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VENERDI

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Notiziario Marketpress di Venerdì 11 Gennaio 2013
MILANO (FONDAZIONE MARCONI): HSIAO CHIN. L’INIZIO DEL VIAGGIO…. OPERE SU CARTA 1960 - 1965. IL VIAGGIO CONTINUA….OPERE SU CARTA 2012 – INAUGURAZIONE 22 GENNAIO 2013 - DURATA DELLA MOSTRA: 23 GENNAIO – 9 MARZO 2013  
 
L’esposizione, allestita sui due piani dello spazio espositivo, è dedicata alle carte dell’artista cinese: al primo piano sono esposti i nuovi lavori, al secondo le carte realizzate nei primi anni sessanta. Tutta la carriera artistica di Hsiao è stata una continua ricerca spirituale, a partire dalla sua formazione, avvenuta a Taipei dove grazie al suo maestro imparò l’importanza dell’equilibrio tra cuore, cervello, mani e occhi e come combinare i colori tra di loro. L’artista nato a Shangai nel 1935, arriva a Milano nel 1959, allora centro dell’avanguardia artistica, dove conosce Lucio Fontana, Piero Manzoni e gli altri, le loro idee innovative ma nonostante questo contatto con la cultura occidentale non dimentica gli insegnamenti taoisti. Il taoismo filosofico ha come obiettivo il raggiungimento dell’armonia con il mondo naturale, Cielo, Terra e Uomo in equilibrio tra di loro. Associata al Tao è la concezione dello Yin e dello Yang, opposti e complementari al tempo stesso. “Ho voluto ripensare di proposito al Taoismo perché il mondo occidentale era troppo variegato. Proprio per questo decisi di fare un percorso personale in grado di costruire un bagaglio culturale ed esperienziale di azione e di pensiero … per arrivare ad avere una pittura solo mia”. (Hsiao Chin) Al secondo piano sono esposte le gouaches e gli acquarelli su carta di riso realizzati da Hsiao nei primi anni Sessanta dove sono evidenti i riferimenti a quei principi filosofici: figure geometriche con colori in contrasto tra loro, volumi alternati a spazi vuoti, superfici in cui domina il bianco alternato alle linee sinuose tipiche di quegli anni, in una costante ricerca di equilibrio. Cerchi, quadrati, triangoli… Le forme che l’artista suggerisce sono prese dalla simbologia. Allora il cerchio è la perfezione, il triangolo rappresenta l’ascensione spirituale, il quadrato è una base grezza in evoluzione. Evidenti rimandi alla cultura orientale come il calligrafismo cinese si intrecciano ad influssi della cultura occidentale come i colori sfavillanti. In mostra anche alcune carte della serie “solare” realizzate tra il 1965 e il 1966. In questo periodo Hsiao inizia a lavorare su forme solari, raggi che partono dal centro e si espandono in ogni direzione, un’esplosione di colore che non va intesa come semplice rappresentazione del sole ma come armonia dell’Uomo con l’Universo, secondo la filosofia cinese Ch’an, rielaborata dall’artista in maniera personale. Al primo piano invece sono esposte opere realizzate appositamente per l’occasione, 8 carte di grande fomato, di più di 2 m di lunghezza e una decina più piccole. Energiche pennellate veloci, coraggiosi accostamenti di colori, mai scelti casualmente: “non scelgo i colori di per sè, scelgo la combinazione dei colori perché certe combinazioni vibrano più di altre, un poco come la risonanza in musica; scelgo i colori che insieme vibrano di più”. (Hsiao Chin). Anche nelle opere più recenti non viene meno la dimensione meditativa di Hsiao, il senso della spiritualità orientale. La mostra prosegue allo Studio Marconi ’65 dove verranno presentati multipli su tela di Hsiao e i raku, tecnica di origine giapponese utilizzata per la fabbricazione di ceramiche. In occasione della mostra sarà pubblicato il Quaderno della Fondazione n. 9 una pubblicazione che raccoglie immagini delle opere esposte, fotografie e testi critici e notizie biobibliografiche. --- Hsiao Chin nasce a Shangai nel 1935 e, dopo i primi studi d’arte, nel 1956 partecipa alla fondazione del gruppo Ton-fan, che raccoglie pittori di tendenza astratta. Grazie a una borsa di studio istituita dal governo spagnolo si reca a Madrid e a Barcellona, dove nel 1957 ha la prima personale e una collettiva dedicata al gruppo Ton-fan. Alla fine degli anni Cinquanta si stabilisce a Milano, dove inizia a esporre regolarmente da Giorgio Marconi. Nel 1961, insieme ad Antonio Calderara, fonda il movimento Punto, al quale si aggiungono membri dell’avanguardia internazionale. La sua ricerca fonde elementi della cultura e della spiritualità orientale con la profonda conoscenza della modernità artistica occidentale. Con esiti vicini alla pittura della colorfield abstraction, le sue tele presentano stesure di colore fluido che si dispongono in superfici incorporee e vibranti, animate dall’energia interna dei campi cromatici. Dopo lunghi soggiorni a Londra, Parigi e New York torna a Milano nel 1971 e inizia a dedicarsi all’insegnamento (prima all’Istituto Europeo di Design, poi all’Accademia di Belle Arti di Brera). Nel 1988 lo Studio Marconi gli dedica una prima grande retrospettiva. L’anno seguente inizia la serie Dalla primavera di Pechino al massacro di Tiananmen, ispirata ai drammatici eventi del 1989, mentre il ciclo La grande soglia, che realizza a partire dal 1990-91, nasce da una riflessione sulla vita e sulla morte dopo la scomparsa della figlia Samantha. Tra le principali esposizioni degli ultimi anni vanno ricordate le retrospettive di Taichung (1992), Taipei (1995), a Milano nel 2002 presso lo Spazio Oberdan, la Fondazione Mudima, Giò Marconi e la galleria Lattuada; al National Museum of Art di Beijing (2006) e alla Triennale di Milano (2009). Nel 2011 l’Académie Royale des Beaux-arts e il Musée d’Art Moderne et d’Art Contemporain di Liegi gli dedicano una grande mostra. Info: Fondazione Marconi Arte moderna e contemporanea - Via Tadino, 15, 20124 Milano - Tel. 0229419232 - fax 0229417278 - info@fondazionemarconi.Org  - www.Fondazionemarconi.org  Da martedì a sabato: ore 10-13 e 15-19  
   
