nel discorso sullo stato dell´Unione ho espresso oggi
il mio parere sulle sfide che ci attendono nel momento in cui il Parlamento
europeo si prepara alle elezioni del prossimo mese di maggio e in cui la
Commissione inizia l´ultimo anno del suo mandato. Insieme abbiamo già fatto
molto per i cittadini europei, in condizioni molto difficili. Il Parlamento
europeo è un partner indispensabile nel processo legislativo dell´Ue e sono
convinto che possiamo essere orgogliosi dei comuni risultati raggiunti. Per
citare solo alcuni esempi, gli sforzi compiuti congiuntamente per rafforzare il
quadro della governance economica, l´accordo politico sul prossimo quadro
finanziario pluriennale e la profonda revisione della vigilanza e della
regolamentazione finanziarie avranno un notevole impatto sulla capacità di
recupero dell´economia europea e miglioreranno le nostre prospettive di
crescita futura.
Le sfide ancora da affrontare richiedono di
intensificare il ritmo del processo decisionale nei mesi a venire, completando
l´attività legislativa avviata e proseguendone l´attuazione. Garantendo
interventi concreti nei settori con le maggiori potenzialità di catalizzare e
sostenere la ripresa economica e la creazione di posti di lavoro, contribuiremo
a infondere una nuova fiducia nella capacità dell´Europa di uscire consolidata
dalla crisi e nel ruolo inestimabile dell´Ue nel contesto di tale strategia di
ripresa.
La presente lettera illustra in particolare le
principali iniziative in esame per il programma di lavoro della Commissione per
il 2014, in conformità con l´accordo quadro tra le due istituzioni. Le nostre
riflessioni hanno preso spunto dalla risoluzione del Parlamento europeo del 4
luglio 2013, dalla mia interazione frequente con Lei e con il Parlamento,
nonché dai fruttuosi scambi tra i commissari e le commissioni parlamentari.
Sono impaziente di riprendere tali scambi il mese prossimo, quando ci troveremo
a collaborare per l´adozione definitiva del programma di lavoro.
Per quanto riguarda il nostro lavoro per il 2014, il
Parlamento e la Commissione concordano nel sostenere che la crescita e
l´occupazione debbano avere ancora la massima priorità. Dobbiamo continuare a
incoraggiare gli Stati membri a perseguire un risanamento di bilancio
differenziato e favorevole alla crescita, a perseguire riforme strutturali che
stimolino la competitività, a ripristinare la normale erogazione di prestiti
all´economia, a trovare soluzioni innovative per creare posti di lavoro,
sostenere chi è in difficoltà e realizzare il potenziale creativo dell´Europa,
nonché a modernizzare la pubblica amministrazione.
Non dobbiamo inoltre perdere di vista le sfide - e le
opportunità - a lungo termine, ovvero le strategie in materia di energia e
clima, il rafforzamento della capacità di innovazione dell´Europa e il nostro
contributo alla stabilità a livello mondiale.
Priorità politiche e pianificazione per il 2014 -
L´anno prossimo l´accento verrà inevitabilmente posto
sull´adozione di proposte legislative attualmente oggetto della procedura di
codecisione e sul consolidamento delle attività già avviate. Tale attenzione si
rifletterà nel programma di lavoro della Commissione per il 2014. Porremo
l´accento sull´adozione e l´attuazione delle principali proposte ancora in
sospeso (come le iniziative in materia di occupazione giovanile e le proposte
per stimolare i prestiti alle Pmi), relativamente alle quali gli Stati membri
devono accelerare l´attuazione, nonché sulle iniziative utili a garantire il
regolare e tempestivo avvio dei programmi nell´ambito del nuovo quadro
finanziario pluriennale (Qfp) e dei lavori del gruppo di esperti di alto
livello in materia di risorse proprie.
Come nel 2013, nella definizione delle politiche
economiche la nostra attenzione si concentrerà sul risanamento delle finanze
pubbliche, sulle riforme strutturali e sugli investimenti mirati. Ci
impegneremo a consolidare la fiducia nella capacità dell´Europa di crescere in
modo sostenibile, a offrire posti di lavoro e buoni sistemi previdenziali ai
nostri cittadini e a garantire che l´Ue mantenga la propria competitività nel
contesto economico globale. Cercheremo di dare priorità alla realizzazione
dell´unione bancaria mentre proseguiranno le attività legate alla governance
economica, all´accesso ai finanziamenti, alla mobilità professionale e che
intendono affrontare la disoccupazione giovanile. In linea con il documento
della Commissione dal titolo "Un piano per un´Unione economica e monetaria
autentica e approfondita: avvio del dibattito europeo", dobbiamo
continuare a lavorare per costruire un´Unione economica e monetaria completa,
ad esempio imperniandola su un livello elevato di responsabilità democratica e
dotandola di una forte dimensione sociale. Su quest´ultimo aspetto, il 2
ottobre la Commissione pubblicherà una comunicazione sulla dimensione sociale
dell´Uem. Dobbiamo inoltre raddoppiare gli sforzi per realizzare gli obiettivi
della strategia Europa 2020 attraverso un´azione sostenuta e coordinata a
livello europeo e nazionale.
L´innovazione e gli investimenti sono fondamentali per
la competitività. I nuovi programmi del Qfp sono sintonizzati sulle priorità
della strategia Europa 2020 e includono un´ampia gamma di misure volte a
stimolare gli investimenti, a sviluppare il capitale umano e a dare priorità
alle riforme che hanno un impatto diretto sulla crescita e l´occupazione. La
collaborazione permanente con la Banca europea per gli investimenti volta a
sostenere l´accesso ai finanziamenti per le Pmi sarà utilizzata come leva
essenziale per far ripartire la crescita. Si cercherà di garantire la piena
attuazione delle norme del mercato interno nei settori essenziali dei servizi e
dell´energia e di realizzare le iniziative previste dall´Atto per il mercato
unico. Ci impegneremo inoltre a completare la modernizzazione delle norme sugli
aiuti di Stato. Le proposte presentate oggi a favore di un vero e proprio
mercato unico nel settore delle telecomunicazioni sono inoltre fondamentali per
la competitività e la loro adozione dovrà costituire una priorità assoluta nei
mesi a venire. Proseguiremo inoltre il lavoro sull´impatto dei prezzi
dell´energia sulla competitività e sui metodi per affrontare la questione.
Anche gli scambi commerciali sono un settore con
enormi potenzialità di crescita, in cui dobbiamo mantenere il ritmo dei
negoziati con i principali partner, compresi gli Stati Uniti.
