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Notiziario Marketpress di Martedì 13 Ottobre 2009
 
   
  APRE A FOLIGNO (PG) IL CENTRO ITALIANO D´ARTE CONTEMPORANEA DAL 15 NOVEMBRE 2009 AL 14 GENNAIO 2010 LA MOSTRA SPAZIO, TEMPO, IMMAGINE

 
   
   Foligno, 13 ottobre 2009 - L’esposizione ripercorre, a distanza di quarant’anni, la rivoluzionaria iniziativa allestita nella città umbra nel 1967, che sovvertiva il rapporto che legava l’opera d’arte e lo spazio che le conteneva, presentando, per la prima volta al mondo, un insieme composto unicamente da ambienti ideati dagli artisti. La rassegna proporrà la ricostruzione di alcuni ambienti e le opere di tutti quegli artisti che parteciparono a quella innovativa mostra, da Getulio Alviani a Enrico Castellani, da Lucio Fontana a Luciano Fabro, e di quelli che, pur non essendo presenti, facevano parte di quel momento culturale, come Giulio Paolini, Yannis Kounellis, Mario Schifano, Mimmo Rotella, Bruno Munari, Francesco Lo Savio, fino a giungere ai nostri giorni, con le ricerche di Mario Giacomelli, Gabriele Basilico e Grazia Toderi, rimasti coerentemente legate alle premesse di quegli anni. Foligno torna a essere un centro di cultura attiva. Apre infatti al pubblico il Centro Italiano d´Arte Contemporanea, un nuovo spazio espositivo nel cuore della città umbra, realizzato grazie alla sinergia del Comune di Foligno, della Regione Umbria, della Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno e della Cassa di Risparmio di Foligno, con la mostra Spazio, Tempo, Immagine, curata da Italo Tomassoni e coordinata da Diora Fraglica, in programma dal 15 novembre 2009 al 14 gennaio 2010. L’evento riprende, a oltre quarant’anni di distanza, l’iniziativa dal titolo Lo spazio dell’immagine, tenutasi nel 1967 nei saloni di Palazzo Trinci, che ha segnato l’identità di questa città nel suo rapporto con l’arte contemporanea e che sovvertiva il rapporto che legava l’opera d’arte e lo spazio che le conteneva, presentando, per la prima volta al mondo, un insieme composto unicamente da ambienti ideati dagli artisti . Da quel momento, sarebbero saltati i vecchi parametri che avevano, fino ad allora, regolato le vicende artistiche segnando gli indirizzi futuri dell’arte moderna. L’esposizione venne curata da un gruppo di storici dell’arte formato da Umbro Apollonio, Giulio Carlo Argan, Palma Bucarelli, Maurizio Calvesi, Germano Celant, Gillo Dorfles, Christopher Finch, Udo Kultermann, Giuseppe Marchiori, Lara Vinca Masini. Proprio Giuseppe Marchiori, nel suo testo in catalogo, ne spiegava le finalità: “Abbiamo affidato ad alcuni giovani che noi consideriamo i migliori in Italia, la possibilità di creare un insieme di sale indipendenti l’una dall’altra ma legate da un filo conduttore che è il senso del tempo, che è qualche cosa che non appartiene più alla cultura di un tempo ma è la proposta di una nuova cultura (. )”. Lo spazio dell’immagine venne salutata da commenti entusiasti da artisti e critici; Mario Ceroli, ad esempio, affermò che fosse “la cosa più interessante che si sia fatta negli ultimi anni in Italia e in Europa”, o Gregory Von Rezzori, “La più bella cosa che abbia visto recentemente. Né in America né tanto meno a Parigi si sono mai viste cose di questo genere. A mio parere questa mostra rappresenta un momento importantissimo, direi addirittura una svolta decisiva”, e ancora Getulio Alviani,“la mostra di Foligno rappresenta un fatto coraggioso, stimolante e da continuare”. In un’intervista televisiva dell’epoca Lucio Fontana dichiarava, con infallibile preveggenza, che a Foligno stava nascendo un nuovo fatto talmente importante che avrebbe modificato il corso dello sviluppo stesso dell’arte futura. E ora, a più di quarant’anni di distanza, Spazio, Tempo, Immagine, torna per testimoniare quanto quell’esperienza sia rimasta ben presente all’interno della storia artistica di Foligno. Al Centro Italiano d’Arte Contemporanea, il percorso espositivo seguirà due sezioni ben distinte. La prima dimostrerà la vitalità, nel tempo, di quell’operazione, documentando le ricerche rimaste coerentemente legate alle premesse di quegli anni, con la ricostruzione degli ambienti di Luciano Fabro, Gino Marotta e Michelangelo Pistoletto, e le opere, sia sculture che pitture, di tutti quegli artisti che allora parteciparono a quella innovativa mostra, da Getulio Alviani a Enrico Castellani, da Lucio Fontana a Luciano Fabro, ma anche di quelli che, pur non essendo presenti, facevano parte di quel momento culturale, come Giulio Paolini, Yannis Kounellis, Mario Schifano, Mimmo Rotella, Bruno Munari, Francesco Lo Savio. La mostra sarà introdotta da una ricca documentazione archivistica dell’archivio Radi e da una documentazione fotografica di Claudio Abate. Una seconda sezione documenterà un altro evento, dal titolo Il tempo dell’immagine, tenutosi nel 1983 a Foligno e curato allora da Italo Tomassoni, con una selezione degli artisti più rappresentativi presenti allora (Barni, Bartolini, Di Stasio, Mariani) che incentrarono la riflessione figurativa sul tempo. Questa sezione giungerà fino ai giorni nostri e si concentrerà su una serie di artisti, Mario Giacomelli, Gabriele Basilico e Grazia Toderi testimoni di una sensibilità specifica del nostro tempo, sviluppata attraverso strumenti linguistici, come la fotografia e il video, divenuti protagonisti già alla fine del secolo scorso. La linea che lega i quattro è tracciata dal grande Mario Giacomelli che presenta inedite ricerche sulla luce e lo spazio, mentre Gabriele Basilico, riflettendo per immagini sul rapporto tra l’oggetto-sedia e il corpo umano, mette da parte la formale fotografia di still-life, per esporre la serie ludica, in cui le texture delle sedute lasciano la propria impronta sui corpi nudi, quasi come se fossero dei tatuaggi a rilievo. Il percorso si conclude con un video di Grazia Toderi immerso tra fantasia, immagine e spazio. .  
   
 

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