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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 14 Aprile 2015
QUESTA SETTIMANA AL PARLAMENTO EUROPEO: TTIP, BIOCARBURANTI, MINERALI DI CONFLITTO, SICUREZZA DEI PAZIENTI, PLENARIA  
 
Bruxelles, 14 aprile 2015 - Questa settimana le commissioni discuteranno e voteranno il Ttip, i biocarburanti, i minerali di conflitto e la sicurezza sanitaria. Durante la sessione plenaria a Bruxelles i deputati si confronteranno sul 100° anniversario del genocidio armeno, sulla situazione del settore tessile in Bangladesh e sull´allocazione delle risorse rimaste dal bilancio Ue del 2014. Il Presidente del Pe Schulz sarà in visita in Ungheria e riceverà a Bruxelles il re Filippo Vi di Spagna. Sono stati presentati 898 emendamenti in un progetto di risoluzione per fare il punto sui progressi compiuti nei colloqui con gli Stati Uniti sul Ttip. Questi saranno discussi lunedì dalla commissione Inta e votati in maggio. Martedì discorso Envi voterà il suo parere sul Ttip e giovedì sarà il turno di Juri di votare un parere sulla risoluzione delle controversie tra investitore e Stato. Martedì scorso Envi voterà l´esito dei negoziati con il Consiglio sulla legislazione per porre delle quote alla produzione di biocarburanti tradizionali e accelerare il passaggio a fonti alternative, come alghe e rifiuti. Giovedì, la commissione Juri voterà per migliorare la legislazione vigente in materia di domande di pagamento transfrontaliere volte ad aiutare i consumatori e le Pmi di far valere le richieste di pagamento da uno Stato membro all´altro. Secondo la nuova proposta, i limiti dovrebbero passare da 2.000 a 10.000 euro. Martedì scorso la commissione Itre voterà un progetto di legge che ha per obiettivo di rendere più difficile il finanziamento di gruppi armati nelle zone di conflitto attraverso il commercio di minerali come lo stagno, il tantalio, il tungsteno e l´oro, i cosiddetti minerali conflitto. Lo stesso giorno la commissione Envi voterà un progetto di risoluzione per una sanità più sicura in Europa chiedendo una migliore prevenzione per le infezioni ospedaliere e le complicazioni post-operatorie, nonché la lotta contro la resistenza agli antibiotici. Durante la sessione plenaria di mercoledì i deputati discuteranno e voteranno una risoluzione dei gruppi politici per commemorare il 100° anniversario del genocidio armeno. Lunedì il presidente Schulz è’ stato in visita ufficiale in Ungheria, dove ha incontrato il primo ministro ungherese Viktor Orbán e il portavoce del parlamento László Kövér. Il Presidente del Parlamento europeo visiterà anche la Sinagoga Szeged. Due giorni dopo riceverà il re Filippo Vi di Spagna durante la sua visita al Parlamento di Bruxelles e incontrerà anche i leader dei gruppi del Parlamento europeo.  
   
   
UE, OCCUPAZIONE E SITUAZIONE SOCIALE: REVISIONE TRIMESTRALE INDICA CHE LA RIPRESA SI STA DIFFONDENDO MA RIMANGONO SFIDE IMPORTANTI  
 
Bruxelles,  14 aprile 2015 - La situazione economica nell´Unione europea ha cominciato a migliorare gradualmente lì quasi due anni e di recente, la maggior parte degli Stati membri hanno registrato una crescita positiva del Pil.l´occupazione ha cominciato a recuperare, che ora si estende a molti settori. L´ultima Quarterly Review sulla situazione occupazionale e sociale mette in evidenza diverse importanti tendenze positive, come ad esempio il costante calo del tasso di disoccupazione, l´aumento dei contratti a tempo indeterminato e full-time, la disoccupazione giovanile e indietro, per la prima volta dall´inizio della crisi, quello della disoccupazione di lunga durata. Le principali sfide devono ancora essere affrontate, tra cui il tasso di disoccupazione ancora elevato e le differenze significative tra gli Stati membri. A questo proposito, M me Marianne Thyssen, il commissario per l´Occupazione, gli affari sociali, le competenze e la mobilità del lavoro, ha detto: " Questa recensione mette in luce molti segni incoraggianti sul mercato del lavoro. Alcuni 2,7 milioni di posti di lavoro sono stati recuperati nel corso degli ultimi due anni. Tuttavia, l´Unione europea ha ancora più di 23,8 milioni di disoccupati, 12 milioni più di un anno, uno su cinque disponibili sul mercato del lavoro sono disoccupati di oggi. La creazione di occupazione e il rilancio della crescita sono al centro delle priorità della Commissione: gli sforzi del piano di investimenti per l´Europa e l´iniziativa per l´occupazione dei giovani continueranno quest´anno con iniziative specifiche a lotta contro la disoccupazione di lunga durata e facilitare la mobilità del lavoro. " L´occupazione è aumentata nella maggior parte degli Stati membri nel 2014, compresi quelli che hanno molto elevati tassi di disoccupazione, come la Grecia (26%) e in Spagna (23,2%). Esso è aumentato del 1,0% tra il quarto trimestre 2013 e il quarto trimestre 2014 è aumentato del 0,2% nel quarto trimestre del 2014 rispetto al trimestre precedente. Alcuni 2,7 milioni di posti di lavoro sono stati recuperati dal momento che i tassi di occupazione hanno raggiunto il loro livello più basso nel primo trimestre del 2013. Nel corso dell´anno, l´occupazione è migliorata sia nel settore industria e nei servizi. Più della metà di tale crescita occupazionale è imputabile ai contratti a tempo indeterminato e full-time. Le sfide rimangono, soprattutto in termini di disoccupazione di lunga durata e la disoccupazione giovanile I tassi di disoccupazione ancora variano notevolmente all´interno dell´Ue, l´essere basso trovato in Germania (4,8%) e in Austria (5,3%), e il più alto in Grecia (26 °% a dicembre 2014) e in Spagna (23,2%). La disoccupazione di lunga durata [1] è leggermente diminuito di 0,2 punti percentuali rispetto al terzo trimestre 2013 e il terzo trimestre del 2014, secondo gli ultimi dati disponibili. Tuttavia, rimane una grande sfida dal momento che ammonta ancora al 4,9%. Più della metà dei disoccupati nell´Unione europea, vale a dire circa 12,4 milioni di persone sono disoccupati da oltre un anno. Tra questi, più di 6 milioni sono disoccupati da oltre due anni. Questo tasso è ancora molto elevato in alcuni Stati membri come la Grecia (19%), la Spagna (12,6%), Croazia (9,7%), in Slovacchia (9%), Portogallo (8%) , Cipro (7,8%) e Italia (7,4%). Il tasso di disoccupazione giovanile è in calo dal 2013 in tutta l´Ue e nella maggior parte degli Stati membri, ma resta troppo elevato (21,1%). Al fine di accelerare l´attuazione della garanzia per i giovani , la Commissione europea ha proposto nel mese di febbraio di rilasciare quest´anno 1000000000 € sotto l´iniziativa per l´occupazione giovanile . Come parte di questa garanzia, gli Stati membri si sono impegnati a garantire che tutti i giovani sotto i 25 sono offerti un´offerta concreta di qualità su un lavoro, di apprendistato, tirocinio o formazione in quattro mesi dopo la fine della scuola o la perdita di posti di lavoro. Difficoltà finanziarie nonostante un aumento del reddito delle famiglie Con l´evoluzione favorevole dell´economia e l´occupazione, la crescita del reddito delle famiglie si è accelerato, principalmente per l´aumento dell´occupazione. Tuttavia, il numero di famiglie che dichiara di aver difficoltà finanziarie (cioè quelli che devono metter mano al risparmio o prendere in prestito per coprire le spese correnti) è rimasto invariato o addirittura aumentato per le famiglie a basso reddito.  
   