In questo contesto, la Commissione ritiene che le
principali priorità per il 2013 e il 2014 siano le seguenti:
garantire
l´avvio regolare di tutti i programmi del Qfp per il periodo 2014-2020, con il
bilancio dell´Ue nel ruolo di catalizzatore per gli investimenti, la crescita e
le riforme;
accelerare
l´adozione delle proposte fondamentali, in particolare in materia di unione
bancaria e regolamento finanziario (come le proposte sul risanamento e la
risoluzione delle crisi degli istituti bancari e per un meccanismo di
risoluzione unico presentate a luglio), di mercato unico (con tutte le proposte
dell´Atto per il mercato unico Ii attualmente in esame), di telecomunicazioni,
con la proposta adottata oggi, e di agenda digitale. Vi sono inoltre numerose
proposte di importanza fondamentale per i cittadini, in settori che spaziano
dalla riforma della politica comune della pesca al mercato interno nel settore
dei servizi ferroviari fino alla procura europea. A tale proposito, vorrei
sottolineare la necessità di concludere rapidamente l´adozione della direttiva
sui prodotti del tabacco. La conversione in legge di tali proposte entro la
fine della Sua legislatura darà un segnale forte rispetto all´importanza
cruciale dell´Ue per i cittadini;
rafforzare la
governance economica, compresa la dimensione sociale, e continuare a sviluppare
il processo del semestre europeo, con particolare enfasi sull´attuazione (in
particolare il "two-pack" e il coordinamento delle misure a tutti i
livelli);
perseguire la nostra agenda commerciale (in
particolare attraverso i negoziati per un Partenariato transatlantico in
materia di scambi commerciali e investimenti (Ttip) con gli Stati Uniti e i
negoziati con altri partner fondamentali quali Canada e Giappone) e definire la
posizione dell´Ue sui principali negoziati internazionali, come la prossima
conferenza delle parti della convenzione quadro delle Nazioni Unite sui
cambiamenti climatici e l´agenda di sviluppo successiva al 2015;
promuovere un
ambiente favorevole alle imprese, in particolare alle Pmi, semplificando e
snellendo ulteriormente la regolamentazione, in particolare nel contesto
dell´attuale programma di controllo dell´adeguatezza e dell´efficacia della
regolamentazione (Regulatory Fitness and Performance Programme - Refit) inteso
a garantire che tutta la normativa dell´Ue sia adeguata alle finalità
perseguite.
L´ue dovrebbe inoltre continuare a impegnarsi al
massimo nel perseguimento dei propri obiettivi globali, pronta a reagire nel
breve termine, ma impegnandosi anche ad approfondire le iniziative con i paesi
candidati, compresa la normalizzazione delle relazioni tra Serbia e Kosovo. La
costruzione dell´associazione politica e dell´integrazione economica con i
paesi del partenariato orientale, l´assistenza ai paesi del vicinato
meridionale nel loro processo di transizione e la promozione di legami più
stretti con i nostri partner strategici continueranno a costituire priorità
fondamentali.
Nuove iniziative -
Inoltre, la Commissione proporrà un numero mirato di
nuove iniziative destinate a rafforzare la competitività dell´economia europea,
nonché a definire la strategia in materia di clima e energia oltre il 2020.
Svilupperemo inoltre le proposte in materia di Stato di diritto che ho oggi
illustrato.
Tra gli esempi delle nuove iniziative all´esame vi
sono:
la comunicazione
sulla dimensione sociale dell´Uem;
il riesame del
quadro di vigilanza finanziaria e la riforma della struttura delle banche
dell´Ue a seguito della relazione Liikanen;
la
continuazione dei lavori sul finanziamento a lungo termine dell´economia
europea;
il
rafforzamento della base industriale europea attraverso la riforma del mercato
interno per i prodotti industriali e ulteriori iniziative in grado di
migliorare la competitività delle imprese europee;
il
completamento della modernizzazione degli aiuti di Stato per rafforzare il
mercato interno e promuovere una migliore spesa pubblica;
un approccio
globale allo spazio europeo delle abilità e delle qualifiche;
la
continuazione dei lavori sulla strategia in materia di Iva per ridurre i costi
delle imprese sulle dichiarazioni Iva;
la revisione
del regolamento sul coordinamento dei regimi di sicurezza sociale;
il
completamento dei collegamenti tra i servizi pubblici nazionali per l´impiego,
al fine di affrontare gli squilibri tra la domanda e l´offerta di lavoro;
un quadro
legislativo di qualità in materia di ristrutturazione;
un nuovo quadro
in materia di energia e di clima per il 2030;
i risultati di
un riesame della strategia in materia di rifiuti;
una
comunicazione sulle future iniziative in materia di giustizia e affari interni;
il regime dei
visti per i viaggiatori in buona fede;
i pacchetti Allargamento e Vicinato per il 2014;
il
proseguimento della definizione di un´agenda per un seguito ambizioso da dare
agli obiettivi di sviluppo del millennio, integrandoli con gli obiettivi di
sviluppo sostenibile;
il contributo
dell´Ue alla sicurezza marittima globale.
Nel 2014 saranno realizzate iniziative esplorative in
particolare nei seguenti settori:
apertura
dell´accesso ai mercati e mobilitazione dei finanziamenti;
aumento della
partecipazione al mercato del lavoro e della mobilità anche per le professioni
regolamentate;
completamento
dello Spazio europeo della ricerca;
tecnologie
verdi, compresi lo stoccaggio dell´energia e l´efficienza energetica;
rafforzamento
della posizione dei consumatori nel mercato interno dell´energia;
valutazione
della legislazione dell´Ue in materia di salute e di sicurezza sul luogo di
lavoro;
seguito da dare
alla recente comunicazione della Commissione in materia di difesa;
futuro del Fondo europeo di sviluppo per il periodo
successivo al 2020.
Rifletteremo inoltre sull´esperienza accumulata finora
in merito alla strategia Europa 2020 e prenderemo in considerazione
l´eventualità di adeguarla per incoraggiare le riforme necessarie ad accelerare
la crescita e a creare nuovi posti di lavoro.
Le valutazioni e gli esami realizzati nell´ambito del
programma Refit contribuiranno inoltre a rinnovare il dibattito sulle politiche
dell´Ue.
Prospettive future e rafforzamento della
responsabilità democratica -
Il nostro operato attuale dovrebbe consentirci anche
di guardare a ciò che è fondamentale per il futuro dell´Europa, in particolare
alimentando il dibattito su una maggiore integrazione sostenuta dal
rafforzamento della responsabilità democratica. La presentazione di idee a
lungo termine per il futuro dell´Unione europea, che vanno ad aggiungersi ai
principi indicati nel precedente piano, consentirà un reale dibattito europeo
prima delle elezioni del Parlamento europeo.
Attendo con trepidazione la riunione del 2 ottobre del
collegio dei commissari con la Conferenza dei presidenti di commissione e il
mio incontro del 3 ottobre con la Conferenza dei presidenti, che permetteranno
al Parlamento europeo di offrire il proprio contributo prima dell´adozione
definitiva del programma di lavoro per il 2014 da parte della Commissione.
José Manuel Barroso.
