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LUNEDI

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Notiziario Marketpress di Lunedì 04 Settembre 2006
IL CONSIGLIO EUROPEO DELLA RICERCA NOMINA I PRIMI SEGRETARI GENERALI  
 
Bruxelles, 4 settembre 2006 - Il Consiglio europeo della ricerca ha annunciato la nomina dei suoi primi Segretari generali. Il professor Ernst-ludwig Winnacker ricoprirà la carica da gennaio 2007, mentre il professor Andreu Mas-colell subentrerà nel luglio 2009 e il suo mandato scadrà nel dicembre 2011. Le nomine sono il risultato di una selezione condotta interamente dal Comitato scientifico del Cer, la cui decisione finale è stata accolta con ampio consenso in seno al Consiglio. I due professori vantano una lunga esperienza per quanto riguarda la direzione di importanti agenzie di finanziamento della ricerca in varie discipline scientifiche. Winnacker è attualmente presidente dell´associazione tedesca per la ricerca (Dfg), la principale agenzia europea di finanziamento della ricerca, nonché docente di biochimica all´Università di Monaco. Nel corso dei suoi tre mandati quale presidente della Dfg ha soprinteso all´introduzione di numerose riforme dell´organizzazione. Fa parte di molte società e consigli scientifici, sia in Germania, il suo paese di origine, sia altrove. I suoi ambiti di interesse nel campo della ricerca comprendono l´interazione virus-cellula, meccanismi di espressione genica e malattie da prione, tra cui l´Esb. È inoltre grazie a lui che è stato creato il centro genetico di Monaco. Mas-colell è presidente dell´associazione economica europea e docente di economia all´Università Pompeu Fabra di Barcellona. In veste di ministro delle Università, della ricerca e della società dell´informazione della Catalogna, ha introdotto una serie di istituti, di infrastrutture di ricerca, nonché un´innovativa fondazione finanziata con risorse pubbliche per la selezione dei migliori ricercatori a livello mondiale. La sua ricerca è incentrata su varie tematiche tra cui la teoria astratta dell´equilibrio generale, la struttura dei mercati finanziari, e la politica dei prezzi per le imprese pubbliche. Il Segretario generale collaborerà con i responsabili del Comitato scientifico e con il direttore della struttura di attuazione del Cer al fine di controllare che l´attuazione della strategia e del programma di lavoro del Cer stesso procedano secondo quanto elaborato dal Comitato scientifico. "Sono lieto del fatto che nel corso dei primi anni di attività del Cer potremo contare sul sostegno e sulla consulenza di questi due eminenti scienziati, nonché su personalità di spicco nel campo della politica scientifica ", ha dichiarato Fotis Kafatos, presidente del Comitato scientifico del Cer. "Le straordinarie carriere di entrambi i Segretari generali e le rispettive capacità sia sotto il profilo della strategia che dell´attuazione, rappresentano una risorsa inestimabile per il positivo sviluppo del Cer". Il vicepresidente del Comitato scientifico, Helga Nowotny, ha spiegato il motivo per cui sono state selezionate due persone per la carica. "La decisione del Comitato scientifico di nominare due Segretari generali altamente qualificati che si dovranno succedere nella carica ne riflette la visione lungimirante e la valutazione equilibrata delle future necessità del Cer, ossia l´esperienza e le competenze garantite da entrambi i Segretari generali designati", ha dichiarato. Il commissario europeo per la Scienza e la ricerca Janez Potocnik ha accolto con favore le nomine. "Il processo di selezione è un´ulteriore dimostrazione della determinazione della Commissione a far sì che il Cer sia autonomo nel prendere le proprie decisioni, per il bene della scienza europea", ha commentato. "Attendo con ansia di poter collaborare con Ernst-ludwig Winnacker e Andreu Mas-colell negli anni venturi". Http://erc. Europa. Eu/index_en. Cfm . . .  
   
   
ON LINE BANDO RICERCA FINALIZZATA PER L’ANNO 2006 E PROGRAMMA STRAORDINARIO ONCOLOGICO A CARATTERE NAZIONALE PER L’ANNO 2006  
 
 Roma, 4 settembre 2006 - Sono stati pubblicati sul sito internet del Ministero della Salute (www. Ministerosalute. It) il Bando per la Ricerca Finalizzata per l’anno 2006, con scadenza il giorno 20 settembre 2006 ed il Programma straordinario oncologico a carattere nazionale per l’anno 2006, con scadenza il giorno 2 ottobre 2006. Il Programma straordinario oncologico, inoltre, è stato pubblicato anche sulla Gazzetta Ufficiale – Serie Generale n. 183 dell’8 agosto 2006. Con tale Programma, finanziato con risorse autorizzate ai sensi della Legge 23 dicembre 2005 n. 266 (Legge finanziaria), si vuole sviluppare una ricerca che mira al raggiungimento di obiettivi strategici, individuati come prioritari dal D. M. 21 luglio 2006. Per quanto attiene la Ricerca Sanitaria Finalizzata 2006, si intende promuovere gli obiettivi previsti nel Piano Sanitario Nazionale, individuati come fondamentali per l’ottimizzazione del Servizio Sanitario Nazionale. Tale iniziativa, promossa dal Ministero della Salute, di concerto con il Ministero dell’Università e della Ricerca, e d’intesa con la Conferenza Stato – Regioni, viene finanziata ai sensi della vigente normativa (artt. 12 e 12bis del D. Lgs. 502/92 come modificato ed integrato dal D. Lgs. 229/99), con risorse provenienti dal Fondo Sanitario Nazionale. I progetti, inerenti ai due programmi di ricerca, possono essere presentati dai seguenti Destinatari Istituzionali: Regioni e Province Autonome, Istituto Superiore di Sanità, Istituto Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza sul Lavoro, Agenzia per i Servizi Sanitari Regionali, Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico pubblici e privati, Istituti Zooprofilattici Sperimentali. Le proposte, pervenute nei termini stabiliti, saranno valutate dalla Commissione Nazionale per la Ricerca Sanitaria, istituita presso la Direzione Generale della Ricerca Scientifica e Tecnologica del Ministero della Salute. .  
   
   
GRAZIE AL COMPROMESSO SULLE CELLULE STAMINALI IL CONSIGLIO EUROPEO APPROVA IL 7PQ  
 
Bruxelles, 4 settembre 2006 - Il 24 luglio gli ostacoli che ancora intralciavano il percorso del Settimo programma quadro (7Pq) sono stati spazzati via grazie all´accordo cui sono pervenuti i ministri europei riguardo al finanziamento della ricerca sulle cellule staminali e nel settore nucleare. La decisione offre la possibilità di presentare in autunno le proposte del 7Pq in Parlamento per una seconda lettura e di procedere al lancio del programma secondo il calendario fissato, ossia il 1° gennaio 2007. Come previsto, è stata la ricerca sulle cellule staminali a trattenere i ministri del Consiglio "Competitività" ben oltre l´orario stabilito per il termine della riunione. Nonostante che questa attività di ricerca rappresenti solo una frazione della ricerca che beneficia del finanziamento comunitario (0,4 per cento del bilancio a favore della ricerca nel campo della salute a titolo del 6Pq, secondo quanto afferma il commissario europeo per la Scienza e la ricerca Janez Potocnik), il ricorso alle cellule staminali a fini scientifici, e in particolare alle cellule staminali di embrione, è un argomento sensibile in alcuni paesi. È stato possibile raggiungere un accordo grazie a un testo di compromesso elaborato da Potocnik, in cui due passaggi indicano con chiarezza che le attività che portano alla distruzione di embrioni umani non riceveranno alcun finanziamento, mentre non si preclude la possibilità di condurre una ricerca più limitata che preveda l´impiego di cellule staminali embrionali. Si legge nel testo: "La Commissione europea proseguirà l´attuale pratica e non presenterà al comitato di gestione alcuna proposta per progetti di ricerca che comportino la distruzione degli embrioni umani, tra cui la produzione di cellule staminali. L´esclusione di finanziamenti per questa fase della ricerca non impedirà il finanziamento comunitario nelle fasi successive che includono cellule staminali provenienti da embrioni umani". Analogamente a quanto già avvenuto con il 6Pq, certe aree non beneficeranno di alcun sostegno finanziario dell´Ue, e più precisamente l´attività di ricerca volta alla clonazione umana a fini riproduttivi, l´attività di ricerca intesa a modificare il patrimonio genetico degli esseri umani che potrebbe rendere ereditabili tali modifiche, e l´attività di ricerca volta a creare embrioni umani esclusivamente a fini di ricerca o per la produzione di cellule staminali. Ogni singola proposta di progetto sarà anche oggetto di una severa analisi etica, e sarà obiettivo imprescindibile rispettare sempre le norme di ciascun paese coinvolto in un progetto. Il ministro svedese per l´Istruzione e la cultura Leif Pagrotsky ha illustrato il motivo per cui le due frasi di compromesso rappresenterebbero un accordo accettabile per tutti: "Le due frasi procedono insieme. Sono due frazioni di un insieme più grande che non stabilisce in modo categorico che [la ricerca sulle cellule staminali ricavate da embrioni] non sarà possibile. Tale approccio significherebbe spingersi troppo in là per placare gli animi di una minoranza. È sufficiente per affermare che sarebbe limitativo". Essenziali per raggiungere la maggioranza qualificata in sede di Consiglio sono state le posizioni di Italia e Germania. Anche altri cinque paesi non erano a favore delle proposte del 7Pq per motivi etici, ma senza l´appoggio di due Stati grandi quali Italia e Germania non hanno potuto evitare che il programma ottenesse l´approvazione. Per il ministro tedesco della Ricerca Annette Schavan, è stata una decisione determinante quella di non prevedere alcun sostegno finanziario per la distruzione di embrione a fini di ricerca. "La Germania ritiene che il 7Pq sia importante [. ]. La tutela della dignità umana, il diritto alla vita, devono godere di principi solidi e forti anche nel 7Pq. Non si deve accordare alcun incentivo finanziario all´uccisione degli embrioni. Era ciò che volevamo emergesse dal testo. Nell´interesse di garantire la protezione della vita umana [. ], accogliamo la dichiarazione della Commissione nella formulazione presentata dal commissario Potocnik", ha affermato il ministro Schavan. Quando il ministro italiano, Fabio Mussi, ha annunciato, dopo la dichiarazione della collega, che avrebbe appoggiato a propria volta il testo, è stato accolto da uno scroscio di applausi da parte di altri ministri. Il ministro finlandese per il Commercio e l´industria, Mauri Pekkarinen, che presiedeva la riunione, ha ringraziato la Germania e l´Italia dal profondo del cuore per l´approccio estremamente costruttivo assunto. Cinque Stati non si sono espressi a favore dell´accordo e hanno voluto che le rispettive obiezioni fossero messe a verbale: Lituania, Austria, Malta, Slovacchia e Polonia non hanno potuto siglare la proposta del 7Pq per ragioni di carattere etico. Ciononostante, alla maggioranza qualificata, grazie alla quale è stato possibile raggiungere un consenso politico, sono state rivolte parole di elogio da parte di Potocnik e Pekkarinen, che hanno definito "storico" l´accordo conseguito. Era sembrato che il Settimo programma quadro dell´Euratom (Comunità europea dell´energia atomica) costituisse una battuta d´arresto quando l´Austria aveva posto il veto sulla proposta a giugno, ma nel momento in cui in occasione del Forum Internazionale Generazione Iv (Gif - Generation Iv International Forum, un programma relativo allo sviluppo di un reattore nucleare di quarta generazione) si è deciso di limitare il ruolo del Centro comune di ricerca dell´Ue ad aspetti legati alla sicurezza e alla salvaguardia di celle a combustibile innovative, si è riusciti a trovare un compromesso accettabile per l´Austria. La proposta è stata quindi adottata all´unanimità. Il bilancio del 7Pq sarà pari a 55,6 miliardi di euro. Si tratta di un "notevole passo avanti rispetto al 6Pq", ha affermato Mauri Pekkarinen. Il 7Pq sarà articolato in quattro programmi specifici: Cooperazione - ricerca collaborativa; Idee - prevede l´istituzione di un Consiglio europeo della ricerca; Persone - mirato alle risorse umane; Capacità - capacità di ricerca delle piccole e medie imprese (Pmi). Il programma "Cooperazione" farà la parte del leone con un bilancio dell´ordine di 32,365 miliardi di euro. A titolo di questo programma, beneficeranno di finanziamenti 10 aree tematiche: salute; prodotti alimentari, agricoltura e biotecnologie; tecnologie dell´informazione e della comunicazione (Tic); nanoscienze, nanotecnologie, materiali e nuove tecnologie di produzione; energia; ambiente; trasporti; scienze socioeconomiche e scienze umane; spazio; sicurezza. "Mi fa particolare piacere che la linea adottata dalla Presidenza finlandese riguardo alla promozione della politica d´innovazione dell´Ue stia dando risultati", ha affermato il Presidente del Consiglio Pekkarinen. "Il 7Pq di ricerca fa parte delle tanto attese misure volte al conseguimento dell´agenda di Lisbona. È lo strumento principe per sostenere finanziariamente l´innovazione e l´eccellenza europee, nonché uno degli elementi fondamentali per stimolare la competitività dell´Europa durante il mandato della Presidenza finlandese". Si è trattato di una "riunione straordinaria" del Consiglio "Competitività", convocata specificamente al fine di discutere e adottare il 7Pq. Mauri Pekkarinen ha ammesso: "Abbiamo rischiato un po´ quando abbiamo deciso di organizzare una riunione straordinaria. Ma ne è valsa la pena". .  
   
   
INDIVIDUATO NUOVO RECETTORE SULLE CELLULE CHE PRODUCONO MIELINA IMPORTANTE RICERCA ITALIANA NEL CAMPO DELLE NEUROSCIENZE, CHE CONTRIBUIRÀ ALLA DEFINIZIONE DI TERAPIE PER LE MALATTIE DEMIELINIZZANTI E LA SCLEROSI MULTIPLA.  
 
Roma, 4 settembre 2006 - La ricerca italiana guadagna nuovamente la ribalta internazionale: il prossimo numero della prestigiosa rivista scientifica “Neuroscience” dedicherà la copertina allo studio realizzato a Roma nel Centro Europeo di Ricerca sul Cervello (Cerc). Il lavoro, pubblicato per ora on line, documenta la distribuzione cellulare e subcellulare (in particolare del sottotipo recettoriale P2y12) nelle aree cerebrali coinvolte in numerose patologie neurodegenerative. I risultati di questa ricerca potranno servire da base per l’identificazione di nuove terapie contro malattie demielinizzanti, prima fra tutte la sclerosi multipla. Lo studio, coordinato dal prof. Giorgio Bernardi, è stato realizzato dal gruppo della dottoressa Cinzia Volontè dell’Istituto di neurobiologia e medicina molecolare (Inmm) del Consiglio nazionale delle ricerche, di cui fanno parte Susanna Amadio, Graziella Tramini e Maria Teresa Viscomi della Fondazione Santa Lucia, in collaborazione con il prof. Giuseppe Sancesario e Alessandro Martorana dell’Università Tor Vergata. Tutte le funzioni di una cellula sono espletate utilizzando l’adenosina trifosfato (Atp), una molecola intracellulare responsabile del metabolismo energetico cellulare. L’atp è assimilabile al gas metano in un impianto di riscaldamento e può essere considerata una sorta di molecola-carburante, indispensabile per ogni reazione cellulare. Tuttavia l’Atp può essere rilasciata anche nello spazio extracellulare e divenire una molecola-segnale deputata agli scambi d’informazione tra le cellule, alla stregua dei neurotrasmettitori e dei fattori trofici. Ad esempio l’Atp extracellulare può segnalare ad una cellula muscolare di contrarsi, ad una piastrina di aggregarsi per evitare emorragie, ad un linfocita di eliminare un agente patogeno; ma può anche innescare la duplicazione incontrollata di una cellula tumorale o il processo di necrosi di un neurone, ecc. Ciò avviene in seguito al legame dell’Atp con specifiche proteine-recettori presenti sulla membrana esterna di tutte le cellule: i recettori purinici P2, suddivisi in almeno 15 distinti sottotipi (denominati P2x1,2,3,4,5,6,7, P2y1,2,4,6,11,12,13,14) e diversi fra loro da un punto di vista molecolare, farmacologico e funzionale. Ogni singola cellula esprime più di un sottotipo e le funzioni dei vari sottotipi possono integrarsi fra loro positivamente o negativamente. Lo studio condotto presso il Cerc ha mirato a individuare la presenza del recettore P2y12 negli oligodendrociti di determinate aree del cervello del ratto, utilizzando tecniche all’avanguardia d’immunofluorescenza confocale a scansione laser e microscopia elettronica. Gli oligodendrociti sono cellule del sistema nervoso centrale responsabili della formazione e del mantenimento della guaina mielinica che avvolge le fibre (assoni) di molti tipi di neuroni. Tale guaina funge da isolante elettrico ma guida anche la ricrescita della fibra nervosa qualora venga danneggiata. La perdita di mielina (demielinizzazione) è un evento generalmente associato alle malattie neurodegenerative di tipo autoimmune-infiammatorio, come la sclerosi multipla. I risultati ottenuti dal gruppo della dottoressa Volontè hanno mostrato che il recettore P2y12 potrebbe costituire un nuovo gestore della comunicazione fra oligodendrociti e neuroni, necessaria a preservarne le reciproche specifiche funzioni. Mirando ora alla regolazione di questo recettore si potranno individuare nuove terapie contro le patologie demielinizzanti. .  
   
