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Notiziario Marketpress di Giovedì 02 Aprile 2015
DICHIARAZIONE CONGIUNTA DELL´ALTO RAPPRESENTANTE / VICEPRESIDENTE FEDERICA MOGHERINI E IL COMMISSARIO PER GLI AIUTI UMANITARI E GESTIONE DELLE CRISI CHRISTOS STYLIANIDES SULL´IMPATTO DEI COMBATTIMENTI IN YEMEN  
 
Bruxelles, 2 aprile 2015 - L´impatto sulla popolazione civile, in particolare sui bambini, dei combattimenti in corso tra diverse milizie, bombardamenti e interruzione dei servizi essenziali sta raggiungendo proporzioni allarmanti e aggravando una situazione umanitaria già drammatica. L´attacco aereo sul campo di Al-marzaq in Hajjah, che ospita la maggior parte degli sfollati, uccisi e feriti un alto numero di civili. Gli attacchi contro gli ospedali e le strutture sanitarie di fazioni in guerra, nonché la presa di mira deliberata e la distruzione di abitazioni private, strutture scolastiche e le infrastrutture di base non possono essere tollerate. Chiediamo a tutte le parti al fine di garantire la protezione dei civili e di evitare la presa di mira diretta di infrastrutture civili. Devono essere prese tutte le misure per garantire il rispetto del diritto internazionale umanitario e diritto internazionale dei diritti umani. Chiediamo a tutte le parti per dare libero accesso ai umanitari, in modo che possano continuare a fornire assistenza vitale per le persone più vulnerabili. L´unione europea continuerà a sostenere tutti gli sforzi per portare le parti yemenite di nuovo al tavolo dei negoziati, sulla base di una partecipazione ampia e inclusiva, senza condizioni preliminari e con il chiaro obiettivo di raggiungere un compromesso politico sostenibile.  
   
   
DICHIARAZIONE CONGIUNTA SULLA CONFERMA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI DELLA BOSNIA-ERZEGOVINA  
 
 Bruxelles, 2 aprile 2015 - Federica Mogherini , Alto rappresentante dell´Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza / Vicepresidente della Commissione, e Johannes Hahn , commissario per i negoziati politica europea di vicinato e allargamento, rilasciato la seguente dichiarazione di ieri: "Conferma di oggi del Consiglio dei Ministri della Bosnia-erzegovina aprirà la strada per le autorità a tutti i livelli per iniziare affrontare i problemi dei cittadini della Bosnia-erzegovina, in particolare l´alto livello di disoccupazione. I nuovi governi a livello statale e l´entità svolgeranno un ruolo chiave, in conformità con le loro competenze, nella formulazione e nell´attuazione del programma di riforme, sulla base della impegno scritto che è stato approvato dal Parlamento della Bosnia-erzegovina nel mese di febbraio. Le autorità della Bosnia-erzegovina devono ora lavorare insieme per adottare le misure concrete necessarie per avvicinare il paese all´Ue. Essi possono contare sul pieno sostegno dell´Ue in questo sforzo ".  
   
   
IL PARLAMENTO EUROPEO RILEVA CONFLITTI DI INTERESSE IN AMBIENTE BENCHMARK  
 
Bruxelles, 2 aprile 2015 - Un progetto di legge all´Ue di realizzare i parametri utilizzati per il pricing mutui, prestiti e obbligazioni più affidabili è stato sostenuto dalla commissione per gli affari economici e monetari il Martedì dei cittadini dell´Unione. Il testo (portare Mep Cora van Nieuwenhuizen, Alde, Nl) ha lo scopo di ripulire il processo di benchmark-setting, per arginare i conflitti di interesse come quelli che hanno portato al London Interbank Offered Rate (Libor) scandali sartiame degli ultimi anni. Manipolare benchmark come il Libor (London Interbank Offered Rate) o Euribor (Euro Interbank Offered Rate) indebolisce la fiducia del mercato, distorce l´economia, riduce i profitti degli investitori e gonfia mutui e prestiti. Altri parametri influenzano in modo simile i mercati energetici e valutari. Frenare conflitti critici di interesse Il progetto di legge mira a frenare i conflitti di interesse in parametri di riferimento "critiche", come ad esempio il Libor e l´Euribor, che influenzano strumenti finanziari e contratti con un valore medio di almeno € 500.000.000.000 e potrebbe quindi compromettere la stabilità dei mercati finanziari in Europa. L´impostazione di parametri critici che interessano più di un paese sarebbe stato supervisionato da un "collegio" delle autorità di vigilanza, compresi i titoli e dei mercati europei (Esma) e le altre autorità competenti. Dati benchmark-setting critici dovrebbero essere verificabili e provengono da collaboratori affidabili, che sono vincolati da un codice di condotta per ogni benchmark. Collaboratori, come le banche che contribuiscono dati necessari per stabilire un punto di riferimento importante, avrebbe dovuto informare l´amministratore di riferimento e l´autorità competente se volevano smettere di fare così, ma avrebbero comunque dovuto continuare a farlo fino a quando sono stati trovati un sostituto. Gli amministratori di riferimento critici avrebbero dovuto avere una struttura organizzativa chiara per evitare conflitti di interesse, e di essere oggetto di procedure di controllo efficaci. La decisione finale se un parametro di riferimento è "critico" sarebbe fino a Esma e le autorità nazionali, ma un´autorità nazionale potrebbe anche ritenere un punto di riferimento somministrata nel suo territorio per essere critico se ha un impatto "significativo" sul mercato nazionale. Obblighi di trasparenza Tutti gli amministratori di riferimento dovrebbero essere registrati presso l´Esma e dovrebbero pubblicare una "dichiarazione di benchmark" definire con precisione quali sono le loro misure di riferimento e in che misura è affidabile. Avrebbero inoltre pubblicare o divulgare i conflitti esistenti e potenziali di interesse e incontrare la responsabilità, registrazione, controllo e revisione dei requisiti. I prossimi passi Il testo sarà messa ai voti dal Parlamento nel suo insieme per consolidare la posizione del Parlamento prima di negoziati a tre vie con gli Stati membri dell´Ue e la Commissione europea.  
   