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I DEPUTATI EUROPEI DISCUTONO LO STATO DELL´UNIONE CON IL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE BARROSO |
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Bruxelles, 12 settembre 2013 - Il Presidente della
Commissione, José Manuel Barroso, ha tenuto mercoledì al Parlamento l´ultimo
discorso per questa legislatura sullo stato dell´Ue I leader dei gruppi
politici hanno preso la parola per indicare le priorità che secondo loro
dovrebbero essere affrontate nei prossimi mesi dalla Commissione. Ribadendo la
necessità di ripristinare la fiducia nell´Ue, hanno sottolineato che le
elezioni europee del 2014 offriranno agli elettori una reale possibilità di
scegliere il proprio futuro.
Aprendo il dibattito, il Presidente del Parlamento
europeo Martin Schulz ha sottolineato che "i cittadini hanno perso fiducia
nell´Ue e il primo modo per riguadagnarla è quello di spalancare le nostre
porte e lavorare in modo trasparente". Ha inoltre sottolineato che l´Ue
deve concentrarsi maggiormente sul miglioramento della vita dei milioni di
cittadini che soffrono a causa della crisi. "Se i giovani non hanno
prospettive, come si può chieder loro di avere fiducia nell´´Ue?", ha
concluso.
"Tra otto mesi gli elettori giudicheranno ciò che
abbiamo realizzato negli ultimi cinque anni", ha esordito Barroso.
L´europa ha combattuto contro la crisi, riformando radicalmente il settore
finanziario e promuovendo altre riforme strutturali, ma - allo stesso tempo -
ha sottolineato la necessità di "rimboccarsi le maniche", per creare
l´Unione bancaria, combattere la disoccupazione, rimuovere gli ostacoli al
mercato unico e attuare le decisioni prese.
I gruppi politici -
Joseph Daul (Ppe, Fr) ha osservato come la fiducia
nell´Ue e nei governi sia in declino e ha messo in guardia da soluzioni
semplicistiche che non rappresentano la risposta. "Questa crisi non è
imputabile all´Europa, anzi è grazie all´Europa e all´euro se siamo
sopravvissuti", ha aggiunto, invitando i cittadini a votare per le
elezioni europee per decidere l´assetto dell´Ue.
Hannes Swoboda (S&d, At) ha sfidato l´ottimismo di
Barroso, affermando che "il bicchiere è ancora mezzo vuoto". Ha poi
sottolineato che "le misure di austerità stanno ancora aumentando il
divario tra ricchi e poveri, Nord e Sud [ ... ] e sono richiesti più
investimenti pubblici e privati". Infine, ha chiesto maggiore unità per la
corsa alle elezioni europee del prossimo anno, per costruire "un´Europa
più unita, un´Europa comune, abbastanza forte da poter difendere se stessa in
tutto il mondo".
Guy Verhofstadt (Alde, Be) ha criticato la Commissione
di essersi attivata in maniera insufficiente per affrontare l´incombente
stagnazione. "Stiamo assistendo a una piccola ripresa, ma non è giusto
guardare solo alle tendenze positive. Ci aspetta un lungo periodo di
stagnazione e lei (Barroso) non è riuscito a proporre una politica per evitare
tutto ciò. Abbiamo bisogno di un´Unione bancaria, di una zona euro più
integrata, di un governo dell´Eurozona e di una Banca centrale europea che
tenga conto anche del Pil", ha concluso.
"Avreste potuto creare un´Europa migliore
perseguendo politiche diverse", ha commentato il leader del Verdi, Rebecca
Harms (De). "La politica climatica è stata trascurata e l´Unione europea è
favorevole a nuove sovvenzioni per l´industria nucleare e del carbone. Inoltre,
la riforma del settore agricolo è iniqua e antiecologica", ha aggiunto.
Martin Callanan (Ecr, Uk) ha invitato i cittadini a
servirsi delle prossime elezioni europee per "dare un nuovo inizio all´Ue.
Desiderare una nuova Ue non significa essere antieuropeisti", ha detto.
"Viviamo in un´Europa diversa da quella di
Barroso", ha dichiarato il vicepresidente della Sinistra, Takis
Hadjigeorgiou (Cy), aggiungendo che "tutte le politiche di austerità hanno
peggiorato la crisi, sfociando nella disoccupazione". Ha anche criticato la
mancanza di democrazia nell´Ue, ribadendo che "la democrazia non è solo
l´elezione - è la vita tra le elezioni".
Nigel Farrage (Efd,uk) ha criticato il Presidente
Barroso per le sue politiche. "Le darò il massimo dei voti per la
coerenza. Ma questa coerenza ha fatto soffrire molte persone, con la
disoccupazione giovanile superiore al 50% nel Mediterraneo". Ha anche
chiesto di porre fine alla lotta al cambiamento climatico che, a suo dire, non
esiste.
Per Nicole Sinclaire (Ni, Uk) la Commissione di Barroso
non è riuscita a concretizzare. "La strategia di Lisbona è affondata senza
lasciare traccia, la disoccupazione sta esplodendo e i cittadini pensano che
l´Ue non stia funzionando. E giunta l´ora di lasciare che siano veramente i
cittadini a decidere quale Unione europea sia necessaria", ha concluso.
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UE, DISOCCUPAZIONE GIOVANILE: ASSICURARE UNA BUONA QUALITÀ DELLA FORMAZIONE |
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Bruxelles, 12 settembre 2013 - Il sistema di garanzia
per i giovani da solo non è sufficiente per ridurre la disoccupazione. In due
diverse risoluzioni in votazione mercoledì, i deputati chiedono nuove misure per
permettere ai giovani di trovare un impiego o partecipare a corsi di formazione,
un maggiore sostegno comunitario e standard qualitativi per la formazione e per
i programmi di apprendimento.
"Al di là del sistema di garanzia per i giovani, gli
sforzi per combattere la disoccupazione giovanile devono basarsi su una
strategia globale, comprese le misure a sostegno delle Pmi, promuovere
l´imprenditorialità tra i giovani e ridurre l´insuccesso scolastico", ha
dichiarato la relatrice Joanna Katarzyna Skrydlewska (Ppe, Pl), nel dibattito
che ha preceduto il voto della risoluzione della commissione
occupazione.
Il sistema di garanzia per i giovani, volto a garantire
che ai giovani sotto i 25 anni venga offerto un posto di lavoro, una formazione
o un tirocinio entro quattro mesi dalla loro iscrizione nelle liste di
disoccupazione, dovrebbe essere esteso per includere i laureati sotto i 30
anni.
Nel corso del dibattito, i deputati hanno sottolineato
la necessità di sistemi nazionali di istruzione su misura per le esigenze del
mercato del lavoro. Hanno inoltre chiesto un migliore riconoscimento delle
competenze acquisite attraverso l´apprendimento informale, ad esempio i
tirocini, il volontariato o il lavoro sociale.
Sostegno Ue per i tirocini di buona qualità e programmi
di apprendimento
I deputati invitano gli Stati membri a eliminare tutte
le barriere esistenti ai tirocini transnazionali per giovani cittadini
dell´Unione europea. L´ue dovrebbe fare di più per sostenere le iniziative che
moltiplicano i programmi di apprendimento di qualità e l´occupazione dei
giovani.