   
INDIVIDUATI I FATTORI DI RISCHIO DELLA DEMENZA  
 
Bruxelles, 4 settembre 2006 - Un´équipe composta da studiosi svedesi e finlandesi ha individuato per la prima volta i fattori associati alla demenza grazie a uno studio durato 20 anni sugli effetti dell´invecchiamento. L´équipe ha messo a punto una semplice sperimentazione per determinare la predisposizione alla demenza. Lo studio sui fattori di rischio cardiovascolari, l´invecchiamento e la demenza (Caide) ha seguito 1. 464 persone provenienti dalle regioni di Kuopio e Joensuu in Finlandia per in media 23 anni. Al termine della sperimentazione 1. 409 soggetti sono stati esaminati per verificare la presenza di eventuali segni di demenza. L´équipe ha riscontrato un´incidenza della demenza del 4 per cento: la malattia è stata diagnosticata a 61 soggetti, 48 dei quali presentavano il morbo di Alzheimer. I ricercatori hanno stabilito che i fattori di rischio legati alla demenza sono l´età, un basso livello di istruzione, l´ipertensione, l´ipercolesterolemia e l´obesità. Misurare tali fattori è un´operazione facile, se non di routine: si tratta infatti di fattori facilmente rilevabili da un medico come la pressione sanguigna, l´indice di massa corporea, l´esercizio fisico, oltre al livello di istruzione e naturalmente all´età. L´équipe è quindi stata in grado di compiere un lavoro retrospettivo e di prevedere la probabilità dell´insorgere della demenza in base ai fattori di rischio. "L´idea consiste nel disporre di uno strumento semplice per prevedere il rischio di contrarre malattie, quali le malattie cardiovascolari o il diabete" ha dichiarato alla Bbc Miaa Kivipelto del Karolinska Institute svedese. "Per la demenza non esisteva nulla di simile. L´idea di riunire tali informazioni e disporre di una valutazione complessiva per la demenza è nuova". I risultati, pubblicati sulla rivista "Lancet Neurology", suggeriscono che grazie a un´individuazione precoce delle persone a rischio è possibile adottare misure proattive. Per esempio, assumere farmaci per ridurre la pressione sanguigna o il colesterolo, o semplicemente fare esercizio fisico. "Tale approccio mette in evidenza il ruolo dei fattori vascolari nello sviluppo della demenza e potrebbe aiutare a individuare le persone suscettibili di beneficiare di consultazioni sullo stile di vita e di trattamenti farmacologici intensivi" si legge nello studio. Http://www. Thelancet. Com/journals/laneur .  
   
   
IMPORTANTE SCOPERTA SULLA GENESI DELL’EPILESSIA  
 
Roma, 4 settembre 2006 - Si deve a un giovane ricercatore italiano, Tommaso Fellin, la scoperta che gli astrociti, una popolazione di cellule nervose, svolgono il ruolo, finora insospettato, di sincronizzare - attraverso il rilascio di numerose sostanze neuroattive, fra cui il neurotrasmettitore glutammato - i neuroni, che così possono ‘attivarsi’ contemporaneamente. La sincronizzazione dell’attività dei neuroni è essenziale per l’elaborazione dell’informazione nel cervello ma da essa dipende anche la genesi dell’epilessia. Tale patologia – com’è noto - è caratterizzata dall´improvvisa insorgenza e dalla ripetizione di crisi dovute, paradossalmente, ad un eccesso di funzione del sistema nervoso: alcuni neuroni del cervello cominciano cioè a lavorare ad un ritmo molto superiore al normale, producendo la scarica e le crisi epilettiche. I risultati delle ricerche condotte da Tommaso Fellin presso l’Istituto di neuroscienze del Consiglio nazionale delle ricerche di Padova e la Medical School di Filadelfia, hanno individuato il ruolo fondamentale degli astrociti nella produzione di queste scariche elettriche neuronali ed aprono quindi anche nuove vie d´indagine per la genesi dell’epilessia e per nuovi approcci terapeutici. Per questi studi il ricercatore italiano ha ottenuto il Premio ‘Maurizio Mangrella in Neuroscienze’. Il premio, bandito dal Centro Mangrella, con la direzione scientifica del dott. Umberto di Porzio, direttore di ricerca all’Istituto di genetica e biofisica A. Buzzati-traverso del Cnr di Napoli e del prof. Luca Colucci D’amato della Seconda Università di Napoli, è destinato a giovani ricercatori italiani (meno di 35 anni) che operano in Italia o all’estero. La commissione esaminatrice, composta da cinque professori in Neuroscienze delle Università Federico Ii e Sun di Napoli, La Sapienza e Tor Vergata di Roma e dell’università di Torino, ha selezionato i due vincitori su 67 concorrenti, di cui il 20% residenti all’estero. Un’alta percentuale dei lavori presentati è stata pubblicata da prestigiose riviste internazionali con alto impatto (impact factor). L’altro vincitore, Riccardo Cassiani Ingoni, lavora presso il Nih di Bethesda. La sua ricerca riguarda il ruolo della migrazione e del differenziamento di cellule staminali in un modello sperimentale di sclerosi multipla (o sclerosi a placche), una grave malattia infiammatoria del sistema nervoso centrale che porta alla perdita delle guaine mieliniche dei nervi, con progressiva paralisi e morte. Cassiani Ingoni ha dimostrato che mediatori dell’infiammazione possono influenzare il differenziamento di cellule staminali che a loro volta potrebbero partecipare attivamente nella risposta all’infiammazione, introducendo così nuovi concetti che potranno essere applicati alla terapia. .  
   
   
RICONOSCIMENTO ALLE RICERCHE SUI TUMORI DELL’IEOS-CNR PROMETTENTI INDAGINI SULLE PATOLOGIE DELLA TIROIDE E DELLA PROSTATA.  
 
Roma, 4 settembre 2006 - Per questi studi l’Accademia dei Lincei ha attribuito all’Istituto per l’endocrinologia e l’oncologia sperimentale (Ieos) del Consiglio nazionale delle ricerche di Napoli il Premio 2006 “Cataldo Agostinelli e Angiola Gili Agostinelli”, destinato agli Istituti italiani di ricerche per la cura di malattie cancerose. L’ieos-cnr ha, infatti, raggiunto un importante risultato nel campo della biologia e fisiopatologia della tiroide, in particolare per quanto concerne le patologie tumorali. I ricercatori hanno sviluppato un modello unico di cellule tiroidee differenziate e, quindi, caratterizzato un importante evento nella trasformazione neoplastica: la perdita della differenziazione cellulare. “Gli studi successivi sui retrovirus e sugli oncogeni”, spiega Eduardo Consiglio, direttore dell’Ieos-cnr, “hanno condotto alla scoperta che l’oncogeno Ret/ptc è attivato nel carcinoma papillifero della tiroide, la più importante neoplasia maligna tiroidea. Tutto questo grazie ad un processo di ‘riarrangiamento’ molecolare che induce a sua volta una nuova proteina di funzione”. L’attività di ricerca dell’Istituto “è stata recentemente estesa alle proteine coinvolte nella trasformazione neoplastica come la proteina Hmga, la proteina p27Kip1, inibitore di chinasi ciclino-dipendenti che regolano la proliferazione cellulare, il recettore per l’urochinasi e della laminina, implicati nei processi di invasività e metastasi, e, infine, la proteina Pyk2, che si comporta come gene oncosoppressore nella cellula della prostata”, aggiunge Consiglio. Le ricerche attualmente in corso sono rivolte allo studio dei meccanismi di base, in particolare all’analisi delle vie di segnale e dei geni coinvolti nella trasformazione neoplastica. Inoltre, saranno sviluppati ‘kit’ diagnostici e trattamenti in grado di bloccare la progressione tumorale. “Particolare interesse assume la produzione, nei laboratori dell’Ieos-cnr, di anticorpi monoclonali diretti specificamente contro l’oncogeno ret e di composti chimici con capacità inibitoria nei confronti della chinasi Ret”, conclude il direttore dell’Istituto. .  
   
   
PIPS: UN ASSISTENTE VIRTUALE AL SERVIZIO DELLA PERSONA PRESENTATO AL SAN RAFFAELE DI MILANO UN PROGETTO EUROPEO DI TECNOLOGIA AL SERVIZIO DELLA PERSONA. PIÙ INFORMAZIONE E TRASPARENZA MIGLIORANO LA QUALITÀ DELLA VITA, DIMINUENDO I RISCHI PER LA SALUTE  
 
Milano, 4 settembre 2006 – Ricordarsi le terapie e controllarne le interazioni, scegliere i cibi più adatti alla nostra dieta, colloquiare con il nostro medico in tempo reale per avere consigli e indicazioni tempestive: la vita di ciascuno di noi ha sempre più bisogno di informazioni utili, sicure e personalizzate, selezionate sulla base dei nostri bisogni e preferenze. Questa è la sfida del Progetto Europeo Pips (Personalised Information Platform for Life and Health Services): sfruttare le più avanzate tecnologie informatiche per promuovere scelte più consapevoli, fornendo alla persona informazioni mirate, per migliorare salute e qualità della vita, per tenere sotto controllo e prevenire le malattie, per garantire la continuità della cura dopo la dimissione dall’ospedale o in pazienti cronici. Pips è un attento e discreto “assistente virtuale”, sempre a portata di mano: bastano un computer, un telefono cellulare e una connessione Internet. Il progetto - partito il primo gennaio 2004, terminerà alla fine del 2007 - fa parte del Sesto Programma Quadro di Ricerca e Sviluppo dell’Unione Europea nell’ambito delle Tecnologie per la Società dell’Informazione per la Salute (e-Health). Il valore complessivo del progetto è di 14,33 milioni di Euro, con un finanziamento della Commissione Europea pari a 9,85 milioni di euro. Il sistema Pips prevede un’ampia gamma di servizi innovativi attraverso una piattaforma tecnologica che fa comunicare tra loro persone ed oggetti: cellulari, armadi, dispositivi elettro-medicali, bilance, farmaci, prodotti alimentari, il carrello della spesa. Ognuno di questi oggetti, integrati fra loro via Pips, interagisce con il profilo di bisogni e preferenze della persona per fornire suggerimenti ed avvisi sull’alimentazione e sui farmaci, per monitorare lo stato di salute, per accedere ad informazioni e servizi sanitari specifici, o anche per fare la spesa. Pips confronta accuratamente e tempestivamente le informazioni personali con i dati del mondo esterno per dare un aiuto ad affrontare al meglio le situazioni della vita quotidiana in totale sicurezza: l’accesso ai dati è, infatti, consentito solo alle persone autorizzate e il loro utilizzo concesso esclusivamente per gli scopi prestabiliti. “Pips vuole essere un aiuto alla persona, un assistente virtuale che traduce i consigli e le prescrizioni dei medici in suggerimenti concreti che accompagnano tutte le piccole o grandi decisioni della giornata” commenta l’ing. Alberto Sanna, responsabile dell’Unità e-Services for Life and Health dell’Istituto Scientifico Universitario San Raffaele e coordinatore del progetto. “Le informazioni che Pips fornisce alla persona – sottolinea Sanna – se messe in pratica costantemente, aiutano a migliorare la qualità della vita ed a prevenire eventuali rischi per la propria salute. L’obiettivo di Pips è mettere le tecnologie informatiche di gestione della conoscenza e della intelligenza ambientale al servizio della medicina personalizzata e della consapevolezza individuale. ” Il medico a portata di mano - A chi di noi non è capitato di dimenticarsi o di avere dubbi su una pastiglia da prendere? In alcuni casi le conseguenze possono essere lievi, in altri più gravi. Immaginiamo le conseguenze su un paziente con uno scompenso cardiaco e vediamo come Pips possa essere un aiuto concreto. Pips interviene tempestivamente durante la giornata sul suo telefonino ricordandogli con uno Sms i farmaci, gli orari e le dosi. Un altro aiuto importante viene fornito da uno speciale armadietto di casa, in grado di leggere le etichette a radiofrequenza (Tag Rfid) , sulle confezioni dei farmaci conservati: aprendolo, il paziente si identifica con la Carta Pips ed estrae il farmaco. L’armadietto segnala su un display il tipo di farmaco preso, controlla la scadenza ed avvisa in caso di problemi (esegue controlli anticontraffazione, verifica la lista dei lotti di produzione ritirati dal mercato o il rischio di rimanerne sprovvisti), gli ricorda o gli conferma l’orario di assunzione, lo consiglia su come prendere il medicinale, lo avverte su eventuali interazioni con cibi o altri farmaci. Chi soffre di insufficienza cardiaca potrà avvalersi di Pips anche per tenere sotto controllo la propria malattia. Immaginiamo il paziente a casa durante il controllo del mattino: sale su una speciale bilancia e si pesa, poi usa un compatto strumento tecnologico simile ad un orologio da polso col quale può registrare un elettrocardiogramma (Ecg) ad un elettrodo e misurare pressione, frequenza cardiaca, ossimetria (la percentuale di saturazione dell’ossigeno nel sangue). In tempo reale e via radiofrequenza (wireless), i dispositivi inviano i dati a Pips, che li registra, li controlla e, in caso di anomalie, segnala al paziente, anche via Sms, la necessità di completare la raccolta dei dati compilando un questionario guidato, direttamente al computer o sulla carta con una particolare penna digitale. Le informazioni sono ora tutte disponibili in Pips ed il medico può fare una diagnosi in tempo reale, dare indicazioni terapeutiche, evidenziare la necessità di una visita medica specialistica, indicando direttamente le date disponibili nella propria agenda elettronica: il paziente non deve fare altro che scegliere la data che Pips registrerà in agenda e che ricorderà con un promemoria al momento opportuno. Un assistente per fare la spesa - Pips fornisce, in qualunque momento della giornata ed in ogni luogo (in casa, al supermercato o al ristorante), informazioni utili sui prodotti che intendiamo acquistare o consumare. Pips, infatti, confronta gli ingredienti e le caratteristiche dei prodotti alimentari con il nostro personale profilo di salute (malattie, allergie, controindicazioni da farmaci, gravidanza, ecc. ) e di preferenza (i gusti, le abitudini alimentari ed i nostri valori personali che si riflettono sui prodotti quali, per esempio, “vegetariano”, ”biologico”, “mercato equo-solidale”, “no Ogm”). Pips è dunque in grado di evidenziare informazioni mirate sul grado di idoneità del prodotto alle nostre necessità ed aspettative, ci può dare suggerimenti “su misura” e, dunque, ci aiuta a prendere decisioni consapevoli. Si tratta di un nuovo modello di relazione tra il consumatore e l’azienda in cui si realizza un meccanismo “virtuoso” a favore della persona, che guadagna in consapevolezza e diritto all’informazione, e dell’azienda, che investe in trasparenza e migliora la comunicazione con il consumatore. Come accade tutto ciò in pratica? Immaginiamo di fare la spesa al supermercato: usando la fotocamera del nostro telefonino per fotografare, ad esempio, il codice a barre di una scatola di biscotti appena presa dallo scaffale, Pips è in grado di dirci se quei biscotti contengono ingredienti a cui siamo allergici. In questo caso, il display del cellulare visualizza un Sms o il “semaforo Pips” (il logo che diventa verde, giallo o rosso), che ci informa o ci mette in allerta prima dell’acquisto. In alternativa al cellulare, possiamo usare il carrello intelligente del supermercato, in grado di leggere le etichette a radiofrequenza e dotato di un display e di una connessione ad Internet (via Wifi). Introducendo il prodotto nel carrello, sul display appaiono, con l’aiuto del “semaforo Pips”, informazioni e commenti sul prodotto di cui è bene essere consapevoli all’atto dell’acquisto, per esempio: data di scadenza, garanzie di provenienza e di tracciabilità, gli ingredienti, valori nutrizionali, presenza di coloranti e conservanti, ecc. Inoltre, il carrello intelligente ed il cellulare ci aiutano anche a fare gli acquisti con una lista della spesa digitale, che compare sui display ricordandoci i prodotti di cui abbiamo necessità e che abbiamo memorizzato a casa, tenendo conto dei suggerimenti di Pips su preferenze alimentari e stato di salute. Una volta fatta la spesa, Pips ci aiuta anche a cucinare i prodotti acquistati attraverso ricette personalizzate, controllate da medici e nutrizionisti, ed illustrate sul computer di casa. Tecnologia avanzata al servizio della Persona e massima sicurezza dei dati - Pips fornisce assoluta riservatezza (sicurezza di accesso ai dati) e massima protezione dei dati personali (garanzia della privacy) attraverso l’utilizzo dei più moderni strumenti per l’identificazione, l’autenticazione e l’autorizzazione. Nel progetto tali standard e la rigorosa applicazione delle condizioni di sicurezza della piattaforma, di privacy e di Identity Management sono seguiti dal Centro Comune della Ricerca (Ccr) della Commissione Europea, partner del progetto, attraverso il proprio Istituto per la Protezione e la Sicurezza dei Cittadini (Ipsc). La sicurezza del trattamento e della trasmissione delle informazioni in Pips è assicurata dall’utilizzo di sistemi e protocolli informatici sicuri, ad esempio lo standard Iso 17799 e il protocollo P3p dal Worldwide Web Consortium (W3c) per la privacy online. Gli sviluppi futuri: l’attività fisica e la ricerca in Internet di informazioni sulla salute - L’attività fisica, l’informazione e l’educazione alla salute sono gli altri importanti fattori che, nella visione di Pips, concorrono a promuovere la prevenzione ed il benessere della persona. Per quanto riguarda l’attività fisica, il progetto Pips prevede lo sviluppo di servizi personalizzati che suggeriscono semplici esercizi fisici o stimolano a camminare, ad andare in bicicletta. Infine, per quanto riguarda l’accesso alle informazioni ed all’educazione alla salute, sono in studio servizi personalizzati che aiutano la persona ad utilizzare la enorme quantità di informazioni disponibili in Internet, guidandone le ricerche in siti certificati dal punto di vista della qualità delle informazioni disponibili, per limitare il rischio di imbattersi in informazioni improprie o non corrette. I partner del progetto - Il coordinamento di Pips è affidato alla Fondazione Centro San Raffaele del Monte Tabor, con la partecipazione di altri 16 partners Europei ed internazionali: Atos Origin (Italia), European Commission Joint Research Centre/centro Comune di Ricerca della Commissione Europea (Ispra, Varese), Astrazeneca (Italia), Glaxosmithkline (Italia), Università degli Studi di Parma (Italia), Fundacion para la Investigacion Nutricional (Barcellona, Spagna), Itaca (Valencia, Spagna), Universidad Politecnica de Madrid (Madrid, Spagna), Marsh (Rotterdam, Olanda), Gdansk University of Technology (Danzica, Polonia), Atena (Sopot, Polonia), University of Liverpool (Liverpool, Regno Unito), Health On the Net (Hon, Ginevra, Svizzera), Medic4all (Petah Tykva, Israele), University Health Network (Toronto, Canada), Neusoft (Shenyang, Cina). Complessivamente, lavorano al progetto circa 150 persone tra medici, nutrizionisti, psicologici e ricercatori sia di area sanitaria sia di area tecnologico-informatica, mentre almeno altre 50 persone, tra professori universitari, dirigenti di istituzioni sanitarie ed esperti che operano nel campo della salute, sono coinvolte come esperti esterni incaricati di valutare e fornire dei feedback sulla rilevanza scientifica del progetto. .  
   
