Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 







MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web




 


LUNEDI

PAGINA 1 PAGINA 2 PAGINA 3 PAGINA 4 PAGINA 5 WEB E DIRITTO PER LE NUOVE TECNOLOGIE GLI EUROINDICATORI
Notiziario Marketpress di Lunedì 18 Settembre 2006
L´UE LANCIA UN NUOVO AMBIZIOSO PIANO PER L´INNOVAZIONE IN 10 PUNTI  
 
Bruxelles, 18 settembre 2006 - La Commissione europea ha lanciato un ambizioso piano per l´innovazione in 10 punti che sottolinea la necessità di urgenti azioni a livello regionale, nazionale ed europeo che interessano varie aree di intervento politico. Il piano è stato proposto a seguito della richiesta avanzata dal vertice di primavera dei capi di governo europei riguardo "una strategia per l´innovazione europea dotata di un´ampia piattaforma di base e che sappia tradurre gli investimenti in conoscenza in prodotti e servizi". Il contenuto del piano si basa sul lavoro di orientamento portato avanti dall´ex primo ministro finlandese Esko Aho e rappresenta una versione ridotta della relazione "Creare un´Europa innovativa", stilata dal gruppo di esperti presieduto da Aho e pubblicata a gennaio di quest´anno, ma con qualche aggiunta. Ne è emerso un documento dal titolo "Putting knowledge into practice: A broad-based innovation strategy for the Eu" (mettere in pratica le conoscenze: un´ampia strategia di innovazione per l´Ue), che sarà discusso in occasione della riunione informale dei capi di governo che si terrà in Finlandia il 20 ottobre. Nel piano la Commissione chiede "leadership politica e azioni decisive" da parte degli Stati membri e dei paesi canditati all´adesione, invitando questi ultimi a mettere a punto le loro politiche economiche e a realizzare le altre riforme strutturali necessarie ad una più facile attuazione dei 10 punti contenuti nel piano. "I cambiamenti strutturali non devono essere visti come una minaccia, ma come un´opportunità per diventare più competitivi", afferma Günter Verheugen, commissario europeo per l´Industria e le imprese. "L´europa deve diventare una società effettivamente basata sulle conoscenze e favorevole all´innovazione, in cui quest´ultima non sia temuta e ostacolata, ma accolta favorevolmente e incoraggiata e in cui faccia parte dei valori fondanti della comunità e venga messa a frutto a vantaggio di tutti i cittadini". Una delle principali priorità della Commissione è la creazione di mercati avanzati ("lead-markets") favorevoli all´innovazione. Ciò comporta il ricorso ad una combinazione di innovazione e relativi strumenti politici al fine di rimuovere gli elementi che ostacolano la creazione e la commercializzazione di nuovi prodotti innovativi, stimolandone la domanda da parte del mercato. Tra i mercati identificati come particolarmente interessanti dal gruppo di esperti guidati da Aho vi sono il settore della sanità elettronica e quelli farmaceutico, energetico, ambientale, del trasporto e della logistica, della sicurezza e dei contenuti digitali. In linea con tale obiettivo, la Commissione, grazie anche alle piattaforme tecnologiche europee, svolgerà un´analisi dettagliata degli ostacoli che attualmente rallentano l´adozione di nuove tecnologie, soprattutto nelle aree di pubblico interesse come l´ambiente, la sanità e la sicurezza. Tale analisi costituirà la base di un´ampia strategia mirata ai mercati più avanzati, una concezione che verrà sperimentata in alcune aree pilota nel 2007. Tuttavia, la Commissione non può far questo da sola. "Il passo decisivo che farà davvero la differenza è il pieno impegno politico di tutti gli attori interessati per contribuire a identificare e rimuovere i potenziali ostacoli alla nascita di mercati favorevoli all´innovazione", sottolinea il piano. "La Commissione guiderà questo processo e favorirà la collaborazione ad un´agenda comune". Essa spera inoltre di stimolare la domanda di prodotti innovativi attraverso politiche di appalto. Un altro settore che rientra negli obiettivi del piano è l´istruzione. "Innanzitutto, senza una politica forte sull´istruzione, non può esserci sostegno all´innovazione", scrive la Commissione. "Tale politica deve promuovere il talento e la creatività fin dalle prime fasi educative". In base al piano, tra "le competenze chiave necessarie per vivere e lavorare in una società moderna e orientata all´innovazione", vi sono le capacità imprenditoriali, l´alfabetizzazione, le competenze scientifiche e matematiche, la conoscenza delle lingue, le capacità di apprendimento, le competenze socio-culturali e l´alfabetizzazione digitale. Per quanto riguarda il mondo della ricerca, il piano chiede una maggiore mobilità dei ricercatori, sia tra differenti paesi che tra differenti settori, e un miglior collegamento tra il mondo della ricerca e quello dell´industria. Tra le 10 raccomandazioni in esso contenute vi è anche la già proposta creazione dell´Istituto europeo di tecnologia (Iet), considerato dalla Commissione europea un elemento essenziale dell´impegno globale dell´Ue per l´innovazione, in quanto struttura capace di collegare fra loro centri di eccellenza in tutta Europa e quindi di generare sempre più innovazione. La Commissione formulerà una proposta in merito ad ottobre. Inoltre essa si è impegnata a riformare le norme che disciplinano gli aiuti statali per R&s e innovazione e a fornire un miglior orientamento in materia di incentivi fiscali per R&s, auspicando che ciò incrementerà fortemente gli investimenti in R&s delle aziende europee, che attualmente registrano un notevole ritardo rispetto alle loro omologhe americane e giapponesi. In merito ai diritti di proprietà intellettuale (Dpi), la Commissione ha promesso il lancio nel 2006 di una nuova strategia in materia di brevetti, che istituisca procedure di brevettazione economicamente sostenibili; a tale strategia farà seguito un´altra più ampia nel 2007. Tra gli altri ambiti di azione evidenziati dal piano figurano i diritti d´autore su prodotti e servizi digitali e il ruolo dei fondi di coesione europei nell´incentivare l´innovazione a livello regionale. "Possiamo fare molto di più per accrescere l´innovazione come motore di crescita dell´economia europea. I dati recenti mostrano ancora una volta il valore aggiunto che un approccio globale all´innovazione a livello comunitario può apportare", ha commentato il presidente della Commissione europea José Manuel Barroso. "Con la presidenza finlandese speriamo di raggiungere un consenso su questo concreto programma di azione in occasione del vertice informale del prossimo mese". I 10 punti contenuti nel piano sono i seguenti: creazione di sistemi di istruzione favorevoli all´innovazione; creazione di un Istituto europeo di tecnologia; sviluppo di un unico mercato di lavoro per i ricercatori; rafforzamento dei legami tra ricerca e industria; sostegno e incentivazione dell´innovazione a livello regionale attraverso nuovi programmi di coesione; riforma delle norme che disciplinano gli aiuti statali per R&s e innovazione e miglior orientamento in materia di incentivi fiscali per R&s; migliore tutela dei diritti di proprietà intellettuale; diritti d´autore per prodotti e servizi digitali; elaborazione di una strategia mirata ai mercati più avanzati favorevoli all´innovazione ("lead-markets"); incentivazione dell´innovazione attraverso appalti pubblici e privati. Il nuovo piano in 10 punti si basa su numerose proposte, iniziative e progetti già presentati in precedenza e volti a riorganizzare l´economia europea. A parte gli obiettivi di Lisbona, il Sesto programma quadro, parte delle prossime prospettive finanziarie approvate, e il programma per la competitività e l´innovazione sono strumenti mirati a far crescere l´economia europea. Per ulteriori informazioni sulla strategia visitare: http://ec. Europa. Eu/enterprise/index_en. Htm Per ulteriori informazioni sulle piattaforme tecnologiche europee visitare: http://cordis. Europa. Eu/technology-platforms/home_en. Html .  
   
   
“LA SOCIETÀ DELL’INFORMAZIONE”,TRENTO: ECCO LE LINEE GUIDA IN MATERIA DI FORMAZIONE PER LE ESOCIETY  
 
Trento, 19 settembre 2006 - La Giunta provinciale ha approvato lo scorso 14 luglio una delibera di Gianluca Salvatori, assessore alla programmazione, ricerca ed innovazione, che riguarda le “Linee guida in materia di formazione per le eSociety” . Si tratta di un documento che fa seguito e si inquadra all’interno del progetto eSociety, che è stato delineato dal documento “La Società dell’Informazione”, approvato dalla Giunta provinciale nell’ottobre del 2004. Quel documento ricordava come la Società dell’informazione deve garantire, in via generale, tre ordini di risultati: sostenere la produttività all’interno dei processi produttivi e, di conseguenza, la competitività del sistema economico ed elevati livelli di sviluppo del reddito complessivo e pro capite (competitività e sviluppo); favorire elevati livelli di occupazione, un lavoro di qualità, ed un adeguato livello di inclusione sociale attraverso il lavoro (occupazione e inclusione sociale); sostenere i diritti di cittadinanza dei soggetti a qualsiasi condizione sociale appartengano (cittadinanza e partecipazione). Nell’ambito di queste finalità generali, il Comitato tecnico di esperti per la eSociety, che mette insieme esperti esterni e dirigenti dell’amministrazione provinciale, ha provveduto ad emanare le Linee guida in materia di interoperabilità dei sistemi informatici e di software open source (questo con una delibera del maggio 2004) e, oggi, le Linee guida in materia di formazione per la eSociety Esse intendono fornire indicazioni e dare stimoli affinché si allarghi il numero di persone in grado di utilizzare le nuove tecnologie, superando quella forma di digital divide che, nel nostro contesto sociale, separa i gruppi di persone a seconda dello loro conoscenza informatica. In questa ottica è, ovviamente, fondamentale il ruolo giocato dal sistema scolastico, cui si riferiscono i tre obiettivi che vanno sotto il titolo “formazione formale”. Altri tre obiettivi sono relativi alla formazione degli adulti, sia in contesto lavorativo sia in forma libera, con lo scopo di allargare quella che viene ormai definita come “cittadinanza digitale”. Infine, nel capitolo “formazione informale” il documento individua alcuni spazi della vita quotidiana e dei servizi pubblici dove è possibile implementare forme di utilizzo delle tecnologie digitali alla portata di tutti, facendo riferimento, a titolo esemplificativo, ancora al mondo della scuola, a quello della sanità e all’eGovernment, cioè ai servizi resi dalla pubblica amministrazione. La previsione della redazione di un Syllabus dell’informatica per la cittadinanza (quasi un manuale per guidare il cittadino verso la eSociety) e l’indicazione di alcuni misure di monitoraggio sull’attuazione del progetto, completano il documento che oggi è stato approvato dalla Giunta provinciale. Linee guida in materia di formazione per la eSociety La Società dell’informazione deve garantire, in via generale, tre ordini di risultati: sostenere la produttività all’interno dei processi produttivi e, di conseguenza, la competitività del sistema economico ed elevati livelli di sviluppo del reddito complessivo e pro capite (competitività e sviluppo); favorire elevati livelli di occupazione, un lavoro di qualità, ed un adeguato livello di inclusione sociale attraverso il lavoro (occupazione e inclusione sociale); sostenere i diritti di cittadinanza dei soggetti a qualsiasi condizione sociale appartengano (cittadinanza e partecipazione). Per promuovere questi risultati è necessario agire sul versante dello sviluppo delle risorse umane e della formazione a tutti i livelli con importanti investimenti soprattutto nei seguenti comparti: formazione formale (intenzionale ed in contesti istituzionali); formazione non-formale (intenzionale ma fuori dai contesti istituzionali di apprendimento); formazione informale (non intenzionale ed in contesti di vita ordinaria). Di seguito si indicano gli obiettivi specifici e i relativi strumenti necessari per il loro raggiungimento. Saranno poi specificate le misure di accompagnamento previste. Obiettivi e strumenti - 1. Formazione formale Obiettivo 1. 1. Diffondere in modo sistematico l’utilizzo trasversale delle Ict a supporto di tutte le materie scolastiche per costruire nuovi modelli didattici. L’azione dovrà ovviamente assumere il carattere della gradualità e progressività ma puntare con decisione all’obiettivo che in cinque anni oltre un terzo degli insegnanti sia in grado di attivare dei processi positivi di didattica assistita. Strumenti: favorire e supportare con strumenti adeguati a livello di sistema l’attivazione e la diffusione di sperimentazioni pilota di apprendimento mediante le nuove tecnologie, basate su progetti di condivisione della ricerca in rete e del lavoro cooperativo; favorire l’utilizzo di metodi e strumenti di eLearning finalizzati ad alcune situazioni di apprendimento (a titolo di esempio l’auto-valutazione, la temporanea assenza, ecc. ); costituire, anche in collaborazione con gli istituti scolastici autonomi, strutture di accompagnamento per la “Technological Survey” permanente (sul modello ministeriale dell’Ote, l’Osservatorio tecnologico educativo), centri di competenza per la valutazione dei software didattici e laddove necessario forme di tutoraggio sostenute con personale anche esterno; dotare le scuole coinvolte nelle sperimentazioni degli strumenti hardware (accesso banda larga, lavagne interattive, proiettore, computer portatili, ecc. ) necessari allo sviluppo della didattica in aula, superando il concetto di laboratorio informatico; sostenere accordi di rete tra istituzioni scolastiche per la costituzione di centri servizi territoriali per l’organizzazione ed erogazione dei servizi informatici a supporto dell’attività didattica; valorizzare figure intermedie di sistema, interne alla scuola, in grado di guidare i processi d’innovazione tecnologica nonché formativi per l´abilitazione all´uso delle tecnologie (autonomia dei sistemi scolastici); favorire la realizzazione in ogni istituzione scolastica di un piano di formazione sulle Ict destinato ai docenti; realizzare specifica formazione per i docenti neo assunti durante l’anno di prova, riservando e incrementando le ore per le tecnologie informatiche; favorire e supportare la costituzione di gruppi di lavoro di docenti (sostenuti da esperti del settore della didattica con le Ict) per la revisione dei programmi del 2° ciclo finalizzati all’individuazione dei processi di apprendimento e dei relativi contenuti multimediali necessari allo sviluppo della didattica con le tecnologie informatiche. Obiettivo 1. 2. Creare un nuovo modello di educazione civica digitale permanente che vada oltre le conoscenze di base e concettuali dell’informatica come disciplina. Azione fondamentale di questo obiettivo è la definizione di un Syllabus per la cittadinanza digitale che sviluppi elementi di partecipazione attiva alla conoscenza, all’utilizzo e alla conservazione delle informazioni personali e sociali da parte del cittadino. Tale Syllabus definisce l´insieme di abilità e competenze, di schemi concettuali e (buone) prassi che abilitano ogni individuo ad essere soggetto consapevole nella civiltà dell´informazione. Oltre alle conoscenze di base e concettuali dell’informatica come disciplina, fanno parte del Syllabus le conoscenze degli strumenti intellettuali e tecnologici della produzione tra pari (commons), i diritti-doveri di privacy, sicurezza e proprietà. Strumenti: costituire un gruppo permanente di esperti che ha il compito di produrre la prima versione del Syllabus e di aggiornarlo almeno ogni due anni; apprendere queste conoscenze ed abilità nell’ambito di attività progettuali basate sulla didattica assistita dalle Ict; organizzare seminari ed aggiornamenti anche in collaborazione con i soggetti competenti sul territorio; monitorare le competenze attese definite nel Syllabus a livello giovani/adulti; diffondere le certificazioni delle competenze di educazione civica digitale (evoluzione dell’Ecdl); promuovere tutte le azioni e le raccomandazioni relative al software libero ed alla interoperabilità adottate dalla Giunta Provinciale con delibera n. 1492 del 15 luglio 2005 relative sia al software didattico che ai sistemi informativi. Obiettivo 1. 3. Sostenere la formazione di esperti nelle Ict e lo sviluppo di competenze manageriali (non tecniche) relative alle Ict attraverso master e percorsi personalizzati in collaborazione con l’Università e con gli Istituti di ricerca della Pat. Si tratta di formare una classe di esperti nelle nuove tecnologie con elevata specializzazione, in grado di operare in centri di ricerca e di trasferire e valorizzare i risultati della ricerca ai contesti produttivi ed alla società civile. Strumenti: attivare borse di studio per gli studenti che optano per la formazione informatica e tecnico-scienti­fica; attivare percorsi formativi finalizzati all’apprendimento anche delle caratteristiche abilitanti delle nuove tecnologie ed al loro utilizzo nell’organizzazione della società e del lavoro. La necessità per i decisori d’impresa è infatti di comprendere l’impatto di una tecnologia sui risultati aziendali e possedere le capacità e le qualità richieste per trasformare i processi aziendali intorno alla tecnologia. 2. Formazione non-formale Risulta indispensabile offrire ai lavoratori ed alle imprese opportunità di accesso all’apprendi­mento delle nuove tecnologie ai diversi livelli di necessità (dall’alfabetizzazione alla specializzazione) anche attraverso l’erogazione di incentivazioni economiche e favorendo il lavoro quale contesto di apprendimento. Obiettivo 2. 1. Potenziare l’offerta formativa specialistica Ict. Strumenti: potenziare un’offerta formativa cofinanziata dal pubblico, curata direttamente dalle imprese, per i propri dipendenti avente quale contenuto oltre alla specializzazione nei vari ambiti di competenza, anche moduli o fasi obbligatorie specificamente dedicate ad approfondimenti specialistici nel campo delle nuove tecnologie informatiche. Questo segmento dell’offerta formativa potrebbe acquisire priorità nell’ambito dei bandi pubblici riservati alle imprese nell’ambito delle varie filiere di intervento (fondi comunitari, e in particolare il Fondo sociale europeo,, legge 236/93 ecc. ); creare un “Tavolo di concertazione”, cui facciano parte ente pubblico, le categorie economiche tramite le associazioni di categoria e le aziende accreditate per la formazione, che: partecipi alla progettazione ed all’analisi dei risultati della rilevazione dei fabbisogni delle imprese; sia coinvolto nella creazione e gestione del catalogo dei corsi a disposizione delle aziende; sia coinvolto nelle scelte future riguardanti la gestione della formazione Ict; creare un’ “offerta formativa” di corsi che consenta, di colmare il gap esistente tra le competenze richieste e quelle realmente a disposizione; verificare costantemente la rispondenza dell’ “offerta formativa” di cui sopra sia alle mutate richieste provenienti dalle aziende sia ai mutamenti generati dal mercato e dalle tecnologie; mettere a disposizione percorsi di formazione specialistica destinati alle principali figure aziendali. Particolare enfasi va posta sia all’aggiornamento costante dei profili professionali coinvolti sia alla promozione nei confronti delle aziende delle opportunità offerte. Obiettivo 2. 2. Supportare la formazione del cittadino-lavoratore finalizzata all’alfabetizzazione digitale. Strumenti: rilevare periodicamente ed in modo strutturato il livello di competenza richiesto per i diversi profili professionali allo scopo di determinare prima e tenere monitorato poi il fabbisogno di competenza richiesto dalle aziende. In ambito sanitario i soggetti più importanti da collegare in rete e da formare adeguatamente sono i medici di medicina generale, i pediatri de libera scelta, gli specialisti e le strutture di erogazione di servizi diagnostici, assistenziali e sanitari in generale; supportare la formazione del cittadino-lavoratore, finalizzata all’alfabetizzazione digitale, attraverso lo schema del buono formativo individuale, richiesto dal datore di lavoro privato o pubblico ed all’interno di un’ ”offerta formativa” emersa dall’analisi dei fabbisogni formativi espressi sia dal sistema economico che dalla pubblica amministrazione; supportare la formazione specialistica tramite lo schema del buono aziendale (soluzione peraltro già adottata da diverse regioni italiane). Anche in questo caso è l’azienda che richiede il voucher aziendale e ne sostiene una quota del costo. Caratteristica comune richiesta agli strumenti proposti è la profonda semplificazione delle modalità di accesso, di gestione e di successivo controllo; tale semplificazione è un fattore ritenuto dalle imprese determinante per il successo di qualsiasi iniziativa. Obiettivo 2. 3. Utilizzare l’eLearning, quale strumento didattico quotidiano e, tendenzialmente, quale modello prevalente di formazione nei percorsi di autoapprendimento e di rientro in formazione per gli adulti. Strumenti: sviluppare i contenuti e le infrastrutture opportune; definire le metodologie che consentano un uso efficace degli strumenti di eLearning nell’ambito della formazione non-formale. 3. Formazione informale Risulta opportuno che anche coloro che hanno bassa propensione ad apprendere le nuove tecnologie siano indotti ed incoraggiati a farlo creando delle opportunità di apprendimento contestualizzato nei consueti ambienti di vita. L’obiettivo da raggiungere in cinque anni è di elevare la percentuale di cittadini alfabetizzati portandola alla media europea. La formazione informale indica, per esclusione, le attività che non ricadono nelle precedenti due categorie ma aventi comunque un impatto sulla persona. Ai fini della diffusione di un uso consapevole delle nuove tecnologie Ict, è opportuno creare opportunità e stimoli verso l’uso di tali tecnologie nel contesto dei consueti ambiti di vita dei cittadini/e. In questa direzione si possono individuare alcune azioni ad ampia diffusione sulla popolazione o su categorie di persone. A titolo di esempio si riportano alcune azioni oggi possibili ed auspicabili: adottare iniziative di scuola elettronica che coinvolgano gli operatori del sistema nel gestire on line i processi inerenti il reclutamento e la mobilità del personale docente. Questa azione ha un valore aggiunto importante dal punto di vista della semplificazione delle pratiche, del risparmio di tempo per i richiedenti, del risparmio di risorse per il sistema scolastico. E’ un’azione che tocca una fetta della popolazione istruita e difficilmente un insegnante potrebbe giustificare di non essere in grado di usare un servizio on line; adottare in modo sistematico strumenti digitali di informazione, comunicazione e interazione tra i soggetti afferenti il sistema istruzione: docenti, studenti, famiglia, istituzioni scolastiche; adottare iniziative di sanità elettronica, finalizzate alla soddisfazione dei bisogni delle diverse categorie di potenziali utenti (cittadini, pazienti, professionisti della salute, amministratori, decisori), che devono essere adeguatamente coinvolti nei processi di costruzione dei servizi on line che si intendono attivare; adottare iniziative di eGovernment finalizzate alla comunicazione elettronica al cittadino, alla democrazia elettronica e/o alla gestione on line di servizi; promuovere ed incentivare opportune forme di partecipazione dei cittadini, favorendo l’emergere “dal basso” d’iniziative per la diffusione delle Ict nel tessuto sociale. Nell’adottare queste iniziative è importante assicurarsi che i servizi on line siano effettivamente utilizzati. Di seguito alcune raccomandazioni: – partire con le imprese ed i partner strategici e quindi estendere ai cittadini. Le imprese hanno infatti transazioni ricorrenti ed interazioni più regolari con la Pa; hanno infrastrutture più adeguate e bisogni più facilmente categorizzabili. Coinvolgere l’associazionismo ed il volontariato, realtà importanti nel territorio provinciale, sia per quanto riguarda associazioni a tema tecnologico, sia per quanto riguarda le associazioni locali o settoriali; incentivare l’uso del digitale (ad es. Concedendo scadenze più estese per gli adempimenti svolti on line, o incentivi agli accessi, o incentivi all’acquisto dei Pc, specie per i partner strategici); attuare del benchmarking con le esperienze europee più significative in termini di adesione dei cittadini all’uso di servizi digitali; rimuovere le barriere all’uso delle tecnologie: assicurando la multicanalità o possibilità di fruizione attraverso una molteplicità di canali: on line, telefonico, via fax, interpersonale al punto di erogazione dei servizi, in modo del tutto integrato o sincronizzato; disegnando le applicazioni on line in modo che rendano una “navigazione” agevole anche alle persone meno abituate, utilizzando metodi innovativi e sistemi intelligenti di interazione uomo macchina; utilizzo di diversi dispositivi a seconda del servizio e del punto di accesso (ad es. Chioschi di richiesta dei certificati presso i centri commerciali, piuttosto che telefoni cellulari per messaggi brevi di conferma di una prenotazione, o ancora la Tv digitale per un’interazione da casa). Misure di accompagnamento - È essenziale accompagnare questi obiettivi ed i relativi strumenti con adeguate misure di governo. 1. Monitorare le attività ed i progetti proposti. La Task force formazione, in collaborazione con l´Osservatorio permanente per l’economia, il lavoro e la valutazione della domanda sociale in Trentino, il Servizio programmazione ed il Servizio statistica, svilupperà un´attività di monitoraggio finalizzata a: individuare un insieme di indicatori che permettano di anno in anno di valutare l’andamento in questo settore. Senza un’analisi della realtà è infatti molto difficile poter attuare politiche ed azioni mirate e misurarne gli effetti; fornire pareri e proposte sui fabbisogni formativi provenienti dal sistema delle imprese e della Pa; supportare il monitoraggio delle abilità dei cittadini relative all’informatica per la cittadinanza ed aggiornare il Syllabus dell’informatica per la cittadinanza digitale; presentare alla Giunta una relazione annuale sull’andamento del settore suggerendo le azioni opportune; individuare, catalogare e promuovere i progetti e le azioni di successo. 2. Promuovere l’utilizzo delle risorse dei fondi comunitari, e in particolare il Fondo sociale europeo, per attuare le azioni ed i progetti. 3. Proseguire l’attività della Task force “Formazione per la eSociety”, con il compito di dare attuazione alle presenti Linee guida e di valutarne l’impatto sul territorio. .  
   
   
L´INNOVAZIONE "MADE IN SVIZZERA"  
 
 Bruxelles, 18 settembre 2006 - La Svizzera è uno dei paesi europei al vertice della classifica delle prestazioni nel campo dell´innovazione, in compagnia di altri fuoriclasse quali Finlandia, Svezia e Germania. Il sistema di innovazione del paese sta tuttavia iniziando a dare qualche segno di debolezza, ragion per cui i responsabili politici hanno deciso di fare il punto della situazione. Nell´ambito di tale processo di analisi dello spirito innovativo, la Svizzera sta prendendo parte a una nuova serie di pubblicazioni dell´Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) che esaminano la politica dell´innovazione. Una relazione è attesa per il mese di novembre. In occasione di un briefing svizzero sulla scienza tenutosi a Bruxelles il 13 settembre, Christophe Caviezel, direttore della Commissione svizzera per la tecnologia e l´innovazione (Cti), è intervenuto riguardo allo stato dell´innovazione in Svizzera e ha fornito un´anteprima non preannunciata di alcuni dei risultati chiave del progetto di relazione dell´Ocse. A prima vista, la Svizzera sembrerebbe in grado di offrire le condizioni adeguate per la creazione di un solido sistema di innovazione. Secondo l´edizione 2005 del Quadro europeo di valutazione dell´innovazione, il paese ha conseguito punteggi elevati in quasi tutti gli indicatori e nella classifica generale si è piazzato al secondo posto, a poca distanza dalla Svezia e prima della Finlandia. Il paese sembra inoltre sulla buona strada per la realizzazione dell´obiettivo di Lisbona di destinare il 3 per cento del Pil alla ricerca: la spesa attuale a favore della ricerca e sviluppo (R&s) ammonta al 2,9 per cento. Tuttavia, a dispetto dei risultati eccellenti, "la Svizzera è vittima di quella che potrebbe essere definita una carenza generale di dinamismo", ha affermato Caviezel, che ha richiamato l´attenzione sul rallentamento della crescita economica elvetica. L´innovazione è stata inoltre ostacolata dal livello basso di fondi pubblici stanziati a favore della R&s, che secondo gli esperti corrisponde solo alla media degli standard internazionali, vale a dire lo 0,65 per cento del Pil, rispetto a Svezia e Finlandia dove la spesa pubblica supera ampiamente la soglia dell´1 per cento. "Tale sviluppo è sicuramente contraddittorio a fronte della tendenza internazionale alla crescita della spesa pubblica a favore della R&s nella maggior parte dei paesi europei e a livello mondiale, nei paesi in via di sviluppo", ha precisato. Eppure l´assenza di dinamismo non è l´unica ragione. La Svizzera deve anche affrontare la sfida di una crescente convergenza tecnologica, dello sviluppo di un´economia della conoscenza e di una più forte concorrenza da parte dei paesi emergenti. Per tradizione la Svizzera è specializzata nei settori a media piuttosto che ad alta tecnologia, che per definizione presentano un potenziale più basso di innovazione. In base ai dati, negli anni novanta il paese non è riuscito a sviluppare un settore solido delle tecnologie dell´informazione e della comunicazione (Tic), il che spiegherebbe perché il paese è notevolmente in ritardo rispetto a Svezia e Finlandia in alcuni degli indicatori che misurano le prestazioni nell´innovazione. Alla luce di ciò, il progetto di relazione dell´Ocse individua una serie di aree in cui è opportuno intervenire. La prima è la struttura del sistema stesso, che secondo la relazione presenta "un approccio frammentario anziché sistematico alla politica in materia di scienza, tecnologia e innovazione, il che rispecchia l´attuale equilibrio di poteri che tiene conto dei diversi attori piuttosto che delle esigenze sociali a lungo termine". In effetti, l´elaborazione della politica dell´innovazione è ripartita tra il ministero per l´istruzione e la ricerca e il ministero degli Affari economici. Vi è poi un comitato direttivo che funge da forum di discussione e di scambio delle informazioni tra i due dicasteri. "Il compito della Svizzera nei prossimi anni è evidentemente lo sviluppo di un insieme di finalità per la propria politica dell´innovazione su scala nazionale e tra le diverse agenzie", ha sottolineato Caviezel. "Ci auguriamo di poter avviare la discussione nell´anno in corso". Il documento evidenzia inoltre la mancanza di un sostegno pubblico diretto alla R&s del settore privato, che ha determinato un´assenza di "orientamento della domanda" nel sistema innovativo del paese. "Di fatto, [la politica dell´innovazione] è stata progettata proprio così, come parte di un contesto di politica economica liberale dove gli interventi statali nell´economia sono visti con molto sospetto", ha spiegato Christophe Caviezel. Per risolvere tale carenza di fondi pubblici a favore della R&s privata, il progetto di relazione suggerisce l´istituzione di un progetto pilota per tastare il terreno in materia di sostegno specifico diretto a promuovere le attività innovative nelle aziende ad elevato contenuto innovativo. Per incentivare la R&s orientata alla domanda, è già in corso un´iniziativa del Cti che si propone di riunire l´industria e il mondo accademico al fine di individuare con maggior precisione le esigenze di offerta e di domanda. Tuttavia "l´equilibrio tra le misure orientate all´offerta e alla domanda nell´innovazione non è per niente scontato. Occorreranno altre sperimentazioni politiche nel settore", ha osservato Caviezel. Tra le altre aree individuate dal progetto di relazione figurano l´esigenza di affrontare le sfide delle piccole e medie imprese svizzere nell´economia globale, in particolare la concorrenza dai mercati emergenti quali Cina e India. "L´internalizzazione della R&s è già un dato di fatto", ha affermato Caviezel. "Occorre una via di mezzo tra impegno positivo e inevitabile prudenza". Ha fatto riferimento a un programma di cooperazione con la Cina e i paesi dell´Asia sudorientale lanciato di recente dal Cti, da cui le Pmi con risorse limitate potrebbero trarre enormi vantaggi, ha precisato. Christophe Caviezel ha concluso sottolineando che il bilancio per partecipare al programma quadro dell´Ue per la ricerca non esclude le risorse disponibili per i programmi nazionali di ricerca e innovazione. Piuttosto, andrebbero messi a disposizione fondi per entrambi i canali. Secondo Caviezel, tale problema è comune a tutti i paesi che partecipano al programma quadro. "A nostro parere, soltanto un sistema nazionale finanziato e gestito adeguatamente può essere un partner affidabile in un più ampio Spazio europeo della ricerca". .  
   
