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Notiziario Marketpress di Giovedì 17 Luglio 2008
CAMBIAMENTO CLIMATICO: QUANTO CI CREDE L´UE?  
 
Bruxelles, 17 luglio 2008 - Volà: da rifiuti a elettricità - Nella lotta al cambiamento climatico gli Stati membri decisero nel marzo del 2007 di ridurre le emissioni nocive del 20% entro il 2020. Si può andare più avanti e raggiungere quota -30%? Tutto dipenderà dalla volontà dei paesi Ue di adempiere alla proposta lanciata dalla Commissione europea lo scorso gennaio, che include nuovi settori per contribuire a questa meta virtuosa. "Fino a che punto l´obiettivo dell´Ue è ambizioso?", si è chiesta l´eurodeputata finlandese Satu Hassi del gruppo Verde (verdi/Ale), relatrice del contributo del Parlamento sugli sforzi dei paesi Ue per ridurre le emissioni dei gas nocivi, in occasione di un seminario da lei presieduto il 3 giugno scorso in Parlamento a Bruxelles. Tutto dipende. - Tutto dipende, ma la deputata finlandese non la pensa così: "La proposta della Commissione europea è insufficiente per limitare il riscaldamento del pianeta sotto il limite dei 2°C", dichiara. I paesi industrializzati riconoscono che per limitare il riscaldamento del pianeta sotto il livello dei 2°C rispetto ai livelli dell´era preindustriale c´è bisogno di uno sforzo diminutivo del 25-40%. Hassi propone di aggiungere all´obiettivo di partenza del 30% un ulteriore -80% entro il 2050, così da fissare d´ora in avanti limiti precisi all´investimento in infrastrutture non rispettose dell´ambiente. Una riduzione che si fondi sul principio di solidarietà reciproca in base al Pil nazionale di ciascuno. Il "nostro" e il "loro" contributo - La Commissione europea propone inoltre di creare un abbuono del 3% per quei paesi Ue che utilizzano fuori confine misure specifiche di riduzione delle emissioni, un modello non condiviso dalla deputata finlandese, che concederebbe al massimo uno sconto dell´1%, perchè secondo lei "non conta dove le riduzioni avvengono, bensì l´inquinamento totale del pianeta". Se è vero come dice il panel intergovernativo sul cambiamento climatico (Ipcc) che i paesi in via di sviluppo debbono ridurre le loro emissioni del 15-30% rispetto ai paesi industrializzati, "c´è bisogno del nostro sostegno in investimenti virtuosi nei paesi terzi", ritiene la deputata. Sanzioni cercansi - Come riuscire a far rispettare a tutti i pesi Ue i loro impegni in termini di riduzione dei gas a effetto serra? Una normale procedura di contravvenzione "è troppo lenta e tardiva", ritiene Hassi, che propone multe simili al modello in vigore nell´emission trading. La commissione parlamentare ambiente è attesa al voto della relazione Hassi in autunno, in vista del benestare dell´Aula a dicembre . Con questo articolo si chiude la seria sul cambiamento climatico, in vista dell´accordo fra Parlamento e Consiglio entro fine presidenza francese. Già deputata nazionale e ministro dell´ambiente, Satu Hassi è eurodeputata dal 2004 e vicepresidente della commissione parlamentare ambiente. .  
   
   
SECONDO UN RAPPORTO, L´INTEGRITÀ DELLA RICERCA È BEN DIFESA NELLA MAGGIOR PARTE DEI PAESI EUROPEI  
 
Bruxelles, 17 luglio 2008 - La maggior parte dei paesi europei hanno tutti gli strumenti per salvaguardare l´integrità della ricerca, questa è la conclusione cui è giunto un nuovo rapporto della Fondazione europea della scienza (Fes). Il rapporto, intitolato "Stewards of Integrity - Institutional approaches to promote and safeguard good research practice in Europe" ("Difensori dell´integrità - Approcci istituzionali per promuovere e difendere la buona prassi di ricerca in Europa"), fornisce una panoramica di come vengono affrontate le questioni di integrità della ricerca in 18 paesi europei. Durante la stesura del rapporto, la Fes ha esaminato associazioni culturali, organizzazioni che effettuano ricerca pubblica, agenzie di finanziamento della ricerca e altre organizzazioni centrali che si occupano delle accuse di scorrettezze nel campo della ricerca. Gli autori del rapporto erano interessati in particolare nei codici e nelle linee guida per promuovere la buona prassi di ricerca, nelle attività e nelle politiche delle organizzazioni che si occupano di integrità della ricerca e nelle procedure esplicite delineate per far fronte alle accuse di scorrettezze nel campo della ricerca. Secondo quanto rilevato, la maggior parte dei paesi dispongono di meccanismi per promuovere la buona prassi nella ricerca. "Non si può che essere contenti di vedere che nella maggior parte dei paesi le organizzazioni di ricerca si sono assunte la responsabilità di agire come "difensori dell´integrità", sviluppando codici di condotta chiari e stabilendo meccanismi forti per gestire le accuse di infrazioni," ha commentato il dott. John Marks, vice capo esecutivo della Fes, che ha fatto da supervisore alla stesura del rapporto. Il rapporto rivela che i paesi usano un´ampia gamma di approcci per far fronte alle questioni di integrità della ricerca. Alcuni documenti sono di natura programmatica, poiché stabiliscono come ci si aspetta che si comportino gli scienziati. Altri esaminano i vari aspetti della buona condotta nella ricerca più dettagliatamente. Alcune organizzazioni hanno codici regolatori chiari o linee guida che stabiliscono in modo chiaro le procedure per gestire le accuse di scorrettezze nel campo della ricerca e le sanzioni da applicare a coloro che sono riconosciuti colpevoli. Sono relativamente pochi i paesi e le organizzazioni che dipongono di meccanismi espliciti per far fronte ai casi di scorrettezze nel campo della ricerca; dove esistono, spesso sono stati istituiti in seguito a gravi casi di scorrettezze nella ricerca. Nel frattempo, molti dei paesi inclusi nel rapporto, stanno in questo momento sviluppando e rifinendo ulteriormente le loro procedure. Ad esempio, un gruppo di lavoro in Austria ha raccomandato la creazione di corpi centrali per far fronte alle accuse di scorrettezze nella ricerca, mentre Regno Unito e Francia stanno organizzando workshop di politica con lo scopo di discutere i passi necessari per promuovere la buona prassi nella ricerca. A livello internazionale, il Global Science Forum dell´Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) promuove lo scambio di idee su come affrontare le scorrettezze nel campo della ricerca, a livello della cooperazione internazionale della ricerca. "Assistiamo ad una dinamica eccezionale nello sviluppo di strutture per l´integrità della ricerca," ha detto il dott. Marks. "Oggi sono sempre di più i paesi e le organizzazioni che si impegnano proattivemente nello sviluppo di strutture per incoraggiare l´integrità della ricerca. Sembra che gli sforzi per stimolare il dibattito sugli standard delle migliori pratiche, come il Global Science Forum dell´Ocse sull´integrità della ricerca e la conferenza mondiale sull´integrità della ricerca, stiano dando i loro frutti. " La Fes, insieme ad altre organizzazioni, hanno adesso in programma l´organizzazione di un forum nel quale i responsabili della salvaguardia dell´integrità della ricerca possono scambiarsi idee ed esperienze e lavorare per lo sviluppo di standard armonizzati in tutta Europa. Per ulteriori informazioni, visitare: http://www. Esf. Org .  
   
   
BULGARIA, NIENTE EUROZONA NEL 2012  
 
Sofia, 17 luglio 2008 - La Bulgaria non riuscirà a rispettare i criteri necessari per entrare nell´Eurozona entro il 2012. Lo ha dichiarato il responsabile della Commissione parlamentare per la programmazione economica, Aliosman Imamov, afferma Reporter. Gr. Secondo quanto annuncia la maggior parte degli economisti, la Bulgaria dovrebbe riuscire a fare il proprio ingresso nell´area euro tra il 2013 e il 2014. .  
   
   
IL 15 LUGLIO SI È SVOLTO L’ULTIMO GRANDE EVENTO DELLA CCIU PRIMA DELLA PAUSA ESTIVA, TRA GLI INVITATI NOTI ESPONENTI DELLA POLITICA ITALIANA E UNGHERESE  
 
 Budapest, 17 luglio 2008 - Il Presidente della Camera di Commercio Italiana per l’Ungheria, Alessandro Stricca, ha inaugurato la serata ricordando l’importanza del riconoscimento dell’attività camerale da parte del Governo Italiano, ha inoltre sottolineato il rilevante lavoro svolto dalle istituzioni del Sistema Italia in Ungheria. Il Presidente Stricca ha salutato gli invitati,ed in particolare il consigliere per gli italiani all’estero del Presidente del Consiglio Berlusconi on. Massimo Romagnoli, il capogruppo parlamentare dell’Alleanza dei Liberi Democratici(szdsz) ed ex Ministro dell’Economia Jànos Kóka, il Sottosegretario di Stato del Ministero dell’Economia e dello Sviluppo, Géza Egyed, i rappresentanti del Movimento per le Riforme “Kiáltvány”. Il Presidente Stricca, in rappresentanza della business community in Ungheria, ha informato i giornalisti della stampa ungherese sui risultati degli incontri tra gli esponenti del Governo Ungherese e i rappresentanti del Movimento “Kiàltvàny”. Il Presidente della Cciu ha ribadito l’urgente necessità di implementare le riforme strutturali nel campo della pubblica amministrazione, della sanità, dell’istruzione, del sistema pensionistico e del sistema fiscale. .  
   
   
BPM: PRECISAZIONI SU RICHIESTA CONSOB  
 
Milano, 17 luglio 2008 - Su richiesta della Consob, e facendo seguito al comunicato diffuso da questa Banca lo scorso 14 luglio, si precisa che le richieste effettuate dalla Banca d’Italia afferenti i rilievi su talune questioni relative al funzionamento della Società saranno oggetto di tempestiva risposta secondo prassi. Bipiemme, nel far presente che le indicazioni ricevute rivestono carattere di riservatezza e che pertanto non può confermare né smentire la veridicità di quanto riferito da vari organi di stampa, precisa che, entro il mese di agosto, verrà convocato un Consiglio di Amministrazione al fine di esaminare proposte relative agli opportuni aggiornamenti statutari aventi a oggetto miglioramenti agli assetti di governo; le proposte del consiglio, una volta ottenuto il provvedimento di accertamento della Banca d’Italia ai sensi dell’art. 56 Tub, saranno sottoposte all’approvazione di una prossima assemblea straordinaria dei soci che si terrà entro la fine del corrente anno. .  
   
   
GL INVESTIMENTI S.R.L. , SOCIETÀ FACENTE CAPO A GIOVANNI MALAGÒ E LUPO RATTAZZI, ENTRA NEL CAPITALE DI BANCA FINNAT EURAMERICA CON UNA QUOTA DELL’1,46%  
 
 Roma, 17 luglio 2008 – Banca Finnat Euramerica comunica di aver ceduto alla Gl Investimenti S. R. L. , a prezzo di mercato, n. 5. 300. 005 azioni proprie in portafoglio per una percentuale pari all’1,46% del capitale sociale. A seguito della citata operazione, le azioni proprie attualmente detenute da Banca Finnat risultano pari a n. 5. 323. 394, corrispondenti all’1,467% del capitale sociale. Banca Finnat Euramerica è specializzata nella prestazione di Servizi di Investimento rivolti a Clientela Istituzionale, Clientela Privata ed Aziende. Banca Finnat Euramerica e le altre Società del Gruppo offrono un’ ampia gamma di prodotti e servizi finanziari che spaziano dal Risparmio Gestito, all’Intermediazione, ai Servizi Fiduciari, al Corporate Finance, alla gestione di Fondi Immobiliari. A complemento dei Servizi di Investimento, che rivestono un’importanza centrale nell’ambito delle attività della Banca, vengono prestati anche Servizi Assicurativi, unitamente ai tradizionali Servizi Bancari. Gl Investimenti S. R. L. È una Holding di partecipazioni recentemente costituita da Giovanni Malagò e Lupo Rattazzi con l’intento di acquisire quote di società quotate e non. La Gl Investimenti è il secondo azionista di Maire Tecnimont. .  
   
   
CREDITO VALTELLINESE E BANCA TERCAS – CASSA DI RISPARMIO DELLA PROVINCIA DI TERAMO PRENDONO RECIPROCAMENTE ATTO DEL MANCATO AVVERAMENTO DELLE CONDIZIONI PER PROSEGUIRE IL PROGETTO DI COLLABORAZIONE STRATEGICA  
 
Sondrio, 17 luglio 2008 – Credito Valtellinese e Banca Tercas – Cassa di Risparmio della provincia di Teramo hanno reciprocamente riconosciuto il mancato avveramento delle condizioni sospensive dell’Accordo Quadro sottoscritto il 12 novembre 2007 – ingresso del Creval nelle compagine societaria di Banca Tercas per una quota pari almeno al 15% – e pertanto l’inesistenza dei presupposti per la prosecuzione del progetto di collaborazione strategica a suo tempo avviato. .  
   
   
MILANO: PIÙ SPORTELLI BANCARI CHE EDICOLE  
 
 Milano, 17 luglio 2008 - In provincia di Milano per ogni edicola esistono quasi due sportelli bancari. 2. 530 sportelli bancari contro 1. 457 edicole al 2007 e gli sportelli sono cresciuti in 5 anni del 10,3%. Nel 2008 sono 9. 797 le imprese attive nel settore della finanza a Milano, pari al 9,4% del totale italiano. La provincia meneghina si conferma così prima in Italia concentrando un numero di aziende superiore al totale dell’intera regione Piemonte, solo la Lombardia ed il Lazio hanno più attività finanziarie. In particolare nel comparto dell’intermediazione finanziaria Milano conta quasi un terzo delle imprese nazionali del settore (29,1%), più di Piemonte, Emilia Romagna e Veneto messi insieme (complessivamente 26,5%). Altrettanto nei fondi pensione e assicurazioni con il 28,6% delle imprese nazionali, per un totale superiore alla somma delle tre regioni più attive, Piemonte, Emilia Romagna e Puglia (complessivamente 24,8%), mentre nelle attività ausiliarie della finanza il capoluogo lombardo (7,3%) tallona Roma (7,7%). E nell’ultimo anno, dal 2007 al 2008, l’intero settore a Milano ha continuato a crescere segnando un aumento percentuale del 3,2% pari a 301 imprese in più, il 12% delle nuove attività del settore create in Italia. Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano su dati del registro delle imprese anni 2006, 2007 e 2008 e Banca d’Italia 2007. .  
   
   
LA BANCA SLOVENA NLB AUMENTA AZIONI DI LHB  
 
Lubiana, 17 luglio 2008 - Zagrebacka Banka, la principale banca croata, ha venduto il 4,77 per cento delle azioni che possedeva nella Lhb International alla Nova Ljubljanska Banka. La notizia è stata pubblicata su Reporter. Gr, che informa anche che la Nova Ljubljanska Banka possiede ora il 95,82 per cento di Lhb. .  
   
   
I MEDIATORI CREDITIZI ACCOLGONO POSITIVAMENTE LE PAROLE DI DRAGHI SULLA NECESSITÀ DI UNA RIFORMA LEGISLATIVA DELLA PROFESSIONE  
 
Roma 17 luglio 2008 – Giancarlo Cupane, presidente di Assocred, la principale associazione italiana di mediatori creditizi ha così commentato l’intervento del Governatore di Bankitalia Mario Draghi: “La necessità di una riforma del settore della mediazione creditizia in Italia, come sottolineato con forza ieri dal Governatore Draghi, è un’esigenza che condividiamo appieno. L’accesso alla professione prevede requisiti troppo bassi e la vigilanza è totalmente inadeguata in un mercato così complesso. Siamo coscienti del fatto che esistano zone grigie nella nostra categoria, ma anche molti operatori onesti e professionali. Proprio questi ultimi sono in prima linea, con Assocred, nel richiedere a gran voce una riforma legislativa del settore della distribuzione indipendente di prodotti creditizi”. Assocred ha recentemente aperto un tavolo di lavoro con Assomea, un’analoga associazione di mediatori creditizi,per la condivisione di un codice di autodisciplina. I principali punti del codice sono: Principio dimensionale per le società di mediazione creditizia (S. M. C) con capitale sociale minimo uguale a quello della Spa per elevare lo standing professionale; Iscrizione all’albo previo esame per tutti i dipendenti/agenti/collaboratori a progetto/franchisee delle società di mediazione creditizia; Correttezza e trasparenza dei rapporti con i clienti; Contributo alla cultura finanziaria e gestione del passivo dei clienti; Formazione costante dei dipendenti/agenti/collaboratori a progetto/franchisee delle società di mediazione creditizia; Pubblicità effettivamente e non solo formalmente comprensibile e corretta; Creazione di un organismo di conciliazione coi clienti in collaborazione con le associazioni dei consumatori e possibilmente con gli organi di vigilanza; Creazione di un organismo indipendente per il controllo del rispetto del codice di Autodisciplina. Andrea Ciani, segretario nazionale di Assocred, ha dichiarato: “Il nostro codice di autodisciplina vuole essere una base di lavoro comune per la riforma dei mediatori creditizi. Lo offriamo alle altre associazioni e soprattutto alle istituzioni come punto di partenza di una ormai irrinunciabile riforma legislativa. Vogliamo discuterne con Abi e Assofin, ma anche con le associazioni dei consumatori e Bankitalia”. .  
   
   
RAPPORTO PERIODICO PRIMO SEMESTRE 2008 SUI DATI DI NEGOZIAZIONE DEGLI ASSOCIATI ASSOSIM SUI MERCATI GESTITI DA BORSA ITALIANA S.P.A.  
 
Milano, 17 luglio 2008 - I dati relativi alle transazioni effettuate sul mercato azionario di Borsa Italiana S. P. A. Evidenziano una contrazione dei volumi intermediati nel primo semestre 2008 pari al 20% rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente: in termini di controvalore delle operazioni eseguite, si è passati infatti dai 835 miliardi di euro scambiati nel primo semestre 2007, agli attuali 633 miliardi. Il dato relativo ai quantitativi scambiati nello stesso periodo evidenzia anch’esso una flessione, seppur più contenuta (-2%), rispetto allo scorso anno. Un aumento del 4% si è invece registrato nel periodo con riferimento al numero di operazioni concluse sul mercato azionario; tale aumento ha comportato, a fronte della cennata diminuzione dei volumi intermediati, una riduzione del taglio medio delle operazioni, passato da circa 23. 000 euro a circa 17. 000 euro. Un aumento dell’operatività si è registrato, viceversa, sui mercati obbligazionari: con il Mot e l’Euromot che hanno registrato una crescita dei volumi rispettivamente del 9,22% e del 25,49%. Lo scenario di riferimento non è dei più confortanti: crisi del credito, dati macroeconomici negativi, inflazione in ripresa per i prezzi del petrolio e delle materie prime. Tutte circostanze che hanno contribuito alla flessione dei corsi azionari, con l’indice Mibtel che è passato da 32. 886 al 29 giugno 2007 a 22. 721 al 30 giugno 2008. Nonostante il venir meno dell’obbligo di concentrazione a seguito dell’entrata in vigore della Mifid, il permanere della liquidità sui mercati regolamentati ha per il momento contenuto l’operatività degli internalizzatori sistematici sui titoli azionari quotati. In un tale contesto, la sostanziale contrazione dei volumi scambiati di cui sopra è destinata ad impattare sui conti economici degli intermediari. Ciò anche in considerazione del fatto che, da un’analisi qualitativa dei dati, si evidenzia una predominanza dei flussi di ordini riferibili alla clientela interconnessa, in relazione alla quale i margini degli intermediari sono i più contenuti. Le previsioni per il secondo semestre dell’anno, generalmente caratterizzato da una lieve diminuzione dell’operatività degli intermediari rispetto al primo semestre, sono all’insegna della cautela. Dato più confortante, quello della liquidità del mercato azionario italiano che, in termini di turnover velocity, è aumentata rispetto al primo semestre del 2007. Gli Intermediari Esteri continuano a svolgere un ruolo di rilievo sul mercato azionario italiano, classificandosi tra i primi dieci negoziatori delle graduatorie relative all’operatività in conto proprio. Dal rapporto si rileva come il fronte degli intermediari si è ulteriormente concentrato per effetto di processi di integrazione. La quota di mercato dei primi dieci intermediari sui principali mercati supera ormai il 50%. La concentrazione del settore potrebbe ulteriormente aumentare nei prossimi anni in quanto si tratta di una tendenza in atto a livello internazionale per realizzare assetti proprietari più stabili e meno contendibili, beneficiando nel contempo di economie di scala e sinergie di costi e di ricavi. Sulle varie classifiche riferite ai volumi intermediati dagli Associati in conto terzi nei diversi segmenti di mercato si evidenzia quanto segue: Finecobank è il primo intermediario sull’Mta con l’11,85%, sul Trading After Hours con il 25,40%, sul S&p/mib Futures con l’11,32% e sul Minifib con il 20,21% del mercato. Si evidenzia inoltre la leadership, nei rispettivi comparti di attività in conto terzi, dei seguenti intermediari: Banca Akros sul Domesticmot con il 16,92%; di Banca Imi sull’Euromot con il 22,30%; Nuovi Investimenti Sim sul Sedex con il 44,84%; Banca Intermobiliare sulle Opzioni Isoalfa con il 13,28%; Banca Sella Holding sulle Opzioni S&p/mib con il 17,38%; Banca Aletti su Stock Futures con il 35,19%. Ove si considerino invece i volumi totali intermediati (conto proprio più conto terzi), emerge la prima posizione di Banca Sella Holding sul Domesticmot con il 18,61%, sul S&p/mib Futures con il 7,53% e sul Minifib con il 27,47%; di Abaxbank sulle Opzioni Isoalfa con l’11,57%. Da un confronto della classifica per operatività in conto terzi delle prime dieci posizioni con l’analoga classifica del 2007, si evidenzia l’ingresso di: Banca Aletti sull’Mta, sull’Euromot e sul Trading After Hours; di Banca Sella Holding sul Domesticmot e sul Sedex; di Unicredit Markets & Investment Banking sull’Euromot e sulle Opzioni S&p/mib; Banca Intermobiliare sull’Euromot, sul S&p/mib Futures e su Stock Futures; di Ubs Ltd sul S&p/mib Futures, sulle Opzioni Isoalfa e su Stock Futures; di Deutsche Bank Ag Lnd sul S&p/mib Futures; di Twice Sim sul S&p/mib Futures e sulle Opzioni S&p/mib; di Banca Finnat Euramerica e Intermonte Sim sul Minifib; di Euromobiliare Sim sulle Opzioni S&p/mib; di Nuovi Investimenti Sim e Banca Mb su Stock Futures. .  
   