   
PARTE DAL VENETO IL PRIMO VACCINO CONTRO L’OSTEOPOROSI  
 
Padova, 4 settembre 2006 - Il Veneto sarà la prima regione italiana a dare il via ad una “vaccinazione” per limitare le complicanze legate alla perdita di vitamina D. “Si tratta di un progetto che tende a sensibilizzare la popolazione. Sono stati individuati due poli d’eccellenza uno a Padova e uno a Verona, coordinati dai professori Giannini e Adami. Questi centri con un gruppo di lavoro regionale hanno individuato linee guida con un gruppo regionale. – spiega il dottor Giampietro Ruolo, direttore della direzione Piani e programmi della Regione Veneto - Ogni Usl ha individuato un responsabile di progetto e lo scopo adesso è di fare informazione e prevenzione attiva con la somministrazione di una dose di vitamina D, che andrebbe fatta in concomitanza alla vaccinazione antinfluenzale – spiega Rupolo . La soluzione è stata sperimentata da Adami all’Usl di Verona e i dati sono confortanti: diminuiscono di molto le fratture spontanee del femore nelle persone anziane o gli effetti secondari da carenza di vitamina D, come la difficoltà a deambulare. Il tutto con una spesa esigua: basti pensare che una dose di Vitamina D costa meno di un euro”. Questa ipovitaminosi è infatti una delle concause delle oltre 100mila nuove fratture al femore e altrettante fratture vertebrali che ogni anno si registrano in Italia nella popolazione degli over 65. La campagna vaccinale – si è parlato nel corso del Forum Ecm che si tiene in fiera a Padova – partirà in concomitanza con quella influenzale che inizierà in autunno. Come ha spiegato il dott. Andrea Venturini, le spese ospedaliere relative alle complicanze legate all’osteoporosi, che nel Veneto colpisce 350mila persone, superano la spesa complessiva destinata alle malattie cardiovascolari. “La riabilitazione nei pazienti che soffrono di osteoporosi interviene in maniera efficace per ridurre le fratture vertebrali e le fatture vertebrali – spiega Venturini – naturalmente oltre alla somministrazione di vitamina D è necessario che i pazienti vengano sottoposti ad una corretta riabilitazione. La riabilitazione rappresenta una tecnica estremamente utilizzata in ospedale, non solo neI pazienti che soffrono di patologie specifiche, ma soprattutto in coloro che si trovano ricoverati nelle rianimazioni o devono rimanere a letto per lunghi periodi”. Il luogo strategico dell’atto riabilitativo richiama quindi una particolare attenzione a questa branca della medicina che per troppo tempo non ha ottenuto l’attenzione che merita. .  
   
   
DIABETE NUOVA EMERGENZA : NEL 2005 AUMENTO DEL 40 PER CENTO INSULINA SPRAY E MINI PANCREAS ARTIFICIALE  
 
Padova, 4 settembre 2004 - I dati sono allarmanti: nel 2025 il diabete aumenterà del 40 per cento, soprattutto nei paesi più industrializzati, dove il tenore della vita è più elevato e spesso gli stili di vita corretti vengono trascurati. Si tratta ormai di una vera e propria emergenza sociale e sanitaria, come ha sottolineato il professor Antonio Tiengo nel corso del Forum Ecm che si è tenuto in questi giorni in Fiera a Padova. – questo fa pensare che il diabete sia ormai diventato un male endemico e la prevenzione assume quindiun ruolo fondamentae – ha sottolineato Tiengo – La ricerca punta quindi oggi su nuove terapie che consentano al paziente migliori risultati e migliore qualità della vita”. Tra queste nel prossimo futuro l’insulina spray che si prefigge come una vera e propria terapia rivoluzionaria, in quanto toglie al paziente la schiavitù dell’infusione. Il prodotto dovrebbe venire commercializzato già il prossimo anno. A questo vanno aggiunte nuove metodologie d’infusione con apparecchiature che permettono la somministrazione continua e che in futuro potranno essere collegate ad un mini pancreas artificiale che ne regola l’afflusso. “Esiste poi la terapia trapiantologia – continua il professor Antonio Tiengo – Non solo quella associata rene-pancreas. Ma anche quella delle insule che oggi è ancora in via sperimentale, ma che promette risultati moltoincoraggianti. Ultima possibilità la terapia genica o con cellule staminali che rappresenta una nuova frontiera tuta da esplorare”. Agli Ecm della Fiera di Padova, Forum internazionale di aggiornamento medico, hanno partecipato 1200 congressisti e 150 relatori da tutto il mondo. .  
   
   
PROFESSIONI SANITARIE: PROROGA DI 12 MESI DELLA DELEGA PER L’ISTITUZIONE DI ORDINI E ALBI  
 
Roma, 4 settembre 2006 - Il Consiglio dei Ministri ha approvato, su proposta del Ministro della Salute Livia Turco, un ddl per il differimento di 12 mesi del termine per l’esercizio della delega per l’istituzione degli Ordini e degli Albi delle professioni sanitarie, infermieristiche, ostetrica, riabilitative, tecnico-sanitarie e della prevenzione. Grazie a questo disegno di legge, che godrà di una corsia preferenziale per una rapida approvazione del Parlamento, il Governo avrà tempo fino al 4 settembre 2007 per affrontare con attenzione la materia insieme alle diverse professioni e per ricollegare la regolamentazione del settore all’interno della annunciata più ampia riforma di tutti gli Ordini professionali italiani. “Abbiamo mantenuto l’impegno preso a fine luglio – ha dichiarato il Ministro Turco – per fare un buon lavoro insieme ai 500. 000 professionisti sanitari interessati al riordinamento dei loro Ordini e Albi atteso ormai da tanti anni”. .  
   
   
A FIRENZE IL II CONGRESSO INTERNAZIONALE DI BIOLOGIA EVOLUZIONISTICA SVELERÀ PER LA PRIMA VOLTA IN ITALIA L´INEDITO PROGETTO DI SEQUENZIAMENTO DEL DNA DELL´UOMO DI NEANDERTHAL  
 
Firenze, 4 settembre 2006 - Dal 4 al 7 settembre al Chiostro del Maglio, in Via Venezia 5 a Firenze si terrà il Ii Congresso Internazionale dei biologi evoluzionisti, organizzato dall´Università degli Studi di Firenze in collaborazione con la Sibe, Società Italiana di Biologia Evoluzionistica. Tra i relatori più autorevoli ci sarà Svante Paabo, professore di Genetica e Biologia Evoluzionistica e direttore del Max Planck Institute of evolutionary Anthropology di Lipsia, che presenterà per la prima volta in Italia l´inedito progetto di sequenziamento del Dna dell´uomo di Neanderthal studiato da un´équipe di ricercatori tedeschi, che permetterà di decifrare entro 2 anni il codice genetico del nostro parente più prossimo. .  
   
   
RECORDATI NOMINA NUOVO DIRETTORE GENERALE FARMACEUTICA ITALIA  
 
Milano, 4 settembre 2006 - Recordati rende noto che dallo scorso 28 agosto il Dr. Andrea Breschi è il nuovo Direttore Generale della Divisione Farmaceutica Italia. Il Dr. Breschi, 48 anni, nato a Perugia, laureato in Medicina e Chirurgia, vanta una ventennale esperienza nel settore farmaceutico sia in Italia che a livello internazionale. Dal 2001 ha ricoperto la posizione di Direttore Generale della Malesci S. P. A. .  
   
   
OGGI A FIRENZE AL VIA LE ISCRIZIONI PER CORRI LA VITA 2006  
 
 Firenze, 4 settembre 2006 - Si aprono oggi le iscrizioni a Corri la Vita 2006, la popolare manifestazione sportiva di beneficenza giunta alla quarta edizione sulle ali di un successo crescente (5000 partecipanti al debutto, 7000 due anni fa, circa 10. 000 l’anno scorso). Corri la Vita 2006 è in programma domenica 1 ottobre e, come sempre, è organizzata in collaborazione con Lilt (Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori) e Cspo (Centro Studi e Prevenzione Oncologica della regione Toscana) per raccogliere fondi da destinare alla lotta contro il cancro al seno (www. Corrilavita. It). Come noto, la manifestazione è divisa in due sezioni, una minimaratona competitiva di 12 chilometri e una divertente passeggiata di 6 tra le bellezze di Firenze. Per iscriversi occorre rivolgersi alla Lilt sezione di Firenze (Viale Volta 173), dal lunedì al venerdì, ore 9-13,30 e 14,30-18 (tel. 055. 576939) e ai negozi Sport le Cure (via Sacchetti 22r) e Isolotto dello Sport (via dell´Argingrosso 69 A/b). Per la sola passeggiata si può iscrivere anche nella sede di File (Fondazione Italiana di Leniterapia, via San Nicolò 1, tel. 055. 2001212 ) e all’Universo dello Sport (piazza del Duomo). La quota minima è di 10 euro (gratis i bambini sotto i 10 anni). In omaggio agli iscritti la t-shirt Salvatore Ferragamo che potrà essere subito ritirata nel negozio di via Tornabuoni 4/14r. Molti altri doni offerti dagli sponsor saranno invece distribuiti ai partecipanti il 1 ottobre, direttamente in Piazza S. Croce, tradizionale punto di partenza e di arrivo della manifestazione, dove ci si potrà iscrivere fino al momento del via (ore 9,30). Anche Corri la Vita 2005 si svolge sotto l’alto patronato della Presidenza della Repubblica e con il patrocinio di Comune e Provincia di Firenze, Regione Toscana, Coni. Tra i nuovi testimonial figurano numerosi volti noti della Tv, musica, cinema, sport, cultura. Tra le new entry il campione del mondo e bomber della Fiorentina Luca Toni, Simona Ventura, Laura Pausini, Irene Grandi, Aldo, Giovanni e Giacomo. .  
   
   
ALLEANZA STRATEGICA TRA FIERA MILANO E DEUTSCHE MESSE AG DI HANNOVER FIERA MILANO PER IL 49% DELLE ATTIVITÀ CINESI PAGHERÀ 12,2 MILIONI DI EURO A PRONTI E 4 MILIONI DI EURO IN 5 RATE DIFFERITE, IN FUNZIONE DEI RISULTATI DEL QUINQUENNIO 2006/2010  
 
Milano, 4 settembre 2006 - Fiera Milano Spa ha sottoscritto lo scorso 7 luglio una lettera d’intenti con Deutsche Messe Ag (proprietaria del quartiere fieristico di Hannover) che per la prima volta nella storia sancisce un’alleanza strategica tra i due leader mondiali del settore. “L’alleanza strategica fra i nostri due Gruppi rappresenta un’opportunità memorabile per il settore fieristico europeo. Hannover e Milano rappresentano infatti un connubio ideale, caratterizzate come sono da portafogli manifestazioni perfettamente sinergici” affermano i presidenti di Deutsche Messe Ag e di Fiera Milano Spa, Walter Hirche e Michele Perini. “Si dà oggi formalmente avvio ad un accordo di collaborazione che mettendo a fattor comune il know-how e le risorse dei due principali quartieri fieristici al mondo darà un contributo forte e decisivo allo sviluppo dell’attività di organizzazione di manifestazioni fieristiche nei paesi a maggior tasso di crescita: Brasile, Russia, India e Cina, i cosiddetti paesi Bric” aggiungono gli amministratori delegati di Fiera Milano Spa e di Deutsche Messe Ag, Piergiacomo Ferrari e Sepp D. Heckmann. È previsto che l’accordo definitivo sia sottoscritto entro il 15 novembre 2006, previa approvazione da parte dei Cda dei due Gruppi. La collaborazione tra Fiera Milano e Deutsche Messe sarà gestita attraverso due Master Company, una italiana e l’altra tedesca, controllate al 51% rispettivamente da Fiera Milano Spa e Deutsche Messe Ag. Fiera Milano deterrà inoltre il 49% della Master Company tedesca, mentre Deutsche Messe Ag sarà socio di minoranza al 49% della Master Company italiana. Le attività in Brasile e Russia faranno capo alla Master Company italiana mentre le attività in Cina e India faranno capo alla Master Company tedesca. Tutte le attività dei due Gruppi nei quattro paesi target confluiranno nella Joint Venture. L’accordo prevede come primo passo fondamentale che Deutsche Messe Ag trasferisca alla Master Company tedesca tutte le sue attività cinesi, che fanno capo attualmente a due società controllate al 100% e localizzate rispettivamente a Shanghai ed Hong Kong. Successivamente al trasferimento Fiera Milano rileverà il 49% della Master Company tedesca da Deutsche Messe Ag per 12,2 milioni di euro, da versare a pronti alla data di chiusura dell’operazione. Inoltre, per tenere conto del forte sviluppo atteso del business cinese, è previsto che Fiera Milano versi alla controparte ulteriori 4 milioni di euro, in 5 rate annuali differite da 800mila euro ciascuna in funzione dell’utile ante imposte degli esercizi che si chiuderanno al 31 dicembre del quinquennio 2006/2010, che sono stati garantiti dalla controparte venditrice. Nel caso di utile ante imposte inferiore scatterà una riduzione proporzionale della quota di riferimento. L’utile ante imposte medio annuo garantito da Deutsche Messe per il quinquennio 2006/2010 è pari a 4,8 milioni di Euro, a fronte di un fatturato medio annuo atteso pari a circa 18 milioni di euro. È previsto che al momento del trasferimento la Master Company tedesca abbia una posizione finanziaria netta sostanzialmente pari a zero. Fiera Milano Spa, che è stata assistita dalla società Pricewaterhousecoopers Spa nello svolgimento dell’attività di due diligence, finanzierà l’operazione con mezzi propri. Sono in corso di definizione le modalità di costituzione della Master Company italiana. La collaborazione avviata oggi consentirà a Fiera Milano di sviluppare nuove manifestazioni in Cina, avvalendosi della struttura organizzativa già impiantata in loco da Hannover, e di contribuire alla crescita delle mostre tedesche sul mercato cinese con l’apporto dei propri espositori. Deutsche Messe Ag è operativa dalla fine degli anni ’90 in Cina, dove ha esportato con successo le principali manifestazioni già organizzate in Germania. Si tratta di fiere internazionali prestigiose, che nel 2006 si stima occuperanno complessivamente circa 88mila metri quadrati espositivi netti, ed in particolare di: Ptc Asia – manifestazione annuale nei settori della trasmissione, delle componenti e delle attrezzature meccaniche e settori connessi; Metal Working China – manifestazione biennale nel settore della lavorazione dei metalli; Cemat Asia – manifestazione annuale nei settori della movimentazione dei materiali, tecnologia d’automazione, sistemi di trasporto e logistica; Domotexasia/chinafloor – manifestazione annuale nel settore delle coperture industriali per pavimenti; Factory Automation/interkama Asia – manifestazione annuale nel settore dell’automazione di processo; Cebit Asia – manifestazione annuale nei settori dell’Information Technology, Telecomunicazioni, Software & Servizi; Woodmac China – manifestazione annuale nel settore dei macchinari e delle forniture per la selvicoltura e la lavorazione del legno; Energy Asia – manifestazione annuale nei settori della produzione e distribuzione di energia, tecnologia elettrica, infrastrutture e servizi per l’energia, e dell’energia rinnovabile; Agrichina – mostra convegno annuale nel settore delle tecnologie agro-industriali; cui si aggiungerà nel 2008 la quadriennale Metallurgy and Metal China, nel settore metallurgico e dei metalli. .  
   
   
FIERA DI GENOVA SPA: PRIMA RIUNIONE DEL NUOVO CDA E INCONTRO CON I SOCI IL PRESIDENTE DELL’AUTORITÀ PORTUALE ANNUNCIA LA PROSECUZIONE IMMEDIATA DEI LAVORI DI COMPLETAMENTO DELLA NUOVA DARSENA  
 
Genova, 4 settembre 2006 - Riunione plenaria, lo scorso 19 luglio, in piazzale Kennedy per il nuovo Cda di Fiera di Genova Spa dove, recependo le designazioni espresse dall’assemblea dei soci il 22 giugno scorso, sono stati nominati presidente Paolo Lombardi, indicato da Filse-regione Liguria, vicepresidenti Milò Bertolotto (Provincia di Genova) e Giacomo Rossignotti (Camera di Commercio). Riconfermato Amministratore delegato Roberto Urbani su indicazione del Comune di Genova. Riconferma anche per Luigi Liccardo (Comune) mentre entrano per la prima volta Gabriele Galateri di Genola (Filse-regione Liguria), Stefano Marastoni (Provincia) Germano Gadina (Camera di Commercio) e Erido Moscatelli (Autorità Portuale di Genova). Riconferme anche per il Collegio sindacale con Ugo Ballerini (Filse-regione Liguria), Pierluca Bubbi (Provincia) e Roberto Benedetti (Comune). La riunione del Cda è stata preceduta da un incontro con i soci * dove sono state ribadite le linee strategiche già individuate in precedenza affidando al Consiglio l’aggiornamento in base all’evoluzione dell’attività. Durante l’incontro il presidente dell’Autorità Portuale Giovanni Novi ha annunciato la prosecuzione immediata dei lavori di completamento della seconda tranche dell’ampliamento di Marina, in tempo utile per il 46° Salone Nautico Internazionale. Grazie alla nuova darsena,il cui completamento definitivo è previsto per l’estate 2007, il prossimo Salone potrà ospitare in acqua 400 imbarcazioni - sulle oltre duemila in esposizione - tra cui superyacht di oltre 40 metri di lunghezza, raddoppiando la capacità espressa nel 2005. *Fiera di Genova è una società per azioni a capitale pubblico. Azionista di riferim ento è il Com une di Genova con il 32%, seguito da Regione Liguria-filse con il 27%, Provincia di Genova con il 22%, Cam era di Com m ercio con il 17% e Autorità Portuale con il 2%. Il Consiglio di Amministrazione, esprimendo apprezzamento per il lavoro svolto dal precedente Cda presieduto da Franco Gattorno, ha preso atto positivamente delle linee guida del piano industriale esistente, basato su tre punti principali: l’ampliamento in corso della Marina - che al termine dei lavori consentirà una disponibilità complessiva di 600 posti barca e la possibilità di esporre superyacht fino a settanta metri di lunghezza - la realizzazione del nuovo padiglione B disegnato da Jean Nouvel e la trasformazione in albergo e moderno centro congressi dell’ex-palazzo Ansaldo. Con le nuove opere la Fiera si afferma come elemento di novità nello scenari o genovese e apre nuove possibilità di sviluppo dopo le grandi realizzazioni che a partire dal 1992 hanno cambiato il volto e le dinamiche della città. Per quanto riguarda la governance della società sono stati confermati nella sostanza i poteri del Consiglio di Amministrazione e dell’Amministratore delegato, compresi in particolare quelli finalizzati all’organizzazione del Salone Nautico Internazionale 2006. Al Presidente, oltre alla rappresentanza della Società, inoltre sono affidati i rapporti con il complesso delle Istituzioni e, con l’obiettivo di consolidare l’approccio internazionale della Fiera e la valutazione delle innovazioni da introdurre per acquisire una maggiore competitività sul mercato, la predisposizione del budget annuale e gli atti di programmazione pluriennale d’intesa con l’Amministratore delegato. “La valorizzazione dell’unicità del quartiere fieristico genovese, l’unico in Italia e uno dei pochi al mondo dotato di una grande marina contigua alle aree espositive tradizionali, il consolidamento delle grandi eccellenze esistenti (Salone Nautico e Euroflora) il potenziamento e la definizione già in atto di nuove manifestazioni specializzate e di nuove manifestazioni b2c integrate con la vita e l’economia della città – ha dichiarato il presidente Paolo Lombardi - sono i punti sui quali focalizzeremo il lavoro dei prossimi mesi. Il primo appuntamento pubblico è il 5 settembre a Milano per la presentazione del 46° Salone Nautico Internazionale, un’edizione che segnerà la svolta della manifestazione sul piano della concorrenza internazionale”. .  
   