   
FABBISOGNO DEL SETTORE STATALE DEL MESE DI LUGLIO 2006  
 
 Roma, 15 settembre 2006 - Il Ministero dell´Economia e delle Finanze comunica i dati di sintesi del conto del settore statale del mese di luglio 2006. Fabbisogno del settore statale del mese di luglio 2006
Milioni di euro
Formazione del fabbisogno
Entrate 44. 671
Spese 37. 353
di cui: spesa per interessi 3. 328
Fabbisogno (-) / Disponibilità (+) 7. 318
Copertura
Totale -7. 318
Titoli a breve termine -2. 520
Titoli a medio-lungo termine -5. 150
Titoli esteri -387
Altre operazioni (1) 739
(1) Comprendono la raccolta postale e la variazione del conto di disponibilità. .
 
   
   
MEDIOBANCA BILANCIO AL 30 GIUGNO 2006: L’UTILE NETTO DI 858 M (632 M NELL’ESERCIZIO 04/05) HA RAGGIUNTO I LIVELLI ATTESI PER IL TERZO ANNO DEL PIANO (840 M).  
 
 Milano, 18 settembre 2006 - 2006 Si è riunito il 15 settembre , sotto la presidenza di Gabriele Galateri di Genola, il Consiglio di Amministrazione di Mediobanca che ha approvato il bilancio consolidato (redatto secondo i principi contabili Ias/ifrs) e il progetto di bilancio di Mediobanca al 30 giugno scorso, illustrati dal Direttore Generale Alberto Nagel e dal Condirettore Generale Renato Pagliaro. Risultati consolidati L’esercizio chiude con un utile netto di 858,4 milioni, in crescita del 36% rispetto ai 632,4 milioni del passato esercizio. A tale variazione concorrono il significativo aumento del risultato della gestione ordinaria (+40%, da 799,6 a 1. 118,3 milioni) e utili su cessioni di titoli per 87,8 milioni (40,7 milioni) principalmente attribuibili allo smobilizzo Ciments Frangais. L’esercizio è stato caratterizzato dalla forte crescita dei ricavi (+31%, da 1. 156,6 a 1. 511,7 milioni) le cui principali voci presentano il seguente andamento: il il margine di interesse cresce del 23% (da 480,2 a 593 milioni), per effetto del sostenuto sviluppo degli impieghi del corporate banking (+17%, da 10,5 a 12,3 miliardi) e dei retail financial services (erogato +21% a 4,6 miliardi); le le commissioni ed altri proventi salgono del 26% (da 241,1 a 302,7 milioni) per il positivo contributo (2/3 circa del totale) dell’area corporate ed investment banking; il il risultato dell’attività di negoziazione è pressoché raddoppiato (da 110,1 a 215,7 milioni) e include, oltre ai dividendi su titoli di trading (22,2 milioni), proventi per 40,8 milioni connessi al rimborso anticipato del prestito convertibile in azioni Ciments Frangais; i proventi da partecipazioni valutate al patrimonio netto registrano un incremento del 18% (da 285 a 335,3 milioni), riflettendo il positivo andamento reddituale di Assicurazioni Generali; i dividendi sui titoli disponibili per la vendita crescono del 62% (da 40,2 a 65 milioni). Lo sviluppo dei ricavi – accompagnato da un contenuto aumento dei costi di struttura (+10%, da 357 a 393,4 milioni), prevalentemente riconducibile allo sviluppo dell’operatività e della presenza territoriale dell’area retail – consente un ulteriore miglioramento del rapporto costi/ricavi che scende dal 31% al 26%. Le svalutazioni su crediti (+30%, da 92,1 a 119,4 milioni), riguardano sostanzialmente l’attività retail e la loro dinamica riflette la crescita dell’erogato del credito al consumo (+23% a 2,3 miliardi), sempre più orientato, in linea con la tendenza di mercato, verso categorie di impiego a maggior marginalità e rischiosità (prestiti personali e carte di credito). Le imposte (221,5 milioni), tenuto conto dei ricavi esenti o soggetti a tassazione ridotta (apporto delle società consolidate a patrimonio netto, dividendi e utili da cessione), esprimono una aliquota di circa il 39%. L’andamento dei principali aggregati patrimoniali è stato caratterizzato da un forte aumento degli impieghi a clientela (da 18,2 a 21,4 miliardi,+18%), con una crescita bilanciata del comparto corporate (+17% a 12,3 miliardi) e dell’area retail (+21% a 8,8 miliardi). La crescita della raccolta (da 24,5 a 29,1 miliardi) e la riduzione del portafoglio titoli disponibili per la vendita (da 7 a 5,5 miliardi) hanno determinato un’espansione degli impieghi di tesoreria (da 3,4 a 6,3 miliardi). Il patrimonio netto si attesta a 5. 886,8 milioni (da 5,440 milioni) senza considerare l’utile di periodo. Il Roe sale dal 11,6% al 15,2%. Risultati divisionali Wholesale banking: contribuisce per il 45% dei ricavi e il 54% degli utili del Gruppo. Chiude l’esercizio con un utile netto di 467,2 milioni, in crescita del 77% rispetto ai 264,4 milioni per effetto del significativo aumento del risultato della gestione ordinaria (+72%, da 294,5 a 505,8 milioni) e di utili su cessioni di titoli per 88,1 milioni (38,5 milioni) principalmente riferibili al già menzionato smobilizzo Ciments Frangais. La crescita dei ricavi (+52%, da 449,8 a 681,8 milioni) è stata conseguita grazie al positivo contributo di tutte le fonti di reddito: ¾ il margine di interesse, in aumento del 24% (da 145,5 a 180,6 milioni), riflette il sostenuto sviluppo degli impieghi (+19%, da 13,3 a 15,9 miliardi); ¾ il risultato dell’attività di negoziazione cresce da 99,6 a 205,3 milioni ed include 40,8 milioni connessi al rimborso anticipato del prestito convertibile in azioni Ciments Frangais; ¾ le commissioni ed altri proventi netti salgono del 31% (da 164,1 a 215,2 milioni) trainate dall’advisory (+82%, da 37 a 67,2 milioni) e dal lending (+58%, da 43,2 a 68,1 milioni); sostanziale anche il contributo dell’area capital market (79,9 contro 83,9 milioni); ¾ i dividendi percepiti sui titoli disponibili per la vendita crescono del 62% (da 40,2 a 65 milioni); ¾ i proventi da partecipazioni valutate al patrimonio netto saldano in 15,7 milioni, riflettendo l’apporto di Burgo che ha beneficiato peraltro di partite non ricorrenti. L’aumento del 13% dei costi di struttura (da 155,3 a 176 milioni) determina una riduzione del rapporto costi/ricavi dal 34% al 26%. Il Roac sale al 21%4 (dal 13%) nonostante il forte sviluppo delle attività di rischio ponderate che, coerentemente agli indirizzi strategici, sono cresciute del 23% (a 30,2 miliardi), in primis per l’aumento dei prestiti alle imprese (+17% da 10,5 a 12,3 miliardi). La crescita dei volumi è stata peraltro conseguita mantenendo invariata la qualità degli attivi. Complessivamente, l’area lending contribuisce oggi per circa 1/3 ai ricavi complessivi del wholesale banking. I ricavi del portafoglio d’investimento azionario (Equity investment portfolio), che include i possessi in Assicurazioni Generali (14,11%) e in Rcs Mediagroup (13,66%), aumentano da 278,6 a 310,5 milioni5 (+11%), di cui 287,6 milioni riconducibili a Generali (253,5 milioni) e 22,9 milioni a Rcs (25,1 milioni). La stabilità degli utili (+1% a 268,8 milioni) riflette maggiori imposte (32,7 milioni), quanto a 18,6 milioni per l’iscrizione anticipata del maggior carico fiscale connesso all’aumento dal prossimo 1° gennaio dell’aliquota Pex (5,28%). Il valore di carico delle partecipazioni, tenuto conto delle predetta valorizzazione, aumenta a 2. 173,4 milioni (da 1. 979,9 milioni di giugno 2005), di cui 1. 888,5 milioni riferibili a Assicurazioni Generali e 284,9 milioni a Rcs Mediagroup. La plusvalenza rispetto ai valori correnti di Borsa è pari a 3. 522,6 milioni (3. 352,4 milioni al 30 giugno 2006). Retail financial services: contribuiscono per il 29% ai ricavi e per il 9% agli utili del Gruppo; registrano nei dodici mesi un aumento del risultato ante imposte del 37% (159,2 milioni contro 115,8 milioni). L’aumento dei ricavi del 23% (da 357,7 a 440,8 milioni) riflette il positivo andamento del mercato (erogato + 21%), in particolare nel comparto del credito alle famiglie; la crescita dei costi (da 149,8 a 166,4 milioni) sconta la maggior operatività e l’ampliamento della rete distributiva, che comprende oggi 135 filiali (11 nuove filiali, di cui 10 relative al credito al consumo e una ai mutui ipotecari). Il risultato netto cresce del 19% (a 78,6 milioni) malgrado l’incremento delle svalutazioni su crediti (+25%, da 92,1 a 115,2 milioni) che riflettono il diverso profilo di rischio del portafoglio crediti di Compass, la cui composizione, in linea con le tendenze di mercato, è sempre più orientata verso i prestiti personali (circa 40% dell’erogato); la qualità del credito rimane invariata (crediti dubbi/impieghi: 0,9%). L’incremento delle imposte (+69% a 69,8 milioni) è prevalentemente legato alla sopravvenuta indeducibilità fiscale a fini Irap delle svalutazioni su crediti. Il Roac sale dal 15% al 17%. Quanto ai singoli segmenti: il credito al consumo (1/3 degli impieghi e 2/3 degli utili), ha registrato nuovi impieghi per 2,3 miliardi (+23%) ed utili in crescita del 18% (a 57,1 milioni). I mutui ipotecari mostrano nuovi impieghi per 0,5 miliardi (+20%) e utili netti in crescita del 26% (a 7,8 milioni). Il leasing ha visto una crescita dell’erogato del 19% (a 1,7 miliardi) e degli utili del 16% (da 11,8 a 13,7 milioni), anche grazie alla positiva rinegoziazione degli accordi tra Selmabipiemme e Banca Popolare di Milano. Private banking. L’aggregato, che oltre a Compagnie Monégasque de Banque include pro-forma la quota di competenza (48,5%) di Banca Esperia, registra un utile netto di 44 milioni (5,1% sul gruppo), in aumento del 26% (34,8 milioni) grazie al maggior apporto delle commissioni (+17%, da 70,5 a 82,8 milioni) rivenienti anche dalla buona performance dei portafogli clienti e dalla crescente componente gestita delle masse; sensibile, inoltre, il miglioramento del cost/income sceso di 5pp al 60%. Gli attivi gestiti/amministrati crescono del 4% (da 10,8 a 11,2 miliardi), ripartiti quanto a 7,1 miliardi (+1%) per Cmb e quanto a 4,1 miliardi (pro-quota) per Banca Esperia (+10%). Il Roac del comparto è cresciuto al 40% (32% lo scorso anno). Mediobanca Spa6 L’esercizio 2005-2006 chiude con utile netto di 494,3 milioni (440,1 milioni), dopo riprese di valore nette su titoli di investimento, calcolate sulla base della media semestrale dei prezzi, per 34,4 milioni (60,7 milioni), utili da realizzo di partecipazioni per 106,6 milioni (38,5 milioni) e minusvalenze su titoli e derivati di tesoreria per 186 milioni (28,5 milioni); queste ultime trovano come di consueto contropartita nelle maggiori plusvalenze inespresse sul portafoglio di tesoreria. La gestione ordinaria, in aumento di oltre il 30% (da 453,8 a 590,2 milioni), beneficia del margine su impieghi cresciuto del 23,6% (da 146 a 180,4 milioni) e di maggiori commissioni per 45,3 milioni (+27,8%), mentre calano i proventi di tesoreria (da 160,9 a 150 milioni). Quanto agli aggregati patrimoniali, i finanziamenti in essere aumentano da 14 a 15,8 miliardi, pur avendo assorbito il sostanziale azzeramento delle operazioni con raccolta parallela (scese da 1. 598,1 a 83,8 milioni). Parallelamente, la provvista è cresciuta (da 19,4 a 23 miliardi) con emissioni nell’esercizio per 8,5 miliardi. I titoli di investimento aumentano di 94,2 milioni, dopo riprese di valore per 34,4 milioni mentre gli impieghi netti di tesoreria, tenuto conto dei predetti movimenti, salgono di 2. 251,6 milioni riportandosi ai livelli degli esercizi passati. Proposta di dividendo Il Consiglio ha deliberato di proporre all’Assemblea degli Azionisti, convocata per il 28 ottobre prossimo (eventuale seconda convocazione il 30 ottobre), la corresponsione di un dividendo unitario di 0,58, con un aumento del 21% rispetto allo scorso anno (0,48). Il dividendo verrà messo in pagamento dal 23 novembre prossimo (data stacco 20 novembre). Il Consiglio infine ha: preso atto delle dimissioni del Signor Carlo Salvatori, cooptando in sostituzione il Signor Dieter Rampl, Consigliere non indipendente e non esecutivo che è stato altresì nominato Vice Presidente e membro dei Comitati Esecutivo, Nomine e Remunerazioni; approvato l’emissione di un prestito subordinato di massimi 1-1,2 miliardi; valutato la sussistenza del requisito di indipendenza, come previsto dal Codice di Autodisciplina per le società quotate, per i Consiglieri Signori: Tarak Ben Ammar, Roberto Colaninno, Gabriele Galateri di Genola, Berardino Libonati, Fabrizio Palenzona; approvato la Relazione annuale sul sistema di Corporate Governance e sull’adesione al Codice di autodisciplina delle società quotate che sarà allegata, come di consueto, al fascicolo di bilancio. .  
   
   
BANCA POPOLARE ITALIANA RELAZIONE SEMESTRALE 2006 UTILE NETTO DI PERIODO PARI A 92,0 MILIONI DI EURO CONTRO UNA PERDITA DI 181,6 MILIONI DEL 30 GIUGNO 2005  
 
Lodi, 18 settembre 2006 - Il Consiglio di Amministrazione della Banca Popolare Italiana, presieduto da Dino Piero Giarda, ha approvato la Relazione Semestrale al 30 giungo 2006. Il Gruppo Banca Popolare Italiana chiude il semestre 2006 con un utile netto di periodo pari a 92,0 milioni di euro, che si confronta con la perdita di 181,6 milioni di euro registrata nel primo semestre dello scorso anno. I dati dimostrano la tenuta dell’attività bancaria caratteristica e la ripresa delle aree tradizionali del retail banking, mentre risentono ancora, nell’ambito della finanza e degli oneri operativi, dell’influenza della passata gestione. Dal punto di vista commerciale il progetto “Banca delle Piazze” sta procedendo secondo le previsioni del Piano Industriale, grazie alla positiva risposta della rete di vendita. I nuovi prodotti di raccolta e di finanziamento confermano il ruolo dell’Istituto come punto di riferimento per i territori in cui opera al servizio delle famiglie e delle piccole e medie imprese. In quest’ambito, il rinnovo della gamma dei mutui ipotecari, ridefiniti nelle durate e nelle condizioni di prezzo e offerti a spread estremamente competitivi, ha inciso positivamente sulla dinamica degli impieghi, incrementando il livello di fidelizzazione della clientela. La nuova produzione di mutui residenziali, raffrontati con i dati al 30 giugno 2005, evidenzia una crescita del 26%, mentre le nuove erogazioni di credito al consumo registrano un incremento del 22,5%. Grazie all’apporto dei mezzi freschi rivenienti dall’aumento di capitale conclusosi ai primi di agosto 2006 ed alla riduzione dell’attività di rischio, soprattutto in relazione ai rischi di mercato, il Gruppo migliora la propria solidità patrimoniale. In particolare il Core Tier1, calcolato includendo gli effetti dell’aumento di capitale, si fissa al 7,4%. Dati Semestrali Consolidati Conto Economico Consolidato I risultati economici del primo semestre 2006 evidenziano l’attività svolta dal Gruppo per risolvere la fase di difficoltà e rallentamento dell’attività gestionale che aveva caratterizzato la seconda metà dello scorso esercizio. Il venire meno delle componenti di costo e delle rettifiche straordinarie che hanno segnato il 2005 e la ripresa dell’attività operativa, permettono il ritorno a risultati ampiamente positivi. Il trend risulta sostanzialmente allineato con le previsioni del Piano Industriale 2006-2009, ad ulteriore prova dell’efficacia del percorso di ristrutturazione intrapreso dal Gruppo. Il margine di interesse al 30 giugno 2006 si attesta a 401 milioni, in aumento dell’1,6% rispetto ai valori del 30 giugno 2005. Gli interessi attivi rilevati nel periodo in esame crescono del 4,1%, rispetto a quelli del pari periodo 2005, mentre gli interessi passivi si incrementano dell’8,2%. Il margine di interesse ha beneficiato, nonostante la contrazione nei volumi degli impieghi del 3,5%, dovuto al rientro degli impieghi di natura finanziaria, di un effetto positivo di 26,9 milioni derivante da cedole pregresse e non ancora liquidate relative al titolo “Tiepolo Finance 2 – tranche mezzanine” che sono state contabilizzate in virtù dell’andamento dell’operazione sottostante. L’incremento degli interessi passivi deriva principalmente dall’accresciuto onere della raccolta che risente delle emissioni di prestiti obbligazionari, subordinati e senior, effettuate alla fine del primo semestre 2005. Le commissioni nette ammontano a 200,7 milioni in aumento di 118,9 milioni rispetto allo scorso anno; quelle attive registrano una contrazione di 27,8 milioni dovuta principalmente alla riduzione effettuata nelle commissioni applicate ai conti correnti con clientela e a quelle derivanti dai servizi di intermediazione, gestione e distribuzione. Le commissioni passive si riducono di 146,7 milioni essenzialmente per il venir meno della componente di natura straordinaria presente al 30 giugno 2005 collegata all’operazione Antonveneta per complessivi 118 milioni. Il risultato netto dell’attività di negoziazione e copertura risulta pari a 35,4 milioni in riduzione rispetto allo scorso anno, soprattutto a seguito della politica di riduzione del profilo di rischio. L’utile delle partecipazioni è pari a 22,7 milioni, ed è composto, prevalentemente, dalla plusvalenza realizzata per la cessione della controllata Bipielle Leasing. L’utile da cessione di crediti ammonta a 69,1 milioni ed è relativo alla plusvalenza registrata nella cessione pro-soluto di un portafoglio di Non performing Loans di oltre 920 milioni lordi, effettuata nel giugno 2006. L’utile da cessione di attività e passività finanziarie ammonta a 32,9 milioni ed è composta prevalentemente dalla plusvalenza per la cessione della partecipazione detenuta in Banca Italease (27,9 milioni). Il saldo degli altri oneri e proventi di gestione è positivo per 79,0 milioni e risente dell’aumento degli oneri di gestione di carattere straordinario, tra i quali si segnalano 12 milioni per la dismissione di un investimento in titoli strutturati; ulteriori oneri provengono dalla regolarizzazione di adempimenti fiscali relativi ad operazioni di esercizi precedenti e da costi straordinari per il completamento di iniziative immobiliari. I proventi operativi netti si attestano a 858,1 milioni facendo segnare un incremento del 3,2% rispetto al giugno 2005. Le rettifiche nette sui crediti ammontano a 50,7 milioni, rispetto ai 351,1 milioni del giugno 2005. Il dato del corrente semestre include una ripresa di valore di circa 44 milioni per effetto dell’attualizzazione dei crediti in sofferenza che sono stati ceduti nel semestre. L’incidenza delle rettifiche di valore sui crediti passa dal 1,05% del giugno 2005 all’attuale 0,18% (0,34% senza considerare la citata ripresa di valore). Le spese amministrative rimangono sostanzialmente stabili rispetto al dato del primo semestre 2005. Le spese per il personale, che ammontano a 254,4 milioni, si mantengono sullo stesso livello del primo semestre 2005 (+ 0,2%). Le altre spese amministrative salgono del 12,4%, posizionandosi a 216,4 milioni conseguentemente ai maggiori oneri collegati alla riorganizzazione del Gruppo ed alle spese legali, bilanciati da un’attenta politica di controllo della spesa in linea con il piano industriale. Gli accantonamenti ai fondi rischi ed oneri si attestano a 33,5 milioni, in netta flessione rispetto al primo semestre 2005, pari a 212,2 milioni, che includeva componenti di natura non ricorrente quali gli stanziamenti per la revocatoria Parmalat e gli oneri connessi sia alla vicenda Antonveneta sia ai potenziali rischi nell’area finanza. Attestandosi a 596,4 milioni, gli oneri operativi diminusicono di 448,4 milioni rispetto al dato di giugno 2005. Ne deriva un risultato positivo della gestione operativa di 261,7 milioni, che si confronta con la perdita di 213,3 milioni che ha caratterizzato il primo semestre 2005. Le perdite dei gruppi di attività in via di dismissione al netto delle imposte ammontano a 31,5 milioni e sono riferibili al risultato netto delle partecipate Bipielle Riscossioni, Bipielle Net, Bipielle Previdenza e Area Life, in corso di cessione entro il corrente anno. Dopo l’assegnazione ai terzi della spettante quota di utili, pari a 44,4 milioni, si perviene infine al risultato netto del semestre, pari a 92,0 milioni, che si confronta con una perdita pari a 181,6 milioni dell’analogo periodo del 2005. Stato Patrimoniale Consolidato Il totale generale della massa amministrata da clientela si attesta a 90. 665 milioni, in riduzione del 5,6% sul dicembre 2005 ricostruito pro-forma per tener conto delle società inserite nelle attività in via di dismissione. La raccolta diretta verso clientela (la somma tra debiti verso clientela e titoli in circolazione) raggiunge 33. 804 milioni (-1,7%). In particolare, i debiti verso clientela sono pari a 15. 000 milioni e si incrementano del 6,3%, mentre i titoli in circolazione si attestano a 18. 804 milioni, con una riduzione del 7,3%. Tali dinamiche rispondono alla strategia del Gruppo diretto a ricomporre gli strumenti di raccolta verso forme tecniche a minore onerosità e durata. La raccolta indiretta si attesta a 31. 390 milioni (-9,4%) ed è influenzata dall’andamento negativo dei mercati e dal deflusso di alcune posizioni istituzionali che al dicembre 2005 risultavano impegnate su titoli Antonveneta, poi rientrate a seguito dell’Opa perfezionata da Abn Amro nel corso del 2006. Il totale dei crediti verso clientela si attesta, a giugno 2006, a 27. 571 milioni di euro e riflette il rientro dell’esposizione nei confronti del gruppo Magiste per circa 605 milioni di euro, a seguito dell’escussione della garanzia costituita principalmente da azioni Rcs, realizzata a fine maggio 2006, e il rientro di alcune posizioni di clientela istituzionale, per circa 500 milioni di euro, anche a seguito della loro partecipazione all’Opa di Abn sui titoli Antonveneta. Al netto di tali posizioni la crescita normalizzata dei crediti rispetto al dato del 31 dicembre 2005, si posizionerebbe al 2,6%. Tra le forme tecniche, i conti correnti (il 28,4% circa del totale) sono pari a 7. 836 milioni, in crescita del 2,1% sul dicembre 2005, mentre i mutui (il 34,5% del totale) segnano un incremento del 3,1% posizionandosi a 9. 518 milioni. Il comparto del credito al consumo si conferma in crescita incrementandosi del 22,5%. Il patrimonio netto di Gruppo al 30 giugno 2006, inclusivo dell’utile semestrale, è pari a 2. 809,6 milioni, in aumento del 0,83 % rispetto ai 2. 786,3 milioni del 31 dicembre 2005. Struttura Operativa Al 30 giugno 2006 i dipendenti del Gruppo Bpi risultano 8. 342 rispetto agli 8. 598 di fine 2005. La diminuzione nell’organico complessivo è prevalentemente riconducibile alle operazioni di dismissione societarie avvenute nel semestre (od in corso di perfezionamento) che interessano: Bipielle. Net (34 risorse), Bipielle Previdenza Assicurativa (6 risorse), Bipielle Riscossioni (111 risorse), Area Life (28 risorse), Bipielle Leasing (42 risorse). Il totale degli sportelli bancari, al 30 giugno 2006, è pari a 978. In data 29 luglio 2006 l’Assemblea Straordinaria dei Soci di Banca Popolare Italiana ha approvato il progetto di fusione per incorporazione di Reti Bancarie e Bipielle Investimenti in Banca Popolare Italiana. I concambi fissati per l’operazione sono pari a 5 azioni Banca Popolare Italiana ogni 1 azione Reti Bancarie e di 6 azioni Banca Popolare Italiana ogni 5 azioni Bipielle Investimenti. In data 3 agosto 2006, con la chiusura dell’asta dei diritti inoptati, si è concluso l’aumento di capitale sociale con l’integrale sottoscrizione delle 105. 795. 900 azioni in emissione, per un controvalore complessivo di 719,4 milioni di euro. . .  
   
   
GRUPPO BNP PARIBAS: L’ASSEMBLEA DEGLI AZIONISTI APPROVA LA CONVERSIONE FACOLTATIVA DELLE AZIONI DI RISPARMIO IN AZIONI ORDINARIE  
 
Roma, 18 settembre 2006 – L’assemblea Straordinaria e Ordinaria degli Azionisti di Bnl, svoltasi il 15 settembre a Roma, ha approvato, nella seduta Straordinaria, la conversione facoltativa delle azioni di risparmio (n. 23. 198. 331) in azioni ordinarie, prevista dall’art. 11 dello Statuto della Banca, a seguito della revoca dalla quotazione sul Mta delle azioni ordinarie, disposta da Borsa Italiana con effetto dal 26 luglio 2006, nonché le conseguenti modifiche ai relativi articoli dello Statuto. La conversione avverrà mediante l’attribuzione ai possessori delle azioni di risparmio di una azione ordinaria di nuova emissione per ogni azione di risparmio convertita. Le nuove azioni ordinarie avranno le stesse caratteristiche di quelle già in circolazione (valore nominale pari a euro 0,72, godimento regolare). L’inizio del periodo di esercizio della facoltà di conversione sarà concordato dal Consiglio di Amministrazione di Bnl con Borsa Italiana, mentre il termine ultimo non potrà essere successivo al 31 dicembre 2006. Inoltre, per rendere più flessibile la Corporate Governance di Bnl e allinearla agli standard del Gruppo Bnp Paribas e della best practice internazionale, l’Assemblea Straordinaria ha deliberato di modificare alcuni articoli dello Statuto, inerenti, tra l’altro, la disciplina e il funzionamento degli Organi delegati (artt. 14, 21, 22, 26, 27, 28, 29, 31, 32 e 37), nonché le attribuzioni proprie del Consiglio di Amministrazione (art. 21). In particolare, le modifiche approvate, rendono facoltativa, quindi solo eventuale, la nomina di un Comitato Esecutivo ed equiparano a tutti gli effetti la figura dell’Amministratore Delegato a quella del Comitato Esecutivo, poiché entrambi organi delegati della Banca. Tali modifiche inoltre attribuiscono al Consiglio di Amministrazione, con l’eliminazione di vincoli statutari all’articolazione delle deleghe di poteri all’interno dell’organo amministrativo, il compito e la responsabilità di definire l’assetto dei poteri interni al Consiglio e la loro attribuzione agli organi delegati in funzione delle esigenze concrete della Banca e alla luce delle best practices in materia di governance societaria nonchè delle indicazioni e delle istruzioni dell’autorità di vigilanza. Il nuovo modello di governance sarà, pertanto, improntato ad una più chiara distinzione tra il ruolo e le responsabilità gestionali del management e il ruolo, di supervisione e di controllo interno dell’operato del management stesso, degli altri amministratori non esecutivi, tra i quali il Presidente, al quale è attribuito anche il ruolo istituzionale e d’impulso dell’attività dell’organo amministrativo. Infine, nella parte Ordinaria, l’Assemblea, a seguito della revoca dalla quotazione del titolo ordinario Bnl e anche al fine di offrire agli azionisti di risparmio, quale alternativa alla conversione, la possibilità di liquidare il proprio investimento, cedendo alla Banca le azioni di risparmio da essi detenute, ha deciso di rinnovare per 18 mesi il fondo acquisto azioni proprie, mantenendo l’importo in 75 milioni e definendo le nuove modalità e termini di compravendita delle azioni Bnl, ordinarie e di risparmio, revocando quindi la precedente autorizzazione, deliberata dall’Assemblea del 28 aprile 2006. .  
   
