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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 21 Aprile 2015
QUESTA SETTIMANA AL PARLAMENTO EUROPEO: 315 MILIARDI PER L´ECONOMIA UE, SICUREZZA DEL CONSUMATORE E ROBOT  
 
Bruxelles, 21 aprile 2015 - Questa settimana i deputati votano il "piano Junker" per un investimento di 315 miliardi di euro per il rilancio dell´economia e per garantire i dispositivi di sicurezza Ue. Un nuovo gruppo di lavoro sulla robotica s´incontra per la prima volta, mentre i membri si´incontreranno anche per sollecitare il governo svizzero a rispettare gli accordi con l´Ue in materia di migrazione. Lunedì le commissioni per il Bilancio e per gli Affari economici voteranno lo stanziamento di 315 miliardi, il cosiddetto "piano Junker", del Fondo strategico europeo per gli investimenti. I dettagli del finanziamento rimangono da negoziare con i governi e la Commissione europea in vista di una votazione in sessione plenaria nel mese di giugno. Lunedì, la commissione per lo Sviluppo voterà su come finanziare gli aiuti allo sviluppo dell´Ue in vista di una conferenza internazionale sul tema ad Addis Abeba in luglio, e sui nuovi obiettivi di sviluppo globale da concordare al vertice delle Nazioni Unite a New York nel settembre 2015. Lunedì, la commissione per il Mercato interno s´incontrerà per discutere un progetto di relazione per chiedere al governo svizzero di rispettare i suoi obblighi nei confronti della libera circolazione delle persone a seguito del referendum 2014 sulla limitazione degli immigrati nel paese. Lunedì la sottocommissione per la Sicurezza e la difesa discute il missione di formazione in Somalia dell´Ue (Eutm) con il generale di brigata e il comandante della Eutm Antonio Maggi, e Gábor Iklódy, direttore della gestione delle crisi e pianificazione (Cmpd). Giovedì, la commissione al Mercato interno vota su una direttiva che istituisce nuove norme in materia di dispositivi di protezione individuale, quali giubbotti di salvataggio, caschi da bicicletta e guanti da forno. Giovedì, il gruppo di lavoro della commissione per gli Affari legali sulla robotica ha la sua prima riunione. I robot stanno diventando una parte importante della vita quotidiana e necessitano un quadro giuridico adeguato. Il gruppo di lavoro vuole determinare la strada da percorrere in termini di diritto civile sulla robotica e l´intelligenza artificiale  
   
   
AL VOTO IL PIANO DI INVESTIMENTI UE  
 
Bruxelles, 21 aprile 2015 - Le commissioni per il Bilancio e per gli Affari economici del Parlamento votano il 20 aprile la creazione del Fondo europeo per gli investimenti strategici (Efsi). Si tratta di un fondo di 315 miliardi di euro stanziato dall´Unione europea per superare la crisi. Questa ambiziosa iniziativa, lanciata dalla Commissione Europea (il cosiddetto "piano Juncker") non dovrebbe comportare nessun onere aggiuntivo ai contribuenti. Segui il voto alle ore 16e45. Il Fondo europeo per gli investimenti strategici (Efsi) sarà istituito presso la Banca europea per gli investimenti (Bei) e mira a fornire un sostegno pubblico a progetti che sono economicamente sostenibili, ma che non avrebbero visto la luce a causa dell´instabilità economica. L´efsi assumerà parte di questo rischio incoraggiando così gli investitori privati a partecipare. Da dove vengono i 315 miliardi di euro? Il fondo prevede una garanzia di 16 miliardi di euro da parte dell´Unione europea e 5 miliardi di euro da parte della Bei per una capacità totale di 21 miliardi di euro. Ciò consentirebbe alla Bei di emettere obbligazioni pari a tre volte l´importo e ad utilizzare il denaro per cofinanziare i progetti insieme agli investitori privati. In questo modo ogni euro di denaro pubblico dovrebbe generare un totale di 15 euro in investimenti pubblici e privati portando a un totale di 315 miliardi. Il piano dovrebbe integrare, e non sostituire, gli altri programmi dell´Ue e della Bei. A questo proposito il deputato portoghese di centro sinistra José Manuel Fernandes ha dichiarato: "L´effetto moltiplicatore di è volte è molto realistico. Il piano avrà successo se sarà in grado di mobilitare gli investimenti privati, sostenere le imprese e in particolare le Pmi. La complementarità con gli altri programmi garantirà il successo". Il deputato tedesco di centro sinistra Udo Bullmann ha aggiunto: "Il piano di investimenti avrà successo solo se raggiungerà la vita quotidiana delle persone: nuovi e migliori posti di lavoro, una crescita sostenibile per superare la crisi. Il controllo democratico e la partecipazione del Parlamento europeo nel processo sono imperativi. I progetti selezionati devono essere quelli che hanno un elevato valore economico e sociale, ma hanno bisogno di un aiuto per iniziare, in particolare in settori sottofinanziati quali le infrastrutture, la banda larga e l´efficienza energetica".  
   
   
DICHIARAZIONE DEL VICEPRESIDENTE DELLA COMMISSIONE JYRKI KATAINEN DOPO LA VOTAZIONE DELLE COMMISSIONI DEL PARLAMENTO EUROPEO ´IL REGOLAMENTO PER IL FONDO EUROPEO PER LA STRATEGIC INVESTMENTS (EFSI)  
 
Bruxelles, 21 aprile 2015 - Il vicepresidente della Commissione Jyrki Katainen, responsabile per l´occupazione, la crescita, gli investimenti e la competitività , accoglie il voto di ieri il regolamento che istituisce il Fondo europeo per la Strategic Investments (Efsi) nelle commissioni del Parlamento europeo sul bilancio e problemi economici e monetari. Dopo Stati membri hanno concordato la loro posizione sul testo di legge all´unanimità a marzo, il passo di oggi significa che i negoziati per il centro-pezzo del piano di investimenti per l´Europa possono ora entrare nella fase finale. I colloqui tra colegislatori dovrebbero portare a un accordo il più rapidamente possibile, consentendo l´adozione definitiva di questa estate. Modalità pratiche sono già in corso per garantire che la Efsi diventi operativo nel più breve tempo possibile e che fondi comincino ad arrivare a progetti entro settembre al più tardi. Come sempre, la Commissione assisterà i co-legislatori nel corso dei negoziati del trilogo di concordare un testo di compromesso che assicura che il Efsi si basa su solide, stabili e prevedibili fondazioni e fornisce gli obiettivi di mobilitare finanziamenti privati ​​e pubblici per l´occupazione e la crescita .  
   