   
FLORMART / MIFLOR, DAL 14 AL 16 SETTEMBRE 2006 IL SALONE INTERNAZIONALE FLOROVIVAISMO E GIARDINAGGIO DI PADOVAFIERE  
 
Padova, 4 settembre 2006 - Dal 14 al 16 settembre 2006 alla Fiera di Padova, Flormart /Miflor, il Salone Internazionale Florovivaismo e Giardinaggio, organizzato congiuntamente da Padovafiere Spa e Fondazione Fieramilano. La rassegna, la più importante nell’Europa Mediterranea, ha registrato nell’ultima edizione 1215 espositori su 35. 000metri quadri con oltre 32. 000 visitatori. Previsti espositori dall’Australia, Estremo Oriente (Singapore/thailandia), America Latina (Brasile, Ecuador), Svizzera, Polonia, Estonia, Francia, Spagna, Germania. Un salone con le aziende leader del settore: dalle giovani piante al fiore reciso, ai grandi esemplari con il meglio della produzione europea. Ampia l’area riservata ad attrezzature, impianti, tecnologie, accessori e forniture di prodotti professionali per la coltivazione, prodotti di consumo quali vasi, terricci, fertilizzanti, concimi e il necessario per coltivare piante e fiori. Novità di questa edizione: lo spostamento di data con l’apertura al giovedì e la chiusura al sabato. Una scelta in linea con la tendenza dei principali saloni fieristici internazionali che segnalano la bassa adesione degli operatori nella giornata festiva, confermata da un sondaggio svoltosi lo sorso gennaio tra gli espositori Maver, il Salone tecnologie e servizi per la gestione e manutenzione del verde. Una grande esposizione riservata a progettisti e costruttori del verde, manutentori , paesaggisti. In mostra macchine e accessori per il florovivaismo e giardinaggio, sistemi di irrigazione e tecnologie per sviluppare le colture in ambiente protetto con prodotti per riscaldamento, ombreggiamento, climatizzazione, piattaforme e macchine per la potatura, motocoltivatori, trattori, motoseghe. Tra le partecipazioni più rilevanti: Aiapp, l’Associazione Italiana di Architettura del paesaggio e l’Assoverde, che raggruppa le maggiori imprese che operano nel settore ambientale e specificatamente nel verde. Vivigiardino, il Salone dedicato all’arredo da esterno con un’offerta di soluzioni architettoniche per giardini e accessori specifici, dai gazebo ai pergolati alle fontane, con i prodotti più innovativi nelle soluzioni del design/ergonomia e nella scelta dei materiali. Esaustiva l’offerta di componenti per la realizzazione del punto vendita al dettaglio:fiori recisi, articoli da regalo, fiori artificiali o essiccati nelle composizioni. Tra le associazioni che interverranno, Federfiori, Federazione Nazionale dei Fioristi Italiani, con un ricco calendario di workshop professionali dedicati alla gestione del punto vendita. L’unacma (Unione Nazionale dei Commercianti di Macchine Agricole) è presente in manifestazione con una collettiva di aziende che operano nel settore del noleggio di macchine agricole. Tra gli appuntamenti, un workshop per approfondire normative e modalità sul noleggio di macchine nella filiera florovivaistica. Di rilievo il programma congressuale che affronterà argomenti relativi al vivaismo per la produzione di biomasse, ai contatti per gli operatori del verde, alle certificazioni ambientali, agli aspetti fiscali collegati al vivaismo, all’impiego di combustibili legnosi per le imprese agroforestali, ai sistemi di lagunaggio e alla fitodepurazione delle acque balneabili. Sarà presentata l’attività dell’Associazione nazionale Vivaisti esportatori nonché della Commissione Nazionale del Pioppo. Inoltre è prevista la presentazione dell’Annuario sul Compostaggio ed un seminario di aggiornamento sui fertilizzanti. Per i giorni della manifestazione è stato approntato un piano straordinario di viabilità per accogliere i visitatori: oltre ai bollettini periodici via radio (Fm 103,9 O 88,4), alla segnaletica variabile, sarà attivo il servizio Florbus, navette gratuite dalle aree parcheggio prestabilite con la possibilità di acquistare il biglietto al parcheggio ricevendo in omaggio il catalogo e la sintesi delle novità presenti a Flormart /Miflor. .  
   
   
VERONAFIERE, BILANCIO IN CRESCITA LE PROIEZIONI, DOPO I PRIMI SEI MESI DI ATTIVITÀ DEL 2006, INDICANO UN FATTURATO DI 63 MILIONI DI EURO, CON UN AUMENTO DEL 12% RISPETTO ALLE PREVISIONI DI INIZIO D’ANNO.  
 
Verona, 4 settembre 2006 - Supera le migliori aspettative la verifica semestrale di bilancio di Veronafiere, che in base alle elaborazioni effettuate prevede di chiudere il 2006 con un fatturato di quasi 63 milioni di euro, in crescita del 12% rispetto alle proiezioni di inizio d’anno. I dati sono stati presentati ieri nel corso dell’assemblea dei soci, che si è riunita nella sede dell’Ente per definire gli ulteriori passaggi tecnici in vista della trasformazione azionaria della proprietà. Il merito della crescita va attribuito principalmente alle positive performance di Vinitaly, Fieragricola, Progetto Fuoco ed Eurocarne, ma soprattutto al settore della vendita dei servizi (allestimenti, materiale tecnico, ecc. ), aumentato mediamente del 50%, che sta dimostrando, come indicato dal Piano di sviluppo industriale redatto nel dicembre del 2003, grande dinamicità in termini di prestazioni integrate fornite agli espositori. L’incremento del volume d’affari dell’Ente è ancora più significativo se confrontato al bilancio consuntivo del 2003, anno comparabile per tipologia di rassegne, con una variazione del 17. 5%. Il cash flow, secondo le analisi dell’Ente, si attesterà invece a 7. 7 milioni di euro, 1. 5 milioni di euro in più rispetto alle previsioni, mentre il Mol (Margine operativo lordo) toccherà i 10 milioni di euro contro gli 8. 4 inseriti a bilancio. Di notevole rilievo, inoltre, è l’utile ante imposte, che raggiungerà i 4. 4 milioni di euro (1. 9 la previsione). Interessanti, infine, i valori degli investimenti. Veronafiere continua nel processo di potenziamento della propria struttura, destinando nel 2006 31 milioni di euro allo sviluppo dell’attività. «Si tratta di un risultato estremamente positivo», commenta Luigi Castelletti, presidente di Veronafiere, «tenuto conto che il 2006 non è un anno particolarmente ricco di manifestazioni. La crescita registrata non dipende solo dal buon andamento delle nostre rassegne, ma specificamente dall’incremento registrato dai servizi, così come aveva previsto il Piano industriale di sviluppo preparato dalla Mc Kinsey. Di sicuro continueremo su questa strada, rendendo la Fiera di Verona sempre più competitiva sui mercati nazionali e internazionali grazie ai conti in ordine che ci permettono di investire nello sviluppo della struttura». .  
   
   
PAROLARIO “SGUARDI D’EUROPA” COMO - LUGANO 26 AGOSTO – 10 SETTEMBRE 2006 MARTEDÌ 5 SETTEMBRE LE RIBELLIONI DI MASSIMO FINI E GLI ANIMALI-POETI DI MARCOALDI  
 
Como, 4 settembre 2006 - Romanzi polizieschi, filosofia, fantascienza, poesia e teatro: è decisamente ricco il carnet di Parolario per martedì 5 settembre. Si inizia con la presentazione di un romanzo a metà fra il giallo e l’indagine psicologica, Una piccola storia ignobile di Alessandro Perissinotto, che l’autore presenta alle 17 al Caffè letterario di Piazza Cavour, insieme ad Alessandro Galimberti. Ricercatore negli ambiti della semiologia della fiaba, della multimedialità e della didattica, Perissinotto collabora con La Stampa ed è docente all´Università di Torino. Alla narrativa è approdato nel 1997 con il romanzo poliziesco L’anno che uccisero Rosetta (Sellerio), seguito da La canzone di Colombano e Treno 8017 (Sellerio, 2000 e 2003). Il suo ultimo romanzo, Una piccola storia ignobile (Rizzoli, 2006), ha come protagonista Anna, una psicologa disoccupata e separata da poco, che vive a Bergamo campando con qualche consulenza. Un giorno si presenta da lei Benedetta, manager rampante e figlia della Milano ‘bene’, tormentata dal senso di colpa nei confronti di una sorellastra, Patrizia, da sempre trascurata. Ma è tardi per rimediare: Patrizia è morta travolta da un’auto pirata. Benedetta chiede ad Anna di aiutarla a ricostruire l’immagine della sorellastra ed avere almeno il ricordo di lei, dato che persino la salma è scomparsa. Anna, a corto di soldi, accetta lo strano incarico e scopre poco a poco tutto ciò che si nasconde dietro una serie di pacifiche e ordinarie esistenze, fino a comprendere che alle spalle di molti omicidi non c’è la perversione del serial killer, ma solo tante piccole storie ignobili. Tre gli incontri in programma alle 18. I patiti della fantascienza sono attesi al Broletto, dove Inisero Cremaschi, Paola Bonfadini e Luigi Picchi parlano di Orizzonti possibili: ipotesi di fantascienza. Due ‘prof’ – Bonfadini e Picchi – e un giornalista-scrittore, accomunati dalla passione per la fantascienza. Redattore, dj radiofonico, curatore del programma Tuttilibri, Cremaschi ha sceneggiato dieci originali televisivi per la Rai. Ha curato cinque antologie di racconti fantastici italiani e ha vinto il Premio Firenze per la poesia (1959). Come narratore ha pubblicato undici romanzi e una raccolta di racconti; le sue opere più recenti sono Le cattedrali (1997), Giocattoli (1998), Il cielo di Teodolinda (2002), uscite presso Polistampa. A Cremaschi ed alla sua produzione poetica ha dedicato un volume Luigi Picchi, insegnante di latino al liceo ed autore di poesie e saggi (per Dialogolibri) incentrati su personalità locali, tra cui Giovanni Valassina: prete scrittore poeta e Carla Porta Musa, una lunga giovinezza. Picchi collabora con saggi, testi creativi, traduzioni alle riviste Città di vita, Il ragguaglio librario, Galleria, La clessidra, Future shock, Il banco di lettura, ´l Gazetin. La Bonfadini, laureata in paleografia e specializzata in storia dell’arte, docente di latino, unisce alla passione per l’antichità (è esperta di libri miniati) quella per un futuro fantastico. Ha scritto Stelle di cristallo (Starrylink Editrice, 2004), una raccolta di saggi, recensioni, schede, interventi su diversi aspetti e momenti della letteratura fantastica e della produzione audiovisiva sullo stesso tema. Pausa filosofica invece in Biblioteca con Alfredo Tomasetta e Michele Di Francesco. Un tema difficile quanto stimolante, quello scelto da Di Francesco, La mente e l’ordine naturale. Il filosofo ospite di Parolario si è formato a Milano e Ginevra, ha svolto attività di ricerca e di insegnamento presso le Università di Oxford, Ginevra, Palermo e Vercelli. Attualmente insegna Filosofia della Mente presso l’Università Vita-salute S. Raffaele, dove è anche professore straordinario per il settore disciplinare di Logica e Filosofia della Scienza. Tra i suoi libri recenti si segnalano: L’io e i suoi sé. Identità personale e scienza della mente (Raffaello Cortina, 1998), La coscienza (Laterza, 2000) e Introduzione alla filosofia della mente (Carocci, 2002). Le sue ricerche vertono sulla filosofia della mente, l’epistemologia della scienza cognitiva e la filosofia del cyberspazio. Collabora alla pagina culturale del Sole 24 Ore ed è presidente della Società Italiana di Filosofia Analitica e membro del consiglio di amministrazione e del comitato scientifico della Fondazione Carlo Erba di Milano. Per gli appassionati di geografia locale e di montagna, alla Libreria Meroni alla stessa ora Sara Faverio presenta la carta I sentieri del Bisbino, edita da Dominioni. Gli incontri con l’autore al Caffè letterario in piazza proseguono alle 18. 30 con il fustigatore di luoghi comuni Massimo Fini. Giornalista, scrive per Il Giorno, La Nazione, Il Resto del Carlino e Il Gazzettino. Per Marsilio ha pubblicato Di[zion]ario erotico. Manuale contro la donna a favore della femmina (2000), Nietzsche. L’apolide dell’esistenza (2003), la trilogia di saggi storico-filosofici La Ragione aveva Torto? (1985), Elogio della guerra (1989), Il denaro "sterco del demonio" (1998), riproposti nel 2003 in edizione tascabile, Il vizio oscuro dell’Occidente. Manifesto dell’Antimodernità (2002 e 2004) e Sudditi. Manifesto contro la Democrazia (2004). Inoltre Massimo Fini è Cyrano. Contro tutti i luoghi comuni (2005), in collaborazione con Eduardo Fiorillo e Francesca Roveda. Costruito per voci come un’enciclopedia, Il Ribelle. Dalla A alla Z (Marsilio, 2006) è la summa del Fini pensiero, della sua insofferenza verso i miti e gli stereotipi del Moderno, della sua professione di antagonista. Il risultato è un limpido e appassionante ritratto del ribelle, questo protagonista del nostro tempo, che, quanto più combatte come un Don Chisciotte contemporaneo, tanto più incanta e seduce chiunque lo incontri. Naturalmente il ribelle deve essere tale, almeno in una certa misura, anche a se stesso. E così Fini per chiarire il suo pensiero evoca anche la propria esperienza, il suo mestiere di giornalista, le sue passioni di inviato e scrittore. Dialoga con Massimo Fini Manuela Maffioli. La poesia del mondo animale è a Parolario alle 21 in Piazza Cavour, grazie ad un ospite del calibro di Franco Marcoaldi. Storico, critico letterario, inviato di Repubblica, Marcoaldi vive e lavora a Roma. Ha pubblicato i libri di poesia A mosca cieca (Einaudi, 1992 Premio Viareggio), Celibi al limbo (Einaudi, 1995), Amore non Amore (Bompiani, 1997), L’isola celeste, (Einaudi, 2000). Nel 2006 per Einaudi è uscito Animali in versi: parlano in versi cani, gatti, fringuelli, lucertole, asini, tartarughe e molti altri esseri viventi, che, a differenza degli uomini, vivono un´esistenza piena e sapiente suscitando in chi li osserva una strana invidia. In questo bestiario assieme realistico e fantastico, Franco Marcoaldi coglie in modo sorprendente l´anima animale, così intimamente connessa con l´anima del mondo. E lo fa con l´agio di una voce poetica capace di alternare la semplicità dell´eloquio domestico e la riflessione morale. Lo scrittore romano dialoga con Nadia Fusini e Lorenzo Morandotti. Altri due appuntamenti sono previsti in contemporanea, sempre alle 21. In Biblioteca si progetta una “nuova Como”, con la conferenza Como: futuri possibili, scenari e scelte per la rivitalizzazione della città in cui intervengono Francesco Cetti Serbelloni, Emanuela Donetti e Micaela Terzi. Nel cortile del Liceo Classico “Volta”(via Cesare Cantù 57), il Laboratorio Teatrale del liceo presenta I vinti, studio per una messinscena dei Malavoglia di Verga. A partire dai primi rintocchi di una campana, lo spettatore viene coinvolto in un’atmosfera cupa: l’azione teatrale affonda le mani in un romanzo che non lascia speranza, almeno per i protagonisti, i Malavoglia. Per certe persone non esiste possibilità di riscatto su questa terra, qualunque tentativo facciano per sollevare la testa schiacciata da un destino impietoso. Eppure, proprio sul finale, dopo la rappresentazione di un rito (U malupisci) che da più di un secolo a Trezza interpreta il confronto tra l’ambiente e l’uomo, e vede quest’ultimo inseguire un pesce-uomo senza mai catturarlo, una piccola luce concederà ai personaggi in scena e al pubblico il sollievo di una speranza. Lo spettacolo non ha la pretesa di raccontare per intero l’opera di Verga, ma cerca di esservi fedele nelle emozioni e costituisce un primo passo verso un prodotto più compiuto, che gli studenti del “Volta” hanno in cantiere per il prossimo anno. Alle 21. 30 al Broletto ritornano le atmosfere inquietanti con cui si era aperta la giornata, grazie al libro di Gianfranco de’ Capitani, Una questione di luna piena. Da sempre interessato a pittura, teatro, cinema e televisione, attore non professionista, Gianfranco de’ Capitani collabora nella stesura di testi teatrali e cabarettistici e coopera come fantasista nella realizzazione di racconti e storie. L’episodio creativo di Una questione di luna piena è stato dettato dall’esigenza di esprimere in un racconto le spinte emotive che attualmente lo muovono. Atti vandalici si susseguono nelle notti di luna piena. Un uomo sconvolto da allucinazioni insegue una donna misteriosa che lo affascina. Un commissario di polizia investiga su incredibili vicende, combattuto tra senso del dovere e razionalità. Un finale incredibilmente folle suggella questa ridda di personaggi e di azioni, di storie che ne sottintendono e raccontano mille altre. Dal libro Una questione di luna piena è stata tratta la sceneggiatura, scritta da Daniela Tanzi, per un cortometraggio relativo al capitolo intitolato La moneta di rame. La vicenda si svolge in un carcere. L’imputato Fabio è stato condannato a morte per omicidio. Gli viene consegnata una grossa moneta di rame: al novantesimo giorno, nel momento chiamato “l’occasione”, il boia, dopo aver fatto scegliere al detenuto la faccia della moneta, la lancerà in aria. A questo gesto arbitrario sarà affidata la vita, o la morte, di Fabio. Le riprese del cortometraggio La moneta di rame inizieranno il 16 settembre con lo staff dell’associazione Mooka Movie di Como. La sceneggiatrice, Daniela Tanzi, nata a Como, si è formata a Milano con Salvatore Nocita. Docente di sceneggiatura presso Progetto Format, giornalista, è autrice del libro Vivere sul set – Interviste e curiosità sulla soap opera lariana. Si occupa di riprese televisive ed è sceneggiatrice di parodie teatrali per ragazzi. Dialogherà con de’ Capitani e Daniela Tanzi lo psicoterapeuta Gaetano Giovi. La scelta di un medico – Giovi è direttore sanitario del Centro di Medicina Psicosomatica Psicologia e Psicoterapia di Gallarate – non è casuale. Una questione di luna piena è un romanzo dove il narrare nel narrare è il paradigma del fantastico nel reale, dell’inconscio nel conscio, della psiche nel soma, dove la pazzia è la fuga dalla realtà insopportabile, dove tutto si ricongiunge nel mistero dell’universo. In seconda serata, alle 22. 30, in Piazza Cavour ci sarà un piccolo cambio di programma: al posto del documentario Case! di Riccardo Iacona (Rai), verrà proiettato Quando l’arte si tace del regista Riccardo De Cal, freschissimo vincitore della quinta edizione del concorso abbinato al Festival Internazionale del Cinema d’Arte, che si è tenuto a Bergamo dal 23 giugno al 1 luglio 2006. Un concorso che premia i film realizzati su temi ed immagini del mondo dell’arte, promuovendo così un inedito connubio tra le arti figurative e la cosiddetta “settima arte”. Giovanissimo il regista, il veneziano De Cal, appassionato anche di fotografia ed autore dei film L´ultimo fronte (2003), La città del silenzio (2004), Ezechiele 37, 26 (2005). Quando l’arte si tace è un documentario che getta luce sulla vita del pittore veneziano Gino Rossi e raccoglie le testimonianze delle persone che lo hanno conosciuto. La vicenda è quella di un artista non riconosciuto nel suo tempo e maltrattato dalla vita, che con coerenza e purezza ha perseguito fino alla fine una ricerca che anticipava il rinnovamento della pittura italiana moderna, tanto da essere oggi considerato una figura chiave fra i maestri del Novecento. L’ingresso è libero per tutti gli eventi. Dalle ore 16 alle 23 è attivo in Piazza Cavour un Info Point dove è possibile prenotare visite guidate, ricevere informazioni e depliant. .  
   