   
BANCA PROFILO SEMESTRALE CONSOLIDATA AL 30.06.2006 UTILE NETTO CONSOLIDATO A 5,576 MILIONI DI EURO RACCOLTA CONSOLIDATA IN CRESCITA ANNO SU ANNO A 2,304 MILIARDI DI EURO  
 
 Milano, 18 settembre 2006 – Il Consiglio di Amministrazione di Banca Profilo ha approvato la Relazione Semestrale Consolidata al 30 giugno 2006. Al 30 giugno 2006 si registra un incremento anno su anno sia del margine di interesse consolidato – che passa dai 4,331 milioni di euro del primo semestre 2005 ai 5,380 milioni di euro del 30 giugno 2006 – sia delle commissioni nette consolidate, che si attestano a 16,809 milioni di euro rispetto ai 14,453 milioni di euro del primo semestre 2005. Il margine di intermediazione consolidato, pari a 29,993 milioni di euro nel primo semestre 2006, si confronta con i 32,472 milioni di euro del 30 giugno 2005. Al netto di alcuni eventi non ricorrenti quali la svalutazione della quota detenuta nel fondo Profilo Spinnaker Investment Fund per 1,241 milioni di euro e i maggiori investimenti in marketing di prodotto e tecnologici (1,2 milioni di euro), l’andamento del Gruppo nel primo semestre 2006 è in linea con quello del primo semestre 2005. Al 30 giugno 2006 l’utile lordo consolidato è pari a 9,773 milioni di euro contro i 12,086 milioni di euro dello stesso periodo dell’anno precedente per l’effetto di componenti non ricorrenti per complessivi 2,441 milioni di euro. L’utile netto consolidato si attesta a 5,576 milioni di euro (7,676 milioni di euro al 30 giugno 2005). In diminuzione i costi operativi consolidati, che passano dai 20,442 milioni di euro del 30 giugno 2005 ai 20,232 milioni di euro del primo semestre del 2006 (-1%). All’interno dell’aggregato, crescono le altre spese amministrative, che passano dai 6,636 milioni di euro del primo semestre 2005 ai 7,196 milioni di euro del 30 giugno 2006 per effetto degli investimenti sostenuti in marketing istituzionale e di prodotto e per l’implementazione dei presidi di Business Continuity. Risultano in calo le spese per il personale, che si attestano a 12,756 milioni di euro (-3,4% rispetto ai 13,210 milioni di euro del primo semestre 2005). Il patrimonio netto consolidato di periodo è pari ad euro 110,657 milioni. In crescita la raccolta consolidata, che passa dai 2,211 miliardi di euro del 30 giugno 2005 ai 2,304 miliardi di euro del 30 giugno 2006 (+4,2%). Andamento della Capogruppo Banca Profilo S. P. A. Chiude il primo semestre 2006 con un risultato economico molto positivo, superiore alle aspettative di budget. L’utile lordo nel periodo è pari a 11,695 milioni di euro, l’utile netto si attesta a 7,376 milioni di euro. Si registra la crescita anno su anno sia del margine di interesse, che passa dai 4,355 milioni di euro del primo semestre 2005 ai 5,358 milioni di euro del 30 giugno 2006 (+23%), sia delle commissioni nette, che passano dai 14,067 milioni di euro del primo semestre 2005 ai 16,182 milioni di euro del primo semestre 2006. Il margine di intermediazione è pari a 30,854 milioni di euro (32,112 milioni di euro nel primo semestre 2005). La diminuzione è dovuta soprattutto alla svalutazione della quota nel fondo Profilo Spinnaker Investment Fund. In diminuzione i costi operativi, pari a 19,171 milioni di euro (-3,6% rispetto ai 19,873 milioni di euro del 30 giugno 2005). Il miglioramento dell’aggregato è ancora più significativo alla luce delle maggiori spese sostenute nel semestre per la commercializzazione di nuovi prodotti e l’implementazione del progetto di Business Continuity. Le altre spese amministrative, pari a 6,858 milioni di euro al 30 giugno 2006, si confrontano con i 6,421 milioni di euro dell’analogo periodo dell’anno precedente. In calo nel primo semestre 2006 le spese per il personale, pari a 12,090 milioni di euro (12,811 milioni di euro al 30 giugno 2005). Nel primo semestre 2006 il Roe su base annua è pari al 13,5% e il cost/income ratio si attesta al 61,4%. Il patrimonio netto al 30 giugno 2006 ammonta a 113,176 milioni di euro. Nel medesimo periodo, il totale dell’attivo è pari a 1,716 miliardi di euro (1,774 miliardi al 31 dicembre 2005). Il totale della raccolta, nel primo semestre 2006 è pari a 2,131 miliardi di euro e si confronta con i 2,088 miliardi di euro al 30 giugno 2005 (+2,1%). .  
   
   
BANCA ETRURIA: APPROVATA LA RELAZIONE TRIMESTRALE AL 30 GIUGNO 2006 SI CONFERMA IL BUON ANDAMENTO COMPLESSIVO DEI VALORI ECONOMICI E PATRIMONIALI  
 
Arezzo, 18 settembre 2006 – Si è riunito lo scorso 2 agosto, sotto la Presidenza di Elio Faralli, il Consiglio di Amministrazione di Banca Etruria che ha approvato la Relazione trimestrale al 30 giugno 2006. Prosegue anche nel secondo trimestre per il Gruppo Etruria lo sviluppo dei risultati economici e patrimoniali. Conto Economico riclassificato - Il margine di interesse si attesta a 44,2 mln di euro con un incremento dello 0,6% rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente. Considerando il dato progressivo da inizio anno il risultato derivante dalla gestione del denaro raggiunge 88,5 mln. Di euro superando di 3,1 mln. Quello di giugno 2005 (+3,7%). La performance delle commissioni nette raggiunge i 25,9 mln di euro con una crescita di 2,4 mln. Di euro (+10,1%) rispetto al Ii trimestre 2005 e contribuisce all’incremento tendenziale del semestre rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (giugno 2005) pari a 2,5 mln. Di euro (+5,4%). Il margine di intermediazione ammonta a 70,5 mln di euro con una flessione del 1,2% rispetto al Ii trimestre 2005, per effetto della valutazione al fair value che beneficiava dei corsi di borsa più favorevoli registrati nel 2005. Il risultato progressivo da inizio anno registra comunque una crescita di 1,8 mln. Di euro rispetto a quello ottenuto nei primi sei mesi dell’anno precedente (+1,3%). Il risultato netto della gestione finanziaria cresce a 61,9 mln di euro (+5,3%) comprensivo dell’effetto delle rettifiche di valore su crediti per 8,6 mln di euro, contro i 12,6 mln di euro del Ii trimestre 2005. I costi operativi netti si attestano a 46,2 mln di euro, cresciuti di 1,9 mln in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. A fine giugno, il rapporto Cost/income passa al 62,2% dal 62,4% della fine del 2005. In crescita l’utile di periodo che ammonta a 13,7 mln di euro con una variazione di circa 800 mila euro (+6,7%) rispetto al Ii trimestre 2005. Il risultato di periodo, su cui incide il carico fiscale attribuito alla frazione di esercizio trascorso, tiene conto dei proventi netti derivanti dalla dismissione della Rete dei Promotori finanziari (ceduto a Banca Lombarda Private Investiment) e dell’accordo di cessione della Controllata G. E. T. S. P. A. , concessionaria del servizio di riscossione tributi del Gruppo Etruria a favore di Riscossione S. P. A. , società pubblica partecipata dall’Agenzia delle Entrate e dall’Inps. Stato Patrimoniale. I crediti con la clientela raggiungono i 4. 992,9 mln di euro registrando un incremento di 255,7 mln. Di euro (+5,4%), mentre il totale della raccolta diretta si attesta a 4. 870 mln di euro con una crescita di 99,2 mln di euro (+2,1%) rispetto al 31 dicembre 2005. Per quanto riguarda il portafoglio titoli di proprietà, si registra una crescita del valore complessivo a 1. 069,2 mln. Di euro da 1. 001 mln. Della fine dell’anno precedente (+6,4%). I dati di Banca Etruria - Il secondo trimestre mostra un buon andamento dei principali indici economici e degli aggregati patrimoniali. Il Conto Economico riclassificato. Il risultato della gestione finanziaria, al netto di rettifiche realizzate a fronte del portafoglio crediti per 14,3 mln di Euro (24,9 mln nel 2005), raggiunge i 115,4 mln di Euro registrando un tasso di crescita del 11,1% rispetto al risultato del primo semestre del 2005. Migliora il margine d’intermediazione che con un risultato pari a 65,7 mln di Euro ottiene un incremento del 1,9% rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno. Si conferma il buon risultato delle commissioni nette che raggiungono i 19,9 mln di Euro registrando un incremento del 5,9% rispetto al 2005. In controtendenza la dinamica del margine d’interesse attestato a 39,6 mln di Euro (-5,3%), il cui dato tendenziale al 30 giugno 2006 fissa il margine della gestione del denaro a 80,2 mln di euro (-2,4%). I costi operativi netti si attestano a 41,2 mln di Euro pressoché in linea con il risultato dello stesso periodo dello scorso anno (+ 1 mln di Euro), portando il dato aggregato tendenziale al 30 giugno 2006 a 82 mln di Euro. Migliora l’indice Cost/income che passa al 62,6% contro il 66,2% del 2005 calcolato tenendo conto della riclassificazione a fini gestionali secondo i nuovi principi contabili Ias/ifrs. Il trimestre si chiude con un utile dell’operatività corrente al lordo delle imposte pari a 13,8 mln di Euro in crescita (+16,4%) rispetto allo stesso periodo del 2005, mentre il risultato d’esercizio di periodo raggiunge i 16,7 mln di euro (+54,7% rispetto al 2005), incluse le componenti di utile derivanti da attività in via di dismissione relative all’attività del periodo. Lo Stato Patrimoniale I crediti alla clientela di Banca Etruria si attestano a 4. 863,9 mln di euro con un incremento rispetto alla fine dell’anno precedente (+4,3%), mentre la raccolta da clientela ammonta a 4. 793,2 mln di Euro, registrando un incremento di circa 80 mln di euro (+1,7%) rispetto al risultato di fine anno. La raccolta indiretta si attesta nel periodo a 3. 789,5 mln di euro con una flessione rispetto al 31 dicembre 2005 del 3,6%, dovuta alla ristrutturazione organizzativa che ha interessato la rete commerciale della Banca e alla minore valorizzazione dei prezzi di mercato legata all’andamento di Borsa. Si conferma positiva la performance della raccolta assicurativa (+6,7%) che mantiene un andamento allineato agli obiettivi previsti. .  
   
   
BANCA DI LEGNANO PRIMO SEMESTRE 2006: UTILE NETTO: 109,0 MILIONI (+295,8% RISPETTO AL 30.6.05)  
 
 Legnano, 18 settembre 2006 – Banca di Legnano ha approvato, nella seduta del giorno 11 settembre 2006, i risultati relativi al primo semestre 2006. L’utile netto raggiunge 109,0 milioni di euro (+295,8%)[1] grazie ai miglioramenti della gestione operativa e agli utili da partecipazioni, pari a 58,8 milioni di euro, rivenienti dalla cessione totale delle quote azionarie detenute in Bipiemme Vita. I proventi operativi, in crescita da 88,3 milioni a 113,5 milioni (+28,6%)[2], beneficiano sia dello sviluppo del margine di interesse, cresciuto da 46,2 milioni a 54,6 milioni (+18,0%), sia dell’incremento delle commissioni nette (+11,7%; da 24,6 a 27,4 milioni) e dei dividendi, questi ultimi più che raddoppiati, passando da 12,2 milioni del 2005 a 25,5 milioni (+109,3%). Gli oneri operativi, pari a 40,8 milioni, sono stati contenuti e presentano una flessione complessiva di –1,7 milioni (-4,0%) rispetto al primo semestre 2005, concentrata nelle spese per il personale (-2,1 milioni), la cui riduzione proviene da minor ricorso a forme di incentivazione all’esodo e da un contenimento della forza lavoro impiegata. Le altre spese amministrative, pari a 13,6 milioni, presentano una crescita del +3,7%, comunque al di sotto delle previsioni. L’incremento dei ricavi e la concomitante flessione degli oneri operativi hanno portato il rapporto cost-income (al netto dei dividendi) dal 55,8% del primo semestre 2005 ad un lusinghiero 46,4%. Prima di considerare i ricavi straordinari relativi alla cessione di Bipiemme Vita il risultato della gestione operativa, pari a 72,7 milioni, presenta una crescita del +58,7%, pari a +26,9 milioni in valore assoluto. La cessione al gruppo Fonsai della partecipazione in Bipiemme Vita Spa, prevista dai patti parasociali stipulati tra la Capogruppo Banca Popolare di Milano e Fondiaria Sai Spa, perfezionata in data 14 giugno 2006, ha riguardato la totalità delle 3. 640. 000 azioni in portafoglio, cedute al controvalore di 78,7 milioni, realizzando una plusvalenza di 58,8 milioni. Dopo aver conteggiato l’utile da partecipazioni e aver provveduto ad accantonamenti e rettifiche di valore per un onere, al netto delle relative riprese, di 1,3 milioni, si perviene all’utile dell’operatività corrente ante imposte, pari a 130,2 milioni, che presenta una crescita del +200% rispetto ai 43,4 milioni del giugno 2005. Le imposte gravano sul semestre per 21,2 milioni di euro e portano l’utile di periodo ad attestarsi a 109,0 milioni (+295,8%) contro 27,5 milioni del corrispondente semestre 2005. Tra i principali aggregati patrimoniali al 30. 6. 06, confrontati con il dato al 30. 6. 2005, la raccolta diretta con clientela è pari a 2,44 miliardi di euro, con una crescita del +4,9%, al cui interno si segnala la dinamica delle obbligazioni, pari al +13,8%, per un ammontare a fine giugno 2006 di 686 milioni di euro. La raccolta indiretta, pari a 3,96 miliardi di euro al valore di mercato, ha sofferto l’andamento negativo delle quotazioni, che ha influenzato in particolar modo la componente della raccolta amministrata, pari a 1,89 miliardi, la quale presenta una variazione su base annua del –1,6%. Il risparmio gestito, pari a 2,07 miliardi di euro, cresce annua del +2,5%, e in particolare al suo interno si distinguono le riserve tecniche da bancassicurazione di Bipiemme Vita, in progresso del +32,3%. A fine giugno 2006 i crediti verso clientela si sono attestati a 2,51 miliardi di euro, rispetto a 2,18 miliardi del giugno 2005, con una variazione positiva del +14,9%. I mutui e prestiti, pari a 940 milioni, hanno trascinato la crescita con un incremento annuo del +21,0%, seguiti dai finanziamenti in leasing (+18,6%). A fine giugno 2006 le sofferenze, pari a 20,7 milioni, rappresentano solo lo 0,81% dei crediti lordi (0,79% a fine 2005; 0,87% a fine giugno 2005), percentuale che si riduce allo 0,29% al netto delle svalutazioni (0,27% a fine 2005; 0,36% a fine giugno 2005). Il patrimonio netto, ivi compreso il risultato di periodo, risulta al 30 giugno 2006 pari ad 1. 235 milioni di euro contro una consistenza al 31 dicembre 2005 di 1. 181 milioni (+4,6%). Nel primo semestre 2006 Banca di Legnano non ha proceduto ad aperture di nuovi sportelli, per cui la rete commerciale mantiene la dimensione del 31. 12. 2005, pari a 106 sportelli; rispetto al 30. 6. 2005 si registra invece un incremento di due unità determinata dalle aperture delle filiali di Rovellasca (Como) e Origgio (Varese) avvenuta nel secondo semestre 2005. [1] I dati economici e patrimoniali al 30 giugno 2005 sono stati modificati a seguito della decisione del Gruppo Bipiemme di avvalersi in sede di redazione del Bilancio al 31 dicembre 2005 delle modifiche apportate allo Ias 39 e allo Ias 19. [2] I dati economici semestrali sono stati esposti secondo uno schema di conto economico riclassificato al fine di garantire una più chiara lettura dei trend gestionali. .  
   
   
BANCA FIDEURAM RACCOLTA NETTA TOTALE A LUGLIO: € 80 MILIONI TOTALE MASSE AMMINISTRATE A FINE GIUGNO 2006: € 64,1 MILIARDI  
 
Roma, 18 settembre 2006 - 2006 – La raccolta netta totale (risparmio gestito e non gestito) del gruppo Banca Fideuram ha registrato a luglio un saldo positivo di € 80 milioni, portando la raccolta netta da inizio anno a € 1. 133 milioni. La raccolta netta di risparmio gestito (fondi, gestioni e assicurazioni) è risultata negativa per € 105 milioni. Il saldo complessivo del risparmio non gestito è stato positivo per € 185 milioni. All’interno del risparmio gestito i fondi comuni hanno segnato una raccolta positiva pari a € 4 milioni, mentre le gestioni patrimoniali e le assicurazioni hanno registrato una raccolta negativa rispettivamente di € 108 milioni e di € 1 milione. Le polizze vita hanno complessivamente incassato premi per € 105 milioni. La nuova produzione assicurativa è stata pari a € 66 milioni, principalmente costituita da polizze unit linked. A fine giugno 2006 il totale delle masse amministrate dal gruppo ammontava a € 64,1 miliardi, per € 49,5 miliardi costituite da risparmio gestito. A fine luglio i private banker1 del gruppo Banca Fideuram erano 4. 199 (inclusi 65 produttori assicurativi), in crescita di 49 unità rispetto a dicembre 2005. In allegato sono riportate le tabelle relative a: raccolta netta e premi vita incassati nel mese di luglio 2006 numero di private banker a fine luglio 2006 asset under management a fine giugno 2006 .  
   
   
PROSEGUE IL TREND POSITIVO PER L’UTILIZZO DEL LEGNO IN EDILIZIA IN ITALIA ITALIA: ENORME CRESCITA DEL LEGNO NELLE ABITAZIONI  
 
 Milano, 18 settembre 2006 - L’utilizzo del legno in edilizia in Italia ha vissuto negli ultimi anni un boom mai visto dal secondo dopoguerra. I motivi sono da ricercarsi nell’utilizzo sempre maggiore del sottotetto nelle abitazioni e nell’incremento di richiesta, nelle costruzioni, per quanto riguarda i temi del risparmio energetico e del rispetto per l’ambiente. Per questo un numero sempre maggiore di committenti privati e pubblici utilizzano il legno come materiale da costruzione, il quale va così sempre più sostituendosi ad altri materiali. Un trend che si manterrà anche nel futuro e che presenta ulteriori nuove possibilità per le aziende italiane. L’attuale ricerca di mercato „Utilizzo del legno in edilizia in Italia“, realizzata dalla Gardino Consulting Company di Genova, mostra una sorprendente crescita del legno nel settore edilizia in Italia. Sono stati intervistati più di 220 progettisti e aziende costruttrici italiane, e i 25 più importanti esportatori austriaci e tedeschi. L’incarico per la ricerca è stato dato da promo_legno, la piattaforma comune delle associazioni austriache e italiane del settore per l’impiego e la promozione del legno come materiale in edilizia in Italia. Fino ad alcuni anni fa i tetti delle abitazioni italiane venivano costruiti per la maggior parte in cemento. Negli ultimi 5 anni il trend va sempre di più in direzione del legno. I tetti in legno (nuove costruzioni e ristrutturazioni) hanno registrato in Italia una crescita del 40% a partire dal 2000. Dall’ultima ricerca di mercato (2000) i semilavorati utilizzati per il tetto sono cresciuti del 30%. In totale, la Gardino Consulting stima a 2,6 mio di m³ per l’anno 2005 la quantità di prodotti in legno per l’edilizia residenziale (2,04 mio nel 2000). Gli aumenti maggiori si registrano nei prodotti di travi lamellari, travi duo e trio e Kvh. Il loro utilizzo nelle abitazioni è aumentato da 255. 000 a 660. 000 m³. L’utilizzo totale del lamellare in edilizia (residenziale e non) si stima attorno agli 850. 000 m³. Anche i piallati fanno parte di questo aumento del trend del tetto di legno; il loro utilizzo per le abitazioni è incrementato da 650. 000 a 850. 000 m³. Anche le previsioni fino al 2010 mostrano un quadro positivo. Tutte le aziende italiane intervistate forniscono una stima positiva del mercato, con una crescita del 15%. E questo, sebbene in generale le costruzioni in Italia siano in diminuzione. Il materiale edile legno guadagna sempre più mercato rispetto agli altri materiali. A favore del legno c’è anche il fatto che il trend dei tetti di legno e del vivere in mansarda prende piede anche nel centro e sud Italia. Al nord al contrario il mercato per i tetti di legno è in alcune regioni saturo, mentre inizia una positiva tendenza per le costruzioni di case di legno. Entro il 2010 si prevede un incremento del 50% delle case in legno. Oggi i progettisti e gli esperti italiani si rendono conto che il legno è ampiamente competitivo rispetto agli altri materiali edili. I minori tempi di realizzazione, la sicurezza tecnica di prodotti ed elementi prefabbricati, il risparmio energetico e non per ultimo l’estetica del materiale, sono sicuramente argomenti a favore del legno, come ci conferma il 75% dei progettisti intervistati. Un quarto di questi è ancora però scettico sull’utilizzo del legno a causa dei costi e soprattutto per la mancanza di una conoscenza adeguata. Dal punto di vista delle aziende italiane, l’informazione portata avanti da promo_legno in questi anni rappresenta un contributo essenziale a questo trend positivo dell’utilizzo del legno in Italia. Nei circa 30 convegni e 20 corsi svolti sinora e in programma fino al 2008, migliaia di progettisti in tutta Italia sono stati e vengono informati sul tema del legno. Il fabbisogno pro-capite del legno in Italia è uno dei più bassi un tutta Europa. Dal 1999 – inizio della campagna promozionale di promo_legno – l’utilizzo del legno di conifere è aumentato da 0,09 a 0,13 m3 pro capite. Obiettivo delle attività è quello di incrementare l’utilizzo a 0,18 m3 entro il 2010. Promo_legno è un’iniziativa per la promozione della cultura del legno in Italia, supportata dalle associazioni del settore dell’industria del legno austriaca e italiana. Membri sono oltre proHolz Austria (piattaforma di marketing delle foreste e dell’industria del legno) la federazione austriaca delle industrie di legno, le associazioni italiane Assolegno (segherie e prime lavorazioni), Fedecomlegno (Importatori), Edilegno (edilizia per interni), Assopannelli (Industria dei Pannelli), Agelegno (Agenti). .  
   
   
BANCA ETRURIA FIRMA UN ACCORDO PER L’ACQUISIZIONE DEL CONTROLLO DI BANCA FEDERICO DEL VECCHIO S.P.A.  
 
Arezzo, 18 settembre 2006 – Banca Etruria ha firmato lo scorso 4 agosto un accordo per l’acquisizione del 71,3% del capitale della Banca Federico del Vecchio S. P. A. Di Firenze. I soci che manterranno la rimanente partecipazione nell’Istituto fiorentino potranno esercitare un’opzione di vendita entro tre anni dalla chiusura dell’operazione, il cui valore complessivo è di 110 milioni di euro, a fronte di un patrimonio netto della Banca Federico Del Vecchio, che, incrementato delle plusvalenze sugli immobili riconosciute ai soci, ammonta al 31 dicembre 2005 a circa 41 milioni di euro. Banca Federico del Vecchio, strutturata con due sportelli dedicati a una clientela selezionata, al 31 dicembre 2005 conta su un totale dell’attivo di 285,3 mln di euro, impieghi con la clientela di 122,2 mln di euro e una raccolta diretta e indiretta rispettivamente di 251,6 e di 96 mln di euro. L’utile netto di esercizio è pari a 2,9 milioni di euro. Per Banca Etruria, assistita da Mediobanca in qualità di advisor, l’accordo si richiama alle attività del Piano Industriale 2005 – 2007 il quale, parallelamente all’attuazione di una crescita per linee interne, prevede un modello di sviluppo anche per linee esterne, attraverso operazioni a valore aggiunto con istituzioni che vantano caratteristiche e vocazione territoriale compatibili con quelle del Gruppo Etruria. Banca Etruria, con l’aumento di capitale del 2005 e l’apertura dei nuovi sportelli previsti per il periodo 2005 - 2007, conferma con questa operazione l’attitudine a cogliere le opportunità offerte dal mercato per crescere in modo equilibrato sul piano dimensionale e patrimoniale, rafforzando al contempo il suo ruolo di Istituto a vocazione retail e di Banca del territorio. Le sinergie strategiche e i vantaggi dell’operazione si traducono nel rafforzamento dell’autonomia complessiva del sistema bancario toscano, che vede realizzare con l’accordo odierno l’integrazione di due realtà di solida tradizione e di forte radicamento territoriale, quali Banca Federico del Vecchio e Banca Etruria. L’intesa raggiunta garantisce la continuità dell’attuale gestione della Banca fiorentina che conserverà il proprio marchio e svilupperà il proprio peso nel capoluogo e nell’intero territorio toscano. Il perfezionamento dell’operazione è subordinato alle relative autorizzazioni di legge. .  
   
   
ASTE TITOLI DI STATO A MEDIO/LUNGO TERMINE DEL 14 SETTEMBRE 2006  
 
Btp 3,75%
Scadenza 15. 09. 2011
Cod. /tranche It0004112816/1
Imp. Offerto 3500
Regolamento 18. 09. 2006
Imp. Domandato 6583
Imp. Assegnato 3500
Prezzo aggiudicazione 100,17
Prezzo esclusione 98,240
Rendimento lordo 3,74
Variazione Rend. Asta prec. (*) -0,11
Rendimento netto 3,27
Riparto 10,915
Importo in circolazione (mln) 3500
Riapertura (mln) 875
Prezzo nettisti 100,17000000
(*) raffronto con titolo di pari durata
Elaborazione Assiom .
 
   
   
BORSA ITALIANA: BIT MONTHLY FLASH DI LUGLIO 2006  
 
Milano, 18 settembre 1006 - La Capitalizzazione: supera i 705 miliardi di euro La capitalizzazione delle società domestiche ha raggiunto a fine luglio 705,5 miliardi di euro (+4,3 % su fine 2005). Il rapporto capitalizzazione/Pil è pari al 48%. Le società quotate sono salite a 299, a seguito della quotazione di Piaggio, Sirti, Valsoia e dei 10 titoli dell’ Mta International, tenuto conto della revoca di Sirti (fusa in Sistemi Tecnologici e a sua volta quotata con il nome di Sirti). Gli Indici: in progresso tutti i principali indici di Borsa Italiana Il Mibtel ha chiuso il mese a 28. 086 punti (+0,7% su giugno 2006, +9% su luglio 2005), il Mib a 27. 321 (+1% su giugno 2006, +8,7% su luglio 2005). In rialzo anche l’S&p/mib che ha raggiunto i 36. 606 punti (+0,4% su giugno 2006, +8,6% su luglio 2005) e il Midex che ha toccato i 36. 457 punti (+3% rispetto a giugno, +10,7% su luglio 2005). L´indice Allstars ha concluso luglio a 15. 202 punti (+1,2% su giugno, +13,5% su luglio 2005); Star a quota 18. 610 (rispettivamente +2% e +13,9%); Techstar a 10. 935 (-1,7% e +17,4%); l’indice Mex del Mercato Expandi a fine luglio si è attestato a 10. 837 punti (rispettivamente +3,1% e +17,1%). Gli Scambi Azionari: record storico di 670 miliardi nel periodo gennaio-luglio 2006 Con una media giornaliera di 3,02 miliardi di euro di controvalore e 178. 049 contratti nel mese di luglio, gli scambi su azioni dall’inizio dell’anno sono cresciuti rispettivamente del 19,7% e del 26,2% sul corrispondente periodo del 2005 (la media giornaliera del periodo gennaio-luglio 2006 è stata infatti di 4,52 miliardi di euro di controvalore e 230. 332 contratti, contro una media del gennaio-luglio 2005 di 3,99 miliardi di euro e di 205. 695 contratti). Il controvalore complessivo scambiato su azioni da inizio anno è pari a 670 miliardi di euro, record di sempre, per il periodo gennaio-luglio, nella storia di Borsa Italiana. Gli scambi su Etf hanno raggiunto un controvalore medio giornaliero di 62,3 milioni di euro (1. 671 contratti) mostrando un incremento, in questa prima parte dell’anno, del 132,5% sull’equivalente periodo del 2005 (+217,8% per numero di contratti). Per gli scambi di Securitised Derivatives (Cw e Certificates) luglio ha registrato una media giornaliera di 201,4 milioni di euro di controvalore e di 14. 526 contratti. Il periodo gennaio-luglio 2006, con valori medi pari a 238,8 milioni di euro e 17. 612 contratti, mostra una crescita rispettivamente del 48,2% e dell’8,3% sullo stesso periodo dello scorso anno. Idem: gennaio-luglio 2006 segna +30,7% per numero di contratti standard sul corrispondente periodo 2005 Sull’idem, il Mercato dei Derivati di Borsa Italiana, nel mese di luglio sono stati scambiati in media, giornalmente, 86. 718 contratti standard (3,45 miliardi di euro di controvalore nozionale). Nel dettaglio: 12. 040 contratti su Futures su indice, 6. 594 su Mini-futures su indice, 8. 600 su Opzioni su indice, 7. 663 su Futures su azioni e 51. 821 su Opzioni su azioni. La media giornaliera dei contratti scambiati complessivamente sul mercato Idem da gennaio 2006 si attesta a 132. 025 (il controvalore nozionale è pari a 4,72 miliardi di euro), in progresso di oltre il 30% sul medesimo periodo dello scorso anno. Il trend di crescita dei primi sette mesi dell´anno ha interessato particolarmente i contratti Futures su azioni che hanno fatto registrare, rispetto allo stesso periodo del 2005, una crescita del 61%, con volumi medi giornalieri pari a 36. 912 contratti standard e 184 milioni di euro. Il Mini-futures su indice S&p/mib (miniFib), inoltre, ha registrato da gennaio 2006 una crescita del 41% con una media giornaliera di 7. 129 contratti standard scambiati. Il controvalore totale scambiato sul mercato Idem dall´inizio del 2006 è pari a 702 miliardi di euro. Mot: valori stabili Gli scambi su strumenti a reddito fisso hanno registrato nel mese di luglio una media giornaliera di 410 milioni di euro di controvalore e di 9. 923 contratti. Nel dettaglio: 378,2 milioni di euro e 7. 927 contratti la media registrata dai Titoli di Stato; 21,7 milioni e 1. 676 quella delle Obbligazioni; 10,1 e 321 la media di Eurobonds e Abs. Il confronto tra i valori registrati da gennaio a luglio 2006 e il corrispondente periodo del 2005 mostra una flessione del 4,4% del controvalore e un incremento del 4,7% del numero dei contratti.
Le 10 Azioni Con Migliore Performance Nel Mese Di Luglio 2006 Le 10 Azioni Dell’indice S&p/mib Con Migliore Performance Nel Mese Di Luglio 2006
Juventus F. C. 28,49% Lazio 27,76% Banca Popolare Italiana 25,65% Bipielle Investimenti 25,31% Reti Bancarie Holding 20,34% Marzotto 19,81% Banca Popolare Intra 15,55% Marazzi Group 14,55% Marzotto Rcv 13,27% Cattolica Assicurazioni 12,50% Aem 10,33% Banca Fideuram 8,74% Bulgari 8,68% Banco Popolare Verona E Novara 7,43% Fiat 6,70% Snam Rete Gas 5,54% Banche Popolari Unite 4,87% Eni 4,35% Alleanza 4,04% Parmalat 3,84%
Matricole 2005/2006 - Le 10 Migliori Performance Dal Collocamento Al 31/7/2006
Strumento Mercato Data Prima Negoziazione Prezzo (€) Collocamento Prezzo (€) 31/07/06 Performance dal Collocamento
Banca Italease Mta 2005 06 14 9,30 37,69 +305,27 %
Eurotech Mtax 2005 11 30 3,40 10,00 +252,01 %
Toro Assicurazioni Mta 2005 06 01 11,25 21,03 +92,70 %
Igd - Immobiliare Grande Distribuzione Mta 2005 02 11 1,45 2,41 +66,07 %
Bioera Me 2005 07 27 7,00 10,90 +55,71 %
Monti Ascensori Me 2005 07 27 2,00 3,02 +50,75 %
Apulia Prontoprestito Me 2005 12 07 1,28 1,83 +42,66 %
Piaggio & C. Mta 2006 07 11 2,30 2,73 +18,61 %
Nice Mta 2006 05 19 5,70 6,58 +15,35 %
Kerself Me 2006 01 18 2,50 2,85 +14,04 %
. . .
 
