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LUNEDI

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Notiziario Marketpress di Lunedì 30 Giugno 2014
STRASBURGO, PARLAMENTO EUROPEO, TEMI E ARGOMENTI DELLA SESSIONE DEL 1-3 LUGLIO 2014  
 
Strasburgo, 30 giugno 2014 – Elezione del nuovo Presidente del Parlamento europeo - Il primo atto del Parlamento appena eletto, che si costituirà il 1º luglio, sarà quello di eleggere il suo Presidente. Il Presidente ad interim Gianni Pittella, rieletto al Parlamento, presiederà l´elezione, ai sensi dell´articolo 14 del regolamento interno del Parlamento Europeo. Elezione dei vicepresidenti e dei questori del Parlamento - Martedì 1º luglio, dopo l’elezione e l’insediamento del nuovo Presidente, l’Aula eleggerà i suoi 14 vicepresidenti e cinque questori. Il primo turno delle elezioni dei 14 vicepresidenti potrebbe avvenire alle 12.30, alla fine della votazione per eleggere il presidente. I questori saranno eletti mercoledì. Dibattito sui risultati del vertice Europeo - Mercoledì mattina, i deputati discuteranno i risultati del Consiglio Europeo, tenutosi il 26-27 giugno, con il Presidente del Consiglio Europeo Herman Van Rompuy e il Presidente della Commissione Europea José Manuel Barroso. La Presidenza del Consiglio dell´Ue passa dalla Grecia all´Italia - Mercoledì alle 15.00, il Primo Ministro Matteo Renzi discuterà con gli eurodeputati le priorità da affrontare durante la Presidenza italiana dell´Ue. Mercoledì mattina, si terrà il dibattito finale sul lavoro compiuto dalla uscente Presidenza greca, con il Primo Ministro Antonis Samaras e il Presidente della Commissione José Manuel Barroso. ( Formazione delle commissioni parlamentari - Mercoledì 2 luglio alle ore 13.30, il Parlamento voterà sulla composizione numerica delle commissioni parlamentari.  
   
   
INTERVENTO DEL 27 GIUGNO DEL PRESIDENTE BARROSO A SEGUITO DEL CONSIGLIO EUROPEO  
 
Bruxelles, 27 giugno 2014 – “ Buon pomeriggio Signore e Signori, Vorrei cominciare esprimendo a nome mio personale ea nome della Commissione europea miei complimenti a Jean-claude Juncker sulla sua nomina da parte del Consiglio europeo come presidente designato. Ho conosciuto Jean-claude Juncker per più di 20 anni. Abbiamo lavorato in moltissime capacità insieme e credo davvero che lui è impegnato europeo e un leader politico con un´esperienza eccezionale. Io e la Commissione farà tutto il possibile nei prossimi mesi per assicurare una transizione graduale tra questa Commissione e la successiva. In aggiunta a questa decisione molto importante, la nomina del presidente della Commissione europea, il Consiglio europeo ha anche dato una chiara direzione per l´agenda politica per i prossimi anni, in modo da soddisfare la norma iscritta nell´articolo 15 del trattato. Credo che le priorità strategiche adottate sono quelle giuste. Sono importanti perché è estremamente importante che le tre istituzioni, il Consiglio, il Parlamento europeo e la Commissione hanno una comprensione comune delle sfide future. Abbiamo discusso in modo particolare oggi quello che è legato alla crescita e all´occupazione. Crediamo che sia il modo migliore per rispondere alle preoccupazioni espresse dai nostri cittadini, per avere risultati concreti per la crescita e per l´occupazione. Sono quindi lieto che il Consiglio europeo ha concluso con successo il cosiddetto semestre europeo. La nostra governance europea economica, un partenariato tra le istituzioni europee e dei governi nazionali, che sono appunto una nuova espressione di impegno congiunto di adottare congiuntamente le questioni economiche. Il Consiglio europeo ha generalmente approvato le raccomandazioni specifiche per paese formulate dalla Commissione europea. Ora, la piena proprietà nazionale è essenziale se vogliamo avere successo. Accolgo con favore la discussione e la conferma dell´impegno di tutti i leader del Consiglio europeo al nostro regole di bilancio, patto di stabilità e di crescita. Questa è la pietra angolare della governance economica in Europa. Tali norme sono progettati proprio per stimolare la crescita e l´occupazione, oggi e domani, e se necessario, avranno la flessibilità necessaria per tener conto della situazione economica del paese interessato. Questa mattina abbiamo discusso anche la sicurezza energetica e la lotta contro i cambiamenti climatici, avendo in mente che le decisioni critiche stanno andando a prendere posto in occasione del Consiglio europeo di ottobre. Una cosa che è chiaro è che i recenti avvenimenti in Europa dell´Est hanno dimostrato ancora una volta che dobbiamo veramente "europeizzare la" politica energetica, compresa in particolare la sua dimensione esterna. La Commissione ha presentato una strategia europea di sicurezza energetica. Penso che possiamo dire che c´è un ampio consenso su di essa e ora ci sarà la necessità di perseguire alcune discussioni con i nostri Stati membri di avere un accordo formale sulla sicurezza energetica. Direi che il sindacato energia e anche sulla nostra politica sul clima. Abbiamo confermato il nostro accordo di prendere una decisione finale su tali questioni nel mese di ottobre, in modo che l´Europa può anche mantenere la leadership nei negoziati internazionali sul clima. Abbiamo discusso di libertà, sicurezza e giustizia. Abbiamo discusso anche, e apprezzo molto, la questione della riduzione della burocrazia, in Europa e non solo nelle istituzioni europee, ma negli Stati membri. La realtà è che in alcune aree l´Europa deve fare di più, ma in altri, dobbiamo riconoscere che probabilmente è meglio fare di meno. Ho detto molto chiaramente, l´Europa dovrebbe essere grande su cose grandi e piccole sulle piccole cose. Le conclusioni riconoscono chiaramente i progressi compiuti come indicato nella comunicazione della Commissione sulla Refit, fitness normativo e prestazioni. Infine, sulle relazioni esterne, questo vertice sarà giustamente ricordato per gli accordi di associazione storici che abbiamo sottoscritto con la Moldova, la Georgia e l´Ucraina. Non voglio aggiungere a quello che io e anche il presidente Van Rompuy hanno dichiarato. Vorrei solo aggiungere che credo che sia stato molto importante per il presidente Poroshenko a venire al Consiglio europeo. Il presidente Van Rompuy e io lo hanno ricevuto, e abbiamo avuto una conversazione molto aperto sulle sfide, e penso che sia stato un bene per tutti i leader dell´Unione europea a sentire direttamente da lui su come vede l´evoluzione del suo paese e della regione. C´erano anche alcune decisioni che segue quella conversazione che troverete nelle conclusioni. Sulle materie di competenza diretta della Commissione europea, voglio solo evidenziare e confermare che stiamo andando ad avere l´8 luglio un incontro internazionale ad alto livello per coordinare l´assistenza internazionale per l´Ucraina. L´incontro si terrà qui a Bruxelles. E, naturalmente, per quanto riguarda l´aspetto concreto di attuazione dell´accordo sottoscritto con l´Ucraina, vale a dire la parte Dcfta, ci sarà un incontro tra il Commissario per il commercio ed i rappresentanti ministeriali dalla Russia e dall´Ucraina. Stiamo progettando per l´11 luglio. Infine, una parola molto sincero grazie al mio buon amico Antonis Samaras e il suo team. Il lavoro svolto durante la Presidenza greca è davvero impressionante. Era più che normale, anche perché era la fine del ciclo delle istituzioni e il Parlamento europeo, ma era davvero una dimostrazione del grande impegno della Grecia per il nostro progetto comune. E il fatto che allo stesso tempo ci sono sfide così importanti in Grecia e che Samaras è stato in grado, non solo a rafforzare la stabilità del suo paese, ma anche a rendere l´Europa andare avanti, insieme alle persone eccezionali che lavorano con lui. Penso che sia qualcosa che dovremmo ricordare come un contributo molto importante della Presidenza ellenica al nostro lavoro comune e voglio ringraziare ancora una volta.”  
   
   
14 ° FORUM DEL FMI: IL DEBITO PUBBLICO, IMPOSTANDO IL TASTO REGOLAMENTAZIONE FINANZIARIA EUROPEA  
 
 Parigi, 27 giugno 2014 – Di seguito l’intervento di Michel Barnier Membro della Commissione europea responsabile per il Mercato interno ei servizi al 14 ° Forum del Fmi sulla gestione del debito pubblico: “ Signore e Signori, Vorrei cominciare ringraziando la squadra del Fmi e della Agence France Trésor per questo invito. Prima cifra: il debito dei paesi dell´Unione europea, che in media il 60% prima della crisi al 87% nel 2013. Stiamo parlando di un incremento di 27 punti percentuali del Pil in 6 anni. E ´vero che il debito dei paesi europei sono in media inferiori ai livelli riscontrati negli Stati Uniti e in Giappone, e molti dei nostri membri in prestito a tassi molto bassi in un contesto di politiche monetarie accomodanti. So che l´ abbondante liquidità è stata al centro delle vostre discussioni di ieri. Tuttavia, non dobbiamo perdere di vista i fondamentali. Indebitamento di alcuni paesi è ormai ben oltre i livelli previsti dal Patto di stabilità e deve essere gradualmente ridotta. Priva, infatti, afferma margine di manovra proprio quando dovrebbero investire per sostenere la ripresa. Inoltre, i livelli di debito eccessivi ci rendono dipendenti dai mercati finanziari. E la crisi ha mostrato come questa dipendenza potrebbe essere una grave lacuna. Questa debolezza non è solo una preoccupazione per i mercati o per gli economisti, è anche una fonte di preoccupazione per i cittadini e le imprese, minando la fiducia, i consumi e gli investimenti. Di fronte a questi livelli di debito, è essenziale che gli Stati europei continuano a prendere misure coraggiose per ridurre i loro deficit. Questo sforzo è in corso il disavanzo medio generale nell´Ue dovrebbe essere ridotto al 2,6% quest´anno, contro il 6,8% nel 2009. La prova che l´Unione europea si sta riprendendo gradualmente e fuori dalla crisi, ma anche che lei è in grado di realizzare le riforme e per sviluppare gli strumenti per uscire più forti dalla crisi. A questo proposito, il dibattito francese sembra a volte sorprendenti: la Francia non ha bisogno di alcun altro deficit. Ha bisogno di più riforme! Questo sforzo di risanamento condotta in ogni Stato membro è il complemento indispensabile di misure forti che siamo stati in grado di essere prese a livello europeo per porre fine al fenomeno della spirale negativa tra le difficoltà delle banche e del debito sovrano. Credo che per il momento l´arma decisiva delle transazioni monetarie dirette (Omt) annunciato dalla Bce nel mese di agosto 2012, la riforma della governance economica e fiscale nella Zona Euro, la nostra agenda regolamentazione finanziaria e, naturalmente, Union Bancaire, progetto che abbiamo realizzato con José Manuel Barroso. Voglio che questa mattina a concentrarsi su questi ultimi punti, notando che la lotta contro i livelli di debito eccessivi di governi, le famiglie, le imprese e il settore finanziario è stata una questione fondamentale per tutto il mandato della Commissione europea. Colgo tre esempi per illustrare questo. I - Il programma G20 di controllo E ´stato in risposta alle cause profonde della crisi, che in origine non era una crisi del debito pubblico, ma troppo accumulo di debito privato, ad esempio nel settore immobiliare negli Stati Stati consentite da un sistema finanziario non sufficientemente regolamentato e gravi squilibri macroeconomici. Gli Stati Uniti e l´Europa, ci sono voluti il ​​sistema finanziario indietro su solide basi di partenza rafforzando la quantità ma anche la qualità del capitale bancario e limitare la loro assunzione di rischi, attraverso una migliore ponderazione del rischio mercato e limita la compensazione dei commercianti. Coefficienti di liquidità che siamo introducono anche ridurre gli squilibri, limitando la trasformazione delle scadenze eccessivo nelle banche e rafforzare la loro capacità di assorbire gli urti. Ma così facendo, ci prenderemo cura di ogni parte dell´Atlantico non interferire con la capacità delle banche di concedere prestiti per l´economia. Ero particolarmente vigile su questo punto durante il mio mandato, e dopo abbastanza da solo, ho notato che un consenso ha forgiato sulla necessità di trovare un buon compromesso tra solidità prudenziale e di efficienza economica. Come sapete, sotto Basilea Iii, come del resto Solvency Ii, la maggior parte dei titoli di debito sovrano sono soggetti a poco o nessun peso. Questo approccio è giustificato dalla liquidità del mercato e il ruolo degli strumenti standard di debito sovrano, che ha fissato le condizioni per il finanziamento di un´economia. Naturalmente, abbiamo condotto uno studio dettagliato per valutare gli impatti macroeconomici del trattamento più favorevole riservato ai titoli di Stato. Penso che abbiamo trovato il punto di equilibrio giusto, anche se non possiamo escludere che la questione del trattamento prudenziale del rischio sovrano sarà un ulteriore lavoro in futuro. Questo dovrebbe essere fatto a livello internazionale e prendere il tempo necessario per assicurare forti risultati possibili. Voglio sottolineare che questo programma di controllo si applica a 28 ed è stato approvato quasi interamente con l´accordo del 28 e quindi il Regno Unito. Questa è la prova concreta che al di là delle differenze, siamo in grado di riformare e progredire insieme. Questa è la prova che il mercato unico 28 resta un progetto futuro per tutti, dove ognuno porta effettivamente un valore aggiunto a noi. Dobbiamo anche continuare a lavorare sull´interoperabilità delle nostre riforme finanziarie con quelle adottate negli Stati Uniti e nel resto del mondo, per rafforzare ulteriormente l´efficacia del programma G20 di controllo. Ii - Seconda sito per il quale il debito ha svolto un ruolo centrale: l´unione bancaria Abbiamo iniziato ad attuare l´agenda del G20, quando sono stati evidenziati alcuni importanti punti deboli della costruzione della zona euro: la mancanza di coordinamento economico e fiscale all´interno della zona euro, la percezione che alcuni stati non possono essere in grado di sostenere le loro banche in caso di necessità. Queste incertezze sul futuro della moneta unica ci porta in un nuovo paradigma, che ha portato ad una doppia reazione da parte nostra: 1. In primo luogo, dobbiamo continuare ad attuare l´agenda del G20 prestando particolare attenzione agli attori e gli strumenti che hanno messo la crisi del debito sovrano. Questo è quello che abbiamo fatto nei nostri testi di introdurre norme per i prodotti complessi, in particolare derivati ​​(Emir), e di aumentare la trasparenza dei mercati (Mifid / Mifir). Abbiamo anche dato autorità di vigilanza la possibilità di vietare temporaneamente le vendite allo scoperto - a livello nazionale e europeo. Essi, infatti, direttamente o indirettamente, sono aumentate le speculazioni sul debito sovrano di paesi come la Grecia. Si tratta essenzialmente di misure preventive o di emergenza spero che l´utilità è ora meglio compresa, in particolare il Fmi. Per quanto riguarda le agenzie di rating, che sono stati in grado di valutare correttamente i rischi, la loro attività in Europa è ora incorniciata con metodologie più rigorose e trasparenti, limitando il numero di rating non sollecitati sul debito sovrano a 3 all´anno e l´obbligo di informare gli investitori e membri dei fatti e le ipotesi sottostanti ciascuno di rating stati. 2. Inoltre, era imperativo spezzare il legame tra gli stati e le banche e la lotta contro la frammentazione dei mercati bancari. E ´l´obiettivo del sindacato bancario, abbiamo proposto e attuato con José Manuel Barroso. Essa poggia su due pilastri: Un controllo realmente integrato per l´area dell´euro, sotto l´autorità della Bce, per identificare meglio i rischi. Ciò richiede l´organizzazione della grande esercizio di valutazione dei bilanci banca europea (Review qualità Asset) storia . Un meccanismo di risoluzione solo per ridurre il rischio morale nel settore bancario. Nuovi strumenti a disposizione per l´organizzazione del soccorso e, se necessario, il fallimento di banche, fondi di risoluzione, forniti dalle banche, sarà formata gradualmente fine mininum di ridurre il costo potenziale per i contribuenti. Vorrei aggiungere che questi due pilastri dell´unione bancaria stati recentemente rafforzati dai dati, a determinate condizioni, la capacità Meccanismo europeo di stabilità ricapitalizzare direttamente le banche in difficoltà nel caso in cui lo Stato interessato potrebbe farlo anche far fronte alle esigenze di rifinanziamento. Unione bancaria dovrebbe permettere di ripristinare la fiducia nel settore bancario e proteggere meglio i contribuenti. Tuttavia, realisticamente, non siamo alla fine della strada. Molto resta ancora da fare in modo che il sistema finanziario europeo è in grado di finanziare completamente in condizioni ottimali di sicurezza ed efficienza, il futuro della nostra economia. Iii - vorrei dire una parola circa i residui rischi nel sistema finanziario, e richiedono di svolgere tutte le ultime riforme che abbiamo intrapreso. 1. Penso che prima del nostro lavoro su indici finanziari , che sono una questione chiave per i gestori del debito pubblico. Abbiamo trovato gravi abusi (Libor) e hanno rafforzato la nostra quadro europeo (abusi di mercato). Occorre Questi progressi, tuttavia, non sufficiente, che ha indotto la Commissione ad andare oltre. E ´importante che il Parlamento europeo e il Consiglio cogliere la nostra proposta all´inizio della legislatura. 2 Un secondo esempio riguarda il sistema bancario ombra iconica e quali lezioni abbiamo imparato dalla crisi se lasciamo prosperare insieme alcuni giocatori meglio regolamentati e più forti, attività a rischio ci sarebbe solo spostare rischi di fuori dello schermo radar delle autorità di vigilanza. E finora, come abbiamo fatto per altri settori, dovrebbero affrontare la questione del sistema bancario ombra, tenendo conto di fonti alternative di finanziamento che fornisce all´economia reale. Si tratta di un delicato equilibrio che abbiamo, credo, trovata con la nostra proposta sui fondi del mercato monetario, che vogliamo preservare il ruolo importante per il finanziamento a breve termine da istituti finanziari e delle imprese, migliorando la loro stabilità e profilo liquidità. Una proposta è stata fatta anche nel mese di gennaio per rafforzare la trasparenza dei pronti contro termine e prestito di titoli. L´fsb sta ancora lavorando su questo tema e la Commissione partecipa attivamente ai lavori. Se necessario, saranno adottate altre misure a livello europeo. 3. Infine, dobbiamo realizzare la riforma delle strutture bancarie. In realtà, abbiamo davvero spezzato il legame tra banche e governi in Europa se continuiamo a trenta banche sono in realtà "too-big-too-fail", "troppo complesso da risolvere", "troppo costoso per salvare con denaro pubblico "? L´insediamento che abbiamo proposto nel mese di gennaio finalizzato ad evitare i rischi connessi con queste banche sistemiche, che non può più utilizzare i depositi comuni per le operazioni speculative e dovranno strutture più semplici per facilitare la loro risoluzione e il mercato delle soluzioni crisi. So che questa proposta va oltre alcune riforme nazionali, e possa sollevare preoccupazioni. , ma, ancora una volta, abbiamo preso in considerazione in modo molto preciso il suo impatto sulle banche interessate e il resto dell´economia, in particolare mutuatari pubblici, che saranno esenti da nuovi obblighi di market making. Signore e Signori, Indici di regolamentazione e bancario ombra, riforme strutture bancarie Tutte queste iniziative dovrebbero permetterci di trattare i rischi più recenti che abbiamo identificato nel settore finanziario. Detto questo, anche noi monitoriamo altri rischi, legati in particolare alla bassa crescita potenziale, le tendenze deflazionistiche e spiazzamento tra debito pubblico e investimenti privati. In alcuni paesi, è necessario anche attenta al rischio di bolle e indebitamento eccessivo del settore privato. Di fronte a questi rischi, che complicano la definizione di qualsiasi politica economica, mi sembra essenziale per ripristinare la capacità di finanziamento per l´economia europea. Questo è il motivo per cui ho iniziato un piano d´azione per rafforzare il medio e lungo capacità a lungo termine del nostro sistema finanziario per sostenere la nostra economia. In Europa, le banche svolgono un ruolo importante nella ripresa, ma non possiamo pretendere che facciano tutto. Inoltre, pensiamo di strumenti di finanziamento innovativi e mezzi per promuovere lo sviluppo dei mercati europei dei capitali. Come parte del nostro piano d´azione, per esempio, abbiamo lanciato una riflessione sul rilancio della cartolarizzazione su una base solida, vale a dire, più semplice, più trasparente e più forte. Questo per rendere commerciabile, e quindi accessibile a investitori istituzionali, esecutivi e attività di piccole dimensioni, come le Pmi titoli. Ma anche consentire alle banche di ridurre i loro bilanci e ripagano nuovi prestiti. E ´per queste ragioni che riteniamo, nel contesto delle discussioni sulle misure per l´attuazione Solvency Ii e il rapporto di liquidità (Lcr) norme per stabilire un trattamento specifico per operazioni di cartolarizzazione che soddisfano i più alti standard. Questo tipo di iniziative mirate ed efficaci che abbiamo bisogno di continuare a costruire un forte e trasparente del settore finanziario durante il ripristino di capacità di finanziamento dell´economia europea, sostenendo le nostre imprese e, in ultima analisi , riducendo la pressione su finanze pubbliche. Grazie per la vostra attenzione.  
   