   
MILANO CITTA’ APERTA ALL’ARTE E ALLA CULTURA IL SINDACO MORATTI E L’ASSESSORE SGARBI HANNO PRESENTATO LA PROSSIMA STAGIONE DELLE GRANDI MOSTRE OSPITATE NELLA CITTA’ DI MILANO  
 
 Milano, 4 settembre 2006 - «Milano è la Capitale della Cultura, lo è sempre stata, così come non sono mai mancate le mostre importanti di livello internazionale. Ora. Però. È giunto il momento di dargli uno scheletro organizzativo, di mettere insieme le iniziative pubbliche con quelle private e dare, finalmente, a Milano la dimensione che gli spetta, oltre le “solite note” città d’arte come Firenze, Roma o Venezia». Non ha dubbi l’assessore alla Cultura, Vittorio Sgarbi, che ha presentato il programma di mostre del Comune di Milano per biennio 2006-2007. Un Milano “città aperta”, così come l’ha definita l’assessore Sgarbi che alla presentazione ha voluto di fianco a sé il presidente del Consiglio Comunale, Manfredi Palmeri, il presidente della Triennale, Davide Rampello, e il direttore di Raidue, Antonio Marano, proprio a testimonianza dell’”apertura di Milano” a tutte le sue istituzioni ed eccellenze. Sempre sul tema di Milano città aperta, Sgarbi, ha sottolineato un nuovo corso artistico, con 57 appuntamenti in calendario, a coprire un arco temporale di 4 anni e con i “grandissimi” dell’arte moderna e contemporanea con un occhio di riguardo a tre celebrazioni, tutte «centenarie e milanesi: un omaggio a Dino Buzzati, artista e critico, uno a Lalla Romano e, contestualmente, il rilancio delle attività del Circolo Filologico Milanese. Una stagione di grandi eventi culturali e artistici ripropone Milano sulla scena internazionale in un ruolo di protagonista. Dal prossimo autunno, infatti, Palazzo Reale, il Poldi Pezzoli, la Rotonda della Besana, il Padiglione d’Arte Contemporanea, la Triennale e tanti altri spazi della Città saranno animati e arricchiti da un calendario di grandi mostre d’arte. Sarà così il debutto ufficiale del Museo d’Arte Contemporanea alla Bovisa, che estenderà i propri orari di apertura fino alle 24, per inserirsi attivamente nella vita del quartiere. Tamara De Lempicka, Umberto Boccioni, Dino Buzzati, Arturo Martini, Jean-michel Basquiat, Andres Serrano, Hans Hartung sono alcuni dei nomi più noti al grande pubblico dei grandi artisti che compongono il calendario delle mostre che coinvolgeranno la città di Milano come “piazza” dell’arte nel prossimo anno. Ad ospitare eventi ed iniziative non saranno solo i musei e le tradizionali sedi espositive: cominceranno i Writers, che dialogheranno con la Città mentre nelle settimane successive le sculture di Marco Lodola verranno esposte in vari punti di Milano. È una Milano “da vedere” – ha spiegato l’assessore Sgarbi – quella che si ripresenta dal prossimo autunno all’attenzione dell’Italia e del mondo. Gli eventi artistici presentati oggi sono un’opportunità unica di scambi e relazioni internazionali e costituiscono la leva principale per attrarre a Milano i protagonisti e gli eventi della cultura mondiale: quando la cultura si esprime a così alti livelli questa diviene anche un prezioso strumento di promozione della città, di marketing territoriale. L’anno scorso a Milano le presenze turistiche sono state 10 milioni e mezzo, per il 60% straniere e con una crescita del 3%. La voce “turismo” porta in Città una dote di 2 miliardi e mezzo di euro e il turista straniero spende in cultura 3 volte il turista italiano medio. Questi dati – ha ribadito l’Assessore Sgarbi – fanno comprendere quanto sia importante per la città investire in cultura, in arte, in mostre e rassegne. È un impegno che abbiamo nei confronti dei milanesi, è un’opportunità per il nostro territorio e per il sistema Italia. Perché a Milano la cultura è anche una ricchezza su cui investire, in cui credere per offrire di più ai milanesi, per offrire qualcosa di unico ai suoi visitatori, italiani o stranieri. Www. Comune. Milano. It .  
   
   
BOCCIONI “PITTORE SCULTORE FUTURISTA” AL PALAZZO REALE DI MILANO  
 
Milano, 4 settembre 2006 - Apre il 6 ottobre nelle sale al pianoterra di Palazzo Reale a Milano la mostra dedicata alla figura di Umberto Boccioni, artista tra i più noti del futurismo italiano, profondamente legato al capoluogo lombardo in cui ha vissuto e intensamente lavorato e di cui ha saputo interpretare la modernità e l’imponente sviluppo urbano e industriale del primo Novecento. Promossa dal Comune di Milano, prodotta da Palazzo Reale e Skira Editore, con il sostegno di Alfa Romeo e curata da Laura Mattioli Rossi, profonda conoscitrice di Boccioni e del futurismo italiano, cui ha dedicato anni di studio e attorno al quale ha organizzato alcune importanti esposizioni, la mostra vuole mettere in luce l’attività di scultore dell’artista, tra gli aspetti meno conosciuti della sua operosa attività. Nonostante, infatti, le sculture di Boccioni siano note al grande pubblico - la più celebre, Forme uniche della continuità nello spazio è stata persino scelta per rappresentare l’arte italiana sulla nostra moneta da 20 centesimi di euro, mentre il recente Guggenheim Museum di Frank O. Gehry a Bilbao si ispira dichiaratamente a Linee e forze di una bottiglia - l’attività scultorea dell’artista è stata sinora considerata parte del suo percorso creativo, ma non approfondita, a favore della più conosciuta attività pittorica e teorica. Grazie invece a un lungo lavoro di ricerca della curatrice e alla collaborazione dei principali musei internazionali - tra i quali il Metropolitan di New York, il Musée Rodin di Parigi, il Centro de Arte Reina Sofia di Madrid, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, la Collezione Peggy Guggenheim di Venezia, la Estorick Collection di Londra, oltre alle Civiche Raccolte d’Arte del Comune di Milano, con il loro fondamentale nucleo - sarà possibile presentare a Palazzo Reale circa settanta tra dipinti, disegni e sculture di Boccioni, in cui si evincono la passione, lo studio incessante, la teorizzazione e infine la realizzazione di opere nelle quali risulta preminente la voglia di esprimersi dell’artista attraverso forme spaziali autonome che saranno riconosciute come profondamente innovatrici nella scultura dell’epoca. A confronto saranno poste alcune opere di celebri contemporanei di Boccioni, come Auguste Rodin, Pablo Picasso, Medardo Rosso, Giacomo Balla e Gino Severini. Una scelta di riproduzioni fotografiche - scattate soprattutto dallo stesso Boccioni - tratte da un eccezionale corpus studiato in questa occasione in modo analitico, accompagnerà i visitatori, offrendo una testimonianza visiva e di grande impatto dell’attività di Boccioni, del suo studio, delle relazioni familiari e di amicizia, delle esposizioni che all’epoca lo videro protagonista. Arricchiranno infine il percorso della mostra esemplari di cataloghi, libri, fotografie, lettere, documenti d’epoca, che renderanno il clima dell’esaltante periodo del primo futurismo, che Boccioni visse da protagonista. Boccioni scultore Ma come nasce l’interesse di Boccioni per l’arte plastica? Il suo percorso biografico-artistico, fulmineo e straordinario a un tempo, è il cardine della mostra. Boccioni si dedica alla scultura tra il 1912 e il 1914, realizzando tredici sculture, di cui ne sono rimaste purtroppo soltanto quattro. Il primo a rendere nota l’opera plastica di Boccioni è Roberto Longhi, che nel 1914 pubblica uno studio fondamentale su questo argomento. L’artista comincia a pensare alla scultura in modo quasi ossessivo, come testimoniano alcune sue lettere, dopo il suo soggiorno parigino nella primavera del 1912. Qui conosce le opere cubiste di Picasso e Braque e ha modo di visitare, in compagnia di Severini, gli studi degli scultori d’avanguardia, quali Archipenko, Brancusi, Duchamp, Villon. La sua idea, al ritorno a Milano, è che: “la scultura è un’arte mummificata, che deve risorgere come la pittura”. Scrive le sue convinzioni nel Manifesto tecnico della Scultura Futurista (estate 1912), sviluppa la teoria di compenetrazione tra figura e ambiente e prende la decisione di lasciare l’appartamento-studio di Via Adige 23, troppo angusto per poter realizzare le grandi sculture che ha in mente, e di trasferirsi in Bastioni di Porta Romana 35, dove abiterà sino alla morte. Questo trasloco è fondamentale per la datazione dei suoi lavori plastici. All’inizio Boccioni esegue ritratti della madre a mezzo busto, dove la fusione tra la figura e l’ambiente circostante è perseguita con materiali diversi, come una balaustra in ferro, una finestra in legno e vetro, una crocchia di capelli veri o di filo di ferro. Non ha però conoscenze tecniche, lavora con la creta, la sua scultura è, diversamente da quella dei grandi maestri dell’arte plastica, una scultura “per porre”, non “per levare”. I disegni preparatori sono pochi, interviene direttamente sull’opera. E’ un modo di lavorare che Boccioni adotta anche in pittura, aggiungendo al quadro pezzi di tela in corso d’opera. Arturo Martini gli rinfaccerà di non essere in grado di scolpire a “tutto tondo”. Ma i presupposti della scultura di Boccioni innovano profondamente le forme plastiche tradizionali e l’inserimento di oggetti reali rompe ogni convenzione accademica. Da questo polimaterismo spinto e in certi casi concettuale - la parola Muro tracciata su una scultura con numeri e altre scritte - Boccioni passa a posizioni più tradizionali, dedicandosi a temi classici come la testa femminile intesa come insieme di volumi, la natura morta e il nudo virile, dove attacca frontalmente i cubisti, accusandoli di “staticità” e sfidandoli sul loro stesso terreno in nome di una scultura dinamica. Da qui in poi Boccioni abbandona il polimaterismo e si dedica solo al gesso. Tra il 1912 e il 1913 Boccioni ha un intenso rapporto con Margherita Sarfatti, conosciuta già nel 1909, musa degli artisti futuristi milanesi e titolare di un celebre salotto letterario e mondano. E’ la Sarfatti a spingere Boccioni verso l’interpretazione di temi classici in modo moderno, sfidando gli scultori più celebri. Un esempio è Rodin che nel 1911 espone a Roma il famoso bronzo L’homme qui marche, che raffigura un nudo virile classico senza braccia. Boccioni gli contrappone nel 1913 con il suo capolavoro Forme uniche della continuità nello spazio, dove il corpo umano è torso e avviluppato in una spirale di movimento, con volumi aguzzi e sporgenti che ne fanno un’opera modernissima e il simbolo del futurismo italiano. Boccioni ritrae la Sarfatti nel dipinto Antigrazioso (1912-13), che costituisce un pendant di quello di Marinetti realizzato da Carrà nel 1911. Qui viene ribadita la polemica verso la grazia classica, molto in voga nel gusto del tempo. Nasce un ritratto scultoreo in cui i volumi si scompongono in una contrapposizione di masse plastiche e di cavità aperte verso lo spazio circostante. La riflessione di Boccioni sul movimento si sviluppa dal nudo virile al nuovo concetto di “dinamismo plastico”, e prosegue ulteriormente nella serie dedicata al movimento del cavallo nella sua fusione con l’ambiente. In un paio d’anni, tra il 1913 e il 1915, Boccioni presenta le sue sculture a cinque mostre: a Parigi (giugno 1913, Galleria La Boëtie) con undici opere plastiche e ventidue disegni; a Roma (dicembre 1913, Galleria Futurista), con la stessa mostra, ampliata però a dodici sculture e ben quarantasei disegni); a Firenze (febbraio 1914, Galleria Gonnelli); a Londra nella collettiva Exhibition of the works of the Italian Futurist painters and sculptors (sempre 1914), e infine nel 1915 a San Francisco. Tra il Manifesto del 1912 e la prefazione alle mostre del 1913 passa solo un anno, ma gli scritti teorici, profondamente diversi uno dall’altro, riflettono pienamente l’evolversi dell’artista nel suo approccio all’opera plastica. Le sezioni della mostra I Lo studio dello scultore Nella prima sala della mostra il visitatore è circondato da una serie di grandi riproduzioni fotografiche che riproducono lo studio dell’artista in Bastioni di Porta Romana 35 e fanno rivivere l’ambiente in cui si svolse la vicenda umana e artistica di Boccioni. Un’apertura di grande impatto che permetterà al pubblico di percepire la personalità dell’artista, il suo ambiente, la fase iniziale del suo lavoro di scultore. Ii Il manifesto tecnico della scultura futurista e i documenti d’epoca In queste sezioni troveranno posto la copia del Manifesto tecnico della scultura futurista inviata dall’artista a Medardo Rosso (1912), e la celebre fotodinamica di Anton Giulio Bragaglia che ritrae Boccioni. Saranno anche esposti importanti volumi come Scultura futurista di Roberto Longhi, Pittura-scultura futuriste di Boccioni. Iii la scultura Testa+casa+luce . Iv la scultura Testa+finestra. I primi lavori plastici polimaterici saranno presentati con ingrandimenti di fotografie d’epoca e vari disegni preparatori. Qui la madre è sempre la protagonista e gli oggetti reali intervengono da protagonisti nell’innovativo discorso plastico. V I confronti con la scultura Qui parte il confronto tra il Boccioni scultore e i maestri contemporanei: saranno quindi esposte Tete de femme di Picasso (dal Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia di Madrid) e Madame Noblet di Medardo Rosso (dal Museo Medardo Rosso di Barzio). Di Boccioni sarà esposta la prima grande scultura Antigrazioso (1913), prestata dal Metropolitan di New York, oltre al bellissimo olio Dimensioni astratte (1912) dalle Civiche raccolte milanesi e Testa+casa+luce, un disegno a carboncino e acquerello, sempre delle Civiche Raccolte, molto esemplificativo dello studio condotto da Boccioni in questo periodo sulle nuove forme plastiche che intende realizzare. Vi Margherita Sarfatti e il tema dell’Antigrazioso. In questa sezione viene proposto il rapporto tra Boccioni e Margherita Sarfatti, con opere come il disegno Studio per Antigrazioso e l’olio su tela Antigrazioso. Accanto a queste opere, lo straordinario olio Femme nue [Studio per les Demoiselles d’Avignon] di Picasso (1907) e la celebre cera La portinaia di Medardo Rosso, messi a confronto con altri disegni di Boccioni, dove emerge lo scostarsi dell’artista dal modo di concepire la figura umana utilizzato dai suoi celebri contemporanei e l’approdare verso forme plastiche più astratte e innovative. Esempio lampante è lo Studio dei vuoti e pieni in una testa (1912) proveniente dalla Estorick Collection di Londra, affiancato a un olio di Juan Gris. Vii La Bottiglia Ed eccoci al cospetto della seconda delle quattro sculture di Boccioni rimaste: il bronzo Sviluppo di una bottiglia nello spazio (1912), sempre proveniente dalle Civiche Raccolte milanesi, un’opera straordinaria, da cui, come abbiamo visto, ha preso ispirazione il grande architetto Gehry per il Guggenheim Museum di Bilbao, e che mostra una forma aerodinamica che fonde il movimento dell’oggetto con l’aria, dando vita ad una sorta di forma avvitata su se stessa. Accanto a questa opera, due olii Il bevitore e Nudo (dinamismo complementare di forma-colore) e un disegno Tavola+bottiglia+caseggiato, che chiariscono la polemica messa in atto dai futuristi nei confronti delle ricerche francesi contemporanee. Viii Le esposizioni Questa sala presenta con ingrandimenti fotografici l’allestimento della prima esposizione di sculture di Boccioni, organizzata a Parigi nel 1913. Saranno presentati inoltre, a completamento della sezione, documenti e cataloghi delle esposizioni di scultura cui Boccioni partecipa tra il 1912 e il 1915. Ix Il tema del movimento prima del “dinamismo plastico” La sezione illustra il dibattito sul tema del movimento che si svolge all’interno della compagine futurista. Boccioni in particolare assume una posizione di forte rinnovamento, introducendo i concetti di sintesi e di simultaneità, soprattutto nei confronti di Giacomo Balla - di cui si espone Bambina che corre sul balcone del 1912 - che lo va a trovare nella primavera del 1913. Boccioni ne discute animatamente con Balla, mostrandogli le nuove sculture. Saranno qui esposte opere fondamentali di Boccioni come il celebre Elasticità, messo a confronto con Ballerina in giallo di Gino Severini. X La figura virile in moto Qui saranno posti a confronto una scultura e alcuni disegni di Boccioni, nei quali l’artista studia il movimento della figura virile nuda con L’homme qui marche, il celebre bronzo di Rodin, esposto a Roma nel 1911, prima opera volutamente senza braccia. Xi I dinamismi Saranno raccolti in questa sala notevoli disegni, tutti provenienti dalle Civiche Raccolte d’arte, dove Boccioni prosegue lo studio del dinamismo del corpo umano derivandoli dalle sculture in gesso. Xii Forme uniche Gli studi di Boccioni sulla figura umana in movimento sfociano nel suo capolavoro, il bronzo Forme uniche nella continuità dello spazio (1913), che nasce in gesso e viene studiato anche in una serie di disegni e in alcuni dipinti - in gran parte di proprietà del Comune di Milano. Xiii Cavallo+case La sala conclusiva della mostra raccoglie la quarta e ultima scultura superstite di Boccioni, Dinamismo di un cavallo in corsa + case (1914-15), polimaterica, in guazzo, olio, legno, rame e ferro dipinto, concepita come bassorilievo tridimensionale policromo e mobile e prestata dalla Peggy Guggenheim Collection di Venezia. Accanto a questa straordinaria opera, tutti i lavori di Boccioni dedicati al tema del cavallo in movimento ancor oggi esistenti, per la prima volta riuniti insieme. Una mostra ricca di spunti, dunque, dedicata ad un grande artista milanese, le cui opere appartengono per la maggior parte a Milano e che illuminerà la sua figura facendolo conoscere maggiormente, ed amare, dai milanesi e da tutti coloro che sono affascinati dal futurismo italiano, movimento profondamente diverso dal cubismo, grazie al quale il nostro Paese riacquistò, all’inizio del Novecento, un ruolo centrale nel dibattito culturale europeo, figurando tra i protagonisti del radicale mutamento operato dalle avanguardie storiche. Catalogo edito da Skira .  
   