   
REGIONE ABRUZZO: PAOLINI, GIUNTA NEL PIENO DELLE SUE FUNZIONI DELEGHE AD ASSSESSORI ATTRIBUITE AD INTERIM  
 
Pescara, 17 luglio 2008 - . "La Giunta regionale è nel pieno delle sue funzioni istituzionali ed in grado di prendere tutte le decisioni utili nell´interesse degli abruzzesi". Lo ha dichiarato il presidente vicario della Regione, Enrico Paolini, in apertura della conferenza stampa di ieri mattina, a Pescara, nella sede di viale Bovio, nel corso della quale è stato reso pubblico un verbale redatto dalla struttura regionale che illustra le competenze e le funzioni del presidente vicario e dell´Esecutivo stesso. Il presidente della Giunta regionale, gli assssori ed i consiglieri sottoposti alle misure cautelari sono, infatti, sospesi di diritto fino a quando nei loro cofronti resterà applicata la misura coercitiva. Intanto, già nel pomeriggio di oggi, Paolini ha presieduto una seduta di Giunta che, tuttavia, non ha assunto delibere di alcun genere. Per lunedì è prevista una prima Giunta operativa. E´ stato anche chiarito che i soggetti sospesi non sono computati al fine della verifica del numero legale e quindi la Giunta, al momento, è composta da otto componenti, visto che anche quegli assessori per i quali sono state annunciate dimissioni politiche nelle mani dei rispettivi partiti sono sempre in carica. "Esprimo il massimo rispetto per le persone coinvolte nell´inchiesta giudiziaria e per la magistratura. Nella mia funzione di Presidente vicario della Regione ho atteso più tempo possibile e tecnicamente utile per capire come muovermi secondo un profilo isituzionale e non politico ed, al tempo stesso, per far sapere a tutti gli abruzzesi dove cominciano e dove finiscono i margini di operatività dell´Esecutivo e delle strutture regionali". "Ci vuole umiltà - ha aggiunto il presidente Paolini - anche perchè, almeno a giudicare dalla profondità di quanto è stato illustrato dai magistrati, l´intera classe politica regionale non esce benissimo da questa vicenda. Ai cittadini abruzzesi, che non meritano questa situazione drammatica, dobbiamo garantire assoluta trasparenza - ha continuato - ed a tal proposito occorre che la squadra tecnica affianchi quella politica composta dal sottoscritto e dagli assessori in una logica di squadra che punti su una concreta efficienza e sull´assolvimento del dovere compiendo il minor numero di errori possibile". L´atteso decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri servirà solo a prendere atto della sospensione degli arrestati. Su questa specifica tematica, ieri sera, a Roma, a margine dell´incontro delle Regioni con il Governo sulla manocvra economico-finanziaria, Paolini aveva incontrato il sottosegretrio Gianni Letta ed il Ministro alle Politiche regionali Raffaele Fitto. Paolini ha, inoltre, aggiunto che "occorre attendere il termine della fase dell´isolamento delle persone attualmente detenute" e, riferendosi ad Ottaviano Del Turco, "al presidente democraticamente eletto dai cittadini abruzzesi va data la più ampia possibilità di esprimersi, di difendersi dalle accuse e di capire cosa sta accadendo" ma ha anche detto che "occorre salvare il salvabile e qualora si dovesse arrivare alle elezioni, lo si dovrà fare nella maniera più trasparente possibile". Il presidente vicario della Regione ha sottolienato, per di più, che questa situazione di emergenza è legata ad un impedimento temporaneo. Per cui, qualora venissero meno, per il presidente Del Turco, le ragioni della detenzione, sempre che non ci fossero dimisssioni, lo stesso Del Turco tornerebbe ad occupare le sue originarie funzioni. In relazione, infine alla ditribuzione delle varie deleghe agli assessori, Paolini ha spiegato che "verrà effettuata in una logica di divisione di compiti e non sarà il frutto di una consultazione politica". Le deleghe saranno attribuite ad interim con l´impegno politico, per quanto possibile, di portare le decisioni in Giunta collegialmente. .  
   
   
GIUNTA ABRUZZO: TESTO INTEGRALE SU COMPETENZE PRESIDENTE VICARIO  
 
 Pescara, 17 luglio 2008 - Di seguito è riportato il testo integrale del verbale datato 15 luglio elaborato dalla struttura tecnica della Giiunta regionale e dall´avvocatura in ordine alle competenze ed alle funzioni dell´Esecutivo e del presidente vicario, Enrico Paolini. "E´ stata sottoposta all´attenzione dei partecipanti la questione relativa alle conseguenze derivanti dall´adozione, da parte degli organi giudiziari, di misure cautelari nei confronti del Presidente della Regione, di alcuni assessori e consiglieri regionali. Al riguardo si è concordi nel ritenere quanto segue. Com´è noto, in base al combinato disposto del comma 1 e del comma 4 bis dell´art. 15 della legge 19 marzo 1990, n. 55 recante "Nuove disposizioni per la prevenzione della delinquenza di tipo mafioso e di altre gravi forme di manifestazione di pericolosità sociale" sono "sospesi di diritto" dalle cariche di Presidente della Giunta regionale, Assessore e Consigliere regionale coloro nei cui confronti è disposta l´applicazione di una delle misure coercitive di cui agli articoli 284, 285 e 286 del codice di procedura penale che disciplinano rispettivamente l´arresto domiciliare, la custodia cautelare in carcere e la custodia cautelare in luogo di cura. La legge prevede altresì che "nel periodo di sospensione i soggetti sospesi non sono computati al fine della verifica del numero legale, né per la determinazione di qualsivoglia quorum o maggioranza qualificata. La sospensione cessa di diritto di produrre effetti decorsi diciotto mesi. La cessazione non opera, tuttavia, se entro i termini di cui al precedente periodo l´impugnazione in punto di responsabilità è rigettata anche con sentenza non definitiva. In quest´ultima ipotesi la sospensione cessa di produrre effetti decorso il termine di dodici mesi dalla sentenza di rigetto". La sospensione in questione opera a seguito del procedimento delineato dal comma 4 ter dell´articolo 15 sopra citato a termine del quale i provvedimenti giudiziari che comportano la sospensione ai sensi del comma 4-bis sono comunicati a cura della cancelleria del tribunale o della segreteria del pubblico ministero alle competenti autorità di Governo che ne danno immediata comunicazione al Presidente del Consiglio dei Ministri il quale, sentiti il Ministro per gli affari regionali e il Ministro dell´interno, adotta il provvedimento che accerta la sospensione. Tale provvedimento è notificato al Consiglio regionale per l´adozione dei conseguenti adempimenti di legge. I provvedimenti restrittivi adottati nei confronti del Presidente in carica, con privazione della libertà, e quindi della possibilità di svolgere qualsiasi attività, non determinano la perdita in capo al titolare del munus pubblico del quale è investito ex lege, ma solamente rappresentano l´impedimento formale e sostanziale alla applicazione. La sospensione di diritto del Presidente della Giunta dà luogo ad una situazione di impedimento temporaneo, come si evince anche dal tenore dello stesso comma 4 bis secondo cui la sospensione "cessa di diritto di produrre effetti decorsi diciotto mesi". L´impedimento temporaneo, secondo una consolidata dottrina, si radica infatti in una circostanza oggettiva che rappresenti ostacolo al normale esercizio delle funzioni, presentando tuttavia il carattere della temporaneità, cioè della reversibilità; infatti se l´ostacolo presentasse fin dall´inizio caratteristiche di irreversibilità o, comunque, non appena tale irreversibilità si manifesti, dovrebbero trovare immediata applicazione gli adempimenti relativi all´impedimento permanente (dimissioni della Giunta e contestuale scioglimento del Consiglio, ai sensi dell´art. 44, comma 5 dello Statuto). Viene così a determinarsi ipotesi riconducibile alla previsione sub art. 45 del seguente e preciso tenore: "il Vice Presidente svolge le funzioni che gli sono espressamente delegate dal Presidente e lo sostituisce in caso di assenza o impedimento temporaneo". Si ritiene, quindi, che venga a risultare risolta ogni questione di perpetuatio nel munus, per la logica successoria e vicariale che risiede ex se nella figure dal Vice Presidente, che sostituisce in toto il Presidente titolare per tutto l´arco di permanenza dell´impedimento temporaneo, per tutti i poteri rappresentativi e gestionali affermati nell´art. 121 cost. E nell´art. 44 dello Statuto regionale. A tale riguardo deve precisarsi che lo Statuto regionale non suggerisce, né si ritiene avrebbe potuto essere diversamente, alcuna distinzione riguardo alla provenienza del titolare della vice presidenza, e cioè, se investito come risultato elettorale o di nomina diretta del Presidente, alla stregua degli assessori, nel cui novero fa comunque parte. Resta in piedi il problema delle deleghe degli assessori dimissionari e sotto provvedimento inibitivi. Non si ravvede impedimento per il Presidente vicario di poter conservare le deleghe in parola, o di poterle attribuire agli altri componenti rimasti della Giunta regionale, preferibilmente ad interim, tenuto conto della temporaneità dell´impedimento. Si ritiene, in ogni caso, che la sopravvenienza della misura della sospensione in danno del Presidente non può influire sulla nomina del Vice Presidente, perché già effettuata anteriormente alla irrogazione della sanzione restrittiva. Il fattore temporale ne lascia integra la collocazione nell´ordinamento regionale, con la naturale attuazione dei poteri esplicati. Per quanto attiene, invece, alla posizione dei Consiglieri regionali sospesi di diritto per effetto dell? applicazione della norma sopra citata, l´art. 16 bis della legge n. 17-2-1968 n. 108 "Norme per la elezione dei Consigli regionali delle Regioni a statuto normale" prevede che "il Consiglio nella prima adunanza successiva alla notificazione del provvedimento di sospensione, e comunque non oltre trenta giorni dalla predetta notificazione, procede alla temporanea sostituzione, affidando la supplenza per l´esercizio delle funzioni di consigliere al candidato della stessa lista che ha riportato, dopo gli eletti, il maggior numero di voti". Dispone infine la norma che la supplenza ha termine con la cessazione della sospensione e che, qualora sopravvenga la decadenza, si fa luogo alla surrogazione ai sensi dell´articolo 16. Infine, con riferimento alla posizione degli Assessori destinatari del provvedimento di sospensione, si è del parere che il vice presidente nella qualità di supplente possa svolgere le funzioni degli stessi assessori sospesi, non potendo, al contrario, provvedere direttamente alla loro sostituzione dal momento che il potere di nomina e revoca degli assessori è espressamente riservato dalla Costituzione e dallo Statuto al solo Presidente della Giunta". .  
   
   
LAZIO: APPROVATO DALLA GIUNTA L´ASSESTAMENTO DI BILANCIO 2008  
 
 Roma, 17 luglio 2008 - L’assestamento di bilancio 2008 varato dalla Giunta si inserisce nel solco dell’ultima finanziaria regionale 2008 che si poneva tra i principali obiettivi la copertura del disavanzo regionale e il rilancio delle politiche sociali, ambientali e di sviluppo economico. L’assestamento prende atto della complessa situazione economica e finanziaria della regionale e individua le linee strategiche per proseguire il lavoro di risanamento e riequilibrio dei conti avviato dalla Giunta Regionale negli ultimi anni. Gli interventi si muovono nel solco di tre principale direttrici: l’attuazione di norme per il controllo e il contenimento della spesa; la soluzione dei problemi economici strutturali ereditati o di nuova formazione (l’obbligo formativo, i disavanzi sanitari 2007 e 2008, l’adeguamento dei costi del trasporto pubblico locale); sostegno allo sviluppo infrastrutturale, sociale ed economico con particolare attenzione alla questione ambientale e a quella dei diritti. Il quadro economico regionale. La manovra regionale in materia fiscale registra, sulla base di stime effettuate dal Ministero del Tesoro, un gettito superiore alle previsioni per il 2006-2008 di circa 264 milioni. L’extragettito è stato finalizzato a coprire il disavanzo 2007 per 182 milioni di euro e per 82 milioni a copertura del 2008. Ad integrazione del Fondo Sanitario Regionale per il 2008 la Regione dispone del gettito della manovra fiscale 2009 per 917 milioni di euro e 82 milioni accantonati nel 2008 ma non utilizzati per la copertura del disavanzo 2007. La Regione ha inoltre costituito due capitoli nuovi, per sostenere direttamente come Regione le spese per la ricerca e la didattica sostenute dai policlinici universitari non direttamente riferibili all’attività assistenziale. Nell’assestamento di bilancio è istituito, inoltre, un capitolo aggiuntivo per l’acquisto, l’ammodernamento e la ristrutturazione fisica e tecnologica delle strutture sanitarie pubbliche operanti nella regione, con uno stanziamento di 20 milioni di euro annui. Le principali novità dell’assestamento di bilancio 2008 L’assestamento di bilancio conferma e attua il programma di legislatura emerso dal bilancio di previsione e dalla finanziaria regionale 2008. Con questa proposta di legge vengono apportate al bilancio di previsione specifiche variazioni: 18 milioni di euro saranno destinati al rafforzamento degli interventi in materia di istruzione (obbligo formativo); 7 milioni di euro al rafforzamento delle politiche sociali; 3 milioni di euro per il sostegno alle politiche per la famiglia e alle popolazioni migratorie; 32 milioni di euro saranno utilizzati per far fronte alla questione dell’adeguamento del costo del trasporto pubblico locale (+20 milioni per sanare il debito pregresso e +12 milioni annui per l’adeguamento dei costi); - integrazione di 10 milioni nel triennio 2008-10 per affrontare il fenomeno della subsidenza nei Comuni di Tivoli e Guidonia; aumento di 4 milioni di euro dei cofinanziamenti regionali alle risorse statali nel settore idrico ed ambientale; integrazione di 1 milioni di euro per favorire l’associazionismo tra Comuni; 2,5 milioni di euro saranno utilizzati per l’istituzione di un nuovo capitolo destinato alle opere per lo sviluppo dei piccoli comuni; integrazione di 15 milioni nel triennio 2008-10 per il sostegno alla nuove residenze universitarie; intervento in favore del settore metalmeccanico di Cassino per 10 milioni in tre anni; integrazione di 3,3 milioni di euro del capitolo per l’occupazione dei disabili; è istituito un ‘Fondo per le vittime della criminalità’ con uno stanziamento di 1,5 milioni di euro per gli anni 2008-2009-2010, finalizzato all’attivazione di interventi a favore di cittadini ultrasettantenni vittime di reati; conferma degli stanziamenti per lo sviluppo infrastrutturale ed economico regionale e per l’ambiente. Infine, l’articolo 10 dell’assestamento prevede che tutti i beni mobili e immobili, culturali e artistici delle Aziende Sanitarie Locali del Lazio, nell’ambito del patrimonio degli ex enti ospedalieri disciolti, destinati a fornire rendite patrimoniali vengano trasferiti in proprietà alla Regione Lazio. .  
   
   
APPROVATA A MAGGIORANZA DAL CONSIGLIO REGIONALE DEL LAZIO LA NUOVA LEGGE “PROMOZIONE DELLA RICERCA E SVILUPPO DELL´INNOVAZIONE E DEL TRASFERIMENTO TECNOLOGICO NELLA REGIONE LAZIO".  
 
Roma, 17 luglio 2008 - “Con questa legge vengono valorizzate ulteriormente le risorse destinate a un settore strategico, nel quale i nostri investimenti corrispondono quasi al doppio della media nazionale –ha detto il presidente della Regione Lazio, Piero Marrazzo - La Giunta e il Consiglio vogliono favorire l´incontro fra la ricerca e le imprese: la legge approvata garantirà strumenti migliori per raggiungere questo importante obiettivo e per un governo complessivo della materia. Ci siamo dati il compito di armonizzare, in un quadro strategico, tutti gli interventi programmati – continua Marrazzo - che avranno come punto di riferimento la Filas, della quale viene ulteriormente definito il ruolo di braccio operativo. Filas opererà in stretta collaborazione con l´assessore allo sviluppo economico ricerca e innovazione, Claudio Mancini, che ringrazio per il suo impegno nella definizione di una norma di questa importanza”. “Con questo provvedimento - ha detto il presidente del Consiglio regionale del Lazio Guido Milana - il Lazio guarda al futuro e crea le condizioni per garantire competitività al sistema produttivo. Oggi si apre una fase delle politiche della ricerca e dell´innovazione che ci permetterà di riorganizzare e rafforzare le strutture già operanti nel nostro territorio, da sempre teatro di sperimentazione della ricerca, per sfruttare al meglio queste importanti risorse e per incrementare il trasferimento tecnologico e dell´innovazione sul territorio regionale”. “Un obiettivo che la legge concorre a realizzare - ha aggiunto Milana - sostenendo gli investimenti in ricerca ed innovazione e, soprattutto, mettendo a sistema gli istituti di ricerca pubblici e privati, l´università e il mondo dell´alta formazione, la grande e la piccola e media impresa”. Tra le norme approvate, la promozione attraverso la Filas della "rete regionale della ricerca e dell´innovazione", gli interventi per favorire la ricerca ed il trasferimento dei risultati al mondo produttivo laziale, il rafforzamento delle esperienze in materia di distretti tecnologici e poli di eccellenza competitiva nonché la programmazione strategica in materia, attraverso un programma triennale approvato dal Consiglio regionale. Prevista l´istituzione del "Bilancio regionale della ricerca e innovazione", destinato ad illustrare in un documento riassuntivo le risorse complessive, pubbliche e private, del Lazio in materia. Grande soddisfazione è stata espressa anche dall’assessore regionale allo Sviluppo economico, ricerca, innovazione e turismo, Claudio Mancini: “La nostra Regione ospita nel proprio territorio le università e gran parte dei centri di ricerca nazionali, che danno al sistema della ricerca del Lazio una dimensione e una forza non paragonabile alle altre regioni. La novità che introduciamo è la realizzazione di un sistema della ricerca come rete regionale guidata dalla regione stessa, che poggia su centri di competenza ed eccellenza e avrà la sua testa nel Comitato strategico regionale che avrà il compito di predisporre la proposta di programma strategico e di definire ulteriormente la specializzazione di Filas come società che assiste la regione in questa attività”. .  
   
