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Notiziario Marketpress di Mercoledì 25 Giugno 2014
UE: ´NON STA RENDENDO PIÙ´: GESTIRE LA NOSTRA TERRA IN MODO SOSTENIBILE ´  
 
Bruxelles - Di seguito l’intervento del 19 giugno 2014 di Janez Potočnik Commissario europeo per l´Ambiente conferenza ´Terra come risorsa´ : “ Signore e signori, Nei primi anni Settanta, Joni Mitchell si è lamentato nella sua canzone di successo ´Big Yellow Taxi´ che eravamo "Preparare il paradiso di mettere su un parcheggio". Se i testi sono stati Lato 40 anni fa, sono ancora di più oggi. Sono anche ben introduce a questa conferenza. Ecco perché oggi si discuterà uno specifico ´risorsa´, la terra, che il trattato all´articolo 191 ci invita a usare "accorto e razionale". E ´giusto dire che siamo lontani da utilizzare questa risorsa sia prudente o razionalmente in Europa o nel mondo per quella materia. In molti modi, in troppi luoghi, che stiamo ancora preparando il paradiso. Terreno è venuta sotto pressione da diverse fonti, ciascuna delle quali porta le proprie sfide specifiche. Da Joni cantato Big Yellow Taxi, le grandi città sono diventate più grandi, linee di costa sono stati sempre più costruito, reti di trasporto hanno ampliato e parcheggi continuare a crescere e crescere. Tutto questo ha portato ad una sempre maggiore area del suolo impermeabilizzato sopra con calcestruzzo. A causa di questo, il suolo non può fare un corretto lavoro di assorbire acqua, carbonio e nutrienti, e che "small business" di ospitare vita. L´industrializzazione ha lasciato dietro di sé un gran numero di siti contaminati, particolarmente in ed intorno alle aree urbane. Invece di ripulire e riportarli in una nuova vita produttiva, sono spesso lasciati abbandonati. Allo stesso tempo, spazi verdi e aree naturali vengono convertiti in zone residenziali e industriali. Questo sta riducendo e frammentando lo spazio necessario per le specie e gli habitat di prosperare, e sta minando gli obiettivi della nostra legislazione natura. Si sta sprecando alcuni dei migliori terreni produttivi che altrimenti sarebbe la base fondamentale della flora, della produzione alimentare e la bioeconomia. E ha anche portato alla deforestazione di vaste aree, molte delle quali sono andati a subire successive perdite di suolo. Nel frattempo, l´intensificazione dell´agricoltura e della silvicoltura può sfruttare eccessivamente il suolo, causando la perdita di sostanza organica, erosione o contaminazione diffusa. Questa degradazione riduce la fertilità del terreno e altre funzioni. A più lungo termine, sarà quasi inevitabilmente a diminuire i ritorni sugli investimenti nel settore agricolo o forestale. D´altra parte, l´abbandono delle terre priva il terreno della cura di cui ha bisogno. Questa perdita di quantità e qualità del territorio in Europa non riguarda soltanto l´ambiente. Ha altre conseguenze. Significa crescente dipendenza dalle importazioni di prodotti agricoli e forestali provenienti da paesi terzi. Come la conferenza sulla deforestazione che abbiamo organizzato qui un paio di settimane fa, ha sottolineato, puo ´avere impatti molto significativi in ​​termini di terra globale e degrado degli ecosistemi. Quello che ho appena descritto difficilmente può essere definito un uso prudente e razionale di una risorsa naturale. Ed è ancora più imprudente e irragionevole se si considera il contesto più ampio in cui sta accadendo. Cambiamento climatico marce su e influenzeranno - ed essere colpiti da - degrado del territorio. La popolazione mondiale continua a crescere. Sempre più famiglie aspirano ai nostri standard, tra cui più frequente consumo di carne e latticini e più grande spazio di vita. Come riserve conosciute di materie prime e di altre risorse naturali vengono consumate, la ricerca di nuovi sta espandendo in aree precedentemente incontaminate, tra cui anche le tradizionali zone ´no-go´ come Patrimonio dell´Umanità. Tutti questi fattori insieme messi richieste extra sulla Terra limitate risorse del territorio. Sottolineo la parola "limitato" - come Mark Twain famosa frase, "Compra terra, non stanno rendendo più". Che è esattamente quello che alcuni ricorrono a, e non sempre nel modo più trasparente e legittimo, come sono sicuro che faremo sentire da alcuni dei nostri oratori oggi. Anche i nostri sforzi per risolvere determinati problemi ambientali hanno conseguenze per l´uso del suolo. Ad esempio, se vogliamo rompere la nostra dipendenza dai combustibili fossili, allora avremo bisogno di terra per produrre biomassa o stabilire eolica e parchi solari. Se siamo a conciliare questi interessi e bisogni per i terreni diversi e spesso contrastanti, abbiamo assolutamente bisogno di utilizzare i terreni in modo più efficiente, tenendo presente che si tratta di una risorsa limitata. E uno non sprecare una risorsa limitata, ma assicura che è usato per tanti scopi possibile, ora e in futuro - quello che è conosciuto in gergo tecnico come garantire la ´multifunzionalità´ di terreno. Ma tornando al trattato e l´articolo 191, abbiamo anche bisogno di garantire un uso prudente dei terreni; Vale a dire, mantenendo terreni sani e la vita dentro e sopra. Questo è più facile a dirsi che a farsi, soprattutto a fronte di tanti compromessi. Vorrei evidenziare, attraverso una serie di domande solo alcuni dei principali trade-off che stiamo affrontando: Qualora la crescita delle aree urbane e delle infrastrutture è ridotto o limitato? È terra di zero prendere un obiettivo realistico? E viceversa, dobbiamo fare di più per prevenire l´abbandono delle terre? Possiamo riportare alla natura, parzialmente o totalmente, alcune delle nostre aree artificiali? E ´questo un modo adeguato per compensare terreni prendere in altri settori? Che quota di terreni degradati avremmo bisogno di riportare al fine di adempiere il maggior numero di funzioni possibile? Quali sono gli impatti economici, sociali e ambientali del processo? Qual è la reale potenzialità di intensificazione sostenibile dell´agricoltura e della silvicoltura in Europa rispetto a forme estensive di gestione del territorio? Che cosa significa per le nostre risorse idriche, la qualità del suolo, l´equilibrio