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Notiziario Marketpress di Giovedì 15 Ottobre 2009
 
   
  LE BIOMASSE AGRICOLE E DA RESIDUI DI LAVORAZIONE GIACIMENTO ENERGETICO, FONTE DI ENERGIA PER LE FILIERE ALIMENTARI. ARRIVANO ANCHE DA NOI I LETAMODOTTI E LA BORSA DEL LIQUAME ?

 
   
  I numeri parlano chiaro: in Italia esiste un grande giacimento di energia che attende di essere utilizzata, e che non si esaurisce mai. Sono le biomasse derivanti dagli scarti e dai rifiuti della filiera agro-alimentare. Itabia (Italian Biomass Association) nel suo recentissimo rapporto “Le biomasse per l´energia e l´ambiente” quantifica il potenziale a circa 9,3 milioni di tonnellate provenienti dagli scarti agricoli, 3,9 milioni dall´industria alimentare, cui si aggiungono l´enormità di 300 milioni di reflui provenienti dagli allevamenti zootecnici. In termini energetici, lo sfruttamento di questo giacimento porterebbe alla produzione di circa 17 Mtep (Milioni di tonnellate equivalenti di petrolio) di energia primaria. Di questo potenziale si calcola che oggi, in Italia, si sfruttino circa 2 Mtep/anno, essenzialmente per due ordini di motivi: difficoltà da parte delle aziende di reperire capitale per consumare la biomassa di propria produzione, e l´abitudine dei singoli nodi della filiera della produzione alimentare (agricoltura-industria-distribuzione-smaltimento rifiuti) di ragionare come monadi incomunicanti. In una situazione come questa è comprensibile, quindi, che dei 300 milioni di tonnellate di reflui, per fare un esempio, oggi solo una minima percentuale vada alla produzione energetica. In realtà, una soluzione per entrambi i problemi esiste. Ed è come spesso accade, di tipo organizzativo: lo sfruttamento di filiera. La biomassa prodotta viene trasformata in energia per il consumo da parte del nodo più “energivoro” della filiera (di solito l´industria di trasformazione), a prezzi naturalmente competitivi con quelli di mercato. La trasformazione può avvenire a diversi livelli, decentrati o accentrati secondo la struttura della filiera e la facilità ed economicità di trasporto della biomassa. I meccanismi di remunerazione possono essere i più vari. In Germania e Olanda, per esempio, esiste un vero e proprio mercato dei reflui, con “refluidotti” che convogliano la biomassa liquida in digestori di grandi dimensioni. Il prezzo è stabilito in una “borsa del letame” con prezzi che in base alla distanza vanno da 1,5 a 5 euro a tonnellata. Sono evidenti i vantaggi di uno sfruttamento delle biomasse nell´ambito delle filiere. Il consumo dell´energia prodotta da parte dei nodi che ne hanno più bisogno e più hanno da guadagnare dai risparmi crea un volano di domanda che stimola gli investimenti da parte degli altri nodi, garantendo anche un flusso futuro di risorse che può essere la base per la remunerazione di credito da parte delle istituzioni finanziarie (che possono anche contare sul conferimento degli incentivi pubblici, ormai realtà anche per le biomasse). Vi è poi, sopratutto se la filiera è in gran parte all´interno di un distretto territoriale (come accade spesso nel nostro Paese), l´accorciamento della catena di utilizzo, riducendo le fasi di trasporto, con ovvi benefici. Come si diceva, in Italia siamo ancora all´inizio di questo circolo virtuoso. Esistono però già esperienze significative e con benefici dimostrabili. Se ne parlerà diffusamente nel convegno di “Energia Alimentare”, un´iniziativa nata dalla collaborazione di Updating, e-gazette. It e Fiere di Parma, in programma il 28 ottobre prossimo nell´ambito di Cibustec, la grande fiera dell´industria alimentare. I dettagli logistici dell´evento e l´agenda sono disponibili sul sito www. Microgenforum. It . La registrazione all´evento, assolutamente gratuita, da´ diritto ad un biglietto omaggio per l´ingresso a Cibustec. .  
   
 

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