Non sfruttare i tirocinanti
Per scoraggiare i datori di lavoro dallo sfruttare i
giovani tirocinanti, i deputati sostengono che l´Ue dovrebbe introdurre standard
di qualità per le retribuzioni e le condizioni di salute e di sicurezza sul
lavoro.
La risoluzione della commissione per la cultura è stata
approvata con 612 voti favorevoli, 55 contrati e 19 astensione, mentre quella
della commissione per l´occupazione è stata approvata con 517 voti favorevoli,
77 contrari e 86 astensioni. |
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DOGANE: COMMISSARIO ŠEMETA ACCOGLIE LA VOTAZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO PER COMPLETARE LA MODERNIZZAZIONE DELLE DOGANE |
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Bruxelles, 12 settembre 2013 -
Algirdas Šemeta, commissario responsabile per le
dogane, ieri ha accolto con grande
favore l´adozione del codice doganale dell´Unione da parte del Parlamento
europeo.
"L´unione doganale è la storia tranquilla
successo dell´Unione europea. Da oltre 40 anni, ha protetto i nostri cittadini,
salvaguardare le nostre imprese e facilitato la sempre crescente dei flussi
commerciali in entrata e in uscita dell´Unione., Il codice doganale
dell´Unione, omologati dalla Commissione Europea Il Parlamento oggi, farà sì
che le dogane continua la sua opera fondamentale, ma in modo ancora più
efficiente, economicamente efficace;. Che meglio soddisfa le sfide della nostra
economia moderna grazie particolare deve essere estesa al relatore
europarlamentare Constance Le Grip per l´eccellente lavorare per consentire la
tempestiva adozione di queste nuove regole per la dogana in tutta Europa.
"
Doganale per il 21 ° secolo -
Il codice doganale dell´Unione servirà come il nuovo
regolamento quadro sulle norme e procedure per doganali in tutta l´Ue. Sarà
sancire nella legislazione una serie di pratiche importanti che, fino ad ora,
sono stati implementati su un caso per caso, al fine di affrontare le sfide del
moderno ambiente commerciale. Come tale, essa offrirà una maggiore certezza del
diritto per le imprese, e una maggiore chiarezza per i funzionari doganali in
tutta l´Ue. Il nuovo Codice di accelerare e semplificare le procedure doganali,
e facilita le operazioni doganali più efficienti in linea con le esigenze
moderne.
Tra i miglioramenti che saranno introdotte con il
nuovo Codice sono misure per completare il passaggio dalla dogana al paperless,
ambiente completamente elettronico, e disposizioni per rafforzare le procedure
doganali più rapide per i commercianti affidabili (operatori economici
autorizzati).
Il codice doganale dell´Unione consentirà anche le
lacune che sono stati già individuati nello Stato di esercizio dell´unione
doganale da colmare (cfr. Ip/12/1441). Ciò comprende la necessità di un
approccio armonizzato per trattamento delle infrazioni doganali, per il quale
la Commissione presenterà una proposta separata alla fine di quest´anno.
Prossimi passi -
Il Consiglio dovrebbe adottare il regolamento per il
codice doganale dell´Unione, entro le prossime settimane, in modo che possa
entrare in vigore entro il 1 ° novembre 2013.
Sfondo -
L´unione europea è il più grande spazio commerciale
del mondo, e l´unione doganale è una pietra fondante della Ue. E ´essenziale
per il mercato unico, perché senza dogane alle nostre frontiere esterne, la
libera circolazione delle merci all´interno dell´Unione europea non sarebbe
stato possibile.
Nel 2012 doganale trattati dichiarazioni 261 milioni.
Questo rappresenta 15 articoli al secondo. Il valore delle merci di passare la
dogana l´anno scorso è venuto a € 3,5 trilioni.
28 amministrazioni doganali dei singoli Il ´Stati
membri applicano un codice doganale comunitario. In questo modo l´applicazione
comune di regole comuni a tutte le frontiere esterne dell´Ue.
Queste regole comuni si estendono a tutti gli aspetti
della politica commerciale, come ad esempio gli scambi preferenziali,
l´attuazione di sicurezza e misure di sicurezza, i controlli sanitari e
ambientali, le politiche agricole e della pesca, la tutela dei nostri interessi
economici da strumenti non tariffari, ed esterna relazioni di misure politiche.
Il 20 febbraio 2012 la Commissione ha proposto di
riformulare il Codice doganale aggiornato nel codice doganale dell´Unione.
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IL VICEPRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA ANTONIO TAJANI A ROMA PER AUDIZIONE SU POLITICA EUROPEA DI DIFESA DAVANTI A COMMISSIONI AFFARI ESTERI, DIFESA E POLITICHE UE DEL SENATO E DELLA CAMERA |
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Roma, 12 settembre 2013 - Oggi alle ore 14.00 a
Palazzo Carpegna, via degli Staderari 2, il Vicepresidente della Commissione
europea, responsabile per l´Industria e l´Imprenditoria, Antonio Tajani,
parteciperà all´audizione sulla politica europea di difesa davanti alle
Commissioni riunite di Affari esteri, Difesa e Politiche dell´Unione europea
del Senato e della Camera dei Deputati.
Nel corso dell´audizione il Vicepresidente Tajani
presenterà la strategia della Commissione europea per rafforzare il mercato
interno e la base industriale europea nel settore della difesa, in vista del
Consiglio Europeo dedicato alla difesa comune previsto a dicembre.
Prima dell´audizione Tajani ha dichiarato: "E´
tempo che l´Europa apra il cantiere della difesa comune, senza la quale non
saremmo in grado di dare risposte efficaci alle sfide di sicurezza del mondo
globale. I vincoli di bilancio, impongono più risorse e più cooperazione a
livello Ue, per spendere meno essendo più efficaci". Il Vicepresidente ha
aggiunto: "I bilanci nazionali per la difesa rischiano di scendere al di
sotto della soglia critica necessaria per mantenere le nostre capacità militari
e industriali. Per cui, la posta in gioco è l´autonomia strategica dell´Europa.
È questa la sfida che attende il Consiglio europeo del prossimo dicembre".
Contesto -
Strategia Europea per migliorare efficacia e
competitività di sicurezza e difesa -
Il settore della difesa europeo gioca un ruolo
fondamentale anche dal punto di vista economico, con 100 miliardi di euro di
fatturato, 400.000 occupati diretti e oltre 1 milione di posti indiretti. Molti
di questi posti sono per personale specializzato, quali ingeneri o esperti in
tecnologie di punta.
Il 24 luglio 2013 la Commissione europea ha presentato
una comunicazione “Verso un settore della Difesa e della Sicurezza più
concorrenziale ed efficiente”. La comunicazione prevede misure per rafforzare
il mercato interno della difesa al fine di promuovere una maggiore
competitività dell´industria del settore e potenziare le sinergie tra ricerca
civile e militare. Oltre a questi aspetti la comunicazione esamina anche
opzioni in altri ambiti, quali l´energia, lo spazio.
Contributo al Consiglio Europeo del Dicembre 2013 -
La comunicazione rappresenta il contributo della
Commissione al dibattito del Consiglio europeo sulla difesa previsto per
dicembre 2013, in linea con le conclusioni del Consiglio del 14 dicembre 2012.