   
MILANO (CASTELLO SFORZESCO, SALE PANORAMICHE): MOSTRA RENZO BERGAMO ATOMO LUCE ENERGIA - DAL 16 GENNAIO AL 17 MARZO 2013  
 
Apre al pubblico nelle Sale Panoramiche del Castello Sforzesco di Milano, mercoledì 16 gennaio 2013, la mostra Atomo Luce Energia, che raccoglie cinquantacinque opere pittoriche di Renzo Bergamo (1934 – 2004) a più di trent’anni dalla sua ultima esposizione nel capoluogo lombardo e prima del suo definitivo abbandono del circuito pubblico. La mostra, promossa dal Comune di Milano – Cultura. Moda, Design, Castello Sforzesco e Palazzo Reale insieme all’Associazione Renzo Bergamo per l’Arte e la Scienza, nella città che ha ospitato l’artista per quarant’anni e che lui considerava sua patria intellettuale, è a cura di Claudio Cerritelli, Giulio Giorello, Simona Morini e rimarrà aperta, ad ingresso gratuito, fino al 17 marzo 2013. All’interno delle Sale Panoramiche del Castello Sforzesco, Atomo Luce Energia esplora lo straordinario eclettismo della prolifica produzione artistica di Renzo Bergamo, attraverso un’accurata selezione di opere, facenti parte di cinque dei sette periodi che scandirono la sua vita. Il segno, l’energia e la forte tensione caratterizzano tutti i suoi lavori, in una sintesi moderna che descrive una nuova mitologia. Per far entrare il visitatore dentro il pensiero di questo artista, l’allestimento a cura dell’ arch. Enrico Pinna, individua nella figura geometrica del cerchio, come allusione alla ricerca matematica e filosofica della sua quadratura, l’elemento portante dell’organizzazione spaziale della mostra: in un gioco di alternanze, alcuni dei quadri dei cinque periodi artistici - Concetti Cosmici, Astrarte, Immagine e Somiglianza, Estetica del Caos, Archeologia Cosmica - sono sistemati sulle pareti a perimetro, mentre altri su grandi pannelli circolari appoggiati a terra, in un equilibrio apparentemente instabile. Fin dai primi anni ’60 la pittura di Bergamo crea un mondo che anticipa immagini e concetti come le esplosioni cosmiche, gli scontri tra particelle, la genesi delle galassie, la forma delle cellule, secondo una sua personalissima visione del Cosmo che attraversa differenti fasi di ricerca - dal figurale all’astratto e dall’astratto al figurale - mescolando materiali e tecniche assieme - dall’acquarello alla china, dall’acrilico all’olio - accomunate da una fortissima tensione immaginativa. Chi osserva i suoi quadri non può non ricordare “Le Cosmicomiche”, “Le città invisibili”, “Ti con zero” di Italo Calvino, i cui racconti, proprio come le opere di Renzo Bergamo, pongono le basi di un rapporto più intenso tra creatività artistica e metodo scientifico. “Cercare, cercare cercare cercare e poi cercare” scriveva l’artista in uno dei tanti fogli su cui annotava i suoi pensieri, da cui nascevano le forme che faceva letteralmente esplodere nei suoi lavori. Come dice Simona Morini, professore associato di Teoria delle decisioni e dei giochi: “Davanti ai suoi quadri sembra che qualcuno abbia tolto l’audio. Tutti i sensi sono chiamati in causa. Verrebbe perfino voglia di sentire dei sapori. Non ci sono cose, c’è solo luce, energia, materia, numeri, come lo zero e il Pi greco”. Il percorso espositivo prende l´avvio con le opere del periodo dei Concetti Cosmici, che coincide con il suo arrivo a Milano negli anni ´60, una fase in cui rafforza la convinzione che per interpretare le aspirazioni del futuro sia necessario un costante dialogo tra Arte e Scienza, caratterizzate da pochi colori e semplicità di forme dedicate alla creazione di un compendio visivo della genesi delle Galassie. Segue a questo l’imponente studio sull’energia e sulla materia che occuparono l’artista per tutti gli anni ‘70, periodo chiamato Astrarte. Il filosofo della Scienza e Professore Giulio Giorello dice, osservando le opere di quel periodo: “La cosa che mi ha colpito a prima vista è la potenza della rappresentazione, la capacità di rendere una situazione anche complessa con pochi tratti, in una meravigliosa sintesi semplice che è poi il tratto comune tra una rappresentazione artistica di un certo tipo e un modello scientifico”. Negli anni ‘80 Renzo Bergamo prosegue le sue sperimentazioni, dà sfogo a ricerche di colore, crea una geometria di sogno, in un periodo di transizione poi definito Immagine e somiglianza. Nel 1985 si trasferisce in Sardegna e inizia una fase fondamentale del suo percorso pittorico, chiamato Estetica del Caos. Un decennio da cui prende forma una serie di opere sulla ciclicità del divenire nel Cosmo, dove la luce si confonde con la materia, la geometria con l’energia, il tempo con lo spazio, il colore con la sua rappresentazione, la matematica con la fisica: una sorta di danza Cosmica con la quale il fenomeno del Caos crea un Universo sempre in divenire.L’ultimo capitolo della sua vita vede l’artista iniziare una sperimentazione sul linguaggio primordiale del segno grafico, che lo porta a tracciare una complessa grammatica dell’Universo, creando un alfabeto segnico, frutto delle sue riflessioni su nodi e stringhe cosmiche. Interessatosi al fenomeno della radioattività, inizia una serie di opere più “materiche” che chiama Archeologia Cosmica dove, spiega Claudio Cerritelli, professore di Storia dell’Arte contemporanea “L’artista intensifica il timbro dei colori, i contrasti luminosi e il dinamismo delle forme in gioco; l’uso del bianco crea bagliori incandescenti che emergono da ampi pulviscoli luminosi dominati dalle profondità del blu, dagli ardori del rosso, dagli impulsi luminosi del verde e del giallo”. La mostra è corredata da diverse testimonianze multimediali come interviste, video e una biografia per immagini, con la possibilità di interagire con scritti e rapporti epistolari di Renzo Bergamo. Sarà mostrata inoltre una serie di recenti fotografie della Nasa, che testimoniano quanto le intuizioni di Bergamo, fin dal 1960, abbiano poi trovato, per somiglianza, un riscontro con le nuove scoperte e i nuovi paradigmi della Scienza. Un programma collaterale di conferenze affiancherà l’esposizione, al fine di approfondire o ampliare con approcci multidisciplinari le tematiche proposte, consultabile sul sito www.Mostrarenzobergamo.it. Atomo Luce Energia è inoltre accompagnata da un catalogo (ed. 24 Ore Cultura), con un intervento di Giuliano Pisapia, Sindaco di Milano, e testi di Claudio Cerritelli, Giulio Giorello, Mina, Simona Morini e Stefano Sandrelli, apparati bibliografici e immagini a colori delle opere dell´artista, oltre a quelle presenti in mostra. Renzo Bergamo nasce a Portogruaro nel 1934. Nel corso degli anni ‘50 frequenta intellettuali come Giovanni Comisso, Andrea Zanzotto, Pier Paolo Pasolini, Mario Soldati, Gian Francesco Malipiero e dal 1960, quando si stabilisce a Milano, stringe amicizia con Lucio Fontana, Piero Manzoni, Gianni Dova ed Emilio Scanavino. Nel 1965 si reca a New York per una collettiva patrocinata dal Ministero degli Esteri dedicata all’Avanguardia Italiana. Nei primi anni ’70 partecipa alla formazione di Astrarte, movimento dove si discute sul rapporto tra Arte e Scienza, dal quale si stacca poco dopo, ritirandosi definitivamente dal circuito pubblico. Agli inizi degli anni ´80 si trasferisce in Sardegna e torna a Milano nei primi anni ’90. Il 10 maggio 2004 muore improvvisamente. Soltanto pochi giorni prima, a una giovane artista che gli chiedeva consiglio sull’Arte di fare Arte, aveva risposto: “Per fare l’artista ci vuole grande amore, grande forza di volontà, grande coraggio e sincerità. L’arte insegna il coraggio di osare.” L’associazione Renzo Bergamo per l’Arte e per la Scienza nasce nel 2009, due anni dopo una prima mostra di opere dell’artista a Palazzo Doria, nell’ambito del Festival della Scienza di Genova, con l’intento di portare a conoscenza del pubblico il suo lavoro e percorso pittorico, produrre una serie di mostre a lui dedicate e sperimentare con altri artisti differenti linguaggi, nuove tecniche e modalità di espressione artistica e scientifica. Info: Renzo Bergamo. Atomo Luce Energia - Castello Sforzesco, Sale Panoramiche, Piazza Castello, Milano - dal 16 gennaio al 17 marzo 2013 - www.Milanocastello.it; Associazione Renzo Bergamo - T. 02 89690787 - www.Mostrarenzobergamo.it  - info@mostrarenzobergamo.It  
   