dei nutrienti, e la nostra biodiversità? Qual è il vero potenziale di uso del suolo multi-funzionale, come ad esempio l´agricoltura urbana, infrastrutture verdi, misure di ritenzione idrica fisiche o agro-forestale, e cosa ci vorrebbe per rendere questo una realtà in Europa? Quanto la soluzione potrebbe venire dalle misure per frenare la domanda, come ridurre gli sprechi di cibo? Queste sono tutte domande che dobbiamo affrontare insieme, se vogliamo raggiungere il nostro obiettivo di utilizzare questa risorsa finita in modo efficiente. A mio parere, un uso prudente e razionale della risorsa suolo deve essere articolato intorno a quattro assi: Il primo asse riguarda riconoscendo che la terra è una risorsa limitata, e usarlo a molti scopi possibili - ambientale, economica, sociale. Un modo per farlo potrebbe essere quello di fissare obiettivi di riduzione delle terre prendere a livello di governance appropriato. Gli obiettivi potrebbero essere puramente indicative, come è il caso della Germania, che ha un target aspirazionale di limitare il consumo di suolo a 30 ettari al giorno entro il 2020, rispetto ai circa 120 ettari al giorno nel 2004. Obiettivi come questo sono un potente strumento per aumentare la consapevolezza che la terra è una risorsa limitata, e che i terreni compromessi devono essere attentamente valutate ed equilibrato. Il secondo asse riguarda evitando sprechi terra impedendo il degrado del territorio. Non saremo in grado di raggiungere questo obiettivo a meno di non fermare il degrado del componente di base del territorio, che è il suolo. Anche se la Commissione ha ritirato la sua proposta del 2006 di direttiva quadro sul suolo, il problema del degrado del suolo non è andato via. E lasciatemi dire molto chiaramente che, nel prendere questa decisione, la Commissione ha al tempo stesso sottolineato che resta impegnata con l´obiettivo di protezione del suolo ed esaminerà le opzioni su come raggiungere al meglio questo. Stati membri hanno convenuto nel 7 ° programma d´azione per riflettere il più presto possibile su come questioni di qualità del suolo potrebbero essere affrontate in un quadro giuridico vincolante. Quindi, stay tuned! Pratiche agricole e forestali dovranno anche contribuire all´uso sostenibile delle risorse naturali. In questo modo si fornirà benefici per le nostre comunità rurali, quali l´occupazione locale, il reddito, cibo e legname, ma anche per la biodiversità, il nostro paesaggio e il patrimonio naturale e culturale. I lavori in corso nella Ue per mappare e valutare i nostri ecosistemi e dei loro servizi aumenterà la nostra base di conoscenza degli ecosistemi e dei loro servizi e contribuire ad informare le decisioni circa l´uso del territorio e la pianificazione a diversi livelli. Nel frattempo, l´iniziativa non perdita netta di biodiversità e dei servizi ecosistemici, dove siamo consapevoli che esistono alcune preoccupazioni, completerà il lavoro critico già in corso per le aree a elevata biodiversità protetta come parte della nostra rete di aree protette Natura 2000. Passiamo ora al terzo asse : abbiamo attivamente bisogno di ripristinare terreni degradati e incoraggiare il riciclaggio terreni, in particolare sostenendo la rigenerazione delle aree industriali dismesse. Centinaia di migliaia di ettari di ex terreni giacciono industriali o commerciali abbandonati nelle nostre città e nelle aree periurbane. In uno tedesco lander solo ci sono circa 900 chilometri quadrati di aree dismesse, una situazione che si trova in molte altre parti d´Europa. Mentre nessuno sa con certezza quante aree dismesse ci sono nella Ue nel suo insieme, né il potenziale di rigenerazione che offrono, è chiaro che c´è una enorme quantità di terra che potrebbero essere riportato nel ciclo economico, creare posti di lavoro, migliorare le condizioni nei centri urbani, riducendo l´espansione urbana e conservazione del nostro paesaggio peri-urbane e aree naturali. Ci sono molti meravigliosi esempi di questo essendo stato fatto con successo, ma hanno bisogno di essere replicata più volte. Dobbiamo riflettere - collettivamente e come i singoli Stati membri e le regioni - sul modo di cogliere questo potenziale, e sugli strumenti necessari per favorire tale sviluppo. In questo contesto, l´obiettivo di terra ho detto prima è una opzione interessante la Commissione europea sarà esplorare, in linea con il programma di azione Settimo Ambiente. Il quarto e ultimo asse riguarda l´impatto che le nostre politiche interne dell´Ue possono avere sul degrado del territorio al di fuori dell´Ue. Al di sopra di un dovere morale, abbiamo bisogno di sapere se stiamo contribuendo al degrado del suolo al di fuori dell´Ue attraverso le nostre politiche. Concorso per terra (e di acqua) delle risorse può aumentare il rischio di squilibri geopolitici, e rendere più difficile per le comunità locali a preservare i loro diritti di proprietà fondiaria. Degrado del terreno stesso porta ad una diminuzione della quantità di terreno multifunzionale disponibile a livello mondiale. Si sta mettendo maggiore pressione sui fragili ecosistemi come le foreste tropicali e le torbiere. Signore e signori, Come l´ambientalista americano Aldo Leopold ha detto, "Armonia con la terra è come armonia con un amico; Non si può amare la mano destra e tagliare fuori la sinistra ". Di fronte a tante sfide, che arrivano ad una migliore, un uso più sostenibile delle nostre risorse territoriali limitate può sembrare un viaggio scoraggiante. Ma ogni viaggio ha un punto di partenza. Abbiamo un ottimo line-up di diffusori a illuminarci su alcuni di questi temi e le sfide, o ci raccontano soluzioni reali e potenziali in atto in diversi paesi e regioni. Vorrei chiedere a ciascuno di voi presenti oggi - se sei un rappresentante del governo, un rappresentante gruppo d´interesse o un singolo cittadino - per fare sentire la vostra voce. Dicci cosa ne pensi dei potenziali vantaggi e gli svantaggi delle diverse opzioni di cui parleremo durante la conferenza e contribuire a plasmare la consultazione pubblica che la Commissione avvierà nei prossimi mesi. Grazie in anticipo per i vostri contributi, e vi ringrazio per la vostra attenzione.  
   
