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Notiziario Marketpress di Venerdì 16 Giugno 2000
 
   
  IL FUTURO DEI LONGOBARDI. L’ITALIA E LA COSTRUZIONE DELL’EUROPA DI CARLO MAGNO.

 
   
  Basilica di Santa Giulia e San Salvatore a Brescia, dal 17 giugno al 19 novembre. S’inaugura una mostra-evento di rilievo dal 17 giugno al 19 novembre, nel complesso monastico di origine longobarda di Santa Giulia e nella suggestiva Basilica di San Salvatore a Brescia, riproponendo la grande eredità culturale lasciataci dai longobardi. Ci riporta ai tempi di Alboino e Rosmunda, di Autari e Teodolinda, di Teodorico e di Amalasunta, di Desiderio e Ansa, documentando attraverso circa 400 opere di enorme interesse e suggestione, la trasformazione di un popolo, che giunto in Italia alla fine del Vi secolo come conquistatore, si è fuso con la popolazione locale divenendo protagonista primario della storia della penisola italiana. Da guerrieri a politici, intellettuali e promotori delle arti; da pagani – o ariani – a cattolici; da germani a italiani. Il fecondo incontro tra la cultura germanica e quella latina portò allo sviluppo di una civiltà ricca e complessa e alla formazione di una vera e propria "identità italiana". Contribuì alla rinascita carolingia nelle arti e nelle lettere e alla formazione dell’Europa di Carlo Magno e degli sviluppi dell’area mediterranea. La storia longobarda, a partire dallo scorcio del Vii secolo va vista, nell’ottica moderna, come un fenomeno aperto a ipotesi diverse di civiltà e forme politiche. L’arrivo di Carlo Magno (774) documenta il "futuro" di questo popolo, nel regno dei Franchi, nelle terre dei Longobardi del sud e sulle coste della Dalmazia, dove si affacciano alla storia europea le stirpi slave. La rassegna riunisce reperti emersi da recenti scavi, le magiche forme dello smalto cloisonné, una tecnica sofisticata di grande fascino – di cui furono maestri - superbi oggetti della metallurgia, gioielli monumentali, sculture, splendidi codici miniati e un corpus di un centinaio di monete longobarde. E inoltre esempi della tradizione figurativa occidentale, opposta all’iconoclastismo bizantino, come gli affreschi della Basilica di S. Maria Maggiore nel monastero di San Vincenzo al Volturno, vera "Pompei del Medioevo", la documentazione della Tomba di Ariperga recentemente scoperta nella Chiesa di San Felice a Pavia, ai reliquari in osso e legno dal monastero di Novalesa. La prestigiosa sede museale è depositaria di testimonianze uniche come le architetturre altomedioevali presenti in loco. Di particolare interesse la ricostruzione su scala monumentale della chiesa abbaziale di San Vincenzo al Volturno, nel Molise, dove è in corso una missione archeologica volta a esplorare l’estesa area e per ridefinire i contorni della logica progettuale d’età carolingia. L’antico nucleo insediativo dell’abbazia – che occupava l’area di un insediamento tardoromano, si trasformò radicalmente a partire dalla fine del Viii secolo. La mostra propone in un plastico la rappresentazione schematica della "città monastica" di San Vicenzo al Volturno all’apogeo del suo sviluppo (intorno all’840 circa), quando progettò l’ampliamento del complesso abbaziale, un edificio basilicale a tre navate. Del vasto sito sono state rilevate parti significative come le grandi linee della planimetria della chiesa di San Vincenzo Maggiore, fatta costruire dall’abate Giosuè a partire dal 795 circa e il complesso di edifici gravitanti intorno alla originaria chiesa di San Vincenzo Minore. Curatori della mostra il Prof. Carlo Bertelli e il Prof. Gian Pietro Brogiolo coadiuvati dalla Direzione dei Civici Musei di Brescia. Direttore del Comitato Scientifico,il Prof. Jacques le Goff. Info 800 762 811 . 041/5904893. .  
   
 

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