   
OCSE: SCAMBIO AUTOMATICO DI DECISIONI FISCALI È "UN PASSO RIVOLUZIONARIO VERSO LA TRASPARENZA  
 
Bruxelles, 2 aprile 2015 - La recente proposta della Commissione per lo scambio automatico di decisioni fiscali è "un passo rivoluzionario verso la trasparenza internazionale in materia di tassazione e la lotta contro l´erosione della base e lo spostamento di profitto. Cambierà la strada l´economia mondiale funziona per il meglio", ha detto il segretario generale della dell´Ocse, Angel Gurria in una discussione con i membri dei comitati per l´imposta Sentenze e gli affari economici e monetari il Martedì mattina. L´ocse e il G20-gruppo sono generalmente visti come le sedi internazionali nelle quali gli accordi internazionali in materia di tassazione dovrebbero essere conclusi come i due insieme rappresentano il 90% dell´economia mondiale. "Lobbying aggressivo" - Alla domanda se gli Stati membri dell´Ue parlare con una sola voce quando si parla di strade per superare lacune della legislazione fiscale dell´Ocse, il signor Gurria ha detto "Sì,., Perché tutti hanno bisogno di soldi" Ma ha anche messo in guardia contro spalle di disegnare sotto la pressione di lobbying aggressivo. "Molte persone cercano di uccidere le nostre iniziative. Andiamo avanti con un fronte unito e guardatevi dentista giuridica che vogliono prendere i denti dalla normativa". Piano d´azione Ocse - Il suo collega, responsabile del Centro Ocse per la politica fiscale e amministrazione, Pascal Saint-amans ha informato i deputati in merito al piano d´azione dell´Ocse contro l´erosione di base e lo spostamento di profitto (Beps), che comprende 15 misure, tra l´altro, una maggiore trasparenza, vicino scappatoie fiscali e fissare disallineamenti, farla finita con "doppia assenza di imposizione", regolare scatole di brevetti e prepararsi alle sfide derivanti dal boom dell´economia digitale. Una convenzione multilivello - Illustrando la complessità della questione ha fatto riferimento al rialzo negli accordi fiscali bilaterali negli ultimi anni: "Nel 2008 ci sono stati 14 gli accordi fiscali bilaterali, ora ci sono 3000. Puntiamo a sostituire tutti questi da una convenzione multilivello", ha spiegato mettendo in guardia contro la frammentazione del pacchetto "Dobbiamo adottare il pacchetto nel suo insieme." Ottimista - Nonostante il fatto che l´Ocse solo produce ´legislazione soft´ - che è moralmente vincolante, ma non legalmente - signor Saint-amans è ottimista. "Incontriamo una cooperazione senza precedenti, anche nel G20. E non dimenticare quanto successo siamo stati nel vietare il segreto bancario", ha detto. L´ocse presenterà il suo piano d´azione per i ministri delle Finanze del G20 a Lima nel mese di ottobre. Paese per paese riportando un ponte troppo lontano - Alcuni centro sinistra eurodeputati vogliono andare oltre l´attuale proposta di pacchetto trasparenza, obbligando le aziende multinazionali di riferire pubblicamente sulle loro attività, gli utili e le imposte su una base paese per paese, ma per l´Ocse questo è un ponte troppo lontano in questa fase : "Ho paura che questo non avrebbe funzionato se insistiamo sulla trasparenza totale, compresi name and shame, potremmo perdere la battaglia, inoltre, ci sono anche sensibili ai costi di conformità..."  
   
   
PROCESSI EQUI: I DEPUTATI EUROPEI RINFORZANO IL PROGETTO DI LEGGE UE SULLA PRESUNZIONE DI INNOCENZA  
 
Bruxelles, 2 aprile 2015 - Progetto di norme Ue per garantire che il diritto alla presunzione di innocenza fino a prova contraria è pienamente rispettata negli Stati membri sono state approvate dal comitato per le libertà civili il Martedì. I deputati inseriti emendamenti per evitare dichiarazioni da parte delle autorità pubbliche che potrebbero suggerire un sospetto è colpevole prima di una sentenza irrevocabile di condanna, assicurarsi che l´onere della prova rimane con l´accusa e garantire i diritti di rimanere in silenzio, di non testimoniare contro se stessi e di essere presente al processo. "La presunzione di innocenza è un diritto fondamentale e, soprattutto, si tratta di un principio essenziale se vogliamo evitare decisioni arbitrarie e abusi di potere in un procedimento penale. Questo principio mira a garantire il diritto a un processo equo ", ha affermato il relatore Nathalie Griesbeck (Alde, Fr), in un dibattito comitato. "La proposta di direttiva è reso ancora più importante dalla erosione del principio della presunzione di innocenza, che è attualmente in fase visto in diversi Stati membri dell´Ue", ha aggiunto. Banning autorità pubbliche dichiarazioni che presuppongono la colpa Le autorità pubbliche devono astenersi dal fare dichiarazioni pubbliche che si riferiscono a persone indagate o imputate "come se fossero colpevoli", prima di una condanna definitiva o prima o dopo una assoluzione finale, dicono i deputati. Le norme modificate di conseguenza, richiederebbero ai paesi dell´Ue di vietare loro autorità pubbliche di divulgare informazioni, "compresi nelle interviste e nelle comunicazioni emesse attraverso o in combinazione con i media", o dalla fuga di informazioni alla stampa ", che potrebbe creare pregiudizi o preconcetti contro il indagato o l´imputato prima della condanna definitiva in tribunale ", spiega il comitato. Paesi dell´Ue dovrebbero anche promuovere l´adozione di codici di condotta etica in collaborazione con i media, aggiunge. "Se del caso", le persone giuridiche, anche, dovrebbero essere coperti da tali norme dell´Ue, i deputati sostengono. Questo non era previsto nella proposta iniziale. Inversione dell´onere della prova e costrizione sono inaccettabili Permettere presunzioni che spostano l´onere della prova della procura di indagati o imputati è "inaccettabile", dicono i deputati, che hanno cancellato questa possibilità dal testo iniziale della Commissione. L´onere della prova deve appoggiare con l´accusa e "dubbi benefici sempre l´indagato o imputati", insistono. I deputati eliminati anche dalla proposta di una disposizione che avrebbe consentito in casi limitati a "imporre" un indagato o imputato per fornire informazioni relative alle accuse contro di loro. Il silenzio non deve essere utilizzato nei confronti di sospetti Persone indagate o imputate non dovrebbero essere considerati colpevoli semplicemente perché esercitano il diritto di rimanere in silenzio, i deputati sottolineano. L´esercizio di tale diritto, così come il diritto di non testimoniare contro se stessi e di non collaborare, "non devono mai essere considerati come una conferma dei fatti", dicono. In altre aggiunte al testo della Commissione, i deputati sottolineano che qualsiasi prova ottenuta in violazione di questi diritti o con la tortura è irricevibile e che i casi in cui i giudizi possono essere consegnati in contumacia devono essere tenuti al minimo. I prossimi passi Il voto della commissione dà il relatore il mandato di avviare negoziati con il Consiglio, al fine di raggiungere un accordo sulla proposta di direttiva. Colloqui a tre vie tra il Parlamento, il Consiglio e la Commissione ("trilogo") dovrebbero iniziare a breve.  
   
   
MARONI: APPROVEREMO RAPIDAMENTE LEGGE SU RIFORMA AUTONOMIE  
 
Milano, 2 aprile 2015 - "In Regione Lombardia la maggioranza c´è e approverà rapidamente la legge di riforma del sistema delle autonomie. Sarebbe interessante fare una legge come quella approvata in Toscana, che riprende tutte le competenze date alle Province, e fare la stessa legge anche qui in Lombardia. Poi, questa maggioranza approverà, spero entro luglio, la Riforma della sanità". Lo ha spiegato il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, incontrando i giornalisti a margine del convegno organizzato dal quotidiano ´Il Giorno´ a un mese dall´avvio dell´Esposizione universale di Milano.  
   