   
OSSERVAZIONI DEL PRESIDENTE BARROSO DOPO IL SUO INCONTRO DEL 29 GIUGNO CON IL PRIMO MINISTRO DELLA SERBIA ALEKSANDAR VUčIć  
 
Belgrado, 30 giugno 2014 - Buon pomeriggio onorevoli e signori, E ´un piacere essere di nuovo in Serbia, un paese che appartiene chiaramente alla nostra famiglia europea. Ho appena incontrato con il Primo Ministro Vu č Ic e non vedo l´ora di continuare le nostre discussioni durante il pranzo con gli altri membri del governo. Ho congratulato con il Primo Ministro sulla sua recente nomina e trasmesso a lui le mie aspettative per quanto riguarda il futuro corso d´azione del suo Governo. Vorrei ringraziarla, signor Primo Ministro, per le parole gentili per quanto riguarda il mio impegno per il processo di adesione della Serbia e per il lavoro della Commissione europea negli ultimi anni. E ´vero che siamo forti alleanza per l´obiettivo strategico che è l´adesione della Serbia all´Unione europea. La mia visita avviene esattamente un anno dopo la decisione del Consiglio europeo di seguire la raccomandazione della Commissione europea di avviare i negoziati di adesione con la Serbia. Oggi, voglio riconoscere i progressi sostanziali Serbia ha compiuto il suo cammino verso l´adesione all´Ue. Siamo entrati in una nuova fase della nostra collaborazione. Il primo ministro ed io abbiamo discusso il programma del Governo e accolgo con favore le sue priorità per le riforme e le aspirazioni dell´Ue. Credo anche che sia positivo che i negoziati di adesione sono state procedendo senza intoppi finora. Già 18 capitoli - più della metà di tutti i 35 capitoli - sono entrati nel cosiddetto processo di "screening". Accolgo inoltre costante l´attenzione del governo per migliorare lo stato di diritto, la lotta contro la corruzione e la criminalità organizzata e anche di impegno dei diritti fondamentali, nonché alla riforma della pubblica amministrazione. Una delle lezioni chiave apprese dai passati ampliamenti dell´Ue è: il processo di adesione deve essere trasparente e inclusivo. Dopo tutto, l´adesione all´Unione europea non è uno sforzo di pochi, ma l´ambizione di molti, ne sono certo, della stragrande maggioranza del popolo di Serbia. Il processo deve quindi coinvolgere tutti gli attori principali, tra cui il Parlamento, gli organismi di regolamentazione indipendenti, così come la società civile. Ecco perché nella discussione con il Primo Ministro ho accolto con favore il lancio della Convenzione Nazionale sulla dell´Unione europea in Serbia il 20 giugno. La Commissione europea è pronta ad aiutare, e il supporto continuerà ad essere disponibile nel periodo 2014-2020 attraverso il nostro strumento dell´Ue per l´assistenza preadesione (Ipa). Si avrà un forte accento sullo Stato di diritto insieme con un rafforzamento della governance economica e la competitività. Sostegno agli investimenti infrastrutturali nei settori dei trasporti, dell´energia e dell´ambiente sarà anche incluso. Mentre questo è un momento di speranza e di successo per la Serbia, ma è anche, purtroppo, un momento di dolore e disperazione. La Serbia è stata recentemente colpita dalle peggiori inondazioni in un secolo. Le mie simpatie sono con i cittadini che hanno sofferto così gravemente. Più tardi oggi, sarò pagare una visita a Obrenovac dove mi incontrerò con alcuni dei cittadini coraggiosi che sono stati così terribilmente colpiti da questa tragedia. Vorrei sottolineare che l´Unione europea è stata e continuerà a stare al fianco di Serbia, in tutto queste difficoltà. 22 Stati membri dell´Ue e la Commissione europea hanno inviato assistenza alla Serbia e Bosnia-erzegovina maggio 2014 nel più grande intervento europeo di protezione civile in Europa mai. Noi ora pianificare insieme a medio-lungo termine di ricostruzione e prevenzione delle catastrofi. Una conferenza dei donatori si terrà il 16 luglio a Bruxelles. Questo dimostra la forte solidarietà dell´Ue con la Serbia. Vorrei concludere che nell´Ue si considera la Serbia come un partner affidabile e un pilastro per la stabilità e lo sviluppo del Sud Est Europa. Vorrei lodare i risultati impressionanti nel dialogo tra Belgrado e Pristina. Entrambe le parti hanno dimostrato lungimiranza politica, il coraggio e la visione a raggiungere una serie di accordi e anche i risultati di attuazione. Questa è una delle questioni prioritarie per l´Ue. Ci aspettiamo che le due parti a continuare a fornire risultati nell´attuazione. Gli incontri ad alto livello, si spera riprendere non appena c´è ancora molto lavoro da fare. Primo Ministro, Avete appena me e la Commissione europea ha chiesto di essere obiettivo nella valutazione dei progressi in Serbia. Voglio ribadire che saremo oggettiva e solidale sulla via che la Serbia ha deciso per voi stessi. Lei ha recentemente dichiarato che "il percorso europeo è l´unico possibile per la Serbia" e che il vostro "obiettivo è l´Unione europea". Non potrei essere più d´accordo! L´unione europea rimane profondamente impegnata a lavorare con voi e la vostra squadra, a tal fine, per sostenere il vostro paese in quella che era la vostra decisione. Vi ringrazio per la vostra attenzione.”  
   
   
LA STRATEGIA DELL´UE PER IL DANUBIO: MIGLIORARE IL POTENZIALE ECONOMICO DEL FIUME, LA TUTELA DELL´AMBIENTE  
 
Vienna, 30 giugno 2014 - Di seguito l’intervento del 27 giugno di Johannes Hahn Commissario per la politica regionale La strategia dell´Ue per il Danubio alla Tavola Rotonda "L´industria incontra Policy" presso the3rd Forum annuale della strategia dell´Ue per il Danubio: “ Siamo qui a margine del 3 ° Forum della strategia dell´Ue per la regione danubiana per valutare i progressi in una delle zone più importanti del piano d´azione. Sono contento di avere questa opportunità, perché ci sono alcuni importanti progressi da raccontare. Come tutti sappiamo, il Danubio è il fiume più internazionale al mondo, con 10 stati rivieraschi. Migliorare la navigabilità, proteggendo l´ambiente è la nostra sfida. Non possiamo raggiungere risultati senza impegno e impegno da parte di tutti i partner del Danubio. Ma insieme, possiamo fare i miglioramenti che avranno un impatto sulla competitività di questa regione e la sua attrattiva per coloro che vivono qui e molti che vengono a visitare. Lasciatemi dichiarare un interesse prima di andare avanti. Io sono un marinaio. Io amo le barche. Ma, la mia casa è Vienna, e mi piace il fiume troppo. Il mio obiettivo è sempre stato quello di aumentare la navigazione sul fiume perché credo abbia senso economico. Ma la precondizione per questo deve essere che abbiamo sempre la massima attenzione a conservare e se possibile migliorare, l´ambiente. Chiaramente, non possiamo che fare seri progressi se tutte le parti del fiume sono inclusi. Migliorare la qualità dell´acqua o la navigabilità in un posto diventa priva di significato, se a pochi chilometri di distanza gli stessi sforzi non sono stati fatti. La strategia per il Danubio sta mostrando il suo valore aggiunto a questo proposito, negli sforzi di coordinamento. Naturalmente, i principali problemi si verificano ancora e troppo spesso. Non è accettabile vedere standstill sul fiume stagione dopo stagione. Non possiamo aspettarci di attrarre le imprese al fiume se il trasporto non è affidabile. E, livelli d´acqua imprevedibili sulla forza del Danubio operatori nave cargo a sottocarico, in caso di condizioni di scarsa en route. Questo aumenta i prezzi dei trasporti per tonnellata inutilmente, riducendo la competitività del trasporto sul fiume Danubio. Che cosa possiamo fare, e qual è la strategia per il Danubio già facendo? La prima priorità deve essere adeguata manutenzione. Con un paio di eccezioni, i ministri dei trasporti della regione del Danubio tutti hanno firmato una dichiarazione nel 2012, impegnandosi a misure di manutenzione navigabile efficaci. Non voglio nascondere il fatto che mi sarebbe piaciuto vedere un´attuazione più dinamica di questa dichiarazione già. Tuttavia, i settori prioritari coordinatori austriaci e rumeni stanno attualmente lavorando con i loro colleghi degli altri paesi partner su un piano generale di manutenzione Fairway per il Danubio - che è prossimo alla conclusione. Il piano definisce le carenze e le misure necessarie in ogni paese al fine di garantire condizioni minime di navigazione. La Commissione europea collaborerà con il settore prioritario coordinatori per ottenere questo Master Plan approvato da tutti i mezzi Danubio e ministri dell´ambiente. Spero che questo Master Plan porterà un cambiamento di passo nella cooperazione su tali questioni chiave, e fornire una base per gli investimenti transnazionali che sono necessari. Il che mi porta al secondo punto: il denaro. I fondi sono stretti ovunque, così ho chiesto al mio staff per verificare la possibilità di cofinanziare le attrezzature necessarie e l´assistenza tecnica per la manutenzione sotto strutturali Ue e fondi d´investimento. Abbiamo concluso che tale finanziamento è possibile, e pertanto invitare tutti gli Stati membri dell´Ue nella regione per assicurare che la manutenzione navigabile sia ripreso nella programmazione corrente per il periodo 2014-2020. Il lavoro è già iniziato sulla sezione Bulgaria Romania del fiume, con l´assistenza tecnica dell´Ue. Per gli Stati non membri, i fondi comunitari possono sostenere il miglioramento del corso d´acqua e la flotta, a condizione che la navigazione è stata definita come una priorità strategica nella nostra pianificazione con loro. Manutenzione del fairway è responsabilità di ogni paese - ma relativamente piccole somme usato bene, può fare una grande differenza. La strategia per il Danubio può aiutare a individuare quali azioni sono necessarie, e coordinare gli investimenti co-finanziati. Manutenzione, però, non è tutta la storia. Rispetto ad altri modi di trasporto, trasporto fluviale ha enormi vantaggi grazie alle sue economie di scala. Un convoglio spinto sul Danubio, per esempio, può trasportare l´equivalente di 280 camion. Tuttavia, negli ultimi anni c´è stato praticamente alcun investimento in nuove navi. Circa 9 su 10 della flotta sono stati costruiti oltre 20 anni fa. Con questo in mente, l´Unione europea ha finanziato un progetto di ricerca e sviluppo particolare, sulle navi Danubio del futuro. Questo studio è stato un progetto faro della strategia per il Danubio e voglio raccontarvi solo alcuni dei risultati. Lo studio "Innovative Danubio Mezzo" ha confermato che, in buone condizioni di navigazione interna, trasporto effettuato con navi sul Danubio possono raggiungere eccellenti costi e l´efficienza energetica. Si va avanti per mostrare come dispositivi innovativi e modelli di navi ottimizzati potrebbe migliorare ulteriormente la situazione. Il progetto ha identificato i tre disegni di navi più promettenti per conseguire risparmi energetici e sui costi e ridotto impatto ambientale. Due sono i nuovi tipi di spacciatori Danubio, uno è un innovativo navi a propulsione autonoma. Si vede una foto di uno degli spacciatori dietro di me. E il progetto ha esaminato nuovi strumenti per migliorare l´efficienza energetica, efficienza dei costi e l´impatto ambientale della flotta esistente. Lo studio rileva che alcuni semplici miglioramenti alla tecnologia disponibile contribuirebbe navi adattano la loro velocità per i livelli di acqua e portare a significativi risparmi di combustibile, energetico ed economico - e ridurre le emissioni di Co2. Il nuovo "tempo-mat" dovrebbe prendere in considerazione più parametri rispetto agli strumenti di adattamento della velocità attualmente disponibili. Non è possibile acquistare ancora, ma noi abbiamo studiato la possibilità di finanziare lo sviluppo sia del nuovo tempo-mat ed i nuovi concetti nave. La buona notizia è che la Banca europea per gli investimenti è interessato a sostenere nuovi modelli di navi con i prestiti. E il tempo-mat potrebbe beneficiare di finanziamenti comunitari come misura di azione per il clima, soggetti alle norme sugli aiuti di Stato. L´ultimo punto che voglio parlarvi oggi, è "admin". Lavoro di ufficio è un peso e un deterrente per coloro che altrimenti potrebbero scegliere di utilizzare il trasporto per via navigabile sul Danubio e dei suoi affluenti. Questo non è colpa dell´Ue. I nostri 10 Stati rivieraschi sono un mix di Stati membri dell´Unione europea, non tutti nella zona Schengen, e non gli Stati membri. La situazione non è semplice. Ma dobbiamo fare meglio di 15 o giù di forme che possono essere necessari per un trasporto unico. La strategia per il Danubio ha un nuovo gruppo di lavoro che riunisce navigabilità e di sicurezza esperti, che sta esaminando tali ostacoli amministrativi. Questa è una parte del valore aggiunto della strategia, per essere in grado di riunire non solo i diversi paesi e regioni, ma diversi settori, per ottenere risultati. La più grande perdita di tempo e di più alti costi operativi sono relativi a tre aree principali: dogane, polizia di frontiera e la sorveglianza di navigazione. Nel prossimo futuro, Priority Area 1 farà proposte per semplificare e armonizzare le procedure. Sarà quindi ai governi che partecipano ad accettare se prendere queste proposte e metterle in azione. Credo che possiamo lavorare insieme per un Danubio che è veramente l´arteria economica attraverso questa regione, senza perdere la sua bellezza preziosa e il carattere della regione lungo le sue rive. Come si vede, più si sta facendo per raggiungere questo obiettivo ogni giorno - e io conto su di voi per sostenere il nostro lavoro .  
   
