Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 













MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web








  LOGIN


Username
 
Password
 
     
   


 
Notiziario Marketpress di Venerdì 16 Ottobre 2009
 
   
  MILANO: A PALAZZO REALE LA PIU’ GRANDE MOSTRA ITALIANA DEDICATA A EDWARD HOPPER

 
   
  “Una linea preferenziale e biglietti ridotti per le famiglie, visite gratuite animate per i bambini e apertura prolungata fino alle 22. 30 il sabato sera, serata dedicata in genere al cinema e al teatro”. Sono le novità annunciate dall’assessore alla Cultura Massimiliano Finazzer Flory in occasione della presentazione della mostra “Edward Hopper”, in programma a Palazzo Reale fino al 31 gennaio 2010. “Per la prima volta in Italia, Milano e Roma rendono omaggio all’intera carriera di Edward Hopper, il più popolare e noto artista americano del Xx secolo, con una rassegna antologica senza precedenti - spiega Finazzer Flory –. Un’esposizione che mette in mostra opere che si rapportano con l’eternità”. “Che ora è l’eternità? Che ora è? – si chiede Finazzer Flory – Un‘ora squisita. Questa mostra proietta queste due domande. E’ una mostra cinematografica in cui Hopper è regista e poeta e Milano ha bisogno di entrambe le dimensioni”. La mostra presenta oltre 160 opere, tra cui celebri capolavori come Summer Interior (1909), Pennsylvania Coal Town (1947), Morning Sun (1952), Second Story Sunlight (1960), A Woman in the Sun (1961) e diversi quadri mai esposti, come la bellissima Girlie Show (1941). Il percorso espositivo attraversa tutta la produzione di Hopper e tutte le tecniche di un artista considerato oggi un grande classico della pittura del Novecento. La mostra è promossa dal settore Cultura del Comune e dalla Fondazione Roma in collaborazione con il Whitney Museum of American Art di New York e la Fondation de l’Hermitage di Losanna. L’ideazione, l’organizzazione e il coordinamento dell’intero progetto sulle tre sedi è di Arthemisia Group. L’esposizione è aperta a Palazzo Reale dal 14 ottobre al 31 gennaio 2010 ed è sponsorizzata dal Gruppo Roche. Subito dopo la mostra si trasferirà nella capitale, al Museo della Fondazione Roma, dal 16 febbraio al 13 giugno 2010, e presso la Fondation de l’Hermitage di Losanna, dal 25 giugno al 17 ottobre. Per la tappa milanese il Comune ha promosso alcune iniziative rivolte alla famiglia. A partire dalla “family line”, una linea preferenziale per le famiglie che vedranno ridotti i tempi di attesa. I nuclei familiari, inoltre, potranno usufruire di un biglietto ridotto. Una famiglia di tre persone, per esempio, pagherà 19. 50 euro e lo sconto crescerà a seconda del numero di bambini presenti. Tutte le domeniche mattina, alle 10. 30, verranno organizzate visite animate gratuite per bambini. Apertura straordinaria il sabato sera, quando la mostra chiuderà alle 22. 30, mentre in pausa pranzo, dalle 13. 00 alle 14. 30, biglietto ridotto per tutti. Cinema e teatro saranno protagonisti degli eventi collegati alla mostra, con un ciclo di letture e una rassegna di film dedicati agli Stati Uniti proiettati al Cinema Gnomo (in allegato il programma). La Mostra: Sette Sezioni In Ordine Tematico E Cronologico La storia di Edward Hopper è indissolubilmente legata al Whitney Museum of American Art che ospitò varie mostre dell’artista, dalla prima nel 1920 al Whitney Studio Club a quelle memorabili nel museo, del 1960, 1964 e 1980. Dal 1968, grazie al lascito della vedova Josephine, il Whitney ospita tutta l’eredità dell’artista: oltre 3000 opere tra dipinti, disegni e incisioni. A cura di Carter Foster, conservatore del Whitney Museum che ha concesso per l’occasione il nucleo più consistente di opere, la rassegna, realizzata con il coordinamento scientifico di Carol Troyen, vanta tuttavia altri importanti prestiti dal Brooklyn Museum of Art di New York, dal Terra Foundation for American Art di Chicago e dal Columbus Museum of Art. Suddivisa in sette sezioni, seguendo un ordine tematico e cronologico, l’esposizione italiana ri¬percorre tutta la produzione di Hopper, dalla formazione accademica agli anni di studio a Parigi, fino al periodo “classico” e più noto degli anni ‘30, ‘40 e ’50, per concludere con le grandi e intense immagini degli ultimi anni. Il percorso prende in esame tutte le tecniche predilette dall’ar¬tista: l’olio, l’acquerello e l’incisione, con particolare attenzione all’affascinante rapporto che lega i disegni preparatori ai dipinti: un aspetto fondamentale della sua produzione fino ad ora ancora poco considerato nelle rassegne a lui dedicate. Le prime sezioni “Autoritratti”, “Formazione e prime opere. Hopper illustratore” e “Hopper a Parigi” illustrano un gruppo di promettenti autoritratti, le