   
IL CONSIGLIO METROPOLITANO DI TORINO HA APPROVATO LO STATUTO. FASSINO: “UN VOTO CHE CORONA UN PERCORSO DEMOCRATICO E PARTECIPATIVO  
 
Torino, 2 aprile 2015 - “L’approvazione all’unanimità dello Statuto della Città Metropolitana - e con esso anche dell’articolazione della Città Metropolitana in 11 Zone omogenee dotate di poteri e organi - corona positivamente un percorso democratico e partecipativo, a cui in questi mesi hanno concorso attivamente i Consiglieri metropolitani di tutti i partiti, i Sindaci dei 315 Comuni della Città Metropolitana e un’ampia platea di associazioni e organizzazioni della società civile. La unanime condivisione dello Statuto è un ottimo modo per avviare l’attività della Città Metropolitana, istituita per offrire ai cittadini più opportunità di sviluppo e di progresso”. Con queste parole, il Sindaco della Città Metropolitana di Torino, onorevole Piero Fassino, ha espresso la sua soddisfazione per il voto unanime con cui il Consiglio Metropolitano ha approvato oggi pomeriggio lo Statuto. Lo Statuto sarà ora sottoposto alla Conferenza metropolitana dei Sindaci per l’approvazione finale. La Conferenza è convocata per martedì 14 aprile alle 9,30 nell’auditorium della sede della Città Metropolitana di corso Inghilterra 7.  
   
   
LA CONFERENZA STATO-CITTÀ LICENZIA RIPARTO TAGLI PER COMUNI, CITTÀ METROPOLITANE E DELLE PROVINCE FASSINO: "ADOTTARE SUBITO MISURE PER TENUTA FINANZIARIA DEI COMUNI"  
 
Firenze, 2 aprile 2015 - La Conferenza Stato-città ha licenziato il riparto del Fondo di solidarietà comunale con i relativi tagli e il riparto del contributo a carico delle Città metropolitane e delle Province. “L’anci - sottolinea il presidente Piero Fassino - prendendo atto con senso di responsabilità dell’esigenza di procedere anche per assicurare la possibilità di predisporre i bilanci, sottolinea le criticità che i criteri del riparto presentano per i piccoli Comuni, e anche per questo ribadisce con forza l’urgenza di adottare un decreto legge sulle questioni relative alla finanza locale, più volte ribadite dall’Associazione e in gran parte frutto di un percorso condiviso con il Governo”. Da parte del presidente Fassino arriva anche un richiamo al Governo affinché “siano adottate nei prossimi giorni le misure individuate dall’Anci come indispensabili per assicurare la tenuta finanziaria e contabile dei Comuni e delle Città metropolitane”. Fassino, infine, richiama anche ‘’l’attenzione delle forze politiche e parlamentari per giungere rapidamente a questo risultato, condizione indispensabile per iniziare a lavorare ad una riforma della finanza locale nel 2016”.  
   
   
PERSONALE DELLE PROVINCE, LA NOTA DELLA FUNZIONE PUBBLICA RICOLLOCAZIONE DEL PERSONALE DELLE PROVINCE E DELLE CITTÀ METROPOLITANE  
 
Firenze, 2 aprile 2015 – Di seguito la nota del 27 marzo 2015 del Dipartimento della funzione pubblica sulle questioni in materia di ricollocazione del personale delle province e delle città metropolitane (articolo 1, commi da 418 a 430, della legge 23 dicembre 2014, n. 190). Nota del 27 marzo 2015 del Dipartimento della funzione pubblica (pdf - 345 Kb) http://met.Cittametropolitana.fi.it/public/misc/
20150401115511757.pdf
 
 
   
   
BILANCI PROVINCE: STABILITO QUANTO VERSERANNO ALLO STATO I SINGOLI ENTI URGENTE INTERVENTO DEL GOVERNO: SALTANO I SERVIZI AI CITTADINI  
 