   
ŠTEFAN FüLE: COMMISSARIO EUROPEO PER L´ALLARGAMENTO E LA POLITICA EUROPEA DI VICINATO ALLA RIUNIONE DI ALTI FUNZIONARI CON I PARTNER ENP MERIDIONALI  
 
Bruxelles, 30 giugno 2014 – Di seguito l’intervento del 26 giugno di Štefan Füle Il commissario europeo per l´allargamento e la politica europea di vicinato Discorso di apertura alla riunione di alti funzionari con i partner Enp meridionali Riunione politica europea di vicinato alti funzionari con i partner del Sud: “ Eccellenze, Signore e Signori, Sono lieto di accogliervi nuovamente e continuare i nostri scambi che abbiamo iniziato qualche anno fa. Come ho già detto in precedenti occasioni, la nostra discussione di oggi sarà l´occasione per avere una discussione aperta e interattiva sulla nostra politica di vicinato, per fare politica, di come si percepiscono i suoi benefici, i suoi difetti, e come si può rimanere forte e rilevante per tutti noi. Il punto di partenza della nostra discussione deve essere chiaro: noi valutiamo le relazioni bilaterali con ciascuno dei vostri paesi. La Pev è principalmente una politica bilaterale, e la differenziazione delle nostre relazioni bilaterali è un aspetto sempre più importante della nostra politica. Non si tratta affatto di una taglia unica politica. Naturalmente, poiché la revisione nel 2011, gli obiettivi della Pev sono rimasti gli stessi. Promuovere la modernizzazione, la stabilità, lo sviluppo economico inclusivo e valori universali sono stati, e rimarrà, al centro della politica. Mentre le nuove sfide sono emerse, questo quadro generale rimane valida. Detto questo, come abbiamo accennato nella nostra comunicazione pubblicata lo scorso marzo, la politica ha affrontato sfide. Siamo desiderosi di avere un feedback costante da voi per assicurare che esso rimanga la vostra politica e che stiamo affrontando le sfide vere e pertinenti. Ci sono tre temi che abbiamo individuato per la discussione di oggi: In primo luogo, la politica europea di vicinato e la flessibilità dei suoi strumenti di politica. Nel 21 ° secolo, la storia avviene più velocemente. La velocità degli eventi nelle nostre rispettive regioni a volte può essere mozzafiato. Ma come petroliere, delle politiche e dei macchinari delle amministrazioni prendere un po ´di adattarsi a un nuovo corso. Eppure rapido adattamento ai nuovi eventi e nuove realtà è una legittima aspettativa dei nostri rispettivi stakeholder. Pertanto, la domanda è: come possiamo ulteriormente adattare gli strumenti della Pev, per renderli più reattivi e mirata alle esigenze derivanti rapidamente e con forza? Quali esigenze emergenti si vedere i vostri rispettivi paesi che dovremmo prendere in considerazione più sistematicamente? In secondo luogo, La Pev del percepita mancanza di una dimensione politica. La Pev è stata percepita da molti come troppo tecnico e burocratico, e troppo concentrati sulle questioni di sicurezza morbidi. Si dice che la politica non è in grado di affrontare le sempre più forti sfide della sicurezza nella regione Pev. Infatti, anche se la situazione varia da un paese all´altro, percepiamo un elevato rischio di crisi e conflitti sia protrarre o quelli nuovi che scoppiano esistenti. Pertanto, la sicurezza resta una grande preoccupazione per l´Ue ei suoi partner. E ´molto probabile che la Pev può fare di più per fornire la stabilizzazione in situazioni di conflitto e post-conflitto, utilizzando tutte le politiche dell´Ue disponibili, e gli strumenti di politica estera e di comunità, dallo sviluppo alla Psdc, in un approccio globale coordinato. Non si percepisce anche la necessità di migliorare l´impronta politica di questa politica? Se sì, in quali settori vorresti vedere che questo accada? Pensi che le nostre associazioni già esistenti potrebbero beneficiare di elementi reciprocamente concordate delle politiche relative alla sicurezza, come i meccanismi di prevenzione e gestione delle crisi? In terzo luogo, e sulla base dei due punti precedenti, mi piacerebbe sentire come la Pev è percepito da voi, i paesi partner: mentre la proprietà comune è un elemento importante della politica, alcuni hanno sostenuto che questa dimensione avrebbe bisogno di un ulteriore sviluppo. Come vede l´inclusione della Pev? Pensi che le priorità del vostro paese sono pienamente e adeguatamente esplicitate in obiettivi fissati congiuntamente e obiettivi nell´ambito della Pev? Vedete opportunità per un impegno più attivo da parte vostra sulla Politica? Oggi è l´occasione per discutere queste idee ulteriormente, in un ambiente aperto. Infatti, la nostra politica non è rigida. È pensato per adattarsi a un contesto in evoluzione. Siamo sempre pronti a essere più creativi al fine di soddisfare le aspirazioni della nostra partnership. Vorrei concludere sottolineando che anche noi intendiamo ascoltare e consultare le altre parti interessate, dai think grazie e accademici per rappresentanti della società civile. Infatti, il coinvolgimento di tutte le parti interessate è fondamentale per il successo della nostra partnership. La nostra ambizione è di avere un dialogo sincero e reale tra l´Ue, la società civile ed i vostri governi. Non vedo l´ora i vostri contributi che sono sicuro sarà molto utile e aiuterà il mio successore nella preparazione della comunicazione Pev 2015. Grazie per la vostra attenzione.”  
   
   
KAREL DE GUCHT COMMISSARIO EUROPEO PER IL COMMERCIO RESPONSABILE BUSINESS ALLA RIUNIONE MINISTERIALE DELL´OCSE INFORMALE  
 
Parigi, 30 giugno 2014 – Di seguito l’intervento del 26 giugno Karel De Gucht Commissario europeo per il commercio Responsabile Business Conduct nel settore estrattivo alla Riunione ministeriale dell´Ocse informale “La mia presenza in questo pannel di oggi è una testimonianza dell´importanza che l´Ue attribuisce ai temi della responsabilità, responsabilità e trasparenza nel settore estrattivo in particolare. In primo luogo, vorrei ringraziare l´Ocse per il suo lavoro in corso sulla Responsible Business Conduct, e il Segretario Generale dell´Ocse, Francia e Paesi Bassi per il co-hosting e che riunisce governi, imprese, sindacati e società civile per dare impulso a questo ordine del giorno importante. L´estrazione delle risorse presenta una serie di rischi e sfide per lo sviluppo, sotto forma di maggiore esposizione alla corruzione, i temi della sostenibilità sociale e ambientale, e il legame potenziale di conflitti armati e l´instabilità. La necessità di ridurre alcuni di questi rischi, migliorando la gestione delle risorse naturali ha guadagnato un profilo globale - grazie al lavoro dell´Ocse e di coinvolgimento delle parti interessate - e un consenso utile è in procinto di essere raggiunta. Quadri sempre più internazionale sono impostati, e l´attuazione è ora l´essenza. Per quanto riguarda l´attuazione, nel 2013 l´Ue ha adottato la sua cosiddetta direttiva sulla trasparenza lungo le linee della trasparenza delle industrie estrattive (Eiti) per combattere la corruzione e favorire la denuncia pubblica dei pagamenti aziendali ai governi quando lo sfruttamento delle risorse naturali è coinvolto. L´ue sostiene anche Eiti, in generale, attraverso le sue relazioni di politica estera con attuali e potenziali partecipanti Eiti. Inoltre, recentemente l´Ue ha intensificato obblighi di segnalazione non finanziarie per le aziende di divulgare informazioni sulle loro politiche, valutazione dei rischi e dei risultati per quanto riguarda le questioni ambientali, gli aspetti sociali e relativi al personale, rispetto dei diritti umani, così come anti-corruzione e concussione questioni. Come parte della sua politica generale Rsi, la Commissione ha inoltre sviluppato linee guida per il settore del petrolio e del gas su come implementare i principi guida delle Nazioni Unite per il commercio e diritti umani. Su due diligence e l´approvvigionamento responsabile dei minerali per arginare il finanziamento dei gruppi armati nelle zone di conflitto, l´Unione europea ha recentemente adottato il suo cosiddetto "approccio integrato". Questo approccio integrato include l´iniziativa di istituire un sistema Ue per la certificazione della catena di approvvigionamento degli importatori europei responsabili di stagno, tantalio, tungsteno e oro originari di aree colpite da conflitti e ad alto rischio. Abbiamo anche intenzione di sostenere l´interesse in questo schema, lavorando con l´Ocse a pubblicare annualmente un elenco delle fonderie globali che utilizzano la guida dell´Ocse. Questa iniziativa si basa saldamente sul Orientamento Diligence Ocse Grazie per le catene di approvvigionamento responsabili ed è attualmente all´esame dell´Unione europea co-legislatori. Dovremmo aspettarci che diventi legge nel prossimo mandato della Commissione. L ´"approccio integrato" intende inoltre fornire incentivi in ​​materia di appalti pubblici per le imprese di effettuare due diligence per i minerali nella loro catena di fornitura. Inoltre, l´Ue intensificherà la sua diplomatica di sensibilizzazione e cooperazione allo sviluppo per promuovere a livello mondiale la dovuta diligenza e approvvigionamento responsabile dei minerali. Anche se la nostra iniziativa cattura mineraria su piccola scala, in larga misura, la nostra mobilitazione diplomatica dovrebbe coinvolgere anche gli operatori più grandi nella parte a monte della catena di approvvigionamento, in particolare. Possiamo usare questi canali per contribuire a promuovere ulteriori lavori dell´Ocse in questo settore. Infine, il comportamento responsabile delle imprese nei settori estrattivo, l´Ue sostiene ulteriore lavoro da svolgere dall´Ocse sulla "Guida Utente" condivisione delle migliori pratiche su come intraprendere la dovuta diligenza nel dialogo con le parti interessate per prevenire e mitigare gli impatti negativi delle industrie estrattive . Lo sforzo collettivo che le delegazioni si sono impegnati e l´ingresso del "Forum globale sulla condotta aziendale responsabile" dovrebbero essere strumentali a tal fine. Non vedo l´ora di imparare che le discussioni di domani sono stati produttivi.  
   