opere del periodo accademico e quindi gli schizzi inondati di luce e le opere del periodo parigino, come il dipinto Soir Bleu (1914). La sala dedicata a “La definizione dell’immagine: Hopper incisore”, con capolavori fra cui Night Shadows (1921) e Evening Wind (1921), mette in evidenza la sua tecnica elegante e quel “senso di incredibile poten¬zialità dell’esperienza quotidiana” che riscuote grande successo e che segna l’inizio di una felice carriera. Nella sezione titolata “L’elaborazione di Hopper: dal disegno alla tela”, che celebra la straordinaria mano di Hopper disegnatore e il suo metodo di lavoro, viene presentato un gruppo significativo di di¬segni preparatori per Morning Sun (1952) e per il precedente New York Movie (1939), nei cui bozzetti si può vedere chiaramente come prenda forma la figura femminile: all’inizio è quasi un ritratto della moglie Jo (sua unica modella) per poi giungere alla “maschera” del cinema - uno dei temi prediletti dall’artista - assorta nei suoi pensieri e bella come una diva. Questa sezione svela quanto il “realismo hopperiano” sia spesso il frutto di una sintesi di più immagini e situazioni colte in tempi e luoghi diversi e non una semplice riproduzione dal vero. In mostra eccezionalmente an¬che uno dei suoi i famosi taccuini, l’Artist’s Ledger Book Iii, che riempiva insieme alla moglie, dove si vedono abbozzati molti dei suoi dipinti a olio. Nelle sale dedicate a “L’erotismo di Hopper” la mostra riunisce invece alcune delle più significative immagini di donne in stati contemplativi, perlopiù nude o semi svestite, da sole e in interni, che insieme alle opere della sezione "L’essenza dell’artista. Tempo, luogo e memoria" illustrano al meglio la poetica dell’autore, il suo discreto realismo e soprattutto l’abilità nel rivelare la bellezza nei soggetti più comuni, usando spesso un taglio cinematografico, molto apprezzato dalla critica. Hopper è stato per lungo tempo associato a suggestive immagini di edifici urbani e alle persone che vi abitavano, ma più che i grattacieli – emblemi delle aspirazioni dell’età del jazz – egli preferiva le fatiscenti facciate rosse di negozi anonimi e i ponti meno conosciuti. Tra i suoi soggetti favoriti vi sono scorci di vita nei tranquilli appartamenti della middle class, spesso intravisti dietro le finestre da un treno in corsa, immagini di tavole calde, sale di cinema, divenute delle vere e proprie icone, come testimoniano alcuni celebri capolavori esposti: Cape Cod Sunset (1934), Second Story Sun¬light (1960) e A Woman in the Sun (1961). Hopper realizza anche notevoli acquerelli, durante le estati trascorse a Gloucester (Massachusetts), nel Maine, e a partire dal 1930, a Truro (Cape Cod). In mostra anche un importante apparato fotografico, biografico e storico, in cui viene riper¬corsa la storia americana dagli anni ’20 agli anni ’60 del Xx secolo: la grande crisi, il sogno dei Kennedy, il boom economico. Un’occasione per capire meglio anche la nuova crisi di oggi e l’America di Barack Obama. Installazione Friday, 29th August 1952, 6 A. M. , New York La mostra di Edward Hopper vuole guardare alle persone come “soggetti attivi”, piuttosto che come “consumatori”, al fine di creare un evento che sia prima di tutto un’esperienza unica e coinvolgente per il visitatore. Con questo intento, la mostra ospita eccezionalmente e per la prima volta in Italia un’installazione interattiva e multimediale di Gustav Deutsch, noto film-maker e video artista austriaco (Vienna 1952), autore di innumerevoli film, video e performance in tutto il mondo. Voluta da Arthemisia, in accordo con Palazzo Reale di Milano, l’installazione dal titolo "Friday, 29 August 1952, 6 a. M. , New York" farà entrare fisicamente i visitatori nel mondo di Hopper grazie alla ricostruzione della scenografia raffigurata nel dipinto Morning sun (1952). I visitatori potranno diventare i protagonisti del dipinto, entrando sul “set” e muovendosi a piacimento come attori di brevi rappresentazioni, filmate da una telecamera e proiettate su uno schermo. Percorsi didattici Francesca Valan ha allestito un interessante percorso didattico rivolto ai bambini e ai ragazzi (5-14 anni) in visita alla mostra. Per chi vorrà seguire le tappe del processo creativo di Hopper, sarà a disposizione all’ingresso un bellissimo taccuino che riproduce in scala quello utilizzato dall’artista, con tutte le indicazioni per avventurarsi nel suo mondo. I più piccoli (2-5 anni) accompagnati dai genitori potranno invece cimentarsi in una divertente caccia al tesoro seguendo le indicazioni su alcune speciali cartoline. Nel catalogo, edito da Skira, i saggi di Carter Foster, Carol Troyen, Sasha Nicholas, Goffredo Fofi, Demetrio Paparoni, Luigi Sampietro.  
   
 

<<BACK