Nell’ottobre 2012 la Commissione ha annunciato l´elaborazione di una strategia
per il settore europeo della difesa. La task force della Commissione sulla
difesa, istituita nel 2011, sta svolgendo un ruolo fondamentale in questo
processo e lavora in stretta collaborazione con l’Agenzia europea per la difesa
(Aed) e il Servizio europeo per l’azione esterna (Seae).
Chi ne trarrà vantaggio e come?
Le fide in tema di sicurezza sono sempre più
complesse, mentre le risorse si sono assottigliate - in tutta Europa, - per
effetto delle politiche di austerità e spending review. Continui tagli alle
attività di ricerca e sviluppo (R&s), mancanza di nuovi programmi,
frammentazione del mercato e scarsa cooperazione tra Stati membri, pregiudicano
la capacità europea. Basti pensare che gli Stati Uniti spendono 7 volte più del
totale dei nostri 27 Stati membri, per le attività di R&s nella Difesa.
Inoltre, l´Europa non ha un vero mercato unico della
Difesa. L´80% degli appalti del settore sono confinati in ambito nazionale. Per
cui gli eserciti europei impiegano prodotti con standard diversi, spesso non
compatibili fra loro. Ad esempio, attualmente in Europa vi sono 16 diversi tipi di fregate, rispetto all´unico
modello utilizzato dagli Usa e, ben 17 linee di produzione per carri armati rispetto
alle 2 americane. Per non parlare dei 4 diversi modelli di aeri da
combattimento europei. Talvolta anche gli stessi tipi di mezzi in dotazione a
eserciti diversi non riescono a interagire tra loro per problemi di software
differenti. In questo modo l´Europa, pur avendo complessivamente più risorse
degli Usa, non riesce a produrre le stesse economie di scala, spendendo di più
per prodotti non necessariamente superiori.
Gli Stati membri risparmieranno tempo e denaro
attraverso una certificazione e norme europee, il sostegno ai cluster, la
specializzazione dei ruoli, la ricerca e gli appalti congiunti, una maggiore
efficienza energetica degli eserciti e l´uso efficiente delle infrastrutture
spaziali.
Le imprese europee legate alla difesa, comprese le
Pmi, trarranno benefici da: un migliore accesso ad altri mercati, all´interno o
all´esterno dell´Ue, economie di scala attraverso una maggiore
standardizzazione e certificazione e un accesso più agevole ai finanziamenti
dell´Ue.
I contribuenti europei beneficeranno di: spese per la
difesa più efficienti, minori sovrapposizioni tra R&s civile e militare, un
uso più efficiente delle infrastrutture spaziali, mentre l´ambiente beneficerà
dell´impronta energetica ridotta delle forze armate europee.
Situazione in Italia -
L’italia, quarto esportatore d’armi in Europa, ha
un´industria della difesa che fattura oltre 10 miliardi e occupa circa 50 mila
addetti.
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UE, MARIETTA GIANNAKOU: UN APPROCCIO COMUNE SULLA SIRIA AVREBBE POTUTO FARE LA DIFFERENZA |
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Bruxelles, 12 settembre 2013 - Gli Stati membri dell´Ue dovrebbero agire
insieme nelle azioni di difesa? L´11 settembre i deputati si sono confrontati e
hanno votato una relazione che invita ad una maggiore cooperazione sui temi
della sicurezza. La relatrice Marietta Giannakou crede che una politica comune
di sicurezza e difesa per l´Ue avrebbe potuto fare la differenza in situazioni
come quella della Siria.
Cosa sarebbe cambiato se l´Ue avesse avuto la capacità
di agire unita in Siria?
Sarebbe stato molto diverso se avessimo avuto una sola
voce come Ue invece di sentire solo la Francia pronta ad agire immediatamente.
Saremmo stati più organizzati e più rispettati dagli Stati Uniti. Dobbiamo
lavorare insieme. Émolto difficile cosa succederà in Siria.
Non possono attaccare in Siria senza ripercussioni. La
Siria non è il Kossovo e non sono a favore di un attacco. Bisogna pensarci due
volte prima di attaccare. Bisogna tentare in tutti i modi una soluzione
politica.
Perché gli Stati membri sono così esitanti all´idea di
lavorare insieme su sicurezza e difesa?
Alcuni governi hanno paura che questa visione sia in
contrasto con la Nato. Alcuni dei nuovi Stati membri pensano che gli Stati
Uniti siano il nostro punto di riferimento rispetto alla sicurezza nel mondo.
Tutto ciò non è serio perché abbiamo ormai dopo tanti anni molta esperienza nel
lavorare insieme. Chi avrebbe mai pensato dopo la Seconda Guerra Mondiale che
la Francia e la Germania potessero essere dalla stessa parte? Oggi è
necessario: la crisi internazionale e in Medio Oriente hanno bisogno
dell´Europa.
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GUBBIO: PRESIDENTE MARINI INCONTRA FORZE ECONOMICHE E SOCIALI, “REGIONE UMBRIA SARÀ VICINA ALLA COMUNITÀ E SUPPORTERÀ COMMISSARIO” |
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Perugia, 12 settembre 2013 - "La Regione Umbria
in questi mesi di gestione commissariale dell´amministrazione comunale di
Gubbio sarà vicina alla comunità ed assicurerà un costante presidio politico,
istituzionale ed amministrativo, supportando l´attività del Commissario, al
fine di evitare che questo tempo possa, in qualche modo, penalizzare la
città". E´ quanto affermato dalla presidente della Regione Umbria, Catiuscia
Marini, incontrando i giornalisti al termine dell´incontro svoltosi ieri mattina
a Gubbio, presso la sede del Municipio, convocato dal Commissario prefettizio,
Maria Luisa D´alessandro, con i rappresentanti del "tavolo delle forze
economiche e sociali".
Aprendo la riunione il Commissario
D´alessandro ha sottolineato l´importanza, anche in questa fase di gestione
commissariale, di "lavorare in sinergia con la Regione Umbria affinché si
possano realizzare tutte quelle opere pubbliche programmate e si possa altresì
proseguire il confronto con le forze economiche e sociali della città in vista
della nuova fase della programmazione dei fondi comunitari per il settennato
2014-2020 affinché Gubbio e la sua collettività possano cogliere appieno le
opportunità che verranno da questi fondi per lo sviluppo e la crescita
economica e sociale di questo territorio".
La presidente
Marini, entrando nello specifico delle diverse questioni poste dai
rappresentanti delle forze economiche e sociali di Gubbio, ha sottolineato come
la prossima fase della programmazione comunitaria dei fondi strutturali terrà
nella dovuta considerazione le peculiarità della realtà dell´eugubino, sia
sotto l´aspetto dell´innovazione del sistema economico, che della
riqualificazione urbana, del turismo e dell´agricoltura. Così come la Regione
sarà particolarmente attenta alle questioni relative alla dotazione
infrastrutturale e viaria di quest´area.
