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Notiziario Marketpress di Giovedì 29 Ottobre 2009
 
   
  RECENTI RITROVAMENTI FOSSILI GETTANO NUOVA LUCE SULLE FLUTTUAZIONI DELLA BANCHISA POLARE ARTICA NEGLI ULTIMI 30.000 ANNI

 
   
  Bruxelles, 29 ottobre 2009 Un team di scienziati, in parte finanziati dallŽUe, ha ricostruito con successo le variazioni della banchisa polare nello stretto di Fram, tra la Groenlandia e lŽisola Spitsbergen, negli ultimi 30. 000 anni. La ricerca, pubblicata in Nature Geoscience, migliora la conoscenza degli scienziati sui cambi climatici prima che le attività umane cominciassero ad avere un impatto significativo. La ricerca è stata in parte finanziata dal Cer (Consiglio europeo per la ricerca) nellŽambito di un Erc Starting Grant (Sovvenzione di avviamento del Cer per ricercatori indipendenti). LŽobiettivo di Iceproxy, un progetto del valore di circa 1,9 milioni di euro, è trovare "Nuovi biomarcatori lipidi nel ghiaccio polare: applicazioni climatiche e ambientali". LŽanalisi del carotaggio dei sedimenti nella parte settentrionale dello stretto indica che la copertura del ghiaccio dello stretto di Fram ha subito nel tempo notevoli cambiamenti. "Le nostre ricostruzioni delle differenti condizioni di copertura mostrano quanto è forte la reazione dellŽArtico alle fluttuazioni climatiche a corto termine", ha dichiarato lŽautrice Juliane Muller, del Alfred-wegener-institut (Awi) for Polar- und Meeresforschung tedesco. NellŽultimo picco glaciale (Lgm) di circa 20. 000 anni fa, quando il livello marino e lo spessore dei ghiacciai erano al minimo, lo stretto di Fram era coperto da ghiaccio perenne. Poi, allŽincirca 15. 000 anni orsono, un periodo di riscaldamento globale lasciò lo stretto libero dai ghiacci anche nei mesi invernali. Negli ultimi 5. 000 anni glŽindizi mostrano un alternarsi stagionale di presenza (inverno e primavera) e assenza (estate e autunno) di ghiaccio. "La banchisa polare è una componente critica del sistema climatico: le sue variazioni di copertura influiscono sullŽalbedo [la misura in cui la luce che viene riflessa] delle regioni polari e sul tasso di formazione delle acque profonde", si legge nel documento. "Si pensa che i cambiamenti della banchisa polare nellŽAtlantico settentrionale siano legati ai bruschi cambi climatici avvenuti nel corso dellŽultima era glaciale, ma le ricostruzioni delle sue condizioni sono rare". Per determinare lo stato della banchisa polare nello stretto, gli scienziati hanno usato due biomarcatori complementari, analizzando i resti di specifiche alghe fossili depositate negli strati sedimentari : la presenza del primo biomarcatore, lŽIp25 (una molecola complessa prodotta dalle diatomee, sottili alghe che vivono nel ghiaccio marino), significa che lo stretto era ricoperto di ghiaccio. La presenza del secondo, il brassicasterolo (prodotto dal fitoplancton che vive in acque aperte), significa invece che lo stretto era libero. LŽassenza dei due biomarcatori, spiegano i ricercatori, è la prova di una copertura ghiacciata permanente, perché la mancanza di luce e di nutrienti al di sotto del sottile strato di ghiaccio impedisce la crescita delle alghe. La presenza di entrambi, invece, indica cambi stagionali delle condizioni della banchisa polare. Il nuovo metodo combina Ip25 con altri biomarcatori, e può fornire una conoscenza più esatta e approfondita del clima globale nel passato, un campo scientifico che negli ultimi tempi sta suscitando un sempre maggiore interesse. "Lo studio dei cambi naturali nellŽestensione della banchisa polare in epoche in cui le attività umane non avevano alcun impatto sul clima è diventato oggetto di numerosi progetti internazionali di ricerca nellŽArtico", spiega il professor Rodiger Stein, geoscienziato dellŽAwi. Lo stretto di Fram, un angusto passaggio tra la Groenlandia orientale e lŽisola norvegese di Spitsbergen, è il solo collegamento dŽacqua profonda (circa 2. 600 metri) tra gli oceani Artico e Atlantico. Il movimento della banchisa polare attraverso lo stretto ha una importante influenza sulla circolazione oceanica mondiale e quindi sul clima globale. Per maggiori informazioni: Nature Geoscience: http://www. Nature. Com/naturegeoscience Alfred-wegener-institut fr Polar- und Meeresforschung: http://www. Awi. De/ .  
   
 

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