Firenze, 2 aprile 2015 - La delegazione Upi in conferenza unificata “Non possiamo che ribadire che la somma di oltre 1 miliardo richiesta a Province e Città metropolitane per il 2015 è abnorme e non è assolutamente sostenibile, anche perché si somma ai tagli previsti dalle passate manovre economiche, arrivando ad un totale di più di 2 miliardi. Andrà verificata ente per ente la concreta sostenibilità di questa nuova modalità di riparto, adottata dal Governo, che supera i tagli lineari e introduce i fabbisogni standard”. Lo ha detto il Presidente dell’Upi, Alessandro Pastacci, intervenendo in Conferenza Stato Città, sul decreto del Governo che stabilisce ente per ente la riduzione di spesa obbligata per il 2015, insieme ai Presidenti Daniele Bosone di Pavia, Claudio Casadio di Ravenna, Leonardo Muraro di Treviso e Carlo Riva Vercellotti, Vercelli. “Per dare attuazione alla riforma delle Province e delle Città metropolitane – ha ribadito Pastacci – è necessario garantire l’equilibrio e la tenuta complessiva del comparto: con il miliardo che lo Stato si prende, la tenuta non è affatto assicurata. Per questo – ha aggiunto il Presidente dell’Upi - è davvero urgente un intervento straordinario del Governo attraverso un provvedimento eccezionale che possa garantire l’erogazione dei servizi ai cittadini e il mantenimento degli equilibri di bilancio. Come Upi chiediamo misure straordinarie che consentano alle Province di utilizzare gli avanzi di amministrazione per evitare il dissesto degli enti, e di usare i risparmi che potrebbero derivare dallo spostamento al 2016 del pagamento delle rate dei mutui, per garantire la copertura di servizi essenziali, a partire dalla sicurezza e dalla gestione delle strade provinciali e delle scuole superiori. Deve essere chiaro – ha concluso Pastacci - che dopo il prelievo delle imposte provinciali operato con questa manovra, le Province non hanno più alcun margine di spesa. I tagli previsti dalla Legge di stabilità per il 2016 e il 2017 sono del tutto inattuabili”. Conferenza Stato- Città Autonomie locali 31 marzo 2015 Riparto del contributo della manovra finanziaria 2015 per Province e Città metropolitane Nota dell’Unione delle Province d’Italia Premessa: Il Contributo Triennale Richiesto A Province E Citta’ Metropolitane Il contributo alla finanza pubblica cui vengono obbligate Province e Città metropolitane ai sensi del comma 418, art. 1, della legge di stabilità 2015 per gli anni 2015/2017 è, come più volte ribadito dall’Unione delle Province d’Italia, assolutamente insostenibile per il comparto. Ipotizzare una riduzione di spesa per 1 miliardo a partire dal 2015, e che triplica nel 2017 significa di fatto portare il sistema in squilibrio finanziario. Vale la pena di sottolineare che per il 2015, oltre al miliardo, vanno aggiunti i maggiori contributi derivanti dai decreti “spending” precedenti (dl 95/12 e 66/14) per complessivi ulteriori 182 milioni; il taglio di 1,182 miliardi si aggiunge ad un quadro finanziario di riduzioni di risorse che nel biennio 2012/2014 è stato pari a 2,060 miliardi. A ciò peraltro non giova il riordino istituzionale avviato dalla legge n. 56/14, poiché tale riordino appare in forte ritardo nella sua attuazione da parte delle Regioni, che in maggior parte non hanno ancora approvato Leggi regionali di riordino delle funzioni amministrative. Ma anche nelle poche realtà che in questi giorni hanno ’approvato i testi, non troveranno effettiva concretizzazione prima dell’autunno: e dunque sia le funzioni che il personale resteranno in capo ai bilanci degli enti per tutto il 2015. C’è poi da evidenziare il caso specifico delle Province della Sardegna e della Sicilia, destinatarie di 100 milioni di taglio del miliardo totale, le quali non sono coinvolte nel processo di riordino e dunque non hanno a disposizione, neanche in prospettiva, un progetto di ridimensionamento delle funzioni provinciali e del relativo personale. E’ quindi evidente come il contributo richiesto a Province e Città metropolitane dalla manovra economica 2015, che si traduce sostanzialmente nel recupero coattivo di tributi propri provinciali, toglie ogni possibilità di mantenimento in equilibrio dei bilanci. Non solo: la manovra economica 2015, per l’ammontare del contributo richiesto agli enti e per il contrasto netto con l’avvio del riordino istituzionale, di fatto definanzia le funzioni fondamentali assegnate a Province e Città metropolitane, non permettendo agli enti di garantirne la totale copertura, come invece espressamente previsto dalla Legge 56/14. Tale condizione sta producendo, e ancora di più produrrà per il resto dell’anno, gravi ripercussioni sull’erogazione dei servizi essenziali alle comunità e alle imprese, con criticità che già emergono sui territori, in particolare per quanto attiene la sicurezza dei cittadini nelle strade e negli istituti scolastici superiori di competenza degli enti di area vasta. Il Riparto: Alcune Osservazioni E’ apprezzabile la scelta del Governo di superare la logica dei tagli lineari e stabilire una nuova metodologia. Tuttavia il riparto proposto– ora diverso, anche nella metodologia, da quanto rappresentato durante le riunioni dei giorni scorsi - presenta alcune criticità legate ai criteri utilizzati e agli obiettivi che parrebbe prefigurare. Innanzitutto la vetustà della spesa di riferimento (2010-2012) non consente di cogliere il progressivo deterioramento della situazione finanziaria di Province e Città metropolitane, a causa delle manovre che nel frattempo hanno impattato sugli enti e sulla qualità e quantità dei servizi erogati, come sopra ricordato. Evidente criticità metodologica è legata al c.D. “efficientamento delle funzioni fondamentali”: non si evince quale sia il criterio di utilizzato, ovvero non si chiarisce qual è il livello di qualità delle funzioni fondamentali preso a riferimento, come pure è critico il set di driver-client utilizzati per ottenerlo. Utilizzare per la funzione territorio il riferimento alla estensione del territorio, corretto per le sole strade montane, (e il numero di occupati!), appare fuorviante rispetto al dato oggettivo del complesso della rete viaria (anche le strade non montane hanno bisogno di manutenzione!), come pure la funzione ambiente viene efficientata con il criterio della popolazione residente e corretta con la popolazione esposta a frane, mentre un dato ben più significativo sarebbe stato quello relativo alla quantità di aree protette, di insediamenti produttivi, il livello di inquinamento, la presenza di cave e siti inquinati, ecc.. Anche la funzione trasporti, che inerisce direttamente alcune tipologie di attività produttive (numero aziende di trasporti, numero autoscuole, officine ecc) viene parametrata al solo numero di veicoli circolanti, che nulla hanno a che fare con la tipologia di funzione che viene svolta nell’ambito dei “trasporti”. Da ultimo, ma non meno importante, si sottolinea come l’utilizzo del quantile più basso quale parametro per l’efficientamento, e soprattutto l’utilizzo di tale quantile in modo differenziato tra Città metropolitane e Province su tutte le funzioni, genera profonde differenziazioni nel “peso” dei tagli attribuiti, significando di fatto il consolidamento di un effetto distorsivo che ritiene congrua e opportuna una differenziazione tra l’efficientamento di una funzione fondamentale tra territori diversi, come a voler significare che un edificio scolastico situato in una provincia debba essere meno tutelato e garantito di un edificio di una Città metropolitana, o che un chilometro di rete viaria, a seconda del contesto in cui è situato, possa o debba avere manutenzione qualitativamente e quantitativamente differente. Sul fronte delle entrate, l’utilizzo delle entrate standard e dunque la capacità fiscale standard (che qui viene intesa invece quale applicazione massima delle aliquote disponibili) non si tiene conto di alcune specificità delle entrate tributarie provinciali, come ad esempio l’Addizionale provinciale alla tassa sui rifiuti, la cui riscossione è esclusivamente in capo ai Comuni e non sempre né con regolarità viene riversata alle Province di riferimento, le quali comunque non hanno alcuno strumento in mano per intervenire. Nel consolidamento dei tagli ai sensi dell’articolo 19 del decreto legge n. 66/14, risulta peraltro errato (60 milioni anziché 100) l’importo delle riduzioni derivanti dall’applicazione della norma per il 2014, e manca il riparto riferito al 2015; risulterebbe assente (salvo refusi) anche l’applicazione per l’anno 2015 dell’art. 47 del dl 66/14. Anche l’inserimento, all’interno delle entrate, dei cosiddetti trasferimenti “non fiscalizzabili” appare di dubbia opportunità: si ricorda che tali trasferimenti, proprio perché privi dei requisiti di generalità e permanenza, erano stati esclusi dal processo di creazione del fondo sperimentale di riequilibrio, proprio perché destinati a singoli enti per particolari peculiarità: molti di essi inoltre hanno una scadenza temporale e dunque non possono essere considerati quali elementi strutturali del bilancio. Conclusioni Il ritardo del riordino e l’importante somma richiesta a Province e Città metropolitane non consentono, allo stato attuale, di pianificare e predisporre dei bilanci (triennali, come ormai previsto dalla legge) che mantengano l’equilibrio finanziario, ciò al di là di qualsivoglia ipotesi di riparto. Occorre intervenire con urgenza su alcuni aspetti normativi al fine di garantire agli enti, in questa fase di riordino istituzionale e dunque evidentemente di transizione - mai verificatasi prima e dunque eccezionale - sia di traguardare l’anno 2015, sia di acquisire una prospettiva di assestamento dei loro bilanci che sia coerente con il nuovo assetto delle funzioni e del loro concreto esercizio. Ecco perché si rende necessario un provvedimento d’urgenza del Governo, che adotti misure speciali coerenti e rispondenti alla situazione, di fatto emergenziale, che il combinato disposto della legge di stabilità e la legge n. 56/14 ha evidenziato. In primo luogo è essenziale rendere strutturale il criterio adottato per gli anni 2013 e 2014 per il riparto del taglio al fondo sperimentale previsto dal dl 95/12; in caso contrario si modificherebbe in maniera vistosa una riduzione ormai consolidata e strutturata nei bilanci degli enti. Ma occorre soprattutto derogare, vista l’eccezionalità della situazione istituzionale e finanziaria, ad alcuni principi generali, prevedendo, ad esempio, l’utilizzo di proventi da alienazione di beni patrimoniali disponibili anche per le spese correnti, ciò al fine di favorire il raggiungimento degli equilibri di bilancio; per lo stesso motivo potrebbe essere d’aiuto anche applicare, fin dalla predisposizione del bilancio 2015, gli avanzi di amministrazioni disponibili, come rideterminati a seguito del riaccertamento straordinario dei residui. Ma soprattutto occorre, vista anche l’impostazione del riparto della manovra a carico delle Province e Città metropolitane, che si possa predisporre un bilancio annuale e non necessariamente pluriennale, mancandone i presupposti informativi necessari. Altro aspetto che il Governo dovrà attentamente valutare, anche per rendere effettiva e dispiegarne gli effetti potenzialmente positivi, è la disposizione di cui al comma 430 della legge di stabilità, concernente la rinegoziazione dei mutui con Cassa Ddpp; allo stesso tempo la normativa dovrà essere aggiornata con la situazione degli enti in predissesto, ora necessariamente chiamati a predisporre un nuovo piano di riequilibrio, il cui iter dovrà essere nuovamente ripetuto a fronte dell’ingente taglio posto a loro carico e che indubbiamente rende inefficace quello già approvato dalle sezioni regionali della Corte dei Conti. Appare poi essenziale avviare un monitoraggio specifico sui bilanci delle Province e delle Città metropolitane all’indomani dell’approvazione, il 31 maggio prossimo, dei consuntivi degli enti su cui andranno applicati i tagli. Infatti non è possibile ad oggi prevedere quale sarà l’impatto della manovra sui singoli enti, quanti riusciranno a mantenere i bilanci in equilibrio, quanti saranno costretti a dichiarare il disequilibrio e quanti il predissesto. L’upi si impegna ad assicurare tale monitoraggio, ma chiede al Governo di seguire con l’attenzione necessaria tale operazione, in modo da potere intervenire in maniera tempestiva sulle risultanze che si verranno a verificare. In conclusione, deve essere chiaro che con l’efficientamento della spesa imposto da questa manovra, per le province non esiste più alcun margine di risparmio. I tagli previsti per il 2016 e il 2017 sono del tutto inattuabili. I dettagli nella nota metodologica : http://met.Cittametropolitana.fi.it/public/misc/
20150331192223217.pdf
 