   
UE: DISCORSO DEL VICEPRESIDENTE DOMBROVSKIS ALL´UNIVERSITÀ DI HARVARD  
 
Bruxelles, 21 aprile 2015 - Signore e signori, E ´un grande piacere di rivolgermi a voi oggi e di condividere con voi alcuni punti di vista sulle sfide economiche fondamentali sia per gli Stati Uniti e l´Europa. E ´un onore essere qui a Harvard durante la mia prima visita ufficiale negli Stati Uniti da quando è diventato vice-presidente della Commissione europea. Vorrei ringraziare in particolare il Centro di studi europei e il dottor Christian Ketels, della Harvard Business School, per questa opportunità di rivolgermi a voi. Situazione economica attuale Guardando l´economia mondiale di oggi, si può tirare un piccolo sospiro di sollievo. A livello globale, le cose sono in crescita. Qui, negli Stati Uniti - l´economia sembra forte. La crescita del Pil dovrebbe essere superiore al 3% quest´anno. Seconda più grande economia del mondo - Cina - è destinata a crescere di circa il 7%. Da dove viene l´Europa oggi? Dopo una recessione profonda e double-dip, una moderata ripresa iniziata nel 2013. Il recupero nell´area dell´euro è in corso: la crescita del Pil è stimata al 1,3% quest´anno e dell´1,9% per il prossimo anno. Germogli verdi sono anche lentamente comparendo nella creazione di posti di lavoro. Disoccupazione nella Ue è sceso a una sola cifra: 9,8% per l´Unione europea del 28 Stati membri. Tuttavia, rimane in doppia cifra al 11,3% nella zona euro di 19 Stati membri. Eppure, questo è il tasso di disoccupazione più basso nella zona euro dal maggio 2012. È importante sottolineare che l´occupazione ha cominciato a crescere, sia nell´Ue che nell´area dell´euro. L´inflazione è molto bassa, ma è guidato principalmente da fattori esterni come la caduta dei prezzi del petrolio. Quindi, ci aspettiamo che l´inflazione per tornare gradualmente alla normalità. Fattori esterni come il calo dei prezzi del petrolio e la crescita globale stanno aiutando l´economia dell´Ue. Ma soprattutto - il recupero da una profonda crisi come quello che abbiamo visto richiede un´azione decisiva da parte dei responsabili della politica economica. Genesi della crisi Data la profondità della recente crisi, un´azione decisa è necessaria. La crisi ha messo la resistenza delle nostre economie per il loro più grande prova dopo la Grande Depressione e guerre mondiali. Lo scoppio della bolla subprime degli Stati Uniti nel 2007 e il crollo di Lehman Brothers fatidico un anno più tardi ha portato a una crisi finanziaria ed economica globale a tutti gli effetti. Quando la crisi ha colpito, è dolorosamente esposto le debolezze economiche in Europa. Debolezze che erano già presenti in molti paesi dell´Ue. Alcuni hanno visto fragilità nei loro settori finanziari. Alcuni altri avevano combinazioni tossiche con livelli di debito pubblico e privato molto elevati, scoppio delle bolle immobiliari e bilance deboli dei pagamenti. Un ulteriore fattore è stata l´economia europea sia molto aperta al mondo. Circa un quarto del Pil della zona euro deriva da esportazioni di beni e servizi. Questo è il doppio rispetto a quello degli Stati Uniti le esportazioni rappresentano. Questo, naturalmente, lascia l´Europa più vulnerabile quando crolli commerciali globali. La crisi ha inoltre esposto le debolezze nella progettazione dell´Unione economica e monetaria. Non è stato dotato degli strumenti necessari per affrontare adeguatamente questo tipo di crisi economica. Affrontare le sfide / Punti di debolezza Allora, cosa ha fatto l´Europa? Dal 1998, l´Europa ha una moneta comune - l´euro. Oggi, l´area dell´euro ha 19 membri ed è destinata a espandersi ulteriormente. Ma l´unione economica e monetaria associata con l´area dell´euro non ha avuto un quadro efficace per monitorare e correggere gli squilibri economici in fretta. Così durante la crisi, abbiamo dovuto affrontare gli squilibri economici in diversi Stati membri su una ad hoc base. Abbiamo dovuto creare da zero alcune strutture delle politiche economiche che si - negli Stati Uniti - diamo per scontato. Abbiamo preso un certo numero di passi decisivi - e ci sono più a venire. Ora l´Europa è molto meglio attrezzata per affrontare le sfide future! In primo luogo, l´Europa ha percorso una lunga strada per rafforzare il coordinamento delle politiche economiche. Le strutture di sorveglianza fiscale esistenti sono state notevolmente rafforzate. Meccanismi di sorveglianza sono stati ampliati per includere il monitoraggio degli squilibri macroeconomici. Ora abbiamo un meccanismo di governance di bilancio e macroeconomica annuale - chiamato il semestre europeo. Le politiche fiscali e macroeconomiche degli Stati membri dell´Unione europea sono strettamente monitorati. Le raccomandazioni sono emesse per correggere gli squilibri identificati. In caso di non conformità, gli Stati membri dell´Ue può essere soggetto a sanzioni. In secondo luogo, sono stati creati interamente nuovi meccanismi finanziari. Questi includono il meccanismo europeo di stabilità. Si tratta di un potente firewall, la concessione di prestiti ai paesi dell´area dell´euro in difficoltà di bilancia dei pagamenti. In terzo luogo, abbiamo creato una Union Banking. Normativa di settore finanziario si sono sostanzialmente più severe con esigenze di liquidità e di adeguatezza patrimoniale più elevati. Le banche sono stati sottoposti a rigorosi test di stress e di una revisione della qualità dell´attivo. Ora abbiamo un unico supervisore bancario europeo e di un meccanismo di risoluzione della Banca europea. Union Banking ha bail-in come un principio fondamentale di risoluzione bancaria che riduce quindi i rischi per i contribuenti europei a pagare il conto quando le banche fanno errori. E aiuta a creare un settore bancario più forte che può aumentare l´erogazione di prestiti all´economia. Tra il 2008 e l´inizio della Union Banking nel mese di ottobre 2014, 120 gruppi bancari in Europa hanno sollevato capitale superiore a 250 miliardi di euro. In quarto luogo, la Banca centrale europea (Bce) ha risposto con decisione alla crisi finanziaria. Dalla sua creazione nel 1999, la Bce ha lavorato come produttore di politica monetaria europea comune. Bce ha attuato una politica monetaria orientata, principalmente, alla stabilità dei prezzi. Essa è definita come l´inflazione inferiori ma prossimi al 2% - mentre, allo stesso tempo, sostiene obiettivi dell´Unione europea per promuovere la crescita e ridurre la disoccupazione. Fino alla crisi finanziaria, la Bce ha perseguito il suo obiettivo con successo per mezzo di strumenti di politica monetaria tradizionali. Dall´inizio della crisi, la Bce ha gradualmente ampliato la propria attività - come hanno fatto la Fed e altre banche centrali in tutto il mondo. Ha effettuato una vasta serie di acquisti di asset non convenzionali - tra debito sovrano, le cartolarizzazioni e obbligazioni bancarie garantite - e programmi di prestito aggiuntivi. Come risultato, è riuscita a uscire l´Europa dalla bassissima inflazione presto in crisi nel 2009. Ha preso misure decisive per assicurare condizioni finanziarie in paesi dell´area dell´euro diversi non discostarsi tanto da minacciare l´efficacia di una politica monetaria unica . E ci sono voluti un passo ancora più audace per l´acquisto di quantità molto più significative di debito sovrano sui mercati secondari, quando le aspettative di inflazione sono stati inaccettabilmente basso di nuovo all´inizio di quest´anno. Se si confronta la dimensione del bilancio della Fed e della Bce, è sorprendente che le tendenze erano simili. Abbiamo visto circa un raddoppio dei bilanci pre-crisi entro il 2008/2009 ea una triplicazione dal 2012/2013. Dopo una riduzione temporanea, la Bce sta ora lavorando per questi livelli di nuovo, soprattutto attraverso acquisti di obbligazioni sovrane, per combattere l´inflazione ha rinnovato molto debole in Europa, mentre la discussione sulla stretta monetaria si svolge negli Stati Uniti. Naturalmente, quantitative easing in Europa oggi funziona in modo diverso di quanto abbia fatto qualche anno fa negli Stati Uniti. Nell´unione europea, i mercati dei capitali sono meno sviluppati rispetto agli Stati Uniti. Oggi, i mercati sono anche in realtà piena di liquidità. Un effetto fondamentale di Bce acquisti di obbligazioni sovrano sarà a incentivare gli investitori a sostituire i loro portafogli obbligazionari sovrani ad altri investimenti. Questo dovrebbe, a sua volta, migliorare le condizioni di finanziamento dell´economia. Vorrei aggiungere che Us allentamento quantitativo faceva parte di una tendenza più ampia, mentre ci aspettiamo oggi una stretta monetaria al di fuori dell´Europa. Guardando al futuro: le priorità Ags Signore e signori, La ripresa dell´Europa non è stato facile, ed è ancora fragile. Quello che dobbiamo fare ora è quello di cementare questo recupero. La forza della ripresa dell´Europa dipenderà dalla nostra Stati membri di mettere in atto una strategia di crescita comune. Una strategia di crescita, che si basa su tre priorità principali: gli investimenti, le riforme strutturali e la responsabilità fiscale. Vorrei esporre su questi evidenziando le differenze tra le economie dell´Ue e degli Usa. In primo luogo, gli investimenti in Europa, non ha recuperato più velocemente negli Stati Uniti. Il livello di investimento in Europa è ancora notevolmente inferiore al suo più lungo termine, il livello "sostenibile" di circa il 20-21% del Pil. Qui, negli Stati Uniti, le società sono regolarmente finanziate da obbligazioni societarie o patrimonio netto. Le imprese europee fanno molto affidamento sul finanziamento bancario. Questa differenza si è rivelata fondamentale durante la crisi bancaria. Inoltre, le aziende statunitensi sono entrati nella crisi con livelli molto più bassi di debito societari rispetto ai loro omologhi europei. Investimenti rimbalzato già nel 2011, quando l´economia americana ha iniziato a prendere di nuovo. Anche negli Stati Uniti, il rimborso del debito da parte del business media degli Stati Uniti o domestico è stato reso più rapidamente che in Europa. Questo liscia deleveraging significava credito ha continuato a fluire nell´economia statunitense. I consumi delle famiglie ha un enorme impatto sulla crescita, quindi l´economia americana ha guadagnato un vento di coda sostanziale qui. La Commissione europea ha recentemente lanciato una importante iniziativa - il piano di investimento dell´Ue. L´obiettivo del piano è quello di mobilitare 315.000.000.000 € di investimenti pubblici e privati ​​per i prossimi tre anni. Un fondo europeo per la Strategic Investment sosterrà progetti in settori quali le infrastrutture, la ricerca e l´innovazione. Una parte sostanziale del Piano sarà diretto di sostegno al credito per le piccole e medie imprese. Ora stiamo lavorando per diversificare le fonti di finanziamento per l´economia reale. Oltre ai prestiti bancari, dobbiamo lavorare per fornire finanziamenti dai mercati dei capitali. L´union Banking sarà completato da Capital Markets Union, un mercato unico per il capitale di ventotto paesi. Ciò contribuirà a creare le condizioni necessarie per il rafforzamento del ruolo dei mercati dei capitali nel finanziamento dell´economia reale. Promuovere gli investimenti da solo, tuttavia, non è sufficiente. Esso comporterà solo posti di lavoro e la crescita, se si combinano con le riforme strutturali per rafforzare la competitività dell´economia europea. Questo mi porta alla seconda priorità. La Commissione europea ha una rinnovata attenzione sulle riforme strutturali, sia a livello comunitario e nazionale. A livello di Ue, si tratta di rafforzare il mercato interno dell´Ue, in particolare in settori come i servizi, l´energia e il mercato digitale. Significa anche una migliore regolamentazione, facendo le cose a livello dell´Ue con evidente valore aggiunto europeo. Ma la responsabilità principale per le riforme strutturali spetta agli Stati membri. A livello degli Stati membri vi sono paesi specifici programmi di riforma, che la Commissione europea sta coordinando. Ci sono alcune aree problematiche comuni a molti Stati membri. Per esempio, i mercati del lavoro. Negli Stati Uniti, il mercato del lavoro è più flessibile e mobile. Nell´unione europea, i mercati del lavoro devono essere più dinamico e aperto alle nuove tecnologie e metodi di lavoro. In molti paesi, dobbiamo affrontare il problema di un mercato del lavoro segmentato - con lavori fortemente protette per alcuni e la protezione molto debole per gli altri - i nuovi arrivati ​​principalmente al mercato del lavoro. Il risultato è la disoccupazione molto elevata dei giovani in diversi Stati membri dell´Ue. La disoccupazione giovanile è uno dei problemi sociali più pressanti di oggi. Nell´unione europea, abbiamo già creato programmi come l´iniziativa per l´occupazione giovanile per fornire lavoro o di formazione per i giovani. Per quanto riguarda le riforme strutturali, in particolare le riforme del mercato del lavoro, le parti sociali - datori di lavoro e dipendenti hanno un ruolo importante da svolgere. Sono ben posizionati, al fine di garantire il giusto equilibrio tra le opportunità economiche e le buone condizioni di lavoro. Altri esempi di riforme strutturali a livello degli Stati membri comprendono il miglioramento del contesto imprenditoriale; garantire la sostenibilità a lungo termine dei loro sistemi sociali, tenendo conto dell´invecchiamento della popolazione; spostando il carico fiscale dal lavoro ad altre basi imponibili che sono meno dannose per la crescita. Queste riforme - adattate al contesto nazionale - sono essenziali se tutti gli Stati membri a crescere di nuovo. Un ambiente business, mercati ben funzionanti e ridurre la burocrazia sono i migliori presupposti per investimenti a rimbalzo. Come sapete l´esperienza degli Stati Uniti, l´integrazione dei mercati tra Stati può contribuire molto a migliorare il funzionamento del mercato e la creazione di nuove opportunità di mercato. Come ho già sottolineato, a livello europeo, ci siamo impegnati a rafforzare il mercato unico e migliorare la regolamentazione. Stiamo integrando la nostra politica energetica in un´Unione Energy, e la costruzione di un mercato unico digitale. In molti modi, l´Unione Energy è stato lì fin dall´inizio del progetto europeo. Ma sia il cambiamento climatico e recenti eventi geopolitici hanno dato nuova urgenza di una maggiore integrazione e l´innovazione nel settore dell´energia. Vogliamo anche aprire le opportunità del mercato unico digitale per cittadini e imprese. Gli Stati Uniti rivolti a questo percorso presto e da allora è stato un leader mondiale nel settore digitale. Con il mercato unico digitale, l´Ue può creare fino a € 340.000.000.000 in un´ulteriore crescita, creare centinaia di migliaia di nuovi posti di lavoro, e una vivace economia e la società basata sulla conoscenza. La nostra terza priorità è la responsabilità fiscale. Dobbiamo garantire la stabilità finanziaria e dobbiamo certamente evitare il ripetersi della recente crisi del debito sovrano. Mentre il lavoro pesante in termini di consolidamento fiscale dell´Ue è ormai alle spalle, livelli di debito elevati rimangono un ostacolo alla crescita in molti Stati membri dell´Ue. Ci sono ancora differenze significative tra i paesi dell´Ue. Mentre l´Estonia ha il più basso livello del debito pubblico in Europa - poco più del 10% del Pil, la Grecia ha ormai raggiunto 176% e l´Italia è vicina al 132%. Complessivamente nella zona euro ci aspettiamo una politica di bilancio ampiamente neutrale quest´anno. Ciò di cui abbiamo bisogno ora sono politiche fiscali responsabili e favorevoli alla crescita, che danno priorità agli investimenti e altre aree a sostegno della crescita. Abbiamo bisogno di prendere in considerazione le diverse situazioni nei vari Stati membri. Gli Stati membri con disavanzi eccessivi devono continuare la loro regolazione, mentre quelli con spazio disponibile fiscale dovrebbe utilizzarlo per stimolare gli investimenti e il lato consumo dell´economia. I sistemi fiscali devono essere più giusto, con la frode e l´evasione fiscale affrontato con decisione, mentre la pressione fiscale sul lavoro dovrebbe essere ridotta. Le riforme sono già dando risultati in diversi paesi dell´Ue. Coloro che ha seguito il percorso di riforma - come il mio paese - la Lettonia - o l´Irlanda, o Portogallo, sono ora tra i più rapida crescita delle economie europee. Emu approfondimento - Abbiamo anche bisogno di prendere misure decisive per aumentare il potenziale di crescita dell´Europa. Ciò vale in particolare per gli investimenti, e sulle riforme strutturali, pur mantenendo la responsabilità fiscale. Essi sono necessari per mantenere l´unione economica e monetaria forte nel lungo periodo anche. Abbiamo bisogno di un più forte, più profonda unione economica e monetaria con una politica economica comune a tutti gli effetti. Approfondendo l´unione economica e monetaria, possiamo rafforzare di sopportare shock futuri. E ´anche il percorso di una reale convergenza economica. Ho già menzionato alcuni elementi che sono già in atto - rafforzata quadro di governance di bilancio e macroeconomica, meccanismi finanziari tra cui Esm e la Union Banking. Con un occhio al lungo termine, abbiamo bisogno di creare una comprensione comune di ciò che manca nell´architettura istituzionale per una unione economica e monetaria stabile e prospera dopo il recente rinforzo principale. Il nostro principio guida di integrazione più profonda è che ogni ulteriore condivisione del rischio deve andare di pari passo con l´aumento di poteri decisionali a livello europeo. E questo può essere raggiunto solo attraverso un profondo processo democratico. Signore e signori, E ´chiaro per noi nell´Unione europea che quando lavoriamo insieme, avviare un intervento concertato, siamo davvero maggiore della somma delle nostre parti. Gli stessi anelli vero per i nostri partner transatlantici. Entrambi sappiamo che il perseguimento di una crescita economica durevole e il successo ci porta al di là dei nostri confini. Se l´economia globale è quello di crescere, allora noi - come leader economici del mondo - dobbiamo crescere insieme. In realtà, l´Unione europea e gli Stati Uniti sono già reciproci mercati più grandi quando si tratta di commercio. Il molto volume degli scambi tra noi - oltre 720.000.000.000 € all´anno - ci consente di fare grandi guadagni affrontando gli ostacoli rimanenti agli scambi tra di noi. Il Trans-atlantic scambio e di partenariato per gli investimenti, meglio conosciuto come Ttip - è quindi estremamente importante per entrambe le parti. Questi colloqui - un ciclo di negoziati che si svolgono a New York City al momento - stanno aprendo la strada a un accordo tra le due economie più grandi e più avanzati al mondo. Colpisce questo accordo ci aiuterebbe a facilitare la ripresa globale e la crescita insieme. Nell´attuale contesto geopolitico, siamo impegnati a ottenere un accordo che apre i mercati dei beni, dei servizi e gli appalti pubblici su entrambi i lati dell´Atlantico. Vogliamo migliorare la nostra cooperazione sulle questioni normative. Ci auguriamo che l´accordo fornisce risultati sulle barriere non tariffarie per i settori chiave della nostra economia. E ´importante che ci rivolgiamo la diversificazione delle fonti di approvvigionamento energetico, garantendo l´accesso al gas degli Stati Uniti e il petrolio greggio. Ho accennato l´attuale contesto geopolitico. Infatti, in Europa, vediamo seri problemi in entrambi i nostri quartieri meridionali ed orientali: disordini in Medio Oriente e Nord Africa. Conflitto in Ucraina orientale. Il conflitto in Ucraina è proprio alle porte dell´Europa. Si tratta di avere ripercussioni dirette per noi. Se l´accordo di Minsk non è completamente implementata da tutte le parti, potremmo essere di fronte al reale rischio di un´ulteriore escalation e ampliamento del conflitto. L´europa e gli Stati Uniti non devono permettere che questo accada. Questo è dove abbiamo - l´Ue e gli Stati Uniti - dovrebbero rafforzare la nostra determinazione congiunta, sia costruendo sui nostri valori comuni e dimostrare la leadership insieme. L´unione europea e gli Stati Uniti dovrebbero adottare un´azione comune per sostenere l´Ucraina nei suoi sforzi per costruire un paese sicuro, stabile ed economicamente sviluppata nel vicinato dell´Ue. Signore e signori, Per concludere, vorrei ribadire la mia convinzione che abbiamo molto da guadagnare - e imparare - di lavorare insieme. Insieme con gli Stati Uniti, l´Europa condivide una visione di democrazia, prosperità e pace. Insieme possiamo recuperare, e di essere più forte di prima. Grazie per la vostra attenzione!  
   