   
MILANO (GALLERIA CARLA SOZZANI): UN LIBRO, UNA MOSTRA. TESTI DI GIULIANA SCIMÉ - APERTURA SABATO 12 GENNAIO 2013 - IN MOSTRA DAL 13 GENNAIO AL 10 FEBBRAIO 2013  
 
Evento molto particolare è la mostra e il libro che raccontano la storia della Galleria Carla Sozzani attraverso le immagini di ventidue anni di appassionata attività. Inconsueta la celebrazione di un anniversario non convenzionale, ma l’inconsueto è stato struttura portante della galleria con autori, al tempo dell’esposizione, molto poco noti se non ignorati, o di coraggiose scelte. Vi è, però, una ragione tecnica, e nel contempo emozionale, legata ad un libro. Carla Sozzani nell’anniversario dei suoi vent’anni di galleria desiderava pubblicare un volume che ne scandisse il viaggio nell’avventura della fotografia: 1990 (anno d’inaugurazione) 2010. Il volume cresceva, tante erano state le mostre e tutte importanti, gli autori e le immagini. Il tempo trascorreva e il traguardo del 2010 fu superato, così si arrivò all’anno seguente ed ancora un anno, 2012. Questo libro è un percorso storico che coinvolge non solo la galleria, ma la storia della cultura – nei limiti logici. Appunti per saper vedere e capire. Nel 1990, la galleria è in divenire. In maggio, Kris Ruhs progetta la sua prima installazione in armonica aderenza con quei muri ancora in nudo cemento. Nella mostra attuale, lo spazio centrale è dominato da un’opera di Kris Ruhs e lungo le pareti si snoda la storia per immagini della galleria. Per ogni anno, in parallelo con il libro, sono stati selezionati alcuni autori significativi: nel settembre del 1990, inaugurazione ufficiale, la galleria presenta Louise Dahl-wolfe, oggi celebrata, all’epoca ben pochi conoscevano il suo nome; segue Carlo Mollino, rispettato da architetti ed esperti di design, ma la sorpresa furono le sue polaroid. E via con Man Ray, Lilian Bassman e Horst P.horst. Ed Helmut Newton nel 1993, astro nascente che si imporrà fra i più lusingati fotografi contemporanei. E lo schivo Steven Meisel che rifiuta mostre e la pubblicazione di libri, un’occasione davvero unica. E chi è il signor Drtikol? Si chiedevano stupiti i visitatori della galleria nel 1994, di fronte a quelle immagini di donne atipiche dal gusto un po’ retrò. E quegli umili lavoratori di Irving Penn, così poco noti e così straordinari, sopraffatti dalle immagini famose. E quel commovente ultimo messaggio che la diva di tutte le dive, Marilyn, affida all’obiettivo di Bert Stern. Nella storia della musica e del costume, ‘Woodstock’ ha spazzato via per sempre una cultura, nelle fotografie di Elliott Landy, lui era là. Mostre ed ancora mostre che portano in Italia personaggi di grandissimo rispetto che mai si aveva avuto l’occasione di ammirare: Sarah Moon nel 1996, un’anticipazione; il genio della fotografia di architettura Julius Shulman; e Ralph Eugene Meatyard che soltanto in anni recentissimi i suoi connazionali americani hanno cominciato a rivalutare; Anton Bruehl, perduto nelle pieghe di una storia troppo spesso superficiale; e il giapponese Shoji Ueda e, l‘altro maestro, Eikoh Hosoe, assolute rivelazioni, come Francesca Woodman già nel 2001, Mario Cravo Neto e Luìs Gonzalez Palma, Kwong Chi Tseng che precorre la cino-mania che sta investendo le nostre gallerie d’arte. “Una mostra, un libro” testimoniano l’attenzione costante, la cura, la fantasia e l’amore di una gallerista, meglio di una donna che ha trasformato una passione privata in un bene per tutti. Giuliana Scimé Galleria Carla Sozzani 1990-2012 - Testi: Giuliana Scimé - Design: Claudio dell’Olio - Casa editrice: Carla Sozzani Editore s.R.l. - Illustrazioni: 300 in bianco e nero e 41 a colori - Pagine: 604 - Formato: 24 x 30 cm, 2 volumi con custodia cartonata - Carta Munken - Nava, Milano - Edizione limitata e numerata di 1000 copie in italiano - € 180,00. Info: Galleria Carla Sozzani - Corso Como 10, 20154, Milano, Italia - tel. +39 02.653531 - fax +39 02.29004080 - www.Galleriacarlasozzani.org     
   