   
DICHIARAZIONE DEL 26 GIUGNO DI CECILIA MALMSTRöM SULLA RATIFICA DELL´ACCORDO DI RIAMMISSIONE UE-TURCHIA DAL PARLAMENTO TURCO  
 
Bruxelles, 26 giugno 2014 – “Accolgo con favore la ratifica odierna da parte del Parlamento turco dell´accordo di riammissione firmato nel mese di dicembre, in quanto rappresenta un significativo passo avanti nella cooperazione tra l´Unione europea e la Turchia. L´accordo riflette il nostro interesse comune per impostare una più efficace gestione dei flussi migratori e delle frontiere obblighi e procedure chiare per le autorità della Turchia e degli Stati membri dell´Ue al fine di restituire rapidamente le persone che risiedono irregolarmente sul loro territorio, nel pieno rispetto del diritto internazionale e dei diritti fondamentali. Una piena ed effettiva attuazione dell´accordo di riammissione è anche uno dei requisiti inclusi nella tabella di marcia verso il regime dei visti-libero con la Turchia, e la decisione di oggi da parte del Parlamento turco rappresenta un progresso importante nella prospettiva della liberalizzazione dei visti. Sfondo Il 16 dicembre 2013, la Commissaria europea per gli affari interni Cecilia Malmström, firmato ad Ankara, con le autorità turche, l´accordo di riammissione Ue-turchia, e ha avviato, congiuntamente con le autorità turche, l´Ue-turchia dialogo sulla liberalizzazione dei visti. L´obiettivo principale dell´accordo di riammissione Ue-turchia è quello di stabilire, sulla base di reciprocità, procedure per la riammissione rapida e ordinata, da ogni lato, delle persone che sono entrati o hanno la residenza nel territorio dell´altra parte in un irregolare modo. L´accordo comprende disposizioni relative sia alla riammissione dei cittadini degli Stati membri dell´Unione europea e la Turchia, e per la riammissione di altre persone (compresi i cittadini di paesi terzi e gli apolidi), che è entrato in, o ha soggiornato nel territorio dello entrambi i lati che arrivano direttamente dal territorio dell´altra parte. Le disposizioni dell´accordo relativo alla riammissione dei cittadini delle due parti, e quelle relative alla riammissione degli apolidi e dei cittadini di paesi terzi con cui la Turchia ha concluso trattati o accordi bilaterali di riammissione, entreranno in vigore il primo giorno del secondo mese successivo alla data in cui l´Unione europea e la Turchia si comunicano reciprocamente l´avvenuto espletamento delle rispettive procedure di ratifica. Le disposizioni relative alla riammissione di altri cittadini di paesi terzi, invece, entreranno in vigore solo tre anni più tardi. L´obiettivo della Ue-turchia dialogo sulla liberalizzazione dei visti è quello di compiere progressi verso l´eliminazione dell´obbligo del visto attualmente imposto ai cittadini turchi che viaggiano verso la zona Schengen per una visita breve termine. Il dialogo sarà essenzialmente costituito da un esame della legislazione e le pratiche amministrative turche, che saranno effettuati dalla Commissione sulla base di un documento, elaborato da quest´ultima, detta " Tabella di marcia verso il regime senza visti con la Turchia ". Questo documento elenca i requisiti che devono essere soddisfatti dalla Turchia per consentire alla Commissione di presentare una proposta basata su solide basi al Consiglio e al Parlamento di modifica del regolamento Ce 539/2001 , l´elenco dei paesi terzi i cui cittadini devono essere in possesso del visto all´atto dell´attraversamento delle frontiere esterne e di quelli i cui cittadini sono esenti da tale obbligo, in modo da spostare la Turchia dal suo negativo a quello positivo. Tra i requisiti inclusi nella tabella di marcia molti si riferiscono, tra l´altro, la necessità di attuare in modo completo ed efficace l´accordo di riammissione , di gestire le frontiere e la politica dei visti in modo tale da impedire efficacemente la migrazione irregolare, per avere sicura documenti di viaggio, di istituire sistemi di migrazione e di asilo in linea con gli standard internazionali, di avere strutture funzionante per combattere la criminalità organizzata con particolare attenzione sul traffico dei migranti e la tratta di esseri umani, di avere in atto e attuare adeguate forme di cooperazione giudiziaria con la polizia e Stati membri dell´Unione europea e la comunità internazionale, e di rispettare i diritti fondamentali dei cittadini e gli stranieri con particolare attenzione alle persone appartenenti a minoranze e delle categorie vulnerabili. Una volta che la Commissione ritiene che tutti i requisiti elencati nella tabella di marcia sono soddisfatte e ha presentato la sua proposta di modifica del regolamento Ce 539/2001 , la proposta sarà votata a maggioranza qualificata dal Consiglio dell´Unione europea e il Parlamento europeo. La tabella di marcia non fissa un calendario preciso entro il quale il dialogo dovrebbe essere completato o questa proposta dovrebbe essere presentata, quindi la velocità del processo verso la liberalizzazione dei visti dipenderà essenzialmente dai progressi che saranno compiuti dalla Turchia per affrontare i requisiti di cui la tabella di marcia. Nel quadro del sostegno fornito attraverso lo strumento di assistenza preadesione (Ipa), la Commissione sosterrà le riforme giuridiche e lo sviluppo di capacità amministrative che saranno ritenuti utili per consentire alle autorità turche per affrontare al meglio i requisiti di cui la tabella di marcia.  
   
   
MACROREGIONE ADRIATICO IONICA, IL COMITATO DELLE REGIONI LANCIA UFFICIALMENTE LA STRATEGIA.  
 
Ancona, 30 giugno 2014 - Lancio ufficiale, il 26 giugno, della Macroregione Adriatico Ionica da parte del Comitato delle Regioni europee. E’ stato infatti approvato solennemente, all’unanimità, nella sede del Parlamento europeo a Bruxelles, il parere sulla strategia Ue per la Macroregione, di cui il presidente della Regione Marche e dell’Intergruppo adriatico ionico del Cdr, Gian Mario Spacca, è stato relatore. Un’altra giornata importante, dunque, dopo l’approvazione, da parte della Commissione Europea lo scorso 17 giugno, della Comunicazione sulla strategia dell’Unione europea Eusair unitamente al Piano di azione e di lavoro, che sono stati poi presentati il 24 giugno al Consiglio Affari Generali a Lussemburgo. Ora non resta che l’ultimo atto formale, previsto per ottobre, da parte del Consiglio europeo. Dopodiché, dal primo gennaio 2015, la Macroregione sarà operativa. “L’approvazione di oggi del parere Eusair da parte del Cdr – dice il presidente Spacca – rappresenta la piena e convinta condivisione di tutte le Regioni europee della necessità della strategia adriatico ionica, la prima che vede protagonista gran parte del territorio italiano. È stato un lavoro lungo e complesso. E’ grazie al contributo di tutti gli attori che si sono spesi per la nascita della Macroregione che l’Eusair raccoglie consensi così ampi e trasversali. E’ questa la forza della strategia che oggi ha definito un altro tema fondamentale di comune impegno nella gestione dei rischi derivanti dalle calamità naturali. Un tema vivissimo considerando quanto accaduto recentemente in Serbia, Bosnia e anche in Italia, soprattutto a Senigallia nelle Marche”. Tra gli elementi di punta del parere illustrato oggi da Spacca, il ruolo che la Macroregione dovrà giocare per promuovere la prosperità sostenibile, economica e sociale dell’area, rafforzando l’identità comune della regione adriatico-ionica e migliorandone l’attrattività, la competitività e la connettività nel rispetto degli ecosistemi marittimi ed ambientali. Temi di particolare importanza, la migrazione, da interpretare come possibile fattore di integrazione e inclusione sociale; l’economia blu, con la necessità di definire regole e protocolli comuni per la pesca e la preservazione degli stock ittici, la standardizzazione dei sistemi e delle procedure di management. Fondamentale, ha poi rimarcato Spacca, il miglioramento dell’accessibilità dell’Europa sud-orientale al resto del mondo. In questo senso è necessario estendere il corridoio Baltico-adriatico lungo la dorsale adriatica. “I sistemi di trasporto intermodali di quest’area – ha detto Spacca - devono essere potenziati, per favorire il posizionamento dell’hub regionale nel quadro internazionale. Le Ict sono fondamentali per il raggiungimento di questi obiettivi e la Cloud adriatico-ionica rappresenta lo strumento per connettere le piattaforme esistenti”. La Macroregione deve inoltre preservare gli habitat e gli ecosistemi ed affrontare le sfide del cambiamento climatico attraverso una governance multilivello integrata che coinvolga tutti gli stakeholder in un processo condiviso. Altro punto di forza, il turismo: sulla base dei comuni tesori naturali, culturali e storici, prodotti agroalimentari di alta qualità, tradizioni di ospitalità professionale, paesaggi attrattivi da comunicare attraverso un marchio adriatico-ionico, questo settore può rappresentare un’importante leva per la crescita sostenibile, occasioni di occupazione giovanile ed inclusione sociale. “La grande opportunità dell’Eusair - ha concluso il presidente - è data dalla coincidenza della nuova programmazione 2014-2020 con la definizione della strategia. Un’intensa attività è stata condotta in ognuno degli otto Paesi al fine di assicurare che la strategia sia integrata nella nuova generazione di documenti di pianificazione e programmazione 2014-2020, Accordi di partenariato, programmi operativi e programmi Ipa, così come nei fondi strutturali e d’investimento Ue e nei fondi Ipa. E’ importante che le interrelazioni tra le esigenze dei territori da evidenziare nel piano d’azione ed i possibili finanziamenti dei programmi che ricadono nella regione adriatico ionica emergano chiaramente nella nuova programmazione. Abbiamo lavorato e stiamo lavorando in questo senso nei rispettivi territori”. Spacca ha infine ricordato l’importante appuntamento con la Conferenza Eusair organizzata congiuntamente dalla Commissione Coter del Comitato delle Regioni e dalla Regione Marche a Fabriano l’11 luglio prossimo.  
   
   
BOLZANO, MACROREGIONE ALPINA: RISOLUZIONE SU STRATEGIA E INCARICATO SPECIALE  
 
Bolzano, 30 giugno 2014 - Su una risoluzione sulla Strategia dell´Ue per una macroregione alpina e la richiesta di un rappresentante speciale hanno concordato il 27 giugno a Trento il presidente della Provincia Arno Kompatscher e gli altri Capi di Governo della Comunità di lavoro Arge Alp. La presidenza della Comunità di lavoro per i prossimi 12 mesi passa dal Trentino al Ticino. I temi sensibili del turismo alpino, della società dell‘informazione e del contenimento del traffico nelle Alpi restano una priorità delle Regioni aderenti ad Arge Alp. Oggi a Trento i Presidenti hanno approvato una risoluzione riferita a una Strategia europea macroregionale per le Alpi: "Invitiamo il Comitato di coordinamento della macroregione a valutare un modello di doppia governance: la presidenza politica a rotazione e l´istituzione di una figura di incaricato speciale che coordini le misure contenute nella strategia di gestione dello spazio alpino", spiega il presidente Arno Kompatscher. Nella risoluzione si ribadiscono i tre pilastri di tale strategia: competitività e innovazione, traffico e connettività, energia e risorse naturali. La risoluzione prevede che i Presidenti delle Regioni alpine svilupperanno proposte per l´attuazione della Strategia, ispirata al principio di una governance multilivello con un coinvolgimento regionale forte. Il Comitato deve presentare la strategia entro giugno 2015. Durante i lavori il presidente Kompatscher ha accennato al suo recente incontro a Bruxelles con il commissario Ue Hahn e riferito che l´Ue riconosce la necessità di trovare metodi e condizioni per garantire la continuità nello sviluppo e nell´attuazione dei programmi regionali: "Una strada che è confluita nella risoluzione approvata a Trento." Nel vertice di Trento i Presidenti hanno invitato la Commissione europea a concentrare l´attenzione sui temi del consolidamento dell´occupazione, del miglioramento della connettività, del rafforzamento dell´intermodalità nel traffico, della prospettiva del trasferimento del trasporto di merci dalla strada alla rotaia, del potenziamento dell´efficienza energetica e della produzione sostenibile di energie rinnovabili, nonché della gestione sostenibile ed efficiente delle risorse naturali e culturali. All´ue viene rivolto un appello ad assicurare l´attuazione degli obiettivi della strategia macroregionale già nei piani operativi della programmazione Ue 2014-2020. Oltre ai Presidenti delle Regioni aderenti ad Arge Alp, ai lavori sono intervenuti tra gli altri il presidente del Piemonte Sergio Chiamparino e i rappresentanti politici di Lombardia, Veneto, Val d´Aosta e Liguria.  
   
   
LOMBARDIA. ARGE ALP,SOTTOSEGRETARIO PAROLO:REGOLE UNICHE PER MACROREGIONE  
 
 Trento, 30 giugno 2014 - "La conferenza delle regioni alpine e l´annuale incontro di Arge Alp segnano un passo importante verso la strategia della macroregione alpina". Lo ha detto oggi Ugo Parolo, sottosegretario di Regione Lombardia con la delega ai rapporti con il Consiglio regionale, alla Macroregione alpina (Eusalp), ai quattro motori per l´Europa e alla programmazione negoziata, in occasione della conferenza delle regioni alpine tenutasi il 27 giugno a Trento. Unanime Condivizione - "C´è stata - ha proseguito Parolo - un´unanime condivisione circa la necessità di definire una governance che garantisca tutti. Per noi come regione Lombardia - ha proseguito il sottosegretario - è questa la straordinaria occasione per attuare il trattato di Lisbona che prevede un´ Europa delle Regioni e dei popoli". Armonizzare Regole - "La strategia macroregionale avrà successo - ha proseguito - tanto più quanto riusciremo, nel tempo, ad armonizzare le regole che disciplinano la vita dei nostri popoli che riguardano: il mercato del lavoro, il regime fiscale e in sostanza i rapporti con gli Stati centrali.Tanto più riusciremo ad avere un´unica regola - ha concluso - tanto più saremo forti".  
   
   
AOSTA, LA STRATEGIA ALPINA SI APRE ALLA CONSULTAZIONE PUBBLICA  
 
Aosta, 30 giugno 2014 - La Presidenza della Regione comunica che, nella mattinata di venerdì 27 giugno 2014, il Presidente della Regione Augusto Rollandin ha preso parte, in videoconferenza, alla Conferenza delle Regioni alpine in programma a Trento, alla quale hanno aderito i rappresentanti di 46 realtà. «La conferenza – spiega il Presidente Rollandin - è stata organizzata in previsione della consultazione pubblica, che sarà aperta dal 16 luglio a ottobre, sulla bozza del documento sin qui elaborato dal Comitato di pilotaggio incaricato di predisporre il Piano d’azione della Strategia. L’incontro ha quindi consentito ai Presidenti di ribadire il ruolo centrale delle Regioni sia nella fase di predisposizione della Strategia sia in quella della sua gestione futura». A tal fine, è stata quindi prevista l’adozione di una risoluzione con la quale i Capi di Governo delle Regioni alpine si impegnano a promuovere sui propri territori la consultazione del documento di cui sopra, condividendone i contenuti, e a sviluppare delle proposte di gestione della Strategia che garantiscano un coinvolgimento del livello regionale con pari diritti a quello nazionale. Il documento, che sarà messo in consultazione, è inoltre finalizzato alla determinazione delle priorità che stanno alla base del piano di azione della strategia licenziato dal Comitato di pilotaggio (Commissione europea e Regioni alpine) entro giugno del prossimo anno. Nel corso dell’incontro, il Presidente Rollandin ha evidenziato l’:«importanza che si individuino delle modalità per permettere ai programmi cofinanziati coi fondi strutturali, la cui presentazione è in scadenza a breve, di essere eventualmente integrati in modo da consentire, sulla base delle priorità che verranno definite dal piano di azione, di essere un efficace strumento attuativo della strategia».  
   
   
EUROPA: FVG, NUOVA STRATEGIA COMUNE PER REGIONI ALPINE  
 
Trento, 30 giugno 2014 - Dalle Regioni alpine d´Europa, riunitesi il 27 giugno a Trento per una conferenza che ha coinvolto rappresentanti territoriali di 7 Stati (Francia, Svizzera, Austria, Germania, Liechtenstein, Slovenia e Italia) per complessivi 80 milioni di abitanti, giunge un forte e concreto impulso alla Commissione europea affinché sviluppi le future strategie per l´area macroregionale interessata, coinvolgendo la base e contribuendo a creare cittadini sempre più incisivi nell´indirizzare le scelte che li riguardano. Una risoluzione di 13 punti, approvata all´unanimità da tutte le Regioni presenti, comprese Piemonte, Lombardia, Trentino Alto Adige, Veneto e il Friuli Venezia Giulia rappresentato dall´assessore Gianni Torrenti, ha infatti fissato tre capisaldi operativi, i cosiddetti pilastri, tra Sviluppo (competitività, ricerca, innovazione e occupazione), Connessione (mobilità sostenibile, servizi sociali integrati, trasporti e infrastrutture) e Protezione (energia sostenibile, tutela dell´ambiente, conservazione delle biodiversità e delle aree naturali). La Conferenza delle Regioni alpine, promossa dalla Provincia autonoma di Trento e fondata su una governance politica ed un coordinamento finanziario-amministrativo per garantirne direzionalità ed efficacia, propone quindi un modello partecipativo bottom-up anche in funzione del Piano di Azione che la Commissione europea varerà entro il giugno 2015, utilizzando a questo scopo la consultazione pubblica che prenderà il via a metà luglio. "Abbiamo fatto grandi passi avanti - ha commentato Torrenti - a tutto favore di una macroarea caratterizzata da problematiche e priorità diverse quanto sovrapponibili e, comunque, all´insegna di una montagna che va messa in forte relazione con le aree urbane". "Il punto più delicato - ha concluso l´assessore - è ora quello di individuare i giusti strumenti affinché la nuova strategia, inserita nella programmazione europea 2014-20 ma con approvazione definitiva prevista ad inizio 2016, possa usufruire adeguatamente dei finanziamenti messi a disposizione da Bruxelles".  
   
