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Notiziario Marketpress di Giovedì 12 Novembre 2009
 
   
  VáCLAV HAVEL AL PARLAMENTO: "EUROPA, PATRIA DELLE NOSTRE PATRIE"

 
   
  Bruxelles, 12 nove,nre 2009 - L´ex-presidente ceco, ex-dissidente, scrittore e drammaturgo è stato accolto ieri dal presidente Buzek come "un uomo meraviglioso, un amico per tutti coloro che lottano per la libertà e i diritti umani, uno di quelli che, 20 anni fa, hanno generato l´effetto domino" provocando la caduta dei regimi nell´Europa dell´est. Caduta festeggiata oggi con un ospite d´onore, che ha emozionato l´Aula con un discorso forte e attuale. Il presidente del Parlamento Jerzy Buzek ha presentato Václav Havel come "un eroe per tutte le persone normali che hanno lottato contro il comunismo nell´Europa dell´est e per tutti coloro che, nell´Europa dell´ovest, le hanno aiutate, rendendo possibile la riunificazione". "L´ex-dissidente cecoslovacco", ha continuato Buzek, anche lui un avversario del regime nel suo paese, la Polonia, è "una guida spirituale e ha creato un senso di unità fra tutti coloro che si opponevano al comunismo nei diversi Paesi del blocco". Prima dell´intervento di Havel, un breve filmato ha ricordato gli eventi del 1989 e ha reso omaggio alla protesta pacifica che ha fatto cadere uno a uno i regimi dell´Europa dell´est (link al video in basso). La caduta del Muro: "nessuno era preparato" "Nessuno era davvero preparato a un collasso così rapido della Cortina di ferro", ha esordito Václav Havel, ma l´ovest "ha gestito bene il corso degli eventi", perché altre decisioni avrebbero potuto portare all´insorgenza di nazionalismi e populismi: "Molti di coloro che agitavano la bandiera con la falce e il martello, avrebbero potuto abbracciare senza indugi la causa nazionalista". Il primo presidente della Repubblica ceca, in carica dal 1993 al 2003, si è poi rivolto all´Aula invocando la solidarietà dell´Europa con tutti i popoli che vivono sotto regimi totalitari, mettendo in guardia contro ogni tendenza al compromesso e la pacificazione. "Davanti al diavolo, non bisogna battere la ritirata. E´ nella natura del diavolo di avvantaggiarsi di qualsiasi concessione. Il nostro supporto ai dissidenti in Corea del Nord, Birmania, Iran, Tibet, Bielorussia o Cuba, può aiutare più di quanto possiamo immaginare". In questo senso, Havel ha elogiato il Parlamento europeo per aver attribuito il premio Sacharov 2009 per i diritti umani all´organizzazione Memorial, che si batte per la libertà di espressione in Russia. E tornando poco dopo sulla Russia, Havel ha ricordato che le relazioni bilaterali non possono essere basate "sulla paura che la fornitura di gas o di petrolio venga interrotta, dimenticandoci dei giornalisti uccisi". Perché questi non sono "rapporti o partenariati onesti, ma basati sulla doppiezza". Europa, "un complesso di valori indiscutibili" L´europa è "patria delle nostre patrie", ha detto il leader della ´rivoluzione di velluto´ , lodando la ricchezza e la diversità culturale e nazionale dell´Ue: "Io mi sento europeo, senza ovviamente dover rinunciare alla mia identità ceca". Alla fine del suo discorso ha ricordato che l´Europa deve andare al di là della politica economica e monetaria e porre più attenzione "ai suoi fondamenti spirituali e alla sua storia", perché la sua cultura "combinando elementi dell´antichità, del giudaismo, del Cristianesimo, dell´Islam, del Rinascimento e dell´Illuminismo" ha creato un complesso "di valori indiscutibili". Per quello che rappresenta, ha concluso, l´Europa dovrebbe trovare "nuovi modi per essere fonte di ispirazione per il Mondo intero", perché l´integrazione europea è "unica" e potrebbe essere un modello per altri Paesi. In questo senso, il ruolo del Parlamento è cruciale e "dovrebbe avere maggiori poteri, perché è l´unico organo eletto direttamente dai cittadini". Alla fine del discorso, salutato con una standing ovation dai deputati, Buzek ha detto che il premio Sacharov fosse esistito 30 anni fa, Václav Havel l´avrebbe certamente vinto. Ma "fortunatamente ora non ne ha più bisogno, perché non ci sono più ´vecchia´ e ´nuova´ Europa. Oggi c´è solo un´ Europa unita!". .  
   
 

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