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GIOVEDI

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Notiziario Marketpress di Giovedì 16 Aprile 2015
PARLAMENTO EUROPEO: APERTURA DELLA SESSIONE DI APRILE A BRUXELLES  
 
Bruxelles, 16 aprile 2015 - I deputati hanno osservato un minuto di silenzio, in apertura della sessione, per i migranti annegati nel Mediterraneo e per le vittime dell´attentato di Al Shabab in Kenya. Il Presidente Schulz ha chiesto un impegno internazionale per alleviare la difficile situazione dei rifugiati in Yarmouk. Tragedia al largo della costa libica - Il Presidente Schulz ha condannato l´ultima tragedia nel Mediterraneo, con oltre 400 rifugiati dispersi e presumibilmente annegati dopo che la loro imbarcazione si è capovolta al largo della costa libica. Ha reso poi omaggio all´impegno dei servizi di emergenza italiani che, solo nella scorsa settimana, hanno salvato più di 6.000 persone. Schulz ha chiesto un minuto di silenzio in memoria delle vittime, ma allo stesso tempo ha fatto appello alle istituzioni dell´Ue e agli Stati membri, responsabili della politica migratoria, incitandoli ad affrontare le cause delle ripetute tragedie in mare, sottolineando che i minuti di silenzio non forniscono soluzioni. "La frontiera mediterranea dell´Europa è il confine più letale del mondo" ha evidenziato, esortando l´intera Ue a fare tutto il possibile per affrontare queste problematiche. Attentato di Al Shabab contro gli studenti in Kenya - Schulz ha invitato i deputati, che si sono alzati per tributare un minuto di silenzio, di ricordare anche le vittime, gli amici e i parenti del recente attacco terroristico di Al Shabab all´università di Garissa in Kenya. Questa non è la prima volta che il gruppo terroristico attacca vittime innocenti - ha sottolineato - ricordando al Parlamento che la lotta contro il terrorismo è una lotta per difendere i valori democratici fondamentali. Campo profughi Yarmouk e conflitto in Siria - Il Presidente ha anche richiamato l´attenzione del Parlamento sulla difficile situazione dei rifugiati nel campo di Yarmouk a Damasco, dove la situazione umanitaria è catastrofica. Ha quindi auspicato che i civili, le donne e i bambini in particolare, siano risparmiati da tutte le parti in conflitto. Cambiamenti all´ordine del giorno - Il dibattito e la votazione sulla risoluzione in occasione dell´anniversario degli incendi nella fabbrica in Bangladesh e sul progresso del Pacchetto Sostenibilità del Bangladesh sono stati rinviati. Un dibattito sull´accordo tra l´Ue e il Messico sulle registrazione dei nomi dei passeggeri è stato aggiunto al programma di oggi e la seduta sarà pertanto estesa. Non ci sarà una risoluzione.  
   
   
IL PARLAMENTO EUROPEO APPROVA IL TRASFERIMENTO AL 2015 DEI FONDI UE PER I PROGRAMMI NAZIONALI CHE HANNO SUBITO RITARDI  
 
Bruxelles, 16 aprile 2015 - Il Parlamento approva mercoledì le modifiche proposte al bilancio dell´Unione europea per il 2014-2017, per finanziare 300 programmi nazionali che hanno subito ritardi nel 2014. Queste modifiche consentiranno di stornare al periodo 2015-2017 21,1 miliardi di euro in stanziamenti d´impegno non utilizzati nel 2014. Le modifiche erano state richieste dalla Commissione europea e sono state informalmente approvate all´unanimità dal Consiglio dei ministri. I 21,1 miliardi di euro in stanziamenti d´impegno, che rappresentano il 15% del bilancio 2014, riguardavano oltre 300 programmi operativi (il 47% di tutti i programmi operativi) in tutti gli Stati membri. Nel 2014, tali programmi non sono stati avviati per tempo nel 2014, perché si sono registrati ritardi nell´adozione delle norme che li disciplinano. Per l’Italia, circa il 66% dei fondi previsti per il 2014 non sono stati destinati a programmi: tali fondi saranno ora a disposizione per il 2015, 2016 e 2017. Le modifiche sono state approvate con 591 voti a 24 e 28 astensioni. Dubbi su pagamenti - Nel corso del dibattito, alcuni deputati hanno espresso preoccupazione sulla reale disponibilità di risorse per far fronte agli obblighi di pagamento derivanti dall´attuale livello di impegni. Prossime tappe - La prima tranche del 21.1 miliardi di euro sarà trasferita al 2015 da un progetto di bilancio rettificativo (Dab2/2015) che sarà votato in commissione per i bilanci il 16 aprile. Questa si aggiungerà ai 16.5 miliardi in stanziamenti d´impegno già disponibili per il 2015. Le restanti tranche, di 4,5 miliardi di euro per 2016 e di 100 milioni di euro per il 2017, dovranno essere approvate in progetti di bilanci rettificativi separati. Per ulteriori dettagli sugli stanziamenti non impegnati, vedasi la nota di approfondimento (in inglese). Il Consiglio dovrà adottare il 21 aprile la propria posizione ufficiale sulle modifiche al quadro finanziario pluriennale e sul progetto di bilancio rettificativo Dab2/2015.  
   