A tale
riguardo, dopo aver ricordato che per il tratto Gubbio-mocaiana della Pian
d´Assino l´impresa appaltatrice dovrebbe consegnare a breve l´opera terminata,
la presidente ha ricordato che la Regione ha inserito nel programma delle opere
pubbliche la realizzazione dell´altro stralcio della nuova strada, che è di
fondamentale importanza per il territorio: "Come Giunta regionale - ha
affermato - rimaniamo impegnati su quanto abbiamo sempre sostenuto e cioè che,
quando lo Stato restituirà alla Regione le somme che abbiamo anticipato per la
realizzazione di questo tratto della Pian d´Assino, queste saranno utilizzate
per nuovi stralci di questa strada".
Per ciò che riguarda lo stato di attuazione dei
"Puc" (programma urbano complesso) relativi a Gubbio la presidente ha
affermato di essere abbastanza ottimista circa la realizzazione delle opere del
"Puc" 1, mentre si è detta preoccupata per il "Puc" 2 che
prevede un impegnativo quadro di interventi per circa 26 milioni di euro, di
cui 6,5 milioni a valere sui fondi comunitari. A tale riguardo la presidente
Marini ha ricordato che i termini imposti dall´Unione Europea per l´utilizzo
delle risorse assegnate sono rigorosissimi e che "non possiamo permetterci
di perdere queste risorse. Quindi o si sarà in grado di assumere gli impegni
giuridicamente vincolanti - come richiede l´Unione Europea - entro il 31 dicembre
del 2014, oppure si dovrà individuare una soluzione alternativa. In ogni caso -
ha assicurato la presidente -, anche se si dovesse procedere ad una revoca del
finanziamento, la Giunta regionale adotterà un atto formale con il quale si
impegna a garantire al Comune di Gubbio la stessa cifra nell´ambito della nuova
programmazione comunitaria, in aggiunta alle risorse che comunque deriveranno
dall´ordinaria programmazione".
La presidente
ha altresì ricordato l´impegno del governo regionale sul versante delle crisi
aziendali che riguardano il territorio direttamente o indirettamente, dalla
Merloni, all´Indesit, alla Sirio.
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CREDITO IN-CASSA, REGIONE LOMBARDIA ILLUSTRA LA MISURA |
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Milano, 12 settembre 2013 - Un collegamento con tutte le Sedi territoriali
di Regione Lombardia per illustrare ´Credito In-cassa´ - misura che permette di
smobilizzare un miliardo di euro per pagare le imprese creditrici verso le
pubbliche amministrazioni - ai vari soggetti interessati. E´ l´incontro tenuto
dall´assessore alle Attività produttive, Ricerca e Innovazione di Regione
Lombardia, Mario Melazzini. "Questo - spiega Melazzini - ha rappresentato
un momento rilevante di condivisione dei criteri e degli obiettivi che Regione
Lombardia si è posta nel promuovere l´iniziativa ´Credito In-cassa´, che
consente di smobilizzare un miliardo di euro per pagare le imprese creditrici
verso le pubbliche amministrazioni. Per la prima volta abbiamo messo in
collegamento contemporaneamente tutte le Sedi Territoriali presenti sul
territorio lombardo, coinvolgendo in un confronto aperto e costruttivo tutti
gli stakeholder coinvolti nel progetto. Un incontro che è stato molto
apprezzato perché ha dato l´opportunità ad ognuno di ascoltare la presentazione
dell´iniziativa ´Credito In-cassa´, di poter interagire e ricevere qualsiasi
chiarimento in tempo reale". "Regione Lombardia - conclude Melazzini
- ha dimostrato anche in quest´occasione la propria disponibilità nel fornire
ogni tipo di supporto tecnico e informativo affinché tutti i soggetti
interessati possano sposare l´iniziativa in modo convinto e consapevole e
sentirsi parte attiva di un progetto che, ne siamo certi, inciderà
positivamente sul rilancio e lo sviluppo della nostra economia".
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CAL FVG, REGIONE: RIMODULARE REGOLAMENTO FONDO AUTONOMIA POSSIBILE |
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Udine, 12
settembre 2013 - - Sarà rimodulato il Regolamento di attuazione
del fondo per l´autonomia possibile e per l´assistenza
a lungo
termine relativo al Sistema integrato di interventi e
servizi per
la promozione e la tutela dei diritti di cittadinanza
sociale.
Che era stato oggetto di una delibera della Giunta
regionale, la
quale non aveva ricevuto parere favorevole da parte
del Consiglio
delle Autonomie Locali (Cal).
Lo ha annunciato l´assessore regionale alla Salute,
Maria Sandra
Telesca, a Udine, nel corso della seduta del Cal.
Tale Regolamento era stato respinto in sede di esame
dall´organismo consultivo del sistema delle autonomie,
perché non
ne erano stati condivisi i contenuti.
"Il Regolamento era stato formulato dalla Giunta
precedente - ha
specificato la Telesca che non aveva potuto
partecipare alla
precedente seduta del Cal - e non ha trovato la
condivisione
delle autonomie".
"Ritengo pertanto - ha aggiunto - che il Governo
regionale potrà
ritirare il relativo provvedimento, in attesa della
riformulazione del testo; che sarà definito assieme
alle
autonomie in quanto meglio conoscono la realtà esistente sul
territorio".
"La Regione e gli enti locali - ha proseguito
l´assessore - si
pongono lo stesso obiettivo, che è quello di dare
risposta al
bisogno dei cittadini utilizzando al meglio le risorse
a
disposizione".
"Ed è quello - ha concluso - che la Regione
intende fare, come ha
dimostrato nel corso degli anni non riducendo i
servizi nemmeno a
fronte dei tagli operati dallo Stato".
Il nuovo Regolamento, come ha concordato l´assessore
Telesca con
il Cal, dovrà considerare i principi della
rendicontazione e
dell´uniformità dei criteri di utilizzo delle risorse.
Nel corso della seduta, il Cal ha riconfermato, in
rappresentanza
dello stesso organismo consultivo nella Cabina di
regia in
materia di Ict ed e-governement, i tre esperti
designati nella
tornata precedente.
Si tratta di Mario Pezzetta, presidente dell´Anci,
Paolo Coppola,
attualmente deputato, e Fulvio Della Vedova, dirigente
della
Provincia di Trieste.
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L’INSERIMENTO LAVORATIVO DEI DISABILI: LUCI E OMBRE DEL SISTEMA ECONOMICO LOCALE TORINESE |
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Torino, 12 settembre 2013 - Sono 15mila su un totale
di poco sopra i 200mila (pari al 7,4%) i lavoratori disabili disponibili al
lavoro iscritti ai 13 Centri per l’impiego della Provincia di Torino; gli
avviamenti al lavoro nel 1° semestre del 2013 sono stati 350 con collocamento mirato
e 1990 con collocamento ordinario. È questa la fotografia dell’applicazione
della legge 68/99 al 30 giugno 2013 che i funzionari dell’assessorato al Lavoro
della Provincia di Torino hanno presentato stamattina alle Commissioni Iii
(Politiche attive per il lavoro) e Ix (Solidarietà sociale), presiedute
rispettivamente da Roberto Cavaglià e da Dina Bilotto e riunite in seduta
congiunta.