   
SEVEN STARS GALLERIA BY TOWNHOUSE COLLECTION CON ALTAGAMMA ITALIAN CONTEMPORARY EXCELLENCE  
 
Seven Stars Galleria è lieta di annunciare l’inizio del progetto Altagamma - Italian Contemporary Excellence e di esserne protagonista insieme alle imprese italiane di eccellenza che dieci fotografi di fama hanno fotografato. Un libro ed una mostra alla Triennale di Milano creato da Fondazione Altagamma come un mosaico di immagini per esaltare il bello, il buono e il ben fatto dell’Italia, e che hanno permesso l´affermazione nel mondo dell’alto di gamma italiano e delle imprese che lo rappresentano. Il progetto, curato da Cristina Morozzi, prevede due sviluppi paralleli. La pubblicazione di un volume fotografico, edito da Rizzoli e nelle librerie dalla fine di Ottobre ed una mostra itinerante con una selezione di 65 immagini, alla Triennale di Milano dal 13 dicembre 2012. "Da tempo avevamo il desiderio di dare vita a un progetto che potesse rappresentare visivamente l´universo valoriale ed estetico delle migliori imprese italiane" - afferma Claudio Luti, Presidente di Fondazione Altagamma e di Kartell - "questo volume ne è il risultato". Fondazione Altagamma riunisce più di 70 marchi che operano nella fascia più alta del mercato italiano ed internazionale, nei settori moda, design, velocità, ospitalità, profumeria, gioielleria, alimentazione e benessere. Aziende che si distinguono per innovazione, qualità, servizio e prestigio ed esprimono la cultura e lo stile italiani nella gestione d´impresa e nel prodotto. Fondazione Altagamma promuove l’industria italiana di eccellenza e la cultura che la sostiene, operando nelle aree della conoscenza, delle relazioni istituzionali, della cultura d’impresa, della formazione, dello sviluppo internazionale. Www.altagammaexcellence.com Seven Stars Galleria, aperto il 7 Marzo 2007, rappresenta un nuovo ed unico modello di ospitalità, nel centro di Milano. Dedicato ai più sofisticati uomini d’affari e visitatori. Situato nel cuore di Milano, all’interno della famosa Galleria Vittorio Emanuele, monumento nazionale, che collega Piazza Duomo con Piazza della Scala, il più prestigioso Teatro dell’Opera italiano. L’entrata, privata e limitata ai soli ospiti, è situata in Via Silvio Pellico 8 e tutte le sette suites si affacciano direttamente sulla Galleria riuscendo a dare una visione unica della cupola e di questo gioiello di architettura di fine Ottocento. Seven Stars Galleria dedicato alle grandi eccellenze www.Sevenstarsgalleria.com    
   
   
MILANO - SAVONA: MILANO E SAVONA IN ARTE - ESPOSIZIONE ITINERANTE D’ARTE CONTEMPORANEA – DAL 9 AL 30 GENNAIO 2013 A MILANO, GALLERIA SABRINA FALZONE - DAL 7 AL 19 FEBBRAIO 2013 E SAVONA, GALLERIA ARTE DEL XXI SECOLO DAL 19FEBBRAIO  
 
Espongono gli artisti:Marzia Bellesso Novella Bellora Roberto Bergonzo Olivia Boa Stefano Broli Mirko Cervini Nadia Marina Conti Silvano Crespi Paul De Haan Giulia De Serio Maria Dudina Orsola Fabozzi Raffaello Giunti Won Lee Poetisma Giuseppe Scoccimarro Buci Sopelsa Info: Galleria Sabrina Falzone - Via Giorgio Pallavicino n.29 Milano - ; Galleria Arte del Xxi Secolo - Via Quarda Superiore 5/R Savona; www.Galleriasabrinafalzone.com  mostre@sabrinafalzone.Info  
   
   
CULTURA: PRESENTATE LE OPERE DEL PROGETTO “ARTISTI PER FRESCOBALDI”  
 
Sono on-line sul sito www.Artistiperfrescobaldi.it  le opere di Rä di Martino, Giovanni Ozzola ed Elisa Sighicelli, i tre artisti protagonisti della prima edizione del Premio Artisti per Frescobaldi, presentato lo scorso 27 settembre a Milano presso la Fondazione Stelline, partner del progetto. Il premio è ideato e coordinato da Tiziana Frescobaldi, Direttore Artistico del progetto, e curato da Ludovico Pratesi, critico d’arte contemporanea. Fonte d’ispirazione delle opere la tenuta di Castelgiocondo a Montalcino, dove Frescobaldi produce l’omonimo Brunello: uno dei territori più caratteristici per la produzione di vino di altissima qualità ma anche terra di paesaggi mozzafiato e atmosfere suggestive. Le tre opere fotografiche realizzate per il Premio Sono state esaminate da una giuria di direttori di Musei: Marina Pugliese (Museo del Novecento), Angela Tecce (Castel Sant’elmo) e Franziska Nori (Centro di Culturale Contemporanea Strozzina), presieduta da Antonio Paolucci (Direttore dei Musei Vaticani). A partire da fine novembre le opere sono visibili sul sito dedicato al progetto (www.Artistiperfrescobaldi.it), dove, oltre ad avere accesso ad una vasta serie di contenuti ed approfondimenti, il pubblico può esprimere la propria preferenza nel confronto di una delle opere. Nella sua opera Rä di Martino ha trasformato uno scorcio del paesaggio di Castelgiocondo in un luogo fantastico, caratterizzato dalla presenza di oggetti volanti non identificati nel cielo toscano, ispirandosi ironicamente ad alcuni quadri del rinascimento con “avvistamenti”, per svelare l’aspetto irreale di un territorio descritto ma non compreso, utilizzato come immagine senza più collegamenti con la realtà del quotidiano. L’opera di Giovanni Ozzola si struttura sulla sovrapposizione visiva e concettuale di due mappe: la carta astrale del cielo stellato sopra Castelgiocondo e la mappa che segna l’evoluzione dei confini della tenuta nel tempo. Elisa Sighicelli ha preferito ritrovare la luce nell’oscurità, attraverso un’immagine ambigua e indefinita, scattata all’interno di un recipiente di fermentazione. Le linee dell’oggetto e le sue cromie, determinate da un uso prolungato nel tempo, permettono di catturare una geometria riconoscibile ma non conoscibile, priva di punti di riferimento spaziali. “Ringrazio Rä di Martino, Giovanni Ozzola ed Elisa Sighicelli per aver accettato di partecipare alla prima edizione di Artisti per Frescobaldi – ha affermato Tiziana Frescobaldi, Direttore Artistico del Premio – e per averci dato tre opere particolarmente emozionanti, di altissima qualità. I tre lavori offrono una interpretazione del tutto nuova della tenuta di Castelgiocondo. L’opera di Ozzola è dominata dalla visione introspettiva, dall’influenza astrale e dal rapporto fra cielo e terra; il lavoro di Elisa Sighicelli mi colpisce per il contrasto fra la luce e la materia resa impalpabile; l’opera di Rä di Martino mi offre un’ immagine surreale e quasi onirica del paesaggio.” Commentando le tre opere, Ludovico Pratesi, curatore del progetto, aggiunge che “L’anima del luogo deve essere scoperta nello stesso modo dell’anima di una persona”. Le parole di James Hillman hanno suggerito ai tre artisti l’approccio corretto al tema della committenza, che ognuno ha sviluppato secondo modalità differenti ma attraverso il comune linguaggio della fotografia, intesa non in senso descrittivo ma interpretativo e concettuale”. Dal 22 gennaio 2013, sempre presso la Fondazione Stelline, sarà allestita un’esposizione aperta al pubblico delle tre opere che durerà fino al 3 febbraio, con l’obiettivo di promuovere l’arte contemporanea presso un pubblico non solo di appassionati. Il 29 gennaio, durante una serata di gala, la giuria decreterà il vincitore che riceverà una borsa di studio messa a disposizione ogni anno da Frescobaldi. Nella stessa serata, sarà anche riconosciuto un sostegno ad Amaci, l’Associazione che raggruppa i Musei d’arte contemporanea in Italia: Frescobaldi intende non solo promuovere l’arte emergente in Italia, ma anche riconoscere il ruolo fondamentale svolto dal comparto museale italiano. Nel mese di aprile, infine, durante il Vinitaly (7-10 aprile), sarà presentata l’edizione limitata di magnum di Castelgiocondo Brunello 2007 con etichette realizzate dai 3 artisti: un altro modo per sancire il legame tra territorio, cultura del vino e arte. Parte dei proventi ricavati dalla vendita delle bottiglie sarà devoluto in un fondo per l’arte contemporanea, individuato nel 2013 presso l’Associazione Base di Firenze, luogo unico per la pratica dell’arte in Italia. L’attività di questa Associazione, iniziata nel 1998, è curata da un collettivo di artisti toscani che promuovono alcuni degli aspetti più interessanti dell’arte contemporanea. Fino ad oggi a Base si sono svolte mostre di artisti noti quali Sol Lewitt, Lawrence Weiner, Amedeo Martegani e altri. Tra i fondatori e gli artisti che aderiscono a Base, Mario Airò, Marco Bagnoli, Massimo Bartolini, Paolo Masi, Massimo Nannucci, Maurizio Nannucci, Paolo Parisi, Remo Salvadori  
   