   
UMBRIA, A "TAVOLO VERDE" CONFRONTO SU NUOVO PROGRAMMA SVILUPPO RURALE  
 
Perugia – "Il nuovo Programma di sviluppo rurale per l´Umbria si caratterizzerà per l´attenzione sempre più forte alle azioni per il sostegno all´innovazione e per una strategia di sviluppo a 360 gradi, con priorità alla sostenibilità ambientale, all´insediamento dei giovani e all´inclusione sociale, qualificando reti e servizi per la qualità del vivere nelle nostre campagne". Lo ha sottolineato l´assessore alle Politiche agricole della Regione Umbria, Fernanda Cecchini, che stamani ha presieduto la seduta del "Tavolo Verde", convocato per concertare con i rappresentanti delle associazioni agricole la prima stesura del "Psr" 2014-2020, in vista dell´imminente presentazione alla Commissione Europea. "Nonostante la scadenza sia riavvicinata, entro il 22 luglio prossimo – ha rilevato – dalla prossima settimana abbiamo in programma almeno quattro incontri territoriali, a Castiglione del Lago, San Giustino, Amelia e Montefalco, per illustrare ai rappresentanti delle istituzioni locali e alle imprese agricole i contenuti del documento che definirà priorità, obiettivi e allocazione delle risorse per i prossimi sette anni, proseguendo nella fase di partecipazione che dai mesi scorsi accompagna il percorso di costruzione da parte degli uffici regionali". "L´esperienza della programmazione che si va concludendo ci consegna un quadro di successo attuativo, con una risposta molto positiva delle imprese agricole – ha ricordato l´assessore –. Ora, forti della maggiore dotazione finanziaria complessiva che siamo riusciti ad ottenere nel riparto dei fondi, 876 milioni di euro tra risorse comunitarie, nazionali e regionali, circa 87 milioni in più rispetto al periodo 2007-2013, con ancora più vigore dobbiamo spingere sull´innovazione e sulla competitività dell´agricoltura e dell´agroalimentare". Il Programma di sviluppo rurale 2014-2020 sarà articolato in tutte e sei le priorità e nei 18 "focus area" previsti dal Regolamento comunitario sullo sviluppo rurale. Il 10 per cento delle risorse, 87 milioni e mezzo di euro – una cifra ben superiore rispetto alle altre Regioni italiane, come ha evidenziato Cecchini – è destinato all´attuazione della prima priorità europea, il sostegno all´innovazione in tutte le sue accezioni, che in Umbria non si limiterà all´applicazione della ricerca da parte delle imprese, singole o in rete, ma si declinerà a largo raggio, anche ad esempio in azioni per la salvaguardia ambientale. Per il potenziamento della competitività attraverso il sostegno agli investimenti agricoli, all´insediamento dei giovani e alla promozione della qualità (seconda priorità indicata dall´Europa) saranno destinati 170 milioni di euro, il 20 per cento della dotazione finanziaria. Alla promozione delle filiere agroalimentari e la gestione dei rischi nel settore agricolo (terza priorità) andrà quasi il 12 per cento delle risorse. La grande attenzione alla sostenibilità ambientale nella strategia regionale di programmazione si traduce con un budget di 192 milioni di euro (21,9 per cento) per le azioni mirate a preservare, ripristinare e valorizzare gli ecosistemi dipendenti dall´agricoltura e di 172 milioni di euro (19,62 per cento del totale) per incentivare l´uso efficiente delle risorse e la riduzione degli effetti "clima alternanti". In questo capitolo, rientrano gli investimenti per l´agroambiente, il biologico, così come il sostegno all´utilizzo di energie da fonti rinnovabili e il risparmio energetico. Ultima, ma non meno importante priorità, quella dell´inclusione sociale e dello sviluppo economico nelle zone rurali: è previsto di investirvi il 15 per cento delle risorse totali, circa 131 milioni di euro. Il documento dell´Umbria, per la cui completa definizione mancano ancora alcune norme comunitarie che devono essere precisate, dal punto di vista produttivo pone al centro dell´attenzione alcuni comparti di grande importanza per l´agricoltura e, più in generale, per l´economia regionale, a partire dalla zootecnia. Il Piano Zootecnico regionale, ha detto l´assessore Cecchini, trova nel nuovo Programma di sviluppo rurale, nelle misure per l´innovazione, la competitività, la filiera e l´agroambiente, tutte le opportunità per il consolidamento del settore e della qualità delle produzioni. Per il tabacco, si darà continuità e ulteriore incisività alla strategia complessiva messa in campo dalla Regione per la ristrutturazione e la competitività della filiera. Per il vino, di fondamentale importanza il Progetto speciale regionale che si affianca allo strumento dell´Ocm per la maggiore efficacia della promocommercializzazione dei vini umbri sui mercati internazionali. Attraverso il "Psr" si punterà sui temi dell´innovazione e della cooperazione fra produttori. Anche per l´olio, si pensa a un progetto speciale che faccia leva su innovazione, filiera di qualità e promozione. Il nuovo Psr, inoltre, consentirà di dar continuità allo sviluppo della filiera cerealicola, proseguendo su quella che il Valutatore indipendente del "Psr" in via di chiusura ha riconosciuto come una buona strada.  
   