   
COME AIUTARE ECONOMY E RIFORMA DELL´UCRAINA E GROW  
 
Bruxelles, 16 aprile 2015 - Discorso alla manifestazione Bertelsmann Stiftung del commissaria ue Johannes Hahn: “ Illustri ospiti, signore e signori, Il titolo che abbiamo dato oggi è "Come aiutare Economy riforma dell´Ucraina e Grow" - che identifica correttamente che un futuro migliore per l´Ucraina può essere raggiunto solo attraverso il cambiamento audace e urgente. Chi ha ideato il nostro programma hanno aggiunto nel titolo che si tratta di "un banco di prova per l´Unione europea". Beh, forse. Le sfide del nostro vicinato orientale sono una prova di unità e di determinazione dell´Europa. Ma, come in tutti questi casi, è soprattutto l´Ucraina stessa che deve trovare la volontà e il coraggio di riforma e reinventarsi. In ogni caso, l´Ue sarà il giocatore chiave sostenere i necessari cambiamenti, e sono lieto di avere l´opportunità di parlare con voi oggi, di come l´Ue sostiene la transizione ucraina. La sfida della ripresa economica Come di studio che viene presentato oggi gli autori, mi sono sempre chiesto perché l´Ucraina non è più come la Polonia, o altre nazioni dell´Europa orientale. Sappiamo che nel 1991, l´Ucraina e la Polonia hanno registrato un Pil pro capite simile. Ora Pil polacco pro capite è tre volte superiore a quella in Ucraina. Variazione in Polonia necessaria volontà politica e scelte difficili, e la cooperazione tra i partiti politici, del governo e del Parlamento. E ´richiesto capacità tecnica e le squadre in grado di lavorare per periodi prolungati nel vedere lavoro attraverso. E ´richiesto un ampio sostegno in tutta la società. Sappiamo che l´Ucraina ha preso una strada diversa. Ma le condizioni non sono mai state così favorevoli come lo sono oggi, nonostante le pressioni enormi sull´economia, e la fragile situazione nella parte orientale. Contiamo sulla corrente pro-riforme e il governo filo-Ue, e la maggioranza nella Rada di agire ora e cogliere l´attimo. Le riforme sono difficili, e l´opposizione del pubblico ad alcuni cambiamenti necessari ma dolorosi deve essere affrontato. Questo richiede coraggio e leadership. L´ue cercherà di fare la sua parte nel garantire che l´Ucraina non mancano i mezzi per cambiare, se ha la volontà. Sostegno dell´Ue alle riforme fondamentali Stiamo sostenendo i nostri partner ucraini in ogni modo possibile, con i nostri Stati membri e dai nostri partner in Ifi, e il Fmi. Abbiamo già subito mobilitato un ampio - potrei dire senza precedenti - gamma di strumenti per rispondere alle esigenze s del paese. Dal Maidan abbiamo mobilitato circa 6 miliardi di € di prendere insieme macro assistenza finanziaria, aiuti e sostegno da parte delle istituzioni finanziarie europee. La maggior parte di questo sforzo di finanziamento è legata alle condizioni di riforma, che noi cerchiamo di coordinare con gli altri nella comunità dei donatori e degli investitori. L´ue e l´Ucraina hanno convenuto su 10 priorità di riforma nell´ambito dell´Agenda congiunta dell´Associazione e le nostre condizionalità contribuire a garantire il processo di riforma è guidato in avanti: le riforme costituzionali ed elettorali; lotta alla corruzione; riforma del sistema giudiziario; riforma della pubblica amministrazione; deregolamentazione; la riforma degli appalti pubblici; riforma fiscale; controllo; e la riforma del settore energetico. Il nostro supporto finanziario aiuta così a colmare il deficit di bilancio - ma prevede anche lo slancio per le modifiche necessarie per migliorare le prestazioni economiche dell´Ucraina e attrarre investimenti esteri diretti. E, accanto al sostegno finanziario, offriamo consulenze e pareri, attraverso la delegazione dell´Unione europea e una missione consultivo dell´Unione europea a Kiev, e di un gruppo di supporto dedicato per l´Ucraina con sede a Bruxelles. I nostri esperti contribuire a fornire assistenza tecnica per la stesura della nuova legislazione, e sostenendo i ministri per lo sviluppo di strategie di riforma in settori chiave come l´energia e l´agricoltura. Per fare un esempio: per diventare meno vulnerabili alle pressioni esterne, e tornare alla salute economica, l´Ucraina ha bisogno di costruire uno stato moderno robusta sostenuta dalla stato di diritto. L´ue ha messo in campo una serie di esperti al Consiglio giudiziario di riforma del presidente. Grazie a questo supporto l´Ucraina ha ora una strategia di riforma della giustizia in atto. Una nuova legge sul sistema giudiziario e lo statuto dei magistrati è stata adottata nel mese di febbraio. Esso stabilisce le regole chiare per la selezione, la nomina e la revoca dei giudici. Una nuova legge sui pubblici ministeri dovrebbe entrare in vigore a breve. Siamo pronti a identificare specialisti europei di consigliare l´attuazione della nuova legislazione, e sulla formazione di una nuova generazione di giudici e avvocati. Soprattutto, se l´Ucraina vuole una ripresa degli investimenti guidata e di inviare un segnale chiaro ai suoi amici, deve fare i conti con la corruzione. Un nuovo ufficio anticorruzione nazionale viene stabilita con il sostegno dell´Ue, per indagare sui casi di corruzione ad alto livello. La corruzione deve essere punito, ma più importante ancora, deve essere prevenuta e una nuova cultura professionale di apertura e trasparenza creato. Gli Stati membri e il gruppo di sostegno stanno contribuendo a stabilire banche dati elettroniche per un sistema di divulgazione delle attività e la verifica veramente trasparente. La prova del nove della lotta contro la corruzione sarà appalti pubblici e la privatizzazione delle imprese statali. Il gruppo di supporto sarà fornisce consulenze su come e-procurement - semplice, aperta e procedure trasparenti in linea - può combinarsi con una supervisione efficace per prevenire gli abusi. Energy è stata una delle principali fonti di corruzione, e un importante carico del bilancio dello Stato. Pertanto, al di là di intermediazione di un accordo sul gas tra Ucraina e Russia, l´Ue ha fornito consulenze per la riforma del settore del gas e molto altro ancora - ma tornerà più avanti nel mio intervento. La situazione in Oriente è il più grande deterrente per gli investitori, ma ci sono altre sfide importanti per le imprese e gli investimenti. Il nuovo ministro dello Sviluppo Economico e del Commercio sta lavorando per fare un falò di regolamenti obsoleti e requisiti di licenza - in linea con l´agenda di associazione all´Unione europea. Questo è molto gradito. Come parte di uno sforzo più ampio per riequilibrare l´economia ucraina dalla sua attuale dipendenza grandi imprese nelle mani di pochi, il competente Comitato Rada ha consultato la Commissione sullo sviluppo di una nuova legge a sostegno delle piccole e medie imprese . Entro la fine dell´anno ci aspettiamo di impegnare finanziamenti cospicui per un programma congiunto con la Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo Bers e la Banca europea per gli investimenti, per sostenere le Pmi e l´imprenditorialità nelle regioni dell´Ucraina. Per implementare e sostenere tutte queste riforme, l´Ucraina ha bisogno di un servizio civile moderna. Attraverso l´Organizzazione per la cooperazione economica e il funzionamento di sostegno allo sviluppo per il miglioramento dell´amministrazione e della gestione, (Ocse Sigma) e il nostro gruppo di sostegno, abbiamo strettamente consigliato su una nuova legge sul pubblico impiego, e sono ora impegnati nella formulazione di una riforma della pubblica amministrazione più ampio piano di riduzione esubero, e attirare personale adeguatamente qualificato e motivato. E ´difficile sopravvalutare la quantità di lavoro ancora da fare: ma mi piacerebbe mettere a voi che il cambiamento in Ucraina è possibile; sta succedendo; e sta accadendo con il sostegno indispensabile Ue. Il ruolo del commercio nello sviluppo economico dell´Ucraina Vorrei spendere due parole sul commercio. Il vostro studio riconosce, giustamente, che l´integrazione con la Russia e l´Unione europea ´non sono in linea di massima si escludono a vicenda´. Lo studio continua a suggerire che un almeno parziale ripristino di legami commerciali con la Russia e la cosiddetta Unione eurasiatica sarà importante per la ripresa economica dell´Ucraina, e che l´Ucraina dovrebbe puntare a diversificare i suoi mercati di esportazione e sviluppare le relazioni commerciali in molte direzioni . Facciamo capire bene: l´Unione europea non è in cerca di una relazione economica esclusiva con l´Ucraina, e non ha mai. Non c´è nulla nel nostro nuovo accordo che si fermava l´Ucraina di continuare ad esportare prodotti in Russia. Il ravvicinamento alle norme Ue non impedirà di trading Ucraina con la Russia: la stessa Ue rimane un importante partner commerciale per la Russia. Noi siamo di gran lunga la destinazione più importante per le esportazioni della Russia, e nulla da parte nostra ferma Russia di esportare e investire in Ucraina. L´accordo di associazione, insieme con la sua parte commerciale, con l´Unione europea lascia l´Ucraina libera di determinare la propria politica commerciale. L´ucraina ha già relazioni commerciali preferenziali con i membri dell´Unione economica eurasiatica nel quadro della Comunità degli Stati Indipendenti zona di libero scambio. Questi sono perfettamente compatibili con il globale e approfondita zona di libero scambio e non vi è alcun motivo per cui non dovrebbero essere mantenute. Così, l´Ue-ucraina Dcfta bilaterale non impone una falsa scelta Kiev. Quelli che dicono così sono sbagliate, e possono avere la propria agenda. Quello che il Dcfta fa fare, è aiutare l´Ucraina approssimativa a norme e standard di classe mondiale dell´Ue - come la Polonia ha fatto 20 anni fa - in modo che alla fine aumentare la sua competitività e gli investimenti esteri diretti. E, mentre l´Ue già unilateralmente rimosso la maggior parte delle tariffe nel mese di aprile 2014, l´Ucraina potrà beneficiare dei periodi di transizione dopo la Dcfta entrerà in vigore, prima di essere obbligato a corrispondere a questo completamente. Lasciatemi dire che l´Unione europea è stata attiva e aperta a discutere eventuali preoccupazioni della Russia. Siamo convinti che le eventuali preoccupazioni russo giustificata può già essere affrontato nell´ambito della flessibilità offerta dal Dcfta, così com´è. Ma, non vi è alcuna possibilità di rinegoziare l´accordo, che un gran numero di Stati membri ha già ratificato. Riforme del settore energetico cruciali per gli investimenti Il mio ultimo punto è energia, una zona di evidente interesse reciproco e per molti versi la prova del fuoco se l´Ucraina può dimostrare i pessimisti sbagliato, battere la corruzione e attirare investimenti. Una nuova legge sul gas è stato approvato nel mese di marzo, in realtà un po ´prima del previsto. Vi è un consenso su come ristrutturare società energetica statale Naftogaz. Ci sono voluti coraggio politico di adottare forti aumenti dei prezzi del gas, il riscaldamento e l´elettricità di recente. Il governo è ben consapevole della necessità di aumentare la trasparenza nel settore energetico anche per combattere la corruzione e aumentare i ricavi. Sono d´accordo con il vostro studio, che ciò richiederà un programma completo di misurazione nelle comunali, settori industriali e dei consumatori, e abbiamo bisogno di sostenere l´Ucraina in questo .. C´è ovviamente, molto altro lavoro da fare, non almeno nel settore dell´elettricità in cui la legislazione è ancora in fase di preparazione; e sull´efficienza energetica e le energie rinnovabili, in cui è urgente progredire. L´efficienza energetica è troppo spesso considerato come la fine morbida dello spettro di energia: ma, francamente, in caso di Ucraina è una questione di sovranità energetica - e più ampia la sicurezza del paese. Se l´Ucraina dovesse aumentare l´efficienza energetica a livello di media europea, un risparmio energetico annuo sarebbe di circa 34 miliardi di metri cubi (bcm) di gas naturale. Questo è più di tutto il consumo di gas in Spagna. E vorrebbe dire che l´Ucraina non aveva più tempo per l´importazione di gas. Basti pensare cosa significherebbe in termini di sicurezza nazionale. Ucraina utilizza tre volte più energia per produrre un´unità di Pil rispetto alla media Ocse. In queste condizioni è molto difficile per le imprese di essere competitive, e lo stato pietoso dell´economia ucraina è in parte dovuto al suo spreco di energia e la mancanza di investimenti nel settore. E tuttavia, l´Ucraina non ha un Piano di azione per l´efficienza energetica nazionale Il gruppo di supporto ha fornito consigli intensiva per l´Agenzia di Stato per l´efficienza energetica e per la Rada sull´introduzione della legislazione sull´efficienza energetica. Chiaramente la comunità internazionale dovrà aiutare con investimenti up-front necessari, e un certo numero di Stati membri dell´Unione europea e le istituzioni finanziarie internazionali stanno lavorando su questo. Come ho detto all´inizio, siamo in grado di offrire supporto e sarà, ma ci sarà bisogno di vedere una scelta chiara da parte del governo ucraino si per rendere questo un settore prioritario, e per prendere le misure necessarie per portare il settore privato a bordo. Signore e signori, Ci sono molte sfide che non ho potuto toccare oggi. In primo luogo, ovviamente, la necessità vitale per la realizzazione nella loro totalità del regime Minsk con il pieno rispetto del cessate il fuoco e il ritiro delle armi pesanti. Riforma costituzionale. Decentramento. Lo svolgimento di elezioni locali entro la fine dell´anno. Al vertice Ue-ucraina a fine mese l´Unione europea discuterà tutte queste sfide con i nostri partner ucraini al più alto livello, e il giorno dopo ci si unirà altri della comunità internazionale a dimostrare il nostro sostegno per l´Ucraina in una conferenza ospitata riforma dal Presidente. Credo che l´Europa deve assumersi le proprie responsabilità nel proprio quartiere ancora più proattivo. Non dobbiamo contare sugli altri, da altri continenti, per risolvere i nostri problemi. Se vogliamo dimostrare che l´Unione europea conta nel mondo, sicuramente è in casa nostra che dobbiamo cominciare. Come aiutare la riforma economia dell´Ucraina e crescere? La risposta è che dobbiamo dimostrare chi crede Ucraina incapace di cambiamento, destinato a corruzione e oligarchia, che si sbagliano. L´ue è completamente facendo la sua parte in questo: l´Ucraina deve anche fare i propri, senza precedenti, gli sforzi. Grazie per la vostra attenzione.  
   
