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Notiziario Marketpress di Giovedì 08 Ottobre 2009
 
   
  STUDIO SCOPRE DIFFERENZE REGIONALI NELLA VALUTAZIONE DEL RISCHIO DELL´INFLUENZA SUINA

 
   
  Bruxelles, 8 ottobre 2009 - Un team internazionale di ricercatori ha scoperto notevoli differenze regionali nella risposta dei cittadini alla minaccia dell´influenza suina. Secondo lo studio, pubblicato sulla rivista ad accesso libero Bmc Infectious Diseases, soltanto il 26% degli individui erano "molto preoccupati" di ammalarsi di influenza. Tuttavia, soltanto il 5% degli europei ha ammesso di essere molto preoccupato, rispetto al 42% dei partecipanti malesi. Le scoperte sono basate sulle dichiarazioni fornite da un totale di 328 individui - in Europa e Malesia - che hanno compilato un questionario online nei sei giorni successivi al lancio del livello d´allerta 5 da parte dell´Organizzazione mondiale della sanità (Oms). La risposta europea è arrivata soprattutto dal Regno Unito e dal Portogallo. Il questionario era focalizzato sui cambiamenti nell´uso dei trasporti pubblici, acquisto di prodotti per affrontare una pandemia, indicatori dell´ansia, stime del tasso di mortalità a causa dell´influenza stagionale, efficacia dei vaccini per l´influenza stagionale e cambiamenti nel consumo di carne di maiale. Le risposte hanno rivelato che nella maggior parte dei casi, i partecipanti malesi erano più propensi a cambiare le proprie abitudini - a causa della minaccia di influenza suina - rispetto agli europei. Ad esempio, il 48% dei malesi ha riportato un uso ridotto dei mezzi pubblici al fine di ridurre l´esposizione al virus, mentre soltanto il 22% degli europei ha adottato misure simili. Alla fine dello studio (dal 30 aprile al 6 maggio), c´erano 27 casi di influenza suina conclamati in Europa, ma nessun caso in Asia. Comunque, "i malesi erano particolarmente preoccupati per la pandemia - nonostante la mancanza di casi di questa influenza in Malesia durante il periodo della ricerca - probabilmente a causa della recente influenza aviaria nel paese", si legge nel documento. Inoltre, i ricercatori hanno scoperto che gli europei sottovalutano molto i tassi di mortalità dell´influenza stagionale: il 64% riteneva che essa uccidesse ogni anno meno di 100. 000 persone al mondo. In realtà, i numeri effettivi si aggirano tra i 250. 000 e 500. 000 l´anno. Dei partecipanti europei, il 26% era erroneamente convinto che la vaccinazione contro l´influenza stagionale offrisse anche l´immunizzazione contro l´influenza suina. "Nonostante le campagne dei media e dei governi in tutta Europa, risulta che occorrono maggiori informazioni relative alla sintomatologia e immunizzazione", commenta il primo autore dello studio, il dottor Robin Goodwin della Brunel University a Uxbridge, nel Regno Unito. Al quesito di individuare i gruppi particolarmente a rischio di infezione, entrambi i gruppi hanno indicato le persone immunodepresse (87%), gli allevatori di maiali (70%), gli anziani (57%), le prostitute/persone con un´intensa attività sessuale (53%) e i senzatetto (53%). Tuttavia, gli Europei erano più protesi a considerare a rischio gli anziani e le persone immunodepresse, mentre i partecipanti malesi ritenevano potenzialmente più a rischio gli allevatori di maiali, gli agricoltori, gli omosessuali e le prostitute. "Durante le pandemie potrebbero essere i gruppi ´marginali´ quelli più esposti a discriminazione", avverte il dottor Goodwin. "Le autorità politiche e sanitarie devono essere consapevoli della crescente stereotipizzazione e dei pregiudizi nei confronti di tali gruppi. " Per ulteriori informazioni, visitare: Bmc Infectious Diseases: http://www. Biomedcentral. Com/bmcinfectdis/ Brunel University: http://www. Brunel. Ac. Uk/ .  
   
 

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