   
RELAZIONE DELLA COMMISSIONE UE DIMOSTRA CHE LE PMI SI DISTINGUONO PER OTTENERE GUADAGNI SIGNIFICATIVI DAL TRADE AND INVESTMENT PARTENARIATO TRANSATLANTICO (TTIP) TRA L´UE E GLI USA  
 
Bruxelles, 21 Aprile 2015 - Il commercio e gli investimenti di partenariato transatlantico (Ttip) ha un potenziale significativo per le piccole e medie imprese, secondo un rapporto pubblicato oggi a Bruxelles. Essa presenta i risultati di un sondaggio di piccole e medie imprese (Pmi) effettuate nel 2014 sulle sfide che devono affrontare durante l´esportazione verso gli Stati Uniti. Si utilizza anche dati appena disponibili a guardare la scala delle esportazioni da parte delle Pmi dell´Ue verso gli Stati Uniti. Cecilia Malmström, commissario europeo per il Commercio, ha dichiarato: "Le piccole e medie imprese sono la spina dorsale dell´economia europea Queste aziende incanalare i benefici della Ttip alle loro comunità locali Ecco perché l´Unione europea e gli Stati Uniti stanno lavorando per fornire una.. Accordo ambizioso che risponda alle loro preoccupazioni. Questa relazione ci aiuta a farlo, sottolineando gli ostacoli concreti e dei problemi che dobbiamo risolvere. Questo è uno dei temi da discutere quando i nostri negoziatori si incontrano questa settimana. " Elżbieta Bieńkowska, commissario per il Mercato interno, industria, imprenditorialità e le Pmi ha aggiunto: "Le Pmi trarranno beneficio più quando riduciamo le barriere non tariffarie e burocrazia tagliate. Stiamo lavorando su questo nel mercato unico dell´Ue e qui possiamo vedere perché è così importante per fare la stessa cosa nei negoziati Ttip ". Il rapporto rileva che le Pmi sono già grandi vincitori del commercio transatlantico. 150.000 Pmi esportati verso gli Stati Uniti nel 2012, pari al 28% di tutte le esportazioni dell´Ue lì. Pmi in settori legati al cibo, bevande e agricoltura; abbigliamento, prodotti tessili e cuoio; così come i prodotti chimici hanno avuto una quota di esportazioni superiore alla media Ue. Tuttavia, il sondaggio mostra anche che che le Pmi dell´Ue vedono sfide in esportazione verso il mercato degli Stati Uniti, molti dei quali possono essere facilitato da un accordo Ttip che è ambizioso e globale e mantiene i nostri elevati standard di tutela normativa. Le questioni sollevate sono: Il rispetto delle norme e dei regolamenti per tutte le merci, che è la questione più frequentemente citata tecniche; Accesso alle informazioni su cosa regolamento si applica al loro prodotto. Vicino a un terzo degli intervistati erano in grado di identificare la fonte effettiva (cioè il governo federale degli Stati Uniti degli Stati Uniti dichiara) del problema normativo che devono affrontare .; Essendo giuridicamente esclusi dal mercato, come in molte parti degli appalti pubblici; Rispetto delle norme doganali, che può diventare molto costoso e di agire come di fatto le barriere commerciali; Le differenze di regolamentazione tra Stati Uniti afferma; In aggiunta a queste questioni trasversali, le piccole e medie imprese che hanno risposto al sondaggio hanno sollevato questioni settoriali specifiche. Questo era particolarmente vero per i prodotti alimentari, bevande e prodotti agricoli, prodotti farmaceutici, tessili, macchinari e apparecchiature elettriche. Quando si tratta di servizi, difficoltà legate al movimento di persone per fornire servizi erano la questione più evidenziata. La relazione è stata effettuata di valutazione dell´impatto sulla sostenibilità in corso da parte della Commissione dei negoziati Ttip. Si tratta di un progetto congiunto di direzioni generali della Commissione europea per il commercio e per la crescita. Molte delle sfide affrontate dalle Pmi per l´esportazione verso il mercato degli Stati Uniti potrebbe essere agevolata da un accordo Ttip. La parte normativa del Ttip è proprio uno dei punti all´ordine del giorno del 9 ° round di negoziati sul Ttip che inizia oggi a New York City. Negoziatori dell´Ue e degli Usa di consolidare il loro lavoro in tutti e tre i pilastri dei negoziati (accesso al mercato, la cooperazione normativa e regole). In parallelo, gli eventi delle parti interessate si svolgerà il Mercoledì e il Venerdì, i negoziatori di piombo terranno una conferenza stampa . Il rapporto completo è disponibile qui: http://trade.Ec.europa.eu/doclib/docs/2015/
april/tradoc_153348.pdf
 
 
   
   
UE, CONSIGLIO DEI MINISTRI DEGLI ESTERI E DEGLI INTERNI:PIANO D´AZIONE IN DIECI PUNTI SULLA MIGRAZIONE  
 
Bruxelles, 21 aprile 2015 - L´alto Rappresentante / Vicepresidente Federica Mogherini e il Commissario Dimitris Avramopoulos hanno dichiarato congiuntamente: "Dobbiamo dimostrare lo stesso senso di urgenza collettiva europea che abbiamo sempre mostrato nel reagire in tempi di crisi. La situazione disastrosa nel Mediterraneo non è una realtà nuova o passeggera. Per questo motivo la Commissione presenterà a maggio un´agenda europea sulle migrazioni di ampia portata per affrontare i problemi strutturali. Le 10 azioni che abbiamo concordato oggi sono misure dirette e sostanziali che metteremo in atto per fare una differenza immediata. Tutte queste azioni richiedono il nostro sforzo comune, delle istituzioni europee e dei 28 Stati membri. Trasmetteremo tali proposte al Consiglio europeo che si riunirà giovedì in una riunione straordinaria per affrontare la situazione nel Mediterraneo. Questa è l´Europa che si assume le proprie responsabilità: tutti noi che lavoriamo insieme". Dieci punti - Rafforzamento delle operazioni congiunte nel Mediterraneo, vale a dire Triton e Poseidon, aumentando le risorse finanziarie e il numero dei mezzi. Estenderemo anche la loro area operativa, riuscendo così a intervenire in modo più ampio, nell´ambito del mandato di Frontex; - Uno sforzo sistematico per catturare e distruggere i barconi utilizzati dai trafficanti. I risultati positivi ottenuti con l´operazione Atalanta dovrebbero ispirare operazioni simili contro i trafficanti nel Mediterraneo; - Europol, Frontex, Easo e Eurojust si incontreranno regolarmente e lavoreranno a stretto contatto per raccogliere informazioni sul modus operandi dei trafficanti, per tracciare i loro fondi e per aiutare nelle indagini; - Easo invierà team in Italia e in Grecia per trattare in modo congiunto le domande di asilo; - Gli Stati membri garantiranno la raccolta delle impronte digitali di tutti i migranti; -Verranno valutate le opzioni per un meccanismo di trasferimento di emergenza; -Un ampio progetto pilota europeo di reinsediamento su base volontaria, che offra posti alle persone bisognose di protezione; - Un nuovo programma per un rapido rimpatrio dei migranti irregolari dagli Stati membri in prima linea, coordinato da Frontex; - L´impegno con i Paesi che circondano la Libia attraverso uno sforzo congiunto tra la Commissione e il Seae; le iniziative in Niger devono essere intensificate. - Invio di funzionari di collegamento sull´immigrazione in paesi terzi chiave, per raccogliere informazioni sui flussi migratori e rafforzare il ruolo delle delegazioni dell´Ue.  
   
   
TRASPORTI/ENERGIA: SERRACCHIANI, RAFFORZARE DIMENSIONE ADRIATICA  
 
Trieste, 21 aprile 2015 - "Se nel passato gli investimenti europei si sono focalizzati lungo la direttrice Nord-sud, ora proprio in virtù della strategia Eusair possiamo iniziare a definire priorità e progetti di rafforzamento delle connessioni terrestri e marittime tra versante orientale e occidentale della Regione adriatico-ionica", ha sottolineato a Trieste la presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani aprendo ufficialmente il primo incontro del gruppo di lavoro sul cosiddetto "pilastro" 2 della macrostrategia Ue per l´area adriatico-ionica (Eusair). Il "pilastro 2", dedicato ai temi del Trasporto e dell´Energia ("Connecting Europe"), vede quali capofila Serbia e Italia e, per il nostro Paese, è affidato in particolare all´esperienza di Friuli Venezia Giulia e Abruzzo. Alla strategia europea adriatico-ionica aderiscono 8 Nazioni, di cui quattro extra Ue: oltre a Italia e Serbia, anche Slovenia, Croazia, Bosnia-erzegovina, Montenegro, Albania e Grecia. "Connecting Europe", per migliorare la connessione sia all´interno della stessa regione adriatico-ionica che con il resto dell´Europa, "non significa solo reti infrastrutturali ma anche relazioni di competenze, conoscenze e buone pratiche che intendiamo mettere a fattor comune per una crescita sostenibile dell´intera macroregione", ha sottolineato nell´occasione Serracchiani, affiancata dai quattro coordinatori (per l´Italia Antonio Cancian e Sergio Garribba; per la Serbia Tatjana Jovanovic e Mjriana Filipovic) e dal rappresentante Ue Giannantonio Ballette (della direzione per le Politiche regionali di Bruxelles). In quest´area, "i servizi e le infrastrutture di trasporto sono ancora deficitarie", ha aggiunto la presidente del Friuli Venezia Giulia: "laddove la rete stradale è, in termini generali, piuttosto estesa in tutti gli Stati e dotata di standard accettabili, la dimensione ferroviaria versa invece in una situazione critica, con servizi insufficienti se non inesistenti, Occorre costruire le tratte mancanti, specialmente a livello transfrontaliero, per facilitare i collegamenti tra città e Paesi". Ma anche i porti e i collegamenti marittimi sono caratterizzati da "frammentazione, regolamentazione diversificata e connessioni intermodali non adeguate", ha ancora osservato Serracchiani. "Ritengo che le infrastrutture di base esistano e nel breve termine la priorità sia renderle fruibili, riabilitarle, razionalizzarle e modernizzarle in una logica di collegamenti transnazionali europei. Nel medio e lungo termine potranno poi essere messi in cantiere e realizzati progetti più ambiziosi, che però richiedono l´impegno congiunto dei nostri Paesi e dei territori".  
   
   
OGGI VISITA DELL’AMBASCIATORE DELL’UZBEKISTAN IN MOLISE  
 
Campobasso, 21 aprile 2015 – Oggi alle ore 15.30, l’Ambasciatore dell’Uzbekistan sarà in visita in Molise e incontrerà, presso la sede della Regione Molise, in via Genova a Campobasso, il Presidente della Regione Molise, Paolo di Laura Frattura. Per l’occasione, l’Ambasciatore illustrerà alle imprese molisane anche le opportunità di investimento presenti oggi proprio in Uzbekistan nei settori della meccanica, per la quale il Politecnico di Torino ha una sua sede nella capitale per la formazione in materia, della trasformazione dei prodotti agricoli, in un paese in cui l’agricoltura è sviluppata ma vi è carenza di aziende di trasformazione, per finire al settore turismo, in fortissima espansione. Inoltre l’Uzbekistan potrebbe rappresentare, qualora diventasse sede di produzione o completamento del processo produttivo dei beni, un’ottima via d’accesso per le aziende che avessero interesse al mercato russo, data la mancanza di dazi tra i due paesi.  
   