“La percentuale di disabili sul totale degli iscritti
non si discosta da quella di un anno prima” spiega l’assessore al Lavoro della
Provincia di Torino Carlo Chiama, “ma i numeri complessivi sono decisamente
superiori: al 30 giugno 2012 le persone con handicap erano 12mila e 561 su un
totale di 173mila e 425. Un incremento che la dice lunga sulla portata della
crisi economica in atto nel nostro territorio”.
Dei 15mila lavoratori disabili iscritti ai Centri per
l’impiego (maschi per il 57,5%), il 75% possiede al massimo la scuola
dell’obbligo e il 69% ha un’invalidità prevalente fisica (psichica per il
rimanente 31%). Nel 1° semestre 2013 i nuovi ingressi nel collocamento mirato
sono stati 2337, con una crescita del 33% rispetto al 1° semestre 2012.
Riguardo agli avviamenti al lavoro, i tempi
indeterminati sono il 40% nel collocamento mirato e il 10% (la metà a
part-time) in quello ordinario. Nel primo caso il 32% trova sistemazione nella
manifattura e il 17% nel commercio, mentre nel secondo il 26% opera nel settore
istruzione e ancora il 17% lavora nel commercio. I disabili in forza alle
aziende ammontavano a fine 2012 a 6695, di cui l’87% in imprese con oltre 50
dipendenti.
“Durante il 1° semestre 2013 sono state stipulate 172
convenzioni con aziende private per complessivi 294 lavoratori da assumere tra
il 2013 e il 2021” commenta ancora l’assessore Chiama, “ma il numero di posti
scoperti riservati ai disabili, che a fine 2012 ammontava a 3451, non fa onore
al nostro territorio. Occorre un maggior impegno da parte di tutti gli attori
del sistema economico, sia pubblici che privati”.
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LAVORO IN UMBRIA: AL VIA WORK EXPERIENCE PER 562 LAUREATI, AL CAPITINI GIORNATA DI FORMAZIONE |
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Perugia, 12 settembre 2013 – Sono 562 i laureati e le
laureate che hanno partecipato alla giornata formativa organizzata dalla
Regione Umbria al Centro Congressi “A. Capitini” di Perugia, con lo scopo di
fornire informazioni per l’avvio e la gestione delle work experience
programmate nell’ambito del progetto W.e.l.l. (Work Experience Laureate e
Laureati), il cui avvio è previsto per il prossimo 1 ottobre.
Il progetto,
in seguito al quale è stato emanato un bando che ha portato alla selezione dei
beneficiari di aiuti individuali, affronta l’emergenza lavoro, in particolare
per le persone con elevata scolarizzazione e più a rischio di esclusione dal mercato del lavoro.
L’iniziativa prevede un’esperienza formativa in imprese e soggetti privati della durata di sei mesi, con una borsa lavoro, sotto forma di aiuto individuale, di
800 euro mensili. Il budget assegnato all’intervento nel suo complesso dalla
Giunta regionale è di 3 milioni di euro e include l’assegnazione di specifiche
risorse finalizzate all’erogazione di incentivi a favore dei datori di lavoro
che, al termine della work experience,
assumano il laureato o la laureata. L’aiuto varia da un massimo di 6
mila euro a fronte di un’assunzione con contratto di lavoro subordinato a tempo
indeterminato, ad un minimo di 2 mila
500 in caso di assunzione a tempo determinato.
“Un intervento
questo delle work esperiences – ha spiegato l’assessore regionale allo Sviluppo
economico, Vincenzo Riommi – su cui
abbiamo investito risorse importanti, si inserisce in un contesto in cui le
risorse del Fondo Sociale Europeo sono utilizzate per politiche attive del
lavoro fortemente orientate ad avvicinare le persone ed i giovani al mondo del
lavoro in una logica di valorizzazione complessiva del sistema degli
apprendimenti. Lo strumento delle work esperiences che abbiamo gestito con
procedure telematiche a sportello tali da consentirci di formulare la
graduatoria in soli 55 giorni dalla scadenza del bando e di avviare fisicamente
l’attività dei beneficiari in meno di tre mesi – conclude - è coerente con gli indirizzi della prossima
programmazione dei fondi strutturali per il periodo 2014 - 2020 e in linea con
altre iniziative, come quella della ‘Youth Guarantee’ promossa dall’Unione
Europea per assicurare ai giovani opportunità di accesso al mercato del
lavoro”.
I 562 laureati
ammessi all’esperienza hanno un’età che
va da 22 a 54 anni, di cui il 65 per cento tra 20 e 30 anni, il 30 per cento
fra 31 e 40 anni, il 5 per cento over 40. Le donne sono in assoluta maggioranza
e rappresentano il 68,5 per cento.
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TRENTO: GIOVANI IN CERCA DI LAVORO, ECCO IL BANDO PER LA QUALIFICAZIONE PROFESSIONALE |
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Trento, 12 settembre 2013 - La Provincia autonoma di Trento, con
Agenzia del Lavoro, sostiene i giovani lavoratori interessati a riprendere gli
studi interrotti, a diplomarsi o a concludere la tesi di laurea da tempo
rinviata. L´impegno nasce dalla considerazione che i tassi di disoccupazione
più alti si riscontrano tra i giovani con i minori titoli di studio e si
riducono progressivamente tra i giovani con titoli di studio più elevati. Da
qui la nuova misura, che si concretizza con l´approvazione del Bando per il
reddito di qualificazione. Le domande dovranno essere presentate entro il 29
novembre 2013.
Il bando per il reddito di qualificazione, approvato
ieri da Agenzia del Lavoro, eroga un’indennità ai giovani lavoratori con meno
di 36 anni, che, in accordo con il datore di lavoro, sospendono senza
retribuzione o riducono di almeno il 50% l’attività lavorativa.
L’indennità, che è riconosciuta anche per la frequenza
di percorsi serali, ammonta a 600,00 € mensili per la sospensione totale,
proporzionalmente ricalcolata in caso di sola riduzione. La somma è erogata per
la durata della sospensione fino ad un massimo di 8 mesi per ogni anno
scolastico nel caso del diploma e di 6 mesi complessivi per la laurea.
L’indennità è cumulabile con altre borse di studio. A questo proposito - è bene
sottolinearlo - l’indennità è condizionata, pena la decadenza e la restituzione
di quanto ricevuto, dal raggiungimento di risultati di merito entro i termini
indicati nel bando: ad esempio, superare l’anno scolastico con successo,
raggiungere un numero minimo di crediti formativi o diplomarsi entro una certa
data.