   
TRENTO: ROSSI AD ARGE ALP: LE ALPI SONO UN VALORE PER TUTTI MA VANNO RISPETTATE  
 
Trento, 30 giugno 2014 - Un onore e un´opportunitá. Ecco come il presidente della Provincia autonoma di Trento, Ugo Rossi, ha commentato l´anno di presidenza della Comunitá di lavoro alpino Arge Alp nel passare le consegne al collega del Canton Ticino, Manuele Bertoli. "E´ stato per noi un ulteriore elemento - ha detto Rossi - che si inserisce nello sforzo che il nostro territorio sta facendo per aprirsi sempre di più, nella convinzione che l´Europa in cui ci riconosciamo è fatta dai territori e dalle persone che li abitano". "Con l´Alto Adige e il Tirolo - ha aggiunto Rossi - abbiamo avviato la positiva esperienza dell´Euroregione ma sappiamo che determinate tematiche hanno la necessitá di essere affrontate e gestite in una logica più ampia, a "centri concentrici", come testimonia la risoluzione sulla strategia dell´Unione europea per la Regione alpina che oggi abbiamo approvato". Rossi ha evidenziato l´importanza del ruolo dei popoli nel processo di affermazione dell´ideale europeo, ponendo l´accento sulla particolaritá della "questione alpina": "Le Alpi sono un patrimonio collettivo, non sono solo una "questione" di chi le abita - ha detto Rossi - e proteggerle e valorizzarle non deve essere un interesse solo locale, ma di tutta l´Europa". Un ragionamento che assume ancora più concretezza se si pensa al tema delle grandi infrastrutture di attraversamento della catena: "Vogliamo essere certamente al servizio dell´Europa - ha spiegato Rossi - ma nella consapevolezza che il nostro territorio è bello ma al tempo stesso estremamente fragile e di questo va tenuto conto lanciando un messaggio chiaro: bene investire in opere che permettano lo sviluppo, purché ció avvenga nel pieno rispetto degli equilibri dei territori attraversati. Un impegno questo - ha concluso Rossi - che tutti in Europa devono assumere".  
   
   
ASSEMBLEA GENERALE COMMISSIONE INTERMEDITERRANEA A VENEZIA  
 
Venezia, 30 giugno 2014 - Si è riunita il 27 giugno a Venezia l’assemblea Generale della Commissione Intermediterranea, presieduta da Joana Ortega vicepresidente della Catalogna. La commissione è un’articolazione della Conferenza delle Regioni Periferiche e Marittime (Crpm) e rappresenta una rete impegnata a tutelare gli interessi delle Regioni del Mediterraneo presso le istituzioni europee e a sensibilizzare la politica comunitaria rispetto ai temi della politica marittima integrata. L’andamento dei lavori è stato illustrato dalla presidente Ortega insieme al primo vicepresidente della commissione Jean-claude Gayssot (vicepresidente della Regione Languedoc – Roussillon) e all’assessore al bilancio, enti locali e fondi Por-fesr della Regione del Veneto Roberto Ciambetti. “Sono occasioni – ha fatto rilevare Ciambetti – che ci permettono di parlare fra pari grado e con problematiche simili. Il nostro obiettivo è fare “lobby”, in senso positivo, nei confronti di Bruxelles: far arrivare le nostre istanze, contribuire a scrivere norme adeguate e portare a casa risultati. Qui a Venezia sono presenti anche realtà del Nord-africa. E questo è importante perché saranno sempre più le strategie macroregionali quelle che serviranno per rapportarsi con l’Europa”. La presidente Ortega ha detto che l’obiettivo principale è situare il Mediterraneo al centro dell’agenda europea e qui a Venezia si è parlato della “roadmap” per portare avanti il processo di cooperazione intermediterranea. Ha rivolto inoltre un augurio per il semestre di presidenza italiana dell’Ue, perché sappia dare risposte e avvicini di più l’Europa ai cittadini. E in questo senso il vicepresidente Gayssot ha ribadito che non è positivo rinnegare l’Europa ma ha parlato pure della necessità di smuovere le cose per fare in modo che le istituzioni europee diano più peso alle entità locali, anche nelle decisioni finali da prendere. Tra i temi all’ordine del giorno dell’Assemblea generale, le prospettive di una strategia macroregionale per il Mediterraneo, l’evoluzione della strategia adriatico-ionica e delle altre strategie per il bacino nel campo ambientale, dei trasporti, delle politiche sostenibili per le aree costiere e dello sviluppo dell’economia, dell’efficienza energetica di altre questioni emergenti nell’ambito della cooperazione. Nel corso dei lavori è stata predisposta e votata quella che è stata chiamata “Carta di Venezia” e che la presidente Ortega ha sintetizzato in tre punti: maggiore cooperazione istituzionale in ambito Ue; strategia macroregionale integrata trasversale per il Mediterraneo da est o ovest; coordinamento e governance multilivello. Sollecitata infine dai giornalisti sul tema del referendum per l’autonomia del Veneto, la presidente Ortega ha dettto: "Da parte mia c´è il massimo rispetto nei confronti del diritto che hanno le persone di decidere il proprio destino".  
   
   
BOLZANO, 5 LUGLIO: CONVEGNO CON RENZI E FAYMANN, POI VISITA BBT  
 
Bolzano, 30 giugno 2014 - Sabato 5 luglio a Castel Presule il presidente della Provincia Arno Kompatscher discuterà con il premier Matteo Renzi e il cancelliere austriaco Werner Faymann del ruolo delle Regioni in Europa. A seguire, nel pomeriggio, è prevista la visita al cantiere del tunnel di base del Brennero - Bbt a Mules. I media sono invitati ad accreditarsi entro giovedì 3 luglio. Alto Adige, Trentino e Tirolo vogliono incrementare il potenziale di sviluppo nel cuore dell´Europa grazie alla cooperazione transfrontaliera nell´ambito di una comune regione europea. Partendo da questo presupposto la Provincia autonoma di Bolzano in collaborazione con il Bildungszentrum e le Università di Innsbruck, Bolzano e Trento, organizza il convegno "Regioni in Europa. L´europa delle Regioni" il prossimo 4 e 5 luglio a Castel Presule (Fiè allo Sciliar). Relatrici e relatori di alto profilo - tra cui il presidente del Consiglio Matteo Renzi e il cancelliere austriaco Werner Faymann, il vicepresidente del Parlamento europeo Othmar Karas, il ministro agli Affari regionali Maria Carmela Lanzetta e il sottosegretario alla Presidenza Graziano Delrio nonché i presidenti delle Province Arno Kompatscher, Ugo Rossi e Günther Platter - discuteranno della percezione che Ue e Stati membri hanno delle Regioni, valutando in che misura la loro valorizzazione potrebbe rafforzare l´integrazione europea e fino a che punto sia stato sviluppato il principio di sussidiarietà. Il convegno si apre venerdì 4 luglio con una sessione scientifica, tra i relatori docenti ed esperti da Innsbruck, Trento, Bolzano, Bonn e Monaco. La sessione del convegno dedicata ai contributi e alla discussione tra le personalità politiche si svolgerà invece sabato 5 luglio dalle 9 alle 14 a Castel Presule a Fie´ allo Sciliar. Al termine del convegno il programma prevede una visita degli ospiti politici al cantiere del tunnel di base del Brennero. Il ritrovo per i rappresentanti dei media è fissato al Bbt-infopoint di Fortezza (areale della stazione) alle ore 14. Qui sono previste la registrazione di giornalisti e operatori che seguiranno l´evento, la vestizione (scarpe antinfortunio, giubbotto, elmetto) e quindi l´entrata al cantiere di Mules con minibus Bbt. L´accesso non è consentito con mezzi privati o a piedi. Per ragioni organizzative sono ammessi 3 rappresentanti per ogni testata.  
   
   
LOMBARDIA.MARONI:APPLICARE STATUTO SPECIALE SICILIA ANCHE A NOI  
 
Lecco, 30 giugno 2014 - "Eliminare le Regioni a Statuto speciale? No, anzi, vorrei che venisse esteso, quanto meno vorrei avere io, lo Statuto della Regione Sicilia, che dice che, in Sicilia, resta il 100 per cento delle tasse pagate dai Siciliani. Se anche la Lombardia avesse un simile Statuto speciale, avremmo risolto, e di gran lunga, tutti i nostri problemi". Lo ha spiegato il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, partecipando ai lavori dell´Assemblea generale di Confindustria Lecco sul tema ´Una nuova Europa per le imprese´.  
   
   
LOMBARDIA.MARONI:ABOLENDO PATTO STABILITÀ POTREMMO AZZERARE IRAP "RENZI RICORDI QUANDO LO CHIAMAVA ´PATTO DI STUPIDITÀ´"  
 
Lecco, 30 giugno 2014 - "A Renzi chiediamo una cosa semplice: l´Italia è l´unico Paese che ha trasferito il Patto di stabilità in modo verticale, trasferendone l´onere sui Comuni. Lo stesso Renzi, quando era sindaco di Firenze, ha definito il Patto di stabilità ´Patto di stupidità´, perché penalizza i sindaci che governano bene e avanzano soldi a fine anno, impedendo loro di spendere quelli risparmiati". Lo ha spiegato il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, partecipando ai lavori dell´Assemblea generale di Confindustria Lecco sul tema ´Una nuova Europa per le imprese´. Sindaci Lombardi Hanno 8,5 Mld Che Non Possono Utilizzare - "Pensate - ha rimarcato Maroni - che i 1400 sindaci lombardi, che hanno ben governato la loro spesa pubblica, sono arrivati, alla fine del 2013, con 8 miliardi e mezzo risparmiati nelle loro casse, ma non possono utilizzare questi soldi, che finiscono nel fondo di Roma per il Patto di stabilità". "Senza arrivare a usarli tutti - ha spiegato il presidente - basterebbero solo 4 miliardi di soldi pubblici e immaginate che leva si metterebbe in moto per fare le infrastrutture o per abbassare le tasse alle imprese". "Inoltre - ha aggiunto -, visto che tutta l´Irap che pagano le imprese in Lombardia ammonta a circa 8 miliardi, noi, tenendoci i soldi risparmiati dai nostri sindaci, potremmo abolire l´Irap, senza dover chiedere soldi a nessuno". Abolire Patto Stabilità - "Per questo - ha concluso Maroni - chiedo di abolire il Patto di stabilità interno: Renzi non può penalizzare i Comuni virtuosi, per far finire i loro soldi nel salva-Roma o in altri provvedimenti per salvare chi governa male".  
   
   
LOMBARDIA. MARONI: CONFERMATA A CANTONE MASSIMA COLLABORAZIONE PRESIDENTE: AFFRONTATO ANCHE TEMA APPALTO CITTÀ DELLA SALUTE  
 
Monza, 30 giugno 2014 - "Quello di questa mattina è stato un incontro di cortesia, nel corso del quale abbiamo parlato delle iniziative che la Regione sta prendendo su Expo, a partire da quella sulla stazione unica appaltante per rendere più efficiente il sistema dei controlli". Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, facendo riferimento al colloquio avuto questa mattina a Milano con il presidente dell´Autorità nazionale anticorruzione Raffaele Cantone. Il governatore, incontrando i giornalisti alla Villa Reale di Monza, dove è in corso la cerimonia per la fine dei lavori di restauro, ha fatto sapere che durante l´incontro sono state anche "messe a punto alcune modalità di collaborazione fra la Regione e la sua Autorità con i nuovi poteri avuti in base al decreto del Governo finalmente pubblicato in Gazzetta ufficiale". Massima Collaborazione - Se i nuovi poteri ottenuti dal Governo siano sufficienti o meno, come hanno chiesto i giornalisti, Maroni ha risposto "che sarà Cantone a giudicare. Io – ha aggiunto - come è noto avrei preferito che avesse poteri più ficcanti, ma così ha deciso il Governo e vedremo. Da parte mia gli ho garantito la massima e più leale collaborazione, perché le istituzioni devono collaborare per metterlo in grado di svolgere il suo compito, ossia vigilare su tutti gli appalti". Città Della Salute - Infine Maroni ha fatto sapere di aver parlato con Cantone anche dell´appalto per la Città della Salute di Sesto San Giovanni. "Gli ho detto - ha informato il presidente - che abbiamo accolto il suggerimento che ci aveva dato, cioè di comporre la commissione di valutazione mettendo quattro esterni su cinque, estratti a sorte fra le proposte avanzate dagli ordini di ingegneri e architetti e dalle università. Stiamo aspettando che questi soggetti ci mandino l´elenco e poi procederemo in questo modo. È la prima volta – ha sottolineato - che avviene una cosa del genere e Cantone ha detto che si tratta di una buona idea che vuole proporre per tutti gli appalti pubblici. Anche in questo stiamo innovando".  
   
   
LE DECISIONI DELLA GIUNTA REGIONALE DEL PIEMONTE  
 
Torino, 30 giugno 2014 - La Giunta regionale che si è riunita il 24 giugno, coordinata dal presidente Sergio Chiamparino, è stata dedicata prevalentemente ai temi finanziari. E’ stata avviata la discussione sui Fondi Europei, attraverso una prima ricognizione per verificare lo stato della programmazione, in vista della scadenza del 22 luglio per la presentazione alla Commissione europea dei Programmi operativi regionali per il Fondo di Sviluppo regionale (Fesr) e per il Fondo sociale europeo (Fse). Il tema centrale della riunione della Giunta regionale del Piemonte è stato l’approvazione del Rendiconto Generale della Regione per l’esercizio finanziario 2013. Come ha comunicato il Vicepresidente Aldo Reschigna, le entrate accertate nell’esercizio finanziario dello scorso anno sono state di 14.155.895.951 euro, le spese impegnate ammontano a 13.887.495.282 euro, i residui attivi alla chiusura dell’esercizio finanziario 2013 risultano in totale di euro 3.328.145.970 , mentre il totale dei residui passivi è di 4.291.167.102 euro. Nel Rendiconto è stata anche esaminata la situazione finanziaria e di cassa (è stato accertato un disavanzo finanziario di 364.983.307 euro), la consistenza delle attività finanziarie e patrimoniali e sono state valutate le entrate e le uscite relative al finanziamento del servizio sanitario regionale. Sono state inoltre prese in esame alcune delibere di carattere legale proposte dall’assessore Aldo Reschigna.  
   