   
COME SARA´ IL PIEMONTE NEL 2050? PREVISIONI DEMOGRAFICHE PER SESSO ED ETA´  
 
Torino, 17 Luglio 2008 - Come sarà il Piemonte nel 2050? E´ la domanda alla quale prova a dare una risposta la pubblicazione "Previsioni Demografiche per sesso ed età al 2050" edita dalla Regione Piemonte e presentata ieri dall´assessore alle Politiche Territoriali Sergio Conti: "Le dinamiche demografiche - ha affermato Conti - interessano vari aspetti della programmazione, dal consumo di suolo per le abitazioni, alle politiche di sviluppo, a quelle sociali. Il lavoro svolto, su basi strettamente scientifiche, offre degli scenari per il futuro a medio e lungo periodo sui quali è necessario lavorare per poter fare delle scelte coerenti con quella che sarà la realtà della nostra regione negli anni a venire". Il volume rientra tra le iniziative di diffusione dell´informazione statistica della Direzione Programmazione Strategica, Settore Statistico regionale. Esso è corredato dal commento di Stefano Molina, esperto di demografia della Fondazione Agnelli. Vediamo quali sono gli elementi più significativi. Il dato più macroscopico, ma non sorprendente, riguarda la rapidità e la diffusione dell´invecchiamento, che né un´eventuale ripresa delle fecondità, né un possibile continuo afflusso di giovani immigrati riusciranno a contrastare. L´età media, oggi inferiore ai 45 anni, pare destinata al 2050 a collocarsi intorno ai 50 anni. Ciò comporterà importanti conseguenze soprattutto sulla scena lavorativa in quanto nelle aziende e nelle istituzioni saranno ampiamente preponderanti risorse umane oltre i cinquant´anni, con tutto ciò che questo comporta sul piano della loro gestione e della loro valorizzazione. Un altro problema riguarda la natalità. Nonostante l´aumento della fecondità recentemente osservato e ipotizzato per i prossimi decenni la natalità in Piemonte è destinata a diminuire, dalle circa 37 mila nascite degli ultimi anni a circa 28 mila nel 2020. Questo paradosso si spiega con il fenomeno della progressiva uscita dall´età riproduttiva delle generazioni folte del baby boom (quello verificatosi negli anni Sessanta) e con la conseguente riduzione del numero di madri e padri potenziali. In altre parole, fino ad oggi il problema delle curve semivuote, in Piemonte come in Italia, è stato prevalentemente associato ad una scarsa disponibilità o possibilità delle coppie di avere più figli. Da domani, e per i prossimi decenni, la natalità sarà compressa anche a seguito della rapida diminuzione del numero di genitori potenziali. Un altro paradosso riguarda l´aumento dei decessi, pur in presenza di una dilatazione delle speranze di vita. Anche se anno dopo anno le condizioni generali di sopravvivenza saranno sempre migliori, anzi le migliori mai registrate nella storia della regione, il numero dei decessi annui crescerà in misura significativa, da circa 48. 000 a circa 57. 000 nel 2020. Un miglioramento delle prospettive di vita a livello individuale si assocerà dunque a una maggiore vulnerabilità della popolazione piemontese nel suo complesso. Nella ricerca si parla anche di territori vincenti e perdenti: le diverse aree del Piemonte non seguiranno traiettorie parallele di evoluzione demografica. Limitando il confronto alla scala provinciale, ma è chiaro che forti squilibri potrebbero essere ricercati, ad esempio, tra aree di montagna e aree di pianura, si osserva come la diminuzione attesa della popolazione complessiva sarà più marcata nelle province di Alessandria e di Vercelli, mentre lo sarà molto di meno nella provincia di Cuneo, l´unica a conservare qualche concreta chance di crescita demografica anche nei prossimi decenni. Quel che le previsioni non possono dire è quali territori risulteranno, a partire da domani, vincenti o perdenti nell´attrarre, e trattenere, residenti. Un gioco non privo di effetti sulle finanze locali e dunque sulle risorse localmente mobilitabili (Ici, Tarsu, compartecipazione all´imposta del reddito sulle persone fisiche). Considerazioni sulla gravitazione del Piemonte orientale nell´orbita del polo milanese, sulla saturazione dell´entroterra ligure, sul maggiore o minore successo di esperienze distrettuali esulano ovviamente dal ristretto orizzonte di un esercizio di previsione demografica. E´ tuttavia utile segnalare come i futuri, inevitabili, scostamenti della popolazione rispetto al sentiero tracciato dalle previsioni si presteranno ad essere interpretati come rivelatori di una maggiore (nel caso di scostamenti positivi) o minore (nel caso opposto) forza economica dei territori. .  
   
   
LOMBARDIA: BENI CULTURALI,10 MILIONI DI EURO PER VALORIZZARLI  
 
Milano, 17 luglio 2008 - Dieci milioni di euro di finanziamenti agli enti che operano in campo culturale per interventi di manutenzione, restauro, ristrutturazione e allestimento di spazi dedicati alla cultura. E´ quanto prevede un bando dell´assessorato alle Culture, Autonomie e Identità della Lombardia (chiusura dei termini il 15 settembre) che destina 9 milioni di euro per gli interventi sui beni immobili e un milione per quelli sui beni mobili, nell´ambito del cosiddetto Fondo di rotazione (destinato alla valorizzazione dei beni culturali, della loro fruibilità e della loro conoscenza diffusa fra i cittadini). "Una cifra notevole - spiega l´assessore Massimo Zanello - che cresce ogni anno sempre di più. Regione Lombardia mette a disposizione fondi sempre maggiori per i beni culturali e questo bando ne è la conferma. Molti parlano, spesso senza essersi informati adeguatamente, di tagli alla cultura. Noi preferiamo rispondere a queste parole con fatti e con esempi concreti, come dimostra questo finanziamento". Il finanziamento per i beni immobili è riservato a progetti di: a) - manutenzione straordinaria; b) - restauro e risanamento conservativo; c) - ristrutturazione edilizia; d) - allestimento di istituti e luoghi della cultura, compresi teatri e sale polivalenti. Gli interventi non dovranno avere un costo inferiore ai 30. 000 euro e superiore ai 700. 000 euro. Per i beni mobili, si finanziano invece progetti di acquisto, manutenzione e restauro, fino a un massimo di 200. 000 euro di costo. Possono richiedere i finanziamenti tutti gli enti pubblici e privati che abbiano la disponibilità e il pieno godimento del bene oggetto dell´intervento, purché quest´ultimo sia fruibile pubblicamente. .  
   
   
PRESENTATO IL REPORT SUL CREDITO IN PROVINCIA DI BENEVENTO  
 
Benevento, 17 luglio 2008 - 2008 - Presentati presso la Camera di Commercio il rapporto dell’Osservatorio provinciale sul credito e un nuovo strumento finanziario del Sistema camerale nazionale per facilitare e rendere più efficace l’accesso al credito per le imprese, in sinergia con i Confidi. “L’accesso del sistema imprenditoriale agli strumenti creditizi – ha sottolineato Gennaro Masiello, presidente della Camera di Commercio di Benevento - costituisce uno degli aspetti nodali del decollo dello sviluppo economico, assumendo importanza vitale in quei territori i cui processi economici stanno attraversando una congiuntura sfavorevole. L’ente camerale sannita, al fine di analizzare in modo approfondito le tematiche inerenti ai rapporti fra banche e imprese nella provincia e di studiarne i principali elementi di criticità, ha ritenuto opportuno, nell’ambito del programma di attività, procedere all’elaborazione di un Osservatorio sul credito, inquadrato in una più generale attività di ricerca sulla situazione economica del territorio”. Ad illustrare il report “Osservatorio sul Credito della Provincia di Benevento 2007” (settantadue pagine con appendice statistica allegata) è stato Giuseppe Capuano, dirigente responsabile Area Studi e Ricerche Istituto “Guglielmo Tagliacarne”. “Uno spaccato importante – ha detto Captano – frutto di un approccio dinamico, grazie anche alla lettura dei dati storici registrati in questi anni. Per certi versi si può addirittura parlare di , come nel caso della forte presenza registrata in questa provincia di banche medie, rispetto ad altri territori dove è massiccia la presenza di grandi banche e di piccoli istituti di credito”. Dal rapporto emergono alcune significative rappresentazioni del binomio imprenditori-banca: gli imprenditori sanniti mantengono rapporti con una sola banca. Domina quindi in provincia il relationship banking. Il credito è usato meno per rinnovare e per attivare processi di formazione all’interno dell’azienda. Le condizioni (costi, garanzie, etc. ) applicate ai finanziamenti sono onerose per molti anche se non c’è razionamento del credito. Diminuisce, comunque, nel tempo la quota degli insoddisfatti. Il rapporto con la Banca sembra ancora di “tipo tradizionale” ed i servizi consulenziali sono poco richiesti (vista la dimensione di impresa) e poco conosciuti. In generale, migliorano i rapporti banche-imprese rispetto al passato, anche se il percorso intrapreso è ancora lungo. “Partendo dal dato del forte razionamento del credito e dalla razionalizzazione delle banche, Unioncamere – ha detto Sandro Pettinato, responsabile dell’ Area Servizi finanziari, Infrastrutture e Internazionalizzazione di Unioncamere - sostiene e promuove iniziative di promozione e sostegno ai confidi nonché di sviluppo di finanza innovativa, attraverso attività di studio e monitoraggio del sistema del credito e delle esigenze delle imprese, in particolare delle piccole e medie, in vista dell’adozione degli accordi di Basilea, e mediante un’opera di coordinamento delle azioni territoriali di miglioramento dell’accesso al credito”. Al dibattito hanno offerto loro contributi gli amministratori camerali Vincenzo Nicolella e Antonio Campese, componenti di giunta, il consigliere camerale Vincenzo Molinaro, De Blasio della Confcommercio e Giuseppe De Leonardis, direttore della Banca di Credito cooperativo di San Marco dei Cavoti. .  
   
   
SIDNEY, TRAMPOLINO DI LANCIO TOSCANO PER I MERCATI ASIATICI PARTICOLARE ATTENZIONE PER LA CANTIERISTICA NAVALE DI QUALITÀ  
 
Firenze, 17 luglio 2008 - Sidney come trampolino per aggredire i mercati asiatici. Si è parlato anche di questo nel cordiale colloquio fra il presidente della Regione Toscana Claudio Martini e Tony Kelly, ministro per il Territorio, le Questioni Rurali e lo Sviluppo Regionale del Nuovo Galles del Sud, lo stato australiano del sud-est con capitale Sidney. Accompagnato dal Direttore Generale del Dipartimento per il Territorio, Warwick Watkins, il ministro si è intrattenuto a lungo con il presidente Martini. Il colloquio, avvenuto nella “Sala rossa” di Palazzo Panciatichi, ha spaziato su molti profili: la forte presenza di immigrati italiani (nel Nuovo Galles del Sud c’è una cittadina – Griffith – dove risiedono più nati in Italia che in qualsiasi altro luogo dello Stato); le possibilità di interscambio fra le economie dei due territori (particolare, in Kelly, l’attenzione per la cantieristica navale toscana di qualità anche in considerazione del fatto che sulla fascia costiera del Nuovo Galles, per metà di proprietà statale, sono in costruzione diversi porti); le differenze e le similitudini nelle rispettive istituzioni e comunità anche a proposito di tassazioni; la comune volontà di puntare su rapporti sempre più intrecciati fra economia, conoscenza, ricerca, università in direzione di uno sviluppo sostenibile; la possibilità di azioni promozionali per i prodotti toscani sul mercato australiano. .  
   
   
GLI OSSERVATORI SOCIALI PROVINCIALI SI METTONO IN RETE SIGLATO UN PROTOCOLLO D’INTESA TRA REGIONE E PROVINCE TOSCANE UN ‘LABORATORIO’ DI INCONTRO, SCAMBIO E CONDIVISIONE DI INFORMAZIONI  
 
Firenze, 17 luglio 2008 - Una vera e propria rete, per scambiarsi e condividere conoscenze ed informazioni, metodologie di lavoro e strumenti, per analizzare i fenomeni sociali, monitorarli e studiare le politiche sociali più appropriate, a livello locale e regionale. Sono questi gli scopi principali del protocollo d’intesa, firmato ieri in Consiglio regionale tra la Regione e le 10 Province toscane, per lo sviluppo in rete degli Osservatori sociali provinciali e quello regionale. «Con lo sviluppo di questo sistema informativo – spiega l’assessore alle politiche sociali Gianni Salvadori - chiudiamo idealmente un percorso di lavoro e confronto avviato da tempo. Siamo adesso in grado di sviluppare uno strumento fondamentale per la programmazione locale e regionale in campo sociale». La complessità attuale dei fenomeni sociali richiede una sempre maggiore capacità di adeguamenti e ! aggiornamenti rapidi da parte di chi è preposto alla pr! ogrammaz ione degli interventi. «Tempestività e appropriatezza delle risposte da parte delle istituzioni – prosegue l’assessore - dipendono anche dalla capacità di osservare, analizzare e seguire le trasformazioni sociali nel momento in cui si determinano. Monitorare i contesti locali ed essere in grado di riprodurli attraverso una reportistica continuativa e puntuale, anche nel dettaglio territoriale, diventa spesso un’esigenza fondamentale. La rete tra gli Osservatori provinciali e l´Osservatorio regionale nasce proprio per rispondere a queste esigenze» Il progetto mira a realizzare un sistema di osservazione basato su strutture territoriali autonome coordinate a livello regionale, dotato quindi della flessibilità necessaria per potersi sintonizzare sulle esigenze poste dal nuovo Piano Integrato Sociale Regionale (Pisr) e dal Piani Integrati di Salute (Pis) del territorio. Tenuto anche conto del fatto che i nuovi strumenti di ! analisi e programmazione, in primo luogo il Profilo di Salute, esigono informazioni organizzate per categorie di bisogno e per target di popolazione. Già ora gli Osservatori Sociali Provinciali (Oo. Ss. Pp. ) producono report statistici e rapporti finalizzati a indagare specifici problemi assai utili per la programmazione locale. Lo sforzo della Regione è stato quello di creare un collegamento fra i diversi Osservatori provinciali, per fare in modo che la loro produzione, pur rimanendo ancorata al territorio, possa avere un valore a livello regionale. Ovvero che tutte le informazioni da loro prodotte possano essere ricondotte al dato regionale e dettagliate a livello di zona. «La Regione – conclude l’assessore Salvadori - si propone di fare emergere e valorizzare tutto il patrimonio informativo in possesso degli Osservatori provinciali, superando le peculiarità che ne riducono la capacità di confronto. Questo lavoro di sq! uadra consentirà agli Osservatori provinciali di svilup! pare sem pre più il loro carattere di punto di raccolta e restituzione delle informazioni in ambito locale in favore dei vari soggetti pubblici e privati che operano nel campo sociale». .  
   
   
PERMESSI DI SOGGIORNO RILASCIATI IN PROVINCIA DI BOLZANO - AL 31.12.2007 SONO 26.044  
 
 Bolzano, 17 luglio 2008 - Al 31. 12. 2007 la popolazione straniera in possesso di un valido permesso di soggiorno è pari a 26. 044 unità. Trattasi di un’elaborazione dell’archivio dei permessi di soggiorno della Questura della provincia di Bolzano, per i quali si è tenuto conto dei permessi duplicati, scaduti e in corso di rinnovo, pervenendo così al numero di permessi effettivamente validi. Al riguardo si segnala che alla stessa data gli stranieri residenti iscritti in anagrafe ammontano a 32. 495 unità, registrando le anagrafi un numero di iscritti maggiore del numero di permessi di soggiorno. Tale situazione trova molteplici spiegazioni, di cui le principali sono le seguenti: i permessi di soggiorno forniscono una misura parziale dell’universo della popolazione straniera presente, poiché la maggior parte dei minorenni presenti non è titolare di un documento di soggiorno individuale ma sono iscritti nei permessi di soggiorno dei genitori o di uno di essi; con il decreto legislativo n. 30 del 6 febbraio 2007, entrato in vigore l’11 aprile 2007, i cittadini europei comunitari che vogliono stabilirsi in Italia, o in un altro stato dell’Unione Europea, non hanno più l’obbligo di chiedere la carta di soggiorno ma, trascorsi tre mesi dall´ingresso, è necessario che si iscrivano all´anagrafe del comune di residenza; mentre i dati sui permessi di soggiorno sono stati depurati dai permessi scaduti e duplicati, è probabile che molti stranieri restino iscritti in anagrafe anche nel momento in cui lasciano il paese. Del totale dei permessi validi al 31. 12. 2007 per oltre la metà si tratta di rinnovi (52,6%), per il 23,7% di nuovi permessi (primo rilascio) e sempre per il 23,7% di aggiornamenti o duplicati. Per grandi aree di cittadinanza emerge che la maggioranza dei permessi di soggiorno è rilasciata ai cittadini europei comunitari (41,4%), seguiti dai cittadini europei non comunitari (30,6%), del continente asiatico (12,2%), africano (11,2%) e americano (4,5%). Passando al dettaglio delle singole cittadinanze, spiccano al primo posto germanici (5. 046), albanesi (2. 803), austriaci (1. 855), marocchini (1. 726), serbi e montenegrini (1. 635), slovacchi (1. 325) e pakistani (1. 324). La popolazione straniera soggiornante, in relazione alla composizione per sesso, appare nel tempo sempre meno sbilanciata verso la componente maschile: il rapporto di mascolinità degli immigrati in possesso di permesso di soggiorno si attesta al 2007 su 113,0 maschi ogni 100 donne. Ma l’equilibrio tra i sessi che si osserva considerando le cittadinanze nel loro complesso è solo apparente, data la presenza di collettività dove esistono forti squilibri. Il rapporto di mascolinità è di molto al di sopra del valore medio provinciale tra gli asiatici (196,1) e gli africani (190,5), mentre scende fortemente al di sotto tra gli americani (39,7). Quasi un cittadino soggiornante straniero su due ha un’età compresa tra i 25 e i 39 anni mentre i più giovani, i minorenni, rappresentano appena il 2,5% degli stranieri soggiornanti, dato che va letto alla luce del fatto che la maggior parte dei minorenni presenti con uno o entrambi i genitori non è titolare di un documento di soggiorno individuale. L’età media dei soggiornanti è di 39,2 anni: per grandi aree di cittadinanza il valore più alto emerge tra i cittadini comunitari (42,5 anni), il più basso tra gli asiatici (35,7 anni). Il lavoro subordinato rappresenta lo scopo prevalente della presenza degli stranieri, a conferma del fatto che le opportunità occupazionali restano il fattore attrattivo principale della popolazione immigrata. Ad esso fanno seguito i motivi familiari con cui costituiscono il motivo per quasi il 90% dei permessi validi al 31. 12. 2007. Il 72,3% degli uomini è in possesso di permesso per motivo di lavoro subordinato contro il 37,5% delle donne che al contrario, detengono un’elevata quota prevalente di permessi per motivi di famiglia (50,6%) rispetto al 12,9% dei soggiornanti maschi, sebbene non sia escluso che parte di esse lavorino. Per grandi aree di cittadinanza l’incidenza più elevata di permessi di soggiorno per motivi di lavoro subordinato si osserva tra i cittadini europei comunitari (43,5%) mentre i permessi per motivi di famiglia predominano tra i cittadini non comunitari (37,7%). Tra gli altri motivi spicca l’incidenza marcata dei permessi per motivi di residenza elettiva tra i cittadini comunitari (94,2%). Per classi di età, tra gli stranieri soggiornanti dai 18 ai 59 anni predominano i permessi per motivi di lavoro subordinato (61,3%), mentre tra i minorenni i permessi per motivi di famiglia (87,6%) e tra i 60enni e più i motivi di residenza elettiva (52,7%). La geografia dei permessi di soggiorno È il capoluogo altoatesino a costituire l’area di maggiore attrazione dell’immigrazione, con un’incidenza sulla popolazione residente del 7,1%, seguita dall’Oltradige- Bassa Atesina (5,8%), aree che costituiscono lo sbocco per numerosi lavoratori stagionali. Fanalino di coda risulta essere la comunità comprensoriale Val Pusteria (3,4%). L’incidenza più alta di soggiornanti per motivi di lavoro subordinato e per motivi di famiglia si osserva a Bolzano mentre la residenza elettiva predomina nel Burgraviato; trattasi prevalentemente di germanici e austriaci stabilizzatisi in provincia di Bolzano, in grado di mantenersi autonomamente senza esercitare necessariamente un’attività lavorativa. L’elaborazione dei dati sui permessi di soggiorno è stata possibile grazie alla collaborazione dell’Ufficio immigrazione della Questura di Bolzano. Nell’elaborazione degli stessi si è tenuto conto dei permessi duplicati, scaduti e in corso di rinnovo, pervenendo così al numero di permessi effettivamente validi. .  
   