   
PARLAMENTO EUROPEO: COME IMPORTARE DALLE ZONE DI GUERRA SENZA FINANZIARE I GRUPPI MILITARI  
 
 Bruxelles, 14 aprile 2014 - Come frenare il finanziamento illecito dei gruppi armati nelle aree in guerra? Questo l´obiettivo del voto di martedì in commissione per il commercio internazionale del Parlamento europeo. I deputati voteranno un progetto per mettere a punto un sistema comunitario di autocertificazione nella catena di approvvigionamento degli importatori dell´Unione per i minerali o i metalli come lo stagno, il tantalio, il tungsteno e l´oro. In diretta sul nostro sito alle 10. L´esempio della Repubblica democratica del Congo (Rdc) dimostra come l´estrazione di minerali nei paesi in via di sviluppo possa aggravare i conflitti armati interni. Nel tentativo di spezzare il legame tra l´estrazione di minerali e il finanziamento delle forze armate locali, l´Onu e l´Ocse hanno sviluppato delle linee guida per le società esportatrici di minerali provenienti dalle zone di conflitto. Gli Stati Uniti hanno già introdotto questi requisiti. La Commissione europea ha trasmesso progetto di regolamento al Parlamento europeo per limitare l´importazione dei cosiddetti "minerali dei conflitti", come lo stagno, il tantalio, il tungsteno e l´oro. L´autocertificazione prevede che gli importatori dell´Ue di questi metalli e minerali esercitino il "dovere di diligenza", ovvero che evitino di arrecare danno sul territorio sorvegliando e organizzando i propri acquisti e le proprie vendite. "Il mio obiettivo come relatore è quello di contribuire all´elaborazione di un regolamento efficace per fermare i profitti del commercio di minerali per finanziare conflitti armati" ha spiegato il vicepresidente Inta Iuliu Winkler (Ppe, Romania). Clicca qui per altre notizie dal Parlamento europeo. Il regolamento fornisce agli importatori dell´Ue un´opportunità di approfondire gli sforzi in corso per garantire delle catene di approvvigionamento pulite negli scambi commerciali. Per aumentare la responsabilità delle fonderie e delle raffinerie nei confronti del pubblico, migliorare la trasparenza della catena di approvvigionamento e facilitare l´approvvigionamento di minerali, l´Unione europea mira a pubblicare ogni anno un elenco di "fonderie e raffinerie responsabili". Con oltre 400 importatori di tali minerali e metalli, l´Unione europea è tra i principali mercati per lo stagno, il tantalio, il tungsteno e l´oro. La commissione del Pe per il Commercio internazionale voterà martedì 14 aprile alle ore 10 il progetto di relazione del deputato Iuliu Winkler.  
   
   
UE: I RICERCATORI AFFRONTANO LA POVERTÀ E LA DISOCCUPAZIONE  
 
Bruxelles, 14 aprile 2015 - Benché molti paesi stiano uscendo dal periodo buio della crisi finanziaria, nell’Ue la disoccupazione, la povertà e l’esclusione sociale rappresentano ancora un grave problema. Oltre 120 milioni di europei, pari a un quarto della popolazione, sono attualmente a rischio di povertà o esclusione sociale. E mentre alcuni di noi magari godono delle ricchezze derivanti dalla rivoluzione tecnologica in forte crescita, altri rimangono indietro ‒ quasi il 9 % di tutti gli europei vivono in una situazione di grave privazione materiale, ovvero non hanno le risorse per possedere una lavatrice, un’automobile, un telefono, per riscaldare le proprie case o per affrontare delle spese impreviste. I leader dell’Ue hanno messo la lotta contro la povertà e l’esclusione sociale al centro della strategia Europa 2020 e si sono impegnati a far uscire almeno 20 milioni di persone dalla povertà e dall’esclusione sociale entro il 2020. Quale ruolo possono avere i ricercatori nel sostenere questo sforzo e affrontare disoccupazione, povertà ed esclusione sociale? Orizzonte 2020 fa appello ai ricercatori per ‒ tra le altre cose ‒ offrire nuove idee, strategie e strutture di governance per superare la crisi in Europa, includendo anche raccomandazioni per un’Unione economica e monetaria forte, un’agenda europea per la crescita, politiche sociali europee, il futuro dell’integrazione europea e le tecnologie emergenti nel settore pubblico. Supporta inoltre i ricercatori nello sviluppo di nuove forme di innovazione nel settore pubblico, l’amministrazione aperta, l’innovazione dei modelli aziendali, le comunità dell’innovazione sociale e le Tic per l’istruzione e l’inclusione. Non occorre tuttavia aspettare per vedere i ricercatori al lavoro su questi temi. Ci sono ricercatori finanziati dall’Ue, come l’economista vincitore del premio Nobel prof. Christopher Pissarides, che stanno già lavorando per sostenere lo sviluppo di politiche informate, attraverso l’analisi dei tipi di lavori che svolgono gli europei e le tendenze future dell’occupazione. Altri, come ad esempio il team del progetto Nopoor, stanno confrontando le strategie di riduzione della povertà in vari paesi, cercando di capire perché alcune strategie hanno funzionato mentre altre no. Questa edizione di Cordis Express è dedicata a questi progetti e altri che tentano di affrontare questioni quali la povertà e la disoccupazione.  
   
   
COOPERAZIONE ITALIA-FRANCIA MARITTIMO: BANDI PER 58 MILIONI, OPPORTUNITÀ PER LA COSTA  
 
Firenze 14 aprile 2015 - Primo incontro ieri a Livorno sulle opportunità di finanziamento legate al programma di cooperazione Italia-francia Marittimo 2014-2010, che verrà approvato a breve dalla Commissione europea e che si tradurrà a giugno nei primi sei bandi da 58 milioni e mezzo. E´ la prima tranche di 199 milioni di euro e, risorse Fesr che arrivano dall´Europa e in parte (29 milioni) dai governi: un´opportunità per le isole e tutte e cinque le province costiere della Toscana, dove ci sono ben tre aree di crisi, ovvero Piombino, Livorno e Massa. Stamani la riunione era dedicata ad un prima discussione con i potenziali beneficiari. Rispetto ai precedenti periodi di programmazione per la prima volta gli obiettivi e le misure sono spostate a favore delle imprese. Gli avvisi riguarderanno il finanziamento delle reti e dei cluster trasnfrontalieri di impresa, nelle filiere dell´economia "blu" e "verde", ma anche le attività di prevenzione e gestione del rischio idrogeologico, dell´erosione costiera, dell´insabbiamento dei porti e la conservazione e lo sviluppo del patrimonio naturale e culturale. Il programma Italia-francia Marittimo coinvolge 5 regioni di Italia e Francia, coinvolge oltre alla Toscana anche Liguria, Sardegna, Paca (Provenza-alpi-costa Azzurra) e Corsica. La sfida (e l´obiettivo) è una crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva. Quattro assi di intervento, sottolineano dagli uffici dell´assessorato alle attività produttive, che puntano a rendere i territori più competitivi: favorendo la crescita delle imprese nelle filiere transfrontaliere, migliorando anche porti, trasporti e multimodalità, cercando di mettere assieme sostenibilità, sicurezza in mare, valorizzazione delle risorse naturali e culturali e promuovendo l´aumento delle opportunità di lavoro sostenibile e di qualità. Sono interessate le imprese specificatamente della nautica e della cantieristica, quelle del turismo innovativo e sostenibile o impegnate nelle biotecnologie nelle energie rinnovabili ma anche i porti turistici, le università ed i centri di ricerca. Anche gli enti pubblici, le camere di commercio, le associazioni di categoria potranno accedere alle opportunità del programma. E dalla Regione arriva un invito: quello a fare rete per accedere ai bandi. Per la promozione della competitività delle imprese nelle filiere transfrontaliere è stato attribuito un contributo pari a 41 milioni e 287 mila euro. Per la protezione e valorizzazione delle risorse naturali e culturali e la gestione dei rischi ci saranno a disposizione 97 milioni e 588 mila euro. Per il miglioramento della connessione dei territori e della sostenibilità delle attività portuali il contributo sarà di 30 milioni e 965 mila euro. Altri 17 milioni e 828 mila euro saranno utilizzati per l´aumento delle opportunità di lavoro: attraverso l´inserimento in filiere di attività transfrontaliere, il sostegno all´autoimprenditorialità, alla microimpresa e all´impresa sociale e solidale. Quattro assi di intervento, sottolineano dagli uffici dell´assessorato alle attività produttive, che puntano a rendere l´economia dei territori più competitiva: offrendo opportunità per le imprese, migliorando anche porti, trasporti e multimodalità, cercando di mettere assieme sostenibilità, sicurezza in mare e valorizzazione delle risorse naturali e culturali. L´evento ufficiale di lancio del programma si terrà all´inizio di luglio. Nel frattempo, sarà possibile visionare le proposte di bando sul sito del programma di cooperazione Italia-francia Marittimo (www.Maritimeit-fr.net/ ) ed inviare le eventuali osservazioni all´indirizzo marittimo1420@regione.Toscana.it    
   
   
MARONI: TROVATO ACCORDO CON PROVINCE LOMBARDE  
 
Milano, 14 aprile 2015 - "Illustrerò in Consiglio regionale l´intesa che abbiamo raggiunto con le Province lombarde per la gestione dei fondi e delle competenze, una questione molto rilevante, che ha portato al rischio che si bloccassero i servizi a favore dei cittadini nelle materie di competenza delle Province". Lo ha spiegato il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, intervenendo in diretta alla trasmissione televisiva di Telelombardia ´Orario continuato´. "Con il presidente dell´Unione Province Lombarde, Daniele Bosone, abbiamo trovato l´accordo - ha fatto sapere Maroni -: una buona notizia per i cittadini lombardi, perché le Province potranno continuare a esercitare le loro funzioni e a erogare i servizi per i cittadini. Noi, come Regione Lombardia, ci abbiamo messo del nostro: penso ai 10 milioni per garantire il trasporto dei disabili, pur non essendo obbligati a farlo: altre Regioni non lo hanno fatto, noi sì".  
   