   
FONDO SOCIALE EUROPEO: ASSESSORE PUGLIA A RIUNIONE COMITATO SORVEGLIANZA  
 
Bari, 30 giugno 2014 - “Attraverso le risorse del Fondo Sociale Europeo continuiamo a sostenere l’occupazione, la formazione e l’istruzione del nostro sistema produttivo ed economico, risultando tra le regioni più virtuose nella spesa dei fondi comunitari. La Puglia spende tanto e spende bene”, ha detto Alba Sasso, assessore al Diritto allo studio e formazione, nel corso dell’incontro annuale del Comitato di Sorveglianza P.o. Puglia Fse 2007-2013 a Bari. “Se guardiamo ai dati della certificazione di maggio in termini Fse, tra le regioni Obiettivo Convergenza, solo la Puglia e la Basilicata superano pienamente il target, mentre le altre regioni si attestano entro la soglia di tolleranza o non lo raggiungono affatto. Inoltre la Puglia – ha concluso Sasso – è l’unica regione a non aver riprogrammato il proprio Po. È evidente che, come da più parti sottolineato dal Presidente Vendola, sarà per noi impossibile mantenere queste performance se non si allenta la stretta del Patto di Stabilità e non si procede verso la nettizzazione del cofinanziamento nazionale della spesa”. Il Comitato di Sorveglianza, moderato dall’Autorità di Gestione del P.o. Puglia Fse 2007-2013, Giulia Campaniello, ha visto la partecipazione di rappresentanti della Commissione Europea, delle Amministrazioni centrali e delle strutture regionali e provinciali, nonché del partenariato economico e sociale. I dati di attuazione, riportati nel Rapporto Annuale di Esecuzione, rilevano come il Po Fse Puglia, a fine 2013, abbia nel complesso registrato una capacità di impegno pari all’89% (per un valore di impegni pari a 1.132.834.497 Euro), una efficienza realizzativa pari al 57% (per un valore complessivo di pagamenti pari a 730.063.604 Euro) ed una capacità di certificazione pari a circa il 55% (per un valore di 699.798.823 Euro). Numeri in crescita anche rispetto al 2012: la capacità di impegno segna un +9%, un +15% per i pagamenti e addirittura +21% il certificato. Rispetto all’ultima certificazione relativa al 30 maggio 2014, e per offrire un quadro ancora più aggiornato, in termini di valore cumulato l’avanzamento finanziario si attesta oggi su una percentuale di spesa pari al 62% (€ 793.727.870) circa del totale della dotazione del programma (di € 1.279.200.000) a fronte del 55% registrato a dicembre 2013 e del 48,27% di ottobre. Un dato non lontano da quello di altre regioni, come ad esempio il Lazio (64%), le Marche (67.4%), la Liguria (65.6%), la Lombardia (65.9%), con la sostanziale differenza che le suddette regioni, non parte dell’Obiettivo Convergenza, hanno una dotazione significativamente inferiore rispetto alla Puglia.  
   
   
PATTO DI STABILITÀ, INTERVENTO DI PITTELLA IN CONSIGLIO REGIONALE “OCCORRE UN’OPERAZIONE VERITÀ PER DARE ALLA BASILICATA UN GOVERNO DI PROSPETTIVA”  
 
Potenza, 30 giugno 2014 - “Criticità sempre più esasperanti e condizioni di reale difficoltà nella programmazione stanno costringendo le Regioni a un giro di vite che determina l’asfissia della comunità. Non è un caso che il presidente Renzi abbia posto il tema del superamento di alcuni vincoli sul cofinanziamento degli investimenti. Anche il Parlamento europeo ha iniziato un approfondimento su probabili diverse risoluzioni. Non ultimi i Presidenti delle Regioni hanno avviato un confronto serrato col Governo nazionale. E’ giunto il momento di affrontare di petto il tema della rivisitazione delle regole che disciplinano il Patto di stabilità”. E’ quanto ha dichiarato il 27 giugno in Consiglio regionale il presidente della Regione Basilicata, Marcello Pittella. “Gli impedimenti ad andare avanti nella programmazione regionale – ha continuato Pittella - pongono molte Regioni, soprattutto quelle del Sud, a determinare il collasso dell’economia con conseguenze drammatiche anche sul fronte della tenuta tra mondo produttivo e mondo economico. Per portare a casa risultati utili sul tema della rivisitazione delle regole che disciplinano il Patto di stabilità siamo concentrati su più fronti: una battaglia politica sullo sviluppo; la richiesta di allentamento dei vincoli sui fondi legati per gli investimenti e i cofinanziamenti”. Le Regioni hanno già declinato le difficoltà sulle quale chiedere una risposta esaustiva al Governo nazionale. Lo hanno fatto – ha detto Pittella - con un documento che i presidenti hanno consegnato al ministro Lanzetta. Le principali criticità da risolvere riguardano: esclusione dal patto di stabilità dei cofinanziamenti nazionali ai programmi europei ivi comprese le spese eseguite utilizzando le risorse derivanti dalla riduzione del cofinanziamento nazionale e destinate all’attuazione del Piano di Azione e Coesione; esclusione dal patto di stabilità delle spese per investimento finanziate senza debito e con risorse autonome; completamento dell’esclusione dal patto di stabilità delle spese per il finanziamento del Trasporto Pubblico Locale; esclusione dal patto di stabilità delle risorse per il Fondo per lo sviluppo e la coesione sociale; Patto di stabilità territoriale: proroga del patto di stabilità regionale incentivato per il 2015; attuazione del patto di stabilità integrato; sistematizzare la criticità riguardante le spese a fronte di calamità naturali; rapporto fra limiti del patto di stabilità e anticipazioni di risorse per il pagamento dei debiti verso fornitori del Dl 35/2013; rapporto fra limiti del patto di stabilità e rispetto dei tempi di pagamento previsti dal Dl 66/2014. “La Regione è bloccata perché non può spendere i soldi che pure ci sono – ha osservato il Presidente Pittella. Da qui la decisione della Giunta regionale di approvare un disegno di legge per portare fuori dal patto di stabilità i diritti di sfruttamento del petrolio lucano (circa 160 milioni di euro all’anno). Oltre a queste risorse la Basilicata ha in cassa 377 milioni di euro. In totale sono 537 milioni di euro. Si tratta di risorse sufficienti a far fronte alle necessità e ai debiti (circa 555 milioni di euro). Per evitare che la Basilicata possa morire senza aver combattuto sui tavoli nazionali e europei con gli strumenti legislativi che le sono propri anche il Consiglio regionale deve mettere in campo la sua azione forte. Le condizioni politiche e di contesto ci sono e su questa iniziativa possono trovarci uniti. Se non facciamo ciò tutto quello che stiamo costruendo rischia di naufragare. Serve una risposta per scongiurare l’insurrezione, la disperazione e la morte rassegnata. Serve una rivoluzione culturale che deve accompagnare le nostre azioni. Auspico – ha concluso Pittella - che il Consiglio regionale possa trovare la quadra sul nostro disegno di legge, migliorandolo ed emendandolo. Entro fine anno capiremo quali iniziative e programmi il Governo vorrà mettere in campo. Credo quindi che sia nostro dovere di affinare e condividere le nostre azioni. Alla vigilia dell’assestamento di bilancio occorre fare un’operazione verità per dare alla nostra regione un governo di prospettiva, in grado di coprire sia le spese incomprimibili, sia quelle per creare le condizioni per ‘una uscita di sicurezza’ alla morte della nostra regione. Auspichiamo una risposta positiva del Governo nazionale a queste nostre azioni per continuare la modernizzazione della nostra regione, sapendo di avere tutti nel cuore l’appartenenza alla Basilicata”.  
   
   
PROGETTO "SMART CITY COMUNI IN CLASSE A": L´EUROPA PREMIA LA SARDEGNATESTATA PREMIO SMART CITY 2014  
 
Cagliari, 30 Giugno 2014 - Consegnato alla Regione Sardegna da parte della Commissione Europea, il riconoscimento per il Progetto "Smart City – Comuni in classe A", per la sua candidatura al premio “Sustainable Energy Europe (See) e Managenergy Award 2014” nella categoria Managenergy Local Action Award. La cerimonia di premiazione si è svolta a Bruxelles nel palazzo Charlemagne della Commissione Europea il 24 giugno, alla presenza del commissario europeo per l´Energia Günther H. Oettinger. I See Awards individuano e premiano progetti che contribuiscono alla strategia “Europa 2020” per una crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva. Il concorso è aperto alle parti interessate del settore pubblico e privato, comprese le Pmi, le associazioni multi-nazionali di settore, istituzioni accademiche e organizzazioni non governative. Il Progetto Smart City – Comuni in classe A (Smart City A - Labelled Municipalities) è stato selezionato da una Commissione altamente qualificata di esperti tra 342 progetti presentati quest´anno. Managenergy è un´iniziativa della Commissione Europea che si inserisce nell´ambito del programma "Intelligent Energy Europe" che promuove l´energia sostenibile nelle comunità locali e regionali.  
   
   
FVG: AMMINISTRAZIONE TRASPARENTE, PUBBLICATI VITALIZI EX-CONSIGLIERI  
 
Trieste, 30 giugno 2014 - Mpb - Sul sito del Consiglio regionale, nella sezione Amministrazione Trasparente è pubblicato l´elenco degli ex-consiglieri regionali che percepiscono vitalizio, con i relativi importi. Questi dati si aggiungono a quelli - già presenti - relativi a consiglieri e dirigenti.  
   
   
IMMIGRAZIONE: SCOMPARE DA BOZZA UE RECIPROCITA’ SU ASILO. ZAIA, “TIRA PESSIMA ARIA. L’EUROPA DELLE BUROCRAZIE CI LASCIA DI NUOVO SOLI. RENZI SMETTA DI PAVONEGGIARSI, AGISCA E LA FACCIA REINTRODURRE. SE NO NIENTE FIRMA SU ATTO FINALE”  
 
Venezia, 30 giugno 2014 - “Apprendo con grande disappunto, ma non con sorpresa, che dal vertice europeo in corso a Bruxelles tira una pessima aria per l’Italia che, se non cambieranno le cose, continuerà ad essere lasciata sola ad affrontare la tragedia della migrazione dal nord africa”. Lo dice il Presidente della Regione del Veneto Luca Zaia commentando la notizia secondo la quale sarebbe scomparso dall’ultima bozza di conclusioni del vertice Ue il “mutuo riconoscimento” delle decisioni sull’asilo, sotto la pressione dei Paesi del nord Europa. “Se questa previsione non verrà modificata prima dell’atto formale – incalza il Governatore del Veneto – saranno confermati tutti i nostri timori: che l’Europa sia e resti un carrozzone di burocrazia parolaia; che in Europa, nonostante il continuo ma sterile gonfiare il petto di Renzi, l’Italia non conti nulla; che i veri egoisti e razzisti stiano o a latitudini ben diverse dalle nostre; che le migliaia di disperati che sbarcano quotidianamente sulle nostre coste, mettendo sempre più in crisi istituzioni locali e territori, per i cosiddetti “partner europei” non siano affar loro, tranne la miseranda elemosina di qualche stanziamento del fondo Frontex”. “Non possiamo continuare a considerare Lampedusa e le regioni del sud – aggiunge Zaia – come il confine dell’Italia e non come il confine dell’Europa”. “Bisogna dire basta a questa ipocrisia continentale, e bisogna farlo con gesti e atti concreti. Renzi, se davvero conta così tanto come ci fanno credere, la metta giù dura e abbia il coraggio di dire ciò che tutti gli italiani pensano e di fare ciò che è necessario: pretendere la reintroduzione del mutuo riconoscimento delle decisioni sull’asilo arrivando, se non ascoltato, a non sottoscrivere l’accordo finale”.  
   
   
D´ALFONSO,SUPERARE MODELLO ABRUZZO CERNIERA DIALOGO TRA IL PRESIDENTE E IL SOCIOLOGO BONOMI  
 
Pescara, 30 giugno 2014 - "Basta accasciarci sull´immagine di Abruzzo regione cerniera, definizione ormai superata. E´ necessario ripensare il rapporto con l´Italia, l´Europa e il resto del mondo". E´ l´idea guida del presidente della Giunta regionale, Luciano D´alfonso, che, nella necessità di innovare radicalmente l´approccio con i grandi temi, capaci di cambiare il profilo complessivo della Regione, si è spinto a chiedere al sociologo Aldo Bonomi,tra l´altro, fondatore dell´Istituto di ricerca consorzio A.a.s.ter (Associazione agenti di sviluppo del territorio), e ideologo, con Giuseppe de Rita, dell´Expo 2015, di aiutarlo a "mitizzare e raccontare al futuro l´Abruzzo", passando per una necessaria formazione a beneficio della Giunta, della tecnostruttura regionale, e dei consiglieri regionali. Bonomi ha incontrato D´alfonso nella sede di piazza Unione a Pescara e, tra i due, è nato un dialogo sulle prospettive. Si parte dalla considerazione di come far diventare l´Abruzzo baricentrico rispetto alla Macroregione adriatica e si arriva alla partecipazione della Regione Abruzzo all´Expo 2015. Bonomi inquadra la nostra regione nel confronto con la Puglia "regione con minor forza imprenditoriale della vostra ma con una grande capacità di mettere insieme il turismo, l´agricoltura, gli eventi prolungati, di costituire, in altri termini, un blocco sociale attrattivo; e con le Marche, dove è "stato preso il terziario avanzato dalla costa e portato all´interno", a differenza di quel che è accaduto in Abruzzo dove manca quella che definisce una "composizione sociale" tale da rendere possibile la contaminazione tra aree della stessa regione. Bonomi sostiene che il blocco sociale del Novecento, che comprende le potenti associazioni di categoria, "è stanco: si farà riformare senza avere la capacità di autoriformarsi". C´è la necessità che nuovi soggetti si facciano strada che il Sociologo li individua negli "smanettoni" del terziario dell´hight city; nei "creativi" e "nell´impresa sociale". Quindi si arriva alla partecipazione della Regione Abruzzo all´Expo 2015. D´alfonso chiede a Bonomi una sua visione, un orientamento e il Sociologo risponde spiegando che l´Expo per tutto il Novecento è stato un grande evento dell´economia che celebra la partecipazione del "capitalismo trionfante" e della "potenza della tecnica", nutrendosi anche del concetto del limite. L´expo di Milano - spiega meglio Bonomi - si sofferma sul concetto di limite della nutrizione; su come la dimensione dell´agricoltura ecologicamente compatibile mette alla prova se stessa: "Qui non si parla solo di cuochi", avverte. Da qui il suggerimento: individuare una quindicina di soggetti veri che siano in grado di dar luogo ad una nuova impresa Abruzzo; che sappiano creare una nuova dimensione delle numerose sfaccettature della regione, poggiando le nuove idee su una trama tutta rivolta a far trionfare la potenza della bellezza, la potenza del limite e la potenza del saper fare.  
   