   
COSTI DELLA POLITICA: LETTERA DELLA DRAGHETTI AL MINISTRO DELL´INTERNO IL TEMA AFFRONTATO DALLA CONFERENZA METROPOLITANA DEI SINDACI  
 
Bologna, 17 luglio 2008 - La presidente della Provincia, in qualità di presidente della Conferenza metropolitana dei sindaci, ha inviato una "Lettera sui tagli alle indennità degli amministratori locali" al Ministro degli Interni, ai Parlamentari bolognesi e ai presidenti nazionali di Upi (Unione delle Province italiane) e Anci (Associazione dei Comuni). Il tema, affrontato durante la seduta della Conferenza metropolitana di lunedì 14 luglio, sono i nuovi tagli alle indennità e agli amministratori di Comuni e Province che escluderebbe "per l´ennesima volta i parlamentari e i consiglieri regionali". La presidente Draghetti ha spiegato di aver appreso dalla stampa che l´esecutivo Berlusconi, "che continua la prassi che anche quello precedente aveva instaurato", intende inserire nel decreto 112 "un ulteriore taglio alle indennità degli amministratori". Se si va avanti così, ha aggiunto, "alla fine di questo mandato le indennità risulteranno decurtate del 30% rispetto all´inizio". Questo per il taglio del 20% a indennità e gettoni di sindaci, assessori e consiglieri (che scatterebbe dall´1 gennaio 2009), a cui aggiungere l´impossibilità di adeguamento all´inflazione fino al 2011. "Oltre a far emergere sempre di più la volontà del Governo di arrivare alle decisioni senza un percorso di democrazia e di concertazione con tutti i soggetti coinvolti", scrive Draghetti, i nuovi tagli dimostrano "scarsa valorizzazione e valutazione del lavoro svolto dagli amministratori". Inoltre, la presidente parla di "inaccettabile disparità di trattamento rispetto al livello nazionale e regionale di governo". Per di più, "i risultati economico-finanziari sarebbero modesti". Quindi, conclude Draghetti, si rischia un ritorno ad una "preoccupante idea della politica e dell´amministrazione come prerogativa delle persone abbienti". L´iniziativa di Draghetti ha incontrato il favore di diversi amministratori presenti alla Conferenza e che spesso a fare gli amministratori non ci si arricchisce lo conferma anche la presidente della Provincia: "I sindaci di seconda fascia prendono 1. 200 euro al mese - ricorda - per un lavoro non conciliabile con un´altra occupazione". Inoltre, "ci sono consiglieri comunali che prendono 20 euro al mese perché partecipano ad un Consiglio - aggiunge la presidente - e conviene il volontariato perché su quei 20 euro devono pagare le tasse". Testo lettera della Draghetti al ministro dell´Interno - Bologna 14 Luglio 2008; Al Ministro degli Interni On. Roberto Maroni; Ai Parlamentari bolognesi; All’ Presidente dell’ Upi nazionale Fabio Melilli; Al Presidente Anci nazionale Leonardo Domenici; Ai Sindaci della provincia di Bologna. Ll. Ss. Oggetto: Lettera sui tagli alle indennità degli amministratori locali. In data 14 Luglio 2008 si è riunita la Conferenza Metropolitana dei Sindaci di Bologna che ha concordato il testo della lettera che segue da inviare alle persone in indirizzo: Venerdì 11 e Sabato 12 Luglio su alcuni quotidiani è comparsa la notizia riguardante l’intenzione del Governo di operare un nuovo taglio alle indennità degli amministratori locali. Tale previsione, secondo quanto riportato, risulterebbe inserita in un emendamento del Governo al decreto legge 112/2008 all’interno del quale è finita gran parte della manovra economica finanziaria triennale. L’emendamento prevede un taglio del 20% delle indennità e dei gettoni di presenza degli Amministratori locali – Sindaci, Assessori, Consiglieri -, a far data dal 1° Gennaio 2009, rispetto all’ammontare delle indennità percepite al 30 Giugno 2008. Inoltre viene inserita all’interno di tale norma l’impossibilità fino al 2011 di adeguare le indennità all’inflazione. Colpiti da questa norma saranno anche i Presidenti e i Consiglieri delle società a totale partecipazione pubblica che ad oggi non possono percepire compensi nella misura superiore all’ 80% delle indennità spettante al Sindaco o al Presidente della Provincia in relazione alla quota di partecipazione maggiore; a questi soggetti infatti sarà applicato il tetto del 70% per i Presidenti e del 60% per i membri dei Consigli di amministrazione. Tutte queste misure, che si aggiungono ad altre già intraprese dal Governo precedente, oltre a fare emergere sempre più la volontà di arrivare alle decisioni senza un percorso democratico di confronto e concertazione con tutti i soggetti coinvolti, rivelano in modo sempre più preoccupante la scarsa valorizzazione e la scarsa valutazione del lavoro svolto dagli Amministratori a favore delle collettività locali e l’inaccettabile disparità di trattamento rispetto ai livelli nazionali e regionali di governo. Se si pensa che un Sindaco di un Comune di fascia tra i 5. 000 e 10. 000 abitanti percepisce una indennità di 1. 700 Euro netti al mese, per 12 mensilità e senza maturare contributi utili alla pensione, a fronte di responsabilità che non sono certo proporzionali al numero degli abitanti, non si comprende a quale scopo sia finalizzata questa misura, tenuto conto fra l’altro che i risultati economico-finanziari sarebbero assai modesti. Si vogliono intenzionalmente colpire questi livelli della pubblica amministrazione, che sono Istituzioni della Repubblica italiana. Se andrà in porto questo provvedimento, nel corso del presente mandato, le indennità degli Amministratori locali risulteranno decurtate del 30% e saranno ulteriormente penalizzate le situazioni in cui liberamente si era già deciso di mantenere le indennità al di sotto del livello massimo consentito. Siamo consapevoli della difficile situazione economico-finanziaria nell’attuale contingenza, cui però si continua a rispondere prevalentemente con tagli nei confronti dei bilanci degli Enti Locali e con misure demagogiche e pressoché inutili come quella appunto della decurtazione delle indennità agli amministratori. Si riafferma così una preoccupante idea della politica e dell’amministrazione come una prerogativa riservata ai cittadini abbienti, prefigurandosi anche il rischio che persone competenti e meritevoli rinuncino ad accedere a queste responsabilità per l’insostenibilità delle condizioni richieste, compromettendo le pari opportunità di partecipazione alla vita pubblica da parte di tutti i cittadini. La Presidente della Conferenza Metropolitana dei Sindaci Beatrice Draghetti .  
   
   
DISTRETTO CULTURALE DI BIELLA: VIA ALLA FASE 2 PRENDE FORMA COSÌ LA RETE LOCALE DEI PROTAGONISTI DELLE POLITICHE DELLA CULTURA.  
 
Biella, 17 luglio 2008 - Con la fase due presentata il 10 luglio nell’ala ovest della Provincia, l’amministrazione ha fatto un passo avanti nella costruzione del Distretto culturale biellese. Prende forma così la rete locale dei protagonisti delle politiche della cultura, «intesa come l’ossatura per riprogettare il nostro territorio», ha detto il presidente Sergio Scaramal nella sua introduzione ai lavori nell’aula del consiglio provinciale. Con il convegno del 10 luglio l’intera ala del palazzo deputata a diventare il District center assumerà una forma nuova. E gli stessi nomi dei vari luoghi assumono così una doppia articolazione: il cortile si chiamerà piazzetta della Verna, lì accanto è il portico delle opere, il locale prospiciente il prato sarà il café showroom. Lo spazio adibito a District center, dove ieri erano esposti i progetti del territorio in materia di cultura, sarà quello dello Stenditoio; il Cantinone manterrà la sua natura di spazio espositivo e per eventi come concerti o conferenze. La nuova mappa è stata presentata dopo gli interventi dei relatori, che i numerosi operatori della cultura presenti hanno ascoltato nella sala del Consiglio. Hanno parlato l’assessore provinciale alla cultura Anna Fazzari, Luigi Spina, Davide Zanino, Patrizia Picchi, Germana Romano e Damiano Aliprandi. Poi il pubblico ha “gustato” due dei progetti già protagonisti del Distretto. Un aperitivo offerto da Sapori biellesi, l’iniziativa del Docbi dedicata ai prodotti tipici del territorio, e la musica dell’Oplab, l’ensemble musicale creato dalla Provincia e diretto da Daniele Vineis, Alex Gariazzo e Enrico Strobino. Ha detto Scaramal: «Quando parliamo di distretto culturale intendiamo uno strumento interattivo che può costituire una leva per stimolare il mercato locale, per attrarre nuovi visitatori e fruitori delle risorse storico-culturali e ambientali del Biellese e intanto contribuire allo sviluppo della nostra economia». Il District center è un modo con il quale la Provincia si apre ancora di più ai cittadini, che troveranno lì un luogo di incontro e uno spazio di confronto sui temi della cultura, dell’innovazione, dello sviluppo territoriale e il loro intreccio inteso come percorso di rinnovamento. Nel corso della giornata sono stati anche presentati gli atti dei 3 workshop svolti nel 2007, coi quali l’amministrazione ha inaugurato la costruzione nel sistema locale «di una atmosfera di fiducia nel futuro, orientata alla creatività e capace di attrarre talenti», ha concluso il presidente Sergio Scaramal. .  
   
   
BOLZANO: INCONTRO CON L´ECONOMISTA CILENO RIVAS  
 
Bolzano, 17 luglio 2008 - L´autonomia altoatesina, la situazione economica e il tema dell´immigrazione sono stati ieri al centro del colloquio che l´assessore provinciale Francesco Comina ha avuto a Bolzano con l´economista cileno Rodrigo Rivas, ospite per un appuntamento pubblico in Alto Adige. Parlamentare durante gli anni del governo di Salvador Allende, costretto alla fuga subito dopo il golpe di Pinochet, dal 1974 l´economista Rodrigo Rivas vive in Italia. Nell´incontro di Bolzano con l´ospite cileno l´assessore Comina ha discusso dello sviluppo dell´autonomia, della situazione economica locale e del complesso tema dell´immigrazione, analizzando l´attuale forte impatto sull´opinione pubblica. Rivas ha avuto parole di apprezzamento per l´autonomia altoatesina, anche in fatto di integrazione di cittadini stranieri: in Alto Adige, ha osservato, l’incidenza degli stranieri è pari al 5%, contenuta rispetto a quella di altre realtà italiane. "Dobbiamo considerare – così l´economista cileno – che ogni immigrato è di fatto costretto a lasciare il proprio paese per cercare di vivere dignitosamente e sperare in futuro migliore per sé e per i propri figli". L´assessore Comina ha ribadito la sua intenzione di impegnarsi nei prossimi mesi "affinchè gli stranieri che vivono sul nostro territorio si sentano bene accolti e valorizzati nell´apporto lavorativo e culturale che vorranno portare alla realtà locale". .  
   
   
L´ALTO MILANESE NEL CUORE DELLA PROVINCIA : GRANDE ATTENZIONE AL RUOLO DELLA CONFERENZA DEI SINDACI E DEL FORUM PARTECIPATO DAGLI ATTORI SOCIALI ED ECONOMICI DEL TERRITORIO  
 
Milano, 17 luglio 2008 - Cambio della guardia nella conduzione della delega speciale per l’Alto Milanese, che la Giunta Penati ha fortemente voluto fin dal suo insediamento. A ricoprire l’incarico è stato nominato Matteo Mauri, 38enne, consigliere provinciale del Pd e coordinatore della segreteria regionale del Partito. Mauri sostituisce Daniela Gasparini che ha lasciato la carica di assessore provinciale chiamata dal Presidente ai vertici dell’Agenzia di sviluppo metropolitano “Milano Metropoli”. Il nuovo assessore, il giorno dopo la sua nomina avvenuta lo scorso 30 giugno, era presente nella sede decentrata della Provincia, a Legnano, dove ha incontrato l’Ufficio di presidenza della Conferenza dei Sindaci, i collaboratori e i dipendenti presenti nella sede di via dei Mille. E’ stata l’occasione, questa, per ribadire l’impegno dell’Amministrazione Penati, e sua personale, verso questi territori. «Restano immutati i motivi che portarono all’istituzione di questa delega speciale - ha voluto sottolineare l’assessore Matteo Mauri. L’unica delega, in Giunta, dedicata espressamente ad un territorio. Restano confermati gli impegni politici, amministrativi e progettuali che hanno accompagnato all’azione congiunta Provincia-comuni, sfociata nel Patto per l’Alto Milanese e alla costituzione di una nuova forma di governance rappresentata attraverso la Conferenza dei Sindaci. Così come il dialogo, la collaborazione e il lavoro comune accompagneranno il rapporto con gli attori sociali ed economici del territorio, con Euroimpresa in modo particolare». «Mi piace qui ricordare – ha proseguito Mauri – che nel triennio 2006-2008 la Giunta Penati ha investito sul territorio circa 2 milioni di euro per il sostegno allo sviluppo e al rilancio dell’Alto Milanese e per il funzionamento della sede e l’attivazione e l’ampliamento dei diversi servizi di sportello. Di questi 2 milioni, circa 900mila euro direttamente ad Euroimpresa, l’Agenzia di sviluppo locale che, con la Provincia, i Comuni e le parti sociali, rappresenta il riferimento per le politiche industriali e di sviluppo economico di tutto l’Alto Milanese». E’ opportuno ricordare che in questi anni sono stati attivati numerosi servizi per i cittadini e le imprese, in particolare l’ufficio protocollo, lo sportello tecnico dei servizi all’agricoltura, i servizi amministrativi rivolti alla caccia e pesca, il servizio di Orientamento e Lotta alla dispersione scolastica e la presenza del Comando Territoriale di Polizia Provinciale con 15 agenti al servizio del territorio. Un passaggio importante è stato quindi l’incontro con i Sindaci dell’Alto Milanese. Al termine della riunione della Conferenza dei Sindaci - dove tra l’altro si è esaminata una prima bozza del regolamento interno della Conferenza stessa – Matteo Mauri ha espresso soddisfazione per la piena disponibilità ad un lavoro comune. «Con i Sindaci – ha sottolienato l’assessore - si è steso un programma di lavoro comune, nel solco già tracciato di una partecipazione dal basso, con l’obiettivo di mettere in rete opportunità ed eccellenze e per creare un sistema di governo condiviso sulle questioni di scala sovracomunale». Gli impegni assunti direttamente dall’Amministrazione provinciale prevedono, per i prossimi mesi, l’apertura dello sportello Infoenergia (uno spazio informativo per i cittadini, gli amministratori di condominio, le piccole e medie imprese, gli Enti Locali e gli operatori del settore per fornire un servizio di orientamento, promozione e supporto sui temi legati al consumo energetico), l’avvio del progetto per il distretto industriale elettromeccanico (in collaborazione con Euroimpresa), lo studio di un protocollo comune per uniformare le attività di ‘Sportello unico’ presenti nelle diverse realtà comunali (con l’obiettivo di migliorare e semplificare i servizi erogati dalle P. A. Al mondo delle imprese dell’Alto Milanese), l’apertura dello sportello amministrativo dedicato ai servizi in Agricoltura e lo sportello decentrato del servizio Trasporti (rilascio autorizzazioni, concessioni stradali, etc. ). Nello stesso tempo, ai Sindaci, si è confermata la volontà intensificare il confronto con il Comitato di Pianificazione di Expo 2015 per tradurre in vere e proprie opportunità per questo territorio le ipotesi di lavoro contenute nel dossier “L’alto Milanese per l’Expo”, in modo particolare sul tema infrastrutture (terzo binario e variante S. S. Sempione), mobilità dolce (completamento circuito piste ciclabili), politiche d’accoglienza (recupero cascine, campeggi, ostelli, etc). E’ opportuno, infine, sottolineare come il tema “Alto Milanese” coinvolga oramai gran parte degli assessorati e delle funzioni in capo all’Amministrazione provinciale. Si tratta di una azione corale che vede coinvolti gli assessorati alle Attività produttive, alla Formazione e Istruzione, alla Sicurezza, al Personale, all’Ambiente e Agricoltura, ai Trasporti, oltre ovviamente, alle deleghe in capo direttamente all’assessorato per l’Alto Milanese. «Un sistema di governo del territorio – ha concluso Mauri - che porta questi territori ad essere un esempio di buone pratiche da portare come modello per altre realtà della provincia e quale contributo al dibattito in corso sulla Città metropolitana». .  
   
   
LE PROVINCE DEL NORD OVEST VERSO EXPO 2015  
 
 Biella, 17 luglio 2008 - «I grandi temi che ispirano l’Expo 2015 sono i princìpi cardine anche della nostra azione politica sul territorio. Perciò apprezziamo l’appoggio del sindaco di Milano Moratti e ci impegniamo a collaborare lungo il percorso». Così Sergio Scaramal commenta la partecipazione biellese (con lui anche l’assessore Davide Bazzini) al seminario di studio organizzato il 10 luglio a Cremona dal Comitato promotore della Fondazione Province del Nord Ovest. Alimentazione, energia, sviluppo sostenibile: questi i temi su cui sarà incentrata l’Esposizione universale e dibattuti durante l’incontro che ha riunito numerose amministrazioni locali e gli organizzatori Angelo Paris, direttore della pianificazione, e Adriano Gasperi, segretario generale del Comitato scientifico. Era stato il presidente della Provincia di Torino, Antonio Saitta, a sollecitare un coinvolgimento più attivo della rete delle amministrazioni che aderiscono al Comitato nel percorso verso l’Expo milanese. Incassando, con una lettera letta ieri davanti all’assemblea, la disponibilità di Letizia Moratti a fare delle Province un interlocutore attivo e permanente. «Il Biellese – spiega Scaramal – ha una posizione strategica sia rispetto agli assi infrastrutturali che servono Milano sia per la geografia locale, nel senso che può essere un punto di appoggio logistico funzionale alle esigenze dell’area dove si terrà l’Expo. Vale a dire che il nostro territorio rientra nella cosiddetta fascia dei 90 chilometri, che, come ci hanno spiegato gli organizzatori, ci rende direttamente coinvolti nella manifestazione». Ora Scaramal annuncia un prossimo incontro della Fondazione delle Province, che dovrebbe portare alla creazione di un marchio ad hoc da presentare contestualmente all’Expo con l’obiettivo di valorizzare i prodotti dell’artigianato e dell’agro alimentare. Non solo. «A Paris e a Gasperi – aggiunge Scaramal – abbiamo chiesto di incontrare il Comitato di distretto per una riunione qui a Biella: uno dei nostri ruoli, ad esempio, potrebbe essere quello di fornire un supporto all’accoglienza delle tante persone che orbiteranno intorno all’evento. Il che potrebbe diventare per il Biellese una preziosa operazione di marketing territoriale». Scaramal aveva affrontato il tema del coinvolgimento delle Province nel percorso già nell’aprile di quest’anno, intervenendo alla precedente seduta dell’Assemblea della Fondazione Nord Ovest. «L’expo 2015 – aveva detto – dovrà offrire al mondo una riflessione articolata su un nuovo modello di sviluppo globale, diverso da quello di oggi. Un modello che le Province già sperimentano: in Piemonte lavoriamo da tempo in rete, sulla gestione delle acque come sui rifiuti e sulle infrastrutture. La Fondazione deve portare queste capacità all’Expo, offrire a questo grande evento l’esperienza delle amministrazioni provinciali sulle reti corte, che non promuovono produzioni intensive ma spingono verso la creazione di legami forti tra i territori. E la Fondazione dovrà essere sempre aperta verso l’esterno, pronta a fare entrare nella rete anche le università e i centri di ricerca, in modo da fare circolare le conoscenze e permettere un confronto continuo sui temi dello sviluppo internazionale». .  
   