   
IL PRESIDENTE PIGLIARU INCONTRA L´AMBASCIATORE INDONESIANO. TURISMO E SCAMBI STUDENTESCHI AL CENTRO DEL COLLOQUIO  
 
Cagliari, 21 Aprile 2015 - Incontro ieri mattina in viale Trento tra il presidente Francesco Pigliaru e l´ambasciatore indonesiano August Parengkuan. Apertosi con alcune riflessioni sulla sicurezza internazionale, il colloquio si è presto incentrato sul modello turistico dell’Isola e sulla possibilità di scambi studenteschi tra Sardegna e Indonesia. Menzionando la stabilità sociale e l’atteggiamento di solidarietà dei sardi, il presidente Pigliaru ha portato l’attenzione su alcune importanti realtà turistiche isolane, sottolineando che "è importante preservare lo stato della natura e le ricchezze ambientali e abbinare all’offerta turistica un’offerta di beni alimentari di qualità". Dopo aver espresso l’auspicio di approfondire le relazioni e la cooperazione tra Sardegna e Indonesia, l’Ambasciatore ha infine ricordato l’esistenza di borse di studio per gli studenti sardi che vogliono studiare la lingua e la cultura indonesiana.  
   
   
IMMIGRAZIONE, MARONI: ORRORE PER STRAGE, SERVONO BLOCCHI NAVALI  
 
Milano, 21 aprile 2015 - "Provo orrore per questa strage annunciata. C´è un solo modo per evitare queste tragedie: bloccare le partenze. Si può fare? certo, l´avevo fatto io, da Ministro dell´Interno. Il Governo italiano deve smetterla con chiacchiere e lamenti ipocriti e pretendere che l´Europa faccia due cose: primo, blocco navale di fronte alle coste della Libia. Secondo, allestire campi profughi sulle coste africane per prendersi cura e tenere lì chi scappa dalle guerre e vuole prendere un barcone per venire in Italia". Lo scrive sulla sua pagina di Facebook il presidente di Regione Lombardia Roberto Maroni in merito alla morte di 700 immigrati nel canale di Sicilia.  
   
   
SERVIZI DOMICILIARI PER PERSONE NON AUTOSUFFICIENTI, CONTRATTI DEI DIRETTORI DI AZIENDA SANITARIA E RETE NATURA 2000 SONO I PRINCIPALI ARGOMENTI TRATTATI IERI DALLA GIUNTA REGIONALE DEL PIEMONTE  
 
Torino, 21 aprile 2015 - Servizi domiciliari. Una delibera proposta dagli assessori Augusto Ferrari ed Antonio Saitta stabilisce che per il 2015 i finanziamenti del fondo sanitario per l’assistenza alle persone non autosufficienti passino da 265 a 280 milioni, confermando così la quota dello scorso anno. La novità è costituita dall’introduzione della “filiera integrata di servizi”, in base alla quale dopo essere stato dichiarato non autosufficiente dalla propria Asl il cittadino viene messo nelle condizioni di scegliere il servizio per sé più adeguato dando priorità alla domiciliarità, le cui prestazioni vengono incrementate e messe alla pari di quelle garantite dal trasferimento in una residenza sanitaria. Deciso anche, su proposta del vicepresidente Aldo Reschigna, di ricorrere al Consiglio di Stato per la sospensione dell’esecuzione della sentenza del Tar Piemonte n.156/2015, che, accogliendo il ricorso proposto dall’Associazione Promozione sociale e da altre associazioni, ha annullato due delibere del 2013 nella parte in cui qualificavano come fuori dai livelli essenziali di assistenza le prestazioni non professionali di assistenza tutelare alla persona. In questo modo si evita che l’equilibrio del bilancio 2014 della sanità non venga alterato dal pagamento dei fondi per la non autosufficienza, già impegnati e saldati invece dall’assessorato alle Politiche sociali, e non sia frenata l’uscita dal piano di rientro. Direttori aziende sanitarie. Il contratto tipo per i nuovi incarichi di direttore generale, direttore sanitario e direttore amministrativo delle aziende sanitarie comprende, nella versione presentata dall’assessore Antonio Saitta, diverse novità: possibilità di decadenza se non si raggiungono gli obiettivi di salute e assistenziali assegnati, e non solo quelli economici, oltre a quelli di quadrante; revoca in caso di modifica dei confini territoriali dell’azienda assegnata. In questi giorni l’Assessorato sta predisponendo gli obiettivi dei nuovi direttori generali che saranno nominati nella seduta di lunedì prossimo. Rete Natura 2000. Definite, su proposta dell’assessore Alberto Valmaggia, le azioni prioritarie di intervento sulla Rete Natura 2000 per il periodo 2014-2020, un atto di indirizzo per una più efficace pianificazione delle risorse e delle misure da realizzare utilizzando i fondi europei. I principali obiettivi elencati nel documento riguardano la manutenzione e il miglioramento dello stato di conservazione degli habitat (boschi, praterie, zone umide) e della fauna che in essi vive, la salvaguardia dei siti riproduttivi e di svernamento, la divulgazione di materiale informativo, l’allestimento di percorsi di visita, la formazione degli operatori agricoli. Rete Natura 2000 è il principale strumento della politica dell’Unione Europea per la conservazione della biodiversità. La Giunta ha inoltre approvato: - su proposta dell’assessore Augusto Ferrari, l’autorizzazione all’Atc Piemonte per l’utilizzo di 456.000 euro per interventi di manutenzione straordinaria su immobili ubicati a Novara e Verbania; - su proposta dell’assessore Giorgio Ferrero, la concessione di un contributo di 2 milioni di euro per le aziende zootecniche aderenti al Cosman che intendono stipulare una copertura assicurativa per la corretta eliminazione delle carcasse degli animali morti; - su proposta dell’assessore Antonio Saitta, il rinnovo ad Antonio Amoroso della carica di coordinatore del Centro regionale trapianti Piemonte e Valle d’Aosta; - su proposta dell’assessore Alberto Valmaggia, la variante generale al piano regolatore di Comignago (No).  
   
   
RIFORMA E STATUTO, ASSESSORI SARDEGNA: ORMAI IMPROROGABILI, PASSAGGIO FONDAMENTALE VERSO FUTURO MIGLIORE PER LA SARDEGNA  
 
Cagliari, 21 Aprile 2015 - La Sardegna potrà ambire a un futuro migliore con la partenza di un sistema delle autonomie locali più organico e con quelle riforme istituzionali troppe volte annunciate e mai realizzate: al convegno "Il destino della Sardegna al tempo delle riforme istituzionali", questo è stato il filo conduttore degli interventi degli assessori degli Enti Locali, Cristiano Erriu, e degli Affari generali, Gianmario Demuro. La tavola rotonda, organizzata dall´Associazione Ex parlamentari assieme alla Fondazione Banco di Sardegna, alla Cgil regionale e all’Associazione Nazionale delle piccole e medie imprese edili, ha messo a confronto, proprio nei giorni in cui è particolarmente animato il dibattito sulle riforme costituzionali volute dal governo di Matteo Renzi, sindacalisti, rappresentanti delle istituzioni locali e regionali, parlamentari, alla presenza del sottosegretario degli Affari regionali Gianclaudio Sbressa. Per Cristiano Erriu, la riforma degli enti locali (che verrà presto discussa dal Consiglio regionale dopo il proficuo confronto con l’Anci) "pone la Regione di fronte alla grande opportunità di costruire un nuovo ordinamento organico e sistematico, imperniato su una autentica sussidiarietà, che porrà fine a quella lunga epoca di frammentazione e di incertezze sui compiti e le funzioni delle autonomie locali". Il tema è legato sia alla riforma della macchina regionale, che ha compiuto i primi passi in questi mesi, ma anche al consolidamento del sistema delle Città metropolitane individuato dalla riforma Delrio, che include anche la città di Cagliari. "Dopo una lunga discussione, - ha puntualizzato l’assessore degli Enti locali - si è optato per un’area metropolitana che non coprisse l’intero territorio della Provincia capoluogo, come è successo in alcune Regioni ordinarie, ma che individui servizi e fabbisogni secondo un modello di città metropolitana ristretta, cioè che riguarda una piccola parte di Comuni della Provincia”. L’esponente della Giunta ha ricordato anche che in Sardegna “ci sono altri due territori a vocazione metropolitana e con i giusti requisiti economici e sociali: Sassari e Olbia”. L’unico vero ostacolo al nuovo disegno delle autonomie locali è legato al caos che in questo momento riguarda il futuro delle Province: "Sono una presenza ingombrante per qualsiasi ristrutturazione del sistema degli enti locali - ha avvisato Erriu - Qualora arrivasse l’esito del ricorso alla Corte costituzionale sul commissariamento della Provincia di Cagliari prima dell’approvazione della riforma degli enti locali, arriveremmo al paradosso di nuove elezioni provinciali: sarebbe il caos". L’auspicio, ha concluso il responsabile degli Enti locali, "è che tutti i problemi, le difficoltà e le contraddizioni connesse alla dismissione delle Province rimangano al primo posto dell’agenda politica". Dal canto suo, Gianmario Demuro ha ricordato che la specialità della Sardegna e delle altre Regioni a Statuto speciale "non è in pericolo: il presidente della Toscana Rossi si è svegliato tardi, il testo della riforma costituzionale del governo la prevede". Ma, specialità o meno, il punto è uno: "di riforme si è parlato per 30 anni: è arrivata l’ora di farle, e in breve tempo". Demuro ha difeso il ruolo delle Regioni: "Oggi tanto discusse, sono state il diretto interlocutore dei cittadini nella tutela dei diritti sociali, soprattutto in campi di intervento primario come sanità, lavoro e mobilità", ha detto. "Da questo non si può tornare indietro e qualsiasi riforma, compresa quella costituzionale in discussione in queste settimane, deve essere finalizzata a una maggiore efficienza per la vita della comunità". Per quanto riguarda la Sardegna, Demuro si è detto concorde col presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau, che in un intervento precedente aveva esortato a "tenerci ben stretto lo Statuto". Però lo Statuto va reso più efficace e per questo l’assessore ha tracciato come obiettivo raggiungibile l’approvazione delle leggi di riforma della Regione, tra cui la legge statutaria, di cui la Sardegna è orfana fin dal 2009. Con un’avvertenza: “Nel momento in cui noi interveniamo sulle leggi che regolano il nostro sistema politico e la macchina amministrativa e ci occupiamo, per esempio, di una cosa che si fa in tutta Europa come il controllo delle nomine dell’esecutivo da parte dell’assemblea legislativa o della riorganizzazione degli assessorati, che già dal nome descrivono una Sardegna che non esiste più, quello che dobbiamo avere chiaro è perché lo stiamo facendo", ha detto Gianmario Demuro. "Qualunque riforma - ha detto il responsabile degli Affari generali - deve avere un’anima e non consiste nel muovere meglio le pratiche ma nell´avere un sistema efficiente nei campi di diretta responsabilità regionale come sanità, trasporti, agricoltura". Un passaggio fondamentale riguarda però la legge elettorale: "Oggi fotografa ogni singola aree della Sardegna e questo radicamento territoriale, se da un lato può essere un bene sotto il profilo della rappresentanza, dall’altro rende più difficile l’unità del Consiglio - ha spiegato Demuro - E poi va sanato un grosso vulnus: mancano ancora molte donne per arrivare alla metà esatta del Consiglio regionale". L’obiettivo di tutto il processo riformatore non "deve però perdere di vista la tutela dei diritti sociali, - ha insistito ancora l’assessore - e abbiamo il dovere di fare le migliori riforme possibili per garantirli".  
   
   
PROGRAMMAZIONE TERRITORIALE, PARTE DALL´UNIONE DEI COMUNI DELL´ALTA MARMILLA IL PROGETTO PILOTA PER LE AREE INTERNE. ZONE RICCHE DI RISORSE DA VALORIZZARE  
 
Cagliari, 21 aprile 2015 - La nuova programmazione territoriale entra in fase operativa per creare opportunità di lavoro e sviluppo economico-sociale. Parte infatti domani con il progetto pilota dell´Alta Marmilla la sperimentazione della strategia nazionale per le aree interne in Sardegna che mette al centro la qualità della vita delle persone, ovvero uno sviluppo intensivo - con l’aumento del benessere e dell’inclusione sociale - e uno sviluppo estensivo, con l’aumento della domanda di lavoro e dell’utilizzo del capitale territoriale. Le proposte, invece che essere calate dall´alto, arriveranno direttamente dal territorio per assecondarne le naturali vocazioni, purché coerenti con le linee strategiche regionali, e saranno finanziate nell´ottica multifondo della programmazione unitaria dei finanziamenti (europei, nazionali, e regionali). Regione e Comuni insieme, dunque, per far ripartire tutte le zone dell´isola, prima di tutto quelle più a rischio spopolamento, e rimettere così in moto l´economia. "Le Aree Interne rappresentano una rilevante opzione strategica per la Programmazione 2014-2020, che si consolida nell’Accordo di Partenariato e nei Programmi", spiega l´assessore della Programmazione e del Bilancio Raffaele Paci. "Vengono identificate in base alla distanza dai centri di offerta di servizi essenziali, cioè - afferma l´assessore Paci - di quei diritti di cittadinanza come sanità, istruzione, mobilità, connettività virtuale, che riduce il benessere della popolazione locale e ne limita scelte e opportunità. Non sono aree deboli, anzi sono zone molto ricche di importanti risorse naturali, paesaggistiche, culturali e di saperi tradizionali spesso però dimenticati e inutilizzati. "È su queste risorse che bisogna puntare fortemente - conclude il vicepresidente della Regione - per far ripartire quei territori e, di conseguenza, l´intera Sardegna". Dunque la strategia prevede da un lato di incrementare l’offerta di servizi pubblici per garantire i diritti di cittadinanza, dall’altro di far crescere la domanda di lavoro, l’occupazione e l’utilizzo del capitale territoriale. Un ruolo chiave in questo processo lo avranno gli enti locali coinvolti attraverso partenariati reali e non rituali in una dimensione nazionale e di Governance multi-livello (Amministrazioni centrali, Regioni, Associazioni/unioni di Comuni). L´appuntamento è per domani, sabato 18 aprile, alle 10, nella sede dell´Unione dei Comuni di Ales, in via Todde.  
   
