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Notiziario Marketpress di Martedì 10 Novembre 2009
 
   
  BASILICATA: NESSUNA GUERRA TRA ALLEVATORI, SOLO SPECULAZIONI

 
   
  E’ amaro constatare come continui l’opera di attacco e denigrazione dell’Apa di Potenza da parte di personaggi che non riescono a metabolizzare l’esito, per loro negativo, delle elezioni di rinnovo delle cariche associative del febbraio scorso. E’ accaduto, ancora, nei giorni scorsi quando nel corso di una conferenza stampa, falsando la realtà dei fatti si è cercato di passare per vittime nel mentre si è, invece, artefici di azioni a danno dell’Apa e tese a dividere e ad inquinare colpevolmente il mondo laborioso degli allevatori. La precisazione è del presidente Palmino Ferramosca, il quale ripercorre i fatti all’origine della polemica: “L’assemblea ordinaria dell’Apa di Potenza il 28 ottobre scorso, con voto segreto (125 a favore e solo 5 contrari) espresso alla presenza di un notaio, ha deliberato l’espulsione di 19 soci (non 30 o 40 come è stato falsamente detto) per avere promosso ed aderito ad una nuova associazione avente finalità concorrenziali. Dei 19 soci espulsi, 6 appartengono a 2 aziende. Tutto è avvenuto nel rigoroso rispetto delle norme statutarie, nessun atto d’imperio. Infatti, non appena all’Apa di Potenza si è appreso che presso lo studio del notaio Zotta di Rionero in Vulture, il 28 aprile 2009, un gruppo di suoi soci aveva costituito l’Ala (associazione lucana allevatori) con statuto identico al proprio e, quindi, con evidenti scopi concorrenti, li si è immediatamente invitati (a mezzo apposita lettera raccomandata) entro trenta giorni a chiarire la propria posizione. E’ proprio lo statuto dell’Apa, infatti, che all’art. 13 stabilisce chiaramente per i soci il divieto di “appartenenza o partecipazione a Organismi ed Enti i cui scopi sociali o la cui attività siano in concorrenza o in contrasto con quelli dell’associazione”. Di fronte alla pretesa di questi soggetti a voler mantenere una sorta di “doppia adesione” è stata consequenziale e d’obbligo la decisione della loro espulsione da parte della assemblea dei soci, nei modi e nelle forme democratiche prima ricordate. Tutto qui, nessuna fantasiosa volontà depuratoria di chicchessia. D’altronde è proprio nella stessa conferenza stampa che costoro confermano le proprie intenzioni presentando Ala come organismo alternativo anche sotto il profilo dell’assistenza tecnica. E’ poi assai singolare l’atteggiamento contraddittorio di questi personaggi che solo sino a qualche mese fa hanno avuto responsabilità diretta nella gestione dell’Apa di Potenza. All’improvviso scoprono l’esistenza di una situazione di morosità che riguarda taluni soci, quando questa è notoriamente una eredità proprio della loro gestione. All’improvviso, poi, parlano denigratoriamente di “un programma di assistenza tecnica fermo a 30 anni fa” quando solo fino a qualche mese fa tutto ciò era ritenuto all’avanguardia, tant’è che lo avallavano in quanto dirigenti, vi aderivano e ne usufruivano presso le proprie aziende. Di tali servizi, pur essendo stati espulsi da soci, ne usufruiscono potranno continuare ad usufruire anche da non soci. Sarebbe poi ad indagare la ragione della reiterata dimenticanza di costoro ad aggiungere la Copagri che, oltre a Coldiretti e Cia, è nell’elenco delle organizzazioni professionali presenti nell’Apa di Potenza. E’ stato poi detto, quasi fosse una iattura per la comunità lucana, che “oggi non c’è la possibilità di scegliere le professionalità perché si impongono solo tecnici della regione”. E’ vero, ma ciò discende da una precisa norma della regione (che noi oltretutto riteniamo giusta perché valorizza le professionalità lucane e tutela la loro occupazione) in base alla quale l’Apa è tenuta a convenzionare preferibilmente tecnici iscritti agli ordini professionali di Matera e Potenza. Per quanto riguarda, invece, la presunta “blindatura degli statuti con voto per socio e non per valenza economica delle imprese” aderenti, ricordiamo a tutti che l’Apa non è una Spa, bensì un organismo di rappresentanza , di tutela ed al servizio degli allevatori, per cui non si conta per peso economico ma in quanto singola azienda. Infine, un’ultima doverosa precisazione in merito alle critiche rivolte nella stessa sede al marchio nazionale “Italialleva” e alla affermazione in base alla quale l’Apa avrebbe “finalità tecniche e non competenze di marketing e promozione”. A tal proposito ricordiamo che il marchio “Italialleva”, senza costi aggiuntivi, certifica l’origine e quindi la qualità dei prodotti delle nostre aziende. Esso è il momento di sintesi di tutte le attività istituzionali dell’Apa: miglioramento genetico, controllo delle produzioni e di assistenza tecnica. Esso costituisce, quindi, un notevole valore aggiunto a vantaggio degli allevatori e dei consumatori. Non a caso esso è stato voluto dal Ministero per le politiche agricole. Quindi, l’azione dell’Apa tesa alla valorizzazione della produzione dei nostri allevatori è non solo assolutamente lecita, ma necessaria. Soprattutto se svolta, come accade in Basilicata, in pieno accordo con autorità regionali particolarmente sensibili a tali problematiche”. .  
   
 

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