 
   
   
STRATEGIA NAZIONALE PER LE "AREE INTERNE": LA BASSA VALSUGANA FARA´ DA APRIPISTA  
 
Trento, 2 aprile 2015 - Via libera dalla Giunta provinciale, su proposta del presidente e dell´assessore alla coesione territoriale, alla strategia nazionale "Aree interne", che ha come obiettivo il miglioramento delle tendenze demografiche in atto in alcune aree del Paese in termini di riduzione dell´emigrazione, attrazione di nuovi residenti, ripresa delle nascite e modifica della composizione per età a favore delle classi più giovani. Il tutto con con risorse sia nazionali sia europee, per la precisione, per quanto riguarda il Trentino: 3.720.000 euro dallo Stato, attraverso la legge di Stabilità, e altri 3.720.000 grazie ai Fondi messi a disposizione dall´Unione europea (e che la Provincia deve obbligatoriamente destinare a questa iniziativa). La Provincia ha individuato anche la prima area-pilota dove sperimentare le misure della strategia, ovvero il territorio della Bassa Valsugana, costituito dai comuni di Castello Tesino, Cinte Tesino, Pieve Tesino. La Strategia nazionale per le Aree interne è entrata a far parte dell´Accordo di partenariato tra L’italia e l’Unione Europea come articolazione della strategia di sviluppo territoriale per il periodo di programmazione 2014- 2020. Si pone come obiettivo il miglioramento delle tendenze demografiche in atto nelle aree interne del Paese in termini di riduzione dell´emigrazione, attrazione di nuovi residenti, ripresa delle nascite e modifica della composizione del tessuto sociale per età a favore delle classi più giovani. Per perseguire questi risultati l´intervento conterrà tre forti innovazioni: 1. Riguarderà all´inizio una sola area per ogni regione 2. Avrà carattere nazionale 3. Si svilupperà su due linee di azione convergenti: una diretta a promuovere lo sviluppo attraverso progetti finanziati dai diversi Fondi europei, l´altra diretta ad assicurare a queste stesse aree livelli adeguati di cittadinanza in alcuni servizi essenziali (salute istruzione e mobilità). L’insieme di tutti gli interventi programmati si concretizza in Progetti d’Area attuati attraverso l’Accordo di Programma Quadro (Apq), sottoscritto dalle Regioni, gli Enti Locali, l’Amministrazione Centrale di Coordinamento e le altre Amministrazioni competenti per materia. Ma cosa sono esattamente le "Aree interne"? La definizione generale parla di “quella parte maggioritaria del territorio italiano caratterizzata da una significativa distanza dai centri di offerta di servizi essenziali”. "Le Aree interne rappresentano una parte ampia del Paese – circa tre quinti del territorio e poco meno di un quarto della popolazione – e assai diversificata al proprio interno. Intervenire in modo deciso è dunque un impegno politico, a un tempo doveroso e sfidante. Area interna non è comunque necessariamente sinonimo di “area debole” . Solo attraverso l’esame delle caratteristiche e della dinamica della struttura demografica e socio-economica delle aree individuate si può avere una lettura completa dei diversi percorsi di sviluppo territoriale e per comprendere le dimensioni delle tendenze demografiche e ambientali di queste aree e le forti differenze all’interno del Paese, sia per indirizzare la identificazione delle situazioni di criticità. In Trentino si è proceduto a una valutazione puntuale che ha tenuto conto sia di indicatori strutturali sia di elementi qualitativi di potenzialità dei territori, al fine di individuare quelli che presentino carenza di servizi non solo per una oggettiva distanza dai centri ma anche per una più difficoltosa accessibilità (non necessariamente correlata alla distanza chilometrica). Gli tessi territori devono avere in sé le potenzialità e i requisiti minimi per uscire dallo stato di "fragilità" ed essere in grado di assorbire e capitalizzare l’impatto degli investimenti (anche grazie alla presenza di progetti tecnici già avanzati). A tal fine elemento prioritario per la selezione dei Comuni cui indirizzare gli interventi destinati alle Aree Interne, è stata la presenza di proposte progettuali che provengano dalle stesse realtà periferiche e la possibilità di portare a compimento efficacemente un processo di aggregazione di Comuni limitrofi che consenta di realizzare economie di scala e aumentare l’efficacia delle azioni attivate. In questo contesto la Giunta provinciale con il supporto del Comitato Tecnico Aree Interne in seno al Dps (Dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione Economica del Ministero dello Sviluppo Economico) ha individuato l’area composta dai comuni di Castello Tesino, Cinte Tesino e Pieve Tesino come prima “area pilota” del territorio provinciale.  
   