   
UE APPROVA ESBORSO DI 100 MILIONI DI EURO IN ASSISTENZA MACROFINANZIARIA IN TUNISIA  
 
Bruxelles, 16 aprile 2015 - La Commissione europea, a nome dell´Unione europea (Ue), ha approvato l´erogazione di 100 milioni di euro, sotto forma di prestiti in Tunisia. Tale importo rappresenta la prima tranche di assistenza macrofinanziaria programma in Tunisia 300 milioni di euro (Mfa) approvato dalla Ue nel maggio 2014. Pierre Moscovici, Commissario europeo per gli affari economici e finanziari, Imposizione e doganale , ha dichiarato: "L´europa sta vivendo il suo impegno in Tunisia L´assistenza dovrebbe alleggerire i vincoli finanziari del paese in un momento in cui sta attraversando una transizione politica storica e l´attuazione. Un ambizioso programma di riforme economiche. Sosteniamo gli sforzi della Tunisia per mantenere la stabilità macroeconomica, mentre la creazione di una crescita più sostenibile e più posti di lavoro per la sua gente. " Questa assistenza è parte degli sforzi di altri donatori internazionali per aiutare la Tunisia a superare le sfide economiche e di Ue. Oltre ad un ambiente economico esterno debole, la Tunisia è anche confrontato con l´instabilità regionale e le minacce alla sua sicurezza interna. Il Mae appoggia il programma globale di risanamento economico e di riforme concordato tra la Tunisia e il Fondo monetario internazionale (Fmi), nel contesto dell´accordo di stand-by approvato dall´Fmi nel giugno 2013. Erogazione dell´Amf è legata alla realizzazione di un numero di misure di politica economica di cui in un protocollo d´intesa firmato dalla Ue e la Tunisia. Tale assistenza si aggiunge ad altre forme di assistenza dell´Ue e in particolare a più di 800 € di euro in sovvenzioni già forniti in Tunisia dopo la rivoluzione del 2011, così come le operazioni di prestito sostanziale da parte della Banca europea per gli investimenti. Sfondo di assistenza macrofinanziaria L´assistenza macrofinanziaria è uno strumento eccezionale risposta alle crisi dell´Ue a disposizione dei paesi partner limitrofi dell´Ue. Questa operazione è complementare all´assistenza fornita dal Fmi. Prestiti Amf sono finanziati mediante un prestito comunitario sui mercati dei capitali. I fondi sono quindi in prestito con condizioni finanziarie simili ai paesi beneficiari. Il pacchetto di aiuti per la Tunisia è stata proposta dalla Commissione Europea in data 5 dicembre 2013 e approvato dal Parlamento europeo e dal Consiglio il 15 maggio 2014 (decisione 534/2014 / Ue).  
   
   
CENTENARIO DEL GENOCIDIO ARMENO: DEPUTATI EUROPEI ESORTANO TURCHIA E ARMENIA A NORMALIZZARE LE RELAZIONI  
 
Bruxelles, 16 aprile 2015 - Il Pe, in una risoluzione votata mercoledì, ha sottolineato come l´Armenia e la Turchia dovrebbero approfittare del centenario del genocidio armeno per rinnovare le relazioni diplomatiche, aprire i confini e spianare la strada per l´integrazione economica. I deputati evidenziano la necessità per la Turchia di riconoscere il genocidio armeno, in vista di "una genuina riconciliazione". L’aula ha anche elogiato la dichiarazione di Papa Francesco del 12 aprile in onore del centenario del genocidio. I deputati invitano l´Armenia e la Turchia a "utilizzare gli esempi riusciti di riconciliazione tra le nazioni europee" attraverso la ratifica e l´applicazione, senza precondizioni, dei protocolli sulla creazione di relazioni diplomatiche, l´apertura delle frontiere e sul miglioramento delle relazioni, con particolare riferimento alla cooperazione transfrontaliera e all´integrazione economica. I deputati hanno anche elogiato la dichiarazione di Papa Francesco che “commemora il centenario del genocidio armeno del 12 aprile in uno spirito di pace e riconciliazione”. I deputati accolgono le dichiarazioni del Presidente e del Primo Ministro della Turchia, che porgono le loro condoglianze e riconoscono le atrocità perpetrate nei confronti degli armeni ottomani. Nel documento s’invita la Turchia a "utilizzare il centenario della commemorazione del genocidio armeno come un´opportunità importante" per aprire i suoi archivi, "venire a patti con il suo passato" e riconoscere il genocidio, così da spianare la strada a una "genuina riconciliazione tra i popoli turchi e armeni". Chiedono inoltre alla Turchia di svolgere "in buona fede" un inventario del patrimonio culturale armeno distrutto o rovinato nel corso del secolo scorso. Giornata della memoria internazionale per i genocidi - I deputati rendono omaggio alla memoria del milione e mezzo di vittime armene che "perirono nell´Impero Ottomano" cento anni fa. Infine, propongono che sia stabilita una "Giornata della memoria internazionale per i genocidi", al fine di "ricordare ancora una volta il diritto di tutti i popoli e di tutte le nazioni, in tutto il mondo, alla pace e alla dignità".  
   