   
I CONTENUTI DELL´INTESA TRA LA REGIONE E L´UNIONE PROVINCE LOMBARDE  
 
Milano, 14 aprile 2015 - La Regione Lombardia e l´Unione delle Province Lombarde hanno siglato un´intesa nell´ambito del percorso attuativo della legge n.56/2014, dal titolo ´Disposizioni sulle città metropolitane, sulle province, sulle unioni e fusioni di comuni´, finalizzata in particolare al finanziamento delle funzioni regionali. Al termine di un incontro, avvenuto a Palazzo Lombardia, tra il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, e il presidente dell´Unione Province Lombarde e della provincia di Pavia, Daniele Bosone - alla presenza dell´assessore regionale all´Economia, Crescita e Semplificazione, Massimo Garavaglia, del sottosegretario alle Riforme istituzionali, Enti locali, Sedi territoriali e Programmazione, Daniele Nava, e del presidente della Provincia di Brescia, Pier Luigi Mottinelli - è stata siglata un´intesa in vista dell´adozione dei provvedimenti attuativi di rispettiva spettanza previsti dalla legge di stabilità e dalla legge Delrio. Trasferimento Risorse Da Regione A Province - La Regione Lombardia si è impegnata a mantenere il trasferimento alle Province delle risorse ex-fiscalizzate, sulla base di determinati parametri. Tpl E Formazione Professionale - All´interno delle suddette risorse viene assicurato il finanziamento del Tpl (150 milioni), mentre la Formazione Professionale sarà garantita tramite il sistema dote a partire dal nuovo anno formativo 2015-2016. È stato quindi confermato che le Province possono continuare a fruire di proventi non compresi nelle risorse ex fiscalizzate (quali ad esempio, canoni del demanio idrico, introiti dal rilascio delle autorizzazioni ambientali, trasferimento per accisa relativa al Tpl). Contributi Per L´edilizia Scolastica - In materia di edilizia scolastica, con deliberazione X/3293 del 16 marzo 2015, è stato assicurato un contributo a fondo perduto senza prevedere quota di cofinanziamento (come invece previsto per i Comuni), garantendo, inoltre, una quota di riserva del 25% sulle risorse destinate a Regione Lombardia, e impegnandosi a trovare una soluzione anche per le eventuali anticipazioni. Funzioni Che Restano A Province Trovano Copertura Economica - La Regione Lombardia e l´Unione delle Province Lombarde, in base all´intesa siglata, hanno riconosciuto che, con i trasferimenti sopra richiamati, tutte le funzioni che restano in capo alla Province, in base al progetto di legge regionale n. 223, attualmente all´esame del Consiglio regionale, trovano copertura con 205 milioni di euro. Azione Comune Verso Il Governo Contro I Tagli - La Regione Lombardia e l´Unione delle Province Lombarde hanno stigmatizzato l´azzeramento, a seguito delle manovre finanziarie nazionali delle risorse Bassanini, azzeramento che ha lasciato tuttavia inalterate le competenze di Regioni, Province e Comuni. In particolar modo la Regione Lombardia e l´Unione delle Province Lombarde si sono impegnate, da subito, a richiedere al Governo il reintegro dei trasferimenti, a cominciare dalle risorse finalizzate all´inclusione scolastica, all´assistenza educativa e al trasporto delle persone disabili e rispetto alle quali, sino ad oggi, si è sopperito con risorse della Regione e degli enti locali, anche a fronte dei consistenti tagli operati dalle successive manovre di finanza pubblica. Impegno Per Gestire Impatti Occupazionali - La Regione Lombardia e l´Unione delle Province Lombarde, in collaborazione e in sinergia con l´Anci e le organizzazioni sindacali, si sono poi impegnate a proseguire in modo coordinato anche il lavoro atto a gestire gli impatti occupazionali. A riguardo Regione e Upl hanno concordato di sottoporre all´esame dell´Osservatorio regionale i criteri per la determinazione del personale sovrannumerario\eccedentario, che dovrà essere oggetto delle procedure di cui ai commi 424 e 425, dell´articolo 1, della Legge n. 190/2014, come definiti dal documento ´Posizione delle Regioni sullo stato di attuazione della legge n. 56/14´ approvato dalla Conferenza delle Regioni il 2 aprile 2015. Tempi Per Dare Attuazione A Intesa - La Regione Lombardia e l´Unione delle Province Lombarde si sono quindi impegnate ad adottare i provvedimenti necessari all´attuazione della presente intesa, comprensivi dell´erogazione alle Province, entro un mese dall´approvazione da parte del Consiglio regionale dell´apposito provvedimento legislativo, delle risorse del primo quadrimestre 2015 e ad assicurare comunque le erogazioni mensili fino al 30 settembre 2015. Tavolo Tecnico Di Monitoraggio - Infine la Regione Lombardia e l´Unione Province Lombarde si sono impegnate ad attivare (nell´ambito dell´Osservatorio regionale)un tavolo tecnico di monitoraggio per la valutazione del processo di efficientamento e dell´andamento dei costi delle funzioni regionali delegate, a partire da quelle a maggior impatto sui cittadini lombardi. Maroni: Rapida Approvazione In Consiglio Regionale Del Pdl - "Alla luce di questa intesa, domani - ha precisato il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni - chiederò al Consiglio regionale di procedere ad una rapida approvazione della proposta di legge, sulla revisione delle competenze delle Province, approvata dalla giunta regionale a dicembre".  
   
   
REGIONI: SERRACCHIANI A ROSSI, FVG NON GODE DI PRIVILEGI  
 
Trieste, 14 aprile 2014 - "Ribadisco che il Friuli Venezia Giulia non gode di privilegi, ma soprattutto che il presidente della Toscana possa ambire per la sua Regione a gestire maggiori competenze, non a ridurre quelle degli altri". Lo afferma la presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani, replicando al presidente della Toscana, il quale in un´intervista a Repubblica ha sostenuto ´è un controsenso rinnovare l´Italia senza toccare le Regioni a statuto speciale". "Certo l´autonomia comporta anche l´assunzione di responsabilità dirette dal punto di vista finanziario, che forse a qualcuno non sono immediatamente evidenti ma che ci sono e bisogna saper gestire. C´è chi gestisce bene e chi no. Per esser chiari, le 5 sorelle citate del presidente Rossi non esistono, se non in un discorso banalizzante, come mettere mele e pere nello stesso cesto. Lo stesso articolo 116 della Costituzione italiana ci ricorda che esistono ampie diversità tra gli Statuti speciali e altrettanto vale nella loro concreta applicazione". Relativamente al fatto che le Regioni a statuto speciale possono trattenere per sé le compartecipazioni ai tributi erariali e, secondo Rossi, mantenere più basso il prelievo fiscale - Serracchiani evidenza che "a decorrere dal Decreto legge 201/2011 (cd. Salva Italia), tutte le manovre statali di finanza pubblica sono intervenute anche attraverso la trattenuta diretta di quote di compartecipazione dei tributi erariali di spettanza delle Regioni a statuto speciale". Anche la quantificazione della spesa annua pro capite, secondo Serracchiani, non è corretta: "si continua a dimenticare che dentro quella spesa, per il Friuli Venezia Giulia, vanno interamente computati il trasporto pubblico locale e la sanità. Le Regioni Friuli Venezia Giulia, Valle d´Aosta e le Province autonome di Trento e Bolzano hanno tra le competenze anche quella relativa alla finanza locale, con cui vengono finanziati i Comuni e le Province del territorio. Ripeto dunque che la diretta presa in carico di simili funzioni non è sinonimo di privilegio, bensì di assunzione diretta di responsabilità finanziaria e di garanzia dei servizi prestati ai cittadini". "E´ dunque chiaro - aggiunge la presidente - che non è corretto mettere a paragone la spesa pro capite annua delle regioni ordinarie e di quelle speciali. In ogni caso, anche a voler forzare il confronto, non risulta la differenza pro capite segnalata dal presidente Rossi, in quanto i livelli di spesa pro capite delle Regioni ordinarie sono in media di 1.000 euro superiori: il rendiconto 2013 indica per la Toscana un dato di 3.572, rispetto ai 2800 segnalati da Rossi". "Anch´io ho stima del presidente Rossi e credo che sia stato un amministratore impeccabile della sua regione. Ma credo che per rinnovare l´Italia non serva passare sotto un rullo compressore tutte le differenze o dimenticare le specificità storiche e geopolitiche. Soprattutto - conclude Serracchiani - credo che bisogna prendere di mira guasti, privilegi e sprechi là dove ci sono davvero".  
   