   
EMILIA ROMAGNA: INTERVENTI PER L´INCLUSIONE SOCIO LAVORATIVA DELLE PERSONE DETENUTE. LA GIUNTA APPROVA IL PIANO SPERIMENTALE 2015.  
 
Bologna, 21 aprile 2015 - Politiche formative e di accompagnamento al lavoro delle persone in esecuzione penale progettate congiuntamente da amministrazione penitenziaria, servizi sociali e per il lavoro, enti di formazione accreditati, imprese profit e no profit e associazioni di volontariato, per qualificare l’elemento rieducativo e di recupero sociale come asse portante di sviluppo delle misure di detenzione . È quanto prevede il Piano sperimentale 2015 di intervento per l’inclusione socio lavorativa delle persone in esecuzione penale approvato dalla Giunta regionale, insieme alle procedure di attuazione. Il Piano, redatto in attuazione del protocollo d’intesa siglato nel gennaio 2014 tra il Ministero della Giustizia e la Regione Emilia-romagna per la realizzazione di misure volte all’umanizzazione della pena e al reinserimento sociale delle persone detenute, introduce in via sperimentale una programmazione integrata di livello regionale fondata sulla collaborazione di diversi attori coinvolti nella gestione di servizi rivolti alle persone in esecuzione penale, sull’integrazione delle risorse finanziarie e degli strumenti per promuovere responsabilità sociale e garantire l’erogazione di servizi qualificati. “Potranno essere finanziate in attuazione di questo piano tutte le azioni che possono aiutare le persone in esecuzione penale a sviluppare progetti di reinserimento sociale fondati sul lavoro, che, a partire dall´acquisizione di un profilo professionale spendibile, consentano loro di acquisire autonomia e rafforzarsi rispetto a possibili recidive e reiterazioni delle azioni che li hanno portati in carcere – spiega l’assessore regionale al Lavoro e alla Formazione Patrizio Bianchi - La formazione professionale e il lavoro sono intese come parte integrante del trattamento penitenziario e ne costituiscono una componente fondamentale ai fini del percorso di reinserimento sociale del condannato”. Le azioni, che dovranno essere il risultato di una progettazione condivisa e sostenute da piani di intervento definiti in collaborazione con l’Amministrazione Penitenziaria, dovranno essere finalizzate a sostenere l´inclusione sociale dei detenuti attraverso il lavoro e, in particolare, delle persone nella fase delicata delle dimissioni aiutandole nella creazione di un progetto di vita che consenta loro una reale integrazione nella società. La Giunta ha approvato il Piano sperimentale, che prevede il concorso di risorse comunitarie nazionali e regionali per oltre 2,1 milioni di euro dei quali 1,5 milioni sono risorse del Fondo sociale europeo per il finanziamento delle azioni formative e di accompagnamento al lavoro. La Regione si impegna nella collaborazione con il Provveditorato regionale dell’Emilia Romagna alla definizione di un intervento articolato e pluriennale che prenderà spunto dagli esiti di questa prima fase per definire quali modalità di intervento, buone prassi e relazioni tra soggetti rendere sistematiche per qualificare i servizi. Il bando per il finanziamento delle attività ha scadenza il 12 maggio 2015. I progetti potranno essere candidati da enti di formazione professionale accreditati.  
   
   
LAVORO, ASSESSORE LOMBARDIA: SIAMO REALTÀ LEADER PER APPRENDISTATO  
 
Milano, 21 aprile 2015 - "L´occasione del Jobs Act può e deve essere la possibilità per rendere più facile l´accesso al mondo del lavoro con il contratto a tutele crescenti che rappresenta un modello". Così Valentina Aprea, assessore all´Istruzione, Formazione e Lavoro di Regione Lombardia durante i lavori del seminario, a Palazzo Pirelli, ´La riforma del mercato del lavoro - I Decreti attuativi del Jobs Act´. Presenti: Simone Crolla (Managing director American Chamber of Commerce in Italy), Alessandro De Nicola (presidente Adam Smit Society) e Gabriele Fava (presidente Studio legale Fava&associati). Un Modello Per Apprendistato - "Regione Lombardia è un modello sul fronte dell´apprendistato - ha rivendicato l´assessore Aprea - e, dopo l´audizione al Senato, lo spiegheremo al sottosegretario al Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali Luigi Bobba, che ci parlerà dell´intenzione del Governo di investire nelle sperimentazioni dell´apprendistato". "Noi - ha aggiunto - siamo già pronti con modelli innovativi che interessano proprio l´apprendistato, le politiche attive del lavoro, le imprese e le scuole, soprattutto quelle che hanno creato i Comitati tecnici scientifici e partecipano ai percorsi di Regione Lombardia". ´Garanzia Giovani´ Un Successo - "In Lombardia vantiamo 38.220 avviati al lavoro grazie a ´Dote Unica Lavoro´ - ha sottolineato l´assessore Aprea -, ma voglio sottolineare il successo di ´Garanzia Giovani´, con 14.335 inseriti nel mondo del lavoro, di cui 7.645 con tirocinio, 4.769 a tempo determinato, 1.071 in apprendistato e 850 con contratti a tempo indeterminato". "Si tratta - ha proseguito - di un successo assoluto, che dimostra che la Lombardia aveva già visto giusto, preparandosi, per tempo, sul fronte delle politiche attive del lavoro". Contratto Di Ricollocazione Di Tipologia Lombarda - "La sfida è quella di passare dalla Dul, a ´Garanzia Giovani´ al Contratto di ricollocazione - ha spiegato l´assessore -. Un contratto che, nell´attuale formulazione, segue il modello lombardo". Solleciteremo Il Ministro - "Il modello lombardo di ´Garanzia Giovani´ - ha concluso l´assessore Aprea - ha un percorso logico e retribuisce gli operatori solo a occupazione trovata. A livello nazionale non è così: questa cosa deve cambiare e solleciteremo il ministro Poletti a farlo".  
   
   
ANCI SCEGLIE I GIOVANI MILANESI PER SVILUPPARE L’IMPREDITORIA SOCIALE UN CONTRIBUTO DI 116 MILA EURO CHE PREMIA LA SCELTA DELL’AMMINISTRAZIONE DI PUNTARE SULLA CREATIVITÀ DEI GIOVANI PER FAR CRESCERE L’ECONOMIA DELLA CITTÀ METROPOLITANA”  
 
Milano, 21 aprile 2015 - Con “Myc - Milan Young Citizens: la partecipazione dei giovani per il futuro della città” Milano è tra i progetti vincitori del bando Ifel-anci “Meetyoungcities”, realizzato in collaborazione con l’Agenzia Nazionale per i Giovani. Il progetto presentato dal Comune di Milano con la collaborazione di Fondazione Giacomo Brodolini, The Hub s.R.l., Associazione Culturale Aprile, Associazione Culturale Arci, Acca Più s.R.l., Avanzi s.R.l., Make a Cube s.R.l. È stato selezionato su oltre 100 progetti da tutta Italia. Il progetto del valore complessivo di 180 mila euro potrà così contare su un finanziamento di 116 mila euro da parte Anci dell’Agenzia Nazionale per i Giovani. “Questo riconoscimento – ha spiegato l’assessore alle Politiche per il lavoro, Sviluppo economico, Università e ricerca Cristina Tajani - rappresenta un ulteriore tassello concreto di un progetto complessivo dell’Amministrazione che punta alla creazione di nuove imprese e al sostegno dell’occupazione giovanile: obiettivi a cui stiamo lavorando anche attraverso altri progetti come il microcredito, l’assegnazione di spazi pubblici in periferia a nuove attività imprenditoriali, l’incentivazione degli spazi di coworking e fab lab, la realizzazione di incubatori capaci di generare nuove opportunità a Milano”. Il progetto Myc - Milan Young Citizens: la partecipazione dei giovani per il futuro della città - conclude l’assessore - premia la scelta dell’Amministrazione di puntare sulla creatività dei giovani per far crescere l’economia della città metropolitana”. "Ancora una volta - ha dichiarato Alessandro Capelli, delegato del Sindaco per le politiche giovanili - si vuole dimostrare come una delle strade più efficaci per sfidare la crisi economica sia proprio quella di investire sui giovani, sulla loro creatività e sulla capacità di innovazione della città E´ bello sapere che questi temi possano stare alla radice della nuova città metropolitana. " “Myc - Milan Young Citizens: la partecipazione dei giovani per il futuro della città”, che si affiancherà progetti simili già in essere come Fabriq a Quarto Oggiaro9 e lo spazio Ex-ansaldo in via Tortona, ha come obiettivo incentivare pratiche di micro-imprenditorialità a vocazione sociale, valorizzando la creatività dei giovani della città metropolitana. I giovani cittadini di Milano e provincia di età compresa tra i 16 e i 35 anni saranno coinvolti in un processo di costruzione condivisa sia per quanto concerne l’attuazione di nuovi progetti d’impresa sia per quanto riguarda la creazione di nuove professionalità spendibili nel mercato del lavoro. I progetti migliori saranno e “adottati” all’interno degli spazi di ex-Ansaldo, mentre le migliori proposte imprenditoriali si aggiudicheranno un percorso di “crescita ” all’interno di Fabriq il primo incubatore specificatamente dedicato all’innovazione sociale del Comune di Milano.  
   
   
LIGURIA: AMMORTIZZATORI SOCIALI, SBLOCCATA CASSA IN DEROGA 2014  
 
 Genova, 21 Aprile 2015 - Il Ministero del Lavoro ha sbloccato le risorse necessarie per pagare la cassa integrazione in deroga per tutto il 2014. Lo rende noto l’assessore al lavoro della Regione Liguria. Grazie alle nuove risorse l’Inps inizierà in questi giorni ad erogare quanto dovuto alle persone che attendevano i pagamenti degli ammortizzatori sociali per gli ultimi mesi dello scorso anno. Ammontano a 3 milioni di euro le risorse che sono state sbloccate per i mesi da settembre a dicembre 2014 e serviranno a beneficiare 1900 persone. “Rispetto alle risorse sbloccate per il 2014 gli uffici regionali hanno previsto un avanzo di circa 3 milioni di euro – spiega l’assessore al lavoro – che, se sarà confermato, potranno essere utilizzati per accelerare il pagamento della cassa per il 2015, previa autorizzazione del Ministero”. “Purtroppo – continua l’assessore – negli ultimi anni la Regione Liguria ha dovuto inseguire più volte il Governo chiedendo di stanziare quanto necessario, per assicurare ai lavoratori che ne avevano diritto le misure di sostegno al reddito previste dalla normativa. Sarebbe molto importante se, almeno quest’anno, si riuscisse a dare risposte più rapide a quella che, da troppo tempo, è ormai una vera e propria emergenza sociale”.  
   