   
FIRENZE: 2013. UN ANNO AD ARTE - PRESENTAZIONE DI CRISTINA ACIDINI. SOPRINTENDENTE PER IL PATRIMONIO STORICO, ARTISTICO ED ETNOANTROPOLOGICO E PER IL POLO MUSEALE DELLA CITTÀ DI FIRENZE  
 
In preparazione della prossima stagione di maggior affluenza di visitatori a Firenze, la Soprintendenza che dirigo ha messo a punto Firenze 2013. Un anno ad arte, un programma di otto esposizioni temporanee che avranno luogo nei musei più illustri del Polo Museale fiorentino, ad iniziare dalla primavera 2013 per trovare conclusione a fine anno. Questo enorme impegno corrisponde, da parte di tutti i direttori e i collaboratori coinvolti, alla volontà di integrare e rinnovare la già straordinaria offerta dei musei d’arte di Firenze, anche per contrastare gli effetti della crisi economica che mostra di incidere sulle scelte dei potenziali visitatori, sottoponendo l’affluenza a sensibili fluttuazioni. Inizierà la Galleria degli Uffizi, con Norma e capriccio. Spagnoli in Italia agli esordi della maniera moderna (5 marzo - 26 maggio), che metterà a fuoco l’intenso scambio artistico fra grandi pittori e scultori spagnoli - a partire da Alonso Berruguete - e artisti fiorentini e italiani del Rinascimento inoltrato, entro i codici espressivi della prima “maniera”. Poco dopo il Museo degli Argenti aprirà Lusso ed eleganza. La porcellana francese a corte e la manifattura Ginori (1800 - 1830), (19 marzo - 23 giugno), dedicata al primo trentennio di attività della manifattura Ginori di Doccia, un fenomeno di portata europea anche grazie all’intenso scambio che caratterizzò il primo trentennio del Xix secolo con le manifatture francesi, in particolare con Sèvres. Con Nello splendore mediceo. Papa Leone X e Firenze (26 marzo - 6 ottobre), il Museo delle Cappelle Medicee ricorda l’incoronazione del primo pontefice di casa Medici, Giovanni figlio di Lorenzo il Magnifico, ripercorrendo le sue iniziative e i suoi lasciti in campo artistico per la città natale e i luoghi della famiglia, in un periodo di sbalorditiva creatività culturale tra Firenze e Roma. La rassegna della Galleria dell’Accademia, Dal Giglio al David. Arte civica a Firenze in età comunale (14 maggio - 8 dicembre) presenterà, con un taglio originale e mai sperimentato, opere d’arte che fin dal Trecento furono destinate ad arricchire i palazzi pubblici di Firenze, che ospitavano le magistrature amministrative, le antiche corporazioni o “Arti”, nonché gli uffici preposti alla cura della cerchia muraria. Il linguaggio espressivo complesso, ricco di riferimenti allegorici nel sacro e nel profano, ha come filo conduttore la maestria degli artefici e la bellezza dei manufatti. Nella Galleria Palatina a palazzo Pitti, Il sogno nel Rinascimento (21 maggio - 15 settembre) rappresenta un’iniziativa espositiva internazionale avente per partner il Museé du Luxembourg a Parigi, dove per la prima volta si propone al pubblico lo sfaccettato tema del sogno, che ebbe un rilievo particolare nella mitologia antica e nella cultura del Rinascimento. La rivelazione di un mondo tutto interiore, governato da regole diverse - la bizzarria o l’inverosimiglianza tra queste - ha sempre proposto agli artisti una sfida, che ha avuto risposte variegate e affascinanti. Nel Polo Museale fiorentino, che tanto deve alla prima dinastia granducale toscana, non mancano gli spunti per più di una mostra “medicea”. E infatti la Galleria degli Uffizi celebra Il Gran Principe. Ferdinando de’ Medici (1663-1713) collezionista e mecenate (25 giugno - 3 novembre). Meno noto dei granduchi, questo principe ereditario che non salì mai al trono espresse ad alto livello il mecenatismo tipico della famiglia, dimostrando per le forme creative del Barocco viva curiosità e gusto raffinato. La vita in città e la vita in villa della sua corte diedero origine a importanti trasformazioni architettoniche e abbellimenti artistici. Torna alla ribalta il Museo degli Argenti, con la mostra Diafane passioni. Avori barocchi dalle corti europee (16 luglio - 3 novembre): una rassegna di oggetti fiabeschi, magnificamente lavorati da artefici specialmente d’Oltralpe, che sublima il materiale di origine animale in un elemento di artificiosa perfezione. Bassorilievi, vasi, coppe e fantasiosi trionfi dimostrano inesauribile capacità di invenzione e di tecnica. Infine, nell’anno dedicato agli scambi culturali fra Italia e Ungheria si tiene nel Museo di San Marco la mostra Mattia Corvino e Firenze. Arte e umanesimo alla corte del re di Ungheria (10 ottobre 2013 - 5 gennaio 2014), incentrata sulla straordinaria stagione dell’Umanesimo quattrocentesco alla corte di Buda e sulla potente personalità del re Mattia Corvino, mecenate e bibliofilo appassionato, che si riforniva di codici miniati a Firenze e contava sull’amicizia di Lorenzo il Magnifico. Anche i molti fiorentini che raggiunsero l’Ungheria, come il misterioso “grasso legnaiolo”beffato dal Brunelleschi e il condottiero Pippo Spano, contribuirono a mantenere vivo il legame tra i due centri rinascimentali. Pur nella varietà, una sorta di collegamento fra le mostre si può riconoscere nella ricorrente e pervasiva bellezza dei materiali esposti, dai capolavori di pittura e scultura alle pregiate suppellettili delle Arti e del papa, dalle torniture lambiccate degli avori alle forme eleganti delle porcellane: itinerari storici, certo, ma anche indicazioni preziose nel nostro presente, perché si capisca, si insegua, si protegga la bellezza della creazione umana e della natura. A esporre al grande pubblico internazionale questo autentico caleidoscopio di argomenti concorrono opere d’arte e documenti di ogni possibile tipologia, appartenenti ai musei stessi o prestati da altri musei e istituti culturali fiorentini, italiani, stranieri. Per ogni mostra un catalogo scientificamente concepito e redatto, reso al tempo stesso attraente dal piglio narrativo e dalle immagini d’alta qualità, fornisce il filo conduttore e serba la memoria. In questa serie di mostre, i musei del Polo fiorentino hanno come di consueto un partner lungimirante e fattivo nel concessionario Ati Giunti, con “Firenze Musei” in ruoli organizzativi fondamentali, e Giunti e Sillabe quali editori dei cataloghi. Partner ulteriori, sostenitori e sponsor confermano la vicinanza del settore privato a questi luoghi e occasioni della cultura  
   