   
PROGETTO SUDAFRICA 2008  
 
Reggio Emilia, 18 luglio 2008 - I rapporti di cooperazione che legano Reggio Emilia all’Africa Australe, migliorano e si rafforzano, si tratta infatti di una relazione che nel corso degli anni è iniziata con il sostegno al cammino verso l’indipendenza e contro l’apartheid, ed è oggi rinnovata da importanti collaborazioni in campo economico e sociale. Già nel 2007 istituzioni ed associazioni imprenditoriali hanno collaborato e realizzato con positivi risultati la visita di una nutrita compagine economico-istituzionale che ha permesso di rafforzare i legami tra la nostra provincia ed il Sudafrica. Il Sudafrica, prima economia del continente, si conferma infatti come un interessante mercato per lo sviluppo di nuovi rapporti commerciali e per la valutazione di possibilità di investimento da parte degli imprenditori reggiani anche in considerazione del fatto che rappresenta una porta d’accesso per metà del continente africano grazie agli accordi del Sadc (Southern African Development Community) a cui partecipano 14 paesi africani: area di interscambio con facilitazioni doganali. A conferma delle potenzialità del paese e nell’ambito delle iniziative a sostegno delle imprese del territorio reggiano che la Camera di commercio in collaborazione con le associazioni ed i consorzi export portano avanti, è stato realizzato anche per il 2008 un approccio al mercato sudafricano con l’organizzazione di una missione commerciale che ha permesso agli operatori economici reggiani interessati di trascorrere l’ultima settimana di giugno in Sudafrica. Alla missione economica hanno preso parte 8 aziende reggiane coordinate da Giorgio Davoli direttore Apiexport. Le aziende partecipanti rappresentano vari settori produttivi della nostra provincia: automotive, componentistica, prodotti alimentari, attrezzature varie (linee per confezionamento, apparecchiature per il trattamento delle acque, attrezzature per ristorazione delle comunità, ecc. ). La progettazione degli incontri e l’avvio dei primi contatti per partnership commerciali sono stati curati dall’Istituto Nazionale per il Commercio Estero (Ice) di Johannesburg in collaborazione con Reggio nel Mondo e con Camera di Commercio di Reggio Emilia. Gli incontri commerciali si sono svolti presso le sedi delle aziende sudafricane: ogni operatore reggiano aveva a disposizione un auto per recarsi quotidianamente nei luoghi d’incontro (con una media di 5 incontri al giorno per azienda). Pertanto, molto apprezzata dagli operatori economici reggiani è stata la modalità di incontro, presso le sedi aziendali in loco appunto, che ha rappresentato un notevole valore aggiunto per le nostre aziende in quanto ha permesso loro di verificare la reale situazione della controparte sudafricana (dimensioni aziendali, struttura della logistica, ecc. ). Ricordiamo inoltre che tra le tante potenzialità offerte dal Sudafrica, un particolare accento è rappresento dal fatto che nel 2010 si svolgeranno i mondiali di calcio e dalla domanda diretta ed indotta di prodotti e servizi. La missione in Sudafrica ha avuto due importanti appuntamenti istituzionali-conviviali che hanno permesso una maggiore conoscenza reciproca: a Johannesburg con la cena offerta dal 1° Segretario dell’Ambasciata d’Italia a Pretoria S. E. Dott. Martino ed a Città del Capo dalla Console Italiana a Città del Capo Emanuela Curnis che è oggi gradita ospite a Reggio Emilia. .  
   
   
FINANZIATO CON 11 MILIONI DI EURO IL BANDO REGIONALE VENETO PER I PATTI DI SVILUPPO DISTRETTURALE E METADISTRETTUALE  
 
Venezia, 17 luglio 2008 - La Regione del Veneto ha approvato il nuovo bando di assegnazione delle risorse per i patti di sviluppo distrettuale e meta distrettuale ed ha stanziato 6 milioni di euro. Il programma è stato cofinanziato dal Governo con altri 5 milioni di euro. Si tratta di un bando davvero innovativo rispetto al passato perché per la prima volta, come ben ricorda l’assessore all’Economia, Venedemiano Sartor, che ha portato in sede di Giunta regionale una deliberazione in tal senso, prevede che tutte le procedure siano informatizzate, dalla presentazione da parte dei distretti e dei meta distretti della domanda, all’iter di approvazione della richiesta e di accesso ai finanziamenti, alla verifica del trasferimento delle risorse. Si è lavorato per una ulteriore semplificazione delle procedure di rendicontazione e al tempo stesso anche per una maggiore facilitazione delle pratiche da espletare per far parte dei distretti e dei meta distretti. “Il bando - ricorda l’assessore Sartor - è stato concertato in maniera sinergica con le tante associazioni di categoria nelle sue impostazioni generali ed ha recepito le istanze che sono emerse dal proficuo dialogo e dal confronto costruttivo con gli addetti ai lavori che non si è mai ininterrotto in questi mesi. ” Gli obiettivi che si intendono raggiungere con i finanziamenti dei progetti sono aumentare la competitività dei sistemi produttivi a valenza regionale, incentivare la ricerca scientifica e tecnologica, favorire la collaborazione e l’aggregazione tra le imprese venete e tra i protagonisti della rete veneta dell’innovazione. “A interessarci - ribadisce con forza Vendemiano Sartor - è soprattutto l’innovazione all’interno dei cluster veneti. Naturalmente, come negli anni passati, ci aspettiamo ottimi risultati. Non nascondiamo, inoltre, grande soddisfazione per il fatto che il ministero allo Sviluppo economico ha adottato, per la disciplina delle aggregazioni di filiera e gli interventi di sviluppo industriale e produttivo, praticamente le stesse linee guida scelte dalla Regione del Veneto. ” Il sistema distrettuale veneto vanta attualmente 8 mila aziende con 215 mila addetti. Considerato che il periodo massimo di vigenza dei patti è di tre anni, la scadenza sarà il prossimo 31 dicembre 2011. .  
   
   
INTERNAZIONALIZZAZIONE, A MATERA CONVEGNO SULLE BUONE PRASSI  
 
Matera, 17 luglio 2008 - - Si tiene oggi alle 10, nella sala convegni del complesso “Le Monacelle” (via Riscatto, 10), un incontro per presentare i risultati conseguiti dal progetto “Agire Por” e per illustrare le prossime iniziative. All’incontro parteciperanno l’assessore regionale alle Attività produttive, Vincenzo Folino che aprirà i lavori, il dirigente generale del dipartimento, Andrea Freschi, Luigi Gianfranceschi, responsabile ufficio internazionalizzazione e sportello Sprint, dirigenti della Regione Piemonte e del ministero dello Sviluppo economico. Il progetto Agire Por è stato attivato nel settore dell’internazionalizzazione delle piccole e medie imprese fra le regioni Piemonte e Basilicata. La finalità della collaborazione è stata quella del trasferimento delle buone pratiche relative all’organizzazione e alla gestione di servizi di supporto ai processi di internazionalizzazione delle imprese attivati dallo Sportello regionale per l’internazionalizzazione (Sprint). Tra gli obiettivi anche quello di fornire alle imprese gli strumenti necessari per crescere e essere competitive, garantendo, attraverso lo sportello Sprint, servizi efficaci e efficienti, agevolando l’accesso degli operatori economici ai servizi promozionali, assicurativi e finanziari, di natura regionale, nazionale e comunitaria. .  
   
   
PIACENZA: PER IL 2008 ASSUNZIONI PER QUASI 6000 UNITÀ  
 
Piacenza, 17 luglio 2008 - Sono 5. 860 le assunzioni messe in cantiere dalle imprese piacentine per il 2008, comprendono le assunzioni a tempo determinato e quelle stagionali e sopravanzano di 900 unità le uscite programmate. Si tratta delle prime anticipazioni che ci fornisce l’indagine Excelsior giunta alla sua undicesima annualità e realizzata grazie alla sinergia tra sistema delle camere di commercio e Ministero del Lavoro. Nel 2007 il dato relativo alle assunzioni si era fermato a 4. 850 unità ma il saldo era in attivo per 1. 340 unità, grazie ad una quota di cessazioni più contenuta (3. 520 unità). Il 34,8% delle entrate preventivate riguarda il settore industriale (industria e costruzioni) mentre i servizi dovrebbero assorbire la quota ben più consistente del 65,2%. I settori che presentano le maggiori richieste di personale sono il commercio ed il complesso che raggruppa credito-assicurazioni, servizi alle imprese, sanità ed istruzione. Molto dinamiche sul fronte del reclutamento del personale sembrano essere le piccole imprese che presentano un saldo tra entrate ed uscite del 2,6% a fronte del l’1,5% medio del sistema piacentino. Cala bruscamente, rispetto al 2007, la volontà di proporre da subito contratti a tempo indeterminato: il differenziale con l’anno scorso è di 10 punti percentuali (erano il 49% del totale nel 2007, arrivano al 38,9% nel 2008). Nonostante la differenza in negativo sull’anno precedente, nella media del Paese la quota di contratti a tempo indeterminato sta sotto a quella piacentina di due punti percentuali ed in regione addirittura di 7 punti percentuali. Per converso aumenta la possibilità di vedersi proporre contratti a tempo determinato (55,8% dello stock). Il 13,7% dei tempi determinati viene utilizzato per provare il nuovo personale mentre il 7% serve a sostituire personale momentaneamente assente (per maternità, aspettativa, ferie o malattia). Il 17,3% dei contratti a tempo serve invece a coprire picchi di attività. Delle quasi 6. 000 assunzioni programmate a Piacenza un migliaio circa rientra nel novero di quelle stagionali, le restanti 4. 810 non hanno invece legami con situazioni legate a periodi di attività tradizionalmente più intense. Il 35,2% di queste ultime riguarda operai specializzati e conduttori di impianti, il 33,7% impiegati e addetti alle vendite, il 17,7% professioni ad alta specializzazione e tecnici ed il restante 13,4% professioni non qualificate. L’elemento che risalta maggiormente rispetto al 2007 è l’incremento della richiesta relativa alle professioni non qualificate che passano dal 9,5% al 13,4% del totale. Di circa un punto più bassa la quota registrata nella media italiana (12,5%). Il 32,1% delle assunzioni messe in programma viene giudicato di difficile reperimento e per il 74,8% delle unità in ingresso è preventivata attività di formazione sia corsuale che, soprattutto, in affiancamento a personale già attivo. Più della metà degli assunti dovrà possedere esperienze di lavoro pregresse (tale requisito diventa ancora più significativo se si assumono tecnici). I motivi che più rendono difficile il reclutamento del personale sono, nell’ordine, la concorrenza tra imprese in presenza di un numero limitato di figure con le caratteristiche richieste, la mancanza di candidati con qualificazione giudicata adeguata, scarsa disponibilità per ragioni di status, carriera o retribuzione. Il tempo medio di ricerca è stimato in quasi 5 mesi (che possono salire a 7 nel campo industriale). Anche nel 2008 le imprese piacentine confermano di aver bisogno prioritariamente di personale che abbia seguito studi amministrativo-commerciali o meccanici. Tra i laureati quelli più gettonati hanno una formazione economica, tra i diplomati sono ai vertici gli amministrativi e i meccanici. Non è indifferente nemmeno la richiesta di personale che abbia un livello formativo equivalente alla formazione professionale che sappia operare nel campo turistico-alberghiero. Per quanto riguarda il personale immigrato la percentuale di assunzioni previste sul totale delle assunzioni varia da un minimo del 15,8% ad un massimo del 26,3%. Il settore che appare più aperto a questi ingressi è quello dei servizi alle imprese, seguito da quello dei trasporti. .  
   
   
WORKSHOP SU : “COME COLLABORARE PER ANTICIPARE O GESTIRE I PROCESSI DI RISTRUTTURAZIONE AZIENDALE?”  
 
 Vicenza – 17 luglio 2008 - Alle aziende é richiesta flessibilità, sia al management che ai lavoratori, per rispondere a nuove esigenze e spesso i processi di ristrutturazione stanno alla base proprio di questa esigenza di adattabilità. Con il termine “ristrutturazione” ci si riferisce principalmente alla “modificazione della struttura”, associandone gli effetti che questo generalmente provoca sull’impiego e sull’adattabilità dei lavoratori. Per analizzare queste tematiche lo Sportello Csr della Fondazione Giacomo Rumor-centro Produttività Veneto (Cpv) organizza lunedi 21 luglio a partire dalle ore 9. 00 il workshop “Come collaborare per anticipare o gestire i processi di ristrutturazione aziendale?”. L’evento è stato promosso in occasione della partecipazione al progetto Ancobest (Anticipation and collaboration to better understand structural transformation) cofinanziato dall’Unione Europea attraverso il programma Progress. Il Cpv è infatti il partner italiano del progetto, insieme alle altre organizzazioni di Francia, Spagna, Portogallo, Malta, Inghilterra, Belgio, Danimarca, Polonia e il promotore è Rkw, Centro Nazionale di Produttività Tedesco, con il quale il Cpv collabora dal 1984, essendo parte dell’Associazione Europea Centri Nazionali di Produttività. Partecipano con un saluto introduttivo Dino Menarin, presidente del Cpv e Elena Donazzan, assessore alle politiche attive del lavoro della Regione del Veneto. Moderatore dell’incontro il direttore del Cpv Antonio Girardi, mentre Marisa Cacciavillan, responsabile dello Sportello Csr del Cpv, presenta il progetto Ancobest nel dettaglio. Il focus del workshop sarà la tavola rotonda sul tema “la responsabilità sociale può essere uno strumento per la gestione del cambiamento?”. All’incontro intervengono inoltre Enrico Tezza, dell’Ilo di Torino, Morena Martini, assessore al lavoro della Provincia di Vicenza, Maria Irene Trentin, consigliera di Parità della Provincia di Vicenza, Claudio Miotto, presidente Confartigiananto del Veneto, Giancarlo Pederzolli, segretario Cisl Vicenza, Stefano Talin, delegato Csr di Confindustria Vicenza, Mariano Rigotto, vicepresidente Apindustria Vicenza. Sarà presente anche Lydia Schytke del Centro di Produttività tedesco. In occasione del workshop sarà anche presentata la ricerca realizzata dalla Fondazione Italiana per la Diffusione della Responsabilità Sociale - con la quale da tempo lo Sportello Csr vicentino collabora - sul tema “Globalizzazione, delocalizzazione produttiva delle imprese italiane e politiche di salvaguardia e valorizzazione dei diritti umani“. Ancobest ha lo scopo di analizzare i contesti ed individuare alcuni esempi di processi di ristrutturazione aziendale per far emergere come siano stati coinvolti gli stakeholder, per affrontare e "governare" il cambiamento, al fine di ridurre gli effetti negativi che un processo di ristrutturazione aziendale può comportare. Tra gli altri obiettivi principali, quello di evidenziare alcune scelte di ristrutturazione "diverse", proprio al fine di preservare il lavoro in loco, aumentando la competitività attraverso altri fattori e accentuare anche il ruolo degli stakeholder esterni (Istituzioni, sindacati, associazioni imprenditoriali etc. ) in questi processi. Il progetto prevede che ogni partner effettui una ricerca ed individui alcuni casi, le cosiddette "buone pratiche" in modo che da queste si possano trarre delle modalità da seguire, soprattutto per "anticipare" gli effetti di una trasformazione aziendale. Il Cpv, dopo aver coinvolto anche il Tavolo Provinciale per la responsabilità sociale, sta realizzando la ricerca a livello territoriale in particolare attraverso interviste agli stakeholder. L’appuntamento segue gli incontri del 7 e 8 luglio, due giornate che hanno visto il coinvolgimento dei rappresentanti di dieci organizzazioni provenienti da altrettanti Paesi europei, un’occasione per il Cpv, di rafforzare le proprie collaborazioni internazionali, in particolare con il Centro di Produttività Tedesco. E’ stata anche organizzata una visita presso l’azienda Talin Spa, testimone di scelte di “ristrutturazione” aziendale orientate alla responsabilità sociale d’impresa. .  
   
   
ATTIVITÀ COMMERCIALI NEI CENTRI STORICI IN TRENTINO IERI LA FIRMA DELL’ACCORDO CON COMUNI E IMPRESE CON IL PROTOCOLLO NASCE L’ALBO DELLE BOTTEGHE STORICHE  
 