   
ATTESA PER LA GRANDE RETROSPETTIVA DI TAMARA DE LEMPICKA A PALAZZO REALE  
 
Milano, 4 settembre 2006 - L’assessorato alla Cultura del Comune di Milano, con produzione e organizzazione del Palazzo Reale e di Arthemisia, promuove la grande retrospettiva di Tamara de Lempicka (Varsavia 1898 – Cuernavaca 1980) allestita a Palazzo Reale, dal 5 ottobre 2006 al 14 gennaio 2007. La mostra, a cura di Gioia Mori e Tomas Sharman, celebra l’artista polacca che giunge a Milano dopo aver conquistato Londra, Vienna e Parigi con le mostre a lei dedicate tra il 2004 e il 2006. La mostra ha un particolare significato, perché proprio a Milano, nella galleria del conte Emanuele Castelbarco, Bottega di Poesia, che era situata in via Montenapoleone 14, avvenne la prima mostra personale di Tamara de Lempicka, nel 1925. A distanza di ottant’anni, Milano ripropone l’infinito fascino del lavoro e delle idee di Tamara alle nuove generazioni di visitatori. Pittrice cosmopolita e icona dell’Art Déco, Tamara de Lempicka ha creato immagini che sono diventate il simbolo di un’epoca, “i folli” anni Venti e Trenta di cui diventa la più brillante interprete, introducendo nei suoi dipinti i simboli della modernità e rappresentando la donna emancipata, libera, indipendente e trasgressiva. Considerando la vita come un’opera d’arte e sostenuta da una volontà ferrea di affermazione, Tamara coltiva il suo talento artistico, ma anche costruisce con cura la propria immagine di donna elegante e sofisticata, divenendo presto la protagonista stravagante della mondanità europea. La mostra Tamara de Lempicka ripercorre la carriera di questa affascinante artista polacca che visse in Russia, a Parigi, in Italia, per approdare poi negli Stati Uniti e passare gli ultimi anni della sua vita in Messico. Attraverso una meditata scelta di opere pittoriche, ma anche di disegni, documenti, fotografie, immagini di repertorio, viene ricreata l’atmosfera del tempo, i grandi eventi storici, ma anche le tendenze dell’arte a lei contemporanea, in un percorso che consente al visitatore di immergersi e di immedesimarsi nel mondo e nella vita dell’artista, piena di “glamour” ma segnata anche dai grandi eventi storici del Novecento. Mantenendo costante il parallelismo tra la vita e l’opera di Tamara, la mostra si apre evidenziando il momento della fuga dell’artista dalla Russia all’Europa. Tamara, già sposa di Tadeusz Lempicki, lascia San Pietroburgo sotto l’assedio bolscevico, e inizia una nuova vita a Parigi. Memore dell’arte russa di ispirazione cubista, allieva a Parigi di André Lhote, Tamara de Lempicka si presenta al mondo parigino esponendo già nel 1922. Tra i suoi primi ritratti, sono in mostra quello dedicato alla figlia Kizette, Portrait d’une fillette avec son ourson (1922), La bohémienne (1923), Danseuse russe (1923-1924). Appare già padrona del suo stile personale, caratterizzato da una forte deformazione e tendenza all’ingigantimento dei volumi, nel ritratto Femme à la robe noire (1923). Il vero successo e il lancio internazionale avviene con la personale di Milano del 1925, presso la galleria del conte Castelbarco, ricostruita in mostra con alcuni esempi significativi, tra cui Portrait du Price Eristoff (1925), Portrait du Marquis d’Affitto (1925), Portrait de la Duchesse de la Salle (1925), Les deux fillettes aux rubans (1925). La figura di Castelbarco, importante uomo di cultura della Milano degli anni Venti, marito di Wally Toscanini (figlia di Arturo), e la sua attività di editore e gallerista è oggetto in mostra di una sezione che ne documenta l’attività, e il rapporto con Gabriele D’annunzio, l’uomo che Tamara rifiutò durante un burrascoso soggiorno al Vittoriale. La prima esposizione di Tamara a Milano avviene durante anni particolarmente importanti per l’arte italiana, in cui a dominare sono i protagonisti di “Novecento”, alcuni dei quali presentano consonanze di temi, che saranno messe in rilievo nella mostra, come nel caso di Felice Casorati, Ubaldo Oppi, Achille Funi, Francesco Trombadori. Il legame della Lempicka con il nostro paese aveva peraltro origini lontane, quando nel 1911, ancora fanciulla, visita i musei di Firenze, Roma, Venezia; nasce da allora la passione per l’arte italiana, in particolare per Botticelli, Raffaello e Pontormo, da cui riprende numerosi studi: disegni e schizzi di figure riutilizzate spesso in modo evidente in molte sue opere, alcuni dei quali esposti in questa mostra. Ma l’Italia è anche la scena di molti suoi amori: dal marchese Guido Sommi, del quale è in mostra un ritratto a figura intera mai esposto prima d’ora, al conte veneziano Vettor Marcello, ritratto nel 1933, a Gino Puglisi, importante collezionista di Tamara, al quale apparteneva la Vierge bleue, mai più esposta dal 1934, quando venne presentata al Salon des Tuileries. Sono poi presenti alcuni dei suoi famosi ritratti e nudi degli anni del suo massimo successo, tra cui La tunique rose (1927), Le rêve (1927), La belle Rafaela en vert (1927), Jeune fille aux gants (1930), acquistato dallo Stato francese già nel 1932, La musicienne (1929), Nu aux buildings (1929), Le téléphone 2 (1930), Nu aux voilers (1931), Arlette Boucard aux arums (1931), Portrait de Marjorie Ferry (1932), Portrait de Mademoiselle Poum Rachou (1934): ritratti unici nella geniale rappresentazione della società mondana durante gli anni tra le due guerre. Sono opere che raffigurano tutto ciò che era considerato glamour e che rappresentava “il nuovo”: il telefono, le vedute urbane con grattacieli, le barche a vela dei lussuosi luoghi di villeggiatura. Le donne esprimono una sicurezza gelida e perfetta: le labbra con rossetto rosso profondo e prezioso, le mani immacolate, le braccia ricoperte da gioielli sfavillanti e gli sguardi sicuri e sfidanti, immagini vicine all’artificio e al perfezionismo della fotografia di moda. L’artista sviluppa in queste opere quella che definisce “visione amorosa”, ovvero una visione deformata dai sentimenti che la pittrice prova per una persona o per un oggetto. Nei suoi quadri, le figure quasi esplodono e tendono a fuoriuscire dalla tela, a pretendere una solidità che si contrappone all’effimero dei sentimenti; e l’artista ha dichiarato di aver quasi sempre ritratto gli uomini e le donne che ha amato. Le immagini oscillano così tra raffinata sensualità e gelido classicismo. Il contributo di Tamara de Lempicka alla pittura moderna viene inoltre esposto nel contesto della moda e del design degli anni Venti e Trenta; moda come parte integrante della sua arte, e lo dimostrano i suoi disegni di figurini, le pubblicità e le copertine delle riviste disegnate dall’artista; e pure della sua vita, come dimostrano le numerose foto in abbigliamenti alla moda e la frequentazione dei locali più moderni. Amante della perfezione e del design pulito e lucido fatto di linee essenziali e acciaio, l‘artista allestisce il suo studio di Parigi in un edificio progettato dall’architetto Robert Mallet-stevens, rappresentante di spicco dell’architettura modernista, e ne affida l’arredamento alla sorella Adrienne Gurwick-gorska, architetto, che disegna per lei oggetti e mobili rappresentativi del gusto dell’epoca. Ma l’affermarsi delle dittature in Europa e la paura delle persecuzioni razziali (il padre di Tamara era ebreo, così come il suo secondo marito, il barone Raoul Kuffner), la fanno decidere nel 1939 per un nuovo espatrio, prima a Cuba e poi negli Stati Uniti, dove vive per un periodo in California, a Hollywood, e poi a New York. Sono gli anni in cui realizza opere dal carattere meditativo e dallo stile iperrealista: Atelier à la campagne (1941), Le turban orange Ii (1945), La Mexicaine (1947), Portrait de Kizette adulte I (1954), Femme au chapeau (1952), e le nature morte ispirate all’arte fiamminga. Il mito di Tamara, “donna moderna” per eccellenza e dai comportamenti sessuali che precorrono quelli della cosiddetta generazione Bi (bisex) della Hollywood dei nostri tempi, si afferma dopo la sua scomparsa, negli anni Ottanta, con un collezionismo d’élite dai nomi famosi: da Barbra Streisand a Jack Nicholson, da Madonna a Donna Karan e Wolfgang Joop. Citazioni delle sue opere e del suo stile si trovano nel cinema, nella fiction televisiva, nella pubblicità (basti ricordare la campagna Campari del 1997, Red Passion) e ancora oggi il suo personaggio e le sue opere affascinano e seducono. La mostra è un’operazione di respiro internazionale, le opere esposte provengono infatti da prestigiose collezioni pubbliche e private, soprattutto americane ed europee, tra cui i francesi Musée National d´Art Moderne - Centre Pompidou di Parigi, Musée des Beaux-arts de Nantes, Museé Malraux di Le Havre e Musée-château de Cagnes, e le collezioni Wolfgang Joop di Berlino e Donna Karan di New York oltre che molte opere courtesy Barry Friedman e Alain Blondel. Catalogo Skira www. Tamaradelempicka. It www. Comune. Milano. It/palazzoreale .  
   
   
COSTRUIRE LE MODERNITÀ: TRE IMPORTANTI MOSTRE SU FRANCO ALBINI, IGNAZIO GARDELLA, CARLO MOLLINO  
 
 Milano, 4 settembre 2006 - L’iniziativa Costruire le modernità: Franco Albini, Ignazio Gardella e Carlo Mollino presenta l’opera di tre grandi protagonisti della creatività italiana del Novecento che, pur in modi diversi, sono stati sempre letti per una loro presunta diversità rispetto ai canoni, molto incerti per lo meno in Italia, di una modernità razionalista. Questi tre architetti, in realtà, hanno vissuto la professione come mestiere, talvolta – com’è nel caso di Gardella e Mollino - legato a genealogie familiari di ingegneri. La costruzione e il cantiere sono luoghi essenziali dell’identità di un’architettura che si realizza soprattutto facendo. Ma Albini, Gardella e Mollino sono anche tre architetti che hanno saputo interpretare temi nuovi della società italiana del Novecento: la seconda casa, in montagna o al mare, la trasformazione dell’idea di museo, la società dei consumi con i suoi nuovi totem. Tre architetti formati in culture regionali, che hanno saputo tuttavia interpretare e non subire i modelli internazionali, che il secolo ha loro proposto. Tre architetti le cui vicende consentono di avviare una riscrittura della storia dell’architettura del Novecento, che attenta finalmente anche alla distribuzione, alle tecniche costruttive, ai materiali, ai dialoghi a volte conflittuali con le altre professioni: elementi, questi, che contribuiscono a costruire il panorama, ricco e differenziato, dell’architettura italiana del secolo breve. Franco Albini (Robbiate, Lecco 1905 – Milano 1977), Ignazio Gardella (Milano 1905-1997), Carlo Mollino (Torino 1905-1973) appartengono alla prima generazione di quegli architetti italiani che hanno saputo interpretare i più avanzati principi della modernità europea alla luce della tradizione storica nazionale. La ragione per proporre, oggi, una riflessione su questi architetti non è da ricercare solo nell’occasione celebrativa del centenario della loro nascita, ma è soprattutto da individuare nella necessità di interrogarsi su un “altro” e comune modo di sentire il rapporto tra le ansie di rinnovamento della modernità italiana e il problema della permanenza delle proprie radici culturali, in un periodo storico cruciale per la storia d’Italia che attraversa il fascismo, la guerra e la ricostruzione. L’iniziativa è il risultato di un progetto che riunisce tre grandi mostre, organizzate in tre differenti città: Franco Albini architetto (alla Triennale di Milano, dal 28 settembre al 26 dicembre 2006); Ignazio Gardella architetto (Palazzo Ducale di Genova, dal 24 novembre al 30 gennaio 2007); Carlo Mollino architetto (Archivio di Stato di Torino, dal 12 ottobre 2006 al 7 gennaio 2007). Le mostre, curate da comitati scientifici composti da studiosi italiani e stranieri e coordinate in modo da formare un unico evento, approfondiranno il contributo delle poetiche architettoniche dei singoli protagonisti anche attraverso l’intreccio con i percorsi e gli esiti delle rispettive ricerche all’interno del panorama culturale italiano e internazionale. Attraverso le biografie intellettuali e professionali di tre maestri si tenterà di comprendere i caratteri delle rispettive culture architettoniche, ma anche dei rispettivi ambiti professionali, con l’obiettivo di ricostruire alcuni tasselli fondamentali della cultura del Novecento. Il progetto scientifico dell’iniziativa Costruire le modernità: Franco Albini, Ignazio Gardella e Carlo Mollino è il risultato di una collaborazione, la prima in questo campo, tra diverse istituzioni: Darc, Triennale di Milano, Politecnico di Milano, Politecnico di Torino, Università degli Studi di Genova. Nelle rispettive sedi, le singole mostre avvieranno una serie di eventi e iniziative per discutere e approfondire i più importanti intrecci tematici che hanno visto coinvolti i tre architetti, quali ad esempio il lavoro nel campo dell’allestimento d’interni e del design, l’architettura alpina, la costruzione della città, l’insegnamento. Ciascuna mostra, inoltre, è caratterizzata da un dialogo a distanza tra architetti di diverse generazioni, grazie a progetti di allestimento affidati a personalità di primo piano delle cultura architettonica internazionale: Renzo Piano per Franco Albini, Rafael Moneo e Franz Prati per Ignazio Gardella, Alessandro Colombo (Cerri Associati) per Carlo Mollino. Nel 2007 le tre sezioni dell’iniziativa Costruire le modernità: Franco Albini, Ignazio Gardella e Carlo Mollino saranno riunite a Roma al Maxxi. .  
   