   
SVILUPPO AREE INTERNE, APPROVATA LA GRADUATORIA DEI PROGETTI PER LE ZONE FRAGILI DELLA TOSCANA  
 
Firenze 2 aprile 2015 – Via libera all´attuazione dei progetti sperimentali della Strategia nazionale per lo sviluppo delle aree interne. Per la Toscana sono le aree del Casentino, Valtiberina, Valdarno aretino, della Garfagnana, Lunigiana, Valdarno e Valdisieve, quelle che potranno intanto partire con i progetti. Lo ha deciso la giunta che ha comunque inviato anche le altre candidature (Amiata Grossetana e Val di Cecina) al Comitato tecnico nazionale per il loro inserimento nel pool di progetti che potranno essere finanziati successivamente. L´assessore alle attività produttive Gianfranco Simoncini ha convocato i sindaci dei Comuni interessati per tutte le cinque aree che avevano presentato la propria candidatura per fare il punto sulla strategia e il percorso da seguire a conclusione del procedimento di selezione, che ha previsto il passaggio dal parere del Nucleo nazionale di valutazione. Sono Amiata grossetano, Garfagnana, Lunigiana, Val di Cecina e Valdarno e Valdisieve, le cinque aree della Toscana che avevano presentato la propria candidatura a realizzare un progetto pilota nell´ambito della strategia nazionale per lo sviluppo delle aree interne, lanciata in parallelo alla discussione sui fondi europei 2014-2020. Il termine per partecipare all´avviso pubblico e finalizzato ad individuare un´area (o, al massimo, due) su cui avviare un progetto pilota si è concluso lo scorso 15 settembre. Le candidature coinvolgono complessivamente ben 118 Comuni e hanno attivato l´adesione di ulteriori 145 soggetti pubblici e privati. L´obiettivo della Strategia nazionale per lo sviluppo delle aree interne è quello di invertire la tendenza demografica allo spopolamento e lo squilibrio di quei territori definiti "fragili". Si punta a consolidare servizi essenziali, ridurre l´emorragia di popolazione, determinare condizioni per una crescita. "La strategia che la Regione Toscana ha subito fatto propria – spiega l´assessore alle attività produttive credito e lavoro Gianfranco Simoncini - richiede un´attenzione specifica alle sfide territoriali dell´Unione europea e infatti vi sarà un´integrazione anche con questi fondi. La Regione, sulla base dello studio metodologico condotto da Irpet per affinare e adeguare al territorio regionale la classificazione di "aree interne", ha elaborato un documento strategico di indirizzo e successivamente ha definito i criteri e le priorità funzionali per la valutazione dei progetti. I progetti, secondo le direttrici approvate dalla giunta, devono essere indirizzati a riequilibrare i sevizi di base e allo sviluppo delle potenzialità socio-economiche". Le risorse a disposizione sono complessivamente pari a 3.740.000 euro di risorse nazionali per area, ma si prevede che alla strategia sarà destinato sino all´1% dei Programmi oerativi dei Fondi strutturali (Fesr e Fse), Programma di sviluppo rurale (Feasr) e Programma del Fondo di sviluppo e coesione (Fsc). "Anche in questo caso – conclude l´assessore Simoncini - come Toscana abbiamo voluto anticipare le possibilità di sostegno allo sviluppo di aree delicate e con minori possibilità di crescita. Un anticipo che non è stato solo di risorse, ma permette anche di procedere prontamente. La Regione Toscana, unica a livello nazionale, ha deciso di prevedere che soltanto le prime tre aree possano partire insieme".  
   
   
STRATEGIA DELLE AREE INTERNE, IN MOLISE SI PARTE CON I PROGETTI PILOTA "MATESE" E "FORTORE". FRATTURA: IN RETE PER IL RILANCIO E LO SVILUPPO DEL NOSTRO TERRITORIO  
 
 Campobasso, 2 aprile 2015 - "Matese" e "Fortore", queste, le due aree che la Giunta regionale ha individuato per l´applicazione pilota in Molise della Strategia nazionale delle aree interne. Lo ha comunicato il governatore Paolo di Laura Frattura agli amministratori dei comuni ricadenti nei territori di sperimentazione e avvio. Ieri a Palazzo Vitale la riunione di condivisione e prima impostazione dell´importante percorso da seguire in linea con la mission della Strategia definita dall´ex ministro Fabrizio Barca di contrasto allo spopolamento delle zone interne, 23 in tutto il Paese per ciascuna annualità, e di rilancio in termini di sviluppo e servizi attraverso l´utilizzo dei fondi ordinari della legge di stabilità 2014 (90 milioni di euro per il triennio 2014-2016) e 2015 (90 milioni di euro per il triennio 2015-2017) e dei fondi comunitari di sostanziosa consistenza. "Nel pieno rispetto dei termini previsti nel Piano nazionale di riforma, lo scorso 26 marzo, in riferimento ai soli esiti delle valutazioni condotte nel Rapporto di istruttoria per la selezione delle aeree interne elaborato dal Comitato tecnico nazionale, valutazioni tutte fondate esclusivamente sul piano tecnico, in considerazione della maturità delle strategie e della facilità di attivazione, abbiamo individuato tra le quattro aree interne del nostro Molise "Matese" per l´annualità 2014 e "Fortore" per il 2015 quali aree pilota di progetto", così il presidente della Regione ai numerosi sindaci presenti. "Per ciascuna area - ha spiegato Frattura -, ci sono circa 3,5 milioni di euro per potenziare e qualificare l´offerta di servizi pilota, a cominciare da istruzione, sanità e trasporti. Iniziamo da subito con l´area "Matese", poi proseguiremo con "Fortore": entro la fine di settembre prossimo dovremo aver definito un primo accordo di programma quadro che darà, attraverso la garanzia di finanziamenti certi e immediati, concretezza ed esecuzione all´idea progettuale che condividiamo per il rilancio di tutto il nostro territorio". Nell´area "Matese", prima area pilota 2014, i comuni di Boiano, Campochiaro, Cantalupo nel Sannio, Castelpetroso, Cercepiccola, Colle d´Anchise, Guardiaregia, Roccamandolfi, San Giuliano del Sannio, San Massimo, San Polo Matese, Santa Maria del Molise, Sepino e Spinete; in "Fortore", seconda area pilota 2015, i comuni di Campolieto, Cercemaggiore, Gambatesa, Gildone, Jelsi, Macchia Valfortore, Monacilioni, Pietracatella, Riccia, Sant´elia a Pianisi, Toro (cintura) e Tufara. "A fondamento della buona riuscita di tutto - ha rimarcato il presidente -, dovremo saper porre la ferma volontà di fare sintesi ed essere rete tra tutti i comuni coinvolti. La Strategia nazionale delle aree interne, per la quale un ruolo chiave ha rivestito l´ex ministro Barca, con i suoi dibattuti e partecipati incontri anche in Molise, è un´occasione unica per rilanciare zone in difficoltà nell´ottica sempre più necessaria dell´associazionismo e della condivisione quando parliamo di opportunità di sviluppo e crescita". "La Regione ci sarà nella sua funzione di accompagnamento non solo per "Matese" e "Fortore" ma pure per le altre due aree "Alto Molise - Medio Sannio" e "Mainarde" alle quali destineremo le grandi opportunità anche contenute nella Programmazione comunitaria 2014-2020", la garanzia del governatore Frattura. A breve sarà attivato un gruppo di lavoro regionale per determinare qualità della progettazione, accelerazione dei percorsi e significatività delle proposte territoriali ai fini del raggiungimento rapido delle condizioni di finanziabilità. Soddisfazione ed entusiasmo per le prospettive future e, soprattutto, per il nuovo modello di sviluppo condiviso sono stati espressi da tutti i sindaci e gli amministratori presenti all´incontro a Palazzo Vitale con Paolo Frattura.  
   