   
ROM: I DEPUTATI EUROPEI CHIEDONO LA FINE DELLA DISCRIMINAZIONE E IL RICONOSCIMENTO DELLA GIORNATA COMMEMORATIVA DEL GENOCIDIO  
 
Bruxelles, 16 aprile 2015 - Il Parlamento ha chiesto, in una risoluzione approvata mercoledì, maggiore impegno per porre fine alla discriminazione, ai reati di odio e all´incitamento all´odio nei confronti dei rom. Chiede poi il riconoscimento del 2 agosto come Giornata della memoria dell´olocausto dei rom, per commemorarne il genocidio durante la Seconda guerra mondiale. Nella risoluzione approvata con 554 voti favorevoli, 13 contrari e 44 astensioni, i deputati esprimono la loro "profonda preoccupazione per la recrudescenza dell´antiziganismo, che si manifesta tra l´altro attraverso una retorica ostile ai rom e violenti attacchi contro i rom in Europa". I deputati sottolineano che la discriminazione dei rom è "incompatibile con le norme e i valori dell´Unione europea" e "costituisce un ostacolo importante a un´integrazione sociale di successo dei rom". I deputati invitano quindi i paesi dell´Ue ad attuare efficacemente la direttiva sull´uguaglianza razziale (2000/43/Ec) al fine di "prevenire ed eliminare le discriminazioni nei confronti dei rom, in particolare nei settori dell´occupazione, dell´istruzione e dell´accesso all´alloggio". Il Parlamento riconosce il fatto storico del genocidio dei rom, che è stato perpetrato durante la Seconda guerra mondiale, nonché altre forme di persecuzione, come la deportazione e l´internamento, e invita perciò gli Stati membri a fare altrettanto. Secondo le stime, almeno mezzo milione di rom sono stati sterminati dai nazisti e da altri regimi loro alleati e, in alcuni paesi, l´80% della popolazione rom è stata uccisa. Solo nella notte tra il 2 e il 3 agosto del 1944, 2.897 rom, soprattutto donne bambini e anziani, sono stati uccisi nel campo di zingari di Auschwitz-birkenau. Per commemorare questa atrocità, i deputati esortano a riconoscere il 2 agosto come "Giornata commemorativa dell´Olocausto dei rom europei", dedicata al ricordo delle vittime del genocidio. I rom sono la più grande minoranza etnica d´Europa. Si stima che tra i 10 e i 12 milioni vivano in Europa, di cui circa 6 milioni nell´Ue. La Giornata internazionale dei rom è stata celebrata l´8 aprile scorso.  
   
   
L´UE COME ATTORE GLOBALE  
 
Bruxelles, 16 aprile 2015 - La dimensione esterna dell´Ue è tra le più estese del mondo. L´ue, infatti, intrattiene relazioni diplomatiche con quasi tutti i paesi del mondo e il suo lavoro include la negoziazione di accordi commerciali e la cooperazione su questioni energetiche, sanitarie, climatiche e ambientali, spesso nell’ambito di organizzazioni internazionali come le Nazioni Unite. Gli ambiti d´intervento dell´Ue nel campo delle relazioni esterne sono ampi e riguardano un numero consistente delle politiche attuate dalla Commissione europea. Con questo articolo cercheremo di analizzare tutte le azioni dell´Ue a favore di una politica estera e di sicurezza. Quali sono i principali ambiti d´intervento dell´Ue al di fuori dei suoi confini? Contribuire alla pace: l´Ue ha dimostrato un forte impegno nella costruzione della pace tra i popoli in diverse occasioni. Una di queste è avvenuta durante la guerra nei Balcani dove l´Ue ha avuto un importante ruolo di mediatore nel dialogo tra Serbia e Kosovo contribuendo, di fatto, alla stabilizzazione della regione dei Balcani occidentali. Attualmente l´Ue sta lavorando al processo di pace di uno dei conflitti più duraturi e sanguinari della storia ovvero quello tra Israele e Palestina. L´obiettivo dell´Ue, che lavora in cooperazione con Stati Uniti e Russia al processo, è quello di arrivare alla soluzione di una coesistenza pacifica di due Stati indipendenti e democratici. Sostenere lo sviluppo dei Paesi in difficoltà: con le sue donazioni, l´Ue è diventato il più importante donatore in termini d´aiuto allo sviluppo del mondo. È importante fare una distinzione tra aiuti umanitari e protezione civile. Nel primo caso gli aiuti umanitari sono destinati specificamente ai Paesi in via di sviluppo e vengono forniti attraverso lo strumento di aiuto umanitario che finanzia le operazioni di emergenza, in particolare allo scopo di assistere, soccorrere e proteggere le popolazioni; fornire aiuti alimentari e sostegno agli sfollati; sostenere le azioni di preparazione alle catastrofi e di ripresa in seguito a una crisi. Nel 2013 la Commissione ha erogato 1,353 miliardi di euro in aiuti umanitari a 124 milioni di persone in oltre 90 paesi terzi. Nel secondo caso la Commissione risponde a emergenze di tipo umanitario e quelle legate a catastrofi naturali mettendo in campo un vero e proprio meccanismo di protezione civile. Anche in questo caso l´intervento della Commissione europea è distribuito su quasi tutti i Paesi dei cinque continenti. Implementare la politica di vicinato (Pev): l´Unione europea intrattiene relazioni di vicinato con i Paesi a est e a sud che confinano con i Paesi membri Ue. Il principale obiettivo della Pev è quello di garantire la sicurezza ai propri confini. Tuttavia queste relazioni hanno una grossa rilevanza sul campo delle relazioni diplomatiche e commerciali dell´Ue con i Paesi vicini. L´ue offre ai suoi vicini relazioni preferenziali sulla base di un impegno reciproco verso valori comuni (democrazia e diritti umani, stato di diritto, buon governo, principi di un´economia di mercato e sviluppo sostenibile). Proprio per la politica di vicinato è in corso una consultazione pubblica al fine di revisionare le azioni della Pev e un migliore utilizzo dei suoi strumenti in una situazione di grave instabilità geopolitica dei Paesi che intrattengono relazioni di vicinato con l´Ue. Anche in questo caso bisogna fare un´importante distinzione tra politica europea di vicinato e allargamento. La politica per l´allargamento è quella che riguarda l´accesso di quelli che saranno i futuri Paesi membri dell´Ue. Il processo, definito dai criteri di Copenhagen (art. 49 Trattato di Lisbona) ha lo scopo di preparare i Paesi candidati ad assumere i propri obblighi di Stati membri all’atto dell’adesione. Il processo di stabilizzazione e associazione dell´Ue è invece volto a ravvicinare gradualmente, nel tempo, il sistema legislativo e normativo dei potenziali paesi candidati a quello dell’Ue. Garantire l´applicazione dei diritti umani in collaborazione con l´Onu: L´ue intrattiene le sue relazioni diplomatiche avendo come punto di riferimento fermo il rispetto dei diritti umani. La sua azione a difesa dei diritti umani è dimostrata dall´intervento a risoluzione di crisi umanitarie e nella sua partecipazione ai numerosi forum delle Nazioni Uniti. A tal proposito, il rapporto con le Nazioni Unite è esplicitato nel trattato di Lisbona. Sostenere le azioni di lotta ai cambiamenti climatici: l´Unione europea è stata fondamentale e strumentale ai negoziati che si sono tenuti a Kyoto e sta spingendo per un accordo che miri a tenere i livelli di riscaldamento globale sotto il 2% rispetto al periodo pre-industriale. L´ue è tra i maggiori sostenitori degli sforzi Onu a favore di accordi in tema di cambiamento climatico e lo ha dimostrato attraverso l´implementazione delle sue azioni a favore del clima all´interno e all´esterno dei suoi confini. In particolare gli obiettivi prefissati dalla Commissione europea sono quelli di: -ridurre di almeno il 40% entro il 2030 le emissioni di gas serra rispetto ai livelli del 1990. Questo obiettivo è stato reso ancora più ambizioso per il 2050 dove i leader europei hanno fissato l´obiettivo a 80-95% in meno rispetto ai livelli del 1990; -per far questo l´Ue necessità di strumenti che misurino i risultati e di politiche che al contempo siano volte all´efficienza energetica degli Stati membri; -l´Ue è sostiene economicamente la lotta ai cambiamenti climatici intrapresa dai Paesi in via di sviluppo. Il suo contributo tra il 2010 e il 2012 ammonta a 7,3 mld di euro. Parlare a una sola voce nel commercio internazionale: L´ue è uno dei principali attori nell´ambito del commercio internazionale. L´ue ha una competenza esclusiva sul commercio e la sua azione non riguarda soltanto i beni ma anche i servizi, gli aspetti commerciali della proprietà intellettuale, gli investimenti diretti esteri (Ide), i trasporti e i movimenti di capitali. L´ue sta negoziando un accordo per il commercio e gli investimenti con gli Usa. L´accordo, più noto con il suo acronimo Ttip (Transatlantic Trade and Investment Partnership), mira ad aprire il mercato europeo agli Stati uniti e alle aziende statunitensi, a ridurre gli oneri amministrativi per le imprese esportatrici, definire le nuove norme per rendere più agevole ed equo esportare, importare e investire oltreoceano. Uno studio indipendente dimostra che il Ttip porterebbe ai Paesi Ue vantaggi quali: creazione di posti di lavoro e rilancio della crescita Ue; una riduzione dei prezzi per i consumatori e una scelta di prodotti più ampia. Tuttavia sono numerosi i timori che aleggiano sull´impatto dei negoziati del Ttip sulla vita di tutti i giorni. A tal proposito la Commissione europea ha messo a disposizione diversi mezzi di informazione e di consultazione riguardanti il Ttip utili ai cittadini.  
   