Trento, 17 luglio 2008 – I centri storici torneranno ad essere popolati da botteghe e negozi. E’ questo l’obiettivo della delibera approvata venerdì scorso dalla Giunta provinciale e presentata dall’assessore al commercio Tiziano Mellarini, con cui si è dato il via libera al protocollo di intesa per il rilancio del commercio nei centri storici del Trentino, messi in crisi anche dall’apertura in periferia dei centri commerciali. L’intesa vede concordi sulle linee d’azione la Provincia autonoma di Trento, il Consorzio dei comuni, i Comuni di Trento e Rovereto, Cat Imprese Unione e Trentino Srl, ovvero le due organizzazioni più rappresentative delle imprese commerciali. Ieri, nella sala stampa di piazza Dante, la firma del protocollo tra la Provincia autonoma di Trento, rappresentata dall’assessore all’agricoltura, commercio e turismo Tiziano Mellarini; il Consiglio delle autonomie locali, rappresentato dal coordinatore della commissione urbanistica, turismo e commercio Alessandro Olivi; il Comune di Trento, rappresentato dall’assessore allo sviluppo economico Andrea Robol; il Comune di Rovereto, rappresentato dal Vice Sindaco e assessore allo sport, commercio, turismo e patrimonio Cristian Sala; Cat Imprese Unione s. R. L. , rappresentato dal presidente Massimo Piffer; Cat Trentino s. R. L. , rappresentato dal presidente di Assonet Massimo Gallo. Sottolineata da tutti i protagonisti della firma la valenza dell’accordo, “un segnale forte – ha detto l’assessore Mellarini – in attesa del completo riordino della politica commerciale”. Sono in arrivo importanti risorse – oltre a quelle da tempo disponibili – per accompagnare questo accordo: 900 mila euro da parte del Governo, cui la Provincia aggiungerà altre importanti risorse. Il tema della rivitalizzazione e della valorizzazione dei centri storici dei comuni trentini rappresenta una delle priorità della politica commerciale in Provincia di Trento. La Giunta provinciale, nel documento di attuazione 2008 del Programma di sviluppo provinciale e approvato nel novembre 2007, aveva fissato quale priorità strategica “l’individuazione di strumenti innovativi per la rivitalizzazione della funzione commerciale dei principali centri storici del Trentino”. La delibera approvata venerdì dall’esecutivo provinciale, a firma dell’assessore provinciale al commercio Tiziano Mellarini – oggi sottolineata dalla sottoscrizione del protocollo - è la risposta agli obiettivi fissato negli scorsi mesi. “La leva commerciale – recita la delibera - deve infatti essere utilizzata, in sinergia con le politiche di arredo urbano, sicurezza, urbanistica, viabilità ed i sistemi ambientali per consolidare la funzione ed il tessuto non solo economico ma anche sociale dei centri storici”. Una recente indagine dell’Osservatorio provinciale del Commercio ha evidenziato come i centri commerciali artificiali (insediatisi per lo più nelle aree periferiche delle nostre città dove non mancano parcheggi e gli accessi sono agevolati dalla vicinanza alle più importanti vie di comunicazione) rappresentano, soprattutto per i giovani, un luogo di ritrovo e di socializzazione in alternativa al tradizionale centro storico il quale ha gradualmente perso la sua naturale e storica funzione di spazio comune di aggregazione. Il centro storico, al contrario, sconta oggettive difficoltà di accesso, dovute a limitazioni del traffico ed alla mancanza di parcheggi: “Difficoltà – secondo il nuovo accordo tra Provincia, che devono essere superate attraverso la predisposizione di valide alternative che risultino appetibili sia al turista che al commerciante come pure al residente o al cliente”. La legge provinciale sulle attività commerciali concede ai comuni specifiche agevolazioni per l’elaborazione dei progetti di qualificazione della rete commerciale dei centri storici. In particolare, le amministrazioni possono agire e determinare: a) le linee di azione per la valorizzazione del contesto urbano centrale, individuando in tale contesto le botteghe storiche e i contenitori esistenti suscettibili di riuso per l´insediamento di nuove attività commerciali, artigianali e di servizio o per il potenziamento di quelle esistenti; b) la formazione di un progetto di arredo urbano per gli assi o le aree ritenute suscettibili di un processo di valorizzazione, indicandone le linee di carattere operativo; c) l´individuazione delle modalità e priorità degli interventi sul piano dell´accessibilità alle aree considerate, con particolare riferimento alla localizzazione e al dimensionamento delle aree di sosta per i mezzi pubblici e privati. La Giunta provinciale ha specificato gli interventi a carattere strutturale che caratterizzano i progetti di qualificazione della rete commerciale dei centri storici, attraverso il censimento delle "botteghe storiche", cioè degli esercizi commerciali aventi oltre 50 anni di attività nello stesso settore merceologico; il riuso di contenitori esistenti per l´insediamento di nuove attività commerciali aventi funzione di "magnete" o il potenziamento di quelle esistenti, privilegiando la formula dei centri commerciali di qualità e delle gallerie commerciali specializzate in modo da riequilibrare la capacità attrattiva dei centri commerciali periferici; la creazione di parcheggi pubblici o privati multipiano o interrati; il rifacimento di illuminazione pubblica; la ripavimentazione di vie e piazze; la pedonalizzazione e moderazione del traffico, lungo vie e piazze, contestualmente ad altre adeguate ristrutturazioni del sistema del traffico urbano; ristrutturazione delle reti dei trasporti pubblici urbani ed extraurbani; la realizzazione di piantumazioni alberate ed aree da destinare a verde pubblico di livello locale; la realizzazione di opere di arredo urbano, tali da ottenere un miglioramento della visibilità, dell´identità e delle forme di richiamo del "luogo del commercio" considerato; il recupero di facciate dotate di valori storici e culturali; il recupero di immobili pubblici da adibire ad attività commerciali, paracommerciali e di servizio pubblico integrato; recupero di piazze e spazi pubblici da destinare ad aree mercatali per l´attività di commercio su aree pubbliche o a luoghi di esposizioni, di mostre e di attività culturali a carattere periodico; creazione di spazi polifunzionali destinati ad attività di intrattenimento e di svago. Risulta ora necessario integrare questa azione – in parte già svolta dalle amministrazioni – con progetti di riqualificazione dei centri storici. Il protocollo di intesa firmato oggi va in questa direzione, grazie ad un’azione programmatica condivisa e in sinergia con il Consorzio dei Comuni Trentini, i comuni di Trento e Rovereto ed i Cat Imprese unione s. R. L. E Trentino s. R. L. (che fanno capo alle due organizzazioni più rappresentative delle imprese commerciali). L’obiettivo è di indirizzare, concentrare e coordinare gli interventi verso progetti concertati e partecipati. Lo schema del protocollo di intesa rappresenta un insieme di misure sulla cui base elaborare i successivi provvedimenti che si assumeranno in futuro. Il Protocollo di intesa sui “Luoghi storici del commercio”. Con l’intesa, la Provincia, i Comuni e le imprese del commercio si impegnano su una serie di azioni concrete. La concreta attivazione dei “luoghi storici del commercio” passa attraverso l’azione dei Comuni che saranno chiamati da subito ad una “perimetrazione puntuale e precisa” di questi luoghi storici legati alle attività commerciali. Ogni singolo Comune potrà stabilire la perimetrazione con riferimento al centro storico e agli insediamenti storici sparsi limitandola o estendendola anche a parti del territorio comunale ad essi adiacenti o limitrofe. Accanto alla perimetrazione, le amministrazioni dovranno realizzare il censimento delle “botteghe storiche” (gli esercizi commerciali aventi oltre 30 anni di attività nello stesso settore merceologico, intendendo per tale quello relativo alla vendita di merci affini) finalizzato all’istituzione, presso il servizio provinciale di commercio, dell’Albo delle botteghe storiche del Trentino. Nel registro è inoltre prevista una sezione nella quale inserire gli esercizi gestiti, sempre da oltre 30 anni, da parte della stessa famiglia/impresa. I “luoghi storici del commercio” avranno come compiti ed obiettivi principali: migliorare la capacità di attrazione del centro storico e la sua accessibilità; realizzare iniziative di promozione della realtà commerciale con particolare attenzione alla distribuzione dei prodotti tipici locali; promuovere e coordinare attività di riqualificazione ambientale; promuovere accordi al fine di gestire aree destinate ai parcheggi, anche mediante apposite convenzioni; coordinare gli orari di attività e dei servizi; promuovere specifici programmi di formazione indirizzati agli operatori; adottare piani di marketing commerciale/turistico; organizzare manifestazioni sia culturali che promozionali, eventi, mostre e fiere; gestire attività di animazione per i bambini; predisporre servizi di assistenza post vendita al cliente; promuovere e gestire pubblicazioni finalizzate alla valorizzazione dei “luoghi storici del commercio”; offrire tutti i servizi complementari e di fidelizzazione della clientela tipici della grande distribuzione organizzata; realizzare iniziative di contenimento dei prezzi di vendita e di calmierazione degli affitti dei locali aziendali; I comuni dovranno promuovere adeguamenti degli strumenti di pianificazione e programmazione territoriale, salvaguardando le specificità e le particolari esigenze dei singoli comuni, al fine di introdurre un vincolo inderogabile di destinazione d’uso commerciale. Per tutelare e valorizzare specifiche parti del tessuto urbano e di assicurare la necessaria stabilità al contesto commerciale storicizzato, i Comuni possono individuare limitate ed omogenee porzioni dei luoghi storici del commercio dove viene introdotto il divieto di cambio di destinazione d’uso. Inoltre l’iniziativa – è questo uno degli impegni sottoscritti – dovrà avere una gestione unitaria e coordinata, così come piena autonomia gestionale dovrà essere riconosciuta ai progetti ed alle iniziative promosse dai singoli comuni. Le singole iniziative territoriali troveranno un unico soggetto provinciale con i compiti di coordinamento e promozione, anche a livello extraprovinciale. I “luoghi storici de commercio” potranno beneficiare di un logo comune di riconoscimento, registrato dalla Provincia, che caratterizzi e certifichi il coordinamento unitario dei progetti comunali, pur facendo salvi i marchi già formalizzati dai singoli comuni. Un portale informatico ed altri mezzi di comunicazione e diffusione consentiranno di coordinare e promuovere in modo unitario i “luoghi storici del commercio”, in modo tale anche di generare più virtuose e convenienti economie di scala. Maggiore autonomia si avrà anche nella determinazione degli orari di apertura degli esercizi commerciali all’interno dei luoghi storici del commercio. “La materia degli orari di apertura – recita il protocollo - riveste infatti un’importanza strategica e fondamentale per il governo dell’assetto sia commerciale sia sociale ed economico dei centri storici; a tal fine si dovranno individuare meccanismi di maggiore flessibilità investendo le amministrazioni comunali con un più elevato grado di autonomia rispetto alla determinazione degli orari di apertura (e delle connesse deroghe per le aperture domenicali e festive) degli esercizi commerciali situati nei luoghi storici del commercio”. Di conseguenza i Comuni avranno la possibilità di concedere particolari deroghe, all’interno di un quadro normativo provinciale, legate a particolari manifestazioni od eventi che producano uno straordinario afflusso di persone, turisti, visitatori; e di differenziare gli orari di apertura e le deroghe per le domeniche o festività nei confronti degli esercizi commerciali insediati nelle periferie rispetto a quelli presenti nei luoghi storici del commercio che hanno esigenze di natura diversa. . .  
   
   
CROTONE: I DATI EXCELSIOR 2008  
 
 Crotone , 17 luglio 2008 - L´ufficio Studi della Camera di Commercio di Crotone ha elaborato i dati provinciali relativi all’indagine Excelsior, sistema informativo di Unioncamere e del Ministero del Lavoro, che rileva le previsioni occupazionali del sistema imprenditoriale. L’elaborazione di tali dati rientra tra le attività di analisi e studio che l’Ente camerale mette a disposizione dell’opinione pubblica per la conoscenza dei fabbisogni delle imprese in termini di occupazione e formazione. Elevato il numero di imprese che prevede di assumere - Il 36,4% delle imprese intervistate prevede assunzioni per il 2008; di queste, il 45,9% appartiene al settore industria e costruzioni ed il 30,1% ai servizi. In particolare, le maggiori prospettive di nuove occupazioni sono da ricondurre al settore delle costruzioni con il 53,1% delle imprese pronte ad assumere, seguito dalle imprese turistico-ricettive (alberghi, ristoranti, servizi di ristorazione e servizi turistici) con ben il 61,8% del comparto interessato ad effettuare nuove assunzioni. La percentuale di imprese che prevedono assunzioni sul totale delle imprese intervistate (36,4%), vede Crotone primeggiare sia sulla media regionale (31,3%), che su quella nazionale (28,5%). Cresce lentamente la base occupazionale - Anche per il 2008 si prevede un elevato turnover occupazionale con 2. 570 unità in entrata, a fronte di 2. 460 uscite (per pensionamento o scadenza di contratto). Il saldo previsto, pari a 110 nuovi posti di lavoro, è dimezzato rispetto alle previsioni dello scorso anno generando un tasso occupazionale dello 0,7%, nettamente inferiore sia al dato regionale (2,2%), che a quello nazionale (1,0%). Il 54% delle nuove entrate sarà impiegato in imprese appartenenti al comparto dell’industria e costruzioni, mentre il restante 46% sarà assorbito dal comparto dei servizi. Tuttavia, il 90,9% del saldo occupazionale, pari a 100 unità, è ascrivibile ai servizi e solo il 9,1% (10 unità) all’industria e costruzioni settore caratterizzato da elevatissimo turnover. A fare da traino le imprese del commercio al dettaglio e all’ingrosso con un saldo positivo di 80 unità ed il settore alberghi, ristoranti, servizi di ristorazione e servizi turistici con 50 unità in più. Saldo negativo nelle previsioni delle imprese operanti nei settori trasporti, credito-assicurazioni, servizi alle imprese (meno 20 unità) e nel settore altri servizi alle persone e alle imprese (meno 10 unità). Ancora una volta le micro imprese (da 1 a 9 dipendenti) si confermano come il maggiore serbatoio occupazionale della provincia con un saldo positivo di ben 140 unità, seguite dalle imprese di piccole dimensioni (da 10 a 49 dipendenti) con 10 unità in più. Saldo negativo, invece, per le imprese di medie e grandi dimensioni (50 dipendenti e oltre) che prevedono movimenti in uscita superiori a quelli in entrata (-40 unità). Aumentano le forme contrattuali a termine - Continua la tendenza da parte delle imprese crotonesi, contrariamente all’inversione di tendenza registrata a livello nazionale, a privilegiare forme contrattuali a tempo determinato che interesseranno il 56% delle nuove assunzioni, in aumento di 16,7 punti percentuali rispetto allo scorso anno anche se in linea con la media nazionale (56%). I contratti a tempo indeterminato saranno utilizzati nel 41,2% delle nuove assunzioni, mentre è ancora scarso il ricorso a contratti di apprendistato (2,7%) e a contratti d’inserimento (0,4%). Meno opportunità per diplomati e laureati - Se le imprese dislocate nel resto del territorio nazionale sembrano orientate nella ricerca di professionialità sempre più qualificate, questo sembra non rientri tra le richieste delle imprese locali. Infatti, per l’anno 2008, parimenti a quanto fatto registrare per l’anno 2007, non vi è tra le imprese del territorio provinciale, nessuna previsione di assunzione per dirigenti. I fabbisogni occupazionali non stagionali delle imprese crotonesi riguardano, nel 42,4% dei casi, lavoratori con il livello di istruzione della scuola dell’obbligo (900 lavoratori). A seguire, la richiesta di diplomati (39,9% pari a 850 unità), con istruzione professionale di stato (7,8% per 170 unità) e con formazione professionale regionale (5,8% per 120 unità). La richiesta di laureati interesserà solo 90 assunzioni pari ad appena il 4,1% del totale. Diminuisce la domanda di operai specializzati con 540 assunzioni previste (25,5% delle entrate), così come la richiesta di tecnici pari a 190 unità, il 9% delle assunzioni totali. In calo anche la richiesta di impiegati che riguarderebbe solo 130 assunzioni (6,1% del totale), mentre non è prevista alcuna assunzione per impiegati con elevata specializzazione. A crescere è la domanda di personale non qualificato (28,8% del totale) che interesserà 610 nuove assunzioni previste per il 2008, contro le 300 dello scorso anno. Aumenta anche la richiesta per le professioni commerciali e dei servizi, pari a 320 unità (15,1% delle assunzioni non stagionali) e quella dei conduttori di impianti ed operai semiqualificati richiesti in 310 casi. “I primi dati del rapporto Excelsior – è il commento del Presidente dell’ente camerale, Francesco Barretta – mettono in luce, ancora una volta, la vivacità del nostro sistema imprenditoriale che, nonostante la fase di stagnazione economica esistente e la crisi dei consumi, dichiara di voler continuare ad investire sulle risorse umane. Tuttavia, appare evidente che l’attuazione di un’adeguata politica in materia di occupazione e formazione è divenuta oramai improcrastinabile. L’esiguo saldo positivo della base occupazionale ed il forte squilibrio che caratterizza il nostro mercato del lavoro, con una domanda fortemente orientata alle professioni operaie in senso stretto a discapito delle professionalità più qualificate, impongono risposte immediate”. .  
   
   
IL SISTEMA VARESE CHIEDE ANCORA NUOVE ASSUNZIONI  
 
Varese, 17 luglio 2008 - Alle difficoltà economiche degli ultimi mesi, gli imprenditori varesini dichiarano di voler reagire investendo ancora una volta sulle risorse umane: è di 650 unità il saldo positivo, tra ingressi e uscite dal mondo del lavoro, atteso per quest’anno dalle imprese della nostra provincia. La cifra risulta dall’analisi condotta nell’ambito della ricerca Excelsior ’08 sulle previsioni di assunzioni condotta annualmente a livello nazionale da Unioncamere e Ministero del Lavoro con la collaborazione delle singole Camere di Commercio. Varese, dunque, conferma il trend positivo del recente passato. Dai dati forniti dalle nostre imprese, però, emerge anche un elemento nuovo di grande interesse: è in crescita il livello di formazione scolastica occorrente ai nuovi assunti. Quest’anno un titolo di studio di livello universitario è necessario nel 10,2% dei casi (nel 2007 la percentuale era del 9,5%) e il diploma nel 48% delle nuove assunzioni (41,4% lo scorso anno). In diminuzione, invece, le richieste per i livelli di istruzione professionale sia statale che regionale (rispettivamente passati del 10,8% del 2007 al 10,4% del 2008 e dal 6,8% nel 2007 al 5,5% nel 2008). Idem per la scuola dell’obbligo il cui titolo di studio era previsto nel 31,4% delle assunzioni nel 2007 mentre quest’anno lo è nel 25,9% dei casi. Entrando nel dettaglio della ricerca, si scopre che nel 2008 le imprese varesine hanno previsto complessivamente 13. 770 entrate contro 13. 120 uscite. Anche il dato della percentuale di aziende che assumono personale registra un incremento: si passa dal 22,6% del 2007 al 26% di quest’anno, allineandosi al valore regionale che è pari al 26,7%. Analizzando poi il dato settoriale depurato dalle richieste di personale stagionale, l’incremento delle assunzioni, da 10. 620 unità del 2007 a 12. 350 unità del 2008, è dovuto in particolare all’aumento nel Commercio (da 1. 430 unità a 2. 580) e nell’Industria (da 3. 700 unità a 4. 390). Si riducono le richieste nelle Costruzioni (da 930 unità a 890) mentre sono sostanzialmente invariate negli altri Servizi (da 4. 550 unità a 4. 500). Infine, uno sguardo alle entrate di personale che le imprese considerano “di difficile reperimento”; nel complesso rappresentano il 31,9% delle nuove assunzioni del 2008. Il dato non varia molto rispetto all’anno recedente (30,5% nel 2007) e solo per alcuni settori raggiunge percentuali consistenti (circa il 60% nella produzione e trattamento dei metalli). Anche le cause, come nel 2007, sono riconducibili, a detta delle imprese, alla scarsità di personale con esperienza e preparazione specifica. .  
   
   
LAVORO: FVG IN CRESCITA MA ATTENZIONE A CRISI  
 
Udine, 17 luglio 2008- Nel 2007 il mercato del lavoro regionale prosegue la tendenza positiva del 2006, seppure a ritmi leggermente inferiori: il Friuli Venezia Giulia è tra le prime 6 regioni italiane per tasso di occupazione - a Pordenone il tasso maschile sale al 77,6 per cento e Trieste è ad un passo dall´obiettivo di Lisbona su quello femminile - ed è sempre entro le prime sei per minor tasso di disoccupazione. I dati del rapporto 2008 dell´Agenzia regionale del lavoro e della formazione professionale che si riferiscono al confronto tra il 2006 e il 2007 sono stati presentati oggi nella sede della Regione a Udine, alla presenza dell´assessore al Lavoro, Alessia Rosolen. "Per quanto il Friuli Venezia Giulia abbia registrato un trend positivo di crescita, non dobbiamo sottovalutare i segnali provenienti dalle crisi settoriali e territoriali o dai fenomeni recessivi in atto nel contesto internazionale", ha commentato nel suo intervento Rosolen, toccando poi tutti i nodi della materia occupazionale in Friuli Venezia Giulia. Obiettivo Lisbona: Fvg Ce La Potrebbe Fare "Mancano ormai meno di tre anni alla scadenza di Lisbona e la marcia di avvicinamento al traguardo si trasformerà in una rincorsa per molte Regioni. La nostra - ha affermato Rosolen - potrebbe farcela, considerato l´impegno e la consapevolezza che caratterizza tutti i soggetti socioeconomici. Tuttavia, come emerge dal Rapporto, occorre fare attenzione alle criticità ancora in essere". Revisione Legge 18/2005 E Ruolo Agenzia Del Lavoro "La legge regionale 18/2005 andrà rivista - ha dichiarato Rosolen -, a cominciare dai compiti e ruolo dell´Agenzia del lavoro. Rispetto a quanto fatto in questi primi anni di attuazione, riteniamo siano possibili ulteriori margini di miglioramento, in particolare sugli interventi a favore dell´accesso e della permanenza nel mondo del lavoro delle fasce più vulnerabili". Province: Ripensare Ruolo Centri Per L´impiego "Occorre ripensare il ruolo dei centri per l´impiego e la loro capacità di intervento, che non devono più limitarsi a gestire le situazioni di crisi e che non possono più essere soltanto il luogo di incontro fra domanda e offerta. Deve invece essere accentuata - ha affermato l´assessore - la dimensione attiva di ricerca non solo della manodopera, ma anche dei soggetti che hanno bisogno di quella manodopera". Il Paradosso: Nei Centri Per L´impiego Quasi Tutti Precari "È un paradosso - ha commentato Rosolen - quello che da alcuni anni si sta vivendo all´interno dei centri per l´impiego, per cui la maggior parte del personale impiegato al loro interno è precario. Credo che tutto si possa dire tranne che la Regione in questa primissima fase di legislatura non sia intervenuta, contrariamente a quanto in passato era avvenuto, quando ci si era limitati a un semplice trasferimento di personale, senza preoccuparsi degli oneri che sarebbero derivati alle Province dalla gestione dei centri per l´impiego. Ora però, dopo un intervento in sede di variazione di bilancio, è proprio alle Province che compete uno sforzo attraverso l´indizione di appositi concorsi che consentano di poter rendere più stabile l´inquadramento lavorativo del personale dei centri per l´impiego". La crescita dell´occupazione nell´anno 2007, pur positiva, è stata inferiore a quella che ci si poteva attendere sulla base dei risultati molto buoni del 2006. E´ questa, in sintesi, l´analisi che emerge dal Rapporto 2008 sul mercato del lavoro in Friuli Venezia Giulia, illustrato ieri dal direttore dell´Agenzia regionale del lavoro e della formazione professionale, Domenico Tranquilli, nel corso di un convegno a cui ha partecipato l´assessore regionale al Lavoro, Alessia Rosolen. "L´incremento del tasso di occupazione complessivo e di quello femminile comunque sono stati significativi e avvicinano la regione agli obiettivi di Lisbona - ha fatto notare Tranquilli - . In sostanza l´occupazione aumenta, il tasso di disoccupazione diminuisce ancora e flettono anche gli indicatori principali delle situazioni di crisi, e cioè cassa integrazione (-13,3 p. C. ) e mobilità (-21,6 p. C. Di ingressi)". Secondo le stime Istat, le forze di lavoro hanno superato nel 2007 le 540mila unità, con un incremento di +2,6 mila (+0,5 p. C. ), quasi interamente attribuibile alla componente femminile (218mila occupate nel 2007 per un + 1,3 p. C. ). Nel 2007, lo stock medio di occupati in regione supera le 522mila unità, con una crescita di poco superiore alle 3mila unità. L´incremento percentuale è stato dello 0,6 p. C. , un dato comunque inferiore a quello dello scorso anno (+3,1). L´occupazione cresce in tutte le province, ma solo per le classi centrali di età e in particolare per quella 45-54 anni (+ 8mila), mentre flette di 6mila unità per la classe 25-34. L´aumento complessivo dell´occupazione di 3mila unità presenta andamenti settoriali differenziati: l´agricoltura flette, tornando ai livelli del 2005 (13mila unità), cresce ancora l´occupazione nell´industria (+2. 738 per un totale di 178mila), ma solo nelle costruzioni, dove gli indipendenti balzano a quasi 38mila (erano 31,7mila nel 2006). Flette invece di 3,3mila unità - e questo dato non è incoraggiante - l´occupazione nell´industria in senso stretto. Dopo il grande incremento del 2006 (quasi 15mila occupati in più) i servizi crescono ancora, ma molto meno, sfiorando le 331mila unità. Rispetto ai trend più recenti, il 2007 presenta anche una ripresa dell´occupazione indipendente (in Fvg sono 120. 000 i lavoratori, pari a 1/4 dei complessivi occupati). In leggero calo il saldo dell´occupazione alle dipendenze, con una flessione di 1. 500 unità nell´industria, quasi compensato dall´aumento nei servizi. La disoccupazione rimane sostanzialmente ai livelli 2006, (tasso al 3,4 p. C. ). D´altro canto, peggiora nel 2007 il dato relativo alla disoccupazione giovanile che passa dall´11,5 al 14,5 p. C. Il tasso di attività cresce in maniera significativa a Trieste, sospinto dalla componente femminile (+5,7). Positivo l´andamento anche a Udine, ma solo per la componente maschile (+1,2). Trieste segna anche il risultato migliore per quanto riguarda l´aumento del tasso di occupazione (1,6) sospinto dalla componente femminile (+5,6). Molto positivo l´incremento del tasso di occupazione maschile per le province di Udine (+1,5) e Pordenone (+1,4). Per ricorso al part-time, il Friuli Venezia Giulia occupa le posizioni di testa in Italia dopo il Trentino Alto Adige. Ottimo piazzamento della regione anche in materia di lavoro temporaneo: nel 2006 la quota lavoratori a tempo determinato è stata del 11,4 p. C, dato decisamente inferiore alla media italiana del 13,1 p. C. .  
   