   
LOMBARDIA: LEGGE DELRIO LACUNOSA, SERVIZI A RISCHIO “IMPEGNO PER RIDURRE I DISAGI MA LO STATO DEVE DARE I FONDI"  
 
Como, 30 giugno 2014 - "La Legge Delrio è lacunosa e ha grosse incognite. L´obiettivo principale della Regione Lombardia e di tutti gli enti locali deve essere quello di ridurre al minimo gli impatti negativi che la sua applicazione rischia di provocare sui cittadini". E´ quanto ha detto Daniele Nava, sottosegretario alle Riforme istituzionali, Enti locali, Sedi territoriali e Programmazione della Regione Lombardia, che oggi pomeriggio a Como ha incontrato la Prefettura, la Provincia, i Comuni e le Comunità Montane per aggiornare i rappresentanti del territorio sui vari aspetti e le implicazioni della Legge e raccogliere osservazioni e proposte. L´incontro di Como è il secondo - dopo Lecco questa mattina - di una serie di appuntamenti che vedrà il sottosegretario Nava toccare tutte le province lombarde entro la fine di luglio. Province Non Sono State Abolite - "Contrariamente a quanto si pensi - ha proseguito Nava - la Legge Delrio non abolisce le Province che, al contrario, continuano ad esistere come enti di secondo livello, per altro con competenze importanti come quelle relative a: edifici scolastici (scuole secondarie), manutenzione delle strade e lavori pubblici, pianificazione territoriale, alcuni capitoli del tema ambiente". Bilanci - "Il problema principale oggi - ha sottolineato Nava - è quello dei fondi. Le Province non hanno i soldi per esercitare queste competenze o altri compiti delicati come l´assistenza ai disabili. Il Governo dovrà dunque ripristinare gli stanziamenti che ha tagliato. Altrimenti il rischio è che i ragazzi debbano stare in aule senza riscaldamento o che la neve non venga spalata o che non vengano riparate le buche nelle strade". Entro il 30 settembre, per altro, si dovranno svolgere le elezioni per i nuovi organi provinciali. Gestioni Associate E Fusioni - La Legge Delrio interviene anche sulle gestioni associate. "Il nostro impegno - ha detto ancora Nava - è di aprire un confronto serio e approfondito quanto prima anche su questo tema. Credo che sia necessario stabilire regole chiare e risolutive". Anche sulla fusione dei Comuni, secondo Nava, "va aperta una riflessione". Distribuzione Competenze - Regione Lombardia negli ultimi 20 anni ha delegato moltissime funzioni alle Province, oggi oggetto di riordino. Regione Lombardia ha già completato la ricognizione tecnica relativa alla redistribuzione delle competenze. "E´ in corso - - ha concluso Nava - una valutazione politica sulle singole materie per stabilire se lasciare le competenze alle Province o riassegnarle. La cosa migliore sarebbe mantenere le funzioni decentrate ma occorre valutare caso per caso". (Ln) sic "E´ necessaria la collaborazione di tutti, perché possa essere limitato al massimo l´impatto negativo delle incombenza previste dalla Legge Delrio, una norma che non piace, ma va applicata e che è potenzialmente foriera di gravi problemi per le Amministrazioni locali e, quindi, per i cittadini". E´ l´appello lanciato da Daniele Nava, sottosegretario alle Riforme istituzionali, Enti locali, Sedi territoriali e Programmazione della Regione Lombardia, che, questa mattina, a Lecco, ha incontrato Prefetture, Province, Comuni, Comunità Montane, proprio per aggiornare i rappresentanti degli Enti locali sui vari aspetti e le implicazioni della Legge Delrio e raccogliere osservazioni e proposte. Tour In Tutte Le Province - L´incontro di Lecco è il primo di una serie di appuntamenti, che vedrà Daniele Nava toccare tutte le province lombarde nel giro di un mese. "L´obiettivo della Regione Lombardia - ha spiegato il sottosegretario -, che è anche lo scopo di questi incontri, è evitare il più possibile che ci siano ricadute negative sui servizi di cui usufruiscono i cittadini lombardi". Lo Stato Dell´arte - La riforma, ha spiegato Nava, prevede che alle Province rimangano alcune competenze proprie, che sono fondamentalmente quattro: edifici scolastici (scuole secondarie); manutenzione strade e lavori pubblici; pianificazione territoriale; alcuni capitoli del tema ambiente. "A oggi però - ha sottolineato - le Province non hanno i soldi per esercitare queste competenze. Il rischio, molto concretamente, è che i ragazzi abbiamo 9 gradi invece che 19 nelle proprie aule o che i motociclisti si trovino in difficoltà a causa delle buche sulle strade". Entro il 30 settembre, peraltro, si dovranno svolgere le elezioni per i nuovi organi provinciali. Disabilità - "Ci sono poi - ha proseguito Nava – alcuni argomenti molto delicati, come quello della disabilità e, in particolare, l´assistenza alle persone con disabilità sensoriali. Ho già incontrato le associazioni regionali, per affrontare il problema, ma, al momento, le Province sono in seria difficoltà, per affrontare l´anno scolastico 2014-2015". Gestioni Associate - La Legge Delrio modifica anche la normativa sulle gestioni associate. "Regione Lombardia - ha detto ancora Nava - si impegna, appena possibile, ad aprire un confronto serio e approfondito anche su questo tema. Credo che sia necessario, nelle more delle norme nazionale, stabilire regole chiare e risolutive con una legge regionale". Distribuzione Competenze - Regione Lombardia negli ultimi 20 anni ha delegato oltre 150 funzioni alle Province, molto più di altre Regioni. "Per questo - ha chiarito Nava - a noi interessa moltissimo poter decidere autonomamente come redistribuire le competenze e non lasciare questo compito allo Stato". Si è ancora in attesa della ricognizione tecnica sulle funzioni che lo Stato ha delegato direttamente alle Province. Regione Lombardia ha invece completato la sua ricognizione tecnica. "Ora - ha concluso Nava - stiamo portando avanti una valutazione politica sulle singole materie, per decidere se lasciare le competenze alle Province o riassegnarle ad altri Enti. In linea generale, sarebbe meglio mantenere decentrate le funzioni, ma occorre fare ragionamenti diversi da settore a settore".  
   
   
ACCORDO PER IL RINNOVO DELLA COPERTURA DELLA CASSA INTEGRAZIONE E DELLA MOBILITÀ IN DEROGA IN SARDEGNA  
 
Cagliari, 30 Giugno 2014 - Nella serata di, mercoledì 25 giugno, è stato sottoscritto dall´Assessore regionale del Lavoro, Formazione Professionale, Cooperazione e Sicurezza sociale della Regione Sardegna, Virginia Mura e da tutte le parti sociali, l´Accordo che proroga fino al 31 agosto 2014 la copertura della cassa integrazione e della mobilità in deroga in Sardegna. "Si tratta di un atto indispensabile e di fondamentale importanza" ha sottolineato l’Assessore Mura "che, pur nei limiti della sua dimensione necessariamente circoscritta, consente di rispondere in modo concreto alle esigenze drammatiche dei lavoratori e delle aziende della Sardegna in maggiore difficoltà". Viene così consentito agli Enti ed alle Associazioni che si avvalgono della collaborazione di lavoratori che fruiscono degli ammortizzatori sociali, di poter contare sul loro contributo per altri 2 mesi. Inoltre, potranno accedere ai benefici pensionistici tutti coloro che matureranno i requisiti entro il 31.08.2014. Per quanto concerne i pagamenti relativi alle competenze già maturate, l´Assessore Mura ha confermato che il percorso amministrativo verrà completato entro il 30 giugno ma l´erogazione materiale dei fondi potrà essere effettuata dall´Inps solo quando verranno accredidate le risorse da parte dello Stato. Rispetto ai contenuti del Decreto Interministeriale di imminente pubblicazione, l´Assessore Mura ha anticipato la posizione critica della Regione Sardegna: "E´ inutile nascondere la nostra netta ed esplicita distanza da ciò che il decreto pare debba contenere. Al momento, il Ministero non ha recepito le nostre indicazioni che risultano invece in piena sintonia con quelle delle altre regioni e delle competenti commissioni parlamentari". La condivisione del contenuto dell´accordo è stata l´occasione per un confronto aperto con i responsabili dei sindacati, delle associazioni datoriali, delle associazioni di categoria e con i rappresentanti istituzionali competenti in materia. Sono stati esaminati tutti gli aspetti della complessa articolazione normativa, in particolare per la gestione dei prossimi mesi. E´ stata convenuta la necessità di utilizzare il periodo di questa proroga per affrontare la "questione lavoro" in Sardegna in modo trasversale, utilizzando tutte le opportunità disponibili. "E´ il momento per la Sardegna di concentrare tutti gli sforzi, facendo prevalere le ragioni del lavorare insieme verso gli obiettivi comuni, perché comuni sono i problemi che ci affliggono. Dobbiamo fare appello a tutte le nostre migliori energie, progettuali e operative, per riuscire insieme ad invertire la tendenza negativa che ci ha condizionato in questi ultimi anni." Ha dichiarato l’Assessore Mura "Dobbiamo avviare in fretta nuove politiche attive, ripartire da azioni utili ad accrescere la "ri-occupabilità" di chi fruisce di ammortizzatori sociali attraverso soluzioni più rapide ed efficaci, aumentando le opportunità attraverso un approccio integrato al problema, che consideri tutte le occasioni utilizzabili."  
   
   
ASSESSORE CALABRIA SUGLI ADEMPIMENTI FATTI PER GLI AMMORTIZZATORI SOCIALI.  
 
Catanzaro, 30 giugno 2014 - L’assessore regionale al Lavoro Nazzareno Salerno rispondendo concretamente alla nota del Direttore generale per le Politiche attive e passive del Ministero del Lavoro, relativamente ad un particolare adempimento che la Regione avrebbe dovuto fare entro il trenta giungo prossimo, ha detto: “Con il consueto spirito di reale vicinanza ai lavoratori e ben consapevoli dei drammatici effetti che la crisi globale ha dispiegato e continua a dispiegare soprattutto sulle aree disagiate, abbiamo provveduto a trasmettere all’Inps i decreti di concessione degli ammortizzatori sociali in deroga a chiusura dell’annualità 2013. Ora spetta al Governo provvedere alle risorse necessarie per i pagamenti facendosi carico della situazione per il presente e per il futuro”. “Adesso - ha precisato il Dirigente generale del Dipartimento Lavoro Vincenzo Caserta – dovrà provvedere l’Inps all’erogazione dei trattamenti, previa verifica delle risorse finanziarie disponibili, ivi compresi i quattrocento milioni di euro che il decreto interministeriale in fase di emanazione destina agli ammortizzatori sociali in deroga per il 2013 per le regioni che presentano residui passivi”. Va ricordato che le carenze finanziarie ed i conseguenti ritardi nei pagamenti dei sussidi, dovuti ai finora mancati trasferimenti da parte del governo, hanno creato gravi difficoltà ai lavoratori ed alle loro famiglie e che la Regione è più volte intervenuta, anche sacrificando risorse (per un totale di oltre cinquanta milioni di euro) originariamente destinate ad altre iniziative, pur di offrire una boccata d’ossigeno a quanti sono stati costretti a subire la perdita del posto di lavoro. “Finalmente – hanno detto Salerno e Caserta - si intravede una soluzione ad una questione dalla straordinaria rilevanza e dal grandissimo impatto sociale su cui siamo stati sempre vigili sapendo perfettamente come ogni differimento dei pagamenti amplifichi i problemi economici e di serenità familiare per chi vive in una regione che denuncia gap di sviluppo. L’obiettivo deve però essere non solo quello di gestire l’emergenza, ma quello di progettare il domani rendendo concrete le speranze di crescita economica e sociale anche riuscendo a favorire il reinserimento lavorativo ed il rilancio dei diversi settori produttivi”.  
   
   
ABRUZZO, LAVORO: FSE,114 MLN PER OCCUPAZIONE E INCLUSIONE SOCIALE RISORSE SCARSE MA SPAZIO A PRIORITÀ STRATEGICHE  
 
Vasto, 30 giugno 2014 - Occupazione, inclusione sociale, recupero del ruolo "alto" del partenariato sociale, superamento del tradizionale sistema educativo e formativo e sviluppo della capacità istituzionale. Sono alcuni degli obiettivi strategici contenuti nella bozza del nuovo Po Fse Abruzzo 2014-2020 che è stata presentata ufficialmente, il 27 giugno, a Vasto, ai membri del Comitato di sorveglianza. "I 114 milioni di euro che la nuova Programmazione riserva alla coesione sociale ed economica ed alle politiche di crescita dell´Abruzzo rappresentano appena la metà delle risorse a disposizione nella precedente programmazione. In ogni caso, dovremo spenderle in maniera tale da centrare le priorità che abbiamo individuato". Lo ha sottolineato l´assessore al Lavoro ed alle Politiche sociali, Marinella Sclocco, in apertura della riunione del Comitato di sorveglianza. ? A penalizzare l´Abruzzo - ha spiegato l´assessore - è stato soprattutto il fatto di essere tra le Regioni in regime di transizione. Tuttavia, - ha proseguito Sclocco - l´impellente scadenza del 22 luglio a Bruxelles ci impone di fare presto e bene. A tal proposito, abbiamo messo il piede sull´acceleratore e sono grata alla struttura regionale che ha lavorato a tappe forzate perché si arrivasse pronti all´appuntamento". Inoltre, l´assessore Sclocco, illustrando gli obiettivi di questa bozza, li ha collegati strettamente al preoccupante scenario sociale che vive l´Abruzzo da ormai qualche anno come testimoniano gli inequivocabili dati del 2013 che indicano un 37,7 per cento di disoccupazione giovanile e un 29 per cento di quella femminile a fronte di un dato complessivo di disoccupati pari all´11,4 per cento. "Molte famiglie abruzzesi sono ormai ridotte al limite della sussistenza ed il fronte dei nuovi poveri è sempre più ampio. Anche per questo, l´esiguità delle risorse - ha aggiunto l´assessore Sclocco - non ci consentirà di fornire risposte risolutive. Tuttavia, una migliore integrazione tra le varie tipologie di fondi a disposizione e una maggiore sburocratizzazione della macchina amministrativa contribuiranno certamente ad indirizzare le risorse verso i bisogni reali della popolazione". Infine, il programma "Garanzia Giovani", del quale è stato presentato il piano esecutivo regionale. "Lo stanziamento complessivo ammonta a 31 milioni di euro - ha confermato Marinella Sclocco - e riguarda una platea di destinatari che prende in considerazione i giovani under 29 non occupati e neppure impegnati in percorsi formativi, i cosiddetti Neet. In ogni caso, al di là delle azioni che saranno attivate, la vera svolta - ha concluso l´assessore - si avrà nel momento in cui riusciremo a superare l´antico schema della formazione professionale e questo potrà accadere solo attraverso una maggiore integrazione tra scuola e mondo del lavoro sul modello di altri Paesi europei dove i risultati sono già incoraggianti".  
   
   
ABRUZZO, CIG IN DEROGA: CONVOCATO PER IL PROSSIMO 2 LUGLIO IL CICAS  
 
L´aquila, 30 giugno 2014 - L´assessore al Lavoro, Marinella Sclocco, di concerto con l´assessore alle Attività produttive Giovanni Lolli, ha convocato per il mercoledì 2 luglio, a Pescara, la riunione del Comitato di intervento per le crisi aziendali e di settore (C.i.c.a.s.), per autorizzare ulteriori disposizioni di pagamento di Cassa integrazione e mobilità in deroga riferite all´anno 2013. L´obiettivo, secondo quanto indicato dal ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, è di garantire la continuità degli interventi di sostegno al reddito nelle crisi occupazionali del nostro territorio e non pregiudicarne l´efficacia, nelle more dell´entrata in vigore della normativa che dispone nuovi criteri per il riconoscimento degli ammortizzatori sociali in deroga.  
   