   
CASSA INTEGRAZIONE IN DEROGA ANCHE PER GLI STUDI PROFESSIONALI  
 
Firenze 21 aprile 2015 – Anche i dipendenti degli studi professionali potranno accedere alla cassa integrazione in deroga. A darne atto è una circolare che il Ministero del lavoro e delle politiche sociali ha mandato qualche giorno fa alle Regioni e all´Inps sulla base di un´ordinanza del Consiglio di Stato. L´ordinanza è il risultato di un ricorso al Tar del Lazio di alcune associazioni professionali contro il decreto del governo, dell´agosto 2014, che esclude gli studi dalla possibilità di fare ricorso alla cassa integrazione in deroga. Dopo un primo pronunciamento negativo del Tar, le associazioni hanno fatto appello al Consiglio di Stato che ha emesso un´ordinanza che sospende quel pronunciamento negativo e rinvia ad un nuovo giudizio la legittimità del decreto governativo. In ossequio a questa ordinanza le Regioni sono state invitate a ripartire con le autorizzazioni. L´assessore al lavoro sottolinea l´importanza del provvedimento, che ripristina un´opportunità che, in Toscana, era da tempo stata estesa ai lavoratori degli studi. Un´esclusione che colpiva un settore economico importante, anche per la Toscana, un settore che in questi anni è attraversato da una forte crisi e che, proprio per questo, ha posto con forza il problema di poter fare ricorso a strumenti di sostegno al reddito per i propri dipendenti . Consulta info e atti http://www.Regione.toscana.it/cittadini/lavoro/ammortizzatori-sociali/ammortizzatori-sociali-in-deroga    
   
   
INCLUSIONE SOCIO LAVORATIVA DELLE PERSONE DETENUTE, APPROVATO IL PIANO SPERIMENTALE 2015  
 
Bologna, 21 aprile 2015  - Politiche formative e di accompagnamento al lavoro delle persone in esecuzione penale progettate congiuntamente da amministrazione penitenziaria, servizi sociali e per il lavoro, enti di formazione accreditati, imprese profit e no profit e associazioni di volontariato, per qualificare l’elemento rieducativo e di recupero sociale come asse portante di sviluppo delle misure di detenzione . È quanto prevede il Piano sperimentale 2015 di intervento per l’inclusione socio lavorativa delle persone in esecuzione penale approvato dalla Giunta regionale, insieme alle procedure di attuazione. Il Piano, redatto in attuazione del protocollo d’intesa siglato nel gennaio 2014 tra il Ministero della Giustizia e la Regione Emilia-romagna per la realizzazione di misure volte all’umanizzazione della pena e al reinserimento sociale delle persone detenute, introduce in via sperimentale una programmazione integrata di livello regionale fondata sulla collaborazione di diversi attori coinvolti nella gestione di servizi rivolti alle persone in esecuzione penale, sull’integrazione delle risorse finanziarie e degli strumenti per promuovere responsabilità sociale e garantire l’erogazione di servizi qualificati. “Potranno essere finanziate in attuazione di questo piano tutte le azioni che possono aiutare le persone in esecuzione penale a sviluppare progetti di reinserimento sociale fondati sul lavoro, che, a partire dall´acquisizione di un profilo professionale spendibile, consentano loro di acquisire autonomia e rafforzarsi rispetto a possibili recidive e reiterazioni delle azioni che li hanno portati in carcere – spiega l’assessore regionale al Lavoro e alla Formazionepatrizio Bianchi - La formazione professionale e il lavoro sono intese come parte integrante del trattamento penitenziario e ne costituiscono una componente fondamentale ai fini del percorso di reinserimento sociale del condannato”. Le azioni, che dovranno essere il risultato di una progettazione condivisa e sostenute da piani di intervento definiti in collaborazione con l’Amministrazione Penitenziaria, dovranno essere finalizzate a sostenere l´inclusione sociale dei detenuti attraverso il lavoro e, in particolare, delle persone nella fase delicata delle dimissioni aiutandole nella creazione di un progetto di vita che consenta loro una reale integrazione nella società. La Giunta ha approvato il Piano sperimentale, che prevede il concorso di risorse comunitarie nazionali e regionali per oltre 2,1 milioni di euro dei quali 1,5 milioni sono risorse del Fondo sociale europeo per il finanziamento delle azioni formative e di accompagnamento al lavoro. La Regione si impegna nella collaborazione con il Provveditorato regionale dell’Emilia Romagna alla definizione di un intervento articolato e pluriennale che prenderà spunto dagli esiti di questa prima fase per definire quali modalità di intervento, buone prassi e relazioni tra soggetti rendere sistematiche per qualificare i servizi. Il bando per il finanziamento delle attività ha scadenza il 12 maggio 2015. I progetti potranno essere candidati da enti di formazione professionale accreditati.  
   
   
IMMIGRAZIONE: PRESIDENTE REGIONE A VERTICE PREFETTURA. “RIBADIAMO NOSTRO NO MOTIVATO AD ALTRI ARRIVI. SERVE BLOCCO NAVALE CON AIUTI E PRESENZA SULLE COSTE LIBICHE. GIA’ OGGI 5000 FANTASMI IN VENETO”  
 
Venezia, 21 aprile 2015 - “Un’emergenza che dura da 4 anni non è tale. E’ la prova dell’assoluta indisponibilità a fare qualcosa da parte dell’Europa e dell’incapacità dello Stato italiano di governare un fenomeno che non era né imprevisto né imprevedibile. Dopo l’ennesima tragedia è il momento di tramutare il dolore in coraggio: bisogna attuare subito un blocco navale, impedire le partenze, sbarcare sulle coste libiche per gestire con umanità campi profughi e tendopoli, e aiutare nel proprio Paese chi ne ha bisogno. Lo dico da anni, prendo atto che da ieri lo dice anche Renzi. Per tutta una serie di motivi confermo il no del Veneto a nuovi arrivi, un territorio che già si fa carico di 515 mila immigrati, dei quali 42 mila disoccupati e in una Regione che è la terza d’Italia per incidenza di residenti immigrati, pari all’11% della popolazione”. Con queste parole il Presidente della Regione Veneto ha ribadito il “no” dell’Istituzione regionale, al quale si sono aggiunti quelli dell’Anci (Comuni) e dell’Upi (Province) del Veneto, a nuovi arrivi di migranti sul territorio, intervenendo, oggi a Venezia, alla riunione del comitato di coordinamento sul tema convocato dal Prefetto Cuttaia. Fatto salvo l’aspetto sanitario, “noi curiamo tutti a prescindere da tutto e lo facciamo di nostra iniziativa fin dal primo giorno, anche come forma di prevenzione”, il Governatore ha posto l’accento sulla “realtà innegabile delle tensioni sociali che crescono tra le gente, dei problemi sempre più grandi dei Sindaci a far fronte ad arrivi comunicati a ore e a cittadini alle prese con la crisi e in condizioni di bisogno che non capiscono perché il Comune non fa nulla per loro, ma si attiva su questa questione, dell’incertezza, che nessuno può cancellare, sulle effettive qualità personali di chi arriva, perché ormai anche i bambini sanno che dietro questa storiaccia ci sono l’Isis e organizzazioni criminali senza scrupoli”. Il Presidente ha infine posto la questione dei numeri. “Le tabelle consegnateci oggi – ha sottolineato – parlano di 2.677 migranti presenti al 2° aprile nelle strutture ospitanti e di 7.667 persone sinora arrivate. Sono esattamente 5.000 fantasmi dei quali non si sa più nulla. Dove sono? Cosa fanno? Delinquono? Soffrono? – si è chiesto il Governatore. Nessuno ce lo sa dire, e la cosa è preoccupante, anche perché il loro numero, se non si fa qualcosa di coraggioso e realmente umanitario, salirà esponenzialmente”.  
   
   
IMMIGRAZIONE: 93.000 IRREGOLARI IN LOMBARDIA  
 
Milano, 21 aprile 2015 - Crescono le presenze di immigrati irregolari in Lombardia. Al 1° luglio 2014, infatti gli stranieri presenti sul nostro territorio privi di un regolare permesso di soggiorno sono 93.000, circa 6.000 in più rispetto alla stessa data del 2013. Gli irregolari rappresentano il 7,2 per cento del totale dei presenti, pari a 1.295.000 persone. E´ questo il principale dato che emerge dal quattordicesimo Rapporto dell´Osservatorio regionale per l´integrazione e la multietnicità, promosso in collaborazione con Éupolis, Osservatorio regionale per l´Integrazione e la multietnicità (Orim) e Ismu, presentato stamani alla presenza dell´assessore alla Sicurezza, Protezione civile e Immigrazione Simona Bordonali. Arrivare A Una Vera Integrazione - "Bisogna partire dai numeri - ha detto Bordonali - per arrivare a politiche amministrative di gestione del fenomeno e a una vera integrazione. In Lombardia risiede circa un quarto della popolazione straniera presente in Italia. Fino a quando gli Enti locali avevano risorse a disposizione i risultati arrivavano. Basti pensare che il 25 per cento degli studenti lombardi è straniero. Grazie agli strumenti di incentivo al lavoro promossi da Regione Lombardia, parecchie donne straniere hanno trovato un´occupazione. Purtroppo i tagli effettuati dal Governo influiranno in negativo anche sui processi di integrazione". Solo 60.000 Richieste Di Asilo A Fronte 170.000 Sbarchi - L´assessore ha quindi ricordato come a fronte dei 170.000 sbarchi registrati lo scorso anno, "solo 60.000 siano state le richieste d´asilo. Di queste ne sono state esaminate solo 35.000 e accolte meno di 3.500". "E´ dunque tutto il sistema - ha aggiunto - che non funziona e che va rivisto. Soprattutto vanno considerati i costi dell´accoglienza di tutti coloro che rimangono nei campi profughi in attesa di conoscere il loro destino. Costi altissimi che non possono gravare sulla collettività". Bloccare Gli Arrivi - Secondo l´assessore vanno dunque "bloccati gli arrivi che rimangono costanti". "Serve un intervento decisivo e concreto - ha detto - e non solo a livello italiano. L´europa deve dare delle risposte a quelle che ormai non sono più emergenze dal momento che si susseguono ininterrottamente da oltre 30 mesi. Le politiche migratorie attuate dal Governo italiano sono fallimentari e vanno riviste. È necessario che venga convocato urgentemente un Tavolo nazionale per affrontare la questione a tutti i livelli.  
   
   
PROFUGHI, ASSESSORE REGIONALE: ´LAVORO ENCOMIABILE DELLA CRI DI SETTIMO NEL GESTIRE LA PRIMA ACCOGLIENZA IN PIEMONTE´  
 
Torino, 21 aprile 2015 - Monica Cerutti , assessora all´Immigrazione della Regione Piemonte, ha incontrato gli operatori della Croce Rossa Italiana che lavorano presso il Centro Polifunzionale “Teobaldo Fenoglio” di Settimo Torinese . La struttura in questi giorni è impegnata nella prima accoglienza dei profughi che arrivano in Piemonte ed è da qui che poi vengono diretti nelle diverse sedi regionali che li prenderanno in carico. In questi giorni il centro avrebbe già accolto 600 delle 700 persone destinate alla nostra Regione. " È con soddisfazione che ho potuto constatare il buon lavoro che svolgono gli uomini della Cri di Settimo. La professionalità degli operatori del centro sta permettendo il funzionamento al meglio del sistema piemontese di accoglienza. Non posso che plaudire davanti allo sforzo e all´ottimo lavoro di queste donne e uomini che con fatica, ma tanta motivazione, operano ogni giorno per far sì che in Piemonte non si parli al momento di emergenza profughi " - ha dichiarato Monica Cerutti, assessora all´Immigrazione della Regione Piemonte. " Rimango convinta che un coordinamento reale tra tutti i soggetti in causa sia l´unico mezzo possibile utile a una pianificazione adeguata dell´accoglienza. Il coordinamento tra Stato, Regioni e Comuni è possibile solo davanti a una precisa programmazione di tutti i passaggi del sistema accoglienza. Sarà necessario andare in questa direzione nelle prossime settimane se si vuole fronteggiare in modo adeguato i prossimi arrivi e individuare adeguate soluzioni abitative dato che il sistema di accoglienza è potenzialmente saturo " - ha continuato Monica Cerutti. " Nei fatti la Cri di Settimo sta svolgendo un ruolo fondamentale, quello di prima accoglienza e di accompagnamento dei profughi nelle strutture regionali a cui vengono assegnati. Si tratta di un compito delicato e di grossa responsabilità che, abbiamo constatato per l´ennesima volta, svolgono in modo eccellente " - ha concluso Monica Cerutti, assessora all´Immigrazione della Regione Piemonte.  
   
   
IMMIGRAZIONE: ALFANO A SERRACCHIANI, REINTEGRO ORGANICI POLIZIA FVG  
 
 Udine, 21 aprile 2015 - I dispositivi di controllo alle frontiere nordorientali non saranno indeboliti dalle esigenze di sorveglianza in occasione dell´Expo di Milano in quanto gli organici saranno reintegrati e il personale sarà organizzato nel territorio a cavallo del Friuli Venezia Giulia, attivando pattugliamenti congiunti italo-austriaci lungo gli assi ferroviari e stradali in funzione di contrasto all´immigrazione clandestina. E´ l´informazione trasmessa oggi personalmente dal ministro degli Interni, Angelino Alfano, alla presidente della Regione, Debora Serracchiani, in risposta alla "forte preoccupazione" manifestata ieri in una lettera in cui la presidente sollecitava una concreta risposta da parte del Governo. Come ha riferito il ministro, al fine di potenziare gli uffici di polizia di frontiera presso gli aeroporti lombardi in vista di Expo, sono state recentemente distolte 130 unità, con rotazione quindicinale e fino al 31 ottobre, da tutti i settori di frontiera terrestre con Francia, Svizzera, Slovenia e, in misura minore, Austria. In particolare dalla provincia di Udine sono state distolte 54 unità su un organico complessivo di 689. Tuttavia questa riduzione di organico, secondo il Viminale, non è destinata a ridurre i dispositivi di controllo, grazie all´avvio di pattugliamenti misti e in virtù del fatto che già il prossimo 15 maggio agli scali aeroportuali lombardi sarà assegnato un contingente di Forze dell´Ordine di nuova nomina. In questo modo sarà possibile far rientrare in servizio nel Friuli Venezia Giulia buona parte del personale di Polizia già dislocato. "Non vogliamo creare allarmismi, non vogliamo approfittare di questa situazione per fare propaganda elettorale: il nostro unico obiettivo consiste nel voler mettere in sicurezza le nostre frontiere e dare rassicurazioni ai nostri cittadini", ha detto la presidente ricordando le ragioni per cui si è rivolta al ministro degli Interni.  
   
   
CALABRIA, IL PRESIDENTE OLIVERIO SULLA TRAGEDIA IMMIGRATI: : ”BASTA CON LE PAROLE!”  
 