   
IL LAVORO INCISO: CAPOLAVORI DELL’ARTE GRAFICA DA MILLET A VEDOVA ALLA FONDAZIONE STELLINE  
 
 Milano, 4 settembre 2006 - Cento opere - fra incisioni, litografie e disegni - realizzate da grandi maestri europei in oltre un secolo di storia, dalla seconda metà dell’Ottocento fino agli anni Settanta del Novecento, sono protagoniste della mostra “Il lavoro inciso. Capolavori dell’arte grafica da Millet a Vedova”, esposta dal 14 settembre al 21 ottobre, alla Fondazione Stelline, Sala del Collezionista, di Milano, dove approda dopo essere stata esposta a Lecce, dal 28 aprile al 27 agosto, presso il Museo Provinciale Sigismondo Castromediano. Promossa e prodotta dall’Associazione Centenario Cgil, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana, con la collaborazione della Provincia di Lecce, della Provincia di Milano, del Museo Provinciale Sigismondo Castromediano di Lecce e dalla Fondazione Stelline di Milano, la mostra è stata ideata e organizzata da Promoart e realizzata da Arthemisia. La rassegna affronta il tema del lavoro connesso all’evoluzione del linguaggio grafico fra tradizione e modernità, proponendo un dialogo fra l’esperienza italiana e le coeve vicende europee. Curata da Patrizia Foglia, Chiara Gatti e Luigi Martini, l’esposizione si concentra sul rapporto fra i lavoratori e gli artisti che si fecero interpreti di determinate situazioni sociali, utilizzando il mezzo grafico, ora come strumento di denuncia, ora come il medium più affine al loro intento documentaristico. Mentre il lavoro incide il mondo, l’artista lo decifra, lo svela, gli dà un nome; e lo ritroviamo dunque ad “incidere” il lavoro con la china o con la matita sulla carta, con la punta e l’acido sulla lastra, producendo una ricerca estetica che rinnova i linguaggi dell’arte. Protagonisti di una prima sequenza di immagini suggestive sono “I vangatori” e “Le spigolatrici” di Millet, i butteri e i contadini dal volto bruciato dal sole di Fattori, i pastori silenziosi di Fontanesi, i pescatori di Greppi, o ancora i popolani di Edouard Manet. Il gesto della fatica quotidiana viene reso qui in modo efficace dalla potenza dell’incisione e dei suoi segni che si direbbero scavati con le unghie. Sul rapporto fra città e campagna si dipana la seconda sezione della mostra, con le trasmigrazioni delle popolazioni nei nuovi centri urbani e il connesso sviluppo viario ed edilizio, l’espansione delle attività industriali: le ciminiere svettano come funghi lungo la linea dell’orizzonte, i fumi inquinanti inghiottono il panorama della campagna, le case del proletariato si sovrappongono le une sulle altre. I luoghi di incontro del dopolavoro, i nuovi mezzi di trasporto, i giornali illustrati, i lettori, le organizzazioni sociali sono motivi che ritornano frequentemente nella figurazione grafica a cavallo fra Otto e Novecento. Significativi a riguardo sono fogli come la “Via degli speziali in estate” di Signorini, “Il trionfo del lavoro. Allegoria per il 1° Maggio 1891” di Crane, “I tessitori” di Liebermann, “Periferia” di Boccioni e, soprattutto, il capolavoro di Pellizza da Volpedo “Cartone per la figura centrale di Fiumana”, che rappresenta un passaggio ideale al mondo moderno e alla presa di coscienza, da parte dei lavoratori, della propria forza sociale. È in questo clima che s’inserisce poi l’esperienza di molti artisti sensibili alle problematiche contingenti. L’ambizione di molti di loro è quella di farsi pittori popolari, “pittori-delegati dei proletari”, per usare la definizione che Pierre Mac Orlan coniò per Vlaminck e che si adatta bene anche a Rouault, a Käthe Kollwitz, a Dix, Grosz) e naturalmente alla vicenda italiana di Viani - con il suo amore per i diseredati - e di Sironi, con le sue cupe periferie. Per quanto molto diversi per indole e ricerca, tutti questi autori condividono da un lato un interesse per il mezzo grafico, dall’altro la volontà di superare la frattura creatasi sul finire dell’Ottocento fra arte e società, dando vita a un’arte “rivoluzionaria” nella forma e nei contenuti. Ecco allora la nascita di un’arte di tipo documentario: il cosiddetto reportage sociale. Non più il realismo degli spaccapietre di Courbet, delle spigolatrici di Millet o dei popolani di Daumier, ma il coinvolgimento e la forza d’attualità nell’energia grafica di maestri come Steinlen, in grado di rendere tangibili le pene degli umili. Brani esemplari di questo filone sono “Tumulto” e “Assalto” di Käthe Kollwitz, il “Naufrago” di Viani, gli “Uomini al tavolo” di Nolde, “La mina” di Brangwyn, “La fuga” di Steinlen o “Il duro mestiere di vivere” di Georges Rouault. La grande guerra, il nazismo, il fascismo e quindi il secondo conflitto mondiale, segnano duramente la storia del movimento dei lavoratori. La rinascita democratica e il riconoscimento dei diritti sociali riconquistati determinano un più avanzato rapporto fra artisti e lavoratori, che accompagna il confronto sulle diverse ricerche estetiche. La mostra offre, a questo punto, un ampio spaccato della grafica italiana del secondo dopoguerra, per approdare agli anni Settanta e all’esperienza “sul campo” di autori come Guttuso, Zigaina, Vespignani, Attardi, Muccini, Romagnoni, Ferroni, Migneco, Guerreschi, Calabria e Vedova. Le opere in mostra sono state concesse eccezionalmente in prestito dal Gabinetto dei Disegni degli Uffizi di Firenze, dalla Civica Raccolta delle Stampe Achille Bertarelli di Milano, dalla Galleria Ricci Oddi di Piacenza, dalla Biblioteca Panizzi di Reggio Emilia, dalla Pinacoteca Civica di Alessandria e da numerose Fondazioni, Archivi e collezioni private. Catalogo Skira fondazione@stelline. It; www. Stelline. It .  
   
   
CARLO MOLLINO ALLA GAM GALLERIA CIVICA D’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA DI TORINO, CASTELLO DI RIVOLI MUSEO D’ARTE CONTEMPORANEA  
 
Milano, 4 settembre 2006 - La Gam di Torino e il Castello di Rivoli e dedicano una grande mostra a una delle figure più singolari della cultura italiana. Carlo Mollino, architetto, nasce nel 1905 e si forma al Politecnico di Torino dove si laurea nel 1931. Sciatore, automobilista, pilota di aerei, Mollino si trova ben presto inserito nel vivace ambiente culturale della Torino tra le due guerre, dove stringe amicizia con personalità della cultura e dell’arte. Nei propri progetti, accanto ad una rigorosa preparazione tecnica, particolarmente attenta all’aspetto funzionale, sarà sempre presente un dialogo serrato tra elementi di modernità ed una forte sensibilità rivolta all’antico. Tra il 1933 e il 1973, anno della sua improvvisa scomparsa, realizza in tutto solo una decina di opere architettoniche. Tra i suoi capolavori vanno segnalati la Società Ippica Torinese (1937 – 1940) dove il razionalismo esalta ed amplifica elementi metafisici; l’edificio per la Slittovia del Lago Nero (1946 – 1947) in cui la tradizionale tipologia di costruzione alpina si trova rielaborata in forme inedite e il nuovo Teatro Regio di Torino (1965 – 1973) il cui interno lo stesso Mollino definì come ispirato ad “una forma intermedia tra l’uovo e l’ostrica semiaperta”. Altrettanto importante la sua opera di progettista di interni. Con gusto surrealista concepisce la Casa Miller (1936) e la Casa Devalle (1939 – 1940). Nel 1949 inizia l’insegnamento alla Facoltà di Architettura del Politecnico di Torino mentre l’anno successivo è invitato a partecipare ad una mostra itinerante in undici musei americani. Mollino non progetterà mai per la grande industria. La maggior parte dei suoi mobili sono eseguiti come pezzi unici. Gli anni più prolifici della sua carriera professionale si interrompono bruscamente nel dicembre 1953, con la morte del padre Eugenio. L’attività di architetto si sospende a vantaggio delle passioni per l’automobilismo e dell’acrobazia aerea. Nel 1954 progetta la Nube d’argento, un veicolo espositivo per l’azienda nazionale del gas, e l’anno successivo crea, tra le altre, una vettura da competizione, il Bisiluro, che parteciperà quello stesso anno alla 24 Ore di Le Mans. Dà forma in seguito a due auto da record rimaste allo stato di modello. Nel 1960 Mollino riprende il lavoro di architetto e inizia la sistemazione dell’alloggio in via Napione a Torino, oggi Museo Casa Mollino. Di Carlo Mollino scrittore rimangono numerosi saggi e libri che spaziano dalla narrativa all’architettura, dalla tecnica sciistica alla critica fotografica, tra cui ricordiamo Il Messaggio dalla Camera Oscura, scritto nel 1943 e pubblicato nel 1949. Gam Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino La mostra alla Gam offrirà un’ampia visione della ricca esperienza molliniana chiarendone lo spirito, la poetica, le tematiche e le qualità del lavoro dell’architetto, attraverso l’esposizione dei rari mobili autentici, originali unici, tra cui il tavolo per Casa Orengo, un tavolo “a vertebre” conservato presso il Brooklyn Museum di New York e concesso in prestito per la prima volta dal 1950, e una stupefacente scrivania, proveniente dal Centre Pompidou di Parigi. La mostra presenterà opere provenienti da collezioni private americane ed europee, tra cui la più completa esistente, quella del gallerista svizzero Bruno Bischofberger. La Facoltà di Architettura dell’Università di Miami ha realizzato, con un apposito corso, alcuni modelli di edifici ed interni che verranno esposti con una selezione dei celebri disegni dell’architetto, a volte eseguiti con entrambe le mani. Tra le opere di maggior curiosità in mostra alla Gam: un’auto da record, lunga 5,5 metri, costruita in scala reale dal Gruppo Stola di Cascine Vica, l’automobile Bisiluro, proveniente dal Museo della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano, e la ricostruzione di una camera da letto degli anni ‘30 con pareti di seta capitonné. Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea Alla grande passione per la fotografia, che occupa un posto di assoluto rilievo nella produzione di Mollino, è dedicata la rassegna ospitata al terzo piano del Castello di Rivoli dove viene presentata la produzione fotografica dell’autore, con materiali inediti provenienti da collezioni internazionali e dal Museo Casa Mollino. Un’ampia selezione di fotografie, oltre duecento esemplari, unitamente a pezzi emblematici, permetterà di riunire i vari momenti di quella che fu sempre una componente intima nel rapporto tra Mollino e la propria creatività. L’opera fotografica dell’architetto torinese si può suddividere in cinque capitoli: i fotomontaggi di architetture e le fotografie d’interni per le riviste di settore, la fotografia in bianco e nero di stampo surrealista intorno agli anni Quaranta, la fotografia sullo sci in gran parte finalizzata alla pubblicazione del suo volume di tecnica sciistica, la fotografia della seconda metà degli anni Cinquanta e infine le polaroid, ritratti femminili realizzate dagli anni Sessanta sino alla morte. La curatela della mostra è del Museo Casa Mollino di Torino, fondato da Fulvio e Napoleone Ferrari, fin dal 1985 impegnati nella valorizzazione della figura di Carlo Mollino, in Italia e all’estero. Fulvio Ferrari curò la prima mostra dedicata all’architetto in Italia nel 1985 e nel 1994 la prima retrospettiva fotografica di Mollino negli Stati Uniti. E’ autore di numerose pubblicazioni monografiche sull’opera molliniana edite in Europa, Usa e Giappone. La rassegna è corredata da un esauriente catalogo, con illustrazioni a colori, contributi critici dei curatori, di Paolo Portoghesi, Mario Federico Roggero, Mario Verdun, Donatella Biffignandi, Lisa Ponti e altri autorevoli studiosi del lavoro di Carlo Mollino. .  
   
   
GIORGIO TONELLI, LA CITTÀ IDEALE IN MOSTRA ALLO STUDIO FORNI  
 
Milano, 4 settembre 2006 - Dal 28 settembre al 5 novembre. Vecchie ciminiere, alla stregua di antichi campanili, si innalzano accanto a palazzi di cemento dalle finestre cieche. Fabbriche abbandonate, situate sulle rive di un fiume, sono immerse nella più profonda quiete: l’unico movimento percepibile è il leggero incresparsi dell’acqua in superficie. Nei dipinti di Giorgio Tonelli ( Brescia, 1941) la composizione è rigorosa ed essenziale, anche le facciate delle case sono epurate da qualsiasi dettaglio superfluo, gli edifici sono ridotti a volumi che ne evidenziano la struttura. L’unico elemento che sembra non sottrarsi al naturale scorrere del tempo è il cielo, che riveste, da un’opera all’altra, tutte le sfumature del blu e del grigio, dalle foschie dell’alba all’intensità della notte. Gli scorci rappresentati appartengono a diverse città, da New York a Venezia, private però della loro anima, o di dettagli facilmente riconoscibili. Sono luoghi appartenenti ad una realtà altra, una sorta di “città ideale”, dove edifici ed architetture contemporanee assumono una connotazione classica per così dire eterna. Accanto alle opere di Tonelli saranno presenti in mostra anche alcune sculture di Giuseppe Bergomi (Brescia,1953), con il quale il pittore bresciano ha già condiviso in passato altre esposizioni. La ragione di questa vicinanza è da ricercarsi non soltanto nella comune origine bresciana e nella profonda amicizia che li lega da tempo, ma anche da un’affinità di intenti nel loro lavoro. Anche le statue di Bergomi, infatti, pur nascendo come ritratti, molto spesso di componenti della sua famiglia, (dalla moglie Alma, alle figlie Ilaria e Valentina) , possiedono un’essenzialità e monumentalità classica, che trascende il particolare per giungere alla rappresentazione di un modello “universale”. Studio Forni srl E-mail forni. Mi@iol. It .  
   
   
SGARBI ANNUNCIA IL FESTIVAL INTERNAZIONALE DELLA MUSICA IN COLLABORAZIONE CON TORINO  
 
Milano, 4 settembre 2006 - Due città mito unite dal ”Mito” della musica. Con queste parole l’Assessore alla cultura del Comune di Milano, Vittorio Sgarbi, ha annunciato a Palazzo Marino la creazione di un festival internazionale della musica che sarà organizzato nel 2007 da Milano e Torino. “Oggi – ha detto Sgarbi – abbiamo idealmente aperto la “costituente” dell’asse musicale tra le due città. ”. Alla conferenza stampa erano presenti Fiorenzo Alfieri, assessore alla Cultura del Comune di Torino; Enzo Restagno, direttore artistico di “Torino Settembre Musica”, Ezio Gribaudo, presidente dell’Accademia Albertina delle Belle Arti di Torino e Francesco Micheli, presidente del Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Milano. Milano si candida così a diventare fautore di un “grande polo italiano della musica”. Un progetto reso possibile dal prestigioso apporto artistico e organizzativo di Torino Settembre Musica. Direttore del “Mito festival” sarà Enzo Restagno, già alla guida artistica della kermesse piemontese giunta alla sua 29ma edizione. Presidente del Comitato di gestione della manifestazione sarà Francesco Micheli. A Micheli, secondo una linea di coerenza nella programmazione delle attività in campo musicale, sarà affidata anche la presidenza del Teatro degli Arcimboldi che, a sua volta, diverrà il “motore creativo” del Festival. “Il Mito festival porterà una nuova energia in città – ha detto Sgarbi – perché verranno sfruttati spazi, luoghi e palcoscenici naturali nuovi o sconosciuti agli stessi milanesi. Porteremo concerti e spettacoli ovunque, nelle splendide abbazie intorno a Milano come Morimondo o Chiaravalle, nei cortili dei palazzi storici o nelle sale da musica di Palazzo Clerici o al Palazzo della Borsa. Ma anche in luoghi inusuali come il piazzale della Stazione Centrale”. L’assessore alla Cultura ha però escluso che piazza del Duomo possa essere impiegata in futuro per ospitare concerti e manifestazioni: “La centralità centrifuga del Festival non riguarda certo piazza del Duomo. Accolgo decisamente la proposta di Andrée Ruth Shammah, direttrice del Teatro “Franco Parenti”, si deve rispettare il valore storico religioso del sagrato. Le uniche manifestazioni compatibili e coerenti con la tradizione sono il Carnevale Meneghino e la Festa di Sant’ambrogio”. L’assessore ha sottolineato come la collaborazione tra Milano e Torino, anche a livello di investimenti e risorse, consentirà di allestire un cartellone di spettacoli di altissimo livello, ipotizzando un budget complessivo intorno ai 10 milioni di euro. Sgarbi, infine, non ha escluso la possibilità di aprire il festival ad altre collaborazioni: “Il Festival musicale di Spoleto – ha aggiunto l’assessore – è tra i candidati”. .  
   
   
“APERITIVO IN CONCERTO” AL TEATRO MANZONI GIUNGE AL SUO VENTIDUESIMO ANNO.  
 