   
MILANO: UN LIBRO BIANCO PER FOTOGRAFARE LA REALTA’ DEGLI AMBIENTI DI LAVORO  
 
 Milano, 17 luglio 2008 - Sarà disponibile in autunno il “libro bianco” della salute sul lavoro. Lo ha annunciato l’assessore alla Salute del Comune di Milano, Giampaolo Landi di Chiavenna, a margine di un convegno che si è svolto questa mattina a Palazzo Marino sul tema “Salute sul lavoro – Un approccio imprenditoriale”. Al dibattito, coordinato dal giornalista Andrea Franchini, sono intervenuti l’avvocato Renato Mantovani, esperto di diritto assicurativo per le problematiche di infortunistica e sicurezza sul lavoro, e Pietro Penati, medico del lavoro nonché coordinatore del servizio di sorveglianza sanitaria per la tutela della salute dei lavoratori della Regione Lombardia. Il progetto, attualmente allo studio, sarà una vera e propria radiografia delle condizioni di salute nei luoghi di lavoro a Milano e nell’hinterland. “E’ una battaglia che va combattuta e vinta subito – ha esordito l’assessore Landi –. Sembra strano, nella nostra società moderna, dover parlare ancora di sicurezza e di salute sul lavoro. Sembrerebbero conquiste raggiunte già da decenni. Ma non è così. Il veloce mutare delle condizioni lavorative, accresciute dal fenomeno dell’immigrazione e dal comportamento non certo ortodosso di taluni imprenditori spregiudicati, hanno fatto sì che ci sia ancora molta strada da percorrere per essere soddisfatti”. Del resto, i numeri parlano chiaro: nello scorso anno sono stati 1. 300 i morti sul lavoro, il 60% dei quali nel solo nord Italia. “Ma parlare di sicurezza sul lavoro – ha detto ancora l’assessore alla Salute - significa anche tenere conto di tutto ciò che riguarda il benessere dello stato psico-fisico del lavoratore. È un concetto molto più ampio, che investe la persona nel suo complesso. Comprende anche forme di stress generate da mobbing, stalking e in generale da un cattivo rapporto con il proprio ambiente lavorativo, come l’assenza di meritocrazia, che vanno a incidere sulla produttività e sul profitto. In molti addirittura abusano di psicofarmaci per affrontare un posto di lavoro che ritengono ostile: nei soli primi sei mesi del 2008 si parla di un aumento del 12% del consumo di antidepressivi e psicolettici”. Un´indagine conoscitiva condotta su 2000 dipendenti di 10 grosse aziende del milanese ha rilevato che nel 7% dei casi i lavoratori hanno consumato almeno una volta droghe pesanti. Molti di più però sono i consumatori di alcol e psicofarmaci. Si tratta di lavoratori dipendenti che così affrontano i disagi di ogni giorno: l´ansia da prestazione, il senso di precarietà e le pressioni del mobbing. “Il nostro Assessorato – ha aggiunto Landi - vuole assumersi l’impegno di effettuare una ‘radiografia’ dei lavoratori e del mondo del lavoro milanese per cercare di capire quali siano queste situazioni di disagio, cercarne le cause, trovare le risposte che possano risolverle”. “Si tratta di un altro passo importante – ha concluso – nel percorso intrapreso dall’Assessorato affinchè Milano diventi una città laboratorio per il benessere di chi lavora”. .  
   
   
110 MILIONI PER L´INNOVAZIONE DELLE IMPRESE SONO FONDI EUROPEI DISTRIBUITI DALLA REGIONE EMILIA ROMAGNA CON SETTE BANDI  
 
Piacenza, 17 luglio 2008 - Fondi regionali pari a 110 milioni di euro per lo sviluppo produttivo delle imprese emiliano romagnole, e in particolare per promuovere innovazione, ricerca industriale, trasferimento tecnologico, efficienza e risparmio energetico. Sette i bandi in base ai quali saranno concessi gli aiuti. Quelli per i quali si potranno presentare domande fino ad ottobre puntano a sostenere il credito agevolato per investimenti in impianti, macchine, servizi, tecnologie informatiche e telematiche; progetti di ricerca industriale e trasferimento tecnologico e investimenti per l´efficienza, il risparmio energetico, l´uso di fonti rinnovabili nelle imprese. Potremo contare su questo significativo sostegno alla nostra economia grazie al programma regionale per le attività produttive e al Programma Fesr 2007-2013, concordato dalla Regione con l´Unione europea. Tale programma garantirà al nostro comparto produttivo 347 milioni di euro nei prossimi cinque anni. Informazioni ulteriori si possono trovare sul sito http://www. Ermesimprese. It .  
   
   
DATI INAIL INCIDENTI LAVORO, IN CAMPANIA 6,1% IN MENO NEL 2006-2007  
 
 Napoli, 17 luglio 2008 - "Le cifre diffuse dall´Inail, che danno una flessione del 6,1% in Campania, ci spingono a continuare sulla strada percorsa in questi anni". Così l´assessore regionale al Lavoro della Campania Corrado Gabriele commenta i dati diffusi dall´Inail in merito agli incidenti sul lavoro avvenuti in Campania nel 2006 e nel 2007. "Prevenzione, formazione, attivazione di sinergie tra gli attori territoriali, creazione di un Fondo regionale per i familiari delle vittime del lavoro, sono questi i quattro perni principali su cui ha fatto leva la nostra azione, che si è arricchita anche di tante battaglie di carattere partecipativo come l´appello per l´assunzione di 1000 nuovi ispettori che lanciai l´anno scorso insieme ad altri 9 assessori regionali al Lavoro, raccogliendo oltre 6000 firme che convinsero il Governo Prodi ad assumere 300 nuove unità", sottolinea Gabriele. "Continueremo quindi con forza la battaglia contro gli incidenti sul lavoro partendo dalle esperienze acquisite in questi 3 anni e forti di un nuovo assetto normativo che definisce finalmente con chiarezza il quadro delle responsabilità. A tal proposito annuncio che prossimamente il presidente Bassolino convocherà il Comitato regionale per il coordinamento delle attività ispettive previsto dal Testo Unico, un importante strumento di raccordo permanente che ci consentirà di rendere ancora più incisiva la lotta contro le morti bianche", conclude Gabriele. .  
   
   
BOLOGNA: REPORT SULLE CRISI AZIENDALI NEL PRIMO SEMESTRE 2008  
 
Bologna, 17 luglio 2008 - Diminuiscono le procedure di mobilità, ma cresce il numero delle donne in cerca di lavoro Sono diminuite in questi primi sei mesi del 2008 le procedure di mobilità rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, mentre è cresciuto il numero di lavoratori nelle liste di mobilità e si tratta soprattutto di donne. Sono alcuni dei dati presentati giovedì 10 luglio in Provincia dalla presidente Beatrice Draghetti e dall´assessore al Lavoro, Paolo Rebaudengo, durante la seduta congiunta delle Commissioni Lavoro e Attività produttive. Draghetti e Rebaudengo hanno fatto il punto sulle crisi aziendali del territorio bolognese e hanno presentato i dati sulle procedure di licenziamento collettivo (mobilità) e di Cassa integrazione guadagni straordinaria monitorate nel corso del primo semestre 2008. Dal confronto con lo stesso periodo del 2007, quindi, emergono da un lato segnali positivi con una diminuzione delle procedure di mobilità (39 contro 52), così come dei lavoratori coinvolti (673 contro 811). Lo stesso si può dire per le procedure di Cassa integrazione (9 contro 14) e del numero dei cassintegrati (432 contro 445). I lavoratori più colpiti sono stati quelli dei settori metalmeccanico, alimentare e dell´edilizia, mentre per quanto riguarda le aziende, le situazioni più critiche si sono avute nel comparto metalmeccanico e nei servizi. Dall´altro, sono aumentati gli iscritti alle liste di mobilità regionale: il numero di lavoratori in lista in questo primo semestre è cresciuto del 7% rispetto al 30 giugno dell´anno precedente raggiungendo 5. 526 iscritti, con un incremento attribuibile per intero alle donne (+335 su un incremento totale di 362). "I dati sugli iscritti alle liste di mobilità - ha detto Rebaudengo - mostrano come siano ancora le donne fra i 40 e i 55 anni la categoria che continua a registrare il numero più alto di iscritti rispetto al totale dei lavoratori in mobilità, rappresentando da sola oltre il 50% del totale. Questo a segnalarci che, pur a fronte del primato bolognese in termini di occupazione femminile, sia importante continuare a mirare gli interventi di politica attiva del lavoro a favore di questa fascia di cittadini, soprattutto nei casi di ristrutturazioni e riorganizzazioni aziendali dove sono molto spesso le donne a pagare il prezzo più alto delle scelte aziendali". Dai dati sugli esiti delle procedure di mobilità emerge il ruolo di mediazione svolto dalla Provincia finalizzato alla positiva conclusione delle vertenze: 20 delle 48 procedure che si sono concluse nel primo semestre 2008 hanno visto la sottoscrizione di un accordo tra le parti in sede provinciale. Tra le aziende più significative coinvolte da crisi o ristrutturazioni nel I semestre 2008 ricordiamo la Assa Abloy Italia Spa, i Panifici Italiani Srl, la Castellini Spa, le Fonderie Sabiem Spa, la Marzocchi Spa, la Sasib Spa. L´assessorato al Lavoro della Provincia ha anche favorito, tra la fine del 2007 e i primi mesi del 2008, intese che hanno consentito - in raccordo con la Regione Emilia-romagna - il ricorso agli ammortizzatori sociali, in deroga rispetto alle norme nazionali, nelle vertenze della Cartiera Burgo Spa di Marzabotto e della Gesticoop Scarl di Bologna. "Si tratta di strumenti assai utili - ha sottolineato l´assessore Rebaudengo - dal momento che già da qualche anno consentono di lavorare sulle criticità del territorio prevedendo il ricorso agli ammortizzatori sociali anche per settori e aziende che non rientrano normalmente nelle previsioni di legge grazie ad intese sottoscritte in sede istituzionale con le parti sociali". .  
   
   
BARBIERI A BRUXELLES PER DIRETTIVA UE CONTRO LAVORO NERO IMMIGRATI  
 
Bari, 17 luglio 2008 - Si è svolta ieri mattina a Bruxelles l’audizione della Commissione del Parlamento Europeo – Commissione Libertà civili, Giustizia, Affari Interni – sulla proposta di direttiva comunitaria sulle sanzioni contro i datori di lavoro che impiegano illegalmente immigrati clandestini. Sono stati invitate le varie autorità comunitarie (Commissione, Presidenza Francese, Comitato Economico e Sociale), nonché i rappresentanti della Confederazione Europea dei Sindacati e della principale associazione europea di datori di lavoro, e l’assessore regionale al Lavoro della Puglia, prof. Marco Barbieri, unico rappresentante delle Regioni italiane presente. Barbieri, nell’esprimere la propria “soddisfazione per l’invito, che rappresenta un significativo riconoscimento per il ruolo di avanguardia svolto dalla Puglia nella lotta contro il lavoro nero”, ha espresso la propria posizione, sottolineando come “la lotta contro il lavoro illegale degli immigrati clandestini non possa essere condotta efficacemente senza collegarla con una possibilità di accesso più ampia all’immigrazione legale”. Ha anche rilevato come “la proposta di direttiva, pur complessivamente positiva, non contiene se non in casi limitati un meccanismo che premi gli immigrati che denuncino i datori di lavoro che sfruttano il loro lavoro, ricordando come l’esperienza pugliese dimostri che la rottura della complicità forzata tra datori di lavoro e immigrato clandestino che lavora a nero è la condizione dell’efficacia degli intereventi che la stessa direttiva”. Ha perciò proposto di “modificare la direttiva, concedendo un permesso di soggirono temporaneo di almeno sei mesi a tutti gli immigrati che denuncino il proprio datore di lavoro, e ha ricordato come sia indispensabile denunciare il rapporto di lavoro prima del suo inizio, per evitare l’elusione di ogni controllo”. L’assessore ha concluso esprimendo “pieno consenso alla proposta di direttiva nelle parti in cui prevede sanzioni penali a carico dei datori di lavoro per i casi più gravi di sfruttamento, estendendo la responsabilità per l’intera catena dei subappalti e fissando degli obiettivi di incremento dei controlli per gli Stati membri, con la previsione di una presunzione di durata minima del rapporto di lavoro di sei mesi”. L’intervento dell’assessore pugliese è stato ripreso e apprezzato da diversi successivi oratori, ivi compresi europarlamentari di diversi gruppi. .  
   
   
MEETING DI SAN ROSSORE “CONTRO OGNI RAZZISMO”: MONI OVADIA: «NOBEL PER LA PACE AI ROM? PERCHÉ NO»  
 
San Rossore (Pi), 17 luglio 2008 - «Perché non pensare al Nobel per la pace per il popolo Rom e Sinti? Tutti noi abbiamo difetti, ma i difetti che possiamo imputare a questo popolo sono così poca cosa rispetto al loro merito straordinario di non aver mai organizzato e promosso una guerra…». È con questa proposta, che lui stesso definisce “provocatoria” che Moni Ovadia conclude i lavori della prima giornata del meeting di San Rossore, nel corso di una riflessione stimolata dal presidente Claudio Martini sugli spettri del razzismo ma anche sugli antidoti necessari a neutralizzare questi veleni. Alla sua proposta, in ogni caso, l’artista che da anni sta lavorando al recupero della grande cultura yddish ha portato molti buoni argomenti: «Ai Rom si attribuiscono le stesse cose che un tempo si attribuivano a noi ebrei – ha ribadito – ma la cosa! più importante è che sia un popolo pacifico. Ri! conoscer e loro il Nobel sarebbe un inizio folgorante per rinnovare la nostra coscienza, e questo è importante, abbiamo bisogno di scavare dentro noi stessi e riconoscere le nostre atrocità. Un uomo o un popolo è grande quando riconosce i suoi torti». Poche parole per condannare la volontà del governo di procedere al censimento dei minori Rom e di prendere loro le impronte: «Perché il governo non pensa di prendere le impronte ai mafiosi e ai camorristi? Forse perché ha paura dei veri criminali?». Poi la riflessione si è spostata sul mondo intero, dal quale non arrivano segnali tutt’altro che incoraggianti: «In realtà siamo messi male. Pare che il rispetto dell’altro funzioni solo laddove ci sono regole molto ferree, come in America, dove con il ‘politically correct’ siamo quasi arrivati all’evirazione del linguaggio piuttosto di non creare tensioni tra le comunità! ». Anche per questo sono importanti gesti simbolici forti che segnino un’inversione e Moni Ovadia ha ricordato con particolare attenzione quanto è avvenuto in Canada qualche giorno fa: «In quel paese il primo ministro nel corso di un’enorme cerimonia pubblica ha chinato la testa e chiesto scusa per le brutalità commesse contro i nativi. Ecco, avremmo bisogno di gesti come questi in tutto il mondo» Ma cosa fare per combattere efficacemente contro il virus del razzismo, «virus che è stato addomesticato, ma non sconfitto, tanto che si può sempre risvegliare, soprattutto in momenti di gravi difficoltà»? Moni Ovadia non ha ricette semplici, anzi quello che indica è un percorso lungo: «C’è bisogno di un lavoro lungo, permanente, nel profondo, che parta dai bambini. Un uomo è davvero immune dal rischio del razzismo quando ha fatto molta strada per rim! ettere in discussione se stesso. Purtroppo questo lavoro oggi ! non vien e fatto». Ed è anche per questo che Moni Ovadia si congeda con una proposta che non sa più di “provocazione”: «Perché non trasmettere ogni sera, dopo i Tg, un programma di mezz’ora di cultura antirazzista?». .  
   
   
MEETING DI SAN ROSSORE “CONTRO OGNI RAZZISMO” LA SCUOLA CAMBIA, MA SPESSO LO FA TROPPO LENTAMENTE  
 
 San Rossore (Pi), 17 luglio 2008 - La scuola cambia. E costretta anche dalla forza dei numeri, impara ad affrontare, in Toscana come altrove, il problema dell’integrazione. Sulle pareti della piccola tenda intitolata “Anna Frank”, dove in mezzo ai libri si parla di scuola ed alunni stranieri, una sessantina di foto raccontano le esperienze avanzate dell’istituto Gandhi, andata e ritorno da Firenze in Cina in una scuola del Wenzhou, e dell’istituto Datini di Prato, per il suo gemellaggio con una scuola cinese dello Zhejiang. La scuola italiana cambia poco però, rimarca Sandra Landi dell’Agenzia nazionale per lo sviluppo dell’autonomia scolastica. E quel poco, aggiunge, è pochissimo rispetto alla rivoluzione di cui sono stati protagonisti i giovani negli ultimi dieci anni. Una scuola a volte troppo lenta rispetto allo sviluppo della società in cui opera. Una scuola dove anche in Toscana, d! enuncia in modo accalorato il direttore dell’Ufficio sco! lastico regionale Cesare Angotti, ad un ragazzo albanese all’ultimo anno delle superiori, per un accanimento formalista, può essere impedito di ultimare l’ultimo anno e completare la scuola. Una scuola figlia di una società, ripete sempre Landi, dove tutti si dichiarano non razzisti ma a quella negazione aggiungono un “ma”. Fortunatamente non mancano le buone pratiche. Sotto il tendone raccontano le loro esperienze, alcune fra le tante, l’assessore all’istuzione della Provincia di Pistoia Giovanna Roccella e l’assessore all’istruzione del Comune di Pisa Maria Luisa Chiofalo: percorsi individuali di sviluppo, iniziative con le famiglie, protocolli di buona accoglienza. Prato, Firenze e Pistoia sono le prime province toscane per presenza di ragazzi stanieri a scuola, con percentuali che oscillano dal 9,4 all’11 per cento. L’integrazione, ripetono un po’ tutti, si costruisce a scuola ma anche fu! ori dalla scuola. E soprattutto non la si raggiunge solo insegnando ai bambini stranieri l’italiano o con la mediazione culturale, che pure rimane essenziale nel momento dell’emergenza. .  
   