   
LAVORO: CRESCITA ABRUZZO, ECCO IL PIANO GARANZIA GIOVANI OLTRE 3000 GLI UNDER 29 CHE POTRANNO ACCEDERE  
 
Pescara, 30 giugno 2014 - Ai membri del Comitato di Sorveglianza, riunito il 27 giugno a Vasto, la Regione Abruzzo ha esposto il piano esecutivo di "Garanzia Giovani" in attuazione del Piano italiano. La pianificazione prevede uno stanziamento complessivo di 31 milioni di euro, da utilizzare in una serie complessa di azioni che garantiscano ai giovani abruzzesi under 29, non occupati e non impegnati in un percorso di istruzione e o formazione (Neet), di accedere ad un pacchetto di politiche per l´occupabilità che verranno erogati, nell´ambito delle rispettive competenze, dai Centri per l´impiego, le Agenzie per il lavoro accreditate, gli Organismi di formazione accreditati. Proprio in questa fase, il Ministero del Lavoro, in qualità di Autorità di gestione, ha cominciato ad inviare ai Centri per l´impiego, per il tramite della Regione Abruzzo, i nominativi dei soggetti da trattare. Attualmente agli Uffici regionali sono pervenute 3012 richieste di accesso alle azioni previste da "Garanzia giovani", di cui 2049 da residenti in Abruzzo e 963 da fuori regionale. Ciascuno dei 15 centri per l´Impiego è in possesso dei nominativi dei soggetti da trattare su base di appartenenza territoriale. Pescara è il Centro con il maggior numero di unità 355, mentre Castel di Sangro ne ha 14. Il Piano esecutivo "Garanzia giovani " declina tutte le modalità di erogazione delle politiche di occupabilità: tirocini, apprendistato di 1° e 3° livello, bonus assunzionali, autoimprenditorialità, servizio civile, formazione professionale. La Regione Abruzzo emanerà con sollecitudine avvisi e bandi pubblici per erogare , con procedure improntate alla massima trasparenza, i servizi agli aventi diritto.  
   
   
LAVORO: CRESCITA ABRUZZO, ECCO LA BOZZA NUOVO FSE 2014-2020(2 ALL´ESAME COMITATO DI SORVEGLIANZA GLI OBIETTIVI TEMATICI  
 
Pescara, 30 giugno 2014 - La bozza della nuova programmazione abruzzese del Po Fondo sociale europeo (Fse) 2014-2020, il principale strumento finanziario con cui L´unione europea sostiene l´occupazione negli Stati membri, è stata presentata questa mattina agli oltre 50 membri del Comitato di sorveglianza del Po Fse Abruzzo, riuniti a Vasto nella sede di palazzo D´avalos, alla presenza del presidente della Giunta regionale, Luciano D´alfonso, coordinatore della Programmazione comunitaria, e dell´assessore al Lavoro e al Sociale, Marinella Sclocco. La dotazione finanziaria riservata all´Abruzzo, per il periodo di attuazione, è pari a 114 milioni di euro, decurtata di almeno due terzi rispetto alla precedente ripartizione, con il passaggio dell´Abruzzo nell´obiettivo "Transizione". Ciò comporterà per l´Ente regione - come è stato spiegato - una pianificazione degli interventi che preveda la massima allocazione possibile delle risorse su iniziative che abbiano una capacità strategica nel tempo, anche attraverso una fattiva sinergia con gli obiettivi e le risorse finanziarie dei programmi Fers e Fears. L? avvio del periodo di programmazione dei fondi strutturali in Abruzzo - come si legge nel testo - si iscrive nel quadro di una crisi economica e sociale di ampia portata: la missione del Programma Operativo Fse 2014-2020 è dunque quella di correggere gli squilibri strutturali del mercato del lavoro abruzzese, e fronteggiare le conseguenze delle accresciute difficoltà sociali, per promuovere "un´economia con un alto tasso di occupazione, in grado di favorire coesione economica, sociale e territoriale? Questi gli obiettivi tematici individuati nella bozza del Po Fse 2014-2020 e ritenuti rispondenti al perseguimento della crescita e dello sviluppo economico e sociale dell´Abruzzo: promuovere un? occupazione sostenibile e di qualità e sostenere la mobilità dei lavoratori; promuovere l´inclusione sociale e combattere la povertà e ogni discriminazione; investire nell´istruzione, nella formazione e nella formaione professionale per le competenze e l´apprendimento permanente; rafforzare la capacità istituzionale delle autorità pubbliche e delle parti interessate a promuovere un´amministrazione pubblica efficiente. La tipologia dei beneficiari prevede: Regione, Province ed altri enti pubblici, Servizi per l´impiego, Imprese, altri soggetti pubblico/privati che operano nel mercato del lavoro. Questi, infine, i principali Gruppi Target: persone di età inferiore a 25 anni; persone inattive; disoccupati, compresi i disoccupati di lunga durata; partecipanti con disabilità; persone svantaggiate; migranti, partecipanti di origine straniera, minoranze (comprese le comunità emarginate come i Rom);persone di età superiore a 54 anni; lavoratori, compresi i lavoratori autonomi, imprese.  
   
   
CORSI DI FORMAZIONE EVITERANNO LA CASSA INTEGRAZIONE PER I 26 DIPENDENTI SENZA QUALIFICA DI VILLA SABATIA A VADO LIGURE  
 
 Genova, 30 Giugno 2014 - Si va verso lo stop alle procedure per la cassa integrazione in deroga per tre mesi per i 26 dipendenti ( su un totale di 150) senza qualifica della Rsa Vada Sabatia di Vado Ligure. La Regione Liguria si appresta a formalizzare una delibera, su proposta dell´assessore alle Politiche Sociali Lorena Rambaudi, che prevede , l´avvio, da parte dei gestori degli istituti, di percorsi di riqualificazione del personale senza qualifica, con una esperienza lavorativa di almeno due anni nell´ambito socio-sanitario o sanitario, attraverso corsi con enti di formazione e Le Province. Il provvedimento della Regione Liguria, condiviso dalla Rambaudi con gli assessori alla Formazione e alla Sanità Pippo Rossetti e Claudio Montaldo, riguarda tutte le strutture del territorio e interessa da vicino il caso Vada Sabatia, che mostra una situazione complessa dopo l´inchiesta della magistratura "ma il tavolo coordinato dal prefetto di Savona permette di risolvere le diverse problematiche con responsabilità e impegno da parte di ogni soggetto", afferma l´assessore Rambaudi. La Regione Liguria ha avviato da anni corsi di riqualificazione per operatori privi di qualifica o con formazione pregressa insufficiente,provvedimenti che hanno consentito la riqualificazione di centinaia di operatori in strutture pubbliche e private. "Una proposta della Regione che riguarda tutte le strutture liguri e risole un pezzo importante di un puzzle complicato", spiega la Rambaudi che ha espresso soddisfazione anche per l´incontro con i rappresentanti dei comitati dei familiari, il primo di un confronto al quale ho dato la massima disponibilità". Da ultimo la dgr 747/2011, tuttora in vigore, prevede la possibilità per gli enti gestori, come richiesto dalle stesse associazioni di categoria, di procedere direttamente, mediante accordi con gli enti formativi e le Province, alla riqualificazione del proprio personale con almeno due anni di esperienza mediante l´attivazione di corsi autofinanziati. Nonostante le disposizioni regionali esiste però ancora una situazione ancora da risolvere per gli operatori senza titolo (Oss) per i quali è necessario provvedere alla loro regolarizzazione.  
   
   
LOMBARDIA.EXPO, SICUREZZA URBANA,ACCORDO REGIONE-ENTI LOCALI L´ ASSESSORE: UNA COLLABORAZIONE STRATEGICA IN DUE FASI  
 
Milano, 30 giugno 2014 - Contenere i fenomeni di disagio sul territorio regionale mediante il sinergico impiego degli operatori delle Polizie locali nell´ambito di Expo 2015. Questa, la finalità dell´accordo di collaborazione nel settore della sicurezza urbana tra Regione Lombardia, enti locali e Polizie locali delle Province, illustrato dall´assessore alla Protezione Civile, Sicurezza e Immigrazione Simona Bordonali, che oggi a Palazzo Lombardia ha incontrato i rappresentanti delle polizie locali della Provincia di Milano e Monza, per approfondire le linee guida della nuova legge regionale sulla Polizia locale. All´incontro sono stati invitati anche tutti i Comandanti e i sindaci dei Comuni capoluogo e dei Comuni sopra i 30.000 abitanti della Regione Lombardia. Contenuti Dell´accordo E Fasi - L´accordo che ha come finalità il potenziamento della sicurezza urbana su tutto il territorio lombardo in ottica Expo, si articola in due fasi. Nella prima fase gli Enti Locali svilupperanno attività di controllo di sicurezza stradale ed urbana e prevenzione, propedeutiche all´evento Expo. Nella seconda, in pieno evento Expo, le attività si rivolgeranno principalmente alle criticità in tema viabilistico con interventi di polizia stradale. Tempistica E Dettaglio Attività - La 1a fase prenderà avvio a partire dalla data di sottoscrizione e sino al 30.04.2015. In questo lasso di tempo, ogni comando di polizia locale dovrà gestire e organizzare controlli, presidi e monitoraggi del territorio attraverso attività di sicurezza stradale, movimento terra, controlli ambientali, controlli sui cantieri per violazioni edilizie controlli annonari, ecc. La 2a fase copre un arco di tempo che va dal 01.05.2015 al 31.10.2015, ossia tutta la durata dell´Esposizione Universale; in questo periodo ogni comando di polizia locale finalizzerà gli interventi al controllo stradale connessi alle prevedibili criticità in tema viabilistico che si potrebbero presentare. Enti Locali Coinvolti - L´accordo coinvolgerà i 134 Comuni in Provincia di Milano, i Comuni capoluogo, i Comuni superiori a 30.000 abitanti e le 11 Polizie Locali delle Province. Risorse Economiche - Il progetto prevede uno stanziamento di 452.455,38 euro complessivi da dividere tra i Comuni aderenti. Il cofinanziamento regionale è pari all´80 per cento dell´intero importo del progetto, mentre il restante 20% è a carico degli enti sottoscrittori e costituisce il contributo minimo di spettanza degli Enti.  
   
   
LOMBARDIA.SICUREZZA, ASSESSORE INCONTRA POLIZIA LOCALE MI E MB DA LODI E BRESCIA PARTIRÀ TOUR DEI COMANDI PER ILLUSTRARE PDL  
 
Milano, 30 giugno 2014 - "Dopo un primo positivo incontro con sindacati, sindaci, rappresentanti delle Province e dei Comandi di Polizia locale, oggi ho voluto incontrare i rappresentanti delle Polizie locali di Milano e Monza per confrontarmi ulteriormente sulle linee guida della nuova legge regionale sulla Polizia locale e per raccogliere le prime istanze e osservazioni. Alla riunione sono stati invitati anche tutti i Comandanti e sindaci di capoluogo e di Comuni sopra i 30.000 abitanti della Lombardia". Così l´assessore alla Protezione civile, Sicurezza e Immigrazione della Regione Lombardia Simona Bordonali, durante il suo intervento oggi a Palazzo Lombardia per illustrare ai rappresentanti delle polizie locali della provincia di Milano e di Monza i contenuti del progetto di Legge, che dovrebbe vedere la luce nei prossimi mesi. Condivisione Fondamentale - "La condivisione del testo è un aspetto fondamentale - ha spiegato Bordonali - perché vorremmo arrivare in Consiglio già con una bozza completa e sottoscritta da tutte le parti sociali. Anche per questo - ha poi annunciato l´assessore - durante l´estate farò un tour dei Comandi lombardi, a cominciare da Lodi il 2 luglio e Brescia il 9 luglio, per incontrare gli agenti e raccogliere ulteriori suggerimenti". Le Linee Guida - Le linee guida della bozza di Legge regionale prevedono la promozione di gestioni associate per ambiti territoriali, lo sviluppo del coordinamento tra servizi e una costante attività formativa degli agenti. "Le Polizie Locali rimarranno in capo agli Enti Locali – ha spiegato l´assessore - ma verrà creato un coordinamento regionale che porterà a tre risultati importanti: efficacia, efficienza e economicità". Gli Obiettivi - "Il nostro intento - ha proseguito – nel rispetto delle competenze legislative dello Stato, è quello di superare il modello dei piccoli Comandi che contano pochi agenti e di promuovere una gestione associata che preveda Comandi da almeno 18 operatori, in modo tale da assicurare reperibilità su 24 ore. Vogliamo offrire un servizio di sicurezza sempre più efficace e capillare - ha precisato la titolare regionale alla Sicurezza - razionalizzando le risorse e valorizzando le capacità specifiche degli agenti. Saranno infatti costituiti nuclei specialistici - ha aggiunto - che si occuperanno di formazione e agiranno su tutto il territorio regionale per affrontare le criticità specifiche di ogni singola zona". Le Novità - Simona Bordonali ha poi ricordato che la bozza della nuova legge prevede anche una tutela ulteriore per gli agenti di Polizia locale. "Si tratta di un passaggio che ho voluto fortemente - ha precisato l´assessore - uno dei punti rivoluzionari di questo testo: sarà finalmente istituito un fondo economico per il finanziamento degli oneri derivanti da procedimenti penali relativi ad attività svolte durante l´espletamento del servizio. Mi auguro inoltre che questa iniziativa - ha concluso - sia, come auspicato da tutte le parti sociali, un volano per modifiche legislative e contrattuali anche a livello nazionale".  
   
   
LOMBARDIA.DONNE: ENTRO 2 ANNI 23 NUOVI CENTRI ANTIVIOLENZA FRA 2009 E 2013, 13.755 DONNE MALTRATTATE E 10.061 MINORI L´ASSESSORE: VOGLIAMO PERSONALE FORMATO, AL VIA NUOVO CORSO  
 
Milano, 30 giugno 2014 - Aprire 23 nuovi centri antiviolenza entro la fine della legislatura. E´ questo l´obiettivo indicato, nel pomeriggio, dall´assessore regionale alla Casa, Housing sociale e Pari opportunità Paola Bulbarelli durante la riunione mensile con i 24 rappresentanti (12 delle Istituzioni e 12 delle associazioni) che compongono il Tavolo antiviolenza. 1 Milione All´anno Per I Nuovi Centri - "C´è ancora tanto da fare - ha esordito l´assessore -, perché oggi, in Lombardia, ne abbiamo solamente 21, mentre per le direttive nazionali ce ne dovrebbe essere 1,8 ogni 400.000 abitanti. Proprio per questo, anche per il 2014, abbiamo stanziato 1 milione di euro. Abbiamo fatto sedere intorno a un tavolo tutti i rappresentanti dei Comuni capoluogo di Provincia, chiedendo di essere al nostro fianco in questo percorso. Vogliamo incentivare la creazione di reti territoriali, per rendere veramente incisiva l´azione dei centri". 13.755 Donne Maltrattate Fra 2009 E 2013 - E che qualcosa si stia effettivamente muovendo lo dimostrano alcuni numeri. Sono state infatti 13.755 le donne che, tra il 2009 e il 2013, si sono recate in uno dei 16 centri antiviolenza attivi. Si sono verificati 8.388 casi di maltrattamento fisico; 2.403 di violenza assistita; 1.483 di stalking; 10.035 di violenza psicologica; 3.651 di tipo economico. Le donne che hanno subito maltrattamenti sono 9.931 di nazionalità italiana e 3.824 straniera. I casi di violenza diretta sui figli sono stati 2.675 e 10.061 i minori coinvolti. Numeri che dimostrano con chiarezza che sono davvero tantissime le donne che ogni anno subiscono abusi, ma che dimostrano anche come siano sempre di più quelle decidono di uscire dall´anonimato e denunciare. "Per questo - ha sottolineato Bulbarelli - è necessario incentivare la nascita di nuovi centri, di case rifugio e sostenere quelli che già tanto stanno facendo sul nostro territorio". Nei Centri Antiviolenza Personale Formato E Preparato – Affinché questa attività di supporto sia veramente incisiva, è quanto mai necessario che chi vi lavora sia formato e preparato. "Con questo obiettivo - ha proseguito l´assessore - stiamo lavorando con l´ordine degli avvocati di Milano per istituire dei veri e propri corsi di formazione. Troppo spesso non basta essere avvocato, rappresentante delle forze dell´ordine o medico per occuparsi di violenza. Ci vogliono una grande professionalità e una preparazione adeguata ed è quello che cercheremo di garantire per aiutare le vittime a uscire da una situazione che, troppo spesso, incide negativamente sul resto della vita".