   
BOLZANO: PROGRAMMA DI SVILUPPO RURALE FINO AL 2020, EUREGIO  
 
Definita la proposta per il Programma di sviluppo rurale 2014/2020, la Giunta provinciale ha autorizzato oggi (24 giugno) la trasmissione del pacchetto alla Commissione europea per la necessaria approvazione. Il Programma rappresenta una base fondamentale per indirizzare il settore agricolo e forestale. Novità quotidiane anche dall´Euregio. Nell´ottobre 2011 la Commissione Ue ha reso pubbliche le proposte legislative relative ai nuovi programmi di finanziamento europeo che saranno operativi per il periodo 2014-2020. Il filo conduttore della programmazione per lo sviluppo rurale sarà la realizzazione degli obiettivi della strategia Europa 2020, concentrata su priorità quali l´innovazione, la competitività, la sostenibilità e l´inclusione sociale, attraverso un utilizzo integrato dei Fondi. La Giunta ha autorizzato la trasmissione alla Commissione europea della proposta di Programma di sviluppo rurale della Provincia fino al 2020. Una volta ottenuta l´approvazione, sarà il momento di affrontare in Alto Adige la programmazione di secondo livello, con il coinvolgimento delle categorie interessate sul territorio. Euregio all´ordine del giorno - Sempre in tema di Europa, la Giunta provinciale ha deciso che il primo punto all´ordine del giorno della seduta settimanale sarà sempre dedicato al Gect dell´Euregio Alto Adige-tirolo-trentino, per aggiornare sull´evoluzione dei progetti e delle molte iniziative in corso. Inoltre sarà attivato uno specifico news ticker dell´Euroregione (un visualizzatore di notizie che scorrono in orizzontale o verticale) per informare ogni giorno le popolazioni delle tre Province delle novità nella cooperazione transfrontaliera.  
   
   
CONFAGRICOLTURA BASILICATA SU PATTO DI STABILITÀ  
 
Confagricoltura Basilicata in un comunicato annuncia di “far suo l’appello del Presidente Marcello Pittella condividendo in pieno la battaglia sul Patto di stabilità. Non si può pensare che la Basilicata possa essere solo fonte di approvvigionamento petrolifero a danno del settore Primario”. Secondo Confagricoltura “l’agricoltura non si può delocalizzare ma ha bisogno di rispetto ed è oltremodo inconcepibile che, con disponibilità nella casse della Regione, non si possa intervenire a sostegno del comparto agricolo con interventi che possono essere di possibile risoluzione per le difficoltà croniche che attanagliano il sistema agricoltura”. L’accorato appello del Presidente Pittella, oltre ai vertici regionali di Confagricoltura Basilicata, viene fatto proprio pure dal commissario regionale ed anche vicepresidente nazionale di Confagricoltura con delega al Sud, Giandomenico Consalvo, che condivide così “la battaglia di Pittella e di Confagricoltura Basilicata”. “Trasferirò nelle opportune sedi di Confagricoltura - dichiara nel comunicato Consalvo – quanto giustamente sostenuto da Marcello Pittella e saremo al suo fianco in questa giusta rivendicazione”. “Non solo estrazione e martirio del territorio lucano - evidenzia Congagficoltura Basilicata - ma anche sostegno all’agricoltura e sopravvivenza del comparto agricolo con infrastrutture, aiuti agli alluvionati e tanto altro con le risorse delle royalties del petrolio che non possono rimanere bloccate nelle casse per una assurda legge. Già paghiamo lo scotto delle perforazioni che vanno a danno solo e soltanto dell’agricoltura e di tutto ciò che è legato alla ruralità lucana. Vogliamo e chiediamo rispetto e il presidente Pittella ci troverà non a suo fianco ma davanti a lui a fargli da scudo e sfondare tutti gli ostacoli che troverà sul suo cammino!”.  
   
   
DOP, LOMBARDIA: BANCHE SOSTENGANO AGROALIMENTARE DI QUALITÀ  
 
Mantova - "A fine settembre avremo i 28 ministri dell´Unione europea a Milano, con una nuova Commissione, un Parlamento rinnovato, un posizionamento diverso. Bene, rinnovo il mio invito al ministro Martina, col quale ho un rapporto costruttivo, affinché si ponga con forza la questione della tutela dei prodotti tipici proprio al Consiglio informale dei ministri agricoli dell´Ue. Poi ne discuteremo anche nell´ambito di Expo, ma partiamo subito". Lo dice l´assessore all´Agricoltura della Lombardia Gianni Fava, intervenendo a Mantova alla tavola rotonda organizzata da Monte dei Paschi di Siena, nell´ambito del Primo forum Dop Parmigiano-reggiano e Grana Padano. Avanti Contro La Contraffazione - "Ho già incontrato il commissario generale della Commissione europea per Expo, David Wilkerson, per spiegare il valore del protocollo anti-contraffazione - afferma Fava -. Ha compreso l´obiettivo, ma dobbiamo andare avanti, sfruttando anche la presidenza italiana in questo semestre europeo che si inaugura il prossimo luglio". La prima mossa a tutela dei marchi Dop e Igp, infatti, secondo l´assessore lombardo va giocata in sede europea. "È in Europa dove incontriamo le prime difficoltà e alcune divisioni, ma se lavoriamo con impegno poi potremo compire un passo successivo e altrettanto fondamentale il prossimo anno - dichiara Fava - perché ad Expo ci saranno 144 Paesi, che equivalgono al 95% della popolazione mondiale". Sbagliato Abbandonare Le Dop - "Se ascoltiamo Oscar Farinetti fondatore di Eataly - dice ancora Fava - che invita ad abbandonare il sistema delle Dop, abbiamo sbagliato tutto. Va bene ripensare in parte il modello, perché così non funziona a dover, ma se andiamo sul mercato mondiale con un prodotto indifferenziato mondiale, ne usciremo perdenti". E se si vuole raggiungere "quota 50", cioè portare la percentuale dell´export di Parmigiano-reggiano e Grana Padano al 50% delle esportazioni totali entro il 2020, dall´attuale 34%, serve il sostegno del credito. Numeri Lombardi - "Nel mese di maggio dicono i numeri della Lombardia abbiamo attivato - dice Fava - una azione di transizione per il 2014, anticipando risorse per 25 milioni di euro attraverso la misura 121, dedicata all´ammodernamento - ricorda Fava -. Abbiamo istitutivo un bando in fretta, per capire qual era l´atteggiamento delle imprese agricole. Ebbene, abbiamo avuto richieste per 78 milioni di euro, che equivalgono a 200 milioni di euro di investimenti. E questa è una interessante cartina di tornasole della voglia di investire del mondo agricolo". Serve Credito Per Sostenere Idee E Imprese - La Regione Lombardia fino al 2019 metterà a disposizione 239 milioni di euro sull´ammodernamento, corrispondendo comunque il 30-35% degli investimenti totali. "Lo dico dunque all´amministratore delegato di Mps, Fabrizio Viola: le banche intervengano con nuova linfa a sostegno delle idee e delle imprese. Noi come Finlombarda siamo pronti a fare la nostra parte". Parlando delle grandi produzioni casearie Dop dell´area padana, l´assessore Fava invita a riscoprire la remuneratività degli operatori, assecondando la verticalizzazione della filiera e la valorizzazione al massimo dei prodotti.  
   