   
CALABRIA: DA OGGI È ATTIVO IL NUMERO VERDE GARANZIA GIOVANI  
 
Catganzaro 2 marzo 2015 - L’assessore regionale al Lavoro Carlo Guccione si dice soddisfatto della nuova iniziativa assunta dall’Assessorato per dare maggiore diffusione all’opportunità offerta al mondo giovanile calabrese attraverso “Garanzia giovani”. Da oggi, infatti, sarà attivo il numero verde 800101140 finalizzato al progetto “Garanzia giovani”. Funzionerà, dal lunedì al giovedì dalle ore 9 alle 13 e dalle ore 14 alle 17. Il venerdì dalle ore 9 alle ore 13. I giovani interessati potranno collegarsi, poi, al sito www.Politicheattivecalabria.it per iscriversi direttamente a “Garanzia giovani”. Potranno anche iscriversi le imprese e le aziende che vorranno accogliere i tirocinanti. Gli enti privati, accreditati ed accreditabili, potranno diventare operatori, fornendo gli stessi servizi dei centri per l’impiego.  
   
   
FORMAZIONE PROFESSIONALE, RINNOVATO ACCORDO TRA REGIONE UMBRIA E ORDINE GEOLOGI  
 
Perugia, 2 aprile 2015 – Favorire lo sviluppo e la diffusione di occasioni di confronto scientifico e culturale di elevato spessore istituzionale al fine di accrescere la competenza professionale dei geologi iscritti all´Albo Unico nazionale e degli Uffici regionali. È con questo obiettivo che la Regione Umbria, rappresentata dall´assessore Stefano Vinti, e l´Ordine regionale dei Geologi, rappresentata dal presidente Filippo Guidobaldi, hanno sottoscritto l´accordo di convenzione e cooperazione con cui si rinnova la collaborazione già avviata dallo scorso anno per la formazione e l´aggiornamento professionale continuo dei geologi. "La Regione Umbria e l´Ordine dei geologi – spiega l´assessore Vinti – hanno l´interesse comune di cooperare, in convenzione, per accrescere le competenze dei professionisti attraverso iniziative che saranno ideate e organizzate di concerto. Già nel 2014 era stato siglato un precedente accordo al fine di migliorare la qualità dei processi formativi che ha permesso l´organizzazione di cinque giornate di studio e convegni realizzati dalla Regione Umbria e ora, dando continuità a quanto è stato fatto, anche alla luce dei positivi riscontri ottenuti, abbiamo rinnovato l´intesa, con validità fino a tutto il 2015". "La formazione e l´aggiornamento professionale continuo – sottolinea – non sono infatti soltanto un obbligo a cui assolvere nel rispetto delle normative nazionali, ma rappresentano una grande opportunità per accrescere le proprie competenze. Con questo accordo di convenzione e cooperazione, condividiamo una serie di attività con l´obiettivo di garantire ulteriormente la qualità ed efficienza della prestazione professionale, nel migliore interesse dell´utente e della collettività". Nell´accordo, la Regione Umbria e l´Ordine dei geologi dell´Umbria si impegnano a definire eventi rappresentati da seminari, corsi, convegni e qualsiasi altro tipo di attività formativa riguardante lo studio e l´approfondimento di specifici argomenti o tematiche settoriali di comune interesse e a rendere operativo questo programma mediante lo svolgimento di lezioni frontali, lezioni in laboratorio, workshop e attività di ricerca e simulazione. Gli eventi proposti nell´ambito della convenzione saranno realizzati a titolo gratuito per gli iscritti all´Albo Unico nazionale dei Geologi che vi aderiranno.  
   
   
TOSCANA: CENTRI PER L´IMPIEGO, MARTEDÌ PROSSIMO IN GIUNTA LA DELIBERA PER GARANTIRE I SERVIZI FINO A FINE 2015  
 
Firenze 2 aprile 2015 – La Regione garantirà con proprie risorse la continuità dei servizi per l´impiego fino alla fine del 2015. La giunta approverà, su proposta dell´assessore alle attività produttive credito e lavoro Gianfranco Simoncini, la delibera nella seduta di martedì 7 aprile. Lo ha annunciato l´assessore nel corso di una riunione convocata oggi su richiesta delle organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil della funzione pubblica e alla quale hanno partecipato anche le rappresentanze aziendali delle Province toscane. L´assessore Simoncini ha fatto il punto della situazione condividendo le preoccupazioni espresse dai sindacati sul futuro, anche a breve termine, dei centri per l´impiego (legati – dicono i sindacati - a inadeguatezza degli organici e progressivo aumento delle funzioni svolte). Condivisa anche la necessità di avere risposte urgenti da parte del governo sul nuovo assetto istituzionale dei servizi che oggi, "si trovano in una sorta di limbo a causa del combinato disposto della legge Del Rio e del Jobs Act, e a fronte di un ipotesi di riforma costituzionale che potrebbe riassegnare il lavoro alla competenza statale, ma che comunque non potrà vedere la luce prima di qualche anno". L´assessore ha ricordato la proposta che da tempo le regioni hanno avanzato per un Sistema nazionale del lavoro basato sulle agenzie regionali, sottolineando a questo proposito gli ultimi sviluppi del confronto con il ministro del lavoro Giuliano Poletti, che si è detto in più occasioni favorevole all´idea di una soluzione ponte che permetta, alle Regioni che sono in grado di farlo, di creare proprie strutture per la gestione dei servizi per il lavoro, in attesa che si sciolga definitivamente il nodo delle competenze costituzionali. "Una proposta sulla quale le Regioni possono concordare e domani la Conferenza si pronuncerà su questo – avverte – ma soprattutto una proposta che piace alla Toscana che ha già approvato la sua legge. Che si basa, come noto, su un´agenzia regionale che gestisca operativamente i servizi, a stretto contatto con il territorio, inquadrata in una struttura nazionale di tipo federale, che detta linee e standard generali. Legge che senza i vincoli nazionali, già da tempo avrebbe permesso la riorganizzazione dei servizi". Su questa base la Regione Toscana ha fatto tutto per garantire la continuità dei centri per l´impiego. "Siamo pronti, abbiamo gli strumenti per gestire il passaggio del personale dalle Province alla Regione. Però ci siamo dovuti fermare, a causa dei problemi di normativa nazionale e di bilancio. Oggi auspichiamo e sollecitiamo una presa di posizione di tutto il governo che vada nella direzione ipotizzata dal ministro Poletti, che potrebbe essere attuata grazie a convenzioni bilaterali fra il governo e le Regioni che, come la nostra, sono in grado di assumersi il compito e il personale, se verranno garantite le apposite risorse finanziarie". L´incontro si è chiuso con una serie di impegni da parte della Regione. Oltre alla delibera di giunta che garantirà la copertura fino a fine anno, si cercherà di avere certezze dal governo sulla praticabilità della soluzione ponte in modo da renderla attuabile entro la fine di giugno, data di scadenza della delega alla regione delle competenze sui centri per l´impiego. Il tavolo regionale resterà aperto e vi sarà un periodico scambio di informazioni sugli sviluppi della delicata vicenda.  
   