   
ASSISTENZA TERRITORIALE, PATRIMONIO IMMOBILIARE DELL’ENTE, CALENDARIO VENATORIO, GIOCO D’AZZARDO E LOTTA ALLE ZANZARE SONO I PRINCIPALI ARGOMENTI TRATTATI IERI MATTINA DALLA GIUNTA REGIONALE DEL PIEMONTE  
 
Torino, 14 aprile 2015 - Assistenza territoriale. Gli assessori Antonio Saitta ed Augusto Ferrari hanno presentato il nuovo piano per l’assistenza territoriale, modello organizzativo che, dopo l’adozione per la fine di giugno della versione definitiva frutto del confronto con gli operatori interessati, si affiancherà alla revisione della rete ospedaliera. Obiettivo del documento è rendere concreta l’integrazione tra ospedale e territorio e garantire la continuità assistenziale in tutte le fasi del percorso di salute tramite il rilancio del distretto, al quale faranno riferimento i servizi sanitari forniti dalle Asl e quelli sociali e che si caratterizzerà come un modello forte ed omogeneo per la gestione dei servizi ad integrazione socio-sanitaria. Ogni distretto avrà una dimensione tra gli 80 e i 150mila abitanti e coinciderà con l´ambito territoriale dei Consorzi socio-assistenziali. Il rilancio della rete territoriale passerà dalle aggregazioni dei medici di medicina generale, supportati da infermieri ed assistenti sociali, e dalle unità complesse di cure primarie, centri multiprofessionali aperti 24 ore al giorno composti da medici specialisti, pediatri e medici di medicina generale. Si potrà così evitare il ricorso improprio al pronto soccorso, come oggi avviene nel 91% dei casi, e dare impulso alla continuità assistenziale ed all’ospedalizzazione e diagnostica a domicilio. Patrimonio immobiliare. E’ stato concluso, come comunicato dal vicepresidente Aldo Reschigna, l’esame degli emendamenti alla Legge finanziaria 2015 inerenti il patrimonio immobiliare della Regione, che sarà suddiviso tra gli edifici che si possono alienare o concedere in comodato d’uso e quelli che si possono valorizzare con la concessione a soggetti pubblici o la locazione. Calendario venatorio. La stagione venatoria 2015-2016, come proposto dall’assessore Giorgio Ferrero, inizierà domenica 4 ottobre secondo periodi e carnieri che variano di specie in specie. Stabiliti anche i periodi di addestramento e allenamento dei cani, che variano sulla base delle zone e delle aziende interessate. In particolare, a maggiore tutela delle specie “sensibili”, non si potranno cacciare pernice bianca, lepre variabile, folaga e fischione, non si potrà sparare alla tortora in settembre, il carniere delle specie migratorie diminuisce da 10 a 8 capi e quello stagionale di tortore e quaglie da 25 a 20 capi, il prelievo della tipica fauna alpina è consentito in un solo comprensorio a scelta del cacciatore. Inoltre, si può dare avvio dal 15 aprile al prelievo selettivo dei cinghiali e viene liberalizzata la quota di acquisto dei caprioli, in modo da completare i piani di prelievo e limitare i danni alle colture ed i problemi di sicurezza stradale. Gioco d’azzardo. Con un disegno di legge presentato dagli assessori Gianna Pentenero ed Antonio Saitta, che passa ora all’esame del Consiglio regionale, si intende promuovere la realizzazione di iniziative per la prevenzione ed il contrasto del gioco d’azzardo in forma problematica o patologica, il trattamento terapeutico ed il recupero dei soggetti che ne sono affetti ed il supporto delle loro famiglie, la diffusione ed la divulgazione dell’utilizzo responsabile del denaro attraverso attività di educazione ed informazione, il rafforzamento della cultura del gioco responsabile e consapevole, l’attuazione di misure per contenere l’impatto negativo delle attività connesse alla pratica del gioco d’azzardo sul tessuto sociale, sull’educazione e la formazione delle nuove generazioni, sulla sicurezza urbana, sulla viabilità, sull’inquinamento acustico e sul governo del territorio. Sarà anche creato il marchio regionale “Slot no grazie”, che verrà rilasciato dai Comuni agli esercenti che sceglieranno di non installare o di disinstallare apparecchi per il gioco d’azzardo lecito. Nella concessione di finanziamenti e vantaggi economici agli esercizi sarà considerato titolo di preferenza l’assenza di apparecchi da gioco d’azzardo lecito. Per tutelare determinate categorie di soggetti maggiormente vulnerabili, sarà vietata la collocazione di apparecchi per il gioco d’azzardo lecito in locali che si trovino ad una distanza di 500 metri da istituti scolastici, luoghi di culto, impianti sportivi, ospedali, strutture residenziali o semiresidenziali operanti in ambito sanitario o socio-sanitario, strutture ricettive per categorie protette, luoghi di aggregazione giovanile ed oratori, istituti di credito e sportelli bancomat, compravendite di oggetti preziosi usati. Lotta alle zanzare. Come proposto dall’assessore Antonio Saitta, è stata approvato il programma regionale di lotta alle zanzare, che prevede una spesa totale di 1,5 milioni di euro per realizzare i progetti urbani presentati dagli enti locali, il progetto unitario di informazione, monitoraggio e contrasto alla diffusione dei vettori di patologie umane ed animali veicolati da zanzare, il piano di ricerca e sviluppo. A coordinare e gestire le varie attività sarà l’Ipla (Istituto per le piante da legno e l’ambiente). L’approvazione dei progetti di lotta in ambito urbano presentati dagli enti locali avverrà con un successivo provvedimento, dopo la trasmissione dei pareri tecnici-economici dell’Ipla.  
   
   
INTESA TRA ENRICO ROSSI E DARIO NARDELLA PER IL FUNZIONAMENTO DELLA CONFERENZA UNIFICATA REGIONE TOSCANA-CITTÀ METROPOLITANA  
 
Firenze, 14 aprile 2015 - Il Sindaco metropolitano di Firenze Dario Nardella e il Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi hanno firmato stamani in Palazzo Strozzi Sacrati l´accordo per fissare le regole di funzionamento della Conferenza unificata Regione-metrocittà, luogo di confronto principale per individuare azioni e progetti per lo sviluppo economico e la dotazione di infrastrutture strategiche del territorio del nuovo ente. Presente all´incontro anche l´assessore regionale alle Riforme istituzionali Vittorio Bugli. La Conferenza è composta dal Presidente della Giunta regionale, che la presiede, dal Vice Presidente della Regione, dall´assessore competente ai rapporti con gli Enti locali, dal Sindaco e dal Vice Sindaco della Città Metropolitana. Alle riunioni partecipano anche gli assessori regionali e i consiglieri metropolitani delegati per materia, su indicazione rispettivamente delle Presidente della Giunta regionale e del Sindaco della Città, quando le questioni affrontate li coinvolgono direttamente. La Conferenza Regione-città Metropolitana si riunisce presso la presidenza della Giunta regionale. Le decisioni sono assunte con l´assenso del Presidente della Giunta e del Sindaco metropolitano o dei rispettivi rappresentanti. All´origine dell´intesa il rilievo costituzionale della Città Metropolitana e la legge regionale, approvata a marzo, che disciplina il riordino delle funzioni provinciali in attuazione della Legge Delrio. Questa legge tra le proprie finalità, si propone di valorizzare la Città metropolitana di Firenze, al fine di rafforzarne il ruolo di ente di governo del territorio metropolitano e di coordinamento dei Comuni che la compongono. Dunque le è riconosciuto un ruolo importante, come compete ad un ente di rilievo costituzionale. All´articolo 5 è prevista l’istituzione della Conferenza Regione – Città Metropolitana, disciplinata dall´intesa siglata stamani. La Città metropolitana e la Regione coopereranno per definire le scelte urbanistiche, quelle delle infrastrutture e il nuovo piano strategico triennale, atto fondamentale del nuovo Ente che si porrà come quadro generale di riferimento per ogni pianificazione. La collaborazione tra Regione Toscana e Città Metropolitana di Firenze, hanno osservato Nardella e Rossi, è stata prese a modello anche da altre Amministrazioni.  
   