   
REGGIO EMILIA - SCENDE IL VALORE AGGIUNTO DELL´AGRICOLTURA  
 
Si è chiusa con una riduzione del 2% del valore aggiunto l´annata agraria reggiana 2013. Lo rileva lo studio elaborato dal Crpa per conto della Cdc e diffuso sul sito http://osservatorioeconomico.Re.it  Nel 2013 il valore aggiunto dell´agricoltura, silvicoltura e pesca provinciale si è infatti fermato a 354,70 milioni di euro a fronte dei 361,94 del 2012. Le produzioni vegetali, a seguito della riduzione sia delle quantità prodotte che dei prezzi di vendita, sono scese dai 195 milioni del 2012 ai 187 milioni di euro, con un calo del 4,1%. In controtendenza la produzione viticola che, in concomitanza con la ripresa del prezzo del vino, ha registrato un incremento delle quantità prodotte. Le colture erbacee, a causa del generalizzato calo delle quotazioni, hanno registrato un calo del 6,1% scendendo dai 136 milioni di euro del 2012 ai 128 milioni nel 2013. Le produzioni animali, passando dai 438 milioni del 2012 ai 429 milioni del 2013, rilevano una riduzione produttiva del 2% dovuta all´effetto combinato della riduzione del prezzo del formaggio, da un lato, ed al contemporaneo incremento del prezzo delle carni, dall´altro. I consumi intermedi (prodotti acquistati funzionali alle produzioni) passando dai 375 milioni di euro del 2012 agli attuali 369 milioni di euro, sono diminuiti dell´1,7%. Il calo sarebbe stato molto più ridotto se gli agricoltori non avessero contenuto l´impiego delle quantità utilizzate, impiego che in termini quantitativi è diminuito del 2,9%. A fronte dei crescenti prezzi dei mezzi tecnici, gli agricoltori continuano a limitarne l’uso riducendo le quantità acquistate. Nel corso del 2013 si osserva la riduzione, rispetto al 2012, dell´utilizzo dei mangimi, dei concimi e degli antiparassitari. Se si estende lo sguardo agli ultimi dieci anni si osserva che nel 2013 il valore prodotto (espresso a prezzi correnti) è inferiore a quello registrato nel 2003, che si era attestato a 359 milioni di euro. Si può affermare, quindi, che nel lungo periodo l´agricoltura reggiana, a causa delle basse quotazioni dei prodotti, ha perso in termini di potere d´acquisto. Nonostante gli sforzi sostenuti dagli agricoltori in questi ultimi anni, il settore agricolo evidenzia ancora alcuni problemi non del tutto risolti. Nel primo scorcio del 2014 la situazione rilevata lo scorso anno non appare in miglioramento. Le quotazioni del Parmigiano Reggiano, nonostante la produzione si mantenga su livelli stazionari, sono in flessione, mentre quelle del vino, in presenza di una riduzione della produzione, non dovrebbero, secondo le previsioni, aumentare. La produzione di carne suina è in leggera flessione con prezzi altalenanti. Per il frumento, infine, si prevede una riduzione delle rese unitarie, causate dalla maturazione avvenuta in concomitanza con elevate temperature rispetto alle medie stagionali, con quotazioni stazionarie.  
   
   
AL VIA LA 2° CALL INTERNAZIONALE DI IDEE PER LO SVILUPPO DEL PROGRAMMA CULTURALE DEL PADIGLIONE DELLA SOCIETÀ CIVILE IN EXPO MILANO 2015. DEADLINE: 15 SETTEMBRE ALLA PRIMA EDIZIONE DI “EXPLODING YOUR IDEA! DESTINATION EXPO MILANO 2015” HANNO PARTECIPATO 105 REALTÀ DEL TERZO SETTORE CON 133 PROPOSTE CULTURALI  
 