   
FIRENZE: AL VIA LA SPERIMENTAZIONE SUL CENSIMENTO PERMANENTE LA “RILEVAZIONE SPERIMENTALE DI CONTEGGIO DELLA POPOLAZIONE E DELLE ABITAZIONI” CHE RIGUARDERÀ SOLO UN CAMPIONE DI 4.700 FAMIGLIE RESIDENTI NEL NOSTRO COMUNE  
 
Firenze, 16 aprile 2015 - È partita anche la “Rilevazione sperimentale di Conteggio della popolazione e delle abitazioni” che riguarderà solo un campione di 4.700 famiglie residenti nel nostro Comune. L’istat ha progettato il censimento permanente della popolazione e delle abitazioni con l’obiettivo di produrre informazioni a livello territoriale a cadenza annuale anziché decennale. Questo consentirà una forte riduzione dei costi, un minore disturbo per le famiglie e un impatto organizzativo meno oneroso per i Comuni, che affiancano l’Istat nell’esecuzione del censimento. Nell’ambito delle attività preparatorie all’introduzione del censimento permanente della popolazione e delle abitazioni l’Istat ha progettato una rilevazione sperimentale allo scopo di mettere a punto l’organizzazione, i metodi e le tecniche previste per l’effettuazione dell’operazione. Il Comune di Firenze rientra fra quelli coinvolti nella fase sperimentale. Le rilevazioni saranno due. Una sarà dedicata alla verifica quantitativa della consistenza dell’anagrafe della popolazione residente, cioè quanto l’anagrafe sia affetta da errori di sovracopertura o di sottocopertura. L’altra sarà dedicata alla raccolta dei dati sulle caratteristiche economiche e sociali della popolazione, compresi alcuni aspetti sulle condizioni di vita, e alle caratteristiche delle abitazioni e degli edifici. Proprio per mettere a punto una macchina così complessa sono state avviate due indagini sperimentali, denominate C-sample (conteggio) e D-sample (dati) per testare le metodologie, le procedure e i tempi. In questi giorni a Firenze prende avvio l’indagine sperimentale C-sample, per la quale sono stati selezionati 22 dipendenti comunali, riconoscibili per il cartellino di riconoscimento, che saranno sul campo nelle 56 sezioni campione (circa 4.700 famiglie con circa 9.000 componenti), affiggeranno avvisi negli androni dei palazzi interessati dalla rilevazione e lasceranno nella buchetta della posta una lettera informativa per la famiglia. Dalla prossima settimana cominceranno le visite presso le abitazioni per compilare un breve questionario. I rilevatori saranno dotati di computer portatili e tablet con i quali provvederanno, insieme alle famiglie, alla compilazione dei questionari. Per la massima sicurezza dei cittadini, saranno dotati di un tesserino plastificato con fotografia, rilasciato dall’Istat, timbrato e firmato dal Comune di Firenze. In ogni caso, qualora sorgessero dubbi o domande, i cittadini possono telefonare al numero verde Istat 800.13.94.00 o al Comune di Firenze. Infatti, oltre che sulla visita dei rilevatori, i fiorentini possono contare sul supporto garantito dall’ufficio comunale di statistica, che si trova in via de’ Perfetti Ricasoli 74, con orario dal lunedì al venerdì dalle 8,30 alle 18,00. E’ possibile telefonare ai numeri 055 328 2203 – 2257 nei medesimi orari, oppure inviare una email a censimento@comune.Fi.it . A partire dalle prossime settimane prenderà avvio anche la rilevazione sperimentale D-sample, con caratteristiche molto diverse. A casa delle circa 2.900 famiglie residenti estratte per sorteggio verrà recapitata per posta ordinaria una lettera dell’Istat con le credenziali per compilare il questionario censuario direttamente via internet. Anche in questo caso, i cittadini che avranno necessità potranno rivolgersi di persona o per telefono all’ufficio comunale per un supporto nella compilazione. Il termine per la conclusione della rilevazione C-sample è fissato al 14 giugno. Quello per la rilevazione D-sample al 7 luglio.  
   
   
VALLE D’AOSTA: ELEZIONI COMUNALI: 122 LISTE A CONFRONTO IL 10 MAGGIO IN 68 COMUNI  
 
Aosta, 16 aprile 2015 - La Presidenza della Regione comunica che i lavori della Commissione elettorale circondariale e della Sottocommissione elettorale circondariale si sono svolti regolarmente, senza il riscontro di violazioni o omissioni nelle 122 liste e nelle candidature (1.689) presentate, ad eccezione dell’accertamento del mancato rispetto delle quote in rappresentanza dei due generi previste dalla normativa regionale vigente da parte della lista civica Quart. In meno di 24 ore sono stati controllati i 1.689 candidati e i rispettivi certificati di iscrizione nelle liste elettorali. Verifica agevolata dall’intenso lavoro effettuato dai segretari e dai dipendenti dei Comuni interessati alle consultazioni del 10 maggio 2015.  
   
   
POST EXPO: “COINVOLGERE IL GOVERNO È UN´OPPORTUNITÀ”  
 
Milano, 16 aprile 2015 - “Siamo contenti che il presidente Roberto Maroni si sia convinto dell´opportunità di coinvolgere il Governo nel progetto per lo sviluppo del post Expo. Opportunità da tempo sostenuta dall´Amministrazione comunale, che reputa necessario un ripensamento delle modalità di gestione degli interventi sull´area di Rho Pero, che non può prescindere da una forte regia pubblica”. Lo ha detto il vicesindaco di Milano, Ada Lucia De Cesaris, che ha aggiunto: “Nel frattempo concentriamoci per la chiusura della gara per individuare il soggetto competente a comporre gli elementi del progetto futuro e le diverse opportunità che si stanno prospettando, ricerca, università, tecnologia e verde".  
   