   
   
CREDITO: CONTINUA L’INCREMENTO DEL SETTORE PER GRUPPO PROMETEO CRESCITA DEL 140% ALLA SUA CONVENTION CONFRONTO CON ASSOFIN SUL FUTURO DEL MERCATO.  
 
Milano, 18 settembre 2006 - La tendenza positiva del comparto del credito al consumo del 2005 viene ribadita anche per i primi 6 mesi del 2006 con quasi 27 miliardi di euro di valore finanziato per prestiti finalizzati, prestiti personali, carte revolving e finanziamenti contro cessione del quinto dello stipendio; ovvero +15. 1% in confronto al 2005. In modo particolare aumentano i flussi di credito connessi con l’utilizzo di carte di credito revolving (15,5%), le cessioni del quinto (41,6%) e i prestiti diretti (23,1%)*. Per Prometeo il trend è ancora più favorevole: con più di 84 milioni di euro di volumi intermediati nel primo semestre del 2006 la società segna una crescita del 140% rispetto al 1° semestre 2005; tale incremento è dovuto da una parte a scelte di marketing e comunicazione, come: - l’apertura di nuove sedi, che ha portato alla reale copertura di tutto il territorio nazionale; - il conseguente utilizzo di campagne pubblicitarie su mezzi nazionali, che ha creato una forte visibilità. Dall’altra parte è stata determinante la decisione, presa già sul finire del 2005, di abolire ogni commission fee per il cliente finale. Le previsioni per Prometeo sono di chiudere l’anno con circa 200 milioni di volumi intermediati, posizionandosi così come società di riferimento nel mondo della mediazione creditizia in Italia. In un’ottica di benchmarking, Prometeo, oggi, si confronta direttamente con le reti di banche e finanziarie e non più con i mediatori. In questo contesto di crescita, Prometeo ha organizzato quest’anno la sua convention (dal 14 al 16 settembre, a Milano Marittima), cui partecipano anche alcuni esponenti del settore, come Patrizia Zambianchi Ceo Italia di Ge Money Bank, il cui intervento del 16 settembre verterà sul prodotto “consolidamento del debito” e Giuseppe Piano Mortari, direttore operativo di Assofin, che oggi, in un dibattito aperto, ha presentato lo scenario futuro del credito. “La crescita del credito alle famiglie ha natura strutturale ed è destinata a proseguire anche nei prossimi anni” dichiara Giuseppe Piano Mortari, che aggiunge ”Il settore sta cambiando, anche profondamente, in termini di prodotti e di canali distributivi utilizzati. Lo sviluppo più sostenuto di prodotti di finanziamento non finalizzati ha determinato in tempi recenti, da parte di alcuni operatori, un ricorso crescente anche al canale dei mediatori creditizi. Tuttavia, a tendere, le scelte di fondo di molti intermediari sembrano fondate in buona misura sulla disintermediazione e sul potenziamento dell’offerta attraverso filiali proprie o dei gruppi di appartenenza. Per i mediatori lo scenario futuro è caratterizzato dalla sfida: il rapporto tra costo e qualità del servizio offerto sarà sempre più determinante per il successo delle reti distributive indipendenti”. Una sfida che Prometeo ha colto al volo. In più di 20 anni di attività nella mediazione creditizia la società è stata testimone e in parte protagonista di un profondo cambiamento nel mondo del credito e in particolare della categoria dei mediatori, che ha visto in questi ultimi anni un periodo costruttivo e favorevole. Proprio su questo tema è intervenuto alla convention, il Presidente di Prometeo, Giancarlo Cupane, che ha sottolineato le grandi potenzialità ma anche gli ostacoli con i quali i giovani mediatori si devono confrontare. Più regole e più trasparenza fra istituti di credito e mediatori, questi i punti cardini del discorso. Fondamentale è inoltre progettare un percorso completo di formazione del personale: proprio in quest’ottica, è intervenuta alla convention la prof. Ssa Consuelo Casula, docente di Comunicazione Interpersonale all’Università Iulm, sul tema della comunicazione efficace con i collaboratori. “La distribuzione indipendente di prodotti creditizi è decisamente in crescita in Italia ma purtroppo, ad oggi, è ancora frammentata. Da una parte ci sono poche società importanti, dall’altra tantissimi piccoli mediatori, a volte non sufficientemente preparati. ” dichiara Giancarlo Cupane, “Per questo noi, in Prometeo, investiamo molto in formazione; il problema rimane per i singoli professionisti e i piccoli studi a cui un valido supporto formativo potrebbe venire dagli stessi istituti con cui collaborano; l’alternativa potrebbe essere invece quella di affiancarsi ai mediatori più strutturati”. “Credo che il mercato abbia bisogno di forze e idee nuove: nuovi prodotti, nuove alleanze, più professionalità da parte degli operatori, per una crescita economica e maggiori opportunità per l’utente finale”. La presenza di Piano Mortari (Assofin) alla convention di Prometeo sta proprio a significare la volontà di collaborazione fra operatori diversi al fine di condividere visioni e valori. .  
   
   
EULER HERMES INSOLVENCY OUTLOOK 2006: LE INSOLVENZE DELLE IMPRESE NEL MONDO SONO ORIENTATE AL RIALZO, MENTRE RALLENTA L’ECONOMIA MONDIALE.  
 
 Milano, 18 settembre 2006 - Nel 2005, il numero di insolvenze delle imprese nel mondo (misurato dal nostro indice globale delle insolvenze) è aumentato del 2%, ben oltre le nostre previsioni dello scorso autunno. La sorpresa è dovuta alla quantità eccezionale di insolvenze registrate negli Stati Uniti a settembre-ottobre 2005, periodo in cui molte imprese si sono affrettate a inoltrare istanza di fallimento prima dell’introduzione di una nuova legge che ha reso meno favorevoli ai debitori le procedure di insolvenza. Dopo un quarto trimestre 2005 che ha falcidiato le aziende americane in difficoltà, all’inizio del 2006 la percentuale di insolvenze si è fortemente ridimensionata e l’effetto base del 1° trimestre dell’anno trascinerà sicuramente verso il basso i dati annuali (-5%), compensando così in parte l’impennata del 2005 (+14%). Stante il peso degli Stati Uniti sul nostro indice globale (34%), quest’ultimo dovrebbe subire un leggero calo nel 2006 (-1%), prima di risalire nel 2007 (+3%). A prescindere dalla volatilità dovuta alle fluttuazioni americane, l’indice globale dovrebbe in effetti orientarsi al rialzo a causa del rallentamento dell’economia mondiale. Questo incremento congiunturale delle insolvenze è iniziato nel Regno Unito nel 2005 (+8%), si è innescato negli ultimi mesi in Giappone (+2% previsto nel 2006 contro un -5% nel 2005) e prevedibilmente raggiungerà anche l’Europa. La fase di calo delle insolvenze in Germania (-5% nel 2005, -6% previsto nel 2006) dovrebbe concludersi nel 2007, per effetto della frenata dell’economia nazionale (collegata all’aumento dell’Iva) e mondiale. L’evoluzione della normativa americana, oltre alle fluttuazioni statistiche che ha innescato, potrebbe avere ripercussioni a più lungo termine sulle insolvenze internazionali. In effetti, in questi ultimi anni molti Paesi ave-vano tentato di ispirarsi alle agevolazioni introdotte nelle procedure americane, semplificando le loro legislazioni in senso molto favorevole ai debitori. Oggi, dopo la riforma americana dell’ottobre 2005, assistiamo forse ad una svolta nella tendenza mondiale, foriera di maggiori diritti per i creditori.
• Evoluzione prevista delle insolvenze
(variazione annua in %)
[2007] [2006]
Stati Uniti 8% -5%
Spagna 4% 10%
Taiwan 4% 7%
Grecia 4% 5%
Regno Unito 3% 8%
Portogallo 3% 5%
Indice globale delle insolvenze 3% -1%
Italia 3% 3%
Belgio 2% 0%
Europa occidentale 1% 0%
Norvegia 1% -10%
Giappone 1% 2%
Repubblica ceca 1% -4%
Svizzera 0% 0%
Slovacchia 0% 8%
Polonia 0% -1%
Francia 0% 0%
Danimarca 0% -8%
Lussemburgo 0% -1%
Germania 0% -5%
Cina 0% 0%
Ungheria -1% -1%
Hong Kong -1% -11%
Paesi Bassi -1% -2%
Canada -1% -4%
Irlanda -3% -3%
Austria -3% -2%
Finlandia -3% -6%
Corea del sud -4% -10%
Singapore -7% -6%
Svezia -7% -10%
Brasile -8% -15%
[Fonti: Fonti nazionali, previsioni Euler Hermes
.
 
   
   
INSOLVENCY OUTLOOK 2006: INDICE GLOBALE DELLE INSOLVENZE  
 
Per ovviare all’eterogeneità delle situazioni e delle statisti-che nazionali, procediamo al monitoraggio dell’evoluzione storica delle insolvenze, piuttosto che dei dati assoluti. Per ciascun Paese abbiamo calcolato un indice di insolvenza par-tendo da una base pari a 100 nel 1997, dopodichè calcoliamo un Indice Globale delle Insolvenze pari alla somma pondera­ta dei suddetti indici nazionali. Ogni Paese è ponderato sulla base del peso del suo Pil in valore (ai tassi di cambio corren­ti) nel contesto dei Paesi esaminati nello studio e che rap­presentano il 90% del Pil mondiale. L’indice globale era cre­sciuto enormemente nel 2001, a causa della crisi economica, per poi iniziare una discesa nel 2003. L’aumento della cresci­ta mondiale nel 2004 ha determinato un suo calo dell’8%, ma l’attuale rallentamento dell’economia ha bloccato questa tendenza. L’indice globale delle insolvenze è aumentato del 2% nel 2005; nel 2006 dovrebbe diminuire dell’1%, prima di riprendere la sua corsa nel 2007 (+3%). Q Pb
Indice globale delle insolvenze
[Base 100: 1997] [% del Pil ] [1997] [1998] [1999] [2000] [2001] [2002] [2003] [2004] [2005] r [2006] [2007]
Indice globale 100,0% 100 97 84 87 f 94 95 91 83 85 84 86
Europa occidentale 37,4% 100 94 89 88 92 101 , 105 104 103 103 104
Stati Uniti 33,9% 100 82 70 66 74 71 65 64 _ 73 69 74
Canada 2,9% 100 89 82 82 85 78 73 67 62 60 58
Giappone 13,3% 100 115 93 114 116 116 99 83 79 81 81
Germania 7,9% 100 101 96 103 117 137 143 143 134 127 127
Francia 5,9% 100 88 78 71 71 73 81 80 81 81 81
Italia 5,0% 100 92 82 78 72 72 70 74 77 80 82
Spagna 3,0% 100 79 68 73 67 91 89 82 77 84 88
Paesi Bassi 1,8% 100 91 73 81 98 113 145 151 154 150 148
Belgio 1,0% 100 89 92 88 91 93 98 102 102 101 103
Austria 0,9% 100 95 116 106 102 105 112 125 140 137 133
Portogallo 0,5% 100 116 134 150 164 186 232 251 231 243 250
Finlandia 0,5% 100 86 84 81 78 82 81 71 66 62 60
Grecia 0,6% 100 69 66 60 _ 53 46 46 55 56 59 60
Lussemburgo 0,1% 100 96 139 139 180 164 157 159 164 163 163
Irlanda 0,5% 100 121 108 74 96 85 _ 75 71 70 69 67
Regno Unito 6,2% 100 99 105 102 104 105 98 91 98 106 109
Danimarca 0,7% 100 94 93 101 132 140 142 149 142 131 133
Svezia 1,0% 100 84 64 65 71 76 79 73 65 59 54
Norvegia 0,7% 100 100 97 107 107 134 157 129 106 96 97
Svizzera 1,0% 100 96 92 84 79 88 100 109 104 105 105
Polonia 0,7% 100 109 128 162 211 235 226 129 124 122 122
Ungheria 0,3% 100 147 152 182 215 225 280 283 287 284 281
Repubblica ceca 0,3% 100 162 160 199 198 172 138 117 110 106 107
Slovacchia 0,1% 100 166 207 230 _ 240 287 239 188 312 338 338
Brasile 1,7% 100 106 88 64 61 79 69 53 38 33 30
Cina 5,6% 100 136 99 127 160 132 106 51 56 56 1 56
Taiwan 0,9% 100 111 108 143 131 173 223 241 247 264 275
Corea del sud 2,0% 100 133 39 39 31 25 31 26 20 18 17
Hong Kong 0,5% 100 100 99 114 133 162 156 143 106 95 94
Singapore 0,3% 100 130 163 128 112 118 102 98 L 71 64 60
[Fonti: fonti nazionali, previsioni Euler Hermes
. .
 
   
   
INSOLVENCY OUTLOOK 2006: NEL MONDO DELLE INSOLVENZE  
 
Tasso di insolvenza- Il tasso di insolvenza indica il rapporto fra il totale delle insolvenze e il totale delle imprese e agevola il confronto tra Paesi. Quelli che censiscono un numero maggiore di aziende rischiano di censi-re anche una maggiore quantità di insolvenze rispetto agli altri, ma in com­penso dovrebbero avere lo stesso tasso di insolvenza a parità di tutti gli altri parametri. In realtà, i tassi di insolvenza sono oltremodo frammentari: si attesta-no su una media dello 0,8% nei Paesi considerati, con livelli molto vicini allo zero in alcuni Paesi mediterranei (Spagna, Portogallo, Grecia) o, vicever‑ sa, due volte superiori alla media in Francia, Norvegia o Austria. Il tasso d insolvenza è un indice della sinistrosità ufficiale, senza tuttavia rifletterne necessariamente il livello effettivo: in molti Paesi, le situazioni di insolvenza s risolvono infatti con procedure extra-giudiziali. Numero totale di imprese- Il numero totale di imprese non dipende direttamente dalle dimensioni de Paese. Il Giappone, ad esempio, conta più aziende degli Stati Uniti, quantun­que il suo peso, in termini di popolazio­ne e di Pil, sia pari alla metà. Infatti, la linea di demarcazione che separa le imprese individuali e le imprese molto piccole varia sensibilmente da un Paese all’altro. Per ciascun Paese, abbiamo adottato una definizione di azienda che corrispondesse il più possibile a quella utilizzata nei censimenti delle insolven­ze. Pertanto, il numero di imprese con­siderato per gli Stati Uniti indica esclu­sivamente le società e non tiene conto delle imprese individuali (calcolate a circa 17 milioni). Per la Francia, invece, come per molti altri Paesi, i dati sul tota­le delle imprese e il numero di insolven­ze includono anche le imprese indivi­duali. Q Pb Tasso di insolvenza nel 2005 (*) (insolvenze/numero totale di imprese)
[Insolvenze nel 2005
Tasso di insolvenza Numero Fonte Periodicità Numero di imprese ultimo dato noto
Stati Uniti 0,7% 39201 Administrative Office of Us Courts Trimestrale 5677740
Canada 0,3% 7517 Bureau du surintendant des faillites Mensile 2248161
Giappone 0,4% 12998 Tokyo Shoko Research (Tsr) Mensile 2920000
Germania 1,3% 36843 Destatis Mensile 2957173
Francia 1,9% 49488 Euler Hermes Sfac Mensile 2568600
Italia 0,3% 11471 Istat, Movimprese Annuale 4325000
Spagna 0,0% 869 Ine, Axesor Trimestrale 3064000
Paesi Bassi 0,9% 6780 Centraal Bureau voor de Statistiek (Cbs) Mensile 717035
Belgio 1,1% 7878 Ins (Institut national de la Statistique) Mensile 687762
Austria 2,9% 7056 Euler Hermes Annuale 244800
Portogallo 0,2% 2400 Iic Mensile 1140735
Finlandia 1,0% 2278 Finland Statistics Mensile 232305
Grecia 0,1% 742 Office statistique Annuale 765000
Lussemburgo 2,6% 685 Statec Mensile 26164
Irlanda 0,5% 355 Euler Hermes Annuale 66300
Regno Unito 1,2% 23470 Department of Trade and Industry (Dti) Trimestrale 1904105
Danimarca 0,9% 2495 Danmarks Statistik (Dst) Mensile 276000
Svezia 0,8% 6784 Statistika Centralbyran (Scb) Mensile 900151
Norvegia 1,2% 3540 Statistik Sentralbyra (Ssb) Mensile 298360
Svizzera 1,5% 4751 Ofs (Office fédéral de la statistique) Mensile 317739
-
[(*) Il tasso di insolvenza si calcola attraverso il numero di insolvenze nel 2005 e gli ultimi dati noti sul numero di imprese (vedi riquadro Paese)
Fonti: fonti nazionali, previsioni Euler Hermes . .
 
   
   
INSOLVENCY OUTLOOK 2006: INSOLVENZE DI IMPRESE STATISTICHE  
 
Il concetto di insolvenza di un’impresa varia da Paese a Paese, talché il con­fronto su scala internazionale risulta delicato. Nelle pagine che seguono abbiamo precisato la definizione adot­tata per ciascun Paese. Sono due le cause principali di tali disparità. Innanzitutto, le procedure ufficiali non hanno ovunque lo stesso peso. Nei Paesi in cui prevalgono i procedimenti extra-giudiziali (ad esempio la Spagna o l’Italia), osserviamo un numero molto esiguo di insolvenze, ma si trat­ta di una stima per difetto della realtà delle aziende in difficoltà. In secondo luogo, le imprese individuali sono incluse nelle statistiche delle insolven‑ ze o vengono calcolate nella massa dei fallimenti personali (come nel caso degli Stati Uniti), senza che sia possi­bile distinguere i fallimenti a titolo individuale da quelli aziendali. In tal caso, il numero delle insolvenze risulta considerevolmente ridotto. Q Pb
Nombre de défaillances [Numero di insolvenze] [1997] [1998] [1999] I [2000] [2001] [2002] [2003] [2004] [2005] 1 [2006] [2007]
~
Stati Uniti 54027 44367 37884 35472 40099 38540 35037 34317 39200 37100 40000
Canada 12177 10780 10023 10040 10371 9458 8838 8118 7517 7300 7100
Giappone 16464 18988 15352 18769 19164 19087 16255 13679 12998 13300 13400
Germania 27474 27828 26476 28235 32278 37579 39320 39213 36843 35000 35000
Francia 61004 53962 47793 43352 43279 44287 49384 49063 49488 49400 49400
Italia 14893 13740 12178 11641 10767 10683 10463 11083 11500 11900 12200
Spagna 1135 896 774 828 759 1037 1012 930 870 960 1000
Paesi Bassi 4409 4015 3238 3579 4330 4963 6386 6648 6780 6630 6540
Belgio 7751 6924 7163 6791 7062 7200 7593 7910 7878 7850 7980
Austria 5053 4816 5860 5340 5178 5281 5643 6318 7060 6900 6700
Portogallo 1039 1201 1395 1558 1703 1929 2412 2605 2400 2530 2600
Finlandia 3427 2939 2879 2790 2674 2807 2769 2428 2280 2140 2070
Grecia 1333 921 886 805 700 618 608 730 740 780 810
Lussemburgo 417 399 581 581 750 682 656 663 690 680 680
Irlanda 505 610 543 373 d 483 428 377 361 360 350 340
Regno Unito 23879 23623 25003 24269 24811 25160 23323 21756 23470 25300 26100
Danimarca 1759 1652 1636 1770 _ 2329 2469 2506 2620 2500 2300 2300
Svezia 10434 8799 6643 6733 7433 7930 8237 7649 6784 6130 5680
Norvegia 3333 3347 3243 3576 3562 4473 5223 4297 3540 3200 3230
Svizzera 4552 4363 4196 3842 3613 4002 4539 4955 4751 4760 4770
Polonia 794 864 1017 1289 1674 1863 1798 1025 980 970 970
Ungheria 2745 4031 4167 4998 _ 5895 6189 7693 7756 7890 7800 7700
Repubblica ceca 1251 2022 2000 2491 2473 2155 1728 1460 1380 1330 1340
Slovacchia 527 873 1090 1212 1263 1510 1262 990 1650 1780 1780
Brasile 32695 34711 28879 20999 19956 25707 22493 17318 12510 10640 9840
Cina 5697 7746 5622 7219 9110 7500 6065 2923 3200 3200 3200
Taiwan 261 l 239 314 405 438 450 480 500
Corea del sud 17168 22828 6718 6693 5277 4244 5308 4445 3420 3080 2970
Hong Kong 800 800 795 910 1066 1292 1248 1147 850 760 750
Singapore 227 296 370 290 255 267 h 231 223 160 150 140
[Fonti: fonti nazionali, previsioni Euler Hermes
.
 
   
   
INSOLVENCY OUTLOOK 2006: NEL MONDO PER PAESE EVOLUZIONE DELLE INSOLVENZE  
 
In molti Paesi è possibile osservare una stretta correlazione fra il ciclo economico e l’evoluzione delle insol­venze, il cui aumento è innescato da un tasso di crescita del Pil pari al 2-3%. La sensibilità delle insolvenze alla crescita economica è oltremodo forte: la riduzione di un punto percen­tuale del Pil si traduce in un aumento del 5-10% dei fallimenti. Oltre alle fluttuazioni congiunturali, sul lungo periodo i vari Paesi hanno registrato ritmi di crescita medi diversificati, che ritroviamo nei trend a lungo termine delle insolvenze. Ecco allora che tra il 1991 e il 2005 i fallimenti si sono dimezzati negli Stati Uniti e nel Regno Unito, mentre sono rimasti pressoché stabili in Francia e sono più che qua­druplicati in Germania. Nello stesso arco di tempo gli Stati Uniti hanno registrato una crescita economica media annua del 3,3%, il Regno Unito del 2,8%, la Francia dell’1,9% e la Germania dell’1,3%. Oltre che con le fluttuazioni congiun­turali, le insolvenze delle imprese possono variare anche in ragione dei cambiamenti introdotti nei sistemi legislativi che ne regolamentano le procedure. La Slovacchia, ad esem­pio, ha registrato nel 2005 un fortissi­mo aumento delle insolvenze (+67%) in vista dell’entrata in vigore nel 2006 di una nuova normativa meno favore‑ vole ai debitori. Parimenti, negli Stati Uniti la prospettiva dell’introduzione di una nuova legge a ottobre 2005 ha innescato un’ondata di insolvenze seguita da un forte calo nel primo tri­mestre 2006. Tali variazioni trimestra­li provocano una grande volatilità dei dati annuali americani per il 2005, 2006 e 2007. Q Pb
Evoluzione annua delle insolvenze
J
[variazione annua] [1997] [1998] [1999] [2000] [2001] [2002] [2003] [2004] [2005] [2006] [2007]
Stati Uniti 1% -18% -15% -6% 3% -4% -9% -2% 14% -5% 8%
Canada 4% -11% -7% 0% 3% -9% -7% -8% -7% -4% -1%
Giappone % 15% -19% 22% 2% 0% -15% -16% -5% 2% 1%
Germania % 1% -5% 7% 4% 16% 5% 0% -6% -5% 0%
Francia % -12% -11% -9% 0% 2% 12% -1% 1% 0% 0%
Italia -8% -11% -4% 8% -1% -2% 6% 4% 3% 3%
Spagna 1% 4% 7% 8% 37% -2% -8% -6% 10% 4%
Paesi Bassi 9% 9% 11% 1% 129% 15% 29% 4% 2% -2% -1%
Belgio 1% 3% -5% 4% 2% 5% 4% 0% 0% 2%
Austria % % -9% 3% 2% 7% 12% 12% -2% -3%
Portogallo % 12% 9% 13% 25% 8% -8% 5% 3%
Finlandia -3% 4% 5% -1% -12% -6% -6% -3%
Grecia -9% 3% -12% -2% 20% 1% 5% 4%
Lussemburgo 0% 9% -9% -4% 1% 4% -1% 0%
Irlanda -31% -11% -12% -4% 0% -3% -3%
Regno Unito -9% -1% 6% -3% 2% 1% -7% -7% 8% 8% 3%
Danimarca 0% -6% -1% 8% 32% _ 6% 1% 5% -5% -8% 0%
Svezia -8% -16% -25% 1% 10% 7% 4% -7% -11% -10% -7%
Norvegia -4% 0% -3% 10% 0% 26% 17% -18% -18% -10% 1%
Svizzera 10% -4% -4% -8% -6% 11% 13% 9% -4% 0% 0%
Polonia 0% 9% 18% 27% 30% 11% -3% -43% -4% -1% 0%
Ungheria 47% 3% 20% 18% 5% 24% 1% 2% -1% -1%
Repubblica ceca 55% 62% -1% 25% -1% -13% -20% -16% -5% -4% 1%
Slovacchia 66% 25% 11% 4% 20% -16% -22% 67% 8% 0%
Brasile -32% 6% -17% -27% -5% 29% -13% -23% -28% -15% -8%
Cina -9% 36% -27% 28% 26% -18% -19% -52% 9% 0% 0%
Taiwan -8% 31% 29% 8% 3% 7% 4%
Corea del sud 48% 33% -71% 0% -21% -20% 25% -16% -23% -10% -4%
Hong Kong 0% 0% -1% 14% 17% 21% -3% -8% -26% -11% -1%
Singapore 2% 30% 25% -L-. -22% -12% 5% -13% -3% -28% -6% -7%
[Fonti: fonti nazionali, previsioni Euler Hermes
.
 