   
TOSCANA: ELEZIONI REGIONALI DEL 31 MAGGIO, PUBBLICATO IL DECRETO  
 
Firenze 14 aprile 2015 – E´ stato pubblicato venerdì 10 aprile sul Bollettino Ufficiale della Regione Toscana il decreto con il quale il presidente della Regione ha indetto le elezioni regionali per domenica 31 maggio. In caso di eventuale ballottaggio le operazioni di voto si svolgeranno domenica 14 giugno 2015. I seggi delle sezioni elettorali saranno aperti dalle ore 7 del 31 maggio alle ore 23 dello stesso giorno. Le operazioni di scrutinio si svolgeranno subito dopo la chiusura dei seggi. Di seguito il numero minimo e massimo di candidati per ciascuna lista per le varie circoscrizioni: Arezzo dai 4 agli 8; Firenze 1 dai 4 agli 8; Firenze 2 dai 4 ai 6; Firenze 3 dai 2 ai 4; Firenze 4 dai 2 ai 4; Grosseto dai 2 ai 4; Livorno dai 4 agli 8; Lucca dai 4 agli 8; Massa Carrara dai 2 ai 4; Pisa dai 4 agli 8; Pistoia dai 4 ai 6; Prato dai 4 ai 6 e Siena dai 4 ai 6. L´atto è stato comunicato a tutte le autorità e le istituzioni nazionali e locali coinvolte nel procedimento elettorale.  
   
   
LIGURIA: RIORDINO ISTITUZIONALE PROVINCE  
 
Genova, 14 Aprile 2015 - La Regione Liguria ha chiesto al Governo di riassorbire il personale che potrebbe risultare in soprannumero al termine del processo di riordino dalla Province. Inoltre, circa la posizione dei precari, per una parte dei quali non risultano rinnovabili i contratti a causa della regola dei 36 mesi massimi di precariato, la Regione ha chiesto di valutare la possibilità di non far valere l´obbligo in caso di trasferimento ad altro ente. Lo rende noto il presidente della Regione Liguria a seguito dell´incontro a Roma con il sottosegretario agli Affari regionali, Gianclaudio Bressa. La Liguria è una delle cinque Regioni che, con la legge numero 15 del 26 marzo 2015 in attuazione alla legge Del Rio, ha legiferato nell´ambito del processo di riordino istituzionale delle Province. Se chi è già transitato verso altri enti – Dogane e Ministero della Giustizia - verrà confermato, ha ricordato il presidente, gli esuberi riguarderanno sessanta persone, circa 20 per ogni provincia, sottolineando come, nel panorama italiano, la questione ligure sembri quella meglio avviata. Il personale a tempo indeterminato in servizio presso le quattro Province liguri alla fine del 2014 era composto da 1807 persone. Dalle Province e dalla Città metropolitana di Genova saranno 313 quelle che arriveranno in Regione. Le nuove funzioni regionali, svolte in precedenza dalle Province, riguardano la difesa del suolo, che vede in arrivo 127 persone, il turismo, 63, caccia e pesca, 18, e la formazione professionale, 96. A loro si aggiungeranno nove dirigenti, cinque per la formazione professionale, tre per il settore della Difesa del suolo e uno per il Turismo. I dipendenti provinciali attualmente in assegnazione temporanea presso altre istituzioni statali sono 68. I numeri complessivi saranno disponibili non appena le Province concluderanno gli elenchi ricognitivi che conterranno con precisione il personale che resta nelle Province e nella Città metropolitana per l´esercizio delle funzioni fondamentali, il personale che transita in Regione per l´esercizio delle funzioni delegate, il personale dei Centri per l´impiego e della Polizia provinciale (in attesa della normativa nazionale che ne definisca la destinazione), il personale presso le amministrazioni statali o gli enti locali e gli esuberi effettivi.  
   
   
FIRENZE: VIA LIBERA DELLA GIUNTA ALLE NUOVE POLITICHE DEL PERSONALE  
 
 Firenze, 14 aprile 2015 - La giunta comunale ha approvato, su proposta dell’assessore al personale Federico Gianassi, le linee guida ed i criteri per l’applicazione dell’istituto delle risoluzioni unilaterali per il personale che ha raggiunto l’anzianità contributiva e vara il piano occupazionale 2015 “Le politiche di gestione del personale sono sempre più centrali nel buon governo cittadino ed in generale nel contributo alla performance delle amministrazioni locali – dichiara l’assessore Gianassi –. Nel quadro del contenimento delle risorse disponibili per gli enti locali, l’Amministrazione ha trovato lo spazio per una politica di ricambio generazionale e per una valorizzazione del personale dipendente del Comune di Firenze, fornendo al tempo stesso un ulteriore contributo alla razionalizzazione della spesa”. Con l’istituto delle risoluzioni unilaterali, disciplinato dall’art. 1, comma 5, del D.l. 90/2014 l’Amministrazione prende congedo dai dipendenti che hanno maturato i requisiti di anzianità contributiva per l’accesso alla pensione, e che hanno prestato fino ad oggi la loro esperienza e professionalità al servizio della città. Il collocamento a riposo è operato senza alcuna penalizzazione o diminuzione percentuale del trattamento pensionistico. Le risorse liberate dalla manovra delle risoluzioni sono destinate a nuove assunzioni: si tratta di 59 unità nel 2015 cui si aggiungono le 29 già programmate per un totale di 88 persone a fronte delle 171 cessazioni. Saranno assunzioni di personale qualificato, con profili e competenze mirati a sostenere lo sviluppo delle funzioni di programmazione, la regolazione e il controllo e la semplificazione dei processi amministrativi, la ricerca e la raccolta di fondi e risorse. Questa manovra (che in tre anni produrrà economie di circa 3 milioni di euro) punta quindi al rinnovamento della competenze professionali e anticipa una densa road map sul fronte della riorganizzazione dell’ente che vedrà nei prossimi mesi proseguire il disegno di valorizzazione ed ottimizzazione della struttura organizzativa della giunta Nardella.  
   
   
PATTO STABILITÀ: FVG, APPROVATI CRITERI PER SPAZI FINANZIARI  
 
Trieste, 14 aprile 2015 - I criteri con i quali saranno ceduti agli Enti locali nel 2015 gli spazi finanziari da parte della Regione, nell´ambito del Patto di stabilità, sono stati approvati dalla Giunta, in base a una delibera proposta dall´assessore per le Autonomie locali, Paolo Panontin. Nella delibera sono state inserite alcune precisazioni in relazione alle proposte di modifica avanzate dallo stesso assessore nella seduta del Consiglio delle Autonomie locali di mercoledì scorso. L´obiettivo complessivo, in termini di saldo di competenza mista assegnato al sistema degli Enti locali del Friuli Venezia Giulia indicato dal ministero dell´Economia e delle Finanze, è di 69,9 milioni di euro. La Regione potrà cedere spazi finanziari verticali a favore dei propri Enti locali per 31,4 milioni, pari al 45 per cento dell´obiettivo. Nella delibera sono indicate anche le priorità. Oltre a completare opere per le quali gli Enti locali avevano già ottenuto spazi nel 2014, sono previste infrastrutture ambientali e per la difesa del suolo, opere sociali e scolastiche o che comunque presentino significative ricadute per le comunità locali.  
   