   
PARMA (MUSEO ARCHEOLOGICO, PALAZZO DELLA PILOTTA, PIAZZA DELLA PILOTTA, 5): STORIE DELLA PRIMA PARMA - ETRUSCHI, GALLI, ROMANI - LE ORIGINI DELLA CITTÀ ALLA LUCE DELLE NUOVE SCOPERTE ARCHEOLOGICHE - 12 GENNAIO/2 GIUGNO 2013  
 
Il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Direzione Generale per le Antichità e Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia Romagna, con il fondamentale sostegno di Fondazione Cariparma e con il contributo del Comune di Parma, promuovono l’iniziativa culturale “Storie della prima Parma”, consistente in un’esposizione presso il Museo Archeologico Nazionale di Parma – Palazzo della Pilotta, e in una serie di pubblicazioni ad essa collegate: Storie della prima Parma. Etruschi, Galli, Romani: le origini della città alla luce delle nuove scoperte archeologiche, Catalogo della mostra; Storie della prima Parma, Guida breve alla mostra; Parma etrusca, volume di studi miscellanei I volumi sono pubblicati per i tipi della casa editrice «L’erma» di Bretschneider, che è anche concessionario unico per la realizzazione dell’esposizione. Il catalogo è stato realizzato con il contributo della Associazione Nazionale Costruttori Edili di Parma. Obiettivo primario dell’iniziativa, che coinvolge istituzioni pubbliche e private sia locali che a livello nazionale, unite nel comune intento di promuovere e diffondere la conoscenza dell’archeologia in ambito locale ed internazionale, è la presentazione di nuove scoperte di scavo avvenute in anni recenti nel territorio di Parma, scoperte che contribuiscono a ridisegnare il quadro storico finora noto per le fasi più antiche della città. Per valorizzare nel senso più completo del termine tali ritrovamenti, si è scelto da un lato un consistente aggiornamento dei dati noti accompagnato da approfondimenti storico-critici attraverso una pubblicazione scientifica destinata agli specialisti, dall’altro una ‘restituzione’ degli stessi dati alla cittadinanza mediante un’esposizione temporanea rivolta al grande pubblico. Ciò nella convinzione che portare fuori dal ristretto ambito accademico conoscenze – che entrino a far parte del patrimonio di tutti e contribuiscano all’acquisizione di una maggiore identità culturale – possa dare un maggiore senso all’attività di tutela condotta quotidianamente dalla Soprintendenza, agli oneri economici sostenuti dai tanti imprenditori che si trovano confrontarsi con il problema dei rinvenimenti archeologici, ai piccoli disagi inflitti alla cittadinanza con l’esecuzione degli scavi. Le fonti antiche ci raccontano che Parma, fondata come colonia romana nel 183 a.C., sorgeva su un territorio appartenuto prima agli Etruschi e poi ai Galli. Sorta su un sito che all’attrattiva della disponibilità d’acqua e di terreno abitabile aggiungeva la posizione lungo antichissime vie commerciali che attraversavano la regione emiliana, Parma è pertanto una città nata più volte: per questo motivo parliamo di ‘storie’, alludendo a momenti di sviluppo della città che nel tempo hanno avuto caratterizzazioni diverse, determinando vere e proprie soluzioni di continuità e nuovi ‘inizi’ della sua vicenda storica. Le scoperte archeologiche dell’ultimo decennio, rimaste finora inedite, hanno dunque riportato alla ribalta il ruolo del centro in epoca preromana nell’ambito della regione emiliana occidentale, da sempre ‘terra di confine’ posta tra l’Etruria propria e e le culture dell’Italia settentrionale (Veneti, Liguri, cultura di Golasecca), nonché punto di passaggio obbligato per le comunicazioni con i Celti d’Oltralpe. Si tratta di una serie di insediamenti di tipo stabile e di sepolture che si collocano intorno al centro urbano attuale e che testimoniano la continuità di occupazione a partire almeno dal Vii secolo a.C. Avanzato. Caratterizzati dalla presenza di materiali che denotano profondi legami con il mondo etrusco, questi ritrovamenti mostrano al tempo stesso connotazioni riconducibili a una ‘cultura mista’ determinata proprio dalla posizione della città e dal suo contatto con le diverse culture circostanti, e consentono pertanto di chiarirne meglio il ruolo storico anche nel più vasto ambito regionale. Una stessa fortunata stagione di scavi e scoperte ha messo in luce i documenti archeologici della prima occupazione di Parma in epoca romana, dopo la ‘parentesi’ gallica durata per oltre due secoli e di cui soltanto ora sono state scoperte le prime testimonianze materiali. È così risultato che, dopo la parentesi del V e del Iv secolo a.C., le cui scarse testimonianze sembrano attestare la riduzione o la scomparsa dei centri abitati precedenti in corrispondenza con la prima presenza celtica nella pianura Padana, nel corso del Iii secolo il popolamento di Parma ha conosciuto un rinnovamento, in forme strutturate, con una concentrazione di tracce di abitato nel sito della città attuale, che preludono all’installazione della colonia nel 183 a.C. È perciò nel contesto di un centro già formato, il quale in età gallica rivitalizzava il popolamento etrusco di età arcaica, che si installarono i coloni Romani. Di questa colonia gli scavi degli ultimi decenni hanno rivelato le testimonianze più antiche, sia dal punto di vista della vita civile che delle forme di culto, dove meglio si esprime il confronto tra la cultura latina ed italica con il mondo celtico e ligure. Grazie a un esemplare incontro tra i dati archeologici e le fonti letterarie (che in futuro avrà eco anche nei libri di scuola), viene così pienamente confermato il resoconto dello storico latino Tito Livio, che ricorda come “a Modena e a Parma furono fondate colonie di cittadini Romani, nel territorio che poco prima era stato dei (Galli) Boi, e prima ancora degli Etruschi. Info: Museo Archeologico Nazionale di Parma - tel. (+39) 0521 233718 - fax (+39) 0521 386112 - sba-ero.Museoarchparma@beniculturali.it  - www.Archeobo.arti.beniculturali.it/parma/index.htm ; «L’erma» di Bretschneider - tel. (+39) 06 6874127 - lerma@lerma.It  - www.Lerma.it  
   