   
   
INSOLVENCY OUTLOOK 2006: ITALIA AUMENTO DI OLTRE IL 3% BILANCIO 2005  
 
 Con una crescita pari a zero nel 2005 e una competitività industriale che perde terreno rispetto ad una concor­renza internazionale che invece si raf­forza, la situazione finanziaria di molte imprese è probabilmente peg­giorata. Anche se la mancanza di cifre ufficiali sulle insolvenze non consen­te di misurarne esattamente gli effet­ti (gli ultimi dati pubblicati dall’Istat riguardano il 2003, con 10. 463 sen­tenze di fallimento), le indicazioni più recenti sulle aziende in difficoltà ven­gono da Movimprese/info Camere, che nel 2005 ha stimato un aumento del 3,4% delle procedure fallimenta­ri. La stessa fonte indica che alla fine del 2005 il numero totale di imprese sottoposte a procedura fallimentare ammonta a 245. 008 unità, con un aumento del 3,7% rispetto al 2004. Occorre precisare che in Italia le pro­cedure possono durare diversi anni - sette in media, secondo l’Istat, ma la nuova legislazione dovrebbe ridurre i tempi. Se si considera l’intera platea di imprese in attività, la percentuale supera il 4%. Analisi settoriale Se si considerano i vari settori di atti­vità, la maggior parte delle procedure fallimentari riguardano il commercio (32%), con un aumento del 3% rispet­to al 2004, e l’industria (21,5%). I maggiori incrementi (superiori al 4,5%) misurati in un anno riguardano i trasporti, i servizi alle imprese, l’e­dilizia e il settore alberghiero e della ristorazione. Se si considerano le regioni, le quattro che totalizzano il 41% delle imprese italiane (Lombardia, Lazio, Veneto e Campania) concentrano il 58% dei fallimenti. Prospettive 2006-2007 Le prospettive sono migliori per il 2006: il tasso di crescita potrebbe raggiungere l’1,3%, ma gli effetti del rallentamento dell’economia nel 2005 potrebbero pesare ancora sui risultati delle aziende, costringendo molte di esse a presentare istanza di fallimento o a negoziare accordi con i creditori. È troppo presto per sapere se sarà davvero operato il taglio del cuneo fiscale promesso da Prodi in campagna elettorale. Ciò detto, è ragionevole prevedere un nuovo aumento delle insolvenze dell’ordine del 3,5% nel 2006 e del 3% nel 2007. La riforma della legge fallimentare, che entrerà in vigore a giugno 2006, dovrebbe abbreviare i tempi delle procedure e potenziare il ruolo dei comitati di creditori. Q Mcs
´ Ripartizione settoriale delle procedure in corso nel 2005
in variazione quota numero [05/04] del settore
Agricultura 2 615 2,7 % 1,1 %
Industria 52 645 3,2 % 21,5 %
Commercio 77 651 2,8 % 31,7 %
Edilizia 27 834 4,8 % 11,4 %
Trasporti 7 585 5,8 % 3,1 %
Servizi alle imprese 18 753 5,1 % 7,7 %
Alberghi e ristoranti 11 683 4,7 % 4,8 %
Attività finanziarie 2 647 1,5 % 1,1 %
Altri comparti 43 595 4,3 % 17,8 %
Totale 245 008 3,7 % 100 %
*imprese sottoposte a procedura fallimentare Fonte: Movimprese
Numero di fallimenti
dati annuali variazione
1995 16 016
1996 16 061 0,3 %
1997 14 893 -7,3%
1998 13 740 -7,7%
1999 12 178 -11,4%
2000 11 641 -4,4%
2001 10 767 -7,5%
2002 10 683 -0,8%
2003 10 463 -2,1%
[Source : Istat]
Le maggiori insolvenze
Società Giro d’affari in milioni di e Settore d’attività Data dell’insolvenza No. Di dipendenti
2005
Collins & Aikman Automotive Company Italia S. R. L. 137 Automobile 07/05 580
Lamier S. P. A. 111 Metalli 11/05 235
Soul Arts Srl 108 Servizi ai privati e altro 11/05 ns
Gsm- Gruppo Saccarifero Milanese S. R. L. 79 Commercio alimentare all’ingrosso 03/05 2
Merli S. P. A. 66 Commercio alimentare all’ingrosso 06/05 3
2006 (fino a fine marzo)
Consorzio Agrario Regionale Della Lucania e Taranto 73 Commercio all’ingrosso 02/06 70
Sethlans di Vezzoli O. E Zipponii A. 69 Realizzazione di software 02/06 32
Eurocedi 54 Commercio alimentare all’ingrosso 03/06 10
Allaxia 20 Servizi alle imprese 02/06 100
Mega 15 Costruzioni metalliche (eccetto macchine e materiale) 02/06 128
[Source : Euler Hermes]
.
 
   
   
INDAGINE CONGIUNTURALE SULLE PICCOLE E MEDIE IMPRESE DEL LAZIO I SEMESTRE 2006 RELAZIONE DEL PRESIDENTE MASSIMO TABACCHIERA  
 
 Roma, 18 settembre 2006 - Scenario internazionale piuttosto movimentato in questa prima parte dell’anno sul piano della politica estera, con le inevitabili ripercussioni a livello economico, sempre in termini di tensioni sul prezzo del petrolio. Sullo sfondo, le grandi economie che continuano a crescere a ritmi sostenuti, soprattutto quelle asiatiche, mentre l’Unione Europea nel complesso non riesce a superare la soglia del 2% di crescita se non su base previsionale, pur in presenza di qualche eccezione. Le previsioni sul 2006 indicano una crescita dell’area Euro che dovrebbe oscillare intorno al 2,1%[1]; mentre l’andamento del Pil nel 2005 è stato ormai certificato al +1,3%. Per quanto concerne l’economia italiana, la prima parte del 2006 è stata caratterizzata da grandi novità: dal cambio della guardia al Governo Nazionale alla presa d’atto, con una due diligence sui conti pubblici, della necessità di una manovra correttiva, all’emanazione con urgenza del cd. “decreto Bersani”, alla presentazione di un Dpef anticipatore di una legge finanziaria per il 2007 di portata non lieve. Il tutto sullo sfondo di una crescita zero del nostro Paese nel 2005, e una previsione per il 2006 oscillante tra +1. 2% e +1,5%, entità che, più che una crescita, indicano un inizio di ripresa. In questo contesto, il tasso d’inflazione medio annuo è stato dell’1,9%, dunque inferiore alle attese indicate del Dpef dello scorso anno (2,2%): attualmente, il tasso di inflazione programmata è stato indicato al 2,0% per l’anno in corso. Per quanto concerne la nostra regione, le stime Unioncamere diffuse a maggio 2006 sul Pil del Lazio indicano una crescita per l’anno 2005 pari al +0,4% ed una variazione pari al +1,3% per il 2006. Tav. 1. 10 – Andamento del Pil (tassi di variazione % su valori a prezzi costanti 1995).
2004 2005 2006
Lazio 3,8 0,4 1,3
Centro 2,5 0,1 1,3
Italia 1,2 0,0 1,3
Fonte: Unioncamere, Scenari di Sviluppo delle Economie Locali, 2006-2009, giugno 2006. In tema di demografia delle imprese, nel secondo trimestre 2006 il tasso di crescita totale nel Lazio (Tav. 1. 11) è stato pari allo 0,91% rispetto allo 0,57% dell’Italia: anche in questo trimestre, hanno contribuito a questo risultato soprattutto le società di capitali (+1,68%). Tav. 1. 11 - Lazio: demografia delle imprese nel 2° trimestre 2006.
Tutti settori Registrate Attive Iscrizioni Cessazioni Saldo Tax crescita Tax natalità Tax mortalità
Frosinone 45. 444 38. 361 912 625 287 0,63 2,01 1,38
Latina 56. 215 46. 421 982 598 384 0,68 1,75 1,06
Rieti 14. 972 12. 855 286 205 81 0,54 1,91 1,37
Roma 404. 703 233. 720 7. 956 3. 803 4. 153 1,03 1,97 0,94
Viterbo 39. 397 35. 203 707 533 174 0,44 1,79 1,35
Lazio 560. 731 366. 560 10. 843 5. 764 5. 079 0,91 1,93 1,03
Italia 6. 104. 039 5. 141. 211 109. 599 75. 052 34. 547 0,57 1,80 1,23
Fonte: elaborazioni Ufficio Studi Federlazio su dati Movimprese. Dopo un consuntivo 2004 al +4,2%, le esportazioni del Lazio nel 2005 sono diminuite del 2,7%, per poi tornare, in questo primo trimestre 2006 (Tav. 1. 13), ad una variazione tendenziale annua positiva (+15,8%). Inoltre, in questo periodo, si registra anche un lieve miglioramento delle esportazioni della nostra regione rispetto al totale nazionale in quanto, nel confronto col primo trimestre 2005, la quota percentuale passa dal 3,5% al 3,6%. Tav. 1. 13 - Lazio: import-export nel primo trimestre 2006 (quote e variazioni % tendenziali).
Variazioni % Ue 25 Extra Ue 25 Mondo Quota %su Italia Quota % su Lazio
2006-05 2006-05 2006-05 2005 2006 2005 2006
Export
Viterbo -39,3 11,1 -20,9 0,1 0,1 3,0 2,1
Rieti 40,7 42,9 42,2 0,2 0,2 5,0 6,1
Roma -9,2 19,2 6,5 1,7 1,7 49,5 45,5
Latina 42,8 49,6 44,4 0,9 1,2 26,2 32,7
Frosinone -19,2 46,9 -3,3 0,6 0,5 16,3 13,6
Lazio 6,8 28,1 15,8 3,5 3,6 100,0 100,0
Italia 7,5 17,6 11,5 100,0 100,0
Import
Viterbo -40,6 77,3 2,4 0,1 0,1 1,0 0,8
Rieti 31,8 -35,8 1,4 0,1 0,1 1,9 1,6
Roma 33,0 31,5 32,3 5,8 6,6 75,9 81,6
Latina -9,2 -25,8 -14,0 1,3 0,9 16,4 11,5
Frosinone -6,6 64,4 15,6 0,4 0,4 4,8 4,5
Lazio 21,6 25,0 23,0 7,6 8,0 100,0 100,0
Italia 9,1 28,1 17,1 100,0 100,0

Fonte: elaborazioni Ufficio Studi Federlazio su dati Istat. Dal quadro qui sommariamente descritto sulla base delle fonti istituzionali, passiamo ora ai risultati della nostra indagine, svolta su un campione di 350 aziende associate, e relativa al primo semestre 2006. Cominciamo dagli ordinativi totali ricevuti dalle imprese nella prima parte del 2006 (Graf. 2. 1). Nel confronto col secondo semestre 2005 il saldo di opinione, inteso come differenza tra risposte con valenza positiva e risposte con valenza negativa, è aumentato da +18 a +22, indicando così l’ulteriore miglioramento del quadro, rispetto al semestre scorso, in particolare, per quanto concerne gli ordini (Graf. 2. 1) provenienti dall’estero. Per quel che concerne il fatturato totale, il saldo rimane invariato a +20 per la crescita della percentuale di imprese che ha indicato una certa stabilità rispetto al secondo semestre 2005. Per quanto riguarda la produzione (Graf. 2. 6), il saldo cresce lievemente da +19 a +20, per l’aumento delle imprese che hanno dichiarato i livelli produttivi più intensi. Sul versante degli investimenti (Graf. 2. 12), nel primo semestre 2006 aumenta la percentuale delle imprese che ha dichiarato di averne effettuati, ora al 64,1% (dal precedente 61,9% di sei mesi fa), mentre il 35,9% ha affermato il contrario (a fronte del 38,1% del semestre precedente). Ma la nostra indagine ha rilevato anche le previsioni a breve sui prossimi sei mesi che, nel complesso, non possono dirsi ottimistiche, pur rimanendo i saldi attesi positivi. Difatti, rispetto a quanto riscontrato nella precedente indagine, solo il saldo atteso sulla produzione cresce mentre quello su fatturato e occupazione diminuisce; stabili le attese sugli ordini. In particolare sugli ordinativi totali nel prossimo semestre (Graf. 2. 2), le attese sono stabili: il saldo è invariato a +26. Questo risultato dipende in primo luogo dal rafforzamento delle imprese che prevedono ordini stabili, e da una certa attenuazione delle attese sulla loro diminuzione. Lieve miglioramento delle attese sul mercato domestico (da +25 a 26), più deciso sul fronte dell’Unione Europea (saldo da +24 a +31) mentre si attenuano le previsioni formulate sull’area extra Unione Europea (saldo da +27 a +26). Abbiamo poi chiesto alle imprese del campione di esprimersi sulla loro previsione di ampliamento o meno dell’organico nei prossimi sei mesi. Il risultato emerso indica una sia pure modesta contrazione del saldo (Graf. 2. 14), questa volta motivata dal maggiore aumento delle imprese che non intenderebbero assumere nel prossimo semestre (dal 6,4% all’8,1%) rispetto a quelle che vorrebbero farlo (dal 15,0% al 15,9%); in attenuazione l’intenzione delle imprese di non toccare gli organici nel prossimo semestre (dal 78,6% al 76,2%). Per quanto concerne le intenzioni d’investimento nel prossimo semestre, il 41,4% delle imprese ha dichiarato di voler investire e, nel confronto con la precedente indagine, il saldo indica un’intenzionalità all’investimento più decisa, essendo passato da +39 a +49 (Graf. 2. 12). I dati emersi dall’indagine Federlazio sono stati sottoposti ad una disaggregazione per settori, da cui si evince che, nel primo semestre 2006, nel quadro di un recupero del saldo complessivo, gli ordinativi migliorano nel settore informatico, cui segue il metalmeccanico; andamento in controtendenza è invece riscontrato in particolare nei settori legno ed alimentare. Quanto alle previsioni sugli ordinativi nei prossimi sei mesi, le imprese del settore legno e servizi mostrano variazioni del saldo negative, mentre un certo ottimismo proviene dai settori informatico ed abbigliamento. Nell´ambito di una stabilità generalizzata dell’occupazione, questa variabile ha mostrato cenni di vivacità nel settore informatico, nel grafico-editoriale e nei servizi; un po’ in sofferenza il settore alimentare e chimico. Per quanto concerne le intenzioni di assunzione nel secondo semestre 2006, queste sono positive nel settore grafico-editoriale e nell’informatico, al contrario di quanto rilevato per il settore legno e l’alimentare. Infine, sul versante degli investimenti, i settori che hanno dimostrato, tra tutti, un andamento più brillante sono stati l’alimentare, il chimico, l’informatico, le costruzioni ed i servizi. Oltre all’elaborazione dei dati dal punto di vista settoriale, la nostra indagine ci consente l’analisi per classe di addetti delle imprese del campione. In sintesi possiamo dire che, relativamente agli ordinativi, si delinea un quadro un po’ più positivo per le imprese con oltre 10 addetti: quelle micro, invece, mostrano un arretramento del saldo d’opinione. Le previsioni sul prossimo semestre 2006 indicano un lieve ottimismo per le imprese più piccole e un ottimismo un po’ più accentuato nelle imprese con oltre 50 addetti. A chiudere, quali indicazioni generali possono essere tratte dai dati che abbiamo appena illustrato? Vi è certamente un elemento da sottolineare, dato dal fatto che quei segnali di recupero mostrati dalle imprese nella rilevazione del semestre scorso non sono stati contraddetti. La crescita dei principali indicatori congiunturali – dagli ordini alla produzione agli investimenti – ci dice che nel tessuto imprenditoriale di questa regione non sta venendo meno, anzi prende sempre più corpo, lo sforzo per uscire dalla situazione di difficoltà registrata negli anni scorsi. Il cambiamento nel tono economico generale del paese – anche se occorre essere ancora molto prudenti su questo, considerando che le previsioni di crescita contenute nei documenti di programmazione di fonte istituzionale e non si giocano su numeri ancora modesti per potersi ritenere consolidate – sembra aprire la strada ad un miglioramento della congiuntura, di cui anche le imprese del Lazio beneficiano. Piuttosto quello che si può cogliere è invece una certa resistenza da parte degli imprenditori intervistati a proiettare con decisione anche nel secondo semestre 2006 i segnali di ripresa rilevati nel primo. Le oscillazioni congiunturali che hanno caratterizzato gli ultimi semestri hanno probabilmente reso gli imprenditori più guardinghi e più propensi ad attendere che gli indicatori della ripresa diventino più netti e più stabili prima di coltivare aspettative che altrimenti potrebbero andare deluse. Per questo c’è bisogno che questi cenni embrionali di vitalità non vengano soffocati, ma anzi accompagnati e sostenuti da azioni positive da parte della Politica, sia a livello nazionale, dove forme di attenzione, quali la promessa riduzione del cuneo fiscale e l’abbassamento della finanziaria da 35 a 30 miliardi sono rinvenibili, sia a livello regionale, dove, dopo un primo anno di assestamento, si cominciano a mettere in atto interventi che vanno nella giusta direzione. Sempre sul fronte regionale notiamo anche che cominciano ad entrare a regime le procedure di concertazione concordate tra la Giunta e le forze sociali, che hanno consentito un utile e costante confronto tra i diversi attori dello sviluppo. Un confronto – dobbiamo riconoscerlo – che ha potuto contare anche su una buona dose di disponibilità personale da parte di molti Assessori (oltre che naturalmente del Presidente), la quale ha permesso di porre rimedio anche a qualche sbavatura riscontrata in taluni casi nei meccanismi concertativi formali. Certamente non mancano le questioni ancora aperte, alcune molto importanti, sia direttamente che indirettamente, dal punto di vista del sistema produttivo di questa regione che speravamo di veder già risolte. Parliamo, per fare solo qualche esempio, del riassetto della rete regionale, del Piano regionale dei rifiuti – già predisposto dalla Giunta ma sul quale è ancora aperto in dibattito sul territorio – e di tutta la complessa problematica energetica. Il nostro auspicio a tale riguardo è che i conflitti interni alle forze politiche e i particolarismi di partito non prevalgano, ma che sia l’interesse di tutto il sistema Lazio a guidare l’azione politica, anche per evitare che si debba tornare a parlare ancora di tutto questo fra sei mesi, quando presenteremo la nostra prossima indagine congiunturale.

.
 
   
   
INVESTIMENTI E SVILUPPO SPA: IL CDA ALLINEA LA CORPORTE GOVERNANCE E APPROVA LA SEMESTRALE BORSA ITALIANA DISPONE LA RIAMMISSIONE A QUOTAZIONE DEL TITOLO  
 
Milano, 18 settembre 2006 - Il Consiglio di Amministrazione di Investimenti e Sviluppo S. P. A. - le cui azioni sono dal 21/08/06 oggetto dell´O. P. A. Volontaria totalitaria (al prezzo di 0,6 euro per azione) lanciata da Investimenti e Sviluppo Holding e che si concluderà il 22/09/06 - società che svolgerà attività di acquisizione di partecipazioni e advisory per operazioni di finanza straordinaria quotata presso 1´Mta di Borsa Italiana, riunitosi oggi sotto la presidenza di Carlo Gatto, ha approvato i provvedimenti finalizzati ad allineare la corporate governane della Società ai principi di best practice contenuti nel nuovo Codice di autodisciplina delle società quotate. A tal fine, il C. D. A. Del Gruppo ha approvato i regolamenti per l´istituzione ed il funzionamento del Comitato per la Remunerazione, del Comitato per il Controllo Interno e del Comitato per le Nomine e ha istituito il Comitato Investimenti che avrà un ruolo di supporto tecnico, altamente qualificato, alla fase operativa, rinviando a successiva seduta la nomina dei componenti in attesa delle delibere circa la composizione del Cda,attese per l´Assemblea dei Soci già convocata per il 5 Ottobre 2006. E´ stato altresì approvato il Codice di Comportamento. Con l´assunzione di detti regolamenti prosegue il programma di riorganizzazione del gruppo facente capo ad Investimenti e Sviluppo, volto al rilancio e sviluppo della sua attività sociale con l´obiettivo strategico di far acquisire alla Società il ruolo di holding di investimento in aziende di piccole e medie dimensioni, operanti anche in settori industriali e commerciali diversi da quelli attuali (tessile e plastico) al fine di favorirne lo sviluppo e la crescita. Al fine di rendere la formulazione dell´oggetto sociale più coerente con il programma di sviluppo imprenditoriale che la società intende porre in essere, l´Assemblea Ordinaria e Straordinaria convocata per il giorno 5 ottobre 2006 in prima seduta e per il giorno 12 ottobre 2006 in seconda seduta (come comunicato in data 24 luglio 2006), sarà chiamata a deliberare le necessarie modifiche all´oggetto sociale. Il C. D. A. Di Investimenti e Sviluppo, dunque, sulla base delle opportune valutazione svolte dall´advisor Novagest Sim S. P. A. E sentiti i pareri del Collegio Sindacale e della società di revisione (richiesti dall´Articolo 2437-ter, n. 2, del Codice Civile), ha fissato in 0,44 euro il valore di liquidazione delle azioni oggetto del diritto di recesso spettante agli eventuali soci dissenzienti. Ai fini della determinazione del valore di liquidazione delle azioni oggetto di recesso è stata utilizzata quale metodologia di valutazione di Investimenti e Sviluppo S. P. A. Quella del Patrimonio Netto Rettificato ("Nav Net Asset Value"). Per la determinazione di quest´ultimo le controllate Tessitura Pontelambro S. P. A. E Pontelambro Industria S. P. A. Sono state valorizzate con la metodologia dei Flussi di Cassa Attualizzati ("Discounted Cash Flow", di seguito "Dcf") e, unicamente in un´ottica di controllo e verifica, con la metodologia dei multipli di mercato. Il Patrimonio Netto Rettificato è determinato come differenza tra il valore corrente delle attività ed il valore corrente delle passività. In tale ambito si è considerato il patrimonio netto civilistico di Investimenti e Sviluppo S. P. A. Al 31. 12. 2005 rettificato in funzione del valore di mercato stimato delle partecipazioni detenute dalla Società rispetto al valore di carico delle medesime in capo alla Società. Il metodo del Dcf determina il valore di un´azienda nella sua globalità. Tale metodologia si basa sull´ipotesi che il valore di un´azienda o di un´attività economica sia pari al valore attuale dei flussi di cassa operativi netti generati in futuro. I flussi di cassa operativi netti sono relativi all´attività caratteristica della società in oggetto di valutazione. Quanto ai multipli si precisa che, in relazione al settore oggetto d´analisi, sono stati ritenuti rappresentativi i multipli Ev ("Enterprise Value") su Ebitda ("Earning before inerests taxes depreciation & amortization") attesa al 2006 ed al 2007 ed Ev sui ricavi netti attesi al 2006 e su ricavi netti attesi al 2007. Per l´applicazione del metodo Dcf è stato utilizzato il piano industriale triennale (2006-2008) elaborato da Bain & Company ed approvato nella seduta del Consiglio di Amministrazione di Investimenti e Sviluppo in data 28 agosto 2006. Il Consiglio di Amministrazione di Investimenti e Sviluppo ha, inoltre, approvato la relazione semestrale relativa al primo semestre 2006. Risultati consolidati al 30/06/2006 I ricavi consolidati del primo semestre sono pari a 21,5 milioni di euro ed evidenziano un decremento del 6,8% rispetto ai 23 milioni del corrispondente periodo del 2005. Il calo è imputabile a una riduzione del portafoglio ordini registrata nel settore plastico principalmente nel primo trimestre dell´anno. Risulta, invece, in crescita il settore tessile. L´ebitda del primo semestre 2006 è pari a 0, in calo rispetto al risultato del corrispondente periodo dello scorso anno (0,9 milioni di euro) ed è influenzato dall´attività di ristrutturazione e riorganizzazione già avviata inerente la gestione dell´unità locale di Lenate sul Seveso nel settore plastica che è stata dimessa lo scorso mese di luglio. Il risultato operativo del primo semestre 2006 è pari a -1,6 milioni di euro (-0,5 milioni nel primo semestre 2005) ed è influenzato, oltre che dai citati fenomeni gestionali, dall´incremento degli ammortamenti derivanti dagli investimenti entrati in funzione nel secondo semestre dello scorso esercizio. Il risultato netto del primo semestre 2006 si è attestato a -2,2 milioni di euro -2,0 milioni nel corrispondente periodo dell´esercizio 2005. L´indebitamento finanziario netto al 30 giugno 2006 è pari a 16,8 milioni di euro confermando un trend in diminuzione essendo stato 17,4 milioni di euro alla data del 31 dicembre 2005 e 21,4 milioni di euro alla fine del primo semestre 2005. Nel primo semestre 2006 sono stati realizzati 0,2 milioni di euro di investimenti (0,7 milioni di euro nel 1 ° semestre 2005). In particolare sono stati effettuati investimenti in nuovi macchinari produttivi. Evoluzione prevedibile della gestione Per il secondo semestre si prevede di concludere l´attività di riorganizzazione del Gruppo e di completare l´operazione di aumento del capitale al fine di poter dar seguito, sin dall´inizio dell´esercizio 2007, al nuovo programma di sviluppo imprenditoriale che la società ha intrapreso. Eventi e circostanze rilevanti intervenute dopo la chiusura del periodo di riferimento In data 6 settembre 2006 la Società di revisione Mazars & Guérard S. P. A. E 1´ Advisor Novagest Sim S. P. A. Hanno consegnato a Borsa Italiana le confort letters ,da quest´ultima richieste per poter accedere alla riammissione in Borsa, relative al sistema di controllo di gestione e ai dati previsionali del piano industriale. In data 8 settembre 2006, Borsa Italiana con Provvedimento comunicato tramite Avviso n. ° 12992, ha disposto la riammissione alle negoziazioni nel Mercato Telematico Azionario, semento Standard, Classe 2, delle azioni ordinarie Investimenti e Sviluppo (cod. Isin It0001385324) a partire dalla seduta del 15/09/06. .  
   
   
AL VIA LA NEWSLETTER “FARE IMPRESA IN CINA” DEBUTTA CON L’INTERVISTA A PRODI LA NUOVA GUIDA DI SANPAOLO IMI E IL SOLE 24 ORE RADIOCOR DEDICATA AL MERCATO CINESE  
 
Torino, 18 settembre 2006 - "In questo momento c’è un grande interesse da parte cinese sul modello italiano di economia basato sui distretti e sulle piccole e medie imprese. Ciò crea opportunità che vanno colte". Debutta con l’intervista al Presidente del Consiglio Prodi la nuova guida di Sanpaolo Imi e Il Sole 24 Ore Radiocor dedicata al mercato cinese. Dodici appuntamenti mensili di approfondimento su idee, esperienze e strategie per un mercato che rappresenta la nuova frontiera. Accanto ai mercati finanziari ed alla congiuntura economica, la newsletter permetterà di scoprire mese per mese il gigante asiatico con studi di settore, ricerche, casi aziendali di successo, offrendo una guida completa alle aziende che intendono avvicinarsi alle opportunità di business di un paese in continua crescita economica. Il primo numero uscirà in concomitanza con la visita del Governo italiano in Cina, accompagnata dalla missione imprenditoriale di Abi, Confindustria e Ice, che prevede la partecipazione di 300 imprenditori italiani. Tra i contenuti della prima uscita, oltre alle interviste a Romano Prodi e a Pietro Modiano, anche un focus sui parchi industriali cinesi curato da Ambrosetti-farnesina e un approfondimento sul venture capital e l’hi-tech. L’iniziativa conferma il sostegno di Sanpaolo Imi alle aziende che intendono avvicinarsi alla Cina, alle quali il Gruppo si propone come interlocutore unico di riferimento. Il Gruppo vanta una presenza quasi ventennale in Cina, dove oggi opera attraverso le filiali di Shanghai e Honk Kong e l’ufficio di rappresentanza di Pechino. Prima banca italiana ad aver ottenuto dalle autorità cinesi l’autorizzazione ad effettuare operazioni a termine in moneta locale, Sanpaolo Imi ha lanciato quest’anno il fondo di private equity Mandarin, un progetto innovativo di corporate financing mirato a sostenere gli investimenti delle imprese italiane, europee, cinesi su questi mercati. .  
   
   
NUOVE NOMINE IN SOPAF GIORGIO MAGNONI AMMINISTRATORE DELEGATO GIOVANNI CARUSO CHIEF OPERATING OFFICER  
 
 Milano, 18 settembre 2006 – Il Consiglio di Amministrazione di Sopaf Spa ha nominato lo scorso 20 luglio Amministratore Delegato Giorgio Magnoni, già Vice Presidente, e Chief Operating Officer Giovanni Caruso. Adriano Galliani è stato inoltre nominato membro del comitato per il controllo interno e la corporate governance, sostituendo Luigi Guatri. Recependo quanto previsto dal nuovo Codice di autodisciplina delle società quotate, il Consiglio ha anche adeguato la struttura di corporate governance e ha proceduto alla verifica dei requisiti di indipendenza in capo ai consiglieri Giancarlo Boschetti, Renato Cassaro, Adriano Galliani e Juan Llopart. Il nuovo Chief Operating Officer, Giovanni Caruso, ha ricoperto negli ultimi anni il ruolo di Executive Vice President Corporate e President Perfusion & Blood Management Division in Sorin Group e, in precedenza, di Chief Operating Officer Europe in Autogrill. Giovanni Caruso ha sviluppato un’esperienza manageriale ventennale nell’area risorse umane e organizzazione, all’interno di grandi gruppi quali Pirelli, Novartis, Sme, Schering Plough, Gruppo Gs/carrefour, in Italia e all’estero. .  
   