   
ASSUNTI A TEMPO INDETERMINATO IN REGIONE PIEMONTE TRE LAVORATORI DISABILI  
 
Torino, 16 Aprile 2015 La Regione Piemonte ha siglato in data 23 settembre 2014 una Convenzione con la Provincia di Torino, Servizio programmazione politiche per il lavoro e inserimento lavorativo disabili, per l’assunzione di 29 disabili fisici e psichici entro il 2021, di cui 23 entro il 2018. La Convenzione è stata redatta con lo scopo di assumere il personale in modo graduale, curandone con attenzione l’inserimento e scegliendo settori dell’amministrazione in cui i lavoratori possano essere valorizzati e in cui si possa prestare attenzione alle loro abilità prima ancora che alle loro disabilità. Le assunzioni attingeranno inoltre da diverse graduatorie, ivi comprese quelle riguardanti persone con disabilità gravi, anche psichiche , il cui inserimento nel mondo del lavoro spesso non si realizza. La Convenzione, atto di responsabilità e programmazione dell’amministrazione regionale, prevede anche la costituzione di una Commissione Giudicatrice con lo scopo di verificare la compatibilità con le mansioni da svolgere, in ottica di ulteriore tutela per i lavoratori. Il 15 aprile 2015, i primi tre lavoratori hanno firmato alla presenza dell’assessore al personale Giovanni Maria Ferraris il contratto di lavoro a tempo indeterminato con la Regione Piemonte . “Un momento emozionante – ha dichiarato l’assessore Ferraris -, di grande felicità per tutti i presenti. Oltre alla gioia che ho letto nei volti dei tre lavoratori, ho potuto apprezzare l’impegno e la dedizione degli Uffici, che hanno lavorato alla Convenzione e lavorano alle assunzioni con impegno e professionalità.” “I lavoratori assunti oggi – continua Ferraris – verranno inseriti in un ambiente lavorativo rispettoso delle loro caratteristiche e potenzialità, in grado di valorizzarne appieno le caratteristiche professionali ed umane.”  
   
   
CIC: REGIONE PIEMONTE IMPEGNATA A GARANTIRE CONTINUITA´ DEI SERVIZI E POSTI DI LAVORO  
 
Torino, 16 aprile 2015 - “La Regione Piemonte, attraverso Csi, si impegnerà ad assicurare innanzitutto la continuità dei servizi erogati da Cic, e dei livelli occupazionali ad essi connessi, con particolare attenzione alla salvaguardia delle competenze professionali”. È quanto ha dichiarato l´assessore al Lavoro, Gianna Pentenero, in relazione alla notizia di un percorso liquidatorio avviato dal Consorzio, che porterà il liquidatore Giuseppe Inzirillo ad attivare la procedura di mobilità per tutti i dipendenti, come atto dovuto. “La procedura di mobilità – ha aggiunto Pentenero - rappresenta una fase di transizione all´interno di un più ampio ragionamento avviato dalla Regione con tutti i soci del Cic (tra cui Csi, Asl To4, comune di Ivrea, Città Metropolitana). Obiettivo è la definizione di un piano teso a garantire la continuità dei servizi già erogati”.  
   
   
GIOCO D´AZZARDO, MILANO: BENE APERTURA GOVERNO SU DISCIPLINA ORARI, CONTRASTO A INFILTRAZIONI MAFIOSE E REGOLAMENTAZIONE PUBBLICITÀ  
 
 Milano, 16 aprile 2015 - “Aperto e costruttivo il confronto quest´oggi con il sottosegretario Pierpaolo Baretta, che ha accolto la richiesta di incontro avanzata dagli enti territoriali, in particolare dal coordinamento dei Comuni lombardi, impegnati contro il gioco d´azzardo patologico, che sempre più si sta configurando come una vera emergenza sociale”. Così il vicesindaco di Milano Ada Lucia De Cesaris e il vicesindaco di Pavia Angela Gregorini, al termine del colloquio svoltosi presso la sede del Ministero delle Finanze e dell´Economia a Roma. Il sottosegretario ha comunicato l´intenzione del governo di ascoltare le istanze degli enti locali, al fine di definire una disciplina attenta anche alle esigenze e competenze territoriali, valutando le esperienze in corso e i risultati raggiunti. “La maggiore criticità rimane la disciplina delle distanze dai luoghi sensibili, ma ci sarà modo e tempo per approfondire ulteriormente questo tema, anche nel confronto che si vuole allargare a tutto il territorio nazionale”, continuano De Cesaris e Gregorini. “Molto vicine, invece, le posizioni sulla disciplina degli orari, sull´introduzione di tutte le misure idonee a combattere le infiltrazioni mafiose nel settore e sull´opportunità di intervenire per regolamentare in modo serio la pubblicità. Attendiamo ora le prossime occasioni di incontro per continuare questo lavoro di condivisione”.  
   
   
IMMIGRATI: FVG CONSAPEVOLE EMERGENZA MA PREOCCUPATI  
 
Trieste, 16 aprile 2015 - "Siamo consapevoli che il territorio del Friuli Venezia Giulia sta già oggi accogliendo un numero di certo significativo di richiedenti asilo, ma riteniamo, accettiamo e comprendiamo, pur con molta preoccupazione, che in questo momento d´emergenza anche la nostra regione sia chiamata ad ospitare un certo numero di nuovi profughi, che giungono da terre martoriate dai conflitti". Per l´assessore regionale alla Cultura e alla Solidarietà Gianni Torrenti dunque, a fronte dei 100 richiedenti che tra ieri e oggi sono giunti e giungeranno in regione, "il Friuli Venezia Giulia deve fare la propria parte, tenendo anche conto che comunque da oltre sei mesi non giungevano da noi nuovi profughi e che nelle scorse settimane peraltro erano partiti verso altre destinazioni extraFvg circa duecento persone, già precedentemente accolte". "Valutiamo però - ha aggiunto l´assessore Torrenti - che sarebbe stato più opportuno assorbire sul territorio questi nuovi arrivi dopo il già programmato incontro con le quattro Prefetture per il prossimo 21 aprile, alla presenza del prefetto Mario Morcone, responsabile del dipartimento per le Libertà civili e l´Immigrazione del ministero dell´Interno". "Ribadiremo nuovamente in quella sede che il Friuli Venezia Giulia si trova a dover gestire anche i flussi di profughi che ci giungono via terra, un problema di cui comunque lo Stato è edotto, facendo rientrare questi ´numeri´ nel conteggio delle quote spettanti al Friuli Venezia Giulia", ha osservato Torrenti.  
   