 È stata pubblicata la 2° Call Internazionale di Idee “Exploding your Idea! Destination Expo Milano 2015” – promossa da Fondazione Triulza ed Expo 2015 S.p.a – rivolta a tutte le realtà della Società Civile, nazionali ed internazionali, e agli enti pubblici interessati ad essere ospitate ed a partecipare al Programma Culturale del Padiglione della Società Civile – Cascina Triulza. Le aziende e i soggetti con finalità di lucro che non presentano caratteristiche mutualistiche e/o solidaristiche potranno partecipare in partenariato con una o più organizzazioni del Terzo Settore. Le proposte potranno essere presentate fino al 15 settembre 2014. Tutta la documentazione sulla 2° Call, con la descrizione degli spazi del Padiglione, è disponibile al link: http://www.Fondazionetriulza.org/2-call-internazionale/  Alla prima edizione della Call, chiusa alla fine di aprile, hanno partecipato 105 organizzazioni del Terzo Settore proponendo 133 progetti per costruire il programma culturale e artistico del Padiglione Società Civile durante i 6 mesi dell’Esposizione Universale. Più della metà dei progetti presentati, 74, vedono la collaborazione tra realtà italiane e organizzazioni della Società Civile estera. Http://www.fondazionetriulza.org/133-progetti-presentati-alla-1call-internazionale/ Uno degli aspetti più innovativi del modello gestionale del Padiglione Società Civile è proprio l’effettivo coinvolgimento delle organizzazioni italiane e internazionali del Terzo Settore nella costruzione del Programma Culturale: esse possono proporre eventi, attività culturali, espositive, convegni e momenti d’intrattenimento partecipando a specifici concorsi di idee e dimostrando la fattibilità economica della proposta. Lo scopo di Fondazione Triulza, l’ente incaricato di gestire gli spazi e le attività del Padiglione della Società Civile, è organizzare la presenza di queste realtà durante i 6 mesi dell’Esposizione Universale e dare loro la possibilità di partecipare attivamente e da protagoniste alla costruzione dei contenuti e della legacy di Expo Milano 2015. Il programma culturale di Cascina Triulza ha come obiettivo favorire l’incontro tra culture diverse, accrescere la conoscenza e incoraggiare la partecipazione attiva dei cittadini, specialmente dei più giovani, garantire l’accoglienza e l’inclusione di tutti i soggetti sociali, a partire dai più svantaggiati.  
   
   
AGRITURISMI, IL CORPO FORESTALE AFFIANCHERA´ LA REGIONE MARCHE NELLE ATTIVITA´ DI VERIFICA.  
 
Il Corpo Forestale dello Stato affiancherà la Regione Marche anche nelle attività di verifica delle aziende agrituristiche. La Giunta regionale lo ha previsto approvando una specifica integrazione della convenzione già in essere con il Corpo Forestale dello Stato, che ora nell’ambito della sicurezza agro-alimentare include questa attività per garantire accertamenti “di almeno 100 aziende agrituristiche”. Una scelta significativa che avviene nella fase importante che va dalla chiusura del Programma di sviluppo rurale 2007-20013, all’avvio della nuova programmazione 2014-2020. “L’obiettivo della Regione – evidenzia il Presidente Gian Mario Spacca – è quello della piena collaborazione con il Corpo Forestale dello Stato per garantire la qualità dei prodotti e dei servizi offerti e innalzare il valore aggiunto della produzione tipica locale. Si rafforza così la strategia regionale dei turismi, tutelando e valorizzando qualità e tipicità delle eccellenze locali. Gli imprenditori, dunque, sono chiamai ad esercitare una grande responsabilità, rispettando e promuovendo requisiti di qualità delle proprie attività agrituristiche. Operiamo a 360 gradi per assicurare che il brand Marche sia sinonimo di prestazioni elevate e certificate. Come l’altra recenti intesa con il Comando dei Carabinieri per la Tutela della Salute (Nas), anche il protocollo con il Corpo Forestale dello Stato è orientato anche a salvaguardare gli operatori che operano correttamente da forme di concorrenza sleale e a tutelare i cittadini-utenti delle attività imprenditoriali”. Quella tra Regione Marche e Corpo Forestale dello Stato è una collaborazione che dura da circa trent’anni, a testimonianza di un rapporto consolidato nel tempo in materia di vigilanza forestale e ambientale. Attraverso l’integrazione introdotta, gli accertamenti verranno effettuati a campione e riguarderanno alcuni parametri, stabiliti dalla legge regionale e dalle norme europee, che le aziende devono rispettare. In particolare, per quanto riguarda la somministrazione di alimenti e bevande, quello della “Principalità agricola” (rapporto aziendale tra attività agricola e agrituristica), percentuale delle materie agricole aziendali utilizzate, l’utilizzo obbligatorio di prodotti regionali, volumi di attività autorizzati, il rispetto degli obblighi formali (come, ad esempio, l’esposizione dei prezzi). Nelle attività di controllo il Corpo Forestale compilerà una specifica scheda, definita con la Regione, per facilitare il monitoraggio dei risultati. Verrà stilato, inoltre, un report annuale, con gli esiti dei controlli, gli illeciti riscontrati e l’importo sanzionato.  
   