   
IL SISTEMA MILANO A CACCIA DI OPPORTUNITÀ IN CINA DAL 15 AL 18 SETTEMBRE MISSIONE IN CINA PER IL SISTEMA MILANO  
 
Milano, 18 settembre 2006 - Lombardia prima in Italia nel commercio con la Cina: con quasi 2 miliardi di euro di interscambio, oltre un terzo del totale nazionale (35,7%). In crescita rispetto al 2005 del 19,7%. E Milano eccelle con oltre 1 miliardo di euro di interscambio e aumenta in un anno del 17,7%. Interscambio Lombardia – Cina. Cresce nel 2006 il giro d’affari complessivo della Lombardia con la Cina: +19,7%, con quasi due miliardi di euro. La Lombardia è la regione italiana che pesa di più nei rapporti con la Cina: il 38% dell’export nazionale verso Pechino è lombardo così come il 35% dell’import. Il prodotto più apprezzato? I macchinari: rappresentano il 60% dell’export lombardo. Milano da sola pesa per il 59,2% dell’import lombardo (+ 19,1% in un anno) e per il 53,4% dell’export (+13%). La seconda provincia più attiva nei rapporti con la Cina è Bergamo che conta per il 13,6% delle esportazioni lombarde (+27,8%) e per il 10,5% dell’import (+36%). Terza Brescia con il 12,4% dell’export lombardo (+85,7%) e il 5,5% dell’import (+18,3%). Interscambio Italia – Cina. Nel 2006 il giro d’affari complessivo dell’Italia con la Cina segna un +23%, con oltre 4 miliardi di import e 1 miliardo di export. Tra le regioni, i maggiori esportatori sono la Lombardia con 470 milioni (38% sul totale italiano, +23% in un anno), il Veneto con 182 milioni (15%, +27%) e l’Emilia Romagna con più di 130 milioni e mezzo (11%, +21%). Importano di più sul totale italiano sempre i lombardi: un miliardo e quattrocento milioni (34,8%, +18,7% dal 2005). Seguono i veneti con più di seicento milioni di euro (15,5%, +33,7%) e l’Emilia Romagna quasi 370 milioni di euro (9%, +30,2%). Oltre all’import-export, emergono interessanti dati anche sul fronte degli investimenti, che presentano importanti margini di crescita sia per le partecipazioni milanesi in imprese cinesi (sono 87 le imprese cinesi partecipate da imprese milanesi che danno oltre 6. 500 posti di lavoro, circa una su sette delle italiane in Cina) sia per il trasferimento di risorse dalla Cina a Milano. Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano su dati Istat, al primo trimestre 2006, in un confronto allo stesso periodo dell’anno precedente e per gli investimenti da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano su banca dati Reprint. E dei rapporti tra l’Italia, la Lombardia e Milano con la Cina si è parlato oggi a Shanghai in occasione della missione italiana in Cina, dal 15 al 18 settembre. La Camera di commercio di Milano in Cina. A supporto delle imprese milanesi e lombarde che operano sul territorio cinese, da tempo sono attivi due uffici esteri della Camera di commercio di Milano: a Shanghai (c/o Suite 3606B, The Center, 989 Changle Road, 200031 Shanghai: tel: 0086 2151531100/ 02, fax: 0086 21 51531103, e-mail: deskcina@mi. Camcom. It) e Pechino (C/o Camera di Commercio Italiana di Pechino, Unit 2606-2607, Full Tower 9, Dong San Huan Zhong Lu, Chaoyang District, Beijing, Zip: 100020, Tel. +86. 10. 8591 0545, Fax +86. 10. 8591 0546, E-mail: deskbeijing@mi. Camcom. It). E le relazioni tra il Sistema Milano e la Cina racchiudono un potenziale che l’area milanese intende valorizzare a 360°. Per questo la Camera di Commercio porterà anche in Cina lo Sportello per l’Attrattività, un ufficio di informazione e accoglienza dedicato alla business community cinese interessata ad approfondire le opportunità di investimento a Milano e destinato a consolidare l’integrazione tra i due sistemi economico-produttivi. “In questa fase di apertura dei rapporti internazionali- ha dichiarato Pier Andrea Chevallard, segretario generale della Camera di Commercio di Milano - occorre promuovere le relazioni tra Milano e la Cina. Perché le imprese milanesi e lombarde diventino sempre più protagoniste nel mercato più grande del mondo, anche in una logica di reciprocità, che permetta a quelle cinesi di conoscere le diverse opportunità offerte dal Sistema Milano. Ecco perché partecipiamo a questa importante missione, un’occasione di confronto e di conoscenza, presupposti necessari per sviluppare la competitività”. Interscambio con la Cina
Territorio 2006 1 trim. var. 05-06 peso % 2006 1 trim. var. 05-06 peso%
import export import export import export interscambio
Milano 850. 933. 832 251. 239. 295 19,1% 13,1% 59,2% 53,4% 1. 102. 173. 127 17,7% 57,8%
Tot. Lombardia 1. 436. 405. 679 470. 061. 697 18,7% 22,8% 100,0% 100,0% 1. 906. 467. 376 19,7% 100,0%
Tot. Italia 4. 123. 994. 353 1. 222. 868. 837 23,7% 21,0% Lomb/ Ita 34,8% Lomb/ita 38,4% 5. 346. 863. 190 23,1% Lomb/ita 35,7%
Elaborazione Camera di commercio di Milano su dati Istat al primo trimestre 2006 . Valori in euro Interscambio tra Lombardia e Cina per provincia
Territorio 2006 1 trim. var. 05-06 peso % 2006 1 trim. var. 05-06 peso%
import export import export import export interscambio
Varese 89. 734. 179 28. 865. 292 11,3% 29,3% 6,2% 6,1% 118. 599. 471 15,2% 6,2%
Como 105. 601. 055 10. 745. 507 29,2% -29,9% 7,4% 2,3% 116. 346. 562 19,9% 6,1%
Sondrio 1. 111. 889 4. 434. 590 50,7% 9,6% 0,1% 0,9% 5. 546. 479 15,9% 0,3%
Milano 850. 933. 832 251. 239. 295 19,1% 13,1% 59,2% 53,4% 1. 102. 173. 127 17,7% 57,8%
Bergamo 151. 522. 532 63. 880. 429 35,9% 27,8% 10,5% 13,6% 215. 402. 961 33,4% 11,3%
Brescia 79. 037. 072 58. 132. 857 18,3% 85,7% 5,5% 12,4% 137. 169. 929 39,8% 7,2%
Pavia 23. 329. 128 9. 766. 636 83,9% -40,7% 1,6% 2,1% 33. 095. 764 13,6% 1,7%
Cremona 38. 954. 432 24. 975. 976 36,6% 1596,3% 2,7% 5,3% 63. 930. 408 113,1% 3,4%
Mantova 64. 759. 155 12. 440. 745 -27,1% 69,3% 4,5% 2,6% 77. 199. 900 -19,7% 4,0%
Lecco 25. 747. 040 3. 950. 153 25,6% -65,0% 1,8% 0,8% 29. 697. 193 -6,6% 1,6%
Lodi 5. 675. 365 1. 630. 217 35,7% 30,8% 0,4% 0,3% 7. 305. 582 34,6% 0,4%
Tot. Lombardia 1. 436. 405. 679 470. 061. 697 18,7% 22,8% 100,0% 100,0% 1. 906. 467. 376 19,7% 100,0%
Tot. Italia 4. 123. 994. 353 1. 222. 868. 837 23,7% 21,0% Lomb/ Ita 34,8% Lomb/ita 38,4% 5. 346. 863. 190 23,1% Lomb/ita 35,7%
Elaborazione Camera di commercio di Milano su dati Istat al primo trimestre 2006 . Valori in euro Interscambio Lombardia Cina per prodotto
Merce 2006 1 trimestre peso% var. 05-06
import export import export import export
0-Prodotti alimentari ed animali vivi 4. 613. 142 202. 994 0,3% 0,0% -3,1% -56,4%
1-Bevande e tabacchi 449. 108 279. 209 0,0% 0,1% -50,9% 221,6%
2-Materie prime non commestibili, esclusi i carburanti 25. 674. 997 22. 791. 837 1,8% 4,8% 5,8% 93,4%
3-Combustibili minerali, lubrificanti e prodotti connessi 530. 149 77. 152 0,0% 0,0% -36,7% 0,3%
4-Oli, grassi e cere di origine animale e vegetale 122. 364 27. 387 0,0% 0,0% -81,4% nr
5-Prodotti chimici e prodotti connessi, 110. 888. 096 51. 773. 995 7,7% 11,0% 2,1% 45,4%
6-Prodotti finiti classificati principalmente secondo la materia prima 274. 985. 712 86. 990. 094 19,1% 18,5% 8,5% 36,5%
7-Macchinari e materiale da trasporto 557. 424. 218 280. 030. 228 38,8% 59,6% 24,8% 13,3%
8-Prodotti finiti diversi 461. 583. 505 27. 887. 641 32,1% 5,9% 24,7% 16,3%
9-Articoli e transazioni non classificati altrove nella C. T. C. I. 134. 388 1. 160 0,0% 0,0% 57,1% nr
Tot. Lombardia 1. 436. 405. 679 470. 061. 697 100,0% 100,0% 18,7% 22,8%
Elaborazione Camera di commercio di Milano su dati Istat al primo trimestre 2006 . Valori in euro Interscambio Italia-cina per regione al I trimestre 2006
Regioni 2006 1 trim. var. 05-06 1 trim. peso% 2006 1 trim. var. 05-06 peso%
import export import export import export interscambio
Lombardia 1. 436. 405. 679 470. 061. 697 18,7% 22,8% 34,8% 38,4% 1. 906. 467. 376 19,7% 35,7%
Veneto 638. 627. 385 182. 021. 683 33,7% 26,8% 15,5% 14,9% 820. 649. 068 32,1% 15,3%
Emilia Romagna 369. 536. 827 130. 712. 331 30,2% 20,7% 9,0% 10,7% 500. 249. 158 27,5% 9,4%
Piemonte 341. 021. 827 138. 331. 754 28,4% 32,3% 8,3% 11,3% 479. 353. 581 29,5% 9,0%
Toscana 335. 423. 720 73. 136. 412 20,7% 22,2% 8,1% 6,0% 408. 560. 132 21,0% 7,6%
Campania 261. 774. 264 23. 243. 100 32,5% 53,8% 6,3% 1,9% 285. 017. 364 34,1% 5,3%
Liguria 183. 925. 108 14. 261. 352 12,0% 16,4% 4,5% 1,2% 198. 186. 460 12,3% 3,7%
Lazio 139. 890. 363 44. 745. 053 7,6% 201,3% 3,4% 3,7% 184. 635. 416 27,5% 3,5%
Marche 111. 556. 183 15. 380. 946 27,6% 3,9% 2,7% 1,3% 126. 937. 129 24,2% 2,4%
Puglia 101. 015. 278 20. 492. 350 81,0% 99,4% 2,4% 1,7% 121. 507. 628 83,8% 2,3%
Friuli-v. G. 53. 454. 491 47. 634. 148 44,0% 20,9% 1,3% 3,9% 101. 088. 639 32,1% 1,9%
Abruzzo 46. 325. 795 7. 235. 895 20,3% 87,8% 1,1% 0,6% 53. 561. 690 26,4% 1,0%
Trentino-a. A. 36. 363. 197 6. 081. 615 2,7% -10,1% 0,9% 0,5% 42. 444. 812 0,6% 0,8%
Umbria 22. 479. 289 30. 671. 249 -12,8% -63,1% 0,5% 2,5% 53. 150. 538 -51,2% 1,0%
Sicilia 22. 391. 242 1. 033. 113 14,7% -27,8% 0,5% 0,1% 23. 424. 355 11,8% 0,4%
Calabria 5. 732. 125 266. 396 3,2% -65,9% 0,1% 0,0% 5. 998. 521 -5,3% 0,1%
Valle d´Aosta 5. 531. 557 2. 158. 326 -11,8% -26,5% 0,1% 0,2% 7. 689. 883 -16,5% 0,1%
Molise 5. 462. 576 2. 056. 030 -0,5% 262,4% 0,1% 0,2% 7. 518. 606 24,1% 0,1%
Sardegna 4. 708. 422 10. 184. 534 -27,4% 139,6% 0,1% 0,8% 14. 892. 956 38,7% 0,3%
Basilicata 1. 671. 979 299. 586 -43,3% 79,1% 0,0% 0,0% 1. 971. 565 -36,7% 0,0%
Altro 697. 046 2. 861. 267 168,3% 90,0% 0,0% 0,2% 3. 558. 313 101,5% 0,1%
Tot. Italia 4. 123. 994. 353 1. 222. 868. 837 23,7% 21,0% 100,0% 100,0% 5. 346. 863. 190 23,1% 100,0%
Elaborazione Camera di commercio di Milano su dati Istat 2006. Valori in euro Interscambio Italia-cina per prodotto Interscambio Italia – Cina per prodotto
Merce 2006 peso % var. 05-06
import export import export import export
0-Prodotti alimentari ed animali vivi 50. 580. 638 3. 342. 982 1,2% 0,3% 15,9% 60,5%
1-Bevande e tabacchi 779. 151 2. 003. 004 0,0% 0,2% -30,8% 151,9%
2-Materie prime non commestibili, esclusi i carburanti 144. 292. 164 59. 514. 018 3,5% 4,9% 13,1% 79,6%
3-Combustibili minerali, lubrificanti e prodotti connessi 35. 180. 031 433. 494 0,9% 0,0% 30,2% 99,6%
4-Oli, grassi e cere di origine animale e vegetale 374. 630 1. 655. 755 0,0% 0,1% -48,2% 311,7%
5-Prodotti chimici e prodotti connessi, n. C. A. 191. 078. 941 107. 888. 397 4,6% 8,8% 6,5% 41,0%
6-Prodotti finiti classificati principalmente secondo la materia prima 789. 935. 002 238. 201. 725 19,2% 19,5% 16,4% 1,8%
7-Macchinari e materiale da trasporto 1. 223. 460. 761 684. 120. 980 29,7% 55,9% 29,9% 19,9%
8-Prodotti finiti diversi 1. 686. 993. 557 125. 638. 782 40,9% 10,3% 26,6% 34,7%
9-Articoli e transazioni non classificati altrove nella C. T. C. I. 1. 319. 478 69. 700 0,0% 0,0% 63,5% 80,7%
Tot. Italia 4. 123. 994. 353 1. 222. 868. 837 100,0% 100,0% 23,7% 21,0%
Elaborazione Camera di commercio di Milano su dati Istat I trimestre2006. Valori in euro.
 
   
   
BANCA DEL VENEZIANO DISTRIBUISCE I BUONI PASTO ALLE SCUOLE DI CAMPONOGARA L´INIZIATIVA NATA PER RISPONDERE ALL´ESIGENZA MANIFESTATA DAL COMUNE  
 
Camponogara Ve 18 settembre 2006 - A Camponogara i buoni pasto per le mense scolastiche quest´anno si comprano. In banca. Infatti la Banca del Veneziano, accogliendo la richiesta dell´Amministrazione Comunale, si incaricherà della distribuzione dei buoni per gli studenti delle scuole materne, elementari e medie di Camponogara e frazioni per l´anno scolastico 2006/2007. I tagliandi saranno in vendita a partire da lunedì 18 settembre nelle filiali della Banca del Veneziano di Camponogara e Prozzolo, durante il normale orario di sportello, dalle 8. 35 alle 13. 25 e dalle 14. 35 alle 15. 35, dal lunedì al venerdì. La convenzione siglata con il Comune affida all´istituto di credito cooperativo la gestione contabile del servizio di ristorazione scolastica, per un totale di 120mila buoni pasto a disposizione delle famiglie. I prezzi dei buoni sono stati definiti preventivamente dal Comune: 2,60 euro cadauno il costo del voucher per le materne, 2,80 euro per le elementari e 3,00 euro per le medie, venduti in blocchetti da 10 buoni cadauno. "L´amministrazione comunale di Camponogara ci ha comunicato la precisa esigenza di trovare una nuova collaborazione per questo servizio - spiega il direttore generale di Banca del Veneziano Alessandro Arzenton -. Il fatto che si sia rivolta a noi è sintomo di un rapporto di fiducia. Abbiamo accolto la richiesta, pur non gestendo il servizio di tesoreria del Comune, anche per confermare la nostra presenza e il nostro impegno a fianco delle esigenze della comunità". .  
   
   
NEGRI BOSSI: DELIBERATO L’AUMENTO DI CAPITALE SOCIALE CUM WARRANT FINO A 15,4 MILIONI DI EURO, GARANTITO DA SACMI FINO A CIRCA 13 MILIONI DI EURO.  
 
Cologno Monzese, 18 settembre 2006 - L’assemblea degli azionisti di Negri Bossi, riunitasi il 15 settembre in sede straordinaria, ha deliberato, alla luce del buon andamento del gruppo, un´operazione di aumento di capitale sociale destinato all’implementazione del piano industriale e al rafforzamento della situazione finanziaria e patrimoniale dell´azienda. L’operazione sarà così articolata: Aumento di capitale, per un importo massimo di 15,4 milioni di Euro, da attuarsi mediante emissione di nuove azioni da offrire in opzione ai Soci ad un prezzo di sottoscrizione che sarà il minore tra 0,70 euro per azione ed un importo calcolato sulla media dei prezzi registrati sul mercato in prossimità del collocamento, a cui verrà applicato uno sconto del 50%. Emissione di warrant da assegnare gratuitamente a ciascun aderente all’aumento di capitale nella misura di 1 warrant per ogni nuova azione sottoscritta. I warrant consentiranno la sottoscrizione di ulteriori nuove azioni, nel rapporto di 1 azione per ogni warrant, allo stesso prezzo di sottoscrizione dell´aumento di capitale e saranno esercitabili, in qualsiasi momento, per un periodo di 3 anni. I warrant saranno quotati sul Mercato Telematico Azionario. L’assemblea ha inoltre deliberato l’eliminazione del valore nominale delle azioni ordinarie Negri Bossi. Sacmi, controllante di Negri Bossi, ha già manifestato interesse all´operazione assumendosi l’impegno a sottoscrivere l’aumento di capitale Negri Bossi per la totalità delle proprie azioni e per un ulteriore quota fino ad un massimo complessivo di euro 12. 936. 000, garantendo quindi il buon esito dell’operazione fino all’84% circa del suo controvalore. L’aumento di capitale consentirà di reperire le risorse finanziarie per proseguire una coerente politica di investimenti finalizzata a trasformare progressivamente Negri Bossi da produttore di macchine standard a qualità ed affidabilit à elevata a realizzatore di sistemi di produzione integrati e personalizzati sulle esigenze del cliente, per rafforzare il processo di internazionalizzazione già avviato, nonché per riequilibrare la situazione finanziaria e patrimoniale della Società. Inoltre, l’eventuale esercizio dei warrant consentirà di avere a disposizione, nell´arco dei prossimi tre anni, fino ad ulteriori 15,4 milioni di euro finalizzati al finanziamento delle strategie di sviluppo e di espansione oltre il 2008. Negri Bossi ha chiuso il primo semestre 2006 registrando una decisiva inversione di tendenza rispetto all’andamento degli ultimi mesi (fatturato consolidato a 52,1 milioni di euro in crescita del 14,6%, Ebitda positivo nel secondo trimestre 2006 dopo 5 trimestri negativi, diminuzione della perdita lorda) che fa presupporre il raggiungimento delle previsioni di budget per la chiusura dell’anno in linea con il piano industriale presentato alla comunità finanziaria lo scorso marzo. .  
   
   
IL GRUPPO SNAI CHIUDE IL PRIMO SEMESTRE CON EBITDA PARI A € 22.180 MIGLIAIA (+144%) ED EBIT PARI A € 9.561 MIGLIAIA (+105%)  
 
 Porcari (Lu), 18 settembre 2006 – Il consiglio di amministrazione di Snai S. P. A. , riunitosi il 13 settembre sotto la presidenza di Maurizio Ughi, ha approvato la relazione semestrale al 30 giugno 2006. La gestione caratteristica di Snai S. P. A. Nel primo semestre 2006 evidenzia un andamento positivo, con un Ebitda pari a € 21. 528 migliaia, in crescita del 169% rispetto al primo semestre dello scorso anno (€ 8. 003 migliaia), grazie anche all’incremento del valore della produzione, che al 30 giugno ha raggiunto € 226. 667 migliaia, con un aumento del 614% rispetto ai € 31. 736 migliaia dei primi sei mesi del 2005. Sempre con riferimento al primo semestre dell’esercizio in corso, l’Ebit di Snai S. P. A. Risulta pari a € 9. 433 migliaia, in aumento del 77% rispetto all’analogo periodo del 2005 (€ 5. 325 migliaia). Questi aumenti vanno ascritti all’acquisizione da parte della Società, a decorrere dal 16 marzo 2006, di 450 concessioni per l’accettazione di scommesse ippiche e sportive; tale acquisizione ha portato a un aumento del valore delle attività immateriali e dell’indebitamento a medio-lungo termine. La situazione contabile di Snai S. P. A. Chiusa al 30 giugno 2006, per effetto dei maggiori ammortamenti calcolati sul costo di acquisizione delle concessioni per complessivi € 12. 098 migliaia (€ 2. 651 migliaia dopo i primi sei mesi dello scorso anno), dei costi non ripetitivi connessi all’ottenimento dei finanziamenti e dei connessi oneri finanziari sulla maggiore esposizione debitoria, evidenzia una perdita pari a € 2. 144 migliaia, rispetto a un utile di € 4. 580 migliaia del primo semestre 2005. Analogamente alla società capogruppo, il Gruppo Snai ha conseguito significativi incrementi sia nell’Ebitda consolidato, che al 30 giugno 2006 è pari a € 22. 180 migliaia e in aumento del 144% rispetto al primo semestre 2005 (€ 9. 099 migliaia), sia nell’Ebit, pari a € 9. 561 migliaia dopo i primi sei mesi dell’esercizio corrente, e in aumento del 105% rispetto a € 4. 656 migliaia del primo semestre 2005. Il valore della produzione è pari a € 237. 987 migliaia, contro € 43. 019 migliaia dell’analogo periodo dell’esercizio precedente. Il bilancio consolidato del Gruppo Snai, dopo avere effettuato ammortamenti e accantonamenti per complessivi € 12. 626 migliaia, rispetto a € 4. 420 migliaia del corrispondente periodo del 2005, chiude il primo semestre 2006 con una perdita di € 2. 028 migliaia (utile di € 3. 625 migliaia nei primi sei mesi dello scorso anno). L’indebitamento finanziario netto del Gruppo Snai al 30 giugno 2006 aumenta a € 274. 463 migliaia (era di € 32. 643 migliaia al 31 dicembre 2005 e di € 31. 826 migliaia al 30 giugno 2005), essenzialmente per l’operazione di acquisizione dei 450 rami d’azienda concessione, perfezionata grazie al ricorso a finanziamenti per € 310 milioni ottenuti da primari istituti di credito; tali risorse finanziarie hanno consentito anche di estinguere anticipatamente il residuo debito consolidato di 40,6 milioni di €. Sui dati della semestrale non è ancora stata completata l’attività di revisione. Nel corso del primo semestre 2006, come accennato in precedenza, Snai S. P. A. Ha radicalmente modificato la propria struttura: è oggi concessionario diretto per l’accettazione di scommesse, e continua a esercitare il ruolo di service provider per i propri clienti. Questa operazione ha già prodotto effetti positivi quali i notevoli incrementi registrati nel valore della produzione, nell’Ebitda e nell’Ebit. Snai S. P. A. Ha valutato i contenuti del decreto legge 4 luglio 2006, convertito nella legge 741 del 2 agosto 2006 (cosiddetto “decreto Bersani”), in merito al previsto ampliamento della rete dei punti di accettazione delle scommesse tramite appositi bandi di gara. In conseguenza di detto decreto, il Cda ha deciso di aggiornare il piano industriale. .  
   
   
SNAI S.P.A.: L’ASSEMBLEA DEGLI AZIONISTI APPROVA L’AUMENTO DI CAPITALE SOCIALE  
 
Lucca, 18 settembre 2006 – L’assemblea straordinaria degli azionisti di Snai S. P. A. , riunitasi il 14 settembre a Porcari (Lucca) sotto la presidenza di Maurizio Ughi, ha conferito al Consiglio di Amministrazione, ai sensi dell’art. 2443 c. C. , la delega per l’aumento del capitale sociale. La delega è destinata a dotare la Società di più ampie basi finanziarie per le proprie attività, compresa la partecipazione ai bandi di gara per l’ampliamento della rete dei punti di accettazione delle scommesse ippiche e sportive, come previsto dalla Legge 248 del 4 agosto 2006. Snai S. P. A. Parteciperà ai bandi di gara per l’assegnazione dei diritti per la raccolta delle scommesse sia ippiche sia sportive, al fine di sviluppare la propria posizione sul mercato nazionale. La società prevede inoltre di estendere la propria attività di provider per la fornitura di tecnologia e servizi a eventuali altri aggiudicatari dei diritti per l’accettazione di scommesse. La delega prevede che il Consiglio di Amministrazione determini di volta in volta se l’aumento debba essere scindibile o inscindibile, in una o più volte ed entro cinque anni dalla data di deliberazione assembleare, per un importo massimo di nominali Euro 52. 000. 000 e pertanto fino a massimi euro 80. 570. 453,60 di valore nominale, mediante l’emissione di massime n. 100. 000. 000 azioni ordinarie del valore nominale unitario di Euro 0,52, da offrire in opzione agli aventi diritto; contestualmente, l’Assemblea degli azionisti ha approvato le necessarie modifiche all’art. 5 dello statuto della Società, relativo al capitale sociale. L’assemblea degli Azionisti ha dunque revocato la precedente delega, non ancora esercitata, conferita al Consiglio di Amministrazione della Società, ai sensi dell’art. 2443 del c. C. , dall’Assemblea straordinaria del 18 ottobre 2005. .  
   
   
TREVI - FINANZIARIA INDUSTRIALE S.P.A.: L’ASSEMBLEA STRAORDINARIA DEGLI AZIONISTI HA CONFERITO LA DELEGA AL CONSIGLIO DI AUMENTARE IL CAPITALE SOCIALE ENTRO CINQUE ANNI FINO AD UN MASSIMO DEL 10% DELL’ATTUALE CAPITALE  
 
Cesena, 18 settembre 2006 - L’assemblea degli azionisti della Trevi - Finanziaria Industriale S. P. A. , holding del Gruppo Trevi (Mi:tfi), tra i principali operatori mondiali nel settore dei servizi di ingegneria del sottosuolo e delle macchine per fondazioni e perforazioni per ricerca di petrolio, gas e acqua, riunitasi in prima convocazione oggi 13 settembre 2006, con la presenza del 60,52% del capitale sociale, ha approvato all’unanimità dei votanti di attribuire al Consiglio di Amministrazione la facoltà di aumentare il capitale sociale della Società, in una o più volte, per il periodo massimo di cinque anni dalla data della deliberazione e per un ammontare nominale massimo fino ad un importo pari al 10 % del capitale sociale nominale sottoscritto al momento della delibera di delega, oltre l’eventuale sovrapprezzo, aumento da realizzarsi mediante l’emissione di numero massime 6,4 milioni di azioni ordinarie del valore nominale di Euro 0,50 ciascuna, con facoltà per il Consiglio di determinare il prezzo di emissione e con facoltà per il medesimo di: (i) riservarle in opzione agli aventi diritto, e/o (ii) riservarle, in tutto o in parte, a investitori istituzionali italiani o esteri, con conseguente esclusione del diritto di opzione, e/o (iii) riservarle alla conversione di obbligazioni emesse da società italiane o estere e riservate ad investitori istituzionali italiani o esteri, con conseguente esclusione del diritto di opzione. “Ringrazio della fiducia accordata dagli azionisti - ha commentato il Presidente Davide Trevisani - tale deliberazione è in linea con la strategia di crescita che la Società intende perseguire anche mediante il raforzamento patrimoniale del Gruppo per cogliere rapidamente eventuali opportunità di sviluppo, sia nel settore drilling, che nel settore del core business, riducendo il più possibile i tempi necessari per procurare i nuovi mezzi finanziari e porre le premesse per positive ripercussioni in termine di creazione di valore per gli azionisti”. . . .  
   
   
API – BOLOGNA: NUOVO DIRETTIVO PER IL GRUPPO GIOVANI  
 
Bologna, 19 settembre 2006 - Il Gruppo Giovani dell´Associzione Piccoli Imprenditori di Bologna ha rinnovato il consiglio direttivo per il prossimo quadriennio 2006-2010. Mollusco & Balena annuncia che Giuseppe Covino, socio dell´agenzia di comunicazione, è stato chiamato a farne parte. Il nuovo direttivo, guidato dal Presidente Andrea Paladini (Emmecipi Studio), sarà così composto: Cristiano Cobianchi (Mec - Bologna); Diego Contri (Pmc - Pieve di Cento); Giuseppe Covino (Mollusco & Balena/euro. Runner - Bologna); Maria Francesca Delli (Marbia - Bologna); Rossana Gabrielli (Leonardo - Bologna); Massimo Sarti (Meccanica Sarti – Bologna; Ivana Topi (Aepi - Imola); Elena Zaccanti (Zaccanti - Bologna). Il rinnovo del direttivo è frutto, oltre che di una scadenza formale, della volontà di attuare un ricambio generazionale, perfettamente pianificato da Pietro Caselli (presidente 2002-2006) e dai suoi collaboratori. Il Gruppo Giovani Api sarà impegnato nell´organizzazione di convegni, di corsi formativi, e nella redazione della propria rivista “Liberamente”. Il riconoscimento del buon lavoro fatto in questi anni ha permesso al Gruppo Giovani di ottenere due consiglieri anche nel Consiglio Direttivo Api oltre al presidente Paladini. Pietro Caselli (Busi, Bologna) e Gabriele De Togni (E-logic, Bologna) saranno, infatti, parte integrante del nuovo Direttivo Api. .  
   