   
BASILICATA - MIGRANTI, PITTELLA: NON POSSIAMO VOLTARE LA TESTA DALL’ALTRA PARTE  
 
Potenza, 16 aprile 2015 - Di seguito la dichiarazione del presidente della Regione Marcello Pittella: “Dinanzi alla nuova tragedia che in queste ore si sta consumando nel Mediterraneo, con i barconi della speranza trasformati in bare galleggianti e i cadaveri dei migranti buttati in pasto ai pescecani, l’Italia e l’Europa non possono voltare la testa dall’altra parte o, ancora peggio, come taluni propongono, chiudere a doppia mandata la porta dell’accoglienza. A fronte di uno Stato che si dice pronto a fare la propria parte e che, attraverso il presidente del Consiglio dei Ministri, Matteo Renzi, si appella alla solidarietà nazionale, le Regioni non possono abdicare alla propria dignità istituzionale, rinunciando ad affrontare, con rigore e senso di responsabilità, un problema di natura umanitaria che riveste, al contempo, una grande valenza economica e sociale. I migranti che sbarcano sulle nostre coste non sono il frutto di una pestilenza biblica. Né vanno considerati come i nemici non dichiarati di un benessere conquistato a fatica, e come tali da bloccare alle frontiere con gli strumenti che sono propri di un Paese in guerra. Se c’è una guerra da combattere e vincere è quella contro la povertà, da un lato, e contro l’egoismo, il cinismo e la facile demagogia politica, dall’altro, tanto in Italia quanto in Europa. Non si tratta di fare del buonismo a buon mercato. Ma di affrontare, con la consapevolezza che è propria delle Istituzioni democratiche, il tema vero del terzo millennio. Che è quello del rapporto tra sviluppo sostenibile e solidarietà, in un mondo globalizzato in cui non c’è frontiera che tenga quando la fame e la disperazione sono la molla che fanno muovere grandi masse da un punto all’altro del pianeta. Le Regioni d’Italia, ed in particolare quelle del Sud, chiamate più di altre, in questi anni, a svolgere il ruolo di “front office” dell’accoglienza, faranno proprio, ne sono sicuro, l’appello del Governo. E lo faranno non solo perché a chiederlo sono Renzi, la Chiesa, il Papa, la nostra stessa coscienza. Lo faranno perché conviene al Mezzogiorno. Conviene alle Regioni del Sud fare da “ponte” tra il Nord Africa e l’Europa, in un processo virtuoso di integrazione e sviluppo. Da questo punto di vista, la Basilicata dà, sin d’ora, la propria disponibilità a raddoppiare, al termine di un percorso programmato con Ministero, Prefetture e Comuni, il numero dei migranti attualmente ospitato sul territorio regionale. Siamo pronti a passare, a regime, da mille a duemila unità. Distribuendo i migranti, in piccoli gruppi omogenei, in tutti, o quasi, i paesi della regione. Facendoli accogliere dalle cooperative che operano nei nostri Comuni. Creando quindi anche nuove opportunità di lavoro per i nostri giovani e chiedendo, a chi verrà ospitato, di rendersi utile e di sottoporsi ad un percorso di formazione per imparare un mestiere e con esso anche la lingua italiana. La Basilicata è pronta a fare da Regione-pilota, perché sa di avere le competenze per farlo, a valle della costituzione di un Organismo di coordinamento per gli immigrati e rifugiati, istituito con delibera di giunta dello scorso 24 febbraio e della nuova legge regionale sui rifugiati attualmente all’esame del Consiglio. E perché sa che oltre alle competenze vi sono la passione, il coraggio e la voglia di tanti sindaci, amministratori locali, Caritas, Cri, volontari di mettersi in gioco per diventare punto di riferimento in Italia e nel Mezzogiorno grazie ad un grande piano di accoglienza di lavoratori, rifugiati e minori. Ce la faremo? Io penso di sì. Specie se, come credo, potremo contare sulla collaborazione del Ministero dell’Interno e sulla disponibilità, peraltro mai venuta meno in questi anni, delle Prefetture di Potenza e Matera. Soprattutto, ce la possiamo fare sedendoci intorno ad un tavolo, per affrontare, in modo organico, tutti i problemi sul tappeto, partendo, per esempio, dalla destinazione dell’ex “Cie” di Palazzo: una struttura nata per essere una sorta di “carcere” che sarebbe utile trasformare in un Centro di accoglienza plurimo con non meno di 180 posti letto. Un posto dignitoso nel quale accogliere quasi il doppio di quei 100 migranti che, secondo il piano del Governo, dovrebbero a breve giungere in Basilicata. Per cominciare, non mi pare poco”. Marcello Pittella  
   
   
ASSESSORE PIEMONTE: ´LE REGIONI FACCIANO SISTEMA CONTRO LE DISCRIMINAZIONI E PER L´ACCOGLIENZA´  
 
 Torino, 16 aprile 2015 - Presso l´assessorato ai Diritti della Regione Piemonte si è tenuto il convegno organizzato dalla Rete regionale contro le discriminazioni in Piemonte dal tema "Le Regioni italiane a confronto: insieme contro le discriminazioni". Un momento di confronto sui vari percorsi messi in atto e per fare sistema contro razzismo, omofobia e violenza di genere. " Anche i media contribuiscono alla crescita delle discriminazioni perché cavalcano facili malpancismi. Guardando la tv sembra che i problemi principali del nostro Paese siano rom e migranti. Il nostro obiettivo come Regione Piemonte è quello di comprendere come il lavoro che stiamo facendo contro le discriminazioni possa essere realizzato e proiettato verso il futuro " - ha dichiarato Monica Cerutti, assessora ai Diritti della Regione Piemonte. L´assessora Cerutti ha poi continuato: " Le istituzioni dovrebbero essere in grado di recepire il lavoro che arriva dalle reti che lavorano contro ogni forma di discriminazione per mettere in campo percorsi propri. Credo sia fondamentale pensare a come si possa effettivamente potenziare la rete dei centri antidiscriminazione e su come utilizzare questo modello per uno sviluppo di un piano nazionale. Inoltre dobbiamo pensare a come questo modello possa essere aggiornato anche in seguito all´approvazione delle riforme e all´abolizione delle Province. Dobbiamo cogliere l´opportunità che abbiamo per dare più forza alle reti antidiscriminazioni ". In riferimento ai nuovi arrivi di profughi Monica Cerutti ha dichiarato: " Le Regioni stesse fanno fatica a mettere in atto una politica di gestione dell´accoglienza coordinata e collettiva, se non esiste una programmazione. Ma è inaccettabile che queste difficoltà divengano elemento di strumentalizzazione politica. La Regione Piemonte vuole fare la sua parte nell´accoglienza, tenendo però conto delle disponibilità concrete del proprio territorio. Martedì prossimo parteciperemo al Tavolo regionale presieduto dalla prefettura capoluogo per fare il punto insieme ".  
   
   
IMMIGRAZIONE. MARONI: ZERO POSTI NELLA NOSTRA REGIONE  
 
 Milano, 16 aprile 2015 - "Non si può gestire così questa emergenza, arrivano i clandestini e qualcuno pensa di mandarli in giro per i territori. Condivido pienamente la posizione espressa dal governatore del Veneto che ha detto che in Veneto ci sono zero posti. Anche qui in Lombardia ci sono zero posti. C´è una reazione molto forte e negativa dei sindaci, non c´è la disponibilità. Bisogna sedersi ad un tavolo e discuterne, ma questo il Governo non lo vuol fare e fino a che continuerà con questo atteggiamento irresponsabile ci saranno zero posti qui in Lombardia." Lo ha spiegato il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, a Milano incontrando i giornalisti al termine dell´evento ´Rfi per Milano Expo 2015´.  
   
