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Notiziario Marketpress di Martedì 29 Febbraio 2000
 
   
  CHI GOVERNA LA COMPETIZIONE NELL´ICT IN ITALIA? ALLA CONFERENCE 2000 DI ANFOV I GRANDI PLAYER A CONFRONTO CON AUTORITÀ E MINISTERO DELLE COMUNICAZIONI

 
   
  Milano, 29 febbraio 2000 - Quale concorrenza è possibile in Italia? Permangono vincoli normativi e istituzionali che bloccano l´attività dei new commers nelle telecomunicazioni? Quale ruolo il paese può giocare all´interno di una competizione globale che vede alleanze colossali come quella rappresentata dalla fusione Aol/time Warner? Esistono spazi per lo sviluppo di nuovi servizi, quelli resi disponibili ad esempio dalla tecnologia a larga banda? Su questi e altri temi Anfov, l´associazione per la convergenza nei servizi di comunicazione che rappresenta e raggruppa - unica in Italia - l´intera catena del valore del settore Ict, ha chiamato ad un franco e serrato confronto i grandi player del settore e le istituzioni , Autorità per le Garanzie nelle comunicazioni e, in rappresentanza del Governo, il Ministero delle Comunicazioni. "In poco meno di due anni sono state rilasciate oltre 90 licenze ma quale è la soglia di concorrenza reale nei servizi voce, dati e Internet? Quale contributo stanno inoltre dando le nuove società allo sviluppo della net society? Certamente nel corso del 1999 è stato fatto un grande sforzo da parte dell´Autorità per individuare e sciogliere gli ostacoli al contesto competitivo, tuttavia permane il dubbio che lo scenario sia ancora debole per un vero decollo dei servizi avanzati di telecomunicazioni. In questi mesi abbiamo assistito al boom in Borsa dei titoli legati alla Rete e il profilarsi di convergenze non soltanto tecnologiche ma anche di interessi, sull´esempio dell´ operazione Aol-time Warner: a quale scenario ci si prepara dunque in Italia? Parteciperemo anche noi al festival delle grandi alleanze e con quali prospettive di equilibrio? " Sono questi alcuni quesiti che Nino Catania, Direttore Generale Anfov, ha introdotto nel corso dell´apertura dei lavori, I temi sul tappeto per competitor e istituzioni relativamente a Interne! e convergenza sono numerosi. La massiccia disponibilità di nuove tecnologie per l´accesso a Internet e alla Tv creerà maggiore competitivita nell´offerta o procurerà nuovi conflitti e confusione senza il supporto di un sistema regolatorio pronto ad adeguarsi ai nuovi profili d´ingresso in un mercato più sostanzioso ma forse inizialmente ridondante? Il tutto mentre l´Europa pone ufficialmente alle autorità di regolazione nazionali l´esigenza di enunciare principi normativi nuovi in grado da un lato di regolare nuovi mercati e dall´altro di procedere ad una revisione normativa orientata alla "soft law", cioè al minor numero di interventi regolatori possibili e ispirata più alla flessibilità che alla rigidità (con tutti i rischi connessi). "Un quadro certamente articolato e complesso", ha concluso Catania. "E mentre utenti e consumatori si attendono di potere realmente fruire della competizione basata, in modo trasparente, su qualità e prezzo, a tutti piacerebbe anche che nel 2000, per una sorta di assestamento di opinione oltre che di eventi maturati, mercato e istituzioni si abituassero definitivamente a indicare Telecom Italia sempre meno come "ex monopolista" e sempre più come "concorrente". Spunti e riflessioni sullo scenario Internet e sulla "consistenza" dei servizi di comunicazione sono stati tracciati da Roberto Azzano, senior consultant di Databank Consulting nella presentazione del sesto rapporto Anfov. "Il 1999 è stato l´anno del decollo di Internet: il fenomeno free Internet ha fatto registrare una impennata degli abbonati consumer, stimati a fine anno in oltre 3 milioni e 700. 000, primo zoccolo duro per la creazione di un mercato di massa per i servizi on line ", ha dichiarato Roberto Azzano " E´ ipotizzabile che questa tendenza subisca ulteriori accelerazioni e che l´Italia colmi velocemente Ì gap registrati nei confronti di altri Paesi. Il secondo fattore di rilievo che il 1999 ha messo in luce è quello della sfida rappresentata dall´e-commerce, il vero nuovo modello di business della net economy che impatterà enormemente nei prossimi anni sulle piccole e medie imprese italiane. Il mercato dell’e-commerce si è attestato intorno agli 850 miliardi di cui soltanto 450 miliardi su siti italiani . Il valore dell´e-commerce in Italia sembra infatti derivare prevalentemente da acquisti effettuati da consumatori italiani su siti stranieri, piuttosto che da transazioni effettuate da consumatori stranieri o italiani su siti delle imprese italiane. Se questa tendenza non verrà contrastata", ha precisato Azzano" il commercio elettronico che nel 2002 raggiungerà i 12. 000 miliardi, interesserà soltanto per 7. 400 miliardi le imprese italiane mentre ben 6. 