   
SARDEGNA: AL VIA LA PROGRAMMAZIONE TERRITORIALE, OBIETTIVO LAVORO CONTRO LO SPOPOLAMENTO. PIGLIARU: RAGIONIAMO CON I TERRITORI PER PROMUOVERE LO SVILUPPO  
 
Cagliari, 14 Aprile 2015 - Gli obiettivi sono rilanciare i territori, combattere lo spopolamento delle zone interne e favorire lo sviluppo dell´intera Sardegna puntando sulle vocazioni locali: la nuova programmazione territoriale parte ufficialmente oggi con l´avviso della manifestazione d´interesse, presentata in conferenza stampa dal presidente della Regione Francesco Pigliaru, dagli assessori della Programmazione e del Bilancio Raffaele Paci e degli Enti Locali Cristiano Erriu e dai presidenti di Anci Pier Sandro Scano e Cal Giuseppe Casti. L´avviso pubblico attua la strategia regionale della Programmazione territoriale prevista nel Programma regionale di sviluppo 2014-2019: i Comuni, che dovranno associarsi in Unioni di Comuni - a loro volta anche associate fra loro - devono presentare i loro progetti. A disposizione, fra fondi europei infrastrutture, fondi nazionali e mutuo ci sono circa 4 miliardi di euro, e ogni Comune in forma associata non può partecipare a più di un progetto territoriale. "Il modo per diffondere lo sviluppo è quello di ragionare insieme sulle possibilità che ogni territorio ha e, insieme, decidere su cosa scommettere, programmando il lavoro di tutti in quella direzione", dice il presidente della Regione Francesco Pigliaru. "Dove esistono opportunità di sviluppo e di lavoro è molto più semplice mantenere i servizi e, di conseguenza, combattere lo spopolamento di cui soffrono le aree interne. Il nostro compito è, prima, dare un indirizzo, perché senza un´idea di sviluppo generale della regione ogni progetto resta isolato; poi, dialogando con i territori, dobbiamo lavorare sui dettagli. Dobbiamo essere consapevoli che lo sviluppo passa per le Unioni di Comuni che devono individuare strategie comuni: per raggiungere l’obiettivo gli interlocutori devono essere i territori". L´assessore Paci sottolinea che per la nuova programmazione territoriale sono stati fissati un orizzonte temporale molto ampio che si protrae per tutta la legislatura e una procedura aperta per consentire a tutti i territori di organizzarsi e presentare il proprio progetto. "Questo perché se un´Unione di Comuni non è pronta oggi, ha ancora molto tempo a disposizione. È importante che ci sia una forte visione di coerenza fra i progetti del territorio e la l´azione di questa giunta basata su una visione forte di politica anti-spopolamento che punta sugli attrattori culturali, naturali, turistici dei singoli territori. Abbiamo lanciato l´idea della programmazione unitaria - conclude il vicepresidente della Regione - Adesso diamo valenza territoriale alla programmazione". L´assessore Erriu ricorda che "siamo in fase di riforma degli enti locali, una riforma che punta a costruire un nuovo assetto istituzionale", all´interno del quale si colloca appunto la nuova programmazione territoriale. "Stiamo costruendo una dimensione del tutto nuova, molto stimolante: i Comuni sono il vero motore dello sviluppo e i protagonisti del cambiamento". Oltre al via libera ufficiale alla programmazione territoriale, per Anci e Cal è molto importante l´avvio di un diverso rapporto istituzionale fra Regione e Enti Locali. "C´è un ruolo nuovo rispetto al passato che si sta iniziando a costruire per i processi di programmazione fra amministrazione regionale e sistema degli enti locali - sottolinea Pier Sandro Scano - Finora gli Enti Locali erano parte dei progetti territoriali, ora c´è qualcosa di nuovo, che passa da un confronto serio e importante. La programmazione territoriale richiede una governance molto ben organizzata, in parte le Unioni ci stanno già lavorando ma serve la riforma. Utilizziamo l´autonomia speciale per potenziare Regione ed Enti locali e raggiungere risultati efficaci: la sfida da vincere - conclude Scano - è che tutta la Sardegna dev´essere abitata". Dunque, in questa nuova programmazione territoriale, la Regione "fa da cornice - spiega il presidente del Cal Giuseppe Casti - ma dice ai territori: fate progetti, non potete sempre lamentarvi, mettetevi insieme e fate proposte mai più scollegate dal territorio. Ecco questa è la sfida da vincere: individuare le vocazioni dei territori, presentare progetti che le incarnino e avviare il rilancio dell´intera Sardegna". Una sfida che non è una gara fra territori, precisa il direttore del Crp Gianluca Cadeddu: "Non stiamo attuando una procedura competitiva, stiamo dicendo ai territori che di qui al 2018 possono presentare il loro progetto di sviluppo".  
   
   
ENTI LOCALI: APPROVAZIONE DEFINITIVA RIFORMA CONSIGLIO DELLE AUTONOMIE CAL AUTONOMO E RAPPRESENTATIVO, RACCORDO TRA REGIONE FVG E ENTI LOCALI  
 
Trieste, 14 aprile 2015 - La Giunta regionale, su proposta dell´assessore alle Autonomie locali Paolo Panontin, ha approvato il 10 aprile in via definitiva il disegno di legge di revisione del Consiglio delle autonomie locali. "L´intesa che abbiamo raggiunto a larga maggioranza nell´ultima seduta del Cal era il segnale che abbiamo trovato un punto di equilibrio e sintesi dopo un lungo periodo di confronto e approfondimento con lo stesso Consiglio e con l´Anci. La Giunta con questo testo ha fornito tutte le risposte alle esigenze manifestate dal mondo delle autonomie", ha dichiarato Panontin, precisando che resta ancora solo una partita aperta. "Sulla richiesta dell´Anci di trovare all´interno dello statuto la possibilità di rafforzare il ruolo del Consiglio sono doverosi ulteriori approfondimenti", ha commentato, ricordando che con l´approvazione odierna "sarà possibile approdare in Aula a fine mese". Rispetto al testo iniziale la Giunta ha tenuto conto delle indicazioni formulate dall´Ufficio di presidenza del Cal e dall´Anci che vanno nella direzione di una maggiore autonomia dell´organo - e conseguentemente ha previsto che la struttura operativa a supporto sia alle dipendenze funzionali del Presidente del Cal - inoltre ha confermato il mantenimento della rappresentanza dei Comuni e il riconoscimento della funzione di proposta legislativa estesa oltre che alla Giunta anche al Consiglio regionale. Il testo definitivo della legge prevede così modifiche all´articolo 2, dedicato alla definizione della composizione del Cal sulla base del nuovo assetto ordinamentale delineato dalla legge regionale 26/2014. Il Consiglio delle autonomie locali rimane un organo composto da enti ovvero dai Comuni individuati dalle rispettive Unioni Territoriali Intercomunali per la durata di un quinquennio. Il Cal si configura come organo permanente all´interno dell´ordinamento giuridico regionale che garantisce la rappresentanza dell´intero territorio. Si prevede che ai lavori del Consiglio partecipi il Sindaco del Comune individuato dalla singola Uti e, qualora sia impossibilitato a partecipare ai lavori del Cal, il Presidente della rispettiva Unione, con facoltà di delega. Il Cal risulta pertanto un organo permanente in cui viene attribuita rilevanza alla caratteristica istituzionale della rappresentanza e non all´appartenenza politica o alle qualità soggettive dei componenti. "In questo modo si valorizza il Comune e, allo stesso tempo, disponendo che ciascuna Unione individui un Comune all´interno dell´Unione stessa, si garantisce la rappresentatività territoriale dell´intero territorio regionale, unitamente ad una stretta correlazione tra ente Comune e rispettiva Unione territoriale intercomunale", spiega Panontin. Altra modifica rispetto al testo iniziale riguarda il funzionamento del Consiglio (art.5): viene previsto, infatti, che per la validità delle sedute vi debba essere la presenza della maggioranza dei componenti in carica e per l´adozione delle deliberazioni, la maggioranza dei presenti. Sempre all´articolo 5 si stabilisce che sia l´Amministrazione regionale (e, non come previsto in precedenza, la Direzione centrale Autonomie locali) a mettere a disposizione il personale e le risorse strumentali necessarie al funzionamento e alle attività del Consiglio delle Autonomie locali. Anche questa modifica va nella direzione di una auspicata autonomia della struttura invocata dall´Ufficio di presidenza nel corso del dibattito. Ulteriore novità riguarda il riconoscimento della funzione di proposta legislativa estesa non solo alla Giunta regionale ora anche ai consiglieri regionali (art.9, comma 4). Il Cal, una volta formulata una proposta legislativa approvata a maggioranza dei due terzi dei componenti, potrà sottoporla alla Giunta regionale, oppure potrà trasmetterla anche ai consiglieri regionali che potranno così assumere l´iniziativa legislativa. Infine, altre due modifiche riguardano il procedimento di formazione dell´intesa e di acquisizione del parere. Oltre infatti a ribadire il meccanismo della maggioranza dei presenti e non dei votanti in entrambe le fattispecie, vengono previste due clausole in caso di mancato raggiungimento dell´intesa o di parere negativo a tutela del Cal. All´articolo 11 comma 3 si prevede infatti che qualora entro venti giorni dal ricevimento dell´atto soggetto ad esame non si raggiunga l´intesa a seguito dell´intervenuta negoziazione tra le parti, la Giunta regionale può prescinderne ma lo può fare solo all´unanimità e con espressa e adeguata motivazione, dandone comunicazione al Cal e trasmettendo al Consiglio regionale gli atti che esprimono l´orientamento del Cal. All´articolo 12, comma 3 viene previsto che la Giunta regionale, nel caso in cui il parere del Cal sia negativo o nel caso in cui esso sia condizionato all´accoglimento di specifiche modifiche, può "forzare" e approvare comunque il provvedimento o non accogliere le modifiche proposte, ma lo può fare solo con decisione unanime e motivando lo scostamento dal parere del Cal.  
   