   
LAVORATORI MOTIVATI E PRODUTTIVI? IN AIUTO C’È IL MARCHIO FAMILY AUDIT  
 
Trento, 16 aprile 2015 - La nuova frontiera del welfare aziendale sta nell’investire nella capacità delle aziende di dare pronta risposta ai bisogni che i lavoratori esprimono in riferimento al bilanciamento tra lavoro e vita personale e familiare. I dati lo confermano: dipendenti appagati con un felice equilibrio tra vita e lavoro, lavorano meglio e di più e percepiscono un maggior senso di appartenenza all’azienda. Ma questi risultati come si ottengono? Con l’introduzione nelle aziende del marchio Family Audit. Le testimonianze di otto aziende pubbliche e private trentine sul percorso intrapreso e i traguardi raggiunti nella gestione del personale saranno al centro del meeting promosso dall’Agenzia per la famiglia, natalità e politiche giovanili. I dipendenti soddisfatti e motivati lavorano meglio e di più. Esiste un forte legame tra benessere e produttività: promuovere e migliorare il benessere organizzativo è un aspetto determinante per il buon funzionamento di ogni realtà aziendale. Da questa premessa prenderà il via il convegno “Welfare aziendale. La certificazione Family Audit e le misure dei piani aziendali”, che tratterà nello specifico il legame imprescindibile che sta tra il benessere organizzativo e personale del dipendente - grazie a buone politiche di conciliazione vita-lavoro - e la produttività ed il senso di appartenenza all’azienda. Questi due fattori viaggiano di pari passo, come binari di un treno che, se non ben indirizzati, possono deragliare. In aiuto interviene il marchio Family Audit che introduce nell’organizzazione un vero e proprio cambiamento culturale mediante l’adozione di interventi strutturali, comunicativi e gestionali finalizzati ad innovare ed efficientare i processi organizzativi e il coordinamento del personale con un´attenzione particolare ai bisogni di conciliazione famiglia e lavoro dei lavoratori e, più in generale, al loro benessere e al clima aziendale. Il convegno costituisce, dunque, l´occasione per illustrare le misure più significative adottate da 8 delle attuali 121 organizzazioni certificate Family Audit tra locali e nazionali e per stimolare un dibattito tra i partecipanti sui traguardi raggiunti, in particolare nella riduzione del costo del personale, miglioramento clima aziendale, maggior produttività. Peraltro, di recente è stato deliberato dalla Giunta provinciale, in accordo con il Dipartimento per le politiche della famiglia della Presidenza del Consiglio dei Ministri, il secondo bando nazionale per offrire l’occasione ad altre 50 aziende italiane di acquisire la certificazione. Oltre alle testimonianze degli otto imprenditori, sono previsti gli interventi della consigliera di parità Eleonora Stenico, dei sindacati, del Forum delle associazioni familiari del Trentino e del Comitato per la promozione dell’imprenditoria femminile presso la Camera di Commercio di Trento.  
   
   
PROGETTO CO-MANAGER: NUOVE ADESIONI  
 
Trento, 16 aprile 20’15 - La Provincia autonoma di Trento, rappresentata dall´assessora alle pari opportunità, ha siglato, per il progetto Co-manager, un protocollo d´intesa con il Comitato per l´Imprenditoria Femminile, il Comitato Unitario degli Ordini e Collegi Professionali, il Coordinamento delle Libere associazioni professionali Trentino Alto Adige Südtirol, le Associazioni datoriali di categoria e la Consigliera di parità nel lavoro. Il Protocollo introduce alcune importanti novità nella gestione del Registro provinciale Co-manager e di fatto amplia il numero dei soggetti che partecipano al progetto, ideato per la conciliazione tra vita e lavoro. La firma è avvenuta in occasione del convegno, che si è tenuto presso la Camera di Commercio di Trento dal titolo “Progetto Co-manager. Conciliazione vita-lavoro per imprenditrici e professioniste”. Il momento di approfondimento è servito anche ad illustrare le caratteristiche e le potenzialità del Registro provinciale Co-manager. L´imprenditoria femminile, come ha evidenziato l´assessora, rappresenta un potenziale notevole per la nostra comunità: "Giovani e donne, ha detto, devono avere le possibilità di esprimere la loro capacità imprenditoriale, compito della politica è rimuovere gli ostacoli che ancora rendono difficoltoso questo processo". Gianni Bort, presidente della Camera di Commercio, ha sottolineato che si tratta di una iniziativa valida e importante che può essere di aiuto alle imprenditrici costrette ad assentarsi per un certo periodo dalle loro imprese. Da parte del tessuto sociale trentino, ha evidenziato l´assessora provinciale alle Pari Opportunità, si nota una risposta positiva alle politiche che sono state messe in campo in questi anni per favorire l´imprenditorialità. Oggi, ha annunciato, ci sono importanti novità, come, ad esempio, il tutoraggio in favore dei nuovi imprenditori da parte di Trentino Sviluppo e azioni di sostegno attraverso voucher. Il protocollo firmato oggi rientra pienamente, ha aggiunto l´assessora, tra gli strumenti pensati per agevolare lo svolgimento di attività imprenditoriali e manageriali da parte delle donne. Con la firma di oggi lo strumento diventa strutturale e allargato a tutto il mondo produttivo e associazionistico di categoria. Ci si aspetta che anche questo registro contribuisca a liberare nuove energie produttive. Il sistema conciliazione lavoro e famiglia è stato recentemente presentato come buona prassi italiana alle Nazioni Unite a New York. "E´ una cosa di cui andare orgogliosi": ha concluso l´assessora. Il Registro Co-manager consiste in una lista di nominativi di persone con esperienza nella gestione d´impresa e nelle attività professionali che sono disponibili a sostituire o supportare imprenditrici, comprese socie e collaboratrici familiari, libere professioniste, lavoratrici autonome, lavoratrici a progetto che per vari motivi abbiano necessità di essere sostituite, parzialmente o totalmente, nella propria attività per un certo periodo di tempo. L´esistenza di un servizio di sostituzione e supporto permette anche, questa è l´idea, di creare lavoro flessibile e professionalizzante a favore del processo di inserimento lavorativo. La prima sperimentazione del Registro Co-manager risale al 2011 con un protocollo firmato dalla Provincia con l´Associazione Artigiani e Piccole Imprese e la Confesercenti. Un nuovo protocollo è stato firmato l´anno successivo con l´adesione della Coldiretti. Oggi si vuole proseguire con questa esperienza rafforzandola attraverso il coinvolgimento di altri attori del sistema pubblico ed economico. Per la Provincia autonoma di Trento sono coinvolti nel progetto l´Agenzia per la famiglia e l´Agenzia del Lavoro.  
   
   
PROGETTO CO-MANAGER, CONCILIAZIONE VITA-LAVORO  
 
Trento, 16 aprile 2015 - Si è tenuto l’incontro organizzato dal Comitato per la promozione dell’imprenditoria femminile (Cif), per illustrare le caratteristiche e le potenzialità del Registro provinciale Co-manager e per dare ufficialità alla firma di un Protocollo d’intesa che fissa obiettivi e stabilisce ruoli operativi chiari per imprimere al relativo Progetto ulteriore efficacia. Il Registro provinciale Co-manager è un servizio concreto e innovativo in grado di agevolare imprenditrici e professioniste che, per esigenze di gravidanza, maternità o cura dei familiari, scelgono di essere sostituite temporaneamente nel proprio ruolo gestionale. È anche un interessante strumento per creare lavoro flessibile e professionalizzante che prevede la definizione di una nuova figura, quella del Co-manager. I candidati a svolgere questo tipo di supplenza, infatti, possono essere donne e uomini che vantino una solida esperienza lavorativa e che prima di essere iscritti nel Registro superino la selezione di un Gruppo di valutazione appositamente istituito. Il Protocollo per la gestione del Registro Co-manager è stato sottoscritto per la prima volta nel gennaio 2007. L’inizio della sperimentazione risale però al 2010 e ha visto impegnati l’Assessorato provinciale alle pari opportunità, l’Associazione artigiani e Confesercenti del Trentino ai quali, nel 2012, si è affiancata Coldiretti del Trentino. Oggi, con la delibera approvata dalla Giunta provinciale lo scorso 2 marzo, il Progetto viene sostenuto, oltre che dalla Provincia autonoma di Trento (Agenzia del lavoro e Agenzia per la famiglia, la natalità e le politiche giovanili), anche dal Comitato per la promozione dell’imprenditoria femminile, il Comitato unitario permanente degli Ordini e dei Collegi professionali, il Coordinamento libere associazioni professionali Trentino-alto Adige/südtirol, le Associazioni datoriali di categoria e la Consigliera di parità. “L´aspetto innovativo di questo nuovo Protocollo - sottolinea Claudia Gasperetti, Coordinatrice del Comitato per la promozione dell’imprenditoria femminile - sta nell’aver coinvolto tutte le categorie economiche e gli ordini professionali, al fine di rendere più diffuso e utilizzato questo strumento di conciliazione per le libere professioniste e per le imprenditrici spesso costrette a dover scegliere tra la cura della famiglia e la gestione della propria attività”. In termini pratici, l’Agenzia del lavoro prevede un intervento di finanziamento fino a 25mila euro se l’imprenditrice o la professionista – residente in provincia o la cui azienda abbia sede legale o operativa in Trentino – attinge al Registro Co-manager per la sostituzione. Dal 2012 ad oggi, sono 64 i Co-manager iscritti nel Registro provinciale e 25 gli interventi finora finanziati dall’Agenzia del lavoro.