   
OLANDA (HERMITAGE AMSTERDAM): MOSTRE  
 
Il 2013 sarà l’anno dei Paesi Bassi e della Russia, e per l’occasione l’Hermitage Amsterdam inaugurerà una grande mostra dedicata allo zar Pietro il Grande (1672 – 1725), una figura innovativa per il proprio Paese. La mostra fornisce un quadro completo di questo originale zar russo, innovativo e curioso che, investito del titolo a soli 17 anni, era fermamente deciso nel modernizzare il proprio Paese. Egli riuscì nell’intento di riformare l’esercito e la chiesa, ampliò il commercio e l’industria, e infine migliorò l’istruzione e la sanità per il proprio popolo. Innalzò la Russia al pari di una potenza europea, dandole una nuova capitale: San Pietroburgo, “la finestra sull’Occidente”. Attraverso oggetti quali dipinti, gioielli, armi e documenti unici, la mostra regala una panoramica sulla vita di una delle figure più intriganti della storia mondiale. Egli stesso, in gioventù, si circondò di oggetti d’arte tra cui un Rembrandt (acquistato per 80 fiorini), con il quale gettò le basi per la collezione dell’Hermitage di San Pietroburgo. Viaggiatore quale era, Pietro il Grande fece due viaggi nell’Europa Occidentale. In una di queste occasioni visitò la Repubblica dei Paesi Bassi, dove si lasciò ispirare in particolar modo da Amsterdam, uno dei centri mondiali del commercio e della scienza, che prese ad esempio per la fondazione della sua nuova capitale russa. In particolare la mentalità liberale e i canali unici nel loro genere furono per lui di grande impatto. La sua trascinante curiosità era davvero notevole, e gli permise di allacciare rapporti duraturi con personalità olandesi preminenti quali Nicolaas Witsen (sindaco di Amsterdam), Christoffel van Brants (trasportatore e commerciante di grano e armi), Albert Seba (farmacista e collezionista di prodotti naturali) e Frederik Ruysch (medico, anatomista e botanico). Come una spugna, Pietro il Grande assorbì le loro conoscenze, che mise in pratica nella costruzione di navi e strumenti, e nell’arte della falegnameria; era inoltre in grado di praticare incisioni, autopsie, estrazioni dentarie, di produrre carta, di dedicarsi al giardinaggio, ai processi di stampa e tanto altro. Come nessun altro, egli seppe riconoscere l’importanza della manodopera, tanto da essere in grado di padroneggiare ben quattordici mestieri. Basta osservare come mise in pratica queste sue conoscenze in Russia, per capire quanto lo zar fosse una persona amante dell’innovazione. In particolare i molti oggetti personali dello zar, tra cui i magnifici costumi e il carro, dimostrano quanto i suoi gusti fossero influenzati dall’Occidente europeo. La collezione del Museo Statale Hermitage di San Pietroburgo è il punto di partenza della mostra, arricchita da collezioni provenienti da musei e istituti nazionali e internazionali. --- L’anno dei Paesi Bassi e della Russia Il 2013 si svolgerà nel segno dello speciale rapporto tra la Russia, l’Olanda e Amsterdam. Sin dal Secolo d’Oro infatti, i due Paesi erano importanti partner commerciali, e hanno consolidato i loro rapporti nei secoli successivi. Così nel 1813, con la caduta di Napoleone, i Cosacchi avanzarono fino alle porte di Amsterdam, e molti degli Orange si unirono in matrimonio con membri della dinastia Romanov. I legami tra Russia e Paesi Bassi vennero infine coronati nel 2009 con l’apertura dell’Hermitage Amsterdam, il satellite in Europa Occidentale del famoso Museo di San Pietroburgo. 4 Aja (Gemeentemuseum Den Haag): La meraviglia delle ceramiche Blu di Delft - fino a metà 2014 Le famose ceramiche blu di Delft sono considerate simbolo del benessere olandese durante il Secolo d’Oro. Nonostante ciò, questi pezzi così importanti per il patrimonio culturale olandese, non si vedono spesso nei musei. Il Gemeentemuseum de L’aja, che possiede una delle più grandi collezioni al mondo di ceramiche di Delft, va controtendenza. Attraverso l’esposizione permanente che dal 1 dicembre sarà allestita nelle sale del museo, viene raccontata l’interessante storia di quattro secoli delle famose porcellane blu, accanto alle quali saranno esposti anche esemplari multicolore, particolari vasi per tulipani e piatti dalle decorazioni più semplici. Un’installazione inoltre, mostra come ancora oggi i designer traggano ispirazione dai modelli più antichi. Insomma, le porcellane blu di Delft sono molto amate anche ai giorni nostri! La Compagnia delle Indie Orientali (in olandese Voc) fece conoscere ai connazionali olandesi le porcellane orientali all’inizio del Xvii secolo. La lucentezza, le magnifiche decorazioni e le forme esotiche stimolavano la fantasia, ma solo i cittadini più facoltosi potevano permettersi questi prodotti pregiati provenienti dalla Cina. L’industria manifatturiera delle porcellane di Delft accettò la sfida, cercando di riprodurre il più fedelmente possibile le caratteristiche dei prodotti cinesi. E vi riuscì con successo, poiché i suoi pezzi raffinati e lussuosi furono riconosciuti in tutto il mondo come la migliore alternativa alle porcellane da importazione: si incominciò così a parlare delle “porcellane di Delft”. Intorno al 1660, quando Vermeer realizzò il suo famoso dipinto Veduta di Delft, la città contava già diversi produttori di ceramiche. Nel Xvii e all’inizio del Xviii secolo, Delft divenne leader incontrastata delle porcellane blu. La meraviglia delle Ceramiche Blu di Delft dona una visione completa dell’industria manifatturiera delle porcellane di Delft attraverso i secoli, con una esposizione interessante non solo per il pubblico nazionale, ma anche per i turisti. Si noterà come queste porcellane occidentali abbiano avuto un forte impatto sulla cultura olandese, e che esercitano un fascino ancora molto forte, ed ispira anche diversi artisti e designer moderni. Questa continuità viene messa in mostra proprio al Gemeentemuseum de L’aja, dove si possono trovare pezzi antichi accanto alle creazioni più moderne del Xx secolo. Info: msmit@gemeentemuseum.Nl  - http://www.gemeentemuseum.nl/    
   