   
FVG, AUTONOMIE: ISTITUZIONE TAVOLO TECNICO PER COORDINAMENTO RIFORMA  
 
 Trieste, 14 aprile 2014 - L´assessore regionale alle Autonomie locali Paolo Panontin ha comunicato il 10 aprile alla Giunta la necessità di istituire, quale strumento di collaborazione e concertazione tecnica, un gruppo di lavoro sulla riforma degli enti locali. Il "Tavolo tecnico permanente per il coordinamento della riforma di cui alla legge regionale 26/2014", senza oneri a carico della Regione, avrà come compiti l´analisi, l´approfondimento e la formulazione di proposte in materia di sistemi informativi con particolare attenzione agli ambiti finanziario e di bilancio, della gestione del personale, della Centrale unica di committenza regionale e dello Sportello unico delle attività produttive. "L´articolato processo di attuazione della riforma del sistema degli enti locali richiede il compimento di numerosi adempimenti che vedono coinvolti e reciprocamente connessi la Regione e gli enti locali e assume dunque rilevanza strategica la capacità dell´Amministrazione regionale di coinvolgere nel processo l´intero sistema delle autonomie locali, non solo sotto il profilo politico, ma anche per quanto concerne gli aspetti tecnici", spiega Panontin. Sotto tale profilo, la legge 26/2014 prevede che l´attuazione della riforma regionale sia accompagnata dall´attività di un organismo tecnico - politico, l´Osservatorio per la riforma, composto da una rappresentanza della Giunta regionale e da rappresentanti delle Autonomie locali, cui sono attribuiti compiti di impulso e di monitoraggio del processo di attuazione, nonché di raccordo con gli analoghi organismi istituiti dalle altre Regioni per l´attuazione della legge 56/2014 (la cosiddetta Delrio). Con riferimento al settore della finanza locale tale coinvolgimento è garantito dal già istituito Tavolo tecnico permanente per la finanza locale che sta operando fattivamente e proficuamente, esaminando, approfondendo e formulando proposte di riforma legislativa dell´ordinamento finanziario degli enti locali da inserire nel disegno di legge regionale di riforma della finanza locale, in corso di definizione. "A questo punto del processo di riforma, anche in vista della prossima approvazione del Piano di riordino territoriale, appare fondamentale istituire un tavolo tecnico che presidi l´aspetto tecnologico che dovrà accompagnare la riforma e la costituzione delle Uti, al fine di renderla effettivamente operativa e garantire ai cittadini la continuità dei servizi", conclude Panontin. Per quanto riguarda la composizione del Tavolo, ne faranno parte: 9 dirigenti e funzionari regionali, 5 esperti di Insiel Spa, 3 componenti designati dall´Anci e 3 dirigenti o funzionari degli enti locali indicati dal Consiglio delle autonomie.  
   
   
GIOCO D´AZZARDO PATOLOGICO, LA GIUNTA REGIONALE DEL PIEMONTE APPROVA DISEGNO DI LEGGE PER IL CONTRASTO  
 
 Torino, 14 aprile 2015 - La Giunta regionale ha approvato ieri, su proposta degli assessori regionali alla Sanità, Antonio Saitta, e all’Istruzione, Gianna Pentenero, il disegno di legge per il contrasto al gioco d’azzardo patologico annunciato nelle scorse settimane. In Italia il fenomeno del gioco d’azzardo è rilevante, come si desume dalle statistiche dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ex Aams) relative alla quantità di denaro giocato. Il fatturato del gioco in Italia nell’anno 2011 è stato di 79,9 miliardi, di 86 miliardi nel 2012 e e 84,7 miliardi nel 2013. La spesa degli italiani negli ultimi anni si attesta a poco meno di 90 miliardi: in pratica è come se ogni italiano spendesse 1400 euro all’anno per tentare la fortuna. L’impatto sul Pil è passato dal 1,6% del 2001 al 6,5% del 2013, raggiungendo quasi l’equivalente del costo complessivo del Servizio sanitario nazionale. L’ Italia ha, in assoluto, la più alta densità di slot- machine di ogni tipo: 1 ogni 143 abitanti. La stima di persone con problematiche da gioco d’azzardo patologico (Gap) è estremamente difficile, a causa della variabilità dei criteri diagnostici e del non riconoscimento del problema da parte dei soggetti coinvolti. Il disturbo da gioco d’azzardo patologico rientra nella categoria diagnostica dei disturbi del controllo degli impulsi, descritta nella classificazione internazionale delle malattie dell’Organizzazione mondiale della sanità; “In Piemonte – dice l’assessore Antonio Saitta- la raccolta ha raggiunto 5,1 miliardi nel 2012, per stabilizzarsi a 5 miliardi nel 2013. A questi costi vanno associati i costi sociali legati all’impatto sulle famiglie, gli interessi economici da parte delle criminalità (usura, riciclaggio di denaro, irretimento dei giocatori, gestione del gioco illegale) ed i possibili reati commessi dai giocatori patologici stessi ( come ad esempio i reati di falsificazione, frode, furto, appropriazione indebita); i costi sanitari della presa in carico per la cura dei giocatori; i costi derivanti dall’impatto negativo sull’economia e sul mondo del lavoro Il fenomeno del gioco d’azzardo interessa il mondo giovanile, nonostante sia espressamente vietato ai minori di anni 18: la prevalenza del gioco d’azzardo patologico è stata stimata in circa l’8% nella popolazione tra i 15 e i19 anni. Se in Italia la stima dei giocatori d’azzardo patologici varia dallo 0,5% al 2,2% (dati Ministero della Salute), in Piemonte i casi conclamati e quindi presi in carico dai servizi che in ogni Azienda sanitaria si occupano delle dipendenze sono in prevalenza uomini, con una media di soggetti a rischio più alta di quella nazionale: nel 2013 sono stati trattati, presso i Servizi per la cura delle Dipendenze (Ser.d) del Piemonte, 1234 soggetti per gioco d’azzardo patologico.” “Negli ultimi anni - sottolinea l’assessore all’Istruzione Gianna Pentenero - sono state diverse le iniziative promosse dalla Giunta e dal Consiglio regionale per sensibilizzare la popolazione del Piemonte su queste tematiche, penso ad esempio ai progetti di prevenzione della salute ed educazione delle giovani generazioni che hanno riguardato almeno ottomila studenti piemontesi. Il ddl regionale nasce però dalla necessità di un intervento più strutturale che consenta a tutti i soggetti interessati, a vari livelli, di coordinarsi e di agire in un quadro meglio definito, anche per migliorare l’efficacia degli interventi. Tra le diverse azioni da mettere in atto, il disegno di legge regionale parla anche di azioni di informazione rivolte ai genitori e alle famiglie sui programmi di filtraggio e blocco dei giochi on line, i cui utenti sono spesso adolescenti non consapevoli dei rischi implicati in giochi che prevedono l’uso di denaro. Ciò che mi auguro è che gli stessi ragazzi diventino presto promotori verso i propri coetanei di azioni di dissuasione nei confronti del gioco d’azzardo”.  
   
   
PER IL PRESIDENTE DELLA CALABRIA OLIVERIO “OCCORRE ACCENDERE I RIFLETTORI SUL FENOMENO IMMIGRAZIONE”  
 