   
MEETING DI SAN ROSSORE “CONTRO OGNI RAZZISMO” CARCERI, GHETTI E CAMPI PROFUGHI: DILAGA LA LOGICA DELL’ESCLUSIONE NEI CONFLITTI E NELLA GIUSTIZIA IL CODICE ETNICO SOSTITUISCE QUELLO ETICO  
 
 San Rossore (Pi), 17 luglio 2008 - Gli stranieri in carcere finiscono più facilmente, anche per reati molto lievi, ricevono una difesa minore (spesso da parte di avvocati di ufficio che al massimo suggeriscono il patteggiamento), scontano totalmente la pena e raramente ricorrono ad altri gradi di giudizio: questa la situazione illustrata da Franco Corleone, garante dei diritti dei detenuti del Comune di Firenze, nel suo intervento alla tavola rotonda “Immigrazione e sviluppo umano” nel pomeriggio della seconda giornata del Meeting di San Rossore. «Stiamo rischiando di passare – ha detto – dal codice Rocco, un codice su base etica, ad un codice su base etnica, dove chi compie i reati viene trattato in maniera diversa a seconda della propria provenienza». Corleone ha fatto l’esempio del carcere di Sollicciano dove il 60% dei detenuti è straniero, segnalando, però, come l! a maggior parte dei detenuti immigrati si trovino in carcere p! er reati per collegati alla violazione della legge Bossi-fini (quindi violazioni amministrative) o in base alla legge Fini-giovanardi sulle droghe. «Con l’indulto sono usciti molti più detenuti stranieri che italiani – ha ricordato – e questo perché gli italiani vengono condannati spesso per reati più gravi, con pene più severe. Nelle carceri, che sono luoghi difficili, di potere sui detenuti e tra i detenuti, servirebbero molti più mediatori culturali, invece si pensa di sostituire i Cpt con una detenzione di 18 mesi. Voglio almeno sperare che in essi venga adottato un regime carcerario pubblico, con regole, diritti e doveri, e non siano lasciati alla gestione privata». «Uno dei problemi più rilevanti in materia di cooperazione – ha affermato nel suo successivo intervento Luciano Carrino, del comitato scientifico del programma dell’Onu Art Undp – è la difficoltà di sc! egliere modi appropriati di intervento, anche in presenza di una reale volontà politica. In cooperazione, ad esempio, è molto difficile evitare il ricorso alla creazione di ghetti, campi profughi o di contenimento. È perché in molti abbiamo un “ghetto” nella testa prima ancora che nelle azioni pratiche. Un altro esrsrore è quello di mettere in atto progetti assistenziali per categorie speciali, contribuendo così alla separazione e allo stigma. Si tende così a ripetere un modello escludente, che non si conforma ai principi dello sviluppo umano. Al contrario i progetti che danno migliori risultati sono quelli concepiti per uno sviluppo territoriale integrato e partecipato». Una riflessione analoga quella svolta dalla rappresentante di Mani Tese Mariarosa Cutilli: «Quello che manca è un approccio basato sui diritti. E pensare che ormai sotto il profilo giuridico gli strumenti ci sono e impongo! no agli stati di garantire i diritti fondamentali non solo ai ! loro cit tadini ma anche a coloro che provengono da un altro paese». .  
   
   
MEETING DI SAN ROSSORE “CONTRO OGNI RAZZISMO”:E SE LO STRANIERO IN CLASSE FOSSE L’INSEGNANTE?  
 
San Rossore (Pi), 17 luglio 2008 - Chi è lo straniero in classe? Per Davide Zoletto, dell’Università di Udine, lo straniero non è solo l’allievo che proviene da qualche altro paese, ma può essere l’insegnante che nella scuola attuale è facile che si senta spaesato e che si ponga il noto interrogativo “che ci faccio qui”? Per il ricercatore autore del libro Lo straniero in classe (Cortina editore) lo spaesamento può diventare uno strumento per essere più concreti, per avere una maggiore attenzione ai vissuti dei vari territori. «La scuola – ha detto Zoletto nella tavola rotonda che all’inizio si è focalizzata sul suo libro – è il luogo meno interculturale che esista, basato su un modello formale con esigenze antitetiche alla promozione della conoscenza dell’altro, ma è anche i! l luogo dove si verifica l’incontro effettivo con l&rsqu! o;altro in un processo di socializzazione che dovrebbe essere ancora più forte. L’antropologo Marco Aime parla di radici come concetto sfruttato dal nuovo razzismo. Ecco, la scuola non deve essere basata sulle radici, ma deve costruire dei modelli diversi di realtà locale, tenendo conto delle politiche abitative e del lavoro dei territori». Il disagio, lo spaesamento dell’insegnante va valorizzato per non perdere di vista il percorso complessivo e vedere dove va la scuola. «Solo reinventando un contesto comune – ha aggiunto Zoletto - in un processo formativo per gli insegnanti e per gli allievi, possiamo costruire una realtà non razzista, in cui tutti sono insieme ospitanti e ospitati». «Con la sua proposta di rovesciamento dei ruoli – è intervenuto Giuseppe Faso, uno dei fondatore della rete antirazzista – Il libro di Zoletto è un importante strumento di comunicazione e confronto su! l tema della pedagogia interculturale, un fronte dove in Toscana è stato fatto molto, nonostante le difficoltà sociali di questo periodo che si ripercuotono anche sulla scuola. Per governarne i processi nei prossimi anni è necessario, ci indica Zoletto, lavorare sulle mappe di lettura del territorio da parte degli insegnanti, farne delle chiavi che riescano ad aprire la realtà». .  
   
   
MEETING DI SAN ROSSORE “CONTRO TUTTI I RAZZISMI” LEGGI RAZZIALI A SAN ROSSORE: SIMBOLICA BONIFICA  
 
 San Rossore (Pi), 17 luglio 2008 - «Abbiamo bonificato questi luoghi, spinti da un anniversario infausto, cercando di voltare pagina. Ora possiamo ricominciare a coltivarli». Con questa battuta il presidente della Regione Claudio Martini ha indicato la positiva conclusione del percorso del meeting che ha preso le mosse proprio da San Rossore, la tenuta dove, 70 anni fa, furono promulgate le leggi razziali. La svolta simbolica rispetto alla deriva razzista del 1938 è stata sancita dalla giunta regionale che si è riunita oggi in seduta straordinaria e ha approvato una delibera in cui, oltre a prendere le distanze dalle leggi razziali, ha fatto proprio il manifesto antirazzista degli scienziati, presentato ieri da Marcello Buiatti. Ma all’elemento simbolico, ha spiegato Martini, la giunta ha voluto affiancare una proposta concreta, che affida alle scuole la possibilità di programmare, all! ’interno dell’orario scolastico, attività d! i educaz ione alla convivenza e contro il razzismo. Così, anche quest’anno, San Rossore si chiude nello stile di San Rossore, affiancando alla riflessione culturale, di alto livello, iniziative concrete, in grado di dare uno sbocco immediato ai temi trattati. Martini, nel riassumere i momenti salienti della intensa due giorni, si è rammaricato per i problemi di salute che hanno impedito la partecipazione di Walter Veltroni a Dario Fo e ha ricordato «i numerosi messaggi di apprezzamento e di incoraggiamento giunti da tutta Italia, che riconoscono alla Toscana la positiva volontà misurarsi su questi temi». Il presidente ha riconfermato che, per il 2009, in occasione dell’anno galileiano, il meeting di San Rossore sarà dedicato al tema della scienza e dei legami fra questa e la riaffermazione di principi, valori, diritti come la salvaguardia dell’ambiente e la sostenibilità dello sviluppo. .  
   
   
MEETING DI SAN ROSSORE “CONTRO OGNI RAZZISMO” TERRACINA: «ANCHE IO, DA BAMBINO, SONO STATO SCHEDATO»  
 
San Rossore, 17 luglio 2008 - «Uscendo dalla caserma di Roma dove avevano appena preso, anche a noi bambini, l’impronta del dito indice della mano sinistra, mio padre, che aveva capito tutto, ci fece fare una promessa: “Giuratemi – disse - che non perderete mai la dignità”. Ma io quella promessa sento di averla tradita, perché non si poteva sopravvivere senza perdere la propria dignità». Le parole di Piero Terracina, deportato ad Auschwitz per motivi razziali e sopravvissuto allo sterminio, risuonano nel silenzio della sala dove Ugo Caffaz, direttore generale del settore cultura ed istruzione della Regione Toscana, Giovanni Gozzini, docente dell’Università di Siena e assessore alla cultura del Comune di Firenze, e gli insegnati Daniela Bernardini, Luigi Puccini e Silvia Quintilia Angelini hanno raccontato l’esperienza del Treno della memoria e dei viaggi degli studenti ad Auschwitz! organizzati dalla Regione. «Quando sento parlare di bam! bini sch edati attraverso le impronte digitali – ha detto Terracina - o della proposta di togliere la patria potestà a chi manda i figli a chiedere l’elemosina, mi domando se chi propone queste soluzioni si è fermato a pensare cosa significa questo per un bambino. Io sono stato caricato con la mia famiglia su un carro bestiame, sono stato portato a Birkenau e lì sono rimasto solo, a quindici anni. Nei campi di sterminio sono stati assassinati sei milioni di ebrei, ma anche mezzo milione di rom e sinti, insieme a testimoni di Geova, omosessuali, handicappati, oppositori politici. In tutto 11 milioni di persone. Non è stata una tragedia, ma 11 milioni di tragedie. Certe affermazioni mi fanno rivivere quei momenti. Anche di noi ebrei dicevano che rubavamo i bambini”. I ricordi del campo prendono il sopravvento, «A Birkenau ero nel settore D – racconta - e oltre il filo spinato, nel settore E, si trovava il “Campo degl! i zingari” dove c’erano intere famiglie rom. Noi li invidiavamo perché avevano lasciato loro i vestiti, i capelli, gli strumenti musicali ed i bambini, mentre i nostri, di bambini, erano stati tutti uccisi all’arrivo nel lager. Nel loro campo c’era vita, ma una notte, nell’agosto del 1944, sentimmo un gran rumore: urla, pianti, spari. Poi silenzio. Il giorno dopo, oltre il filo spinato, c’era solo silenzio ed i crematori lavoravano a pieno ritmo. Il giorno dopo ancora, il settore E era di nuovo pieno, di ebrei ungheresi. Tutte quelle famiglie erano scomparse nell’arco di due ore. Per commettere i maggiori crimini non servono grandi personalità criminali, basta un popolo che chiude le finestre». La difficoltà nel raccontare l’Olocausto, specialmente ai più giovani, è stata oggetto di discussione tra gli insegnanti. «Gli insegnati della scuola primaria – ha detto la profe! ssoressa Angelini – hanno il compito di preparare il sub! strato c ulturale dei bambini. Al Marco Polo di Viareggio da un decennio lavoriamo come comunità educante, coinvolgendo anche i genitori nella scelta dei temi da trattare e dei modi in cui farlo. Dobbiamo affinare ulteriormente la nostra capacità di comunicare ed educare ed un contributo arriverà, lo vediamo, anche dalla presenza di bambini di altri Paesi”. .  
   
   
MEETING DI SAN ROSSORE “CONTRO OGNI RAZZISMO”: ESPERIENZE PER UNA SCUOLA DI TUTTI, ANCHE DEGLI IMMIGRATI  
 
San Rossore (Pi), 17 luglio 2008 - Da almeno dieci anni la scuola italiana è testimone di un cambiamento epocale. In Toscana, come spiega l’assessore all’istruzione formazione e lavoro Gianfranco Simoncini, ci sono province, come Prato, dove l’11 per cento degli alunni appartiene a una famiglia straniera. A Firenze, la percentuale è del 9 per cento. A livello regionale gli alunni di cittadinanza non italiana sono oggi il 7,3 per cento. Se questi sono i numeri, non c’è dubbio che ci troviamo di fronte a quella che l’assessore all’istruzione del Comune di Firenze Daniela Lastri ha definito, se non proprio un’emergenza, una situazione con la quale è necessario misurarsi con urgenza. Come deve cambiare la scuola per diventare davvero di tutti, anche degli alunni immigrati? Come fare per estendere a tutto il sistema scolastico le esperienze di integrazione portate av! anti in alcune realtà? Una riflessione sull’argom! ento &eg rave; stata proposta dalla tavola rotonda che l’assessore Simoncini ha coordinato nel pomeriggio e alla quale hanno partecipato amministratori e pedagogisti, insegnanti e professori universitari. Le esperienze di una regione pioniera nell’integrazione scolastica degli immigrati sono state illustrate dall’assessore all’istruzione della Regione Piemonte Giovanna Pentenero che ha ricordato come ai cartelli che a Torino, negli anni ’60, recitavano “non si affitta ai meridionali”, si siano oggi sostituiti quelli “non si affitta ai romeni”. In questa situazione, oggi come ieri, il ruolo della scuola è più che mai cruciale nell’opera di integrazione e costruzione di percorsi di cittadinanza. Le esperienze messe in campo sono molteplici, frutto del confronto e della collaborazione fra tutti i soggetti, a cominciare dalle scuole, dai Comuni, dalle Province e dalle direzioni scolastiche. In questo quadro, lavora! re in rete e coinvolgere le famiglie sono le due priorità. Lo sottolinea anche l’assessore fiorentino Daniela Lastri, che ricorda i protocolli d’intesa fra Comune e direzione scolastica regionale e anche con singole scuole, intese che hanno reso possibile la costruzione di centri permanenti per l’alfabetizzazione, perchè la lingua è la premessa indispensabile per una effettiva cittadinanza. Interventi di diritto allo studio e iniziative che coinvolgono le famiglie: sono queste le strade imboccate in Toscana per integrare i figli e, attraverso questi, anche i genitori e il resto della famiglia. Dall’integrazione ai risultati scolastici. Oggi come oggi, un alunno straniero su 4 non consegue la promozione. La scuola può incidere positivamente sul loro percorso scolastico. Lo ha detto Paolo Federighi, docente all’Università di Firenze, che ha riferito l’esperienza della Svezia, dove il divario nel succ! esso scolastico fra alunni stranieri e alunni nativi si &egrav! e; ridot to moltissimo dopo la riforma della scuola e l’introduzione di comportamenti organizzativi che hanno annullato il background negativi degli immigrati. .  
   
   
SARDEGNA: FINANZIAMENTI ALL´UFFICIO DELLA CONSIGLIERA DI PARITÀ  
 
Cagliari, 17 Luglio 2008 - La Giunta regionale ha deciso la ripartizione delle somme per il funzionamento dell´ufficio regionale e degli uffici provinciali della Consigliera di parità. Si tratta di 184. 823 euro stanziati dal Ministero del Lavoro ed assegnati alla Regione Sardegna per assicurare il funzionamento e le attività dell´ufficio regionale della Consigliera di parità e dei diversi uffici presenti a livello provinciale. Su proposta dell´assessore del Lavoro Romina Congera, l´esecutivo ha pertanto stabilito di riservare una quota del 30 per cento dell´intero stanziamento a favore dell´ufficio regionale, pari a poco più di 55mila euro; il rimanente 70 per cento, circa 130mila euro, lo riceveranno gli uffici provinciali. L´esecutivo ha poi stabilito di destinare, dal proprio bilancio, una ulteriore somma di 100mila euro per il potenziamento dell´ufficio regionale per assicurare l´attuazione di una serie di iniziative istituzionali, quali, fra l´altro, le azioni in giudizio per discriminazione di natura collettiva, analisi ed elaborazione dei rapporti sulla situazione del personale distinto per sesso (che le aziende con più di 100 dipendenti devono presentare ogni due anni e che costituisce fonte statistica sull´occupazione femminile), nonché il potenziamento della rete delle consigliere provinciali. .  
   
   
ENI ANNUNCIA RICORSO IN APPELLO CONTRO SENTENZA SU PIEVE VERGONTE (SYNDIAL).  
 
San Donato Milanese (Mi), 17 luglio 2008 – Il Consiglio di Amministrazione di Eni, nella riunione di ieri, ha condiviso la decisione della sua controllata Syndial (ex Enichem) di presentare ricorso in appello contro la sentenza di primo grado emessa dal Tribunale di Torino l’8 luglio 2008, che condanna Syndial a corrispondere al Ministero dell’Ambiente una somma di circa 1. 9 miliardi di euro, per danno ambientale ricondotto alla gestione del sito di Pieve Vergonte da parte di Enichem per il periodo 1990-1996. Syndial presenterà al più presto richiesta di sospendere l’esecutività della sentenza. La società e suoi consulenti tecnico-legali considerano del tutto infondati la condanna e l’ammontare del risarcimento danni quantificato. Syndial sottolinea il lungo impegno per la messa in sicurezza e bonifica del sito in conseguenza dell’inquinamento risalente a molto prima del trasferimento per legge del sito a Enichem ( oggi Syndial ) negli anni 80, a seguito della grave crisi finanziaria della Sir. .  
   
   
ROMANIA, INVESTIMENTO DA 220 MILIONI PER ENEL  
 
Bucarest, 17 luglio 2008 - L´enel investirà nel periodo 2009-11 circa 220 milioni di euro per l´ammodernamento delle reti della Electrica Muntenia Sud, compagnia di distribuzione e fornitura che è stata acquisita dal gruppo italiano un mese fa. Ne dà notizia l´Ice. Questo piano di investimento fa parte dal programma da 1 miliardo di euro, annunciato dal gruppo italiano per i prossimi 15 anni per il distributore e fornitore romeno di energia. .  
   
   
SARDEGNA: IL BANDO PER L´EX MANIFATTURA TABACCHI  
 
Cagliari, 17 Luglio 2008 - È pubblicato da qualche giorno anche sul sito della Regione il bando di gara relativo alla progettazione e realizzazione dell´intervento che trasformerà l´ex Manifattura Tabacchi di Cagliari in Fabbrica delle creatività. Quasi cinque milioni di euro al netto dell´Iva a favore di chi presenterà entro il 1° ottobre 2008 il progetto definitivo maggiormente in sintonia con l´idea dell´amministrazione esposta nei documenti a base di gara per realizzare i lavori necessari per il recupero del complesso, la progettazione esecutiva degli impianti e delle strutture e il coordinamento della sicurezza. Il progetto preliminare prevede la realizzazione, al piano terra, nel cuore dell´ex Manifattura, dell´agenzia di architettura e, nei locali che la circondano, degli atelier degli artisti per i laboratori sperimentali. Alle spalle, con sale di lettura e postazioni per la consultazione, la cineteca regionale e la digital library, centri di documentazione finalizzati a garantire l´acquisizione, la conservazione, la fruizione e la diffusione del patrimonio materiale e immateriale legato alla Sardegna; a diffondere la conoscenza della cultura cinematografica e audiovisiva; a dare impulso allo studio, alla ricerca e alla sperimentazione. Nel sottopiano troverà sede il deposito della cineteca, oltre a un´ampia sala di lettura e tre salette da venti posti ognuna. Alle spalle un teatro/sala convegni con un ampio palcoscenico, 600 più 120 posti e foyer. Un bar al piano terra e una caffetteria nel sottopiano assicurano gli spazio chiusi per i momenti di convivialità e incontro. La struttura, destinata ad accogliere residenze di artisti, workshop, seminari, manifestazioni, concerti e attività relative alle arti visive, alla musica, allo spettacolo e alla letteratura, è già "luogo" dal grande valore identitario che, per posizione geografica, per qualità e per flessibilità degli spazi, è in grado di recepire funzioni differenziate e di contribuire ad inserire la Sardegna nel circuito internazionale degli scambi culturali, ospitando artisti e giovani talenti che potranno essere di volta in volta chiamati a interagire con le scuole sarde o a sviluppare progetti creativi incentrati sulla relazione con la realtà sociale, culturale e ambientale dell´Isola, e promuovendo la produzione artistica locale offrendo agli artisti concrete occasioni e possibilità di crescita professionale, incoraggiandone la progettualità, la sperimentazione e la possibilità di relazionarsi con realtà culturali di eccellenza. .  
   
   
“CEMENTO”:SINTESI DELL’ANDAMENTO DELLA DOMANDA  
 
Milano, 17 luglio 2008 - Il 2007 è stato caratterizzato da una lieve flessione della produzione di cemento. Sul territorio nazionale buona parte della produzione (47%) viene realizzata nelle regioni del Nord Italia, area che ha fatto registrare una lieve flessione a fronte di flessioni più marcate nelle aree meridionali. Nelle zone del Centro Italia vengono prodotti prevalentemente cementi ad alta resistenza, mentre al Nord i tre quarti della produzione riguardano cementi normali. Il mercato estero sta progressivamente assestandosi su livelli di un certo rilievo (fra il 5% ed il 6% della produzione) e tende a rappresentare una valvola di sfogo della produzione nazionale nei momenti di calo della domanda. La competizione, fra il 2006 ed il 2007, è stata vivacizzata sia dall’entrata in funzione di alcuni nuovi impianti che da fenomeni di integrazione a monte, con la costruzione di impianti di macinazione da parte di operatori del preconfezionato e del premiscelato o da gestori di terminali. Il settore rimane orientato verso una maggior concentrazione dell’offerta tramite politiche di razionalizzazione delle strutture produttive e distributive. Ma risulta anche sempre più attento a rafforzare la propria presenza sui principali mercati esteri. Dati di sintesi, 2007
Numero di imprese 30
Numero di addetti 9. 590
Numero medio di addetti per impresa 319,7
Valore della produzione a prezzi ex-fabrica (Mn. Euro) 3. 480,0
Variazione media annua della produzione 2007/2003(a) (%) 2,1
Fatturato per addetto (‘000 euro) 362,9
Valore aggiunto (Mn. Euro) 1. 183,2
Valore aggiunto per addetto (‘000 euro) 123,4
Quota della produzione dei primi 4 gruppi (a) (%) 66,5
Export/produzione (a) (%) 5,7
Import/consumo (a) (%) 3,1
Valore del mercato a prezzi ex-fabrica (Mn. Euro) 3. 465,2
Variazione media annua del mercato 2007/2003 (a) (%) 1,6
Previsioni di sviluppo della produzione (a):
· 2008/2007 (%) -1,5
· tendenza di medio periodo stabilità
a) - in quantità Fonte: Databank . .