   
FONDAZIONE ANTONIO MAZZOTTA INAUGURA IN INDIA LE ATTIVITÀ DEL 2013 - FAM RAPPRESENTA L’ITALIA ALLA IV EDIZIONE DI [EN]COUNTERS-POWERPLAY, MUMBAI (INDIA)  
 
La Fondazione Antonio Mazzotta è l’istituzione italiana invitata a Mumbai per [en]counters, la manifestazione di arte pubblica che ogni anno a gennaio anima la città più grande e rappresentativa dell’India. L’iniziativa è ideata e prodotta dal gruppo indipendente di curatori e artisti Artoxygen (uno dei fondatori, Claudio Maffioletti, è italiano) e da Asia Art Projects, entrambi attivi a Mumbai, con la collaborazione di Studiox e Celebrate Bandra Trust. L’edizione 2013 di [en]counters-powerPlay (11-20 gennaio 2013) coinvolge istituzioni, curatori e artisti attivi in India e per la prima volta apre alla partecipazione di Hong Kong, Australia, Germania e Italia. Per articolare il contributo italiano a questa manifestazione, unica nel panorama internazionale, Martina Mazzotta ha scelto di coinvolgere il musicista e artista visuale Pietro Pirelli. La loro recente collaborazione nell’ambito della mostra “Pelle di donna. Identità e bellezza tra arte scienza” (Triennale di Milano, gennaio-febbraio 2012), con l’ormai noto Idrofono Pelle di donna appositamente realizzato, ha riscosso enorme successo di critica e di pubblico. Mumbai, la megalopoli di oltre venti milioni di abitanti che condensa in sé – e in maniera estrema – tutte le caratteristiche dell’India di ieri e di oggi, sarà animata da opere, installazioni e interventi di arte partecipativa in spazi pubblici, identificati in punti strategici della città. [en]counters elegge ogni anno un tema, una linea-guida per la manifestazione che miri a risvegliare il senso di identità collettiva, promuovere dibattiti e sviluppare idee per rendere la città un luogo più vivibile, con ricadute in termini culturali, economici e sociali sulla comunità. Nelle prime tre edizioni [en]counters ha affrontato grandi temi quali le diversità identitarie (2010, Talking Sites), l’acqua (2011, The Fluid City) e ha investigato l’idea di territorio nelle sue diverse declinazioni di suolo, terreno, paesaggio e patrimonio artistico (2012, land(of)mine). Per il 2013 il tema proposto riguarda l’energia, intesa come potenza, luce e connessione tra le persone. L’ambizione è quella di creare attraverso l’arte punti di intersezione e incontro in spazi quali spiagge e giardini, in un paesaggio urbano che si sta sviluppando in verticale e attraverso il cemento, con conseguente spostamento del centro nella City. L’intento è quello di mettere in luce come gli spazi pubblici possano essere utilizzati quali aree interattive che influenzino positivamente i nostri stili di vita. Pirelli è un artista-sciamano, un poeta della luce e del suono che ha viaggiato spesso in India. È conosciuto per le sue performances con le Pietre sonore di Pinuccio Sciola, per l’Arpa di luce, per l’opera Artificiale-naturale con mano di ghiaccio e per il suo ruolo nel gruppo Agon (punto di riferimento a Milano e in Italia per la ricerca multimediale e la sperimentazione musicale e artistica). Pirelli elaborerà il tema di [en]counters-powerPlay 2013 attraverso i suoi Idrofoni, installati nel cuore di Mumbai, che trasformeranno il paesaggio sonoro della città in melodie visuali utilizzando luce e acqua. Il suono della città entrerà nelle sue “lampade sensibili” per riemergerne in forma luminosa in piscine sonore: si tratta di dischi, recipienti sospesi e trasparenti riempiti con un velo d’acqua che, captando i suoni della metropoli e del traffico, si mettono in movimento e modulano il fascio di luce che l’attraversa. Il moto ondoso scolpisce una serie di immagini in divenire che si proiettano a terra e sulle superfici circostanti. Qualcuno – e le fasce di pubblico coinvolte saranno davvero eterogenee! – vorrà cantarci dentro… I luoghi di Mumbai che ospiteranno [en]counters-powerPlay 2013 sono: Horniman Circle Garden, Studio X, Juhu Beach, Carter Road Promenade. Sono inoltre previsti a Mumbai eventi collaterali alla manifestazione che coinvolgeranno scuole, istituti di formazione e Ngo’s, nonché una tavola rotonda con curatori e artisti. Alla fine di febbraio 2013, a Milano, avrà luogo un convegno dedicato a [en]counters e alla città di Mumbai più in generale, che coinvolgerà critici, economisti e rappresentanti delle istituzioni. Info: www.Mazzotta.it