Milano, 4 settembre 2006 - La rassegna musicale promossa e organizzata al Teatro Manzoni da Mediaset e Publitalia ’80, con la partecipazione di Moschino Parfum, Heineken e in collaborazione con Mondadori, continua a proporsi come vetrina della contemporaneità musicale senza steccati o vetuste etichettature. Da oltre vent’anni “Aperitivo in Concerto” documenta le vicende della musica ai nostri giorni, facendosi testimone delle espressioni culturali più avanzate, originali e innovative all’interno di una concezione che non prevede barriere linguistiche o stilistiche fra le innumerevoli ideazioni musicali oggi esistenti. La vasta molteplicità di codici e tradizioni culturali che sempre di più va allargandosi ai nostri giorni è stata l’oggetto principale di una politica di innovazione, cosmopolitismo e spettacolarità che nelle ultime stagioni ha contribuito a un crescente consenso di pubblico e critica, e che ha mirato a realizzare delle vere e proprie istantanee della nostra contemporaneità (e anche oltre). Basti ricordare, a tal proposito, il ruolo che la rassegna ha avuto nel riportare a Milano il grande jazz e le più interessanti testimonianze della musica improvvisata contemporanea e di molte fra le nuove musiche accademiche e di ricerca. Da quest’anno, ancora una volta, “Aperitivo in Concerto” - per il decimo anno consecutivo sotto la direzione artistica di Gianni Morelenbaum Gualberto - inaugura una nuova fase di quella programmazione che negli ultimi anni ha fatto da pilota nell’innovazione e nella diffusione della multiculturalità a Milano (e non solo). Infatti, l’edizione 2006-2007 proietta “Aperitivo in Concerto” ancora una volta verso il futuro, accogliendo nella sua programmazione alcuni illuminanti esempli di quelle performing arts che sempre più vanno assumendo il ruolo di unico contenitore globale per l’intersecarsi creativo di più codici espressivi di diversa provenienza. Sempre di più, infatti, è prevedibile che le performing arts divengano lo strumento privilegiato delle espressioni artistiche nell’era della globalizzazione, modificando radicalmente impianti storicamente assodati (e ormai ritualisticamente consuetudinarî) come quelli del rituale concertistico. Non è un caso, dunque, che l’edizione 2006-2007 si inauguri con un incantatorio spettacolo della grande poetessa e compositrice Laurie Anderson, The End of the Moon (21 settembre), un poema per violino in cui è presente un complesso uso della tecnologia. The End of the Moon è infatti una sorta di reportage dell´esperienza della Anderson come "artista residente" alla Nasa, ma anche una suite, un flusso di immagini, racconti, parole, suoni, rumori, frutto di un intimo viaggio dell’artista tra domande e questioni capitali del pensiero occidentale: la conoscenza del bello, la ricerca della libertà interiore, la perdita dell´autonomia di pensiero, il significato della guerra, il ruolo della tecnologia nella vita e nell´arte. Altrettanto significativa, se non di più in quanto rappresentazione vivida e simbolica della nuova stagione è la prima esibizione europea di Visionintoart (1 ottobre), forse la più dinamica, creativa e applaudita compagnia di performing arts in attività negli Stati Uniti, che rappresenta con particolare ingegno segmenti di concerti che con estrema raffinatezza attraversano i confini tra l’opera e la rappresentazione teatrale: in programma Remix and Sounds, un lavoro al contempo teatrale, coreografico e musicale, un pezzo di spettacolare sensazione, momenti di incredibile sorpresa mai sperimentata, un lavoro basato anche sulle opere e gli scritti di Vasilij Kandinskij (un pittore che, peraltro, con la musica ebbe strettissimi rapporti). Di grande interesse è il progetto multimediale ideato, progettato e realizzato da John Zorn (3 dicembre): Moonchild - un fremente impasto di sperimentazione, improvvisazione musicale e linguistica (pre-verbale), virtuosismo strumentale, che compone e scompone un affresco musicale che oscilla fra echi minimalisti e violente esplosioni foniche ispirate al rock e persino al death metal - si avvale della partecipazione di un vocalist d’eccezione come Mike Patton, di un bassista virtuoso come Trevor Dunn e di un grande batterista come Joey Baron, sotto la direzione creativa dello stesso Zorn, che al contempo manipola suoni, immagini ed effetti speciali. L’interesse per le nuove forme espressive ed interpretative, che ha caratterizzato la rassegna sin dalla sua nascita, si rivolge anche agli originali contributi linguistici di cui si fa oggi portavoce la danza contemporanea; “Aperitivo in Concerto” ospita perciò due fra le più significative compagnie oggi presenti sulla scena internazionale: Diavolo Dance Theater (prima europea: 12 febbraio) e Hubbard Street Dance Company (prima data italiana: 12 marzo), rappresentanti di pregio di una creatività appassionante e veramente fuori dell’ordinario nel coniugare linguaggio del corpo e “arti performanti”. Negli ultimi decenni, con la più approfondita conoscenza di molte altre tradizioni musicali extra-europee di valore, è mutato il tradizionale modo di porsi rispetto a quei fenomeni un tempo semplicisticamente definiti extra-colti. Altresì, il progressivo abbattimento delle barriere fra i generi ha permesso di modificare radicalmente la nostra concezione di contemporaneità, e di accogliere un vasto numero di esperienze creative in grado di arricchire anche il panorama accademico occidentale. Saranno perciò presenti sul palcoscenico del Teatro Manzoni di Milano artisti di fama internazionale che da tempo fondono la propria identità culturale con altre tradizioni linguistiche: è il caso del celeberrimo gruppo Oregon (29 ottobre) in un atteso ritorno a Milano, e del geniale batterista e compositore Jack Dejohnette, che dialoga con un grande interprete della cultura africana, il virtuoso di kora Foday Musa Suso (10 dicembre). La stagione ospita anche grandi protagonisti della musica improvvisata: il leggendario sassofonista Lee Konitz (12 novembre), a capo di un nonetto che include alcuni fra i migliori solisti della più recente scena improvvisativa di New York; un affascinante poeta come il celebrato bassista Steve Swallow che, affiancato dal sassofonista ed arrangiatore israeliano Ohad Talmor (19 novembre), guida un gruppo di eccezionali solisti in una sofisticata rievocazione della stravinskiana Histoire du Soldat intitolata Histoire du Clochard, dedicata all’interpretazione di alcune fra le più incantevoli composizioni di Swallow; il contrabbassista Marc Johnson, uno fra i protagonisti della musica improvvisata dell’ultimo ventennio, leader di un complesso straordinario quale Bass Desires (5 febbraio), che include musicisti di statura eccezionale come i chitarristi John Scofield, Bill Frisell e il batterista Peter Erskine; un protagonista dell’improvvisazione contemporanea quale il trombettista Dave Douglas (5 novembre) che, alla guida di un quintetto che comprende artisti quali Uri Caine e il tenorista Donny Mccaslin, presenterà il suo più recente progetto discografico, in cui tradizione e innovazione si fondono con risultati di affascinante espressività; un sassofonista e compositore come Wayne Shorter (23 aprile), personalità fra le più alte nella storia del jazz, che presenta al Teatro Manzoni il suo giustamente osannato quartetto, di cui fanno parte il pianista Danilo Perez, il contrabbassista John Patitucci, il batterista Brian Blade. Ancora una volta, dunque, “Aperitivo in Concerto” si propone di illustrare i nuovi e più originali mondi della cultura musicale dei nostri tempi. Una vera e propria mission testimoniata dalle esibizioni, nelle scorse edizioni, di artisti del calibro di Dave Brubeck, Tommy Flanagan con Rufus Reid e Albert “Tootie” Heath, Charles Mcpherson con la Vanguard Jazz Orchestra, Max Roach e Cecil Taylor, Bobby Hutcherson, Carla Bley, Henry Grimes, Uri Caine ed il suo Ensemble in ben due straordinari progetti (Goldberg Variations e The Sidewalks of New York), Abdullah Ibrahim, Bobby Mcferrin, Dave Holland, John Scofield, Steve Coleman, Marc Ribot, Mccoy Tyner con Avery Sharpe e Al Foster, Johnny Griffin con Mulgrew Miller, Niels-henning Ørsted Pedersen e Alvin Queen, il quartetto di Jim Hall con Paolo Fresu, Jon Faddis e la Count Basie Orchestra, Hamiet Bluiett, Roswell Rudd, Steve Nelson, Andrew Cyrille, Jack Dejohnette, Sonny Fortune, Odean Pope, Ahmed Abdullah, Sun Ra Arkestra, Archie Shepp, Dave Burrell, James Spaulding, Freddy Cole e la Woody Herman Orchestra, Ahmad Jamal, Andrew Hill & Point of Departure, Reggie Workman, Gonzalo Rubalcaba, Perry Robinson, Art Ensemble of Chicago, Terence Blanchard, Buddy Defranco e Chicago Jazz Ensemble: eventi svoltisi in larga parte quando il jazz –musica che è fra i simboli della nostra contemporaneità- languiva non solo in una città come Milano, e ancora non conosceva l’attuale diffusione. Tant’è che alcuni fra gli artisti succitati hanno conosciuto un vero e proprio “rilancio” grazie alla loro esibizione sul palcoscenico del Teatro Manzoni. Altresì, “Aperitivo in Concerto” offriva negli scorsi anni –spesso in “prima” italiana- un ampio numero di concerti dedicati alla musica di ricerca, ospitando gruppi ed artisti come Absolute Ensemble, John Zorn e Electric Masada, Fretwork, London Sinfonietta, Piano Circus, Brodsky Quartet, Steve Martland Band, Evelyn Glennie, Phillip Johnston Ensemble (con Guy Klucevsek), Philip Glass, Icebreaker, Stefan Hussong, Ryuichi Sakamoto, Alva Noto, Apollo Saxophone Quartet, Blindman, London Saxophonic, Christian Lindberg, oltre ad artisti strettamente accademici ed altri più intimamente legati alla propria eredità etnico-culturale, come Ivan Lins, Gonzalo Rubalcaba, João Bosco, Maurice El Médioni, Carmen Linares, Jay Ungar, Manolo Sanlúcar, Brave Old World, Klezmer Conservatory Band, il quartetto Jobim-morelenbaum (da ricordare anche l’applaudito spettacolo del gruppo Morelenbaum2/sakamoto), Dino Saluzzi, Blind Boys of Alabama, David Krakauer. Nomi che esemplificano l’obiettivo principale della rassegna: quello, cioè, di offrire molteplici, significativi e, soprattutto, originali punti di vista sulla contemporaneità e sui possibili approcci creativi ad essa. In tale contesto vanno perciò ricordati anche gli applauditi concerti di icone del rock più sofisticato come Patti Smith, Elvis Costello, David Byrne, k. D. Lang, Marianne Faithfull, di una vera e propria Musa quale Juliette Gréco, di protagoniste del palcoscenico quali Hanna Schygulla e Ute Lemper. E-mail: aperitivi@fininvest. It .  
   
   
TICKETONE LANCIA PER LA PRIMA VOLTA IN ITALIA IL SERVIZIO LAST MINUTE SUGLI SPETTACOLI DAL VIVO.  
 
Milano, 4 settembre 2006 - Milano è la città pilota per provare questa innovativa formula, già apprezzata all’estero, che consente di acquistare biglietti scontati a poche ore dall’inizio di un evento. Entro i primi mesi del 2007 Last Minute approderà in diverse città d’Italia. Da settembre Milano, come succede da anni a Londra e a New York, sarà la prima città in Italia a offrire un servizio completo e strutturato di Last Minute, per tutti gli amanti di spettacoli dal vivo che desiderano acquistare a prezzo di saldo i biglietti per teatri, concerti e tanti altri eventi all’ultimo minuto. Tutti i pomeriggi, da martedì a sabato, il prestigioso Spazio Oberdan (Viale Vittorio Veneto 2) diventa il botteghino dove fare affari e trovare a prezzi scontati i biglietti rimasti invenduti per lo spettacolo della sera stessa. Da settembre lo Spazio Oberdan sarà un vero e proprio luogo di confronto e scambio per tutti coloro che condividono la passione per il teatro, la musica, lo sport e gli eventi dal vivo in generale, che qui si incontreranno in un clima di svago e di festa. “Siamo convinti – ha affermato Marco Gualtieri, Amministratore Delegato di Ticketone – che questa formula del last minute che ha già successo in altri settori e che all’estero è già una tradizione consolidata, possa avere grande riscontro anche da noi in Italia nell’ambito degli eventi dal vivo. ” Il servizio, che sarà presto esteso ad altre città in Italia, è gestito e promosso da Ticketone in collaborazione con T. O. S. T. – Ticketone Sistemi Teatrali e gli organizzatori di eventi dal vivo che metteranno a disposizione i biglietti scontati. Tra gli organizzatori hanno già aderito all’iniziativa i Teatri Smeraldo e Ciak del gruppo Officine Smeraldo. Ticketone S. P. A. Operativa dal 1999, è la più importante società italiana nel settore dei servizi di biglietteria, marketing, informazione e commercio elettronico per sport, spettacolo e cultura. Con 400 punti vendita in tutta Italia, il sito www. Ticketone. It i Call Center ed il suo ufficio Servizi Business per le aziende ed i gruppi, Ticketone è diventata negli ultimi anni un vero e proprio punto di riferimento per il pubblico degli eventi. E’ inoltre il partner ideale per società sportive, musei, teatri, parchi, organizzatori di concerti/eventi, ai quali fornisce avanzati sistemi computerizzati per la gestione della biglietteria e il controllo degli accessi. .  
   
   
ARRIVANO LE RAGAZZE A JESOLO, CITTA’ DI MISS ITALIA - ZAIA  
 
 Jesolo (Venezia), 4 settembre 2006 - “Qui a Jesolo ci sentiamo voluti e amati” con queste parole Patrizia Mirigliani, figlia di Enzo patron del concorso, ha sintetizzato la scelta della cittadina balneare veneta come sede delle prefinali di Miss Italia edizione 2006. A Jesolo le 200 ragazze che si contenderanno la possibilità di partecipare alla finale sono arrivate proprio oggi e ci resteranno fino alla serata di gala di sabato 9 settembre che sarà trasmessa in diretta in prima serata da Rai Uno. “Abbiamo preparato la strada a questa straordinaria prefinale per anni – ha sottolineato dal canto suo il vicepresidente della Giunta regionale Luca Zaia – cominciando con l’offrire prosecco e radicchio nel corso della manifestazione di Salso Maggiore, per capire i meccanismi del concorso fino a proporre la candidatura di Jesolo e del Veneto e a chiudere positivamente per l’anno corrente con le prefinali. Per la prima volta – ha detto ancora Zaia – le ragazze animeranno la sede del concorso per una settimana e non vivranno sotto una campana di vetro ma saranno a contatto con la gente e con i turisti, in un quartiere delle miss che farà capo al palazzo del turismo. Ma siamo interessati anche alle finali – ha ribadito Zaia – per le quali la Regione ha la prelazione rispetto a Salso Maggiore il cui attuale contratto è in scadenza. Siamo anche pronti ad accordarci e farlo assieme, ma di sicuro il Veneto è innamorato di Miss Italia. Sarà un’ulteriore occasione non solo per far meglio conoscere Jesolo, località balneare con presenze turistiche da primato a livello nazionale, ma tutto il Veneto che è di gran lunga la prima regione turistica d’Italia e che si avvia quest’anno a raggiungere il traguardo dei sessanta milioni di presenze”. Anche il sindaco Francesco Calzavara ha messo in evidenza il fatto che l’obiettivo è di far diventare le miss parte integrante della città. Questa è anche – ha affermato - una prova generale per futuri sviluppi. Il Veneto ci ha corteggiato a lungo – ha ricordato Patrizia Mirigliani – è essere a Jesolo significa per il concorso di Miss Italia avvicinarsi ancora di più ai giovani. La Miss Italia in carica Edelfa Chiara Masciotta si è già “prenotata” come presentatrice a Jesolo per l’edizione 2007. .  
   
   
GOLF - ANNUNCIATA LA SQUADRA EUROPEA DI RYDER CUP  
 
Milano, 4 settembre 2006 - Al termine del Bmw International Open, disputato al Golfclub Munchen Nord-eichenried di Monaco di Baviera e vinto in play off dallo svedese Henrik Stenson su Retief Goosen e Padraig Harrington, è stata annunciata la squadra europea che affronterà gli Stati Uniti nella Ryder Cup, in programma sul percorso del The K Club di Straffan in Irlanda dal 22 al 24 settembre. Si sono qualificati di diritto, attraverso le apposite classifiche: Paul Casey, Luke Donald, Sergio Garcia, Padraig Harrington, David Howell, Robert Karlsson, Paul Mcginley, Colin Montgomerie, José Maria Olazábal ed Henrik Stenson, mentre il capitano Ian Woosnam ha affidato le due wild card all’ irlandese Darren Clarke e all’inglese Lee Westwood. La squadra statunitense era già nota da due settimane, essendo terminate le selezioni con l’Us Pga Champioship. Classificatisi nell’ordine e ammessi di diritto: Tiger Woods, Phil Mickelson, Jim Furyk, Chad Campbell, David Toms, Chris Dimarco, Vaughn Taylor, J. J. Henry, Zach Johnson e Brett Wetterich. Il capitano Tom Leham preso atto di avere quattro esordienti nel team ha privilegiato l’esperienza nell’assegnare le due wild card, concesse a Stewart Cink e a Scott Verplank. Seniors Tour: Giuseppe Cali’ 14°, Successo Di Sam Torrance - Settimo titolo nel Seniors Tour, terzo stagionale, per lo scozzese Sam Torrance (213 - 76 67 70), autore di un’autentica prodezza nel Charles Church Scottish Seniors Open, al Marriott Dalmahoy Hotel &Cc, dove era 45° con 76 colpi dopo il primo dei tre giri. Al secondo posto il connazionale Bill Longmuir (214 - 75 68 71), al terzo con 215 John Bland, Mike Miller, Glen Ralph, David J. Russell e Bertus Smit. Rimonta finale di Giuseppe Calì, da 35° a 14° con 220 (73 76 71), dopo un buon 71. Telia Challenge: Rafael Echenique In Extremis - Rafael Echenique (270 - 65 68 66 71) ha vinto in extremis il Telia Challenge Waxholm (Challenge Tour), al Waxholm Golf Club (par 73) nella città omonima in Svezia. L’argentino, con un birdie sull’ultima buca, ha avuto ragione di Martin Kaymer (272 - 72 67 66 67), che invece è incappato in un bogey. Al terzo posto con 274 Kyron Sullivan, al quarto con 275 Sam Walker e Alexander Noren. Non ha superato il taglio Alessio Bruschi, unico italiano in gara (128° con 152 - 75 77) .  
   
   
HOLMATRO (HAGARA-SOLDINI) BROKERNET (FARKAS) VINCONO IL GORLA IL CAT VOLVO VINCE TRA I MULTISCAFI, LO SCAFO UNGHERESE TRA I MONOSCAFI. VENTO LEGGERISSIMO  
 
Gargnano (Lago Di Garda), 4 settembre 2006 - "Holmatro", il cat della serie Volvo 40 Extreme, ed il libera unghese "Brokernet" sono i vincitori assoluti del 40 ´ trofeo Gorla, disputato sul Garda, sul percorso Gargnano-torbole (Trento)-acquafresca(verona)- Gargnano. Holmatro ha battutto tutti gli altri multiscafi nella prima prova della Multicento (la classifica finale terrà conto anche della prova che si correrà in contemporanea alla Centomiglia) mentre il maxilibera ungherese "Brokernet", l´ex Dimore firmato da Giovanni Ceccarelli (il progettista di +39 in Coppa America), che nelle ultime miglia ha bettafo "Clandesteam" di Carlo Fracassoli che per buona parte aveva condotto la regata. Il 40´ trofeo Riccardo Gorla è stato caratterizzato da venti leggerissimi. Al via si erano presentate 307 imbarcazioni di 16 nazioni. Sabato prossimo si corre sul Garda la 56a Centomiglia e la seconda regata della Multicento, oltre alla Centopeople, veleggiata per le barche da diporto. Multicento 1´ Holmatro Hagara-soldini (Austria) arrivo 0re 13 59. 40´ Trofeo Riccardo Gorla. 1 Brokernet (Farkas-ungheria) arrivo 14 e 17. 2 Clandesteam (Fracassoli-italia). 3 Grifo (Lievi-italia). 4 Full Pelt (Richards-gbr). .