   
GRANDI OPERE SÌ, GRANDI OPERE NO. NIMBY FORUM ANNUNCIA IL SECONDO CONVEGNO NAZIONALE: DEMOCRAZIA DELIBERATIVA, CONSENSO E PARTECIPAZIONE I TEMI DEL DIBATTITO  
 
Milano, 18 settembre 2006 - Nimby Forum il progetto di ricerca che si occupa di studiare il fenomeno delle contestazioni territoriali alle grandi opere, annuncia il proprio convegno annuale a Torino il prossimo 5 ottobre, con il patrocinio di Regione Piemonte - Provincia di Torino - Comunità Montana Bassa Val di Susa e Val Cenischia. Un appuntamento da non perdere per conoscere gli esiti della ricerca e i risultati aggiornati dell’Osservatorio Media, che avvia i lavori della terza edizione del Forum. Tra le novità, la costituzione di Aris - Agenzia Ricerche Informazione Società - un’associazione di ricerca senza fini di lucro nata per gestire e sviluppare il progetto Nimby Forum, originariamente promosso da Allea, la società di comunicazione e relazioni istituzionali specializzata nel settore ambientale e nella gestione dei conflitti territoriali. I dati dell’Osservatorio Nimby Forum parlano quest’anno di 171 impianti contestati (dove per impianti si intende il complesso di insediamenti industriali, infrastrutture viarie e ferroviarie, centrali per la produzione di energia, rigassificatori, impianti per il trattamento dei rifiuti, eccetera), contro i 190 censiti nel corso della scorsa edizione. Tuttavia, il numero di articoli di stampa censiti sull’argomento è schizzato dai 2. 760 dell’anno scorso ai 4. 020 di quest’anno, con punte massime di 66 articoli al giorno (contro i 45 dell’anno scorso) e una media di 309 articoli al mese contro 251. Senza contare le numerosissime trasmissioni di approfondimento giornalistico televisivo che hanno ripetutamente trattato questo tema nel corso dell’anno. Si rileva quindi che, pure a fronte di una diminuzione in termini assoluti delle opere contestate, si è assistito ad un incremento notevole dell’attenzione, da parte dai media e del dibattito politico, a questo fenomeno. Questo inasprimento dei toni, questa globalizzazione della protesta, porterà vantaggi o svantaggi nel percorso di ricerca di modelli di democrazia deliberativa più attuali, ispirati ai principi di inclusione, partecipazione e condivisione? A queste ed altre domande si cercherà di rispondere nel corso del Convegno del 5 ottobre, dove protagonisti di primo piano del mondo politico, istituzionale, imprenditoriale e associazionistico si confronteranno per mettere sul tavolo proposte e linee guida, nell’intento di trovare insieme, tra le soluzioni anche recentemente prospettate dal Governo, la strada, o meglio l’insieme di interventi e di indirizzi, che potranno in futuro limitare una protesta che rischia di paralizzare il Paese, e che nasce da legittime richieste di maggiore coinvolgimento, informazione e trasparenza, in una parola “comunicazione”, da parte dei soggetti proponenti gli impianti e le infrastrutture. Il format del Convegno prevede due sessioni. Al mattino “Infrastrutture e grandi opere: consenso e competitività”, un talk show basato sui temi dell’edizione 05/06 di Nimby Forum, con rappresentanti di primo piano del mondo politico e industriale. L’attenzione sarà focalizzata sulla questione della programmazione e dello sviluppo, in un’ottica di consenso e sostenibilità. Saranno presentati i risultati conclusivi della seconda edizione di Nimby Forum e i risultati del sondaggio online sui temi della partecipazione. Al pomeriggio è invece prevista una tavola rotonda di approfondimento più specificamente dedicata alle tematiche legate al caso Tav in Piemonte, “Il caso Tav: ricominciare dal dialogo”, attraverso la quale si cercherà di fare il punto sullo stato di avanzamento del progetto, riesaminando i temi oggetto del conflitto in un’ottica sovranazionale e integrata. A tutti i partecipanti sarà consegnato il volume “L’italia dei sì e l’Italia dei no – Nimby Forum 05/06”, la pubblicazione annuale di Nimby Forum che raccoglie tutti i dati sul fenomeno delle contestazioni territoriali elaborati in 12 mesi dall’Osservatorio Media permanente, i risultati dell’inchiesta online lanciata quest’anno da Nimby Forum e i contributi di esperti, professionisti, imprenditori e accademici sul tema dei conflitti territoriali, dello sviluppo sostenibile e del consenso sulle grandi opere di pubblica utilità, tra cui Chicco Testa, Rodolfo Lewanski, Bruno Bottiglieri, Diego Gavagnin, Jacopo Giliberto, Patrizia Ravaioli, e molti altri. Programma Del Convegno: Ia Sessione “Infrastrutture e grandi opere: consenso e competitività” 9. 30 Registrazione; 10. 00 Alessandro Beulcke, Presidente Aris: il progetto Nimby Forum; 10. 15 Talk show - Conduce: Giovanni Floris; Sergio Chiamparino, Sindaco di Torino; Paride De Masi, Presidente Italgest; Roberto Della Seta, Presidente Legambiente; Enzo Gatta, Presidente Assoelettrica; Enrico Letta, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri; Mauro Moretti, Amministratore Delegato Rete Ferroviaria Italiana; Alfonso Pecoraro Scanio, Ministro dell’Ambiente. Iia Sessione “Il caso Tav: ricominciare dal dialogo”: 15. 00 Tavola rotonda - Modera: Giulio Anselmi; Andrea Boitani, Professore ordinario di Economia politica Università Cattolica di Milano; Mercedes Bresso, Presidente Regione Piemonte; Antonio Ferrentino, Presidente Comunità Montana Bassa Val di Susa; Rainer Masera, Capo delegazione italiano Commissione Intergovernativa Torino-lione; Antonio Saitta, Presidente Provincia Torino; Mario Virano, Presidente Osservatorio Val di Susa. Torino, 5 ottobre 2006 - Centro Congressi Lingotto Via Nizza, 280 - Torino - .  
   
   
ALL´ASTA 27 IMMOBILI DEL COMUNE DI ROMA, MOLTI DEI QUALI IN PIENO CENTRO STORICO CITTADINO  
 
 Roma, 18 settembre 2006 – Sono oltre 400, un vero e proprio record, le offerte giunte presso la sede di Risorse R. P. R. S. P. A. , l´azienda del Comune, azionista in quota maggioritaria, e della Provincia di Roma, per l´impostazione e la realizzazione di interventi di trasformazione, valorizzazione, alienazione e sviluppo socio – economico del territorio, che ha seguito l´operazione su incarico dell´assessore al Patrimonio del Comune di Roma. La vendita, che è avvenuta nel rispetto delle garanzie per le fasce tutelate (anziani, redditi bassi ecc…), ha prodotto un incasso di 10. 092. 040,45 euro, facendo registrare quindi un incremento di circa il 50% sul totale dei prezzi base d´asta. Un esempio per tutti: un immobile di via dei Falegnami, in pieno centro storico, da una base d´asta di 335. 500,00 euro è stato aggiudicato per 815. 500,00 euro, con ben 68 offerte. L´asta, che si è svolta alla presenza di un notaio e del presidente nominato di diritto, dell´amministratore delegato di Risorse R. P. R. S. P. A. , Enzo Proietti e del presidente Vincenzo Puro, si inserisce nell´ambito degli interventi di cartolarizzazione realizzati dall´azienda per conto del Comune di Roma e consente di rispettare gli obiettivi del business plan che il Comune ha concordato con le banche coinvolte nell´operazione. Il maggiore incasso realizzato, ovvero un incremento di circa 3 milioni di euro sulla base d´asta, permetterà al Comune di disporre di una liquidità economica immediata da investire principalmente nel settore immobiliare. L´assessore Claudio Minelli ritiene estremamente importante quanto realizzato considerando soprattutto l’entità del recupero di risorse proprie da parte del Comune rivolte prevalentemente a piani straordinari di edilizia sociale da destinare all´emergenza abitativa. L’attività di alienazione degli immobili proseguirà nei mesi successivi. Prossima data prevista: dicembre 2006. I risultati delle aste e i prossimi appuntamenti sono comunque consultabili sul sito risorse-spa. It . .  
   
   
EIRE - EXPO ITALIA REAL ESTATE 3° EDIZIONE FIERAMILANO (RHO) 22 - 25 MAGGIO 2007  
 
Milano, 18 settembre 2006 - Dopo il grande successo della 2° edizione di Eire, dal 22 al 25 maggio 2007 avrà luogo, presso i padiglioni di fieramilano (Rho), la terza edizione di questo importante evento del Real Estate. Eire costituisce l´ambito privilegiato per le amministrazioni pubbliche e per i detentori di aree o patrimoni immobiliari che hanno la necessità di attrarre operatori e investimenti italiani e/o esteri ai fini dello sviluppo e della riqualificazione territoriale ed urbana. È il luogo ideale per le società e per gli operatori che intendono promuovere il loro know - how, presentarsi e collocarsi nell´ambito del mercato immobiliare. Eventi E Convegni: Nell´ambito dell´area espositiva detta manifestazione vengono realizzati motti eventi che permettono ai partecipanti t´approfondimento dette tematiche prioritarie e specifiche relative al mercato immobiliare e atte sue tendenze, nonché presentazioni di progetti significativi o di nuove opportunità di business. I Convegni Istituzionali: sono organizzati e proposti da Ge. Fi. S. P. A, ente organizzatore dell´evento, in collaborazione con il Comitato Scientifico dell´expo e con il Politecnico di Milano; rappresentano una opportunità eccezionale di conoscenza e di approfondimento dette tendenze del mercato e det suo sviluppo grazie alla partecipazione dei principati protagonisti; Il Concorso Nazionale Di Marketing Territoriale: è dedicato alte amministrazioni pubbliche italiane che intendono proporre e valorizzare la propria capacità di realizzare attività dì marketing e di comunicazione nell´obiettivo di attrarre investimenti per lo sviluppo territoriale ed urbano; I Seminari E Gli Eventi Particolari: sono organizzati durante la manifestazione dagli espositori, da istituzioni pubbliche e società private, che hanno la necessità di approfondire tematiche e aspetti specifici inerenti te toro attività o di presentare progetti o opportunità particolari; City Forum: viene organizzato un momento d´incontro tra te pubbliche amministrazioni e le realtà locali con i potenziati investitori per la presentazione di proposte d´investimento. Durante la seconda edizione di Eire sono stati realizzati 31 convegni e seminari che hanno permesso agli operatori un reale aggiornamento e un proficuo confronto sul mercato immobiliare italiano ed internazionale e sulle sue potenzialità. .  
   
   
ALTO ADIGE- IN INTERNET L´ELENCO PREZZI 2006 PER L´EDILIZIA  
 
 Bolzano, 18 settembre 2006 - È disponibile anche in Internet l´elenco prezzi 2006 per l´edilizia, che contiene costi, prestazioni e standard relativi alle costruzioni. All´indirizzo www. Provincia. Bz. It/edilizia/elenco_prezzi è possibile consultare sul web della Rete civica dell´Alto Adige, e quindi scaricarlo, l´elenco prezzi 2006 per il settore dell´edilizia, un documento fondamentale per progettisti e costruttori. "Tutte le prestazioni e gli standard relativi alle costruzioni - spiega l´assessore provinciale ai Lavori pubblici Florian Mussner - sono descritte dettagliatamente e raggruppate per categorie. " Alla luce delle continue e rapidi traformazioni nel settore delle costruzioni, le singole prestazioni vengono definite in modo preciso e i prezzi sono adeguati all´inflazione. Nel giro di un paio di settimane sarà a disposizione degli interessati anche la versone cartacea dell´elenco prezzi 2006 approvato dalla Giunta provinciale. .  
   
   
POLITICA DEI REDDITI CONFARTIGIANATO E CNA: “SI ALLA REVISIONE DELL’ACCORDO DEL ’93. FONDAMENTALE IL RILANCIO DELLA COMPETITIVITÀ”  
 
 Roma, 18 settembre 2006 - “Piena disponibilità ad aprire il tavolo di concertazione sulla politica dei redditi, per realizzare un nuovo, grande patto sociale di cui il Paese ha bisogno per agganciare la ripresa. Ma, prima di avviare un tavolo così impegnativo, è necessario avere un quadro certo delle misure contenute nella Legge Finanziaria. Confartigianato e Cna chiedono che non vi sia un aumento dell’imposizione fiscale per il lavoro autonomo, anche attraverso il rilancio dell’Accordo sul fisco del 1996. Chiedono, inoltre, che si intervenga sul cuneo fiscale per una reale riduzione del costo del lavoro, senza però avvantaggiare le imprese che operano in regime monopolistico”. Questo il commento del Vicepresidente di Confartigianato Tullio Uez e del Segretario Generale di Cna Giancarlo Sangalli alla proposta avanzata oggi dal Governo durante l’incontro con le parti sociali a Palazzo Chigi. “Il Protocollo del 1993 – sottolineano i rappresentanti di Confartigianato e Cna - ha il grande merito di avere contribuito in maniera determinante al risanamento dell’economia italiana, all’epoca caratterizzata da elevata inflazione e instabilità del cambio”. “Oggi – aggiungono - l’economia italiana e, in particolare, le piccole e medie imprese hanno però necessità di crescere attraverso un recupero della produttività”. “In questo senso – spiegano Uez e Sangalli - l’artigianato ha già fatto un primo importante passo poiché ha varato con i Sindacati dei lavoratori un nuovo modello contrattuale che, valorizzando la contrattazione territoriale, è finalizzato proprio a favorire lo sviluppo e ad incrementare la produttività, salvaguardando, nel contempo, il reddito dei lavoratori”. Secondo Confartigianato e Cna “il nuovo patto sociale dovrà però prevedere precisi impegni anche della parte pubblica: meno burocrazia, nuovi investimenti in infrastrutture, maggiore sicurezza, una giustizia più rapida, tariffe pubbliche e costo dell’energia più equi ed un pubblico impiego più efficiente”. .  
   
   
OGGI WORKSHOP ALL’ENEA SU “ENERGIA E TECNOLOGIA SCENARI AL 2050” TAVOLA ROTONDA ORGANIZZATA IN OCCASIONE DELLA PRESENTAZIONE ITALIANA DEL RAPPORTO ENERGY TECHNOLOGY PERSPECTIVES 2006 INTERNATIONAL ENERGY AGENCY-OECD  
 
Roma, 18 settembre 2006 - L’workshop è organizzato dall’Enea per discutere il Rapporto “Energy technology perspectives 2006” dell’Agenzia Internazionale dell’Energia. Il Rapporto presenta lo stato dell’arte e le prospettive delle più promettenti tecnologie energetiche e fornisce una valutazione del contributo potenziale che queste potrebbero dare, all’orizzonte 2050, alla riduzione della domanda complessiva di energia e delle emissioni di gas serra, tenendo conto di scenari alternativi (Accelerated Technology scenarios) rispetto allo scenario base, “Business As Usual”. L’workshop intende rappresentare un momento di confronto e dibattito tra esperti del settore, guardando anche all’importanza del contesto nazionale e della cooperazione internazionale rispetto agli ostacoli che si frappongono all’implementazione degli scenari alternativi e alle politiche e misure che possono consentire il loro superamento. Programma: 09:30 Registrazione partecipanti; 10:00 Introduce e presiede Luigi Paganetto Commissario Straordinario Enea; 10:15 Presentazione del Rapporto “ Energy Technology Perspectives – Scenarios & Strategies to 2050”, Alicia Mignone Enea, Giorgio Simbolotti International Energy Agency, Oecd; 11:00 Tavola Rotonda Partecipano: Patrizio Bianchi Rettore Università di Ferrara; Alessandro Lanza Direttore Fondazione Eni Enrico Mattei; Paolo Leon Università degli Studi Roma Tre; Ignazio Musu Presidente Center for Thematic Environmental; Networks (Ten), Venice International University; Pippo Ranci Università Cattolica di Milano; Giambattista Zorzoli Aiee – Ises Italia. 12:30 Conclude Luigi Nicolais Ministro della Funzione Pubblica e dell’Innovazione; 12. 45 Dibattito 18 settembre 2006 Enea – Via Giulio Romano, 41 – Roma .  
   
   
INTESA ABI-ENEL PER MIGLIORARE LA QUALITA’’ E LA CONTINUITA’’ DEL SERVIZIO ELETTRICO NEL SETTORE BANCARIO  
 
Roma, 18 Settembre 2006 – Il Presidente dell’Associazione bancaria italiana, Corrado Faissola, e il Presidente dell’Enel, Piero Gnudi, hanno firmato un protocollo di intesa per una più stretta cooperazione nell’ambito dell’utilizzo e della gestione dell’energia nel settore bancario. L’intesa prevede la messa a punto di un programma di iniziative congiunte – anche tramite la costituzione di tavoli e gruppi di lavoro formati da tecnici delle due parti – per accrescere e assicurare la qualità, l’efficienza e l’efficacia dei servizi energetici, in particolar modo nell’ambito della continuità operativa. In occasione della firma del protocollo, Piero Gnudi ha detto: “Con l’intesa appena raggiunta, Enel si conferma come il più efficiente produttore e distributore di elettricità e gas, orientato al mercato e alla qualità del servizio, con l’obiettivo di creare valore per gli azionisti e soddisfare le esigenze della clientela”. Corrado Faissola ha detto: “l’accordo è un passo importante verso l’aumento dell’efficienza e della qualità dei servizi energetici forniti alle banche, insieme alla crescente attenzione per la tutela dell’ambiente”. Tra le aree prioritarie di intervento previste dal protocollo figurano: lo studio delle specifiche esigenze del settore bancario in materia di continuità del servizio; il monitoraggio dei siti bancari “sensibili” anche attraverso la costituzione di una centrale di allarmi per la corretta previsione e gestione delle interruzioni di energia ; l’approfondimento sulle procedure di emergenza e riavvio al fine di un miglior coordinamento operativo; la realizzazione di attività congiunte nell’ambito dell’efficienza energetica, con particolare riguardo agli interventi di salvaguardia ambientale. In particolare, queste attività saranno svolte attraverso il coordinamento della Divisione infrastrutture e reti dell’Enel e di Abi Energia, il Consorzio creato dall’Associazione bancaria italiana per promuovere un uso razionale dell’energia, ottimizzare i processi di verifica e analisi dei consumi e studiare gli investimenti in tecnologie più efficienti e a minor impatto ambientale. L’intesa prevede infine la possibilità di sottoscrivere ulteriori protocolli, aperti anche ad altri soggetti interessati, nonché la realizzazione di piani di comunicazione e di informazione. . .  
   
   
ALLEANZA TRA RECORD ED IL GRUPPO MULTINAZIONALE CRH L(PAVIMENTAZIONI FOTOCATALITICHE)  
 
Garlasco (Pv). 18 settembre 2006 - Record, azienda italiana attiva nel settore delle pavimentazioni autobloccanti in calcestruzzo, con tre milioni di metri quadri posati annualmente e sede in provincia di Pavia, ha raggiunto un accordo per la cessione della maggioranza azionaria a Crh, attiva del cemento e dei materiali da costruzione. La chiusura dell’operazione è prevista per Settembre. Nei primissimi anni settanta, Record ha introdotto sul mercato italiano i masselli autobloccanti con strato di finitura, allora impiegati esclusivamente nel Nord Europa, in Usa e Giappone e successivamente ha continuato a crescere nell’eccellenza ampliando la produzione con elementi per arredo urbano, cordoli, murature e recinzioni in calcestruzzo. Oggi, qualità, design e innovazione sono i punti di forza di una vasta gamma di soluzioni per l’edilizia. Tra le più recenti innovazioni di prodotto della Record si evidenziano le pavimentazioni fotocatalitiche Ecostar per la riduzione dell’inquinamento, che impiegano una speciale miscela cementizia contenente nanoparticelle di biossido di titanio, attivo anche nella degradazione delle polveri sottili, dell’anidride carbonica e del benzene. Lanfranco e Andrea Tumiatti conserveranno rispettivamente il ruolo di Presidente ed Amministratore Delegato della Record. Il Consiglio di Amministrazione della Record sarà tra l’altro rinforzato dalla presenza dell’Amministratore Delegato Crh per l’Europa dei Prodotti in Calcestruzzo, Mairtin Clarke e da Edwin van den Berg. La multinazionale irlandese Crh con sede a Dublino, quotata alle borse di Londra e New York, conta su una presenza consolidata in 25 paesi, 66. 500 dipendenti e un fatturato globale di 14,5 miliardi di euro. In Europa, solo nel settore dei masselli autobloccanti in calcestruzzo, Crh opera con 140 sedi produttive e 5. 000 persone, attraverso marchi come Ehl in Germania, Stradal in Francia, Marlux in Belgio, Premac in Slovacchia e Rbr in Danimarca. Lanfranco Tumiatti ha così commentato l’operazione: “Siamo molto compiaciuti di avere Crh come partner strategico e crediamo che con l’apporto industriale e finanziario del Gruppo Crh potremo accelerare i piani di sviluppo delle nostre attività, sia con nuove acquisizioni sia con nuovi stabilimenti in Italia e nel Sud Europa. Mairtin Clarke ha così commentato l’operazione: “Siamo convinti che grazie alla cooperazione con Record e in particolare con Lanfranco e Andrea Tumiatti, potremo perseguire con successo la strategia di espansione e allargamento del nostro business nei prodotti in calcestruzzo all’interno dell’area del Mediterraneo. Siamo ansiosi di ottimizzare la forza di Record come azienda insieme alla nostra leadership in altre regioni d’Europa e di sviluppare ulteriormente la nostra posizione. .  
   
   
RICICLAGGIO DI CO2 SOTTO FORMA DI COMBUSTIBILE UNA POSSIBILITÀ EFFETTIVA CHE RICHIEDE ULTERIORI STUDI MA POTREBBE ESSERE FATTIBILE "ENTRO UN DECENNIO".  
 
Bruxelles, 18 settembre 2006 - Uno studio pionieristico, finanziato nell´ambito del Sesto programma quadro (6Pq) della Commissione europea, ha scoperto un modo per trasformare il biossido di carbonio (Co2) di rifiuto in combustibile utile. Il progetto specifico mirato nel campo della ricerca Elcat è un´iniziativa congiunta tra l´Istituto Max Planck (Germania), l´Università Louis Pasteur (Francia) e l´Università di Patrasso (Grecia), con il coordinamento di ricercatori dell´Università di Messina (Italia). Il progetto è finanziato nel quadro del programma Nest (scienze e tecnologie nuove ed emergenti) del 6Pq. Il progetto ha esaminato in quale modo si possa sfruttare il carbonio "disperso" di Co2, che è la sostanza di rifiuto più comune prodotta dalla combustione di combustibili fossili e il principale gas ad effetto serra, ampiamente responsabile del riscaldamento globale. Il biossido di carbonio non è il gas serra più dannoso, tuttavia è di gran lunga quello più abbondante, e i suoi livelli nell´atmosfera sono oggetto di stretti controlli, dai quali emerge una preoccupante correlazione con l´aumento della temperatura dell´aria e dei mari. "La conversione di Co2 in combustibile non è un sogno, ma una possibilità effettiva che richiede ulteriori studi", ha dichiarato in un´intervista con la rivista "New Scientist" il professor Gabriele Centi dell´Università di Messina, che ha guidato il gruppo di ricerca. I risultati di questo progetto, una volta perfezionati, potrebbero consentire di spostare indietro le lancette dell´orologio, nonché di eliminare il biossido di carbonio dall´atmosfera, trasformandolo in combustibile utile. Uno degli aspetti problematici di tale gas è che è altamente stabile. I legami chimici di Co2, una volta formati, sono estremamente difficili da scindere. La nuova tecnica consente a speciali catalizzatori di ottenere tale scissione e di creare molecole di carbonio a catena lunga, che possono essere facilmente convertite in combustibili. La ricerca può essere giustamente definita all´avanguardia. Di norma, l´energia necessaria per scindere questo tipo di legami chimici, anche con catalizzatori, è molto elevata. I ricercatori hanno seguito una procedura in due fasi, nella prima delle quali è stata utilizzata la luce solare con un catalizzatore al titanio per scindere le molecole d´acqua, con il rilascio di "protoni" liberi (ioni di idrogeno), elettroni e ossigeno gassoso. Nella seconda fase, gli elettroni liberi sono stati utilizzati per ridurre il Co2 e legare tra loro gli atomi di carbonio mediante catalizzatori a base di platino e di palladio all´interno di nanotubi di carbonio. I risultati conseguiti sono sbalorditivi e attualmente l´attività di ricerca si sta rivelando così proficua che è stato possibile produrre molecole di otto o nove catene di idrocarburi lunghe con un´efficienza dell´uno per cento a temperatura ambiente. Si tratta già di un livello di efficienza due o tre volte superiore a quello di qualsiasi altro processo industriale, ma potrà essere molto più elevato se si farà ricorso anche a tecnologie "verdi", come ad esempio le torri di energia termosolare che producono enormi quantità di calore. In una presentazione svoltasi il 13 settembre presso l´American Chemical Society a San Francisco, Centi ha dichiarato che la produzione di catene di idrocarburi derivate dal Co2 potrebbe essere fattibile "entro un decennio". Http://cordis. Europa. Eu/fetch?caller=fp6_proj&action=d&rcn=74691 http://www. Newscientist. Com .  
   
   
SCIENZIATI DI DUPONT ILLUSTRANO LA STRATEGIA DEI BIOCARBURANTI DELLA SOCIETA´ AL CONGRESSO MONDIALE SULLE BIOTECNOLOGIE E I BIOPROCESSI INDUSTRIALI  
 
Toronto, Canada, 18 settembre 2006 – Al terzo Congresso Mondiale sulle Biotecnologie e i Bioprocessi Industriali, due leader della ricerca di Dupont hanno fornito un aggiornamento sulla strategia della societa´ per lo sviluppo di biocarburanti di nuova generazione. William D. Provine, research manager per i biocarburanti di Dupont, ha illustrato la strategia della societa´ per i biocarburanti durante la sessione plenaria del congresso. John Pierce, vice president di Dupont Bio-based Technologies, ha invece riesaminato le attuali questioni sollevate dai biocarburanti a livello mondiale e il futuro dell´etanolo cellulosico, quale alternativa alla benzina come carburante per trasporto. "Il mercato dei biocarburanti e´ maturo per l´innovazione", ha affermato Provine. "L´integrazione da parte di Dupont di strumenti biologici avanzati nel proprio know-how in chimica e in ingegneria, noto in tutto il mondo, ha permesso alla societa´ di diventare leader tecnologico nello sviluppo di prodotti chimici di origine biologica e ora anche di carburanti. La strategia, che prevede un approccio in tre fasi mira ad estendere le nuove tecnologie al crescente mercato dei biocarburanti per far sì che essi divengano piu´ competitivi rispetto al petrolio. Tale strategia si propone di: (1) migliorare l´attuale produzione di etanolo attraverso semenze e prodotti chimici differenziati per la protezione dei raccolti; (2) sviluppare e introdurre nuove tecnologie che consentano la conversione della cellulosa in biocarburanti; e (3) produrre biocarburanti di prossima generazione dotati di migliori proprieta´". Soluzioni per la protezione delle semenze e dei raccolti: con oltre $300 milioni di ricavi attesi quest´anno dalle soluzioni di protezione delle semenze e dei raccolti, Pioneer Hi-bred International Inc. , affiliata di Dupont, ha selezionato piu´ di 135 ibridi di semi commercializzati attraverso il programma Industryselect, programma che, trattando varieta´ speciali di grani, migliora l´efficienza della produzione di etanolo. Fra i prodotti in via di sviluppo, frutto della ricerca nel campo della protezione delle semenze e dei raccolti, vi sono varieta´ di semi ad alto rendimento e altri prodotti che miglioreranno ulteriormente l´efficienza produttiva dell´etanolo. Programma Integrated Biorefinery basato sul mais (carburanti cellulosici): Dupont e il Dipartimento dell´Energia Statunitense finanziano insieme un programma quadriennale per lo sviluppo di una tecnologia in grado di convertire la paglia del mais in etanolo. Tale programma fa parte della strategia della societa´ per lo sviluppo di tecnologie idonee a convertire le cosiddette "colture di energia", quali vari tipi di erba e sottoprodotti agricoli, come la paglia e il gambo del mais, in biocarburanti e sostanze chimiche biologiche. Il programma Integrated Biorefinery incrementera´ significativamente la quantita´ di etanolo/acro ottenibile da grani e paglia di mais su uno stesso appezzamento di terra. La tecnologia sara´ disponibile il prossimo anno, ma la societa´ sta gia´ valutando diverse alternative per la costruzione di un impianto di prova. Provine ha illustrato brevemente il processo di fermentazione di punta sviluppato da Dupont in collaborazione con il National Renewable Energy Laboratory, che consentira´ la conversione ad alto rendimento energetico sia degli zuccheri di glucosio C-6 che degli zuccheri di xilosio C-5, di difficile fermentazione, in etanolo ad alta efficienza energetica. Per queste conversioni, la tecnologia Biorefinery utilizza un microorganismo tropicale, lo Zymomonas mobilis, che vive solitamente nella linfa, ad alta concentrazione di zuccheri, dell´agave, pianta usata per produrre la tequila. Partnership con Bp per il biobutanolo e biocarburanti avanzati in fase di sviluppo: La partnership fra Dupont e Bp per lo sviluppo del biobutanolo si basa su una strategia volta a portare i biocarburanti avanzati sul mercato al fine di ampliarne l´uso nella benzina. Il biobutanolo, il primo prodotto che verra´ introdotto sul mercato, offrira´ numerosi vantaggi: migliori miscele etanolo-benzina tramite la riduzione della pressione di vapore quando in miscela con i carburanti; migliore stabilita´ delle miscele biobutanolo-benzina che ne consentiranno la distribuzione tramite le infrastrutture esistenti; migliore flessibilita´ delle miscele, che permettera´ di poter miscelare una maggiore quantita´ di biocarburanti con la benzina; e infine migliore efficienza del carburante (piu´ chilometri con un litro) rispetto ai biocarburanti piu´ diffusi. L´immissione del biobutanolo sul mercato e´ prevista nel Regno Unito per il 2007. La sua capacita´ produttiva verra´ potenziata in base alla domanda del mercato. "La nostra strategia e´ semplice e coerente con i megatrend che si osservano in tutto il mondo", ha affermato Pierce. "Produciamo nuovi prodotti chimici, come il Bio-pdo e nuovi carburanti, come il biobutanolo, da prodotti agricoli. Al contempo sviluppiamo nuovi procedimenti per convertire grandi quantita´ di fibre cellulosiche di origine vegetale in biocarburanti, così da produrre questi preziosi materiali in volumi sempre maggiori. La nostra strategia si propone di fornire il sapere scientifico necessario per avviare la trasformazione delle economie globali, riducendo la dipendenza dal petrolio mediante l´adozione di tecnologie biologiche, efficienti e ad alte prestazioni". .  
   
   
ENI E CALIK FIRMANO ACCORDO PER PARTECIPAZIONE CONGIUNTA LA CAPACITÀ PROGETTATA DELL’INTERO SISTEMA DI TRASPORTO SARÀ DI 1,5 MILIONI D BARILI DI PETROLIO AL GIORNO  
 
Ankara, 18 settembre 2006 - Eni e la compagnia turca Calýk hanno firmato il 15 settembre, alla presenza del ministro dell’Energia turco Hilmi Guler e dell’ambasciatore italiano in Turchia Carlo Marsili, l’accordo per l’acquisizione da parte di Eni del 50% della Trans Anadolu Pipeline Company, società controllata da Calik. Entrambe le compagnie si serviranno quindi della Trans Anadolu Pipeline Company per la realizzazione e la gestione delle attività operative dell’oleodotto Trans Anadolu Pipeline (Tap). Le parti hanno inoltre raggiunto l’accordo per la governance della compagnia, dei rapporti con gli azionisti e della gestione del progetto. La licenza per il progetto Tap, concessa dal Governo turco a Calik nel giugno di quest’anno, sarà quindi trasferita direttamente alla Trans Anadolu Pipeline Company (Tappco). Tapcco sarà responsabile della progettazione, della costruzione e delle attività operative della condotta, che trasporterà greggio dagli impianti vicino Samsun, sul Mar Nero, alle strutture di carico olio nei pressi del terminal di Ceyhan, sul Mediterraneo. Il progetto comprende la costruzione di una pipeline di 550 km, la realizzazione di un nuovo terminal di carico olio a Samsun e dei nuovi impianti di stoccaggio olio a Ceyhan. La capacità progettata dell’intero sistema di trasporto sarà di 1,5 milioni d barili di petrolio al giorno. Scopo del progetto è fornire un nuovo mezzo di trasporto affidabile, eco-sostenibile e competitivo per il trasporto del petrolio prodotto in Russia e nella regione del Caspio. Il trasporto del greggio tramite la pipeline che attraverserà la Turchia contribuirà, inoltre, ad aumentare il livello di sicurezza della navigazione e a ridurre le criticità ambientali connesse con il trasporto del greggio attraverso le petroliere negli stretti del Bosforo e dei Dardanelli. Grazie al nuovo contributo del progetto Tap, Ceyhan è destinata a diventare un importante hub per l’export di petrolio, rendendo così la Turchia un tramite strategico naturale tra le aree di produzione (Asia centrale e area Caspio) e i mercati mondiali. .  
   