   
SLOT, ASSESSORE LOMBARDIA: APRE BANDO DA 3 MILIONI, LETTERA A 1500 SINDACI  
 
Milano, 2 aprile 2015 - "Ho scritto una lettera a tutti i sindaci dei Comuni lombardi, per invitarli a partecipare al Bando con il quale Regione Lombardia finanzierà i migliori progetti di prevenzione e contrasto del gioco d´azzardo patologico. Tre milioni di euro a disposizione del territorio che rafforzano ancora di più la nostra lotta contro questa piaga sociale". Lo annuncia l´assessore regionale al Territorio, Urbanistica e Difesa del suolo Viviana Beccalossi, che ha presentato in Giunta un´informativa sullo stato di attuazione della Legge contro il gioco patologico e sul Bando, aperto dal 2 aprile fino al 14 maggio. Bando No-slot - "Il Bando - prosegue Viviana Beccalossi - è dedicato a Comuni, Unioni di Comuni e Comunità montane, che, assieme al mondo associazionistico, possono presentare progetti ´No-slot´. Concentrandosi su una serie di attività utili per prevenire la ludopatia: dalle azioni di controllo e vigilanza alla prevenzione nelle scuole, dalla mappatura del fenomeno sul proprio territorio alla formazione del personale". I tre milioni di euro sono messi totalmente a disposizione dal bilancio regionale e ogni singolo progetto giudicato meritevole verrà finanziato con un importo massimo di 50.000 euro, cifra che non potrà essere superiore all´80 per cento del costo complessivo del progetto. Bando Al Via Da Domani - "Il percorso - continua Viviana Beccalossi- si è sviluppato in due fasi: una fase esplorativa attraverso una manifestazione di interesse, per rilevare istanze e progettualità espresse dai Comuni e una successiva fase di presentazione dei progetti veri e propri che si apre domani. Con la manifestazione d´interesse, abbiamo ricevuto 107 proposte da tutte le province, segno che c´è molta attenzione sul tema, che sono certa verrà replicata con i progetti per il Bando". Modulistica - La modulistica è scaricabile dal sito www.Noslot.regione.lombardia.it  dove saranno presenti tutte le informazioni per inoltrare i progetti.  
   
   
PARI OPPORTUNITÀ, OGGI AL MUSEO LUZZATI DI GENOVA INAUGURAZIONE DELLA MOSTRA DI LIBRI ILLUSTRATI CONTRO GLI STEREOTIPI  
 
 Genova, 2 Aprile 2015 -Oggi alle 18 al Museo Luzzati di Genova inaugurazione della mostra di libri illustrati per l´infanzia dal titolo "Ci sono anch´io – fuori dagli stereotipi dentro la realtà" per raccontare, attraverso le fiabe, una realtà che accoglie e valorizza le differenze. All´inaugurazione parteciperanno, tra gli altri, l´assessore regionale alle pari opportunità Lorena Rambaudi, la consigliera regionale di parità Valeria Maione, Francesca Pardi ideatrice e curatrice della mostra e Sergio Noberini direttore del Museo Luzzati. L´esposizione, realizzata dalle associazioni Usciamo dal silenzio e Spa politiche di donne in collaborazione con la Regione Liguria e il Museo Luzzati, ha coinvolto più di 35 case editrici italiane per l´infanzia che hanno in comune uno sguardo sulla realtà inclusivo e aperto alla valorizzazione delle differenze. La mostra a ingresso libero sarà aperta da giovedì 2 a domenica 11 aprile dal martedì al venerdì con orario 10 – 13/14 – 18 e il sabato e la domenica con orario continuato dalle 10 alle 18.  
   
   
IL MARCHIO “FAMILY IN TRENTINO” AL COMUNE DI ALGHERO  
 
Trento, 2 aprile 2015 - Una delegazione del comune di Alghero è stata in visita a Trento martedì e mercoledì per firmare un protocollo con la Provincia che darà il via al percorso per acquisire il marchio “Family in Trentino”. L’agenzia per la famiglia ha già esportato il suo brand in altre realtà italiane segno della bontà del marchio e della sua reale efficacia nell’introduzione sul territorio di politiche per la famiglia. La visita includerà anche l’incontro con il Comune di Trento, anch’esso “family”, con il Consorzio dei Comuni, il Forum delle associazioni familiari trentine e infine con il Muse, che ha ottenuto sia la certificazione Family Audit che Family in Trentino. Non è la prima volta che il marchio “Family in Trentino” compie un salto fuori provincia. Il know how del marchio è già stato “esportato” nei comuni di Lamezia Terme, Parma, Fano e nelle province di Verona, Piacenza, Cagliari–casteddu e Sassari. Ritenuto strategico promuovere lo scambio di buone pratiche in materia di politiche familiari tra amministrazioni pubbliche al fine di migliorare gli strumenti, i servizi, i prodotti e le politiche, creando una rete di istituzioni che a livello nazionale promuovono le politiche di benessere familiare, l’Agenzia provinciale per la Famiglia ha sottoscritto tra il 2006 e il 2013 diverse convenzioni per offrire consulenza finalizzata all’adozione di percorsi di certificazione familiare analoghi a quelli già implementati in Trentino. Nel 2014 il Comune di Alghero aveva già manifestato interesse verso il modello di politiche familiari attuato dalla Provincia autonoma di Trento, esplicitando la volontà di una fattiva collaborazione per l’implementazione del modello trentino sul proprio territorio, al fine di attivare sinergie costruttive tra le due amministrazioni finalizzate al trasferimento di standard family e allo scambio di esperienze nel campo delle politiche a sostegno della famiglia. La trasferta della delegazione sarda, composta da Mauro Ledda, coordinatore locale dell’Associazione Nazionale Famiglie Numerose e dal sindaco di Alghero Mario Bruno, durerà due giorni e comincerà martedì 31 marzo quando il presidente della Provincia sottoscriverà il Protocollo d’intesa, finalizzato ad attivare il percorso per la certificazione “Family in Trentino” ed a creare un network per altri comuni che intendono investire su una nuova cultura amministrativa orientata al target famiglia. La visita sarà completata dall’incontro con l’assessora alle politiche sociali e pari opportunità del Comune di Trento per presentare il percorso seguito dall’amministrazione, che ha portato a conseguire il marchio “Family in Trentino” il 2 dicembre 2014, e per approfondire l’esperienza dei “Mercatini di Natale”. A seguire l’incontro presso il Forum trentino delle associazioni familiari che illustreranno le attività svolte dallo Sportello famiglia e il servizio annuale “Estate giovani e famiglia” e sarà concluso con la presentazione delle esperienze e delle "buone prassi" di sussidiarietà tra pubblico e privato da parte di due associazioni familiari trentine: il Gruppo Famiglie Valsugana e l´Asif Chimelli di Pergine Valsugana. Mercoledì 1 aprile la visita della delegazione di Alghero proseguirà al Consorzio dei Comuni Trentini, dove sarà firmata una convenzione tra il Consorzio e la Provincia finalizzata ad attivare una collaborazione nell’ambito delle politiche familiari rivolta ai Comuni e alle Comunità di valle, che include interventi formativi e di orientamento per realizzare un sistema integrato di politiche strutturali per la promozione ed il sostegno delle politiche familiari. La giornata si concluderà al Muse per una breve visita guidata e la presentazione delle politiche a marchio family e quelle introdotte alla luce della certificazione Family Audit.