000 andranno a vantaggio delle società estere. Ci sembra questo un segnale che non possa essere trascurato da parte delle istituzioni, delle associazioni di categoria, delle stesse imprese che dovranno trovare efficaci strumenti di sviluppo dell´economia Web per arginare un fenomeno che impatta sulla bilancia commerciale del paese. " La spinta allo sviluppo della net economy è stato il punto focale del workshop "Larghezza di banda a. Volontà" nel corso del quale, come ha sottolineato Achille De Tommaso, Vice Presidente Anfov, " l´Italia sta cercando di colmare il gap che la separa da altri Paesi europei La richiesta di banda infatti raddoppia, in Europa, ogni settimana. In Italia riscontriamo una liberalizzazione nei servizi voce, ma un monopolio, di fatto, ancora esistente nella trasmissione dei dati. Le prospettive di sviluppo dell´ Adsl delle tecnologie Wap e Umts, nonché delle nuove reti ad alta capacità di banda a fibre ottiche sono molto elevate in termini di disponibilità di nuovi servizi per imprese e famiglie. Ciononostante, la mancanza di regole chiare per la costruzione delle reti di accesso sta rallentando enormemente l´introduzione di nuovi servizi e della concorrenza. La vera concorrenza fra i servizi Vas mobili e su rete fissa, pur iniziata per alcuni servizi di trasporto (short message services) e di informazione, deve ancora veramente delinearsi. Quello che risulta positivo è la consapevolezza da parte di alcune istituzioni del ruolo che le nuove infrastrutture di rete possono giocare nel Paese in termini di sviluppo della società dell´informazione. E9 importante che queste istituzioni, ora, definiscano le politiche e le regole per la costruzione di queste infrastrutture. Ai fornitori e alla libera concorrenza, il compito di promuovere e sviluppare su infrastrutture diverse tutti quei servizi che il mercato sceglierà in base a qualità, facilità d’ccesso, rapporto costi/benefìci". Il rapporto Anfov si chiude con un capitolo "raccomandazioni" che Franco Morganti, Vice Presidente Anfov ha riportato all´attenzione della platea. "Come è noto la regolamentazione italiana e in gran parte quella europea, non valuta i costi degli operatori dominanti in base ai principi "Forward Looking-long Run Incrementai Cost". I costi analizzati sono per lo più storici, non incrementali, full costs dichiarati dagli incumbent. Ne deriva che tutta la regolamentazione tariffaria - il ribilanciamento, il riassetto di prossimità, il riconoscimento del deficit dell´accesso, il costo del servizio universale, ecc. - è stata basata su criteri di benchmarkmg, o dì best practices, quindi per sua natura negoziale, anziché impositiva. La trasparenza e l´orientamento ai costi di certe parti dell´offerta Telecom Italia, ad esempio i circuiti affittati, ne ha sensibilmente sofferto. "Il tema ha aggiunto Morganti si ripropone ora per gli operatori di telefonia mobile. La recente modifica tariffaria per le chiamate fisso-mobile, per preservare la quota di terminazione mobile, schiaccia notevolmente la quota di pertinenza della telefonia fissa, al di sotto della stessa tariffa urbana, che normalmente viene considerata poco remunerativa. La catena di controllo fra l´operatore dominante e la sua partecipazione mobile consente tuttavia un riequilibrio di cui non potranno usufruire i nuovi operatori di rete fissa" Sarà possibile uscire da questo impasse e se sì quando?" Alle istituzioni Anfov ha posto sul tappeto a conclusione della giornata alcune problematiche fiscali e di incentivazioni . Sul primo argomento Anfov segnala come il governo non abbia recepito nella finanziaria alcuna richiesta di riduzione dell´Iva sulle transazioni in rete (ora al 20%). Permangono pertanto enormi divario fra l´imposta prevista per l´editoria elettronica e quella per l´editoria cartacea (al 4%). Non è neppure stata accolta l´istanza per l´esonero da fatturazione, ricevuta e scontrino fiscale per gli acquisti in rete inferiori alle 100. 000 lire. Sul fronte incentivi Anfov ha ribadito che poco è stato fatto per quanto riguarda il commercio elettronico. In particolare Anfov ha ricordato come una proposta formulata nel 1999 da Smau che richiedeva, sotto forma di credito di imposta, circa 1000 miliardi di incentivi sull´arco di tré anni, sia stata accolta dal governo nel principio ma non nella sua reale dimensione. La proposta avrebbe potuto dimezzare il deficit italiano previsto per il 2004 in circa 20. 000 miliardi. La Legge finanziaria per il 2000 ha limitato il contributo a 240 miliardi sui tré anni, riducendo sensibilmente l´impatto del provvedimento. "Sembra che non vi sia da parte del governo la percezione del concetto di elasticità della domanda al prezzo, attraverso la quale un´apparente diminuzione di gettito possa, attraverso lo sviluppo di nuovi prodotti e servizi, tradursi in un incremento dell´economia e, quindi, anche di gettito", ha concluso Moranti. Per informazioni: Ufficio Stampa Anfov Maria Cristina Bianchi - 0337. 271101 .  
   
 

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