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Notiziario Marketpress di Lunedì 02 Novembre 2009
 
   
  IMMAGINI MOSTRANO IN CHE MODO ALBATROS E ORCHE ASSASSINE CONDIVIDONO IL CIBO

 
   
  Bruxelles, 2 novembre 2009 - Quella tra gli albatros e le orche assassine (Orcinus orca) potrebbe sembrare un´accoppiata quantomeno strana, ma alcuni ricercatori in Giappone e nel Regno Unito hanno scoperto che questi uccelli marini, noti per le grandi dimensioni, si nutrono accanto agli esemplari più grandi della famiglia dei Delfinidi. Sono state presentate sulla rivista Plos (Public Library of Science) One alcune immagini eccezionali scattate da fotocamere poste sul dorso degli uccelli che hanno permesso di comprendere come questi ultimi si nutrano degli avanzi di cibo dei grandi mammiferi marini. I ricercatori del British Antarctic Survey, sede di Cambridge, e del National Institute of Polar Research, in Giappone, hanno fissato una micro-fotocamera digitale sul dorso di quattro albatros sopracciglio nero (Thalassarche melanophrys) originari della Bird Island, l´sola degli uccelli, che fa parte del territorio della Georgia del Sud nell´Atlantico meridionale. Gli scienziati ritengono che gli albatros percorrano moltissimi chilometri sopra il mare aperto alla ricerca di prede di cui cibarsi. "Nonostante il crescente numero di studi sulle strategie con cui viene procacciato il cibo, sono ancora relativamente scarse le informazioni a nostra disposizione su come gli albatros riescono a localizzare le proprie prede" scrivono gli autori dello studio. Mediante l´impiego di una fotocamera e di un data logger di profondità fissati sugli uccelli in libertà, gli scienziati sono riusciti a dimostrare come alcuni albatros abbiano seguito un´orca assassina per nutrirsi dei resti di cibo non consumato da questo enorme mammifero. L´azienda giapponese Little Leonardo Co. Ltd ha prodotto la fotocamera innovativa e super-leggera che è stata rimossa dal dorso degli uccelli una volta tornati al loro habitat di riproduzione dopo il viaggio per la ricerca di cibo. La fotocamera, che può memorizzare fino a circa 10. 000 immagini, dispone di sensori di profondità e temperatura, ha un diametro di 22 mm, una lunghezza di 132 mm e un peso di 82 gr (vale a dire meno del 2,7% della massa corporea degli uccelli coinvolti nello studio). Le immagini ottenute da 3 delle 4 fotocamere utilizzate (una non è stata recuperata) sono state 28. 000. "Le immagini ottenute con le fotocamere, unitamente ai dati relativi alla profondità indicano che gli uccelli si sono immersi solo saltuariamente, ma che lo hanno fatto in presenza di altri volatili o di orche" ha dimostrato la ricerca. "La combinazione con predatori che si immergono o con altri uccelli può spiegare in parte come è possibile che gli albatros trovino più facilmente le proprie prede in pieno oceano, dove non c´è alcun riferimento, con un dispendio energetico minimo per immergersi e planare". Grazie all´incidenza minima della fotocamera sulla forma aerodinamica degli albatros l´attività di riproduzione è rimasta pressoché invariata. "Si tratta di immagini estremamente interessanti" ha commentato il dottor Richard Philips del British Antarctic Survey. "[Queste immagini] dimostrano che gli albatros seguono i mammiferi marini in modo analogo agli uccelli marini tropicali che spesso seguono i tonni. In entrambi i casi, le prede (solitamente pesce) sono in posizione perpendicolare rispetto alla superficie il che non rende la caccia facile per gli uccelli". Lo studio, effettuato nel quadro di un progetto condotto dal Japanese Antarctic Research Expedition e dal British Antarctic Survey, fa parte del programma per il biennio 2007-2009 dell´Anno polare internazionale (Ipy). Gli scienziati ritengono che questo studio possa incentivare l´attività di ricerca volta a tracciare i principali predatori marini. Ulteriori informazioni consentirebbero di comprendere meglio l´interazione tra gli animali marini e l´ambiente in cui vivono. Per maggiori informazioni, visitare: Plos One: http://www. Plosone. Org/home. Action British Antarctic Survey: http://www. Antarctica. Ac. Uk/ .  
   
 

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