Catanzaro, 21 aprile 2015 - Il Presidente della Regione Mario Oliverio, parlando con i giornalisti a margine di una manifestazione svoltasi a Paterno Calabro è intervenuto, ancora una volta, sul dramma dell’emigrazione. "Basta con le parole -ha detto-. Dopo l´immane tragedia della notte scorsa, in cui 700 profughi sono annegati nel Canale di Sicilia in quella che è stata definita la più grande tragedia di sempre, le parole e le polemiche stanno a zero. Ora occorre assumere decisioni urgenti e concrete che mettano finalmente fine ad un dramma che, più passa il tempo, più assume le proporzioni di un´immane carneficina. E´ giunto il momento che il mondo intero si mobiliti per fermare questa strage infinita. Personalmente e come rappresentante della Calabria più volte siamo intervenuti su questa terribile tragedia, ammettendo la nostra impossibilità e quella dei singoli comuni ad affrontare un problema così drammatico e sproporzionato alle nostre forze e sollecitando gli organismi preposti ad accendere i riflettori soprattutto sul problema dell´accoglienza e dell´integrazione di quanti, disperati, affamati e perseguitati, sono costretti a fuggire dai loro paesi per trovare una speranza, un rifugio ed un futuro altrove. Rispetto ad un fenomeno che coinvolge migliaia di uomini, donne e bambini non si può girare la testa e far finta di niente o assumere atteggiamenti xenofobi e populisti, il cui risultato è solo quello di fomentare e aumentare odio e violenza. Una regione generosa e accogliente come la nostra, che storicamente ha vissuto sulla propria pelle il dolore dell´emigrazione, non può accettare discorsi e atteggiamenti di questo tipo. In un momento drammatico come questo nessuno può utilizzare il bisogno di questi esseri umani, per operare speculazioni elettoralistiche che lasciano il tempo che trovano. Occorre assumere subito azioni consequenziali e concrete. Nelle prossime ore -ha proseguito Oliverio- chiederò un incontro al ministro Alfano per verificare quali iniziative possiamo assumere, come Regione, soprattutto per quanto riguarda l´accoglienza e l´integrazione di quanti scappano dai loro Paesi. Chiamerò alla mobilitazione il mondo della cultura, della Chiesa e del volontariato, i giovani, le forze sociali, i movimenti, le associazioni per concordare, insieme ad essi, iniziative concrete e credibili. Tutti, nessuno escluso, abbiamo il dovere di assumere iniziative coerenti con la nostra storia e con quello che diciamo. Dobbiamo lavorare perché si crei un clima nuovo e più umano rispetto a questo fenomeno e perché si apra una nuova stagione di attenzione, di civiltà e di rispetto umano e civile verso una problematica che, se non governata adeguatamente, rischia di esplodere e di ritorcersi contro il nostro Paese e la stessa Comunità Europea. Per questo motivo siamo concretamente al fianco di chi, come il leader del Movimento dei Diritti Civili, Franco Corbelli, si batte con tutte sue forze, perchè si realizzi un cimitero dei migranti, una iniziativa di grande valore umanitario che ha l´obiettivo di realizzare un luogo simbolico nel comune di Tarsia, in prossimità dell´ex campo di concentramento di Ferramonti, in cui ricordare quanti perdono la vita nei lunghi viaggi della speranza. Un luogo dove tanti familiari possano ricercare i loro affetti perduti e dove l´umanità intera possa rendere omaggio e ricordare il dramma che sta coinvolgendo milioni di esseri umani, vittime della miseria e di uno sviluppo squilibrato. Una dramma che sta segnando questa fase storica così come le guerre ne hanno segnato altre più o meno recenti".  
   
   
PROFUGHI, DAGLI STUDENTI “LEZIONI” DI CONVIVENZA  
 
Trento, 21 aprile 2015 - Accanto al dibattito nazionale e internazionale, c´è un´“altra dimensione” del fenomeno profughi, meno evidente ma non per questo meno concreta. In Trentino associazioni, volontari, famiglie, singoli cittadini si adoperano quotidianamente, accanto all´impegno delle istituzioni, per tradurre nella pratica la tradizione di solidarietà di cui questa comunità ha dato tante dimostrazioni e di cui è legittimamente orgogliosa. E se ogni tradizione necessita, per restare viva, di un costante “passaggio del testimone” di generazione in generazione, il territorio offre, anche di fronte alla delicata questione profughi, segnali decisamente incoraggianti. Capita anche, fra i tanti esempi, che un gruppo di studenti del Liceo Da Vinci di Trento avverta il desiderio – forte e spontaneo – di “fare qualcosa” per dimostrare proprio quel consolidato spirito di solidarietà. I ragazzi decidono quindi di partecipare (con successo) ad un concorso di idee per un´iniziativa di carattere sociale e filantropico. Ne nasce, in collaborazione col Cinformi, un piccolo ma significativo progetto del quale sono protagonisti, accanto ai ragazzi, anche diversi richiedenti protezione internazionale accolti in Trentino. Partite di calcio, momenti conviviali, passeggiate in montagna: ogni occasione è buona per dialogare, conoscersi e vivere la convivenza come una “straordinaria normalità”. Recentemente l´Oratorio di Sant´antonio a Trento ha ospitato la seconda tappa di questo percorso. Studenti e profughi insieme hanno preparato dolci trentini e dei Paesi d´origine dei migranti accolti. Mani bianche e nere, vicine, hanno cucinato fra l´altro strudel e pietanze del Mali, dalla ricetta alla cottura e dall´impasto ai fornelli. Forse le diverse tradizioni culinarie non hanno trovato un fedele riscontro nei piatti preparati, ma nella merenda conclusiva nel piazzale dell´Oratorio le pietanze hanno rappresentato solo uno strumento di condivisione. Uno “stare insieme” che non ha avuto bisogno di discorsi, premesse, interpreti, mediatori o facilitatori. Momenti che potranno essere vissuti nuovamente anche attraverso le immagini e le testimonianze raccolte – dagli stessi studenti – nel corso dell´iniziativa. Il progetto proposto dagli studenti del Da Vinci, intitolato “Scarpe allacciate”, intende fra l´altro creare legami, insegnare la lingua italiana e promuovere la condivisione di culture differenti coinvolgendo i richiedenti protezione internazionale. Sono queste, infatti, le priorità individuate dai ragazzi nel rispondere al bando indetto dall´Associazione di promozione sociale “Il Conto dei Sogni”. L´associazione è intestataria di un conto bancario le cui risorse sono destinate, come suggerisce il nome, alla realizzazione di “sogni”, iniziative e progetti di carattere sociale proposti e realizzati dai giovani. Idee che diventano concreta realtà, proprio come la “straordinaria normalità” della convivenza fra cittadini del mondo che a Trento ha fatto un altro piccolo, grande passo verso una piena armonia sociale.  
   
   
TOSCANA, MIGRANTI: CINQUE PUNTI PER UN´ACCOGLIENZA GIUSTA E SOSTENIBILE  
 
 Firenze 21 aprile 2015 - Un´accoglienza giusta e sostenibile, imperniata su piccole strutture che veda protagonisti, nella gestione, volontariato e sindaci e dove chi è accolto contribuisca alla vita della comunità. La Regione Toscana ha indicato le modalità per far fronte alla nuova drammatica emergenza umanitaria rappresentata dalla migliaia di profughi che tentano di raggiungere l´Europa. Una vera e propria situazione di guerra, ai confini dell´Italia: la terza guerra mondiale, come ha detto il Papa, che è in svolgimento in Medio Oriente e in Africa. Cinque punti indicati stamani dalla giunta regionale 1. La Toscana, per un principio di umanità, non può che essere favorevole ad una giusta accoglienza. Ma questo principio deve valere verso chi arriva e anche nei confronti dei cittadini italiani che stanno nei territori perché si evitino tensioni, conflitti e paure, perché sia possibile l´interazione tra le diverse comunità. C´è quindi bisogno di fissare un limite all´accoglienza, che deve essere sostenibile e rispettosa delle persone. 2. Il modello che propone la Toscana si fonda sull´uso di piccole strutture, distribuite adeguatamente sul territorio regionale. Non più di poche decine di persone per gruppo, affidate alla gestione delle associazioni del volontariato e del terzo settore e con un ruolo di riferimento e coordinamento tenuto dal Sindaco del Comune interessato. Per questo la Toscana può contare sulla positiva esperienza degli anni 2011-2013, quando sono stati accolti 1800 migranti in fuga dalla Libia. Un modello oltretutto anche economicamente più sostenibile, con i suoi 38 euro al giorno per migrante contro i 48 euro di copertura massima garantiti dallo Stato. 3. Non esiste una buona accoglienza e una integrazione adeguata se non c´è anche un impegno da parte di chi viene accolto a restituire alla comunità che accoglie un servizio di utilità pubblica. Tale attività dovrà tenersi, senza remunerazione, ed è compito dell´associazione individuare le modalità concrete di svolgimento di intesa con il sindaco. 4. Questo modello di accoglienza può funzionare a fronte di numeri che non superino ragionevoli limiti. Ma questo è un tema della politica nazionale, del ruolo che può e deve svolgere l´Europa, delle iniziative internazionali che devono essere assunte per colpire gli assassini e i mercanti del traffico umano ovunque essi si trovino e bene ha fatto il governo italiano a chiedere la convocazione di una riunione straordinaria del Consiglio Europeo. 5. Per realizzare concretamente questa impostazione è stato costituito un gruppo di lavoro della Giunta regionale.  
   
   
FVG, PIANO CARCERI: SERRACCHIANI A ORLANDO, NO A STOP STRUTTURA SAN VITO  
 
Trieste, 21 aprile 2015 - "La gravità della situazione non consente di ritenere accettabile un ulteriore differimento e men che meno una cancellazione della realizzazione della nuova struttura". Lo ha scritto la presidente della Regione, Debora Serracchiani, in una lettera inviata al Ministro della Giustizia, Andrea Orlando, dopo aver appreso "con preoccupazione" da notizie di stampa che l´Amministrazione penitenziaria avrebbe disposto la cancellazione dal cosiddetto "piano carceri" della costruzione della nuova casa circondariale di San Vito al Tagliamento (Pn). "La nuova struttura da trecento posti, che in ipotesi dovrebbe sorgere al posto dell´ex caserma Dall´armi - ha evidenziato la presidente - consentirebbe di risolvere il gravissimo problema legato all´attuale utilizzo del carcere di Pordenone, collocato in una struttura assolutamente fatiscente, la quale pone non solo immaginabili e insostenibili disagi ai detenuti e agli operatori penitenziari, ma anche elevatissimi rischi sotto il profilo della sicurezza". Da qui l´auspicio per un intervento del Ministro "per una soluzione positiva alla questione, anche in considerazione del fatto che la nuova struttura di san Vito "non si aggiunge a quelle esistenti ma sostituisce di fatto l´obsoleto complesso di Pordenone".  
   
   
SPORTELLI ASCOLTO DONNE: 23 E 24 APRILE 4° E 5° LEARNING MEETING APPUNTAMENTI A POTENZA E A MATERA, NELL’AMBITO DEL PROGETTO “CONOSCERE PER PREVENIRE”, PROMOSSI DALL’UFFICIO DELLA CONSIGLIERA REGIONALE DI PARITÀ  
 