Catanzaro, 14 aprile 2015 - Il Presidente della Regione Mario Oliverio, intervenendo al convegno sul tema: “Accoglienza, buone prassi, integrazione”, a Sant’agata d’Esaro, ha detto: “La Calabria, terra di emigrazione ma anche di approdo e di accoglienza per eccellenza, ha necessità, più di altre regioni, di accendere i riflettori su una problematica importante, che è quella dell’accoglienza e dell’integrazione di quanti, disperati e perseguitati, sono costretti a fuggire dai loro paesi per trovare una speranza, un rifugio ed un futuro altrove. Rispetto ad un fenomeno che coinvolge migliaia di uomini e donne, molti dei quali perdono la vita in mare nel tentativo di ricostruirsi un futuro -ha proseguito Oliverio- non possiamo girare la testa e assumere atteggiamenti populisti, ma dobbiamo incalzare l’Europa a costruire un adeguato sistema di accoglienza e a stabilire relazioni sempre più intense con le aree di provenienza di questi disperati, la cui condizione è spesso frutto di miseria, sofferenza e squilibri. Bisogna concepire l’accoglienza, insomma, non come una offerta temporanea di ricovero, ma come un sistema di integrazione e di permanenza civile. Fare questo è possibile se c’è una corrispondenza da parte dell’Europa e del Paese. Gli enti locali e la Regione, da soli, non ce la possono fare. Nè si può pensare di continuare a costruire recinti dentro cui ammassare, come animali, migliaia di persone. Il sistema di accoglienza – ha aggiunto il presidente della Regione- deve essere adeguatamente sostenuto ed articolato sul territorio. In tal senso ci sono già alcune esperienze positive a cui guardare messe in piedi soprattutto dalla Chiesa, a cui va il nostro ringraziamento che, anche in questo campo, svolge una funzione di supplenza dello Stato. Bisogna smetterla di gridare strumentalmente “al lupo, al lupo” ed utilizzare il bisogno drammatico di questi esseri umani, facendo finta di non capire che questo atteggiamento lascia spesso questi disperati nelle mani della criminalità organizzata che prima ne organizza gli sbarchi e poi ne utilizza i bisogni, sfruttandoli e trattandoli come bestie. L’operazione di accoglienza, quindi, non deve e non può essere solo di carattere umanitario e di imprescindibile rispetto dei diritti umani, ma è anche interesse di sicurezza sociale e di creazione di un clima di convivenza e di coesione civile. Auspico –ha concluso il presidente della Regione- che la Commissione Parlamentare d’inchiesta sul sistema d’accoglienza e identificazione presieduta da Gennaro Migliore, che ringrazio per aver preso parte a questo incontro, possa al più presto rimuovere situazioni umanamente non più tollerabili e che, soprattutto in Europa, possa aprirsi una nuova stagione di attenzione, di civiltà e di rispetto umano e covile verso una problematica che, se non governata adeguatamente, rischia di esplodere e di ritorcersi contro il nostro Paese e la stessa Comunità Europea”.  
   
   
IMMIGRAZIONE, ASSESSORE LOMBARDIA: SCANDALOSO BANDO PREFETTURA MANTOVA  
 
Milano, 14 aprile 2015 - "Scandaloso". Usa una sola parola l´assessore regionale alla Sicurezza, Protezione civile e Immigrazione Simona Bordonali, per definire il bando da 4 milioni di euro promosso dalla Prefettura di Mantova "per accogliere i clandestini". "Quei soldi - ha detto - devono essere investiti per aiutare i disoccupati e gli esodati mantovani, così come gli stranieri regolari in difficoltà già integrati sul nostro territorio". "I dati ufficiali del Ministero dell´Interno - ha proseguito Bordonali - sono chiarissimi: nel 2015 solo il 7 per cento degli stranieri che hanno fatto richiesta d´asilo sono stati riconosciuti come rifugiati. E dunque come può la Prefettura proporre un tale bando"?. "Questi 4 milioni di euro, che saranno assegnati alle solite cooperative per nove mesi di accoglienza, - ha continuato l´assessore - rappresentano un sonoro schiaffo a coloro che vivono sulla propria pelle gli effetti della crisi economica". "Mi auguro che i Mantovani - ha concluso Bordonali - facciano sentire la propria voce, per chiedere il sostegno di uno Stato centrale ormai sempre più lontano dalle esigenze del territorio e dalle necessità sociali della popolazione".  
   
   
BOLZANO, PIANI DI PARITÀ: L´ASSESSORA PROVINCIALE INCONTRA LA CONSIGLIERA  
 
Bolzano, 14 aprile 2015 - La parità di genere nell’Amministrazione provinciale, l’attuazione della legge provinciale del 2010 sulla parificazione della donna, l’elaborazione dei relativi piani: questi i temi al centro del colloquio del 10 aprile a Bolzano fra l’assessora provinciale Waltraud Deeg e la consigliera di parità Michela Morandini. L´amministrazione provinciale deve elaborare dei piani per la promozione della parità fra i generi, i cosiddetti piani per la parità, in base alla legge provinciale 2010 sulla parificazione della donna. Di questi piani quinquennali hanno discusso l´assessora Deeg, la consigliera di parità Morandini e il direttore generale Hanspeter Staffler. Nell´amministrazione provinciale la componente femminile supera il 60%, nelle cariche dirigenziali sono un quarto dei Direttori di dipartimento, solo il 22% nelle direzioni di Ripartizione e meno di un terzo nelle direzioni di Ufficio. Si tratta in prevalenza di impiegate che lavorano a tempo parziale. "Nella sua veste di maggior datore di lavoro in Alto Adige la Provincia ha tra le sue priorità la promozione della parificazione tra donna e uomo, l´eliminazione di situazioni penalizzanti e l´impegno a conciliare nel miglior modo possibile il lavoro con la famiglia, sia per la donna che per l´uomo", ha sottolineato l´assessora Deeg. I piani per la parità quinquennali, che vengono elaborati dalla consigliera di parità con il sostegno degli uffici provinciali competenti e aggiornati annualmente, sono uno strumento importante per cancellare o ridurre le disparità, ha aggiunto Deeg. La consigliera Morandini ha informato l´assessora sull´attività finora svolta e sui piani in elaborazione. Tra i suoi compiti figurano il contrasto alle discriminazioni sul posto di lavoro basate sul genere di appartenenza e la proposta di misure atte a realizzare la parità fra i generi nell´ambito del lavoro. "In questo lavoro di programmazione, uno stretto contatto operativo con l´Assessorato al Personale e alla famiglia e con la Direzione generale, anche alla luce della riforma dell´Amministrazione provinciale, è particolarmente necessario", ha concluso l´assessora Deeg.  
   
   
ANZIANI: FIRMATO PROTOCOLLO TRA REGIONE UMBRIA, ANCI E OO.SS. PENSIONATI  
 
Perugia, 14 aprile 2015 – Formalizzare un rapporto di collaborazione per la realizzazione di interventi, progettualità per riconoscere il ruolo delle persone anziane nella comunità umbra valorizzandone le esperienze: con questo obiettivo è stato firmato a Perugia un Protocollo d´intesa tra la Regione Umbria, l´Anci regionale dell´Umbria, il sindacato pensionati Spi/cgil, la Federazione nazionale Pensionati Fnp/cisl, l´Unione italiana lavoratori pensionati Uilp/uil dell´Umbria. Attraverso l´accordo, si intende proseguire il metodo della concertazione, della condivisione e della partecipazione tra la Regione Umbria, le Oo.ss. Dei pensionati Spi Fnp Uilp e l´Anci, al fine di riconoscere il ruolo delle persone anziane nella comunità, valorizzando quelle che sono le esperienze formative, cognitive, professionali ed umane accumulate nel corso della vita, e al contempo, perseguire lo sviluppo di azioni che promuovano l´impegno delle persone anziane in ruoli di cittadinanza attiva, responsabile e solidale, favorendo così la realizzazione di progettualità utili alla comunità, che interfaccino le problematiche intergenerazionali e interculturali, considerando sempre la persona anziana come risorsa per l´intera società. La Regione Umbria si impegna a favorire e sviluppare la cultura degli anziani, per un maggiore inserimento nella vita sociale e culturale avvalendosi delle Università della Terza Età, delle Università popolari, dei Centri socioculturali dei Centri culturali e sportivi, fornendone una mappatura e prevedendo anche la realizzazione di un vademecum da diffondere su tutto il territorio regionale. Inoltre, con riferimento al Piano Regionale di Prevenzione 2014-2018, la Regione s´impegna a sostenere e favorire corretti stili di vita e a proseguire l´attività di aggiornamento del Portale web facilitato"Argentovivoumbria", già on-line dall´ottobre 2014, garantendo l´inserimento delle informazioni utili alla popolazione over 65, nonché a continuare la promozione e la valorizzazione delle esperienze formative, cognitive e professionali delle persone anziane, anche attraverso il trasferimento del loro sapere alle giovani generazioni. Tra gli obiettivi dell´accordo è previsto anche il contrasto e l´impegno per la riduzione del rischio della dipendenza da gioco d´azzardo patologico, fenomeno che colpisce tra gli altri, anche la popolazione over 65. L´anci regionale si impegna a promuovere e sostenere la realizzazione dei Piani Territoriali per l´invecchiamento attivo che definiscono azioni, interventi e servizi attuabili su scala regionale a cura delle Zone sociali. Nel corso dell´incontro la Regione Umbria ha condiviso con le Oo.ss e l´A.n.c.i., i risultati dell´attività di monitoraggio dei servizi e delle strutture, destinati ad anziani autosufficienti: attualmente in Umbria risultano 79 servizi per anziani autosufficienti di cui 48 residenze servite, 7 case quartiere, 24 gruppo appartamento, per un totale di 1081 posti a disposizione, di cui 983 autorizzati e 98 posti autorizzati in pronta accoglienza.