Per partecipare al bando è necessario avere meno di 36
anni, essere un lavoratore dipendente da più di 6 mesi presso lo stesso datore
di lavoro con sede operativa in provincia di Trento, essere iscritto ad un
istituto o ad università autorizzati al rilascio di titoli di studio
riconosciuti legalmente. Inoltre, il candidato dovrà essere in possesso
dell’indicatore della condizione economica familiare (Icef) previsto per
l’erogazione di borse di studio finanziate dall’Agenzia del Lavoro sul Fondo
Giovani.
Le domande per la partecipazione devono essere
presentate all’Agenzia del Lavoro entro il 29 novembre 2013: tramite posta
elettronica, allegando copia di un documento di riconoscimento valido,
all’indirizzo amministrazione.Adl@pec.provincia.tn.it; tramite ufficio postale
con raccomandata o tramite consegna a mano presso i Centri per l’impiego o
presso la sede dell’Agenzia del Lavoro - Ufficio Affari Amministrativi,
Generali e Contabili - Via R. Guardini, 75 – V piano, al seguente orario: da
lunedì a venerdì 8.30 -13.00 - giovedì 14.30 -16.00 per la sede e per i Centri
per l’impiego di: Borgo Valsugana, Mezzolombardo, Pergine Valsugana, Riva del
Garda, Rovereto, Tione, Trento.
Maggiori informazioni sulle modalità di presentazione
delle domande, sui criteri di selezione e sugli adempimenti richiesti possono
essere recuperate dal bando pubblicato sul sito www.Agenzialavoro.tn.ti o
telefonando al numero verde 800 264 760.
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IMMIGRAZIONE: LA LOMBARDIA È UN MODELLO DI INTEGRAZIONE |
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Milano, 12 settembre 2013 - "I dati forniti
dall´osservatorio certificano innanzitutto come la Lombardia sia stata fino a
oggi un modello di integrazione: vivono sul nostro territorio circa 1.129.000
immigrati, che corrispondono al 23,2 per cento del totale nazionale". Così
l´assessore alla Sicurezza, Protezione civile e Immigrazione della Regione
Lombardia Simona Bordonali ha commentato, in Commissione Affari istituzionali,
i dati contenuti nel ´Rapporto 2012 sugli immigrati in Lombardia´, elaborato da
Orim, l´Osservatorio regionale sull´immigrazione e multietnicità.
Il Rapporto Orim 2012 Gli Immigrati In Lombardia - Il
rapporto, redatto annualmente dall´osservatorio, da tredici anni dalla sua
istituzione, si pone come obiettivo quello di monitorare la presenza straniera
sul territorio lombardo, in modo da poter essere utilizzato come valido ausilio
nella programmazione delle politiche. Secondo gli ultimi dati disponibili,
relativi al 2012, gli immigrati in Lombardia, in dodici anni, sono passati da
400.000 a 1.200.000 unità. Nonostante la lieve flessione riscontrata
nell´ultimo anno, l´intero arco temporale 2001-2012 è andato comunque
caratterizzandosi per un incremento della presenza straniera di ben 817.000
unità. Un numero equivalente, per dimensione demografica, alla province di
Varese o di Monza e Brianza.
Superare Il Trattato Di Dublino - "Per tentare di
risolvere le problematiche legate al fenomeno dell´immigrazione - ha spiegato
l´assessore a proposito dell´emergenza profughi - credo sia necessario superare
la parte del Trattato di Dublino, che prevede per l´immigrato l´obbligo di
rimanere sul territorio dello Stato a cui si chiede lo status di
rifugiato". "Si tratta di una norma che ci penalizza fortemente -
precisa Bordonali -, perché induce gli immigrati a rimanere clandestini per non
incorrere nell´obbligo di vivere in Italia per circa due anni".
Immigrazione E Lavoro - "Attualmente le tematiche
dell´immigrazione in Lombardia sono fortemente legate al problema della
mancanza di lavoro - ha aggiunto l´assessore -. È in grande crescita anche la
percentuale degli stranieri disoccupati, salita al 14,4 per cento. Ritengo
dunque che sia prioritario offrire risposte occupazionali alle centinaia di
migliaia di Lombardi e agli stranieri integrati rimasti senza lavoro, prima di
accogliere nuovi flussi migratori".
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DEPOSITATA A STRASBURGO LA RATIFICA DELLA CONVENZIONE DI ISTANBUL |
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Bologna, 12 settembre 2013 - “Un altro passo avanti importante, che da
solo però non basta”. Così l’assessore regionale Teresa Marzocchi ha commentato
la missione a Strasburgo del viceministro del Lavoro e delle Politiche Sociali
Cecilia Guerra per depositare al Consiglio d’Europa la ratifica italiana della
Convenzione di Istanbul. “Il deposito della ratifica è un atto che va nella
giusta direzione e che merita il sostegno di tutto il Paese. Siamo però
consapevoli, così come lo è il Governo – prosegue Marzocchi – , che quell’atto
da solo non basta a fermare la violenza di genere. Abbiamo tanto da fare, a
cominciare da un vero e proprio cambiamento culturale che deve iniziare
dall’educazione dei nostri figli: sono loro, per primi, che devono imparare a
comprendere e rispettare la diversità”.
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PARI OPPORTUNITA´: NASCE IN ABRUZZO CENTRO CONTRO RAZZISMO PROGETTO FINANZIATO CON PROGRAMMA EUROPEO PER L´INTEGRAZIONE |
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L´aquila, 12
settembre 2013 - L´assessore alle Pari
opportunità, Federica Carpineta, comunica che la Regione Abruzzo è stata
ammessa al finanziamento nell´ambito del Programma Fei ? Fondo europeo per
l´integrazione (Azione 7-2012) con la presentazione del progetto Centra (Centro
territoriale della Regione Abruzzo contro la discriminazione). "Con il
Centra - sostiene l´assessore Carpineta - l´Abruzzo aderisce alla rete
nazionale Antidiscriminazione dell´Unar (Ufficio nazionale antidiscriminazioni
razziali) attraverso la costituzione di un centro specializzato per il
contrasto ai sempre più numerosi casi di discriminazione e razzismo che si verificano
anche in Abruzzo". La Regione, già protagonista di azioni importanti
contro la discriminazione razziale, con i progetti Simple e Light On, è ora
promotore, in collaborazione con le Province dell´Aquila e Teramo, il Comune di
Pescara e l´impresa Progetti Sociali, di una nuova iniziativa che vedrà la
formalizzazione del Centro regionale antidiscriminazione, basato su nodi di
raccordo e punti di informazione provinciali e comunali e sul consolidamento
dei rapporti con enti, gruppi e associazioni del settore. Anche l´Abruzzo,
quindi, segue la strada già intrapresa dalle altre dieci regioni italiane che
hanno aderito alla Rete nazionale antidiscriminazione. I partner di Centra
lavoreranno, quindi, insieme all´Unar fino al giugno 2014, per dare il via ad un
sistema duraturo per la segnalazione e il trattamento dei casi di
discriminazione, basato anche sui risultati del primo Report regionale sulla
discriminazione, che presenterà un´analisi dei recenti fenomeni sociali, delle
percezioni delle persone rispetto alla diversità razziale e al disvalore
sociale di ogni forma di discriminazione.
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