Potenza, 21 aprile 2015 - Avviare uno sportello filtro e/o un centro di ascolto presso i corpi di Polizia Municipale unitamente ai servizi sociali comunali. E’ questo l’obiettivo principale sul quale si svolgeranno, a Potenza il 23 aprile presso l’Aula P. Grippo del Palazzo di Giustizia in via Nazario Sauro (ore 9,00-13,00 e 14,00-18,00) ed il 24 aprile a Matera presso la Sala Carlo Levi di Palazzo Lanfranchi (ore 9,00-13,00), il quarto e il quinto Learning Meeting dell’Ufficio della Consigliera regionale di Parità sul tema “Linee operative per l’Istituzione di Sportelli e o Centri di ascolto per le donne”. I Learning Meeting di Potenza e Matera che si collocano nell’ambito del progetto “Conoscere per prevenire” – spiega Maria Anna Fanelli, Consigliera Regionale di Parità e Pari Opportunità della regione Basilicata - seguono quelli che si sono già svolti il 27 febbraio a Rionero il 21 marzo a Lagonegro e l’11 aprile e a Policoro. Sono realizzati in collaborazione con il Ministero del lavoro e delle Politiche Sociali e con l’Ufficio Autonomie Locali e Decentramento Amministrativo del Dipartimento Presidenza della Giunta della Regione Basilicata. Sono stati invitati a partecipare: Sindache/sindaci, Assessore/assessori, Consigliere/consiglieri Regionali e Comunali, Segretari Comunali, Funzionari e Dirigenti, Unioni di Comuni, Società Partecipate, Consorzi e Fondazioni, Enti e Amministrazioni Dello Stato, Cug e Organismi di Parità, Organismi di Formazione Accreditati nella Regione Basilicata, Università, Sindacati, Agenzie per il Lavoro, Ordini e Associazioni Professionali, Ordine Regionale degli Assistenti Sociali, Ordine dei Consulenti del Lavoro di Potenza e Matera, Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Potenza, Lagonegro e Matera, Ordini Degli Avvocati di Lagonegro e Matera, Docenti Scuole Secondarie, Istituti Di Istruzione Superiore, Istituti Professionali, Associazioni di Volontariato, Gruppi e Comitati Femminili e non,Clubs Service. Obiettivo del Progetto, nel rispetto degli impegni Istituzionali della Consigliera Regionale di parità, è quello di affrontare la complessità del quadro della violenza di genere contro le donne e delle sue dinamiche di riproduzione, emersa da molteplici ricerche nazionali ed internazionali, dalla Convenzione Cedaw e dal relativo rapporto ombra, nonché da progetti fondamentali legati alla necessità di “reti antiviolenza” che hanno evidenziato l’urgenza di un “lavoro sociale” per aggredire il problema da più prospettive ed inoltre per affrontare ed organizzare il reinserimento lavorativo di donne vittime di abusi e violenze. L’esperienza di lavoro con le donne – spiega la Consigliera Regionale di Parità Maria Anna Fanelli - ha mostrato e mostra che le donne hanno bisogno di luoghi specializzati non solo di accoglienza ma anche di riferimento e di orientamento ai quali rivolgersi ed dai quali ricevere, anche in una primissima fase, opportuno sostegno ed accompagnamento. Pertanto le iniziative della Consigliera Regionale di Parità in sostanza richiedono l’implementazione di ulteriore strutture specializzate, oltre quelle già esistenti ed operanti sul territorio, così come pure sottolineano la necessità di procedure di intervento e protocolli codificati e condivisi che consentano di realizzare interventi mirati e coordinati tra i diversi servizi potenzialmente mobilitabili. In tutto questo – sottolinea - i Seminari del 23 e del 24 aprile presentano grazie all’apporto di Esperti/e dall’esperienza consolidata le Linee Operative per l’Istituzione di Sportelli e o Centri di Ascolto per le donne presso varie Istituzioni affinchè queste grazie alla realizzazione di linguaggi e prassi possano fornire strumenti di comprensione e di decostruzione critica dei modelli dominanti tuttora alla base della relazione tra i sessi, nonché un primo aiuto e sostegno alle donne che subiscono violenze di genere e indicazioni e guida per il reinserimento lavorativo. Alle Iniziative sono invitati anche gli/le Opertatori/trici delle Scuole di ogni Ordine e grado del territorio – conclude Fanelli - per sollecitare la promozione di quella Educazione sentimentale che è fondamentale per quei cambiamenti cultuali che sono indispensabili per combattere violenze e discriminazioni.  
   
   
CENTRO PARI OPPORTUNITÀ REGIONE UMBRIA, CONSEGNATO PREMIO PER TESI DI LAUREA "LAURA CIPOLLONE"  
 
Perugia, 21 aprile 2015 - È stato conferito alla dottoressa Rachele Salvatelli per la tesi dal titolo "Il dilemma del riconoscimento. Questione femminile e rappresentanza politica", con la quale ha conseguito la Laurea in Filosofia ed Etica delle relazioni, il primo premio "Laura Cipollone" relativo agli anni accademici 2011/12 e 2012/13. La cerimonia di consegna si è svolta nella sede del Centro per le Pari Opportunità della Regione Umbria che ha istituito il Premio in memoria di Laura Cipollone, "operosa e lungimirante fondatrice" del Centro. Il Premio è rivolto alle laureate e ai laureati residenti in Umbria che discutono la propria tesi su personaggi femminili o su problematiche attinenti la realtà femminile, con particolare riferimento al contesto regionale, e prevede tre livelli di premiazione che vengono attribuiti su proposta di una Commissione giudicatrice. Nell´attribuire il primo premio alla dottoressa Salvatelli, la Commissione ha rilevato come "abbia analizzato il tema del ‘Riconoscimento´ - quale elemento fondamentale nella costruzione di una identità personale riuscita - attraverso elementi teorici tratti da discipline filosofiche, psicologiche ed etiche. Nel corso di tale analisi viene affrontato anche il tema opposto, ossia quello del ‘Misconoscimento´, in particolare facendo riferimento alle persistenti forme di ‘mancato riconoscimento´ della differenza femminile in diversi ambiti, da quello culturale e simbolico a quello dei diritti. È, infatti, un dato ancora ampiamente rilevato ai giorni nostri – si legge nella motivazione - il deficit di rappresentanza delle donne in politica, così come le difficoltà che esse incontrano nel mondo del lavoro, a riprova che l´uguaglianza è ben lungi dall´essere intesa come ‘opportunità aperte a tutti´ senza disparità o pregiudizi basati sulla differenza di genere, ma al contrario che deve essere valutata come ‘riconoscimento´ per parità e dignità". La Commissione giudicatrice ha assegnato il secondo e terzo premio rispettivamente alla dottoressa Giulia Romano per il suo lavoro dal titolo "La questione di genere e la narrazione del sé nei Centri Antiviolenza" e alla dottoressa Elisa Pierozzi per la tesi su "La sessualizzazione dei bambini: una ricerca qualitativa su alcuni cartoni animati per l´infanzia". Le informazioni sul prossimo bando saranno disponibili sul sito internet istituzionale del Centro per le pari opportunità ( http://www.Regione.umbria.it/la-regione/centro-pari-opportunita ) e sul Bollettino Ufficiale della Regione Umbria (on line su www.Regione.umbria.it ).  
   
   
LEGALITÀ - PIEVE DI CENTO (BOLOGNA), EDIFICIO CONFISCATO ALLA CRIMINALITÀ SI TRASFORMA IN STRUTTURA DI ACCOGLIENZA PER MADRI CON FIGLI IN DIFFICOLTÀ E NUOVO PRESIDIO DELLA POLIZIA MUNICIPALE. OGGI L´INAUGURAZIONE COL PRESIDENTE DELLA REGIONE, STEFANO BONACCINI  
 
Bologna, 21 aprile 2015  – Si chiama “Il Ponte”, si trova in via Cento n. 39 a Pieve di Cento (Bologna), e da oggi si è trasformato da bene confiscato alla criminalità in bene comune, struttura di accoglienza per la prima emergenza abitativa e sede della polizia municipale. La nuova struttura è stata inaugurata questa mattina in un’affollata cerimonia, presenti tra gli altri il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, la presidente dell’Assemblea legislativa regionale, Simonetta Saliera, il prefetto di Bologna Ennio Maria Sodano e il sindaco di Pieve, Sergio Maccagnani. Un’inaugurazione che è stata definita non punto di arrivo ma inizio di un percorso che vuole avviare a Pieve di Cento un forum di osservazione permanente della legalità che coinvolga cittadini, amministrazione, forze dell’ordine, associazioni, per contribuire a produrre quella cultura necessaria per contrastare efficacemente eventuali infiltrazioni malavitose. “Quello di oggi è un esempio chiaro della nostra determinazione nella lotta contro la criminalità organizzata – ha dichiarato il presidente Bonaccini –. Non ci si limita alla confisca dei beni, ma si favorisce il loro riutilizzo a favore di tutta la comunità, come nel caso di questa struttura, che, anche grazie a uno specifico finanziamento regionale, avrà una ricaduta positiva sul territorio, ospitando la sede della polizia municipale e una comunità di accoglienza per la prima emergenza abitativa”. Il progetto di recupero Lo stabile è una ex locanda conferita al Comune dall’Agenzia Nazionale dei beni confiscati e sequestrati alla criminalità organizzata (Anbcs), ora trasformata in bene comune grazie all’Unione Reno Galliera con il supporto della Regione Emilia-romagna. La consegna avvenne nel 2013, in seguito a una condanna per usura. Si trattava di una ex locanda-residence di circa 370 mq, situata a Pieve di Cento a poche centinaia di metri dal centro storico. Ora, grazie a un Accordo di programma sottoscritto tra Regione e Comune, la parte abitativa de “Il Ponte” verrà gestita dall’Unione Reno Galliera in accordo con la Caritas: parte del bene sarà dedicato all’accoglienza temporanea di nuclei familiari con minori ed in emergenza abitativa, difficoltà e disagio socio-economico, grazie alla realizzazione di 8 miniappartamenti (6 monolocali e due bilocali). Il piano terra dello stabile è invece attrezzato per accogliere il presidio di Polizia municipale dei Comuni di Pieve di Cento e Castello d’Argile. Dalla consegna dell’edificio da parte dell’Agenzia per i beni confiscati a oggi sono trascorsi solo 18 mesi. Il costo totale del progetto è stato di 67.000 euro, il contributo regionale ammonta a 46.900 euro. Beni confiscati in Emilia-romagna Con la Legge regionale n. 3 del 2011, la Regione Emilia-romagna ha avviato un percorso di cooperazione istituzionale con altri enti in materia di contrasto e prevenzione del fenomenodel crimine organizzato e mafioso e per la promozione della cultura della legalità. Con la sottoscrizione di protocolli di intesa o accordi di programma la Regione ha sostenuto, non solo con il contributo finanziario, ma anche con competenze tecniche e di progettazione, gli Enti Locali anche nel recupero e riutilizzo di beni confiscati o in via di assegnazione. Sul totale di 78 accordi siglati con pubbliche amministrazioni dal 2011 al 2014, 10 accordi di programma sono stati dedicati al recupero di 9 beni confiscati con i Comuni di Ravenna, Ferrara, Forlì, Pianoro (Bo), Gaggio Montano (Bo), Cervia (Ra), Salsomaggiore Terme (Pr), Berceto (Pr), Pieve di Cento (Bo). Secondo gli ultimi dati resi disponibili dall’Agenzia Nazionale dei Beni Sequestrati e Confiscati alle criminalità organizzata, rielaborati dall’Osservatorio regionale sui fenomeni connessi al crimine organizzato e mafioso con il supporto dell’Università di Bologna, al 14 marzo 2014 risultano 40 i beni immobili confiscatidefinitivamente in Emilia-romagna dei quali 28 ancora in gestione all’Anbsc e 12 destinati a uso sociale e consegnati al patrimonio indisponibile degli enti territoriali o dello Stato.  
   
   
EDUCA: MATERNITÀ E PATERNITÀ IN CERCA DI IDENTITÀ  
 
Trento, 21 aprile 2015 - Padri in crisi, in fuga, padri– mammo o peluches; e ancora di madri-coccodrillo, madri-narcise. Nuove definizioni per ruoli in cambiamento, che lasciano però insoddisfatti. Come si stanno configurando questi ruoli nella modernità attraversata dalla crisi? Se ne è parlato oggi al festival dell’educazione. A Educa, il festival dell’educazione che ha messo al centro di questa Vi edizione il tema “Desiderio e Conflitto” non si poteva non parlare di paternità e maternità, le esperienze umane che più di altre rappresentano il desiderio come spinta generatrice, ma anche ruoli sempre più messi in discussione. Si tenta di trovare nuove definizioni: padri in crisi, in fuga, padri– mammo o peluches; e ancora di madri-coccodrillo, madri-narcise. “La paternità oggi non è più un ruolo garantito da schemi predeterminati - ha affermato Ivo Lizzola, docente dell´Università di Bergamo presentando il suo ultimo libro "La paternità oggi. Tra testimonianza e fragilità. "Si è affievolita - ha detto Lizzola - la figura più normativa e autorevole della nostra tradizione culturale; non esiste più il padre che garantisce e assicura il futuro come era nelle generazioni precedenti. Oggi è piuttosto il ponte del possibile, colui che testimonia che si può stare in piedi anche un po’ controvento, che sa stare sulla soglia dei tempi nuovi col figlio e accompagnarlo mostrando vulnerabilità". È questo il terreno su cui oggi i padri possono riconquistare autorevolezza, nella condizione di vulnerabilità che espone alla possibilità di essere fragili, in un momento in cui viene meno la stabilità. Il padre diventa così il presidio della possibilità di rinascere, di sentirsi anche disadattati, invita a tornare a raccontare e desiderare. A differenza del bisogno, che deve essere subito soddisfatto, il desiderio apre infatti il tempo sul futuro, pone lo sguardo sull’orizzonte. “Non pensiamo però solo i nostri desideri, ma quelli di tutti, cercando di vederci dentro le relazioni e le generazioni e non contrapporci – ha esortato Ivo Lizzola - i padri ricevono in eredità e lasciano; così chi educa, insegna, chi amministra lo faccia nell’ottica della consegna. È importante pensare di "generazione in generazione" e assumere il saper come forma di responsabilità per ridisegnare". Di maternità si è parlato nel seminario “Madri al plurale” e poi la complessità di questo ruolo è stata esplicitata dalle immagini proiettate dall’illustratrice Arianna Papini: nell’arte la madre è spesso dipinta accudita dal figlio con volto da adulto o con lo sguardo lontano, nel vuoto o sofferente. Oggi la mamma dovrebbe essere accolta, accudita e non giudicata, considerando che il rapporto tra madre e bambino è ricco di sfumature, forte e complice. "Il 75% degli italiani pensa che se le mamme lavorano i figli soffrono - rivela Barbara Poggio - ed è il dato più alto in Europa, ma bisogna fare proprio un principio, ovvero che la realtà cambia, che non ci sono categorie predefinite". Per info: http://www.Educaonline.it