   
PAVIA - PREZZI RISO, SCENDONO LE VARIETÀ PER IL CONSUMO INTERNO  
 
Dopo i rialzi registrati nella prima parte dell’attuale campagna risicola, i prezzi dei risoni destinati al consumo interno, i cosiddetti “risi da risotto”, a partire dal mese di marzo hanno fermato la loro corsa al rialzo, accusando dei ribassi ad aprile a causa della minore domanda da parte delle riserie. I prezzi delle varietà da esportazione (Indica) hanno invece confermato la debolezza già mostratasi in avvio di campagna, accusando ulteriori cali anche per la concorrenza del prodotto proveniente dai Paesi meno avanzati, sciolti dazi di importazioni decise dalla Cee. Come emerge dai dati contenuti nell’analisi trimestrale realizzata dalla Camera di Commercio di Pavia insieme con Borsa Merci Telematica, i prezzi all’ingrosso del risone Carnaroli, dopo aver toccato a marzo un valore medio mensile di 731,25 €/t hanno ceduto ad aprile il 5,4%, attestandosi sui 692 €/t. Nonostante ciò le quotazioni risultano più che raddoppiate rispetto allo scorso anno: +127% ad aprile. Al contrario, il prezzo del risone Thaibonnet è sceso sui 244 €/t (-3,9% rispetto a marzo), ai minimi dall’avvio della campagna risicola 2013/14 e su un livello inferiore di oltre 14 punti percentuali rispetto ad aprile2013. Questa situazione dicotomica si riflette sulle semine dell’anno in corso. Le prime stime diffuse dall’Ente Risi hanno indicato una forte crescita delle superfici destinate alle varietà dei gruppi Lunghi A (+20,6%), attualmente più remunerative, ed un marcato calo per le varietà da esportazione del gruppo Lungo B (-21,6%). Sul fronte del commercio estero, i dati sull’import di riso lavorato, relativi al primo bimestre dell’anno, hanno registrato un incremento su base annua del 51% (sia in volume che in valore). A trainare questa crescita sono stati ancora i volumi provenienti dalla Cambogia, sestuplicati nell’arco di dodici mesi. Peraltro, crescita anno su anno si è riscontrata anche per i volumi (+10,3%) e i valori (+41,3%) delle importazioni di riso semigreggio, trainati dall’import da India e Pakistan. “Permane lo stato di preoccupazione – è il commento del presidente della Cdc Giacomo de Ghislanzoni Cardoli – legato alla futura Pac e alla certa contrazione di sussidi alla risicoltura decisi dalla Comunità Europea. Un contesto non certo favorevole alla risicoltura italiana e quindi pavese che da sempre svolge un ruolo essenziale nella difesa dell’ambiente e nella produzione di qualità”.  
   
   
MILANO: ALIMENTA2TALENT, ALLA RICERCA DEI MIGLIORI IMPRENDITORI DELL’AGROALIMENTARE  
 
Attrarre i migliori talenti e le loro idee più innovative da trasformare in progetti d’impresa nel settore dell’agroalimentare. Questo l’obiettivo di “Alimenta2talent”, la call internazionale giunta alla seconda edizione e ideata dal Comune di Milano e sviluppata dalla Fondazione Parco Tecnologico Padano, con l´intento di favorire la nascita di nuove imprese nel settore Agroalimentare e delle Scienze della vita in vista di Expo 2015. “Il successo fatto segnare dalla prima edizione di Alimenta2talent, - spiega l’assessore al Lavoro, Sviluppo economico, Università e Ricerca Cristina Tajani – con oltre 32 richieste di partecipazione da parte di team internazionali per un per un totale di 119 partecipanti, dimostra come nei giovani di tutto il mondo vi sia ancora tanta voglia di Italia per fare ricerca e per fare impresa. Attraverso gli stimoli e le motivazioni adeguate Milano e l’intero sistema Paese possono rappresentare una buona opportunità di mercato e un luogo dove sviluppare giovani imprese, occupazione e investimenti, soprattutto in vista di Expo 2015”. Il bando di quest’anno, come il precedente, è aperto a idee e progetti provenienti da tutto il mondo e a aspiranti imprenditori di ogni età, siano essi singoli o gruppi di lavoro internazionali. Le idee di impresa dovranno essere inviate entro il 13 ottobre attraverso il sito www.Alimenta2talent.eu. I vincitori guadagneranno l’accesso al “Programma di Accelerazione Alimenta”, un percorso che insegna come trasformare le idee in impresa, grazie al supporto di un advisor personale per ciascun vincitore, per affrontare ogni aspetto legato alla creazione di impresa: dalla gestione dei costi alle azioni di comunicazione e marketing sino agli incontri con esponenti del mondo del Venture Capital e dell’industria al fine di valutare possibili investimenti o partnership industriali e commerciali. Ai vincitori sarà inoltre assegnata una borsa di studio per i 6 mesi del programma. “Alimenta2talent – prosegue Gianluca Carenzo, Direttore Generale del Parco Tecnologico Padano – arriva alla seconda edizione e si indirizza a chi ha idee innovative e cerca spazi e strumenti per realizzarle. Il Parco Tecnologico Padano mette a disposizione la propria rete di competenze e le strutture del suo incubatore di impresa per raccogliere la sfida dell’innovazione nel settore dell’Agroalimentare e delle Scienze della Vita”. Il progetto Alimenta2talent incentiva inoltre la contaminazione settoriale tra idee, imprese e imprenditori anche attraverso la creazione di team internazionali per favorire l’incontro di esperienze e competenze diverse. La prima edizione di Alimenta2talent ha permesso la nascita di cinque progetti d’impresa nazionali e internazionali, oggi diventate vere e proprie start-up che spaziano dalla produzione di tessuti e abiti nati dagli scarti degli agrumi (Orange Fiber – Italia) sino alla creazione di concimi derivati dai fondi del caffè (Coffee Reloaded – Taiwan), passando per la creazione di una piattaforma per il Mediterraneo per la fitodiagnostica e il fitosanitario (Nadal - Tunisia) e la produzione di piante spontanee già abituate a crescere in città (Flora Conservation - Italia), sino ai nuovi prodotti alimentari derivati da microalghe ad alto valore nutritivo (Algae Factory - Olanda) a dimostrazione di come le buone idee a Milano possono diventare impresa e creare occupazione per i giovani di talento.  
   
