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Notiziario Marketpress di Giovedì 05 Ottobre 2006
 
   
  82° CONGRESSO NAZIONALE SIGO: ARCIPELAGO DONNA, ANTICHE SFIDE E NUOVE FRONTIERE - "STERILITá, UNA DIAGNOSI CON MOLTE PROGNOSI”

 
   
  Roma, 5 ottobre 2006 - “Sterilità una diagnosi con molte prognosi”, la lettura magistrale del Prof. Carlo Flamigni, presentata in questi giorni all’82° Congresso Nazionale Sigo, pone l’accento sull’importanza che la diagnosi e i protocolli terapeutici rivestono nella prognosi di questa malattia. E sottolinea le differenze tra il concetto di sterilità ed infertilità evidenziando la necessità di trovare nuove definizioni che meglio identifichino la difficoltà di concepire oggi da parte di 1 coppia su 6 in età fertile (Oms). “Si tende a dare maggiore rilevanza ai fattori cha causano l’infertilità e cioè l’incapacità di portare avanti una gravidanza, l’abortività ripetuta, malattie genetiche e/o infettive, spiega il Prof. Flamigni, quando ci si potrebbe concentrare maggiormente su fattori che forse sono meno evidenti ma frequenti e alla base di una “ipofertilità” della donna e della coppia. Ad esempio, alcune anomalie della tuba, che, pur non ostruendola completamente, possono causare difficoltà nel concepimento”. “Vi sono poi delle tematiche, ben note alla classe medica e agli specialisti della fertilità, ma non alla maggior parte delle persone, aggiunge il professor Flamigni, e che incidono significativamente sulla possibilità di avere figli, come il fattore età, la durata del ciclo mestruale e, non meno importante, la frequenza dei rapporti sessuali”. Quindi, nel ribadire il valore di un corretto inquadramento della problematica che investe la coppia e della scelta dei protocolli terapeutici concludendo, il Prof. Flamigni sottolinea con forza l’importanza del rapporto medico-paziente e del ruolo della comunicazione riguardo i possibili successi ed insuccessi delle terapie. Oggi i bambini nel mondo nati grazie ai trattamenti per l’infertilità sono oltre 3 milioni di cui 1 milione con l’ormone follicolo stimolante (Fsh) prodotto con la tecnica del Dna ricombinante di Organon. .  
   
 

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