   
TENARIS CEDE LA PARTECIPAZIONE IN DALMINE ENERGIE A E.ON  
 
 Lussemburgo, 18 settembre 2006 - Tenaris S. A. E E. On Sales and Trading Gmbh, società controllata al 100% indirettamente da E. On Ag, hanno il 13 settembre annunciato di avere siglato una lettera d’intenti in base alla quale E. On acquisirebbe una partecipazione del 75% in Dalmine Energie, l’attività italiana di Tenaris nel settore della fornitura d’energia, ad un prezzo di acquisto di €39 milioni (Us$50 milioni), soggetto ad eventuali conguagli in base ai termini della lettera d’intenti. Il prezzo di acquisto riflette una enterprise valuation di Dalmine Energie di circa €72 milioni (Us$92 milioni). Si prevede che l’accordo sarà concluso entro la fine del 2006, subordinatamente alla stipula della documentazione definitiva, al benestare delle autorità competenti sulla concorrenza e alle condizioni d’uso di due diligence. Dalmine Energie ha iniziato la propria attività nel 2000 a seguito della parziale deregulation del settore dell’energia in Italia. Inizialmente ha fornito energia elettrica allo stabilimento per la fabbricazione di tubi senza saldatura di Tenaris a Dalmine, e ad altri utenti nel Nord Italia. Da allora è cresciuta rapidamente, diventando leader come fornitore di energia elettrica e gas naturale per il settore industriale e commerciale italiano con un fatturato (comprese le vendite effettuate a Tenaris) di circa 3. 0 Twh di elettricità e quasi 1,1 miliardo di metri cubi di gas naturale. .  
   
   
PISA - CONVEGNO “AGRICOLTURA MULTIFUNZIONALE: BIOMASSE, BIODIESEL E INNOVAZIONE PER UNO SVILUPPO ECONOMICO RURALE SOSTENIBILE”  
 
Pisa, 18 settembre 2006 - La Camera di Commercio di Pisa, al fine di illustrare le opportunità per lo sviluppo e l´utilizzo di energie alternative organizza il convegno "Agricoltura Multifunzionale: Biomasse, biodiesel e innovazione per uno sviluppo economico rurale sostenibile", che si terrà nell´Auditorium "Rino Ricci" della Camera di Commercio il 22 settembre prossimo. Il riconoscimento della multifunzionalità dell´agricoltura, cioè la capacità del settore primario di dare origine a produzioni congiunte (beni fisici, servizi diversi ed esternalità ambientali) costituisce un elemento di valore strategico per lo sviluppo del settore e un´importante opportunità economica per le imprese agricole. L´indirizzo politico e normativo europeo nazionale e regionale è rivolto ad ampliare lo spettro delle attività considerate agricole, per questo sono state introdotte sostanziali novità in tema di configurazione giuridica e funzionale dell´impresa agraria. L´imprenditore agricolo emerge come soggetto inserito in un contesto economico, sociale e territoriale, anche con compiti di presidio, tutela e valorizzazione delle risorse ambientali. Nell´ambito dei programmi di difesa dell´ambiente a livello mondiale, europeo e nazionale si sono sviluppate grandi aree di intervento: promozione e sviluppo di tecnologie produttive a basso impatto ambientale e ad alto rendimento energetico; pianificazione degli usi del territorio e delle risorse naturali, compatibili con l´ambiente e quindi con lo sviluppo sostenibile. .  
   
   
GROSSETO - PRESENTATI I PRIMI DATI DEL “PROGETTO PILOTA PER L’IMPIEGO DELLE BIOMASSE A FINI ENERGETICI”  
 
Grosseto, 18 settembre 2006 - Nel corso di una Conferenza Stampa che si è svolta l´11 settembre scorso, alla quale sono intervenuti Federico Vecchioni - Presidente della Camera di Commercio di Grosseto, Enrico Bonari (Land Lab - Scuola Superiore S. Anna di Pisa), Franco Cotana (Crb - Università degli studi di Perugia), Gianni bovini - Amministratore delegato Gea S. P. A. Ed a conclusione della prima fase di studio, la Camera di Commercio di Grosseto ha presentato i primi risultati del "Progetto pilota per l´impiego delle biomasse a fini energetici nella provincia di Grosseto". La prima fase di ricerca sarà seguita da una seconda, sperimentale, che partirà al momento della chiusura del bando di selezione per le imprese che parteciperanno alla sperimentazione. Durante l´incontro sono stati illustrati in dettaglio i risultati e presentate le ulteriori fasi del progetto. .  
   
   
ASM: IL SINDACO E IL VICE SINDACO DI BRESCIA INCONTRANO IL CDA  
 
Brescia, 18 settembre 2006 - Il Sindaco di Brescia, Paolo Corsini, e il Vice Sindaco, Luigi Morgano, hanno incontrato il Consiglio di Amministrazione di Asm S. P. A per illustrare il contenuto della riunione tenutasi il giorno 5 settembre scorso con il Sindaco di Milano, Letizia Moratti, e il Sindaco di Bergamo, Roberto Bruni, sulle possibili forme di collaborazione ed eventuale integrazione societaria fra Aem e Asm Sono stati ricordati i temi principali già oggetto di una nota congiunta dei Comuni di Milano e Brescia. In particolare si è parlato di: modalità dell´eventuale operazione; corporate govemance, per cui non si è giunti ad alcuna conclusione, pur essendo stata sottolineata l´importanza dell´equilibro fra gli azionisti di riferimento e della stabilità dell´azionariato, fermo restando la maggioranza della partecipazione degli Enti pubblici locali; tempi dell´eventuale operazione, che non sono ancora stati definiti, avendo i Sindaci di Milano e Brescia convenuto solo sull´opportunità che le due società elaborino preliminarmente un piano industriale congiunto entro la fine del 2006. Il Sindaco e il Vice Sindaco hanno anche ribadito che l´operazione potrebbe rappresentare il primo passo verso una più ampia aggregazione fra le società del settore dei servizi pubblici locali in Italia, anche se al momento si tratta di un´ipotesi, seppur concreta. Analogo successivo incontro si sta svolgendo fra Sindaco, Vice Sindaco e principali azionisti della Società. Con queste riunioni il Comune di Brescia, primo azionista di Asm con il 69,2%, conferma la linea - da sempre tenuta da Asm - di piena trasparenza e parità di accesso all´informazione per tutti gli azionisti, il mercato, le istituzioni e le tre comunità locali di riferimento. Il Sindaco di Brescia e i vertici di Asm infatti hanno condiviso anche l´importanza che la presente comunicazione fosse diffusa alla comunità finanziaria subito dopo la chiusura della riunione con i consiglieri e contestualmente all´awio dell´incontro con gli azionisti rilevanti. .  
   
   
CONFSERVIZI LAZIO: A FIANCO DI MARRAZZO PER IL PIANO IMPIANTI  
 
 Roma, 18 settembre 2006 – “Sulla questione degli impianti per il recupero energetico dei rifiuti occorre decidere in tempi rapidi, privilegiando nella scelta gli impianti a gestione pubblica e le tecnologie già collaudate”. Queste le parole con le quali il Presidente di Confservizi Lazio Giuseppe Labarile – ribadendo la posizione già espressa nel gennaio scorso durante il Convegno “L’industria dei servizi ambientali nel Lazio” - ha voluto commentare la linea adottata sulla questione dal Presidente Marrazzo. Sullo sfondo c’è anche il tema della riforma dei servizi pubblici locali, che sarà oggetto di dibattito nel corso del Convegno “La nuova regolazione dei servizi pubblici locali. Concorrenza, industrializzazione, sussidiarietà”, in programma il prossimo 27 settembre nella Capitale, presso la Facoltà di Economia “Federico Caffè” dell’Università Roma Tre. Ai lavori prenderanno parte il Ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie Locali, Linda Lanzillotta, e gli assessori alle Politiche economiche e finanziarie di Comune, Provincia e Regione. .  
   
   
BATTERI ANTIPETROLIO: IL MARE SALVATO DAI BIC SONO BATTERI MARINI IN GRADO DI ‘MANGIARE’ E DI ELIMINARE GLI IDROCARBURI CHE INQUINANO LE ACQUE.  
 
 Roma, 15 settembre 2006 - Una ‘carica’ di Bic è pronta a ‘ripulire’ i mari dai combustibili dispersi nelle acque da navi e petroliere. Non si tratta di penne, ma di batteri marini ‘golosi’ di petrolio, da anni oggetto degli studi dell’équipe del dr. Michail Yakimov dell’Istituto per l’ambiente marino e costiero del Cnr (Iamc) di Messina. I ricercatori, in particolare, hanno osservato che nella famiglia dei Bic, il ceppo Alcanivorax borkumensis Sk2 è il più diffuso e versatile nel consumo di diversi tipi di idrocarburi. “I Bic sono batteri marini obbligati che hanno scelto, fin dalle loro antiche origini, di cibarsi esclusivamente di idrocarburi” spiega Renata Denaro dell’ Iamc – Cnr. “Una tale specializzazione non è stata riscontrata in altri microrganismi marini e sembra essere fatta per l’era moderna, in cui l’inquinamento da petrolio in mare rappresenta una seria minaccia”. L’alcanivorax borkumensis Sk2 contiene nel suo genoma una batteria di circa 45 geni deputati alla degradazione: 15 di questi sono stati identificati e se ne conosce la funzione, altri 30 geni hanno una attività al momento sconosciuta. “Questo batterio” continua la dr. Ssa Denaro “è in grado di effettuare una scelta ‘ragionata’ della via metabolica adatta al substrato. In particolare, il gene alkB1 non viene utilizzato quando il batterio consuma idrocarburi naturali (per es. Il fitano); lo stesso gene si attiva invece in presenza di tetradecano, tipico componente del petrolio di origine antropogenica. Questo risultato rappresenta un interessante progresso per le ricerche sull’uso dei Bic come indicatori di contaminazione da idrocarburi in mare”. Nell’ambito del progetto Pon-sabie, in collaborazione con il Ministero dell’Università e della Ricerca, sono stati condotti studi in vasche contenenti 12000 lt di acqua di mare, artificialmente contaminata da petrolio in condizioni controllate. “I risultati hanno dimostrato che nell’arco di 15 giorni l’inquinante veniva abbattuto per il 95%. Parallelamente veniva monitorato il cambiamento imposto dalla presenza di petrolio alla composizione microbica: al quindicesimo giorno il numero di filotipi era notevolmente ridotto, infatti, la popolazione microbica era rappresentata quasi esclusivamente da Alcanivorax s. P”. Oggi i ricercatori dell’Iamc di Messina lanciano un’altra sfida: usare le potenzialità biotecnologiche dei Bic per i il risanamento di aree marine contaminate, la prevenzione della contaminazione da petrolio e il monitoraggio dei processi di biodegradazione e delle delle aree marine a rischio. .  
   
   
GPL PER MIGLIORARE LO STATO DI SALUTE DEI CENTRI URBANI STUDI DELL’ISTITUTO SULL’INQUINAMENTO ATMOSFERICO DEL CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE DIMOSTRANO CHE L’USO DEL GPL E DEL GAS NATURALE POSSONO CONTRIBUIRE EFFICACEMENTE ALLA LOTTA CONTRO L’INQUINAMENTO AMBIENTALE E IL PARTICOLATO  
 
Roma, 18 settembre 2006 - Gas naturale e Gpl possono migliorare la qualità dell’aria nei centri urbani perché immuni da emissioni tossiche, con notevoli benefici per l’ambiente, con particolare riferimento al Pm10 che si conferma una minaccia per la salute. In particolare, è stato accertato che le polveri sottili, insieme all’ozono e al biossido di azoto, costituiscono motivo di grande preoccupazione in quanto responsabili, ogni anno, di moltissimi decessi a causa di patologie a carico del sistema respiratorio e di ricoveri ospedalieri altrimenti non giustificabili. “Molti anni di esperienza delle Amministrazioni centrali e periferiche”, spiega Ivo Allegrini, direttore dell’Istituto sull’inquinamento atmosferico del Cnr (Iia), “hanno dimostrato che una drastica riduzione dell’inquinamento non può essere conseguenza di un unico provvedimento, ma di una serie di iniziative a tutti i livelli quali mobilità, miglioramento dei carburanti, analisi dell’evoluzione spazio temporale del fenomeno, analisi del rischio e così via”. Gli studi e le osservazioni del fenomeno dell’inquinamento hanno, inoltre, dimostrato che l’entità del fenomeno non dipende soltanto dalle emissioni locali di inquinanti, ma anche da emissioni che possono interessare siti molto lontani. “Sono dunque necessari due tipi di interventi congiunti e coordinati”, sottolinea Allegrini. “Il primo sulle sorgenti di emissioni locali e il secondo sulle emissioni complessive a livello regionale e nazionale”. In questo quadro, “assume grande importanza l‘utilizzazione del Gpl, quale carburante ideale per il contenimento delle emissioni. Infatti, le prestazioni ambientali complessive dell’autotrazione che impiega Gpl non sono molto dissimili da quelle dei motori a gas naturale, i quali vengono sempre più impiegati nelle situazioni di criticità ambientale nei centri urbani di molti paesi, compresi quelli emergenti”, precisa Allegrini. Lo studio – realizzato in collaborazione con Euromobility – dimostra che il Gpl è in grado di fornire un importante contributo alla lotta contro il particolato fine e all’inquinamento più in generale e che, in associazione con altri provvedimenti, è in grado di contribuire ad iniziare l’auspicato rientro delle concentrazioni di particolato fine entro i limiti e i tempi stabiliti. “Ciò è di grande importanza per l’Italia”, conclude Allegrini, “che, a causa della sua situazione meteoclimatica è costretta, per rispettare i limiti, a ridurre le emissioni a livelli molto più bassi dei suoi partner europei, con costi economici e sociali molto più elevati”. In quest’ottica, ogni contributo, anche quantitativamente modesto alla riduzione delle emissioni di inquinanti, si trasforma in un’opportunità irrinunciabile per il Paese. .  
   
   
OPEN DAY ICTP AVVICINA GIOVANI A SCIENZA CARATTERIZZATO DALLA PRESENZA E DAGLI INTERVENTI DELL´ASTRONAUTA UMBERTO GUIDONI (DUE VOLTE NELLO SPAZIO CON LO SHUTTLE)  
 
Trieste, 18 settembre 2006 - "Sono molto soddisfatto del successo di partecipazione che ha contraddistinto questo straordinario Open Day dell´Ictp, in particolare della vasta presenza di giovani e di giovanissimi che, almeno in questa occasione, hanno la possibilità di avvicinarsi ad una delle più grandi risorse e peculiarità di Trieste e di tutto il Friuli Venezia Giulia, la scienza". Roberto Cosolini, assessore alla Ricerca del Friuli Venezia Giulia conclude con questo commento la sua presenza nell´aula magna del Centro Internazionale di Fisica Teorica Abdus Salam in occasione dell´Open Day del 16 settembre. Per Cosolini la realtà scientifica regionale è una risorsa inestimabile ma ancora poco conosciuta. "La qualità della ricerca e la sua internazionalità garantiscono a Trieste una proiezione mondiale ed una possibilità di crescita forse unica per l´economia locale". L´open Day, dopo i saluti iniziali del presidente dell´Ictp Katepalli Sreenivasan, è stato caratterizzato dalla presenza e dagli interventi dell´astronauta Umberto Guidoni (due volte nello spazio con lo shuttle nel ´96 e 2001), degli scienziati Filippo Giorgi, Karim Aoudia, Sandro Scandolo e Stefano Liberati, oltre che dell´ospite d´onore, l´on. Manuela Di Centa che ha illustrato le tappe fondamentali della sua carriera sportiva di campionessa dello sci nordico e di alpinista, proponendo il filmato della sua scalata all´Everest nel 2003. .  
   
   
UNIVERSITÀ: PARTE A PROCIDA DA LUNEDÌ LA SUMMER SCHOOL SUL MEDITERRANEO  
 
Procida, 18 settembre 2006 - Prenderà il via a Procida lunedì 18 settembre la prima Summer School su “L’impresa culturale nel Mediterraneo” organizzata dall’Osservatorio Euromediterraneo e del Mar Nero nato dal partenariato tra il Comune di Napoli, l’Università degli Studi di Napoli L’orientale e la Fondazione Idis – Città della Scienza. L’iniziativa proposta e curata da Luigi Mascilli Migliorini, Presidente del Corso di Laurea Specialistica in relazioni culturali e sociali nel Mediterraneo dell’Università di Napoli L’orientale nasce con l’obbiettivo di favorire l’incontro tra giovani ricercatori universitari delle due sponde del Mediterraneo che si confronteranno su importanti temi quali la salvaguardia del patrimonio artistico, culturale e ambientale e sull’uso e la diffusione delle nuove tecnologie nei Paesi dell’area del Mediterraneo. La scuola, che parte lunedì e termina il 27 settembre, vede la partecipazione e il contributo di prestigiosi docenti delle principali Università nonché di professionisti e di esperti del mondo dell’informazione e delle imprese che si occupano del Mediterraneo. “Mentre l’anno scorso l’Osservatorio ha cominciato le sue attività con la missione internazionale di pace Quattro Giornate di Napoli per la Pace in Medio Oriente in Israele e Palestina”, - dichiara Raffaele Porta, Presidente del Comitato Tecnico Scientifico dell’Osservatorio Euromediterraneo e del Mar Nero – che poi continua “quest’anno ospitiamo venti giovani laureati provenienti da diversi Paesi del Mediterraneo e del Mar Nero, Tunisia, Bulgaria, Macedonia, Marocco, Francia, Spagna , Algeria e da diverse università italiane. Un’occasione di incontro tra culture, dunque, ma anche di formazione specialistica e di scambio di competenze, esperienze, professionalità”. La Summer School entrerà nel vivo a Napoli il 20 settembre, quando, alle 11 nella sede del Rettorato dell’Orientale (Palazzo du Mesnil -Via Chiatamone), sarà presentata ufficialmente dal Sindaco di Napoli Rosa Iervolino Russo, dal Rettore dell’Orientale Pasquale Ciriello, dal Presidente di Fondazione Idis Vittorio Silvestrini e dal Presidente del Cts dell’Osservatorio Raffaele Porta. Alla presentazione seguirà la Lectio Magistralis "Culture méditerranéenne et l’échange créateur entre les deux rives" del poeta marocchino Mohammed Bennis, docente di letteratura araba all’Université Mohammed V-agdal di Rabat. .  
   
   
CASH MANAGEMENT E GESTIONE DELLA LIQUIDITÀ’ UN PROGRAMMA DI TRE GIORNI SUL CENTRO NEVRALGICO DELLA FINANZA D’IMPRESA  
 
Milano, 18 settembre 2006 – Come gestire la liquidità? Come predisporre efficaci budget di tesoreria e preventivi di cassa? Come affrontare i rischi di tasso di interesse e di cambio? Come progettare e realizzare il sistema informativo per la tesoreria? Come affrontare in modo dinamico e vincente gli aspetti relativi al margine di gestione e di negoziazione nei rapporti con la banca? Per rispondere a questi e a molti altri interrogativi l’Area Finanza Aziendale e Immobiliare della Sda Bocconi organizza il Programma “Cash Management e Gestione della Liquidità”, che si terrà a Milano dal 27 al 29 novembre 2006. “Cash Management e Gestione della Liquidità”, parte integrante del più ampio Progetto Tesoreria, propone un percorso formativo ideato per offrire ai partecipanti un quadro di riferimento sulle metodologie più innovative di gestione della tesoreria e della liquidità, oltre all’analisi dei vantaggi strategici che possono essere ottenuti dall’utilizzo di un sistema operativo e ad alcuni elementi per una corretta progettazione del sistema informativo stesso. L’iniziativa si rivolge a tesorieri e gestori della liquidità di imprese industriali e commerciali; responsabili finanziari, amministrativi e di tesoreria di gruppi di imprese; esperti in pianificazione finanziaria e information tecnology; operatori monetari e gestori di portafoglio; professionisti impegnati nel money management, nella gestione a breve termine del financing e degli impieghi in valuta; imprenditori e consulenti di direzione aziendale. Caratteristiche principali del programma sono la solidità dell’impianto teorico e il taglio fortemente operativo dell’insegnamento. Insieme ai partecipanti, quindi, i docenti ripercorreranno tutti i passi logici necessari alla comprensione dei temi trattati, esaminando casi di studio sviluppati dall’analisi di realtà aziendali. .  
   
   
I DIRIGENTI SCOLASTICI ALLE PRESE CON IL DISAGIO MENTALE PROFESSIONALE NEGLI INSEGNANTI  
 
 Milano, 18 settembre 2006 - Alcune migliaia di pubblicazioni della letteratura psicologica internazionale (per la precisione ne sono state contate più di 8. 000) hanno dimostrato che le helping profession – tra cui quella degli insegnanti – risultano a rischio di burnout. Al contrario, ed inspiegabilmente, è pressoché inesplorata dal punto di vista medico-scientifico la correlazione tra la malattia psichiatrica e la professione docente, come se il disagio mentale si arrestasse allo stato di burnout, senza scivolare, - spesso irreversibilmente - in patologia mentale conclamata. Con la pubblicazione, sulla rivista de “La Medicina del Lavoro” (N° 5/2004), dello studio comparativo “Quale rischio di patologia psichiatrica per la categoria professionale degli insegnanti?” si arriva tuttavia a porre la questione del disagio mentale a 360°. Fondazione Iard analizza in quale misura i dirigenti scolastici (ex direttori e/o presidi) abbiano effettivamente tale consapevolezza e posseggano le necessarie competenze per far fronte e gestire il fenomeno del disagio mentale professionale (Dmp) negli insegnanti: Con quale frequenza i dirigenti scolastici sono venuti a diretto contatto con il Dmp? A quali rischi essi vanno incontro se trattano tale problema in modo inadeguato, ovvero lo ignorano? Sono attualmente a conoscenza delle corrette procedure da seguire? Si sentono supportati dalle istituzioni preposte? Hanno fiducia nei medici della Commissione Medica di Verifica (Cmv) ? Avvertono un fabbisogno formativo esplicito in materia?”. Il campione esaminato - L’indagine si basa su un campione di 265 dirigenti scolastici - la popolazione target oggetto di studio - intervistato mediante la somministrazione di un questionario cartaceo consistente in 20 domande sul tema del disagio mentale professionale (Dmp) degli insegnanti. Il questionario è stato somministrato principalmente a dirigenti scolastici delle regioni Veneto (62,6% delle interviste) e Friuli Venezia Giulia (34,3% delle interviste); vi è infine una minima quota di questionari somministrati alla regione Lombardia (3,1%). Esito della ricerca Riassumendo per punti i risultati evidenziati dall’analisi dei questionari compilati dai 265 dirigenti scolastici facenti parte del campione, questi sono i principali elementi emersi: il 67% dei dirigenti scolastici ha dovuto affrontare, almeno una volta in prima persona, il Dmp e la percentuale sale al 71% se il Dirigente è in servizio da più di 10 anni. I risultati emersi nella ricerca sono verosimilmente sottostimati poiché si riferiscono quasi esclusivamente ad istituti scolastici di centri provinciali. Nelle grandi città e/o metropoli infatti il fenomeno del Dmp è notoriamente più frequente, come dimostrato dalla letteratura internazionale; meno di 1 dirigente scolastico su 5 è a conoscenza dei rischi di salute di origine professionale negli insegnanti. La gran parte del campione si limita a riconoscere un “malessere” (burnout), ma rifugge dal pensare che lo stesso possa gradualmente evolvere in patologia psichiatrica conclamata. Inoltre vi è assoluta ignoranza rispetto al rischio di sviluppare patologie neoplastiche: condizione verosimilmente legata all’abbassamento delle difese immunitarie, che notoriamente accompagna gli stati ansioso-depressivi; dalle domande conoscitive sulla gestione del Dmp è emersa una significativa impreparazione dei dirigenti scolastici: mediamente hanno risposto correttamente a meno della metà delle domande. I dirigenti che non hanno mai affrontato in prima persona casi di Dmp tendono a sottovalutare i rischi di incolumità dell’utenza derivanti da queste situazioni (il 60,8% ritiene che il Dmp possa portare solamente a disservizi). La maggior parte dei dirigenti non si ritiene opportunamente appoggiata dal Csa Provinciale e dalla Direzione Regionale nella gestione del Dmp (lo hanno dichiarato 2 dirigenti su 3 che hanno già fronteggiato situazioni di Dmp); · meno della metà dei dirigenti ha fiducia nei medici della Cmv e il credito nell’operato dei sanitari tende a diminuire laddove il collegio medico ha riammesso il docente - affetto da Dmp - al proprio lavoro. Resta aperta e tutta da definire la spinosa questione della conoscenza del Dmp dei docenti da parte della classe medica; il campione si è dichiarato favorevole – praticamente all’unanimità - all’idea che la formazione di un dirigente scolastico (aspirante, in carica o vicario) debba comprendere - tra gli altri temi - anche la trattazione del Dmp negli insegnanti; quasi ¾ del campione ritiene inoltre utile, “anche a costo di sacrificio”, proporre interventi e/o corsi di informazione relativi al Dmp rivolti ai docenti, favorendo così la prevenzione del rischio professionale, la condivisione dello stress nonché il reinserimento lavorativo protetto dagli insegnanti in difficoltà. Ne emerge una classe dirigente, per lo più impreparata e inadeguata di fronte alla delicata questione del Dmp, che chiede consapevolmente e all’unanimità di essere al più presto adeguatamente formata dalle istituzioni preposte. Per poter garantire a docenti e discenti un ambiente scolastico sereno e sicuro, non resta che prestare seria attenzione e ascolto alla richiesta di coloro che gestiscono e coordinano quotidianamente la scuola. Commento da parte di Vittorio Lodolo D’oria, autore e responsabile della ricerca: “Preso atto degli importanti rischi di salute di origine professionale degli insegnanti, e dopo aver constatato la precaria e complessa gestione del Dmp attuata dai Dirigenti Scolastici, diviene priorità indifferibile affrontare i temi riguardanti tale gestione, la prevenzione e la cura del disagio mentale. L’auspicio è che i vertici del Miur, oggi peraltro rappresentati da un medico, trovino la sensibilità necessaria per predisporre azioni efficaci, affrontando adeguatamente un tema che, se ignorato, tenderà sempre più ad avere ricadute negative sul corpo docente e sull’utenza. .  
   
   
SONO APERTE LE ISCRIZIONI PER I PRIMI CORSI GRATUITI DELLA STAGIONE 2006/2007 PRESSO IL NEGOZIO CIVICO CHIAMAMILANO.  
 
 Milano, 18 settembre 2006 - L’associazione Chiamamilano organizza corsi Gratuiti di lingua, arte, disegno e scacchi. Per favorire lo scambio di conoscenze e abilità il Negozio Civico propone da martedì 26 settembre alle 18,30: Lingua E Cultura Araba: martedì e venerdì dalle 18,30 Corso Di Formazione sugli stili di vita consapevoli a cura dell’Acea: martedì dalle 18,30. Le prenotazioni si raccolgono presso il Negozio Civico Chiamamilano Largo Corsia dei Servi – S. Babila – O contattandoci allo 02 76398628 www. Chiamamilano. It negozio@chiamamilano. It .  
   
   
AGGIORNARSI PER ESSERE COMPETITIVI DA SETTEMBRE PARTONO I CORSI DI FORMAZIONE PERMANENTE DI ACTL RIVOLTI AD OCCUPATI: UN’OCCASIONE PER AGGIORNARSI ED ESSERE COMPETITIVI SUL MERCATO DEL LAVORO.  
 
Milano, 18 settembre 2006. - Da fine settembre prenderanno il via i corsi di formazione permanente di Actl. Un’occasione, per chi lavora o è in mobilità in Regione Lombardia, di aggiornarsi e di acquisire competenze specifiche utili per avere successo nel mercato del lavoro. La costante evoluzione del mercato del lavoro rende, infatti, necessaria una continua e mirata formazione professionale per essere sempre più competitivi e valorizzare il proprio profilo. L’offerta formativa da parte di Actl per questi corsi è ampia e, grazie ai finanziamenti messi a disposizione dalla Regione Lombardia, richiede una quota partecipazione molto contenuta. I corsi affronteranno tematiche innovative e di attualità su: Risorse Umane, Informatica, Qualità e Approvvigionamenti. In particolare l’area risorse umane affronterà tematiche attuali quali i sistemi di valutazione del personale, gli strumenti di gestione retributiva e il bilancio di competenze secondo il modello francese. Innovativo il corso proposto nell’area informatica “Progettazione e sicurezza delle reti wireless”. All’avanguardia anche i corsi proposti sulla qualità che garantiranno una formazione riguardo la norma Iso 22000 per la filiera agroalimentare e i sistemi di gestione ambientale Iso 14000. Di particolare interesse per le aziende il corso sugli “Approvvigionamenti per il settore meccanico”. Completa l’offerta formativa il corso di “Organizzazione e promozione di eventi”. I corsi sono di tipo intensivo (la durata varia tra le 24 ore e le 56 ore), si svolgono nei giorni feriali, con una distribuzione temporale tale, però, da consentire la conciliazione con l’attività lavorativa dei partecipanti. Maggiori informazioni sono disponibili nella sezione “Corsi di formazione” del sito www. Sportellostage. It . . .