   
PASTIFICIO PALLANTE: RIAPRIRE TAVOLO CONFRONTO PER INSEDIAMENTO  
 
Napoli - "È doveroso riaprire il tavolo tecnico di confronto sul nuovo pastificio della Pallante srl, per mettere in atto tutti i provvedimenti opportuni, affinché questa importante realtà produttiva del nostro territorio non debba ricorrere a delocalizzare in altre regioni e allontanarsi dal nostro territorio con conseguenze che sono facilmente immaginabili. Una vera e propria follia burocratica, che si protrae da quasi tre anni, rischia di mettere a repentaglio centinaia di posti di lavoro in provincia di Caserta a causa della vicenda di cui la Pastificio Pallante srl è, suo malgrado, protagonista." È quanto dichiara l’assessore alle Attività produttive della Regione Campania Fulvio Martusciello, in merito alla nota che il presidente di Confindustria Caserta, Luciano Morelli, ha inviato all’Assessorato alle Attività produttive, per rendere conto dell’intera vicenda. “La Pallante nel 2011 ha acquistato un terreno agricolo nel Comune di Pignataro Maggiore, in provincia di Caserta, per realizzare un nuovo pastificio. Dopo un iniziale parere positivo, nel 2013 la Soprintendenza Archeologica ha rivisto in negativo il suo giudizio sulla destinazione di utilizzo del terreno, in virtù di probabili reperti conservati nel sottosuolo. Il parere, comunque non vincolante, si è sommato poi all’ulteriore criticità registrata dalla Pallante: l’asservimento con vincolo di inedificabilità a favore del Comune di Pignataro Maggiore con un atto risalente al 1992, sul quale l’amministrazione comunale non si è mai espressa. Due ostacoli tecnici, asservimento e contrastante parere della Soprintendenza, più formali che sostanziali, che però hanno finito per interrompere una serena valutazione dei presupposti e dei requisiti riguardanti l’investimento della Pallante. “L’assessorato alle Attività produttive della Regione Campania si impegna a riattivare rapidamente tutti i canali di dialogo, istituzionali e tecnici, per fare in modo che la Campania non perda l’opportunità di un nuovo progetto industriale di qualità, caratterizzato da sostenibilità e da un’alta ricaduta occupazionale”, conclude Martusciello.  
   
   
LA LENTE DI ISMEA SARA’ ANCHE SULL’AGRICOLTURA VENETA NELLA PROSSIMA INDAGINE TRIMESTRALE SU CLIMA FIDUCIA NELLE AZIENDE  
 
Venezia - La lente di Ismea, l’istituto pubblico di servizi del mercato agricolo alimentare, si soffermerà anche sull’agricoltura veneta nell’indagine trimestrale sul clima di fiducia delle aziende. A partire dalla rilevazione di giugno saranno infatti 300 le aziende della regione che parteciperanno alla survey trimestrale. L’indagine, condotta grazie al supporto di Veneto Agricoltura, sarà diffusa ad agosto nell’ambito del rapporto Agrosserva. L’iniziativa rientra nell’ambito della Convenzione Regione Veneto-ismea, sottoscritta il 30 dicembre 2013, e contempla un maggiore approfondimento dell’analisi continuativa della congiuntura del settore primario italiano e un più attento monitoraggio delle specificità dell’agricoltura veneta, in particolare sui comparti e prodotti di maggiore significatività come, alla luce della Pac 2014-2020, la zootecnia da latte e da carne. “La Regione del Veneto – dichiara l’assessore regionale all’agricoltura del Veneto Franco Manzato - considera prioritarie le iniziative di studio ed approfondimento per mettere a punto la conoscenza della situazione ed evoluzione del sistema agricolo e rurale in funzione delle strategie previste nella programmazione 2014-2020. La positiva collaborazione con Ismea, già sperimentata in occasione del Programma di Sviluppo Rurale, è un’occasione preziosa per approcciare con strumenti specifici e innovativi le problematiche di taluni settori, partendo dal coinvolgimento degli imprenditori agricoli. Auspichiamo che questo sia la chiave per acquisire significative indicazioni volte al miglioramento della competitività del comparto“. L’indagine Ismea sulla congiuntura agricola raccoglie trimestralmente informazioni qualitative sulle dinamiche della domanda e del mercato (vendite, prezzi, costi), fornendo anche indicazioni sulle prospettive a breve termine. Le informazioni concorrono alla costruzione di un indicatore sintetico del clima di fiducia, analogo nella metodologia a quello di indagini gemelle condotte in 10 Stati membri della Ue, nell’ambito di un progetto coordinato dal Copa-cogeca.  
   
   
FVG, INCONTRO CON COOPERAZIONE SU PIANO SVILUPPO RURALE  
 
Trieste - Un confronto sui contenuti del prossimo piano di Sviluppo rurale e, parallelamente, un´analisi delle prospettive della vitivinicoltura regionale all´Expo del 2015. Sono stati questi i principali temi affrontati ieri nella sede municipale di San Giorgio della Richinvelda (Pn) dal vicepresidente e assessore alle Risorse agricole, Sergio Bolzonello, con il sindaco Michele Leon, il consigliere comunale delegato all´agricoltura Ivan Orlando e i rappresentanti di alcune importanti cooperative della zona: Vivai cooperativi di Rauscedo, Cantina di Rauscedo, Circolo agrario Friulano, Friulkiwi e Coop. Vivai. "Siamo in fase di stesura del Piano di Sviluppo rurale - spiega Bolzonello - e ho ritenuto di raccogliere indicazioni e suggerimenti anche dal mondo della cooperazione agricola, che in tutto il Friuli Venezia Giulia ha un peso non indifferente e che è particolarmente sviluppato proprio in quest´area, vocata soprattutto alla vitivinicoltura e famosa per le sue barbatelle, esportate in tutto il mondo". Un incontro che dunque si è posto nell´ottica di favorire un dialogo e di creare una sinergia di medio lungo termine fra la Regione e l´intera imprenditoria agricola, cooperazione compresa, per costruire una strategia condivisa che possa affrontare le nuove sfide, anche gettando le basi per favorire da un lato la creazione di cooperative di servizi, dall´altro l´inserimento lavorativo dei giovani in un settore che offre ancora ampie prospettive. Nel corso dell´incontro si è discusso anche dell´Expo del prossimo anno a Milano, al quale il Friuli Venezia Giulia parteciperà con i suoi prodotti tipici e con tutta la filiera del vino, dalle barbatelle alla grappa, offrendo dunque molte opportunità alle aziende della zona. Con il sindaco Leon, Bolzonello ha anche affrontato il tema del patto di stabilità e discusso di progetti di valorizzazione turistica di un territorio che, è stato concordato, rientrerà nei Piani di valorizzazione curati da Turismo Fvg.