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Notiziario Marketpress di Lunedì 16 Novembre 2009
 
   
  GIUSTIZIA ITALIANA: LA DUPLICAZIONE ILLECITA È SEMPRE REATO

 
   
  La Iv Sezione Penale della Corte d’Appello del distretto di Palermo ha parzialmente riformato la decisione del giudice di primo grado che, in precedenza, aveva condannato con rito abbreviato, per fatti avvenuti nell’aprile 2005, i responsabili in ordine all’imputazione relativa ad alcuni supporti audiovisivi risultati abusivamente duplicati e sprovvisti del contrassegno della Siae. Uniformandosi alla sentenza della Corte di Giustizia Europea dell’8 novembre 2007, che ha stabilito la temporanea inapplicabilità in Italia della norma penale che sanziona la mera mancanza del timbro della Siae su supporti audiovisivi, la Corte d’Appello ha assolto gli imputati per quanto previsto dall’art. 171/ter, comma 1, lettera D, della Legge n. 633/41 e successive modificazioni. La Corte ha confermato “l’affermazione di responsabilità per l’attività di illecita duplicazione" di Cd e Dvd per uso non personale, ex comma 1, lettera A, dello stesso articolo di legge. Conformemente a quanto affermato da varie decisioni della Iii Sezione Penale della Corte di Cassazione, i giudici di secondo grado hanno ritenuto sussistere indubbie connotazioni di antigiuridicità penale per l’abusiva attività di riproduzione dei supporti in argomento. Come si ricorderà l’obbligatorietà del contrassegno Siae è stata nuovamente statuita con il Decreto del Presidente del Consiglio del Ministri n. 31 del 23 febbraio 2009.  
   
 

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